richiami vivi - Nosagraosei.org
Transcript
richiami vivi - Nosagraosei.org
RICHIAMI VIVI Dossier a cura del “Gruppo di studio sulle tradizioni violente” www.tradizioniviolente.org Luglio 2007 Introduzione Condannata più volte per reati venatori riguardanti una scorretta gestione della fauna locale, l’Italia è purtroppo nota in Europa anche per il suo ruolo nella distruzione della biodiversità della fauna migratoria. Varie specie di uccelli, protette in varie nazioni anche in quanto a rischio di estinzione, vengono in Italia catturate a spese della collettività e regalate ai cacciatori per essere trasformate in “Richiami vivi”. Questo dossier analizza la situazione attuale e mette in evidenza una contraddizione giuridica e sociale riguardo all’uso dei richiami vivi. Nel primo capitolo “I richiami vivi” viene spiegata la metodica di prelievo e di utilizzo della fauna migratoria mettendo in evidenza come, proprio per l’obiettivo d’uso dei richiami vivi, gli animali debbano essere manipolati in maniera non consona alla propria natura e alle proprie esigenze etologiche minime. Nel secondo capitolo “Alcune cifre” viene presentato, documentandolo in alcuni casi e stimandolo in altri, il numero di animali prelevati e, di conseguenza, il contributo italiano alla perdita della diversità biologica in atto a livello europeo. Nel terzo capitolo “Sentenze della cassazione” vengono riportate alcune sentenze che condannano l’uso dei richiami vivi, in funzione soprattutto della recente modifica del codice penale riguardo al concetto di maltrattamento su animali, in quanto attuato in maniera talmente incompatibile con la natura degli animali da dover essere ritenuto maltrattamento. Nel quarto capitolo “Contributi pubblici alle fiere ornitologico venatorie” viene documentato il costo per la collettività di questo regalo statale al mondo venatorio. Per chiudere le “Conclusioni” nonché una bibliografia e varie Appendici di approfondimento. I richiami vivi Secondo il BirdLife International1 più di 200 delle 500 specie di uccelli che risiedono o transitano dall’Europa sono in uno “unfavorable state of conservation”. Il drammatico declino di molte specie mette in serio rischio la preservazione della diversità biologica in Europa. Sono molti i fattori che partecipano a questo declino, come ad esempio urbanizzazione e pesticidi, ma il più importante fattore perseguito a scopo ludico è senza alcun dubbio la caccia e la cattura degli uccelli migratori2. È ormai evidente l’impatto estremamente significativo della caccia sul declino delle specie di uccelli3 nonostante la carenza di dati ufficiali. Il motivo principale della difficoltà nel reperimento dati è proprio dovuta al fatto che gli uccelli migratori attraversano un gran numero di nazioni con legislazioni diverse e raccolte dati spesso poco scientifiche. Ogni anno centinaia di migliaia di merli, cesene, allodole, tordi bottacci, tordi sasselli, attraversano il territorio nazionale ed Europeo nella loro migrazione verso i Paesi caldi. Analizzando i dati che coprono le 27 nazioni europee per le quali erano disponibili informazioni dettagliate o stimabili si può concludere che, come minimo, 100 milioni di questi migratori vengono catturati e utilizzati per scopi venatori4, ed è un dato calcolato per difetto. In Europa l’attività venatoria con uso di richiami vivi è praticata solo in Italia, Spagna, Francia e Malta. In tutte le altre nazioni non solo non è permessa, ma gli uccelli migratori sono protetti. L’Italia è tristemente famosa negli studi internazionali per le centinaia di migliaia di “roccoli” (chiamati così anche in lingua inglese) che servono per catturare migratori da trasformare in “richiami vivi” per attirare, a portata di fucile, altri uccelli5. Ecco la loro cronistoria Durante il periodo delle migrazioni, personale pagato dalle Province installa reti di cattura per migratori. Uccelli già catturati vengono portati in prossimità delle reti in modo che il loro canto attiri gli uccelli liberi impegnati nella migrazione che si incagliano nelle reti. Vengono tolti dalle reti e in preda al panico, vengono messi in minuscoli contenitori per essere trasportati ai centri di distribuzione dove i cacciatori stanno aspettando. Ai centri di distribuzione vengono regalati ai cacciatori che li useranno per effettuare la caccia da appostamento. Sempre più terrorizzati, gli uccelli catturati vengono messi in sacchettini o in gabbiette e vengono portati a casa del cacciatore che é diventato il loro padrone. Durante tutti questi viaggi gli uccelli 1 BIRDLIFE INTERNATIONAL (2004): Birds in the European Union: a status assessment. Wageningen & BOTTONI (1989): The killing of passerine migrants in Italy. Sitta 3: 27-36 GIORDANO (1991): The migration of birds and prey storks in the Strain of Messina. Birds of Prey Bulletin 4: 239-248 MAGNIN (1991): Caza y persecucion de aves migradoras en el Mediterraneo. La Garcilla 81: 28-34 GIORDANO et all (1998): Anti-poaching on the Strani of Messina: results after 15 years of activities. Holarctic birds of prey. Adenex-World working group. Berlin LINDELL & WIRDHEIM (2001): An Increase in bird hunting in southern Europe. Vǻr Fǻgelvǻrld 60: 6-11 3 NOWAK, E. (1975): Wasservogelschutz und Jagd. Ber. Dtsch. Sekt. Int. Rat Vogelschutz 15: 71-79. BERNDT, R. &W.WINKEL (1977): Die Jagd als Überlebensproblem für die Waldschnepfe (Scolopax rusticola). Natur und Landschaft 52: 105-106. MOOIJ, J. H. (1995): Bestandsentwicklung der Gänse in Deutschland und der westlichen Paläarktis sowie Bemerkungen zu Gänseschäden und Gänsejagd. Ber.Vogelschutz 33: 47-59. BARBIER, L. (2001): Elements for a skylark (Alauda arvensis) management plan. Sci. 18: 45-83. BOUTIN, J. (2001): Elements for a turtle-dove (Streptopelia turtur) management plan. Game Wildl. Sci.18: 87-112. SCHRICKE, V. (2001): Elements for a garganey (Anas querquedula) management plan. Game Wildl. Sci. 18: 9-41. SCHRICKE, V. (2002): Elements for a pochard (Aythya ferina) management plan. Game Wildl. Sci. 19: 143-178. GUYOMARCH, J. (2003): Elements for a quail (Coturnix c. coturnix) management plan. Game Wildl. Sci. 20: 1-92. 4 HIRSCHFELD & HEYD (2005): Mortality of Migratory Birds caused by Hunting in Europe. Ber Vogelschutz 42: 4774. 5 HEYD (2004): Gerangel um neues Jagdgesetz in Italien. Artenschutzbrief 8: 4-5 2 MASSA sbattono in continuazione contro le pareti delle gabbie ferendosi. Le allodole sono gli uccelli più stressabili e sbattono in continuazione la testa contro il soffitto della gabbia. A casa del cacciatore vengono messi, fino alla fine dei loro giorni, in gabbie grandi al massimo 2030 centimetri (a dipendenza della specie), disposte su scaffali, all'interno di scantinati o sottoterra, in box, nelle cantine. Spesso questi locali sono semibui, sporchi, umidi e malsani. Lo sterco degli uccelli, ognuno nella sua gabbietta, rimane depositato a blocchi sugli scaffali, e viene rimosso molto raramente; moltissimi degli uccelli appena arrivati muoiono perché non sopportano la vita in cattività, molti rifiutano di mangiare, altri non riescono a digerire quel nuovo mangime, così diverso dal cibo naturale, altri continuano a sbattere e si feriscono fino alla morte, altri si lasciano andare fino a morire. Alcuni sopravvivono. Giugno-Agosto: i cacciatori prendono i loro uccelli, gli strappano un po' di penne, li mettono in locali completamente bui, e in questa terribile condizione li lasciano, soli a sé stessi, per due mesi. Questa è la MUTA ARTIFICIALE tutti i cacciatori torturano così i loro uccelli per fargli subire la muta delle penne, cosa che in natura avviene spontaneamente all'approssimarsi della primavera; é in questa meravigliosa stagione che gli uccelli, ricoperti dal nuovo piumaggio, cominciano a cantare perché siamo nella stagione degli amori. Ma la caccia é aperta in autunno e ai cacciatori serve che gli uccelli cantino, come se fosse primavera, in autunno. Quindi strappano loro delle penne e li tengono al buio completo per indurli a credere che sia inverno (in realtà siamo in piena estate). Oltre alle sevizie gli uccelli subiscono uno scompenso del metabolismo, non sanno più distinguere il giorno dalla notte, l'inverno dall'estate, ecc., il sistema ormonale é completamente sconvolto. Man mano che il tempo passa i loro muscoli si atrofizzano; non sono più capaci di volare, non sanno più cosa significa trovare un compagno e accoppiarsi. La coda si é rotta e non esiste più a furia di sbattere contro le pareti della gabbia. Le zampe, a furia di stare nello sporco e a furia di stare fermi in uno spazio così ridotto, si riempiono di croste, di piaghe, molti uccelli perdono gli arti. Le penne spariscono in molte parti del corpo lasciandoli nudi a sopportare le intemperie. Settembre-Gennaio: Apre la stagione di caccia. E’ autunno ma i richiami vivi vengono riportati alla luce e credono sia primavera (hanno cambiato le piume e hanno rivisto la luce: credono che dall'inverno si sia passati alla primavera. In realtà dall'estate si é passati all'autunno). Spesso anche con tempo avverso, il cacciatore si reca al suo capanno di caccia, trasportando i suoi uccelli da richiamo, contenuti ognuno nella propria gabbietta. Qui verranno appesi agli alberi e canteranno per attirare e far cadere in trappola altri sventurati uccelli, che verranno uccisi dal cacciatore nascosto nel capanno. Febbraio: Finisce la caccia e gli uccelli, sempre rinchiusi nelle loro minuscole gabbiette, vengono disposti sugli scaffali, in freddi e umidi locali, con pochissima aria, con pochissima luce, con scarsa igiene. In queste condizioni passeranno lunghi mesi finché, senza più accorgersi che é arrivata la primavera, si troveranno in estate. I cacciatori dovrebbero riconsegnare i richiami vivi, una volta deceduti, ai centri di raccolta per riceverne altri gratuitamente. Questo significa che ogni cacciatore dovrebbe mantenere in vita i suoi richiami anche quando smettono di cantare. Considerando il fatto che ogni cacciatore riceve fino a 40 richiami vivi possiamo facilmente dedurre quanti uccelli ogni cacciatore dovrebbe continuare a mantenere “inutilmente” fino alla morte: un richiamo che smette di svolgere la sua funzione non serve più a nulla al cacciatore, diventa unicamente un costo e un fardello che non gli permette di continuare l’attività venatoria a pieno ritmo. E’ noto infatti da diverse testimonianze di guardie venatorie di come in realtà spesso i cacciatori abbandonino i propri richiami una volta che smettono di cantare, in modo che possano riceverne subito altri. Il problema è che questi uccelli abbandonati non sono più in grado di volare, non sanno più procurarsi il cibo da soli, non sanno più migrare e scappare dai predatori: non sono più degli uccelli. E’ facile quindi immaginare quale sia la loro sorte. Per palesare ulteriormente la crudeltà di questa pratica riportiamo qui sotto le dimensioni delle gabbie utilizzate negli allevamenti e nella detenzione di richiami vivi da parte dei cacciatori nelle Province di Venezia, Firenze e nella Regione Marche: Lunghezza Larghezza Altezza Specie 20 cm 15 cm 20 cm Allodola 17 cm Passera d’Italia 15 cm Passera mattugia 13.5 cm 30 cm 25 cm 25 cm Merlo 25 cm Cesena 25 cm Tordo bottaccio 22 cm Tordo sassello 20.5 cm Storno 21 cm 100 cm 50 cm 40 cm Colombaccio 40 cm Pavoncella 30cm Il fatto che questa pratica inizi ad essere vietata anche a livello locale in Italia, ci indica chiaramente la sua natura violenta e crudele. Alcune cifre (aggiornamento anno 2007) L'uso dei richiami vivi è praticato in quasi tutta Italia tranne nelle Regioni Piemonte e Sardegna dove non sono contemplati nella Legge e nella Provincia di Parma in cui è espressamente vietato dal 2005. In particolare questa forma di caccia è molto apprezzata nelle Regioni Lombardia e Veneto dove gli impianti di cattura Provinciali nella sola stagione venatoria 2006/2007 hanno effettuato un prelievo di 45'400 richiami vivi nel primo caso (Allegato 1), rispettivamente 26'645 richiami vivi nel secondo (Allegato 2). Anche altre Regioni non disdegnano questa pratica crudele. Ad esempio per la stagione venatoria 2006/2007 la Regione Emilia ha catturato 11'055 richiami vivi (Allegato 3) mentre la Toscana 1'500 (Allegato 4). Ammesso che i dati forniti dalle autorità siano quelli reali, in una sola stagione venatoria in quattro Regioni sono stati catturati 83'200 richiami vivi. A questo punto è possibile effettuare una stima per le altre Regioni facendo un calcolo per difetto ed evitando di considerare i dati delle Regioni con un prelievo straordinariamente alto: - calcolando una media di 6000 richiami vivi a Regione calcolata coi dati ufficiali delle Regioni che li hanno resi pubblici. - sottraendo le regioni dove questa pratica non è concessa. - considerando il numero di cacciatori per Regione Si arriva a un dato stimato di 84'000 richiami vivi che, aggiunti a quelli calcolati precedentemente, portano ad un totale generale di circa 167'000 richiami vivi per una sola stagione venatoria. Naturalmente a questi vanno aggiunti quelli provenienti dagli allevamenti. Sentenze della cassazione Di seguito abbiamo stilato una lista in ordine cronologico delle sentenze della Cassazione in merito ai (mal)trattamenti riservati ai richiami vivi usati a scopo venatorio. Citiamo qui solo i giudizi di merito rinviando all’Appendice 5 le sentenze complete: 1) Prima sentenza: l'uso di richiami vivi deve ritenersi vietato non solo nelle ipotesi previste espressamente dall'art. 21 co. 1 lett. r) L. 157/'92, ma anche quando viene attuato con modalità incompatibili con la natura … http://www.ambientediritto.it/sentenze/2005/Cassazione/Cassazione %202005%20n.46784.HTM#inizio CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. III, 21/12/2005 (Ud. 5/12/2005), Sentenza n. 46784 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO CORTE DI CASSAZIONE Penale, Sez. III, 21/12/2005 (Ud. 5/12/2005), Sentenza n. 46784 (Presidente U. Papadia, Relatore A. Grassi) Omissis Con sentenza del Tribunale, in composizione monocratica, di Voghera datata 17/1/'05, Giuseppe Eugenio Boventi veniva condannato, previo riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, alla pena di E 1.000,00 di ammenda quale colpevole del reato previsto dall'art. 727 c.p., del quale era chiamato a rispondere per avere, il 12/1/'03, utilizzato in Borgoratto Mormorolo, al fine di richiamare a scopo di caccia gli uccelli, una cesena viva legata ad una cordicella, strattonandola e facendole compiere continui decolli e conseguenti ricadute. Motivi della decisione omissis Invero, la L. 11/02/'92, n. 157, consente l'uso, a scopo venatorio, di richiami vivi, ma vieta che ad esseri viventi dotati di sensibilità psico-fisica, quali sono gli uccelli, siano arrecate ingiustificate sofferenze, con offesa al comune sentimento di pietà verso gli animali ed, a tal fine, elenca -con carattere meramente esemplificativo- dei comportamenti da considerarsi vietati, ma non legittima l'uso di richiami vivi con modalità parimenti offensive. Detta legge, infatti, non esaurisce la tutela della fauna in quanto limiti alle pratiche venatorie sono posti anche dal previgente art. 727 c.p. e dall'attuale art. 544 ter c.p., i quali hanno ampliato la sfera della menzionata tutela attraverso il divieto di condotte atte a procurare agli animali strazio, sevizie o, comunque, detenzione attraverso modalità incompatibili con la loro natura. Da ciò deriva che la legittimità delle pratiche venatorie consentite sulla base della L. 157/'92 deve essere verificata anche alla luce delle norme del codice penale s� richiamate (v. conf Cass. sez. III pen, 25/VI/'99, n. 8890 ; 191V/'98, n. 5868 e 201V/'97, n. 4703). In virtù di tale principio di diritto, l'uso di richiami vivi deve ritenersi vietato non solo nelle ipotesi previste espressamente dall'art. 21 co. 1 lett. r) L. 157/'92, ma anche quando viene attuato con modalità incompatibili con la natura … omissis 2) Seconda sentenza: Tenere uccelli in gabbie coperte da un telo che impedisce il filtrare della luce costituisce detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e quindi maltrattamento http://www.carloconsiglio.it/cassazione.htm Tenere uccelli in gabbie coperte da un telo che impedisce il filtrare della luce costituisce detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e quindi maltrattamento. Corte di Cassazione, Sezione feriale penale, sentenza n. 831 o 10136 del 24 agosto 2000, registro generale n. 27497/00, depositata in cancelleria il 25 settembre 2000, imputato Castagna.* La detenzione in gabbia di uccelli da usare come richiami per la caccia, pur se lecita in sé, in quanto espressamente consentita dall'articolo 4 della Legge 11 febbraio 1992, n. 157, può tuttavia configurarsi come maltrattamento se le gabbie sono di dimensioni così piccole da non consentire neppure l'apertura delle ali. Corte di Cassazione, Sezione III penale, sentenza n. 2151 o 8473 del 9 giugno 1999, registro generale n. 45237/98, depositata in cancelleria il 1° luglio 1999, imputato Tamburini.* 3) Terza sentenza: l'uso di richiami vivi è vietato anche quando è incompatibile con la natura dell'animale, a prescindere dalla specifica sofferenza causata http://www.romacivica.net/cyberia/riserva/legale/giurispr.htm#richiami Uso di richiami vivi In tema di maltrattamento di animali (art. 727 cod. pen.), l'art. 4 della legge 11 febbraio 1992 n. 157 (norme per la protezione della fauna selvatica omeotermica e per il prelievo venatorio) prevede espressamente l'esercizio venatorio con l'uso di richiami vivi, sempre che questo non costituisca ipotesi di crudeltà, eccessiva fatica o ingiustificata tortura. Dopo l'entrata in vigore della legge 22 novembre 1993 n. 473, che ha modificato l'art. 727 cod. pen., l'uso di richiami vivi è vietato anche quando è incompatibile con la natura dell'animale, a prescindere dalla specifica sofferenza causata. Pertanto, l'uso di gabbie per i richiami, ampiamente permesso nel vigore della pregressa disciplina, è ora consentito solo nelle ipotesi residuali, da valutare in concreto, di compatibilità con la natura dell'animale. (Fattispecie nella quale è stato ritenuto integrata la contravvenzione ex art. 727 cod. pen., poiché dieci volatili, quali richiami per la caccia, erano stati tenuti in minuscole gabbie, incompatibili con la loro natura). Cass. Pen. Sez. III, sent. n. 6903 del 16-06-1995 (ud. del 27-04-1995), Clearco. Contributi pubblici alle fiere ornitologico venatorie (aggiornamento al 2007) I richiami vivi sono il simbolo delle fiere ornitologico venatorie, manifestazioni oggigiorno aperte a tutti e organizzate da associazioni di cacciatori, perlopiù dalla F.I.M.O.V. (Federazione Italiana Manifestazioni Ornitologico Venatorie). Queste fiere hanno sempre inizio nelle prime ore del mattino con una gara di uccelli da richiamo ed è il luogo dove gli appassionati di questa attività si incontrano per condividere le loro esperienze di crudeltà. L’esempio della Regione Veneto La Regione Veneto, con Delibera della Giunta n. 2428 del 01.08.2006, regala migliaia di Euro alle associazioni venatorie per promuovere le loro attività tramite il sostegno a iniziative definite di carattere "culturale e ricreativo". Molti di questi finanziamenti, che ufficialmente rappresenterebbero un contributo alle associazioni ornitologiche, finiscono nelle tasche delle associazioni venatorie come la FIMOV. Nell'allegato A della Delibera (allegato 5) si nota infatti come, di fianco alle associazioni citate (prime tre colonne), appaiano le federazioni di appartenenza (quarta colonna) e che molte di queste siano associazioni venatorie (che basano la loro attività culturale sull'uccisione degli uccelli). Le modalità di finanziamento sono suddivise in tre parti: una prima parte forfettaria di 1’100 Euro uguale per tutti (quinta colonna); una seconda parte di supporto ai programmi (sesta e settima colonna); una terza parte di sovvenzione ai vari progetti specifici per una quota pari al 50% del totale di ciascun progetto (ottava, nona e decima colonna). L'undicesima e ultima colonna mostra il totale dei finanziamenti per ciascuna associazione. Da notare che su 300’000 Euro totali di finanziamento regionale, solo 2’000 Euro vanno a supportare associazioni come la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli); dei restanti 298’000 Euro ben 160'000 finiscono nelle tasche della FIMOV che diffonde la cultura e la tradizione dello sfruttamento, del disconoscimento delle esigenze etologiche, della tortura e dell'uccisione di esseri viventi senzienti. Conclusioni Dato che: � Secondo il BirdLife International più di 200 delle 500 specie di uccelli che risiedono o transitano dall’Europa sono in uno “unfavorable state of conservation”. Questo drammatico declino di molte specie mette in serio rischio la preservazione della diversità biologica in Europa. � Sono molti i fattori che partecipano a questo declino, come ad esempio urbanizzazione e pesticidi, ma il più importante fattore perseguito a scopo ludico è senza alcun dubbio la caccia e la cattura degli uccelli migratori. � L’Italia è uno dei paesi che contribuisce in misura maggiore al prelievo della fauna migratoria. � Gli animali prelevati vengono rinchiusi in gabbie totalmente inadatte alla loro natura, gli vengono strappate le penne, viene distrutto il loro naturale ciclo biologico. � Come conseguenza di questi maltrattamenti la maggior parte di loro muoiono di stenti. � Il prelievo avviene utilizzando soldi e personale pubblico. � Inoltre varie Regioni finanziano anche fiere di esposizione dei richiami vivi. � Questa pratica viene giudicata maltrattamento da alcune sentenze della Cassazione. � L’uso dei richiami vivi è vietato in molte nazioni, alcune regioni e, in tempi più recenti anche a livello provinciale essendo considerata dannosa per la biodiversità e soprattutto fonte di maltrattamento secondo le nuove norme del Codice Penale. Consideriamo l’uso dei richiami vivi una metodologia venatoria non più accettabile a livello legislativo, economico e sociale. Riguardando inoltre una parte minoritaria dell’attività venatoria nazionale un eventuale divieto riguardo l’uso dei richiami vivi non cambierebbe altre norme connesse alla distribuzione del territorio e gestione della fauna così come previste nella legge 157 che regolamenta l’attività venatoria in Italia. In funzione di tale obiettivo chiediamo un parere tecnico all’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani riguardo alla accettabilità di tale pratica in funzione delle più avanzate conoscenza scientifiche e delle più recenti normative. Cordiali saluti. Monica Bertini Massimo Tettamanti Gruppo di studio sulle tradizioni violente. www.tradizioniviolente.org [email protected] Il Gruppo di Studio sulle Tradizioni Violente è stato creato, supportato e utilizza materiale delle seguenti associazioni: Animal Defenders International La missione di Animal Defenders International è quella di educare, portare consapevolezza, e promuovere l’interesse dell’umanità nella causa della giustizia, e della soppressione di tutte le forme di crudeltà sugli animali; laddove possibile di alleviare la sofferenza, e di conservare e proteggere gli animali e l’ambiente. Questa associazione da circa quindici anni è attiva soprattutto nel campo della violenza su animali nei circhi e del traffico delle specie protette. Particolarmente utile è tutto il loro lavoro di infiltrazione nei circhi che, per la prima volta, ha mostrato la vera sofferenza degli animali durante i trasporti, gli addestramenti e gli spettacoli circensi. Si sono anche occupati di riabilitare e reintrodurre in ambiente naturale animali sequestrati in azioni legali, vinte grazie al materiale che i loro ispettori infiltrati erano riusciti a procurarsi. Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia L'Associazione Italiana Familiari e Vittime della Caccia persegue la finalita' di operare concretamente per il supporto alle vittime e per la prevenzione di danni futuri ad opera dell'attivita' venatoria. Il termine "vittima" e' utilizzato in senso ampio comprendendo, non solo casi di ferimenti o morte, ma anche danni psicologici, sociali ed economici. La caccia consiste nell'uso di armi da fuoco, anche su terreni accidentati e con scarsa visibilità, da parte di persone che seguono una tradizione irrispettosa della salute e della proprietà altrui; fonte di pericolo e causa di morte anche per coloro che vorrebbero pacificamente godere della tranquillità della campagna e della bellezza della natura." Artimiste Agenzia di supporto artistico nata con l'obiettivo primario di sostenere e miscelare tra loro varie forme artistiche come musica, poesia e arte sperimentale, in breve tempo ha acquisito una notevole esperienza nel campo della musicoterapia. Lavora e supporta programmi terapeutici in collaborazione con comunità, educatori e psicologi tramite la sezione "Arte come Terapia". Supporta economicamente progetti non-profit per associazioni di volontariato a difesa dei più deboli tramite la sezione "Arte in S.O.S" Coordinamento degli Avvocati per la Difesa delle Vittime di Violenza Domestica Questo coordinamento nasce con l'obiettivo di sostenere lo studio e la divulgazione del legame esistente fra i maltrattamenti nei confronti degli animali e gli abusi subiti da donne e minori nelle pareti domestiche. Collaborando con l'equipe di pedagogisti attualmente impegnata in Italia nello studio delle implicazioni psicologiche dei comportamenti violenti nei confronti di esseri umani e animali e del loro legame, il coordinamento intende approfondirne i risvolti legislativi nelle attuali giurisprudenze anglosassoni, allo scopo di promuovere anche nel nostro paese, una consapevolezza giuridica che contempli i maltrattamenti animali nelle pareti domestiche quali campanelli d'allarme di probabili abusi di donne-minori e viceversa. GEDMEV - Genitori e Educatori per la Difesa dei Minori dall'Esposizione alla Violenza L'Associazione GEDMEV opera in tutto il territorio nazionale per la difesa dei minori dall'esposizione alla violenza. Raccoglie e analizza le attuali esposizioni alla violenza durante l'età dello sviluppo del senso morale dei bambini, promuove studi, incontri, progetti, convegni e, in particolare, svolge opera di diffusione informativa all'interno delle scuole di ogni ordine e grado. Predispone con le autorità centrali e locali la soluzione dei problemi che hanno riflessi nel campo della difesa dei minori. Society for Research in Child Development La Società per la Ricerca sulla Sviluppo Infantile è un'associazione non-profit, formata da circa 5500 ricercatori, professionisti e volontari, appartenenti a più di 50 nazioni. Scopo dell'associazione è quello di promuovere la ricerca multidisciplinare in tutti gli ambiti che riguardano lo sviluppo fisico-psicologico-morale degli esseri umani; di veicolare lo scambio di informazioni tra scienziati e specialisti di diverse discipline; di incoraggiare l'applicazione pratica dei risultati ottenuti nelle diverse ricerche. Zona Franca Zona Franca è una associazione senza fini di lucro, formata da un'equipe operativa costituita da pedagogisti, educatori professionali, storici e maestri d'arte che hanno deciso di unirsi per mettere se stessi e la propria professionalità nell'ambito dell'educazione a disposizione della realizzazione di una serie di obiettivi comuni quali lo studio e la divulgazione delle implicazioni psicologiche ed educative dell'interazione uomo animale, con particolare riguardo allo studio delle implicazioni psicologiche della crudeltà dei bambini e degli adolescenti nei confronti degli animali e dell’esposizione di minori alla violenza su animali. A tal proposito i nostri riferimenti teorici, si rifanno alla ricchissima letteratura scientifica psicopedagogica americana e gli studi dei profiler della “Sezione Ricerche Comportamentali” dell’FBI. Uno degli obiettivi principali, in questo contesto è quello di portare le conoscenze scientifiche anglosassoni, al di là degli ambiti esclusivamente accademici, consentendo in chi, come noi, lavora quotidianamente con l’utenza violata, depressa, deprivata, violenta o anche solo minorile, lo sviluppo di una cultura pedagogica ed educativa che contempli la crudeltà sugli animali quale tirocinio di crudeltà verso gli uomini. Bibliografia di approfondimento AEBISCHER, N. (1997): Fowl like birds (Galliformes). In: Roth, H.H. & G. Merz (eds.) Wildlife Resources: A Global Account of Economic Use: 143-154. Springer Verlag. Berlin. AEBISCHER, N., S. BROWNE, N.MOORE &D. PARROT (2003): Provision of bag statistics for huntable birds - Defra Project CRO281, draft Report from DEFRA and the Game Conservancy Trust. London. ANDREWS, I. (1996): Preliminary data on raptor passage in Jordan. Sandgrouse 18 (2): 58-61. ARINAITWE, J. (1999): Wetlands and waterbird conservation in East Africa. In: Strategies for Conserving Migratory Waterbirds - Proceedings of Workshop 2 of the 2nd International Conference on Wetlands and Development held in Dakar, Senegal. Wetlands International – Publication No.55. Wageningen. ASFERG, T. (2004): Vildtudbyttet i Danmark I jagtsæsonen 2002/2003. Danmarks Milijøundersøgelser. Faglig rapport fra DMU nr. 491. Milijøministeriet. Kopenhagen. BALAT, T. (1969): Influence of repeated disturbance on the breeding success in the Mallard Anas platyrhynchos. Zoologiceskie Listy 18: 247-252. BARBIER, L. (2001): Elements for a skylark (Alauda arvensis) management plan. Sci. 18: 45-83. BAUER, H.-G.& P. BERTHOLD (1997) Die Brutvögel Mitteleuropas. Bestand und Gefährdung. 2. Aufl. Aula-Verlag. Wiesbaden. BAUER, H.-G., P. BERTHOLD, P.BOYE, W. KNIEF, P. SÜDBECK &K. WITT (2002): Rote Liste der Brutvögel Deutschlands. Ber. Vogelschutz 39: 13-60. BAUMGART, W. (1991): Gegenwärtiger Status und Gefährdungsgrad von Greifvögeln und Eulen in Syrien. Birds of prey bulletin No.4: 119-130. BEDIN, J., C. GALICHON, J. LUQUES, F. MORET &M. TROLLIET (1996): Les chasses traditionelles. Editions Sud Ouest. Bordeaux. BELL, D.&M.OWEN (1990): Shooting disturbance – A review. In: Matthews, G. (ed.): Managing waterfowl populations. IWRB Spec. Publ.12, Slimbridge: 159-171. BELLROSE, F.C. (1959): Lead poisoning as a mortality factor in waterfowl populations. III. Nat. Hist. Surv. Bull. 27: 235–288. BERGMANN, H.-H. (2001): Gänsejagd – Sport oder Management? In: Vogeljagd. Referate des gleichnamigen Seminars. S.827. Ökologischer Jagdverein Bayern. Nürnberg. BERNDT, R. (1980): Die Richtlinie vom 2. April 1979 des Rates der Europäischen Gemeinschaften über die Erhaltung der wildlebenden Vogelarten. Allgemeine Erläuterungen und praktische Umsetzung bis Ende 1980. Ber. Dtsch. Sekt. Int. Rat Vogelschutz 20: 113- 120. BERNDT, R. &W.WINKEL (1977): Die Jagd als Überlebensproblem für die Waldschnepfe (Scolopax rusticola). Natur und Landschaft 52: 105-106. BERTHOLD, P. (1973): Über starken Rückgang der Dorngrasmücke Sylvia communis und anderer Singvögel im westlichen Europa. J. Ornithol. 114: 348-360. BERTHOLD, P. (1990): Die Vogelwelt Mitteleuropas: Entstehung der Diversität, gegenwärtige Veränderungen und Aspekte der zukünftigen Entwicklung. Verh. Dtsch. Zool. Ges. 83: 227-244. BEZZEL, E. (1993): Kompendium der Vögel Mitteleuropas. Passeres – Singvögel. Aula-Verlag. Wiesbaden. BEZZEL, E. & I. GEIERSBERGER (1998):Wasservogeljagd am Staffelsee: Fallbeispiel für die Störwirkung verschiedener Jagdmethoden. Ornithol. Anz. 37: 61-68. BIRDLIFE INTERNATIONAL (2004): Birds in the European Union: a status assessment. Wageningen. BIRDLIFE INTERNATIONAL (2005): Building Capacity for Sustainable Hunting of Migratory Birds in the Mediterranean countries of North Africa and the Middle East. http://www.birdlife.org/action/change/sustainable_hunting/paoc_sheet_en.pdf (Datum des Zugriffs: 9.2.2006). BOUTIN, J. (2001): Elements for a turtle-dove (Streptopelia turtur) management plan. Game Wildl. Sci.18: 87-112. BOYE, P. & H.HAUPT (1999): Nach 20 Jahren mausert sich die Vogelschutzrichtlinie und zeigt Krallen – Aktuelle Entwicklungen zum Vogelschutz auf europäischer Ebene. Ber. Vogelschutz 37: 109- 116. BRANDT, T. & K.-H. NAGEL (1999): Bestandstrends ausgewählter Brutvogelarten im Feuchtgebiet internationaler Bedeutung Steinhuder Meer. Vogelkdl. Ber. Niedersachs. 31: 59-74. BÜHLER, U. (1991): Populationsökologie des Sperbers Accipiter nisus L. in der Schweiz – Ein Predator in einer mit chemischen Rückständen belasteten Umwelt. Ornithol. Beob. 88: 341-452. BUNDESAMT FÜR UMWELT, WALD UND LANDSCHAFT (2004): Eidgenössische Jagdstatistik 2003. Bern. CASAER, J. (2004): Afschotstatistieken 2003. De Vlaamse Jager 11/2004: 37-38. CONRAD, B. &W. POLTZ (1976): Vogelschutz in Europa. Kilda-Verlag. Greven. DALBECK, L. (2003): Der Uhu Bubo bubo (L.) in Deutschland – autökologische Analysen an einer wieder angesiedelten Population – Resümee eines Artenschutzprojektes. Shaker Verlag. Aachen. DANMARKS JAEGERFORBUND (2004). Vildt & Jagt I Danmark. Hornslet Bogtrykkeri A/S. Hornslet. DEPLANQUE, G. (2003): A first survey of the possible scope of activities. Newsletter of the Waterbird harvest Specialist Group 1: 6-9. DEUTSCHER JAGDSCHUTZ-VERBAND (2005): DJVHandbuch Jagd 2005. Verlag Dieter Hoffmann. Mainz. DEUTSCHER JAGDSCHUTZ-VERBAND (2006): DJVHandbuch Jagd 2006. Verlag Dieter Hoffmann. Mainz. DITSCHERLEIN, E. (2004): Naturschutz- und Jagdrecht. Berührungspunkte und Konflikte zwischen Naturschutz- und Jagdrecht unter besonderer Berücksichtigung der Flora-Fauna-Habitat-Richtlinie und der Vogelschutzrichtlinie. dissertation.de – Verlag im Internet GmbH. Berlin. DUMORTIER, M., L. DE BRUYN, M. HENS, J. PEYMEN, A. SCHNEIDERS, T. VAN DAELE, W. VAN REETH, G. WEYEMBERH &E. KUIJKEN (2005) Natuurrapport 2005. Toestand van de natuur in Vlaanderen: cijfers voor het beleid. Mededelingen van het Instituut voor Natuurbehoud nr. 24. Brüssel. EBBINGE, B. S. (1991): The impact of hunting on mortality rates and spatial distribution of geese wintering in the Western Palaearctic. Ardea 79: 197- 210. EU-KOMMISSION (2002): Rapport de la commission sur l´application de la directive 79/409/CEE concernant la conservation des oiseaux sauvages. Brüssel. EU-KOMMISSION (2003a): Leitfaden zur Jagd nach den Vorgaben der Richtlinie 79/409/EWG des Rates über die Erhaltung der wild lebenden Vogelarten. Brüssel. EU COMMISSION (2003b): Proposed steps to launch an operational dialogue on sustainable hunting within the framework of the Birds Directive. Draft Report Orn 01/03. Brüssel. EU COMMISSION (2005): Report of the EU Conference “25 Years of the Birds Directive: Challenges for 25 Countries“, published by the Ministry of Agriculture, Nature and Food-Quality of the Netherlands and the Directorate General for the Environment of the European Commission. Den Haag. 18 FACE (2004): Manifest – Zusammenschluss der Verbände für Jagd und Wildtierhaltung in der EU. www.faceeurope.org/Manifest%20.pdf/manifest_de.pdf (Datum des Zugriffs: 06.02.2006). FACE (2005): Census of the number of hunters in Europe. www.face-europe.org/fs-hunting.htm (Datum des Zugriffs: 06.02.2006). FENECH, N. (1992): Fatal flight. The Maltese obsession with killing birds. Quiller Press. London. FINNISH GAME AND FISHERIES RESEARCH INSTITUTE (2005): The game bag in 2004, the annual mean and the range of the annual game bag during the preceding five years. www.rktl.fi/english/statistics/hunting (Datum des Zugriffs: 07.02.2006). FONTOURA, A.&S.DIAS (1995): Productividada da rôla-brava (Streptopelia turtur) no noroeste de Portugal. roceedings of the XXII Congress of the International Union of Game Biologists „The Game and the Man“. Sofia. FREDERIKSEN, M., R. HEARN, C.MITCHELL, A. SIGFÚSSON, R. SWANN &A. FOX (2004): The dynamics of hunted Icelandic goose populations: a reassessment of the evidence. J. Appl. Ecol. 41: 315- 334. GARRIGUE, D. (2003): Les conditions d’application de la directive « oiseaux » du 2 avril 1979 en Europe. Bulletin N0. 833 de l´Assemble Nationale de la Republique Francaise. Paris. GATTER, W. (2000): Vogelzug und Vogelbestände in Mitteleuropa. Aula Verlag. Wiesbaden. GILISSEN, N., L. HAANSTRA, S. DELANY, G. BOERE & W. HAGEMEIJER (2002): Numbers and distribution of wintering waterbirds in the Western Palearctic and Southwest Asia in 1997, 1998 and 1999 – Results from the International Waterbird Census. Wetlands International Global Series No. 11. Wageningen. GIORDANO, A. (1991): The migration of birds and prey and storks in the Straits of Messina. Birds of prey bulletin No.4: 239248. GIORDANO, A., D. RICCIARDI, G.CANDIANO, S. CELESTI &A. IRRERA (1998): Anti-poaching on the Straits of Messina: results after 15 years of activities. In: B.-U. Meyburg, R. D. Chancellor & J. J. Ferrero (eds.). Holarctic birds of prey. ADENEXWorld Working Group on Birds of Prey and Owls. Berlin. 623-630. GUTIERREZ, E. (1991a): La caza de paseriformes en la España Peninsular: metodos de trampeo. La Garcilla 80-81: 36-44. GUTIERREZ, E. (1991b): La caza de paseriformes en España durante la temporada 89-90. La Garcilla 80-81: 12-23. GUYOMARCH, J. (2003): Elements for a quail (Coturnix c. coturnix) management plan. Game Wildl. Sci. 20: 1-92. HAGEMEIJER, W. J.M.&M. J.BLAIR (1997): The EBCC Atlas of European breeding birds. Poyser. London. HARRADINE, J. (2003): Monitoring of waterfowl harvest in Europe. Newsletter of the Waterbird harvest Specialist Group 1: 56. HEARN, R. (2004): Bean Goose Anser fabalis in Britain and Ireland 1960/61 – 1999/2000. Waterbird Review Series, The Wildfowl & Wetlands Trust/Joint Nature Conservation Committee. Slimbridge. HEINICKE, T., J.MOOIJ & J. STEUDTNER (2005): Zur Bestimmung von Saatgans (Anser f. fabalis, A.f. rossicus) und Kurzschnabelgans (Anser brachyrhynchus) und deren Auftreten in Ostdeutschland. Mitt. Ver. Sächs. Ornithol. 9: 533-553. HERKENRATH, P. (1991): Feuer frei auf Rabenvögel? Ber. Vogelschutz 30: 31-33. HEYD, A. (2004): Gerangel um neues Jagdgesetz in Italien. Artenschutzbrief 8: 4-5. HIRSCHFELD, A. (2005): Malta – Einsätze gegen Wilderei und Tierhandel. Artenschutzbrief 9: 26-27. INGLIS, I.,A. ISAACSON, R. THEARLE &N. WESTWOOD (1990): The effect of changing agricultural practice upon Woodpigeon. Colomba palumbus. Ibis 132: 262-272. INSTITUTO NACIONAL DE ESTADÍSTICA (2004): Anuario Estadístico de España 2004: 534-536. Madrid. JEAN, A. (1997): Les palombes. Histoire naturelle d´une migration. Edition Sud Ouest. Bordeaux. JÖNSSON, B., J. KARLSSON &S. SVENSSON (1985) Incidence of lead shot in tissues of Bean Goose (Anser fabalis) wintering in South Sweden. Swedish Wildlife Research 13: 259-271. JUNTA DE ANDALUCIA (2003): El medio ambiente en Andalucia 2003. Servinform SA. Sevilla. KALCHREUTER, H. (2003): On the population statusof the Jack Snipe (Lymnocryptes minimus). Game Wildl. Sci. 20: 175-193. KENDALL, R.,T.LACHER, C. BUNCK, B. DANIEL, C. DRIVER, C. GRUE, F. LEIGHTON, W. STANSLEY, P. WATANABE &M.WHITWORTH (1996): An ecological risk assessment of lead shot exposure in nonwaterfowl avian species: upland game birds and raptors. Environ. Tox. Chem. 15: 4-20. KENNTNER, N. (2001): Bleivergiftungen bei Greifvögeln und ihre Ursachen. In: Vogeljagd. Referate des gleichnamigen Seminars des Ökologischen Jagdverein Bayerns e.V.: 55-67 KENNTNER, N., F. TATARUCH &O. KRONE (2001): Heavy metals in soft tissue of white tailed sea eagles found dead or moribund in Germany and Austria from 1993 to 2000. Environmental Toxicology and Chemistry 20: 1831–1837. KINDBERG, J. (2003): Viltövervakningen: Årsrapport 2002. Svenska Jägareförbundet. Stockholm. KOLLMANN, R.,T.NEUMANN &B. STRUWE-JUHL (2002): Bestand und Schutz des Seeadlers (Haliaeetus albicilla) in Deutschland und seinen Nachbarländern. Corax 19: 1-14. KONINKLIJKE NEDERLANDSE JAGERS VERENIGING (2004): Nieuwsbrief WBE Databank Nr.6. KNJV Publicatie. Amersfoort. LANGGEMACH, T.&E.DITSCHERLEIN (2004): Zum aktuellen Stand der Bejagung von Aaskrähe (Corvus corone), Elster (Pica pica) und Eichelhäher (Garrulus glandarius) in Deutschland. Ber. Vogelschutz 41: 17- 44. LINDEINER, A.V. (1997): Fischfressende Vogelarten in Bayern – Ein Dauerkonflikt. Ber. Vogelschutz 35: 107-118. LINDELL, L.&A.WIRDHEIM (2001): An increase in bird hunting in southern europe. Vår Fågelvärld 60: 6-11. MADSEN, J. (1995): Impacts of disturbance on migratory waterfowl. Ibis 137, Suppl.1: 67-74. MADSEN, J. & FOX, A.D. (1995): Impacts of hunting disturbance on waterbirds - a review. Wildl. Biol. 1: 193-207. MADSEN, J. & H.NOER (1996): Decreased survival of pink-footed geese Anser brachyrhynchus carrying shotgun pellets. Wildl. Biology 2: 75-82. MAGNIN, G. (1991): Caza y persecucion de aves migradoras en el Mediterraneo. La Garcilla 81: 28-34. MASSA, R. & L. BOTTONI (1989): The killing of passerine migrants in Italy. Sitta 3: 27-36. MAYR, C. (2003): Neues Urteil des Europäischen Gerichtshofes schränkt Vogeljagd weiter ein. Ber. Vogelschutz 40: 165-166. MELTOFTE, H. (1982): Jaglige forstyrrelser af svomme- og vadefugle. Dansk Ornithol. Foren. Tidsskr. 7: 21 – 35. MELTOFTE, H. (1986): Hunting as a possible factor in the decline of fenno-scandinavian populations of curlews Numenius arquata. Vår Fågelvärld 11: 135- 140. MINISTRY FOR RURAL AFFAIRS AND THE ENVIRONMENT (1997): Malta hunting statistics 1996 – draft report. Valetta. MOOIJ, J. H. (1995): Bestandsentwicklung der Gänse in Deutschland und der westlichen Paläarktis sowie Bemerkungen zu Gänseschäden und Gänsejagd. Ber.Vogelschutz 33: 47-59. MOOIJ, J. H. (1999): "Wise use", Wasservogeljagd und. Wasservogelschutz. Beitr. Jagd- u. Wildforsch. 24: 369-398. MOOIJ, J. H. (2005): Protection and use of waterbirds in the European Union. Beitr. Jagd- u. Wildforsch. 30: 49-76. MULLIÉ, W., P. VERWEY, A. BERENDS, J. EVERTS, F. SÉNE & J. KOEMAN (1989): The impact of pesticides on palearctic migratory birds in the western Sahel with special reference to the Senegal Riverdelat. ICBP Study Report No. 36, Cambridge. MURRAY, M. & H. SIMCOX (2003): Use of wild living resources in the United Kingdom – A Review. UK Committee for IUCN draft report. London. NATIONAL STATISTICS OFFICE MALTA (2003): Environment: Total of Birds (hunted and trapped) 2000/01. Report for the EC Commission. Valetta. NEWTON, I. (1972): Birds of prey in Scotland. Some conservation problems. Scot. Birds: 5-32. NEWTON, I. (1979): Population ecology of raptors. Poyser. London. NEWTON, I. (1986): The sparrowhawk. Poyser. London. NOWAK, E. (1975): Wasservogelschutz und Jagd. Ber. Dtsch. Sekt. Int. Rat Vogelschutz 15: 71-79. NOWAK, E. (1979): Fortschritte im europäischen Vogelschutz. Ber. Dtsch. Sekt. Int. Rat Vogelschutz 19: 29-33. NOWAK, E. (1995): Jagdaktivitäten in der Vergangenheit und heute als Einflussfaktor auf Gänsepopulationen und andere Vögel Nordsibiriens. In: Prokosch, P. & Hötker, H. (eds) 1995. Faunistik und Naturschutz auf Taimyr - Expeditionen 19891991. Corax 16, Sonderheft: 143-159. OFFICE NATIONAL DE LA CHASSE ET DE LA FAUNE SAUVAGE (2000): Enquéte nationale sur les tableaux de chasse à tir saison 1998-1999. Faune sauvage no. 251. Paris. O´HUALLACHAIN, D. & A. HENDERSON (2004): Annual bag returns 2003-2004. Report of the National Association for Regional Game Councils. Dublin. ORLOV, P. (1999): Analysis of the position of Russia on the possibility of joining the African-Eurasian Migratory Waterbird Agreement (AEWA). In: Strategies for Conserving Migratory Waterbirds Proceedings of Workshop 2 of the 2nd International Conference on Wetlands and Development held in Dakar, Senegal. Wetlands International – Publikation No.55. Wageningen. PENSKI, K. & B. KROYMANN (1979): Massenabschuss von Watvögeln in Dänemark. Ber. Dtsch. Sekt. Int. Rat Vogelschutz 19: 75-79. PERSSON, H. (1992): De invloed van de jacht op de omvang van de broedpopulaties van Grauwe Gans Anser anser. Limosa 65: 41-47. REBATTET, A. (1988): La chasse du petit gibier migrateur. Ouest-France. Rennes. REICHHOLF, J. (2001): Entenjagd und Ökosystem Gewässer. In: Vogeljagd. Referate des gleichnamigen Seminars des Ökologischen Jagdverein Bayerns e.V.: 28-40. RIEDER, W. (2002): Schnåbö Heil! : Singvogelfang und Singvogelhaltung im Salzkammergut. Verlag des Salzkammergutverbandes der Vogelfreunde. Gmunden. ROBIN, K., J.MÜLLER, T. PACHLATKO &C.BUCHLI (2004): Das Projekt zurWiederansiedlung des Bartgeiers in den Alpen ist 25-jährig: Ein Überblick. Ornithol. Beob. 101: 1–18. ROBINSON, P. (2005): Pheasant shooting in Britain - The sport and the industry in the 21st century. http://www.animalaid.org.uk/images/pdf/kfps.pdf (Datum des Zugriffs, 5.7.2005). RUST, R. & T.MISCHLER (2001): Auswirkungen legaler und illegaler Verfolgung auf Habichtpopulationen in Südbayern. Ornithol. Anz. 40: 113-143. RUTSCHKE, E. (1997): Wildgänse: Lebensweise – Schutz – Nutzung. Parey & Blackwell Wissenschaftsverlag. Berlin. SANTOS, T. & J. MUÑOZ-COBO (1984): La caza de zorzales y la pajarería en España. La Garcilla 64: 42- 46. SCHAUFLER, G., J. JAHRL, A.BIEHL &G. PFIFFINGER (2001): Umsetzung der EU-Naturschutz-Richtlinien (FFH- und Vogelschutzrichtlinie) in nationales Recht - Stand der Umsetzung in Österreichs Naturschutz-, Jagd- und Fischereirecht. Studie des WWF Österreich. Wien. SCHRICKE, V. (2001): Elements for a garganey (Anas querquedula) management plan. Game Wildl. Sci. 18: 9-41. SCHRICKE, V. (2002): Elements for a pochard (Aythya ferina) management plan. Game Wildl. Sci. 19: 143178. STATISTIK AUSTRIA (2003): Jagdstatistik 2003/04. Wien. STATISTICS NORWAY (2005): Jaktstatistikk 2003– Hunting statistics 2003. Norges offisielle statistikk D311. http://www.ssb.no/emner/10/04/10/nos_jakt/nos_d311/nos_d311.pdf (Datum des Zugriffs: 15.02.2006). SUSTAINABLE HUNTING INITIATIVE (2005): Toward a common monitoring scheme of hunting bag in the European Union. Final discussion paper and agenda - Technical Workshop 11 March 2005. Station Biologique de la Tour du Valat. SZÉP, T. (1993): Changes of the Sand Martin (Riparia riparia) population in eastern Hungary: the role of the adult survival and migration between colonies in 1986-1993. Ornis Hung. 3: 56-66. TAVECCHIA, G., R. PRADEL, J. LEBRETON, A. JOHNSON, A.R. &J.MONDAIN-MONVAL (2001): The effect of lead exposure on survival of adult mallards in the Camargue, southern France. Appl. Ecology 38: 1197–1207. TÖNNIS, E. (2001): Endstation Europa – In den Mitgliedsstaaten der EU werden immer noch Millionen Zugvögel gefangen und geschossen. In: Vogeljagd. Referate des gleichnamigen Seminars des Ökologischen Jagdverein Bayerns e.V.: 127-129. TROLLIET, B. (2003): Elements for a lapwing (Vanellus vanellus) management plan. Game Wildl. Sci. 20: 93-144. TROLLIET, B.&O.GIRARD (2000): Le vanneau huppé, le pluvier doré & autre limicoles. In: Enquête nationale sur les tableaux de chasse à tir saison 1998-1999. Faune sauvage 251: 168-183. TUCKER, G. M.&M. F. HEATH (1994): Birds in Europe: their conservation status. Birdlife International. Cambridge. WATSON, J. (1997): The Golden Eagle. Poyser. London. WETLANDS INTERNATIONAL (2000): Lead Poisoning in Waterbirds. International Update Report. Wageningen WEGGLER, M.&M.WIDMER (2001): Brutvögel im Kanton Zürich - Status und Bestandsveränderung 1986/88 - 1999/00. Vierteljahrsschrift der Naturf. Ges. Zürich 146: 15-28. WILLE, V. & H. H. BERGMANN (2002): Das große Experiment zur Gänsejagd: Auswirkungen der Bejagung auf Raumnutzung, Distanzverhalten und Verhaltensbudget überwinternder Bläss- und Saatgänse am Niederrhein. Vogelwelt 123: 293-306. YESOU, P. (2000): Les oies. Oie cendrée, oie rieuse & oie des moissons. Faune sauvage 251: 168-183.