brucellosi piccoli ruminanti - Sistema Informativo Servizio Veterinario

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brucellosi piccoli ruminanti - Sistema Informativo Servizio Veterinario
BRUCELLOSI OVI-CAPRINA
Caratteristiche della patologia
E.1
E.1.1 Nome patologia
E.1.2 Agente/i eziologico/i
E.1.3 Breve descrizione
1
1.1-1.2
1.1.1
1.2.1
1.1.2
1.2.2
1.1.3
1.2.3
Informazioni
Malattia
Brucellosi Ovi-caprina (febbre ondulante, febbre maltese,
febbre mediterranea, aborto enzootico, aborto epizootico,
aborto contagioso, morbo di Bang, epididimite contagiosa
del montone [solo B. ovis])
Brucella melitensis, casi sporadici B. abortus e B. suis. Negli
ovini anche infezioni genitali da B. ovis. Batteri gram negativi
di forma coccobacillare o bastoncellare, asporigeni, immobili,
privi di capsula, aerobi facoltativi.
Patologia ad eziologia batterica causata principalmente da B.
melitensis. Le forme sintomatiche sono caratterizzate da
segni clinici variabili quali aborto associato a calo della
produzione lattea, generalmente una sola volta, ritenzione
placentare, infezioni genitali e raramente complicazioni
(soprattutto artriti). B. ovis non colpisce la capre, nel
montone induce epididimite mono- o bilaterale e disturbi
della fertilità; aborti e sintomi sistemici sono rari.
Gli agenti vengono eliminati principalmente attraverso latte,
materiale abortivo ed escrezioni uterine, in maniera minore
attraverso numerosi altri secreti ed escreti. Sono disponibili
numerosi test di screening, basati sulla risposta immunitaria
dell’ospite, tuttavia la diagnosi certa necessita dell’isolamento
dell’agente eziologico. Negli esseri umani Brucella melitensis,
B. abortus e B. suis causano infezioni generalmente
asintomatiche o autolimitanti con sintomatologia similfebbrile; le rare forme gravi, ad andamento cronico, possono
avere
conseguenze
anche
letali
(endocarditi
e
meningoencefaliti).
Rilevanza della patologia
Presenza e frequenza dell’agente eziologico sul territorio regionale / extraregionale
Presenza e frequenza della
Lombardia ufficialmente indenne.
malattia in Regione Lombardia
Presenza e frequenza della
Non sono considerate ufficialmente indenni (2011/277/UE):
malattia in regioni / Stati
Liguria (esclusa Savona), Lazio (alcune province), Abruzzo
confinanti
(esclusa Pescara), Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e
Sicilia.
Presente in alcuni Paesi Europei tra cui Spagna, Portogallo,
Francia, Paesi Balcanici (Slovenia esclusa) e Grecia.
Frequenza eventuali epidemie
Numerosi focolai ma nessuna epidemia vera e propria
(specificare aree)
nell’area UE negli ultimi anni.
Scheda brucellosi ovi-caprina
Pag. 1
1.1.4 Animali / Vettori / Ambiente
1.2.4
1.1.5
1.2.5
1.1.6
1.2.6
1.1.7
1.2.7
1.1.8
1.2.8
1.3
1.3.1
1.4
1.4.1
1.4.2
1.4.3
Patologia generalmente mantenuta dall’ospite preferenziale:
piccoli ruminanti per B. melitensis, montoni per B. ovis
(escrezione asintomatica dell’agente anche per mesi) bovini e
bufali per B. abortus e principalmente suini per B. suis,
tuttavia anche gli ospiti accidentali possono ricoprire un ruolo
importante nella diffusione della malattia (asintomatici anche
per mesi). L’ambiente è una possibile fonte di contagio, In
condizioni favorevoli gli agenti possono sopravvivere a lungo
al di fuori dell’ospite con conseguente diffusione della
malattia attraverso la contaminazione delle acque, delle
derrate alimentari e del suolo.
Eventuali cicli stagionali / focolai
Negli ovi-caprini i picchi periodici della malattia sono legati
influenzati da anomalie climatiche alla stagione dei parti.
Fattori che favoriscono la presenza Mancanza di un adeguato sistema di sorveglianza, elevata
dell'agente (scarse misure
densità di animali, stretto contatto tra specie sensibili diverse,
cattivo management e scarso livello di biosicurezza. Tra i
igieniche, biosicurezza,
management, ecc.)
principali fattori di rischio l’introduzione di un animale infetto
in una popolazione sana; la presenza di materiale abortivo
non opportunamente trattato; l’utilizzo di latte, acqua di
bevanda o cibo contaminati; cattive pratiche veterinarie
(impiego di strumenti contaminati).
Stabilità nell'ambiente dell'agente Variabile. Alcuni mesi (fino ad oltre un anno) in acqua,
materiale abortivo, vestiti e lana in caso di condizioni
eziologico
favorevoli quali elevata umidità, basse temperature e riparo
dalla luce solare diretta. In condizioni sfavorevoli quali forte
siccità ed esposizione diretta alla luce solare la sopravvivenza
si riduce a poche ore. La presenza di sostanze organiche ne
favorisce la sopravvivenza nel suolo, anche in condizioni di
siccità, in particolare nel caso in cui le temperature siano
sotto lo zero.
Possibilità di eliminare l'agente
Possibile l’eradicazione negli animali domestici, da valutare la
dall'ambiente
situazione dei selvatici nei diversi territori.
Numero di specie domestiche colpite
Numero di specie domestiche
Elevato. Piccoli ruminanti, bovini, cani, suini, equini, camelidi.
colpite (indicare anche quali)
Velocità di diffusione
Rapidità di diffusione
Bassa nel caso allevamenti o greggi sottoposti ad efficace
sorveglianza o di allevamenti endemici.
nell'allevamento
Può diventare elevata in assenza di controlli rigorosi nel caso
d’introduzione in allevamento ufficialmente indenne di
soggetti eliminatori.
Rapidità di diffusione tra
Bassa nel caso di aree dov’è in atto un piano di sorveglianza
efficace o dove la malattia è endemica.
allevamenti
Media / elevata in assenza di controlli rigorosi in aree dove la
malattia non è presente in caso di introduzione di soggetti
eliminatori e numerose movimentazioni di animali.
Capacità di diffondersi senza
Irrilevante / nessuna, infezione per via aerogena improbabile
movimentazione di animali
già all’interno dell’allevamento o gregge.
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Pag. 2
Vettori come reservoir e potenziali fonti di contagio
1.5
1.5.1 Ciclo della patologia influenzato da Irrilevante.
vettori
1.5.2 Presenza del vettore sul territorio
1.5.3
1.5.4
1.6
1.6.1
1.6.2
1.6.3
1.7
1.7.1
1.7.2
1.7.3
1.8
1.8.1
Non applicabile
regionale / nazionale
Presenza del vettore legata a
Non applicabile
determinate aree / condizioni
climatiche
Capacità del vettore di
Non applicabile
sopravvivere, riprodursi,
trasmettere l'infezione, fungere da
reservoir
Rischio di contagio nelle specie sensibili
Probabilità di trasmissione
Elevata nelle specie sensibili qualora siano sieronegative.
Modalità di trasmissione
Diretta ed indiretta. Principalmente il contagio avviene
attraverso le mucose o soluzioni di continuo della cute
tramite contatto con placente, feti, invogli e secreti vaginali
infetti. Possibile anche la trasmissione per via venerea;
tramite latte, alimenti, acque e suolo, strumenti contaminati
o altri secreti ed escreti infetti. Possibili infezioni verticali.
Particolari condizioni che
Mancanza di un adeguato sistema di sorveglianza, elevata
favoriscono la trasmissione
densità di animali e bassi livelli di biosicurezza. Stretto
contatto tra animali, introduzione di un animale eliminatore
in una popolazione sensibile, materiale aborigeno sospetto
liberamente a contatto con animali sensibili, scarsa igiene di
alimenti ed acqua di bevanda.
Specie selvatiche reservoir e potenziali fonti di contagio
Specie colpite
B. melitensis in stambecco e camoscio alpino (meno
frequente nei selvatici rispetto ad altre brucelle), B. ovis
talvolta nel cervo. B. abortus e B. suis sono state isolate in
numerosi selvatici quali cinghiale, cervo europeo, lepre,
volpe, bisonte americano, renna, caribù, bufalo americano,
antilope alcina, antilope d'acqua e vari roditori. Per quanto
riguarda gli ospiti preferenziali B. melitensis e B. abortus
prediligono gli ungulati selvatici mentre B. suis presenta
differenti ospiti a seconda della biovariante: 1 e 3 suini; 2
suini lepri; 4 renne e caribù; 5 roditori (ex URSS)
Interazioni selvatici / domestici /
Le specie reservoir rappresentano un grave rischio di contagio
uomo
laddove condividono l’ambiente con uomo ed animali
domestici. Gli ospiti spill over possono avere un ruolo nella
trasmissione della malattia tra domestici e selvatici.
Eventuali specie in pericolo colpite Nessuna.
Potenziale diffusione silente
Riconoscibilità della patologia
Bassa, nessun segno patognomonico sospetto. Nelle vacche
attraverso i segni clinici
aborto durante la seconda metà della gestazione ed
eventualmente nei montoni affetti da orchite apostematosa o
granulomatosa, B. ovis nel montone può causare epididimite
mono- o bilaterale. Frequenti le forme asintomatiche,
possibili disturbi della fertilità, infezioni delle vie genitali, rari i
sintomi sistemici.
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Pag. 3
1.8.2 Diffusione attraverso soggetti sub-
1.8.3
1.9
1.9.1
1.9.2
1.9.3
1.10
1.10.1
1.11
1.11.1
1.11.2
2
2.1
2.1.1
2.1.2
2.1.3
Rischio elevato in assenza di misure di controllo, frequenti i
clinici / asintomatici
soggetti eliminatori subclinici o asintomatici anche per tutta
la vita.
Periodo d'incubazione
Variabile, da alcuni giorni ad alcuni mesi.
Variabilità dell’agente
Specie / Tipi conosciuti
Ovi-caprini ospiti preferenziale di Brucella melitensis, possibili
anche infezioni ad opera di B. abortus. Ovini per B. ovis. In
base alle caratteristiche sierologiche e colturali vengono
riconosciute 3 biovarianti di B. melitensis, 9 di B. abortus, 5 di
B. suis. B. ovis non sembra presentare sierovarianti.
Mutazioni
Sì, possibili mutazioni che ne influenzano la patogenicità. Il
genoma di B. ovis sembra essersi ridotto durante la sua
evoluzione portando alla perdita della capacità di sintetizzare
alcune molecole (componenti cellulari, LPS ed enzimatiche)
rispetto alle altre brucelle, questo meccanismo
presumibilmente è alla base della relativamente alta
specificità d’ospite dell’agente.
Specie - specificità
Scarsa, i batteri del genere Brucella presentano preferenza
d’ospite tuttavia sono in grado di infettare numerosi altri
ospiti accidentali. B. ovis sembra presentare una certa speciespecificità, sperimentalmente è stato possibile infettare
bovini, caprini e cervi tuttavia solo in questi ultimi sono
segnalate infezioni naturali.
Conoscenza dell’interazione ospite-patogeno
Grado di conoscenza scientifica
Medio, importante modello di studio per i patogeni intracellulari, le potenzialità zoonosiche e bioterroristiche.
sulla patogenesi
Conoscenza della risposta immunitaria
Totale / parziale / nessuna
Buona, importante modello di studio per le potenzialità
conoscenza dell'immunità umorale zoonosiche e bioterroristiche degli agenti eziologici.
Totale / parziale / nessuna
Buona, importante modello di studio per le potenzialità
conoscenza dell'immunità cellulo- zoonosiche e bioterroristiche degli agenti eziologici.
mediata
Impatto socio-economico
Impatto della patologia sulle produzioni nella realtà lombarda
Perdite produttive (mortalità /
In Lombardia perdite legate alla macellazione obbligatoria
scarti)
degli animali nei casi previsti dal piano di controllo e
risanamento; al divieto di impiegare per la riproduzione vitelli
nati da vacche infette; al divieto di monta in corso di focolaio
(DR99 12/01/2011) e ad eventuali aborti in caso d’infezione.
Riduzione della qualità dei prodotti Minori. Il latte dei capi sani all’interno di un focolaio deve
essere risanato ed utilizzato da un caseificio autorizzato
(DR99 12/01/2011). Nel montone le infezioni da B. ovis
possono causare uno scadimento qualitativo del seme
(motilità, concentrazione, morfologia) anche significativo.
Minacce alla sopravvivenza
Nessuna, eventuali ripercussioni sul singolo allevamento.
dell'industria
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Pag. 4
2.2
Impatto economico del piano di controllo
2.2.1 Presenza e obbligatorietà del piano Piano obbligatorio presente in tutta la Regione (DR 99
2.2.2 Costo delle misure di monitoraggio
in atto
2.2.3 Presenza di focolai sul territorio
2.2.4
2.3
2.3.1
2.3.2
2.3.3
2.3.4
2.4
2.4.1
2.4.2
2.4.3
2.4.4
2.4.5
2.4.6
12/01/2011).
REGIONE LOMBARDIA.
Irrilevante. Al massino 4 focolai l’anno dal 2000 al 2010
(nessun focolaio nel 2010).
Tipologia e costo delle misure di
Test e macellazione dei capi infetti o sospetti infetti a seconda
controllo in atto.
dei casi.
Potenziale Impatto economico diretto (costi cumulativi inclusi)
Limitazioni e divieti alla produzione Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne,
e alla movimentazione animale
conseguenze sulla distribuzione dei prodotti si verificano
soltanto in allevamenti con sospensione o revoca della
qualifica dove Il latte dei capi infetti non può venire impiegato
per il consumo umano (distruzione o trattamento termico ed
utilizzo per consumo animale all’interno dell’allevamento). Il
latte dei capi sani viene trattato secondo normativa
(trattamento termico, apposito stoccaggio e utilizzo), divieto
di distribuzione del latte crudo e destinato al consumo umano
diretto (DR99 12/01/2011), seme ed embrioni non conformi
alle leggi nazionali ed alle direttive comunitarie (92/65/CEE,
successive modifiche e integrazioni).
Potenziale costo economico
Perdite legate alla macellazione obbligatoria degli animali nei
casi previsti dal piano di controllo e risanamento; al vincolo
sanitario del latte; al divieto di monta in corso di focolaio
(DR99 12/01/2011) e ad eventuali aborti, calo della
produzione lattea e scadimento del seme in caso d’infezione.
Percentualmente sovrapponibile a quello bovino.
Possibili mezzi di controllo
Ricorso a test-and-cull , eliminazione degli animali sospetti o
stamping out qualora la situazione epidemiologica lo richieda
(vaccinazione e terapia medica /
(DR99 12/01/2011).
Test-and-cull / Stamping out)
Costi degli eventuali interventi
REGIONE LOMBARDIA.
richiesti (monitoraggio e controllo)
Potenziale Impatto economico indiretto (sociale, commerciale)
Conseguenze sulla distribuzione dei Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne,
prodotti
conseguenze sulla distribuzione dei prodotti si verificano
soltanto in allevamenti dove la qualifica è stata revocata o
sospesa (DR 99 12/01/2011).
Riduzione del prezzo di mercato
Attualmente non segnalata.
Divieto di distribuzione a livello
No, divieto limitato agli allevamenti presenti in un eventuale
focolaio.
nazionale
Costi dei trattamenti e del controllo Costi legati al trattamento farmacologico, l’ospedalizzazione
della patologia negli esseri umani del paziente anche per lunghi periodi, alla retribuzione del
personale medico-sanitario ed eventuali invalidità
permanenti. in Italia onerosi sul singolo paziente (nelle forme
gravi) mentre sul totale i costi si sono fortemente ridotti
grazie alla riduzione dell’incidenza della malattia nell’uomo
passata da 632 casi nel 2005 a 23 casi nel 2009.
Riduzioni del turismo e della
Numericamente non stimate, allo stato attuale
biodiversità
probabilmente scarse.
Restrizioni sul sistema produttivo
Impossibile allo stato attuale.
Scheda brucellosi ovi-caprina
Pag. 5
3
3.1
3.1.1 Se presente ambito territoriale
interessato
3.2
3.2.1
3.2.2
3.2.3
3.2.4
3.2.5
Impatto sulla salute pubblica
Presente in normativa
Internazionale.
Potenziale zoonosico
Possibilità di trasmissione agli
Sì (compresi i ceppi vaccinali), con differenze tra le diverse
esseri umani
specie e biovarianti. B. ovis non sembra essere in grado
d’indurre malattia nell’uomo.
Frequenza di trasmissione agli
Significativamente correlata alla diffusione dell’infezione negli
esseri umani
animali, bassa nelle aree dove è in atto un piano di controllo
efficace della malattia.
Nel 2008 l’ECDC ha riportato 735 casi umani confermati in
Europa principalmente (87,5%) in Spagna, Grecia, Portogallo e
Italia rispetto ai 639 dell’anno precedente ed ai 952 del 2006.
In Italia 163 casi umani nel 2008, dato quasi sovrapponibile
all’anno precedente (179 casi) ma nettamente inferiore al
2006 (456 casi). L’EFSA nel 2009 ha riportato 23 casi umani
nel nostro Paese.
Modalità di trasmissione agli esseri Diretta ed in indiretta. L’infezione nell’uomo avviene
umani (diretto, indiretto, vettori,
generalmente attraverso l’ingestione di alimenti contaminati
alimenti, aerogena)
o tramite il contatto con materiale abortivo infetto (mucose
integre o soluzioni di continuo della cute). L’infezione tramite
aerosol è possibile nei laboratori ed eventualmente nei
macelli.
L’inoculo accidentale di vaccini B. melitensis Rev. 1, B. aborus
S19 o RB51 (meno patogeno per l’uomo) può causare la
malattia, l’efficacia del trattamento antibiotico in questi casi
non è ancora stata adeguatamente stabilita.
Barriere di specie
Medie / basse, la capacità di causare malattia negli esseri
umani varia in base a specie e siero varianti. B. melitensis è
considerata la specie più patogena per l’uomo; seguita dalle
biovarianti 1,2 e 4 di B. abortus e da B. suis, meno frequenti le
infezioni con altre biovarianti.
Fattori di patogenicità
Fattori “non convenzionali” che differiscono da quelli della
maggior parte dei batteri patogeni (tossine, capsule, fimbrie,
flagelli, plasmidi, faghi) permettendo alle brucelle di invadere
l’ospite, sopravvivere all’interno delle sue cellule e
raggiungere il sito di replicazione dove possono permanere
anche anni.
Tra i principali:
− Lipopolisaccaride (LPS) fattore di patogenicità
fondamentale, scarsamente immunogeno non induce
l’attivazione del complemento (via alternativa). La
catena O in particolare sembra inibisca l’apoptosi
cellulare con conseguente arresto della risposta
immunitaria.
− Fosfatidilcolina, fosfolipide di membrana tipico delle
cellule eucariotiche sintetizzabile solo da una
relativamente ristretta percentuale di specie
batteriche, sembra sia uno dei fattori chiave in grado
di ridurre l’immunogenicità delle brucelle e favorirne
la persistenza nelle cellule dell’ospite.
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Pag. 6
− BvrR/BvrS,
3.2.6 Eventuale sottostima dei casi
umani
3.3
3.3.1 Probabilità di contagio
3.4
3.4.1 Probabilità di trasmissione tra
esseri umani
sistema regolatore che permette
l’invasione di cellule diverse dai fagociti. Regola la
sopravvivenza intracellulare e l’espressione di altre
proteine di membrana che nel complesso
impediscono la fusione fago-lisosoma.
− β-1,2-cicloglucano sintetasi, enzimi che permettano la
sintesi di elementi fondamentali per la sopravvivenza
e la replicazione intracellulare.
− Operone VirB, codifica per il sistema secretorio di IV
tipo anch’esso fondamentale per la per la
sopravvivenza e la replicazione intracellulare (nei
fagociti e non) con meccanismi non sempre chiariti.
Probabile. Frequenti casi umani autolimitanti con
sintomatologia simil-influenzale o del tutto asintomatici. Il
periodo d’incubazione varia mediamente da 5 giorni a 3 mesi.
Probabilità di contagio
Bassa. 0,27 casi ogni 100.000 abitanti nel 2008 in Italia, con
una netta diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Nelle aree endemiche può superare i 200 casi ogni 100.000
abitanti
Trasmissibilità tra esseri umani
Bassa.
3.4.2 Modalità di trasmissione tra esseri
Principalmente diretta, rara trasmissione verticale. Sono state
umani (diretta / indiretta)
descritte infezioni attraverso l’emotrasfusione, la donazione
di midollo osseo o per via venerea. I neonati possono venire
contagiati all’atto della nascita da sangue, secreti ed escreti
infetti della madre o, subito successivamente, attraverso
l’allattamento.
3.5
Impatto sulla salute umana
3.5.1 Gravità della sintomatologia clinica Estremamente variabile. Numerose forme asintomatiche o
dei soggetti colpiti
autolimitanti con sintomatologia lieve, possibili forme gravi
e/o cronicizzazione della malattia. Le forme cliniche più
frequenti si presentano con febbre, malessere, cefalea,
mialgia e dolori generalizzati. Talvolta splenomegalia,
epatomegalia, sintomatologia respiratoria o gastroenterica.
Raro il coinvolgimento di altri organi. Controverse le capacità
abortigene di Brucella spp. nella donna. Generalmente si ha
remissione spontanea in 2-4 settimane altrimenti sviluppo di
una forma ondulante (febbre intermittente e sintomi
persistenti) che può impiegare anche 12 mesi a risolversi
oppure cronicizzarsi del tutto.
Possibili recidive (5-10%) dopo mesi anche nei soggetti che
hanno risposto bene al trattamento.
Nelle forme croniche sono possibili gravi complicazioni, con
conseguenze anche letali, causate da artriti; meningoencefaliti; endocarditi; lesioni oculari, ai nervi periferici e/o
agli organi genitali.
Nelle infezioni congenite la sintomatologia può variare da
moderata a molto grave.
Scheda brucellosi ovi-caprina
Pag. 7
3.5.2 Durata della sintomatologia e
dell'eventuale interruzione
dell'attività lavorativa
3.5.3 Danni permanenti
3.5.4 Mortalità
3.6
3.6.1 Probabilità d'infezione /
tossinfezione / intossicazione
attraverso gli alimenti
3.6.2 Dosi necessarie per causare
infezione / tossinfezione /
intossicazione
3.6.3 Precauzioni richieste
Scheda brucellosi ovi-caprina
Da alcuni giorni a molti mesi (mediamente 2-4 settimane) a
seconda della gravità dei sintomi e della localizzazione delle
lesioni, con eventuale ospedalizzazione dei soggetti anche per
lunghi periodi.
Possibili nei casi più gravi.
Rara con l’opportuna terapia. Dal 2 al 5% nei casi non trattati
(endocarditi o meningiti).
Impatto sulla sicurezza alimentare
Variabile a seconda delle abitudini alimentari e della presenza
della malattia. Il Quadro di Contesto Regionale della Sanità
Pubblica veterinaria riporta 11 casi di origine alimentare in
Lombardia nel 2006, 2007, 2008 e 8 casi nel 2009.
Le principali fonti d’infezione sono il latte crudo ed i suoi
derivati (possibile concentrazione delle UFC a seconda dei
metodi di lavorazione). In alcuni formaggi a pasta molle,
burro e gelati preparati con latte contaminato Brucella spp.
può sopravvivere anche per mesi. I formaggi a pasta dura ed
in generale i derivati del latte che sono andati in contro a
fermentazioni lattica o butirrica presentano minori rischi
(inattivazione degli agenti già a pH 4, molto rapida sotto pH
3,5).
La carne ed i prodotti carnei possono essere fonte di malattia
qualora venissero consumati crudi o poco cotti. Nei muscoli
generalmente sono presenti basse concentrazioni degli agenti
a differenza di fegato, rene, milza e testicoli dove la quantità
di brucelle presenti può risultare sensibilmente elevata.
Il consumo di vegetali crudi contaminati da animali infetti può
presentare alcuni rischi.
Sono particolarmente esposti all’infezione di origine
alimentare i soggetti che presentano una scarsa secrezione
degli acidi gastrici (patologica o per terapia con antiacidi), gli
immunodepressi e, in generale, coloro i quali consumano
frequentemente alimenti crudi a rischio.
Numericamente non stimate, presumibilmente relativamente
alte nei soggetti sani.
Attualmente la Lombardia è ufficialmente indenne.
Precauzioni richieste solo in caso di sospensione o ritiro della
qualifica. Il latte dei capi infette non può venire impiegato per
il consumo umano (distruzione o trattamento termico ed
utilizzato per nutrire animali all’interno dell’allevamento). Il
latte dei capi sani viene trattato secondo normativa (apposito
stoccaggio, risanamento ed impiego nei caseifici autorizzati).
La vendita del latte crudo destinato al consumo umano
diretto è sospesa. (DR 99 12/01/2011). Sequestro e
distruzione di tutti i prodotti derivati dal latte a rischio.
Pag. 8
3.7
Potenziale bioterroristico
Medio / alto. Gli agenti della malattia presentano un
sull'uomo
potenziale uso bioterroristico; rientrano nella categoria B del
CDC data la relativa stabilità e le basse dosi infettanti
dell’infezione per via aerogena (10-100 UFC). Qualora fossero
impiegato a fini terroristici l’impatto sanitario, economico e
mediatico potrebbe risultare rilevante, nonostante la bassa
mortalità, per l’elevato numero di soggetti debilitati, la lunga
durata del trattamento, il rischio di recidive e la mancanza di
un vaccino specifico per l’uomo.
Reperibilità dell'agente
Ricavabile da fonti naturali in numerose parti del mondo.
L’impiego di Brucella spp. come arma biologica venne già
studiato durante la seconda guerra mondiale da USA,
Germania e Giappone; ceppi multi-antibioticoresistenti
presenti negli arsenali USA fino alla fine degli anni ’60 e
presumibilmente in quelli dell’URSS fino alla sua dissoluzione.
Facilità d’impiego e conservazione Media / bassa. Per sintetizzare un quantitativo di patogeno
dell'agente (laboratori / personale sufficiente a causare un impatto socio-economico elevato
sono necessari i mezzi tecnici ed economici di uno Stato.
specializzato / singoli individui)
Impatto sugli scambi commerciali
Impatto scambi regionali legato alle normative vigenti
Blocco / limitazione al commercio Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non
(singolo animale, mandria, area
vi sono limitazioni al commercio tra allevamenti ufficialmente
delimitata, totale)
indenni. Limitazioni seconda normativa solo in caso di
sospensione o revoca della qualifica (DR99 12/01/2011).
Lista di prodotti vietati
Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non
vi sono prodotti vietati. Divieto per latte crudo al consumo
umano diretto in caso di sospensione o revoca della qualifica
(DR99 12/01/2011), seme ed embrioni non conformi alle leggi
nazionali ed alle direttive comunitarie (92/65/CEE, successive
modifiche e integrazioni).
Perdita di indennità
Possibili sospensione o ritiro dell’indennità con apertura di un
focolaio (DR99 12/01/2011).
Difficoltà e tempistica del recupero Sospensione − Difficoltà medio / bassa. Tempistiche variabili a
di eventuali indennità perse
seconda dei casi:
− Almeno 6 settimane (sierologico negativo su tutti i
capi > 6 mesi) dopo l’abbattimento dei capi sospetti.
− Almeno 30 giorni (sierologia negativa su tutti i capi >
6 mesi) dopo test sui capi introdotti in caso di
violazione delle norme sulla movimentazione.
Ritiro − Difficoltà medio / bassa. Tempi lunghi:
− Almeno 3 mesi e 6 settimane dopo l’abbattimento dei
capi infetti (secondo sierologico negativo su tutti i
capi > 6 mesi).
Impatto scambi nazionali / comunitari legato alle normative vigenti
Blocco / limitazione al commercio Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non
(singolo animale, mandria, area
vi sono limitazioni al commercio da allevamenti ufficialmente
delimitata, totale)
indenni siti nella regione verso Stati membri. Limitazioni al
commercio seconda normativa in caso di sospensione o
revoca della qualifica (64/432/EEC, 91/68/CEE, successive
modifiche e integrazioni).
3.7.1 Potenziale dannoso dell'agente
3.7.2
3.7.3
4
4.1
4.1.1
4.1.2
4.1.3
4.1.4
4.2
4.2.1
Scheda brucellosi ovi-caprina
Pag. 9
4.2.2 Lista di prodotti vietati
4.2.3
4.3
4.3.1
4.3.2
4.3.3
4.3.5
4.4
4.4.1
5
5.1
5.1.1
5.2
5.2.1
5.3
5.3.1
5.3.2
5.4
5.4.1
Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non
vi sono prodotti vietati. In caso di revoca della qualifica seme
ed embrioni non conformi alle leggi nazionali ed alle direttive
comunitarie (92/65/CEE, successive modifiche e integrazioni).
Perdita di indennità
Attualmente l’Italia non risulta ufficialmente indenne.
Impatto scambi internazionali legato alle normative vigenti
Blocco / limitazione al commercio Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non
(singolo animale, mandria, area
vi sono limitazioni al commercio da allevamenti ufficialmente
delimitata, totale)
indenni siti nella regione verso Stati aderenti all’OIE.
Limitazioni al commercio del singolo allevamento in caso di
sospensione o revoca della qualifica seconda normativa
(Terrestrial Code OIE cap. 14.1 e 14.7).
Lista di prodotti vietati
Attualmente la Lombardia risulta ufficialmente indenne, non
vi sono prodotti vietati. In caso di revoca della qualifica carne,
latte, seme ed embrioni non conformi alla normativa
(Terrestrial Code OIE cap. 14.1 e 14.7).
Perdita di indennità
Attualmente l’Italia non risulta ufficialmente indenne.
Paesi con legislazioni
Non applicabile (legislazione già particolarmente restrittiva).
particolarmente restrittive
Possibilità di creare aree di controllo
Estensione dell'area
Possibile già a livello di singolo allevamento (DR 99
12/01/2011).
Benessere animale
Impatto sul benessere animale (durata)
Presenza e durata dei danni al
Rare forme cliniche croniche, principalmente asintomatica
benessere animale
nell’adulto (escluso l’aborto) in particolare nelle aree dov’è in
atto un piano di controllo efficace.
Frequenza di animali sofferenti/feriti/stressati a causa della patologia
Se presenti indicare la percentuale Generalmente percentuale di forme cliniche molto bassa; nel
caso di ingresso della malattia in popolazioni sensibili in
assenza di mezzi di controllo possibili ondate di aborti. In
assenza di controllo B. ovis può causare lesioni palpabili
all’epididimo nel 30-50% degli infetti.
Mortalità molto rara (soprattutto neonati disvitali).
Severità / reversibilità della malattia
Gravità clinica / reversibilità della In assenza di un sistema di sorveglianza rare forme cliniche
malattia
croniche gravi con possibili danni irreversibili. Principalmente
infezioni genitali eventualmente accompagnate da artriti ed
igromi (frequenti nelle aree tropicali endemiche).
Interventi terapeutici e loro
Sugli ovi-caprini infetti non è permesso alcun intervento o
manualità terapeutica, macellazione obbligatoria (DR97
efficacia
12/01/2011).
Impatto sulle Libertà Animali
Libertà animali impedite
Eventuale impedimento della Libertà:
− Dal dolore, dalle lesioni, dalle malattie.
− Di esprimere un comportamento normale (infezioni
genitali).
Scheda brucellosi ovi-caprina
Pag. 10
6
6.1
6.1.1
6.1.2
6.1.3
6.1.4
6.1.5
Strumenti di controllo
Adeguatezza degli strumenti per la diagnosi
Kit validati disponibili in Italia
Strumenti di controllo regolati per legge.
Normative che regolano la
Controlli periodici, sulle movimentazioni ed in caso di focolaio
legati al piano di controllo e sorveglianza (DR 99 12/01/2011):
diagnostica
− Obbligo di denuncia degli aborti sospetti.
− FdC sul sangue di tutti gli animali di età >24 mesi.
− ELISA semestrale sul latte di massa.
Diagnostica in caso di sospetto focolaio (DR 99 12/01/2011):
− Accertamenti sierologici su tutti i capi con modalità e
tempistiche a norma di legge (anche siero
agglutinazione nel caso di ELISA positivi).
− Eventuali FdC e SAT su tutti i capi o quelli sopetti a
seconda dei casi.
− Isolamento dell’agente eziologico (Brucella abortus e
B. melitensis).
− Controllo sierologico su tutti i cani presenti in
allevamento.
Metodologie diagnostiche descritte MANUALE OPERATIVO OIE (Cap. 2.4.3, 2.7.2 e 2.7.9)
da enti internazionali (OIE, UE)
a) IDENTIFICAZIONE AGENTE
− Esame microscopico (esame presuntivo, scarsa
sensibilità su latte e derivati, scarsa specificità per
analogie morfologiche con Coxiella burnetii e
Clamydophila abortus).
− Esame batteriologico.
− Biologia molecolare (PCR, RFLP e Southern blotting).
b) TEST SIEROLOGICI
− Buffered antigen test (Rosa Bengala e Buffered plate
agglutination test positivi anche nel caso di
vaccinazione, rari i falsi negativi).
− Fissazione del complemento (test prescritto per B.
melitensis e B. ovis, manca di uno standard
internazionale).
− AGID (per B. ovis).
− ELISA (indiretto o competitivo. Per B. ovis possibile
miglioramento sensibilità in combinazione con AGID,
percentuale di falsi positivi per cross-reattività con
Dichelobacter nodosus sconosciuta).
− Fluorescenza polarizzata (specificità e sensibilità simili
a ELISA competitiva, cause di falsa positività non del
tutto chiarite).
c) ALTRI TEST
− Skin test (risultati discordanti).
− Immunodiffusione radiale con aptene nativo.
Possibilità / Obbligo di effettuare
Nessuna.
test DIVA (vaccini marker)
Giudizio complessivo
Gli strumenti di controllo sono regolati per legge e ritenuti
dell’adeguatezza degli strumenti di adeguati per il controllo della malattia a livello di
controllo
allevamento.
Scheda brucellosi ovi-caprina
Pag. 11
6.2
Adeguatezza degli strumenti per la prevenzione
6.2.1 Ostacoli / incentivi alla prevenzione Incentivi – Piano di controllo ed eradicazione.
6.2.2
6.2.3
6.2.4
6.2.5
6.2.6
6.3
6.3.1
6.3.2
Ostacoli – Controllo nella fauna selvatica serbatoio (nelle aree
dove presente), introduzione fraudolenta di animali infetti
provenienti da regioni non indenni, maggiore difficoltà di
sorveglianza nell’allevamento ovi-caprino rispetto a quello
bovino.
Possibili mezzi di prevenzione e loro Rispetto rigoroso delle norme relative alla movimentazione
efficacia
degli animali; biosicurezza con particolare attenzione al
materiale abortivo; evitare il contatto diretto ed indiretto tra
animali domestici sensibili e fauna selvatica serbatoio;
sorveglianza epidemiologica.
Disponibilità di vaccini commerciali Vietato l’impiego di vaccini in corso di piano di controllo e
a livello Europeo / Internazionale
sorveglianza.
A livello internazionale disponibili 3 MLV: B. melitensis Rev. 1,
B. abortus S19 e RB51.
Disponibilità di vaccini marker a
Nessuna.
livello Europeo / Internazionale
Efficacia della vaccinazione
Controproducente in corso di piano di controllo e
sorveglianza per difficoltà nella distinzione tra animali
vaccinati ed infetti. Talvolta causa di infezioni persistenti negli
animali e rischio d’infezione accidentale per l’uomo.
− B. melitensis Rev. 1, immunità buona e duratura per
B. melitensis e B. ovis. Sembra che la
somministrazione
congiuntivale
dia
minori
interferenze diagnostiche.
− B. abortus RB51, nessuna efficacia sui piccoli
ruminanti.
Normative che regolano gli
Nessuno ovi-caprino vaccinato deve essere presente in
interventi vaccinali
allevamento ai fini dell’ottenimento della qualifica di
ufficialmente, eccezion fatta capi vaccinati da almeno 2 anni
(DR 99 12/01/2011).
Adeguatezza degli strumenti per il controllo
Ostacoli / incentivi al controllo
Incentivi – Piano di controllo ed eradicazione con rapporto
costi/benefici generalmente favorevole.
Ostacoli – Controllo nella fauna selvatica serbatoio (nelle aree
dove presente), introduzione fraudolenta di animali infetti
provenienti da regioni non indenni, maggiore difficoltà di
sorveglianza nell’allevamento ovi-caprino rispetto a quello
bovino.
Possibili mezzi di controllo e loro
Vaccinazione di massa (benefici sulla salute umana nei Paesi
efficacia
in via sviluppo dove la malattia è endemica); Test-and-Cull
(bassa efficacia se impiegato da solo); rigoroso piano di
eradicazione con adeguato sistema di sorveglianza ed
estinzione di eventuali focolai (efficace, possibile ottenimento
dell’indennità). Da valutare il ruolo del controllo nei selvatici.
In termini economici la scelta dell’eradicazione rispetto al
solo controllo si rivela generalmente vantaggiosa sul lungo
periodo, tale scelta tuttavia necessita di investimenti iniziali
onerosi ed un elevato grado di organizzazione del sistema
sanitario possibili nei Paesi industrializzati ma difficilmente
realizzabili nei Paesi in via di sviluppo.
Scheda brucellosi ovi-caprina
Pag. 12
6.3.3 Normative che regolano i mezzi di
Piano di controllo e sorveglianza obbligatorio per tutti gli
controllo
allevamenti ovi-caprini presenti nel territorio della Regione
Lombardia (DR99 12/01/2011).
6.4
Adeguatezza degli strumenti per la terapia
6.4.1 Sistemi terapeutici in uso (cura e
Controproducenti in corso di piano di controllo.
prevenzione)
Nell’uomo e negli animali d’affezione la terapia farmacologica
è possibile tuttavia richiede tempi prolungati, è
economicamente onerosa e non sempre efficace. Possibili
recidive, dopo mesi, anche nei casi trattati apparentemente
con successo.
6.4.2 Normative che regolano la terapia Sugli ovi-caprini infetti non è permesso alcun intervento o
medica
manualità terapeutica (DR99 12/01/2011).
6.4.3 Eventuali residui / tempi di
Non applicabile.
sospensione
Scheda brucellosi ovi-caprina
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