1 Anche i bambini dell`Antico Egitto si dilettavano con passatempi
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1 Anche i bambini dell`Antico Egitto si dilettavano con passatempi
Questo articolo lo trovi su Egitto Plus www.egittologia.net Giochi e giocattoli Paolo Bondielli Anche i bambini dell’Antico Egitto si dilettavano con passatempi consoni alla loro età. Difatti sono stati rinvenuti soprattutto nelle sepolture giocattoli di ogni genere: bambole di legno e di pezza con il loro lettino, trottole, pupazzi snodati che imitano i movimenti dell’artigiano che macina il grano e coccodrilli ai quali è possibile spalancare e richiudere le possenti mascelle. I giochi che richiedevano l’uso della palla erano apprezzati soprattutto dalle bambine mentre i ragazzini prediligevano quei giochi che li proiettavano nel mondo dei grandi simulando battaglie epiche con armi in miniatura o praticando giochi di abilità o fortuna, apprezzati questi ultimi anche dagli adulti. Il gioco che aveva il maggior numero di praticanti era la dama, chiamato dagli antichi egizi Senet. Vi si giocava in qualsiasi luogo, in famiglia, dagli amici, nei giardini, anche dal barbiere in attesa del proprio turno e a corte, è giunta difatti fino a noi una rappresentazione di Ramesse III che gioca a dama nel proprio harem con una sua concubina. Al Museo Egizio di Torino (suppl. 8432) ne esiste uno splendido esemplare rinvenuto nella tomba di Kha nel villaggio di Dheir elMedina e risalente alla XVIII Giochi con la palla dinastia; 48 cm x 26, altezza 32 cm e provvisto di tavolino di appoggio. Antichissimo, già tra i primi geroglifici esiste il segno della scacchiera con le pedine, il gioco della dama era così diffuso che non poteva mancare tra gli oggetti di arredo delle tombe in modo che il defunto potesse dilettarvisi eternamente. Per giocare si utilizzavano tavole in terracotta, avorio o in alabastro più o meno riccamente decorate, nel tipo più comune la tavola era suddivisa in trenta caselle dove trovavano posto e si sfidavano due gruppi di pedine, ognuno dei quali di colore e di forma diverse. La forma di queste pedine era generalmente quella di un cilindro appoggiato su una base quadrata e sormontato da una sfera, ma ne sono state rinvenute ornate con e teste di cane o di leone. Simile al nostro Gioco dell’Oca era il Gioco del Serpente, dove si facevano muovere sull’immagine di un serpente arrotolato intorno alla propria testa tre leoni, tre leonesse accovacciate e delle biglie rosse e bianche. Di questo gioco ne è stato rinvenuto uno splendido esemplare nella tomba di Hezira risalente alla III dinastia, ma alcuni indizi fanno pensare che vi si giocasse anche in precedenza. Un’altro gioco d’intrattenimento era costituito da un piccolo tavolo che appoggiava su zampe di toro e provvisto di un cassetto per riporvi i pezzi da gioco. Al centro del tavolo era disegnata una palma intorno al profilo della quale erano posizionati dei fori. Nel corso del gioco di cui non 1 Questo articolo lo trovi su Egitto Plus www.egittologia.net Giochi e giocattoli Paolo Bondielli conosciamo le regole, venivano infilati nei fori dieci bastoncini di avorio con testa di cane, cinque dei quali avevano orecchie diritte gli altri abbassate. Nella tomba di Hemaka risalente alla prima dinastia sono stati rinvenuti all’interno di uno scrigno dei dischi di alabastro, di ebano e di pietra provvisti di un buco in cui si dovevano far passare dei bastoncini. Affiancati a questi vi erano giochi più comuni come tiro al bersaglio e lancio di oggetti appuntiti contro uno zoccolo di legno. Non mancavano neppure i giochi tipici di forza che spesso consistevano semplicemente nel cercare di atterrare l’avversario. Una ristrettissima elite di persone, costituita da nobili, cortigiani e successivamente da ricchi commercianti si concedevano rilassanti battute di caccia nei ricchi possedimenti della corona. Un popolo ben lontano dallo stereotipo in cui lo si è voluto infilare a forza, che lo vedrebbe inerte a subire lo scorrere del tempo, un popolo invece allegro e pieno di voglia di vivere e di giocare… di poetare e di cantare alla propria bella… Colpisce come nessuno dei giochi indicati potesse essere svolto individual-mente, contrariamente a quello che avviene oggi dove la tecnologia esasperata sostituisce tristemente il “compagno di giochi”. Paolo Bondielli 2