Relazione scuola primaria

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Relazione scuola primaria
INTERCULTURALITÀ
E DIALOGO INTERRELIGIOSO A SCUOLA
Laboratorio sui testi scolastici IRC
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Laboratorio per la scuola primaria:
Docenti ISSR: Zatti don Giuliano, Montani Rinalda
IRC: Carbone Raffaele e Chilin Cinzia
La relazione finale è stata curata da Raffaele Carbone
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Relazione finale
I titoli dei testi di RC per la Scuola Primaria in commercio e, dunque, adottati dagli IdR,
sono molti. Per questo motivo si è scelto di non privilegiare alcuni testi rispetto ad altri: tali
testi, infatti, non sarebbero stati rappresentativi della varietà delle proposte in commercio,
oltre a non essere conosciuti da tutti gli insegnanti. Si è deciso, invece, di permettere a
ciascun insegnante partecipante al laboratorio di analizzare il proprio testo a partire dalla
griglia di domande fornita.
Per ciascuno dei due incontri di laboratorio (16/12/2011 e 13/01/2012) vi è stata la
presenza di circa una ventina di insegnanti, a fronte dei 45 effettivamente iscritti. Tra i
presenti, solo una decina ha partecipato a entrambi gli appuntamenti, garantendo così una
continuità nel lavoro del laboratorio, mentre gli altri hanno partecipato solo al primo o solo
al secondo appuntamento.
Nel totale solo 8 insegnanti hanno risposto per iscritto (alcuni solo parzialmente) alla
griglia di domande e i testi da essi analizzati (in base ai quali è stata redatta la relazione
finale dai coordinatori del laboratorio) sono i seguenti:
TITOLO TESTO
SIGLA
AA. VV., Come il fiore nel campo, Editrice Piccoli 2011.
AA.VV., Granelli di Sale, Piemme Scuola 2009.
FC
GS
AA.VV., L’amico di tutti, Elmedi 2011.
AT
M. BUSA, Il nuovo Bereshit, Ferraro Editori 2005.
GRUPPO IL SICOMORO, L'Arca 2 (Classi 4^ e 5^), Piemme Scuola 2011.
NB
A
F. FABRIS, Una luce fra noi 2 (classi 4^ e 5^), Editrice Tresei Scuola.
L. GOZZO – L. ZANETTE, Semi di gioia, Elledici Capitello 2011.
LN
SG
1
I - Istruire il tema “interculturalità e dialogo interreligioso nei testi scolastici IRC” nei suoi
contenuti culturali, teologici e didattici:
A.
Scheda teologica
Quale tra gli aspetti del dialogo interreligioso viene trattato in modo più approfondito e
quale in modo più superficiale:
PIÚ APPROFONDITO /
MENO APPROFONDITO /
ADEGUATO
SUPERFICIALE
FC GS AT NB A LN SG FC GS AT NB A LN SG
Fondamenti teologici
X
Presupposti teologico-pratici
X
Atteggiamenti
X
X
X
Scopo
X
Ostacoli
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Valutazione in gruppo (aspetti teologici)
(Fondamenti teologici e presupposti teologico-pratici)
I testi di RC della Scuola Primaria, data la fascia di età cui sono destinati, mantengono sullo sfondo
i fondamenti teologici e i presupposti teologico-pratici del dialogo interreligioso, senza esplicitarne i
diversi aspetti, che risulterebbero troppo complessi per gli alunni. Tuttavia alcuni fondamenti
teologici ben evidenziati un po’ da tutti i testi esaminati sono: la comune origine di tutti gli esseri
umani come creature di Dio, il comune cammino di ricerca della verità da parte degli esseri umani
e la dignità dei percorsi religiosi, dei rapporti col divino e delle culture del mondo. Al contrario non
viene messa in evidenza esplicitamente la presenza attiva dello Spirito tra i seguaci di altre
tradizioni religiose.
(Atteggiamenti)
I contenuti dottrinali delle principali religioni del mondo sono presentati nei tratti essenziali,
richiamando le modalità di essere credenti di ciascuna di esse (simboli, feste più importanti,
usanze, riti, testi sacri, luoghi di culto…), senza tuttavia l’utilizzo (o con un utilizzo molto scarno)
delle fonti, quali testi sacri, autorità religiose e documenti.
Le notizie date sono comunque riportate in maniera corretta, oggettiva, rispettosa e non
discriminante.
(Scopi)
Nei testi vi è una mera elencazione o sinossi di dati e informazioni sì rispettose, ma che non
affrontano minimamente le questioni soggiacenti e trasversali del dialogo interreligioso con
quel taglio comparativo che sarebbe necessario: il ruolo dello Spirito, i temi della salvezza, del
senso della vita, della morte, della pace, la prospettiva antropologica ecc. Questo perché nelle
pagine dedicate alle religioni, se ne tratta in maniera separata, senza collegamenti espliciti con il
cristianesimo.
Allo stesso modo non viene fatto presente che la conoscenza delle diverse religioni può
aiutare il cristiano a riflettere in maniera nuova e proficua sulla propria fede e la propria
tradizione, con gli apporti originali che ciascuna religione presenta, in vista di una mutua
conoscenza e di un arricchimento reciproco.
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Comunque, in positivo, è da rilevare che tutti i testi dedicano all’Incontro interreligioso di
Assisi almeno una pagina, nella quale si esplicita l’importanza di conoscersi tra i membri di
religioni diverse per superare i pregiudizi, costruire relazioni di stima e rispetto reciproci e
contribuire in maniera efficace a costruire un mondo fondato sulla pace, la giustizia e
l’amore. Emergono in questa pagina anche alcuni valori condivisi dalle diverse tradizioni
religiose. Nella medesima pagina è spesso citata il seguente brano di Nostra Aetate 2:
“La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con
sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in
molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono
un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini”.
(Ostacoli)
A questo riguardo, la proposta dei testi sulle grandi religioni, proprio perché abbastanza limitata
ed essenziale (a questi temi sono dedicate circa una decina di pagine del secondo volume –
destinato alle classi 4^ e 5^ - su un totale di 80-90 pagine), per quanto corretta e non
discriminante, non è adeguata a trasmettere sufficientemente il senso dell’esperienza
religiosa altrui, soprattutto per ciò che concerne il vissuto. Per questo motivo tocca all’insegnante
il compito di aiutare i bambini a comprendere quanti ostacoli (paura del diverso, pregiudizi sullo
straniero, razzismo, percezione di superiorità della nostra cultura/religione) al dialogo interreligioso
siano ancora presenti nella nostra mentalità comune.
B.
Scheda didattica
Quali aspetti che fanno riferimento alla parola chiave/binomio sono più ricorrenti e
approfonditi e quali ignorati e/o poco trattati:
MENO APPROFONDITO /
SUPERFICIALE
PIÚ APPROFONDITO /
ADEGUATO
X
X
Empatia/passione
Accoglienza/ospitalità
X
Rispetto/responsabilità
X
Ascolto
X
X
Conoscenza
X
X
X
X
Decentramento
Racconto
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
Non analizzato sotto l'aspetto
didattico
Identità/differenza
Non analizzato sotto l'aspetto
didattico
FC GS AT NB A LN SG FC GS AT NB A LN SG
X
X
X
X
Valutazione in gruppo (aspetti didattici)
(Identità / differenza)
Nel complesso, i testi approfondiscono, inevitabilmente, soprattutto i tratti della religione
cattolica, di cui sono approfondite lungamente le radici culturali. Al contrario, le informazioni
presenti sulle religioni (trattate in pagine separate e in forma esigua) non permette di attivare
facilmente un processo di riconoscimento reciproco di identità e differenze, utile a
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comprendere non solo l’altro, bensì meglio anche se stessi. Sarebbe auspicabile, a tal proposito,
una trattazione delle religioni in taglio comparativo.
(Empatia / passione)
Come già evidenziato sopra, i testi non riescono a trasmettere la complessità e il senso
dell’esperienza religiosa altrui, soprattutto per ciò che concerne il vissuto. Sono, infatti, quasi del
tutto assenti i riferimenti a esperienze reali e significative per l’età dei ragazzi.
A tal proposito, si distinguono in positivo GS, che a p. 18 riporta un fatto di cronaca accaduto
nel 2007 a Jesolo (un cittadino bosniaco e un ragazzo marocchino si tuffano nel fiume per salvare
la vita a due bambini italiani che stavano annegando. I due bambini italiani vengono salvati, ma il
cittadino bosniaco annega) e SG, che presenta i diversi riti religiosi e le cerimonie come
esperienze vissute da coetanei degli alunni.
(accoglienza / ospitalità)
Il tema dell’accoglienza verso il diverso e lo straniero si limita ad essere affrontato genericamente
e superficialmente, lontano dall’assunzione di una identità dinamica e plurale. Viene, infatti,
stimolata la curiosità verso di lui o sottolineata l’importanza di accoglierlo, ma non si va molto oltre,
in quanto non si spiega concretamente come è possibile fargli posto presso di noi.
A tal proposito, si segnalano alcune pagine che potrebbero fornire lo spunto per approfondire in
classe il tema: la pagina di NB e AT in cui è presentato l’episodio di Abramo che accoglie i tre
uomini presso le Querce di Mamrè e quella di GS e AT in cui si fa riferimento all’atteggiamento di
accoglienza di Gesù verso lo straniero, citando gli episodi del centurione romano e della donna
cananea.
(Rispetto / responsabilità)
Come già emerso precedentemente, tutto ciò che è detto sulle religioni è detto con una
sguardo positivo e rispettoso. A tal riguardo, molto interessante è il già citato testo di NA 2,
presente in molti testi.
(Ascolto)
A proposito dell’atteggiamento identificato come “ascolto”, quanto viene presentato nei testi, per
quanto minimo e non sufficiente per cogliere in profondità la specificità del fenomeno
religioso presentato, non manifesta l’intento di giudicare i credenti di altra religione.
(Conoscenza)
Come già detto sopra, i contenuti dottrinali delle principali religioni del mondo sono presentati
nei tratti essenziali, utilizzando pochissime fonti, quali testi sacri, autorità religiose e documenti.
Ciò è da ascrivere all’esiguità delle pagine dedicate alle religioni e all’età degli alunni cui i testi
sono destinati. Tuttavia, tali contenuti sono ritenuti dagli insegnanti sufficienti a favorire almeno
un primo approccio alle altrui esperienze religiose adeguato all’età degli alunni.
(Decentramento)
Per quanto riguarda il “decentramento”, la logica di fondo che emerge – seppur in maniera non
esplicita – è la “superiorità” della cultura e della religione cristiana rispetto alle altrui esperienze
religiose. Ciò si evince anzitutto dalla inevitabile prospettiva occidentale e confessionale da cui si
guarda ad esse.
A tal proposito, si distingue in positivo AT, che a p. 72 del secondo volume dice:
“Ogni popolo, con la sua religione e la sua cultura, rivela di essere alla ricerca di Dio. […] Nessuno
di noi possiede, da solo, tutta la verità: potremo capirla solo aprendoci al confronto con gli altri”.
(Racconto)
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Nei testi la via narrativa è poco valorizzata: non si fa quasi per niente riferimento a storie o
racconti delle tradizioni religiose, sia proprie che altrui.
II - Parlare bene e in modo corretto delle altre religioni, promovendo la conoscenza
reciproca e il rispetto dell’identità e delle differenze culturali e religiose di ciascuna.
A.
La comune origine di tutti gli uomini.
Quale visione dell’uomo viene offerta dalle religioni non cristiane [origine, miti fondativi,
testi di riferimento]?
Trovi adeguato l’approccio didattico alla prospettiva antropologica?
Nei testi non emerge la visione dell’uomo delle religioni non cristiane.
B.
Per i cristiani tutti gli esseri umani sono chiamati alla “salvezza” in Dio (universalità della
salvezza)
Quali finalità “salvifiche” perseguono le altre religioni? E quali vie propongono per
raggiungere queste finalità?
Quali termini vengono utilizzati nelle altre religioni per esprimere il concetto di “salvezza”?
Dal punto di vista didattico, quale atteggiamento/approccio prevale nel presentare la
differenza tra Cristo salvatore unico e universale e gli altri fondatori di religione o di
tradizioni religiose?
Anche il tema della salvezza non è esplicitamente affrontato: a proposito delle religioni
monoteiste è completamente ignorato; a proposito di quelle orientali ci si limita a presentare in
poche righe la credenza nella reincarnazione e le pratiche dello yoga e del bagno nel fiume
Gange come strumento di purificazione (Induismo) e gli otto sentieri che portano al Nirvana
(Buddismo).
Allo stesso modo è totalmente assente il confronto tra Cristo salvatore unico e universale e
gli altri fondatori di religione.
III - Attivare il dialogo interreligioso.
Il testo scolastico di IRC adottato favorisce l’interesse per la conoscenza delle diverse
culture e religioni? Con quali metodi?
Quali fonti vengono maggiormente utilizzate: fonti letterarie, documenti artistici, testi
religiosi (Bibbia e testi sacri), documenti ufficiali (magistero della chiesa, documenti di
autorità e organismi civili)?
Nel complesso, i testi favoriscono un certo interesse (ad es. attraverso foto e disegni) per la
conoscenza di culture e religioni diverse, ma il loro maggior limite si conferma nell’esiguità
delle pagine ad esse dedicate.
All’insegnante, dunque, è chiesto di rafforzare maggiormente tale interesse negli alunni attraverso
l’uso di altri strumenti e l’approfondimento delle tematiche interculturali e interreligiose a proprio
carico e secondo la propria sensibilità. A tal proposito le esperienze positive nelle scuole,
soprattutto in quelle con alta percentuale di alunni stranieri, non mancano.
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DOMANDE PER I DOCENTI:
1) La discussione tra gli insegnanti a partire dall’analisi dei testi ha inevitabilmente toccato il tema
del rapporto tra testo IRC e la concreta didattica d’aula. A tal riguardo una domanda
frequentemente emersa è stata: il libro di testo – così come è concretamente costruito oggi – è
adeguato e sufficiente ai fini dell’azione didattica d’aula della scuola di oggi? Quale ruolo esso può
e deve svolgere nelle mani dell’Idr? Con quali altri strumenti può interagire?
2) Tenendo conto dell’età degli alunni, in che modo e con quale linguaggio – al tempo stesso
semplice ma teologicamente corretto - si potrebbero esplicitare maggiormente i fondamenti
teologici e i presupposti teologico-pratici del Dialogo Interreligioso, così poco sviluppati nei testi
IRC di Scuola Primaria?
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