Attività scolastiche

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Attività scolastiche
Periodico della Scuola Media “Bertola” Rimini anno XVI Giugno 2010
“il bel paese
dove il sì suona”
Oggi, piuttosto che “Il Bel Paese dove il Si suona” come disse il
Sommo Poeta Dante, l’Italia potrebbe definirsi il Paese dove risuonano le motoseghe che distruggono i boschi, i martelli pneumatici e le
ruppe che creano sempre nuovi spazi ad orribili mostri di cemento,
dove rimbombano i motori delle milioni di automobili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che ogni uomo avrebbe bisogno per
vivere bene di almeno 60 alberi con una chioma di 10 metri, ma per
ora dobbiamo accontentarci di un bonsai a testa. Basta fare un giro
nella nostra città, Rimini, per rendersi conto che l’Assessore all’ambiente dorme sonni profondi. Da noi si privilegia il cemento con cui
si costruiscono residence, alberghi, fiere e pala-congressi, che rendono tanti più denari di un bel parco con il laghetto, la panchina e tanto
di nonno che dà da mangiare alle papere. Nella nostra città, come tante
altre, c’è ormai solo un luogo dove si può trovare un po’ di verde: le
rotonde costruite in mezzo agli incroci al posto dei vecchi semafori.
Lì sì, che crescono viole e ranuncoli, primule e tulipani, quasi sempre
piantati anche fuori stagione così che, alla prima gelata, muoiono
all’istante. Per fortuna ci sono delle organizzazioni che si occupano
di progetti come: “UN BOSCO PER LA CITTA’”, che ha coinvolto
molte scuole e anche la coscienza dei nostri amministratori provinciali, che hanno reperito un’area dove alcuni alunni delle Bertola, hanno
piantato degli alberi. Certo che questi di anidride carbonica, per
crescere bene, ne trovano in quantità, in quanto siamo tutti a conoscenza di quanta ne producono automobili e fabbriche: nella nostra
città il livello delle polveri sottili è altissimo e, secondo molti (noi
compresi), i provvedimenti presi sono inadeguati.
A Rimini si è deciso di fermare la circolazione delle auto inquinanti
il giovedì ma, osservando le vie della città, ci si accorge che i cittadini
non hanno accolto con serietà questo provvedimento, e girano tutti,
dal nonno che va in 500 a giocare a Briscola al bar, all’idraulico col
suo pericolante furgoncino. Questo forse succede anche perché è
difficile trovare a disposizione punti con biciclette a noleggio, con
navette ecologiche. Ma, se in tempo di crisi mancano i fondi per tutto
questo, anche i piedi possono rivelarsi un ottimo mezzo di locomozione : in alcuni quartieri sono stati organizzati (e qui dobbiamo
ringraziare alcuni cittadini intraprendenti) dei punti di raccolta dove
dei pensionati attendono bambini delle elementari per accompagnarli
a scuola, risparmiando tempo e fatica ai genitori e tanta CO2 ai loro
polmoni. Dobbiamo quindi capire che ognuno di noi, se non assume
atteggiamenti rispettosi nei confronti dell’ambiente, contribuisce ai
grandi disastri ecologici: piogge acide, buco nell’orzo, effetto serra,… E se è vero che l’Italia è famosa nel mondo per la sua storia, i
suoi monumenti, le sue spiagge ed i suoi splendidi paesaggi, perché
non renderla celebre anche per il rispetto e la sintonia nei confronti
dell’ambiente che ci circonda?
Giulia Armuzzi Sofia Leardini Matilde Capannini Filippo
Vernocchi Fahim MelaniaLorenzo Poggi
LETTERA A UN BAMBINO
CHE STA PER NASCERE
Caro Emanuele,
sono contentissima di avere un fratellino e ti prometto che, in
questo mondo, sarai amato e protetto. Vedi, la vita non è una
passeggiata, anzi, ci sono molte difficoltà e ostacoli. A volte
bisogna prendere decisioni importanti e riflettere parecchio, perché non è affatto facile. Per prima cosa ti consiglio di non essere
timido perché ti impedisce, magari, di socializzare meglio con le
persone che ti stanno intorno. Lo dico per esperienza personale.
Quando ho imparato a parlare, non la smettevo più e poi c’è stato
un periodo in cui mi sono bloccata perché ero insicura. Poi, ti
suggerisco di non avere troppe aspettative perché, poi, ci puoi
rimanere male. Ma tu sei ancora piccolo e non devi pensare a
queste cose, almeno per il momento. Abbiamo la grande fortuna
di abitare al mare ed è la cosa più bella che ci sia capitata nella vita.
La nostra casa è tranquilla e vicino abbiamo un parco dove potrai
giocare e divertirti. C’è anche un lago con anatre e oche, ma è
meglio non infastidirle! Non saremo solo noi due. Abbiamo anche
altri due fratelli. Quello più grande si chiama Alessandro e ha 19
anni invece la sorellina Isabella ne ha 9, sono entrambi simpaticissimi e ti troverai bene di sicuro. Qui a Rimini, sono tutti molto
socievoli, ma stai attento alle false amicizie. Prima, quando avevo
circa 6 anni, siamo andati via da Modena, perché non ne potevamo
più della freddezza del luogo e delle persone, in questa città
abbiamo trovato la felicità. L’unica cosa brutta di essere neonati
è il fatto che devi mangiare gli omogeneizzati! Non lo so, magari
a te faranno impazzire, ma se penso che da piccola mangiavo
quella roba mi viene da vomitare! La mamma è una persona dolce
come il miele ed è felicissima anche lei di avere un altro ªfiglio.
Tuo papà non è lo stesso che abbiamo io e i miei fratelli, mia
mamma si è risposata e il suo nuovo marito è davvero una brava
persona e sono sicura che sarà un ottimo padre. Mi piacerebbe
tanto darti la mia lettera ora, ma sei ancora nel pancione della
mamma, quindi te la consegnerò quando nascerai e, magari, tra
qualche anno la leggerai e ti verrà voglia di sorridere. Sono sicura
“La forza della Pace”
“La pace e la fratellanza fra i popoli, la mano tesa verso colui che più
soffre per indigenza o per salute, sono la missione e la ragione
d’esistenza dei 45000 Lions Club di tutto il pianeta. Grazie a questo
spirito e a questi sentimenti il
Lions Club Rimini Malatesta
ha sponsorizzato nella provincia di Rimini il Concorso “La
Forza della Pace”. Obiettivo
del concorso è stata la realizzazione da parte di ogni giovane studente concorrente di “Un
poster per la pace”, ovvero, la
rappresentazione della propria
visone artistica della pace globale. Il concorso internazionale ha visto impegnati centinaia di
migliaia di ragazzi di tutto il mondo, dagli 11 ai 13 anni, con
l’intenzione di sensibilizzare, attraverso lo stimolo creativo le giovani
generazioni sul tema della fratellanza etnica e della convivenza
Egregio Signor Sindaco
Sono una ragazza di 12 anni e vorrei che lei prendesse in considerazione queste mie osservazioni riguardante lo stato delle strade. Come
tanti ragazzi della mia età mi muovo spesso in bicicletta o a piedi, ma
Rimini sembra fatta solo per le macchine. Le piste ciclabili sono
poche e quelle esistenti non appaiono sicure perché non tutte sono
ben protette dalla strada. Il problema più grosso però riguarda le
buche nell’asfalto: a causa delle nevicate di quest’inverno e del
ghiaccio si sono aperti degli squarci nelle strade che rendono pericoloso muoversi. Inoltre molte persone anziane non ci vedono bene e
così non si accorgono del pericolo. Anche per le mamme che
conducono in giro i figli con il passeggino, è difficile spostarsi
sull’asfalto rovinato.
Per me che vado a scuola in bicicletta , è una vera impresa non finire
con le ruote nelle fessure della strada. Ogni giorno passo per Via
Abruzzo, che è uno dei viali più pericolosi: è una via stretta, a doppio
senso e senza marciapiedi. Gli automobilisti la usano come scorciatoia per evitare il traffico , quindi c’è sempre un via vai di macchine
veloci. In certi punti della strada non c’è spazio per il passaggio di due
automobili e, se c’è un pedone o una bicicletta, il rischio è assicurato.
Credo che sarebbe giusto, innanzi tutto chiudere le buche nell’asfalto
in tutta la città e anche fare un senso unico su Via Abruzzo, in modo
da creare un po’ di spazio anche per pedoni e ciclisti. Spero che i miei
desideri saranno accolti, altrimenti…….chiamo il Gabibbo!!!!!
(scherzo naturalmente)
Benedetta Barbieri 2°B
I nostri concorsi
Per il logo del Bertolino: Grilli Francesca 3B
Per il disegno della maglietta della Media
Bertola: Michael De Caprio
costruttiva fra i popoli. All’appello del Lions Club Rimini Malatesta
hanno aderito le scuole medie: “Panzini-Borgese”, Alighieri-Fermi”,
“Aurelio Bertola”, e “Maestre Pie”. Il giorno 7 maggio 2010 presso la
Scuola media “Panzini” è avvenuta la premiazione dei vincitori.
Alla nostra alunna Michela Di Lorenzo di
2^D, il primo premio assoluto del concorso. Ad
Anita Guerra 3^C il 1°
premio d’Istituto. Altri
premi sono andati a
Marco Marani 2^D,
Andi Garcia Soriano
2^D e ad Eugenia Galli
3^B.
Le brave Michela ed
Anita avranno anche
l’onore di partecipare,
con i loro disegni, alla
selezione nazionale che si terrà a Roma nei prossimi mesi. CongratudiDirigente
MutokoScolastica e di tutta la
lazioni vivissimeL’ospedale
da parte della
scuola.”
VINCITORI DEL CONCORSO LETTERARIO :
PRIMI CLASSIFICATI
SCUOLA ELEMENTARE
Alessia Brandi 5° A Scuola elementare Villaggio 1° Maggio
SCUOLA MEDIA
Jacopo Rapposelli
Serena Cecchini
Sofia Valentina Pesaresi
1° F
2° G
3° H
e.. tante altre vincite!!
Premio E.I.P. Poesia Giovane Michele Cossu a
Emma Neri 3°H e Lorenzo Altini 3°I
Premio per il miglior giornale scolastico al Bertolino – Premio
E.I.P. CISS Marisa Losi
( La premiazione avverrà ad Ottobre a Roma )
Grande Festa
di Fine Anno scolAstico
2009-10
Sabato 5 giugno ore 15
Giochi, Mercatino, Sport, Torte, Musica, Danza
I vincitori per categoria nelle gare provinciali della
staffetta 4x100 Tonetti Manuele 3A, Fioretti Luca 3E,
Andrea Bulancea 3D, Matteo Orseni 1D
che sarai bellissimo. Già ti immagino. Io ho un debole per i bambini
piccoli e, soprattutto, per le loro guanciotte, quindi preparati ad essere
coccolato giorno e notte. Ti ho desiderato così tanto, che adesso non
riesco ancora a capacitarmene. Un giorno mi piacerebbe tanto avere
un figlio tutto mio, anche più di uno. Vorrei formare una grande
famiglia felice e anche tu ne avrai una. Proverai presto la gioia di
vivere e, nonostante tutto, la vita è bella e riserva molte sorprese.
Sarebbe fantastico ritornare bambina, ma non è possibile, quindi
goditi i momenti in cui sei ancora piccolo e non devi pensare a nulla
a parte divertirti, ovviamente! Ti auguro tutta la felicità possibile.
Ci vediamo tra un paio di mesi, a presto tua sorella Federica.
TIOLI FEDERICA 3ª G
Siete tutti invitati
Il ricavato della festa, come di consueto, sarà
destinato a finanziare progetti di solidarietà
A scuola di solidarietà
La scuola ringrazia
Chiamami Città,
la Tipografia Garattoni di Rimini
La Banca Popolare Valconca di Rimini
La ditta Milo & Co di Viserba di Rimini
Consiglio di Quartiere n. 6
giugno 2010
Al Castello Sismondo
l’arte della pittura
un’occasione da non perdere
Venerdì 26 febbraio, noi, la 2°G siamo andati con
le proff. Civale e Chidichimo a visitare la mostra
di quadri provenienti Boston, realizzati da pittori
molto famosi tra cui REMBRANDT, GAUGUIN
e PICASSO, al Castel Sigismondo a Rimini.
La mostra era divisa in 3 sezioni:
I RITRATTI DELLE PERSONE, DEI RE E REGINE E DI BAMBINI.
LA NATURA MORTA.
I PAESAGGI: NATURALI, DI CHIESE O CATTEDRALI.
La nostra guida, però, non ci ha fatto vedere tutti
i quadri per mancanza di tempo. Abbiamo visto
soprattutto ritratti di Monet, Monat,Van Dick e
Gauguin. Questi artisti, furono i primi pittori IMPRESSIONISTI della storia dell’arte.
L’impressionismo è uno stile di pittura che consiste nello sfumare il disegno per dare l’impressione
del movimento. Come esempio prendiamo un
quadro di Monet che raffigurava una spiaggia
piena di gente felice.
È difficile vedere i particolari dei visi, dei vestiti
soprattutto sullo sfondo. Questi pittori dell’ 800
sono differenti dagli artisti del ‘900 perché non gli
importavano dei minimi particolari e della bellezza della persona come quelli successivi che raffiguravano essa in modo perfetto e uguale alla realtà
.Il quadro che mi ha colpito di più di tutti è stato
quello di PICASSO. Ha raffigurato una donna un
po’ strana vista da davanti, da dietro e dai due lati.
Mi ha sorpreso l’idea di Picasso di raffigurare in un
solo quadro la donna. Per me Picasso ha voluto
dare profondità al quadro poiché esso è dipinto su
foglio cioè in qualcosa che non ha profondità.
Poi siamo passati alla sezione della natura morta.
Di questa sezione abbiamo visto solo un quadro
che sembrava vero da quanto era fatto bene. Appena ho visto questo quadro mi è venuta fame a
vedere delle pesche che sembravano dolci e succose e non parliamo dell’uva.
Poi siamo passati alla sezione di VAN GOGH e
Attività scolastiche
Nel mondo della Marineria
il Maestro d’ascia
Questo anno, nel secondo quadrimestre, durante le
lezioni di tecnologia , arte e lettere, la mia classe,
1D, con la 1C, ha avuto l’occasione di conoscere
due persone davvero speciali: Carlo e Alfonso,
quest’ultimo uno dei sempre più rari dei maestri di
ascia. Questo mestiere, come quello dell’arrotino,
del “fabbrico” e
di tanti altri, in cui
bisogna saper fare
qualcosa con le
mani, rischia di
essere per sempre
soppiantato dalle
nuove tecnologie.
Il signor Alfonso
è venuto a trovarci diverse volte
per parlarci delle
vele, dei diversi
tipi di barche, dei
nodi e del loro utilizzo (piano, bandiera, semplice,
margherita, del
frate,grossa
d’amante…) e poi
per farci realizzare una vela e un modellino di
“Lancetta” con le nostre mani. I maestri di ascia,
nel secondo dopoguerra costruivano barche per la
pesca o da di porto, in legno, su commissione di
privati. Le dimensioni di queste imbarcazione
raggiungevano al massimo i 30 metri con i Trabaccoli da viaggio, nulla rispetto ai transatlantici che
già dal1912 solcano i mari! Eppure bisogna consi-
derare che i transatlantici uscivano dai più grandi
cantieri navali del mondo dove architetti e ingegneri navali seguivano minuziosi piani di lavoro, mentre i nostri artigiani si avvalevano, di canapa, legno,
martello, scalpello e ascia che utilizzavano secondo la tradizione e il buon senso tramandati da
generazioni. Forse
per questo sorprende vedere barche costruite oltre ottanta
anni fa, ancora in perfetto funzionamento
come abbiamo potuto apprezzare durante la gita al museo
della Marineria di
Cesenatico, ultima
tappa dei nostri incontri . Qui abbiamo
potuto osservare da
vicino una grande
quantità di strumenti da lavoro, i primi
macchinari per la
produzione di cordami e barche a vela di
ogni genere.. Questa esperienza ha coinvolto ed
entusiasmato tutti noi perché ci ha svelato un
universo lavorativo legato all’ambiente marino
che anche noi riminesi stiamo sempre più dimenticando. Ecco perché ci è sembrato utile ed interessante riportare l’intervista che abbiamo fatto ai
Signori Alfonso e Carlo ( che ringraziamo di cuore
per la competenza, gentilezza e disponibilità).
Ecco l’intervista che abbiamo fatto a Carlo e Alfonso
COSA VUOL DIRE ESSERE MAESTRO
D’ASCIA?
Il maestro d’ascia è un artigiano che ha il compito di realizzare una barca
QUANDO HA INIZIATO A FARE IL MAESTRO D’ASCIA E PERCHE’ ?
Ho incominciato a 15 anni perché avevo uno zio
più anziano che mi ha fatto da maestro
QUAL E’ LA PRIMA BARCA CHE HA COSTRUITO?
Ero ancora giovane e
ho costruito una barca da pesca
QUAL E’ IL LEGNO CHE PREFERISCE?
Il legno massiccio,
specialmente la quercia che però va stagionata
DA DOVE PROVENGONO I LEGNI CHE USA?
Per l’albero delle barche uso legno proveniente dall’America,
per il resto da tutto il
mondo, anche dalla
Cina, esotici
PREFERISCE LA VELA DI UN PARTICOLARE COLORE?
No, i colori delle vele sono tutti colori della
natura e ogni famiglia ne aveva uno , così la
barca era riconoscibile al largo, da lontano
QUAL E’ LO STRUMENTO CHE USA DI
PIU’ ?
L’ascia, la sega a mano, lo scalpello, le pialle e
il mazzuolo
HA AVUTO DEGLI APPRENDISTI BRAVI
CHE L’ HANNO AIUTATA?
Sì qualcuno c’è stato, ma ultimamente i ragazzi non
hanno più voglia di lavorare con le mani, e non c’è
più nessuno vuole, purtroppo, imparare questo
mestiere . Ora ha preso le redini di questo lavoro
mio figlio.
CHE TIPO DI BARCA E’ LA” SAVIOLINA” E
QUANTE VOLTE L’HA RISTRUTTURATA?
È un Lancione romagnolo a due alberi e quando la
volevo ristrutturare mi davano del “ pazzo”, L’ho
ristrutturata e mi hanno dato il premio per il miglior
restauro
HA MAI FATTO
UN VIAGGO CON
UNA BARCA RESTAURATA O COSTRUITA DA LEI?
Si, ero ancora un
apprendista, negli
anni sessanta, e ne
fui felice.
QUANTI METRI
ERA LA BARCA
PIU’ LUNGA CHE
HA COSTRUITO?
Era una motobarca
Marinella di 20 metri e 30 centimetri
PERCHE’ VIENE
NELLE SCUOLE A
PARLARE DEL SUO MESTIERE?
Per tramandare queste cose ai giovani e perché
questa cultura non si disperda.
LEI SI E’ TROVATO BENE CON NOI?
Sì, è stato positivo in tutte le classi in cui sono
andato e mi sono commosso quando ho visto i
ragazzi prendere appunti mentre parlavo.
Lavosi leonardo 1° D
Alessandro Cancellieri 1C
Lo zoo safari di Fasano in Puglia
REMBRANDT che raffiguravano paesaggi. Abbiamo anche messo a confronto 2 quadri di Van
Gogh. Nel primo quadro era mattino mentre nel
secondo era al tramonto. Nel 1° ha usato colori
freddi e c’era molta ombra invece nel secondo ha
usato colori caldi e c’era molta luce. Poi abbiamo
visto LE NINFEE di Monet a cui piacevano così
tanto che ne ha fatto più di 100 quadri.
Purtroppo la mostra è finita lì. Consiglio a tutti di
andare a visitare questa mostra perché a Rimini
una mostra così non ci sarà più.
FATTORI ALESSANDRO 2°G
Noi ragazzi della 2b e della 2h arrivati nel cuore
della Puglia allo Zoo Safari ci siamo muniti di
macchine fotografiche per immortalare tutti i
magnifici animali.
Mentre il sole ci accompagnava felice, avanzavamo nel grandissimo zoo e abbiamo incontrato i
nostri simili nonché il nostri migliori amici: gli “
Asini “. Continuando il giro siamo entrati nella
valle dei feroci leoni, erano veramente sublimi e il
vento accarezzava
con dolcezza la
loro folta criniera.
Proseguendo abbiamo visto le tigri
dal portamento fiero e orgoglioso con lo sguardo così profondo e
intenso che ti trafiggeva l’ anima come quando un
fulmine squarcia in due una nuvola. L’ emozione
cresceva sempre di più perché non vedevamo l’
ora di fotografare i magnifici elefanti. Non li
avevamo mai visti prima d’ora in carne ed ossa,
solo in fotografia... E vi dobbiamo dire che è stato
veramente un effetto straordinario, in quel momento davanti alla maestosità degli elefanti tutto
sembrava essere in miniatura. Le giraffe, così
slanciate ed eleganti, sembrava si mettessero in
posa per farsi fotografare e poi estendevano il loro
lunghissimo collo verso i finestrini per leccare
qualcuno, ma per fortuna noi li avevamo chiusi!
Lama, cammelli, cammelli, cavalli, zebre, conigli,
bufali e orsi erano veramente degni di ogni attenzione, questo zoo è stato veramente una continua
sorpresa, una visita che consigliamo a tutti gli
amanti degli animali!
Michela Mondaini, Alessia Pistillo Teo Protti,
Alberto Diotallevi e Eros Betti 2B
Pag2
UN BOSCO PER LA
CITTA’
Il 31 marzo la mia classe,2D,con la 1D è andata in
un’ area,concessasi dalla Provincia di Rimini,
situata presso San Martino in Venti a piantare
degli alberi. Il progetto si chiama “Un bosco per
la città” ed è stato ideato da Mario Pianesi che è il
fondatore e presidente dell’Associazione nazionale e internazionale “Un punto macrobiotico”.
La macrobiotica (letteralmente “grande vita”) si
occupa principalmente di un’ alimentazione sana
in un ambiente sano e questo può avvenire se si
rispetta la natura e se si lascia più spazio al verde
cosa che, purtroppo, nella nostre città succede
sempre meno; crescono centri commerciali, padiglioni fieristici, alberghi, capannoni industriali
ma pochi lecci,pini,tigli che sono così importanti
per l’ossigenazione dell’aria. A scuola abbiamo
assistito ad alcune lezioni di educazione ambientale e ad alcune su una più corretta alimentazione
poi, mercoledì 31, il signor Olimpio e il signor
Franco dei Punti Macrobiotici di Rimini e Pesaro
sono venuti a prenderci per portarci sul posto della
piantumazione. Lì abbiamo incontrato il dott.
Arrigoni, responsabile della forestazione e fauna
della Provincia di Rimini, che ci ha informato
sulle piante che avremmo piantato: la roverella
(un tipo di quercia, l’acero campestre, l’orniello
che sono tutte piante autoctone delle nostre zone.
Arrivati al campo, erano già pronte sessanta buche per la piantagione. Ci siamo divisi in gruppi di
due o tre ragazzi e abbiamo iniziato a mettere la
piante nel terreno;attorno ad esse abbiamo
messo,per riparale dagli animali e dagli agenti
atmosferici, un contenitore a forma di parallelepipedo che si chiama stekler e che è composto da
amido di mais e materiale organico biodegradabile. Il contenitore è stato poi fissato al suolo con
una canna. Dopo aver lavorato un paio di ore,
abbiamo fatto una deliziosa merenda a base di
dolci e bevande macrobiotiche portate per noi dal
signor Olimpio. Facendo questo progetto abbiamo capito che piantare gli alberi è importante
perché non dobbiamo “rubare” ossigeno alle altre
parti della terra, anzi l’Italia (come le altre nazioni
europee) dovrebbe diventare uno dei polmoni del
mondo. Rinverdire il nostro territorio sarà una
cosa lunga e faticosa da realizzare però bisogna
cominciare a lavorare seriamente perchè questo
accada in modo da lasciare a chi verrà dopo di noi
un mondo dove la natura, e di conseguenza la
salute dell’uomo, occupi un ruolo di primo piano.
GIORDANO DE DONATO FIORETTI
MICHELA FRANCHINI SARA 2D
Teatro in inglese…
“A ghost at Canterville?”
Come studiare
l’inglese,
divertendosi
Il cinque marzo siamo andati in aula magna con la
classe e la nostra prof di inglese per assistere ad una
rappresentazione teatrale di ragazzi stranieri (inglesi, americani) che
si intitolava “A ghost
at Canterville?” La
rappresentazione è
stata fatta tutta in inglese, chiaramente, i
ragazzi sono stati
molto bravi ed
espressivi. Il racconto trattava di una ragazza che riceveva
in eredità un castello
in Scozia che doveva essere ristrutturato. Purtroppo la ragazza non aveva i
soldi per ristrutturarlo , così le viene consigliato
dall’ avvocato di affittarlo per una vacanza ad
alcuni americani, dicendo che era infestato dai
fantasmi . Siccome non era vero , la proprietaria del
castello chiese al giardiniere di fare il fantasma, ma
purtroppo, quando i due turisti andarono al castello, si accorsero del trucco, ma non dissero niente.
Finita la vacanza, mentre i turisti tornavano a casa,
si dice che il “vero” fantasma, offeso dal fatto che
avessero inventato un “finto” fantasma, sia tornato
al castello. La storiella è stata molto carina e
divertente e il teatro molto bello e istruttivo.
Demi Rossi 3H.
giugno 2010
LEGGI RAZZIALI
Questa parola può far nascere nella fantasia di
ognuno di noi un mare di pensieri, pensieri belli e
lieti; ti illude e ti fa credere che siano nate per
aiutare, per migliorare il mondo.
Chi le attuò era convinto di questo, ma erano
moltissimi quelli che credevano il contrario.
Leggi razziali, questo è il vero nome e il loro scopo,
il loro dovere era quello di creare un mondo abitato
solo da persone di razza pura, gli ariani e pochi altri.
Hitler il dittatore tedesco, fu l’ideatore di tutto.
Dopo la sconfitta della Germania nella Prima Guerra
Mondiale, con la conseguente crisi economica e
morale, dopo le enormi offese che la Germania
dovette subire dopo la sua sconfitta e dopo la
caduta della borsa di Wall Street a New York,
Hitler iniziò a predicare l’esistenza di razze superiori e razze inferiori, il desiderio di creare un
mondo abitato da sole razze pure e l’odio contro gli
ebrei, accusandoli di non aver aiutato la Germania
durante il conflitto. Nacquero così, dopo poco
tempo, le leggi razziali, prima in Germania e poi,
dal 1938, anche in Italia, dove Mussolini diventava
sempre più succube di Htler. Per rendere realtà
questi loro terribili desideri, nazisti e fascisti costruirono i lager, campi di concentramento che ben
presto diventarono, all’oscuro di tutti, campi di
sterminio. Ebrei, zingari, omosessuali, oppositori
politici venivano deportati in questi campi, divisi
per sesso, età e razza, rasati come animali, assegnati ad un numero, vestiti con divise troppo leggere
per il clima presente, costretti a lavorare e infine
uccisi, spesso nelle camere a gas e poi bruciati nei
forni crematori. I morti furono alla fine sui 14
milioni e come ci ha spiegato la guida nel museo de
portato a Carpi, 5 milioni erano ebrei. La Shoa è
stata veramente un evento terribile e dalle testimonianze orali di chi ha vissuto questa esperienza e
dalle testimonianze scritte, come i brani che abbiamo letto nell’antologia “David Rubinowicz”, “Ad
Auschwitz” di Primo Levi e “Il diario di Anna
Frank” sappiamo che tutto questo è accaduto veramente; è terribile ma pura realtà perché questo non
è una storia scritta sui libri di fantasia ma su libri di
storia. Quello che però non molti sanno è che l’odio
contro le razze inferiori era un’ideologia presente
già da tempo, predicata dal filosofo Nice e attuata
secoli prima da Ferdinando e Isabella di Spagna, ed
è esistente ancora oggi. L’evento della Shoa rimane comunque il più terribile della storia e portò,
dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ad
una forte crisi. I pochi sopravvissuti trovarono
difficoltà nel riambientarsi, nel iniziare una nuova
vita, nell’andare avanti e dimenticare il loro terribile passato perché la vita nei lager era veramente
terrificante, impossibile da dimenticare.
Per noi è difficile rendercene conto fino in fondo
perché una storia, un libro, un film, per quanto veri
come “Il bambino dal pigiama a righe” o “Se
questo è un uomo” e tanti altri, rimangono comunque dei racconti e per noi è impossibile immaginare
la paura, la fatica e il dolore che tutte queste
persone hanno dovuto sopportare.
Francesca Grilli 3° B
A Firenze per ballare
Il 26 Febbraio sono partita con la mia scuola di
danza per Firenze per fare, alla “fiera della danza”,
un concorso. Siamo partite verso le due e mezza di
pomeriggio con il pullman e subito
abbiamo incominciato a divertirci, mangiato di
tutto , fatto un sacco di
foto e riso moltissimo.
Dopo quasi cinque ore di viaggio (perchè c’era
molto traffico) siamo arrivate all’albergo, era piccolo e, a dire la verità, all’inizio non mi piaceva per
niente ma poi ci ho fatto l’abitudine e mi è sembrato
carinissimo. Ero in una stanza da due con la mia
amica Chiara. Appena sistemante siamo andate
nella hall ritrovandoci con le altre ragazze per
cenare: erano già le 21.30!
Siamo andate a piedi in un ristorante lì vicino dove,
facendo molta confusione per le risate, abbiamo
cenato. Tornate in albergo io e Chiara ci siamo fatte
una doccietta e subito siamo andate ad una
specie di party nella stanza più grande. Qua ci
siamo riempite di Nutella e caramelle portate da
casa e abbiamo fatto altre bellissime foto. Verso
l’una e mezza siamo tornate alle nostre stanze,
eravamo stanchissime ma, nonostante questo, io e
la mia compagna siamo andate a letto alle 2.15.
Il giorno seguente è stato, a dire poco, spettacolare!
La mattina siamo andate a fare colazione poi ci
siamo preparate e tutte insieme siamo andate
in fiera. Era immensa e c’era un palazzo dove
vendevano un sacco di “cose” per la danza, scontate. Io ho preso molte cose bellissime. Poi è
arrivata l’ora di ballare e siamo andate dentro a una
ltro palazzo. Non abbiamo vinto niente ma, in
compenso, ci siamo divertite moltissimo e, visto
che era l’ultimo, siamo state alzate fino alle 3.30 di
mattina (infatti il giorno successivo eravamo stanchissime). Poi è arrivato il giorno più brutto, quello
del ritorno a casa. Ero triste perchè volevo continuare a divertirmi insieme alle mie amiche, però
anche quel pomeriggio l’ho comunque passato
meravigliosamente. Arrivata l’ora di partire eravamo stravolte e, dopo cena, ci siamo addormentate
sul pullman. Sono stati tre giorni fantastici e mi
sono consolata pensando che anche quest’altro
anno ci riandremo.
II H
Attività scolastiche
“Impresa Didattica”
la II^G visita “Chiamami Città”
All’interno di questo progetto abbiamo eseguito
alcune attività molto interessanti, tra cui questa che
vi presentiamo. E’ l’intervista che abbiamo fatto a
Stefano Cicchetti, direttore del quindicinale “Chiamami città”.
Per far conoscere anche a tutti gli altri ragazzi
quello che abbiamo imparato noi, vi proponiamo
qui di seguito l’intera intervista.
10 domande per conoscere
Dove è collocata la sua attività e come si chiama?
Si chiama “Chiamami Città “ ed è situata in Via
Bonsi, 45.
Che cosa fa, quali sono le sue funzioni e i suoi
compiti?
Un giornale è firmato da una persona che è responsabile di controllare tutto ciò che viene pubblicato.
Questo è il ruolo del Direttore che, inoltre, legge e
corregge l’articolo al quale,
alla fine mette
anche il titolo;
il titolo, infatti,
non viene mai
messo da chi
scrive, ma dal
direttore o caporedattore.
Il direttore decide cosa pubblicare: organizza una riunione nella
quale ogni giornalista avanza
le sue proposte
ma è lui che decide cosa mettere e dove inserire
l’articolo, se in prima, seconda o terza pagina In
base all’importanza gli articoli hanno un posto
diverso.
Qual è la sua storia, come è arrivato alla decisione
di aprire l’impresa o di svolgere questa professione?
Finito il servizio militare un’ amica mi ha proposto
di scrivere per un giornale, quindi è stata una cosa
abbastanza casuale. Non è facile fare questo tipo di
lavoro perché lo stipendio è dato ad ogni articolo
quindi non è facile guadagnare.
L’Impresa, poi, non l’ho aperta io, c’era già. Il
giornale è nato per informare gratuitamente i cittadini degli eventi che accadono, appunto, in città.
Quali capacità e conoscenze deve avere nel suo
lavoro
Per fare questo lavoro ci vuole metodo. Bisogna
saper raccontare le cose in modo semplice,conoscere
la lingua che si scrive per farsi capire e capire per
primo cosa si scrive per farsi capire dagli altri.
L’importante in questo lavoro è la chiarezza, la
decisione e la capacità riassuntiva.
Quali sono i suoi strumenti di lavoro?
Per fare questo lavoro ci vuole metodo. Bisogna
saper raccontare le cose in modo semplice,conoscere
la lingua che si scrive per farsi capire e capire per
primo cosa si scrive per farsi capire dagli altri.
L’importante in questo lavoro è la chiarezza, la
decisione e la capacità riassuntiva.
Quali titoli e qualifiche deve possedere per quel
lavoro?
Per questo lavoro uno può essere specializzato in
qualsiasi cosa. Ora si cerca di avere una laurea
specializzata e di fare suole di giornalismo ma per
il momento
per fare il
giornalista
non si richiede nemmeno
una laurea
basta solo
avere le capacità adatte.
Cosa le piace del suo
lavoro?
Il mio lavoro mi piace
perché
è
molto vario.
E’ un mestiere che permette di conoscere le persone più
varie e strane. Ogni giorno si impara qualcosa di
nuovo.
Quanti dipendenti ha e come li sceglie? cosa
chiede loro? quali caratteristiche deve avere una
persona per lavorare nel giornale?
I dipendenti sono circa 10; non tutti si occupano
dell’attività giornalistica, ma anche della contabilità. I rapporti sono molto diversi perché sono
molto doversi i modi di collaborare.
Il compito del direttore è di mantenere dei rapporti
buoni perché senno è difficile lavorare.
Non ci sono parametri rigidi, ma parametri come la
curiosità, e la correttezza della lingua.
Quanto guadagna?
Guadagno 2000€ al mese
Classe IIG
Gita a Bari
UN SOGNO CHE SI REALIZZA
E’ passato più di un mese da quando le nostre prof.
ci hanno detto che saremmo andati in gita tre
giorni a Bari. All’inizio, presi dall’entusiasmo,
credevamo che ci volessero prendere in giro, ma
con il passare del tempo abbiamo capito che
facevano sul serio. In realtà l’ho saputo dai miei
genitori al ritorno da una riunione con i professori,
ma non potevamo spargere troppo la voce perché
non erano ancora sicuri. Più o meno venti giorni
fa è entrata in classe la segretaria della scuola che
voleva sapere in quali giorni eravamo disposti ad
effettuare una gita e, togliendo cresime e impegni
personali, siamo arrivati ad una data: 11-12-13
Marzo. Una domanda che non preoccupava sicuramente i maschi è stata “cosa mi porto dietro?”
Tutto il contrario per le femmine. Infatti sono
sicuro che quel giorno le vedremo arrivare con
una borsa più grossa di loro e, al suo interno, tutto
il guardaroba. Da quando abbiamo saputo la data,
con i miei compagni abbiamo costruito piccoli
calendari per scandire i giorni che mancavano alla
partenza. I giorni sembravano non passassero
mai, come tutte le regole e i consigli dei nostri
genitori. Non vedo l’ora che sia quel giorno!Ah,
quasi mi dimenticavo, ora vi saluto perché il
giorno è arrivato e domani si parte!
To be continued……..
Ciao, questi tre giorni sono passati più che in
fretta, le uniche ore che non passavano mai sono
state quelle del viaggio , addirittura sette. La cosa
che più ha preoccupato me e alcuni miei compa-
gni all’inizio era l’ora in cui saremmo dovuti partire : cinque di mattina! Nell’autobus molti, per far
passare il tempo, ascoltavano la musica, parlavano
ecc… ma nessuno chiedeva ai prof. che cosa avremmo fatto, anche perché ci avevano dato il programma molto ben dettagliato. Il primo giorno è stato
sicuramente il più lungo e faticoso perché, dopo un
lungo periodo passato in pullman per arrivare a
Bari e dopo essere stati assieme ad altri ragazzi
della scuola media Pascoli, siamo arrivati in albergo solo alle dieci e mezza di
sera. Infatti nel primo hotel dove dovevamo alloggiare non funzionava il riscaldamento, così siamo andati in un
altro, a Fasano, molto distante da Monopoli (paesino vicino a Bari dove
avremmo dovuto alloggiare). Tutto il
resto della gita è stato istruttivo e divertente anche se abbiamo passato molto
tempo in pullman tra uno spostamento e
l’altro. Una cosa su cui mi sono sbagliato è che pensavo le ragazze avrebbero
portate borse così enormi per soli tre
giorni! La gita a Bari non la dimenticherò mai.
Pag.3
La Shoah
A Fossoli in gita per
vedere e capire
Caro diario,
faccio ancora fatica a crederci. Mi chiedo come sia
possibile, ma non c’è una spiegazione logica per
quello che è successo agli ebrei nei campi di
sterminio e nei ghetti. E ora il libro di storia non
basta più, sono solo poche righe stampate da
imparare a memoria per un bel voto sul registro
della prof. E le discriminazioni continuano. Mi
chiedo se possa essere facile, per un ragazzino,
capire tutto questo, mi chiedo se forse non sarebbe
stato meglio vivere nell’ingenua convinzione che
tutti siano buoni e giusti, e adesso abbiamo gli
occhi aperti e sarà sempre troppa la paura di
richiuderli, di vivere nell’omertà di ciò che ci
circonda. Ma perché allora continuiamo a fare
questi errori? Perché esistono ancora il razzismo e
addirittura il negazionismo? Sono fatti storici e
documentati e qualcuno si ostina a fingere che non
sia mai successo nulla.
La mia classe ha visitato il “museo del deportato”,
a Carpi, per capire tutto più a fondo ed è stata
un’esperienza unica.
Fuori dall’edificio, sedici lastre di pietra portano i
nomi dei principali campi di concentramento, come
sedici lapidi incise col sangue di milioni di innocenti, come se ognuno di loro fosse solo un nome,
solo un numero.
Nomi su nomi, corpi su corpi, nessuna dignità,
nessuna individualità, nessuna identità, solo infinite entità lasciate disordinatamente sul suolo come
milioni di giocattoli abbandonati da un bambino
troppo cresciuto.
Solo che il mondo ci ha messo un po’ per crescere
e maturare da quell’esperienza, e molti di quei
giocattoli rotti non si riaggiusteranno più.
Le pareti del museo erano grigie e fredde, incise di
pensieri, di pezzi di diari e lettere ritrovati, di
persone che cercavano di andarsene a testa alta,
senza piangere, con quel poco di dignità rimasta.
Ma non c’era niente di coraggioso in tutto questo,
niente di eroico nella sfilata verso la morte, niente
di bello o ammirabile. Solo esseri umani.
Una volta arrivati, dopo giorni di viaggio stipati
nei treni bestiame, stanchi e assetati, la scritta “il
lavoro rende liberi” si prendeva gioco delle loro
speranze, e poco dopo venivano spogliati e rasati.
Tutti, così uguali, così distrutti, senza cibo, ben
presto iniziavano a dimagrire e, ammassati nelle
loro baracche, a somigliare sempre più a scheletri.
Ebrei, oppositori politici, omosessuali, zingari,
andicappati…
Abbiamo visitato anche il campo di concentramento di Fossoli. Tempo fa era stato ristrutturato,
ma le baracche erano le stesse, solo qualche ciuffo
d’erba cresceva sulle strade percorse tante volte
dai piedi scalzi dei deportati. Sì, perché tutto ciò
che indossavano era un abito leggero e un cappellino di altrettanta delicata fattura, che serviva per
essere tolto dai deportati, in segno di rispetto, al
passaggio delle SS. Rispetto per qualcuno che poi
li avrebbe uccisi.
Quello di Fossoli, però, era “soltanto” un campo di
concentramento, il purgatorio prima di passare
all’inferno dei campi di sterminio.
Faticavo a seguire le spiegazioni, il mio sguardo si
perdeva in quelle pareti incise e nell’affresco che
raffigurava i volti di milioni di uomini, tutti uguali,
tutti senza speranza; avevo paura, mi veniva da
piangere. Paura perché tutto ciò potrebbe tornare,
perché anche ora nel 2010 gli uomini non si
sentono allo stesso livello, hanno paura di ciò che
è diverso, smettono di ricordare tutto il male e
lasciano che l’edonismo e l’egoismo prendano il
sopravvento sulla ragione.
Vorrei pensare che la Shoah sia finita, ma vedo
ancora quel dolore negli occhi di chi tuttora viene
discriminato, e quel coraggio nel cuore di chi,
nonostante tutto, vuole ancora ricordare.
A presto caro diario.
Eugenia Galli 3° B
MASSIMILIANO BARRELLA II H
A BARI
Siamo andati a Bari in compagnia,
e durante il soggiorno è regnata l’allegria.
Gli studenti ci hanno accolto con affetto
ed il soggiorno è diventato perfetto.
L’hotel era sbagliato,
ma veramente lì abbiam mangiato.
Dopo chiese, quadri e castelli,
ci siam dovuti fare belli.
Ad una serata di gala ci hanno invitato,
e noi come pazzi abbiam ballato.
Lo Zoo Safari abbiam visitato
e ad Alberobello i trullini abbiamo comprato.
E’ stato bellissimo l’ultimo giorno
e noi non volevamo toglierci di torno!
CAPANNINI MATILDE II B
GITA A BARI
Mi sono preparato
e viva che sono andato.
Il viaggio è stato lungo
E non mi sono annoiato ,
tra scherzi e risate
siamo presto arrivati .
Nella Bari vecchia,
nuovi amici
abbiamo trovato
e con loro abbiamo ballato
e il gemellaggio insieme formato.
MANUEL GAMBERINI II H
Attività scolastiche
scolastiche
Attività
giugno 2010
Concorso nazionale per gionali di scuola
Caro Bertolino ti scrivo
Meglio sapere...
Caro Bertolino, può sembrare una cosa stupida ma
sono un po’ triste, perché sembra che per il mio
ragazzo io non esista, questo mi rattrista molto
perché lo adoro e gli voglio tanto bene. La prima
volta che l’ho visto, d’estate, c’è stata subito un
intesa tra di noi e non voglio che questo finisca.
Bertolino che cosa dovrei fare?
S.F.
Cara S.F. tu dovresti parlare col tuo ragazzo e
chiedergli il motivo del suo comportamento. Forse
mi dispiace dirtelo si è stancato di te e non ha il
coraggio di parlartene. Comunque vai fino in fondo
alla faccenda nella vita bisogna avere coraggio:
meglio una certezza, anche se terribile, piuttosto
che un dubbio. Distinti saluti.
La redazione
Cara redazione del
bertolino,
Ho un problema con i miei compagni di classe che
non vogliono rispettarmi. Voglio chiedervi aiuto;
cosa devo fare?
Edge Edge
Cara Edge,
cerca di non dare troppo peso a quello che dicono
i tuoi compagni. Anche alcuni di noi , alle elementari, non andavano molto d’accordo con altri
compagni poi un giorno hanno imparato ad ignorarli completamente come se in classe non ci fosse
nessuno. A poco a poco tutti cominceranno a
chiederti qualcosa, ad avere bisogno di te per un
consiglio, per un compito. A volte alle cose bisogna dare una piccola scossa!
La redazione del bertolino.
DOMANDA
Cara redazione del Bertolino,
io ho un problema familiare …..
Molte volte capita che in alcune famiglie ci siano
delle discussioni in cui si può litigare, ma da noi è
diverso….
Da noi ci si picchia abbastanza forte e a mia
mamma viene la tremarella per 10 minuti……
Redazione, mi potete aiutare per favore ????
BASKET # 48
Cara BASKET #48,
secondo noi dovresti cercare di mantenere la
calma, poi
parlare a tua madre di questo tuo disagio e, se la
situazione è veramente grave, chiedere aiuto a
persone che hanno esperienze in questo campo,
come una psicologa. Potresti prima magari discuterne con un insegnante o con un adulto di cui ti fidi.
Queste situazioni vanno stroncate. Hai mai pensato, se li hai, a parlare con i nonni? In genere sono
persone molto equilibrate e aperte alla vita.
La Redazione
Il primo premio al Bertolino
Buongiorno redazione
del Bertolino ,
Sono Coccola Bis e volevo chiedervi un consiglio.
Mia mamma non vuole comprarmi un cane perché
pensa che faccia troppo rumore,
che abbia bisogno di tante cure e che bisogna avere
tempo da passare con lui.
Io il tempo penso di averlo, come posso dimostrare
alla mamma che sarò
un padrone affettuoso e responsabile ?
Grazie a tutti.
RISPOSTA
Caro Coccola Bis,
ti consiglio di andare in un canile e di prendere in
prestito
un cane per un po’ di tempo ( possibilmente un
Bulldog femmina)che
è un cane poco rumoroso e non ha bisogno di cure
particolari.
Tua mamma ,vedendo quanto sei bravo, poi ti
concederà di tenerlo.
La Redazione
Cara redazione del
Bertolino,
Potete aiutarmi in un problema di cuore? C’è un
ragazzo che mi piace ma lui non lo sa. Ci tengo a
sottolineare che non è di questa scuola ……..
Come faccio a fargli capire che mi piace ? Aiutatemi!
Betty boopoo7
Cara Betty boopoo7,
non siamo molto esperti in faccende di cuore, ma
possiamo dirti che, in genere, per fare capire a
qualcuno che ci piace, siamo con lui particolarmente gentili; anche fargli un regalino sarebbe una
cosa carina, sorridergli spesso, invitalo assieme ai
suoi amici a prendere un gelato, poi lascia che sia
lui a fare prima mossa.
Ricordati che ai ragazzi piacciono le ragazze dolci
e non le maschiacce aggressive. Auguri!
La redazione
Cara redazione
Negli spogliatoi in palestra siamo insieme ad una
classe di alunni più grandi . C’ è molto chiasso e,
con tutto il deodorante che si mettono , si fa fatica
a respirare. Poi noi dobbiamo stare in posti
strettissimi per cambiarci, mentre loro occupano
tutto lo spogliatoio!! Cosa ci consigliate per avere
un po’ più di considerazione e di spazio?
Un’alunna scontenta
Cara alunna scontenta
Il problema dello spazio si può risolvere facilmente : scendete in palestra un po’ prima degli altri,
siate veloci ad occupare panche ed attaccapanni,
se poi tutto è occupato, provate a spostare i vestiti
e le scarpe, mettendole però in ordine.
Per quanto riguarda il problema del deodorante,
riteniamo che sia meglio il suo odore, anche se a
volte un po’ forte, piuttosto di quello delle “ ascelle
sudate”!!!
La Redazione
Caro Bertolino,
non ne posso proprio più di mia sorella!! Già a casa
è insopportabile, ma da quest’ anno è anche a
scuola con me, e per giunta anche nella mia stessa
sezione ! Aiuto! Se facesse, finta di non conoscermi sarebbe fantastico………… ma fa tutto l’opposto! Come devo fare? Perché non mi lascia mai
stare?
Mychymouse
Cara Mychymouse,
secondo noi potresti provare a non farci molto caso
e, se non ti riesce, cerca di trovare un modo per
andarci d’accordo. Quando ti capita di invitare
un’amica a casa e tua sorella vi da fastidio fai la
stessa cosa quando invita lei, così forse le farai
capire cosa si prova ad essere continuamente disturbate. Per quello che riguarda la scuola, stai
nella tua aula e cerca di incontrarla il meno possibile ma, attenzione: nella vita, senza dubbio, l’aiuto di una sorella sarà prezioso. Ricordatelo, gli
amici passano ma la gente di famiglia resta sempre
accanto a te. Cerca, quindi, di aver un po’ di
pazienza, vedrai che maturerà!
La redazione
Pag4
“ALUNNO SCONSOLATO”
Cara redazione del Bertolino, ho un problema
scolastico: vado sempre male nelle verifiche, anche se studio molto! Come posso fare?
“ALUNNO SCONSOLATO”
Caro Alunno Sconsolato, io credo che tu dovresti
cercare di stare più attento a scuola, se non capisci
qualcosa dillo all’insegnante perché, poi, a casa ti
vengono mille dubbi. Leggi a voce alta un testo,
ripetilo sempre a voce alta, fai degli schemi per
memorizzare meglio gli argomenti ma, soprattutto,
dedica un po’ più di tempo ai libri perché, sei
proprio sicuro che il tempo che passi su di loro sia
tanto?
LA REDAZIONE
A San Nicandro Garganico, a Marzo, è avvenuta la premiazione del nostro giornalino,
arrivato primo tra centinaia di altri giornali , provenienti anche da diversi paesi europei.
Dopo le congratulazioni di rito, i ragazzi in rappresentanza della Redazione hanno
partecipato ad una divertente serata danzante. Quando si dice di ...unire l’utile al
dilettevole!!!
Congratulazioni a tutta la Redazione.
Quando scrivere per
il “Bertolino” aiuta a
crescere….
Ciao,
sono Leo e vi vorrei raccontare del mio rapporto
con lo scrivere,che è ultimamente molto cambiato.
Quando ero alle elementari detestavo scrivere e i
tentativi della maestra o della mamma, per invogliarmi a produrre dei testi interessanti, naufragavano puntualmente. Scrivere mi sembrava inutile,
da grande chi mai avrebbe chiesto di raccontargli
delle mie ultime vacanze trascorse sull’isola d’Elba o dell’ultimo libro letto? Alle volte mi sembrava
che tutti volessero impicciarsi degli affari miei,
così però avevo perso l’abitudine di parlare delle
mie idee o esperienze persino con gli amici e questo
cominciava a preoccupare anche me. Bisognava
assolutamente correre ai ripari e così, all’inizio
della quinta, mi misi di buona lena a scrivere temi
anche piuttosto carini, ma mi mancava ancora
qualcosa…la gioia, l’entusiasmo con cui affronto
sempre le situazione. Qui alle medie però ho conosciuto “ il Bertolino” e ho capito che scrivere temi
o testi di vario argomento non serve solo a prendere
dei bei voti, ma è utile anche per parlare agli altri di
se stessi, delle proprie idee, delle proprie emozioni:
alle volte aiuta anche a scaricarsi e ad essere felici.
Così, quando devo svolgere un tema, non sono più
nervoso e anche adesso che sto scrivendo a te,
lettore, penso che qualcuno, che magari non ho mai
visto, mi sta conoscendo e questo mi fa sentire
anche un po’ importante. Ora, però, torno con i
piedi per terra e concludo questa confidenza con un
ringraziamento un po’ banale, ma per me speciale:
grazie Bertolino!!
Leonardo Lavosi 1° D
Arrivederci e grazie
prof Delussi
Questo anno un elemento prezioso lascerà la
redazione del giornalino: la prof. Tiziana Delussi
che è stata una
dei fondatori
del Bertolino
16 anni fa. Ci
lascia per andare in pensione e per dedicarsi ai suoi
hobby dopo
tanti anni di lavoro ed impegno che hanno
reso il nostro
giornalino uno
dei migliori
giornali a livello nazionale e internazionale. Cara
prof, sentiremo molto la sua mancanza, speriamo di continuare il suo lavoro in modo che sia fiera di noi.
Con affetto La Redazione
VOGLIO CONSIGLIARE
Cara preside,
le voglio consigliare di installare la Lim in tutte le
classi della scuola, in modo da rendere le lezioni
più interessanti e divertenti.
Io frequento la 2B e con la Lim facciamo geometria, storia, geografia e molte altre materie. Abbiamo la fortuna di avere un maxi computer in classe!!!! L’anno scorso, la scuola non era emozionante come quest’anno. Ogni volta che un professore
arriva in classe con la borsa contenente il computer
n. 15, io sono molto felice, perché so che quella
lezione mi piacerà.
Per esempio, in geometria, sulla lavagna interattiva
abbiamo affrontato la traslazione e la rotazione
delle figure piane.
Queste due operazioni io le ho capite molto bene,
grazie a tutti i programmi della Lim.sulla tradizionale lavagna nera, il nostro prof. di matematica non
sarebbe sicuramente riuscito a spiegarcele così
bene come ha fatto, e io non avrei compreso chiaramente l’argomento
Con la prof Parma facciamo anche le verifiche di
storia e grammatica, guardiamo su power-point gli
argomenti di antologia e letteratura, studiando il
famoso poeta Dante Alighieri e tante altre attività.
Da poco è stato installato anche Internet, e con la
prof di tecnica, ad esempio, non abbiamo perso
tempo per cercare notizie sull’inventore del pneumatico, Goodyear, che ha dato il via al processo di
vulcanizzazione.
La prof di francese ci farà vedere prossimamente su
Internet del materiale da lei trovato su Luigi XIV,
il Re Sole, per restare in argomento con la storia.
Cara Preside, sperando di averla convinta che per
noi la Lim è molto importante e utile, le chiedo di
installarla in tutte le classi della scuola, in modo che
anche i ragazzi più svogliati possano venire a
scuola allegramente sapendo che, con quella lavagna, si fa lezione con la tecnologia, e non tradizionalmente come tanti anni fa e il tutto risulta più
piacevole.
Cecilia Letta 2^B
giugno 2010
UOVO DI PASQUA:
LA NASCITA DELLA
TRADIZIONE
L’uovo di pasqua è una tradizione pasquale. La
tradizione del classico uovo di cioccolato è recente,
ma donare uova vere, decorate o dorate, è un’usanza pasquale molto antica. Le uova venivano considerate nell’antichità simbolo di fecondità e rinascita della vita e proprio per questo motivo era usanza
presso molti popoli donarle a primavera. La tradizione del dono di uova ebbe inizio molti anni prima
della nascita del cristianesimo. Con la religione
cristiana le uova divennero il simbolo della rinascita dell‘Uomo, di Cristo. Una leggenda attribuisce la
nascita della tradizione di colorare le uova pasquali
a Maria Maddalena che di ritorno dal Santo Sepolcro rimasto vuoto, andò a raccontare il miracolo ai
discepoli, ma Pietro non le credette subito e prendendola in giro disse “ ti crederò solo se le uova che
porti nel cestello si coloreranno di rosso”. Immediatamente le uova diventarono rosse e Pietro vedendo il miracolo, credette. Anticamente, infatti,
alla fine della Messa Pasquale, venivano donate ai
fedeli uova benedette dipinte di rosso a testimonianza del sangue versato da Gesù, la tradizione
voleva che le uova sode dipinte a mano fossero
servite a pranzo. Ancora oggi, in molte case, si
colorano le uova sode, con colori vegetali e alimentari, oppure si svuotano facendo un fiorellino con
un ago ad ogni estremo del guscio e si decorano. Per
quel che riguarda le leggende relative alla nascita
dell’uovo fatto interamente di cioccolato alcune
dicono che fu Luigi XIV il primo a farle realizzare,
altre, invece, sostengono che l’usanza provenga
dalle Americhe poiché il cacao è una pianta originaria del Messico. Oggi l’uovo di Pasqua più diffuso è il classico uovo di cioccolato. Nei paesi più
poveri l’uovo di cioccolato viene sostituito dall’uovo di gallina cucinato sodo. In Germania le uova
vengono donate ai bambini insieme ad altri regali
pasquali. In alcuni paesi, come la Gran Bretagna,
ogni anno a pasqua i bambini vanno a cercare in
giardino, fra l’erba e i cespugli, le uova che il
dispettoso coniglietto pasquale ha colorato e poi
nascosto. In Italia l’uovo sodo benedetto è da
mangiare il giorno di Pasqua è rimasto comunque
un simbolo pasquale ancora molto diffuso insieme
a quello di cioccolato che viene donato soprattutto
ai bambini.
ANDREA ALBINI II H
VISITA DELLA
FORTEZZA ROVERASCA
DI MONDAVIO
La rocca di Mondavio era una fortezza dei signori
dei dintorni: i Della Rovere.
Costruita in 10 anni (1482-1492) sotto commissione di Giovanni Della Rovere, essa è stata progettata
da un famoso architetto senese di nome Francesco
di Giorgio Martini. La fortezza non era la residenza
del duca, bensì un appostamento di difesa in cui
abitavano la servitù e i soldati del signore. Il
castello presenta una pianta ottagonale con spigoli
sfuggenti, fatti apposta per deviare le palle dei
cannoni. Essi non sono mai serviti e ciò lo si
capisce dal loro perfetto stato di conservazione. La
fortezza non è stata mai assediata!!! Ora, su 4/5 dei
piani del mastio sono rappresentate scene di vita
quotidiana. E’ stata ricostruita una cucina dove
sono stati collocati un ferraio, una donna del popolo, un soldato che mangia, la sala delle torture dove
un detenuto viene frustato. In un’altra scena nobili
donne riccamente vestite conversano con uomini
eleganti e sorridenti. La nostra guida ci ha detto che
si tratta di un pranzo di nozze ed esattamente quello
tra il duca e Giovanna di Montefeltro. Inoltre,
sull’ultimo piano della torre, si può visitare un’armeria con pezzi d’epoca e, osservando le armature,
abbiamo notato che la statura media degli uomini
da allora era minore di quella attuale. Oltre alle
armi tipiche dei cavalieri, possiamo vedere, nel
fossato della rocca, macchine usate dagli assalitori
per assediare un castello. Queste strutture d’assedio sono state progettate proprio da Francesco di
Giorgio Martini. Ora il castello, trasformato in
museo, è una testimonianza importante della vita
nel tardo Medioevo.
Andrea Serafini I ° I
Le nostre insegnanti in un momento di relax
Attività scolastiche
scolastiche
Attività
Grease fra i banchi di scuola
Finalmente! Noi alunni siamo saliti sui banchi,
abbiamo ballato, recitato e cantato a squarciagola
davanti alla preside, ai prof., ai parenti e agli amici.
Domenica 28 marzo al Garden Sporting Center.
Grazie all’aiuto dei coreografi Giorgia Rapone e
Alan Bertozzi, abbiamo portato davanti a genitori
e amici, un revival dello spettacolo conosciuto al
Noi della classe 2b, insieme alla 1d e alla 3b,
protagonisti del musical Grease, abbiamo raggiunto gli obiettivi di questo progetto: riuscire a supe-
grande pubblico , grazie al film con John Travolta,
imparando a superare le nostre paure , a cantare, a
recitare e a ballare.
rare la timidezza, accrescere la propria autostima,
imparare a usare linguaggi non convenzionali,
conoscere le proprie possibilità espressive, ma
soprattutto divertirci imparando le battute senza
badare alla differenza d’età.
Insieme alle altre due classi, siamo diventati un
gruppo affiatato e l’abbiamo dimostrato in scena
Responsabili del progetto le nostre insegnanti Anna
Maria Urbinati, Anna Maria Ronci e Maria Teresa
Parma. Alla fine dello spettacolo sono state distribuite 28 borse di studio che consistono nella prova
gratuita di due mesi nelle attività di: musical, danza
moderna e danza classica.
Benedetta Barbieri 2B
Venezia, questa era la nostra destinazione
Lunedì 22 marzo è iniziata l’avventura .
.Quando mi sono alzata, alle cinque in punto, ho
provato un’insieme di emozioni indescrivibili.
Avevo parlato tutto il pomeriggio precedente con
una mia amica che non aveva mai dormito fuori
casa. Ero riuscita a tranquillizzarla un po’, a farle
capire che sarebbe stato bello dormire fuori casa, in
una camera d’albergo. Alle cinque e cinquanta, nel
piazzale della nostra scuola, erano presenti una
cinquantina di “zombies” dalle facce addormentate e altrettanti genitori con le facce commosse …
Il viaggio di andata, in pullman, è stato molto
divertente. Appena arrivati a Venezia pioveva, ma
me ne accorgo solo ora, guardando le foto: infatti
noi eravamo tutti così contenti di prendere il primo
vaporetto della giornata, dal Tronchetto a Venezia,
che non ce ne siamo neanche accorti! Nel centro
vero e proprio di Venezia, già bagnati fradici,
abbiamo aspettato la nostra guida. Era una signora
di età avanzata, con un simpatico ombrello a fiori.
Con lei abbiamo visitato i monumenti principali di
Venezia, rimanendo folgorati dalla loro bellezza.
Nel pomeriggio, finalmente, siamo arrivati all’albergo che ci avrebbe ospitati, sul Lido di Cavallino.
Era a dir poco fantastico, con una spiaggia
mozzafiato che ci avrebbe riservato molte sorprese
… Prima siamo entrati nelle nostre camere! Sarebbero state nostre per una notte! Erano come un mini
appartamento: c’era una camera con cinque letti,
un bagno e persino una cucina! La nuova guida, un
ragazzo dai lunghi capelli ricci, ci ha portato in
spiaggia per raccogliere conchiglie. Soffiava un
vento fortissimo e pioveva, ma proprio per questo
è stato molto emozionante! Sotto un unico ombrello, ci siamo stati in tanti, di entrambi le classi, senza
differenza. Eravamo felici: felici di non essere
sotto l’ala dei genitori, felici di essere finalmente
usciti dalla routine quotidiana, felici di non dover
pensare a niente … Ma le sorprese non erano
ancora finite, anzi, stavano per iniziare … La sera,
dopo mangiato, la guida ci ha portati in un cortile
con delle panchine. Era tutto buio, se non per la luce
fioca delle candele. Quando ha annunciato che
avremmo fatto un gioco, eravamo tutti molto scettici. Dopo averlo fatto ci siamo sentiti più grandi.
Inizialmente ci ha bendati uno ad uno e dopo pochi
attimi tutti ci tenevamo la mano, per non perderci.
In testa ad ogni gruppo c’era un prof, il quale, con
gli occhi aperti però, faceva da guida lungo il
percorso. Quando poi c’è stata la sensazione di
sprofondare, ho capito di essere sulla sabbia. Abbiamo continuato a camminare, muti, fino a che ho
sentito che qualcuno toglieva le mie mani dalle
spalle di Simone, davanti a me, per posarle su
quelle della prof Zaghini. Poi, ad un tratto, la prof
ha esclamato: “Ire, ti fermi qua”. “Come, mi fermo
qua!” ho pensato. Ma non ho detto niente, dato che
dovevamo stare zitti e mi sono limitata a rispondere: “Ah”. La prof Zaghini se n’è andata e ha portato
con sé anche Francesca, che era dietro di me.
Panico. Ero sola, non sentivo rumori. C’ero solo io,
una pioggia fredda che mi bagnava la fronte, le
spalle, i vestiti …e il mare. Uno scroscio di onde
continuo, regolare. “Mantieni la calma, mantieni la
calma” mi dicevo. Quando la Prof Cristina è
venuta a dire: “Ti puoi togliere la benda”è stato un
ritorno alla realtà. Pensavo fosse un sollievo, dato
che per quei dieci minuti interminabili l’avevo
aspettato tanto, invece mi è quasi dispiaciuto. Quando hanno chiesto se lo volevamo rifare, sono stata
la prima ad accettare. Questa esperienza me la
ricorderò per tutta la vita. La sera, nelle camere, è
stato bellissimo, più di quanto pensassi. Durante la
mattinata avevamo comprato delle maschere veneziane e la sera abbiamo scattato delle foto indossandole. Il giorno dopo, fatta colazione tutti
insieme, abbiamo visitato le isole della laguna.
Burano, con le sue case colorate; Torcello, con le
sue strane barche e Murano, dove abbiamo visto
come si lavora il vetro. Molto suggestivo, ma anche
molto difficile. Ci siamo comprate alcuni oggetti in
vetro e si può indovinare cosa abbiamo acquistato
io e Nicole … Due grandi bellissimi cavalli in
vetro! Successivamente siamo tornati all’albergo
e, fatte le valigie, abbiamo salutato per sempre quel
paradiso. Nel viaggio di ritorno, in pullman, tutti
dormivano… Eravamo stravolti …ma mai stati
così felici! In questa gita si sono instaurate molte
nuove amicizie e si sono rafforzate quelle già
esistenti, perché ci siamo aiutati in tante situazioni.
Sono stati giorni intensi, non sono mancati i momenti di stanchezza, ma nell’insieme “ it was
wonderful”!
Irene Palmieri Terza I
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Italia’s got talent
Ciao a tutti
siamo Chiara e Sofia del corso I e vorremmo
raccontarvi un’esperienza che abbiamo vissuto e
che pochi hanno l’opportunità di vivere. Quest’anno, infatti, abbiamo partecipato al programma televisivo Italia’s Got Talent; tutto è iniziato un pomeriggio, quando la direttrice della nostra scuola di
danza ci annunciò che venerdì 9 aprile saremmo
dovute andare con il balletto “Musical” di tip-tap a
Bologna, per il cast di Italia’s Got Talent. Eravamo
tutte molto eccitate all’idea di apparire in TV tanto
che, prese dall’euforia, iniziammo subito a provare
la coreografia. Quell’ evento tanto atteso, finalmente arrivò.
Per andare a Bologna prendemmo il pullman e
quelle tre ore di viaggio passarono velocemente,tra
risate e lunghe dormite. Arrivate a destinazione, ci
fecero accomodare in un hotel, dove poi ci saremmo esibite. Aspettammo lì un’oretta circa, quando
un signore addetto alla sicurezza ci fece segno di
entrare in quella saletta da brividi. Era piccolissima
e noi, come gruppo, eravamo in 30. La situazione
era soffocante: davanti a noi c’erano telecamere
costantemente puntate e accese su ogni singola
ragazza. Un addetto al casting intervistò il gruppo,
ma solo una ragazza più grande di noi parlò, a nome
di tutte. Dopo ci fecero esibire. Tra pick-up, taim-
step e jazz riuscimmo a portare a termine un
bellissimo spettacolo. Una settimana più tardi, la
nostra scuola ricevette una comunicazione da parte
del casting, la quale confermava che il nostro
balletto sarebbe potuto entrare a far parte del programma. Dopo quella notizia eravamo ancora più
eccitate e la settimana prima di andare a Roma,
dove avremmo registrato la puntata che sarebbe
andata in onda lunedì 26 Aprile, provavamo ogni
giorno fino a sera tardi.
Non ci potevamo credere: eravamo dentro gli studi
di Italia’s Got Talent. Erano immensi. Tantissime
persone lavoravano lì dentro, c’era un via e vai
continuo, tanto che anche noi, come altri, non
capivamo nulla. Dietro le quinte abbiamo incontrato Geppi Cucciari e Simone Annicchiarico, i presentatori, che con grande entusiasmo ci hanno
spinte sul palco dove i tre giudici, Maria, Jerry e
Rudy ci guardavano incuriositi e sbalorditi per il
nostro gruppo numeroso. Ci esibimmo di fronte a
loro e alle centinaia di persone che formavano il
pubblico. Ballavamo tutte con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Questa cosa è piaciuta
molto ai giudici che fra tanti complimenti e battute
varie ci hanno dato tre “si”. Noi, che non stavamo
più nella pelle, abbiamo telefonato ai nostri familiari dando la stupenda notizia. Ritornammo a
Rimini felici e serene del nostro lavoro. Ma l’avventura non finì qui. La settimana successiva ritornammo a Roma, di preciso a Cinecittà, per sapere
se potevamo proseguire il cammino per le semifinali. Per questa risposta, ci fecero attendere nelle
sale-prova di “Amici”, dove pranzammo. L’attesa
durò ore, ma finalmente ci fecere accomodare sul
palco. Rudy Zerby ci fece un discorso. Noi da lì
capimmo già quale sarebbe stata l’esito. Infatti tra
lacrime e delusioni siamo uscite da Cinecittà con
un “no”. Anche se la seconda volta ci hanno
rifiutate, noi siamo comunque felici di aver vissuto
questa esperienza. Tutte sosteniamo che il “no” dei
giudici, sia una conseguenza del fatto che eravamo
in troppe e che per la finale, stando in albergo, la
produzione avrebbe dovuto spendere troppi soldi.
Quando hanno mandato in onda il programma, ci
hanno fatto vedere solo per 20 secondi. Molto
deludente anche questo. Quindi dalla nostra esperienza siamo arrivate a questa conclusione:
1) Ci siamo divertite davvero tanto.
2) Il mondo dello spettacolo è deludente ed è una
vera fregatura.
Chiara Ciappelloni 3°I e
Sofia Tamburini 2°I
Poesie... racconti... recensioni
giugno2010
DA UNA GIORNATA
NOIOSA A UNA
MERAVIGLIOSA
15 luglio 2009 era una giornata afosa e triste: il
termometro di casa segnava 30° e sicuramente
sarebbe stato piacevole essere al mare a fare un
bagno. Purtroppo, però, non avevo nessuna amica
con cui andarci: tutte erano impegnate a fare altro
o partire per le vacanze. Anche alla TV non c’era
nessun programma divertente: insomma una vera e
propria noia mortale. Ero ormai rassegnata, quando improvvisamente sento il telefono di casa squil-
lare. Con grande sorpresa era mio cugino Lorenzo
che mi invitava gratis all’ “Aquafan”, uno dei miei
posti preferiti. Ho trascorso così, inaspettatamente,
una giornata meravigliosa: abbiamo provato quasi
tutti i giochi. In particolare mi è piaciuto l’Extreme:
è uno scivolo a due posti. Io e mio cugino, arrivati
al cancello di partenza, ci siamo spaventati moltissimo: la discesa era così rapida che venivano le
vertigini!!! Ormai era troppo tardi per tornare indietro: abbiamo preso coraggio e ci siamo lanciati
col gommone: sembrava davvero che si ribaltasse:
poi, finita la discesa, il gommone a tutta velocità ha
iniziato a risalire, poi di nuovo giù. Un altro gioco
divertente è stato “l’Imbuto”, cioè un percorso a
forma d’imbuto da percorrere su un canotto; la
difficoltà sta nel riuscire ad entrare in un tunnel
stretto, perché il gommone continua a girare in
tondo. La giornata è trascorsa in un battibaleno ed
è stata una vera sorpresa il fatto che una telefonata
abbia trasformato un giorno davvero noioso nel
pomeriggio più divertente dell’estate.
EMMA BUFFADINI II H
AOKIJY
Tutti i giorni, nella prateria, la mandria di cavalli
selvaggi correva veloce. Si sentiva il rumore degli
zoccoli senza ferri, che terminavano la corsa davanti al fiume, per dissetarsi. Oltre il corso d’acqua
c’era una duna e sulla cima, ormai erosa nel tempo,
spuntava una criniera scura. Apparteneva al capo
branco Aokijy, che stava come su un altare: nero,
come la decisione; con una striscia bianca sul
muso, come la pace di una colomba. Il profilo
selvaggio, ricordava un ciclone; le gambe erano
muscolose e qualsiasi essere umano avrebbe pagato un patrimonio per averlo come cavallo da corsa.
Poi la madre saliva all’altare ed accompagnava
fieramente il figlio. Lei, però, bianca con una
criniera che sfumava al biondo, era un poco più alta
del capo branco. Da lontano si sentivano dei rumori
Una goccia d’acqua
“Voi due siete proprio uguali, come due gocce
d’acqua!!!”.
Quante volte ci capita di dire questa frase rivolgendoci ad una coppia di gemelli, a parenti o ad
amici, paragonando anche, a volte, perfetti sconosciuti con compagni o familiari...
Eppure, esteriormente, due gocce d’acqua non
sono quasi mai uguali: una è più grossa, una più
larga, una più stretta; se però ne analizziamo due all’interno di una stessa bottiglia,
scopriamo che in realtà sono formate,
chimicamente, dagli stessi elementi.
Confrontare però due gocce
d’acqua con noi esseri umani,
sinceramente, mi lascia un po’
perplesso: anche noi infatti
siamo tutti uguali, interiormente. E’ vero che ognuno ha
un cervello, per pensare, ed
un cuore, per amare, ma quello che in realtà a noi manca e
che mi fa tuttora riflettere
molto è che, noi che ci vantiamo di essere forme di vita
superiori, non abbiamo quello spirito di unione, di solidarietà, che ci permette di vivere e dipendere l’uno
dall’altro. Tutte le particelle d’acqua invece
contribuiscono a formare interi oceani, contando una sull’altra, non cercando di superare o
prevalere la compagn; una goccia, da sola, non
sarebbe in grado di dissetare un essere vivente,
di irrigare un terreno, di formare un fiume lunghissimo e importante. Non servirebbe a nulla.
Il mondo non esisterebbe senza l’acqua, così
come questa non esisterebbe senza tante piccole
goccioline unite: la razza umana non può esistere senza uomini sulla Terra, e gli uomini non
possono vivere senza darsi manforte.
Eppure io mi dispiaccio, perchè spesso vedo
persone che si attaccano, che si aggrediscono
l’uno con l’altro, che discriminano il prossimo;
secondo me, così come tutte le gocce d’acqua
dell’Oceano Pacifico, dell’Oceano Indiano e di
quello Atlantico sono sempre in contatto, anche
noi non dovremmo avere problemi a convivere
con uomini di altre nazionalità. Ogni uomo,
piccola gocciolina d’acqua, ha un ruolo
importante nel mondo. In passato sono
state compiute autentiche carneficine tra
popoli diversi che evidentemente
avevano dimenticato il loro dovere, tra le quali ricordiamo gli europei contro gli amerindi, Hitler
contro gli ebrei, statunitensi contro comunisti; le stragi tuttavia,
anche nel moderno 2010, non hanno intenzione di fermarsi, quando
invece penso che dalla Corea alla
Francia, dal Cile alla Siberia, dalla
Norvegia allo Zimbawe, si desideri la pace tra popoli di tutte la
razze.
Infine, come una goccia d’acqua
segue sempre un suo percorso
assieme a tante altre goccioline, sarebbe gratificante vedere persone che collaborano senza
discutere perchè, se due uomini litigano, tendono ad allontanarsi l’uno dall’altro: quando una
goccia d’acqua si separa dal suo fiume, finisce
con il seccarsi.
Quini anche noi uomini dobbiamo stare attenti
al nostro rapporto con il prossimo e, ogni volta
che ci allontaniamo dal nostro torrente, dobbiamo rimetterci in carreggiata assieme al gruppo e
non perderci in una goccia d’acqua!
Filippo Vernocchi 2C
SALVIAMO IL MONDO !
Dai brani che abbiamo letto in classe abbiamo
capito che i problemi ambientali sono molto
gravi in quasi tutti i
paesi più ricchi, e
quindi più industrializzati, del
mondo.
I fumi di scarico di
auto, moto e fabbriche sono molto
dannosi all’ ambiente e, se respirati, posso portare a
gravi malattie. Inoltre i rifiuti di lattine, bottiglie di plastica ed altro, se non
vengono riciclati,
rimangono abbandonati nelle discariche e impiegano
anni prima di smaltirsi. Tutto questo
contribuisce a distruggere il nostro
mondo, la nostra casa.
Come si può inquinare il luogo dove si è nati e
cresciuti?!
Distruggendo il mondo ci tradiamo da soli. Con
piccoli gesti possiamo cambiare, basta che li
facciamo tutti insieme perché se ci uniamo
potremo farcela. Ad esempio basta separare la
plastica dalla carta, l’ alluminio dai rifiuti organici e già si è compiuto
un grande passo. Inoltre, invece di usare sempre l’automobile, possiamo fare una passeggiata
oppure prendere la bici,
che è anche più salutare.
In fondo non è molto
diverso da ciò che facciamo di solito: in famiglia ci aiutiamo e cerchiamo, quando un parente sta male, di aiutarlo a guarire. Allora perché non possiamo aiutare a guarire il nostro
mondo, la nostra Madre
Terra?
Non dobbiamo consumare nient’ atro che il
necessario , usare tutto
il più possibile e inquinare meno. Se davvero
teniamo al mondo e a come lo lasceremo ai
nostri figli e nipoti, tentiamo almeno di fare
questi piccoli gesti per guarirlo. Ce la faremo!
Elena Macrelli e Caterina Bernardi 2° C
NOVITA’DAL GRULLI’S NEWSPAPER
strani, misteriosi… Il capo aveva fatto segno agli
altri di stare indietro, ma due puledrini, giocando
nell’erba non avevano visto il segnale. Il rumore si
faceva vicino e Aokijy cominciava a capire che
erano cow boy, in cerca di cavalli per sostituire i più
vecchi. I puledrini erano in pericolo: la teoria era
confermata perchè si trattava di mandriani. Aokijy
si metteva davanti pronto a proteggerli. Vedendo la
mandria i nemici si fermavano, i piccoli volevano
scappare, ma Aokijy non lo permetteva. Il cavallo
nero cominciava a muovere la coda e il suo nitrito
sembrava dire: “Al mio segnale… scatenate l’inferno!” Poi muoveva lo zoccolo e dopo due battiti
tutta la mandria si avventava contro i cow boy, che
alla fine si trovarono legati con le loro stesse corde.
Sahiela Rascionato 1ª I
Era estate, si avvicinava la “festa dei frutti”, che
si teneva nella città di Gotham la terza settimana di luglio, durante la quale ogni
contadino faceva assaggiare ad
uno specialista il proprio raccolto
e vinceva chi possedeva la frutta
più buona e saporita. Una famiglia aveva un frutteto molto produttivo e tutti gli anni partecipava
alla competizione, ma chissà perché non vinceva mai. Ebbene,
anche quell’anno i coniugi Vercingetorige ed Ermengarda si prepararono alla “Grande Festa” erano già in procinto di mettere la
frutta in fresco e l’avrebbero fatto
se non si fosse rotto il frigorifero.
Stavano proprio per darsi per vinti quand’ecco, Vercingetorige
esclamò: EURECA!!!
Ci sono!!!. Poi disse alla moglie:
stammi bene a sentire. Qualche tempo fa ho
sentito parlare alla TV di una città romana
trovata sottoterra nella quale
vi erano, completamente intatti, dei fichi secchi su di un
piatto. Quindi seppelliamo la
frutta nel sentiero, così la ritroveremo fresca fresca!” la
moglie acconsentì soddisfatta
e il giorno dopo il lavoro era
perfettamente finito. Passata
qualche settimana, il giorno
prima della festa, quando i
due grulli andarono a scavare
per recuperare la frutta, li attendeva una amara sorpresa.
Del loro raccolto non gli era
rimasto nulla, ma ci trovò dei
vermi e delle formiche quindi
decisero di bruciarlo e ricoprirono la buca come l’avevano scavata.
LAVOSI LEONARDO 1ª D
Pag6
IL DRAGO DELLA
PALUDE DEGLI
INGANNI
Nel lontano Medioevo, epoca di avventure fantastiche e misteriose, il nano Dersul passeggiava
nell’isola Verdeblu. Tra i boschi della sua terra
ammirava le meraviglie della natura: era circondato da fiori multicolori, funghi rossi, alberi altissimi
e rigogliosi. Era così distratto dal paesaggio che
non si rese conto di essersi trovato in una palude
infestata da pozzanghere scure. Dersul si accorse di
essere entrato nella Palude degli Inganni, ma non
erano le sabbie mobili a spaventarlo: il problema
era il suo nemico. Infatti, ad un certo punto, l’acqua
melmosa venne scossa da un forte tremolio, seguito da un altro e un altro ancora. Dersul si guardò
intorno per capire cosa stesse succedendo e si
spaventò a morte quando si trovò faccia a faccia
con il suo rivale, il gigantesco drago Horg. Il
piccolo nano non aveva con se un’arma per difen-
dersi o per attaccare; il drago avanzò verso di lui e
aprì le sue terribili fauci da cui sputò un fuoco
ardente rosso come il sangue. Dersul, però, fortunatamente, schivò agilmente l’attacco del mostro.
Sembrava che fosse la fine per lui, ma, all’improvviso, udì una voce familiare che lo sorprese: “Mi
sembra che tu abbia bisogno di aiuto, vecchio
amico mio!” Da sopra un albero balzò giù un uomo
piccolino come Dersul, ma molto più giovane, Io
Hobbit Astro! Era l’essere umano più forte dell’isola, furbo come una volpe e coraggioso come un
leone, fedele amico del nano. Dersul fu molto
felice di rivedere il caro amico che, prontamente,
lanciò una spada per difendersi. Cominciò così uno
spietato duello fra i tre, tra colpi di spada e fiamma
a volontà; la lotta continuò sino allo sfinimento dei
combattenti e, quando il drago stava per prendere
il sopravvento, Io Hobbit sfoderò il suo asso nella
manica. Estrasse dalla tasca della sua giacca una
pozione magica che bevve insieme a Dersul e così
i due divennero invisibili, riuscendo a scappare
dalla Palude degli Inganni. Il drago continuò a
sputare fuoco pensando che i nemici si fossero
nascosti e a forza di lanciare fiamme, si esaurì,
cadendo a terra sfinito. In breve tempo si trovò
immerso nelle sabbie mobili, che lo inghiottirono,
lasciando di lui solo il ricordo.
BAIETTI FEDERICA - ALTINI LAURA
FRALASSI FEDERICO- NICOLA SALGADO 1ª I
PER UN BUON PRANZO ….
Il signor Bianchi, una bella mattina, decise di
andare a prendere un coniglio dal macellaio. Era il
compleanno di sua moglie e ci teneva a cucinare un
buon pranzetto. Mentre si incamminava, gli venne
in mente che non aveva fatto il regalo a sua moglie.
Subito dopo vide un negozio di animali e pensò fra
sé e sé: “Magari potrei regalarle un cucciolo, le
sono sempre piaciuti gli animali!”
Così entrò nel negozio degli animali.
“Buon giorno.” Disse il negoziante.
“Buon giorno, vorrei comprare un cucciolo di
cane.”
“Bene, che razza di cane preferisce?”
“Preferirei che fosse bello paffuto e dolce.”
Ad un certo punto il cellulare del signor Bianchi
squillò: era sua moglie che gli chiedeva notizie del
pranzo. Bianchi disse: “No cara, non l’ho ancora
preso, ma vedrò di prenderne uno grassottello.
Chissà come sarà buono quando lo arrostiremo. Sì,
certo, compro anche le patate di contorno. Ci
vediamo dopo.” Il signor Bianchi chiuse il cellulare. Il commesso aveva sentito tutta la telefonata ed
ora guardava il signor Bianchi come se fosse un
delinquente.
Da quello che aveva capito dalla telefonata, il
commesso pensava che il signor Bianchi volesse
cucinare e mangiarsi un cane. Per questo prontamente disse:
“Fuori dal mio negozio o chiamo la Protezione
Animali!”
E così il signor Bianchi si trovò scaraventato fuori
dal negozio senza neppure sapere perché.
Ad un certo punto fece un urlo riferito al negoziante:
“Adesso non si può neanche più fare un regalo alla
propria moglie?!”
Dopo essersi sfogato si recò dal macellaio come se
non fosse successo niente.
Elena Macrelli 2° C
giugno 2010
LA BELLEZZA
DI AURORA
Nel tardo Medioevo, risiedevano nel castello delle
Terre di Mezzo, il cavaliere Dersul e la sua sposa,
la principessa Aurora: la dolce fanciulla aveva
lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri espressivi; indossava eleganti vestiti impreziositi da brillanti e pietre preziose. Amava (perdutamente) il
suo sposo e per nessun altro uomo l’avrebbe mai
lasciato. Un giorno di primavera, Aurora, mentre
passeggiava intorno al castello, venne rapita dalla
strega Aged, che voleva scoprire ad ogni costo il
segreto della sua bellezza. La condusse nel Deserto
di Fuoco,
dove veniva sorvegliata dal
drago Orgh
che, appena la vide,
se ne innamorò perdutamente.
In quel momento,
passò di lì
il Gufo
Parlante
del Mago
Brazil, il
migliore
amico del
cavaliere Dersul. Scoperto ciò che era accaduto,
avvertì immediatamente il mago e il cavaliere che
si precipitarono nel deserto: un luogo arido e spopolato, formato da terribili crateri da cui eruttava
lava incandescente e magma. Per superare quelle
buche infernali, il cavaliere si alzò in volo, grazie
ai poteri del mago. Oltrepassati gli ostacoli, si trovò
di fronte al drago, che aprì le sue terribili fauci e
sputò fuoco contro di lui. Il cavaliere schivò le
fiamme e, fortunatamente, in quell’istante, arrivò
Brazil che, con un incantesimo, incatenò Orgh.
Entrati si trovarono davanti alla strega Aged a cui
Aurora stava rivelando il segreto della propria
bellezza. I due valorosi guerrieri lanciarono un
sortilegio alla maga malvagia che si trasformò in un
rospo. Liberarono la principessa e la riportarono al
castello dove organizzarono una grande festa in
suo onore. Il drago, alla fine, diventò il guardiano
della residenza degli sposi. Aged venne rinchiusa
nei sotterranei del castello per garantire al regno
sicurezza e pace duratura. Da quel giorno cominciò
una vita tranquilla e felice.
DAVIDE FRACASSI-NICOLO’ GIGLIETTI
REBECCE SCHIRRIPA- THOMAS ZANI 1ª I
Una storia a lieto fine
IL TESORO
Una volta d’inverno c’era la neve e un povero
ragazzo andò a prendere la legna. Quando l’ebbe
raccolta, decise di tornare a casa, ma faceva tanto
freddo che tolse un po’ di neve dalla terra per
accendere il fuoco e trovò una chiave d’oro. Pensò
allora che dove c’era la chiave c’era anche una
serratura. Scavò e trovò una cassettina, la aprì e
vide una mappa con una foto. Sulla foto c’era
scritto : “ Trova il tesoro di Roby Hanvelker di ….”
Il ragazzo , che si chiamava Roger, si sedette e
rifletté un po’. Guardò la mappa e capì che era
della sua città, la prima tappa era proprio l’orto di
casa sua. Arrivò a casa e raccontò tutto ai suoi
genitori, ma
loro non gli
credettero.
Così Roger
aspettò l’alba, andò
nell’orto e
cominciò a
scavare, ma
dopo due
ore non aveva ancora
trovato nulla. All’improvviso sentì sotto la pala
qualcosa di duro così continuò a scavare e trovò un
forziere , ma questa volta non aveva la chiave.
Guardò bene bene la mappa e , in fondo, trovò
scritto : “ Usa la mappa per aprire il forziere”
Roger arrotolò la mappa e la infilò dentro il foro e
il forziere si aprì. Dentro Roger trovò una medaglia d’oro e dei soldi , che però non erano dei veri
soldi ma dei biglietti su cui c’era scritto : “Bravo,
se hai trovato questo forziere , riuscirai a trovare
anche l’ultimo nella Villa degli spiriti. Prendi con
te la medaglia e dalla al signore che ti aprirà, così
ti farà entrare”
Roger riuscì così ad entrare nella villa e andò nel
giardino dove trovò una grande statua, scavò per
tanto tempo attorno ad essa , ma non trovò nulla.,
poi l’occhio gli cadde su una statua più piccola, si
appoggiò su di essa e questa si spostò. Sotto c’era
un enorme forziere pieno d’oro, lo portò a casa e
da allora lui e la sua famiglia vissero ricchi e felici.
ARTUR MALINOVSKI 1° E
Poesie... racconti... recensioni
Intervista virtuale a jacob
di Twilight New Moon
I: Ciao Taylor, come stai?
T: bene grazie
I: qual è il tuo nome per intero?
T: Taylor Daniel Launter.
I: quando sei nato?
T: 11 febbraio del 1992 in Michigan
I: la tua famiglia di che origine è?
T: la mia famiglia ha discendenze francesi, tedesche e olandesi, ho saputo solo quando ho incominciato a lavorare per twilight che da parte materna ho
anche avi indiani!
I: hai fratelli o sorelle?
T: sì, ho una sorella di nome Makena a cui voglio un
mondo di bene.
I: hai qualche animale domestico?
T: sì, un piccolo maltese di nome Roxy.
I: inoltre ho saputo che hai dovuto allenarti moltis-
simo per raggiungere il fisico di Jacob dopo la
trasformazione…
T: ma quante cose sai? (risata) comunque è vero
anche questo, ho dovuto fare un intenso e prolungato allenamento che mi ha fatto guadagnare circa 30
libre (cioè 13 kg di muscoli)
I: è vero che la tua preparazione del ruolo di Jacob
non è stata solo in palestra, ma hai frequentato gli
indiani della tribù dei Quilete?
T: sì, è vero. Credo che ci siano solo 4 persone al
mondo che parlano ancora il Quileute e io ho avuto
la fortuna di parlare con uno di loro.
I: tu sei un campione di arti marziali…perché l’hai
abbandonato?
T: lo abbandonato per recitare, se avessi continuato
gli impegni sarebbero stati troppi.
I: ho saputo che eri davvero bravo…
T: bhè, non per vantarmi, ma a tredici anni avevo
gia vinto tre campionati mondiali di karate Juniores, vincendo tutte e tre le volte medaglie d’oro
I: tu hai un sorriso stupendo e di questo ce ne siamo
accorte tutte, ma è vero che alle medie hai vinto un
premio per il tuo sorriso?
T: sì, è vero. Alle medie mi hanno dato il premio
“Best Smile”.
I : l’intervista è finita, ma voglio assolutamente un
autografo!!
T: ok, ma calmati!! (risata)
Ye Giulia 2°H
La macchina del
tempo
In un medioevo fantastico, il castello delle Terre di
Mezzo è in festa. Il palazzo è completamente
colorato, famoso per la sua altezza imponente e per
i rumori ed i suoni che si possono udire all’interno
del palazzo. Per entrare si attraversa un ponte
levatoio verde smeraldo, che permette di oltrepassare il fiume Tito.
I festeggiamenti sono in onore dell’incoronamento
dell’affascinante principessa Aura.
Mentre i sudditi e i soldati, i Raggi della luce,
bevono e scherzano, i soldati delle Tenebre, guidati
dal Signore delle Ombre, che non vogliono che
Aura regni a causa di un’antica guerra fra bene e
male, si intrufolano senza farsi vedere nella stanza
dei doni: depositano un pacchetto rosso e molto
pesante nel mucchio e scappano via sogghignando
come delle iene.
La nuova regina, insieme ai suoi sudditi, si reca
nella stanza principale, la più colorata, per aprire i
regali: il primo pacchetto scartato è proprio quello
rosso e malvagio. Dentro c’è un aggeggio con su
scritto: “MACCHINA DEL TEMPO”.
Uno dei servi, che stava aiutando la regina a
spostarlo, schiaccia accidentalmente un tasto tutto
colorato: la macchina del tempo impazzisce come
un gatto con la rabbia, risucchia Aura e si spegne.
La regina finisce sull’isola Verdeblu, in un futuro
immaginario, dove,spaventata, si addentra nella
foresta Millecolori e si accampa per la notte sotto
un albero dal tronco giallo, le spine blu e la chioma
viola. La regina è molto spaventata, ma i rumori e
i versi di alcuni animali, come simpatiche scim-
miette, piccioni ed altri volatili, riescono a tranquillizzarla.
Dopo la scomparsa della nobile ragazza, gli invitati
rimangono sbalorditi e decidono di votare diverse
soluzioni per aiutarla, come, per esempio, trovare
un sostituto momentaneo che guidi il regno, mettere annunci sulle bacheche per dichiararne la scomparsa…
Alla fine, trascorsi molti giorni dall’accaduto, decidono di chiedere aiuto al mago Abrazil che, dopo
una serie di esperimenti con pozioni magiche,
prepara un infuso a base di estratti di diverse erbe
aromatiche; lo versa sulla macchina del tempo,
schiaccia il pulsante colorato e … la principessa
improvvisamente si ritrova nel suo castello!
I festeggiamenti continuano per una settimana intera, senza sosta e per sette giorni, tutti si abbuffano
in modo tale che all’alba dell’ottavo dì gli invitati
sono ingrassati di almeno tre chili.
Sahiela Rascionato, Nicolò Gorza, Alex Dente,
Elisabeth Menacho Mendoza 1ª I
LA STRANA AVVENTURA DI UN RAGAZZO IN GAMBA
Questa storia parla di un’avventura di un giovane
orfano diciassettenne, che naufragò su un’ isola
selvaggia.
Thomas Black era orfano e si era imbarcato sulla
“Red Queen”, quando aveva diciassette anni , era
molto alto e forte; i suoi occhi erano verdi ed i
capelli neri e corti. I suoi maggiori pregi erano il
coraggio e la determinazione, a volte era un po’
impulsivo. Dopo aver viaggiato per giorni e giorni
in acqua, attaccato ad pezzo di legno, arrivò sulla
spiaggia bianchissima di un’isola. Spossato, si
lasciò trasportare dalla corrente e si riposò sulla
sabbia calda. Qualche ora più tardi, si alzò in cerca
di cibo, e trovò una palma di cocco e se là mangiò.
La spiaggia era fatta di sabbia bianca e fine; l’acqua sembrava trasparente e pulitissima. Vicino a
Thomas c’erano, sparse, palme di cocco e di banane. Più in la, la vegetazione diventava fitta e
incolta. Gli alberi, cresciuti a dismisura, si intrecciavano e si biforcavano a più non posso, quasi a
voler formare una trappola per Thomas . Qualcosa
lo stava osservando, ben nascosto dalla giungla.
Qualcosa con 4 zampe, una coda e grandi occhi
gialli affamati. Thomas non se ne accorse e continuò a lavorare. La belva piegò gli arti posteriori,
pronta a spiccare un balzo e a divorare una preda.
Il ragazzo si ritrovò a terra, con un enorme tigre
addosso che lo puntava alla gola deglutì e cerco un
arma, che poteva essere qualunque cosa. Trovò
nelle sabbia del ferro duro e freddo, lo disseppellì
velocemente e lo lancio contro la fiera. Il pugnale,
perché era questo che Thomas aveva ripescato, si
rivelò fatale per l’animale. Stanco, il ragazzo prese
l’arma e la osservò per bene, in mancanza di altro
da fare. Il pugnale era molto sporco, però doveva
essere prezioso perché lo strano teschio incastonato nel manico era di un materiale trasparente e
luccicante. Dalla foresta giunsero urla ed una trentina di indigeni corsero verso di lui, lo presero un
braccio e lo portarono in trionfo per tutta la spiaggia. Stupito, Thomas rimase a vivere con loro, ben
presto imparò il loro linguaggio .e scoprì che
uccidendo la tigre li aveva salvati. Si sentiva bene
con gli indigeni, perché a casa (orfanotrofio) veniva trattato malissimo e non c’era mai bisogno di lui.
Qualche anno dopo sposò la figlia del capo di nome
Kayama ed ebbe un figlio. Thomas spiegò agli
indigeni come costruire case e vie di comunicazione. Durante una missione di salvataggio degli
operatori si inoltrarono nella giungla e incontrarono Thomas ed essi cercarono di convincerlo a
tornare a casa, ma lui non volle perché aveva
trovato il suo posto.
Capannini Matilde 2° B
Pag7
LA SPOSA DI NARLI’
Narlì era un gatto molto famoso; aveva moltissime
fan, fra cui una madre con le sue due figlie Costa e
Stroppa e una gattina di nome Bonacina. Una sera
la madre delle due gatte chiese a Pinto, il padre di
Narlì, di dare in sposa una delle due micette a Narlì.
La richiesta fu accettata e quindi, il gatto più
famoso del mondo, stava per sposarsi, ma toccava
a lui scegliere
chi prendere in
moglie.
Ecco, era il
momento…
Narlì aveva
davanti a sé
Costa, una gattina vanitosa e
fin troppo sicura di sé, e Stroppa, molto bella e vincitrice anche
di qualche premio di bellezza.
Proprio in quel momento passò di lì Bonacina;
Narlì non aveva mai visto una gattina così semplice
che al tempo stesso riuscisse a rapirgli il cuore con
un solo sguardo. Egli la chiese subito in sposa ed
ella accettò ! Le nozze si celebrarono su di una nave
da crociera verde tempestata di cuori di una tonalità
più scura. Era la nave privata di Narlì.
La favola insegna che la bontà d’animo vale più
della bellezza fisica.
SAHIELA RASCIONATO 1ª I
IL BOSCO INCANTATO
In un tempo remoto, nelle isole sperdute delle Maldive, abitavano due popolazioni in conflitto fra loro.
Erano gli Inferi del Fuoco e il regno dell’Acqua. La
popolazione del Fuoco era composta da esseri mostruosi come Licantropi, Draghi malvagi e Troll rivoltanti. Al contrario, il magnifico regno dell’Acqua era
abitato da esseri gentili e graziosi come Elfi, Gnomi,
Folletti, Hobbit … rispettivamente risiedevano sull’isola del Vulcano nel bosco millenario attraversato
dalla cascata di diamanti, chiamata così per le splendide gocce illuminate dal sole. La rivalità aumentò per
un torto inflitto dalla strega Accecante, che mandò
orribili piogge e tuoni per alcuni mesi, rendendo
difficile la vita ai placidi nemici. Vulcano, inviò tutto
il suo esercito contro il Bosco Millenario abitato da
creature innocenti. Con enormi carovane fantasma, i
soldati malvagi, attraversarono il Mare dei Mille Pesci
e, arrivati sull’isola nemica, incendiarono piante e
alberi dove abitavano gli Hobbit. Essi, ritrovandosi le
fiamme fino alla cima delle loro case semplici costruite su abeti, si rifugiarono nella dimora del Mago della
Cascata, signore anziano e saggio, dotato di poteri
magici. Mentre questi stava preparando una pozione
per la vendetta contro la strega Accecante, vide una
mandria di Hobbit dirigersi verso di lui. Subito li fece
entrare per cercare di salvarli. Dopo molti giorni,
grazie a gagliarde piogge mandate dal Mago, si riuscì
a spegnere quell’immenso incendio. Fu davvero troppo l’offesa ricevuta dal Signore del Vulcano, allora,
per porre fine a quella rivalità che ormai durava da
troppo tempo, si decise di arrivare a uno scontro diretto
fra il Fuoco e l’Acqua. La battaglia si sarebbe combattuta in mezzo al deserto. Il Signore del Vulcano aveva
radunato tutte le sue truppe formate da Licantropi,
Troll e draghi. Al suo fianco c’era il licantropo Dark,
uomo che nelle notti di luna piena si trasformava in un
orribile lupo; il drago Fuocus, un essere gigantesco
coperto da squame coriacee, che aveva denti acuminati e sputava fuoco. Invece, dall’altra parte dell’isola, si
stava preparando l’esercito dell’Acqua formato dal
Mago della cascata, Elfi,Hobbit, Folletti, Gnomi e
nani che, pur essendo piccoli erano dotati di una agilità
e forza notevoli; ma l’elemento fondamentale dell’esercito era il Principe Squalo, un uomo che si poteva
trasformare in tutte le specie di pesci che voleva, in
particolare lo squalo. La battaglia ebbe inizio: i Troll
vennero sconfitti subito dagli Hobbit, perché li avevano sottovalutati. Gelosa della vittoria degli Hobbit, la
strega Accecante immobilizzò tutto l’esercito formato
da Elfi, Gnomi e Folletti … L’esercito dell’Acqua,
ormai, composto solo da due individui non si scoraggiò e abbatté l’intero esercito nemico compresa quell’insolente vecchia strega. Il Mago della Cascata si
ritirò, perché il principe Squalo voleva battersi da solo
contro il Signore del Vulcano. Erano pronti! Si guardavano con aria di sfida. La tensione si faceva alta.
Magicamente il nemico estrasse una spada di fuoco e
impugnandola attaccò il principe. Egli schivò senza
problemi il colpo, ma notò che la spada lanciava
pericolose schegge infuocate che evitò facendosi scudo col mantello della manta; poi, impugnata la lancia
del pesce spada la lanciò contro il nemico. Quest’ultimo aveva una barriera di fuoco impenetrabile che
vaporizzò la freschezza del pesce. Il Signore del
Vulcano per un suo sbaglio, colpì la parte più protetta
del principe e quest’ultimo ne approfittò per sferrare
con tutta la sua forza un ultimo attacco. Le grida di
Vulcano furono stridule e l’impatto con la sabbia
terribile. Dopo un po’ , la terra cominciò a tremare: si
stava avvicinando una bufera di sabbia che lo travolse
e rapì. Finalmente tutto ebbe fine: il Bene trionfò sul
Male. Per punizione i Troll si piegarono a servire gli
Hobbit, il licantropo Dark e la strega Accecante dovettero purificare il mare e ripulir lodai rifiuti. Queste
punizioni servirono come insegnamento al rispetto
degli altri.
GIOVANNI DE MARTINO - SARA ANDONI –
FEDERICO LUCCHINI Iª I
giugno 2010
Generazione
“multi skating”
Va bene saper usare la nuova tecnologia, ma ci
sono altri saperi, più tradizionali, che bisogna
conoscere. O no? Discutiamone in classe
Entro su Messenger, metto a caricare l’Ipod, accendo la televisione e parlo al telefono contemporaneamente: faccio parte di una generazione “multi
skating”, cioè degli adolescenti capaci di fare più
cose nello stesso momento, almeno per tutto quello
che riguarda la tecnologia.
Abbiamo più di 500 amici su Facebook, però non
sempre riusciamo a rapportarci con gli altri.
Sappiamo creare un Blog, usare Photoshop e copiare un cd, ma non riusciamo risolvere i problemi
di geometria che ci fanno regolarmente impazzire
a scuola.
Conosciamo tutte le canzoni a memoria del nostro
Io... Io... e
UN AMICO “SPECIALE”
Caro Matteo,
con questa breve lettera ti voglio ringraziare della
nostra bellissima amicizia che dura da molto tempo. Ci conosciamo da quando siamo nati e il
sentimento che ci unisce è davvero speciale. Caro
amico ti voglio tanto bene!!!
P.S. anche a mamma Monica, al babbo Marco e a
Gino.Baci
Si, la nostra amicizia dura da tanto tempo ed è
davvero speciale. Ricordi quando mi cantavi la
canzoncina da te inventata “Tutti alle Bertola a ber
la Coca Cola!”?
Io frequentavo ancora le scuole elementari, ma non
vedevo l’ora di essere lì con te! Alla tua canzoncina
hanno dedicato anche la maglietta della scuola
dell’anno passato che, devo dire, era davvero bel-
DANIELE SANTINI III A
lissima!
Adesso so che ti sei iscritto alle superiori…
Quest’altr’ anno la nostra scuola sarà più vuota
senza te!
Chi correrà per i lunghi corridoi della Bertola
cantando con il tuo straordinario sorriso?
Io comunque ci sarò, rimarrò sempre al tuo fianco,
orgoglioso di avere un amico così speciale come te!
Ciao Dani!
MATTEO MUSSONI II H
RISPOSTA AD UN AMICO “SPECIALE”
cantante preferito, ma non riusciamo a memorizzare un paragrafo di storia.
Il cellulare spento durante le lezioni a scuola?
Inaccettabile. Vivere senza Ipod? Impossibile.
Leggere un libro e parlare correttamente l’italiano?
Roba da vecchi. La ‘k’ al posto del ‘ch’ è più
‘fashion’.
Infiliamo continuamente termini stranieri o parole
nuove in qualsiasi conversazione per farci sembrare il più informati possibile, però non abbiamo
ancora capito che ‘fashion’ vuole dire ‘moda’e non
‘alla moda’, che sarebbe ‘fashionable’, e che ‘stiloso’ non esiste nel vocabolario italiano.
Sappiamo fare più cose contemporaneamente, però
siamo incapaci di rimanere concentrati più di mezz’ora su una spiegazione di una prof.
E’ la generazione “multi skating”, una generazione
di adolescenti che si innamora attraverso il computer e ha per migliore amico il cellulare, una generazione di contraddizioni.
La mia, la nostra generazione.
Linda 3°E
Infanzia…e cambiamenti
dell’adolescenza.
Che sia meglio restare
“piccoli”?
Questa è una parola sulla quale a volte mi soffermo. Di solito quando la notte non riesco ad addormentarmi penso alla mia infanzia…Penso a quanto
mi piaceva giocare, correre, senza mai fermarmi.
Ora invece, pur essendo forse anche più attivo di
prima, non ho sempre quella voglia di correre e di
giocare. Quando ero piccolo, a me, sembravano
importanti anche le cose più minuscole ed insignificanti; mi soffermavo a guardare ogni cosa e
riflettevo su quanto poteva essere importante. Invece adesso non mi importa più di tanto di quel che
mi circonda. Poco tempo fa, tutte le notti, pensavo
alla morte. Io ero proprio ossessionato da questa
cosa e mi facevo sempre migliaia di domande del
tipo:-Cosa accadrà dopo la morte? Dove andrò a
finire? La mia vita finirà o andrò in
Paradiso?...Adesso invece cerco di evitare di pensarci e questo mi riesce anche perché non ho molto
tempo per rifletterci tra tutte le cose che ho da fare.
Io sono sempre stato facilmente irritabile; da piccolo non temevo di mostrare questo mio difetto
invece adesso provo a controllarmi. Io da quando
avevo pochi anni ho sempre avuto, non dico un
buono, ma un rapporto abbastanza bello con la mia
famiglia, però prima dicevo loro più cose e avevo
più confidenza, mentre adesso non dico quasi nulla
e quando ho un peso dentro, non lo dico a loro e me
lo tengo per me. Quando ero piccolo le diverse
difficoltà che avevo di fronte non sempre le affrontavo e, anzi, a volte mi chiedevo perché accadesse
tutto a me; invece adesso, anche se alla fine non
riesco, provo a risolverle e non mi abbatto al primo
tentativo.
Io sono felice di essere cambiato da quando ero
piccolo ad adesso, però ho paura che crescendo
peggiori in alcuni miei aspetti, perché mi piaccio
già così come sono.
Eugenio Sarti, I^G
Pag8
Caro Danielino,
che bella sorpresa mi hai fatto l’altro giorno consegnandomi la tua letterina!
Quanta fatica ti deve essere costata scrivere tutte
quelle parole e anche il disegno in cui hai riprodotto me e la tutta la mia famiglia compreso il mio
cane Gino.
I valori che contano
“Ragazzi, andate a pagina 540…”. La lezione di
antologia era iniziata ed io, curiosa di sapere
quale nuovo argomento avremmo affrontato,
sfogliai velocemente le pagine del libro fino a
quando lessi questo titolo: “I valori che contano”. L’argomento che legava ogni brano di
quell’unità, composta da varie storie di vita, ci
portava a riflettere, a confrontarci, a “vivere”
delle determinate situazioni, per capire … Per
capire una diversità che avvicina due ragazzi,
considerati dagli altri degli zimbelli e li unisce
fino a formare una sola “creatura” in grado di “
camminare alto sul mondo, pronta a far strage di
draghi”, a reagire contro chi non ha rispetto
,contro chi è “cieco” e non sa guardare oltre l’
apparenza credendosi più forte, superiore e in
grado di giudicare senza pensare. Di lezione in
lezione mi sono sentita sempre più coinvolta da
questo argomento, forse perché mi piace “immergermi” nelle storie che leggo e in questo
caso ho provato delle sensazioni indescrivibili
… Mi sono ritrovata nei panni di una sorella che
deve accettare e affrontare l’ arrivo in famiglia
di un fratellino “diverso” dagli altri … Oggi
purtroppo viviamo in una società fatta di “schemi” dove molte persone tendono ad allontanare
tutto ciò che non è “normale” non considerando
per niente il vero valore del dono della vita, ma
ciò che mi fa più male è che si parla tanto di
handicap, disabilità e di quanto sia importante
sensibilizzare la gente su questo argomento, ma
poi, nella vita di tutti i giorni, individui senza
cuore mormorano, “trafiggono con gli occhi”,
criticano e ancor peggio giudicano dietro le
spalle … Perché non capiscono invece che sono
proprio queste persone così meravigliosamente
“diverse” ad insegnarci cosa significa amare?
Con un semplice sorriso sanno donare una carica d’ affetto, una gioia unica. Penso che solo
gente senza cuore non riesca a capire l’ importanza di certi valori. Io so quanto è bello stare
insieme a chi la vera bellezza ce l’ ha dentro di
sé. M., una mia carissima amica down, me lo
dimostra ogni volta con un suo semplice abbraccio. Continuando il nostro percorso di “studio”
ci siamo trovati a riflettere su come “soffrire”
voglia dire anche “ imparare” … Fino a poco
tempo fa se qualcuno mi avesse chiesto un
giudizio su questa affermazione, avrei detto che
non è vero niente, che la sofferenza è una
sensazione bruttissima capace di “uccidere”
dentro e fuori. Poi, se penso ai bambini e ai
ragazzi colpiti ogni anno da malattie gravissime, molte delle quali incurabili, provo tuttora
un’ immensa tristezza e rabbia perché, pur facendo passi da gigante, non si sono ancora
scoperte medicine in grado di debellarle. Fino a
poco tempo fa, come dicevo, erano queste le
sensazioni che provavo davanti a certi argomenti … il dolore, la compassione, la paura prendevano il sopravvento su tutto, per questo preferivo pensare alle “ cose belle” ritenendomi fortu-
nata per come ero e pregando che non mi capitasse mai niente,perché non avrei saputo reagire
… Poi, un giorno, ho conosciuto un’ amica di
danza di mia sorella … sembrava un angelo: i
suoi occhi brillavano come il sole nel cielo limpido e il suo sorriso mi trasmetteva una forza
immensa. Portava una bandana come copricapo
… venni a sapere solo dopo che serviva a nascondere le conseguenze di un ciclo di chemioterapia
… Una sua frase mi è rimasta impressa nel cuore:
“La malattia ti cambia … non voglio perdere
neanche un minuto di questa vita, perché è troppo
preziosa.” Avevamo appena letto un brano che
aveva come protagonista una ragazza malata di
leucemia e mi sembrava di averla accanto, mi
sembrava che fosse V. a “parlare” perché il
messaggio era lo stesso e mirava dritto al cuore,
un messaggio di dolore, ma anche di speranza, un
invito a tutti noi a fermarci per un attimo a
riflettere … Io l’ ho fatto e ho capito che non è
facile accettare, combattere per la vita contro il
male, ma ora so che “soffrire significa anche
imparare …”, imparare che nella vita ci sono
valori ben più importanti dei vestiti alla moda,
della ricchezza materiale; mi sento piccolissima
se penso a quante volte mi sono disperata per
delle cose banali e mi fa male guardare fuori e
vedere tanta gente che corre, corre alla ricerca di
una finta felicità data dal denaro, dalla possibilità
di andare in vacanza o di comprarsi l’ auto ultimo
modello … per ritrovarsi poi soli, vuoti dentro e
questo perché? Perché tante persone non sanno
più guardare oltre l’ apparenza. Si parla tanto di
uguaglianza, fraternità, democrazia, rispetto verso il prossimo, ma poi nella vita di tutti i giorni si
alza una barriera verso chi è considerato “diverso” dagli schemi o si punta il dito accusando chi
invade il nostro habitat … Mi sono ritrovata nelle
vesti di una ragazzina africana che, insieme alla
famiglia, ha lasciato il suo paese e ha affrontato
un lungo e tormentato viaggio pur di arrivare
nella “terra della speranza”, l’ Italia, ma in questa
terra i suoi sogni non si sono avverati, si sono
dispersi in un mondo grigio e indifferente … Ma
dove sono andati a finire i veri valori? Chi ci dà
il diritto di comportarci in questo modo? Vorrei
tanto che per un attimo il mondo si fermasse a
riflettere, vorrei tanto che ognuno di noi si immedesimasse in un personaggio dei brani che abbiamo letto e provasse le stesse sensazioni che ho
provato io …
I
valori che contano sono quelli che ti fanno guardare con gli occhi del cuore, quelli che ti aiutano
a crescere e a capire che la vita è il dono più
prezioso che Dio ci ha donato … sono i valori che
ti fanno sentire ricco “dentro”, nella tua diversità.
Lavorare sul significato profondo di questi brani
mi ha aiutato a capire quanto sia importante
guardare oltre le righe, oltre l’ apparenza … nello
studio, ma soprattutto nella vita.
Sara Colonnese 2^ C
Capodanno all’opera
Non solo la musica leggera appassiona noi ragazzi……
A Rimini ogni capodanno, in un padiglione della
vecchia fiera, si tiene l’opera.
Quella di quest’anno è stata TOSCA di Giacomo
Puccini.
Gli anni scorsi sono state rappresentate altre opere
famose come: Aida, Bohème, Il Trovatore, Otello,
La Traviata e Nabucco;e il prossimo anno probabilmente si terrà la Carmen.
Queste opere, oltre a dei professionisti, sono state
cantate dal coro Galli di Rimini.
Questo coro non è composto da professionisti ma
da persone che hanno altri lavori(macellaio, carabiniere, carpentiere…e PENSIONATI!)comunque
queste persone si impegnano molto per dare il
massimo.
Le sale si sono riempite e i biglietti “sono andati a
ruba”e parte del ricavato va in beneficenza per la
ricerca contro il cancro.
Quando delle persone cantano in alto sopra il palco
appaiono delle scritte con i testi, così si riesce a
seguire meglio la storia .
Quasi tutte le opere sono drammatiche , in particolare la Tosca, la vicenda è molto triste e tutti 4 i
personaggi principali muoiono, tra cui Tosca e
Angelotti che si suicidano!
Il bello dell’opera lirica è quello di poter ascoltare
delle belle musiche che accompagnano e aiutano a
capire la trama al contrario del teatro solo parlato.
Grazie alla scenografia e a dei abiti molto belli, la
scena sembra reale!
Non so se il prossimo anno ci saranno i testi perché
la Carmen di Bizet è in francese!
Ma comunque non c’è da preoccuparsi perché
quest’opera ha delle musiche bellissime e il divertimento è assicurato!!! Y
Giulia Campo 1° C
Cercate amici virtuali?
Ora c’è Face book
Negli ultimi tempi i ragazzi e non solo, hanno
cominciato ad utilizzare Face book per fare nuove
amicizie ed io penso che sia molto utile .
Ora avrei pensato di spiegarvi come si fa ad
utilizzarlo : per collegarsi ad esso bisogna andare
su Internet ed entrare nel programma, scrivendo il
tuo nome e la tua “password”, poi bisogna spingere
il tasto “invio” e, a quel punto, sei dentro .
Se vuoi, puoi inserire la tua fotografia o un’imma-
gine personale.
Ora puoi metterti a cercare degli amici ,cioè persone con cui hai affinità, interessi in comune per il
calcio, la musica, lo sport, i film o i video-giochi.
Ho saputo che alcuni ragazzi, che non sanno fare
i compiti di matematica , grammatica ecc……
cercano anche amici ai quali farli fare ….
Io mi connetto, per divertirmi, ad un gioco per me
bellissimo, “Island paradise”, con il quale si può
interagire con gente virtuale; personalmente ho
pochi “amici” ma con loro mi diverto comunque
molto. Mi piacerebbe incontrare davvero qualcuno, soprattutto il mio amico giapponese Whosy
che, purtroppo, si connette poco ma che mi scrive
con strani caratteri incomprensibili che mi diverto
a decifrare.
Buon Face book!
Giuseppe Claudio e Dimitri Croitor 1° B
giugno 2010
Un fratellino “da
compagnia”
Un sacco delle mie amiche vorrebbero un cagnolino da tenere in casa perché sono bellini, dolci ,
“morbidosi” …. e io penso.. a me a che servirebbe?
Io ho già il mio cagnolino da compagnia: il mio
fratellino Andrea… anche lui bellino ( anzi bellissimo), dolce e “morbidoso” come il più adorabile
dei cagnolini!! Andreino è il mio passatempo preferito poichè
con lui posso
fare tutto quello
che voglio : correre, giocare a
palla, ballare e
soprattutto ridere…!
Quant ‘è bello
stare con lui, tenere nella mano
la sua manina “
morbidosissima”…. È così
tenero che mi
verrebbe voglia
di starci insieme
tutto il giorno!
Quando sono
triste, mi viene
vicino con la sua facciotta e cerca di consolarmi
con una abbracciatona, però c’e anche un lato
negativo : in certi momenti si scatena in modo
impressionante e conviene non stargli troppo vicino perché ti potrebbero arrivare in testa i suoi
giochi. Naturalmente questi momenti avvengono
sempre quando sto facendo i compiti! Io non ho
molto tempo per farli perché il pomeriggio sono
sempre impegnato quindi, appena arrivo a casa,
studio e lui, se è di cattivo umore, cerca di tirarmi
giù dalla sedia prendendomi la mano e iniziando a
piangere, oppure sale sul tavolo e butta giù tutte le
mie cose : penne, matite, evidenziatori… A volte
apre i miei colori e si mette a pasticciare i miei libri
di scuola ( però, devo ammettere, che colorati sono
più vivaci! ).
Questi momenti però sono niente rispetto a tutte le
volte che si comporta come il più adorabile dei
bambini..
Consiglio comunque a tutte le mie amiche che
vorrebbero un cane, di pensarci bene, oppure di
provare a badare prima il mio fratellino SPECIALE
Silvia Maresi 2° H
come potremmo fare senza
le nostre nonne?
IO E MIA NONNA
MARTA
Arrivata ormai alla fine della scuola media, sento il
bisogno di parlare almeno una volta della mia
nonna paterna:la nonna Marta. Ha 72 anni, ma ne
dimostra dieci di meno;da giovane era molto bella,
ma riceve ancora tanti complimenti perché è molto
giovanile.
Sa cucinare, cucire e anche insegnare; è una persona molto allegra e paziente, sempre attiva e indaffarata a tal punto che non si ferma mai un minuto:
è la mia nonna tuttofare!!
Io passo praticamente tutto il giorno con lei, perché
i miei genitori sono sempre fuori a lavorare. Fin da
quando ero piccola passavo molto tempo con lei;
ho tantissimi ricordi del tempo che passavamo
insieme. Io a tre anni, cercavo di imitare tutto
quello che faceva; quando si sedeva con il suo
cestino da lavoro e si metteva a cucire, anch’io
prendevo ago e filo e iniziavo a “cucire” dei pezzi
di stoffa che la nonna metteva da parte apposta per
me. Quando eravamo in cucina e lei preparava la
cena, io prendevo la farina e l’ acqua e mi mettevo a impastare la piadina, che poi decoravo con
la marmellata e servivo a cena per dessert. L’unica
cosa che non imitavo era quando lei, al pomeriggio,
si metteva nel letto per riposare; io facevo sempre
un sacco di storie, ma lei sapeva come catturare la
mia attenzione e alla fine, dopo giochi e scherzi, mi
addormentavo anch’io. Del resto, si metteva a letto
per far dormire me! Stavo talmente bene con lei
che, quando la sera tornavano a casa i miei genitori,
non volevo più andare di sopra con loro. Ora sono
cresciuta, ma la situazione non è cambiata molto.
Passo tutto il pomeriggio con lei a fare i compiti,
perché dato che è una maestra (in pensione), mi da
un aiuto enorme (anche se a volte è un po’pesante
perché pretende molto).
Tutti i giorni deve contemporaneamente aiutare me
e mio fratello, correre avanti e indietro ai fornelli,
tenere buono il fratellino piccolo e mettere a posto
la confusione che si crea in giro per casa. Lei sa
sempre farmi tornare il sorriso quando sono arrabbiata, consolarmi quando sono triste e mi capisce
come nessun altro al mondo.
GRAZIE NONNA!
Sofia Valentina Pesaresi 3^H
Io... Io... e
Pag9
LA “FINAL JAM”: un premio davvero speciale
Ciao a tutti, in questo articolo voglio raccontarvi una
delle mie più fantastiche e incredibili esperienze.
Questa “ storia” inizia partecipando a un concorso sul
famoso giornalino a fumetti Topolino; innanzitutto il
concorso consisteva nello scrivere il perché la redazione di Topolino doveva scegliermi come reporter,
che avrebbe intervistato i finalisti di “ MY CAMPROCK” (famoso film musicale). Facendo un passo
indietro devo dire che il
mio sogno, da quando
ho otto anni, è quella di
diventare giornalista, e
questa era un’occasione
d’oro! Tornando a prima, chi vinceva come “
primo classificato”, stava per ben quattro giorni
a LIGNANO SABBIADORO, chi invece arrivava terzo o secondo
andava per un giorno agli
STUDIOS DI DISNEY
CHANNEL o MILANO. All’inizio, tutto mi
sembrava fin troppo
semplice; pensavo: “Sai
scrivere una cosa ben ordinata sul perché dovrebbero sceglierti come reporter?” Riflettendo, però, capii che il concorso era
a livello nazionale e che in tutta Italia c’erano fin
troppe persone che leggevano Topolino e che avrebbero potuto partecipare a questo concorso. Passò un
po’ di tempo dopo che inviai il mio lavoro, ma un
giorno, all’uscita della scuola, quando ormai pensavo di aver perso, scoprii che avevo vinto: ero la prima
classificata!!
Quando arrivò Luglio il giorno in cui dovevo partire
per la premiazione scoprii, che in questa mia avventura, insieme alla mia famiglia, ci sarebbe stata una
giornalista di Topolino: Valentina. Quando arrivai
a Lignano Sabbiadoro, non vedevo l’ora di andare
al Campus di My Camp Rock e incontrare Valentina. Nel pomeriggio avevo già conosciuto i quattro
finalisti e assistito alle loro
prove. Chi arrivava primo,
al concorso di reporter, assisteva pure alla “ Final Jam”
o meglio alla finale. Il giorno seguente, nella mattinata
(che era libera), mi divertii
nella piscina dell’albergo
perché in spiaggia c’era troppo caldo. Nel pomeriggio,
invece, incontrai per la prima volta in tutta la mia vita
… I FINLEY,ARIEL, SECCHIA ( di “quelli dell’intervallo”), JACOPO, SARNO,
LINUS e molti altri. Io e
Valentina facevamo ad
ognuno di loro qualche domanda. La sera alla “ Final
Jam” è stato tutto stupendo
mi sono emozionata perché
stavo con tutti loro, ma soprattutto con Martina (la
finalista della mia stessa età) con cui sono diventata
molto amica. Il giorno dopo sono dovuta tornare a
Rimini, purtroppo. Questa è stata un esperienza che
non dimenticherò mai.
ps. La “ Final Jam” è stata in Luglio e la vincitrice
è stata Martina!!
SOFIA INGROSSO I F
TUTTI POSSIAMO CANTARE E SUONARE!
Ciao ragazzi, oggi voglio parlarvi della mia passione per la musica e per la chitarra. Molti amici mi
dicono: “Perché suoni? Tanto le canzoni li scrive
già qualcun altro” “Non ti stanchi a fare tutti quegli
esercizi? Non è meglio giocare un po’ al computer?” “Che
gusto c’è a strimpellare due
corde? E’ una perdita di tempo!” Rispondo sempre: “Suonare la chitarra è una cosa bellissima, potrai capirlo solo
quando proverai”. Dar voce ad
uno strumento musicale secondo me, è importante, perché
impari a sentire e ad esprimere
meglio le tue emozioni e i tuoi
sentimenti. E soprattutto è molto soddisfacente. Se dovete imparare un brano per l’insegnante di musica, non vi sentite
appagati quando lo eseguite
bene? Non dite di no: volete
far sentire a tutti e il prof vi
deve riprendere per fermarvi.
Se imparate a suonare un pezzo della vostra canzone preferita, non vi sentite realizzati? E’ gratificante. Invece, se giocate per ore e ore alla playstation non vi
rimane dentro niente, perché non avete fatto altro
che schiacciare quattro - cinque pulsanti. Trascorrete i pomeriggi con uno strumento in mano, è tutto
un’altra cosa! Quando mi metto a suonare la chitarra, mi immergo in un mondo fantastico, pieno di
immagini ed emozioni, che rispecchia il mio stato d’animo. Mi
libero di tutti i pensieri, di tutte le
preoccupazioni, penso solo a rockeggiare e a divertirmi. Naturalmente, anche ad esprimere i miei
sentimenti. Posso dimostrarvi che
le parole che sto dicendo non sono
buttate al vento. Perché tutti si
vergognano di cantare da soli davanti a molte persone? Perché si dà
spazio alle emozioni usando la voce
e l’espressività del corpo, quindi,
se non si è abituati, si ha paura di
mostrare agli altri ciò che si prova.
Nelle giornatacce, dove tutto va
storto, prendo la mia chitarra e
comincio a strimpellare. Dopo di
che, mi sento meglio e più sereno.
Consiglio a tutti di provare a suonare uno strumento che piace, anche se vi sentiti negati, posso garantire che con un po’ di impegno non vi fermerete
più e scoprirete un mondo bellissimo.
ROSSI LORIS 3ª G
IL SENSO DELLA FAMIGLIA
due “cuccioli “ davvero speciali
L’anno scorso, poco prima delle vacanze natalizie, mio papà, che fa il metalmeccanico, si è
infortunato sul lavoro. Il suo è un mestiere molto
pericoloso, perché è sempre a contatto con il
metallo che viene sciolto a ottocento gradi circa,
in appositi forni e poi, travasato con dei mestoli
negli stampi per creare oggetti di varie forme.
Proprio in una di queste operazioni, il papà è
inciampato su un ostacolo e ha perso l’equilibrio,
così il metallo che era nel mestolo gli si è rovesciato su un piede. Nonostante calzasse scarpe
anti infortunio, il liquido ha sciolto la scarpa e gli
ha ustionato il piede. Subito è stato accompagnato all’ospedale di Cesena, dove c’è un reparto
specializzato in ustioni. Qui è stato ricoverato
per circa un mese ed ha subito due operazioni per
poter riformare la pelle del piede. Il periodo
natalizio, è il momento in cui la mamma lavora
di più, perché è impiegata in un negozio di
elettronica, e in prossimità del Natale, tante
persone vi si recano per fare acquisti e regali.
Quindi, non ha potuto chiedere un periodo di
ferie per poter stare accanto al babbo. I miei
nonni paterni non hanno la patente e, non guidando l’auto, non sono mai potuti andare a Cesena,
che non è proprio qui vicina, per aiutarlo. Siccome non abitano nemmeno vicino a casa mia, la
mamma non ha potuto neanche mai essere supportata da loro per qualche faccenda domestica.
I nonni materni, invece, erano andati a Fiuggi per
le cure termali. Così, la mamma si è trovata a
gestire da sola la situazione. Di solito, io e mio
fratello Luca siamo abituati a trovare sempre
tutto pronto e già fatto, non dobbiamo preoccuparci nemmeno di scegliere i vestiti da indossare,
perché la mamma ce li fa trovare pronti sul letto.
Quando è stata avvisata dal personale dell’ospedale di cosa era successo, si è agitata e demora-
lizzata, perché non sapeva come organizzarsi. Il
papà era lontano e aveva bisogno di essere accudito, io e mio fratello per lei eravamo due cuccioli
indifesi e i nonni non potevano aiutarci. Cercava
soluzioni, ma non ne trovava. Spesso piangeva di
nascosto, noi però la vedevamo e fingevamo di
non accorgercene. Luca ed io, allora, che di solito
non andiamo d’accordo e ci evitiamo, ci siamo
uniti e, insieme, abbiamo deciso di aiutare la
mamma. Ci siamo accordati su quali compiti
ognuno dovesse svolgere. Luca, che ha qualche
anno più di me, si è impegnato a venire ogni
giorno a prendermi a scuola e ad aiutarmi nei
compiti quando ne avevo bisogno, a riscaldare
nel forno a microonde i pasti che la mamma
cucinava al mattino prima di andare al lavoro. Io,
invece, apparecchiavo, rassettavo i letti, (anche
se non ne uscivano dei capolavori) spazzavo,
insomma aiutavo la mamma nelle faccende domestiche. Lei, infatti, era praticamente fuori tutto
il giorno, perché andava al lavoro e poi a Cesena
dal papà e viceversa. All’inizio non .: voleva
accettare la nostra proposta e pensava di assumere un’infermiera che aiutasse papà; noi invece,
l’abbiamo convinta che non era necessario perché poteva contare sul nostro aiuto e lei, alla fine
ha voluto credere in noi e ci ha dato la possibilità
di dimostrarle che l’unione fa la forza e che
insieme si possono risolvere situazioni che sembrano senza soluzioni. Papà è tornato a casa la
vigilia di Natale e la mamma ha organizzato una
festa per ringraziare i suoi due “cuccioli indifesi”
per tutto l’aiuto che le avevamo offerto e ci ha
proclamato suoi
“Angeli custodi”.
BAIETTI FEDERICA 1ª I
Il mio amico
“Gianburrasca”
Esistono i “ragazzi terribili?”
Sì. Ecco la mia risposta. I ragazzi terribili esistono,
esistono eccome e ne ho anche la prova. Si chiamava
Lorenzo e i cinque anni di scuola con lui non sono stati
complicati…
sono stati tremendi!
A dire la verità,io Lorenzo lo conoscevo dall’asilo e
già lì era tremendo,ogni volta a ricreazione ci tormentava con le sue “palline di muco seccate”(meglio
conosciute come “caccole”) e minacciava di attaccarcele ai capelli, ma il bello è che lo faceva pure!
Quando finalmente gli anni dell’asilo passarono, ero
contenta di non rivederlo più ma la mia felicità durò
poco perché me lo ritrovai alle elementari.
Se non è iella questa, allora cos’è!?! Già passata la
prima settimana era il terrore di tutta la classe e, con la
sua piccola comitiva, pensava solo ad inseguire le
femmine.
Ma in classe faceva di peggio. Aveva ancora la mania
delle “caccole”,quindi si può già pensare a cosa facesse, ma non era come sempre perché, durante l’estate,
si era perfezionato. Aveva imparato a costruire delle
“mini”catapulte con il tubetto della colla e il righello;
lui metteva la sua arma letale(caccola) sulla catapulta,
prendeva la mira e lanciava…e non oso aggiungere
altro! Quello che mi preoccupava maggiormente era
che , se aveva imparato a fare questo in prima, in
seconda cosa
avrebbe fatto?
Aveva sviluppato un forte
senso di attaccamento alla
maestra di italiano quindi,
per farsi notare
da lei,faceva il
peggio che poteva. Quando la
maestra spiegava oppure
passeggiava tra
i banchi,l ui si
metteva sotto i
nostri e poi come una scimmia preistorica, usciva dalla
“tana”, iniziava ad urlare e attaccava il calzino o la
gonna della maestra con le sue mani pensili. Ma c’era
una cosa che proprio non sopportavo:l’ora della tiratina ai capelli! In questa “materia” era bravissimo,il
primo della classe;aveva un trucco che risparmiava ad
alcune bambine:si spalmava sulle dita un po’ di colla
stick e poi,di sorpresa,faceva finta di essere il parrucchiere quando lava i capelli e iniziava a fare lo “shampoo” alle sue vittime. Vista la sua deconcentrazione e
la sua pagella orribile , la madre cercò un’insegnante
privata per delle piccole lezioni di recupero, purtroppo
mia mamma si offrì volontaria!!
Quindi non bastava vederlo la mattina, dovevo subirmelo anche il pomeriggio! A casa mia fece solo
disastri:prima di tutto mise le punte dei colori nel latte,
poi iniziò a distruggere la casa partendo dalla mia
camera: mi disfaceva il letto, buttava i vestiti per aria,
svuotava i miei cassetti, strappava le pagine delle mie
riviste,svuotava il bidone con le cartacce sul MIO
letto. A scuola continuava a tormentarci ,a tirare le
penne, a lanciare la buccia di banana di banco in banco
ed io cercavo di mantenere la calma,anche se a volte
non ci riuscivo Così aspettavo e speravo che succedesse qualcosa che ponesse fine a questo strazio, come
facevano tutti. Gli anni passavano lenti e le torture
proseguivano in tutti i modi e Lorenzo imparava
sempre più trucchi da testare su di noi, ma alla fine si
giunse in quinta. Pensavo che, essendo più grandi e più
maturi, Lorenzo l’avrebbe finita…invece NO!
Continuava a graffiare le persone, a tirare i capelli, a
tormentare, a tirare oggetti e molto altro ancora. Allora
girava la moda della collezione di adesivi e per noi
erano davvero preziosi.
Quando non li scambiavamo,,,, li tenevamo sotto al
banco e spesso andavamo nel giardino a giocare.
Lorenzo un giorno andò in classe e prese il pacco degli
adesivi di una nostra compagna. Lei ci teneva moltissimo e questo Lorenzo lo sapeva benissimo,per questo
scelse proprio il suo pacco per quel volo. In seguito
aprì la finestra, chiamò le femmine della classe e
poi…beh ci fu lo schianto. In poche parole buttò il
pacco di adesivi dalla finestra e poi rubò dagli altri
pacchi degli adesivi per la sua collezione. Ma alla fine
finì la scuola elementare, e per fortuna questo “Giamburrasca” non me lo sono ritrovato alle medie. Di una
cosa sono sicura: Lorenzo rimarrà sempre un ricordo
inquietante degli anni della mia scuola elementare.
Laura Bugli 1° D
IL BULLISMO
Il bullismo è un muro: abbattiamolo
Il bullismo è una persona malata: curiamola.
Il bullismo è un fiore appassito: innaffiamolo.
Il bullismo è uno specchio rotto: aggiustiamolo.
Il bullismo è una macchia nera: puliamola.
Il bullismo è un’aria inquinata: purifichiamola.
Il bullismo è un’arroganza: trasformiamola in amicizia.
Il bullismo è una lotta. Noi la combattiamo con una parola:
RISPETTO! BAIETTI FEDERICA 1ª I
giugno 2010
PAGINA DI DIARIO
Un ondata di paura.
Era settembre, la giornata volgeva al termine e il
sole, grande all’orizzonte, mandava i suoi raggi
rosa e arancione proiettando ombre lunghe e
sfocate; un leggero venticello fresco rendeva il
momento ideale per un giro in bici. E fu proprio
quella sera che feci l’esperienza più terrificante
della mia vita. Dovete sapere che il mio posto
preferito per andare in bicicletta è il letto di un
torrente, che scorre vicino casa mia, ormai interamente cementificato, pavimentato con grandi lastroni dove non passa mai nessuno: l’Ausa. Raramente ciò che resta del fiume esce fuori dal
rigagnolo centrale ,occupando la parte percorribile a piedi o in bici, e questo accade solo quando
piove molto, ossia quando io non posso uscire e
quindi ciò non mi reca alcun disturbo. Ebbene,
quel giorno il mio papà mi aspettava col cane nel
parco che costeggia il fiume ed io avrei dovuto
raggiungerlo dopo aver compiuto il mio solito
percorso. Ma, nelle mie valutazioni, non avevo
tenuto in debito conto le copiose piogge che nei
giorni precedenti avevano interessato tutta la provincia di Rimini, recando anche ingenti danni.
Sorprendentemente nel primo breve tratto che
percorsi non vi era la benché minima traccia di
acqua, fango o detriti. Incosciente come non mai,
pregustando la sensazione a me già ben nota di
pedalare su gusci di uova, ingranai la marcia più
veloce e … mi ritrovai in mezzo a fango fresco
arricchito da sporcizia di ogni genere.
Appoggiai i piedi per scendere, ma uno di questi
rimase ancorato a terra come se fosse stato attaccato al terreno con la colla. Terrorizzato dal
sentirmi bloccato e vedendo che il tappo di fango
si ingrandiva facendo velocemente innalzare il
livello dell’acqua, mi sentii ad un tratto solo e
abbandonato come se un’immensa forza mi risucchiasse nel terreno, lenta, inesorabile e letale. Fu
la prima volta che capii chiaramente, che mi sarei
dovuto togliere dai guai con le mie sole forze.
Nella mia mente turbinavano mille pensieri ma,
prima che il panico mi vincesse definitivamente,
cercai di calmarmi e di dare alle mie gambe
l’ordine di muoversi. Riuscii così finalmente a
staccare il piede dal fango e, con la bici in braccio,
iniziai a correre come un dannato scivolando
ripetutamente, mentre l’acqua continuava inesorabilmente a salire verde, putrida e puzzolente.
Quando ormai il fango mi copriva abbondantemente le scarpe e avevo perso ogni speranza, vidi
finalmente un punto di approdo raggiungibile e
arrancai fino a raggiungerlo miracolosamente sano
e salvo. Prima di allontanarmi a gambe levate,
gettai uno sguardo verso monte e mi accorsi che
una fiumana marrone stava scendendo verso il
mare e capii cosa mi era accaduto e quanto fossi
stato fortunato a non essere travolto da un’ondata
ben più grande.
Giunto a casa coperto di fango, e tralascio la
“calda” accoglienza di mia madre, mi catapultai
sotto la doccia.
Impregnando la spugna di morbida schiuma bianca, il fango che scivolava via sotto il getto dell’acqua pulita mi sembrava ancora più sporco e ci
volle un bel po’ per lavarlo via.
Intanto pensavo a quanto quello che mi era accaduto fosse collegato a due fenomeni allarmanti:
da un lato al surriscaldamento del pianeta che
scioglie i ghiacciai e genera perturbazioni tropicali anche alle nostre latitudini che creano piene
nei fiumi le quali trascinano enormi quantità di
detriti; dall’altro ai fiumi cementificati che, con i
loro invasi in cemento, non sono in grado di
garantire il naturale scorrimento delle piene.
Questo fenomeno su larga scala può alla lunga
portare a conseguenze disastrose e forse anche
per questo la mia piccola disavventura mi ha tanto
impressionato.
LAVOSI LEONARDO 1° D
QUANDO LA FAMIGLIA
AIUTA IN OGNI DIFFICOLTA’
Mia nonna
Mia nonna ha più di 70 anni. Come tutte le persone
anziane, si deve sottoporre a delle analisi, nel suo
caso, riguardanti una malattia rara che le è stata
diagnosticata di recente: il morbo di Sjogrengi
Oggi doveva fare un controllo a Ferrara.
Lei si può definire “l’autista di casa” poiché mia
mamma non ha la patente, così porta tutti ovunque.
Pur essendo una persona dal carattere forte e deciso
non è in grado di arrivare a Ferrara da sola: avrebbe
dovuto accompagnarla mia zia, ma sfortunatamente, ha chiamato ieri sera dicendo che si è slogata un
ginocchio. Mia nonna, non sapendo cosa fare, ha
chiesto aiuto a mio cugino che però ha preso
l’influenza. alla fine è stata “miracolosamente”
accompagnata da mio zio che ha chiesto il giorno di
permesso al lavoro. Così facendo, però, è nato un
altro problema riguardante il fatto che nessuno era
a casa all’ora di pranzo per preparare da mangiare
ed è lì che sono entrata in scena io, proponendo a
mio fratello di pranzare una mezz’oretta più tardi.
In quei 30 minuti io avrei dovuta preparare da
mangiare. Così, solo per un giorno, ho adottato il
soprannome di “ Supersahiela ai fornelli” e, già che
c’ero, ho invitato anche mio cugino Valerio. Il
pranzo è stato (ovviamente) un trionfo e le analisi
della nonna stanno migliorando.
Sahiela Rascionato 1ª I
Io... Io... e
Un riposo forzato
Pag10
Mononucleosi
Una malattia che richiede molta
30 maggio
pazienza…anche con i fratelli che, impietosi, ci
Caro diario,
prendono in giro
sto scrivendo sotto le calde coperte sul divano del
Nei giorni scorsi sono stato afflitto da una
mio salotto. Sono malata perciò oggi non sono
malattia virale chiamata mononucleosi; sono
andata a scuola. Di fuori splende il sole, gli uccelpassati parecchi giorni, prima che si arrivasse
lini cantano e le vecchie signore ritornano dalla
messa. Il mio gatto sta cercando di acchiappare un
alla diagnosi, durante i quali mi sentivo sempre
uccellino, ma mi sentirà quando tornerà a casa.
più debole e la gola mi bruciava ogni ora di più.
Ieri sono stata da mio cugino,abbiamo guardato
Quando abbiamo scoperto perché mi sentivo
tutto il giorno la tecosì male e perché le medicine che avevo preso
levisione e poi suo
non avevano avuto alcun effetto positivo, purbabbo ci ha portato
troppo la situazione non è migliorata granchè: i
al parco, dove abmedici mi hanno consigliato solo di avere pabiamo fatto tutti, e
zienza, riposarmi ed aspettare che il mio fisico
dico tutti, i giochi
riuscisse a vincere il virus.
d’acqua. Forse è
Nel frattempo ho appreso che si tratta di una
proprio per questo
malattia facilmente trasmissibile, la chiamano
che mi sono amma“malattia del bacio” perché si trasmette attralata.
verso le vie salivari e per questo i miei fratelli
Che barba !
continuano a prendermi in giro facendomi doLa cosa più brutta
mande a doppio
quando
si
sta
male
La firma della Costituzione
Ita- senso riguardo le mie ipotetiche
relazioni amorose.
è che non c’è niente
liana
Ora finalmente sono guarito e quel tremendo
da fare: non puoi
mal di gola, che non mi permetteva di respirare
giocare, non puoi muoverti, ma soprattutto non
puoi vedere nessuno.
o di mangiare, è sparito.
Ora potrei essere di fuori a giocare con i miei amici,
Tornando da scuola e, raccontando ciò che
o andare al parco, invece devo stare qui chiusa in
avevo passato, ho scoperto che tanti miei coetacasa a imbottirmi di medicine per guarire.
nei sono stati contagiati dallo stesso virus e così,
Ti prego diario, salvami tu !
anche per tranquillizzare chi malauguratamente
Forse, però, in questa sorta di riposo forzato qualsi troverà nelle mie stesse condizioni, ho voluto
cosa di positivo c’è, infatti ho molto tempo per
raccontarvi questa mia esperienza così inaspetriflettere e per rendermi conto quanto sia brutta la
tatamente comune tra gli adolescenti.
solitudine.
Mi viene spontaneo pensare ai bambini senza amiEdoardo Gorza 3H
ci, a quelli discriminati perché sono stranieri, a
quelli derisi perché sono timidi e impacciati e
provo, per queste ingiustizie, tanta tristezza.
Ciao, a domani, con la speranza di stare meglio
Caterina Montecchi II F
Fate, gnomi e
creature mostruose
Cari lettori, se credete nella magia , leggete questo
articolo. E’ da un po’ di tempo che a Rimini è stato
inaugurato “Il calderone magico” un negozio pieno di
libri e creature che testimoniano l’esistenza di esseri
fantastici. Si dice che alcuni marinai, passando vicino
all’isola di Gresholm, al largo della costa del Galles,
abbiano intravisto i cosiddetti “ Verdi prati dell’incanto”, che si dice siano una delle tante terre sotto la
superficie del mare, regno delle fate.
Di solito si pensa che le fate siano buone e generose
ma, in realtà, sono creature in parte malvagie e vendicative anche se altruiste nei confronti degli anziani e
dei bambini. Le fate si nascondono soprattutto in zone
verdi e disabitate come la Scozia, l’Irlanda e il Galles..
Parlando invece di altre creature come folletti, streghe
e gnomi, possiamo dire che sono veramente mostruosi,
fisicamente repellenti. Mostrano infatti nasi aquilini,
orecchie appuntite, capelli stopposi, bocca sdentata,
ma nonostante tutto ciò, suscitano un certo fascino.
Noi crediamo fermamente che queste creature esistano e vi invitiamo a recarvi in qualche bosco misterioso
ed isolato dove, se starete in assoluto silenzio, potrete
ascoltare le loro vocine. Non abbiate paura , non vi
faranno del male, basta solo non disturbarle e non
danneggiare il loro ambiente fantastico.
Sciutti Maria
Sofia Ingrosso 1° F
Una nuova arte
Tanto tempo fa in una cittadina chiamata “Non dimenticarmi”, un aspirante artista, Doremì cercava un
talento che gli si attribuisse. avrebbe potuto dipingere
o fare ritratti, sarebbe diventato un clown o un acrobata… ma tutto ciò a lui non piaceva: cercava un
mondo nuovo e pieno di sorprese, un’arte che potesse
essere insegnata ed imparata, un arte che avrebbe
potuto ricordare il suo nome. La città in cui viveva non
era molto abitata, anzi la maggior parte dei cittadini
stava in casa perché non c’era niente di divertente da
fare; nessuno usciva ed è per questo che venne chiamata “Non dimenticarmi”, l’aspirante artista decise di
recarsi in biblioteca per cercare ispirazione da qualche libro. Questo luogo era fatto di legno puro, dentro
era grandissimo,
con degli scaffali
contenenti più di
40000 libri e di
questi ce ne erano
5 che occupavano
un sacco di spazio: erano quelli
delle leggende.
Doremì si mise a
cercare tra i libri
di leggende; li lesse quasi tutti, ma
si fermò a uno che parlava di un oggetto strano e
misterioso: l’attrezzo era fatto di legno di ciliegio e di
ulivo, aveva dei fori e quando ci entrava molta aria
faceva un “rumore” misterioso… rumore…rumore
misterioso… che cosa avrebbe mai potuto dire quella
parola? Doremì si rivolse al bibliotecario: un uomo
barbuto e saggio, il più saggio e colto della città, dal
primo momento che l’aveva visto però, quell’uomo
non gli ispirava sicurezza, ma anche il bibliotecario
sapeva il significato di quella parola. Prese in prestito
il libro e si avvio verso un sentiero ed arrivò ad una
costruzione di roccia ricoperta d’edera verde. Fra le
piante si intravedeva una porta di legno piccola e
nascosta. La porta si chiuse dietro di lui e una voce
misteriosa parlò: “All’ora ci rivediamo…”. Il protagonista non sapeva chi fosse e rispose: “Chi sei? Ti
conosco? Sei forse il rumore?” “E tu vorresti sentire
il rumore dell’armonica? Bene allora preparati.”. Le
parole dette dall’uomo rimbombarono dappertutto e
poi un piccolo omino con una lunga barba scese dalle
scale: era il bibliotecario! Aveva in bocca quella che
il libro definiva essere l’oggetto misterioso: l’armonica!
L’omino ricominciò a parlare: “Tu pensi che io sia un
semplice bibliotecario? Io sono un possente mago e tu
non puoi comprendere cosa si nasconde in questo
oggetto!”
Ci fu una pericolosa guerra tra magia e astuzia.
Inizialmente tutto sembrò perduto per Doremì, ma
alla fine questi ebbe la meglio.
Dopo aver sconfitto l’ex bibliotecario, con l’armonica in mano disse con aria solenne: “ Questo oggetto
nasconde un mondo nuovo che io chiamerò “Musica”
sarà ispirato dalle muse e composto da note che
ricorderanno il mio nome:
DO RE MI FA SOL LA SI.
SAHIELA RASCIONATO REBECCA
SKIRRIPA MATTIA CALCINARI
1ª I
NATO IL
31 DICEMBRE
Sono nato, appunto, il 31 dicembre del 1997 alle
ore 9:23 di uno splendido mattino di sole. Dovevo
nascere il 23 dicembre, ma si vede che la mia
cicogna personale non si è voluta rovinare le feste
natalizie e mi ha fatto rimanere un altro po’ nel
pancione della mamma dove, mi sembra di ricordare, non si stava tanto male…
Ma io dico : se ormai avevi fatto 31 non potevi
prendertela proprio comoda e farmi nascere, diciamo 14 ore e 37 minuti dopo?
Quindi da questo momento in poi mi rivolgo proprio a te, cara cicogna mia… Che cosa erano per te
14 ore e 37 minuti? Ammettilo: niente, nada,
nothing, nict.
E per me invece? Per me invece non dico “problemi”, ma tanti piccoli disagi, sì.
Provo ad elencartene alcuni:
1. l’unico periodo della mia “giovane” vita, in cui
sono stato “il più grande” dei miei coetanei, è stato
alla mia nascita: 3,870 kg di peso per ben 52
centimetri di lunghezza! Ora sono il più piccolo di
tutti i miei compagni;
2. ho fatto il mio ingresso alla scuola materna il 1°
settembre del 1999: avevo 2 anni e 9 mesi contro i
3 anni compiuti degli altri. Molto più grave: ho
dovuto lasciare il gioco e il divertimento per incominciare a studiare a soli 5 anni e 9 mesi! Di
conseguenza in prima media sono arrivato a 10
anni e 9 mesi. Pazzesco! Ti senti un po’ in colpa?
3. Mai festeggiato insieme ai miei amici il mio
compleanno, il giorno della mia nascita: tutti sono
presi dal Capodanno se non sono in vacanza… vuoi
mettere un bel compleannino a metà Gennaio,
dopo le feste?
4. E cosa vogliamo dire del prossimo anno quando
quasi tutti i miei compagni potranno conseguire il
patentino per il motorino e io dovrò, come sempre,
pazientare!!!
5. Anche nel calcio questa data mi ha creato qualche problemino, ma di questo non ti parlerò, cara
cicogna, perchè più scrivo e più mi arrabbio con te.
Quindi, mia cara cicognina, la prossima volta festeggia pure in pace, anche San Silvestro (a questo
proposito l’ho scampata bella, perché i miei genitori mi volevano chiamare Silvestro, poi hanno
optato per Matteo e Silvestro è scivolato al terzo
posto: questa non te l’avrei proprio perdonata!) e
fatti pur una bella dormita dato che il giorno dopo
è festa.
Con affetto
MATTEO MUSSONI II H
AZZURRINA DI
MONTEBELLO
L’altra domenica sono andato a Montebello per
pranzare, insieme alla mia famiglia, in un ristorante
vicino al castello e lì ho avuto l’opportunità di
conoscere più a fondo la storia del fantasma di
Azzurrina. È la seconda metà del trecento: nel
castello di Montebello vive con la famiglia la
piccola Guendalina Malatesta. La piccola albina,
particolare considerato segno sicuro di stregoneria.
Per proteggerla da una fine atroce la madre le tinge
i capelli (che però si colorarono solo di un lieve
celeste, da cui il soprannome) e la fa guardare a
vista da due soldati. Il 21 giugno, il giorno del
solstizio d’estate, Azzurrina rincorre la sua palla di
pezza giù nella ghiacciaia del castello. Il soldato di
guardia non si preoccupò, la bambina ricomparirà
perché la ghiacciaia non ha un’altra uscita. Con il
passare delle ore, però, Azzurrina non si vede.
Scattano le ricerche, inutili: la ghiacciaia è deserta,
nessuna traccia della piccola o della palla nel castello e nel vicino borgo, minuziosamente perlustrati. Da allora, però, ogni anno che finisce per zero
o cinque nella notte del 21 giugno si sente chiaramente il pianto della piccola. Il fenomeno si è
ripetuto anche dopo il radicale restauro avvenuto
nel 1989 e da allora sono iniziate le registrazioni.
Nel 1990 la RAI registra fra i suoni tipici di un
temporale il pianto flebile di una voce infantile; in
più, dodici rintocchi di campane di un timbro
particolare che si accentra, non appartiene a nessuna campana dei dintorni. Nel 1995 una registrazione a cura dell’università di Bologna “ferma” un
acuto grido infantile. Il castello di Montebello è
anche sede di numerosi altri fenomeni accuratamente verificati dai ricercatori: impressionante la
levitazione con oscillazioni e spostamenti attraverso la stanza del grande tavolo in legno massiccio
dalla sala da pranzo, pesante oltre tre quintali.
CENNI NICOLAS 2ª H
Io... Io... e la Poesia
giugno 2010
UN CARNEVALE DIVERSO
IN UNA CASA
DI RIPOSO
Qualche pomeriggio fa, mentre facevo i compiti, è
arrivata una telefonata; era mia nonna che mi
invitava, per il sabato successivo, alla festa di
carnevale nella casa per anziani che, da un po’ di
tempo, solo due volte alla settimana, frequenta mio
nonno Adriano. Il nonno Adriano, il papà del mio
papà, ad Aprile compirà ottanta anni! Tre anni fa,
lui che era energico, forte e vitale, si è ammalato di
un terribile morbo, il morbo di Parkinson, a cui si
è aggiunta la demenza senile.
In quest’ultimo anno, in particolare, il nonno è
peggiorato e, come dice spesso la nonna Anna, è
ritornato bambino: anche il gesto più semplice è
diventato per lui complicato, a volte impossibile.
Dimentica le cose e sempre più spesso non riconosce le persone. E’ come se vivesse in un mondo
tutto suo… A volte quello che dice o quello che fa
è buffo e divertente ma a me, personalmente, lascia
sempre un po’ di malinconia. Ritornando alla telefonata, la nonna, invitava me e i miei genitori a
questa festa di carnevale e, anche se io non avevo
molta voglia di partecipare, ho risposto che ci
saremmo stati. Così, sabato pomeriggio, siamo
passati a prendere la nonna e siamo andati alla
festa. La struttura all’esterno era molto carina e
curata; appena siamo entrati ci hanno accolto alcune ragazze molto gentili, vestite in maschera e ci
hanno accompagnato nella sala dove erano già
incominciati i festeggiamenti. Il nonno Adriano
stava ballando con una simpatica infermiera di
colore. Il nonno era un gran ballerino, insieme a
mia nonna frequentava le balere della Romagna ed
era conosciuto ovunque. La nonna, commossa, ha
dato subito il cambio all’infermiera e si è messa a
ballare con suo marito. Vederli così sembrava che
tutto fosse normale come prima di questi ultimi tre
anni. Io mi sono guardato intorno: c’erano simpatici vecchietti, vestiti e truccati da carnevale, seduti
intorno a tutta la stanza. Un’anziana signora con un
buffo naso rosso da pagliaccio, mangiava fiocchetti e ne nascondeva alcuni nella tasca del suo vestito.
Un’infermiera mi ha detto che un vecchietto, seduto in un angolo, aveva quasi cento anni( li compirà
fra due mesi)!
Accanto a lui era seduta sua moglie ottantatreenne.
Improvvisamente lui si alza in piedi e la invita a
ballare. Non ho potuto resistere e, quando questa
straordinaria coppia è tornata a sedere, mi sono
avvicinato e mi sono messo a parlare con lui. Mi ha
raccontato che faceva il muratore, viveva vicino
alla chiesa della “Colonnella” e aveva incominciato a lavorare a quattordici anni. Il suo primo cantiere era a Cattolica e lui, ogni mattina, andava a
lavoro in bicicletta. Mi ha raccontato di quando
c’era la guerra e tante altre cose interessanti. L’atmosfera era serena, i miei nonni continuavano a
ballare e anche i miei genitori si sono uniti a loro.
Quando è arrivato il momento di lasciare la festa io
sono andato dalla nonna e l’ho ringraziata per
avermi portato lì. E’ stata un’esperienza speciale.
MATTEO MUSSONI II H
UN INVERNO
TERRIBILE:
RIMINI SOTTO ZERO
Mio nonno mi ha raccontato che, ai suoi tempi,
senza l’impianto di riscaldamento, faceva un freddo cane e persino la pipì che stava nel vaso da notte
sotto il letto si congelava! Era da tanto che a Rimini
non si verificava una temperatura come quest’anno: meno dieci gradi!
Per fortuna ora abbiamo il riscaldamento e i bagni
in casa, altrimenti ci saremmo ritrovati come nel
1926!!
Mentre tutti i telegiornali parlavano della strano
abbassamento della temperatura, la bianca visitatrice ha ricoperto ogni singola cosa. Tutto si è
ghiacciato , le piante si sono ammosciate e gli
insetti sono morti a vista d’occhio. Io ho trovato
pure una zanzara morta nel mio frigorifero! Penso
che, siccome le zanzare cercano luoghi dove fa
meno freddo, essa si sia annidata proprio lì perché
faceva più caldo che fuori!
Ora però smettiamo di parlare di avvenimenti
sgradevoli, passiamo a quelli divertenti. Per tutti i
bambini è quasi un bene che ci sia la neve perché
ci si può lanciare le palle, fare pupazzi e stare più
tempo con i genitori, i quali di solito sono sempre
di corsa, ma quando nevica, saltano tutti gli impegni. Si riesce persino ad andare al parco con il bob
con loro!! Comunque bisogna dire che si potevano
sopportare tre o quattro giorni di gelo e neve, ma
una settimana nooo!
Infatti a causa del gelo ci sono in casa mia stati vari
problemi: mio fratello è caduto per le scale e stava
per rompersi “l’osso del collo “, mia madre non
riusciva ad entrare nell’auto perché le serrature
erano sempre gelate....
Alla fine però noi siamo molto più fortunati di altri
e, anche se sappiamo che la neve può dare dei
problemi, tutti noi ragazzi aspetteremo nuovamente l’arrivo della nostra bianca amica!
Cenni Nicolas 2°H
GLI AMICI
Gli anici hanno bisogno
uno dall’altro
proprio come un fiore
ha bisogno della pioggia
per aprirsi e mostrare
la sua bellezza.
L’amicizia dovrebbe essere una
Preziosa carezza di cui non puoi fare a meno .
Delucca Guia 2H
AMICIZIE
I vari amici amano convivere :momenti
preziosi che la vita riserva loro.
Come le piccole cose dell’esistenza
per cui vale la pena di vivere ogni giorno
ILARIA GIACONE 2H
L’AMICIZIA
Se i libri fossero
Se i libri fossero salvagente
Galleggerei priva di spaventi
Se il libri fossero le onde del mare
Sarei sempre felice di nuotare
Se i libri fossero un raggio solare
Mi abbronzerei fino a farmi scottare
Se i libri fossero granelli sabbiosi
Costruirei dei castelli grandiosi
Se i libri fossero pesci del mare
Ogni bimbo amerebbe studiare
Caterina Zanframundo, I^G
Se i libri fossero di gelato
Neanche uno ne avrei regalato
Se i libri fossero ricoperti di glassa
Ogni giorno ne leggerei una cassa
Se i libri fossero di cioccolata
a merenda darei un’occhiata
Se i libri fossero di panna montata
Li studierei per tutta la giornata
Se i libri fossero di zucchero filato
La mattina presto…avrei già studiato!
Enya Ruggeri, I^G
Se i libri fossero un pallone
Ne leggerei uno a punizione
Se un libro fosse come una racchetta
A fine set lo leggerei in fretta
Se i libri fossero una bicicletta
A pedalata darei una ripassata.
Se i libri fossero come le freccette
In un attimo sarebbero lette
Se i libri fossero come un’altalena
Li leggerei proprio di gran lena
Michele Peroni, I^G
L’amicizia cos’è?
È la cosa più bella che c’è…
Pensando alla mia migliore amica
Immagino come sarebbe la mia vita!!!
Di amiche se ne trovano poche
E se ne trovi una vera
Saprai che con te sarà sempre sincera
Mai ti tradirà
Sempre al tuo fianco resterà
Ti potrai sempre fidare
Solo lei ti saprà consolare!
Sofia Catone 3°H
Pag11
POESIA DI PACE
La pace viene dal cuore
E non è fatta di dolore
È una cosa che migliora la vita
E nel mondo va spedita .
Se essa è praticata da tutti
ci saranno meno lutti ,
regneranno armonia,e felicità
nel mondo e nell’umanità
La guerra va finita
e dalla pace sostituita
la guerra va cancellata
e la bandiera della pace issata
VERONESI LEONARDO I B
LA PACE
La pace è una cosa importante,
più grande di un enorme gigante
non sempre però viene fatta da tutte
le persone
che usano la ragione.
Invece di pensare a come vestire
dovrebbero capire come agire
per rendere il mondo migliore
non con l’ odio
ma attraverso l’ amore!!!
Bernardi Sofia 2B
RIPOSANO”
Riposano al buio le vette,
al gelo,
anche le salite e le conche,
pure i silenziosi riposi dei fiumi,
riposano tante umili creature :
oltre la piana scura,
le selvagge bestie e gli sciami
delle mosche
riposano le creature nel vuoto,
nell’ oscurità dell’ oceano.
Riposano i volatili,
dalle giganti piume rette
Quka Orjon, IG
Giocano
AI MIEI AMICI …
Le scuole medie stan finendo
e mi piace ringraziarvi
per tutti quei momenti
allegri e importanti
che nell’amicizie
sono stati davvero tanti.
Questi anni sono volati
tanti mesi sono passati,
ma i ricordi resteranno
nella mente impressi saranno.
Ora sta per iniziare una nuova avventura
e ognuno sceglierà la sua vita futura,
ma son certa che l’amicizia duratura resterà.
Mercuriali Erika 3H
Studiare
è molto bello,
Ed è utile al cervello
Imparare è per la vita
E la scuola ci invita.
La scuola
Non è una festicciola,
ma un luogo dove si studia in compagnia
e ogni giorno è una nuova magia.
Leggere, scrivere, ascoltare
Sono le cose che più mi piace fare;
lo studio è la cosa più bella che ci sia
e io non lo vorrò mai buttare via!
Cecilia Letta 2B
ANCORA NEVE?!
Ehi! Neve perché ancora ci sei?
Ormai è primavera e fa freddo,
su questo non mento.
Tu, che sei bianca e soffice
ma metti tristezza,
quando al posto dei fiori
si vedono batuffoli bianchi.
Ti prego, questa volta non perché non ti voglio,
ma desidero che tu vada via;
voglio una primavera tutta mia.
Sara Barroi 2°H
UN’INDIMENTICABILE
GITA A BARI
Tre giorni a Bari abbiam passato
e molte cose fotografato:
castelli , piazze, monumenti,
li abbiamo visti tutti contenti.
Per le strade abbiamo girato
e le chiese visitato
per negozi curiosato
e molte cose abbiam comprato.
Colazioni, pranzi e cene
tutti insieme stavamo bene
poi la sera , finalmente
nell’albergo prontamente
il pigiama ci aspettava
e la notte imperversava.
Il mattino seguente
siamo dovuti ripartire sfortunatamente
per tornare nella nostra città
dove Bari ci mancherà
Mondaini Michela 2° B
DRIN …
Ecco .Sta suonando.
Insiste e persiste.
Ma non ho voglia di spegnerla.
Per quanto continuerà ancora ?
Tento di aprire un occhio
Ma si richiude immediatamente.
Muovo il braccio per cercare
La sveglia.
Boom.
OPS. Ho fatto cadere qualcosa.
Con un sobbalzo alzo la testa
E finalmente mi sveglio.
Chissà che giornata sarà
quella di oggi.
ELENA MURATORI 2H
IL MIO AMICO
GEPPETTO
Il mio amico Geppetto
Porta sempre un braccialetto,
è una persona davvero speciale
e non è mai andato all’ospedale,
è un tipo davvero solare
e quando son triste mi tira su il morale.
Adora cavalcare i cavalli
E ha una collezione di cristalli.
Quando urla “voglio andare sulla luna
con un razzo”
Sembra proprio un pazzo,
ma che posso fare? Proprio non lo so!
Ho pensato: perché non buttarlo dentro il Po?
Questo è il mio amico Geppetto
Che porta sempre un braccialetto.
Giocano nei grandi parchi
bambini
E le grigie nuvole
E le acque delle fontane.
Giocano le alte vette col sole
a nascondere la luce
e gli alberi impetuosi col vento
si muovono;
giocano tra loro gli uccelli
nell’immenso cielo azzurro.
Giocano felici
anche i verdi fili d’erba.
Monti Miriana, IG
Dorme il sole
Dorme il sole
spento e senza luce
riposa nel cielo stellato.
Dorme tutta la sera
Sopra la terra nera,
e sul mondo scuro
riposa
Dorme sopra la gente
e scopre i suoi sogni,
sorridendo al mondo
pian piano si sveglia.
NICOLE CANTI 1G
TUTTO CAMBIA
Tutto cambia.
Tutto prende una forma diversa, prima o poi.
Ogni cosa brutta o bella che sia
ha inizio e una fine.
Più ti sforzi di tener stretto le cose che ami
Più ti volano via come piume al vento.
Ma non vivere nel timore di soffrire
Non rischiando,
perché alla fine della tua vita
potresti pentirti di non averci mai provato.
TIOLI FEDERICA- PAGLIARANI SILVIA 3ª G
SE AVESSI...
Se avessi una bacchetta magica che farei?
Di certo la userei…
Farei spuntare dopo la pioggia il sole
Farei sparire la tristezza da ogni cuore
La pace in tutto il mondo porterei
Ma un’altra cosa io vorrei
Vorrei donare a tutti un sorriso
Trasformando il mondo in paradiso.
GIACOMO GNOLI II H
giugno 2010
I GABBIANI E….. LA
MIA VITA
Il giornale delle elementari
L’uomo è dov’è il suo cuore
non dov’è il suo corpo (Ghandi)
La mia vita? No, non è affatto come quella
triste dei gabbiani; la mia vita è piena di
armonia, bella gioiosa e movimentata.
I gabbiani volano come aquile, alti nel cielo,
ma in solitudine1
Io, al contrario, non amo stare sola, mi sento
bene solo quando sono in compagnia.
Ho un carattere socievole e simpatico, o almeno credo!
Sono giocherellona come un cucciolo, dispettosa come una scimmia e quasi sempre allegra.
Questa citazione, tratta da un discorso fatto
dal grande Mahatma Ghandi, ci insegna che
anche se sei lontano con il corpo, le persone
care saranno sempre nel tuo cuore.
Proprio come sarà per noi l’anno prossimo,
quando dovremo lasciare le elementari e andare alle medie; io so già che le maestre me le
porterò sempre con me ,nel mio cuore.
Quando una persona fa qualcosa d’importante per te, la ricorderai sempre.
Credo che alle maestre mancheremo tanto ma
troveranno altri bambini che, come noi, accompagneranno per mano per cinque anni e
poi lasceranno andare perché saranno pronti
ad affrontare il mondo dei grandi
AUGUSTO GARCIA 5° B “CASTI”
Pag.12
Caro babbo,
ho pensato di scriverti una lettera perché la maestra
ci ha chiesto di descrivere una persona che per noi
rappresenta un “mito” e nonostante ci abbia pensato tutto il pomeriggio non mi è venuto in mente
nessuno a cui vorrei somigliare.
All’inizio avevo pensato di descrivere un personaggio di un cartone animato, però lui esiste solo
nella fantasia , allora ho pensato a te, che esisti
veramente.
A me piace molto trascorrere il mio tempo con te
perché quando giochiamo mi fai divertire.
Quando studiamo assieme mi insegni tante cose
che sui libri non sono scritte e quando viaggiamo
con il tuo scooter mi piace stringerti forte , perché
così mi sento al sicuro .
Purtroppo tu sei spesso fuori casa per lavoro e così
ci vediamo solo alla sera , quando siamo entrambi
molto stanchi , per fortuna la domenica riusciamo
a trascorrere l’intera giornata assieme .
Nelle domeniche invernali mi piace quando ci
stendiamo vicini sul divano e mi racconti quello
che facevi alla mia età, oppure quando guardiamo
un film.
Nelle domeniche estive adoro venire a pescare con
te e ascoltare tutti i consigli che mi dai.
Sono contento quando a scuola prendo un bel voto
e non vedo l’ora di tornare a casa per dirtelo perché
so che tu sei fiero di me.
Caro babbo, ti voglio un mondo di bene e mi
dispiace quando ti arrabbi perché non ubbidisco.
Da grande mi piacerebbe diventare bravo e veloce
come te in matematica, ma soprattutto forte e
coraggioso come sei tu .
Il tuo Matteo
Scuola Elementare “Lambruschini”
A volte, però , mi lasci trasportare dai pensieri
e mi sembra di volare sempre più in alto ,
sfiorando le soffici nuvole, in compagnia di
un bellissimo gabbiano e penso: cosa farò da
grande?
Ancora non lo so con precisione ma,siccome
mi piacciono molto gli animali, mi piacerebbe
averne tanti e vorrei fare la veterinaria.
A volte invece mi immagino con un grande
cappello bianco a cucinare piatti “ terribilmente” buoni; infine a volte mi immagino di
disegnare abiti bellissimi assieme alla mia
amica Benny e diventare insieme delle famosissime stiliste.
Anche se ancora non so quale sarà il mio
futuro, per adesso continuerò a afarmi coccolare dai miei genitori come un tenero gattino
SAMANTA RAVAGLI 5° A
SCUOLA ELEMENTAREW “ M. MONESSORI”
LA MITICA V C
Questi cinque anni sono volati ed adesso che mancano solo due mesi alla separazione sento che i miei
compagni mi mancheranno. Quando penso a loro
mi viene in mente il giorno in cui ci siamo incontrati. Eravamo tutti troppo timidi per stabilirei
“contatti” con gli altri; ma alla fine è successo tutto
da sé e siamo diventati tutti amici. Oppure mi viene
in mente la prima gita, o ancora la prima pagella, la
prima promozione... Se invece penso ad uno ad uno
a tutti i miei compagni mi vengono in mente quelli
che tutti chiamano “difetti” ma che io preferisco
definire “particolarità”, dato che non tutto ciò che
ti rende diverso dagli altri è negativo, ad esempio:
il modo di prendere con leggerezza gli insulti che
rende speciale Edoardo, oppure le infinite battute
di Raffaele o anche il modo di “moderarsi” di
Giacomo.
E’ questo che mi mancherà della mia classe.
MICHELE MONTI V C CASTI
BARZELLETTE DELLA
5° A “CASTI”
Un tizio cammina per la strada e afferma sconsolato:
“ Ma tu guarda le mode di oggi, non si capisce più
chi è maschio e chi è femmina”!
Si avvicina ad un signore e, indicando un tizio,
chiede.:
“Scusi, ma secondo lei, quello è un maschio o
una femmina?”
“ Ma si vergogni, quella è mia figlia!!”
“Che figuraccia, proprio al padre dovevo chiederlo….”
“ Ma che dice? Io sono la madre!!”
Un uomo va dalla camiciaia e dice :
“Vorrei acquistare una camicia”
“La taglia?” chiede la camiciaia
E l’uomo, un po’ stupito, esclama:
“ No la metto intera….”
Desideri
La neve
Stelle lucenti
improvvise esplosive si accendono
nell’universo
profondo dell’ anima
Stelle lucenti
immensamente lontane
irraggiungibili
nell’oscurità del domani
Stelle lucenti
misteriosamente
danzanti, evanescenti
nei pensieri della mente
Desideri
come stelle lucenti
illuminano il cammino
della vita
Tutti noi di V A Villaggio 1° Maggio
Silenziosa e lieve
sta scendendo qui la neve
delicata lei si posa,
imbiancando ogni cosa.
L’autunno
o sera, come una madre affettuosa
abbracci ogni cosa e
la natura si riposa.
il bosco scherza con le foglie gialle
benche’ il freddo senta gia’ alle spalle.
gli uccelli sono ormai in volo
qualcuno rimane, solo.
ogni soffiar di vento
odor di autunno sento.
la classe VB
Scuola Elementare Rodari
L’atmosfera è molto speciale
e ci ricorda un po’ il Natale,
bianca pura e cristallina
è una città da cartolina.
Noi bambini siamo contenti
infreddoliti ma sorridenti,
nasi rossi e mani gelate
ci divertiamo con le palate!
Micole Classe VB “ Lambruschini”
l’autunno
la sera arriva silenzionsa
abbraccia ogni cosa,
la natura lentamente si riposa.
l’autunno con il suo manto grogiolino
ti avvisa che il freddo e’ ormai vicino.
farfalle colorate
volteggiano nell’aria delicate.
gli uccelli non cantano piu’ niente
di ombrelli fiorisce la gente.
la sera si consuma silenziosamente
la nebbia appare e non c’e’ piu’ niente.
La classe VA
Scuola Elementare Rodari
RIFLESSIONI SUL RAZZISMO
Il razzismo è un sentimento di disprezzo nei
confronti di chi è diverso da noi.
Molta gente si sente minacciata da chi ha la
pelle di un altro colore o parla una lingua
straniera e questo è male.
Quello che conta non è l’aspetto fisico ma
quello che ognuno ha dentro di sè. Secondo
me chi è razzista si sente superiore, ma in
realtà è solo un vigliacco che ha paura di ciò
che non conosce.
Ma se la gente smettesse di disprezzare e
cercasse invece do conoscere, vedrebbe quanta bellezza c’è in ogni cultura.
Per esempio apprezzerebbe ancora di più le
meravigliose danze africane o i colorati vestiti del Perù, ammirerebbe con stupore i
gioielli e i drappeggiati abiti in seta delle
donne indiane o assaporerebbe con gusto un
buonissimo piatto di cous cous cucinato in
Tunisia.
Quando persone diverse si incontrano, le
loro culture e le loro conoscenze si mischiano e questo da’ vita ad un mondo più ricco.
Ognuno di noi ha tante cose da imparare e
tanto da dare , avere la possibilità di vivere
accanto a persone diverse da noi è un dono
che non dovremmo sprecare
RACHELE SERAFINI 5° B “CASTI”
LA PIGOTTA
La Pigotta è
una mamma
speciale.
E’ la giuda
che illumina e
conduce i
cuori
dei bambini
meno fortunati.
Essa è colei
che regge e sostiene
la felicità e la gioia.
La Pigotta è
un abbraccio
che ti protegge
dal terrore
e dall’oscurità.
Colei che ti fa
compagnia.
Non è soltanto lo stupore;
ma anche l’amore.
La Pigotta è lei...
L’estremo.
Riesce ad unire i
bambini del mondo
in un unico posto...
il cuore.
È la fata
che esaudisce i
desideri dei
piccoli.
È l’angelo custode
che ti protegge dai pericoli
del mondo.
Essa è colei che ti
fa volare oltre gli
orizzonti della fantasia.
ELIA VERDINELLI- ANDREA TONINILUCREZIA PILATTO V C CASTI
Il giornale delle elementari
giugno 2010
L’amicizia e’
L’amicizia e’ una melodia
che risuona nel nostro cuore,
sembra uno scherzo
ma in verita’
non e’ altro che un sentimento
intrappolato nel cuore,
un diamante incastonato,
un tesoro da scoprire,
che non perde mai i suoi petali;
come noi non perdiamo la fiducia nell’amico.
Marco, Cristian, Mattia e Matteo VB
Scuola Elementare Rodari
Lettera ai miei genitori
Rimini, Domenica 8/11/09
Cara mamma,
ti scrivo questa lettera per dirti che tu sei la mamma
migliore del mondo e per chiederti scusa per tutte
quelle volte che ti faccio arrabbiare.
Ho pensato spesso alle motivazioni che hai per
sgridarmi, a volte ho pensato anche che ti piacesse
farlo, ma ora so che non è così. Anzi, è il contrario!
Ho capito che lo fai per il mio bene, perchè impari
a crescere e a diventare grande.
Anche se a volte è difficile, ce la sto mettendo tutta
per renderti felice e aiutarti; ti prometto che mi
sforzerò di fare tutto per bene, di ascoltarti
quando mi spieghi le cose e di imparare dai tuoi
insegnamenti.
Ti voglio anche dire grazie per tutte le volte che mi
sopporti, perchè lo so di avere un carattere difficile,
però tu mi vuoi bene lo stesso!
Tu sei la mamma più buona del mondo, quella che
ha più pazienza.
Sei la mamma che sognavo, una mamma fantastica
e per questo ti voglio tantissimo bene!
Lorenzo Classe VA Scuola Lambruschini
Pag.13
UN MEZZO CHE NON INQUINA ,
NON COSTA E FA DIVERTIRE
A SCUOLA S I VA IN
“PIEDIBUS”!!!
C’è una moda che sta andando forte tra noi ragazzi
e che piace anche ai genitori.
E’ un nuovo mezzo di trasporto , che viaggia già in
molte scuole della città.
Un mezzo che non inquina, non costa niente e che
ci fa divertire un mondo!!! E’ il piedibus: sembra
L’autunno
le foglie cadono leggere come gocce d’acqua.
il vento sussurra agli alberi.
gli animali si affrettano a salutare tutti,
per poi ritirarsi nel loro mondo incantato.
il cielo guarda misterioso l’autunno gia’ in arrivo.
adesso ai piedi degli alberi
e’ apparso un bellissimo tappeto colorato.
Michelle Talarico VB
Scuola Elementare Rodari
giorno d’inverno
l’aria e’ fredda,
fuori si gela.
le rondini sono volate via,
nei paesi tropicali.
il bel cielo azzurro d’estate
non c’e’ più,
adesso i nostri volti sembrano piangere.
la terra ulula,
come un lupo a mezzanotte.
un fascio di luce,
ci strappa un sorriso
negli ultimi minuti della giornata.
marco milan V
Scuola Elementare Rodari
ORTO
Nato dalla fatica e dal sudore
pettinato dal rastrello
ferito dalla zappa
squarciato dalla vanga
solleticato rinfrescato dissetato
dalla pioggia
cullato accarezzato
dalla voce del vento
coperto protetto
dalla candida neve
illuminato dal bagliore
della luce
riscaldato dai raggi
del sole
ora custodisci amorevolmente
il seme della vita.
Tutti noi cl. VB
Scuola Elementare Rodari
Pensieri
Ali di farfalle
leggiadre,danzanti
nei sogni fluttuanti
Ali di farfalla
frenetiche,vibranti
nei momenti raggianti
Ali di farfalla
agitate dalla paura
nella notte oscura
pensieri speciali
frullano nella mente
come vibranti ali
Classe VB
Una piccola
gemma
Una piccola gemma
verde smeraldo
si è rannicchiata
sul ramo del noce
Il vento la strappa
ma lei si aggrappa
un soffio più forte
e la gemma si stacca
è triste e arrabbiata
La gemma si dispera
un ragazzo la raccoglie
per farne un dono
La gemma ora sorride
ma le sue compagne
più non vide
Luca
IO E LUI
La brezza sul viso, un timido piacere. Qualcosa mi
tocca: è lui.
Un’ombra mi sfugge, ma la luce del sole lo tradisce: è lui! Lo vedo!: “Tana! Grido. Quel batuffolo
peloso e dolce si avvicina per leccarmi le mani
sudate: è Zeb, il mio cane. Di natura dolce, di
carattere amorevole, di razza bastardino. Occhi
dolci rapiscono lo sguardo, e dalla bocca aperta
penzola una saponetta rosa, bagnata dalla sua saliva. Le zampine delicate non fanno rumore
e lui, come un angioletto tutto
pelo, regala allegria, pace, serenità e amore, ma anche una gran
voglia di giocare. “Ora devi contare tu!!!” gli dico. Allora lui si
avvicina all’albero: “Bau!,
Bau!, Bau!” ma non sta contando sta solamente abbaiando a
un uccellino impaurito. Poi corre verso di me e io comincio a
camminare. Lui mi segue passo
passo: mi è molto fedele. Molto
spesso mi giunge alla mente il
giorno in cui ci conoscemmo.
Era giugno, non so che giorno. Io e mia nonna
andammo al canile. Passai in rassegna: dobermann, carlini, boxer, chiuaua, pincer... Ma erano
tutti o brutti, o cattivi, o troppo grandi, o troppo
piccoli, o avevano le zampe grosse, la coda picco-
la, e gli occhi anche... Poi vidi lui, si scorgeva a
malapena, nascosto dalla penombra. Stava abbaiando ad un uccellino che era per sbaglio capitato
lì. Poi saltellò verso di me e mi fece la festa, infine
si accoccolò ai miei piedi stremato. Ero meravigliata! Gli altri cani o ringhiavano o non ti degnavano di uno sguardo. Lo presi in braccio, guardandolo negli occhi: erano grandi, marrone chiaro, e
infinitamente dolci. Il naso piccolo, minuto, annusava la mia mano, e la sua lingua rosa e simpatica
penzolava dalla bocca aperta ansimante. Il pelo
bianco lo faceva sembrare una pecorella. Allora
alzai lo sguardo luminoso,
raggiante, e dissi: “Nonna, è
lui!!!” La nonna intenta a parlare con un signore si voltò e
mi guardò stupita: “Che bel
cucciolotto!!! Allora l’hai trovato, il cucciolo dei tuoi sogni!” poi si rivolse al signore
e disse: “ devo andare ora,
buonasera e arrivederci!” Ci
avviammo verso la “cassa” e
il cucciolo ci trotterellò dietro. Infine, a casa, lo feci salire sul mio letto e ci addormentammo. Torno alla realtà, Zeb è ancora lì, che aspetta che io riprenda a camminare. Poi io vado all’albero: “ Uno, due, tre, quattro...” finisco di contare, mi volto, cerco in giro, e
poi grido: “è lui, è lui!!!”.
BENEDETTA CIAPPINI V B MONTESSORI
UNA MATTINA AL QUOTIDIANO
“ IL CORRIERE ROMAGNA”
Camminare e giornale vi dice qualcosa? A noi
della V B sì, adesso vi spiego il perchè. Questa
mattina siamo andati a visitare la redazione del
nostro giornale locale “ Il Corriere di Romagna”.
Camminando io e dei miei amici abbiamo suonato
un campanello, gridavamo come pazzi, in poche
parole come si suol dire abbiamo fatto i “monelli”.
La redazione è nel centro di Rimini proprio nella
piazza principale: la piazza Tre Martiri. Quando
siamo entrati tutto era così grande, tecnologico e
soprattutto era pieno zeppo di giornali o cose
provenienti dal giornale. Lì c’era solo Gabriella, la
mamma di Alessandro un nostro compagno e
Pietro, colui che ci ha fatto da cicerone. Abbiamo
visitato due sale: una era la redazione sportiva
dove siamo rimasti più a lungo ed è quella che mi
è piaciuta di più, dato che io vado matto per lo
sport. Lì il nostro accompagnatore ci ha spiegato
tante cose. I giornalisti stampano il giornale verso
le 11 della sera, ma quando succede una notizia
LA 5° A
UNA CLASSE
ED UNA FAMIGLIA
Io faccio parte della quinta A, una classe secondo
me unica, e sono contento di farne parte.
Ho vissuto cinque anni assieme ai miei compagni, e ormai siamo tutti uniti come una famiglia.
Io sono amico quasi con tutti ma in particolare
con due bambini. Michele e Simone
Loro sono quelli che in questa famiglia mi stanno
più vicini e sono più amici con me.
In questi cinque anni ho imparato tante cose,
dell’ultima ora si mettono d’accordo con gli addetti
alla stampa per rimandarla fino a massimo le 2. Di
solito i giornalisti arrivano in redazione alle 10.30,
perchè le notizie arrivano sulla tarda mattinata. Il
Corriere di Romagna pubblica circa 20.000 copie
quotidiane. Dal martedì al giovedì il giornale è
composto da 48 pagine, nel week end 54, il lunedì
64 perchè la domenica ci sono state le partite di
calcio. Siamo andati nell’ufficio della nostra guida
Pietro e insieme abbiamo inventato la prima pagina
del giornale. In seguito siamo usciti per aspettare
l’arrivo del fotografo e nel frattempo abbiamo fatto
un giretto lì vicino. Verso le 11 abbiamo fatto la foto
che domani sarà pubblicata sul giornale. Mi è
piaciuto tutto della gita, ma mi aspettavo l’attrezzatura del fotografo più bella in quanto ho sempre
negli occhi quelle che si vedono in televisione e che
sono enormi.
FILIPPO MUCCIOLI V B MONTESSORI
soprattutto belle.
Anche le nostre maestre3 fanno parte della famiglia della 5° A; in certi casi una maestra è stata
sostituita da un’altra, ma tutte hanno fatto parte
della famiglia, ed io sono contento di averle
conosciute: è una fortuna essere contenti delle
cose che si hanno!!
Questa classe è la migliore che potessi avere e
sono fortunato di farne parte: sono contento di
quello che possiedo e di quello di cui faccio parte,
cioè una famiglia straordinaria!!!
FILIPPO PERARI 5°A “CASTI”
un lungo e colorato bruco pieno di felicità . E’
formato da tanti bambini che, mentre vanno a
scuola a piedi, osservano tutto quello che succede
al loro passaggio, parlano, ridono, raccontano e
salutano tutti quelli che guardano incuriositi.
Sembra un mondo nuovo , diverso da quello che si
vede andando a scuola in macchina.
Così anche i bambini possono aiutare a far diminuire il traffico e l’inquinamento.
Solo un piccolo sacrificio…alzarsi un po’ prima la
mattina!!
Jasmina Bertero5° A Scuola Elementare
“M.. Montessori”
Argilla
Argilla
dono dell’acqua
e della roccia
ricchezza nascosta
della terra
magico tesoro
della natura
grigio impasto
creativo
tenero fango
umido
da manine inesperte
ti lasci modellare
da occhietti curiosi
ti lasci guardare
dal calore
ti lasci indurire
rubando
il colore
al fuoco.
Noemi Federica Nicolò V° A
Vill. 1° Maggio
LA SCUOLA “TOTI”
La “signora Toti” troneggia imponente,
qui ha studiato tanta gente.
La scuola del Borgo Sant’Andrea
è un edificio dedicato ad un grande soldato
che nella statua getta la stampella dove ora suona
la campanella.
La nonna racconta che ogni bambino
Faceva aste dritte come un soldatino,
portava con sé calamaio e pennino
e scriveva in bella grafia
sul squadernino di geografia.
Ancora oggi , le sue ampie finestre, sono parlanti
Come tanti alunni allegri e festanti;
mentre il portone grande e fiero
sembra l’entrate di un grande maniero
che sorveglia con piglio severo ogni studente mattiniero.
Dentro c’è un grande giardino
che è il sollievo di ogni bambino
e del pallone ha fatto crescer la passione.
Si pone fine alla bella giornata
scendendo felici la bianca scalinata
Un ultimo svago si può cercare
fermandosi al parco della scuola elementare,
per giocare ridere e chiacchierare,
mentre l’ombra del pino secolare
attenta ci sta ad ascoltare
5° A Scola Elementare “E.TOTI”
giugno 2010
Amici Animali
Il Mondo a scuola
PROGRESSO
SCIENTIFICO
Per pochi o per tutti?
Il progresso scientifico e tecnologico ha raggiunto
oggi un notevole sviluppo. Esso ha apportato miglioramenti considerevoli nella vita dell’uomo, ma
ha provocato pure un’alterazione dell’equilibrio
naturale, i cui effetti potrebbero essere catastrofici
in un prossimo futuro.
La storia ci insegna che l’uomo, non ha mai interrotto la sua avanzata tecnologico-scientifica. All’inizio non disponeva di nessuna delle comodità
che oggi conosciamo: i nostri antenati si riscaldavano mediante i corpi altrui e si coprivano con pelli
di animali. Da questo stato sono poi passati ad
utilizzare il fuoco, a ripararsi nelle grotte, all’uso
dei vestiti, dai vestiti al bronzo, al ferro, all’acciaio,
per poi arrivare lentamente a costruire palazzi,
grattacieli e macchine. Tutto questo, secondo la
mia opinione, è abbastanza naturale, perché è tipico dell’istinto umano cercare di rendersi la vita il
più comoda possibile: non scordiamo che l’essere
umano è l’unico che non ha protezioni naturali, a
differenza degli animali, che sono muniti di scaglie, zanne e corazze, che li rendono adatti a vivere
nel loro habitat, anche in quello più selvaggio.
L’uomo, al contrario, è fragile e debole e per questo
deve cercare di bilanciare questa “carenza naturale” con la sua intelligenza che gli permette di
costruire e inventare nuove strategie oltre che
modellare l’ambiente circostante alle sue esigenze.
Mediante la propria intelligenza, l’uomo ha creato
dal nulla ciò che mancava per natura: qualcosa che
lo aiutasse nello spostarsi velocemente, qualcosa
che lo facesse volare, che permettesse a lui di
mangiare ciò che la natura gli dava e qualcosa che
proteggesse la sua pelle fragile dalle intemperie e
dai nemici.
Potremmo dire però che la nostra vita si sta riempiendo anche sempre più di cose inutili, superflue
ed esageratamente comode e, come ogni cosa che
viene riempita troppo, finirà per esplodere. La
modernizzazione, purtroppo non è equamente divisa nel mondo: le innovazioni tecnologiche non
riguardano tutto il pianeta, esistono molti luoghi
(l’Africa, per esempio), in cui la popolazione non
vive nel benessere tecnologico del quale noi, più
fortunati, godiamo ogni giorno. Come in tutte le
cose, anche nel campo tecnologico, gli eccessi
sono nocivi: troppa tecnologia è dannosa, allo
stesso modo di come è dannosa la sua più completa
assenza.
Di contro temo anche che la crescita e la povertà
tecnologica nel nostro globo terrestre corrano parallele : più una parte del mondo si tecnologizzerà
e più la parte opposta cadrà “nell’abbandono totale”. Spero che un giorno i Grandi della terra si
riuniscano per trovare un rimedio a questa differenza che giorno dopo giorno sta aumentando e noi
giovani vorremmo che finisse così saremmo tutti
alla pari e avremmo le stesse tecnologie.
Per quanto mi riguarda, trovo che la tecnologia sia
un bene. Sono sincero non riuscirei a vivere senza
tante comodità del mondo a cui appartengo. Non
riuscirei probabilmente a fare a meno del cellulare,
del computer e di molte altre cose.
Giulio Grossi 3C
Gita a Pennabilli
Museo della scienza
LA LEGGENDA DI
OAK ISLAND
Oak Island , “l’isola della quercia”, è una piccola
isola nel Canada orientale. Tutto ha inizio nel 1975,
quando il giovane Daniel McGinnis, mentre passeggiava, venne incuriosito da una depressione del
terreno situata vicino a una vecchia
quercia, tra i rami
della quale spiccava una sorta di
carrucola, simile a
quelle usate sulle
navi. Il giorno
dopo Daniel, in
compagnia di due
amici che erano al
corrente delle leggende locali su pirati e tesori nascosti, iniziarono gli
scavi. Ma ben presto si resero conto
che quella depressione nascondeva un pozzo molto
particolare. Andando in profondità, ogni 3 metri
trovarono una piattaforma di tavole in legno di
quercia ma, arrivati al terzo strato, furono costretti
ad abbandonare l’impresa, troppo faticosa per loro.
Nacque così la leggenda di Oak Island. Quel pozzo,
si sarebbe chiamato per sempre Money Pit, cioè il
pozzo del denaro. Agli inizi del 1800, un’impresa
privata, dando credito alle voci su un tesoro nascosto, riprese gli scavi. Furono trovati anche strati di
carbone e di argilla ma, soprattutto, fibre di cocco
che, sicuramente arrivavano da terre molto lontane, perché in Canada la palma da cocco non cresce.
Si trovarono di
fronte a un’enorme lastra di pietra
che recava iscrizioni indecifrabili. Era ormai notte quando, sondando il terreno
sottostante la lastra con un piede
di porco, colpirono qualcosa di resistente. Era forse lo scrigno del tesoro? Gli operai
esausti, decisero di riprendere il lavoro il giorno
seguente, ma li aspettava una brutta sorpresa. Nel
corso della notte l’acqua dell’Atlantico aveva completamente allagato il pozzo. I tentativi di svuotarlo
non ebbero alcun risultato, il livello dell’acqua
rimaneva costante. Nel corso degli anni furono fatti
vari tentativi di cui l’ultimo, è del 1966 anche
questo senza risultati soddisfacenti. Alcuni studiosi, invece hanno evidenziato singolari analogie nei
particolari di tutta la vicenda, quali i 3 ragazzi e le
caratteristiche del pozzo, la massoneria, in particolare con allegoria che parlano del tempio di re
Salomone. Inoltre, a Oak Island, sono presenti
pozzi naturali con le stesse caratteristiche del Money Pit.
Emma Neri 3H
USI, COSTUMI E TRADIZIONI
DAL MONDO
Il matrimonio in
Ucraina
Sapevate che in Ucraina i matrimoni sono preceduti e seguiti da rituali lunghi e complessi ?
Naturalmente non tutti, solo quelli di coloro che
sono particolarmente legati ai costumi locali, alle
tradizioni antiche.
Prima del matrimonio
lo sposo deve presentarsi a casa della sposa
con altri uomini coniugati e chiedere ai genitori la mano della ragazza.
Ottenuto il consenso
lo sposo e la sposa annunciano pubblicamente il loro matrimonio; il venerdì sera lo
sposo celebra l’addio
al celibato, mentre i
familiari qualche giorno prima preparano un
pane chiamato “korovai” da mangiare durante i
festeggiamenti.
Terminato il matrimonio i due giovani vengono
divisi e partecipano al banchetto nuziale nelle
rispettive case; solo dopo il pranzo lo sposo viene
mandato dalla sposa dove, dopo avere superato una
prova simbolica è finalmente invitato a sedersi al
tavolo.
Il mattino seguente i giovani festeggiano nuovamente con gli invitati a colazione.
In questo modo il matrimonio diventa un’opportunità di festa a cui partecipa tutto il villaggio.
C.Bruzziches, C.Corbelli, P.Balla II F
SOGNO
IRREALIZZABILE
Sin da quando avevo cinque anni, desideravo avere
un animaletto da compagnia, in particolare un
cagnolino. Questo cagnolino mi sarebbe piaciuto
di media taglia nero e bianco, non di razza, e con le
orecchie a penzoloni, ma non troppo, e il pelo
lungo; preferibilmente molto allegro e, quando mi
avrebbe visto, si sarebbe messo a scodinzolare e mi
avrebbe fatto la festa. Questa è la descrizione del
cane perfetto per me, ma che non ho mai potuto
avere, perché i
miei genitori lavorano tutto il
giorno e io sto
da mia nonna,
così torniamo a
casa verso le sei
e mezza; nessuno potrebbe giocare con lui, ne
accudirlo per
quel periodo di tempo; poi io abito in un condominio quasi senza giardino; così, il cagnolino dovrebbe chiuso da solo in casa. Non solo non posso avere
il cane che ho sempre desiderato, ma neanche un
gatto o un coniglio, perché anche essi hanno bisogno di cure quasi in ogni momento. Gli unici
animali che ho potuto avere sono un orsetto russo,
(un piccolo cricetino grande circa un quarto di
mouse del computer) un pesce rosso ed un altro
orsetto russo che ho ancora oggi. La cosa che mi fa
più rabbia è che c’è della “gente fortunata” che può
avere degli animali (cani, gatti,ecc.) e invece di
coccolarli e curarli, li maltratta e li abbandona;
questa è una di quelle cose che mi fanno veramente
rabbia, quei poveri cuccioli che vengono malmenati, e che se si difendono mordendo il padrone,
devono girare con le museruole o prendere medicinali vari per essere meno violenti, o magari vengono abbandonati a loro stessi, e potrebbero anche
morire. Questo è un invito a non maltrattare i poveri
animali, ed è il racconto della mia sfortunata avventura; sogno ancora di poter avere un cucciolo da
coccolare e da accudire, non da maltrattare.
Sara Milone 3°H
IL MIO GATTO E’ “RUFFIANO”
Il mio gatto è dolce e molto autonomo, ma anche
furbo. A volte quando voglio stare un po’ con lui,
scappa per tutto il giardino. Lui mantiene sempre
una certa superiorità e
vuole sempre decidere
cosa fare, quando uscire
di casa e quando rientrare. Quando però è ora di
mangiare di colpo cambia carattere, comincia a
fare le fusa e mi viene
vicino in cerca di coccole… o almeno così vuol farmi credere, perché in
realtà lui non cerca le carezze ma il cibo. Per questo
motivo io dico che il mio gatto è ruffiano, però
quando vuole, sa essere molto dolce.
Laura Balena 3^H
“PIU’ CHE UN CANE
E’ UN BAMBINO”
Il mio cane si chiama Lachi. È un cane di razza
Carlina. E’il cane più buono e bello del mondo, ma
si sa difendere quando un altro cane cerca di fargli
male. Due o tre giorni fa mentre mia mamma lo
portava a fare una passeggiata, un Bigol senza
guinzaglio vedendo
Lachi, si mise a correre e a saltare verso
di lui ringhiando,
tentando di attaccarlo. Lachi, molto astuto, mentre il Bigol
stava ancora saltando, gli è passato sotto le gambe e gli ha
morso la coda. Il Bigol, guaendo, se n’è andato con la coda tra le
gambe, senza voltarsi indietro.
SILVIA PETRANGOLINI I H
BORIS
Boris, il mio cane, (Bigio era il suo soprannome)
aveva un folto pelo che lo faceva sembrare ancora
più grosso; il manto, però, non copriva quegli occhi
dallo sguardo un poco malinconico, che lo caratterizzavano; era marrone con le chiazze più scure ed
alcune più chiare. Dopo aver fatto il bagno alla cava
era tutto bagnato e si scrollava addosso a noi, ma
quando si asciugava era ancora più morbido. Non
puzzava, ma profumava di borotalco solo quando
usciva dalla toelettatura, altrimenti non aveva alcun odore. Di lui ricordo soprattutto il modo in cui
abbaiava, rimbombava per tutta la via ed allora le
menti di tutti pensavano:” Questo è Boris… il
nostro Bigio… Ah, se non ci fosse lui!!!”
Sahiela Rascionato 1 I
Pag.14
Pag.9
IL CANE
Il cane, il migliore amico dell’uomo. Un animale
con cui scherzare, alcune volte anche il tuo migliore amico perché, anche se non capisce, sta lì ad
ascoltare la più piccola cosa che dici. I suoi occhi
grandi, così dolci, sembrano volerti dire “ io ti
voglio bene”. Parole che non si sentono molto dire
dai tuoi amici. Sempre in cerca di coccole. Sempre
pieno di gioia e di divertimento. Pronto a dare la
vita pur di salvarti, insomma farebbe qualunque
cosa per il suo padrone!!! Mi chiedo sempre perché
Dio che ha fatto un’animale cosi speciale, non ha
fatto lo stesso con l’uomo?? Non lo sapremo mai…
ma al momento sappiamo che il cane… è davvero
un animale speciale… ed è meglio tenercelo stretto.
Delucca Guia 2° H
NOTA DELLA REDAZIONE:
spesso vediamo alla televisione filmati di animali
abbandonati e maltrattati. Non ci si fa regalare un
animale, magari a Natale, per buttarlo quando il
gioco non ci interessa più. Un cane, un gatto, un
criceto non sono pezzi della Lego!!! Pensateci
bene prima di acquistare un animale, esso va curato
con amore.
IL CONIGLIO MIZZY
Il coniglio Mizzy era di peluche, ma non era
normale come quelli che si possono comprare nei
negozi di giocattoli.
Era molto speciale, ideato tantissimi anni fa da
Babbo Natale per uno
scopo importante: dare
affetto e tenere compagnia ai bambini orfani.
Era stato richiesto da
una bambina di un orfanotrofio che si sentiva molto sola e senza
compagnia. Mizzy
aveva una caratteristica particolare: era in
grado di comunicare con la sua proprietaria attraverso il pensiero. Sapeva dare amore, serenità e
consigliare .
Era sempre di conforto e dava il consiglio giusto in
ogni occasione per aiutare la bambina a cui era
stato affidato. Attraverso lei riusciva ad aiutare
tanti altri bambini dell’orfanatrofio. Passarono tanti anni e Mizzy rimase sempre uno dei giocattoli
all’interno dell’istituto, continuando nel suo compito di stare vicino ai piccoli più tristi, facendoli
sentire meno soli.
Emma Buffadini 2° H
L’ORCA ASSASSINA
Il 25 febbraio 2010 è successa una tragedia che mi
ha colpito e fatto pensare. Ad Orlando in Florida
c’è un parco divertimenti con una piscina dove si
svolge lo spettacolo con le orche. Proprio lì come
ogni giorno, prima dell’inizio dello spettacolo, è
successa una cosa terribile; un orca ha ucciso la sua
addestratrice. Mentre la ragazza stava spiegando
ad alcuni visitatori come si sarebbe svolto lo spettacolo, ad un certo punto l’orca è uscita dall’acqua,
come fa di solito negli spettacoli e l’ha afferrata e
trascinata nell’acqua facendola annegare. Sembra
che quest’orca abbia ucciso altre due volte, però io
non credo
che sia colpa dell’orca, un maschio di
trent’anni
di nome Tilikurnm,
ma penso
che questi
animali
non devono
essere tenuti rinchiusi in una vasca, magari anche grande,
ma per loro, che sono abituati a nuotare negli
oceani, sicuramente piccole come una prigione.
Inoltre l’uomo, che vuole guadagnare sempre più
soldi con questi spettacoli che attirano molte persone, costringe questi animali a stare rinchiusi in una
vasca. Ho letto che ora quest’orca è stata messa “in
punizione” in una vasca poco più grande di lei. Ma
vi sembra giusto? Io spero per il suo bene che le
diano la libertà e che l’uomo smetta di fare spettacoli con gli animali solo per fare i soldi. Poco tempo
fa, sono andato a visitare l’acquario di Genova
dove ci sono tanti pesci chiusi nelle vasche, ma la
maggior parte sono specie protette perché in via
d’estinzione, oppure portati nell’acquario perché
erano in difficoltà e quindi portati lì non per fare gli
spettacoli
Giacomo Gnoli 2°H
Tempo libero
giugno 2010
ACROSTICO
DELL’“ADOLESCENZA”
A amicizia: quando accanto hai persone che ti
fanno stare bene
D delusione: quando ad esempio ti piace molto un
ragazzo e a lui non interessi
O odio: quando ci sono persone che, nonostante
provi a starle vicino, ti rifiutano
L lontananza: quando sei molto legato ad una
persona che però non vedi mai
E egoismo: quando ci sono persone che vogliono
“distruggerti” e ti trovi costretta a difenderti
S sorrisi: quando stai male e i tuoi amici con un
semplice sorriso ti aiutano a risollevarti
C confusioni: quando con gli amici fai pazzie
E emozioni da vivere: quando hai bisogno di
viverti la vita al massimo
N necessità: quando hai tanto bisogno di qualcosa
che non hai
Z zoticità: quando ci sono persone che non sopporti
A amore: quando ti innamori di qualcuno e lui
prova lo stesso per te
Debora Perazzini II H
una cantante che piace a certi ragazzi
LADY GAGA
LA REGINA DELLA NEVE
E’ la cantante dai capelli bianchi e sembra essere
arrivata dal Polo Nord .
Ai Video – Music - Award si è vestita da regina
della neve.
Ha strappato una “preziosissima” collana di perle
e le ha attaccate sul viso con la colla per fare
sembrare che avesse della neve. Speriamo non sia
stata la colla a tenuta rapida, se no addio al suo
“visino” !!!
IL PESCATORE
Pescatore Pesca Pesci Per Preparare Pietanza Prelibate Per Persone Privilegiate
PINCO PALLINO PITTORE
Pinco Pallino Pittore Poco Pratico Pinse Pallaide
Per Pochi Piccioli Poi Pentitosi Poco Prezzo Pagato
Partì Per Pisa Patria Propria
L’IPPOGRAMMA ( non si deve usare la vocale i)
Vendo gelato alla crema fresco e zuccherato
IL GELATAIO
Gelataio Grasso Gentile Guardava Gente Gustare
Golosamente Gustosi Gelati Giganti
L’ACROSTICO DEL LAVORO
Lavorando
Allegramente
Viviamo
Ogni ora
Ricavando
Orgoglio
CLASSE III G
L’ORIGINE DEL TORTELLINO
Conoscete la vera storia della nascita dei tortellini?
E’ successo tanto tempo fa, la dea Venere, durante
una delle sue frequenti capatine sulla terra, trascorse
la notte in una locanda di Castelfranco, il paese che
si trova sulla via Emilia, giusto tra Modena e Bologna. Mentre Venere si faceva il bagno nella tinozza,
l’oste non seppe resistere alla tentazione di spiarla
dal buco della serratura. Non vide molto, visto la
posizione della tinozza! Di preciso vide soltanto
l’ombelico della dea, ma quel poco lo entusiasmò.
Se fosse stato un pittore o uno scultore o un poeta
avrebbe immediatamente dedicato un quadro o una
statua, o un poema al bellissimo ombelico di Venere. Siccome era un oste, famoso in tutta la valle del
Po per i suoi piatti, le dedicò un capolavoro destinato
a durare nei secoli: il tortellino!
DE LUCA EMANUELE II C
Questo libro è stato scritto da Jhon Boyne. La storia
è molto avvincente e molto realistica. Parla di un
bambino che vive durante la seconda guerra mondiale e ne è una vittima. Il bambino si chiama Bruno
ed ha circa otto anni. Bruno è figlio di un nazista
che lavora per Hitler, quindi, a causa del lavoro del
padre, si trasferisce a Berlino. Lui è piccolo e ciò
non gli permette di capire quello che succede
quindi nonostante tutte le raccomandazioni fatte
dal padre, Bruno va alla scoperta del suo giardino.
Camminando trova una recinzione oltre la quale
vede molte persone e alcuni bambini che lavorano.
Uno di questi un giorno si avvicina alla rete e si
presenta a Bruno. Questo bambino si chiama Shmuet, anche lui ha otto anni, e fanno amicizia, ma
Shmuet ha molti problemi, per esempio non trova
da mangiare ed è sempre molto stanco. Bruno ogni
giorno va a trovare il suo nuovo amico e gli porta
quasi sempre da mangiare senza capire che lui si
trova in un campo di sterminio per ebrei. Improvvisamente un giorno Shmuet non trova più il padre
e Bruno decide di entrare nella fattoria (così Bruno
chiamava il lager) ma proprio quel giorno, i nazisti
avevano programmato un uccisione di massa degli
ebrei. Bruno così viene ucciso assieme a tutti gli
ebrei del campo.
Catone Sofia 3°H
INTERGALATTICA
Appena atterrata dal pianeta B51 ecco l’intergalattica Lady Gaga che ci stupisce con un vestito
plastificato rosa ed i suoi accessori.
Ma dite che prima o poi indosserà un vestito
comodo?
SVENIMENTO SUL PALCO
Il 13 Marzo Lady Gaga, durante il suo concerto
tenutosi in Nuova Zelanda ,ha avuto
un cedimento fisico .
Il suo show che prevedeva 16 cambi di vestiti,
corografie, era quasi terminato quando
Miss lady Gaga ,all’ultima canzone in scaletta,
sembrava non riuscire più a reggere il palcoscenico. Mentre cantava “Bad Romance”, barcollando,
si è seduta e poi sdraiata sul palcoscenico non
dimenandosi
come al solito: sembrava fosse sul punto di svenire
! Ma , fortunatamente , è riuscita a concludere il
brano.
Super Dark 98 1° B
OROSCOPO
CAPRICORNO
Dovresti preoccuparti di più dei tuoi voti perché le
prof. saranno senza cuore, soprattutto quella di
matematica. Se ti impegnerai di più, sarai premiato
con una bella “pizzata” che ti offrirà la preside, ma
attento.. non mangiare molto, hai messo su qualche
chiletto di troppo!
Ti consiglio di non parlare male delle persone che
hai più a cuore, potresti perdere i tuoi amici più
cari!
ACQUARIO
Non puntare solo sulle uscite con gli amici, ma
impegnati nello studio perché basta un brutto voto
per deludere i tuoi genitori e i tuoi insegnanti. Sai
bene che se li deludi non avranno più fiducia in te.
Alle porte anche un rimprovero da parte di un
amico. Cerca di non offendere nessuno con qualche atteggiamento indisponente.
PESCI
Ti alzerai sempre con la “luna storta”. A causa di
questo comportamento verrai rimproverato spesso. Sta attento alle note sul registro, perché non si
recuperano! Sarà, però, un periodo d’oro per le
amicizie e chissà, forse ne troverai qualcuna in
particolare…
Un consiglio: sii te stesso e poi…buttati!
ARIETE
Buone notizie in arrivo: entrando nelle simpatie
con le tue battute sui prof avrai tutti ottimi risultati,
però attento a non esagerare perchè potrai passare
da “cocco degli insegnanti”
Gli inviti alle feste si moltiplicheranno, sarai molto
ricercato per la tua ironia ( ma non dalla polizia!!)
Non montarti la testa.
TORO
Sarebbe meglio che lasciassi perdere lo sport, i
video game, i giretti in bicicletta con gli amici
perché i compiti stanno pericolosamente aumentando. Attento alle sorpresine degli insegnanti di
storia e matematica…Sabato piacevole serata con
gli amici.
GEMELLI
Periodo positivo sul fronte scolastico, ma meno su
quello dei rapporti d’amicizia. Grazie al magico
mantello dell’invisibilità, le prof. non punteranno
il loro dito su di te per le interrogazioni, ma studia
ugualmente, se no le brutte figure le farai più
avanti. Non criticare gli amici, qualcuno potrebbe
offendersi e toglierti il saluto. Non essere pettegolo!!
Pag.15
Recensioni
“MI RICORDO ANNA
“IL BAMBINO CON IL
FRANK”
PIGIAMA A RIGHE”
CANCRO
Vivi su un mondo a parte dove solo tu sai come
arrivarci… e’ ora di svegliarsi, gli amici sono
stanchi di vederti con la testa tra le nuvole per
quella ragazza che non ti merita! La tua camera ha
decisamente bisogno di una bella sistemata, i tuoi
genitori te lo ripetono da settimane e questa è solo
una delle tante cose da fare.
LEONE
Ricordati di non trascurare gli amici, perché un
litigio è in arrivo! I tuoi genitori sono davvero
arrabbiati con te perché casa tua è diventata un
punto di ritrovo per tutti gli amici del quartiere!
Conviene prendere qualche bel voto, o le uscite al
cinema potrebbero saltare, non trovi?
VERGINE
Finalmente ti senti al centro dell’attenzione, hai
ottenuto un ruolo importante nella recita scolastica! Grazie al tuo impegno, i tuoi risultati scolastici
saranno ottimi e i tuoi genitori ti aumenteranno la
paghetta.. Non lasciarti prendere completamente
da tutto. Tra la recita scolastica, la tua attività
sportiva, lo studio e le uscite non ti resta un attimo
per respirare! Un pomeriggio di dolce far niente e
ti sentirai più sereno.
BILANCIA
Passi da un estremo all’altro, un giorno sei triste, un
giorno canti dalla felicità! Bilanciati con i voti,
visto che la tua media sta scendendo velocemente,
con lo sport, perché passi troppo tempo ad allenarti,
ma soprattutto con il cuore: stai dando una brutta
impressione di te, così risulti decisamente noioso.
SCORPIONE
E’ inutile continuare la sfilza di brutti voti sui
registri dei tuoi insegnanti. Datti da fare, non vorrai
mica essere bocciato! Per esempio, potresti studiare con la migliore della classe, che guarda caso è
molto carina.
Tu e il tuo migliore amico passate un periodo
difficile a causa del vostro comportamento infantile, arrabbiandovi per ogni sciocchezza. Così potete
solo allontanarvi.
SAGITTARIO
Fai attenzione alle tue battutine sui prof., cominci
a stancare e sai che se succede questo una “gita” di
istruzione in presidenza non te la toglie nessuno.
Attento ai giretti in bicicletta: le mani vanno sul
volante e il cellulare e l’ipod in tasca! Le ginocchia
sono preziose. Sul fronte sentimentale nessuna
novità.
REDAZIONE DELLE SECONDE
Poveri animali…tra
metafore e meteore
In casa sento spesso dire (non a me!) “Spicciati, sei
lento come una lumaca!” “Smetti di fare il pappagallo” “Sei dispettoso come una scimmia!”
Così qualche giorno fa mi sono messa a pensare ad
altre similitudini sugli animali che comunemente si
dicono o si vedono scritte ed ecco quelle che mi
sono venute in mente:
“Fare i passi da formica, furbo come una volpe,
pauroso come un coniglio, testardo come un mulo
e ignorante come un asino”. Ma se si dice “somaro!” è una metafora che non ha bisogno di chiarimenti. Perché, poverino? Poi si può dire: “Dorme
come un ghiro”, “Cieco come una talpa”, “Ci casca
sempre come un merlo!”, “E’ tonto come un allocco!”, “Sono affamato come un lupo” “E’ selvatico
come un orso”, “Va a lavarti, sei sporco come un
maiale!” Guardando il mio fratellino piccolo ho
pensato “E’ mansueto come un agnellino, agile
come un gatto, fedele come un cagnolino, forzuto
come un leone” Ma se vogliamo offenderci! Non ci
resta che trasformare le similitudini in metafore e
allora…
-Pappagallo!-Scimmia!-Merlo!-Allocco!-Asino!
-Somaro!-Orso!-Maiale…!
Poveri noi o…poveri animali?!?
Sofia Valentina Pesaresi 3°H
LE LACRIME DELL’ASSASSINO
di Bondoux Anne-Laure
“Le lacrime dell’assassino” è uno dei libri proposti
per il progetto “La merenda del lettore” di quest’anno, per le classi seconde.
Sinceramente non è che mi attraesse molto. Già dal
titolo per quella parola “dell’assassino” ho pensato
a sangue, omicidi e tutto il resto, ma se avessi tenuto
conto anche di “le lacrime” sicuramente avrei dovuto intuire un po’ di che cosa parlava il libro ma,
visto che sono superficiale come molte ragazze
della mia età, non ci ho proprio pensato. Come ho
detto non avevo intenzione di leggerlo ma, dopo i
complimenti della mia prof. (al libro naturalmente
xD), e le pressioni di mia cugina che l’aveva già
letto, ho detto: “Ok ok, lo leggo, basta che la smetti
di darmi fastidio”, anche se, ad essere sinceri,
invece di “darmi fastidio” ho usato un’altra parola
che è meglio evitare di scrivere. Quindi incominciai
a leggere il libro…
Angel Alegria sta scappando dalla Polizia e arriva
in una piccola fattoria in Patagonia: lì Pablo e i suoi
genitori lo ospitano e lo trattano come uno di casa,
ma qualcosa va storto…Pablo si ritrova con i genitori morti e un assassino davanti a lui con una
pistola puntata contro, Angel , per fortuna, decide di
non ucciderlo forse per compassione. Si erano
messi in casa un vero delinquente! Da quel momento i due vivono fianco a fianco, sviluppando una
sorta di legame padre- figlio, ma ci sarà l’arrivo di
Louis, letterato della buona borghesia, fuggitivo
dalla famiglia, che farà sì che i due comincino a
mettere in discussione la propria esistenza. I tre
formeranno, per un po’, un’insolita famiglia fino a
quando un viaggio a Puerto Natales fornirà a Louis
l’occasione di superare le sue paure e chiamare la
Polizia per fare arrestare Angel. I due (Angel e
Pablo) scappano ma, dopo numerosi tentativi, la
Polizia prende Angel e pensa che Pablo sia suo
prigioniero, nonostante il bambino cerca in tutti i
modi di dirgli che aveva deciso di stare con Angel
di sua spontanea volontà… Che cosa succederà ad
Angel e Pablo? Leggete il libro e lo saprete! Dopo
averlo letto avevo le lacrime agli occhi come dice il
titolo; è una storia davvero commovente e ve lo
consiglio vivamente!
YE GIULIA II H
Questo film narra la storia di Anna Frank, una
ragazza ebrea molto giovane, e della sua famiglia.
La vicenda si svolge in Olanda durante la persecuzione degli ebrei da parte dei tedeschi. Anna, la sua
famiglia e alcuni suoi amici sono costretti a nascondersi nell’ufficio del padre di Anna, ma vengono
scoperti e deportati in un campo di concentramento.
I bambini più piccoli vengono uccisi nelle camere a
gas insieme agli uomini. Altre persone muoiono nei
forni crematori oppure con le armi. L’unico, tra i
protagonisti che sopravvive, è il padre ed è proprio
lui che racconterà le proprie emozioni e la propria
storia ad alcuni
bambini delle
elementari.
Questo film l’ho
visto molte volte
in versioni sempre diverse, ma
in nessuna si raccontava la vita di
Anna nel campo
di concentramento. E’ proprio questo che
mi è piaciuto, sapere cos’ha passato lì, i dolori che continuamente provava, ma
anche attimi di gioia, avuti grazie alla fantasia. Mi
è piaciuto molto la parte del rabbino, ho seguito i
suoi discorsi molto attentamente. Discuteva della
legge morale, della coscienza, molte cose sulle quali
nessuno si sofferma spesso. Il rabbino ha ragione: se
si agisce contro la propria volontà, contro la propria
coscienza, non ci si sente un giusto, si sta male, ma
non lo si mostra per non sembrare deboli. Mi piace
come il rabbino si sente legato ai propri bambini e
anche che sacrifichi la sua vita per salvare quella di
Peter.
“Mi impediranno di crescere!”, ecco cosa pensa
Anna dei tedeschi. Ancora piango, ma come si può
impedire ad una bambina di vivere sensazioni forti
come l’amore, la felicità, l’odio, è una cosa mostruosa; ma lo è ancora di più togliere la vita ad una
persona, solo perché non appartiene alla tua razza o
non la pensa come te.
E’ triste sapere che gli Ebrei abbiano dovuto passare tante tragedie: forni crematori, camere a gas,
dolori, pianti. Loro erano lì, non potevano far altro
che soffrire. Ma Anna cercava di affrontare tutto
questo, senza arrendersi e c’era una cosa in particolare che voleva fare: Scrivere.Desiderava tanto poter avere una matita e un pezzo di carta per poter
scrivere quello che era costretta a vedere, per soffocare i pianti, per far sapere a qualcuno cosa vuol dire
stare male. Ma queste cose le erano impedite.Nel
campo non si poteva scrivere, era assolutamente
vietato e ad Anna ciò dispiaceva molto. “Libertà è
andare a dormire sapendo di non aver fatto del male
a nessuno. Sì, perché libertà è sinonimo di bontà”,
sono parole uscite dalla bocca del padre di Anna
mentre racconta la storia della sua famiglia. Sono
parole che mi hanno molto colpita, perché sono
vere, descrivono esattamente come vorrei sentirmi
io. Purtroppo, alcune volte, so di fare del male a
qualcuno, ma non devo dire: “Non posso farci
niente”! E adesso ho trovato la risposta ad una delle
mie tante domande, so che se voglio sentirmi libera,
in pace con me stessa, non devo ferire
nessuno:familiari, amici, ma non devo ferire neanche le persone che conosco poco.
Ringrazio vivamente Anna Frank, perché mi ha
fatto riflettere su aspetti della vita che neanche
conoscevo, ma soprattutto mi ha fatto tanto commuovere. So che, anche se è morta, rimarrà sempre
vivo in ognuno di noi il suo insegnamento.
FRANCESCA CICCONETTI III G
LA MALEDIZIONE DI
FENLEY PLACE
La maledizione di Fenley place è il primo di un’avvincente collana di libri per ragazzi che ha come
protagonista Nancy
Drew,una coraggiosa
diciottenne che ama risolvere misteri.
Il libro racconta di fatti
inspiegabili che accadono proprio a Fenley
Place,una
casa che si pensa stregata. La cosa più incedibile
è che sul set dove si gira
“Week end di terrore”,un
film horror ambientato
nella
città
di
Nancy,avvengono analogamente gli stessi
fatti:una nuvola rosso sangue che esce dal camino,il
cane di casa viene narcotizzato,un fantasma compare alla finestra... La ragazza cerca di risolvere il
mistero grazie all’aiuto e all’appoggio delle sue due
migliori amiche Bess e George e,anche se questo la
porterà a ricevere minacce dal colpevole,lei non si
arrende e prosegue le indagini. Questo libro ci è
piaciuto molto perché in ogni momento la paura ci
assaliva e un continuo susseguirsi di emozioni e
intriganti vicende ci ha portato a proseguire la
lettura senza mai fermarci. Secondo noi questo libro
coinvolgerebbe qualsiasi lettore.
Giovanardi Giulia e Mancini Viola 2G
SPOR
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SPORT
SPORT
giugno 2010
Pag.16
Media “ BERTOLA” 2° POSTO
al torneo scolastico di Pallavolo
Giovedì 25 febbraio 2010 noi ragazze della terza H
insieme ad altre di seconda e di terza ci siamo recate
alla scuola media statale Panzini centrale per il
torneo femminile di pallavolo scolastico. Partecipavano quattro scuole: Dante Alighieri, Villa Verucchio, Panzini, Bertola. Dopo una lunghissima
camminata da scuola fino alla città, passando per il
parco, siamo finalmente arrivate alla palestra accompagnate dalla professoressa Susanna Bisacchi. Quando siamo arrivate, era già cominciata la
prima partita che si disputava tra Panzini e Dante
Alighieri, vinta dalla Panzini per due set a uno. Le
partite erano al meglio dei due set ai diciannove, in
caso di pareggio si faceva il terzo a quindici. La
seconda partita l’abbiamo giocata noi contro il
Villa Verucchio e abbiamo vinto due set a uno. Per
tutte noi è stato molto difficile coordinarci perché
non avevamo mai giocato insieme, venendo da
squadre diverse, ma nonostante ciò ce l’abbiamo
messa tutta per vincere. L’ultima partita prevedeva
lo scontro tra le due squadre vincitrici delle precedenti partite; le Panzini e noi. Visto che le avversarie si erano riposate, mentre noi giocavamo hanno
approfittato della nostra stanchezza e ci hanno fatto
giocare subito senza pausa tra una partita e l’altra
e durante la ricreazione (noi avevamo già iniziato
a mangiare). La finale è stata una partita molto dura
perché le giocatrici erano molto brave, eravamo già
stanche e giocare questa partita ci ha stremato. Il
primo set lo abbiamo vinto perché abbiamo concentrato tutte le nostre forze. Il secondo lo abbiamo
perso perché una brava attaccante ha iniziato a
schiacciare forte e tenere la difesa era sempre più
difficile. Il terzo set, nonostante ce l’avessimo
messa tutta, non ce l’abbiamo fatta e abbiamo perso
quindici a nove. Eravamo disperate perché anche
l’anno precedente avevamo perso.
Comunque sia, ci siamo divertite tanto e abbiamo
fatto tutto quello che potevamo per la nostra scuola
(anche perché abbiamo perso cinque ore di scuola).
Però, nonostante tutto, la cosa soddisfacente è che
siamo arrivate seconde nel nostro girone e di questo ne siamo molto orgogliose.
Il cellulare…attenzione!
alla testa e irritazioni agli occhi. Forse già sapete
che anche le radiazioni del microonde sono
dannose, mentre forse non sapete che l’esposizione a queste radiazioni colpisce maggiormente giovani e bambini perché il sistema nervoso
centrale non è ancora del sviluppato,. Si è scoperto anche che il cordless (il telefono senza fili)
emana impulsi ad alta frequenza anche quando
non lo si usa.
In Inghilterra i ragazzi sotto i 16 anni usano il
cellulare solo in casi d’urgenza. In Germania si
sconsiglia l’installazione di antenne ricetrasmittenti nelle vicinanze di asili, scuole e ospedali.
Malati di tumori celebrali minacciano negli Stati
Uniti le ditte produttrici di cellulari con querelle
e multe nell’ordine di miliardi di dollari.
Insomma, la telefonia mobile può nuocere alla
salute! Per cui usala con prudenza!
Francesca Daloisio
Clara bollini 2A
Ricercatori, medici e scienziati confermano che
le radiazioni emesse dai cellulari, siano responsabili di alcuni disturbi alla salute:
- mal di testa, sensazione di calore dietro alle
orecchie;
- irritamento degli occhi,opacamente del cristallino degli occhi;
- disturbi degli durante il sonno, ipertensione;
- Problemi di apprendimento, difficoltà a concentrarsi, memoria debole;
Già dopo alcuni minuti di utilizzo del cellulare
la barriera celebrale del sangue viene permeata
da tossine e protidi: questo comporta la distruzione delle cellule nervose e l’insorgere di diverse malattie, ad esempio l’aumento di rumori
Erika Mercuriali, Milone Sara, Ilaria Gervasi,
Serrau Elisa, Venturini Federica III H
Gli invincibili
Neve, freddo e gelo non ci hanno fermati
e fino in piscina siamo arrivati!
Un po’ di caldo cercavamo
e tenendoci per mano
ecco Garden... arriviamo!
In piscina un abbraccio ed un tuffo nel profondo
in un grande giritondo
ci hanno reso ancor più amici
e con il cuor voliam felici
Simona Costea 2E Benny Surdich 3H
In gita ad Oltremare
Tonetti Manuele 3A 1° Corsa veloce, Fioretti Luca 3E 1° Salto in lungo,
Andrea Bulancea 3D 2° Lancio del peso, Matteo Orseni 1D 3° Vortex, Santini Daniele 3A
Vortex. Questi campioni andranno alle gare regionali per competere nella loro categoria
e contribuire al prestigio della nostra scuola... auguri da tutti noi