patologia correlata allo sport: eziopatogenesi e
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patologia correlata allo sport: eziopatogenesi e
PATOLOGIA CORRELATA ALLO SPORT: EZIOPATOGENESI E DIAGNOSI LO SPORT FA MALE Discrepanza tra caratteristiche morfo funzionali e sport praticato Scarsa progettazione dell’attività di allenamento e gara Esecuzione scorretta del gesto Approccio psicologico patologico Errata gestione dell’infortunio 50 metri stile libero = 150 rotazioni di spalla 150 torsioni del tronco 150 iperestensioni del rachide lombo-sacrale Fattori predisponenti INTRINSECI ESTRINSECI * CONDIZIONI APPARATO OSTEOMUSCOLOARTICOLARE (TEST PERIODICI) * ATTEGGIAMENTO POSTURALE * STATO DI FORMA (TEST PERIODICI) * EQUIPAGGIAMENTO * FATTORI AMBIENTALI * CARICHI E TIPOLOGIA DI ALLENAMENTO Estrinsecazione del danno * AGENTE ESTERNO DIRETTO OD INDIRETTO CONDIZIONI PREDISPONENTI INTRINSECHE E O CONDIZIONI PREDISPONENTI ESTRINSECHE PATOLOGIA ACUTA - DISTRAZIONE O STRAPPO MUSCOLARE - TENDINITE, TENOSINOVITE, LESIONE TENDINEA * - ARTROPATIA SUPERAMENTO - OSTEOPATIA DELLE RESISTENZE TISSUTALI INTERNE PATOLOGIA CRONICA * MICROTRAUMA RIPETUTO - MIOSITE CRONICA - TENDINOPATIA CRONICO DEGENERATIVA - PERIOSTITE ARTROPATIA CRONICO DEGENERATIVA ATLOPATIA E' opportuno superare la definizione di "atlopatia". Le differenze principali tra la patologia da sport e quella più genericamente riscontrabile in soggetti non praticanti riguardano: la frequenza con cui si possono riscontrare alcuni quadri patologici e l’eziopatogenesi degli stessi, che spesso sono dipendenti dalla attività di allenamento e gara ed in relazione al tipo di sport praticato DIAGNOSI DELLO SPORTIVO: Anamnesi: relazione con durata e intensità dell’attività motoria sport specifica, calo di prestazione Sintomi: alterazione del gesto tecnico in rendimento e ripetibilità (quale deficit di quale entità in quale gesto) Esame obiettivo: considerare alterazioni morfologiche e funzionali sport-correlate fisiologiche – squilibri muscolari e posturali più frequenti Terapia: cambiano esigenze su tempi di recupero, integrità funzionale e disponibilità ai vari protocolli terapeutici (tempo e danaro) INFORTUNIO Il National Athletic Injury Registration System (NAIR) degli Stati Uniti definisce l’infortunio come un evento tale da limitare la partecipazione dell’atleta all’attività sportiva per almeno un giorno dal momento in cui si è verificato. Un infortunio si definisce “minore” se ad esso ne consegue un’astensione dall’attività sportiva inferiore alla settimana, “moderato” se lo stop è compreso tra gli 8 e i 30 giorni e “severo” se la ripresa non avviene prima di un mese. INCIDENZA NEL CALCIO Schmidt-Olsen e coll (1991) hanno dimostrato che l’incidenza di infortuni nei giovani calciatori (12-18 anni) è di 3,7 infortuni per 1000 ore giocate e che il 70% è localizzato agli arti inferiori ( ginocchio 26% e caviglia 23% ) Ekstrand e coll. hanno preso in considerazione 11 top-club professionistici partecipanti nella stagione 2001-2002 alla UEFA Champion League. In questo studio sono stati registrati 658 infortuni con un’incidenza media di 9,4 infortuni in 1000 ore di attività (3,5 infortuni su 1000 ore di partita e 5,8 infortuni su 1000 ore di allenamento). È da sottolineare inoltre che il numero degli infortuni verificatosi in partita non mostra differenze statisticamente significative rispetto a quello degli eventi verificatisi in allenamento. SEDE ED ENTITA’ Kujala (BMJ 1995: 311: 1465-8) ; Snellmon (Int J Sport Med 2007: 22: 513-6) ; Molso (Am J Sports Med 2000: 28: 322-7) 38% di natura muscolare, 28% articolare con interessamento legamentoso, 16% di tipo contusivo, 5% fratture, 4% casi di tendinopatia, 4% lombalgie e 2% condropatie L’infortunio più frequente è rappresentato dalla lesione muscolare della coscia (16%) che interessa con maggior frequenza gli hamstrings rispetto alla muscolatura della regione anteriore Gli infortuni più rilevanti (assenza dal campo di gioco superiore alle 4 settimane) rappresentano il 15% di tutti gli infortuni 59% infortuni “minori”, 26% infortuni “moderati” TRAUMATISMI Attivazione processi infiammatori umorali e cellulari Liberazione di sostanze ad azione lesiva diretta e indiretta (citochine, linfochine, prostaglandine etc.) Rallentamento microcircolo, aumento permeabilità vasale, edema tissutale ed ulteriore stasi di metaboliti ad azione lesiva. Richiamo ed accumulo cellule dell’infiammazione con ingorgo linfatico, riduzione del drenaggio ed ulteriore azione lesiva tissutale •FLOGOSI UMORALE E\O CELLULO MEDIATA •ALTERAZIONI VASCOLARI •LESIONE CELLULARE E DEL CONNETTIVO PATOLOGIA MUSCOLARE DANNO FIBRILLARE METABOLICO - STRUTTURALE - RETRAZIONE STATO FLOGISTICO EDEMA PERIFIBRILLARE - EDEMA PERIFASCIALE ALTERAZIONI CIRCOLATORIE STASI MICRO E MACROCIRCOLO LOCALE E A VALLE DELLA LESIONE - EMATOMA E\O ECCHIMOSI - LINFEDEMA LA CLASSIFICAZIONE DEVE ESSERE SOSTANZIALMENTE ECOGRAFICA 1° GRADO: EDEMA PERIFIBRILLARE, CONTRAZIONE LOCALE, ASSENZA DI LESIONE MACROFIBRILLARE PROGNOSI BENIGNA 2° GRADO: AREA IPO-ANECOGENA CON ROTTURA MACROFIBRILLARE INFERIORE AL 30% DELLA SEZIONE O DELLA PIANTA MUSCOLARE PROGNOSI INCERTA – TERAPIA CONSERVATIVA 3° GRADO: AREA IPO-ANECOGENA CON ROTTURA MACROFIBRILLARE SUPERIORE AL 30% DELLA SEZIONE O DELLA PIANTA MUSCOLARE CON RETRAZIONE DEI MONCONI DI LESIONE PROGNOSI INCERTA – TERAPIA CONSERVATIVA LACERAZIONE - ROTTURA: DALL’80 AL 100% DEL VENTRE MUSC. PROGNOSI NEGATIVA – POSSIBILE CHIRURGIA DIAGNOSI CLINICA • CONTUSIONE - DISTRAZIONE I GRADO Dolore, tumefazione, ecchimosi e irrigidimento locale, impotenza funzionale • DISTRAZIONE II GRADO - III GRADO LACERAZIONE - ROTTURA Dolore (trafittivo), tumefazione, irrigidimento locale e a distanza, impotenza funzionale, ecchimosi declive INSORGENZA ACUTA FITTA - BRUCIORE AUMENTO COL CARICO, SOLLIEVO COL RIPOSO SEDE: più frequentemente la giunzione miotendinea dei gruppi muscolari biarticolari STRUMENTALE 1° LIVELLO ECOGRAFIA: presidio con ottimo rapporto costo\beneficio permette la definizione di grado, estensione e posizione della lesione. E’ consigliabile anche il monitoraggio evolutivo per poter intervenire precocemente in prevenzione di fibrosi e calcificazione (Ultrasuonoter.) 2° LIVELLO RMN: peggior rapporto costo\beneficio. Si può ottenere con sequenze T1 dipendenti una migliore definizione dell’estensione del danno, con sequenze miste e T2 dipendenti la reale entità della lesione fibrillare. Migliori possibilità di valutazione precoce e di valutazione dell’evoluzione dell’ematoma. TERAPIA CONSERVATIVA •FLOGOSI UMORALE E\O CELLULO MEDIATA •ALTERAZIONI VASCOLARI •LESIONE FIBRE 72 – 120 ore R.I.C.E. FARMACI ANTIEDEMIGENI (FIBRINOLITICI) E MIORILASSANTI NO FANS (antiaggregante – pgE) DIATERMIA (ultrasuono) SOFT LASER POWER LASER (SOLO I GRADO) RECUPERO FUNZIONALE PATOLOGIA CAPSULO-LEGAMENTOSA E TENDINEA ACUTA DANNO FIBRILLARE METABOLICO - STRUTTURALE: ELONGAZIONE - ROTTURA FIBRILLARE - LACERAZIONE STATO FLOGISTICO EDEMA PERIFIBRILLARE - EDEMA PERITENDINEO E VERSAMENTO INTRACAPSULARE O NEL PERITENONIO- RACCOLTA NODULARE PERITENONIO ALTERAZIONI CIRCOLATORIE - EMARTRO O EMATOMA PERITENDINEO - STASI DA COMPRESSIONE TENDINOPATIE E BORSITI INSERZIONALI PERITENDINITI LUSSAZIONI LESIONI PARZIALI - SUBTOTALI - TOTALI DIAGNOSI CLINICA STRUMENTALE LESIONI TENDINEE E\O LEGAMENTOSE CONTUSIONE (Tumefazione, ecchimosi locale, irrigidimento locale, impotenza ECOGRAFIA: presidio con ottimo rapporto funzionale) costo\beneficio permette la definizione della STIRAMENTO (Dolore, irrigidimento locale, lesione EXTRAARTICOLARE. impotenza funzionale) RADIOLOGIA AD ALTA RISOLUZIONE: LACERAZIONE - ROTTURA (Dolore, tumefazione locale e a distanza, impotenza A BASSO KILOVOLTAGGIO E XERORADIOGRAFIA funzionale, ecchimosi declive, alterazioni Visione anatomica d’insieme dei tendini lunghi di morfologia) dimensioni maggiori e a decorso superficiale e INFIAMMAZIONE ACUTA delle strutture paraarticolari: valutazione giunzione osteo-tendinea e stato fibro-calcifico LESIONI ARTICOLARI CONTUSIONE (Dolore, tumefazione, ecchimosi e irrigidimento locale, RMN e TAC: Per la valutazione di strutture impotenza funzionale) intraarticolari e peritendinee si rende necessaria DISTORSIONE - SUBLUSSAZIONE un indagine di secondo livello. Per la valutazione LUSSAZIONE (Dolore, impotenza integrità delle guaine tendinee e struttura fibrillare funzionale, alterazioni morfologia) del ligamento poche informazioni in più rispetto ad INFIAMMAZIONE ACUTA ecografia.. 1° LIVELLO 2° LIVELLO TERAPIA CONSERVATIVA •FLOGOSI UMORALE E\O CELLULO MEDIATA •ALTERAZIONI VASCOLARI •LESIONE FIBRE 72 – 120 ore R.I.C.E. FARMACI ANTIEDEMIGENI E FANS POWER LASER (NO SOFT LASER) DIATERMIA (ultrasuono) RECUPERO FUNZIONALE Il 50% delle lesioni da sport sono provocate dal SOVRACCARICO, inteso come effetto lesivo di sollecitazioni iterative, ripetute ciclicamente per tempi molto prolungati o con intensità elevate, su varie sedi e tessuti” Santilli ALTERAZIONI MICRO-CIRCOLO E DRENAGGIO VENO-LINFATICO STASI METABOLITI PROINFIAMMATORI LESIVI STIMOLO MACROFAGICO E FLOGOSI CRONICA CELLULOMEDIATA DEGENERAZIONE CELLULARE CON FENOMI RIPARATIVI FIBROTICI SOVRACCARICO FUNZIONALE Anche nelle discipline definite come “sport di contatto” in cui prevalgono i traumi di natura diretta, alcuni studi epidemiologici affermano tuttavia che molti degli infortuni sono conseguenza di altre cause quali i sovraccarichi e le eccessive sollecitazioni. Per esempio nel calcio, in Europa secondo lo studio di Ekstrand, le lesioni da overuse sono risultate essere il più frequente tipo di infortunio e di gran lunga la prima causa di reinfortunio (59% del totale) DANNO OSTEO-MUSCOLO-ARTICOLARE Reazione flogistica con intensa vasodilatazione locale, edema, migrazione di cellule infiammatorie polinucleate e di macrofagi GUARIGIONE CRONICIZZAZIONE Rapido ripristino normalità microcircolo con buona tensione O2 tissutale (sovraccarico da sport) Esaurimento processi di flogosi umorale e cellulo mediata Flogosi cellulo-mediata e degenerazione tissutale ⋅ ⋅ Proliferazione cellulare normale con recupero integrità e funzione tessuto Persiste ischemia relativa ⋅ ⋅ Proliferazione fibroblastica → calcificazione CASISTICA E POLEMICA PERSONALE Oltre l’80% degli sportivi praticanti agonisti e non si rivolgono al medico specialista dopo un lungo iter tra fisioterapisti, massaggiatori, chiropratici, osteopati, agopuntori, sciamani e stregoni RISULTATO: nell’80% dei casi il quadro patologico che affronta lo specialista è rappresentato dalla riacutizzazione di un danno cronicizzato DANNO E CRONICIZZAZIONE TENDINO - LEGAMENTOSA DEGENERAZIONE CELLULARE E VACUOLARE EDEMA PERIFIBRILLARE VERSAMENTO PERITENDINEO FENOMENI FIBROPROLIFERATIVI FIBROSI E FIBROCALCIFICAZIONE TESSUTI MOLLI PERIARTICOLARI CLASSIFICAZIONE PATOLOGIA TENDINEA SECONDO PERUGIA TENDINOPATIE INSERZIONALI TENDINOPATIE STENOSANTI TENOSINOVITI IPERTROFICO-ESSUDATIVE PERITENDINITI TENDINOSI PERITENDINITI E TENOSINOVITI ASSOCIATE A TENDINOSI ROTTURE SOTTOCUTANEE DANNO E CRONICIZZAZIONE ARTICOLARE DEGENERAZIONE CARTILAGINE ARTICOLARE FENOMENI FIBROPROLIFERATIVI SINOVIALI FENOMENI IPEROSTOSICI CORTICALE OSSO PROCESSO DEGENERATIVO CORPO EPIFISARIO DEGENERAZIONE E FIBROSI TESSUTI MOLLI PERIARTICOLARI DIAGNOSI CLINICA DOLORE INSORGENZA SUBDOLA, SORDO, COSTANTE NOTTURNO, AL RISVEGLIO, DIMINUISCE CON IL MOVIMENTO TUMEFAZIONE ANDAMENTO CICLICO, LIEVE ENTITA’ CARATTERISTICHE DI CONSISTENZA LINFEDEMATOSA IMPOTENZA FUNZIONALE STRUMENTALE 1° LIVELLO RADIOLOGIA CONVENZIONALE: Buona informazione su integrità superfici ossee e stato fibro-calcificazione dei tessuti molli. Importante eseguire proiezioni idonee RADIOLOGIA AD ALTA RISOLUZIONE A BASSO KILOVOLTAGGIO E XERORADIOGRAFIA Visione anatomica d’insieme dei tendini lunghi di dimensioni maggiori e a decorso superficiale e delle strutture paraarticolari: valutazione giunzione osteo-tendinea e stato fibro-calcifico ECOGRAFIA: definizione stato fibrosi e localizzazione lesione nei tessuti molli MINORE ENTITA’, PROGRESSIVA RIDUZIONE 2° LIVELLO COL TEMPO RMN e TAC: spesso necessaria per la valutazione PRESENTE AL MATTINO, DIMINUISCE CON IL MOVIMENTO dello stato degenerativo delle strutture cartilaginee intraarticolari e dei tessuti periarticolari SCINTIGRAFIA: lesioni periostiali e subperiostiali TERAPIA CONSERVATIVA •FLOGOSI UMORALE E\O CELLULO MEDIATA •ALTERAZIONI VASCOLARI •LESIONE FIBRE FARMACI ANTIEDEMIGENI E FANS INTEGRATORI PRO ANABOLICI POWER LASER (HILT - HFPL) DIATERMIA ULTRASUONO AD ALTA CAVITAZIONE RECUPERO FUNZIONALE GOLF Il golf sembra uno sport innocuo e a basso rischio. Tuttavia da recenti statistiche un professionista subisce in media due infortuni all’anno e perde circa cinque settimane di gioco per il recupero. Generalmente i traumi maggiori per i professionisti sono conseguenza del superlavoro, mentre tra i dilettanti sono dovuti ad errori tecnici, in special modo alla meccanica dell’oscillazione (swing). GOLF Il quadro più comune nei golfisti professionisti maschi è il dolore lombare, seguito dal dolore al polso ed alla spalla sinistra. Nei professionisti femmine sono più comuni i sintomi al polso sinistro meno frequenti alla regione lombare. ----------------------------------------------------------------------------------------- Nei dilettanti la maggior parte ha problemi al gomito, con percentuale maggiore nelle donne che negli uomini. I dilettanti di mezza età hanno più problemi agli arti inferiori e ai piedi. GOLF professionista Le fratture sono rare, la più comune coinvolge l’osso piramidale della mano. È spesso trascurata ed il golfista si lamenta solo di un dolore vago e profondo e di una debolezza nella presa La tenosinovite dell’ abduttore lungo del pollice e dell’estensore breve del pollice (muscoli profondi dell’avambraccio anteriore) sono lesioni da sovraccarico provocate da una stretta presa del bastone e dalla deviazione ulnare ripetuta durante l’oscillazione (swing). Il quadro clinico tipico è rappresenato da gonfiore nella zona dello stiloide radiale e deficit di presa GOLF dilettante La tendinite dei flessori radiale del carpo (FCR) o ulnare (FCU) è sempre all’arto dominante Il gonfiore localizzato all’epicondilo, la debolezza ed il dolore alla flessione palmare contro resistenza sono sempre presenti sia nelle tendinite da FCR che da FCU. La tendinite dell’estensore ulnare del carpo è caratterizzata da debolezza della funzione ulnare del polso, dolore e gonfiore all’epitroclea. Molti golfisti con tendenza a lanciare il bastone (casting) sono a rischio di sviluppare questa infiammazione In tutti questi casi c’è sempre un errore nello swing con un sovraccarico muscolare-tendineo Sindromi dolorose compartimentali RACHIALGIE IDIOPATICHE SINDROME DOLOROSA MIOFASCIALE Dolore a riposo ed al carico, diffuso e\o localizzato in trigger zone, associato a stato muscolo-tensivo verosimilmente in rapporto a sovraccarico funzionale o a problematiche posturali primitive o secondarie SINDROMI VASCOLARI ISCHEMICHE COMPARTIMENTALI L’ipertrofia funzionale delle masse muscolari, che si verifica in caso di prestazioni massimali, provoca un aumento della pressione interstiziale interfasciale capace di limitare il flusso sanguigno e di causare così una condizione di ischemia relativa della parte. SINDROME COMPARTIMENTALE Aumento della pressione interstiziale interfasciale con riduzione di flusso ed ischemia relativa. Cause: SQUILIBRIO PERFUSIONALE Addensamento fasciale 2. Ipertrofia muscolare 1. STRESS REACTION 1. 2. 3. Alterazione della perfusione da disordine funzionale con iporeattività allo sforzo. Cause: Trauma o microtrauma ripetuto Overtraining Disordine neurovegetativo su base dismetabolica SINDROMI VASCOLARI ISCHEMICHE COMPARTIMENTALI DIAGNOSI CLINICA DOLORE INSORGENZA SUBDOLA, BRUCIORE, FITTA, ALL’AUMENTARE DEL CARICO ASSENTE A RIPOSO TUMEFAZIONE ASSENTE IMPOTENZA FUNZIONALE PROGRESSIVO AUMENTO DIRETTAMENTE PROPORZIONALE ALL’AUMENTO DEL CARICO SEDE IPERTROFIA MUSCOLARE CICLISTI PODISTI: sindromi della loggia anteriore della gamba (morfotipo resistente) e della loggia posteriore profonda della gamba (potente). Muscolatura plantare del piede PILOTI, TENNISTI GOLFISTI: avambraccio STRUMENTALE 1° LIVELLO RADIOLOGIA CONVENZIONALE: spesso nessuna informazione, nei casi più gravi alterazioni corticale dell’osso RADIOLOGIA AD ALTA RISOLUZIONE A BASSO KILOVOLTAGGIO E XERORADIOGRAFIA VEDI SOPRA ECOGRAFIA: negativa o in alcuni casi stato di flogosi muscolare con edema perifibrillare e molto raramente degenerazione giunzione miotendinea 2° LIVELLO RMN e TAC: VEDI RADIOLOGIA SCINTIGRAFIA: spesso dimostra la presenza di periostite con accumulo del segnale diffuso ed omogeneo ECODOPPLER DA SFORZO: rivela nei casi più gravi una alterazione della perfusione CONCLUSIONI • Nella maggior parte della patologia dell’apparato locomotore, sia acuta sia cronica, dominano il quadro clinico i sintomi “dolore”, “tumefazione” e “functio lesa”. • L’intensità e\o prevalenza dell’uno o dell’altro sintomo spesso non è in relazione alla reale condizione anatomopatologica all’origine. • Di conseguenza assume grande importanza la raccolta dell’anamnesi in relazione anche al tipo ed intensità dell’attività fisica e l’esecuzione di un esame obiettivo approfondito (sport correlato), per fare emergere eventuali segni diretti od indiretti di danno. CONCLUSIONI • Altrettanto importante è porre una diagnosi il più possibile precisa, anche dal punto di vista anatomo-patologico, per poter intraprendere rapidamente un corretto iter terapeuticoriabilitativo. • A questo scopo è utile ricorrere più di frequente alla diagnostica per immagini ed in particolare all’ecografia muscolo-tendinea. • Infatti, trattandosi per la gran parte di affezioni che colpiscono i tessuti molli e solo in minor numero le strutture ossee, l’ecografia offre ottime possibilità di definizione del quadro patologico, in molti casi maggiori rispetto alla radiologia tradizionale. CONCLUSIONI La definizione del quadro anatomo patologico attraverso la diagnostica per immagini ci permette di dare risposte efficaci; non siamo anestesisti Le nuove tecnologie applicate alla terapia, negli ultimi 10 anni, hanno prodotto l’evoluzione di strumenti efficaci nel determinare risposte biologiche straordinarie e di pari passo si sono sviluppati filoni di ricerca che aprono prospettive estremamente interessanti in campo di terapia fisica La rieducazione funzionale è aspetto fondamentale nel recupero dello sportivo PER CUI COLLABORAZIONE MEDICO – PREPARATORE - FISIOTERAPISTA RAPPORTO CON IL RESPONSABILE MEDICO DI SOCIETA’ VALUTAZIONE CONDIZIONE E STATO SISTEMA OSTEO-MUSCOLO-ARTICOLARE • TEST DA CAMPO PERIODICI DI RESISTENZA , VELOCITA’ , PRESTAZIONE TECNICA • TEST ISOTONICI MEDIANTE APPARECCHIATURE A PESI O PNEUMATICHE • TEST ISOCINETICI VALORI OBIETTIVI DI FORZA, RESISTENZA, EQUILIBRIO TRA GRUPPI MUSCOLARI ANTAGONISTI E ARTICOLARITA’ • VALUTAZIONE BAROPODOMETRICA * VALUTAZIONE FUNZIONALE