Ricchezza nel mondo Nessuna crisi per "i paperoni" del

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Ricchezza nel mondo Nessuna crisi per "i paperoni" del
Ricchezza nel mondo
La ricchezza delle 80 persone più ricche del mondo, è superiore al PIL della Cina cioè
la ricchezza di 1 miliardo e 300 milioni di persone.
Il 4% della ricchezza delle 200 persone più ricche del mondo sarebbe sufficiente per i
primi interventi dal punto di vista sanitario, scolastico, alimentare, idrico dell'intera
umanità.
Questo vuol dire che il mondo è gestito da 2-300 persone o poco più.
Nessuna crisi per "i paperoni" del mondo.
Il 38% della ricchezza all'1% della popolazione
Rapporto Credit Suisse:la ricchezza mondiale è salita del 14% nei primi sei
mesi dell'anno, grazie soprattutto all'apporto delle economie asiatiche. L'Italia
è ottava per ricchezza pro-capite, ma è cresciuta solo dello 0,7%.
di LUCA PAGNI (La repubblica del 19 Ottobre 2011
MILANO - La si può guardare in due modi. Il primo è che la ricchezza nel mondo continua a
crescere: nei primi sei mesi dell'anno i patrimoni delle famiglie a livello globale è salita del
14%. Il secondo, invece, è lo specchio della crisi in corso, in particolare per l'Italia. Perché a
trainare la crescita sono stati soprattutto i mercati emergenti dell'area Asia-Pacifico: nel 2000
generava il 36% della ricchezza globale, che è diventata il 54% nel 2010. In altri termini, l'Europa
1
ha corso di meno di Asia e Sud America.
E meno di tutti nell'occidente ha corso l'Italia, pur rimanendo all'ottavo posto della classifica
mondiale per ricchezza pro-capite (con 260mila dollari per abitante) nei primi sei mesi dell'anno, i
patrimoni disponibili nel paese sono saliti solo dello 0,7%, ultima tra le nazioni del G7. Non solo: la
ricchezza degli italiani si basa per la maggior parte sul mattone. Dal 2000 al 2011 la percentuale di
italiani che ha in portafoglio asset finanziari è scesa dal 47 al 37%, mentre all'inverso gli asset non
finanziari (per lo più immobili) è salita dal 52 al 62%.
Quindi, la crisi c'è, ma non per tutti. Lo si apprende dal Global wealth report redatto da Credit
Suisse che valuta in 231mila miliardi di dollari la ricchezza privata mondiale alla fine dello scorso
giugno. Lo studio rivela come nel prossimo quinquennio la ricchezza globale aumenterà del 50%
raggiungendo quota 345mila miliardi di dollari e saranno ancora i paesi emergenti a tirare la corsa.
Sono, comunque, sempre gli Stati Uniti al primo posto, sia in valore assoluto complessivo, sia come
incremento della ricchezza, davanti alla Cina (4072 miliardi) e al Giappone. Seguono Brasile,
Australia e India.
Se si considera il numero dei “paperoni”, cioè coloro con patrimonio netto superiore a 50 milioni di
dollari, il primato resta agli usa (35.400 super-ricchi, il 42% del totale), davanti a Cina (5.400) e
Germania (4.139). In ogni caso, la ricchezza è sempre in mano a pochissimi. Dal rapporto emerge
che, pur rappresentando meno dell'1% della popolazione mondiale adulta, i 29,7 milioni di individui
con un patrimonio privato superiore a un milione di dollari possiedono il 38,5% della ricchezza
delle famiglie a livello globale. Con il 37,2% dei milionari nel mondo, l'Europa quest'anno supera
gli Stati uniti (37%). Nella regione Asia-pacifico il primato spetta al Giappone, con l'11% o 3,1
milioni di milionari, seguito da Australia e Cina (un milione ciascuna).
Stando alle stime del rapporto di Credit Suisse, nel 2016 la Cina sostituirà il Giappone quale
secondo paese più ricco al mondo, con patrimoni privati per un totale di 39mila miliardi di dollari.
Gli Usa dovrebbero confermarsi al primo posto con 82mila miliardi, mentre staccate seguiranno
Francia e Germania (quarta e quinta, entrambe con circa 20mila miliardi di dollari).
Chi sono i nuovi Paperoni? Il rapporto Capgemini sulla ricchezza
17/09/2012 | a cura di Giuseppe Mariggiò
Nel 2011 gli investitori si aspettavano una ripresa graduale dell’economia globale, ma la crisi del
debito sovrano dell’Eurozona ha causato un aumento della volatilità del mercato e ha rallentato la
crescita. La crisi ha evidenziato, in tutta la sua durezza, il dilemma tra austerità e crescita.
L’incertezza del mercato ha indirizzato gli investitori verso investimenti a basso rischio. La
popolazione mondiale degli HNWI (individui con patrimonio finanziario superiore a un milione di
dollari) nel corso del 2011 è leggermente cambiata, attestandosi intorno agli 11 milioni, ma il loro
patrimonio investibile è diminuito dell’1,7%, arrivando a 42mila miliardi di dollari americani. I dati
sono quelli del World Wealth Report 2012 di Capgemini, che rappresenta una finestra importante
sul 98% della ricchezza del mondo. Nella classifica, l’Italia si mantiene salda al decimo posto.
Dopo tre anni, nelle prime pagine del rapporto non si legge più la parola “crisi”, ma il 2012 resta un
anno decisivo. Nello scenario dell’industria bancaria cambia il time-to-market, cambiano i servizi, i
rendimenti, la composizione del portafoglio e le modalità di valutazione del rischio. Davanti alle
sfide del private banking in termini di costi e di rendita, «la scalabilità è il fattore chiave per il
raggiungimento degli obiettivi di crescita e per il miglioramento delle relazioni con i clienti». Parola
di Roberto Manini, vice president financial services, Capgemini Italia. «La modernizzazione dei
modelli di business - spiega Manini - è necessaria per guadagnarne in flessibilità e per raggiungere
gli obiettivi di crescita. La tecnologia può aiutare le società a rifocalizzare l’attenzione sulle
strategie, per incorporare la scalabilità nei loro modelli di business, fidelizzando il cliente».
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La distribuzione della ricchezza nel mondo
Salvatore Borruto on nov 17th, 2011
Secondo alcuni studi recenti al giorno d’oggi la ricchezza mondiale è più concentrata nelle mani di
una élite di quanto lo sia mai stata nella storia moderna. E così oggi, nel 2011, abbiamo un sistema
globale in cui pochissime persone al vertice sono assurdamente ricche, mentre circa metà della
popolazione di questo pianeta è irrimediabilmente povera.
A conferma di questo riportiamo alcune considerazioni tratte da: “20 dati statistici che provano che
la ricchezza mondiale viene riversata nelle mani dell’élite – lasciando il resto del mondo
sventuratamente povero”, di The Economic Collapse Blog
1.Secondo la UN Conference on Trade and Development (Conferenza dell’ONU su Commercio e
Sviluppo), il numero di “paesi meno sviluppati” è raddoppiato negli ultimi 40 anni.
2.I “paesi meno sviluppati” hanno speso 9 miliardi di dollari per importazioni di alimenti nel 2002.
Nel 2008 questa cifra è salita a 23 miliardi di dollari.
3.Il reddito medio pro-capite nei paesi più poveri dell’Africa è sceso a 1/4 negli ultimi 20 anni.
4.Bill Gates ha un patrimonio netto dell’ordine dei 50 miliardi di dollari. Ci sono circa 140 paesi al
mondo che hanno un PIL annuo inferiore alla ricchezza di Bill Gates.
5.Uno studio del World Institute for Development Economics Research (Istituto Mondiale per la
ricerca sull’economia dello sviluppo) evidenzia che la metà inferiore della popolazione mondiale
detiene circa l’1% della ricchezza globale.
6.Circa 1 miliardo di persone nel mondo va a dormire affamato ogni notte.
7.Il 2% delle persone più ricche detiene più della metà di tutto il patrimonio immobiliare globale.
8.Si stima che più dell’80% della popolazione mondiale vive in paesi dove il divario fra ricchi e
poveri è in continuo aumento.
9.Ogni 3,6 secondi qualcuno muore di fame, e 3/4 di essi sono bambini sotto i 5 anni.
10.Secondo Gallup, il 33% della popolazione mondiale dice di non avere abbastanza soldi per
comprarsi da mangiare.
11.Mentre stai leggendo questo articolo, 2,6 miliardi di persone nel mondo stanno soffrendo per
mancanza di servizi sanitari di base.
12.Secondo il più recente “Global Wealth Report” di Credit Suisse, lo 0,5% di persone più ricche
controlla più del 35% della ricchezza mondiale.
13.Oltre 3 miliardi di persone, quasi la metà della popolazione mondiale, vive con meno di 2 dollari
al giorno.
14.Il fondatore della CNN, Ted Turner, è il più grande proprietario terriero privato negli Stati Uniti.
Oggi, Turner possiede circa 2 milioni di acri (più di 8.000 Km quadrati) di terra. Questa quantità è
maggiore dell’area del Delaware e di Rhode Island messe assieme Come l’intera superficie
dell’Abruzzo). Turner peraltro invoca restrizioni governative per limitare a 2 o meno figli per
coppia nell’ottica di un controllo della crescita demografica.
15.400 milioni di bambini nel mondo non hanno accesso all’acqua potabile.
16.Circa il 28% dei bambini dei paesi in via di sviluppo sono considerati malnutriti o hanno una
crescita ridotta a causa della malnutrizione.
17.Si stima che gli Stati Uniti detengano circa il 25% della ricchezza totale del mondo.
18.Si stima che l’intero continente africano possegga solo l’1% della ricchezza totale del mondo.
19.Nel 2008 circa 9 milioni di bambini sono morti prima di compiere i 5 anni. Circa 1/3 di tutte
queste morti è dovuto direttamente o indirettamente a scarsità di cibo.
20.La famiglia di banchieri più famosa al mondo, i Rothschild, ha accumulato montagne di
ricchezza mentre il resto del mondo è stato intrappolato nella povertà. Ecco cosa afferma Wikipedia
a proposito delle ricchezze della famiglia Rothschild:
Si è sostenuto che nel corso del 19° secolo, la famiglia possedeva di gran lunga il più grande
patrimonio privato del mondo, e di gran lunga la più grande fortuna nella storia moderna.
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Comunicato stampa
Credit Suisse: la ricchezza globale delle famiglie scende del 5,2%
a USD 223 000 miliardi, sulla scia della crisi dell’Eurozona
L’Europa perde circa USD 10 900 miliardi di ricchezza, mentre per i nuclei familiari della regione
Asia Pacifico la flessione è di USD 1400 miliardi
Londra, 12 ottobre 2012
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La ricchezza globale delle famiglie scende del 5,2% a 223000 miliardi di dollari, sulla scia della
crisi dell’Eurozona. In particolare, l’Europa perde circa 10900 miliardi di dollari di ricchezza,
mentre per i nuclei familiari della regione Asia Pacifico la flessione è di 1400 miliardi. I dati sono
del Credit Suisse Research Institute, che ha diffuso il 12 ottobre 2012 la terza edizione dell’annuale
‘Global Wealth Report’.
Il Credit Suisse Research Institute ha diffuso la terza edizione della sua pubblicazione annuale
Global Wealth Report 2012. Dai dati riportati emerge che da metà 2011a metà 2012 la ricchezza
aggregata delle famiglie a livello globale è diminuita del 5,2% in dollari correnti portandosi a USD
223 000 miliardi, a causa delle incertezze economiche registrate lo scorso anno – in primis quelle
concernenti l’Eurozona. La relativa stabilità dell’economia statunitense ha inoltre prodotto un
apprezzamento dell’USD nei confronti della maggior parte delle altre valute; questo impatto risulta
particolarmente evidente in Europa, tanto da amplificare la perdita aggregata di ricchezza fino a
USD 10 900 miliardi – di gran lunga il contributo più cospicuo alla flessione totale di USD 12 300 a
livello globale. L’altra area geografica a subire una pesante flessione è stata la regione AsiaPacifico, con un calo di USD 1400 miliardi.
Alla luce della crisi dell’Eurozona, nel suo rapporto il Credit Suisse sottolinea in dettaglio anche
l’aumento del debito delle famiglie, cresciuto in termini aggregati dell’81% nel periodo 2002-2012,
e analizza tale debito in rapporto al patrimonio netto, tipicamente pari al 20-30% della ricchezza
nelle economie avanzate.
La ricerca del Credit Suisse formula inoltre previsioni circa l’evoluzione della ricchezza delle
famiglie, anticipando in particolare che:
¾ la ricchezza è destinata ad aumentare di quasi il 50% nei prossimi cinque anni da USD 223
000 miliardi del 2012 a USD 330 000 miliardi nel 2017
¾ il numero di milionari in tutto il mondo aumenterà di circa 18 milioni, raggiungendo quota
46 milioni nel 2017
¾ nei prossimi cinque anni la Cina apporterà un totale di USD 18 000 miliardi al volume
complessivo di ricchezza globale, sorpassando il Giappone come il secondo paese più
facoltoso a livello mondiale
¾ gli USA permarranno al vertice assoluto nella graduatoria della ricchezza, con USD 89 000
miliardi entro il 2017
¾ nei prossimi 5 anni la ricchezza totale dell’Eurozona riuscirà soltanto a eguagliare il livello
attuale degli USA, benché la popolazione adulta europea sia maggiore di 16 milioni di
persone
Giles Keating, responsabile globale di Research per le divisioni Private Banking e Asset
Management del Credit Suisse, ha affermato: “La terza edizione annuale del Global Wealth Report
del Credit Suisse analizza i parametri complessivi della ricchezza come uno dei pilastri del sistema
economico, da cui possiamo desumere la provenienza della crescita economica, valutare le modalità
di accumulazione del capitale, le tendenze nei consumi e i prezzi dei beni, nonché comprendere i
fattori propulsori della crescita in settori specifici quali la sanità e le banche. Il rapporto di
quest’anno comprende inoltre analisi approfondite della struttura del debito di famiglie e stati
sovrani, al fine di individuare quali paesi hanno livelli di debito complessivamente sostenibili e
quali presentano invece i maggiori problemi”.
Michael O’Sullivan e Richard Kersley del Credit Suisse Research Institute hanno dichiarato: “È
palese che le incertezze economiche dello scorso anno – soprattutto quelle a carico dell’Eurozona –
hanno prodotto strascichi dolorosi sulla ricchezza delle famiglie. La nostra ricerca conferma che la
recessione economica in molti paesi, combinata con le diffuse flessioni dei prezzi azionari e con
l’andamento fiacco dei mercati immobiliari residenziali, ha prodotto il peggiore scenario per la
creazione di ricchezza dallo scoppio della crisi finanziaria”.
Il professor Anthony Shorrocks, coautore del Global Wealth Report 2012 del Credit Suisse, spiega:
“A differenza delle altre analisi, quella del Credit Suisse include i patrimoni di 4,6 miliardi di adulti
in tutto il mondo: dalle persone con un patrimonio medio di poche centinaia di dollari o anche meno
in alcuni paesi in via di sviluppo, attraverso le classi medie emergenti in Asia e altrove, fino ancora
ai miliardari al vertice della ‘piramide della ricchezza’ – e tutto questo su un’estensione di oltre 200
Stati; la ricerca si avvale inoltre di fonti affidabili, e applica tecniche all’avanguardia per stimare il
livello e i parametri della ricchezza delle famiglie nella platea della popolazione adulta”.
Variazioni nella struttura della ricchezza nel periodo 2011-12
Nel periodo in rassegna la ricchezza totale delle famiglie a livello globale è diminuita del 5,2% in
dollari correnti a USD 223 000 miliardi, pari a USD 49 000 per adulto nel mondo, facendo così
registrare la prima flessione dalla crisi finanziaria nel 2007-08.
La relativa stabilità dell’economia statunitense ha prodotto un apprezzamento dell’USD nei
confronti della maggior parte delle altre valute; questo impatto risulta particolarmente evidente in
Europa, tanto da amplificare la perdita aggregata di ricchezza a USD 10 900 miliardi – di gran
lunga il contributo più cospicuo alla flessione totale di USD 12 300 a livello globale. L’altra area
geografica a subire una pesante flessione è stata la regione Asia-Pacifico (incluse Cina e India), con
un calo di USD 1400 miliardi. Il Nordamerica ha invece fatto registrare un modesto incremento,
pari a USD 882 miliardi.
Tabella 1: Variazioni della ricchezza delle famiglie nel periodo 2011-12 per area geografica
Regione
Africa
Asia-Pacifico (incluse Cina e India)
Europa
America Latina
Nord America
Mondo
Variazione della ricchezza
totale nel periodo 2011-12 in
miliardi di USD
-127
-1448
-10 882
-760
882
-12 336
2011-2 %
-5
-1,9
-13,6
-8
1,3
-5,2
Nonostante le battute di arresto subite nel 2007 e in tempi più recenti, nell’ultimo decennio la
ricchezza delle famiglie ha evidenziato una forte crescita, tanto che l’aggregato globale è
raddoppiato rispetto al livello di USD 113 000 miliardi registrato all’inizio del millennio. Pur
tenendo conto dell’aumento della popolazione globale e delle variazioni nei tassi di cambio, la
ricchezza netta è cresciuta del 38% dal 2000, pari a un tasso di crescita annua del 2,7%. L’impiego
di tassi di cambio costanti in USD consolida l’opinione secondo cui i trend sottostanti sono stati (e
continuano ad essere) ampiamente positivi. Non a caso, a parità di cambio contro USD, nell’ultimo
anno la ricchezza globale aggregata delle famiglie è comunque riuscita a crescere di circa l’1%.
Il vertice della piramide della ricchezza
Le stime del Credit Suisse indicano che a livello mondiale i soggetti UHNW (gli Ultra high net
worth individual, definiti come le persone con patrimoni netti superiori a USD 50 milioni) sono
circa 84.500. Di questi, 29.300 hanno patrimoni di almeno USD 100 milioni, mentre 2.700
superano la soglia di USD 500 milioni. Le graduatorie per aree geografiche sono dominate dal
Nordamerica con 40.000 UHNW residenti (47%), mentre l’Europa ne ospita 22.000 (26%) e 12.800
(15%) risiedono nei paesi di Asia-Pacifico (escluse Cina e India).
In termini di singoli paesi, gli USA si collocano ampiamente al vertice assoluto con 37.950 soggetti
UHNW, pari al 45% del totale. I grandi patrimoni recentemente accumulati in Cina hanno portato
questo paese al secondo posto in graduatoria con 4.700 persone (5,6% del totale globale); seguono
poi Germania (4.000), Giappone (3.400), Regno Unito (3.950 esponenti in Russia, 1.550 in India e
1.500 in Brasile; mostrano cifre di tutto rispetto anche Taiwan (1.200), Hong Kong (1.100) e
Turchia (1.000).
Raffronto internazionale: classifica dei primi dieci paesi per ricchezza media pro capite (adulti) a
metà 2012 (in USD)
I paesi più benestanti, con un livello di ricchezza per adulto superiore a USD 100.000, sono ubicati
in Nord America, Europa occidentale nonché tra le nazioni benestanti dell’area Asia-Pacifico e del
Medio Oriente. Al vertice di questa graduatoria si colloca la Svizzera, che nel 2011 era divenuta il
primo paese a superare la soglia di USD 500.000 pro capite; nel 2012 l’andamento dei tassi di
cambio ha ridotto il livello di ricchezza per adulto da USD 540.000 del 2011 a USD 470.000.
Ciononostante, la Svizzera permane nettamente in vantaggio rispetto ad Australia (USD 355.000) e
Norvegia (USD 326.000), che conservano rispettivamente il secondo e il terzo posto nonostante una
flessione di circa il 10%. Segue a ruota un gruppo di nazioni con una ricchezza media per adulto
superiore a USD 200.000, molte delle quali hanno subito una svalutazione a doppia cifra contro
l’USD – quali Francia, Svezia, Belgio, Danimarca e Italia.
Tabella 2: Classifica dei primi dieci paesi per ricchezza media pro capite (adulti) a metà 2012 (in
USD)
Graduatoria
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
Paese
Svizzera
Australia
Norvegia
Lussemburgo
Giappone
Francia
USA
Singapore
Regno Unito
Svezia
Ricchezza media pro Variazione da metà 2011
capite
(%)
(per adulto)
468186
-13,00%
354986
-11,00%
325989
-7,00%
277119
-14,00%
269708
1,00%
265463
-15,00%
262351
1,00%
258117
-4,00%
250005
-6,00%
237297
-17,00%
Indebitamento delle famiglie
I recenti timori circa la sostenibilità dell’indebitamento si sono concentrati quasi esclusivamente sul
debito sovrano e sulla vulnerabilità del settore bancario. In realtà, la misura in cui gli stati riescono
a finanziare il proprio debito esterno nei periodi di difficoltà dipende in parte dal livello dei
patrimoni netti delle famiglie. Soprattutto, al fine di valutare se il proprio patrimonio è sufficiente
per soddisfare le esigenze di consumo e le emergenze future, le famiglie dovrebbero tenere conto
dei debiti che il
rispettivo stato di appartenenza sta accumulando per loro conto.
Considerando le variazioni dei tassi di cambio, l’indebitamento delle famiglie a livello mondiale è
cresciuto a un ritmo annuo dell’8% nel periodo 2000-2007, per poi evidenziare un rallentamento.
Per l’intero periodo 2000-2012, il debito aggregato è aumentato dell’81%, pari a una crescita del
5% annuo. In rapporto al patrimonio netto, il debito delle famiglie ammonta tipicamente al 20-30%
nelle economie sviluppate, benché talvolta si registrino anche livelli molto più elevati come ad
esempio in Irlanda (44%), Paesi Bassi (45%) e Danimarca (51%).
Il debito in proporzione della ricchezza
Nonostante l’aumento della ricchezza, nel periodo 2000-2008 il rapporto tra debito e patrimoni netti
è aumentato in media di circa il 50% nella maggior parte dei paesi in cui l’indebitamento delle
famiglie supera la soglia di USD 1000 miliardi. Negli Stati Uniti il debito è cresciuto dal 18,7%
della ricchezza netta nel 2000 fino a un picco del 30,5% nel 2008, prima di scendere nuovamente al
21,7% nel 2011.
Il Regno Unito ha evidenziato un andamento pressoché analogo, con una crescita dal 15,2% al
23,4% tra il 2000 e il 2008 e un successivo arretramento al 20% nel 2012. L’aumento del rapporto
debito/ricchezza è stato molto più accentuato nei Paesi Bassi e in Spagna; nel primo caso
l’incremento rispetto al 2000 ha leggermente rallentato, assestandosi al 71%, mentre per la Spagna
non appare in vista alcuna decelerazione, tanto che tale rapporto è oggi maggiore del 90% rispetto
all’inizio delle misurazioni. La crescita dell’indebitamento è stata marcata anche in Italia, che però
partiva da un livello molto più basso; non a caso, il rapporto indebitamento/ricchezza dell’11,1%
registrato nel 2012 non solo è il più contenuto tra quello dei paesi presi in esame, bensì si colloca
anche al di sotto della media mondiale complessiva (17,7%). Su livelli inferiori a tale soglia si
attestano anche Francia (12,8%), Germania (16,4%) e Giappone (16,6%).
Nei paesi in via di sviluppo, l’importo in termini assoluti del debito risulta raramente al di sopra di
USD 1000 per adulto, benché livelli eccezionalmente elevati – oltre USD 5000 per adulto – siano
registrati in Brasile, Cile e Sudafrica.
Paesi con problemi di debito pubblico
Tra gli Stati con i livelli più elevati di debito pubblico netto in rapporto alle attività finanziarie delle
famiglie, la situazione in Giappone, Polonia e Spagna appare gestibile, almeno alla luce dei dati
disponibili fino al 2011. In Ungheria l’indebitamento dello stato è cresciuto in misura esponenziale
tra il 2000 e il 2010, fino quasi a cancellare il valore delle attività finanziarie delle famiglie, anche
se nel 2011 si è di nuovo allontanato dal baratro. La situazione dell’Irlanda appare invece più
problematica: nel 2007 il debito pubblico netto era prossimo allo zero, ma da allora è cresciuto a
ritmi più sostenuti che in qualsiasi altra nazione, raggiungendo nel 2011 un importo pari al 92%
delle attività finanziarie nette delle famiglie.
Risultati sorprendenti
L’analisi dell’indebitamento delle famiglie ha messo in evidenza vari elementi che possono essere
considerati sorprendenti. Ad esempio, il Canada presenta attualmente il rapporto debito/reddito più
elevato tra i paesi del G7, mentre il più basso è in Italia. Gli Stati con i maggiori livelli di
indebitamento delle famiglie per adulto (Danimarca, Norvegia e Svizzera) sono tra i più benestanti
e di maggiore successo; per contro, il debito medio è molto più basso in Grecia, Italia, Portogallo e
Spagna. Durante lo scorso decennio l’indebitamento è cresciuto in misura significativa nelle
economie avanzate, ma tale portata si ridimensiona notevolmente davanti all'evoluzione delle aree
in via di sviluppo, dove nel periodo 2000-2012 quasi ogni paese ha superato la media mondiale del
45%.
L’eredità come fonte di ricchezza varia a seconda delle aree geografiche
Sulla base di stime ragionevoli, nei paesi OCSE i patrimoni ereditati incidono per il 30-50% della
ricchezza totale delle famiglie. Nelle società a bassa crescita o di tipo tradizionale questa
percentuale si attesta su livelli più elevati, mentre nelle economie di transizione essa è
estremamente bassa. Su un totale di 1226 miliardari inclusi nel 2012 nell’elenco di Forbes, 842
(pari al 69%) hanno accumulato da soli i propri patrimoni. A Cina, Russia e paesi dell’Europa
orientale fanno capo 209 miliardari del totale, ma soltanto due di essi devono il proprio patrimonio
a un’eredità.
La ricchezza in futuro
Il Credit Suisse stima che nel 2017 il numero di milionari a livello globale potrebbe superare i 46
milioni, con un incremento di oltre 18 milioni rispetto a oggi. Mentre nelle economie emergenti la
platea dei milionari è ancora nettamente al di sotto dei livelli degli USA (16,9 milioni) o
dell’Europa (15,4 milioni), si prevede che entro pochi anni il loro numero sia destinato a crescere in
misura cospicua. In Cina i milionari potrebbero infatti raddoppiare entro il 2017, raggiungendo un
totale di quasi 2 milioni. Il Credit Suisse prevede inoltre un aumento sostanziale del drappello di
milionari in vari paesi e nelle economie di transizione (cfr. tabella 5).
Tabella 3: Numero di milionari nel 2012 e nel 2017 per aree geografiche, paesi selezionati e a
livello mondiale
Paese
Numero (in migliaia) nel 2012
USA
11 023
Francia
2284
Regno Unito
1582
Germania
1463
Brasile
227
Corea
208
Messico
141
Singapore
156
Indonesia
104
Russia
97
Hong Kong
92
Turchia
84
Polonia
38
Malaysia
36
Colombia
46
Cile
42
Arabia Saudita
46
EAU
43
Repubblica Ceca
24
Africa
95
Asia-Pacifico
6 889
(+Cina e India)
Europa
9263
America Latina e
527
Caraibi
Nord America
11 868
Mondo 28
640
Numero (in migliaia) 2017
16 876
3423
2678
2556
497
398
253
249
207
203
180
144
78
75
64
62
54
48
40
191
11736
Variazione (%)
53,00%
50,00%
69,00%
75,00%
119,00%
91,00%
79,00%
60,00%
99,00%
109,00%
96,00%
71,00%
105,00%
108,00%
39,00%
48,00%
17,00%
12,00%
67,00%
101,00%
70,00%
15 432
978
67,00%
86,00%
18 163
46'499
53,00%
62,00%
Note per i redattori
• Il rapporto definisce la ricchezza come somma degli investimenti finanziari e dei valori reali
(prevalentemente immobili) al netto del debito delle famiglie.
• Tutti i dati attuali si riferiscono a metà 2012 e sono calcolati in funzione dei tassi di cambio
praticati allora (senza parità del potere d'acquisto).
• Le cifre presentate nel rapporto si basano sui migliori dati disponibili sui patrimoni e i debiti delle
famiglie, aggiornati e stimati all'occorrenza.
• Per informazioni complete sulle fonti e sulla metodologia si rimanda al Global Wealth Databook
2012.
• Le previsioni per il 2017 sono formulate dal Credit Suisse Research Institute sulla scorta delle
stime delle tre componenti della ricchezza: investimenti finanziari, valori reali e debiti.
Per informazioni:
Lavinia Borea, Relazioni Esterne, Credit Suisse, Milano, +39 02 88 55 01
Image Building, Luisella Murtas, Federica Corbeddu, [email protected], +39 02
89011300
Ricchezza, Italia fuori dalla «top ten» dei paesi a più alto reddito pro-capite.
Svizzera, Australia e Usa primi (Sole 24 Ore del 12 ottobre 2012)
In un anno abbiamo perso la decima posizione tra i paesi con ricchezza pro-capite più alta nel
mondo. Colpa della recessione e dell' apprezzamento dell'euro sul dollaro. Siamo stati superati dalla
Svezia dove questa è di 237.297 dollari pro capite. E non consola il fatto che proprio sulla scia della
crisi dell'Eurozona nel periodo 2011/2012 nel mondo la ricchezza sia diminuita del 5,2%
raggiungendo 223mila miliardi di dollari. In Europa dove la perdita totale è stata di 10.900 miliardi
di dollari, l'Italia ha contribuito per 2,1 trilioni di dollari, la Francia per 2,2 trilioni di dollari, la
Germania per 1,9 trilioni.
È l'analisi lucida contenuta nel terzo rapporto sulla ricchezza nel mondo, messo a punto da Credit
Suisse che analizza e stima la ricchezza nella sua complessità (investimenti finanziari e valori reali,
prevalenza immobili) al netto del debito delle famiglie. Nella passata edizione (anno 2010/2011) la
ricchezza pro-capite oscillava dai 211mila ai 260mila dollari, per un totale complessivo di 12,7
trilioni di dollari (ndr si considerano 60 milioni di residenti (erano 5,5 nel 2000).
La ricerca conferma che la recessione economica in molti paesi, combinata con le diffuse flessioni
dei prezzi azionari e con l'andamento fiacco dei mercati immobiliari residenziali, ha prodotto il
peggiore scenario per la creazione di ricchezza dallo scoppio della crisi finanziaria. Esistono
nazioni con ricchezza pro capite elevata come la Svizzera che con 470mila dollari è in testa alla
classifica (l'Australia è a 355mila, gli Usa a 262mila). L'Italia fa parte delle nazioni di seconda
fascia per ricchezza pro capite tra quelle che superano i 200mila dollari. Questa ricchezza per 2/3
proviene da asset immobiliari, per 1/3 da asset finanziari: in termini di capitalizzazione di Borsa,
l'Italia è il Paese che ha registrato la maggior flessione (-23%) nell'ultimo anno.
L'altra area geografica a subire una pesante flessione è stata la regione Asia-Pacifico (incluse Cina e
India), con un calo di 1400 miliardi di dollari. Il Nord America ha invece fatto registrare un
modesto incremento, pari a 882 miliardi di dollari. (Tabella 1)
Dove è cresciuta la ricchezza
Al contrario la ricchezza privata è cresciuta in Usa, Cina, Giappone e Colombia (qui molto ha
contato l'effetto cambio). Il 4% dei milionari mondiali (individui con una ricchezza superiore al
milione di dollari) è italiano, anche se il numero di milionari in Italia è sceso da 1,5 milioni a 1,2
milioni nell'ultimo anno. Nel mondo ci sono 29 milioni di milionari, pari all'1% della popolazione
mondiale e controlla il 40% della ricchezza globale. (Tabella 2)
Il vertice della piramide della ricchezza
Le stime del Credit Suisse indicano che a livello mondiale i soggetti UHNW (definiti come le
persone con patrimoni netti superiori a USD 50 milioni) sono circa 84 500. Di questi, 29 300 hanno
patrimoni di almeno USD 100 milioni, mentre 2700 superano la soglia di USD 500 milioni. Le
graduatorie per aree geografiche sono dominate dal Nord America con 40 000 UHNW residenti
(47%), mentre l'Europa ne ospita 22 000 (26%) e 12 800 (15%) risiedono nei paesi di Asia-Pacifico
(escluse Cina e India).
In termini di singoli paesi, gli USA si collocano ampiamente al vertice assoluto con 37 950 soggetti
UHNW, pari al 45% del totale. I grandi patrimoni recentemente accumulati in Cina hanno issato
questo paese al secondo posto in graduatoria con 4700 persone (5,6% del totale globale); seguono
poi Germania (4000), Giappone (3400), Regno Unito (3200) e Svizzera (3050). Anche gli altri paesi
BRIC fanno registrare elevati tassi di crescita, con 1950 esponenti in Russia, 1550 in India e 1500
in Brasile; mostrano cifre di tutto rispetto anche Taiwan (1200), Hong Kong (1100) e Turchia
(1000).
In prospettiva
La ricerca del Credit Suisse formula inoltre previsioni circa l'evoluzione della ricchezza delle
famiglie, anticipando in particolare che:
−la ricchezza è destinata ad aumentare di quasi il 50% nei prossimi cinque anni da USD 223 000
miliardi del 2012 a USD 330 000 miliardi nel 2017
−il numero di milionari in tutto il mondo aumenterà di circa 18 milioni, raggiungendo quota 46
milioni nel 2017
−nei prossimi cinque anni la Cina apporterà un totale di USD 18 000 miliardi al volume
complessivo di ricchezza globale, sorpassando il Giappone come il secondo paese più facoltoso a
livello mondiale
−gli USA permarranno al vertice assoluto nella graduatoria della ricchezza, con USD 89 000
miliardi entro il 2017
−nei prossimi 5 anni la ricchezza totale dell'Eurozona riuscirà soltanto a eguagliare il livello attuale
degli USA, benché la popolazione adulta europea sia maggiore di 16 milioni di persone.
Debito e ricchezza
Tenendo conto delle variazioni dei tassi di cambio, l'indebitamento delle famiglie a livello mondiale
è cresciuto a un ritmo annuo dell'8% nel periodo 2000-2007, per poi evidenziare un rallentamento.
Per l'intero periodo 2000-2012, il debito aggregato è aumentato dell'81%, pari a una crescita del 5%
annuo. In rapporto al patrimonio netto, il debito delle famiglie ammonta tipicamente al 20-30%
nelle economie sviluppate, benché talvolta si registrino anche livelli molto più elevati come ad
esempio in Irlanda (44%), Paesi Bassi (45%) e Danimarca (51%).
L'Italia però si mette in luce perché è tra i paesi con il minor livello di indebitamento pro capite: il
debito medio per adulto in dollari è in Spagna di 31.200, in Portogallo di 25.800, in Italia di 23.900,
in Grecia di 19.000 in Grecia. La crescita dell'indebitamento è stata marcata anche in Italia, che
però partiva da un livello molto più basso; non a caso, nel nostro paese il rapporto
indebitamento/ricchezza dell'11,1% registrato nel 2012 si colloca al di sotto della media mondiale
complessiva (17,7%). Su livelli inferiori a tale soglia si attestano anche Francia (12,8%), Germania
(16,4%) e Giappone (16,6%).
Nei paesi in via di sviluppo, l'importo in termini assoluti del debito risulta raramente al di sopra di
USD 1000 per adulto, benché livelli eccezionalmente elevati – oltre USD 5000 per adulto – siano
registrati in Brasile, Cile e Sudafrica. E se il Canada presenta attualmente il rapporto debito/reddito
più elevato tra i paesi del G7, il più basso è in Italia. Gli stati con i maggiori livelli di indebitamento
delle famiglie (Danimarca, Norvegia e Svizzera) sono tra i più benestanti e di maggiore successo;
per contro, il debito medio è molto più basso in Grecia, Italia, Portogallo e Spagna.
Paesi con problemi di debito pubblico
Tra gli stati con i livelli più elevati di debito pubblico netto in rapporto alle attività finanziarie delle
famiglie, la situazione in Giappone, Polonia e Spagna appare gestibile, almeno alla luce dei dati
disponibili fino al 2011. In Ungheria l'indebitamento dello stato è cresciuto in misura esponenziale
tra il 2000 e il 2010, fino quasi a cancellare il valore delle attività finanziarie delle famiglie, anche
se nel 2011 si è di nuovo allontanato dal baratro. La situazione dell'Irlanda appare invece più
problematica: nel 2007 il debito pubblico netto era prossimo allo zero, ma da allora è cresciuto a
ritmi più sostenuti che in qualsiasi altra nazione, raggiungendo nel 2011 un importo pari al 92%
delle attività finanziarie nette delle famiglie.
L'eredità come fonte di ricchezza varia a seconda delle aree geografiche
Sulla base di stime ragionevoli, nei paesi OCSE i patrimoni ereditati incidono per il 30-50% della
ricchezza totale delle famiglie. Nelle società a bassa crescita o di tipo tradizionale questa
percentuale si attesta su livelli più elevati, mentre nelle economie di transizione essa è
estremamente bassa. Su un totale di 1226 miliardari inclusi nel 2012 nell'elenco di Forbes, 842 (pari
al 69%) hanno accumulato da soli i propri patrimoni. A Cina, Russia e paesi dell'Europa orientale
fanno capo 209 miliardari del totale, ma soltanto due di essi devono il proprio patrimonio a
un'eredità
(Tabella 3)
A differenza delle altre analisi, quella del Credit Suisse include i patrimoni di 4,6 miliardi di adulti
in tutto il mondo: dalle persone con un avere medio di poche centinaia di dollari o anche meno in
alcuni paesi in via di sviluppo, attraverso le classi medie emergenti in Asia e altrove, fino ancora ai
miliardari al vertice della ‘piramide della ricchezza' – e tutto questo su un'estensione di oltre 200
stati; la ricerca si avvale inoltre di fonti affidabili, e applica tecniche all'avanguardia per stimare il
livello e i parametri della ricchezza delle famiglie nella platea della popolazione adulta".