K a

Transcript

K a
POLITECNICO DI MILANO
DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA STRUTTURALE
Dottorato di ricerca in Ingegneria Strutturale,Sismica e
Geotecnica - XIX Ciclo
Corso di
Meccanica della frattura
Prof. Victor E. Saouma
MODELLI COESIVI PER FRATTURE
QUASI FRAGILI LUNGO INTERFACCE E GIUNTI
Relazione finale
29 Luglio, 2004
Dottorando: Francesco Paolo Lamacchia
CONSECUTIO TEMPORUM
1. Le origini del concetto di fessura discreta (o coesiva)
2. Modelli di interfaccia
3. Modelli coesivi sotto carichi ciclici
4. La frattura idraulica
Zona plastica alla estremità della fessura
Il modello di Irwin
1 K I2
rp =
, a p = 2rp
2
2π σ p
σp =
rp
∫
0
KI
2π rp
KI
dr = 2σ p rp
2π r
N
σ y ( r ,ϑ =0)
σy
A1 A3
A1+A2+C=A3+B+C
A1=A3
A1=A2
A2 A4
rp
rp
ap
B
C
r
Le origini del concetto di fessura discreta
Il modello di Dugdale (1960) & Barenblatt (1962)
σ
K I (σ ) + K I (σ p ) = 0
π K I2
ap =
8 σ 2p
σp
σp
σp
σp
σ
ap
2a
ap
- la fessura effettiva è aperta dalla
distribuzione delle tensioni che produce la
K=Kff
- sulla distanza ap, la fessura effettiva è
chiusa dalle tensione locale σyield che
produce una (negativa) K= - Kap
- Posto Kff = - Kap il campo singolare
sparisce
Modello di fessura fittizia
Modello di Hillerborg et al. (1976)
Relazione di softening delle tensioni
in una zona di processo piana
Tensioni coesive
wc
Macrofrattura libera
da tensioni
ft
Zona di processo
o danneggiamento
Direzione di propagazione
della frattura
From LEFM to NLFM
K-field
plastic
zone
h
apc
far field
a
NLFM
LEFM
Ductile fracture
apc Quasi-brittle fracture
softening
hardening
b-a
apc
1 K IC2
π σ p2
⎧a
⎪
<< ⎨b − a
⎪h
⎩
Modello di fessura diffusa
“Smeared crack model”
• Comportamento softening incorporato nella legge
costitutiva
• Implementazione più facile nello standard FEM
• proprietà meccaniche dell’elemento finito
modificate lungo
ε
il percorso della fessura
• la zona della frattura è considerata come una
degradazione del materiale nel dominio ad elementi finiti
LIMITI
• non riproduce direttamente i campi di spostamento
(apertura o chiusura) della frattura
• difficoltà ad introdurre le pressioni di interfaccia
Modello di fessura discreta
“Cohesive crack model”
• rappresentazione realistica di una discontinuità
fisica
• le pressioni all’interfaccia possono essere
modellate facilmente come carichi esterni lungo la
superficie di frattura
• mesh ad elementi finiti opportunamente
modificata
LIMITI
• l’elevato costo computazionale difficoltà ad
introdurre le pressioni di interfaccia
• difficoltà di estensione da modelli 2D a 3D
CONSECUTIO TEMPORUM
1. Le origini del concetto di fessura discreta (o coesiva)
2. Modelli di interfaccia
3. Modelli coesivi sotto carichi ciclici
4. La frattura idraulica
Modello di Interfaccia
•
CONCETTI DELLA TEORIA DELLA PLASTICITA’
•
LEGAMI TRA LE TRAZIONI ALL’INTERFACCIA E SPOSTAMENTI
RELATIVI DEI LEMBI STESSI
K = matrice delle costanti elastiche di interfaccia
Il Modello di Lofti – Shing (1994)
Strutture in muratura non rinforzate (con giunti di malta)
Superficie di snervamento iperbolica atre parametri :
ϕ ( p, q ) = pt2 − [tan φ( pn − s)]2 + 2r ( pn − s) = 0
pt
1
q = [s r tanφ]T
tanφ
Vettore delle variabili interne che governa l’evoluzione di ϕ
asintoto
c0
VARIABILI INTERNE
s0
Superficie di snervamento
finale: ϕ(p,qr) = 0
pn
s = resistenza a trazione
c = coesione
Φ = pendenza dell’asintoto dell’iperbole
Superficie di snervamento
iniziale: ϕ(p,q0) = 0
PARAMETRI DI SOFTENING
L1 , L2 , L3
NO DANNEGGIAMENTO
Il Modello di Carol et al. 1997
• Giunti iniettati di dighe ad arco (analisi dinamica)
• Interfaccia pasta cementizia – aggregati ( microscala)
• Giunti di malta in murature
• Interfacce di materiali compositi fibro-rinforzati
• Comportamento del legame tra barre di armatura e
calcestruzzo nel cemento armato
• Fessure discrete nell’analisi fessurativa di dighe a gravità in
calcestruzzo
Il Modello di Carol et al. 1997
Evoluzione della superficie di frattura
pt
pt
Superficie di frattura iperbolica :
superficie di frattura
ϕ(pn,pt) = 0
c
0
1
0
pndil
ϕ = pt2 − (c − pn tan φ) 2 + (c − χ tan φ) 2 = 0
1
φ
χ
pn
superficie potenziale
ϕ(pn,pt) = cost
2
pn
Variabli del modello
χ , c , tanΦ
PARAMETRO DI SOFTENING
LCR = lavoro speso nel processo di frattura
DILATANZA
pndil
NO DANNEGGIAMENTO
α dil
p
α dil
c
sforzo normale per cui si annulla la dilatanza
CONSECUTIO TEMPORUM
1. Le origini del concetto di fessura discreta (o coesiva)
2. Modelli di interfaccia
3. Modelli coesivi sotto carichi ciclici
4. La frattura idraulica
Il Modello di Plesha (1987)
• Macrostruttura
Pn
Relazioni incrementali generali applicabili
ai problemi di contatto-attrito
Pt
Pt
• Microstruttura
Legge di attrito di Coulomb
pt ≤ − µ pn
Modello sinusoidale
αk =
πh
2 Lk
sin
π⎛
wt ⎞
1
+
⎜
⎟
Lk ⎠
2⎝
α k = (α k )0 exp( − cLtp )
Idealizzazione di una superficie di discontinuità
CONSECUTIO TEMPORUM
1. Le origini del concetto di fessura discreta (o coesiva)
2. Modelli di interfaccia
3. Modelli coesivi sotto carichi ciclici
4. La frattura idraulica
Campo di applicazione
ƒ Comportamento idraulico e meccanico di
giunti di roccia o di calcestruzzo
• Industria petrolifera
• depositi di rifiuti chimici e nucleari in
formazioni geologiche profonde
• infiltrazioni e dispersioni d’acqua in grandi
serbatoi (interfaccia roccia-fondazione di una
diga)
Un nuovo strumento sperimentale
Vista tridimensionale
Sezione lungo l’asse Y
OBIETTIVI
•
Conoscere la nuova strumentazione
•
Studiare l’influenza della storia del carico meccanico sulla
conduttività idraulica del giunto
- Macroscala
Capire l’influenza dello spostamento normale relativo sulla
trasmissività globale idraulica del giunto
- Microscala
Studiare la morfologia delle pareti che costituiscono il giunto,
rivelando molti aspetti dell’evoluzione della mappa dei vuoti
e spiegando il carattere direzionale del flusso in un giunto
sottoposto a taglio.
Descrizione della macchina
Sezione lungo l’asse Y
3
1
2
Raggio laser Bullier
1. Parte meccanica
2. Sistema di misura della conduttività idraulica
3. Strumento laser per la misura della mappa dei vuoti
Derivazione dei parametri macro-idraulici
Modellazione del giunto dal punto di vista idraulico
Ipotesi:
Non si considera la permeabilità della matrice rocciosa
Legge di Darcy
(per un flusso laminare)
Posto
K = tensore di permeabilità
intrinseco
Configurazione assunta del flusso idraulico
dentro un giunto anisotropo sottile
Flusso totale radiale attraverso il giunto
T= tensore di trasmissività intrinseco
Giunto cilindrico omogeneo e isotropo
(ri , re)
Pressione media del flusso
Derivazione dei parametri macro-idraulici
Approssimazioni
Giunto cilindrico omogeneo e isotropo
1
A C = AM
Sopravvalutazione
di QM , TM
2
Ac= Am
Sottovvalutazione di
Qm , Tm
3
AC= _A
Valutazione media di
Q_ , T_
1
2
3
Giunto reale
Test idro-meccanico di pura
compressione
1
Isteresi fra
carico e scarico
3
2
3
[u] in funzione di σn
2
T (trasmissività intrinseca) in
funzione di σn
3
T (trasmissività intrinseca) in
funzione di [u]
Test idro-meccanico di taglio sotto
tensione normale costante
[u] funz. di [w]
[u] funz. di [w]
T funz. di [w]
τ = tensione di taglio
[u] = spostamento normale
relativo
[w] = spostamento
tangenziale relativo
_T = trasmissività intrinseca
media
test
τ max di
picco
Fit dopo τ
max
[w]=1
τ funz. di [w]
T funz. di [u]
Caratterizzazione della mappa dei vuoti
Analisi statistica
All’inizio di un test di carico i due pins
sono in queste posizioni:
Con il danneggiamento
Senza danneggiamento
Analisi statistica I
(primo passo - geometrico)
Senza compressione elastica delle asperità
Senza danneggiamento
Con danneggiamento
Analisi statistica I
(secondo passo – geometrico e meccanico)
Con compressione elastica delle asperità
Senza danneggiamento
Con danneggiamento
Scontact/Sjoint
3.5 %
24%
Prima del taglio
Alla fine dello spostamento
tangenziale relativo
2%
18%
Analisi statistica II
Valutazione di :
emin
Direzionalità del flusso
emean
Valore della portata
Valore dei vuoti minimo e medio in direzione radiale intorno al foro di iniezione
Analisi statistica II
Variazione della direzionalità del flusso con
lo spostamento tangenziale relativo
•
H1: il flusso direzione locale è lineare a tratti
in funzione dell’orientazione (θ)
•
H2: il flusso direzionale è trascurabile a
ciascun angolo esterno del giunto (provato da
una simulazione ad elementi finiti usando la
legge di
Darcy).
•
H3: il flusso direzionale locale è massimo
vicino la metà di ciascun lato esterno del
giunto (provato da una simulazione ad
elementi finiti usando la legge di
Darcy).
•
H4: il flusso direzionale locale dovrebbe
esibire continuità verso l’orientazione a
ciascun settore al contorno.
[w]=10 mm
Portata raccolta in ciascuno dei 5 settori intorno al giunto
Distribuzione direzionale del flusso
Q(θ) e R (θ)
Q(θ)= f(Q1, ,Q2, ,Q3, ,Q4, ,Q5)
Conclusioni e prospettive
CONCLUSIONI
•
•
•
I percorsi di flusso reale non sono esattamente radiali
esistono
direzioni di flusso ignorate dall’analisi.
Alla scala del nostro campione non si può parlare di flusso anisotropo ma di
flusso direzionale.
Lo studio delle aperture radiali intorno il foro di iniezione permette di mostrare
la direzionalità idraulica e predirre la direzione di flusso.
PROSPETTIVE
•
Un modello idraulico deve essere associato ad un modello meccanico per
avere la sua completa efficienza in un modello coesivo.
•
Abbandonare l’utilizzo di fattori corretivi che permettono l’accoppiamento fra
aspetti meccanici ed idraulici delle fratture.
Determinare l’influenza dell direzione di taglio sulla direzionalità idraulica.
Creare un modello che leghi direttamente gli spostamenti normali relativi e la
variazione nella distribuzione delle aperture idrauliche.
•
•