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RICHIAMI VIVI
Dossier a cura del
“Gruppo di studio sulle tradizioni violente”
www.tradizioniviolente.org
Luglio 2007
Introduzione
Condannata più volte per reati venatori riguardanti una scorretta gestione della fauna
locale, l’Italia è purtroppo nota in Europa anche per il suo ruolo nella distruzione della
biodiversità della fauna migratoria.
Varie specie di uccelli, protette in varie nazioni anche in quanto a rischio di estinzione,
vengono in Italia catturate a spese della collettività e regalate ai cacciatori per essere
trasformate in “Richiami vivi”.
Questo dossier analizza la situazione attuale e mette in evidenza una contraddizione
giuridica e sociale riguardo all’uso dei richiami vivi.
Nel primo capitolo “I richiami vivi” viene spiegata la metodica di prelievo e di utilizzo della
fauna migratoria mettendo in evidenza come, proprio per l’obiettivo d’uso dei richiami vivi,
gli animali debbano essere manipolati in maniera non consona alla propria natura e alle
proprie esigenze etologiche minime.
Nel secondo capitolo “Alcune cifre” viene presentato, documentandolo in alcuni casi e
stimandolo in altri, il numero di animali prelevati e, di conseguenza, il contributo italiano
alla perdita della diversità biologica in atto a livello europeo.
Nel terzo capitolo “Sentenze della cassazione” vengono riportate alcune sentenze che
condannano l’uso dei richiami vivi, in funzione soprattutto della recente modifica del codice
penale riguardo al concetto di maltrattamento su animali, in quanto attuato in maniera
talmente incompatibile con la natura degli animali da dover essere ritenuto maltrattamento.
Nel quarto capitolo “Contributi pubblici alle fiere ornitologico venatorie” viene documentato
il costo per la collettività di questo regalo statale al mondo venatorio.
Per chiudere le “Conclusioni” nonché una bibliografia e varie Appendici di
approfondimento.
I richiami vivi
Secondo il BirdLife International1 più di 200 delle 500 specie di uccelli che risiedono o transitano
dall’Europa sono in uno “unfavorable state of conservation”.
Il drammatico declino di molte specie mette in serio rischio la preservazione della diversità
biologica in Europa.
Sono molti i fattori che partecipano a questo declino, come ad esempio urbanizzazione e pesticidi,
ma il più importante fattore perseguito a scopo ludico è senza alcun dubbio la caccia e la cattura
degli uccelli migratori2.
È ormai evidente l’impatto estremamente significativo della caccia sul declino delle specie di
uccelli3 nonostante la carenza di dati ufficiali.
Il motivo principale della difficoltà nel reperimento dati è proprio dovuta al fatto che gli uccelli
migratori attraversano un gran numero di nazioni con legislazioni diverse e raccolte dati spesso
poco scientifiche.
Ogni anno centinaia di migliaia di merli, cesene, allodole, tordi bottacci, tordi sasselli, attraversano
il territorio nazionale ed Europeo nella loro migrazione verso i Paesi caldi.
Analizzando i dati che coprono le 27 nazioni europee per le quali erano disponibili informazioni
dettagliate o stimabili si può concludere che, come minimo, 100 milioni di questi migratori vengono
catturati e utilizzati per scopi venatori4, ed è un dato calcolato per difetto.
In Europa l’attività venatoria con uso di richiami vivi è praticata solo in Italia, Spagna, Francia e
Malta. In tutte le altre nazioni non solo non è permessa, ma gli uccelli migratori sono protetti.
L’Italia è tristemente famosa negli studi internazionali per le centinaia di migliaia di “roccoli”
(chiamati così anche in lingua inglese) che servono per catturare migratori da trasformare in
“richiami vivi” per attirare, a portata di fucile, altri uccelli5.
Ecco la loro cronistoria
Durante il periodo delle migrazioni, personale pagato dalle Province installa reti di cattura per
migratori. Uccelli già catturati vengono portati in prossimità delle reti in modo che il loro canto attiri
gli uccelli liberi impegnati nella migrazione che si incagliano nelle reti.
Vengono tolti dalle reti e in preda al panico, vengono messi in minuscoli contenitori per essere
trasportati ai centri di distribuzione dove i cacciatori stanno aspettando.
Ai centri di distribuzione vengono regalati ai cacciatori che li useranno per effettuare la caccia da
appostamento.
Sempre più terrorizzati, gli uccelli catturati vengono messi in sacchettini o in gabbiette e vengono
portati a casa del cacciatore che é diventato il loro padrone. Durante tutti questi viaggi gli uccelli
1 BIRDLIFE
INTERNATIONAL (2004): Birds in the European Union: a status assessment. Wageningen
& BOTTONI (1989): The killing of passerine migrants in Italy. Sitta 3: 27-36
GIORDANO (1991): The migration of birds and prey storks in the Strain of Messina. Birds of Prey Bulletin 4: 239-248
MAGNIN (1991): Caza y persecucion de aves migradoras en el Mediterraneo. La Garcilla 81: 28-34
GIORDANO et all (1998): Anti-poaching on the Strani of Messina: results after 15 years of activities. Holarctic birds of
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LINDELL & WIRDHEIM (2001): An Increase in bird hunting in southern Europe. Vǻr Fǻgelvǻrld 60: 6-11
3 NOWAK, E. (1975): Wasservogelschutz und Jagd. Ber. Dtsch. Sekt. Int. Rat Vogelschutz 15: 71-79.
BERNDT, R. &W.WINKEL (1977): Die Jagd als Überlebensproblem für die Waldschnepfe (Scolopax rusticola). Natur
und Landschaft 52: 105-106.
MOOIJ, J. H. (1995): Bestandsentwicklung der Gänse in Deutschland und der westlichen Paläarktis sowie
Bemerkungen zu Gänseschäden und Gänsejagd. Ber.Vogelschutz 33: 47-59.
BARBIER, L. (2001): Elements for a skylark (Alauda arvensis) management plan. Sci. 18: 45-83.
BOUTIN, J. (2001): Elements for a turtle-dove (Streptopelia turtur) management plan. Game Wildl. Sci.18: 87-112.
SCHRICKE, V. (2001): Elements for a garganey (Anas querquedula) management plan. Game Wildl. Sci. 18: 9-41.
SCHRICKE, V. (2002): Elements for a pochard (Aythya ferina) management plan. Game Wildl. Sci. 19: 143-178.
GUYOMARCH, J. (2003): Elements for a quail (Coturnix c. coturnix) management plan. Game Wildl. Sci. 20: 1-92.
4 HIRSCHFELD & HEYD (2005): Mortality of Migratory Birds caused by Hunting in Europe. Ber Vogelschutz 42: 4774.
5 HEYD (2004): Gerangel um neues Jagdgesetz in Italien. Artenschutzbrief 8: 4-5
2 MASSA
sbattono in continuazione contro le pareti delle gabbie ferendosi. Le allodole sono gli uccelli più
stressabili e sbattono in continuazione la testa contro il soffitto della gabbia.
A casa del cacciatore vengono messi, fino alla fine dei loro giorni, in gabbie grandi al massimo 2030 centimetri (a dipendenza della specie), disposte su scaffali, all'interno di scantinati o sottoterra,
in box, nelle cantine. Spesso questi locali sono semibui, sporchi, umidi e malsani. Lo sterco degli
uccelli, ognuno nella sua gabbietta, rimane depositato a blocchi sugli scaffali, e viene rimosso
molto raramente; moltissimi degli uccelli appena arrivati muoiono perché non sopportano la vita in
cattività, molti rifiutano di mangiare, altri non riescono a digerire quel nuovo mangime, così diverso
dal cibo naturale, altri continuano a sbattere e si feriscono fino alla morte, altri si lasciano andare
fino a morire. Alcuni sopravvivono.
Giugno-Agosto: i cacciatori prendono i loro uccelli, gli strappano un po' di penne, li mettono in
locali completamente bui, e in questa terribile condizione li lasciano, soli a sé stessi, per due mesi.
Questa è la MUTA ARTIFICIALE tutti i cacciatori torturano così i loro uccelli per fargli subire la
muta delle penne, cosa che in natura avviene spontaneamente all'approssimarsi della primavera; é
in questa meravigliosa stagione che gli uccelli, ricoperti dal nuovo piumaggio, cominciano a
cantare perché siamo nella stagione degli amori. Ma la caccia é aperta in autunno e ai cacciatori
serve che gli uccelli cantino, come se fosse primavera, in autunno. Quindi strappano loro delle
penne e li tengono al buio completo per indurli a credere che sia inverno (in realtà siamo in piena
estate). Oltre alle sevizie gli uccelli subiscono uno scompenso del metabolismo, non sanno più
distinguere il giorno dalla notte, l'inverno dall'estate, ecc., il sistema ormonale é completamente
sconvolto.
Man mano che il tempo passa i loro muscoli si atrofizzano; non sono più capaci di volare, non
sanno più cosa significa trovare un compagno e accoppiarsi. La coda si é rotta e non esiste più a
furia di sbattere contro le pareti della gabbia. Le zampe, a furia di stare nello sporco e a furia di
stare fermi in uno spazio così ridotto, si riempiono di croste, di piaghe, molti uccelli perdono gli arti.
Le penne spariscono in molte parti del corpo lasciandoli nudi a sopportare le intemperie.
Settembre-Gennaio: Apre la stagione di caccia. E’ autunno ma i richiami vivi vengono riportati alla
luce e credono sia primavera (hanno cambiato le piume e hanno rivisto la luce: credono che
dall'inverno si sia passati alla primavera. In realtà dall'estate si é passati all'autunno). Spesso
anche con tempo avverso, il cacciatore si reca al suo capanno di caccia, trasportando i suoi uccelli
da richiamo, contenuti ognuno nella propria gabbietta. Qui verranno appesi agli alberi e canteranno
per attirare e far cadere in trappola altri sventurati uccelli, che verranno uccisi dal cacciatore
nascosto nel capanno.
Febbraio: Finisce la caccia e gli uccelli, sempre rinchiusi nelle loro minuscole gabbiette, vengono
disposti sugli scaffali, in freddi e umidi locali, con pochissima aria, con pochissima luce, con scarsa
igiene. In queste condizioni passeranno lunghi mesi finché, senza più accorgersi che é arrivata la
primavera, si troveranno in estate.
I cacciatori dovrebbero riconsegnare i richiami vivi, una volta deceduti, ai centri di raccolta per
riceverne altri gratuitamente. Questo significa che ogni cacciatore dovrebbe mantenere in vita i
suoi richiami anche quando smettono di cantare. Considerando il fatto che ogni cacciatore riceve
fino a 40 richiami vivi possiamo facilmente dedurre quanti uccelli ogni cacciatore dovrebbe
continuare a mantenere “inutilmente” fino alla morte: un richiamo che smette di svolgere la sua
funzione non serve più a nulla al cacciatore, diventa unicamente un costo e un fardello che non gli
permette di continuare l’attività venatoria a pieno ritmo.
E’ noto infatti da diverse testimonianze di guardie venatorie di come in realtà spesso i cacciatori
abbandonino i propri richiami una volta che smettono di cantare, in modo che possano riceverne
subito altri.
Il problema è che questi uccelli abbandonati non sono più in grado di volare, non sanno più
procurarsi il cibo da soli, non sanno più migrare e scappare dai predatori: non sono più degli
uccelli. E’ facile quindi immaginare quale sia la loro sorte.
Per palesare ulteriormente la crudeltà di questa pratica riportiamo qui sotto le dimensioni
delle gabbie utilizzate negli allevamenti e nella detenzione di richiami vivi da parte dei
cacciatori nelle Province di Venezia, Firenze e nella Regione Marche:
Lunghezza
Larghezza
Altezza
Specie
20 cm
15 cm
20 cm
Allodola 17 cm
Passera d’Italia 15 cm
Passera mattugia 13.5 cm
30 cm
25 cm
25 cm
Merlo 25 cm
Cesena 25 cm
Tordo bottaccio 22 cm
Tordo sassello 20.5 cm
Storno 21 cm
100 cm
50 cm
40 cm
Colombaccio 40 cm
Pavoncella 30cm
Il fatto che questa pratica inizi ad essere vietata anche a livello locale in Italia, ci indica
chiaramente la sua natura violenta e crudele.
Alcune cifre (aggiornamento anno 2007)
L'uso dei richiami vivi è praticato in quasi tutta Italia tranne nelle Regioni Piemonte e
Sardegna dove non sono contemplati nella Legge e nella Provincia di Parma in cui è
espressamente vietato dal 2005.
In particolare questa forma di caccia è molto apprezzata nelle Regioni Lombardia e Veneto
dove gli impianti di cattura Provinciali nella sola stagione venatoria 2006/2007 hanno
effettuato un prelievo di 45'400 richiami vivi nel primo caso (Allegato 1), rispettivamente
26'645 richiami vivi nel secondo (Allegato 2).
Anche altre Regioni non disdegnano questa pratica crudele. Ad esempio per la stagione
venatoria 2006/2007 la Regione Emilia ha catturato 11'055 richiami vivi (Allegato 3) mentre
la Toscana 1'500 (Allegato 4).
Ammesso che i dati forniti dalle autorità siano quelli reali, in una sola stagione venatoria in
quattro Regioni sono stati catturati 83'200 richiami vivi.
A questo punto è possibile effettuare una stima per le altre Regioni facendo un calcolo per
difetto ed evitando di considerare i dati delle Regioni con un prelievo straordinariamente
alto:
- calcolando una media di 6000 richiami vivi a Regione calcolata coi dati ufficiali delle
Regioni che li hanno resi pubblici.
- sottraendo le regioni dove questa pratica non è concessa.
- considerando il numero di cacciatori per Regione
Si arriva a un dato stimato di 84'000 richiami vivi che, aggiunti a quelli calcolati
precedentemente, portano ad un totale generale di circa 167'000 richiami vivi per una sola
stagione venatoria.
Naturalmente a questi vanno aggiunti quelli provenienti dagli allevamenti.
Sentenze della cassazione
Di seguito abbiamo stilato una lista in ordine cronologico delle sentenze della Cassazione
in merito ai (mal)trattamenti riservati ai richiami vivi usati a scopo venatorio.
Citiamo qui solo i giudizi di merito rinviando all’Appendice 5 le sentenze complete:
1) Prima sentenza: l'uso di richiami vivi deve ritenersi vietato non solo nelle ipotesi
previste espressamente dall'art. 21 co. 1 lett. r) L. 157/'92, ma anche quando viene attuato
con modalità incompatibili con la natura …
http://www.ambientediritto.it/sentenze/2005/Cassazione/Cassazione
%202005%20n.46784.HTM#inizio
CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. III, 21/12/2005 (Ud. 5/12/2005), Sentenza n.
46784
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. III, 21/12/2005 (Ud. 5/12/2005), Sentenza n.
46784
(Presidente U. Papadia, Relatore A. Grassi)
Omissis
Con sentenza del Tribunale, in composizione monocratica, di Voghera datata 17/1/'05,
Giuseppe Eugenio Boventi veniva condannato, previo riconoscimento delle circostanze
attenuanti generiche, alla pena di E 1.000,00 di ammenda quale colpevole del reato
previsto dall'art. 727 c.p., del quale era chiamato a rispondere per avere, il 12/1/'03,
utilizzato in Borgoratto Mormorolo, al fine di richiamare a scopo di caccia gli uccelli, una
cesena viva legata ad una cordicella, strattonandola e facendole compiere continui decolli
e conseguenti ricadute.
Motivi della decisione
omissis Invero, la L. 11/02/'92, n. 157, consente l'uso, a scopo venatorio, di richiami vivi,
ma vieta che ad esseri viventi dotati di sensibilità psico-fisica, quali sono gli uccelli, siano
arrecate ingiustificate sofferenze, con offesa al comune sentimento di pietà verso gli
animali ed, a tal fine, elenca -con carattere meramente esemplificativo- dei comportamenti
da considerarsi vietati, ma non legittima l'uso di richiami vivi con modalità parimenti
offensive. Detta legge, infatti, non esaurisce la tutela della fauna in quanto limiti alle
pratiche venatorie sono posti anche dal previgente art. 727 c.p. e dall'attuale art. 544 ter
c.p., i quali hanno ampliato la sfera della menzionata tutela attraverso il divieto di condotte
atte a procurare agli animali strazio, sevizie o, comunque, detenzione attraverso modalità
incompatibili con la loro natura. Da ciò deriva che la legittimità delle pratiche venatorie
consentite sulla base della L. 157/'92 deve essere verificata anche alla luce delle norme
del codice penale s� richiamate (v. conf Cass. sez. III pen, 25/VI/'99, n. 8890 ; 191V/'98,
n. 5868 e 201V/'97, n. 4703). In virtù di tale principio di diritto, l'uso di richiami vivi deve
ritenersi vietato non solo nelle ipotesi previste espressamente dall'art. 21 co. 1 lett. r) L.
157/'92, ma anche quando viene attuato con modalità incompatibili con la natura …
omissis
2) Seconda sentenza: Tenere uccelli in gabbie coperte da un telo che impedisce il
filtrare della luce costituisce detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura
e quindi maltrattamento
http://www.carloconsiglio.it/cassazione.htm
Tenere uccelli in gabbie coperte da un telo che impedisce il filtrare della luce costituisce
detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e quindi maltrattamento. Corte di
Cassazione, Sezione feriale penale, sentenza n. 831 o 10136 del 24 agosto 2000, registro
generale n. 27497/00, depositata in cancelleria il 25 settembre 2000, imputato Castagna.*
La detenzione in gabbia di uccelli da usare come richiami per la caccia, pur se lecita in sé,
in quanto espressamente consentita dall'articolo 4 della Legge 11 febbraio 1992, n. 157,
può tuttavia configurarsi come maltrattamento se le gabbie sono di dimensioni così piccole
da non consentire neppure l'apertura delle ali. Corte di Cassazione, Sezione III penale,
sentenza n. 2151 o 8473 del 9 giugno 1999, registro generale n. 45237/98, depositata in
cancelleria il 1° luglio 1999, imputato Tamburini.*
3) Terza sentenza: l'uso di richiami vivi è vietato anche quando è incompatibile con la
natura dell'animale, a prescindere dalla specifica sofferenza causata
http://www.romacivica.net/cyberia/riserva/legale/giurispr.htm#richiami
Uso di richiami vivi
In tema di maltrattamento di animali (art. 727 cod. pen.), l'art. 4 della legge 11 febbraio
1992 n. 157 (norme per la protezione della fauna selvatica omeotermica e per il prelievo
venatorio) prevede espressamente l'esercizio venatorio con l'uso di richiami vivi, sempre
che questo non costituisca ipotesi di crudeltà, eccessiva fatica o ingiustificata tortura.
Dopo l'entrata in vigore della legge 22 novembre 1993 n. 473, che ha modificato l'art. 727
cod. pen., l'uso di richiami vivi è vietato anche quando è incompatibile con la natura
dell'animale, a prescindere dalla specifica sofferenza causata. Pertanto, l'uso di gabbie per
i richiami, ampiamente permesso nel vigore della pregressa disciplina, è ora consentito
solo nelle ipotesi residuali, da valutare in concreto, di compatibilità con la natura
dell'animale. (Fattispecie nella quale è stato ritenuto integrata la contravvenzione ex art.
727 cod. pen., poiché dieci volatili, quali richiami per la caccia, erano stati tenuti in
minuscole gabbie, incompatibili con la loro natura). Cass. Pen. Sez. III, sent. n. 6903 del
16-06-1995 (ud. del 27-04-1995), Clearco.
Contributi pubblici alle fiere ornitologico venatorie (aggiornamento al 2007)
I richiami vivi sono il simbolo delle fiere ornitologico venatorie, manifestazioni oggigiorno
aperte a tutti e organizzate da associazioni di cacciatori, perlopiù dalla F.I.M.O.V.
(Federazione Italiana Manifestazioni Ornitologico Venatorie). Queste fiere hanno sempre
inizio nelle prime ore del mattino con una gara di uccelli da richiamo ed è il luogo dove gli
appassionati di questa attività si incontrano per condividere le loro esperienze di crudeltà.
L’esempio della Regione Veneto
La Regione Veneto, con Delibera della Giunta n. 2428 del 01.08.2006, regala migliaia di
Euro alle associazioni venatorie per promuovere le loro attività tramite il sostegno a
iniziative definite di carattere "culturale e ricreativo". Molti di questi finanziamenti, che
ufficialmente rappresenterebbero un contributo alle associazioni ornitologiche, finiscono
nelle tasche delle associazioni venatorie come la FIMOV. Nell'allegato A della Delibera
(allegato 5) si nota infatti come, di fianco alle associazioni citate (prime tre colonne),
appaiano le federazioni di appartenenza (quarta colonna) e che molte di queste siano
associazioni venatorie (che basano la loro attività culturale sull'uccisione degli uccelli). Le
modalità di finanziamento sono suddivise in tre parti: una prima parte forfettaria di 1’100
Euro uguale per tutti (quinta colonna); una seconda parte di supporto ai programmi (sesta
e settima colonna); una terza parte di sovvenzione ai vari progetti specifici per una quota
pari al 50% del totale di ciascun progetto (ottava, nona e decima colonna). L'undicesima e
ultima colonna mostra il totale dei finanziamenti per ciascuna associazione.
Da notare che su 300’000 Euro totali di finanziamento regionale, solo 2’000 Euro
vanno a supportare associazioni come la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli); dei
restanti 298’000 Euro ben 160'000 finiscono nelle tasche della FIMOV che diffonde la
cultura e la tradizione dello sfruttamento, del disconoscimento delle esigenze
etologiche, della tortura e dell'uccisione di esseri viventi senzienti.
Conclusioni
Dato che:
� Secondo il BirdLife International più di 200 delle 500 specie di uccelli che risiedono o
transitano dall’Europa sono in uno “unfavorable state of conservation”. Questo drammatico
declino di molte specie mette in serio rischio la preservazione della diversità biologica in
Europa.
� Sono molti i fattori che partecipano a questo declino, come ad esempio urbanizzazione
e pesticidi, ma il più importante fattore perseguito a scopo ludico è senza alcun dubbio la
caccia e la cattura degli uccelli migratori.
� L’Italia è uno dei paesi che contribuisce in misura maggiore al prelievo della fauna
migratoria.
� Gli animali prelevati vengono rinchiusi in gabbie totalmente inadatte alla loro natura, gli
vengono strappate le penne, viene distrutto il loro naturale ciclo biologico.
� Come conseguenza di questi maltrattamenti la maggior parte di loro muoiono di stenti.
� Il prelievo avviene utilizzando soldi e personale pubblico.
� Inoltre varie Regioni finanziano anche fiere di esposizione dei richiami vivi.
� Questa pratica viene giudicata maltrattamento da alcune sentenze della Cassazione.
� L’uso dei richiami vivi è vietato in molte nazioni, alcune regioni e, in tempi più recenti
anche a livello provinciale essendo considerata dannosa per la biodiversità e soprattutto
fonte di maltrattamento secondo le nuove norme del Codice Penale.
Consideriamo l’uso dei richiami vivi una metodologia venatoria non più accettabile a livello
legislativo, economico e sociale.
Riguardando inoltre una parte minoritaria dell’attività venatoria nazionale un eventuale
divieto riguardo l’uso dei richiami vivi non cambierebbe altre norme connesse alla
distribuzione del territorio e gestione della fauna così come previste nella legge 157 che
regolamenta l’attività venatoria in Italia.
In funzione di tale obiettivo chiediamo un parere tecnico all’Associazione Nazionale Medici
Veterinari Italiani riguardo alla accettabilità di tale pratica in funzione delle più avanzate
conoscenza scientifiche e delle più recenti normative.
Cordiali saluti.
Monica Bertini
Massimo Tettamanti
Gruppo di studio sulle tradizioni violente.
www.tradizioniviolente.org
[email protected]
Il Gruppo di Studio sulle Tradizioni Violente è stato creato, supportato e utilizza
materiale delle seguenti associazioni:
Animal Defenders International
La missione di Animal Defenders International è quella di educare, portare
consapevolezza, e promuovere l’interesse dell’umanità nella causa della giustizia, e della
soppressione di tutte le forme di crudeltà sugli animali; laddove possibile di alleviare la
sofferenza, e di conservare e proteggere gli animali e l’ambiente. Questa associazione da
circa quindici anni è attiva soprattutto nel campo della violenza su animali nei circhi e del
traffico delle specie protette. Particolarmente utile è tutto il loro lavoro di infiltrazione nei
circhi che, per la prima volta, ha mostrato la vera sofferenza degli animali durante i
trasporti, gli addestramenti e gli spettacoli circensi. Si sono
anche occupati di riabilitare e reintrodurre in ambiente naturale animali sequestrati in
azioni legali, vinte grazie al materiale che i loro ispettori infiltrati erano riusciti a procurarsi.
Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia
L'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia persegue la finalita' di operare
concretamente per il supporto alle vittime e per la prevenzione di danni futuri ad opera
dell'attivita' venatoria. Il termine "vittima" e' utilizzato in senso ampio comprendendo, non
solo casi di ferimenti o morte, ma anche danni psicologici, sociali ed economici. La caccia
consiste nell'uso di armi da fuoco, anche su terreni accidentati e con scarsa visibilità, da
parte di persone che seguono una tradizione irrispettosa della salute e della proprietà
altrui; fonte di pericolo e causa di morte anche per coloro che vorrebbero pacificamente
godere della tranquillità della campagna e della bellezza della natura."
Artimiste
Agenzia di supporto artistico nata con l'obiettivo primario di sostenere e miscelare tra loro
varie forme artistiche come musica, poesia e arte sperimentale, in breve tempo ha
acquisito una notevole esperienza nel campo della musicoterapia. Lavora e supporta
programmi terapeutici in collaborazione con comunità, educatori e psicologi tramite la
sezione "Arte come Terapia". Supporta economicamente progetti non-profit per
associazioni di volontariato a difesa dei più deboli tramite la sezione "Arte in S.O.S"
Coordinamento degli Avvocati per la Difesa delle Vittime di Violenza Domestica
Questo coordinamento nasce con l'obiettivo di sostenere lo studio e la divulgazione del
legame esistente fra i maltrattamenti nei confronti degli animali e gli abusi subiti da donne
e minori nelle pareti domestiche. Collaborando con l'equipe di pedagogisti attualmente
impegnata in Italia nello studio delle implicazioni psicologiche dei comportamenti violenti
nei confronti di esseri umani e animali e del loro legame, il coordinamento intende
approfondirne i risvolti legislativi nelle attuali giurisprudenze anglosassoni, allo scopo di
promuovere anche nel nostro paese, una consapevolezza giuridica che contempli i
maltrattamenti animali nelle pareti domestiche quali campanelli d'allarme di probabili abusi
di donne-minori e viceversa.
GEDMEV - Genitori e Educatori per la Difesa dei Minori dall'Esposizione alla Violenza
L'Associazione GEDMEV opera in tutto il territorio nazionale per la difesa dei minori
dall'esposizione alla violenza. Raccoglie e analizza le attuali esposizioni alla violenza
durante l'età dello sviluppo del senso morale dei bambini, promuove studi, incontri,
progetti, convegni e, in particolare, svolge opera di diffusione informativa all'interno delle
scuole di ogni ordine e grado. Predispone con le autorità centrali e locali la soluzione dei
problemi che hanno riflessi nel campo della difesa dei minori.
Society for Research in Child Development
La Società per la Ricerca sulla Sviluppo Infantile è un'associazione non-profit, formata da
circa 5500 ricercatori, professionisti e volontari, appartenenti a più di 50 nazioni. Scopo
dell'associazione è quello di promuovere la ricerca multidisciplinare in tutti gli ambiti che
riguardano lo sviluppo fisico-psicologico-morale degli esseri umani; di veicolare lo scambio
di informazioni tra scienziati e specialisti di diverse discipline; di incoraggiare l'applicazione
pratica dei risultati ottenuti nelle diverse ricerche.
Zona Franca
Zona Franca è una associazione senza fini di lucro, formata da un'equipe operativa
costituita da pedagogisti, educatori professionali, storici e maestri d'arte che hanno deciso
di unirsi per mettere se stessi e la propria professionalità nell'ambito dell'educazione a
disposizione della realizzazione di una serie di obiettivi comuni quali lo studio e la
divulgazione delle implicazioni psicologiche ed educative dell'interazione uomo animale,
con particolare riguardo allo studio delle implicazioni psicologiche della crudeltà dei
bambini e degli adolescenti nei confronti degli animali e dell’esposizione di minori alla
violenza su animali. A tal proposito i nostri riferimenti teorici, si rifanno alla ricchissima
letteratura scientifica psicopedagogica americana e gli studi dei profiler
della “Sezione Ricerche Comportamentali” dell’FBI. Uno degli obiettivi principali, in questo
contesto è quello di portare le conoscenze scientifiche anglosassoni, al di là degli ambiti
esclusivamente accademici, consentendo in chi, come noi, lavora quotidianamente con
l’utenza violata, depressa, deprivata, violenta o anche solo minorile, lo sviluppo di una
cultura pedagogica ed educativa che contempli la crudeltà sugli animali quale tirocinio di
crudeltà verso gli uomini.
Bibliografia di approfondimento
AEBISCHER, N. (1997): Fowl like birds (Galliformes). In: Roth, H.H. & G. Merz (eds.) Wildlife Resources: A Global Account
of Economic Use: 143-154. Springer Verlag. Berlin.
AEBISCHER, N., S. BROWNE, N.MOORE &D. PARROT (2003): Provision of bag statistics for huntable birds - Defra Project
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