Percorsi CAI

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Marco Padoan
Avvertenze:
Sarà ad insindacabile giudizio degli Accompagnatori responsabili ogni variazione di itinerario e/o
programma, in funzione delle condizioni atmosferiche, del percorso e della preparazione del gruppo. Ai
partecipanti è gentilmente richiesto di condividere le seguenti norme:
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8.
Accettare con spirito di collaborazione le direttive del coordinatore della gita.
Rimanere uniti alla comitiva evitando "fughe" o inutili ritardi.
Non seguire senza autorizzazione o avviso percorsi diversi da quelli stabiliti.
Non creare situazioni difficili e pericolose per la propria e la altrui incolumità.
Non lasciare rifiuti di alcun genere sui luoghi di sosta.
La Direzione Gite si riserva di non accettare nelle escursioni persone ritenute non idonee,
ovvero insufficientemente equipaggiate.
I minori dovranno essere accompagnati da persona garante e responsabile.
Si esime il coordinatore della gita e la sezione organizzatrice da ogni responsabilità nel caso di incidenti che
dovessero verificarsi durante l'effettuazione delle gite
1.
Forcella LEROSA - Malga Ra Stua- FIAMES
Itinerario Cimabanche 1512 m; Segnavia CAI n° 8; Forcella Lerosa 2020 m;
Rif. Ra Stua 1668 m; Segnavia CAI n° 6; s. Uberto 1421m.
Grado di difficoltà E Media difficoltà (sentiero tracciato, senza difficolta', con salita e discesa non pendente,
di una certa lunghezza)
Interesse Storico, paesaggistico, geologico
Equipaggiamento; Scarponi da montagna (no scarpe da ginnastica); Calzettoni traspiranti; Pantaloni lunghi ,
Maglietta intimo traspirante; Pile; Giacca impermeabile non troppo pesante; Berretto; Occhiali da sole;
Zaino piccolo; eventuali bastoncini;
Borraccia o thermos; Crema solare; Biancheria di ricambio (da lasciare in pullman), pranzo al sacco.
Tempi ore: 6,00 c.a. (soste escluse)
Dislivelli Salita m + 500 Discesa m - 570
Cartografia Carta TABACCO 03 – 1:25.000 (Cortina d’Ampezzo e Dolomiti Ampezzane)
Luogo e ora di partenza: Fiames ore 9.30, Cimabanche ore 10 per la partenza
Luogo e ora di arrivo: Strada Statale, tornante S.Uberto (park vs Ra Stua), ore 15 circa, ritorno a Fiames
entro ore 16.
Mezzo: auto proprie
Il percorso: da Fiames con le auto ci sposteremo di pochi km in direzione Dobbiaco.
Lascieremo alcune auto sul tornante S.Uberto (park vs Ra Stua), e proseguiremo verso la vecchia polveriera
(1512 m) sulla SS 51 poco prima della località di Cimabanche, dove parcheggeremo. Si intraprende il
sentiero n° 8 oltre la sbarra. Il percorso, inizialmente verso direzione Nord, poco dopo volge decisamente in
direzione Sud e successivamente prosegue verso Ovest attraversando la Val de Gòtres che apre il panorama
verso lo stupendo anfiteatro della Croda Rossa.
Per ampi spazi il percorso, che ora prosegue in direzione Nord - Ovest, raggiunge la Forcella Lerosa (2022 m)
tra la Croda Rossa a Nord e la Croda de R’Ancona a Sud. Il panorama si apre potendo ammirare in
lontananza le Tre Cime di Lavaredo e il Gruppo dei Cadini; qui ci fermeremo per il pranzo.
L’escursione riprende percorrendo la variante del sentiero n. 8 indicata come “Scorciatoia”, fino a scendere
nel Valon Scuro che ci porta al Rifugio Ra Stua (1668 m).
Dal Rifugio Ra Stua si segue la strada forestale in direzione Sud, costeggiando il torrente Aga de Campo de
Crosc, fino a raggiungere il tornante sulla SS 51, località S. Uberto (1449 m). Gli autisti torneranno e
recuperare le auto, per poi rientrare a Fiames.
Le informazioni sono tratte da libri di Michele Zanetti e di Antonella Fornari
Il Luogo: luogo di bellezza insolita e commovente, racchiuso tra i cupi versanti della Cròda de r’Ancona e gli
imponenti, luminosi bastioni di dolomia rosata della Cròda Rossa d’Ampezzo, Lerosa è una méta che almeno
un volta nella vita è indispensabile visitare. Almeno, lo è se si ritiene importante capire il significato del
concetto di “armonia”, riferito all’ambiente naturale e insieme quello di termini di “bellezza”, “equilibrio” e
di aggettivi come “grandioso” o “suggestivo”. Leròsa è un irregolare pianoro di pascolo con caratteristiche
carsiche che durante il periodo invernale si ammanta di una uniforme coltre di neve, regalando
all’escursionista lo spettacolo di vasto desertobianco. E’ il luogo in cui la stessa vita selvatica ha raccolto la
sfida della montagna ed ha espresso situazioni di struggente armonia cromatica, di frugale e sorprendente
tenacia, di delicata e insuperata bellezza.
L’uomo, giunto da millenni in questo luogo, non ha turbato le suggestioni ancestrali delle forme, delle luci e
dei suoni di Leròsa, ma se possibile le ha rese più consone ai sensi grossolani della nostra specie, in modo
tale che chiunque transiti o si trovi a sostare in questo luogo, possa goderne, interiorizzarle e fissarle nel
proprio animo.
Qui il paesaggio e le atmosfere sono leggenda: lo è il grandioso castello di roccia della Cròda Rossa, lo è il
bosco di cembri secolari disposto sulle stratificazioni di versante come i segni di un gigantesco spartito
musicale. Lo è persino la guerra lontana, che ha profanato i silenzi e che ora ne evoca l’eterno dominio,
perché gli eroi riposino in pace.
Breve descrizione: il nostro tracciato segue il corso di una vecchia mulattiera ex militare che si alza fra scorci
di una Natura perfetta. In lontananza faranno capolino -per chi se ne intende - le possenti scogliere di
Regione Popera ed il piccolo, ma singolare monolito della Torre di Toblin. Anche le Tre Cime di Lavaredo si
faranno ammirare nell’insolita veste di misterioso e silente campanile. Arrivati nell’ampio pianoro di Lerosa,
incontriamo un cimiterino in cui – durante la Grande Guerra-trovarono riposo i caduti dell’inferno della
Croda de r Ancona e degli Suòghe. Erano per lo più soldati di Cortina che vestivano la divisa dei “Landsturm”
e portavano al fronte le loro storie di uomini già adulti, strappati alle famiglie e ai figli.
Da qui, sempre seguendo la tracce delle vecchie strade e sopraffati dai colori di scogliera della Croda de
r’Ancona scenderemo al fiabesco alpeggio del Pian de ra Polendta (m 1690) dove sorge “el Brite de Ra Stua”,
luogo che probabilmente prende il nome da una briglia di pietre esistente fin dal 1600 e costruita da un
certo Giovanni Maria De Zanna, briglia con cui si intendeva fermare l’acqua dal torrente che scende dal
“Ciàmpo dei Cròs”. Dietro la malga, un Crocefisso segna il luogo di un cimitero di guerra, il “ripose degli eroi”
era scritto all’ingresso.
2.
Itinerario Fiames - Cascate di Fanes, Ponte Uoto,
eventuale ferrata cascate di Fanes
Per ferrata necessaria attrezzatura adeguata
Ritorno per medesimo sentiero.
Esclusa la ferrata e' una passeggiata adatta a tutti, con poco dislivello, su strada sterrata.
Si può accorciare (parcheggiando all'ingresso del parco visitatori, 2Km oltre Fiames, scendendo a sinistra).
Durata: da Fiames circa 3 ore andata e ritorno. Aggiungere ferrata circa da 30 min. ad 1 ora a seconda
affollamento. Da parcheggio del parco circa 2 ore.
3.
Itinerario 5b: Fiames - giro del col Rosa' per passo
Pospcora (sentiero 408 poi 10-401) - Fiames
Percorso ad anello.
Dislivello: 500 metri.
Tratto in salita Passo Poscora.
Durata: circa 4-5 ore.
Ritorno si passa per Ponte Uoto e per l'ingresso del parco.
4.
Rocca di Podestagno - Forra del rio Felizon
Tempo di percorrenza: ore 1.30-2.00 (percorso ad anello)
A piedi da Fiames aggiungere circa 1,5 ore andata e ritorno
Dislivello: 200 metri; (1315 m. Ponte Felizon - 1515 m. Rocca di Podestagno).
Periodo consigliato: Tutto l'anno; d'inverno con racchette da neve.
Interesse prevalente: Storico e paesaggistico.
Difficoltà: L'itinerario si svolge su vecchie strade ed alcuni tratti esposti sono perfettamente protetti.
Come arrivare alla partenza: Si segue la strada statale n.51 di Alemagna verso nord fino al Km. 109 e si
prende a sinistra una stradina asfaltata, che dopo un chilometro conduce al Ponte Felizon e all'entrata
principale del Parco con parcheggio.
Si può raggiungere anche da Fiames a piedi, percorrendo il sentierino a bordo torrente in direzione nord (in
questo caso aggiungere circa 2,5 km in falso piano, per circa 40" aggiuntivi (andata e ritorno quindi ulteriori
5Km e poco più di un'ora)
Cenni generali: Dal parcheggio in prossimità del Ponte Felizon basso si sale, subito a monte della casetta del
Parco, verso la strada statale; oltrepassatala, si prende a destra una vecchia strada scavata parzialmente
nella roccia, utilizzata un tempo per le processioni da Cortina alla Chiesa di Ospitale. Una prima passerella in
legno, da cui si scorge suggestivamente il rio Felizon sul fondo della forra, conduce ad un bivio; si prende a
sinistra e si va ad attraversare la forra del Felizon nel punto in cui le pareti della forra sono più ravvicinate,
mediante un arditissimo ponte recentemente ricostruito.
Una caratteristica di molte delle valli del Parco, è l'approfondimento degli alvei dei torrenti in prossimità
delle rispettive confluenze; il fenomeno è dovuto in primo luogo alla natura rocciosa del terreno e, nel caso
del Felizon alla dislocazione del grosso blocco di Dolomia Principale che costituisce la Rocca di Podestagno;
precipitando da un versante vicino esso è infatti andato a piantarsi proprio allo sbocco della val Felizon nella
valle del Boite, ove i rispettivi corsi d'acqua sono stati costretti ad una intensa azione erosiva per scavarsi
una nuova via d’uscita.
Oltrepassato il ponte si sale per strada a tornanti poco pendente, si attraversa un bosco giovane derivante
dai tagli a raso del primo conflitto mondiale e si giunge in località "Pra de Castel", bellissima radura prativa
annualmente sottoposta a sfalcio, che un tempo era compresa nelle mura del Castello di Podestagno.
Costeggiando a monte la radura, si sale verso sinistra alla cima della Rocca di Podestagno, che si raggiunge
arrampicandosi sugli ultimi esigui resti delle mura diroccate del Castello.
La presenza di questo castello è legata al controllo delle comunicazioni che sono sempre avvenute fra la
Valle del Boite e la Val Pusteria, in un punto impervio del percorso. Pare che la costruzione del castello
risalga circa al 1100 e che la sua funzione sia sempre stata quella di baluardo di confine fra i territori del
Tirolo e quelli Veneti, in antico identificabili con quelli del Partiarcato di Aquileia.
Il panorama sulle valli del Felizon verso nord-est e del Boite verso la conca di Cortina è magnifico e
l'ampiezza della veduta aiuta a comprendere la strategicità della posizione di questo castello nel controllo
dei transiti che si svolgevano attraverso il passaggio obbligato sotto le pendici della Rocca.
L'esistenza di una importante via di comunicazione (già allora denominata “strada di Alemagna”) risale
all'epoca tardo-romana ed è testimoniata almeno dal 1190, epoca della terza Crociata .
Poco più a nord, nelle vicinanze di un ospizio preesistente che serviva da riparo ai pellegrini che transitavano
dalla valle di Ampezzo al Tirolo, fu edificata, nel 1226, la Chiesa di Ospitale.
Scesi verso destra per un sentiero parallelo al precedente, si imbocca il sentiero n.201, che corrisponde alla
antica Strada Imperial-Regia; superato un tratto scavato nella roccia si passa, attraverso una esposta
mezzacosta, sotto la incombente parete della rocca, nuovamente in vista dell'ampio corso del Boite.
La strada Imperial-Regia, il cui tracciato viene seguito in discesa, è stata percorsa dai carri dal 1300 fino al
1780, anno in cui fu costruita una variante che passava per l 'attuale tornante al bivio per Ra Stua. La Strada
di Alemagna vera e propria, tuttora sede della S.S. n.51, venne costruita fra il 1820 ed il 1832, sotto l'egida
dell'Imperatore Francesco I d'Austria.
Mediante alcuni ripidi tornanti si riguadagna la quota della strada statale, la si attraversa e si prosegue
costeggiando sulla destra la parte terminale della forra del rio Felizon, ricongiungendosi in breve al punto di
partenza, in prossimità della casetta del Parco.
Si può proseguire a piedi verso Fiames (2,5 Km, circa 30-40 minuti aggiuntivi)
5.
Anello di Malga ra Stua
Tempo di percorrenza: ore 3.00-3.30
percorso ad anello, oppure salire con navetta e scendere a piedi, circa 1 ora, a quel punto si può proseguire
a piedi verso Fiames, ulteriore 1 ora circa.
Dislivello: 300 metri; (1420 m. Tornichè - 1720 m. Spònes dei Ciadìs).
Interesse prevalente: Paesaggistico, antropico, geomorfologico e vegetazionale.
Difficoltà: l'itinerario non presenta alcuna difficoltà. Si presta ottimamente come passeggiata in discesa per
una delle due diramazioni quando la strada di accesso a Malga ra Stua è chiusa al traffico e vi funziona un
servizio sostitutivo di navetta (dal primo sabato di luglio alla prima domenica di settembre).
Come arrivare alla partenza: Si segue la strada statale n.51 di Alemagna fino a poco dopo il Km. 111, ove si
trova il bivio in prossimità di un marcato tornante; subito oltre il bivio si trova un parcheggio (Sant'Uberto).
Cenni generali: poco a monte del parcheggio di Sant'Uberto, sito in prossimità del tornante della strada
statale da cui si diparte a sinistra la strada per Malga ra Stua, si prende a sinistra il percorso pedonale, che
s’alza attraverso un bosco misto di abeti e faggi e va a seguire il tracciato di una vecchia trincea scavata
durante la prima guerra mondiale. Con un paio di tornanti ci si porta all'altezza della strada asfaltata, la si
oltrepassa e, salendo lungo un tratto ben conservato della vecchia strada di accesso alla Malga, si giunge in
prossimità della "Crosc de Son Pouses", eccezionale punto panoramico sulla valle del Boite e sulla conca di
Pian de Loa.
Tutta la zona di Son Pouses è stata teatro, nella prima guerra mondiale, di fortificazioni e combattimenti,
poiché era uno dei punti strategici del fronte austriaco, da cui era possibile puntare direttamente sulla conca
di Cortina. Rimangono resti, attualmente sfruttati per finalità turistiche, di strade e sentieri, trincee e
gallerie, che agli inizi del 1900 avevano notevolmente modificato e sconvolto il paesaggio silvo-pastorale dei
secoli precedenti e che ancora oggi, dopo più di 80 anni, segnano profondamente i territori delle Dolomiti d
Ampezzo alle alte quote.
Poco oltre vi è il bivio da cui inizia il percorso ad anello e da cui conviene salire verso destra per le
serpentine di un ottimo sentiero di guerra che porta alle falde occidentali di Son Pouses. Superata la parte
più faticosa dell'escursione, si attraversa verso sinistra una colata detritica di recente franamento e si passa
in prossimità di una bellissima sorgente che scaturisce direttamente da una parete di roccia rossastra.
Proseguendo in leggera salita verso nord si oltrepassa un punto panoramico da cui appare molto bella, sul
versante opposto della valle, la conca di Antruiles.
Le radure di Pian de Loa ed Antruiles vengono tuttora pascolate per brevi e determinati periodi dell’anno.
Nel mese di giugno, quando alle medie quote l 'erba è già abbondante e nelle zone alte si sta ancora
sciogliendo la neve, si pratica l'alpeggio transumante, che consiste nel sostare temporaneamente con le
mandrie e le greggi dove l'erba è più verde e nel guadagnare quota con il procedere della fioritura. Pian de
Loa è la prima tappa dell'alpeggio dei bovini che si trasferiranno, verso la fine di giugno, sul pascolo di Ra
Stua; Antruiles è la prima tappa dell'alpeggio degli ovini che verranno porta sui vasti pascoli dell'altopiano di
Foses verso i primi di luglio. Se a settembre dovesse verificarsi qualche nevicata precoce, le stesse località
verranno rifrequentate per qualche settimana prima del definitivo ritorno alle stalle dei rispettivi
proprietari.
Attraversando le pendici occidentali della Croda de r'Ancona non è infrequente imbattersi nell'animale più
caratteristico e rappresentativo delle Dolomiti d’Ampezzo: il camoscio. I branchi costituiti da femmine,
giovani e piccoli sono più spesso avvistabili sui ghiaioni ed in zone aperte, mentre i maschi più solitari si
avvistano con maggiore frequenza su pendici coperte da vegetazione o in zone più appartate.
Il sentiero si ritrasforma gradualmente in strada (costruita nella prima guerra per l'accesso a Son Pouses da
nord) ed attraversa il ripido versante ovest dei Ciadis de r'Ancona, destinato a riserva naturale da Piano del
Parco, verso valle si scorge, fra la vegetazione, il ponte su Ru de ra Lainòres che si percorrerà in discesa
tornando a Sant’Uberto e più avanti, la cascata che il Boite forma subito a valle della radura di Ra Stua; essa
viene raggiunta in leggera discesa passando il ponticello del Ru de ra Cioures, che proviene dall'Alpe di
Lerosa attraverso una serie di cascatelle su lastroni rocciosi.
In toponomastica, "Stua" ha il significato di "sbarramento di un corso d'acqua" ed il toponimo testimonia
l'esistenza in loco di una diga, che presumibilmente poteva servire per dare energia ad una sega da pietra;
l’affioramento di pietra rossa detta "Rosso Ammonitico" è infatti quasi unico nella valle di Ampezzo e, se è
vero che la gradinata della antica Chiesa Parrocchiale di Santa Caterina, emersa dagli scavi delle fondamenta
dell'Albergo Posta e costruita nel lontano 1354, è costituita da questo raro tipo di roccia, si può supporre
che la cava e la segheria di Ra Stua fossero attive già alla metà del XlV secolo.
Per tornare al parcheggio di Sant’Uberto si attraversa la strada asfaltata e si inizia la discesa attraversando il
Boite sul ponte costruito sopra una bella cascata ("Souto de Ra Stua"). Il sentiero corre attraverso un
magnifico bosco di abete rosso ("Boscato”), edificato da una compagine monoplana di piante secolari e
destinato a riserva naturale, e con alcune serpentine giunge ad attraversare il Ru de ra Lainòres su un ponte
recentemente ricostruito.
Si scende quindi verso il fondovalle e si riattraversa il Boite su un terzo ponte. Senza risalire troppo, si
prende a destra una pista di esbosco, che in leggera discesa conduce alla strada per Antruiles; la si risale
brevemente fino al "Sas Scendù" (Sasso spaccato in due) e, costeggiando a valle la strada asfaltata, ci si
ricongiunge al bivio della Crosc de Son Pouses, presso il quale si chiude il percorso ad anello. Riprendendo il
percorso fatto in salita lungo la strada vecchia e la trincea si scende in breve al parcheggio di Sant'Uberto.
Percorsi Nordic Walking
[email protected]
1.
Percorso Fiammes – Cortina
Camminata in lieve pendenza parte in sterrato e parte in asfalto. L’andata è in discesa e conduce al centro
abitato di Cortina nel quale, prima di affrontare il ritorno, è prevista una breve sosta.
Il percorso totale è di circa 10 km (5 + 5) ma è possibile rientrare in BUS.
Livello: per tutti
2.
Percorso Fiammes – Cima Banche
Camminata più impegnativa interamente su sterrato. Il tratto di andata è in facile salita e misura circa 10 km
(totali a/r 20 km)
La discesa, sullo stesso tratto, è facilmente affrontabile da tutti.
Prevista una sosta al rifugio Cima Banche.
Il rientro può essere effettuato in BUS.
Livello: per camminatori mediamente allenati
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