SPOSI UNITI, FELICI E… SANTI!

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SPOSI UNITI, FELICI E… SANTI!
SPOSI UNITI, FELICI E… SANTI!
PER LA PREGHIERA
Inizio: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo…
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Lettura:
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come
avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio - e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù. Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione!
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Breve pausa di silenzio
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Preghiamo:
(1 Ts 4,1-3)
Aiutaci, Signore, a crescere nell’unità tra noi e con Te e ad essere nel mondo testimoni del Tuo amore, per poter camminare insieme verso la santità e concretizzare
così il progetto che hai da sempre pensato per noi e ci hai chiamati a realizzare.
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Silenzio
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Insieme: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo…
PER LA RIFLESSIONE INSIEME
“La santità nuziale è quella che sgorga dalla vita nuziale santa… L’eroismo nuziale che fa i
santi del Matrimonio cristiano, si rivela specialmente:
a) nell’eroismo della fede nel Matrimonio, come divino istituto e come Sacramento in tutte le sue
estrinsecazioni personali e reali;
b) nell’eroismo dell’amore nuziale;
c) nell’eroismo della fecondità nuziale.
L’eroismo della fede nuziale sta nel credere, nonostante le apparenze contrarie, che la vita
nuziale cristiana in ogni sua manifestazione conforme alla santa legge di Dio, è opera di Dio Creatore, di Dio Redentore, di Dio Santificatore e che le persone e le cose della vita nuziale sono sacre,
perché consacrate dal Sacramento. Vedere Cristo e la Chiesa nella comparte, vedere lo spirituale
nel materiale; il divino nell’umano; il sacro nel profano ed agire di conseguenza in un «continuo
atto di fede», è credere eroicamente.
(P. Mauri, Vivere nello splendore il sacramento del matrimonio, pp. 32-33)
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Mi piacerebbe tanto che noi due fossimo…
Se potessimo completare questa espressione con ciò che ci sta più a cuore per la nostra coppia che cosa scriveremmo? Mi piacerebbe fossimo più uniti, più intimi, più appassionati, più complici, più gioiosi, più pronti a ricominciare, più…
Tante bellissime espressioni che sarebbero tutte racchiuse da un’altra ugualmente forte ma
meno gettonata: santi.
Se potessimo scegliere di fare un augurio per la nostra coppia non so se anche noi metteremmo la santità fra le cose da regalarci.
Eppure, proprio la santità è la meta del nostro cammino! Un cammino che noi due percorriamo insieme, che parte da una chiamata e, attraverso un percorso che incontra anche momenti di
caduta e difficoltà, ma forte della fiducia in Chi ci ha chiamati, non cessa di avere lo sguardo fisso
verso l’obiettivo.
La meta, per noi cristiani, è essere santi (“Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” 1Ts 4,3), cioè essere uniti a Dio, entrare in comunione con Lui, realizzare in pienezza, con la
nostra vita, il Battesimo che abbiamo ricevuto e che ci ha incorporati a Cristo. La “vocazione” cristiana è la chiamata a realizzare sempre più pienamente quest’unità con Dio secondo il suo progetto
specifico su di noi: per noi, sposi cristiani, la santità è realizzare e testimoniare nella vita concreta
questa vocazione all’unità attraverso un amore talmente vero e profondo per l’altro, tale da costituire una nuova unità, una nuova “persona”; un amore grande che risponde alla chiamata di Dio ad essere “due in una carne sola”. Un amore “eroico”, che ama l’altro “soprannaturalmente”, come lo
ama Dio, in quanto è l’immagine riflessa di Dio; un amore totale, capace di andare fino in fondo,
dando tutto se stessi per il bene dell’altro perché l’altro raggiunga la sua bellezza, la sua pienezza;
un amore possibile per il Sacramento che ci ha uniti, che ci dà la capacità di amare come Dio ama
perché ci unisce a Lui ed in Lui rende “sacri” noi, la nostra unione e tutte le cose, tutti gli aspetti
della vita nuziale.
Ricordandoci che nella vita di tutti i santi ci sono stati molti momenti in cui il dubbio, la fatica e la non comprensione hanno reso i loro passi insicuri. Ma non per questo hanno smesso di sperare e di camminare verso la pienezza. Si cammina a piccoli passi e questo vale per tutti; la santità,
cioè la pienezza, è una gemma che brilla molto e non si fa oscurare dal resto come le meschinerie, i
capricci o le delusioni. Anche se ci sembra di non essere capaci a donarci il “tutto”, la via per la
santità è non smettere di desiderare e muoversi verso la pienezza anche quando le nostre gambe sono cementate al suolo. Se non so darti tutto ora, ecco, ti regalo un pezzettino, questo è un buon punto da cui partire. Mentre a volte noi non sorridiamo, non chiamiamo, non facciamo l’amore perché
“non è che non ne ho voglia ma ho da fare altro”, non cerchiamo il nostro coniuge perché “dopo
quello che è successo che senso avrebbe”…?
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Il senso sarebbe proprio quello del pezzettino che ti posso donare, che scelgo di donarti ora!
Non sarà perfetto ma è il nostro punto di partenza ora e chi non parte mai non arriva da nessuna parte.
Un’altra tentazione è quella di collegare la santità ad una situazione umana di assenza di limiti personali o di problemi da affrontare. Una vita già nata con optional che la nostra non ha e non
può avere.
Ecco un altro aspetto che i santi ci possono insegnare, non si lasciavano bloccare dai limiti
personali. Li combattevano, a volte vi soccombevano ma non lasciavano mai che li escludessero
dall’amore di Dio. Che fosse il cattivo carattere o la salute cagionevole non smettevano di sentirsi
amati da Dio e messi al centro del Suo cuore.
Mentre noi per sentirci amati da Dio abbiamo a volte la tentazione di presentarci a Lui con
l’abito della festa, messo in modo da nascondere le magagne perché pensiamo che se Lui ci vedesse
come siamo realmente forse non ci vorrebbe più così bene. Curioso che pensiamo questo del nostro
Creatore, di Colui che ci scruta e ci conosce, che sa quando ci alziamo e quando ci corichiamo…
Allora se comprendessimo che santità è camminare sempre verso la pienezza del nostro
amore, che vuol dire poterlo fare in qualsiasi momento in cui ci troviamo, che è non lasciarsi bloccare dai limiti personali, non perché li sappiamo controllare sempre, ma perché l’Amore di Dio, se
ci lasciamo avvolgere, ci consente di fare questo, ecco se sapessimo che tutto questo è santità allora
la desidereremmo un po’ tutti.
E ci sarebbe più facile impegnarsi perché… il coniuge diventi santo. Infatti, se ogni battezzato, in quanto unito a Cristo, è chiamato a portare Cristo all’altro perché l’altro sia unito sempre
più pienamente a Lui, nella relazione coniugale questo assume un valore assolutamente particolare.
La coppia raggiunge la propria santità quando ciascuno si impegna perché il coniuge possa raggiungere un’unione con Dio sempre più profonda. La strada “propria” che Dio ha dato ai coniugi per fare questo, è quella che passa attraverso il dono di sé all’altro nell’amore, perché è il luogo in cui
sperimentare concretamente la presenza e l’amore di Dio (cfr. Gv 17).
Tendere alla santità quindi per noi sposi significa:
 divenire sempre più capaci di farsi dono all’altro per accrescere la nostra unione;
 tendere ad una sempre più profonda unione con Dio;
 rendere testimonianza del Suo Amore.
L’unione più profonda con te e con Dio è possibile se vedo in te l’immagine di Cristo, se in
qualsiasi occasione della giornata, penso e sento le tante cose concrete che faccio per te e per la nostra famiglia come fatte a Cristo, che mi ha chiamato ad amare te dello stesso amore con cui Lui ti
ama, per farti sentire quanto Lui ti ama. L’amore di Dio non è un amore astratto, ma estremamente
concreto nei gesti, nelle attenzioni, nella disponibilità. Vedere nell’altro Cristo è desiderare di amarCentro di Spiritualità “P. Mauri” - Opera Madonnina del Grappa - Sestri Levante (Ge) - Tel. 0185457131 - [email protected] -2012 -
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lo come lo ama Dio e, concretamente, rivedere certi comportamenti, cambiare la prospettiva con la
quale si prendono le decisioni, “fare” anche le cose più quotidiane con uno spirito ed una modalità
diversi.
Farsi dono all’altro significa anche sapersi ritagliare spazi e tempi per curare il proprio benessere, la propria serenità, la propria bellezza interiore ed esteriore, perché il “regalo” che di noi
stessi facciamo all’altro sia veramente tale, ossia qualcosa di bello, di gradevole, di arricchente e
non un complesso di frustrazione, lamentele ed autocommiserazione in cerca di comprensione: il
dono di noi fatto all’altro è il nostro dono a Dio!
Tendere alla santità è dirigere i nostri passi verso una pienezza che non possediamo ma di
cui sappiamo in parte il gusto e il profumo perché già l’abbiamo sperimentata.
Non un salto a occhi chiusi ma un gettarsi ad occhi aperti l’uno nell’altra con la forza di Dio.
PER IL CONFRONTO IN COPPIA
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Che cosa faccio per essere un dono “bello” per te?
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Cosa stiamo facendo per crescere nell’unità tra noi? Come sentiamo presente Dio in questo?
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Donarci “tutto” inizia da un “pezzettino” di me che ti dono. Di quale “pezzetto” tuo donato a me
ringrazio?
PER LA PREGHIERA CONCLUSIVA
Signore,
fà che sappiamo riconoscere la bellezza e
la grandezza di ciò che stiamo vivendo,
del nostro essere uniti nel Tuo Amore;
facci riscoprire ogni giorno la straordinarietà
della chiamata alla santità nelle piccole cose
ed aiutaci a non cercare false scorciatoie
che ci portano lontano dall’impegnarci concretamente
nel dono e nel servizio al nostro coniuge;
donaci occhi sempre nuovi ed un amore capace
di riconoscere Te nella persona che hai voluto metterci accanto
per realizzare insieme il progetto d’amore
che da sempre hai pensato per noi.
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Insieme: Padre nostro…
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Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
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