Attività scolastiche
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Attività scolastiche
Periodico della Scuola Media “Bertola” Rimini anno XVI Giugno 2010 “il bel paese dove il sì suona” Oggi, piuttosto che “Il Bel Paese dove il Si suona” come disse il Sommo Poeta Dante, l’Italia potrebbe definirsi il Paese dove risuonano le motoseghe che distruggono i boschi, i martelli pneumatici e le ruppe che creano sempre nuovi spazi ad orribili mostri di cemento, dove rimbombano i motori delle milioni di automobili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità dice che ogni uomo avrebbe bisogno per vivere bene di almeno 60 alberi con una chioma di 10 metri, ma per ora dobbiamo accontentarci di un bonsai a testa. Basta fare un giro nella nostra città, Rimini, per rendersi conto che l’Assessore all’ambiente dorme sonni profondi. Da noi si privilegia il cemento con cui si costruiscono residence, alberghi, fiere e pala-congressi, che rendono tanti più denari di un bel parco con il laghetto, la panchina e tanto di nonno che dà da mangiare alle papere. Nella nostra città, come tante altre, c’è ormai solo un luogo dove si può trovare un po’ di verde: le rotonde costruite in mezzo agli incroci al posto dei vecchi semafori. Lì sì, che crescono viole e ranuncoli, primule e tulipani, quasi sempre piantati anche fuori stagione così che, alla prima gelata, muoiono all’istante. Per fortuna ci sono delle organizzazioni che si occupano di progetti come: “UN BOSCO PER LA CITTA’”, che ha coinvolto molte scuole e anche la coscienza dei nostri amministratori provinciali, che hanno reperito un’area dove alcuni alunni delle Bertola, hanno piantato degli alberi. Certo che questi di anidride carbonica, per crescere bene, ne trovano in quantità, in quanto siamo tutti a conoscenza di quanta ne producono automobili e fabbriche: nella nostra città il livello delle polveri sottili è altissimo e, secondo molti (noi compresi), i provvedimenti presi sono inadeguati. A Rimini si è deciso di fermare la circolazione delle auto inquinanti il giovedì ma, osservando le vie della città, ci si accorge che i cittadini non hanno accolto con serietà questo provvedimento, e girano tutti, dal nonno che va in 500 a giocare a Briscola al bar, all’idraulico col suo pericolante furgoncino. Questo forse succede anche perché è difficile trovare a disposizione punti con biciclette a noleggio, con navette ecologiche. Ma, se in tempo di crisi mancano i fondi per tutto questo, anche i piedi possono rivelarsi un ottimo mezzo di locomozione : in alcuni quartieri sono stati organizzati (e qui dobbiamo ringraziare alcuni cittadini intraprendenti) dei punti di raccolta dove dei pensionati attendono bambini delle elementari per accompagnarli a scuola, risparmiando tempo e fatica ai genitori e tanta CO2 ai loro polmoni. Dobbiamo quindi capire che ognuno di noi, se non assume atteggiamenti rispettosi nei confronti dell’ambiente, contribuisce ai grandi disastri ecologici: piogge acide, buco nell’orzo, effetto serra,… E se è vero che l’Italia è famosa nel mondo per la sua storia, i suoi monumenti, le sue spiagge ed i suoi splendidi paesaggi, perché non renderla celebre anche per il rispetto e la sintonia nei confronti dell’ambiente che ci circonda? Giulia Armuzzi Sofia Leardini Matilde Capannini Filippo Vernocchi Fahim MelaniaLorenzo Poggi LETTERA A UN BAMBINO CHE STA PER NASCERE Caro Emanuele, sono contentissima di avere un fratellino e ti prometto che, in questo mondo, sarai amato e protetto. Vedi, la vita non è una passeggiata, anzi, ci sono molte difficoltà e ostacoli. A volte bisogna prendere decisioni importanti e riflettere parecchio, perché non è affatto facile. Per prima cosa ti consiglio di non essere timido perché ti impedisce, magari, di socializzare meglio con le persone che ti stanno intorno. Lo dico per esperienza personale. Quando ho imparato a parlare, non la smettevo più e poi c’è stato un periodo in cui mi sono bloccata perché ero insicura. Poi, ti suggerisco di non avere troppe aspettative perché, poi, ci puoi rimanere male. Ma tu sei ancora piccolo e non devi pensare a queste cose, almeno per il momento. Abbiamo la grande fortuna di abitare al mare ed è la cosa più bella che ci sia capitata nella vita. La nostra casa è tranquilla e vicino abbiamo un parco dove potrai giocare e divertirti. C’è anche un lago con anatre e oche, ma è meglio non infastidirle! Non saremo solo noi due. Abbiamo anche altri due fratelli. Quello più grande si chiama Alessandro e ha 19 anni invece la sorellina Isabella ne ha 9, sono entrambi simpaticissimi e ti troverai bene di sicuro. Qui a Rimini, sono tutti molto socievoli, ma stai attento alle false amicizie. Prima, quando avevo circa 6 anni, siamo andati via da Modena, perché non ne potevamo più della freddezza del luogo e delle persone, in questa città abbiamo trovato la felicità. L’unica cosa brutta di essere neonati è il fatto che devi mangiare gli omogeneizzati! Non lo so, magari a te faranno impazzire, ma se penso che da piccola mangiavo quella roba mi viene da vomitare! La mamma è una persona dolce come il miele ed è felicissima anche lei di avere un altro ªfiglio. Tuo papà non è lo stesso che abbiamo io e i miei fratelli, mia mamma si è risposata e il suo nuovo marito è davvero una brava persona e sono sicura che sarà un ottimo padre. Mi piacerebbe tanto darti la mia lettera ora, ma sei ancora nel pancione della mamma, quindi te la consegnerò quando nascerai e, magari, tra qualche anno la leggerai e ti verrà voglia di sorridere. Sono sicura “La forza della Pace” “La pace e la fratellanza fra i popoli, la mano tesa verso colui che più soffre per indigenza o per salute, sono la missione e la ragione d’esistenza dei 45000 Lions Club di tutto il pianeta. Grazie a questo spirito e a questi sentimenti il Lions Club Rimini Malatesta ha sponsorizzato nella provincia di Rimini il Concorso “La Forza della Pace”. Obiettivo del concorso è stata la realizzazione da parte di ogni giovane studente concorrente di “Un poster per la pace”, ovvero, la rappresentazione della propria visone artistica della pace globale. Il concorso internazionale ha visto impegnati centinaia di migliaia di ragazzi di tutto il mondo, dagli 11 ai 13 anni, con l’intenzione di sensibilizzare, attraverso lo stimolo creativo le giovani generazioni sul tema della fratellanza etnica e della convivenza Egregio Signor Sindaco Sono una ragazza di 12 anni e vorrei che lei prendesse in considerazione queste mie osservazioni riguardante lo stato delle strade. Come tanti ragazzi della mia età mi muovo spesso in bicicletta o a piedi, ma Rimini sembra fatta solo per le macchine. Le piste ciclabili sono poche e quelle esistenti non appaiono sicure perché non tutte sono ben protette dalla strada. Il problema più grosso però riguarda le buche nell’asfalto: a causa delle nevicate di quest’inverno e del ghiaccio si sono aperti degli squarci nelle strade che rendono pericoloso muoversi. Inoltre molte persone anziane non ci vedono bene e così non si accorgono del pericolo. Anche per le mamme che conducono in giro i figli con il passeggino, è difficile spostarsi sull’asfalto rovinato. Per me che vado a scuola in bicicletta , è una vera impresa non finire con le ruote nelle fessure della strada. Ogni giorno passo per Via Abruzzo, che è uno dei viali più pericolosi: è una via stretta, a doppio senso e senza marciapiedi. Gli automobilisti la usano come scorciatoia per evitare il traffico , quindi c’è sempre un via vai di macchine veloci. In certi punti della strada non c’è spazio per il passaggio di due automobili e, se c’è un pedone o una bicicletta, il rischio è assicurato. Credo che sarebbe giusto, innanzi tutto chiudere le buche nell’asfalto in tutta la città e anche fare un senso unico su Via Abruzzo, in modo da creare un po’ di spazio anche per pedoni e ciclisti. Spero che i miei desideri saranno accolti, altrimenti…….chiamo il Gabibbo!!!!! (scherzo naturalmente) Benedetta Barbieri 2°B I nostri concorsi Per il logo del Bertolino: Grilli Francesca 3B Per il disegno della maglietta della Media Bertola: Michael De Caprio costruttiva fra i popoli. All’appello del Lions Club Rimini Malatesta hanno aderito le scuole medie: “Panzini-Borgese”, Alighieri-Fermi”, “Aurelio Bertola”, e “Maestre Pie”. Il giorno 7 maggio 2010 presso la Scuola media “Panzini” è avvenuta la premiazione dei vincitori. Alla nostra alunna Michela Di Lorenzo di 2^D, il primo premio assoluto del concorso. Ad Anita Guerra 3^C il 1° premio d’Istituto. Altri premi sono andati a Marco Marani 2^D, Andi Garcia Soriano 2^D e ad Eugenia Galli 3^B. Le brave Michela ed Anita avranno anche l’onore di partecipare, con i loro disegni, alla selezione nazionale che si terrà a Roma nei prossimi mesi. CongratudiDirigente MutokoScolastica e di tutta la lazioni vivissimeL’ospedale da parte della scuola.” VINCITORI DEL CONCORSO LETTERARIO : PRIMI CLASSIFICATI SCUOLA ELEMENTARE Alessia Brandi 5° A Scuola elementare Villaggio 1° Maggio SCUOLA MEDIA Jacopo Rapposelli Serena Cecchini Sofia Valentina Pesaresi 1° F 2° G 3° H e.. tante altre vincite!! Premio E.I.P. Poesia Giovane Michele Cossu a Emma Neri 3°H e Lorenzo Altini 3°I Premio per il miglior giornale scolastico al Bertolino – Premio E.I.P. CISS Marisa Losi ( La premiazione avverrà ad Ottobre a Roma ) Grande Festa di Fine Anno scolAstico 2009-10 Sabato 5 giugno ore 15 Giochi, Mercatino, Sport, Torte, Musica, Danza I vincitori per categoria nelle gare provinciali della staffetta 4x100 Tonetti Manuele 3A, Fioretti Luca 3E, Andrea Bulancea 3D, Matteo Orseni 1D che sarai bellissimo. Già ti immagino. Io ho un debole per i bambini piccoli e, soprattutto, per le loro guanciotte, quindi preparati ad essere coccolato giorno e notte. Ti ho desiderato così tanto, che adesso non riesco ancora a capacitarmene. Un giorno mi piacerebbe tanto avere un figlio tutto mio, anche più di uno. Vorrei formare una grande famiglia felice e anche tu ne avrai una. Proverai presto la gioia di vivere e, nonostante tutto, la vita è bella e riserva molte sorprese. Sarebbe fantastico ritornare bambina, ma non è possibile, quindi goditi i momenti in cui sei ancora piccolo e non devi pensare a nulla a parte divertirti, ovviamente! Ti auguro tutta la felicità possibile. Ci vediamo tra un paio di mesi, a presto tua sorella Federica. TIOLI FEDERICA 3ª G Siete tutti invitati Il ricavato della festa, come di consueto, sarà destinato a finanziare progetti di solidarietà A scuola di solidarietà La scuola ringrazia Chiamami Città, la Tipografia Garattoni di Rimini La Banca Popolare Valconca di Rimini La ditta Milo & Co di Viserba di Rimini Consiglio di Quartiere n. 6 giugno 2010 Al Castello Sismondo l’arte della pittura un’occasione da non perdere Venerdì 26 febbraio, noi, la 2°G siamo andati con le proff. Civale e Chidichimo a visitare la mostra di quadri provenienti Boston, realizzati da pittori molto famosi tra cui REMBRANDT, GAUGUIN e PICASSO, al Castel Sigismondo a Rimini. La mostra era divisa in 3 sezioni: I RITRATTI DELLE PERSONE, DEI RE E REGINE E DI BAMBINI. LA NATURA MORTA. I PAESAGGI: NATURALI, DI CHIESE O CATTEDRALI. La nostra guida, però, non ci ha fatto vedere tutti i quadri per mancanza di tempo. Abbiamo visto soprattutto ritratti di Monet, Monat,Van Dick e Gauguin. Questi artisti, furono i primi pittori IMPRESSIONISTI della storia dell’arte. L’impressionismo è uno stile di pittura che consiste nello sfumare il disegno per dare l’impressione del movimento. Come esempio prendiamo un quadro di Monet che raffigurava una spiaggia piena di gente felice. È difficile vedere i particolari dei visi, dei vestiti soprattutto sullo sfondo. Questi pittori dell’ 800 sono differenti dagli artisti del ‘900 perché non gli importavano dei minimi particolari e della bellezza della persona come quelli successivi che raffiguravano essa in modo perfetto e uguale alla realtà .Il quadro che mi ha colpito di più di tutti è stato quello di PICASSO. Ha raffigurato una donna un po’ strana vista da davanti, da dietro e dai due lati. Mi ha sorpreso l’idea di Picasso di raffigurare in un solo quadro la donna. Per me Picasso ha voluto dare profondità al quadro poiché esso è dipinto su foglio cioè in qualcosa che non ha profondità. Poi siamo passati alla sezione della natura morta. Di questa sezione abbiamo visto solo un quadro che sembrava vero da quanto era fatto bene. Appena ho visto questo quadro mi è venuta fame a vedere delle pesche che sembravano dolci e succose e non parliamo dell’uva. Poi siamo passati alla sezione di VAN GOGH e Attività scolastiche Nel mondo della Marineria il Maestro d’ascia Questo anno, nel secondo quadrimestre, durante le lezioni di tecnologia , arte e lettere, la mia classe, 1D, con la 1C, ha avuto l’occasione di conoscere due persone davvero speciali: Carlo e Alfonso, quest’ultimo uno dei sempre più rari dei maestri di ascia. Questo mestiere, come quello dell’arrotino, del “fabbrico” e di tanti altri, in cui bisogna saper fare qualcosa con le mani, rischia di essere per sempre soppiantato dalle nuove tecnologie. Il signor Alfonso è venuto a trovarci diverse volte per parlarci delle vele, dei diversi tipi di barche, dei nodi e del loro utilizzo (piano, bandiera, semplice, margherita, del frate,grossa d’amante…) e poi per farci realizzare una vela e un modellino di “Lancetta” con le nostre mani. I maestri di ascia, nel secondo dopoguerra costruivano barche per la pesca o da di porto, in legno, su commissione di privati. Le dimensioni di queste imbarcazione raggiungevano al massimo i 30 metri con i Trabaccoli da viaggio, nulla rispetto ai transatlantici che già dal1912 solcano i mari! Eppure bisogna consi- derare che i transatlantici uscivano dai più grandi cantieri navali del mondo dove architetti e ingegneri navali seguivano minuziosi piani di lavoro, mentre i nostri artigiani si avvalevano, di canapa, legno, martello, scalpello e ascia che utilizzavano secondo la tradizione e il buon senso tramandati da generazioni. Forse per questo sorprende vedere barche costruite oltre ottanta anni fa, ancora in perfetto funzionamento come abbiamo potuto apprezzare durante la gita al museo della Marineria di Cesenatico, ultima tappa dei nostri incontri . Qui abbiamo potuto osservare da vicino una grande quantità di strumenti da lavoro, i primi macchinari per la produzione di cordami e barche a vela di ogni genere.. Questa esperienza ha coinvolto ed entusiasmato tutti noi perché ci ha svelato un universo lavorativo legato all’ambiente marino che anche noi riminesi stiamo sempre più dimenticando. Ecco perché ci è sembrato utile ed interessante riportare l’intervista che abbiamo fatto ai Signori Alfonso e Carlo ( che ringraziamo di cuore per la competenza, gentilezza e disponibilità). Ecco l’intervista che abbiamo fatto a Carlo e Alfonso COSA VUOL DIRE ESSERE MAESTRO D’ASCIA? Il maestro d’ascia è un artigiano che ha il compito di realizzare una barca QUANDO HA INIZIATO A FARE IL MAESTRO D’ASCIA E PERCHE’ ? Ho incominciato a 15 anni perché avevo uno zio più anziano che mi ha fatto da maestro QUAL E’ LA PRIMA BARCA CHE HA COSTRUITO? Ero ancora giovane e ho costruito una barca da pesca QUAL E’ IL LEGNO CHE PREFERISCE? Il legno massiccio, specialmente la quercia che però va stagionata DA DOVE PROVENGONO I LEGNI CHE USA? Per l’albero delle barche uso legno proveniente dall’America, per il resto da tutto il mondo, anche dalla Cina, esotici PREFERISCE LA VELA DI UN PARTICOLARE COLORE? No, i colori delle vele sono tutti colori della natura e ogni famiglia ne aveva uno , così la barca era riconoscibile al largo, da lontano QUAL E’ LO STRUMENTO CHE USA DI PIU’ ? L’ascia, la sega a mano, lo scalpello, le pialle e il mazzuolo HA AVUTO DEGLI APPRENDISTI BRAVI CHE L’ HANNO AIUTATA? Sì qualcuno c’è stato, ma ultimamente i ragazzi non hanno più voglia di lavorare con le mani, e non c’è più nessuno vuole, purtroppo, imparare questo mestiere . Ora ha preso le redini di questo lavoro mio figlio. CHE TIPO DI BARCA E’ LA” SAVIOLINA” E QUANTE VOLTE L’HA RISTRUTTURATA? È un Lancione romagnolo a due alberi e quando la volevo ristrutturare mi davano del “ pazzo”, L’ho ristrutturata e mi hanno dato il premio per il miglior restauro HA MAI FATTO UN VIAGGO CON UNA BARCA RESTAURATA O COSTRUITA DA LEI? Si, ero ancora un apprendista, negli anni sessanta, e ne fui felice. QUANTI METRI ERA LA BARCA PIU’ LUNGA CHE HA COSTRUITO? Era una motobarca Marinella di 20 metri e 30 centimetri PERCHE’ VIENE NELLE SCUOLE A PARLARE DEL SUO MESTIERE? Per tramandare queste cose ai giovani e perché questa cultura non si disperda. LEI SI E’ TROVATO BENE CON NOI? Sì, è stato positivo in tutte le classi in cui sono andato e mi sono commosso quando ho visto i ragazzi prendere appunti mentre parlavo. Lavosi leonardo 1° D Alessandro Cancellieri 1C Lo zoo safari di Fasano in Puglia REMBRANDT che raffiguravano paesaggi. Abbiamo anche messo a confronto 2 quadri di Van Gogh. Nel primo quadro era mattino mentre nel secondo era al tramonto. Nel 1° ha usato colori freddi e c’era molta ombra invece nel secondo ha usato colori caldi e c’era molta luce. Poi abbiamo visto LE NINFEE di Monet a cui piacevano così tanto che ne ha fatto più di 100 quadri. Purtroppo la mostra è finita lì. Consiglio a tutti di andare a visitare questa mostra perché a Rimini una mostra così non ci sarà più. FATTORI ALESSANDRO 2°G Noi ragazzi della 2b e della 2h arrivati nel cuore della Puglia allo Zoo Safari ci siamo muniti di macchine fotografiche per immortalare tutti i magnifici animali. Mentre il sole ci accompagnava felice, avanzavamo nel grandissimo zoo e abbiamo incontrato i nostri simili nonché il nostri migliori amici: gli “ Asini “. Continuando il giro siamo entrati nella valle dei feroci leoni, erano veramente sublimi e il vento accarezzava con dolcezza la loro folta criniera. Proseguendo abbiamo visto le tigri dal portamento fiero e orgoglioso con lo sguardo così profondo e intenso che ti trafiggeva l’ anima come quando un fulmine squarcia in due una nuvola. L’ emozione cresceva sempre di più perché non vedevamo l’ ora di fotografare i magnifici elefanti. Non li avevamo mai visti prima d’ora in carne ed ossa, solo in fotografia... E vi dobbiamo dire che è stato veramente un effetto straordinario, in quel momento davanti alla maestosità degli elefanti tutto sembrava essere in miniatura. Le giraffe, così slanciate ed eleganti, sembrava si mettessero in posa per farsi fotografare e poi estendevano il loro lunghissimo collo verso i finestrini per leccare qualcuno, ma per fortuna noi li avevamo chiusi! Lama, cammelli, cammelli, cavalli, zebre, conigli, bufali e orsi erano veramente degni di ogni attenzione, questo zoo è stato veramente una continua sorpresa, una visita che consigliamo a tutti gli amanti degli animali! Michela Mondaini, Alessia Pistillo Teo Protti, Alberto Diotallevi e Eros Betti 2B Pag2 UN BOSCO PER LA CITTA’ Il 31 marzo la mia classe,2D,con la 1D è andata in un’ area,concessasi dalla Provincia di Rimini, situata presso San Martino in Venti a piantare degli alberi. Il progetto si chiama “Un bosco per la città” ed è stato ideato da Mario Pianesi che è il fondatore e presidente dell’Associazione nazionale e internazionale “Un punto macrobiotico”. La macrobiotica (letteralmente “grande vita”) si occupa principalmente di un’ alimentazione sana in un ambiente sano e questo può avvenire se si rispetta la natura e se si lascia più spazio al verde cosa che, purtroppo, nella nostre città succede sempre meno; crescono centri commerciali, padiglioni fieristici, alberghi, capannoni industriali ma pochi lecci,pini,tigli che sono così importanti per l’ossigenazione dell’aria. A scuola abbiamo assistito ad alcune lezioni di educazione ambientale e ad alcune su una più corretta alimentazione poi, mercoledì 31, il signor Olimpio e il signor Franco dei Punti Macrobiotici di Rimini e Pesaro sono venuti a prenderci per portarci sul posto della piantumazione. Lì abbiamo incontrato il dott. Arrigoni, responsabile della forestazione e fauna della Provincia di Rimini, che ci ha informato sulle piante che avremmo piantato: la roverella (un tipo di quercia, l’acero campestre, l’orniello che sono tutte piante autoctone delle nostre zone. Arrivati al campo, erano già pronte sessanta buche per la piantagione. Ci siamo divisi in gruppi di due o tre ragazzi e abbiamo iniziato a mettere la piante nel terreno;attorno ad esse abbiamo messo,per riparale dagli animali e dagli agenti atmosferici, un contenitore a forma di parallelepipedo che si chiama stekler e che è composto da amido di mais e materiale organico biodegradabile. Il contenitore è stato poi fissato al suolo con una canna. Dopo aver lavorato un paio di ore, abbiamo fatto una deliziosa merenda a base di dolci e bevande macrobiotiche portate per noi dal signor Olimpio. Facendo questo progetto abbiamo capito che piantare gli alberi è importante perché non dobbiamo “rubare” ossigeno alle altre parti della terra, anzi l’Italia (come le altre nazioni europee) dovrebbe diventare uno dei polmoni del mondo. Rinverdire il nostro territorio sarà una cosa lunga e faticosa da realizzare però bisogna cominciare a lavorare seriamente perchè questo accada in modo da lasciare a chi verrà dopo di noi un mondo dove la natura, e di conseguenza la salute dell’uomo, occupi un ruolo di primo piano. GIORDANO DE DONATO FIORETTI MICHELA FRANCHINI SARA 2D Teatro in inglese… “A ghost at Canterville?” Come studiare l’inglese, divertendosi Il cinque marzo siamo andati in aula magna con la classe e la nostra prof di inglese per assistere ad una rappresentazione teatrale di ragazzi stranieri (inglesi, americani) che si intitolava “A ghost at Canterville?” La rappresentazione è stata fatta tutta in inglese, chiaramente, i ragazzi sono stati molto bravi ed espressivi. Il racconto trattava di una ragazza che riceveva in eredità un castello in Scozia che doveva essere ristrutturato. Purtroppo la ragazza non aveva i soldi per ristrutturarlo , così le viene consigliato dall’ avvocato di affittarlo per una vacanza ad alcuni americani, dicendo che era infestato dai fantasmi . Siccome non era vero , la proprietaria del castello chiese al giardiniere di fare il fantasma, ma purtroppo, quando i due turisti andarono al castello, si accorsero del trucco, ma non dissero niente. Finita la vacanza, mentre i turisti tornavano a casa, si dice che il “vero” fantasma, offeso dal fatto che avessero inventato un “finto” fantasma, sia tornato al castello. La storiella è stata molto carina e divertente e il teatro molto bello e istruttivo. Demi Rossi 3H. giugno 2010 LEGGI RAZZIALI Questa parola può far nascere nella fantasia di ognuno di noi un mare di pensieri, pensieri belli e lieti; ti illude e ti fa credere che siano nate per aiutare, per migliorare il mondo. Chi le attuò era convinto di questo, ma erano moltissimi quelli che credevano il contrario. Leggi razziali, questo è il vero nome e il loro scopo, il loro dovere era quello di creare un mondo abitato solo da persone di razza pura, gli ariani e pochi altri. Hitler il dittatore tedesco, fu l’ideatore di tutto. Dopo la sconfitta della Germania nella Prima Guerra Mondiale, con la conseguente crisi economica e morale, dopo le enormi offese che la Germania dovette subire dopo la sua sconfitta e dopo la caduta della borsa di Wall Street a New York, Hitler iniziò a predicare l’esistenza di razze superiori e razze inferiori, il desiderio di creare un mondo abitato da sole razze pure e l’odio contro gli ebrei, accusandoli di non aver aiutato la Germania durante il conflitto. Nacquero così, dopo poco tempo, le leggi razziali, prima in Germania e poi, dal 1938, anche in Italia, dove Mussolini diventava sempre più succube di Htler. Per rendere realtà questi loro terribili desideri, nazisti e fascisti costruirono i lager, campi di concentramento che ben presto diventarono, all’oscuro di tutti, campi di sterminio. Ebrei, zingari, omosessuali, oppositori politici venivano deportati in questi campi, divisi per sesso, età e razza, rasati come animali, assegnati ad un numero, vestiti con divise troppo leggere per il clima presente, costretti a lavorare e infine uccisi, spesso nelle camere a gas e poi bruciati nei forni crematori. I morti furono alla fine sui 14 milioni e come ci ha spiegato la guida nel museo de portato a Carpi, 5 milioni erano ebrei. La Shoa è stata veramente un evento terribile e dalle testimonianze orali di chi ha vissuto questa esperienza e dalle testimonianze scritte, come i brani che abbiamo letto nell’antologia “David Rubinowicz”, “Ad Auschwitz” di Primo Levi e “Il diario di Anna Frank” sappiamo che tutto questo è accaduto veramente; è terribile ma pura realtà perché questo non è una storia scritta sui libri di fantasia ma su libri di storia. Quello che però non molti sanno è che l’odio contro le razze inferiori era un’ideologia presente già da tempo, predicata dal filosofo Nice e attuata secoli prima da Ferdinando e Isabella di Spagna, ed è esistente ancora oggi. L’evento della Shoa rimane comunque il più terribile della storia e portò, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, ad una forte crisi. I pochi sopravvissuti trovarono difficoltà nel riambientarsi, nel iniziare una nuova vita, nell’andare avanti e dimenticare il loro terribile passato perché la vita nei lager era veramente terrificante, impossibile da dimenticare. Per noi è difficile rendercene conto fino in fondo perché una storia, un libro, un film, per quanto veri come “Il bambino dal pigiama a righe” o “Se questo è un uomo” e tanti altri, rimangono comunque dei racconti e per noi è impossibile immaginare la paura, la fatica e il dolore che tutte queste persone hanno dovuto sopportare. Francesca Grilli 3° B A Firenze per ballare Il 26 Febbraio sono partita con la mia scuola di danza per Firenze per fare, alla “fiera della danza”, un concorso. Siamo partite verso le due e mezza di pomeriggio con il pullman e subito abbiamo incominciato a divertirci, mangiato di tutto , fatto un sacco di foto e riso moltissimo. Dopo quasi cinque ore di viaggio (perchè c’era molto traffico) siamo arrivate all’albergo, era piccolo e, a dire la verità, all’inizio non mi piaceva per niente ma poi ci ho fatto l’abitudine e mi è sembrato carinissimo. Ero in una stanza da due con la mia amica Chiara. Appena sistemante siamo andate nella hall ritrovandoci con le altre ragazze per cenare: erano già le 21.30! Siamo andate a piedi in un ristorante lì vicino dove, facendo molta confusione per le risate, abbiamo cenato. Tornate in albergo io e Chiara ci siamo fatte una doccietta e subito siamo andate ad una specie di party nella stanza più grande. Qua ci siamo riempite di Nutella e caramelle portate da casa e abbiamo fatto altre bellissime foto. Verso l’una e mezza siamo tornate alle nostre stanze, eravamo stanchissime ma, nonostante questo, io e la mia compagna siamo andate a letto alle 2.15. Il giorno seguente è stato, a dire poco, spettacolare! La mattina siamo andate a fare colazione poi ci siamo preparate e tutte insieme siamo andate in fiera. Era immensa e c’era un palazzo dove vendevano un sacco di “cose” per la danza, scontate. Io ho preso molte cose bellissime. Poi è arrivata l’ora di ballare e siamo andate dentro a una ltro palazzo. Non abbiamo vinto niente ma, in compenso, ci siamo divertite moltissimo e, visto che era l’ultimo, siamo state alzate fino alle 3.30 di mattina (infatti il giorno successivo eravamo stanchissime). Poi è arrivato il giorno più brutto, quello del ritorno a casa. Ero triste perchè volevo continuare a divertirmi insieme alle mie amiche, però anche quel pomeriggio l’ho comunque passato meravigliosamente. Arrivata l’ora di partire eravamo stravolte e, dopo cena, ci siamo addormentate sul pullman. Sono stati tre giorni fantastici e mi sono consolata pensando che anche quest’altro anno ci riandremo. II H Attività scolastiche “Impresa Didattica” la II^G visita “Chiamami Città” All’interno di questo progetto abbiamo eseguito alcune attività molto interessanti, tra cui questa che vi presentiamo. E’ l’intervista che abbiamo fatto a Stefano Cicchetti, direttore del quindicinale “Chiamami città”. Per far conoscere anche a tutti gli altri ragazzi quello che abbiamo imparato noi, vi proponiamo qui di seguito l’intera intervista. 10 domande per conoscere Dove è collocata la sua attività e come si chiama? Si chiama “Chiamami Città “ ed è situata in Via Bonsi, 45. Che cosa fa, quali sono le sue funzioni e i suoi compiti? Un giornale è firmato da una persona che è responsabile di controllare tutto ciò che viene pubblicato. Questo è il ruolo del Direttore che, inoltre, legge e corregge l’articolo al quale, alla fine mette anche il titolo; il titolo, infatti, non viene mai messo da chi scrive, ma dal direttore o caporedattore. Il direttore decide cosa pubblicare: organizza una riunione nella quale ogni giornalista avanza le sue proposte ma è lui che decide cosa mettere e dove inserire l’articolo, se in prima, seconda o terza pagina In base all’importanza gli articoli hanno un posto diverso. Qual è la sua storia, come è arrivato alla decisione di aprire l’impresa o di svolgere questa professione? Finito il servizio militare un’ amica mi ha proposto di scrivere per un giornale, quindi è stata una cosa abbastanza casuale. Non è facile fare questo tipo di lavoro perché lo stipendio è dato ad ogni articolo quindi non è facile guadagnare. L’Impresa, poi, non l’ho aperta io, c’era già. Il giornale è nato per informare gratuitamente i cittadini degli eventi che accadono, appunto, in città. Quali capacità e conoscenze deve avere nel suo lavoro Per fare questo lavoro ci vuole metodo. Bisogna saper raccontare le cose in modo semplice,conoscere la lingua che si scrive per farsi capire e capire per primo cosa si scrive per farsi capire dagli altri. L’importante in questo lavoro è la chiarezza, la decisione e la capacità riassuntiva. Quali sono i suoi strumenti di lavoro? Per fare questo lavoro ci vuole metodo. Bisogna saper raccontare le cose in modo semplice,conoscere la lingua che si scrive per farsi capire e capire per primo cosa si scrive per farsi capire dagli altri. L’importante in questo lavoro è la chiarezza, la decisione e la capacità riassuntiva. Quali titoli e qualifiche deve possedere per quel lavoro? Per questo lavoro uno può essere specializzato in qualsiasi cosa. Ora si cerca di avere una laurea specializzata e di fare suole di giornalismo ma per il momento per fare il giornalista non si richiede nemmeno una laurea basta solo avere le capacità adatte. Cosa le piace del suo lavoro? Il mio lavoro mi piace perché è molto vario. E’ un mestiere che permette di conoscere le persone più varie e strane. Ogni giorno si impara qualcosa di nuovo. Quanti dipendenti ha e come li sceglie? cosa chiede loro? quali caratteristiche deve avere una persona per lavorare nel giornale? I dipendenti sono circa 10; non tutti si occupano dell’attività giornalistica, ma anche della contabilità. I rapporti sono molto diversi perché sono molto doversi i modi di collaborare. Il compito del direttore è di mantenere dei rapporti buoni perché senno è difficile lavorare. Non ci sono parametri rigidi, ma parametri come la curiosità, e la correttezza della lingua. Quanto guadagna? Guadagno 2000€ al mese Classe IIG Gita a Bari UN SOGNO CHE SI REALIZZA E’ passato più di un mese da quando le nostre prof. ci hanno detto che saremmo andati in gita tre giorni a Bari. All’inizio, presi dall’entusiasmo, credevamo che ci volessero prendere in giro, ma con il passare del tempo abbiamo capito che facevano sul serio. In realtà l’ho saputo dai miei genitori al ritorno da una riunione con i professori, ma non potevamo spargere troppo la voce perché non erano ancora sicuri. Più o meno venti giorni fa è entrata in classe la segretaria della scuola che voleva sapere in quali giorni eravamo disposti ad effettuare una gita e, togliendo cresime e impegni personali, siamo arrivati ad una data: 11-12-13 Marzo. Una domanda che non preoccupava sicuramente i maschi è stata “cosa mi porto dietro?” Tutto il contrario per le femmine. Infatti sono sicuro che quel giorno le vedremo arrivare con una borsa più grossa di loro e, al suo interno, tutto il guardaroba. Da quando abbiamo saputo la data, con i miei compagni abbiamo costruito piccoli calendari per scandire i giorni che mancavano alla partenza. I giorni sembravano non passassero mai, come tutte le regole e i consigli dei nostri genitori. Non vedo l’ora che sia quel giorno!Ah, quasi mi dimenticavo, ora vi saluto perché il giorno è arrivato e domani si parte! To be continued…….. Ciao, questi tre giorni sono passati più che in fretta, le uniche ore che non passavano mai sono state quelle del viaggio , addirittura sette. La cosa che più ha preoccupato me e alcuni miei compa- gni all’inizio era l’ora in cui saremmo dovuti partire : cinque di mattina! Nell’autobus molti, per far passare il tempo, ascoltavano la musica, parlavano ecc… ma nessuno chiedeva ai prof. che cosa avremmo fatto, anche perché ci avevano dato il programma molto ben dettagliato. Il primo giorno è stato sicuramente il più lungo e faticoso perché, dopo un lungo periodo passato in pullman per arrivare a Bari e dopo essere stati assieme ad altri ragazzi della scuola media Pascoli, siamo arrivati in albergo solo alle dieci e mezza di sera. Infatti nel primo hotel dove dovevamo alloggiare non funzionava il riscaldamento, così siamo andati in un altro, a Fasano, molto distante da Monopoli (paesino vicino a Bari dove avremmo dovuto alloggiare). Tutto il resto della gita è stato istruttivo e divertente anche se abbiamo passato molto tempo in pullman tra uno spostamento e l’altro. Una cosa su cui mi sono sbagliato è che pensavo le ragazze avrebbero portate borse così enormi per soli tre giorni! La gita a Bari non la dimenticherò mai. Pag.3 La Shoah A Fossoli in gita per vedere e capire Caro diario, faccio ancora fatica a crederci. Mi chiedo come sia possibile, ma non c’è una spiegazione logica per quello che è successo agli ebrei nei campi di sterminio e nei ghetti. E ora il libro di storia non basta più, sono solo poche righe stampate da imparare a memoria per un bel voto sul registro della prof. E le discriminazioni continuano. Mi chiedo se possa essere facile, per un ragazzino, capire tutto questo, mi chiedo se forse non sarebbe stato meglio vivere nell’ingenua convinzione che tutti siano buoni e giusti, e adesso abbiamo gli occhi aperti e sarà sempre troppa la paura di richiuderli, di vivere nell’omertà di ciò che ci circonda. Ma perché allora continuiamo a fare questi errori? Perché esistono ancora il razzismo e addirittura il negazionismo? Sono fatti storici e documentati e qualcuno si ostina a fingere che non sia mai successo nulla. La mia classe ha visitato il “museo del deportato”, a Carpi, per capire tutto più a fondo ed è stata un’esperienza unica. Fuori dall’edificio, sedici lastre di pietra portano i nomi dei principali campi di concentramento, come sedici lapidi incise col sangue di milioni di innocenti, come se ognuno di loro fosse solo un nome, solo un numero. Nomi su nomi, corpi su corpi, nessuna dignità, nessuna individualità, nessuna identità, solo infinite entità lasciate disordinatamente sul suolo come milioni di giocattoli abbandonati da un bambino troppo cresciuto. Solo che il mondo ci ha messo un po’ per crescere e maturare da quell’esperienza, e molti di quei giocattoli rotti non si riaggiusteranno più. Le pareti del museo erano grigie e fredde, incise di pensieri, di pezzi di diari e lettere ritrovati, di persone che cercavano di andarsene a testa alta, senza piangere, con quel poco di dignità rimasta. Ma non c’era niente di coraggioso in tutto questo, niente di eroico nella sfilata verso la morte, niente di bello o ammirabile. Solo esseri umani. Una volta arrivati, dopo giorni di viaggio stipati nei treni bestiame, stanchi e assetati, la scritta “il lavoro rende liberi” si prendeva gioco delle loro speranze, e poco dopo venivano spogliati e rasati. Tutti, così uguali, così distrutti, senza cibo, ben presto iniziavano a dimagrire e, ammassati nelle loro baracche, a somigliare sempre più a scheletri. Ebrei, oppositori politici, omosessuali, zingari, andicappati… Abbiamo visitato anche il campo di concentramento di Fossoli. Tempo fa era stato ristrutturato, ma le baracche erano le stesse, solo qualche ciuffo d’erba cresceva sulle strade percorse tante volte dai piedi scalzi dei deportati. Sì, perché tutto ciò che indossavano era un abito leggero e un cappellino di altrettanta delicata fattura, che serviva per essere tolto dai deportati, in segno di rispetto, al passaggio delle SS. Rispetto per qualcuno che poi li avrebbe uccisi. Quello di Fossoli, però, era “soltanto” un campo di concentramento, il purgatorio prima di passare all’inferno dei campi di sterminio. Faticavo a seguire le spiegazioni, il mio sguardo si perdeva in quelle pareti incise e nell’affresco che raffigurava i volti di milioni di uomini, tutti uguali, tutti senza speranza; avevo paura, mi veniva da piangere. Paura perché tutto ciò potrebbe tornare, perché anche ora nel 2010 gli uomini non si sentono allo stesso livello, hanno paura di ciò che è diverso, smettono di ricordare tutto il male e lasciano che l’edonismo e l’egoismo prendano il sopravvento sulla ragione. Vorrei pensare che la Shoah sia finita, ma vedo ancora quel dolore negli occhi di chi tuttora viene discriminato, e quel coraggio nel cuore di chi, nonostante tutto, vuole ancora ricordare. A presto caro diario. Eugenia Galli 3° B MASSIMILIANO BARRELLA II H A BARI Siamo andati a Bari in compagnia, e durante il soggiorno è regnata l’allegria. Gli studenti ci hanno accolto con affetto ed il soggiorno è diventato perfetto. L’hotel era sbagliato, ma veramente lì abbiam mangiato. Dopo chiese, quadri e castelli, ci siam dovuti fare belli. Ad una serata di gala ci hanno invitato, e noi come pazzi abbiam ballato. Lo Zoo Safari abbiam visitato e ad Alberobello i trullini abbiamo comprato. E’ stato bellissimo l’ultimo giorno e noi non volevamo toglierci di torno! CAPANNINI MATILDE II B GITA A BARI Mi sono preparato e viva che sono andato. Il viaggio è stato lungo E non mi sono annoiato , tra scherzi e risate siamo presto arrivati . Nella Bari vecchia, nuovi amici abbiamo trovato e con loro abbiamo ballato e il gemellaggio insieme formato. MANUEL GAMBERINI II H Attività scolastiche scolastiche Attività giugno 2010 Concorso nazionale per gionali di scuola Caro Bertolino ti scrivo Meglio sapere... Caro Bertolino, può sembrare una cosa stupida ma sono un po’ triste, perché sembra che per il mio ragazzo io non esista, questo mi rattrista molto perché lo adoro e gli voglio tanto bene. La prima volta che l’ho visto, d’estate, c’è stata subito un intesa tra di noi e non voglio che questo finisca. Bertolino che cosa dovrei fare? S.F. Cara S.F. tu dovresti parlare col tuo ragazzo e chiedergli il motivo del suo comportamento. Forse mi dispiace dirtelo si è stancato di te e non ha il coraggio di parlartene. Comunque vai fino in fondo alla faccenda nella vita bisogna avere coraggio: meglio una certezza, anche se terribile, piuttosto che un dubbio. Distinti saluti. La redazione Cara redazione del bertolino, Ho un problema con i miei compagni di classe che non vogliono rispettarmi. Voglio chiedervi aiuto; cosa devo fare? Edge Edge Cara Edge, cerca di non dare troppo peso a quello che dicono i tuoi compagni. Anche alcuni di noi , alle elementari, non andavano molto d’accordo con altri compagni poi un giorno hanno imparato ad ignorarli completamente come se in classe non ci fosse nessuno. A poco a poco tutti cominceranno a chiederti qualcosa, ad avere bisogno di te per un consiglio, per un compito. A volte alle cose bisogna dare una piccola scossa! La redazione del bertolino. DOMANDA Cara redazione del Bertolino, io ho un problema familiare ….. Molte volte capita che in alcune famiglie ci siano delle discussioni in cui si può litigare, ma da noi è diverso…. Da noi ci si picchia abbastanza forte e a mia mamma viene la tremarella per 10 minuti…… Redazione, mi potete aiutare per favore ???? BASKET # 48 Cara BASKET #48, secondo noi dovresti cercare di mantenere la calma, poi parlare a tua madre di questo tuo disagio e, se la situazione è veramente grave, chiedere aiuto a persone che hanno esperienze in questo campo, come una psicologa. Potresti prima magari discuterne con un insegnante o con un adulto di cui ti fidi. Queste situazioni vanno stroncate. Hai mai pensato, se li hai, a parlare con i nonni? In genere sono persone molto equilibrate e aperte alla vita. La Redazione Il primo premio al Bertolino Buongiorno redazione del Bertolino , Sono Coccola Bis e volevo chiedervi un consiglio. Mia mamma non vuole comprarmi un cane perché pensa che faccia troppo rumore, che abbia bisogno di tante cure e che bisogna avere tempo da passare con lui. Io il tempo penso di averlo, come posso dimostrare alla mamma che sarò un padrone affettuoso e responsabile ? Grazie a tutti. RISPOSTA Caro Coccola Bis, ti consiglio di andare in un canile e di prendere in prestito un cane per un po’ di tempo ( possibilmente un Bulldog femmina)che è un cane poco rumoroso e non ha bisogno di cure particolari. Tua mamma ,vedendo quanto sei bravo, poi ti concederà di tenerlo. La Redazione Cara redazione del Bertolino, Potete aiutarmi in un problema di cuore? C’è un ragazzo che mi piace ma lui non lo sa. Ci tengo a sottolineare che non è di questa scuola …….. Come faccio a fargli capire che mi piace ? Aiutatemi! Betty boopoo7 Cara Betty boopoo7, non siamo molto esperti in faccende di cuore, ma possiamo dirti che, in genere, per fare capire a qualcuno che ci piace, siamo con lui particolarmente gentili; anche fargli un regalino sarebbe una cosa carina, sorridergli spesso, invitalo assieme ai suoi amici a prendere un gelato, poi lascia che sia lui a fare prima mossa. Ricordati che ai ragazzi piacciono le ragazze dolci e non le maschiacce aggressive. Auguri! La redazione Cara redazione Negli spogliatoi in palestra siamo insieme ad una classe di alunni più grandi . C’ è molto chiasso e, con tutto il deodorante che si mettono , si fa fatica a respirare. Poi noi dobbiamo stare in posti strettissimi per cambiarci, mentre loro occupano tutto lo spogliatoio!! Cosa ci consigliate per avere un po’ più di considerazione e di spazio? Un’alunna scontenta Cara alunna scontenta Il problema dello spazio si può risolvere facilmente : scendete in palestra un po’ prima degli altri, siate veloci ad occupare panche ed attaccapanni, se poi tutto è occupato, provate a spostare i vestiti e le scarpe, mettendole però in ordine. Per quanto riguarda il problema del deodorante, riteniamo che sia meglio il suo odore, anche se a volte un po’ forte, piuttosto di quello delle “ ascelle sudate”!!! La Redazione Caro Bertolino, non ne posso proprio più di mia sorella!! Già a casa è insopportabile, ma da quest’ anno è anche a scuola con me, e per giunta anche nella mia stessa sezione ! Aiuto! Se facesse, finta di non conoscermi sarebbe fantastico………… ma fa tutto l’opposto! Come devo fare? Perché non mi lascia mai stare? Mychymouse Cara Mychymouse, secondo noi potresti provare a non farci molto caso e, se non ti riesce, cerca di trovare un modo per andarci d’accordo. Quando ti capita di invitare un’amica a casa e tua sorella vi da fastidio fai la stessa cosa quando invita lei, così forse le farai capire cosa si prova ad essere continuamente disturbate. Per quello che riguarda la scuola, stai nella tua aula e cerca di incontrarla il meno possibile ma, attenzione: nella vita, senza dubbio, l’aiuto di una sorella sarà prezioso. Ricordatelo, gli amici passano ma la gente di famiglia resta sempre accanto a te. Cerca, quindi, di aver un po’ di pazienza, vedrai che maturerà! La redazione Pag4 “ALUNNO SCONSOLATO” Cara redazione del Bertolino, ho un problema scolastico: vado sempre male nelle verifiche, anche se studio molto! Come posso fare? “ALUNNO SCONSOLATO” Caro Alunno Sconsolato, io credo che tu dovresti cercare di stare più attento a scuola, se non capisci qualcosa dillo all’insegnante perché, poi, a casa ti vengono mille dubbi. Leggi a voce alta un testo, ripetilo sempre a voce alta, fai degli schemi per memorizzare meglio gli argomenti ma, soprattutto, dedica un po’ più di tempo ai libri perché, sei proprio sicuro che il tempo che passi su di loro sia tanto? LA REDAZIONE A San Nicandro Garganico, a Marzo, è avvenuta la premiazione del nostro giornalino, arrivato primo tra centinaia di altri giornali , provenienti anche da diversi paesi europei. Dopo le congratulazioni di rito, i ragazzi in rappresentanza della Redazione hanno partecipato ad una divertente serata danzante. Quando si dice di ...unire l’utile al dilettevole!!! Congratulazioni a tutta la Redazione. Quando scrivere per il “Bertolino” aiuta a crescere…. Ciao, sono Leo e vi vorrei raccontare del mio rapporto con lo scrivere,che è ultimamente molto cambiato. Quando ero alle elementari detestavo scrivere e i tentativi della maestra o della mamma, per invogliarmi a produrre dei testi interessanti, naufragavano puntualmente. Scrivere mi sembrava inutile, da grande chi mai avrebbe chiesto di raccontargli delle mie ultime vacanze trascorse sull’isola d’Elba o dell’ultimo libro letto? Alle volte mi sembrava che tutti volessero impicciarsi degli affari miei, così però avevo perso l’abitudine di parlare delle mie idee o esperienze persino con gli amici e questo cominciava a preoccupare anche me. Bisognava assolutamente correre ai ripari e così, all’inizio della quinta, mi misi di buona lena a scrivere temi anche piuttosto carini, ma mi mancava ancora qualcosa…la gioia, l’entusiasmo con cui affronto sempre le situazione. Qui alle medie però ho conosciuto “ il Bertolino” e ho capito che scrivere temi o testi di vario argomento non serve solo a prendere dei bei voti, ma è utile anche per parlare agli altri di se stessi, delle proprie idee, delle proprie emozioni: alle volte aiuta anche a scaricarsi e ad essere felici. Così, quando devo svolgere un tema, non sono più nervoso e anche adesso che sto scrivendo a te, lettore, penso che qualcuno, che magari non ho mai visto, mi sta conoscendo e questo mi fa sentire anche un po’ importante. Ora, però, torno con i piedi per terra e concludo questa confidenza con un ringraziamento un po’ banale, ma per me speciale: grazie Bertolino!! Leonardo Lavosi 1° D Arrivederci e grazie prof Delussi Questo anno un elemento prezioso lascerà la redazione del giornalino: la prof. Tiziana Delussi che è stata una dei fondatori del Bertolino 16 anni fa. Ci lascia per andare in pensione e per dedicarsi ai suoi hobby dopo tanti anni di lavoro ed impegno che hanno reso il nostro giornalino uno dei migliori giornali a livello nazionale e internazionale. Cara prof, sentiremo molto la sua mancanza, speriamo di continuare il suo lavoro in modo che sia fiera di noi. Con affetto La Redazione VOGLIO CONSIGLIARE Cara preside, le voglio consigliare di installare la Lim in tutte le classi della scuola, in modo da rendere le lezioni più interessanti e divertenti. Io frequento la 2B e con la Lim facciamo geometria, storia, geografia e molte altre materie. Abbiamo la fortuna di avere un maxi computer in classe!!!! L’anno scorso, la scuola non era emozionante come quest’anno. Ogni volta che un professore arriva in classe con la borsa contenente il computer n. 15, io sono molto felice, perché so che quella lezione mi piacerà. Per esempio, in geometria, sulla lavagna interattiva abbiamo affrontato la traslazione e la rotazione delle figure piane. Queste due operazioni io le ho capite molto bene, grazie a tutti i programmi della Lim.sulla tradizionale lavagna nera, il nostro prof. di matematica non sarebbe sicuramente riuscito a spiegarcele così bene come ha fatto, e io non avrei compreso chiaramente l’argomento Con la prof Parma facciamo anche le verifiche di storia e grammatica, guardiamo su power-point gli argomenti di antologia e letteratura, studiando il famoso poeta Dante Alighieri e tante altre attività. Da poco è stato installato anche Internet, e con la prof di tecnica, ad esempio, non abbiamo perso tempo per cercare notizie sull’inventore del pneumatico, Goodyear, che ha dato il via al processo di vulcanizzazione. La prof di francese ci farà vedere prossimamente su Internet del materiale da lei trovato su Luigi XIV, il Re Sole, per restare in argomento con la storia. Cara Preside, sperando di averla convinta che per noi la Lim è molto importante e utile, le chiedo di installarla in tutte le classi della scuola, in modo che anche i ragazzi più svogliati possano venire a scuola allegramente sapendo che, con quella lavagna, si fa lezione con la tecnologia, e non tradizionalmente come tanti anni fa e il tutto risulta più piacevole. Cecilia Letta 2^B giugno 2010 UOVO DI PASQUA: LA NASCITA DELLA TRADIZIONE L’uovo di pasqua è una tradizione pasquale. La tradizione del classico uovo di cioccolato è recente, ma donare uova vere, decorate o dorate, è un’usanza pasquale molto antica. Le uova venivano considerate nell’antichità simbolo di fecondità e rinascita della vita e proprio per questo motivo era usanza presso molti popoli donarle a primavera. La tradizione del dono di uova ebbe inizio molti anni prima della nascita del cristianesimo. Con la religione cristiana le uova divennero il simbolo della rinascita dell‘Uomo, di Cristo. Una leggenda attribuisce la nascita della tradizione di colorare le uova pasquali a Maria Maddalena che di ritorno dal Santo Sepolcro rimasto vuoto, andò a raccontare il miracolo ai discepoli, ma Pietro non le credette subito e prendendola in giro disse “ ti crederò solo se le uova che porti nel cestello si coloreranno di rosso”. Immediatamente le uova diventarono rosse e Pietro vedendo il miracolo, credette. Anticamente, infatti, alla fine della Messa Pasquale, venivano donate ai fedeli uova benedette dipinte di rosso a testimonianza del sangue versato da Gesù, la tradizione voleva che le uova sode dipinte a mano fossero servite a pranzo. Ancora oggi, in molte case, si colorano le uova sode, con colori vegetali e alimentari, oppure si svuotano facendo un fiorellino con un ago ad ogni estremo del guscio e si decorano. Per quel che riguarda le leggende relative alla nascita dell’uovo fatto interamente di cioccolato alcune dicono che fu Luigi XIV il primo a farle realizzare, altre, invece, sostengono che l’usanza provenga dalle Americhe poiché il cacao è una pianta originaria del Messico. Oggi l’uovo di Pasqua più diffuso è il classico uovo di cioccolato. Nei paesi più poveri l’uovo di cioccolato viene sostituito dall’uovo di gallina cucinato sodo. In Germania le uova vengono donate ai bambini insieme ad altri regali pasquali. In alcuni paesi, come la Gran Bretagna, ogni anno a pasqua i bambini vanno a cercare in giardino, fra l’erba e i cespugli, le uova che il dispettoso coniglietto pasquale ha colorato e poi nascosto. In Italia l’uovo sodo benedetto è da mangiare il giorno di Pasqua è rimasto comunque un simbolo pasquale ancora molto diffuso insieme a quello di cioccolato che viene donato soprattutto ai bambini. ANDREA ALBINI II H VISITA DELLA FORTEZZA ROVERASCA DI MONDAVIO La rocca di Mondavio era una fortezza dei signori dei dintorni: i Della Rovere. Costruita in 10 anni (1482-1492) sotto commissione di Giovanni Della Rovere, essa è stata progettata da un famoso architetto senese di nome Francesco di Giorgio Martini. La fortezza non era la residenza del duca, bensì un appostamento di difesa in cui abitavano la servitù e i soldati del signore. Il castello presenta una pianta ottagonale con spigoli sfuggenti, fatti apposta per deviare le palle dei cannoni. Essi non sono mai serviti e ciò lo si capisce dal loro perfetto stato di conservazione. La fortezza non è stata mai assediata!!! Ora, su 4/5 dei piani del mastio sono rappresentate scene di vita quotidiana. E’ stata ricostruita una cucina dove sono stati collocati un ferraio, una donna del popolo, un soldato che mangia, la sala delle torture dove un detenuto viene frustato. In un’altra scena nobili donne riccamente vestite conversano con uomini eleganti e sorridenti. La nostra guida ci ha detto che si tratta di un pranzo di nozze ed esattamente quello tra il duca e Giovanna di Montefeltro. Inoltre, sull’ultimo piano della torre, si può visitare un’armeria con pezzi d’epoca e, osservando le armature, abbiamo notato che la statura media degli uomini da allora era minore di quella attuale. Oltre alle armi tipiche dei cavalieri, possiamo vedere, nel fossato della rocca, macchine usate dagli assalitori per assediare un castello. Queste strutture d’assedio sono state progettate proprio da Francesco di Giorgio Martini. Ora il castello, trasformato in museo, è una testimonianza importante della vita nel tardo Medioevo. Andrea Serafini I ° I Le nostre insegnanti in un momento di relax Attività scolastiche scolastiche Attività Grease fra i banchi di scuola Finalmente! Noi alunni siamo saliti sui banchi, abbiamo ballato, recitato e cantato a squarciagola davanti alla preside, ai prof., ai parenti e agli amici. Domenica 28 marzo al Garden Sporting Center. Grazie all’aiuto dei coreografi Giorgia Rapone e Alan Bertozzi, abbiamo portato davanti a genitori e amici, un revival dello spettacolo conosciuto al Noi della classe 2b, insieme alla 1d e alla 3b, protagonisti del musical Grease, abbiamo raggiunto gli obiettivi di questo progetto: riuscire a supe- grande pubblico , grazie al film con John Travolta, imparando a superare le nostre paure , a cantare, a recitare e a ballare. rare la timidezza, accrescere la propria autostima, imparare a usare linguaggi non convenzionali, conoscere le proprie possibilità espressive, ma soprattutto divertirci imparando le battute senza badare alla differenza d’età. Insieme alle altre due classi, siamo diventati un gruppo affiatato e l’abbiamo dimostrato in scena Responsabili del progetto le nostre insegnanti Anna Maria Urbinati, Anna Maria Ronci e Maria Teresa Parma. Alla fine dello spettacolo sono state distribuite 28 borse di studio che consistono nella prova gratuita di due mesi nelle attività di: musical, danza moderna e danza classica. Benedetta Barbieri 2B Venezia, questa era la nostra destinazione Lunedì 22 marzo è iniziata l’avventura . .Quando mi sono alzata, alle cinque in punto, ho provato un’insieme di emozioni indescrivibili. Avevo parlato tutto il pomeriggio precedente con una mia amica che non aveva mai dormito fuori casa. Ero riuscita a tranquillizzarla un po’, a farle capire che sarebbe stato bello dormire fuori casa, in una camera d’albergo. Alle cinque e cinquanta, nel piazzale della nostra scuola, erano presenti una cinquantina di “zombies” dalle facce addormentate e altrettanti genitori con le facce commosse … Il viaggio di andata, in pullman, è stato molto divertente. Appena arrivati a Venezia pioveva, ma me ne accorgo solo ora, guardando le foto: infatti noi eravamo tutti così contenti di prendere il primo vaporetto della giornata, dal Tronchetto a Venezia, che non ce ne siamo neanche accorti! Nel centro vero e proprio di Venezia, già bagnati fradici, abbiamo aspettato la nostra guida. Era una signora di età avanzata, con un simpatico ombrello a fiori. Con lei abbiamo visitato i monumenti principali di Venezia, rimanendo folgorati dalla loro bellezza. Nel pomeriggio, finalmente, siamo arrivati all’albergo che ci avrebbe ospitati, sul Lido di Cavallino. Era a dir poco fantastico, con una spiaggia mozzafiato che ci avrebbe riservato molte sorprese … Prima siamo entrati nelle nostre camere! Sarebbero state nostre per una notte! Erano come un mini appartamento: c’era una camera con cinque letti, un bagno e persino una cucina! La nuova guida, un ragazzo dai lunghi capelli ricci, ci ha portato in spiaggia per raccogliere conchiglie. Soffiava un vento fortissimo e pioveva, ma proprio per questo è stato molto emozionante! Sotto un unico ombrello, ci siamo stati in tanti, di entrambi le classi, senza differenza. Eravamo felici: felici di non essere sotto l’ala dei genitori, felici di essere finalmente usciti dalla routine quotidiana, felici di non dover pensare a niente … Ma le sorprese non erano ancora finite, anzi, stavano per iniziare … La sera, dopo mangiato, la guida ci ha portati in un cortile con delle panchine. Era tutto buio, se non per la luce fioca delle candele. Quando ha annunciato che avremmo fatto un gioco, eravamo tutti molto scettici. Dopo averlo fatto ci siamo sentiti più grandi. Inizialmente ci ha bendati uno ad uno e dopo pochi attimi tutti ci tenevamo la mano, per non perderci. In testa ad ogni gruppo c’era un prof, il quale, con gli occhi aperti però, faceva da guida lungo il percorso. Quando poi c’è stata la sensazione di sprofondare, ho capito di essere sulla sabbia. Abbiamo continuato a camminare, muti, fino a che ho sentito che qualcuno toglieva le mie mani dalle spalle di Simone, davanti a me, per posarle su quelle della prof Zaghini. Poi, ad un tratto, la prof ha esclamato: “Ire, ti fermi qua”. “Come, mi fermo qua!” ho pensato. Ma non ho detto niente, dato che dovevamo stare zitti e mi sono limitata a rispondere: “Ah”. La prof Zaghini se n’è andata e ha portato con sé anche Francesca, che era dietro di me. Panico. Ero sola, non sentivo rumori. C’ero solo io, una pioggia fredda che mi bagnava la fronte, le spalle, i vestiti …e il mare. Uno scroscio di onde continuo, regolare. “Mantieni la calma, mantieni la calma” mi dicevo. Quando la Prof Cristina è venuta a dire: “Ti puoi togliere la benda”è stato un ritorno alla realtà. Pensavo fosse un sollievo, dato che per quei dieci minuti interminabili l’avevo aspettato tanto, invece mi è quasi dispiaciuto. Quando hanno chiesto se lo volevamo rifare, sono stata la prima ad accettare. Questa esperienza me la ricorderò per tutta la vita. La sera, nelle camere, è stato bellissimo, più di quanto pensassi. Durante la mattinata avevamo comprato delle maschere veneziane e la sera abbiamo scattato delle foto indossandole. Il giorno dopo, fatta colazione tutti insieme, abbiamo visitato le isole della laguna. Burano, con le sue case colorate; Torcello, con le sue strane barche e Murano, dove abbiamo visto come si lavora il vetro. Molto suggestivo, ma anche molto difficile. Ci siamo comprate alcuni oggetti in vetro e si può indovinare cosa abbiamo acquistato io e Nicole … Due grandi bellissimi cavalli in vetro! Successivamente siamo tornati all’albergo e, fatte le valigie, abbiamo salutato per sempre quel paradiso. Nel viaggio di ritorno, in pullman, tutti dormivano… Eravamo stravolti …ma mai stati così felici! In questa gita si sono instaurate molte nuove amicizie e si sono rafforzate quelle già esistenti, perché ci siamo aiutati in tante situazioni. Sono stati giorni intensi, non sono mancati i momenti di stanchezza, ma nell’insieme “ it was wonderful”! Irene Palmieri Terza I Pag 5 Italia’s got talent Ciao a tutti siamo Chiara e Sofia del corso I e vorremmo raccontarvi un’esperienza che abbiamo vissuto e che pochi hanno l’opportunità di vivere. Quest’anno, infatti, abbiamo partecipato al programma televisivo Italia’s Got Talent; tutto è iniziato un pomeriggio, quando la direttrice della nostra scuola di danza ci annunciò che venerdì 9 aprile saremmo dovute andare con il balletto “Musical” di tip-tap a Bologna, per il cast di Italia’s Got Talent. Eravamo tutte molto eccitate all’idea di apparire in TV tanto che, prese dall’euforia, iniziammo subito a provare la coreografia. Quell’ evento tanto atteso, finalmente arrivò. Per andare a Bologna prendemmo il pullman e quelle tre ore di viaggio passarono velocemente,tra risate e lunghe dormite. Arrivate a destinazione, ci fecero accomodare in un hotel, dove poi ci saremmo esibite. Aspettammo lì un’oretta circa, quando un signore addetto alla sicurezza ci fece segno di entrare in quella saletta da brividi. Era piccolissima e noi, come gruppo, eravamo in 30. La situazione era soffocante: davanti a noi c’erano telecamere costantemente puntate e accese su ogni singola ragazza. Un addetto al casting intervistò il gruppo, ma solo una ragazza più grande di noi parlò, a nome di tutte. Dopo ci fecero esibire. Tra pick-up, taim- step e jazz riuscimmo a portare a termine un bellissimo spettacolo. Una settimana più tardi, la nostra scuola ricevette una comunicazione da parte del casting, la quale confermava che il nostro balletto sarebbe potuto entrare a far parte del programma. Dopo quella notizia eravamo ancora più eccitate e la settimana prima di andare a Roma, dove avremmo registrato la puntata che sarebbe andata in onda lunedì 26 Aprile, provavamo ogni giorno fino a sera tardi. Non ci potevamo credere: eravamo dentro gli studi di Italia’s Got Talent. Erano immensi. Tantissime persone lavoravano lì dentro, c’era un via e vai continuo, tanto che anche noi, come altri, non capivamo nulla. Dietro le quinte abbiamo incontrato Geppi Cucciari e Simone Annicchiarico, i presentatori, che con grande entusiasmo ci hanno spinte sul palco dove i tre giudici, Maria, Jerry e Rudy ci guardavano incuriositi e sbalorditi per il nostro gruppo numeroso. Ci esibimmo di fronte a loro e alle centinaia di persone che formavano il pubblico. Ballavamo tutte con un sorriso che andava da un orecchio all’altro. Questa cosa è piaciuta molto ai giudici che fra tanti complimenti e battute varie ci hanno dato tre “si”. Noi, che non stavamo più nella pelle, abbiamo telefonato ai nostri familiari dando la stupenda notizia. Ritornammo a Rimini felici e serene del nostro lavoro. Ma l’avventura non finì qui. La settimana successiva ritornammo a Roma, di preciso a Cinecittà, per sapere se potevamo proseguire il cammino per le semifinali. Per questa risposta, ci fecero attendere nelle sale-prova di “Amici”, dove pranzammo. L’attesa durò ore, ma finalmente ci fecere accomodare sul palco. Rudy Zerby ci fece un discorso. Noi da lì capimmo già quale sarebbe stata l’esito. Infatti tra lacrime e delusioni siamo uscite da Cinecittà con un “no”. Anche se la seconda volta ci hanno rifiutate, noi siamo comunque felici di aver vissuto questa esperienza. Tutte sosteniamo che il “no” dei giudici, sia una conseguenza del fatto che eravamo in troppe e che per la finale, stando in albergo, la produzione avrebbe dovuto spendere troppi soldi. Quando hanno mandato in onda il programma, ci hanno fatto vedere solo per 20 secondi. Molto deludente anche questo. Quindi dalla nostra esperienza siamo arrivate a questa conclusione: 1) Ci siamo divertite davvero tanto. 2) Il mondo dello spettacolo è deludente ed è una vera fregatura. Chiara Ciappelloni 3°I e Sofia Tamburini 2°I Poesie... racconti... recensioni giugno2010 DA UNA GIORNATA NOIOSA A UNA MERAVIGLIOSA 15 luglio 2009 era una giornata afosa e triste: il termometro di casa segnava 30° e sicuramente sarebbe stato piacevole essere al mare a fare un bagno. Purtroppo, però, non avevo nessuna amica con cui andarci: tutte erano impegnate a fare altro o partire per le vacanze. Anche alla TV non c’era nessun programma divertente: insomma una vera e propria noia mortale. Ero ormai rassegnata, quando improvvisamente sento il telefono di casa squil- lare. Con grande sorpresa era mio cugino Lorenzo che mi invitava gratis all’ “Aquafan”, uno dei miei posti preferiti. Ho trascorso così, inaspettatamente, una giornata meravigliosa: abbiamo provato quasi tutti i giochi. In particolare mi è piaciuto l’Extreme: è uno scivolo a due posti. Io e mio cugino, arrivati al cancello di partenza, ci siamo spaventati moltissimo: la discesa era così rapida che venivano le vertigini!!! Ormai era troppo tardi per tornare indietro: abbiamo preso coraggio e ci siamo lanciati col gommone: sembrava davvero che si ribaltasse: poi, finita la discesa, il gommone a tutta velocità ha iniziato a risalire, poi di nuovo giù. Un altro gioco divertente è stato “l’Imbuto”, cioè un percorso a forma d’imbuto da percorrere su un canotto; la difficoltà sta nel riuscire ad entrare in un tunnel stretto, perché il gommone continua a girare in tondo. La giornata è trascorsa in un battibaleno ed è stata una vera sorpresa il fatto che una telefonata abbia trasformato un giorno davvero noioso nel pomeriggio più divertente dell’estate. EMMA BUFFADINI II H AOKIJY Tutti i giorni, nella prateria, la mandria di cavalli selvaggi correva veloce. Si sentiva il rumore degli zoccoli senza ferri, che terminavano la corsa davanti al fiume, per dissetarsi. Oltre il corso d’acqua c’era una duna e sulla cima, ormai erosa nel tempo, spuntava una criniera scura. Apparteneva al capo branco Aokijy, che stava come su un altare: nero, come la decisione; con una striscia bianca sul muso, come la pace di una colomba. Il profilo selvaggio, ricordava un ciclone; le gambe erano muscolose e qualsiasi essere umano avrebbe pagato un patrimonio per averlo come cavallo da corsa. Poi la madre saliva all’altare ed accompagnava fieramente il figlio. Lei, però, bianca con una criniera che sfumava al biondo, era un poco più alta del capo branco. Da lontano si sentivano dei rumori Una goccia d’acqua “Voi due siete proprio uguali, come due gocce d’acqua!!!”. Quante volte ci capita di dire questa frase rivolgendoci ad una coppia di gemelli, a parenti o ad amici, paragonando anche, a volte, perfetti sconosciuti con compagni o familiari... Eppure, esteriormente, due gocce d’acqua non sono quasi mai uguali: una è più grossa, una più larga, una più stretta; se però ne analizziamo due all’interno di una stessa bottiglia, scopriamo che in realtà sono formate, chimicamente, dagli stessi elementi. Confrontare però due gocce d’acqua con noi esseri umani, sinceramente, mi lascia un po’ perplesso: anche noi infatti siamo tutti uguali, interiormente. E’ vero che ognuno ha un cervello, per pensare, ed un cuore, per amare, ma quello che in realtà a noi manca e che mi fa tuttora riflettere molto è che, noi che ci vantiamo di essere forme di vita superiori, non abbiamo quello spirito di unione, di solidarietà, che ci permette di vivere e dipendere l’uno dall’altro. Tutte le particelle d’acqua invece contribuiscono a formare interi oceani, contando una sull’altra, non cercando di superare o prevalere la compagn; una goccia, da sola, non sarebbe in grado di dissetare un essere vivente, di irrigare un terreno, di formare un fiume lunghissimo e importante. Non servirebbe a nulla. Il mondo non esisterebbe senza l’acqua, così come questa non esisterebbe senza tante piccole goccioline unite: la razza umana non può esistere senza uomini sulla Terra, e gli uomini non possono vivere senza darsi manforte. Eppure io mi dispiaccio, perchè spesso vedo persone che si attaccano, che si aggrediscono l’uno con l’altro, che discriminano il prossimo; secondo me, così come tutte le gocce d’acqua dell’Oceano Pacifico, dell’Oceano Indiano e di quello Atlantico sono sempre in contatto, anche noi non dovremmo avere problemi a convivere con uomini di altre nazionalità. Ogni uomo, piccola gocciolina d’acqua, ha un ruolo importante nel mondo. In passato sono state compiute autentiche carneficine tra popoli diversi che evidentemente avevano dimenticato il loro dovere, tra le quali ricordiamo gli europei contro gli amerindi, Hitler contro gli ebrei, statunitensi contro comunisti; le stragi tuttavia, anche nel moderno 2010, non hanno intenzione di fermarsi, quando invece penso che dalla Corea alla Francia, dal Cile alla Siberia, dalla Norvegia allo Zimbawe, si desideri la pace tra popoli di tutte la razze. Infine, come una goccia d’acqua segue sempre un suo percorso assieme a tante altre goccioline, sarebbe gratificante vedere persone che collaborano senza discutere perchè, se due uomini litigano, tendono ad allontanarsi l’uno dall’altro: quando una goccia d’acqua si separa dal suo fiume, finisce con il seccarsi. Quini anche noi uomini dobbiamo stare attenti al nostro rapporto con il prossimo e, ogni volta che ci allontaniamo dal nostro torrente, dobbiamo rimetterci in carreggiata assieme al gruppo e non perderci in una goccia d’acqua! Filippo Vernocchi 2C SALVIAMO IL MONDO ! Dai brani che abbiamo letto in classe abbiamo capito che i problemi ambientali sono molto gravi in quasi tutti i paesi più ricchi, e quindi più industrializzati, del mondo. I fumi di scarico di auto, moto e fabbriche sono molto dannosi all’ ambiente e, se respirati, posso portare a gravi malattie. Inoltre i rifiuti di lattine, bottiglie di plastica ed altro, se non vengono riciclati, rimangono abbandonati nelle discariche e impiegano anni prima di smaltirsi. Tutto questo contribuisce a distruggere il nostro mondo, la nostra casa. Come si può inquinare il luogo dove si è nati e cresciuti?! Distruggendo il mondo ci tradiamo da soli. Con piccoli gesti possiamo cambiare, basta che li facciamo tutti insieme perché se ci uniamo potremo farcela. Ad esempio basta separare la plastica dalla carta, l’ alluminio dai rifiuti organici e già si è compiuto un grande passo. Inoltre, invece di usare sempre l’automobile, possiamo fare una passeggiata oppure prendere la bici, che è anche più salutare. In fondo non è molto diverso da ciò che facciamo di solito: in famiglia ci aiutiamo e cerchiamo, quando un parente sta male, di aiutarlo a guarire. Allora perché non possiamo aiutare a guarire il nostro mondo, la nostra Madre Terra? Non dobbiamo consumare nient’ atro che il necessario , usare tutto il più possibile e inquinare meno. Se davvero teniamo al mondo e a come lo lasceremo ai nostri figli e nipoti, tentiamo almeno di fare questi piccoli gesti per guarirlo. Ce la faremo! Elena Macrelli e Caterina Bernardi 2° C NOVITA’DAL GRULLI’S NEWSPAPER strani, misteriosi… Il capo aveva fatto segno agli altri di stare indietro, ma due puledrini, giocando nell’erba non avevano visto il segnale. Il rumore si faceva vicino e Aokijy cominciava a capire che erano cow boy, in cerca di cavalli per sostituire i più vecchi. I puledrini erano in pericolo: la teoria era confermata perchè si trattava di mandriani. Aokijy si metteva davanti pronto a proteggerli. Vedendo la mandria i nemici si fermavano, i piccoli volevano scappare, ma Aokijy non lo permetteva. Il cavallo nero cominciava a muovere la coda e il suo nitrito sembrava dire: “Al mio segnale… scatenate l’inferno!” Poi muoveva lo zoccolo e dopo due battiti tutta la mandria si avventava contro i cow boy, che alla fine si trovarono legati con le loro stesse corde. Sahiela Rascionato 1ª I Era estate, si avvicinava la “festa dei frutti”, che si teneva nella città di Gotham la terza settimana di luglio, durante la quale ogni contadino faceva assaggiare ad uno specialista il proprio raccolto e vinceva chi possedeva la frutta più buona e saporita. Una famiglia aveva un frutteto molto produttivo e tutti gli anni partecipava alla competizione, ma chissà perché non vinceva mai. Ebbene, anche quell’anno i coniugi Vercingetorige ed Ermengarda si prepararono alla “Grande Festa” erano già in procinto di mettere la frutta in fresco e l’avrebbero fatto se non si fosse rotto il frigorifero. Stavano proprio per darsi per vinti quand’ecco, Vercingetorige esclamò: EURECA!!! Ci sono!!!. Poi disse alla moglie: stammi bene a sentire. Qualche tempo fa ho sentito parlare alla TV di una città romana trovata sottoterra nella quale vi erano, completamente intatti, dei fichi secchi su di un piatto. Quindi seppelliamo la frutta nel sentiero, così la ritroveremo fresca fresca!” la moglie acconsentì soddisfatta e il giorno dopo il lavoro era perfettamente finito. Passata qualche settimana, il giorno prima della festa, quando i due grulli andarono a scavare per recuperare la frutta, li attendeva una amara sorpresa. Del loro raccolto non gli era rimasto nulla, ma ci trovò dei vermi e delle formiche quindi decisero di bruciarlo e ricoprirono la buca come l’avevano scavata. LAVOSI LEONARDO 1ª D Pag6 IL DRAGO DELLA PALUDE DEGLI INGANNI Nel lontano Medioevo, epoca di avventure fantastiche e misteriose, il nano Dersul passeggiava nell’isola Verdeblu. Tra i boschi della sua terra ammirava le meraviglie della natura: era circondato da fiori multicolori, funghi rossi, alberi altissimi e rigogliosi. Era così distratto dal paesaggio che non si rese conto di essersi trovato in una palude infestata da pozzanghere scure. Dersul si accorse di essere entrato nella Palude degli Inganni, ma non erano le sabbie mobili a spaventarlo: il problema era il suo nemico. Infatti, ad un certo punto, l’acqua melmosa venne scossa da un forte tremolio, seguito da un altro e un altro ancora. Dersul si guardò intorno per capire cosa stesse succedendo e si spaventò a morte quando si trovò faccia a faccia con il suo rivale, il gigantesco drago Horg. Il piccolo nano non aveva con se un’arma per difen- dersi o per attaccare; il drago avanzò verso di lui e aprì le sue terribili fauci da cui sputò un fuoco ardente rosso come il sangue. Dersul, però, fortunatamente, schivò agilmente l’attacco del mostro. Sembrava che fosse la fine per lui, ma, all’improvviso, udì una voce familiare che lo sorprese: “Mi sembra che tu abbia bisogno di aiuto, vecchio amico mio!” Da sopra un albero balzò giù un uomo piccolino come Dersul, ma molto più giovane, Io Hobbit Astro! Era l’essere umano più forte dell’isola, furbo come una volpe e coraggioso come un leone, fedele amico del nano. Dersul fu molto felice di rivedere il caro amico che, prontamente, lanciò una spada per difendersi. Cominciò così uno spietato duello fra i tre, tra colpi di spada e fiamma a volontà; la lotta continuò sino allo sfinimento dei combattenti e, quando il drago stava per prendere il sopravvento, Io Hobbit sfoderò il suo asso nella manica. Estrasse dalla tasca della sua giacca una pozione magica che bevve insieme a Dersul e così i due divennero invisibili, riuscendo a scappare dalla Palude degli Inganni. Il drago continuò a sputare fuoco pensando che i nemici si fossero nascosti e a forza di lanciare fiamme, si esaurì, cadendo a terra sfinito. In breve tempo si trovò immerso nelle sabbie mobili, che lo inghiottirono, lasciando di lui solo il ricordo. BAIETTI FEDERICA - ALTINI LAURA FRALASSI FEDERICO- NICOLA SALGADO 1ª I PER UN BUON PRANZO …. Il signor Bianchi, una bella mattina, decise di andare a prendere un coniglio dal macellaio. Era il compleanno di sua moglie e ci teneva a cucinare un buon pranzetto. Mentre si incamminava, gli venne in mente che non aveva fatto il regalo a sua moglie. Subito dopo vide un negozio di animali e pensò fra sé e sé: “Magari potrei regalarle un cucciolo, le sono sempre piaciuti gli animali!” Così entrò nel negozio degli animali. “Buon giorno.” Disse il negoziante. “Buon giorno, vorrei comprare un cucciolo di cane.” “Bene, che razza di cane preferisce?” “Preferirei che fosse bello paffuto e dolce.” Ad un certo punto il cellulare del signor Bianchi squillò: era sua moglie che gli chiedeva notizie del pranzo. Bianchi disse: “No cara, non l’ho ancora preso, ma vedrò di prenderne uno grassottello. Chissà come sarà buono quando lo arrostiremo. Sì, certo, compro anche le patate di contorno. Ci vediamo dopo.” Il signor Bianchi chiuse il cellulare. Il commesso aveva sentito tutta la telefonata ed ora guardava il signor Bianchi come se fosse un delinquente. Da quello che aveva capito dalla telefonata, il commesso pensava che il signor Bianchi volesse cucinare e mangiarsi un cane. Per questo prontamente disse: “Fuori dal mio negozio o chiamo la Protezione Animali!” E così il signor Bianchi si trovò scaraventato fuori dal negozio senza neppure sapere perché. Ad un certo punto fece un urlo riferito al negoziante: “Adesso non si può neanche più fare un regalo alla propria moglie?!” Dopo essersi sfogato si recò dal macellaio come se non fosse successo niente. Elena Macrelli 2° C giugno 2010 LA BELLEZZA DI AURORA Nel tardo Medioevo, risiedevano nel castello delle Terre di Mezzo, il cavaliere Dersul e la sua sposa, la principessa Aurora: la dolce fanciulla aveva lunghi capelli biondi e grandi occhi azzurri espressivi; indossava eleganti vestiti impreziositi da brillanti e pietre preziose. Amava (perdutamente) il suo sposo e per nessun altro uomo l’avrebbe mai lasciato. Un giorno di primavera, Aurora, mentre passeggiava intorno al castello, venne rapita dalla strega Aged, che voleva scoprire ad ogni costo il segreto della sua bellezza. La condusse nel Deserto di Fuoco, dove veniva sorvegliata dal drago Orgh che, appena la vide, se ne innamorò perdutamente. In quel momento, passò di lì il Gufo Parlante del Mago Brazil, il migliore amico del cavaliere Dersul. Scoperto ciò che era accaduto, avvertì immediatamente il mago e il cavaliere che si precipitarono nel deserto: un luogo arido e spopolato, formato da terribili crateri da cui eruttava lava incandescente e magma. Per superare quelle buche infernali, il cavaliere si alzò in volo, grazie ai poteri del mago. Oltrepassati gli ostacoli, si trovò di fronte al drago, che aprì le sue terribili fauci e sputò fuoco contro di lui. Il cavaliere schivò le fiamme e, fortunatamente, in quell’istante, arrivò Brazil che, con un incantesimo, incatenò Orgh. Entrati si trovarono davanti alla strega Aged a cui Aurora stava rivelando il segreto della propria bellezza. I due valorosi guerrieri lanciarono un sortilegio alla maga malvagia che si trasformò in un rospo. Liberarono la principessa e la riportarono al castello dove organizzarono una grande festa in suo onore. Il drago, alla fine, diventò il guardiano della residenza degli sposi. Aged venne rinchiusa nei sotterranei del castello per garantire al regno sicurezza e pace duratura. Da quel giorno cominciò una vita tranquilla e felice. DAVIDE FRACASSI-NICOLO’ GIGLIETTI REBECCE SCHIRRIPA- THOMAS ZANI 1ª I Una storia a lieto fine IL TESORO Una volta d’inverno c’era la neve e un povero ragazzo andò a prendere la legna. Quando l’ebbe raccolta, decise di tornare a casa, ma faceva tanto freddo che tolse un po’ di neve dalla terra per accendere il fuoco e trovò una chiave d’oro. Pensò allora che dove c’era la chiave c’era anche una serratura. Scavò e trovò una cassettina, la aprì e vide una mappa con una foto. Sulla foto c’era scritto : “ Trova il tesoro di Roby Hanvelker di ….” Il ragazzo , che si chiamava Roger, si sedette e rifletté un po’. Guardò la mappa e capì che era della sua città, la prima tappa era proprio l’orto di casa sua. Arrivò a casa e raccontò tutto ai suoi genitori, ma loro non gli credettero. Così Roger aspettò l’alba, andò nell’orto e cominciò a scavare, ma dopo due ore non aveva ancora trovato nulla. All’improvviso sentì sotto la pala qualcosa di duro così continuò a scavare e trovò un forziere , ma questa volta non aveva la chiave. Guardò bene bene la mappa e , in fondo, trovò scritto : “ Usa la mappa per aprire il forziere” Roger arrotolò la mappa e la infilò dentro il foro e il forziere si aprì. Dentro Roger trovò una medaglia d’oro e dei soldi , che però non erano dei veri soldi ma dei biglietti su cui c’era scritto : “Bravo, se hai trovato questo forziere , riuscirai a trovare anche l’ultimo nella Villa degli spiriti. Prendi con te la medaglia e dalla al signore che ti aprirà, così ti farà entrare” Roger riuscì così ad entrare nella villa e andò nel giardino dove trovò una grande statua, scavò per tanto tempo attorno ad essa , ma non trovò nulla., poi l’occhio gli cadde su una statua più piccola, si appoggiò su di essa e questa si spostò. Sotto c’era un enorme forziere pieno d’oro, lo portò a casa e da allora lui e la sua famiglia vissero ricchi e felici. ARTUR MALINOVSKI 1° E Poesie... racconti... recensioni Intervista virtuale a jacob di Twilight New Moon I: Ciao Taylor, come stai? T: bene grazie I: qual è il tuo nome per intero? T: Taylor Daniel Launter. I: quando sei nato? T: 11 febbraio del 1992 in Michigan I: la tua famiglia di che origine è? T: la mia famiglia ha discendenze francesi, tedesche e olandesi, ho saputo solo quando ho incominciato a lavorare per twilight che da parte materna ho anche avi indiani! I: hai fratelli o sorelle? T: sì, ho una sorella di nome Makena a cui voglio un mondo di bene. I: hai qualche animale domestico? T: sì, un piccolo maltese di nome Roxy. I: inoltre ho saputo che hai dovuto allenarti moltis- simo per raggiungere il fisico di Jacob dopo la trasformazione… T: ma quante cose sai? (risata) comunque è vero anche questo, ho dovuto fare un intenso e prolungato allenamento che mi ha fatto guadagnare circa 30 libre (cioè 13 kg di muscoli) I: è vero che la tua preparazione del ruolo di Jacob non è stata solo in palestra, ma hai frequentato gli indiani della tribù dei Quilete? T: sì, è vero. Credo che ci siano solo 4 persone al mondo che parlano ancora il Quileute e io ho avuto la fortuna di parlare con uno di loro. I: tu sei un campione di arti marziali…perché l’hai abbandonato? T: lo abbandonato per recitare, se avessi continuato gli impegni sarebbero stati troppi. I: ho saputo che eri davvero bravo… T: bhè, non per vantarmi, ma a tredici anni avevo gia vinto tre campionati mondiali di karate Juniores, vincendo tutte e tre le volte medaglie d’oro I: tu hai un sorriso stupendo e di questo ce ne siamo accorte tutte, ma è vero che alle medie hai vinto un premio per il tuo sorriso? T: sì, è vero. Alle medie mi hanno dato il premio “Best Smile”. I : l’intervista è finita, ma voglio assolutamente un autografo!! T: ok, ma calmati!! (risata) Ye Giulia 2°H La macchina del tempo In un medioevo fantastico, il castello delle Terre di Mezzo è in festa. Il palazzo è completamente colorato, famoso per la sua altezza imponente e per i rumori ed i suoni che si possono udire all’interno del palazzo. Per entrare si attraversa un ponte levatoio verde smeraldo, che permette di oltrepassare il fiume Tito. I festeggiamenti sono in onore dell’incoronamento dell’affascinante principessa Aura. Mentre i sudditi e i soldati, i Raggi della luce, bevono e scherzano, i soldati delle Tenebre, guidati dal Signore delle Ombre, che non vogliono che Aura regni a causa di un’antica guerra fra bene e male, si intrufolano senza farsi vedere nella stanza dei doni: depositano un pacchetto rosso e molto pesante nel mucchio e scappano via sogghignando come delle iene. La nuova regina, insieme ai suoi sudditi, si reca nella stanza principale, la più colorata, per aprire i regali: il primo pacchetto scartato è proprio quello rosso e malvagio. Dentro c’è un aggeggio con su scritto: “MACCHINA DEL TEMPO”. Uno dei servi, che stava aiutando la regina a spostarlo, schiaccia accidentalmente un tasto tutto colorato: la macchina del tempo impazzisce come un gatto con la rabbia, risucchia Aura e si spegne. La regina finisce sull’isola Verdeblu, in un futuro immaginario, dove,spaventata, si addentra nella foresta Millecolori e si accampa per la notte sotto un albero dal tronco giallo, le spine blu e la chioma viola. La regina è molto spaventata, ma i rumori e i versi di alcuni animali, come simpatiche scim- miette, piccioni ed altri volatili, riescono a tranquillizzarla. Dopo la scomparsa della nobile ragazza, gli invitati rimangono sbalorditi e decidono di votare diverse soluzioni per aiutarla, come, per esempio, trovare un sostituto momentaneo che guidi il regno, mettere annunci sulle bacheche per dichiararne la scomparsa… Alla fine, trascorsi molti giorni dall’accaduto, decidono di chiedere aiuto al mago Abrazil che, dopo una serie di esperimenti con pozioni magiche, prepara un infuso a base di estratti di diverse erbe aromatiche; lo versa sulla macchina del tempo, schiaccia il pulsante colorato e … la principessa improvvisamente si ritrova nel suo castello! I festeggiamenti continuano per una settimana intera, senza sosta e per sette giorni, tutti si abbuffano in modo tale che all’alba dell’ottavo dì gli invitati sono ingrassati di almeno tre chili. Sahiela Rascionato, Nicolò Gorza, Alex Dente, Elisabeth Menacho Mendoza 1ª I LA STRANA AVVENTURA DI UN RAGAZZO IN GAMBA Questa storia parla di un’avventura di un giovane orfano diciassettenne, che naufragò su un’ isola selvaggia. Thomas Black era orfano e si era imbarcato sulla “Red Queen”, quando aveva diciassette anni , era molto alto e forte; i suoi occhi erano verdi ed i capelli neri e corti. I suoi maggiori pregi erano il coraggio e la determinazione, a volte era un po’ impulsivo. Dopo aver viaggiato per giorni e giorni in acqua, attaccato ad pezzo di legno, arrivò sulla spiaggia bianchissima di un’isola. Spossato, si lasciò trasportare dalla corrente e si riposò sulla sabbia calda. Qualche ora più tardi, si alzò in cerca di cibo, e trovò una palma di cocco e se là mangiò. La spiaggia era fatta di sabbia bianca e fine; l’acqua sembrava trasparente e pulitissima. Vicino a Thomas c’erano, sparse, palme di cocco e di banane. Più in la, la vegetazione diventava fitta e incolta. Gli alberi, cresciuti a dismisura, si intrecciavano e si biforcavano a più non posso, quasi a voler formare una trappola per Thomas . Qualcosa lo stava osservando, ben nascosto dalla giungla. Qualcosa con 4 zampe, una coda e grandi occhi gialli affamati. Thomas non se ne accorse e continuò a lavorare. La belva piegò gli arti posteriori, pronta a spiccare un balzo e a divorare una preda. Il ragazzo si ritrovò a terra, con un enorme tigre addosso che lo puntava alla gola deglutì e cerco un arma, che poteva essere qualunque cosa. Trovò nelle sabbia del ferro duro e freddo, lo disseppellì velocemente e lo lancio contro la fiera. Il pugnale, perché era questo che Thomas aveva ripescato, si rivelò fatale per l’animale. Stanco, il ragazzo prese l’arma e la osservò per bene, in mancanza di altro da fare. Il pugnale era molto sporco, però doveva essere prezioso perché lo strano teschio incastonato nel manico era di un materiale trasparente e luccicante. Dalla foresta giunsero urla ed una trentina di indigeni corsero verso di lui, lo presero un braccio e lo portarono in trionfo per tutta la spiaggia. Stupito, Thomas rimase a vivere con loro, ben presto imparò il loro linguaggio .e scoprì che uccidendo la tigre li aveva salvati. Si sentiva bene con gli indigeni, perché a casa (orfanotrofio) veniva trattato malissimo e non c’era mai bisogno di lui. Qualche anno dopo sposò la figlia del capo di nome Kayama ed ebbe un figlio. Thomas spiegò agli indigeni come costruire case e vie di comunicazione. Durante una missione di salvataggio degli operatori si inoltrarono nella giungla e incontrarono Thomas ed essi cercarono di convincerlo a tornare a casa, ma lui non volle perché aveva trovato il suo posto. Capannini Matilde 2° B Pag7 LA SPOSA DI NARLI’ Narlì era un gatto molto famoso; aveva moltissime fan, fra cui una madre con le sue due figlie Costa e Stroppa e una gattina di nome Bonacina. Una sera la madre delle due gatte chiese a Pinto, il padre di Narlì, di dare in sposa una delle due micette a Narlì. La richiesta fu accettata e quindi, il gatto più famoso del mondo, stava per sposarsi, ma toccava a lui scegliere chi prendere in moglie. Ecco, era il momento… Narlì aveva davanti a sé Costa, una gattina vanitosa e fin troppo sicura di sé, e Stroppa, molto bella e vincitrice anche di qualche premio di bellezza. Proprio in quel momento passò di lì Bonacina; Narlì non aveva mai visto una gattina così semplice che al tempo stesso riuscisse a rapirgli il cuore con un solo sguardo. Egli la chiese subito in sposa ed ella accettò ! Le nozze si celebrarono su di una nave da crociera verde tempestata di cuori di una tonalità più scura. Era la nave privata di Narlì. La favola insegna che la bontà d’animo vale più della bellezza fisica. SAHIELA RASCIONATO 1ª I IL BOSCO INCANTATO In un tempo remoto, nelle isole sperdute delle Maldive, abitavano due popolazioni in conflitto fra loro. Erano gli Inferi del Fuoco e il regno dell’Acqua. La popolazione del Fuoco era composta da esseri mostruosi come Licantropi, Draghi malvagi e Troll rivoltanti. Al contrario, il magnifico regno dell’Acqua era abitato da esseri gentili e graziosi come Elfi, Gnomi, Folletti, Hobbit … rispettivamente risiedevano sull’isola del Vulcano nel bosco millenario attraversato dalla cascata di diamanti, chiamata così per le splendide gocce illuminate dal sole. La rivalità aumentò per un torto inflitto dalla strega Accecante, che mandò orribili piogge e tuoni per alcuni mesi, rendendo difficile la vita ai placidi nemici. Vulcano, inviò tutto il suo esercito contro il Bosco Millenario abitato da creature innocenti. Con enormi carovane fantasma, i soldati malvagi, attraversarono il Mare dei Mille Pesci e, arrivati sull’isola nemica, incendiarono piante e alberi dove abitavano gli Hobbit. Essi, ritrovandosi le fiamme fino alla cima delle loro case semplici costruite su abeti, si rifugiarono nella dimora del Mago della Cascata, signore anziano e saggio, dotato di poteri magici. Mentre questi stava preparando una pozione per la vendetta contro la strega Accecante, vide una mandria di Hobbit dirigersi verso di lui. Subito li fece entrare per cercare di salvarli. Dopo molti giorni, grazie a gagliarde piogge mandate dal Mago, si riuscì a spegnere quell’immenso incendio. Fu davvero troppo l’offesa ricevuta dal Signore del Vulcano, allora, per porre fine a quella rivalità che ormai durava da troppo tempo, si decise di arrivare a uno scontro diretto fra il Fuoco e l’Acqua. La battaglia si sarebbe combattuta in mezzo al deserto. Il Signore del Vulcano aveva radunato tutte le sue truppe formate da Licantropi, Troll e draghi. Al suo fianco c’era il licantropo Dark, uomo che nelle notti di luna piena si trasformava in un orribile lupo; il drago Fuocus, un essere gigantesco coperto da squame coriacee, che aveva denti acuminati e sputava fuoco. Invece, dall’altra parte dell’isola, si stava preparando l’esercito dell’Acqua formato dal Mago della cascata, Elfi,Hobbit, Folletti, Gnomi e nani che, pur essendo piccoli erano dotati di una agilità e forza notevoli; ma l’elemento fondamentale dell’esercito era il Principe Squalo, un uomo che si poteva trasformare in tutte le specie di pesci che voleva, in particolare lo squalo. La battaglia ebbe inizio: i Troll vennero sconfitti subito dagli Hobbit, perché li avevano sottovalutati. Gelosa della vittoria degli Hobbit, la strega Accecante immobilizzò tutto l’esercito formato da Elfi, Gnomi e Folletti … L’esercito dell’Acqua, ormai, composto solo da due individui non si scoraggiò e abbatté l’intero esercito nemico compresa quell’insolente vecchia strega. Il Mago della Cascata si ritirò, perché il principe Squalo voleva battersi da solo contro il Signore del Vulcano. Erano pronti! Si guardavano con aria di sfida. La tensione si faceva alta. Magicamente il nemico estrasse una spada di fuoco e impugnandola attaccò il principe. Egli schivò senza problemi il colpo, ma notò che la spada lanciava pericolose schegge infuocate che evitò facendosi scudo col mantello della manta; poi, impugnata la lancia del pesce spada la lanciò contro il nemico. Quest’ultimo aveva una barriera di fuoco impenetrabile che vaporizzò la freschezza del pesce. Il Signore del Vulcano per un suo sbaglio, colpì la parte più protetta del principe e quest’ultimo ne approfittò per sferrare con tutta la sua forza un ultimo attacco. Le grida di Vulcano furono stridule e l’impatto con la sabbia terribile. Dopo un po’ , la terra cominciò a tremare: si stava avvicinando una bufera di sabbia che lo travolse e rapì. Finalmente tutto ebbe fine: il Bene trionfò sul Male. Per punizione i Troll si piegarono a servire gli Hobbit, il licantropo Dark e la strega Accecante dovettero purificare il mare e ripulir lodai rifiuti. Queste punizioni servirono come insegnamento al rispetto degli altri. GIOVANNI DE MARTINO - SARA ANDONI – FEDERICO LUCCHINI Iª I giugno 2010 Generazione “multi skating” Va bene saper usare la nuova tecnologia, ma ci sono altri saperi, più tradizionali, che bisogna conoscere. O no? Discutiamone in classe Entro su Messenger, metto a caricare l’Ipod, accendo la televisione e parlo al telefono contemporaneamente: faccio parte di una generazione “multi skating”, cioè degli adolescenti capaci di fare più cose nello stesso momento, almeno per tutto quello che riguarda la tecnologia. Abbiamo più di 500 amici su Facebook, però non sempre riusciamo a rapportarci con gli altri. Sappiamo creare un Blog, usare Photoshop e copiare un cd, ma non riusciamo risolvere i problemi di geometria che ci fanno regolarmente impazzire a scuola. Conosciamo tutte le canzoni a memoria del nostro Io... Io... e UN AMICO “SPECIALE” Caro Matteo, con questa breve lettera ti voglio ringraziare della nostra bellissima amicizia che dura da molto tempo. Ci conosciamo da quando siamo nati e il sentimento che ci unisce è davvero speciale. Caro amico ti voglio tanto bene!!! P.S. anche a mamma Monica, al babbo Marco e a Gino.Baci Si, la nostra amicizia dura da tanto tempo ed è davvero speciale. Ricordi quando mi cantavi la canzoncina da te inventata “Tutti alle Bertola a ber la Coca Cola!”? Io frequentavo ancora le scuole elementari, ma non vedevo l’ora di essere lì con te! Alla tua canzoncina hanno dedicato anche la maglietta della scuola dell’anno passato che, devo dire, era davvero bel- DANIELE SANTINI III A lissima! Adesso so che ti sei iscritto alle superiori… Quest’altr’ anno la nostra scuola sarà più vuota senza te! Chi correrà per i lunghi corridoi della Bertola cantando con il tuo straordinario sorriso? Io comunque ci sarò, rimarrò sempre al tuo fianco, orgoglioso di avere un amico così speciale come te! Ciao Dani! MATTEO MUSSONI II H RISPOSTA AD UN AMICO “SPECIALE” cantante preferito, ma non riusciamo a memorizzare un paragrafo di storia. Il cellulare spento durante le lezioni a scuola? Inaccettabile. Vivere senza Ipod? Impossibile. Leggere un libro e parlare correttamente l’italiano? Roba da vecchi. La ‘k’ al posto del ‘ch’ è più ‘fashion’. Infiliamo continuamente termini stranieri o parole nuove in qualsiasi conversazione per farci sembrare il più informati possibile, però non abbiamo ancora capito che ‘fashion’ vuole dire ‘moda’e non ‘alla moda’, che sarebbe ‘fashionable’, e che ‘stiloso’ non esiste nel vocabolario italiano. Sappiamo fare più cose contemporaneamente, però siamo incapaci di rimanere concentrati più di mezz’ora su una spiegazione di una prof. E’ la generazione “multi skating”, una generazione di adolescenti che si innamora attraverso il computer e ha per migliore amico il cellulare, una generazione di contraddizioni. La mia, la nostra generazione. Linda 3°E Infanzia…e cambiamenti dell’adolescenza. Che sia meglio restare “piccoli”? Questa è una parola sulla quale a volte mi soffermo. Di solito quando la notte non riesco ad addormentarmi penso alla mia infanzia…Penso a quanto mi piaceva giocare, correre, senza mai fermarmi. Ora invece, pur essendo forse anche più attivo di prima, non ho sempre quella voglia di correre e di giocare. Quando ero piccolo, a me, sembravano importanti anche le cose più minuscole ed insignificanti; mi soffermavo a guardare ogni cosa e riflettevo su quanto poteva essere importante. Invece adesso non mi importa più di tanto di quel che mi circonda. Poco tempo fa, tutte le notti, pensavo alla morte. Io ero proprio ossessionato da questa cosa e mi facevo sempre migliaia di domande del tipo:-Cosa accadrà dopo la morte? Dove andrò a finire? La mia vita finirà o andrò in Paradiso?...Adesso invece cerco di evitare di pensarci e questo mi riesce anche perché non ho molto tempo per rifletterci tra tutte le cose che ho da fare. Io sono sempre stato facilmente irritabile; da piccolo non temevo di mostrare questo mio difetto invece adesso provo a controllarmi. Io da quando avevo pochi anni ho sempre avuto, non dico un buono, ma un rapporto abbastanza bello con la mia famiglia, però prima dicevo loro più cose e avevo più confidenza, mentre adesso non dico quasi nulla e quando ho un peso dentro, non lo dico a loro e me lo tengo per me. Quando ero piccolo le diverse difficoltà che avevo di fronte non sempre le affrontavo e, anzi, a volte mi chiedevo perché accadesse tutto a me; invece adesso, anche se alla fine non riesco, provo a risolverle e non mi abbatto al primo tentativo. Io sono felice di essere cambiato da quando ero piccolo ad adesso, però ho paura che crescendo peggiori in alcuni miei aspetti, perché mi piaccio già così come sono. Eugenio Sarti, I^G Pag8 Caro Danielino, che bella sorpresa mi hai fatto l’altro giorno consegnandomi la tua letterina! Quanta fatica ti deve essere costata scrivere tutte quelle parole e anche il disegno in cui hai riprodotto me e la tutta la mia famiglia compreso il mio cane Gino. I valori che contano “Ragazzi, andate a pagina 540…”. La lezione di antologia era iniziata ed io, curiosa di sapere quale nuovo argomento avremmo affrontato, sfogliai velocemente le pagine del libro fino a quando lessi questo titolo: “I valori che contano”. L’argomento che legava ogni brano di quell’unità, composta da varie storie di vita, ci portava a riflettere, a confrontarci, a “vivere” delle determinate situazioni, per capire … Per capire una diversità che avvicina due ragazzi, considerati dagli altri degli zimbelli e li unisce fino a formare una sola “creatura” in grado di “ camminare alto sul mondo, pronta a far strage di draghi”, a reagire contro chi non ha rispetto ,contro chi è “cieco” e non sa guardare oltre l’ apparenza credendosi più forte, superiore e in grado di giudicare senza pensare. Di lezione in lezione mi sono sentita sempre più coinvolta da questo argomento, forse perché mi piace “immergermi” nelle storie che leggo e in questo caso ho provato delle sensazioni indescrivibili … Mi sono ritrovata nei panni di una sorella che deve accettare e affrontare l’ arrivo in famiglia di un fratellino “diverso” dagli altri … Oggi purtroppo viviamo in una società fatta di “schemi” dove molte persone tendono ad allontanare tutto ciò che non è “normale” non considerando per niente il vero valore del dono della vita, ma ciò che mi fa più male è che si parla tanto di handicap, disabilità e di quanto sia importante sensibilizzare la gente su questo argomento, ma poi, nella vita di tutti i giorni, individui senza cuore mormorano, “trafiggono con gli occhi”, criticano e ancor peggio giudicano dietro le spalle … Perché non capiscono invece che sono proprio queste persone così meravigliosamente “diverse” ad insegnarci cosa significa amare? Con un semplice sorriso sanno donare una carica d’ affetto, una gioia unica. Penso che solo gente senza cuore non riesca a capire l’ importanza di certi valori. Io so quanto è bello stare insieme a chi la vera bellezza ce l’ ha dentro di sé. M., una mia carissima amica down, me lo dimostra ogni volta con un suo semplice abbraccio. Continuando il nostro percorso di “studio” ci siamo trovati a riflettere su come “soffrire” voglia dire anche “ imparare” … Fino a poco tempo fa se qualcuno mi avesse chiesto un giudizio su questa affermazione, avrei detto che non è vero niente, che la sofferenza è una sensazione bruttissima capace di “uccidere” dentro e fuori. Poi, se penso ai bambini e ai ragazzi colpiti ogni anno da malattie gravissime, molte delle quali incurabili, provo tuttora un’ immensa tristezza e rabbia perché, pur facendo passi da gigante, non si sono ancora scoperte medicine in grado di debellarle. Fino a poco tempo fa, come dicevo, erano queste le sensazioni che provavo davanti a certi argomenti … il dolore, la compassione, la paura prendevano il sopravvento su tutto, per questo preferivo pensare alle “ cose belle” ritenendomi fortu- nata per come ero e pregando che non mi capitasse mai niente,perché non avrei saputo reagire … Poi, un giorno, ho conosciuto un’ amica di danza di mia sorella … sembrava un angelo: i suoi occhi brillavano come il sole nel cielo limpido e il suo sorriso mi trasmetteva una forza immensa. Portava una bandana come copricapo … venni a sapere solo dopo che serviva a nascondere le conseguenze di un ciclo di chemioterapia … Una sua frase mi è rimasta impressa nel cuore: “La malattia ti cambia … non voglio perdere neanche un minuto di questa vita, perché è troppo preziosa.” Avevamo appena letto un brano che aveva come protagonista una ragazza malata di leucemia e mi sembrava di averla accanto, mi sembrava che fosse V. a “parlare” perché il messaggio era lo stesso e mirava dritto al cuore, un messaggio di dolore, ma anche di speranza, un invito a tutti noi a fermarci per un attimo a riflettere … Io l’ ho fatto e ho capito che non è facile accettare, combattere per la vita contro il male, ma ora so che “soffrire significa anche imparare …”, imparare che nella vita ci sono valori ben più importanti dei vestiti alla moda, della ricchezza materiale; mi sento piccolissima se penso a quante volte mi sono disperata per delle cose banali e mi fa male guardare fuori e vedere tanta gente che corre, corre alla ricerca di una finta felicità data dal denaro, dalla possibilità di andare in vacanza o di comprarsi l’ auto ultimo modello … per ritrovarsi poi soli, vuoti dentro e questo perché? Perché tante persone non sanno più guardare oltre l’ apparenza. Si parla tanto di uguaglianza, fraternità, democrazia, rispetto verso il prossimo, ma poi nella vita di tutti i giorni si alza una barriera verso chi è considerato “diverso” dagli schemi o si punta il dito accusando chi invade il nostro habitat … Mi sono ritrovata nelle vesti di una ragazzina africana che, insieme alla famiglia, ha lasciato il suo paese e ha affrontato un lungo e tormentato viaggio pur di arrivare nella “terra della speranza”, l’ Italia, ma in questa terra i suoi sogni non si sono avverati, si sono dispersi in un mondo grigio e indifferente … Ma dove sono andati a finire i veri valori? Chi ci dà il diritto di comportarci in questo modo? Vorrei tanto che per un attimo il mondo si fermasse a riflettere, vorrei tanto che ognuno di noi si immedesimasse in un personaggio dei brani che abbiamo letto e provasse le stesse sensazioni che ho provato io … I valori che contano sono quelli che ti fanno guardare con gli occhi del cuore, quelli che ti aiutano a crescere e a capire che la vita è il dono più prezioso che Dio ci ha donato … sono i valori che ti fanno sentire ricco “dentro”, nella tua diversità. Lavorare sul significato profondo di questi brani mi ha aiutato a capire quanto sia importante guardare oltre le righe, oltre l’ apparenza … nello studio, ma soprattutto nella vita. Sara Colonnese 2^ C Capodanno all’opera Non solo la musica leggera appassiona noi ragazzi…… A Rimini ogni capodanno, in un padiglione della vecchia fiera, si tiene l’opera. Quella di quest’anno è stata TOSCA di Giacomo Puccini. Gli anni scorsi sono state rappresentate altre opere famose come: Aida, Bohème, Il Trovatore, Otello, La Traviata e Nabucco;e il prossimo anno probabilmente si terrà la Carmen. Queste opere, oltre a dei professionisti, sono state cantate dal coro Galli di Rimini. Questo coro non è composto da professionisti ma da persone che hanno altri lavori(macellaio, carabiniere, carpentiere…e PENSIONATI!)comunque queste persone si impegnano molto per dare il massimo. Le sale si sono riempite e i biglietti “sono andati a ruba”e parte del ricavato va in beneficenza per la ricerca contro il cancro. Quando delle persone cantano in alto sopra il palco appaiono delle scritte con i testi, così si riesce a seguire meglio la storia . Quasi tutte le opere sono drammatiche , in particolare la Tosca, la vicenda è molto triste e tutti 4 i personaggi principali muoiono, tra cui Tosca e Angelotti che si suicidano! Il bello dell’opera lirica è quello di poter ascoltare delle belle musiche che accompagnano e aiutano a capire la trama al contrario del teatro solo parlato. Grazie alla scenografia e a dei abiti molto belli, la scena sembra reale! Non so se il prossimo anno ci saranno i testi perché la Carmen di Bizet è in francese! Ma comunque non c’è da preoccuparsi perché quest’opera ha delle musiche bellissime e il divertimento è assicurato!!! Y Giulia Campo 1° C Cercate amici virtuali? Ora c’è Face book Negli ultimi tempi i ragazzi e non solo, hanno cominciato ad utilizzare Face book per fare nuove amicizie ed io penso che sia molto utile . Ora avrei pensato di spiegarvi come si fa ad utilizzarlo : per collegarsi ad esso bisogna andare su Internet ed entrare nel programma, scrivendo il tuo nome e la tua “password”, poi bisogna spingere il tasto “invio” e, a quel punto, sei dentro . Se vuoi, puoi inserire la tua fotografia o un’imma- gine personale. Ora puoi metterti a cercare degli amici ,cioè persone con cui hai affinità, interessi in comune per il calcio, la musica, lo sport, i film o i video-giochi. Ho saputo che alcuni ragazzi, che non sanno fare i compiti di matematica , grammatica ecc…… cercano anche amici ai quali farli fare …. Io mi connetto, per divertirmi, ad un gioco per me bellissimo, “Island paradise”, con il quale si può interagire con gente virtuale; personalmente ho pochi “amici” ma con loro mi diverto comunque molto. Mi piacerebbe incontrare davvero qualcuno, soprattutto il mio amico giapponese Whosy che, purtroppo, si connette poco ma che mi scrive con strani caratteri incomprensibili che mi diverto a decifrare. Buon Face book! Giuseppe Claudio e Dimitri Croitor 1° B giugno 2010 Un fratellino “da compagnia” Un sacco delle mie amiche vorrebbero un cagnolino da tenere in casa perché sono bellini, dolci , “morbidosi” …. e io penso.. a me a che servirebbe? Io ho già il mio cagnolino da compagnia: il mio fratellino Andrea… anche lui bellino ( anzi bellissimo), dolce e “morbidoso” come il più adorabile dei cagnolini!! Andreino è il mio passatempo preferito poichè con lui posso fare tutto quello che voglio : correre, giocare a palla, ballare e soprattutto ridere…! Quant ‘è bello stare con lui, tenere nella mano la sua manina “ morbidosissima”…. È così tenero che mi verrebbe voglia di starci insieme tutto il giorno! Quando sono triste, mi viene vicino con la sua facciotta e cerca di consolarmi con una abbracciatona, però c’e anche un lato negativo : in certi momenti si scatena in modo impressionante e conviene non stargli troppo vicino perché ti potrebbero arrivare in testa i suoi giochi. Naturalmente questi momenti avvengono sempre quando sto facendo i compiti! Io non ho molto tempo per farli perché il pomeriggio sono sempre impegnato quindi, appena arrivo a casa, studio e lui, se è di cattivo umore, cerca di tirarmi giù dalla sedia prendendomi la mano e iniziando a piangere, oppure sale sul tavolo e butta giù tutte le mie cose : penne, matite, evidenziatori… A volte apre i miei colori e si mette a pasticciare i miei libri di scuola ( però, devo ammettere, che colorati sono più vivaci! ). Questi momenti però sono niente rispetto a tutte le volte che si comporta come il più adorabile dei bambini.. Consiglio comunque a tutte le mie amiche che vorrebbero un cane, di pensarci bene, oppure di provare a badare prima il mio fratellino SPECIALE Silvia Maresi 2° H come potremmo fare senza le nostre nonne? IO E MIA NONNA MARTA Arrivata ormai alla fine della scuola media, sento il bisogno di parlare almeno una volta della mia nonna paterna:la nonna Marta. Ha 72 anni, ma ne dimostra dieci di meno;da giovane era molto bella, ma riceve ancora tanti complimenti perché è molto giovanile. Sa cucinare, cucire e anche insegnare; è una persona molto allegra e paziente, sempre attiva e indaffarata a tal punto che non si ferma mai un minuto: è la mia nonna tuttofare!! Io passo praticamente tutto il giorno con lei, perché i miei genitori sono sempre fuori a lavorare. Fin da quando ero piccola passavo molto tempo con lei; ho tantissimi ricordi del tempo che passavamo insieme. Io a tre anni, cercavo di imitare tutto quello che faceva; quando si sedeva con il suo cestino da lavoro e si metteva a cucire, anch’io prendevo ago e filo e iniziavo a “cucire” dei pezzi di stoffa che la nonna metteva da parte apposta per me. Quando eravamo in cucina e lei preparava la cena, io prendevo la farina e l’ acqua e mi mettevo a impastare la piadina, che poi decoravo con la marmellata e servivo a cena per dessert. L’unica cosa che non imitavo era quando lei, al pomeriggio, si metteva nel letto per riposare; io facevo sempre un sacco di storie, ma lei sapeva come catturare la mia attenzione e alla fine, dopo giochi e scherzi, mi addormentavo anch’io. Del resto, si metteva a letto per far dormire me! Stavo talmente bene con lei che, quando la sera tornavano a casa i miei genitori, non volevo più andare di sopra con loro. Ora sono cresciuta, ma la situazione non è cambiata molto. Passo tutto il pomeriggio con lei a fare i compiti, perché dato che è una maestra (in pensione), mi da un aiuto enorme (anche se a volte è un po’pesante perché pretende molto). Tutti i giorni deve contemporaneamente aiutare me e mio fratello, correre avanti e indietro ai fornelli, tenere buono il fratellino piccolo e mettere a posto la confusione che si crea in giro per casa. Lei sa sempre farmi tornare il sorriso quando sono arrabbiata, consolarmi quando sono triste e mi capisce come nessun altro al mondo. GRAZIE NONNA! Sofia Valentina Pesaresi 3^H Io... Io... e Pag9 LA “FINAL JAM”: un premio davvero speciale Ciao a tutti, in questo articolo voglio raccontarvi una delle mie più fantastiche e incredibili esperienze. Questa “ storia” inizia partecipando a un concorso sul famoso giornalino a fumetti Topolino; innanzitutto il concorso consisteva nello scrivere il perché la redazione di Topolino doveva scegliermi come reporter, che avrebbe intervistato i finalisti di “ MY CAMPROCK” (famoso film musicale). Facendo un passo indietro devo dire che il mio sogno, da quando ho otto anni, è quella di diventare giornalista, e questa era un’occasione d’oro! Tornando a prima, chi vinceva come “ primo classificato”, stava per ben quattro giorni a LIGNANO SABBIADORO, chi invece arrivava terzo o secondo andava per un giorno agli STUDIOS DI DISNEY CHANNEL o MILANO. All’inizio, tutto mi sembrava fin troppo semplice; pensavo: “Sai scrivere una cosa ben ordinata sul perché dovrebbero sceglierti come reporter?” Riflettendo, però, capii che il concorso era a livello nazionale e che in tutta Italia c’erano fin troppe persone che leggevano Topolino e che avrebbero potuto partecipare a questo concorso. Passò un po’ di tempo dopo che inviai il mio lavoro, ma un giorno, all’uscita della scuola, quando ormai pensavo di aver perso, scoprii che avevo vinto: ero la prima classificata!! Quando arrivò Luglio il giorno in cui dovevo partire per la premiazione scoprii, che in questa mia avventura, insieme alla mia famiglia, ci sarebbe stata una giornalista di Topolino: Valentina. Quando arrivai a Lignano Sabbiadoro, non vedevo l’ora di andare al Campus di My Camp Rock e incontrare Valentina. Nel pomeriggio avevo già conosciuto i quattro finalisti e assistito alle loro prove. Chi arrivava primo, al concorso di reporter, assisteva pure alla “ Final Jam” o meglio alla finale. Il giorno seguente, nella mattinata (che era libera), mi divertii nella piscina dell’albergo perché in spiaggia c’era troppo caldo. Nel pomeriggio, invece, incontrai per la prima volta in tutta la mia vita … I FINLEY,ARIEL, SECCHIA ( di “quelli dell’intervallo”), JACOPO, SARNO, LINUS e molti altri. Io e Valentina facevamo ad ognuno di loro qualche domanda. La sera alla “ Final Jam” è stato tutto stupendo mi sono emozionata perché stavo con tutti loro, ma soprattutto con Martina (la finalista della mia stessa età) con cui sono diventata molto amica. Il giorno dopo sono dovuta tornare a Rimini, purtroppo. Questa è stata un esperienza che non dimenticherò mai. ps. La “ Final Jam” è stata in Luglio e la vincitrice è stata Martina!! SOFIA INGROSSO I F TUTTI POSSIAMO CANTARE E SUONARE! Ciao ragazzi, oggi voglio parlarvi della mia passione per la musica e per la chitarra. Molti amici mi dicono: “Perché suoni? Tanto le canzoni li scrive già qualcun altro” “Non ti stanchi a fare tutti quegli esercizi? Non è meglio giocare un po’ al computer?” “Che gusto c’è a strimpellare due corde? E’ una perdita di tempo!” Rispondo sempre: “Suonare la chitarra è una cosa bellissima, potrai capirlo solo quando proverai”. Dar voce ad uno strumento musicale secondo me, è importante, perché impari a sentire e ad esprimere meglio le tue emozioni e i tuoi sentimenti. E soprattutto è molto soddisfacente. Se dovete imparare un brano per l’insegnante di musica, non vi sentite appagati quando lo eseguite bene? Non dite di no: volete far sentire a tutti e il prof vi deve riprendere per fermarvi. Se imparate a suonare un pezzo della vostra canzone preferita, non vi sentite realizzati? E’ gratificante. Invece, se giocate per ore e ore alla playstation non vi rimane dentro niente, perché non avete fatto altro che schiacciare quattro - cinque pulsanti. Trascorrete i pomeriggi con uno strumento in mano, è tutto un’altra cosa! Quando mi metto a suonare la chitarra, mi immergo in un mondo fantastico, pieno di immagini ed emozioni, che rispecchia il mio stato d’animo. Mi libero di tutti i pensieri, di tutte le preoccupazioni, penso solo a rockeggiare e a divertirmi. Naturalmente, anche ad esprimere i miei sentimenti. Posso dimostrarvi che le parole che sto dicendo non sono buttate al vento. Perché tutti si vergognano di cantare da soli davanti a molte persone? Perché si dà spazio alle emozioni usando la voce e l’espressività del corpo, quindi, se non si è abituati, si ha paura di mostrare agli altri ciò che si prova. Nelle giornatacce, dove tutto va storto, prendo la mia chitarra e comincio a strimpellare. Dopo di che, mi sento meglio e più sereno. Consiglio a tutti di provare a suonare uno strumento che piace, anche se vi sentiti negati, posso garantire che con un po’ di impegno non vi fermerete più e scoprirete un mondo bellissimo. ROSSI LORIS 3ª G IL SENSO DELLA FAMIGLIA due “cuccioli “ davvero speciali L’anno scorso, poco prima delle vacanze natalizie, mio papà, che fa il metalmeccanico, si è infortunato sul lavoro. Il suo è un mestiere molto pericoloso, perché è sempre a contatto con il metallo che viene sciolto a ottocento gradi circa, in appositi forni e poi, travasato con dei mestoli negli stampi per creare oggetti di varie forme. Proprio in una di queste operazioni, il papà è inciampato su un ostacolo e ha perso l’equilibrio, così il metallo che era nel mestolo gli si è rovesciato su un piede. Nonostante calzasse scarpe anti infortunio, il liquido ha sciolto la scarpa e gli ha ustionato il piede. Subito è stato accompagnato all’ospedale di Cesena, dove c’è un reparto specializzato in ustioni. Qui è stato ricoverato per circa un mese ed ha subito due operazioni per poter riformare la pelle del piede. Il periodo natalizio, è il momento in cui la mamma lavora di più, perché è impiegata in un negozio di elettronica, e in prossimità del Natale, tante persone vi si recano per fare acquisti e regali. Quindi, non ha potuto chiedere un periodo di ferie per poter stare accanto al babbo. I miei nonni paterni non hanno la patente e, non guidando l’auto, non sono mai potuti andare a Cesena, che non è proprio qui vicina, per aiutarlo. Siccome non abitano nemmeno vicino a casa mia, la mamma non ha potuto neanche mai essere supportata da loro per qualche faccenda domestica. I nonni materni, invece, erano andati a Fiuggi per le cure termali. Così, la mamma si è trovata a gestire da sola la situazione. Di solito, io e mio fratello Luca siamo abituati a trovare sempre tutto pronto e già fatto, non dobbiamo preoccuparci nemmeno di scegliere i vestiti da indossare, perché la mamma ce li fa trovare pronti sul letto. Quando è stata avvisata dal personale dell’ospedale di cosa era successo, si è agitata e demora- lizzata, perché non sapeva come organizzarsi. Il papà era lontano e aveva bisogno di essere accudito, io e mio fratello per lei eravamo due cuccioli indifesi e i nonni non potevano aiutarci. Cercava soluzioni, ma non ne trovava. Spesso piangeva di nascosto, noi però la vedevamo e fingevamo di non accorgercene. Luca ed io, allora, che di solito non andiamo d’accordo e ci evitiamo, ci siamo uniti e, insieme, abbiamo deciso di aiutare la mamma. Ci siamo accordati su quali compiti ognuno dovesse svolgere. Luca, che ha qualche anno più di me, si è impegnato a venire ogni giorno a prendermi a scuola e ad aiutarmi nei compiti quando ne avevo bisogno, a riscaldare nel forno a microonde i pasti che la mamma cucinava al mattino prima di andare al lavoro. Io, invece, apparecchiavo, rassettavo i letti, (anche se non ne uscivano dei capolavori) spazzavo, insomma aiutavo la mamma nelle faccende domestiche. Lei, infatti, era praticamente fuori tutto il giorno, perché andava al lavoro e poi a Cesena dal papà e viceversa. All’inizio non .: voleva accettare la nostra proposta e pensava di assumere un’infermiera che aiutasse papà; noi invece, l’abbiamo convinta che non era necessario perché poteva contare sul nostro aiuto e lei, alla fine ha voluto credere in noi e ci ha dato la possibilità di dimostrarle che l’unione fa la forza e che insieme si possono risolvere situazioni che sembrano senza soluzioni. Papà è tornato a casa la vigilia di Natale e la mamma ha organizzato una festa per ringraziare i suoi due “cuccioli indifesi” per tutto l’aiuto che le avevamo offerto e ci ha proclamato suoi “Angeli custodi”. BAIETTI FEDERICA 1ª I Il mio amico “Gianburrasca” Esistono i “ragazzi terribili?” Sì. Ecco la mia risposta. I ragazzi terribili esistono, esistono eccome e ne ho anche la prova. Si chiamava Lorenzo e i cinque anni di scuola con lui non sono stati complicati… sono stati tremendi! A dire la verità,io Lorenzo lo conoscevo dall’asilo e già lì era tremendo,ogni volta a ricreazione ci tormentava con le sue “palline di muco seccate”(meglio conosciute come “caccole”) e minacciava di attaccarcele ai capelli, ma il bello è che lo faceva pure! Quando finalmente gli anni dell’asilo passarono, ero contenta di non rivederlo più ma la mia felicità durò poco perché me lo ritrovai alle elementari. Se non è iella questa, allora cos’è!?! Già passata la prima settimana era il terrore di tutta la classe e, con la sua piccola comitiva, pensava solo ad inseguire le femmine. Ma in classe faceva di peggio. Aveva ancora la mania delle “caccole”,quindi si può già pensare a cosa facesse, ma non era come sempre perché, durante l’estate, si era perfezionato. Aveva imparato a costruire delle “mini”catapulte con il tubetto della colla e il righello; lui metteva la sua arma letale(caccola) sulla catapulta, prendeva la mira e lanciava…e non oso aggiungere altro! Quello che mi preoccupava maggiormente era che , se aveva imparato a fare questo in prima, in seconda cosa avrebbe fatto? Aveva sviluppato un forte senso di attaccamento alla maestra di italiano quindi, per farsi notare da lei,faceva il peggio che poteva. Quando la maestra spiegava oppure passeggiava tra i banchi,l ui si metteva sotto i nostri e poi come una scimmia preistorica, usciva dalla “tana”, iniziava ad urlare e attaccava il calzino o la gonna della maestra con le sue mani pensili. Ma c’era una cosa che proprio non sopportavo:l’ora della tiratina ai capelli! In questa “materia” era bravissimo,il primo della classe;aveva un trucco che risparmiava ad alcune bambine:si spalmava sulle dita un po’ di colla stick e poi,di sorpresa,faceva finta di essere il parrucchiere quando lava i capelli e iniziava a fare lo “shampoo” alle sue vittime. Vista la sua deconcentrazione e la sua pagella orribile , la madre cercò un’insegnante privata per delle piccole lezioni di recupero, purtroppo mia mamma si offrì volontaria!! Quindi non bastava vederlo la mattina, dovevo subirmelo anche il pomeriggio! A casa mia fece solo disastri:prima di tutto mise le punte dei colori nel latte, poi iniziò a distruggere la casa partendo dalla mia camera: mi disfaceva il letto, buttava i vestiti per aria, svuotava i miei cassetti, strappava le pagine delle mie riviste,svuotava il bidone con le cartacce sul MIO letto. A scuola continuava a tormentarci ,a tirare le penne, a lanciare la buccia di banana di banco in banco ed io cercavo di mantenere la calma,anche se a volte non ci riuscivo Così aspettavo e speravo che succedesse qualcosa che ponesse fine a questo strazio, come facevano tutti. Gli anni passavano lenti e le torture proseguivano in tutti i modi e Lorenzo imparava sempre più trucchi da testare su di noi, ma alla fine si giunse in quinta. Pensavo che, essendo più grandi e più maturi, Lorenzo l’avrebbe finita…invece NO! Continuava a graffiare le persone, a tirare i capelli, a tormentare, a tirare oggetti e molto altro ancora. Allora girava la moda della collezione di adesivi e per noi erano davvero preziosi. Quando non li scambiavamo,,,, li tenevamo sotto al banco e spesso andavamo nel giardino a giocare. Lorenzo un giorno andò in classe e prese il pacco degli adesivi di una nostra compagna. Lei ci teneva moltissimo e questo Lorenzo lo sapeva benissimo,per questo scelse proprio il suo pacco per quel volo. In seguito aprì la finestra, chiamò le femmine della classe e poi…beh ci fu lo schianto. In poche parole buttò il pacco di adesivi dalla finestra e poi rubò dagli altri pacchi degli adesivi per la sua collezione. Ma alla fine finì la scuola elementare, e per fortuna questo “Giamburrasca” non me lo sono ritrovato alle medie. Di una cosa sono sicura: Lorenzo rimarrà sempre un ricordo inquietante degli anni della mia scuola elementare. Laura Bugli 1° D IL BULLISMO Il bullismo è un muro: abbattiamolo Il bullismo è una persona malata: curiamola. Il bullismo è un fiore appassito: innaffiamolo. Il bullismo è uno specchio rotto: aggiustiamolo. Il bullismo è una macchia nera: puliamola. Il bullismo è un’aria inquinata: purifichiamola. Il bullismo è un’arroganza: trasformiamola in amicizia. Il bullismo è una lotta. Noi la combattiamo con una parola: RISPETTO! BAIETTI FEDERICA 1ª I giugno 2010 PAGINA DI DIARIO Un ondata di paura. Era settembre, la giornata volgeva al termine e il sole, grande all’orizzonte, mandava i suoi raggi rosa e arancione proiettando ombre lunghe e sfocate; un leggero venticello fresco rendeva il momento ideale per un giro in bici. E fu proprio quella sera che feci l’esperienza più terrificante della mia vita. Dovete sapere che il mio posto preferito per andare in bicicletta è il letto di un torrente, che scorre vicino casa mia, ormai interamente cementificato, pavimentato con grandi lastroni dove non passa mai nessuno: l’Ausa. Raramente ciò che resta del fiume esce fuori dal rigagnolo centrale ,occupando la parte percorribile a piedi o in bici, e questo accade solo quando piove molto, ossia quando io non posso uscire e quindi ciò non mi reca alcun disturbo. Ebbene, quel giorno il mio papà mi aspettava col cane nel parco che costeggia il fiume ed io avrei dovuto raggiungerlo dopo aver compiuto il mio solito percorso. Ma, nelle mie valutazioni, non avevo tenuto in debito conto le copiose piogge che nei giorni precedenti avevano interessato tutta la provincia di Rimini, recando anche ingenti danni. Sorprendentemente nel primo breve tratto che percorsi non vi era la benché minima traccia di acqua, fango o detriti. Incosciente come non mai, pregustando la sensazione a me già ben nota di pedalare su gusci di uova, ingranai la marcia più veloce e … mi ritrovai in mezzo a fango fresco arricchito da sporcizia di ogni genere. Appoggiai i piedi per scendere, ma uno di questi rimase ancorato a terra come se fosse stato attaccato al terreno con la colla. Terrorizzato dal sentirmi bloccato e vedendo che il tappo di fango si ingrandiva facendo velocemente innalzare il livello dell’acqua, mi sentii ad un tratto solo e abbandonato come se un’immensa forza mi risucchiasse nel terreno, lenta, inesorabile e letale. Fu la prima volta che capii chiaramente, che mi sarei dovuto togliere dai guai con le mie sole forze. Nella mia mente turbinavano mille pensieri ma, prima che il panico mi vincesse definitivamente, cercai di calmarmi e di dare alle mie gambe l’ordine di muoversi. Riuscii così finalmente a staccare il piede dal fango e, con la bici in braccio, iniziai a correre come un dannato scivolando ripetutamente, mentre l’acqua continuava inesorabilmente a salire verde, putrida e puzzolente. Quando ormai il fango mi copriva abbondantemente le scarpe e avevo perso ogni speranza, vidi finalmente un punto di approdo raggiungibile e arrancai fino a raggiungerlo miracolosamente sano e salvo. Prima di allontanarmi a gambe levate, gettai uno sguardo verso monte e mi accorsi che una fiumana marrone stava scendendo verso il mare e capii cosa mi era accaduto e quanto fossi stato fortunato a non essere travolto da un’ondata ben più grande. Giunto a casa coperto di fango, e tralascio la “calda” accoglienza di mia madre, mi catapultai sotto la doccia. Impregnando la spugna di morbida schiuma bianca, il fango che scivolava via sotto il getto dell’acqua pulita mi sembrava ancora più sporco e ci volle un bel po’ per lavarlo via. Intanto pensavo a quanto quello che mi era accaduto fosse collegato a due fenomeni allarmanti: da un lato al surriscaldamento del pianeta che scioglie i ghiacciai e genera perturbazioni tropicali anche alle nostre latitudini che creano piene nei fiumi le quali trascinano enormi quantità di detriti; dall’altro ai fiumi cementificati che, con i loro invasi in cemento, non sono in grado di garantire il naturale scorrimento delle piene. Questo fenomeno su larga scala può alla lunga portare a conseguenze disastrose e forse anche per questo la mia piccola disavventura mi ha tanto impressionato. LAVOSI LEONARDO 1° D QUANDO LA FAMIGLIA AIUTA IN OGNI DIFFICOLTA’ Mia nonna Mia nonna ha più di 70 anni. Come tutte le persone anziane, si deve sottoporre a delle analisi, nel suo caso, riguardanti una malattia rara che le è stata diagnosticata di recente: il morbo di Sjogrengi Oggi doveva fare un controllo a Ferrara. Lei si può definire “l’autista di casa” poiché mia mamma non ha la patente, così porta tutti ovunque. Pur essendo una persona dal carattere forte e deciso non è in grado di arrivare a Ferrara da sola: avrebbe dovuto accompagnarla mia zia, ma sfortunatamente, ha chiamato ieri sera dicendo che si è slogata un ginocchio. Mia nonna, non sapendo cosa fare, ha chiesto aiuto a mio cugino che però ha preso l’influenza. alla fine è stata “miracolosamente” accompagnata da mio zio che ha chiesto il giorno di permesso al lavoro. Così facendo, però, è nato un altro problema riguardante il fatto che nessuno era a casa all’ora di pranzo per preparare da mangiare ed è lì che sono entrata in scena io, proponendo a mio fratello di pranzare una mezz’oretta più tardi. In quei 30 minuti io avrei dovuta preparare da mangiare. Così, solo per un giorno, ho adottato il soprannome di “ Supersahiela ai fornelli” e, già che c’ero, ho invitato anche mio cugino Valerio. Il pranzo è stato (ovviamente) un trionfo e le analisi della nonna stanno migliorando. Sahiela Rascionato 1ª I Io... Io... e Un riposo forzato Pag10 Mononucleosi Una malattia che richiede molta 30 maggio pazienza…anche con i fratelli che, impietosi, ci Caro diario, prendono in giro sto scrivendo sotto le calde coperte sul divano del Nei giorni scorsi sono stato afflitto da una mio salotto. Sono malata perciò oggi non sono malattia virale chiamata mononucleosi; sono andata a scuola. Di fuori splende il sole, gli uccelpassati parecchi giorni, prima che si arrivasse lini cantano e le vecchie signore ritornano dalla messa. Il mio gatto sta cercando di acchiappare un alla diagnosi, durante i quali mi sentivo sempre uccellino, ma mi sentirà quando tornerà a casa. più debole e la gola mi bruciava ogni ora di più. Ieri sono stata da mio cugino,abbiamo guardato Quando abbiamo scoperto perché mi sentivo tutto il giorno la tecosì male e perché le medicine che avevo preso levisione e poi suo non avevano avuto alcun effetto positivo, purbabbo ci ha portato troppo la situazione non è migliorata granchè: i al parco, dove abmedici mi hanno consigliato solo di avere pabiamo fatto tutti, e zienza, riposarmi ed aspettare che il mio fisico dico tutti, i giochi riuscisse a vincere il virus. d’acqua. Forse è Nel frattempo ho appreso che si tratta di una proprio per questo malattia facilmente trasmissibile, la chiamano che mi sono amma“malattia del bacio” perché si trasmette attralata. verso le vie salivari e per questo i miei fratelli Che barba ! continuano a prendermi in giro facendomi doLa cosa più brutta mande a doppio quando si sta male La firma della Costituzione Ita- senso riguardo le mie ipotetiche relazioni amorose. è che non c’è niente liana Ora finalmente sono guarito e quel tremendo da fare: non puoi mal di gola, che non mi permetteva di respirare giocare, non puoi muoverti, ma soprattutto non puoi vedere nessuno. o di mangiare, è sparito. Ora potrei essere di fuori a giocare con i miei amici, Tornando da scuola e, raccontando ciò che o andare al parco, invece devo stare qui chiusa in avevo passato, ho scoperto che tanti miei coetacasa a imbottirmi di medicine per guarire. nei sono stati contagiati dallo stesso virus e così, Ti prego diario, salvami tu ! anche per tranquillizzare chi malauguratamente Forse, però, in questa sorta di riposo forzato qualsi troverà nelle mie stesse condizioni, ho voluto cosa di positivo c’è, infatti ho molto tempo per raccontarvi questa mia esperienza così inaspetriflettere e per rendermi conto quanto sia brutta la tatamente comune tra gli adolescenti. solitudine. Mi viene spontaneo pensare ai bambini senza amiEdoardo Gorza 3H ci, a quelli discriminati perché sono stranieri, a quelli derisi perché sono timidi e impacciati e provo, per queste ingiustizie, tanta tristezza. Ciao, a domani, con la speranza di stare meglio Caterina Montecchi II F Fate, gnomi e creature mostruose Cari lettori, se credete nella magia , leggete questo articolo. E’ da un po’ di tempo che a Rimini è stato inaugurato “Il calderone magico” un negozio pieno di libri e creature che testimoniano l’esistenza di esseri fantastici. Si dice che alcuni marinai, passando vicino all’isola di Gresholm, al largo della costa del Galles, abbiano intravisto i cosiddetti “ Verdi prati dell’incanto”, che si dice siano una delle tante terre sotto la superficie del mare, regno delle fate. Di solito si pensa che le fate siano buone e generose ma, in realtà, sono creature in parte malvagie e vendicative anche se altruiste nei confronti degli anziani e dei bambini. Le fate si nascondono soprattutto in zone verdi e disabitate come la Scozia, l’Irlanda e il Galles.. Parlando invece di altre creature come folletti, streghe e gnomi, possiamo dire che sono veramente mostruosi, fisicamente repellenti. Mostrano infatti nasi aquilini, orecchie appuntite, capelli stopposi, bocca sdentata, ma nonostante tutto ciò, suscitano un certo fascino. Noi crediamo fermamente che queste creature esistano e vi invitiamo a recarvi in qualche bosco misterioso ed isolato dove, se starete in assoluto silenzio, potrete ascoltare le loro vocine. Non abbiate paura , non vi faranno del male, basta solo non disturbarle e non danneggiare il loro ambiente fantastico. Sciutti Maria Sofia Ingrosso 1° F Una nuova arte Tanto tempo fa in una cittadina chiamata “Non dimenticarmi”, un aspirante artista, Doremì cercava un talento che gli si attribuisse. avrebbe potuto dipingere o fare ritratti, sarebbe diventato un clown o un acrobata… ma tutto ciò a lui non piaceva: cercava un mondo nuovo e pieno di sorprese, un’arte che potesse essere insegnata ed imparata, un arte che avrebbe potuto ricordare il suo nome. La città in cui viveva non era molto abitata, anzi la maggior parte dei cittadini stava in casa perché non c’era niente di divertente da fare; nessuno usciva ed è per questo che venne chiamata “Non dimenticarmi”, l’aspirante artista decise di recarsi in biblioteca per cercare ispirazione da qualche libro. Questo luogo era fatto di legno puro, dentro era grandissimo, con degli scaffali contenenti più di 40000 libri e di questi ce ne erano 5 che occupavano un sacco di spazio: erano quelli delle leggende. Doremì si mise a cercare tra i libri di leggende; li lesse quasi tutti, ma si fermò a uno che parlava di un oggetto strano e misterioso: l’attrezzo era fatto di legno di ciliegio e di ulivo, aveva dei fori e quando ci entrava molta aria faceva un “rumore” misterioso… rumore…rumore misterioso… che cosa avrebbe mai potuto dire quella parola? Doremì si rivolse al bibliotecario: un uomo barbuto e saggio, il più saggio e colto della città, dal primo momento che l’aveva visto però, quell’uomo non gli ispirava sicurezza, ma anche il bibliotecario sapeva il significato di quella parola. Prese in prestito il libro e si avvio verso un sentiero ed arrivò ad una costruzione di roccia ricoperta d’edera verde. Fra le piante si intravedeva una porta di legno piccola e nascosta. La porta si chiuse dietro di lui e una voce misteriosa parlò: “All’ora ci rivediamo…”. Il protagonista non sapeva chi fosse e rispose: “Chi sei? Ti conosco? Sei forse il rumore?” “E tu vorresti sentire il rumore dell’armonica? Bene allora preparati.”. Le parole dette dall’uomo rimbombarono dappertutto e poi un piccolo omino con una lunga barba scese dalle scale: era il bibliotecario! Aveva in bocca quella che il libro definiva essere l’oggetto misterioso: l’armonica! L’omino ricominciò a parlare: “Tu pensi che io sia un semplice bibliotecario? Io sono un possente mago e tu non puoi comprendere cosa si nasconde in questo oggetto!” Ci fu una pericolosa guerra tra magia e astuzia. Inizialmente tutto sembrò perduto per Doremì, ma alla fine questi ebbe la meglio. Dopo aver sconfitto l’ex bibliotecario, con l’armonica in mano disse con aria solenne: “ Questo oggetto nasconde un mondo nuovo che io chiamerò “Musica” sarà ispirato dalle muse e composto da note che ricorderanno il mio nome: DO RE MI FA SOL LA SI. SAHIELA RASCIONATO REBECCA SKIRRIPA MATTIA CALCINARI 1ª I NATO IL 31 DICEMBRE Sono nato, appunto, il 31 dicembre del 1997 alle ore 9:23 di uno splendido mattino di sole. Dovevo nascere il 23 dicembre, ma si vede che la mia cicogna personale non si è voluta rovinare le feste natalizie e mi ha fatto rimanere un altro po’ nel pancione della mamma dove, mi sembra di ricordare, non si stava tanto male… Ma io dico : se ormai avevi fatto 31 non potevi prendertela proprio comoda e farmi nascere, diciamo 14 ore e 37 minuti dopo? Quindi da questo momento in poi mi rivolgo proprio a te, cara cicogna mia… Che cosa erano per te 14 ore e 37 minuti? Ammettilo: niente, nada, nothing, nict. E per me invece? Per me invece non dico “problemi”, ma tanti piccoli disagi, sì. Provo ad elencartene alcuni: 1. l’unico periodo della mia “giovane” vita, in cui sono stato “il più grande” dei miei coetanei, è stato alla mia nascita: 3,870 kg di peso per ben 52 centimetri di lunghezza! Ora sono il più piccolo di tutti i miei compagni; 2. ho fatto il mio ingresso alla scuola materna il 1° settembre del 1999: avevo 2 anni e 9 mesi contro i 3 anni compiuti degli altri. Molto più grave: ho dovuto lasciare il gioco e il divertimento per incominciare a studiare a soli 5 anni e 9 mesi! Di conseguenza in prima media sono arrivato a 10 anni e 9 mesi. Pazzesco! Ti senti un po’ in colpa? 3. Mai festeggiato insieme ai miei amici il mio compleanno, il giorno della mia nascita: tutti sono presi dal Capodanno se non sono in vacanza… vuoi mettere un bel compleannino a metà Gennaio, dopo le feste? 4. E cosa vogliamo dire del prossimo anno quando quasi tutti i miei compagni potranno conseguire il patentino per il motorino e io dovrò, come sempre, pazientare!!! 5. Anche nel calcio questa data mi ha creato qualche problemino, ma di questo non ti parlerò, cara cicogna, perchè più scrivo e più mi arrabbio con te. Quindi, mia cara cicognina, la prossima volta festeggia pure in pace, anche San Silvestro (a questo proposito l’ho scampata bella, perché i miei genitori mi volevano chiamare Silvestro, poi hanno optato per Matteo e Silvestro è scivolato al terzo posto: questa non te l’avrei proprio perdonata!) e fatti pur una bella dormita dato che il giorno dopo è festa. Con affetto MATTEO MUSSONI II H AZZURRINA DI MONTEBELLO L’altra domenica sono andato a Montebello per pranzare, insieme alla mia famiglia, in un ristorante vicino al castello e lì ho avuto l’opportunità di conoscere più a fondo la storia del fantasma di Azzurrina. È la seconda metà del trecento: nel castello di Montebello vive con la famiglia la piccola Guendalina Malatesta. La piccola albina, particolare considerato segno sicuro di stregoneria. Per proteggerla da una fine atroce la madre le tinge i capelli (che però si colorarono solo di un lieve celeste, da cui il soprannome) e la fa guardare a vista da due soldati. Il 21 giugno, il giorno del solstizio d’estate, Azzurrina rincorre la sua palla di pezza giù nella ghiacciaia del castello. Il soldato di guardia non si preoccupò, la bambina ricomparirà perché la ghiacciaia non ha un’altra uscita. Con il passare delle ore, però, Azzurrina non si vede. Scattano le ricerche, inutili: la ghiacciaia è deserta, nessuna traccia della piccola o della palla nel castello e nel vicino borgo, minuziosamente perlustrati. Da allora, però, ogni anno che finisce per zero o cinque nella notte del 21 giugno si sente chiaramente il pianto della piccola. Il fenomeno si è ripetuto anche dopo il radicale restauro avvenuto nel 1989 e da allora sono iniziate le registrazioni. Nel 1990 la RAI registra fra i suoni tipici di un temporale il pianto flebile di una voce infantile; in più, dodici rintocchi di campane di un timbro particolare che si accentra, non appartiene a nessuna campana dei dintorni. Nel 1995 una registrazione a cura dell’università di Bologna “ferma” un acuto grido infantile. Il castello di Montebello è anche sede di numerosi altri fenomeni accuratamente verificati dai ricercatori: impressionante la levitazione con oscillazioni e spostamenti attraverso la stanza del grande tavolo in legno massiccio dalla sala da pranzo, pesante oltre tre quintali. CENNI NICOLAS 2ª H Io... Io... e la Poesia giugno 2010 UN CARNEVALE DIVERSO IN UNA CASA DI RIPOSO Qualche pomeriggio fa, mentre facevo i compiti, è arrivata una telefonata; era mia nonna che mi invitava, per il sabato successivo, alla festa di carnevale nella casa per anziani che, da un po’ di tempo, solo due volte alla settimana, frequenta mio nonno Adriano. Il nonno Adriano, il papà del mio papà, ad Aprile compirà ottanta anni! Tre anni fa, lui che era energico, forte e vitale, si è ammalato di un terribile morbo, il morbo di Parkinson, a cui si è aggiunta la demenza senile. In quest’ultimo anno, in particolare, il nonno è peggiorato e, come dice spesso la nonna Anna, è ritornato bambino: anche il gesto più semplice è diventato per lui complicato, a volte impossibile. Dimentica le cose e sempre più spesso non riconosce le persone. E’ come se vivesse in un mondo tutto suo… A volte quello che dice o quello che fa è buffo e divertente ma a me, personalmente, lascia sempre un po’ di malinconia. Ritornando alla telefonata, la nonna, invitava me e i miei genitori a questa festa di carnevale e, anche se io non avevo molta voglia di partecipare, ho risposto che ci saremmo stati. Così, sabato pomeriggio, siamo passati a prendere la nonna e siamo andati alla festa. La struttura all’esterno era molto carina e curata; appena siamo entrati ci hanno accolto alcune ragazze molto gentili, vestite in maschera e ci hanno accompagnato nella sala dove erano già incominciati i festeggiamenti. Il nonno Adriano stava ballando con una simpatica infermiera di colore. Il nonno era un gran ballerino, insieme a mia nonna frequentava le balere della Romagna ed era conosciuto ovunque. La nonna, commossa, ha dato subito il cambio all’infermiera e si è messa a ballare con suo marito. Vederli così sembrava che tutto fosse normale come prima di questi ultimi tre anni. Io mi sono guardato intorno: c’erano simpatici vecchietti, vestiti e truccati da carnevale, seduti intorno a tutta la stanza. Un’anziana signora con un buffo naso rosso da pagliaccio, mangiava fiocchetti e ne nascondeva alcuni nella tasca del suo vestito. Un’infermiera mi ha detto che un vecchietto, seduto in un angolo, aveva quasi cento anni( li compirà fra due mesi)! Accanto a lui era seduta sua moglie ottantatreenne. Improvvisamente lui si alza in piedi e la invita a ballare. Non ho potuto resistere e, quando questa straordinaria coppia è tornata a sedere, mi sono avvicinato e mi sono messo a parlare con lui. Mi ha raccontato che faceva il muratore, viveva vicino alla chiesa della “Colonnella” e aveva incominciato a lavorare a quattordici anni. Il suo primo cantiere era a Cattolica e lui, ogni mattina, andava a lavoro in bicicletta. Mi ha raccontato di quando c’era la guerra e tante altre cose interessanti. L’atmosfera era serena, i miei nonni continuavano a ballare e anche i miei genitori si sono uniti a loro. Quando è arrivato il momento di lasciare la festa io sono andato dalla nonna e l’ho ringraziata per avermi portato lì. E’ stata un’esperienza speciale. MATTEO MUSSONI II H UN INVERNO TERRIBILE: RIMINI SOTTO ZERO Mio nonno mi ha raccontato che, ai suoi tempi, senza l’impianto di riscaldamento, faceva un freddo cane e persino la pipì che stava nel vaso da notte sotto il letto si congelava! Era da tanto che a Rimini non si verificava una temperatura come quest’anno: meno dieci gradi! Per fortuna ora abbiamo il riscaldamento e i bagni in casa, altrimenti ci saremmo ritrovati come nel 1926!! Mentre tutti i telegiornali parlavano della strano abbassamento della temperatura, la bianca visitatrice ha ricoperto ogni singola cosa. Tutto si è ghiacciato , le piante si sono ammosciate e gli insetti sono morti a vista d’occhio. Io ho trovato pure una zanzara morta nel mio frigorifero! Penso che, siccome le zanzare cercano luoghi dove fa meno freddo, essa si sia annidata proprio lì perché faceva più caldo che fuori! Ora però smettiamo di parlare di avvenimenti sgradevoli, passiamo a quelli divertenti. Per tutti i bambini è quasi un bene che ci sia la neve perché ci si può lanciare le palle, fare pupazzi e stare più tempo con i genitori, i quali di solito sono sempre di corsa, ma quando nevica, saltano tutti gli impegni. Si riesce persino ad andare al parco con il bob con loro!! Comunque bisogna dire che si potevano sopportare tre o quattro giorni di gelo e neve, ma una settimana nooo! Infatti a causa del gelo ci sono in casa mia stati vari problemi: mio fratello è caduto per le scale e stava per rompersi “l’osso del collo “, mia madre non riusciva ad entrare nell’auto perché le serrature erano sempre gelate.... Alla fine però noi siamo molto più fortunati di altri e, anche se sappiamo che la neve può dare dei problemi, tutti noi ragazzi aspetteremo nuovamente l’arrivo della nostra bianca amica! Cenni Nicolas 2°H GLI AMICI Gli anici hanno bisogno uno dall’altro proprio come un fiore ha bisogno della pioggia per aprirsi e mostrare la sua bellezza. L’amicizia dovrebbe essere una Preziosa carezza di cui non puoi fare a meno . Delucca Guia 2H AMICIZIE I vari amici amano convivere :momenti preziosi che la vita riserva loro. Come le piccole cose dell’esistenza per cui vale la pena di vivere ogni giorno ILARIA GIACONE 2H L’AMICIZIA Se i libri fossero Se i libri fossero salvagente Galleggerei priva di spaventi Se il libri fossero le onde del mare Sarei sempre felice di nuotare Se i libri fossero un raggio solare Mi abbronzerei fino a farmi scottare Se i libri fossero granelli sabbiosi Costruirei dei castelli grandiosi Se i libri fossero pesci del mare Ogni bimbo amerebbe studiare Caterina Zanframundo, I^G Se i libri fossero di gelato Neanche uno ne avrei regalato Se i libri fossero ricoperti di glassa Ogni giorno ne leggerei una cassa Se i libri fossero di cioccolata a merenda darei un’occhiata Se i libri fossero di panna montata Li studierei per tutta la giornata Se i libri fossero di zucchero filato La mattina presto…avrei già studiato! Enya Ruggeri, I^G Se i libri fossero un pallone Ne leggerei uno a punizione Se un libro fosse come una racchetta A fine set lo leggerei in fretta Se i libri fossero una bicicletta A pedalata darei una ripassata. Se i libri fossero come le freccette In un attimo sarebbero lette Se i libri fossero come un’altalena Li leggerei proprio di gran lena Michele Peroni, I^G L’amicizia cos’è? È la cosa più bella che c’è… Pensando alla mia migliore amica Immagino come sarebbe la mia vita!!! Di amiche se ne trovano poche E se ne trovi una vera Saprai che con te sarà sempre sincera Mai ti tradirà Sempre al tuo fianco resterà Ti potrai sempre fidare Solo lei ti saprà consolare! Sofia Catone 3°H Pag11 POESIA DI PACE La pace viene dal cuore E non è fatta di dolore È una cosa che migliora la vita E nel mondo va spedita . Se essa è praticata da tutti ci saranno meno lutti , regneranno armonia,e felicità nel mondo e nell’umanità La guerra va finita e dalla pace sostituita la guerra va cancellata e la bandiera della pace issata VERONESI LEONARDO I B LA PACE La pace è una cosa importante, più grande di un enorme gigante non sempre però viene fatta da tutte le persone che usano la ragione. Invece di pensare a come vestire dovrebbero capire come agire per rendere il mondo migliore non con l’ odio ma attraverso l’ amore!!! Bernardi Sofia 2B RIPOSANO” Riposano al buio le vette, al gelo, anche le salite e le conche, pure i silenziosi riposi dei fiumi, riposano tante umili creature : oltre la piana scura, le selvagge bestie e gli sciami delle mosche riposano le creature nel vuoto, nell’ oscurità dell’ oceano. Riposano i volatili, dalle giganti piume rette Quka Orjon, IG Giocano AI MIEI AMICI … Le scuole medie stan finendo e mi piace ringraziarvi per tutti quei momenti allegri e importanti che nell’amicizie sono stati davvero tanti. Questi anni sono volati tanti mesi sono passati, ma i ricordi resteranno nella mente impressi saranno. Ora sta per iniziare una nuova avventura e ognuno sceglierà la sua vita futura, ma son certa che l’amicizia duratura resterà. Mercuriali Erika 3H Studiare è molto bello, Ed è utile al cervello Imparare è per la vita E la scuola ci invita. La scuola Non è una festicciola, ma un luogo dove si studia in compagnia e ogni giorno è una nuova magia. Leggere, scrivere, ascoltare Sono le cose che più mi piace fare; lo studio è la cosa più bella che ci sia e io non lo vorrò mai buttare via! Cecilia Letta 2B ANCORA NEVE?! Ehi! Neve perché ancora ci sei? Ormai è primavera e fa freddo, su questo non mento. Tu, che sei bianca e soffice ma metti tristezza, quando al posto dei fiori si vedono batuffoli bianchi. Ti prego, questa volta non perché non ti voglio, ma desidero che tu vada via; voglio una primavera tutta mia. Sara Barroi 2°H UN’INDIMENTICABILE GITA A BARI Tre giorni a Bari abbiam passato e molte cose fotografato: castelli , piazze, monumenti, li abbiamo visti tutti contenti. Per le strade abbiamo girato e le chiese visitato per negozi curiosato e molte cose abbiam comprato. Colazioni, pranzi e cene tutti insieme stavamo bene poi la sera , finalmente nell’albergo prontamente il pigiama ci aspettava e la notte imperversava. Il mattino seguente siamo dovuti ripartire sfortunatamente per tornare nella nostra città dove Bari ci mancherà Mondaini Michela 2° B DRIN … Ecco .Sta suonando. Insiste e persiste. Ma non ho voglia di spegnerla. Per quanto continuerà ancora ? Tento di aprire un occhio Ma si richiude immediatamente. Muovo il braccio per cercare La sveglia. Boom. OPS. Ho fatto cadere qualcosa. Con un sobbalzo alzo la testa E finalmente mi sveglio. Chissà che giornata sarà quella di oggi. ELENA MURATORI 2H IL MIO AMICO GEPPETTO Il mio amico Geppetto Porta sempre un braccialetto, è una persona davvero speciale e non è mai andato all’ospedale, è un tipo davvero solare e quando son triste mi tira su il morale. Adora cavalcare i cavalli E ha una collezione di cristalli. Quando urla “voglio andare sulla luna con un razzo” Sembra proprio un pazzo, ma che posso fare? Proprio non lo so! Ho pensato: perché non buttarlo dentro il Po? Questo è il mio amico Geppetto Che porta sempre un braccialetto. Giocano nei grandi parchi bambini E le grigie nuvole E le acque delle fontane. Giocano le alte vette col sole a nascondere la luce e gli alberi impetuosi col vento si muovono; giocano tra loro gli uccelli nell’immenso cielo azzurro. Giocano felici anche i verdi fili d’erba. Monti Miriana, IG Dorme il sole Dorme il sole spento e senza luce riposa nel cielo stellato. Dorme tutta la sera Sopra la terra nera, e sul mondo scuro riposa Dorme sopra la gente e scopre i suoi sogni, sorridendo al mondo pian piano si sveglia. NICOLE CANTI 1G TUTTO CAMBIA Tutto cambia. Tutto prende una forma diversa, prima o poi. Ogni cosa brutta o bella che sia ha inizio e una fine. Più ti sforzi di tener stretto le cose che ami Più ti volano via come piume al vento. Ma non vivere nel timore di soffrire Non rischiando, perché alla fine della tua vita potresti pentirti di non averci mai provato. TIOLI FEDERICA- PAGLIARANI SILVIA 3ª G SE AVESSI... Se avessi una bacchetta magica che farei? Di certo la userei… Farei spuntare dopo la pioggia il sole Farei sparire la tristezza da ogni cuore La pace in tutto il mondo porterei Ma un’altra cosa io vorrei Vorrei donare a tutti un sorriso Trasformando il mondo in paradiso. GIACOMO GNOLI II H giugno 2010 I GABBIANI E….. LA MIA VITA Il giornale delle elementari L’uomo è dov’è il suo cuore non dov’è il suo corpo (Ghandi) La mia vita? No, non è affatto come quella triste dei gabbiani; la mia vita è piena di armonia, bella gioiosa e movimentata. I gabbiani volano come aquile, alti nel cielo, ma in solitudine1 Io, al contrario, non amo stare sola, mi sento bene solo quando sono in compagnia. Ho un carattere socievole e simpatico, o almeno credo! Sono giocherellona come un cucciolo, dispettosa come una scimmia e quasi sempre allegra. Questa citazione, tratta da un discorso fatto dal grande Mahatma Ghandi, ci insegna che anche se sei lontano con il corpo, le persone care saranno sempre nel tuo cuore. Proprio come sarà per noi l’anno prossimo, quando dovremo lasciare le elementari e andare alle medie; io so già che le maestre me le porterò sempre con me ,nel mio cuore. Quando una persona fa qualcosa d’importante per te, la ricorderai sempre. Credo che alle maestre mancheremo tanto ma troveranno altri bambini che, come noi, accompagneranno per mano per cinque anni e poi lasceranno andare perché saranno pronti ad affrontare il mondo dei grandi AUGUSTO GARCIA 5° B “CASTI” Pag.12 Caro babbo, ho pensato di scriverti una lettera perché la maestra ci ha chiesto di descrivere una persona che per noi rappresenta un “mito” e nonostante ci abbia pensato tutto il pomeriggio non mi è venuto in mente nessuno a cui vorrei somigliare. All’inizio avevo pensato di descrivere un personaggio di un cartone animato, però lui esiste solo nella fantasia , allora ho pensato a te, che esisti veramente. A me piace molto trascorrere il mio tempo con te perché quando giochiamo mi fai divertire. Quando studiamo assieme mi insegni tante cose che sui libri non sono scritte e quando viaggiamo con il tuo scooter mi piace stringerti forte , perché così mi sento al sicuro . Purtroppo tu sei spesso fuori casa per lavoro e così ci vediamo solo alla sera , quando siamo entrambi molto stanchi , per fortuna la domenica riusciamo a trascorrere l’intera giornata assieme . Nelle domeniche invernali mi piace quando ci stendiamo vicini sul divano e mi racconti quello che facevi alla mia età, oppure quando guardiamo un film. Nelle domeniche estive adoro venire a pescare con te e ascoltare tutti i consigli che mi dai. Sono contento quando a scuola prendo un bel voto e non vedo l’ora di tornare a casa per dirtelo perché so che tu sei fiero di me. Caro babbo, ti voglio un mondo di bene e mi dispiace quando ti arrabbi perché non ubbidisco. Da grande mi piacerebbe diventare bravo e veloce come te in matematica, ma soprattutto forte e coraggioso come sei tu . Il tuo Matteo Scuola Elementare “Lambruschini” A volte, però , mi lasci trasportare dai pensieri e mi sembra di volare sempre più in alto , sfiorando le soffici nuvole, in compagnia di un bellissimo gabbiano e penso: cosa farò da grande? Ancora non lo so con precisione ma,siccome mi piacciono molto gli animali, mi piacerebbe averne tanti e vorrei fare la veterinaria. A volte invece mi immagino con un grande cappello bianco a cucinare piatti “ terribilmente” buoni; infine a volte mi immagino di disegnare abiti bellissimi assieme alla mia amica Benny e diventare insieme delle famosissime stiliste. Anche se ancora non so quale sarà il mio futuro, per adesso continuerò a afarmi coccolare dai miei genitori come un tenero gattino SAMANTA RAVAGLI 5° A SCUOLA ELEMENTAREW “ M. MONESSORI” LA MITICA V C Questi cinque anni sono volati ed adesso che mancano solo due mesi alla separazione sento che i miei compagni mi mancheranno. Quando penso a loro mi viene in mente il giorno in cui ci siamo incontrati. Eravamo tutti troppo timidi per stabilirei “contatti” con gli altri; ma alla fine è successo tutto da sé e siamo diventati tutti amici. Oppure mi viene in mente la prima gita, o ancora la prima pagella, la prima promozione... Se invece penso ad uno ad uno a tutti i miei compagni mi vengono in mente quelli che tutti chiamano “difetti” ma che io preferisco definire “particolarità”, dato che non tutto ciò che ti rende diverso dagli altri è negativo, ad esempio: il modo di prendere con leggerezza gli insulti che rende speciale Edoardo, oppure le infinite battute di Raffaele o anche il modo di “moderarsi” di Giacomo. E’ questo che mi mancherà della mia classe. MICHELE MONTI V C CASTI BARZELLETTE DELLA 5° A “CASTI” Un tizio cammina per la strada e afferma sconsolato: “ Ma tu guarda le mode di oggi, non si capisce più chi è maschio e chi è femmina”! Si avvicina ad un signore e, indicando un tizio, chiede.: “Scusi, ma secondo lei, quello è un maschio o una femmina?” “ Ma si vergogni, quella è mia figlia!!” “Che figuraccia, proprio al padre dovevo chiederlo….” “ Ma che dice? Io sono la madre!!” Un uomo va dalla camiciaia e dice : “Vorrei acquistare una camicia” “La taglia?” chiede la camiciaia E l’uomo, un po’ stupito, esclama: “ No la metto intera….” Desideri La neve Stelle lucenti improvvise esplosive si accendono nell’universo profondo dell’ anima Stelle lucenti immensamente lontane irraggiungibili nell’oscurità del domani Stelle lucenti misteriosamente danzanti, evanescenti nei pensieri della mente Desideri come stelle lucenti illuminano il cammino della vita Tutti noi di V A Villaggio 1° Maggio Silenziosa e lieve sta scendendo qui la neve delicata lei si posa, imbiancando ogni cosa. L’autunno o sera, come una madre affettuosa abbracci ogni cosa e la natura si riposa. il bosco scherza con le foglie gialle benche’ il freddo senta gia’ alle spalle. gli uccelli sono ormai in volo qualcuno rimane, solo. ogni soffiar di vento odor di autunno sento. la classe VB Scuola Elementare Rodari L’atmosfera è molto speciale e ci ricorda un po’ il Natale, bianca pura e cristallina è una città da cartolina. Noi bambini siamo contenti infreddoliti ma sorridenti, nasi rossi e mani gelate ci divertiamo con le palate! Micole Classe VB “ Lambruschini” l’autunno la sera arriva silenzionsa abbraccia ogni cosa, la natura lentamente si riposa. l’autunno con il suo manto grogiolino ti avvisa che il freddo e’ ormai vicino. farfalle colorate volteggiano nell’aria delicate. gli uccelli non cantano piu’ niente di ombrelli fiorisce la gente. la sera si consuma silenziosamente la nebbia appare e non c’e’ piu’ niente. La classe VA Scuola Elementare Rodari RIFLESSIONI SUL RAZZISMO Il razzismo è un sentimento di disprezzo nei confronti di chi è diverso da noi. Molta gente si sente minacciata da chi ha la pelle di un altro colore o parla una lingua straniera e questo è male. Quello che conta non è l’aspetto fisico ma quello che ognuno ha dentro di sè. Secondo me chi è razzista si sente superiore, ma in realtà è solo un vigliacco che ha paura di ciò che non conosce. Ma se la gente smettesse di disprezzare e cercasse invece do conoscere, vedrebbe quanta bellezza c’è in ogni cultura. Per esempio apprezzerebbe ancora di più le meravigliose danze africane o i colorati vestiti del Perù, ammirerebbe con stupore i gioielli e i drappeggiati abiti in seta delle donne indiane o assaporerebbe con gusto un buonissimo piatto di cous cous cucinato in Tunisia. Quando persone diverse si incontrano, le loro culture e le loro conoscenze si mischiano e questo da’ vita ad un mondo più ricco. Ognuno di noi ha tante cose da imparare e tanto da dare , avere la possibilità di vivere accanto a persone diverse da noi è un dono che non dovremmo sprecare RACHELE SERAFINI 5° B “CASTI” LA PIGOTTA La Pigotta è una mamma speciale. E’ la giuda che illumina e conduce i cuori dei bambini meno fortunati. Essa è colei che regge e sostiene la felicità e la gioia. La Pigotta è un abbraccio che ti protegge dal terrore e dall’oscurità. Colei che ti fa compagnia. Non è soltanto lo stupore; ma anche l’amore. La Pigotta è lei... L’estremo. Riesce ad unire i bambini del mondo in un unico posto... il cuore. È la fata che esaudisce i desideri dei piccoli. È l’angelo custode che ti protegge dai pericoli del mondo. Essa è colei che ti fa volare oltre gli orizzonti della fantasia. ELIA VERDINELLI- ANDREA TONINILUCREZIA PILATTO V C CASTI Il giornale delle elementari giugno 2010 L’amicizia e’ L’amicizia e’ una melodia che risuona nel nostro cuore, sembra uno scherzo ma in verita’ non e’ altro che un sentimento intrappolato nel cuore, un diamante incastonato, un tesoro da scoprire, che non perde mai i suoi petali; come noi non perdiamo la fiducia nell’amico. Marco, Cristian, Mattia e Matteo VB Scuola Elementare Rodari Lettera ai miei genitori Rimini, Domenica 8/11/09 Cara mamma, ti scrivo questa lettera per dirti che tu sei la mamma migliore del mondo e per chiederti scusa per tutte quelle volte che ti faccio arrabbiare. Ho pensato spesso alle motivazioni che hai per sgridarmi, a volte ho pensato anche che ti piacesse farlo, ma ora so che non è così. Anzi, è il contrario! Ho capito che lo fai per il mio bene, perchè impari a crescere e a diventare grande. Anche se a volte è difficile, ce la sto mettendo tutta per renderti felice e aiutarti; ti prometto che mi sforzerò di fare tutto per bene, di ascoltarti quando mi spieghi le cose e di imparare dai tuoi insegnamenti. Ti voglio anche dire grazie per tutte le volte che mi sopporti, perchè lo so di avere un carattere difficile, però tu mi vuoi bene lo stesso! Tu sei la mamma più buona del mondo, quella che ha più pazienza. Sei la mamma che sognavo, una mamma fantastica e per questo ti voglio tantissimo bene! Lorenzo Classe VA Scuola Lambruschini Pag.13 UN MEZZO CHE NON INQUINA , NON COSTA E FA DIVERTIRE A SCUOLA S I VA IN “PIEDIBUS”!!! C’è una moda che sta andando forte tra noi ragazzi e che piace anche ai genitori. E’ un nuovo mezzo di trasporto , che viaggia già in molte scuole della città. Un mezzo che non inquina, non costa niente e che ci fa divertire un mondo!!! E’ il piedibus: sembra L’autunno le foglie cadono leggere come gocce d’acqua. il vento sussurra agli alberi. gli animali si affrettano a salutare tutti, per poi ritirarsi nel loro mondo incantato. il cielo guarda misterioso l’autunno gia’ in arrivo. adesso ai piedi degli alberi e’ apparso un bellissimo tappeto colorato. Michelle Talarico VB Scuola Elementare Rodari giorno d’inverno l’aria e’ fredda, fuori si gela. le rondini sono volate via, nei paesi tropicali. il bel cielo azzurro d’estate non c’e’ più, adesso i nostri volti sembrano piangere. la terra ulula, come un lupo a mezzanotte. un fascio di luce, ci strappa un sorriso negli ultimi minuti della giornata. marco milan V Scuola Elementare Rodari ORTO Nato dalla fatica e dal sudore pettinato dal rastrello ferito dalla zappa squarciato dalla vanga solleticato rinfrescato dissetato dalla pioggia cullato accarezzato dalla voce del vento coperto protetto dalla candida neve illuminato dal bagliore della luce riscaldato dai raggi del sole ora custodisci amorevolmente il seme della vita. Tutti noi cl. VB Scuola Elementare Rodari Pensieri Ali di farfalle leggiadre,danzanti nei sogni fluttuanti Ali di farfalla frenetiche,vibranti nei momenti raggianti Ali di farfalla agitate dalla paura nella notte oscura pensieri speciali frullano nella mente come vibranti ali Classe VB Una piccola gemma Una piccola gemma verde smeraldo si è rannicchiata sul ramo del noce Il vento la strappa ma lei si aggrappa un soffio più forte e la gemma si stacca è triste e arrabbiata La gemma si dispera un ragazzo la raccoglie per farne un dono La gemma ora sorride ma le sue compagne più non vide Luca IO E LUI La brezza sul viso, un timido piacere. Qualcosa mi tocca: è lui. Un’ombra mi sfugge, ma la luce del sole lo tradisce: è lui! Lo vedo!: “Tana! Grido. Quel batuffolo peloso e dolce si avvicina per leccarmi le mani sudate: è Zeb, il mio cane. Di natura dolce, di carattere amorevole, di razza bastardino. Occhi dolci rapiscono lo sguardo, e dalla bocca aperta penzola una saponetta rosa, bagnata dalla sua saliva. Le zampine delicate non fanno rumore e lui, come un angioletto tutto pelo, regala allegria, pace, serenità e amore, ma anche una gran voglia di giocare. “Ora devi contare tu!!!” gli dico. Allora lui si avvicina all’albero: “Bau!, Bau!, Bau!” ma non sta contando sta solamente abbaiando a un uccellino impaurito. Poi corre verso di me e io comincio a camminare. Lui mi segue passo passo: mi è molto fedele. Molto spesso mi giunge alla mente il giorno in cui ci conoscemmo. Era giugno, non so che giorno. Io e mia nonna andammo al canile. Passai in rassegna: dobermann, carlini, boxer, chiuaua, pincer... Ma erano tutti o brutti, o cattivi, o troppo grandi, o troppo piccoli, o avevano le zampe grosse, la coda picco- la, e gli occhi anche... Poi vidi lui, si scorgeva a malapena, nascosto dalla penombra. Stava abbaiando ad un uccellino che era per sbaglio capitato lì. Poi saltellò verso di me e mi fece la festa, infine si accoccolò ai miei piedi stremato. Ero meravigliata! Gli altri cani o ringhiavano o non ti degnavano di uno sguardo. Lo presi in braccio, guardandolo negli occhi: erano grandi, marrone chiaro, e infinitamente dolci. Il naso piccolo, minuto, annusava la mia mano, e la sua lingua rosa e simpatica penzolava dalla bocca aperta ansimante. Il pelo bianco lo faceva sembrare una pecorella. Allora alzai lo sguardo luminoso, raggiante, e dissi: “Nonna, è lui!!!” La nonna intenta a parlare con un signore si voltò e mi guardò stupita: “Che bel cucciolotto!!! Allora l’hai trovato, il cucciolo dei tuoi sogni!” poi si rivolse al signore e disse: “ devo andare ora, buonasera e arrivederci!” Ci avviammo verso la “cassa” e il cucciolo ci trotterellò dietro. Infine, a casa, lo feci salire sul mio letto e ci addormentammo. Torno alla realtà, Zeb è ancora lì, che aspetta che io riprenda a camminare. Poi io vado all’albero: “ Uno, due, tre, quattro...” finisco di contare, mi volto, cerco in giro, e poi grido: “è lui, è lui!!!”. BENEDETTA CIAPPINI V B MONTESSORI UNA MATTINA AL QUOTIDIANO “ IL CORRIERE ROMAGNA” Camminare e giornale vi dice qualcosa? A noi della V B sì, adesso vi spiego il perchè. Questa mattina siamo andati a visitare la redazione del nostro giornale locale “ Il Corriere di Romagna”. Camminando io e dei miei amici abbiamo suonato un campanello, gridavamo come pazzi, in poche parole come si suol dire abbiamo fatto i “monelli”. La redazione è nel centro di Rimini proprio nella piazza principale: la piazza Tre Martiri. Quando siamo entrati tutto era così grande, tecnologico e soprattutto era pieno zeppo di giornali o cose provenienti dal giornale. Lì c’era solo Gabriella, la mamma di Alessandro un nostro compagno e Pietro, colui che ci ha fatto da cicerone. Abbiamo visitato due sale: una era la redazione sportiva dove siamo rimasti più a lungo ed è quella che mi è piaciuta di più, dato che io vado matto per lo sport. Lì il nostro accompagnatore ci ha spiegato tante cose. I giornalisti stampano il giornale verso le 11 della sera, ma quando succede una notizia LA 5° A UNA CLASSE ED UNA FAMIGLIA Io faccio parte della quinta A, una classe secondo me unica, e sono contento di farne parte. Ho vissuto cinque anni assieme ai miei compagni, e ormai siamo tutti uniti come una famiglia. Io sono amico quasi con tutti ma in particolare con due bambini. Michele e Simone Loro sono quelli che in questa famiglia mi stanno più vicini e sono più amici con me. In questi cinque anni ho imparato tante cose, dell’ultima ora si mettono d’accordo con gli addetti alla stampa per rimandarla fino a massimo le 2. Di solito i giornalisti arrivano in redazione alle 10.30, perchè le notizie arrivano sulla tarda mattinata. Il Corriere di Romagna pubblica circa 20.000 copie quotidiane. Dal martedì al giovedì il giornale è composto da 48 pagine, nel week end 54, il lunedì 64 perchè la domenica ci sono state le partite di calcio. Siamo andati nell’ufficio della nostra guida Pietro e insieme abbiamo inventato la prima pagina del giornale. In seguito siamo usciti per aspettare l’arrivo del fotografo e nel frattempo abbiamo fatto un giretto lì vicino. Verso le 11 abbiamo fatto la foto che domani sarà pubblicata sul giornale. Mi è piaciuto tutto della gita, ma mi aspettavo l’attrezzatura del fotografo più bella in quanto ho sempre negli occhi quelle che si vedono in televisione e che sono enormi. FILIPPO MUCCIOLI V B MONTESSORI soprattutto belle. Anche le nostre maestre3 fanno parte della famiglia della 5° A; in certi casi una maestra è stata sostituita da un’altra, ma tutte hanno fatto parte della famiglia, ed io sono contento di averle conosciute: è una fortuna essere contenti delle cose che si hanno!! Questa classe è la migliore che potessi avere e sono fortunato di farne parte: sono contento di quello che possiedo e di quello di cui faccio parte, cioè una famiglia straordinaria!!! FILIPPO PERARI 5°A “CASTI” un lungo e colorato bruco pieno di felicità . E’ formato da tanti bambini che, mentre vanno a scuola a piedi, osservano tutto quello che succede al loro passaggio, parlano, ridono, raccontano e salutano tutti quelli che guardano incuriositi. Sembra un mondo nuovo , diverso da quello che si vede andando a scuola in macchina. Così anche i bambini possono aiutare a far diminuire il traffico e l’inquinamento. Solo un piccolo sacrificio…alzarsi un po’ prima la mattina!! Jasmina Bertero5° A Scuola Elementare “M.. Montessori” Argilla Argilla dono dell’acqua e della roccia ricchezza nascosta della terra magico tesoro della natura grigio impasto creativo tenero fango umido da manine inesperte ti lasci modellare da occhietti curiosi ti lasci guardare dal calore ti lasci indurire rubando il colore al fuoco. Noemi Federica Nicolò V° A Vill. 1° Maggio LA SCUOLA “TOTI” La “signora Toti” troneggia imponente, qui ha studiato tanta gente. La scuola del Borgo Sant’Andrea è un edificio dedicato ad un grande soldato che nella statua getta la stampella dove ora suona la campanella. La nonna racconta che ogni bambino Faceva aste dritte come un soldatino, portava con sé calamaio e pennino e scriveva in bella grafia sul squadernino di geografia. Ancora oggi , le sue ampie finestre, sono parlanti Come tanti alunni allegri e festanti; mentre il portone grande e fiero sembra l’entrate di un grande maniero che sorveglia con piglio severo ogni studente mattiniero. Dentro c’è un grande giardino che è il sollievo di ogni bambino e del pallone ha fatto crescer la passione. Si pone fine alla bella giornata scendendo felici la bianca scalinata Un ultimo svago si può cercare fermandosi al parco della scuola elementare, per giocare ridere e chiacchierare, mentre l’ombra del pino secolare attenta ci sta ad ascoltare 5° A Scola Elementare “E.TOTI” giugno 2010 Amici Animali Il Mondo a scuola PROGRESSO SCIENTIFICO Per pochi o per tutti? Il progresso scientifico e tecnologico ha raggiunto oggi un notevole sviluppo. Esso ha apportato miglioramenti considerevoli nella vita dell’uomo, ma ha provocato pure un’alterazione dell’equilibrio naturale, i cui effetti potrebbero essere catastrofici in un prossimo futuro. La storia ci insegna che l’uomo, non ha mai interrotto la sua avanzata tecnologico-scientifica. All’inizio non disponeva di nessuna delle comodità che oggi conosciamo: i nostri antenati si riscaldavano mediante i corpi altrui e si coprivano con pelli di animali. Da questo stato sono poi passati ad utilizzare il fuoco, a ripararsi nelle grotte, all’uso dei vestiti, dai vestiti al bronzo, al ferro, all’acciaio, per poi arrivare lentamente a costruire palazzi, grattacieli e macchine. Tutto questo, secondo la mia opinione, è abbastanza naturale, perché è tipico dell’istinto umano cercare di rendersi la vita il più comoda possibile: non scordiamo che l’essere umano è l’unico che non ha protezioni naturali, a differenza degli animali, che sono muniti di scaglie, zanne e corazze, che li rendono adatti a vivere nel loro habitat, anche in quello più selvaggio. L’uomo, al contrario, è fragile e debole e per questo deve cercare di bilanciare questa “carenza naturale” con la sua intelligenza che gli permette di costruire e inventare nuove strategie oltre che modellare l’ambiente circostante alle sue esigenze. Mediante la propria intelligenza, l’uomo ha creato dal nulla ciò che mancava per natura: qualcosa che lo aiutasse nello spostarsi velocemente, qualcosa che lo facesse volare, che permettesse a lui di mangiare ciò che la natura gli dava e qualcosa che proteggesse la sua pelle fragile dalle intemperie e dai nemici. Potremmo dire però che la nostra vita si sta riempiendo anche sempre più di cose inutili, superflue ed esageratamente comode e, come ogni cosa che viene riempita troppo, finirà per esplodere. La modernizzazione, purtroppo non è equamente divisa nel mondo: le innovazioni tecnologiche non riguardano tutto il pianeta, esistono molti luoghi (l’Africa, per esempio), in cui la popolazione non vive nel benessere tecnologico del quale noi, più fortunati, godiamo ogni giorno. Come in tutte le cose, anche nel campo tecnologico, gli eccessi sono nocivi: troppa tecnologia è dannosa, allo stesso modo di come è dannosa la sua più completa assenza. Di contro temo anche che la crescita e la povertà tecnologica nel nostro globo terrestre corrano parallele : più una parte del mondo si tecnologizzerà e più la parte opposta cadrà “nell’abbandono totale”. Spero che un giorno i Grandi della terra si riuniscano per trovare un rimedio a questa differenza che giorno dopo giorno sta aumentando e noi giovani vorremmo che finisse così saremmo tutti alla pari e avremmo le stesse tecnologie. Per quanto mi riguarda, trovo che la tecnologia sia un bene. Sono sincero non riuscirei a vivere senza tante comodità del mondo a cui appartengo. Non riuscirei probabilmente a fare a meno del cellulare, del computer e di molte altre cose. Giulio Grossi 3C Gita a Pennabilli Museo della scienza LA LEGGENDA DI OAK ISLAND Oak Island , “l’isola della quercia”, è una piccola isola nel Canada orientale. Tutto ha inizio nel 1975, quando il giovane Daniel McGinnis, mentre passeggiava, venne incuriosito da una depressione del terreno situata vicino a una vecchia quercia, tra i rami della quale spiccava una sorta di carrucola, simile a quelle usate sulle navi. Il giorno dopo Daniel, in compagnia di due amici che erano al corrente delle leggende locali su pirati e tesori nascosti, iniziarono gli scavi. Ma ben presto si resero conto che quella depressione nascondeva un pozzo molto particolare. Andando in profondità, ogni 3 metri trovarono una piattaforma di tavole in legno di quercia ma, arrivati al terzo strato, furono costretti ad abbandonare l’impresa, troppo faticosa per loro. Nacque così la leggenda di Oak Island. Quel pozzo, si sarebbe chiamato per sempre Money Pit, cioè il pozzo del denaro. Agli inizi del 1800, un’impresa privata, dando credito alle voci su un tesoro nascosto, riprese gli scavi. Furono trovati anche strati di carbone e di argilla ma, soprattutto, fibre di cocco che, sicuramente arrivavano da terre molto lontane, perché in Canada la palma da cocco non cresce. Si trovarono di fronte a un’enorme lastra di pietra che recava iscrizioni indecifrabili. Era ormai notte quando, sondando il terreno sottostante la lastra con un piede di porco, colpirono qualcosa di resistente. Era forse lo scrigno del tesoro? Gli operai esausti, decisero di riprendere il lavoro il giorno seguente, ma li aspettava una brutta sorpresa. Nel corso della notte l’acqua dell’Atlantico aveva completamente allagato il pozzo. I tentativi di svuotarlo non ebbero alcun risultato, il livello dell’acqua rimaneva costante. Nel corso degli anni furono fatti vari tentativi di cui l’ultimo, è del 1966 anche questo senza risultati soddisfacenti. Alcuni studiosi, invece hanno evidenziato singolari analogie nei particolari di tutta la vicenda, quali i 3 ragazzi e le caratteristiche del pozzo, la massoneria, in particolare con allegoria che parlano del tempio di re Salomone. Inoltre, a Oak Island, sono presenti pozzi naturali con le stesse caratteristiche del Money Pit. Emma Neri 3H USI, COSTUMI E TRADIZIONI DAL MONDO Il matrimonio in Ucraina Sapevate che in Ucraina i matrimoni sono preceduti e seguiti da rituali lunghi e complessi ? Naturalmente non tutti, solo quelli di coloro che sono particolarmente legati ai costumi locali, alle tradizioni antiche. Prima del matrimonio lo sposo deve presentarsi a casa della sposa con altri uomini coniugati e chiedere ai genitori la mano della ragazza. Ottenuto il consenso lo sposo e la sposa annunciano pubblicamente il loro matrimonio; il venerdì sera lo sposo celebra l’addio al celibato, mentre i familiari qualche giorno prima preparano un pane chiamato “korovai” da mangiare durante i festeggiamenti. Terminato il matrimonio i due giovani vengono divisi e partecipano al banchetto nuziale nelle rispettive case; solo dopo il pranzo lo sposo viene mandato dalla sposa dove, dopo avere superato una prova simbolica è finalmente invitato a sedersi al tavolo. Il mattino seguente i giovani festeggiano nuovamente con gli invitati a colazione. In questo modo il matrimonio diventa un’opportunità di festa a cui partecipa tutto il villaggio. C.Bruzziches, C.Corbelli, P.Balla II F SOGNO IRREALIZZABILE Sin da quando avevo cinque anni, desideravo avere un animaletto da compagnia, in particolare un cagnolino. Questo cagnolino mi sarebbe piaciuto di media taglia nero e bianco, non di razza, e con le orecchie a penzoloni, ma non troppo, e il pelo lungo; preferibilmente molto allegro e, quando mi avrebbe visto, si sarebbe messo a scodinzolare e mi avrebbe fatto la festa. Questa è la descrizione del cane perfetto per me, ma che non ho mai potuto avere, perché i miei genitori lavorano tutto il giorno e io sto da mia nonna, così torniamo a casa verso le sei e mezza; nessuno potrebbe giocare con lui, ne accudirlo per quel periodo di tempo; poi io abito in un condominio quasi senza giardino; così, il cagnolino dovrebbe chiuso da solo in casa. Non solo non posso avere il cane che ho sempre desiderato, ma neanche un gatto o un coniglio, perché anche essi hanno bisogno di cure quasi in ogni momento. Gli unici animali che ho potuto avere sono un orsetto russo, (un piccolo cricetino grande circa un quarto di mouse del computer) un pesce rosso ed un altro orsetto russo che ho ancora oggi. La cosa che mi fa più rabbia è che c’è della “gente fortunata” che può avere degli animali (cani, gatti,ecc.) e invece di coccolarli e curarli, li maltratta e li abbandona; questa è una di quelle cose che mi fanno veramente rabbia, quei poveri cuccioli che vengono malmenati, e che se si difendono mordendo il padrone, devono girare con le museruole o prendere medicinali vari per essere meno violenti, o magari vengono abbandonati a loro stessi, e potrebbero anche morire. Questo è un invito a non maltrattare i poveri animali, ed è il racconto della mia sfortunata avventura; sogno ancora di poter avere un cucciolo da coccolare e da accudire, non da maltrattare. Sara Milone 3°H IL MIO GATTO E’ “RUFFIANO” Il mio gatto è dolce e molto autonomo, ma anche furbo. A volte quando voglio stare un po’ con lui, scappa per tutto il giardino. Lui mantiene sempre una certa superiorità e vuole sempre decidere cosa fare, quando uscire di casa e quando rientrare. Quando però è ora di mangiare di colpo cambia carattere, comincia a fare le fusa e mi viene vicino in cerca di coccole… o almeno così vuol farmi credere, perché in realtà lui non cerca le carezze ma il cibo. Per questo motivo io dico che il mio gatto è ruffiano, però quando vuole, sa essere molto dolce. Laura Balena 3^H “PIU’ CHE UN CANE E’ UN BAMBINO” Il mio cane si chiama Lachi. È un cane di razza Carlina. E’il cane più buono e bello del mondo, ma si sa difendere quando un altro cane cerca di fargli male. Due o tre giorni fa mentre mia mamma lo portava a fare una passeggiata, un Bigol senza guinzaglio vedendo Lachi, si mise a correre e a saltare verso di lui ringhiando, tentando di attaccarlo. Lachi, molto astuto, mentre il Bigol stava ancora saltando, gli è passato sotto le gambe e gli ha morso la coda. Il Bigol, guaendo, se n’è andato con la coda tra le gambe, senza voltarsi indietro. SILVIA PETRANGOLINI I H BORIS Boris, il mio cane, (Bigio era il suo soprannome) aveva un folto pelo che lo faceva sembrare ancora più grosso; il manto, però, non copriva quegli occhi dallo sguardo un poco malinconico, che lo caratterizzavano; era marrone con le chiazze più scure ed alcune più chiare. Dopo aver fatto il bagno alla cava era tutto bagnato e si scrollava addosso a noi, ma quando si asciugava era ancora più morbido. Non puzzava, ma profumava di borotalco solo quando usciva dalla toelettatura, altrimenti non aveva alcun odore. Di lui ricordo soprattutto il modo in cui abbaiava, rimbombava per tutta la via ed allora le menti di tutti pensavano:” Questo è Boris… il nostro Bigio… Ah, se non ci fosse lui!!!” Sahiela Rascionato 1 I Pag.14 Pag.9 IL CANE Il cane, il migliore amico dell’uomo. Un animale con cui scherzare, alcune volte anche il tuo migliore amico perché, anche se non capisce, sta lì ad ascoltare la più piccola cosa che dici. I suoi occhi grandi, così dolci, sembrano volerti dire “ io ti voglio bene”. Parole che non si sentono molto dire dai tuoi amici. Sempre in cerca di coccole. Sempre pieno di gioia e di divertimento. Pronto a dare la vita pur di salvarti, insomma farebbe qualunque cosa per il suo padrone!!! Mi chiedo sempre perché Dio che ha fatto un’animale cosi speciale, non ha fatto lo stesso con l’uomo?? Non lo sapremo mai… ma al momento sappiamo che il cane… è davvero un animale speciale… ed è meglio tenercelo stretto. Delucca Guia 2° H NOTA DELLA REDAZIONE: spesso vediamo alla televisione filmati di animali abbandonati e maltrattati. Non ci si fa regalare un animale, magari a Natale, per buttarlo quando il gioco non ci interessa più. Un cane, un gatto, un criceto non sono pezzi della Lego!!! Pensateci bene prima di acquistare un animale, esso va curato con amore. IL CONIGLIO MIZZY Il coniglio Mizzy era di peluche, ma non era normale come quelli che si possono comprare nei negozi di giocattoli. Era molto speciale, ideato tantissimi anni fa da Babbo Natale per uno scopo importante: dare affetto e tenere compagnia ai bambini orfani. Era stato richiesto da una bambina di un orfanotrofio che si sentiva molto sola e senza compagnia. Mizzy aveva una caratteristica particolare: era in grado di comunicare con la sua proprietaria attraverso il pensiero. Sapeva dare amore, serenità e consigliare . Era sempre di conforto e dava il consiglio giusto in ogni occasione per aiutare la bambina a cui era stato affidato. Attraverso lei riusciva ad aiutare tanti altri bambini dell’orfanatrofio. Passarono tanti anni e Mizzy rimase sempre uno dei giocattoli all’interno dell’istituto, continuando nel suo compito di stare vicino ai piccoli più tristi, facendoli sentire meno soli. Emma Buffadini 2° H L’ORCA ASSASSINA Il 25 febbraio 2010 è successa una tragedia che mi ha colpito e fatto pensare. Ad Orlando in Florida c’è un parco divertimenti con una piscina dove si svolge lo spettacolo con le orche. Proprio lì come ogni giorno, prima dell’inizio dello spettacolo, è successa una cosa terribile; un orca ha ucciso la sua addestratrice. Mentre la ragazza stava spiegando ad alcuni visitatori come si sarebbe svolto lo spettacolo, ad un certo punto l’orca è uscita dall’acqua, come fa di solito negli spettacoli e l’ha afferrata e trascinata nell’acqua facendola annegare. Sembra che quest’orca abbia ucciso altre due volte, però io non credo che sia colpa dell’orca, un maschio di trent’anni di nome Tilikurnm, ma penso che questi animali non devono essere tenuti rinchiusi in una vasca, magari anche grande, ma per loro, che sono abituati a nuotare negli oceani, sicuramente piccole come una prigione. Inoltre l’uomo, che vuole guadagnare sempre più soldi con questi spettacoli che attirano molte persone, costringe questi animali a stare rinchiusi in una vasca. Ho letto che ora quest’orca è stata messa “in punizione” in una vasca poco più grande di lei. Ma vi sembra giusto? Io spero per il suo bene che le diano la libertà e che l’uomo smetta di fare spettacoli con gli animali solo per fare i soldi. Poco tempo fa, sono andato a visitare l’acquario di Genova dove ci sono tanti pesci chiusi nelle vasche, ma la maggior parte sono specie protette perché in via d’estinzione, oppure portati nell’acquario perché erano in difficoltà e quindi portati lì non per fare gli spettacoli Giacomo Gnoli 2°H Tempo libero giugno 2010 ACROSTICO DELL’“ADOLESCENZA” A amicizia: quando accanto hai persone che ti fanno stare bene D delusione: quando ad esempio ti piace molto un ragazzo e a lui non interessi O odio: quando ci sono persone che, nonostante provi a starle vicino, ti rifiutano L lontananza: quando sei molto legato ad una persona che però non vedi mai E egoismo: quando ci sono persone che vogliono “distruggerti” e ti trovi costretta a difenderti S sorrisi: quando stai male e i tuoi amici con un semplice sorriso ti aiutano a risollevarti C confusioni: quando con gli amici fai pazzie E emozioni da vivere: quando hai bisogno di viverti la vita al massimo N necessità: quando hai tanto bisogno di qualcosa che non hai Z zoticità: quando ci sono persone che non sopporti A amore: quando ti innamori di qualcuno e lui prova lo stesso per te Debora Perazzini II H una cantante che piace a certi ragazzi LADY GAGA LA REGINA DELLA NEVE E’ la cantante dai capelli bianchi e sembra essere arrivata dal Polo Nord . Ai Video – Music - Award si è vestita da regina della neve. Ha strappato una “preziosissima” collana di perle e le ha attaccate sul viso con la colla per fare sembrare che avesse della neve. Speriamo non sia stata la colla a tenuta rapida, se no addio al suo “visino” !!! IL PESCATORE Pescatore Pesca Pesci Per Preparare Pietanza Prelibate Per Persone Privilegiate PINCO PALLINO PITTORE Pinco Pallino Pittore Poco Pratico Pinse Pallaide Per Pochi Piccioli Poi Pentitosi Poco Prezzo Pagato Partì Per Pisa Patria Propria L’IPPOGRAMMA ( non si deve usare la vocale i) Vendo gelato alla crema fresco e zuccherato IL GELATAIO Gelataio Grasso Gentile Guardava Gente Gustare Golosamente Gustosi Gelati Giganti L’ACROSTICO DEL LAVORO Lavorando Allegramente Viviamo Ogni ora Ricavando Orgoglio CLASSE III G L’ORIGINE DEL TORTELLINO Conoscete la vera storia della nascita dei tortellini? E’ successo tanto tempo fa, la dea Venere, durante una delle sue frequenti capatine sulla terra, trascorse la notte in una locanda di Castelfranco, il paese che si trova sulla via Emilia, giusto tra Modena e Bologna. Mentre Venere si faceva il bagno nella tinozza, l’oste non seppe resistere alla tentazione di spiarla dal buco della serratura. Non vide molto, visto la posizione della tinozza! Di preciso vide soltanto l’ombelico della dea, ma quel poco lo entusiasmò. Se fosse stato un pittore o uno scultore o un poeta avrebbe immediatamente dedicato un quadro o una statua, o un poema al bellissimo ombelico di Venere. Siccome era un oste, famoso in tutta la valle del Po per i suoi piatti, le dedicò un capolavoro destinato a durare nei secoli: il tortellino! DE LUCA EMANUELE II C Questo libro è stato scritto da Jhon Boyne. La storia è molto avvincente e molto realistica. Parla di un bambino che vive durante la seconda guerra mondiale e ne è una vittima. Il bambino si chiama Bruno ed ha circa otto anni. Bruno è figlio di un nazista che lavora per Hitler, quindi, a causa del lavoro del padre, si trasferisce a Berlino. Lui è piccolo e ciò non gli permette di capire quello che succede quindi nonostante tutte le raccomandazioni fatte dal padre, Bruno va alla scoperta del suo giardino. Camminando trova una recinzione oltre la quale vede molte persone e alcuni bambini che lavorano. Uno di questi un giorno si avvicina alla rete e si presenta a Bruno. Questo bambino si chiama Shmuet, anche lui ha otto anni, e fanno amicizia, ma Shmuet ha molti problemi, per esempio non trova da mangiare ed è sempre molto stanco. Bruno ogni giorno va a trovare il suo nuovo amico e gli porta quasi sempre da mangiare senza capire che lui si trova in un campo di sterminio per ebrei. Improvvisamente un giorno Shmuet non trova più il padre e Bruno decide di entrare nella fattoria (così Bruno chiamava il lager) ma proprio quel giorno, i nazisti avevano programmato un uccisione di massa degli ebrei. Bruno così viene ucciso assieme a tutti gli ebrei del campo. Catone Sofia 3°H INTERGALATTICA Appena atterrata dal pianeta B51 ecco l’intergalattica Lady Gaga che ci stupisce con un vestito plastificato rosa ed i suoi accessori. Ma dite che prima o poi indosserà un vestito comodo? SVENIMENTO SUL PALCO Il 13 Marzo Lady Gaga, durante il suo concerto tenutosi in Nuova Zelanda ,ha avuto un cedimento fisico . Il suo show che prevedeva 16 cambi di vestiti, corografie, era quasi terminato quando Miss lady Gaga ,all’ultima canzone in scaletta, sembrava non riuscire più a reggere il palcoscenico. Mentre cantava “Bad Romance”, barcollando, si è seduta e poi sdraiata sul palcoscenico non dimenandosi come al solito: sembrava fosse sul punto di svenire ! Ma , fortunatamente , è riuscita a concludere il brano. Super Dark 98 1° B OROSCOPO CAPRICORNO Dovresti preoccuparti di più dei tuoi voti perché le prof. saranno senza cuore, soprattutto quella di matematica. Se ti impegnerai di più, sarai premiato con una bella “pizzata” che ti offrirà la preside, ma attento.. non mangiare molto, hai messo su qualche chiletto di troppo! Ti consiglio di non parlare male delle persone che hai più a cuore, potresti perdere i tuoi amici più cari! ACQUARIO Non puntare solo sulle uscite con gli amici, ma impegnati nello studio perché basta un brutto voto per deludere i tuoi genitori e i tuoi insegnanti. Sai bene che se li deludi non avranno più fiducia in te. Alle porte anche un rimprovero da parte di un amico. Cerca di non offendere nessuno con qualche atteggiamento indisponente. PESCI Ti alzerai sempre con la “luna storta”. A causa di questo comportamento verrai rimproverato spesso. Sta attento alle note sul registro, perché non si recuperano! Sarà, però, un periodo d’oro per le amicizie e chissà, forse ne troverai qualcuna in particolare… Un consiglio: sii te stesso e poi…buttati! ARIETE Buone notizie in arrivo: entrando nelle simpatie con le tue battute sui prof avrai tutti ottimi risultati, però attento a non esagerare perchè potrai passare da “cocco degli insegnanti” Gli inviti alle feste si moltiplicheranno, sarai molto ricercato per la tua ironia ( ma non dalla polizia!!) Non montarti la testa. TORO Sarebbe meglio che lasciassi perdere lo sport, i video game, i giretti in bicicletta con gli amici perché i compiti stanno pericolosamente aumentando. Attento alle sorpresine degli insegnanti di storia e matematica…Sabato piacevole serata con gli amici. GEMELLI Periodo positivo sul fronte scolastico, ma meno su quello dei rapporti d’amicizia. Grazie al magico mantello dell’invisibilità, le prof. non punteranno il loro dito su di te per le interrogazioni, ma studia ugualmente, se no le brutte figure le farai più avanti. Non criticare gli amici, qualcuno potrebbe offendersi e toglierti il saluto. Non essere pettegolo!! Pag.15 Recensioni “MI RICORDO ANNA “IL BAMBINO CON IL FRANK” PIGIAMA A RIGHE” CANCRO Vivi su un mondo a parte dove solo tu sai come arrivarci… e’ ora di svegliarsi, gli amici sono stanchi di vederti con la testa tra le nuvole per quella ragazza che non ti merita! La tua camera ha decisamente bisogno di una bella sistemata, i tuoi genitori te lo ripetono da settimane e questa è solo una delle tante cose da fare. LEONE Ricordati di non trascurare gli amici, perché un litigio è in arrivo! I tuoi genitori sono davvero arrabbiati con te perché casa tua è diventata un punto di ritrovo per tutti gli amici del quartiere! Conviene prendere qualche bel voto, o le uscite al cinema potrebbero saltare, non trovi? VERGINE Finalmente ti senti al centro dell’attenzione, hai ottenuto un ruolo importante nella recita scolastica! Grazie al tuo impegno, i tuoi risultati scolastici saranno ottimi e i tuoi genitori ti aumenteranno la paghetta.. Non lasciarti prendere completamente da tutto. Tra la recita scolastica, la tua attività sportiva, lo studio e le uscite non ti resta un attimo per respirare! Un pomeriggio di dolce far niente e ti sentirai più sereno. BILANCIA Passi da un estremo all’altro, un giorno sei triste, un giorno canti dalla felicità! Bilanciati con i voti, visto che la tua media sta scendendo velocemente, con lo sport, perché passi troppo tempo ad allenarti, ma soprattutto con il cuore: stai dando una brutta impressione di te, così risulti decisamente noioso. SCORPIONE E’ inutile continuare la sfilza di brutti voti sui registri dei tuoi insegnanti. Datti da fare, non vorrai mica essere bocciato! Per esempio, potresti studiare con la migliore della classe, che guarda caso è molto carina. Tu e il tuo migliore amico passate un periodo difficile a causa del vostro comportamento infantile, arrabbiandovi per ogni sciocchezza. Così potete solo allontanarvi. SAGITTARIO Fai attenzione alle tue battutine sui prof., cominci a stancare e sai che se succede questo una “gita” di istruzione in presidenza non te la toglie nessuno. Attento ai giretti in bicicletta: le mani vanno sul volante e il cellulare e l’ipod in tasca! Le ginocchia sono preziose. Sul fronte sentimentale nessuna novità. REDAZIONE DELLE SECONDE Poveri animali…tra metafore e meteore In casa sento spesso dire (non a me!) “Spicciati, sei lento come una lumaca!” “Smetti di fare il pappagallo” “Sei dispettoso come una scimmia!” Così qualche giorno fa mi sono messa a pensare ad altre similitudini sugli animali che comunemente si dicono o si vedono scritte ed ecco quelle che mi sono venute in mente: “Fare i passi da formica, furbo come una volpe, pauroso come un coniglio, testardo come un mulo e ignorante come un asino”. Ma se si dice “somaro!” è una metafora che non ha bisogno di chiarimenti. Perché, poverino? Poi si può dire: “Dorme come un ghiro”, “Cieco come una talpa”, “Ci casca sempre come un merlo!”, “E’ tonto come un allocco!”, “Sono affamato come un lupo” “E’ selvatico come un orso”, “Va a lavarti, sei sporco come un maiale!” Guardando il mio fratellino piccolo ho pensato “E’ mansueto come un agnellino, agile come un gatto, fedele come un cagnolino, forzuto come un leone” Ma se vogliamo offenderci! Non ci resta che trasformare le similitudini in metafore e allora… -Pappagallo!-Scimmia!-Merlo!-Allocco!-Asino! -Somaro!-Orso!-Maiale…! Poveri noi o…poveri animali?!? Sofia Valentina Pesaresi 3°H LE LACRIME DELL’ASSASSINO di Bondoux Anne-Laure “Le lacrime dell’assassino” è uno dei libri proposti per il progetto “La merenda del lettore” di quest’anno, per le classi seconde. Sinceramente non è che mi attraesse molto. Già dal titolo per quella parola “dell’assassino” ho pensato a sangue, omicidi e tutto il resto, ma se avessi tenuto conto anche di “le lacrime” sicuramente avrei dovuto intuire un po’ di che cosa parlava il libro ma, visto che sono superficiale come molte ragazze della mia età, non ci ho proprio pensato. Come ho detto non avevo intenzione di leggerlo ma, dopo i complimenti della mia prof. (al libro naturalmente xD), e le pressioni di mia cugina che l’aveva già letto, ho detto: “Ok ok, lo leggo, basta che la smetti di darmi fastidio”, anche se, ad essere sinceri, invece di “darmi fastidio” ho usato un’altra parola che è meglio evitare di scrivere. Quindi incominciai a leggere il libro… Angel Alegria sta scappando dalla Polizia e arriva in una piccola fattoria in Patagonia: lì Pablo e i suoi genitori lo ospitano e lo trattano come uno di casa, ma qualcosa va storto…Pablo si ritrova con i genitori morti e un assassino davanti a lui con una pistola puntata contro, Angel , per fortuna, decide di non ucciderlo forse per compassione. Si erano messi in casa un vero delinquente! Da quel momento i due vivono fianco a fianco, sviluppando una sorta di legame padre- figlio, ma ci sarà l’arrivo di Louis, letterato della buona borghesia, fuggitivo dalla famiglia, che farà sì che i due comincino a mettere in discussione la propria esistenza. I tre formeranno, per un po’, un’insolita famiglia fino a quando un viaggio a Puerto Natales fornirà a Louis l’occasione di superare le sue paure e chiamare la Polizia per fare arrestare Angel. I due (Angel e Pablo) scappano ma, dopo numerosi tentativi, la Polizia prende Angel e pensa che Pablo sia suo prigioniero, nonostante il bambino cerca in tutti i modi di dirgli che aveva deciso di stare con Angel di sua spontanea volontà… Che cosa succederà ad Angel e Pablo? Leggete il libro e lo saprete! Dopo averlo letto avevo le lacrime agli occhi come dice il titolo; è una storia davvero commovente e ve lo consiglio vivamente! YE GIULIA II H Questo film narra la storia di Anna Frank, una ragazza ebrea molto giovane, e della sua famiglia. La vicenda si svolge in Olanda durante la persecuzione degli ebrei da parte dei tedeschi. Anna, la sua famiglia e alcuni suoi amici sono costretti a nascondersi nell’ufficio del padre di Anna, ma vengono scoperti e deportati in un campo di concentramento. I bambini più piccoli vengono uccisi nelle camere a gas insieme agli uomini. Altre persone muoiono nei forni crematori oppure con le armi. L’unico, tra i protagonisti che sopravvive, è il padre ed è proprio lui che racconterà le proprie emozioni e la propria storia ad alcuni bambini delle elementari. Questo film l’ho visto molte volte in versioni sempre diverse, ma in nessuna si raccontava la vita di Anna nel campo di concentramento. E’ proprio questo che mi è piaciuto, sapere cos’ha passato lì, i dolori che continuamente provava, ma anche attimi di gioia, avuti grazie alla fantasia. Mi è piaciuto molto la parte del rabbino, ho seguito i suoi discorsi molto attentamente. Discuteva della legge morale, della coscienza, molte cose sulle quali nessuno si sofferma spesso. Il rabbino ha ragione: se si agisce contro la propria volontà, contro la propria coscienza, non ci si sente un giusto, si sta male, ma non lo si mostra per non sembrare deboli. Mi piace come il rabbino si sente legato ai propri bambini e anche che sacrifichi la sua vita per salvare quella di Peter. “Mi impediranno di crescere!”, ecco cosa pensa Anna dei tedeschi. Ancora piango, ma come si può impedire ad una bambina di vivere sensazioni forti come l’amore, la felicità, l’odio, è una cosa mostruosa; ma lo è ancora di più togliere la vita ad una persona, solo perché non appartiene alla tua razza o non la pensa come te. E’ triste sapere che gli Ebrei abbiano dovuto passare tante tragedie: forni crematori, camere a gas, dolori, pianti. Loro erano lì, non potevano far altro che soffrire. Ma Anna cercava di affrontare tutto questo, senza arrendersi e c’era una cosa in particolare che voleva fare: Scrivere.Desiderava tanto poter avere una matita e un pezzo di carta per poter scrivere quello che era costretta a vedere, per soffocare i pianti, per far sapere a qualcuno cosa vuol dire stare male. Ma queste cose le erano impedite.Nel campo non si poteva scrivere, era assolutamente vietato e ad Anna ciò dispiaceva molto. “Libertà è andare a dormire sapendo di non aver fatto del male a nessuno. Sì, perché libertà è sinonimo di bontà”, sono parole uscite dalla bocca del padre di Anna mentre racconta la storia della sua famiglia. Sono parole che mi hanno molto colpita, perché sono vere, descrivono esattamente come vorrei sentirmi io. Purtroppo, alcune volte, so di fare del male a qualcuno, ma non devo dire: “Non posso farci niente”! E adesso ho trovato la risposta ad una delle mie tante domande, so che se voglio sentirmi libera, in pace con me stessa, non devo ferire nessuno:familiari, amici, ma non devo ferire neanche le persone che conosco poco. Ringrazio vivamente Anna Frank, perché mi ha fatto riflettere su aspetti della vita che neanche conoscevo, ma soprattutto mi ha fatto tanto commuovere. So che, anche se è morta, rimarrà sempre vivo in ognuno di noi il suo insegnamento. FRANCESCA CICCONETTI III G LA MALEDIZIONE DI FENLEY PLACE La maledizione di Fenley place è il primo di un’avvincente collana di libri per ragazzi che ha come protagonista Nancy Drew,una coraggiosa diciottenne che ama risolvere misteri. Il libro racconta di fatti inspiegabili che accadono proprio a Fenley Place,una casa che si pensa stregata. La cosa più incedibile è che sul set dove si gira “Week end di terrore”,un film horror ambientato nella città di Nancy,avvengono analogamente gli stessi fatti:una nuvola rosso sangue che esce dal camino,il cane di casa viene narcotizzato,un fantasma compare alla finestra... La ragazza cerca di risolvere il mistero grazie all’aiuto e all’appoggio delle sue due migliori amiche Bess e George e,anche se questo la porterà a ricevere minacce dal colpevole,lei non si arrende e prosegue le indagini. Questo libro ci è piaciuto molto perché in ogni momento la paura ci assaliva e un continuo susseguirsi di emozioni e intriganti vicende ci ha portato a proseguire la lettura senza mai fermarci. Secondo noi questo libro coinvolgerebbe qualsiasi lettore. Giovanardi Giulia e Mancini Viola 2G SPOR T § SPOR T SPORT SPORT giugno 2010 Pag.16 Media “ BERTOLA” 2° POSTO al torneo scolastico di Pallavolo Giovedì 25 febbraio 2010 noi ragazze della terza H insieme ad altre di seconda e di terza ci siamo recate alla scuola media statale Panzini centrale per il torneo femminile di pallavolo scolastico. Partecipavano quattro scuole: Dante Alighieri, Villa Verucchio, Panzini, Bertola. Dopo una lunghissima camminata da scuola fino alla città, passando per il parco, siamo finalmente arrivate alla palestra accompagnate dalla professoressa Susanna Bisacchi. Quando siamo arrivate, era già cominciata la prima partita che si disputava tra Panzini e Dante Alighieri, vinta dalla Panzini per due set a uno. Le partite erano al meglio dei due set ai diciannove, in caso di pareggio si faceva il terzo a quindici. La seconda partita l’abbiamo giocata noi contro il Villa Verucchio e abbiamo vinto due set a uno. Per tutte noi è stato molto difficile coordinarci perché non avevamo mai giocato insieme, venendo da squadre diverse, ma nonostante ciò ce l’abbiamo messa tutta per vincere. L’ultima partita prevedeva lo scontro tra le due squadre vincitrici delle precedenti partite; le Panzini e noi. Visto che le avversarie si erano riposate, mentre noi giocavamo hanno approfittato della nostra stanchezza e ci hanno fatto giocare subito senza pausa tra una partita e l’altra e durante la ricreazione (noi avevamo già iniziato a mangiare). La finale è stata una partita molto dura perché le giocatrici erano molto brave, eravamo già stanche e giocare questa partita ci ha stremato. Il primo set lo abbiamo vinto perché abbiamo concentrato tutte le nostre forze. Il secondo lo abbiamo perso perché una brava attaccante ha iniziato a schiacciare forte e tenere la difesa era sempre più difficile. Il terzo set, nonostante ce l’avessimo messa tutta, non ce l’abbiamo fatta e abbiamo perso quindici a nove. Eravamo disperate perché anche l’anno precedente avevamo perso. Comunque sia, ci siamo divertite tanto e abbiamo fatto tutto quello che potevamo per la nostra scuola (anche perché abbiamo perso cinque ore di scuola). Però, nonostante tutto, la cosa soddisfacente è che siamo arrivate seconde nel nostro girone e di questo ne siamo molto orgogliose. Il cellulare…attenzione! alla testa e irritazioni agli occhi. Forse già sapete che anche le radiazioni del microonde sono dannose, mentre forse non sapete che l’esposizione a queste radiazioni colpisce maggiormente giovani e bambini perché il sistema nervoso centrale non è ancora del sviluppato,. Si è scoperto anche che il cordless (il telefono senza fili) emana impulsi ad alta frequenza anche quando non lo si usa. In Inghilterra i ragazzi sotto i 16 anni usano il cellulare solo in casi d’urgenza. In Germania si sconsiglia l’installazione di antenne ricetrasmittenti nelle vicinanze di asili, scuole e ospedali. Malati di tumori celebrali minacciano negli Stati Uniti le ditte produttrici di cellulari con querelle e multe nell’ordine di miliardi di dollari. Insomma, la telefonia mobile può nuocere alla salute! Per cui usala con prudenza! Francesca Daloisio Clara bollini 2A Ricercatori, medici e scienziati confermano che le radiazioni emesse dai cellulari, siano responsabili di alcuni disturbi alla salute: - mal di testa, sensazione di calore dietro alle orecchie; - irritamento degli occhi,opacamente del cristallino degli occhi; - disturbi degli durante il sonno, ipertensione; - Problemi di apprendimento, difficoltà a concentrarsi, memoria debole; Già dopo alcuni minuti di utilizzo del cellulare la barriera celebrale del sangue viene permeata da tossine e protidi: questo comporta la distruzione delle cellule nervose e l’insorgere di diverse malattie, ad esempio l’aumento di rumori Erika Mercuriali, Milone Sara, Ilaria Gervasi, Serrau Elisa, Venturini Federica III H Gli invincibili Neve, freddo e gelo non ci hanno fermati e fino in piscina siamo arrivati! Un po’ di caldo cercavamo e tenendoci per mano ecco Garden... arriviamo! In piscina un abbraccio ed un tuffo nel profondo in un grande giritondo ci hanno reso ancor più amici e con il cuor voliam felici Simona Costea 2E Benny Surdich 3H In gita ad Oltremare Tonetti Manuele 3A 1° Corsa veloce, Fioretti Luca 3E 1° Salto in lungo, Andrea Bulancea 3D 2° Lancio del peso, Matteo Orseni 1D 3° Vortex, Santini Daniele 3A Vortex. Questi campioni andranno alle gare regionali per competere nella loro categoria e contribuire al prestigio della nostra scuola... auguri da tutti noi