fattorie sociali in rete per la realizzazione di un distretto rurale di

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fattorie sociali in rete per la realizzazione di un distretto rurale di
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Fattorie didattiche
Alberto Grizzo
Coordinatore Forum Fattorie Sociali - Provincia di Pordenone
FATTORIE SOCIALI IN RETE PER LA
REALIZZAZIONE DI UN DISTRETTO
RURALE DI ECONOMIA SOLIDALE
L’ESPERIENZA DELLA PROVINCIA DI PORDENONE
Negli ultimi anni si sta affermando il concetto di agricoltura sociale come risultato di una sinergia fra organizzazioni agricole e terzo settore nella prospettiva dello
sviluppo di un nuovo welfare.
Queste buone alleanze hanno dato vita all’esperienza
delle fattorie sociali realizzate sia nell’ottica della differenziazione del servizio offerto da aziende agricole già
esistenti, sia come esisto del lavoro in agricoltura promosso dalle cooperative sociali.
Pur nelle differenti tipologie, l’obiettivo comune è ovviamente quello di dar vita a reti sociali entro le quali i soggetti deboli possano trovare una risposta ai bisogni di
inclusione socio-lavorativa, e autonomia abitativa e di
individuare sinergie produttive in grado di intercettare il
nuovo mercato del consumo critico.
La “fattoria sociale” è, dunque, un’impresa
economicamente e finanziariamente sostenibile che svolge l’attività produttiva in modo
integrato con l’offerta di servizi culturali,
educativi, assistenziali, formativi e occupazionali a vantaggio di soggetti a bassa contrattualità, in collaborazione con istituzioni
pubbliche e con il vasto mondo del terzo
settore.
Per le sue caratteristiche peculiari la fattoria
sociale ha una duttilità ed una versatilità che
difficilmente si riscontrano in unità produttive di settori extra-agricoli, e, pertanto, si
presta ad offrire risposte differenziate che rispettano l’approccio personalizzato.
Tutti questi aspetti concorrono ad esaltare il
suo carattere di contesto relazionale fortemente inclusivo, che può effettivamente
aprire ad esperienze non solamente occupazionali, ma di crescita personale.
Oggi esistono sul territorio regionale alcuni
esempi embrionali di diversificazione in
agricoltura, finalizzata al sociale e numerose
cooperative di tipo B operano nel settore del
verde, ma manca completamente un’azione
orientata alla nascita di queste nuove forme
di agricoltura sociale.
In questa prospettiva è nato il Forum delle
Fattorie Sociali della Provincia di Pordenone
che ha portato alla creazione di una rete di
cooperative e aziende agricole che si raccolgono attorno all’obiettivo comune di dar vita
a un nuovo modello di welfare di tipo locale che integra le politiche di sviluppo rurale, quelle della ricerca, con le politiche
socio-sanitarie.
ORIGINE
DELLE FATTORIE SOCIALI
Il 2005 è l’anno che vede sorgere anche in
Italia un’esperienza di rete per lo sviluppo
di esperienze di inclusione sociale in ambito
agricolo. La proposta di istituire un Forum
per la promozione delle Fattorie sociali (approvato con delibera consigliare il 19 dicembre 2005) è stata avanzata per la prima volta
in occasione del Convegno organizzato dalla
Notiziario ERSA 3/2008
Provincia di Roma e dalla Confederazione
Italiana Agricoltori (CIA) di Roma sul tema
“Fattorie Sociali: Nuova Frontiera di un’Agricoltura Responsabile” che si è svolto il 7
marzo 2004 presso la sede del CNR.
In quella occasione, alla presenza di numerosi rappresentanti di organizzazioni sociali,
enti locali e strutture di base del terzo settore, nonché di docenti universitari e ricercatori, sono state puntualizzate le linee di
sviluppo dell’agricoltura sociale nella Provincia di Roma e definiti i caratteri delle fattorie sociali. A questo primo momento di
riflessione sono seguiti tre Workshop di approfondimento su tematiche specifiche, in
considerazione dell’interesse sempre maggiore che le organizzazioni del settore
hanno mostrato nei confronti delle fattorie
sociali.
Parlando di fattorie sociali si è soliti riconoscere quali precursori importanti le Social
Care Farms olandesi. Tuttavia non vanno
ignorate le numerose esperienze di community farm per l’autismo presenti dai primi
anni ’70 in Irlanda, Danimarca, Spagna, Germania, Francia, Olanda ed in tempi più recenti (fine anni ’80) negli Stati Uniti
d’America (Ohio, Carolina); per quanto riguarda l’ambito italiano un’esperienza importante attiva dal 2002 è quella di Cascina
Rossago e, più vicina a noi, quella della cooperativa Campo Verde di Castelfranco Veneto, nata nel 1993.
Nel 2004, sulla scia del successo riscontrato
dall’esperienza delle fattorie didattiche presenti in modo organico sul territorio italiano
dal 1997, anche il mondo agricolo ha manifestato un interesse verso queste realtà che,
come le fattorie didattiche, rappresentano
una fonte per la diversificazione del reddito
aziendale.
Nel 2004, nell’ambito del progetto Neprovalter diversi funzionari delle regioni italiane,
austriache e slovene si sono incontrati
presso la fondazione Hollignan in Val d’Aosta, punto di riferimento per il progetto pilota sulla Fattoria Sociale. Negli ultimi due
anni si sono intensificati i momenti di incontro e di studio sull’agricoltura sociale, grazie
anche alle ricerche condotte dal prof. Francesco di Iacovo dell’ Università di Pisa e dal
prof. Senni dell’Università della Tuscia.
La recente pubblicazione dell’ARSIA Toscana “Agricoltura sociale e agricoltura di
comunità. Esperienze, progetti, nuove forme
di accoglienza e solidarietà nelle campagne
toscane” hanno consentito di effettuare una
prima mappatura, seppur a livello regionale,
delle fattorie sociali attive sul territorio toscano, favorendo nuovi contatti e scambi di
esperienze. Il 24-25-26 gennaio 2008 si è
svolto il Seminario Nazionale, organizzato
dalla Rete Nazionale e dall’Osservatorio
INEA per la Calabria, con la collaborazione
dell’Università degli Studi della Calabria, sul
tema “L’altra agricoltura… verso un’economia rurale sostenibile e solidale” che
ha evidenziato il ruolo innovativo dell’agricoltura sociale nel nostro paese.
NASCITA DEL FORUM PER LE FATTORIE
SOCIALI DELLA PROVINCIA DI
PORDENONE
Il Forum delle Fattorie Sociali della Provincia
di Pordenone, si è costituito nel maggio
2007, su iniziativa dell’Amministrazione Provinciale di Pordenone; attualmente composto da 6 cooperative sociali, 2 associazioni,
7 aziende agricole.
Il Forum per le Fattorie Sociali è uno organo
consultivo, di studio e di coordinamento in
materia di agricoltura sociale, sostenibilità
ambientale, inclusione socio-lavorativa dei
soggetti deboli, che ha lo scopo di realizzare
programmi di promozione e sviluppo dell’imprenditorialità nell’agricoltura social-
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mente responsabile. È uno spazio in cui
possono incontrarsi Enti pubblici e privati i
cui scopi sociali e/o attività siano coerenti
con le finalità dello stesso.
In relazione alle riflessioni che andranno
progressivamente maturando all’interno del
del Forum delle Fattorie Sociali, si procederà
alla realizzazione e all’implementazione dei
seguenti obiettivi:
1. riproduzione dei valori di solidarietà, reciprocità e mutuo aiuto, nonché del patrimonio storico, architettonico, culturale
e creativo, che rendono tipica la ruralità;
2. nuove forme di welfare che valorizzino
le specificità e le risorse delle aree rurali;
3. integrazione tra l’attività produttiva agricola e l’offerta di servizi culturali, sociali,
educativi, assistenziali, sanitari, formativi
e occupazionali, a vantaggio di soggetti
deboli, in particolare, disabili, tossicodipendenti, detenuti, anziani, bambini e
adolescenti;
4. interventi in aree marginali, in particolare
aree agricole urbane e periurbane, territori di collina e di montagna e centri isolati;
5. collaborazioni tra imprese agricole, soggetti del terzo settore e istituzioni pubbliche per migliorare la qualità della vita
e l’integrazione sociale dei soggetti svantaggiati;
6. promozione di legami forti con il mondo
del consumo critico e coi gruppi di acquisto solidale;
7. sviluppo di progetti di ricerca, sperimentazione e diffusione di innovazioni per
favorire lo sviluppo sostenibile nelle aree
rurali, nonché per diffondere modelli
d’uso e di valorizzazione delle risorse
produttive, ambientali e culturali, mediante le quali soggetti con bisogni e risorse diversificate trovano risposte di
qualità alle loro esigenze;
8. Sperimentazione di nuove forme dell’abitare sociale;
9. Promozione di percorsi sperimentali di
autonomia abitativa per i soggetti deboli;
10.Attivazione e promozione sul territorio di
reti sociali solidali a sostegno delle
nuove azioni di welfare;
11.Promozione e sostegno della bioeconomia intesa come economia ecologicamente e socialmente sostenibile;
12.Sostegno a percorsi riabilitativi che tengano fortemente in considerazione il
contesto ambientale di cura.
IL DISTRETTO RURALE
SOLIDALE (DRES)
DI
ECONOMIA
A partire da settembre 2007 il Forum delle
Fattorie Sociali della Provincia di Pordenone, ha promosso un percorso di tipo sperimentale che ha l’obiettivo di dar vita a un
nuovo modello di welfare di tipo locale.
L’innovazione nel welfare si concretizza attraverso una proposta di WELFARE COMUNITY che si sviluppa con una tipologia
particolare di distretto rurale, denominato
Distretto Rurale di Economia Solidale
(DRES).
Tenuto conto che le azioni di protezione sociale possono attuarsi efficacemente attraverso le comunità locali quali attori dei
processi di promozione e regolazione dello
sviluppo economico e sociale, considerato
che il nostro territorio regionale è prevalentemente costituito da situazioni rurali, si è
individuato proprio nel Distretto Rurale di
Economia Solidale lo strumento propulsivo
di processi virtuosi di welfare.
Ciò determina un’attenzione particolare ai
beni relazionali che stimolano nuovi processi economici basati sulla valorizzazione
del capitale sociale e sulla reciprocità tra i
numerosi portatori di interesse coinvolti.
Notiziario ERSA 3/2008
LE
FUNZIONI
Il progetto che, come si è precisato, realizza
un sistema innovativo di welfare comunity
in ambito rurale, elaborandolo attraverso il
modello denominato DISTRETTO RURALE DI
ECONOMIA SOLIDALE (DRES), è orientato a promuovere la partecipazione diretta dei cittadini ai processi solidaristici e alle iniziative di
governance a favore di uno sviluppo ecosostenibile. Il distretto rurale è un modello pertinente ad un approccio sistemico al
territorio come evidenziato dal D.Lgs. 18
maggio 2001, n.288. Si connota come sistema economico locale, che prospetta una
forte integrazione fra attività produttiva e
servizi, in un’ottica di rafforzamento del tessuto sociale ed economico della realtà locale
e nel rispetto e salvaguardia del territorio e
delle sue risorse naturali.
Si supera pertanto una visione puramente
settoriale e di filiera per assumere quella reticolare.
In questo senso il (DRES) è stato identificato da subito come la cornice organizzativa e metodologica offerta al
territorio per promuovere processi virtuosi di integrazione fra prodotti, servizi alla persona, beni relazionali e
tutela del territorio.
L’estensione territoriale del distretto e
stata fatta coincidere con quella dell’Ambito Socioassistenziale 6.3, (Ambito sud Provincia Pn) con l’idea che il
DRES concorra a tutti gli effetti alla
realizzazione del Sistema integrato dei
servizi sociali, alla promozione dei
processi di inclusione e allo sviluppo
dei servizi alla persona.
Questo sistema in rete si è
posto come volano
economico e sociale
del territorio, ottenendo i seguenti risultati: rafforzamento
delle reti di comunità; sperimentazione di
nuovi modelli di abitare sociale, (9 persone
come previsto della Legge Regionale 41/96
art 21); avvio di 10 percorsi di inclusione
socio lavorativa; incremento della rete di
protezione sociale. Inoltre ha creato una
partnership locale con i produttori agricoli
in linea con un’indicazione sancita dal
nuovo PSR e nei documenti UE ed Italiani
relativi alla multifunzionalità in agricoltura.
Ciò ha acconsentito di individuare una superficie di 40 ettari dove si producono, attraverso il sistema integrato fra impresa
agricola e impresa sociale, ortaggi, vino, e
cereali che si rendono riconoscibili sul mercato con un logo etico.
Ciò consente di intercettare in modo efficace
l’area del consumo critico che sta rappresentando a livello nazionale un fenomeno in
progressiva ascesa.
Il consumatore critico è disposto ad investire
qualcosa in più sul prodotto purchè siano riconoscibili in modo chiaro qualità e finalità
sociale dell’intervento produttivo. Inoltre,
nell’area del distretto si allevano e addestrano asini, cani da utilizzare rispettivamente in attività di opoterapia e pet teraphy.
È attraverso questo modello centrato sul capitale relazionale che il DRES, trova gran
parte della sua forza propulsiva.
Essa dipende dal fatto che le relazioni prodotte localmente formano un insieme di sinergie che danno al sistema locale una
capacità produttiva superiore a quella delle
singole unità.
Pertanto la strategia di intervento per il 2008
prevede, oltre all’ampliamento della rete ad
altre aziende agricole, lo sviluppo della multifunzionalità nella direzione delle nuove
energie attraverso la studio e la realizzazione
di un impianto a biomasse, finalizzato ad
uso civico.
In questo senso il Distretto Rurale di Economia Solidale diviene un luogo di sperimentazione e ricerca che coinvolge una pluralità
di soggetti, in quanto sono necessarie per il
nuovo impianto consistenti quantitativi di
biomasse.
Questo spinge a creare delle importanti relazioni con i produttori presenti sul territorio
e a considerare la possibilità di una pianificazione territoriale delle semine.
Si viene in tal modo concretizzando l’ipotesi
di una importante alleanza fra impresa sociale e impresa agricola basata non solo su
reciproci vantaggi economici, ma anche su
un comune obiettivo etico che aggiunge il
plusvalore della solidarietà e incrementa la
coesione sociale.