Impresa al femminile

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Impresa al femminile
DOSSIER: L’IMPRENDITORIA FEMMINILE
Premessa
Non esiste una definizione univoca di impresa femminile. Quasi sempre però vengono
utilizzati i parametri previsti dalla Legge 215/92 che considera IMPRESE FEMMINILI:
•
•
•
LE IMPRESE INDIVIDUALI purchè il titolare sia donna
LE SOCIETA’ DI PERSONE e cooperative laddove siano costituite da donne
almeno per il 60% indipendentemente dalle quote di capitale detenute
LE SOCIETA’ DI CAPITALI in cui le donne siano titolari di almeno 2/3 delle quote
di partecipazione e in cui gli organi di amministrazione siano costituiti da donne
per almeno i 2/3.
Le imprese femminili: un'avventura ancora giovane
Alla fine del 2007 le imprese femminili attive in Italia erano 1.243.192, poco più del
24% di tutto il sistema d'impresa, ancora inferiore in rapporto al tasso di occupazione
femminile. Si tratta di una quota bassa rispetto all’incidenza della popolazione
femminile attiva sul totale della popolazione attiva e del tasso complessivo di
occupazione femminile.
In Italia, infatti lavora il 46,4 % della popolazione femminile, contro il 68,6% degli
uomini.
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Si escludono da questa statistica le casalinghe, che ad oggi non sono considerate
ufficialmente lavoratrici. Si tratta del penultimo tasso di occupazione femminile in
Europa: solo Malta ha un indice più basso. I dati fanno parte dell'ultimo rapporto
dell'Istat "100 statistiche per capire il paese in cui viviamo".
Tuttavia le imprese gestite da donne sono in aumento, tra dicembre 2003 e dicembre
2007, con una percentuale pari al 5,84%, (il 2,25% in più rispetto alla crescita del
totale delle imprese, pari al 3,59%), a conferma della maggiore dinamicità di questa
tipologia di attività imprenditoriale e nel 2009 hanno resistito meglio rispetto ai colleghi
uomini (-1,2%, pari a 10.130 unità in meno, contro il -1,6%).
Nei Paesi sviluppati la quota di imprese al femminile rispetto al totale delle imprese è
storicamente di gran lunga superiore che in Italia (fonte Università di Milano Bicocca,
su dati OCSE). Questa differenza è stata valutata, sempre dall’OCSE, come una delle
motivazioni delle difficoltà di crescita che l’economia italiana incontra in rapporto agli
altri Paesi sviluppati: viene infatti considerato un elemento di debolezza dell’economia
italiana il fatto che in Italia non si riescano a creare le condizioni attraverso le quali la
metà della popolazione, quella femminile, possa dare un contributo di capacità, di idee,
di motivazioni, di lavoro nelle iniziative d’impresa pari a quello della metà maschile.
Da considerare anche il fatto che, nel nostro Paese, il tasso di scolarità femminile è
mediamente superiore a quello maschile. Pertanto il contributo di sapere e l’apporto di
competenze elevate nel mondo dell’economia e del lavoro da parte delle donne
dovrebbe rispecchiare questo dato.
Fonte: www.invalsi.it/invalsi/ri/Pisa2009/documenti/OCSE-PISA2009_slide.pdf
A partire dalla metà degli anni 80, si è aperto nel nostro Paese un dibattito su questo
problema, anche in ragione del fatto che in diversi campi dell’economia, le pur rare
dirigenti d’impresa donna, hanno ottenuto successi e riconoscimenti. Valga per tutti i
possibili esempi, prima il dibattito aperto in quegli anni sull’operato e la figura di Marisa
Bellisario (Ceva 1935 – Torino 1988) , manager del’Italtel, e poi la storica attività della
Fondazione che porta il suo nome.
La stragrande maggioranza delle imprese femminili oggi esistenti è stata dunque
costituita dopo il 1980 e oltre 430.000 nel decennio 1990-1999. Solo 901 sono le
imprese guidate da donne iscritte al Registro Imprese prima del 1940. Le più "mature"
appartengono al settore del commercio.
Risalenti invece al 1940-1949 sono solo 1.288 aziende, le più numerose delle quali
operano nelle attività immobiliari. Al decennio successivo appartengono 4.598 imprese,
delle quali 1.853 operano nel commercio, che nel complesso risulta essere è il settore
imprenditoriale femminile più consolidato e longevo (Fonte Unioncamere).
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I dati statistici riportati qui di seguito sono tratti dal 2°Rapporto di Nazionale di
Unioncamere sull’imprenditoria femminile.
La distribuzione geografica dell’imprenditoria femminile
Centro e Mezzogiorno restano le aree a maggior diffusione delle imprese femminili,
probabilmente a causa delle maggiori difficoltà che le donne hanno a trovare impiego
nel lavoro dipendente o per la tendenza ad intestare alle donne imprese che, in realtà,
vedono la partecipazione, magari come secondo lavoro, anche del marito e di altri
familiari. Tuttavia si nota la tendenza a una maggior diffusione anche nelle regioni
settentrionali. Nell’ultimo quinquennio, gli incrementi più significativi si registrano nel
Lazio (+10,92%), in Sardegna (+7,88%), in Lombardia (+8,60%), in Campania
(+7,66%), in Calabria (+6,64%), in Sicilia (+6,59%). Al contrario, le variazione
percentuali negative più significative hanno interessato Molise (-2,91%), Valle d'Aosta
(-2,79%), Basilicata (-1,78%).
A livello provinciale, a fine 2007, è Roma la provincia con il più elevato numero di
imprese femminili in valore assoluto (61.584), seguita da Napoli (59.725) e Milano
(57.199). Si riducono le imprese femminili a Campobasso (-3,60%), Imperia (-3,30%),
Aosta (2,79%), Matera (-1,80%), Cuneo (-1,76%), Potenza (-1,76%), Pordenone (1,50%).
Il Piemonte nel 2010 vantava complessivamente oltre 111mila imprese
guidate da donne (3mila in più rispetto a cinque anni prima).
Aumentano le imprenditrici nei settori a tradizionale prevalenza maschile
Se i tassi di femminilizzazione (la percentuale di imprese femminili sul totale) più elevati
si registrano ancora in settori più tradizionalmente caratterizzati dalla presenza delle
donne (Altri servizi pubblici, 49,34%; sanità e altri servizi sociali, 41,95%; alberghi e
ristoranti, 33,65%; Agricoltura, 29,30%), forte è la tendenza da parte delle
imprenditrici ad inserirsi anche in ambiti che tradizionalmente appaiono appannaggio
degli uomini. Le variazioni percentuali più elevate si registrano infatti nella produzione
di energia (+59,39%) e nelle costruzioni (+34,50%), oltre che nella sanità (+34,53%).
Bene anche i servizi alle imprese e attività immobiliari (+24,74%) e i trasporti
(+23,32%). Rallenta l'incremento delle imprese manifatturiere (+1,15%) e di quelle del
commercio (+4,01%). Si riduce ulteriormente l'agricoltura (-4,74%), ma ad un ritmo
meno insistito di quanto avvenga nel complesso delle imprese (-6,70%).
Forme giuridiche: come si strutturano le imprese a prevalenza femminile
Una caratteristica dell'imprenditoria femminile è il grande numero di imprese
individuali. Il ricorso a questa forma giuridica risulta comunque stabile nel tempo; tra il
2003 ed il 2007, infatti, le imprese individuali femminili sono passate da 867.607 a
868.299, con un incremento di solo lo 0,08%.
Al contrario, le società di capitali hanno conosciuto un vero "boom", passando da
62.000 a 113.887, con un aumento dell'83,69%. Aumenti consistenti riguardano anche
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i consorzi (+39,09%), le "altre forme" (+15%), le cooperative (+13%) e le società di
persone (+6%).
32mila imprese di donne immigrate in Italia
Particolarmente significativo il contributo delle donne non italiane all'espansione delle
ditte individuali guidate da donne. Le cinesi si confermano di gran lunga le più
numerose (sono oltre 11mila, in crescita addirittura del 111% rispetto a cinque anni
fa), seguite dalle marocchine (3.438 unità), dalle rumene (3.429 unità).
INIZIATIVE DI SOSTEGNO
Per accompagnare lo sviluppo e la partecipazione delle donne alle attività d’impresa
sono nate, negli ultimi 20 anni, diverse iniziative di studio e di indagine del fenomeno,
di formazione per le imprenditrici o aspiranti tali. Presso ogni camera di commercio,
quindi in ogni provincia, oggi esistono i “Comitati per l’Imprenditoria Femminile” con il
compito di promuovere iniziative per lo sviluppo dell'imprenditorialità femminile
attraverso indagini finalizzate, sperimentare progetti a sostegno delle donne
imprenditrici nonché facilitare l'accesso al credito e la qualificazione imprenditoriale
femminile mediante azioni sinergiche tra enti, pubblici e privati.
Unioncamere Piemonte, l’associazione delle Camere di Commercio di ogni Provincia
piemontese (8), gestisce tre programmi regionali a favore dell’imprenditoria
femminile cofinanziati dal Ministero dello sviluppo economico; sulla base di tali
programmi ha dato vita, in qualità di ente attuatore, a una rete di sportelli tuttora attivi
su tutto il territorio regionale. I tre programmi prevedono che presso le Camere di
Commercio le donne possano ottenere:
1) assistenza tecnica e manageriale a favore dell’imprenditoria
femminile a rischio di continuità aziendale;
2) consulenza per progetti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro
(ai sensi dell’art. 9 della L. 53/2000, come modificato dall’art. 38 della L.
69/2009) a disposizione delle imprenditrici che desiderano usufruire di sostegno
economico per il part time, il telelavoro e la figura di sostituzione;
3) attività di “mentoring”. Si tratta di un percorso dedicato alla formazione
delle nuove imprenditrici attraverso la condivisione di conoscenze ed esperienze
(mentoring appunto) da parte di imprenditrici già affermate sul mercato.
Maggiori approfondimenti su:
www.regione.piemonte.it/lavoro/imprendi/imprendi/femminile.htm
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La legislazione di sostegno e gli incentivi economici
Nel 1992 viene varata la principale legge di sostegno all’imprenditorialità femminile.
Oggi questa legge non è dotata di finanziamenti, (non attiva secondo la terminologia
usata da FINPIEMONTE sui propri documenti e sul proprio sito), ma potrebbe essere in
futuro emanato un nuovo bando dal Ministero dello Sviluppo Economico e rimane il
punto di riferimento per i piani regionali di sostegno previsti all’art.6 della suddetta
legge e per le legislazioni regionali di sostegno ancora oggi attive, tra cui la legge
regionale 12 del 2004, tutt’oggi in vigore in Piemonte, consultabile sul sito di
Finpiemonte.
In ogni caso la legge prevede che tutte le domande di finanziamento vengano
inoltrate tramite le Regioni ed è quindi opportuno consultare periodicamente il sito di
Finpiemonte.
Inoltre le imprese che rientrano nella definizione di “Imprese al femminile” possono
accedere a tutte le altre leggi di incentivo previste per il sostegno delle imprese
secondo i vari settori: le imprese che hanno tali caratteristiche seguono corsie
preferenziali nell’accesso agli incentivi esistenti, come ad esempio per la legge 34/2008,
dove le imprese a titolarità o a prevalente partecipazione femminile sono considerate
prioritarie.
Documentazione
Presentiamo qui di seguito, in sintesi, i principali elementi della Legge 215/92 e, di
seguito, della L.R. 12/04
La Legge 215/92
Soggetti beneficiari
Possono usufruire delle agevolazioni le piccole imprese a
gestione prevalentemente femminile:
• per le ditte individuali il titolare deve essere donna
• per le società di persone e le cooperative almeno il
60% dei soci deve essere costituito da donne
• per le società di capitali almeno i 2/3 delle quote
devono essere detenute da donne e l'organo di
amministrazione deve essere composto da donne
per almeno i 2/3.
Le piccole imprese devono possedere i seguenti requisiti:
meno di 50 dipendenti; fatturato inferiore a 7 milioni di
Euro o totale di bilancio inferiore a 5 milioni di Euro;
indipendenza da imprese "partecipanti".
Finanziamento a fondo perduto e agevolato
Una parte del finanziamento sarà concesso a fondo perduto
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(senza obbligo di restituzione) e una parte a tasso agevolato
dello 0,5% da restituire in 10 anni.
Iniziative ammissibili
I finanziamenti possono essere concessi nei settori industria,
artigianato, agricoltura, commercio, servizi e turismo, per i
seguenti motivi:
•
•
•
•
avvio di nuove attività
acquisizione di attività preesistenti
progetti aziendali innovativi
acquisizione di servizi reali.
Spese ammissibili
Nel caso di avvio di nuove attività di acquisizione di
attività preesistente e di realizzazione di progetti innovativi,
sono considerate ammissibili le spese per: impianti generali;
macchinari e attrezzature; acquisto di brevetti; acquisto di
software; opere murarie e relativi oneri di progettazione e
direzione lavori, studi di fattibilità e piani d'impresa.
Nel caso di acquisizione di servizi reali, le spese ammissibili
sono quelle sostenute per l'acquisto di uno o più servizi
forniti da: imprese e società anche cooperative iscritte al
registro delle imprese; enti pubblici e privati con
personalità giuridica; professionisti iscritti ad un albo
professionale.
I beni possono essere acquisiti direttamente o tramite
leasing e devono essere tutti di nuova fabbricazione esclusi
quelli rientranti nell'acquisto di attività preesistente.
Spese non ammissibili
Acquisto di minuterie ed utensili di uso manuale comune;
spese per manutenzione ordinaria; acquisto di beni di uso
promiscuo (ad es. personal computer portatili, autovetture,
cellulari, ecc); scorte di materie prime, semilavorati e
materiali di consumo; acquisto di terreni e fabbricati; beni
usati (ad eccezione del caso di acquisto di attività
preesistente; avviamento; mezzi targati di trasporto merci.
Entità delle agevolazioni
L’aiuto concesso dalla legge 215 dipende, oltre che
dall’investimento, anche dalla regione in cui si realizza il
programma, dalla suddivisione delle spese tra le diverse
tipologie, dal momento temporale.
Nel territorio piemontese ad esempio, le agevolazioni
prevedono contributi in conto capitale fino a un massimo
del 15% degli investimenti considerati ammissibili.
In alternativa le imprese possono optare per il regine "de
minimis" con il quale è prevista una agevolazione massima
pari al 50% delle spese ammissibili.
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Criteri di priorità
Per l'erogazione dei contributi sono stati individuati dei
criteri di priorità: - nuovi occupati rispetto agli investimenti
ammessi; - nuova occupazione femminile rispetto agli
investimenti ammessi; - nuovi investimenti rispetto agli
investimenti totali; - partecipazione femminile nell'impresa;
- certificazioni ambientali e/o di qualità e programmi
finalizzati al commercio elettronico.
Le graduatorie vengono poi articolate in macro-settori:
agricoltura; manifatturiero e assimilati; commercio, turismo
e servizi .
Domande
La legge 215 opera con un meccanismo, detto “a bando”.
Ciò vuol dire che il Ministero delle Attività produttive
dichiara che è possibile presentare domanda di contributo,
a partire da un determinato giorno e fino ad una data di
chiusura termini.
Le domande per ottenere le agevolazioni devono essere
presentate alla propria Regione entro le date previste dai
bandi.
Tempi tecnici
Le graduatorie delle aziende che hanno ottenuto il
finanziamento sono emesse entro 90 giorni dalla scadenza
del termine del bando e sono predisposte dalla Regione o
dalla Provincia Autonoma di competenza e pubblicate dal
Ministero delle Attività Produttive sulla Gazzetta Ufficiale.
Ciascuna amministrazione adotta e comunica i
provvedimenti di concessione alle imprese entro 30 giorni
da tale pubblicazione.
Erogazione dei contributi
I contributi vengono erogati in due quote sul conto corrente
aziendale: la prima quota, pari al 30% del contributo, viene
erogata in corrispondenza della realizzazione del 30%
dell'investimento o anticipata; la seconda quota, pari al saldo
del contributo, viene erogata in corrispondenza della
completa realizzazione dell'investimento (non oltre 24 mesi
successivi alla data del decreto di concessione del
contributo).
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La Legge regionale 12/2004
Finalità e obiettivi
L’iniziativa prevede l’utilizzo del Fondo di garanzia, già
costituito ai sensi dell’ articolo 8 della l.r. 12/2004 a favore
dell’ imprenditoria femminile, esteso con l’art. 30 della l.r.
9/2007 all’imprenditoria giovanile e finalizzato a favorire
l’accesso al credito di piccole imprese che promuovono
progetti di importo non inferiore a Euro 5.000,00 e non
superiore a Euro 40.000,00, IVA esclusa.
Soggetti beneficiari
Possono accedere ai benefici del predetto Fondo di garanzia
le piccole imprese femminili e giovanili operanti nei settori
ammessi dal Regolamento n. 1998/2006 (“De minimis”),
iscritte al Registro Imprese ed aventi sede legale ed
operativa nel territorio della Regione Piemonte.
Le imprese a prevalente partecipazione femminile devono
essere così formate:
- imprese individuali: il titolare deve essere donna;
- società di persone e cooperative: almeno il 60% dei soci
devono essere donne;
- società di capitali: almeno i 2/3 delle quote di capitale
devono essere detenute da donne e l’organo di
amministrazione deve essere composto da donne per
almeno i 2/3.
Le imprese a prevalente partecipazione giovanile devono
essere così formate:
- imprese individuali: il titolare deve essere un giovane di
età tra i 18 a 35 anni;
- società di persone e cooperative: almeno il 60% dei soci
devono essere giovani di età tra i 18 a 35 anni;
- società di capitali: almeno i 2/3 delle quote di capitale
devono essere detenute da giovani di età tra i 18 a 35 anni e
l’organo di amministrazione deve essere composto da
giovani di età tra i 18 a 35 anni per almeno i 2/3.
Nel caso in cui, successivamente alla domanda di
agevolazioni, all’ impresa richiedente subentri un’ altra, a
seguito di fusione, scissione, conferimento o cessione
d’azienda, la nuova impresa potrà continuare ad usufruire
dell’intervento del Fondo, subordinatamente al rispetto delle
seguenti condizioni, pena l’estinzione anticipata del
finanziamento e la corresponsione dell’equivalente del
beneficio:
1) mantenimento dei requisiti di “prevalente partecipazione
femminile” o di “prevalente partecipazione giovanile” e
“dimensione di piccola impresa”, previa accertamento di
solvibilità;
2) subentro della nuova impresa nel pagamento del prestito;
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3) continuazione dell’attività nel caso di spese per
investimenti conservazione dei medesimi.
Le
piccole
imprese
beneficiarie
devono
essere
finanziariamente sane e con solide prospettive.
Finanziamento a fondo perduto e agevolato
Non vi sono finanziamenti a fondo perduto ma solo
agevolazioni sul finanziamento.
Spese ammissibili
Progetti di importo compreso tra € 5.000,00 ed € 40.000,00,
sintetizzabili in:
a) acquisto di Hardware e Software;
b) acquisto di macchinari, attrezzature, impianti e arredi;
c) acquisto di autonegozi e automezzi per trasporto di cose
inerenti l’attività aziendale (è escluso l’acquisto di veicoli per
il trasporto di merci su strada da parte di soggetti beneficiari
che effettuano trasporto di merci su strada per conto terzi);
d) opere murarie, impianti elettrici, idraulici e
ristrutturazioni murarie in genere;
e) spese in conto gestione (materie prime, semilavorati,
prodotti finiti, merci destinate alla rivendita, spese per
locazione, formazione e qualificazione del personale,
prestazione di servizi);
f) spese generali nel limite del 10% della spesa complessiva
ritenuta ammissibile.
Entità delle agevolazioni
Garanzia gratuita sull’80% di un finanziamento agevolato, di
importo compreso tra € 5.000,00 e € 40.000,00 a tasso Euribor
3 mesi + 1,25 punti di spread, erogato da una banca
convenzionata con Finpiemonte e della durato o di 36 mesi
(di cui 6 di preammortamento), con rimborsi trimestrali, per
un importo massimo di € 20.000,00 o di 60 mesi (di cui 12 di
preammortamento), con rimborsi trimestrali, per un importo
massimo di € 40.000,00.
Criteri di priorità
Non sono definiti particolari criteri di priorità
Domande
La Legge Regionale 12/04 è operativa ed i fondi sono
disponibili, si può quindi presentare domanda in qualunque
momento fino a nuova disposizione. Le domande devono
essere presentate via Internet compilando i moduli
telematici presenti sul sito www.finpiemonte.info.
La versione cartacea della domanda, messa a disposizione
dal sistema a conclusione della compilazione online, deve
essere stampata, sottoscritta dal rappresentante legale
dell’impresa
e
inviata,
necessariamente
tramite
raccomandata A/R e insieme a tutti gli allegati obbligatori, a
Sportelli provinciali per la creazione di impresa
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Finpiemonte S.p.A. (Galleria San Federico, 54 – 10121
Torino) entro cinque giorni dall’invio telematico.
Tempi tecnici
Le domande sono esaminate da un Comitato tecnico istituito
presso Finpiemonte.
In caso di valutazione positiva del Comitato, Finpiemonte
richiede la necessaria delibera alla banca finanziatrice.
La concessione della garanzia avviene in seguito
all’approvazione del Comitato tecnico e della banca
prescelta.
Erogazione dei contributi
Il finanziamento viene erogato in un’unica soluzione
dall’Istituto di credito al ricevimento della concessione della
garanzia da parte di Finpiemonte.
L’impresa deve presentare il rendiconto nei 30 giorni
successivi alla data di conclusione del progetto, che deve
terminare entro 24 mesi dalla data di erogazione del
finanziamento.
LINK UTILI
Azioni positive per l'imprenditoria femminile
Testo di legge 215/92
Programma regionale
La figura di sostituzione
Che cos'è
Presentazione di candidatura al servizio di “figura di sostituzione"
Sportelli di assistenza
Servizi di assistenza tecnica e manageriale a favore dell’imprenditoria femminile a
rischio di continuità aziendali
Protocollo d' intesa a sostegno dell' imprenditoria femminile
Informazione e supporto alla diffusione della cultura di conciliazione dei tempi di vita e
dei tempi di lavoro
Elenco degli sportelli
Sportelli provinciali per la creazione di impresa
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