Il giorno del Ringraziamento
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Il giorno del Ringraziamento
Autore: Mirella De Cortes Titolo : Il giorno del Ringraziamento Una violenta scampanellata mi buttò giù dal letto. Mia mamma, 83 anni appena compiuti, fece irruzione in casa con la violenza di un tornado e, agitatissima e ansimante, si lasciò cadere come un peso morto sul divano ”Iiih no è possibile custu dannu, po’caridade ‘e Deus ita m’e suzzediu! Ohi ‘ta dannu!“1 Quando mia mamma parla in sardo mescolando le due varianti logudorese e campidanese (lingue rispettivamente d’infanzia e d’adozione) e fabbricando un linguaggio comprensibile solo a pochi intimi, vuol dire che è successo qualcosa di serio. “Che c’è? Ti hanno scippata? Hai perso il borsellino..?” “Assumancu fessidi…” 2 e si contorceva incrociando le dita a mò di preghiera scuotendo la testa con gli occhi spiritati “Peusu, meda peusu, mi d’anta fattu unu bellu arregalu custa notte. M’anta furau sa macchina!3.” Ahh... le avevano rubato la macchina. Brutta faccenda. L’auto in questione era una 500 classe 1995 che vantava una serie di nuove frizioni perché la guida di mamma prevedeva il piede sinistro ben poggiato sulla frizione “per ogni evenienza”, un motore che generava un rumore più simile alla centrifuga della lavatrice che ad un’automobile, una carrozzeria “alquanto vissuta” perché nelle retromarce mia mamma dava il meglio di sè come autista ma…- e qui stava il vero problema - mamma nutriva per quella macchinetta un affetto particolare e guai a pensare di cambiarla: lei sapeva guidare solo quella. Un insano legame affettivo che, a detta di tutta la famiglia, poteva spiegarsi solo con la probabilità che la macchina possedesse al suo interno tutti i percorsi memorizzati dato che mamma faceva sempre le stesse tratte e se doveva andare in posti sconosciuti della città la si doveva accompagnare. Una specie di pilota automatico insomma. Il suo furto, pertanto, lasciva un vuoto incolmabile, quasi fosse un decesso. “Magari l’avranno rubata per farci un giro, una bravata –azzardai- magari la troveremo parcheggiata qui vicino… intanto ci conviene andare dai carabinieri per 1 Non è possibile …per carità…cosa mi è successo…che guaio! Almeno fosse… 3 Peggio, molto peggio, mi hanno fatto un bel regalo questa notte, mi hanno rubato la macchina! 2 fare la denuncia” “Ihhhh! Est berus!4 Non ci avevo pensato, che se fanno qualche rapina la macchina è intestata a me!” Una rapina? Con quella macchina? Una comica. Però evitai di fare qualsiasi tipo di commento per rispettare il suo lutto anche se non potei fare a meno di notare che aveva rincominciato a parlare in italiano. Buon segno. E dunque andammo dai carabinieri a sporgere la nostra denuncia. Quando finalmente l’appuntato Zazzi capì che l’autista derubata non ero io ma mia mamma, mascherò la sua meraviglia ma ebbe la battuta più impudente del mondo “A Signò, ‘ndò sta er probblema ? Ce sò tanti mezzi in città” Ahi! non poteva sapere, l’ignaro carabiniere, che non si trattava di una semplice macchina ma di una vera e propria fill’e’anima! 5 “Prendere i pullman? Io? Già lo sai che l’ho fatto solo per disperazione… - mi disse infatti mia mamma, risentita e offesa, al rientra a casa - pò cussu, po’ cussu bando ‘a pè”6 Ragion per cui, nei giorni a seguire, per rispettare il suo cordoglio, evitammo accuratamente di pronunciare le parole “pullman, bus o mezzi pubblici” ma non era facile convivere con una mamma derubata, irritata e depressa che vagava per casa con la stessa allegria di un detenuto agli arresti domiciliari e che, quando pensava di non esser vista, lanciava sguardi furtivi al luogo del crimine ( il parcheggio sotto casa) con la segreta speranza di veder materializzarsi la sua macchina. Cosa che non avveniva. Bisognava fare qualcosa in attesa che i carabinieri ritrovassero quella carretta di macchina e l’idea l’ebbe mio marito. Qualche giorno dopo rientrò a casa con una serie di pieghevoli colorati. “Guardi che cosa ha ideato il CTM di Cagliari per gli appiedati come lei: qui dentro ci sono tutte le informazioni: orari, linee e frequenze dei pullman, c’è un numero per informazioni, 0702655002, un numero verde…c’è tutto quello che serve per andare da-pper-tut-to!” “ ‘Ta segamentu ‘e conca!7 Io aspetto che i carabinieri mi ritrovino la macchina, no app’a tenne sa fortuna de unu cani in cresia!”8 4 Ihh! Vero! Figlia adottiva 6 a preferenza…andrò a piedi. 7 Che scocciatura! 8 Non sarò sfortunata come un cane in chiesa! 5 “Guardi bene, che qui c’è anche una cartina geografica, basta seguire i colori e i segni tratteggiati in modo diverso, controllare gli orari e i colori che corrispondono alle linee,a seconda dei giorni viaggiano bus diversi…legga legga…” “Macchìnes9, non ci vorrà una laurea per prendere un pullman.” “Però – volli insistere io - non avrai il problema del parcheggio, le spese della benzina e della macchina (sapevo che sarebbe stato un argomento di sicuro effetto) toh..guarda…esistono anche gli abbonamenti annuali e mensili, con sconti per chi ha più di 65 anni…” “Mhm…” (lieve sollevamento delle sopraciglia e sguardo leggermente più interessato) e dai… fai vedere…” E arrivò il 20 NOVEMBRE 2010, giorno memorabile in cui mamma perse definitivamente la speranza di ritrovare illesa la sua macchina e si rassegnò a prendere per la prima volta il Bus, linea PQ che l’avrebbe portata a Quartu, a far visita alla sua amica, abbracciando inaspettatamente la soluzione del trasporto pubblico e – chi l’avrebbe mai detto? - innamorandosene perdutamente di lì a poco dopo. “Capito come funziona? Mi guardo gli orari e i colori delle diverse linee, poi controllo i giorni, perché non tutte le linee viaggiano ogni giorno della settimana. E non ho su penzamentu10 del parcheggio, le spese della benzina e della macchina, mì, ho fatto anche l’abbonamento! “ Così mi disse, trionfante, qualche mese dopo sventolandomi il pieghevole del CTM di Cagliari davanti al naso. Certo che ce ne vuole di faccia tosta. Comunque, il 20 novembre, da noi tutti ribattezzato “IL GIORNO DEL RINGRAZIAMENTO”, si rivelò un ottimo punto di partenza per la nuova condizione di mamma: quella della trasportata. Ora l’unica macchina che guida con un certo successo è quella per fare i ravioli. Il che ci lascia anche tutti più tranquilli. Deo gratias. Anzi, come direbbe lei stessa: “Gràtzias a Deus” 11 9 Sciocchezze… La preoccupazione 11 Grazie a Dio. 10