Relazione - Provincia di Cosenza
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Relazione - Provincia di Cosenza
B1.3 Zonazione geologico tecnica in prospettiva sismica In questa carta sono stati rappresentati i terremoti di massima intensità sismica che hanno interessato i singoli comuni della Provincia di Cosenza. I dati sono stati ricavati dal Catalogo dei forti terremoti dell’Istituto Nazionale di Geofisica ed hanno permesso di individuare cinque classi di intensità sismica: 1. Intensità massima (MCS) > X 2. “ IX 3. “ VIII 4. “ VII 5. “ < VII Poiché è possibile definire il periodo di ritorno di un terremoto cioè il periodo intercorrente tra gli eventi sismici che hanno prodotto effetti della stessa intensità, si può avere un quadro sulla probabilità che un certo evento sismico con una data intensità si verifichi in un determinato intervallo di tempo (pericolosità sismica). L’attenta lettura di tale carta mostra che gli eventi sismici si distribuiscono lungo aree ben precise che coincidono con gli allineamenti tettonici (vedi carta geomorfologica), per cui è possibile distinguere aree relativamente tranquille da aree sismogeneticamente attive. La cartografia sismica sarà accompagnata nel progetto esecutivo da una serie di schede, una per ogni comune ed anche per alcune frazioni, in cui si potranno leggere le date degli eventi sismici, le intensità epicentrali, le intensità ai siti e la descrizione dei danni ai siti. Si riportano di seguito alcuni esempi di schede che evidenziano i terremoti più significativi della Provincia di Cosenza e la sismicità storica dei Comuni di Cosenza, Rende, Castrovillari, Rogliano e Trebisacce, rappresentativi delle diverse classi di sismicità. I TERREMOTI PIU’ SIGNIFICATIVI DELLA PROVINCIA DI COSENZA (Tabella riassuntiva) DATA Intensità Epicentrale (MCS) Intensità Massima (MCS) Imax ZONA EPICENTRALE 24/05/1184 9 IX Valle del Crati 5.9 27/03/1638 11 XI Valle del Savuto 6.9 08/06/1638 9-10 X Crotonese 6.7 05/02/1783 11 XI Stretta di Catanzaro 6.8 28/03/1783 11 XI Stretta di Catanzaro 6.9 08/03/1832 9-10 X Crotonese 6.5 12/10/1835 9 X Castiglione Cosentino 5.8 25/04/1836 9 X Calabria Settentrionale 6.2 I0 Lat. 39.26 Lat. 39.02 Lat. 39.17 Lat. 38.18 Lat. 38.47 Lat. 39.04 Lat. 39.20 Lat. 39.34 Long. 16.15 Long. 16.17 Long. 16.49 Long. 15.58 Long. 16.28 Long. 16.54 Long. 16.18 Long. 16.44 Me Magnitudo Equivalente SCHEDE DI SISMICITA’ PER SINGOLI COMUNI COMUNE DI COSENZA NOTIZIE SUGLI EFFETTI DI ALCUNI TERREMOTI STORICI BREVE DESCRIZIONE DEL DANNO AL SITO DATA EVENTO Io Is 24/05/1184 9.0 IX 27/03/1638 11.0 28/03/1783 11.0 VII La scossa fu molto forte e causò lesioni anche gravi agli edifici. 12/10/1835 9.0 VIII Il terremoto causò gravi danni: pochi edifici crollarono ma tutti gli altri furono notevolmente danneggiati. 12/02/1854 10.0 Una fonte coeva ricorda la rovina delle mura e degli edifici, sotto cui perirono molte persone e il vescovo Ruffo. VIII-IX La scossa causò gravissimi danni in molte abitazioni: i crolli totali furono 20, quelli parziali e gravi lesioni 587; morirono 25 persone. VIII Moltissime le case danneggiate e inabitabili, le rimanenti furono lesionate. Il terremoto causò la morte di 41 persone. Io = Intensità Epicentrale (MCS) Is = Intensità al sito (MCS) N.B. Oltre agli eventi sopra menzionati, il capoluogo comunale è stato interessato anche dai terremoti, di minore intensità, del 1638 (Is = VIII), 1743 (Is = IV-V), 1767 (Is = VII), 1805 (Is = IV-V), 1832 (Is = VI-VII), 1836 (Is = VI- VII), 1857 (Is= V), 1870 (Is = VII-VIII), 1873 (Is = II-III), 1887 (Is = V), 1894 (Is = IV), 1905 (Is = VII), 1907 (Is = IV), 1908 (Is = VI), 1910 (Is = IV-V), 1913 (Is = VI), 1930 (Is = IV), 1947 (Is = IV), 1978 (Is = IV), 1980 ( Is = IV-V). Dati generali Provincia Comune Rif. Topogr. (Foglio IGM) Frazioni COSENZA COSENZA 236 BORGO PARTENOPE, DONNICI INFERIORE, DONNICI SUPERIORE, SANT’IPPOLITO Altitudine (metri s.l.m.) Superficie (kmq) Abitanti (numero) Bacino idrografico principale Bacino idrografico secondario 238 37.24 86.664 Crati NOTE Densità di popolazione (num.abitanti/kmq) Reddito pro capite (milioni di lire) 2.327 ANDAMENTO POPOLAZIONE in espansione in calo X AGGIORNAMENTO DATI anno fonte dati 1991 ISTAT 1980 TCI Distanza dal Capoluogo di Provincia (km) - COMUNE DI RENDE NOTIZIE SUGLI EFFETTI DI ALCUNI TERREMOTI STORICI BREVE DESCRIZIONE DEL DANNO AL SITO DATA EVENTO Io Is 27/03/1638 11.0 IX La scossa causò il crollo di 139 case e la morte di 31 persone. 12/10/1835 9.0 VIII Il terremoto causò il crollo di alcuni edifici e danneggiò tutti i rimanenti; vi furono due morti. 12/02/1854 10.0 IX Crollarono interamente due quartieri. Le torri e i casolari sparsi nel territorio circostante crollarono completamente. Morirono 54 persone. 08/09/1905 10.0 VIII Il terremoto causò gravi danni all’abitato. Io = Intensità Epicentrale (MCS) Is = Intensità al sito (MCS) N.B. Oltre agli eventi sopra menzionati, il capoluogo comunale è stato interessato anche dai terremoti, di minore intensità, del 1783 (Is = VII-VIII), 1887 (Is = VI), 1908 (Is = V), 1947 (Is = IV), 1980 (Is = V). Dati generali Provincia Comune Rif. Topogr. (Foglio IGM) Frazioni COSENZA RENDE 236 ARCAVACATA, NOGIANO, QUATTROMIGLIA, SURDO Altitudine (metri s.l.m.) Superficie (kmq) Abitanti (numero) 474 54.79 30.946 Bacino idrografico principale Bacino idrografico secondario Crati NOTE Densità di popolazione (num.abitanti/kmq) Reddito pro capite (milioni di lire) 565 ANDAMENTO POPOLAZIONE in espansione X in calo AGGIORNAMENTO DATI anno Fonte dati 1991 ISTAT 1980 TCI Distanza dal Capoluogo di Provincia (km) 11 COMUNE DI CASTROVILLARI NOTIZIE SUGLI EFFETTI DI ALCUNI TERREMOTI STORICI DATA EVENTO Io 27/03/1638 11.0 Is BREVE DESCRIZIONE DEL DANNO AL SITO VII-VIII La scossa danneggiò gravemente l’abitato. Io = Intensità Epicentrale (MCS) Is = Intensità al sito (MCS) N.B. Oltre all’ evento sopra menzionato, il capoluogo comunale è stato interessato anche dai terremoti, di minore intensità, del 1783 (Is = VII), 1832 (Is = VI-VII), 1836 (Is = V), 1854 (Is = IV), 1857 (Is = V), 1887 (Is = V), 1905 ( Is = VI), 1908 (Is =V), 1913 (Is = V), 1930 (Is = III- IV), 1980 (Is = V), 1982 (Is = VI). Dati generali Provincia Comune Rif. Topogr. (Foglio IGM) Frazioni COSENZA CASTROVILLARI 221 VIGNE Altitudine (metri s.l.m.) Superficie (kmq) Abitanti (numero) 362 130.18 23.249 Bacino idrografico principale Bacino idrografico secondario Coscile NOTE Densità di popolazione (num.abitanti/kmq) Reddito pro capite (milioni di lire) 179 ANDAMENTO POPOLAZIONE in espansione X in calo AGGIORNAMENTO DATI anno Fonte dati 1991 ISTAT 1980 TCI Distanza dal Capoluogo di Provincia (km) 72 COMUNE DI ROGLIANO NOTIZIE SUGLI EFFETTI DI ALCUNI TERREMOTI STORICI DATA EVENTO Io Is 27/03/1638 11.0 X-XI BREVE DESCRIZIONE DEL DANNO AL SITO La scossa causò il crollo di gran parte delle case e rese inabitabili le rimanenti. Morirono 246 persone. Secondo un’altra fonte i morti furono 820 e 80 i feriti. Io = Intensità Epicentrale (MCS) Is = Intensità al sito (MCS) N.B. Oltre all’ evento sopra menzionato, il capoluogo comunale è stato interessato anche dai terremoti, di minore intensità, del 1783 (Is = VII), 1832 (Is = VII), 1854 (Is = VII), 1870 (Is = VII-VIII), 1887 (Is = V), 1905 ( Is = VII), 1908 (Is =VI), 1913 (Is = V), 1980 (Is = IV). Dati generali Provincia Comune Rif. Topogr. (Foglio IGM) Frazioni COSENZA ROGLIANO 236 BALZATA, SALIANO Altitudine (metri s.l.m.) Superficie (kmq) Abitanti (numero) 660 41.36 5.819 Bacino idrografico principale Bacino idrografico secondario Savuto NOTE Densità di popolazione (num.abitanti/kmq) Reddito pro capite (milioni di lire) 141 ANDAMENTO POPOLAZIONE in espansione in calo X AGGIORNAMENTO DATI anno Fonte dati 1991 ISTAT 1980 TCI Distanza dal Capoluogo di Provincia (km) 18 COMUNE DI TREBISACCE NOTIZIE SUGLI EFFETTI DI ALCUNI TERREMOTI STORICI DATA EVENTO Io Is BREVE DESCRIZIONE DEL DANNO AL SITO 23/11/1980 10.0 V Non si hanno descrizioni degli effetti. Io = Intensità Epicentrale (MCS) Is = Intensità al sito (MCS) N.B. Oltre all’evento sopra menzionato, il capoluogo comunale è stato interessato anche dai terremoti, di minore intensità, del 1913 (Is = IV). Dati generali Provincia Comune Rif. Topogr. (Foglio IGM) Frazioni COSENZA TREBISACCE 222 Altitudine (metri s.l.m.) Superficie (kmq) Abitanti (numero) 73 26.65 8.738 Bacino idrografico principale Bacino idrografico secondario Saraceno NOTE Densità di popolazione (num.abitanti/kmq) Reddito pro capite (milioni di lire) 328 ANDAMENTO POPOLAZIONE in espansione X in calo AGGIORNAMENTO DATI anno Fonte dati 1991 ISTAT 1980 TCI Distanza dal Capoluogo di Provincia (km) 86 La realizzazione della carta di zonazione, in assenza dell' esecuzione di specifiche indagini sismiche a rifrazione, si basa sui valori attribuiti alle diverse formazioni secondo la seguente tabella: La stima della velocità delle onde S nel substrato può essere ricavata utilizzando la relazione: dove σ è il coefficiente di Poisson dello strato, mediamente uguale a 0.25 nelle rocce e 0.35 nei terreni sciolti. I valori più bassi per ogni litotipo si riferiscono al caso di maggiore fratturazione o minore addensamento. Successivamente si può derivare il parametro rigidità (R); è ormai indiscusso che tale parametro è strettamente legato all' incidenza dei danni causati da un terremoto. Tale zonazione, quindi, oltre che pervenire ad una graduazione della risposta sismica dei terreni, nel senso di un aumento dell' incremento di intensità sismica col fattore di incremento sismico fc decrescere del fattore rigidità (R = Vs x γ) che definisce le zone a risposta sismica omogenea. Nella fattispecie, la realizzazione della carta di zonazione sismica è stata costruita adottando lo studio proposto da (Carrara E., Rapolla A., 1985) che prende in considerazione due valori estremi di rigidità, quello che compete alle rocce rigide e quello che compete ai terreni estremamente sciolti; per le rocce rigide R può raggiungere valori superiori a 1.5 (Vs = 0.7 Km/sec; γ = 2.2 T/m3) mentre per i terreni sciolti R può anche essere minore di 0.1 (Vs = 0.09 Km/sec; γ = 1.1 T/m3). Si può pensare che quest' ultimo valore comporti un incremento fc, rispetto al primo, del coefficiente di intensità sismica pari al 30%; ciò in considerazione del fatto che tale limite corrisponde al massimo incremento previsto dalla legge per il coefficiente di fondazione ε che, entra con c (ricordando che c = (S-2/)100 dove S rappresenta la categoria sismica) nel calcolo del coefficiente sismico K. Nella prassi corrente i fattori di incremento del coefficiente di fondazione assumono, a seconda del tipo di terreno, i valori di 1, 1.1, 1.2 e 1.3. Accettando tale limite di incremento anche per fc, si può considerare il grafico seguente: 1,3 y = -0,2143x + 1,3214 1,2 1,1 1 0 0,5 1 1,5 rigidità sismica R Relazione empirica tra rigidità R=(Vs γ) e fattore d' incremento fc del coefficiente d’intensità sismica c. linea tratteggiata: intervalli di valori di rigidità per i quali sono applicabili fattori d’incremento fc costanti (da Carrara, Rapolla, 1987). Adottando per valori di R inferiori a 0.1 il valore di fc = 1.3 e per quelli superiori o uguali a 1.5 il valore fc = 1, cioè in quest’ultimo caso nessun incremento. Al fine della costruzione della carta di zonazione sismica, il territorio dovrà essere suddiviso in classi omogenee, per cui, linearizzando per intervalli il grafico su esposto possiamo costruire la seguente suddivisione che verrà riportata in legenda nella carta di zonazione: Intervallo 1 2 3 4 R >1.5 1. 5 – 0.4 0.4 – 0.1 < 0.1 fc 1.0 1.1 1.2 1.3 Riportato sulla legenda della carta Complesso litoide Complesso sedimentario terrigeno Complesso eterogeneo e flysch Materiale di copertura E’ da aggiungere che con questa procedura, che lega direttamente gli incrementi di intensità sismica c alla rigidità sismica sperimentale determinata da (R = Vs γ), si prescinde dalla presenza di falda idrica nell’ambito dello spessore di terreno considerato. Nella carta di zonazione sono state anche evidenziate aree in cui sono presenti strutture morfotettoniche nelle quali sono possibili fenomeni di amplificazione sismica che andranno valutate in maniera puntuale (aree in frana e faglie). La valutazione di tale incremento verrà effettuata mediante l' applicazione della seguente formula: n = 1.67 (log R0 - log Rn), dove R0 rappresenta la rigidità attribuita ad un litotipo di riferimento ascrivibile al granito integro (R0 = 10), Rn la rigidità calcolata mediante l' esecuzione di prospezioni sismiche a rifrazione sul sito di interesse, mentre 1.67 rappresenta un coefficiente statisticamente determinato. La zonazione del territorio provinciale in funzione della rigidità sismica e quindi dell' incremento sismico, a cui si fa riferimento nel presente studio, dà valori attendibili alla scala dello strumento urbanistico di riferimento, mentre la sua attuazione in fase di piani o interventi particolareggiati presuppone dettagli ulteriori, sulla scorta di indagini coerenti all' entità delle realizzazioni previste in progetto. In conclusione, le metodologie su esposte, finalizzate ad operare una zonazione del territorio basata sugli incrementi sismici, pur se suscettibili di ulteriori affinamenti, anche sulla base delle esperienze che via via si stanno accumulando, rappresentano un criterio efficace per la quantizzazione del rischio sismico a scala locale e sono, in ogni caso, uno strumento indispensabile per la tutela e salvaguardia del territorio. IL RISCHIO SISMICO E’ ormai riconosciuto alla Calabria il triste primato di essere considerata una tra le zone a più intensa attività sismica d’Italia e probabilmente dell’Area Mediterranea, come può desumersi dall’intensa storia sismica che la riguarda, dalla sua evoluzione geodinamica, dall’analisi dei movimenti che ha subìto e subisce attraverso gli studi di neotettonica. Le cronache calabresi sono ricche di notizie relative a catastrofici eventi sismici che in passato hanno a più riprese sconvolto l’assetto non solo fisico, ma anche sociale della regione. La presenza di aree caratterizzate da un’elevata densità di popolazione, lo stato di assoluta vulnerabilità di cui sono segnati la maggior parte degli antichi nuclei abitati (posizione di vetta di molti centri storici, tipologie edilizie vetuste e con scadenti qualità delle murature, maglia urbanistica dei centri abitati stretta e ingolfata, stratificazioni edilizie mascherate, ecc.), caratteristiche morfologiche e idrogeologiche variamente combinate, contribuiscono ad identificare la regione come quella a maggiore rischio sismico d’Italia, regione in cui il fenomeno terremoto è in grado di esercitare un’influenza molto più marcata e duratura sulle popolazioni, sulle attività sociali ed economiche, sullo svolgimento quotidiano della vita collettiva in generale. E’ appena sufficiente ricordare le grandi catastrofi che periodicamente hanno segnato la vita della regione, provocando centinaia di migliaia di vittime, e che hanno avuto un’intensità e una distribuzione tale che praticamente nessuna località della Calabria può dirsi esente dall’aver subìto almeno una volta un terremoto del 9° della scala Mercalli: 968, Rossanese 10°; 1184, Cosenza 10°; 1638, Nicastro 10°; 1659, Soriano/Pizzo C. 10°; 1783, serie di sei scosse violentissime, tra il 9° e l’11°,con epicentro nella Calabria centrale e meridionale tirrenica; 1832, Crotonese 10°; 1870, Cosenza 10°; 1905, Pizzo Calabro 10°; 1908, Reggio e Messina 11°. Queste considerazioni sono ancora più evidenti se si considera il quadro calabrese nel contesto geodinamico del Mediterraneo: la Calabria si trova infatti in una posizione molto particolare di “giuntura” tra due settori della crosta terrestre caratterizzati da un moto relativo convergente, cioè che si spostano lentamente l’uno verso l’altro (moto di collisione); questa situazione è all’origine dei complessi che determinano un accumulo di tensioni elastiche all’interno delle masse litoidi che costituiscono l’ossatura dell’Arco Calabro, vale a dire una progressiva deformazione nelle masse rocciose che costituiscono il sottosuolo dell’area. Una volta raggiunto il limite di resistenza alla rottura, caratteristico dei vari tipi di materiali, le rocce si rompono, liberando di colpo tutte le tensioni accumulate sotto forma anche di onde elastiche, che si propagano dalla zona di rottura fino in superficie, dando origine al ben noto fenomeno del terremoto. Ma un terremoto, per quanto possa sembrare imprevedibile (e in buona parte lo è) può anche essere studiato, analizzato, per comprendere le modalità e i processi che presiedono alla deformazione delle masse rocciose prima, e alla conseguente liberazione di energia elastica sotto forma di vibrazioni del suolo dopo, per definire l’entità delle energie che possono essere rilasciate, per individuare le condizioni che rendono più probabile il verificarsi dell’evento sismico in un certo luogo e in un determinato momento. Per fare ciò occorre però disporre di tutta una serie di conoscenze e di informazioni che devono necessariamente pervenire dalla ricerca scientifica. Ed evidentemente per giungere a risultati pratici e di immediata applicazione è richiesto il passaggio attraverso tutta una serie di studi, anche a carattere teorico e generale. La conoscenza dei grandi fenomeni geologici e tettonici, che hanno interessato e interessano la Calabria e il Mediterraneo, e dei processi fisici che sono responsabili della deformazione e rottura delle rocce sono certamente aspetti molto complessi e di difficile interpretazione dal punto di vista delle applicazioni operative; ma una loro ulteriore comprensione può consentire di migliorare le informazioni disponibili, come la localizzazione degli ipocentri dei terremoti. Questo è un altro importantissimo aspetto nel contesto delle attività che devono essere potenziate se si vuole giungere ad una seria e realistica possibilità di difesa dai terremoti; e va considerato che una efficace difesa del rischio sismico si traduce non solo in termini di vite umane salvate, ma significa anche e soprattutto salvaguardare la qualità della vita. Una corretta e attendibile localizzazione dei terremoti che si verificano in una regione o con maggiore frequenza in una parte di essa viene realizzata mediante l’utilizzo di una rete sismografica di elevata affidabilità, e non può prescindere dalla conoscenza quanto più approfondita della composizione geologica e dell’andamento stratigrafico del sottosuolo, anche a notevoli profondità: emerge quindi l’importanza delle informazioni sulla storia geologica e sull’assetto tettonico di una regione. Inoltre una precisa determinazione ipocentrale e il controllo nel tempo del regime sismico costituiscono la base per l’individuazione delle eventuali strutture geologiche attive, responsabili dell’attività sismica nell’area in esame, e per la loro classificazione in termini di pericolosità sismica, relativa cioè alle modalità di rilascio dell’energia e alla stima del potenziale energetico che può essere attribuito ad ogni faglia (carte sismotettoniche e sismogenetiche).