Le innovazioni del IX secolo

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Le innovazioni del IX secolo
Le innovazioni del IX secolo
Il ne varietur imposto dalla chiesa nel secolo IX portò alla nascita di
forme alternative. Molte di esse non sono altro che semplici
aggiunte ai testi preesistenti.
Fra le novità del secolo IX abbiamo:
Tropi
Sequenze
Drammi liturgici
I tropi sono normalmente ampliamenti di un brano liturgico già dato. Tali
arricchimenti possono essere di tre tipi:
a) ci sono tropi puramente musicali: si tratta di vocalizzi aggiunti a delle
melodie tradizionali;
b) ci sono poi tropi costituiti da nuovi testi aggiunti a un melisma di un canto
preesistente
c) un terzo tipo di tropatura consiste nell'inserire in un brano preesistente un
nuovo testo con una nuova musica. Un esempio di questo tipo è costituito
dai tropi d'introduzione che sono cantati a mo’ di premessa ai brani liturgici,
oppure dai tropi di conclusione che costituiscono un nuovo finale. Ci sono
però anche i tropi intercalari sono che s’inseriscono tra gli incisi o le strofe
del canto liturgico tradizionale.
Esempio tropo del secondo tipo
Canto gregoriano originale
Canto gregoriano tropato (aggiunta di un testo)
Audio (tropo)
Sequenze: in una prima fase la Sequenza non è altro che l’aggiunta di testi allo
Jubilus alleluiatico (si tratta, in sostanza, di un tropo specifico per l’Alleluja, ne
parla il monaco Nokter Balbulus).
In un secondo tempo, però, la pratica delle aggiunte portò a una composizione
originale, autonoma che prevede due strofe isolate all’inizio e alla fine, mentre
all’interno le strofe sono appaiate e cantate con una melodia che si ripete in ogni
coppia (a bb cc dd ... z).
Audio
Dramma liturgico
Il Dramma liturgico può essere definito come la più antica forma di teatro
musicale.
Nacque nel IX secolo dalla pratica dei tropi d’inquadramento, ossia dalla
consuetudine di anteporre all’Ufficio vero e proprio, dei brevi brani con lo
scopo di “inquadrare”, ossia spiegare ai fedeli il significato della liturgia che di
lì a poco si sarebbe celebrata.
Per questo motivo i primi tropi d’inquadramento riguardarono le celebrazioni
più importanti dell’anno liturgico (Pasqua e Natale su tutte).
Il testo gregoriano che subì le prime interpolazioni – da parte dei musici di S.
Gallo – fu quello dell'Introito della Messa di Natale. Tuttavia, in questa fase le
aggiunte al testo – una domanda Quis est iste puer...? (Chi è questo
bambino...?) cui segue una lunga, circostanziata risposta – portarono soltanto
a un dialogo che si svolgeva tra due parti del coro.
La vera e rivoluzionaria novità si ebbe a
proposito dell'Ufficio notturno della Pasqua.
Il testo romano narrava la visita delle Marie al
sepolcro e l'annuncio, dato dall'angelo,
dell'avvenuta resurrezione.
Fu naturale far seguire alla domanda
dell'angelo Quem quaeritis? (Chi cercate?) la
risposta delle donne: Jesum Christum [...]
E’ un evento storico che dobbiamo illustrare chiaramente:
l'arricchimento-variazione (tropo) del testo ufficiale della liturgia,
comportò questa volta una modificazione delle varie fasi dell'Ufficio e
del ruolo dei suoi esecutori. Ora il popolo dei fedeli vedeva, per la prima
volta, singoli cantori, usciti dai loro stalli nel presbiterio, muoversi verso
un altare, dove un altro di loro li attendeva.
Nella liturgia dell'Ufficio notturno della Pasqua, i tre cantori che
uscivano dal coro, venivano dunque a impersonare le Marie che,
muovendosi verso un altare, che assumeva il significato di «sepolcro»,
dialogavano cantando, infine, con un altro di loro che stava a
impersonare l'angelo.
Ora, la variante, apportata al testo canonico dai musicisti di S. Gallo
(ossia la risposta data dalle donne all’angelo: «Jesum Chrisum»),
rapidamente accolta e imitata nei diversi monasteri benedettini e nelle
chiese, acquistò, col passar del tempo, caratteri sempre più realistici e
una corposità rilevante.
Vediamone lo sviluppo, passo dopo passo.
Intanto l'originario tropo:
– Chi cercate? – Gesù Nazareno – Non è qui. – Alleluia
Già nel Tropario di S. Gallo (codice 484, dell'inizio del X secolo) aveva
ricevuta la forma compiuta:
– Chi cercate nel sepolcro, cristiane?
– Gesù Nazareno crocifisso, o abitante del cielo.
– Non è qui, è risorto. Andate, annunziate che egli è risorto dal sepolcro.
– Alleluia.
Qualche decina d'anni dopo, il tropo era diventato un Ufficio
drammatico, chiamato Visitatio Sepulchri
Il modello del Quem quaeritis tropato diede origine ad altri tropi di carattere
drammatico. Come l'introito della messa di Pasqua fu preceduto dal tropo Quem
quaeritis, così anche l'introito della messa di Natale accoglierà un Quem quaeritis
adeguato al contesto della nascita (in corsivo il testo originale dell'introito).
– Quem quaritis in presepe, pastores, dicite? – Chi cercate nel presepe, ditelo, o pastori?
– Salvatorem Christum Dominum, infantem – Il Signore e salvatore Gesù Cristo, un pargolo
pannis involutum secundum sermonem
avvolto tra fasce secondo la parola dell'angelo.
angelicum.
tropo
drammatico
– Adest hic parvulus cum Maria matre sua,
de qua dudum vaticinando Isaias dixerat
propheta: «Ecce, virgo concipiet, et pariet
filium». Et nunc euntes dicite, quia natus est.
– È qui il piccino con Maria, sua madre, a proposito
della quale il profeta Isaia da tempo aveva
predetto: «Ecco, una vergine concepirà e partorirà
un figlio». Ora andate e dite a tutti che egli è nato.
– Alleluia, alleluia. Iam vere scimus Christum – Alleluia, alleluia. Adesso sappiamo bene che
natum in terris, de quo capite omnes cum
Cristo è nato in terra. Pensando a lui cantate tutti e
propheta, dicentes:
dite con il profeta Isaia:
Introito
Puer natus est nobis, et filius datus est nobis, Un bambino è nato per noi, un figlio ci è stato
cuius imperium super humerum eius. Et
donato: egli avrà sulle spalle il potere. Il suo nome
vocabitur nomen eius, magni consilii
sarà messaggero e consigliere ammirabile.
angelus.
Audio
Riassumendo
L'Ufficio drammatico è, in una prima fase, strutturato come un breve
dramma a quattro personaggi, l'angelo e le tre Marie, che, appresa la
grande notizia della resurrezione, la comunicano cantando al coro, che
così viene ad assumere il ruolo dell'assemblea dei Discepoli.
Dopo quella originaria la seconda fase prevede l'apparizione di nuovi
personaggi: gli apostoli Pietro e Giovanni, che udito l'annuncio delle
Marie, accorrono al sepolcro;
la terza fase, infine, s'arricchisce dell'improvvisa comparsa del Cristo
stesso che, dopo l'incontro fra le Marie e l'angelo, la corsa dei due
apostoli al sepolcro, appare nell'orto alla Maddalena.
Verso l’anno mille vedranno la luce drammi liturgici su vari temi biblici.
Tra i drammi liturgici più importanti abbiamo:
1.
Sponsus (da Matteo, XXV, 1-13) conservato nel monastero di San
Marziale di Limoges (sec. XII-XIII).
La sua principale caratteristica è che ad ogni figura del dramma è
attribuita una diversa melodia secondo il seguente schema:
A=Cristo; B=Arcangelo Gabriele;
C=Vergini sciocche e Mercanti (C1); D=Vergini prudenti
A, B +
C, D
C, D
+
C1
C
+ A, B
2. Ludus Danielis (1140 circa). Esso comprende 50 melodie diverse.
Il Ludus Danielis fu composto all’incirca nel
XII secolo dai giovani scholares della
cattedrale di Beauvais, a quel tempo
rilevante centro culturale della Francia
nord-orientale. Il dramma trae
l'argomento dall'Antico Testamento e
mette in scena alcuni momenti topici della
vita e delle opere di Daniele, considerato
l'ultimo dei quattro profeti biblici. Per
quanto riguarda gli aspetti formali la
rappresentazione si avvicina al concetto di
opera in musica ante litteram: nella
composizione troviamo una grande varietà
di melodie che abbracciano l'intero
spettro della monodia medievale,
l'impiego di molte forme musicali, un
notevole numero di personaggi che
agiscono sulla scena, grandi parti corali,
abbondante impiego di metri... potremmo
definirla una sorta di grand opéra
medievale.
Finale Ludus Danielis
Allora il Re, gioendo, esclamerà:
Portate Daniele via dalla fossa,
e gettatevi gli invidiosi.
Quando saranno stati spogliati e saranno
arrivati davanti alla fossa grideranno:
Soffriremo giustamente, poiché abbiamo
peccato, contro il santo Dio ci siamo
comportati ingiustamente e abbiamo
commesso una malvagità.
Gettati nella fossa, subito saranno sbranati
dai leoni, e il Re, vedendo ciò, dirà:
Ordino che sia adorato da tutto il popolo il Dio
di Daniele che regna eterno.
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