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STORIA DEL NOME DI DIO
Articolo di presentazione del libro di Gèrard Gertoux
tratto il 31/07/2011 dal sito web:
http://www.ciao.it/Storia_del_nome_di_Dio_G_Gertoux__Opinione_1164947
Non sapere il vero NOME di Dio nella culla del cattolicesimo è un paradosso!
Si deve ricercare libri come Storia del nome di Dio di G. Gertoux , e si deve leggere questa
profonda ricerca di Gertoux? Nella culla del Papa siamo così ignoranti? (Se date una letta alla
mia precedente opinione, capirete in che mani siamo in Italia).
GEOVA, [forma causativa, all’imperfetto, del verbo ebr. hawàh (divenire): “Egli fa
divenire”].
In altre parole esiste un NOME proprio di Dio!
Anche se nelle Scritture gli sono attribuiti titoli descrittivi come “Dio”, “Sovrano Signore”,
“Creatore”, “Padre”, “l’Onnipotente” e “l’Altissimo”, la sua personalità e i suoi attributi, chi e che
cosa è, sono pienamente espressi e riassunti solo da questo nome personale!
La pronuncia corretta del nome divino
“Geova” è la più nota forma italiana del nome divino, anche se in prevalenza gli ebraicisti
preferiscono la forma “Yahweh”. Nei manoscritti ebraici più antichi compare il nome scritto con
quattro consonanti, comunemente chiamato il Tetragramma (dal gr. tètra, “quattro”, e
gràmma, “lettera”). Queste quattro lettere (scritte da destra a sinistra) sono יהוה (non
posso scrivere in caratteri ebraici) e si possono traslitterare con le lettere YHWH (o JHVH).
Le consonanti ebraiche del nome sono dunque note. Il problema è quali vocali aggiungere. I
segni vocalici sono stati introdotti nell’ebraico solo nella seconda metà del I millennio dopo
Cristo.
Inoltre, a motivo di una superstizione religiosa che risaliva a secoli prima, la vocalizzazione
dei manoscritti ebraici non permette di determinare quali vocali dovrebbero comparire nel
nome divino.
Una superstizione lo nasconde
A un certo punto si diffuse fra gli ebrei l’idea superstiziosa che fosse sbagliato anche solo
pronunciare il nome divino (rappresentato dal Tetragramma). Non si sa esattamente quale
ragione fosse addotta in origine per non usare più il nome. Alcuni sostengono che il nome era
ritenuto troppo sacro per essere pronunciato da labbra imperfette. Eppure nelle Scritture
Ebraiche non esistono prove che alcuno dei veri servitori di Dio abbia mai avuto qualche
esitazione a pronunciarne il nome. Documenti ebraici extrabiblici, come le cosiddette Lettere di
Lachis, rivelano che verso la fine del VII secolo a.E.V. il nome era usato in Palestina nella
normale corrispondenza.
Un’altra opinione è che si volesse impedire ai non ebrei di conoscere il nome e forse
abusarne. Tuttavia Geova stesso disse che avrebbe fatto “dichiarare il suo nome in tutta la
terra”, affinché anche i suoi avversari lo conoscessero .
Infatti il nome era noto e usato dalle nazioni pagane sia prima che all’inizio dell’era
cristiana.
Altri sostengono che si voleva evitare che il nome venisse usato in riti magici. Ma questo
sarebbe stato irragionevole, poiché è ovvio che più il nome diventava misterioso cadendo in
disuso più ciò avrebbe assecondato i fini di coloro che praticavano la magia.
Quando si affermò questa superstizione?
Come sono incerte la ragione o le ragioni addotte in origine per smettere di usare il nome
divino, così c’è molta incertezza anche circa l’epoca in cui questa idea superstiziosa si affermò
veramente. Alcuni sostengono che risalga all’esilio in Babilonia (607-537 a.Cristo). Questa
teoria si basa però sul presunto minor uso del nome da parte degli ultimi scrittori delle
Scritture Ebraiche, opinione che a un più attento esame risulta infondata. Malachia per
esempio fu uno degli ultimi libri delle Scritture Ebraiche a essere messi per iscritto (nella
seconda metà del V secolo a. Cristo) ma dà grande risalto al nome divino.
Molte opere di consultazione affermano che il nome smise di essere usato verso il 300 a.
Cristo. Una prova, si diceva, era l’assenza del Tetragramma (o di una sua traslitterazione) nella
Settanta, traduzione greca delle Scritture Ebraiche iniziata verso il 280 a.C.
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È vero che le copie più complete della Settanta attualmente note seguono in effetti la
consuetudine di sostituire il Tetragramma con i termini greci Káyrios (Signore) o Theòs (Dio).
Ma questi importanti manoscritti risalgono solo al IV e V secolo E.V. Copie più antiche, benché
frammentarie, scoperte di recente dimostrano che copie anteriori della Settanta contenevano il
nome divino.
Ne sono un esempio i frammenti di un rotolo papiraceo di una parte di Deuteronomio,
catalogati come papiro Fouad Inv. 266.
Nel libro Storia del nome di Dio di G. Gertoux , troverete centinaia di fotografie sul NOME!
Per esempio vi compare regolarmente il Tetragramma, scritto in caratteri ebraici quadrati, ogni
volta che ricorre nel testo ebraico tradotto. Secondo gli studiosi questo papiro risale al I secolo
a. Cristo, e quindi è stato scritto quattro o cinque secoli prima dei manoscritti già menzionati.
Quando gli ebrei in generale smisero di pronunciare il nome proprio di Dio?
Quindi, almeno in forma scritta, non c’è alcuna valida prova che il nome divino fosse
scomparso o fosse caduto in disuso prima dell’era cristiana.
Nel I secolo d. Cristo compaiono i primi segni di un atteggiamento superstizioso nei
confronti del nome.
La Mishnàh ebraica, collezione di tradizioni e insegnamenti rabbinici, è un po’ più esplicita.
La sua compilazione è attribuita a un rabbino detto Giuda il Principe, vissuto nel II-III secolo
d.C. Parte del contenuto della Mishnàh si riferisce chiaramente a condizioni precedenti la
distruzione di Gerusalemme e del tempio nel 70 d.C.
Nel Talmud si legge a proposito dell’annuale giorno di espiazione: “E quando i sacerdoti e il
popolo che stavano nell’atrio, udivano il Nome glorioso e venerato pronunciato liberamente
dalla bocca del Sommo Sacerdote in santità e purezza, piegavano le ginocchia e si prostravano
e cadevano sulla loro faccia ed esclamavano:
Benedetto il Suo Nome glorioso e sovrano per sempre in eterno.
Delle quotidiane benedizioni sacerdotali il Nome era pronunciato come è scritto, ma fuori dei
suoi confini si adoperava un Nome che lo sostituisse”.
D’altra parte, ci fu un tempo in cui si sostenne che anche i laici potessero usare liberamente
e apertamente il Nome divino. La Mishnah insegna: ‘Si ordinò che ciascuno salutasse i suoi
amici menzionando il Nome’.
Questa abitudine, però, presto scomparve , e la Mishnàh dichiara che un bestemmiatore non
era colpevole ‘a meno che pronunciasse il Nome’, e che in un processo relativo a un’accusa di
bestemmia veniva usato un nome sostitutivo finché non si erano ascoltate tutte le
testimonianze; allora veniva chiesto in privato al testimone principale di ‘dire esattamente
quello che aveva sentito’, usando presumibilmente il nome divino.
Qual è la corretta pronuncia del nome di Dio?
Il dottor Gérard GERTOUX, nel suo libro STORIA DEL NOME DI DIO scrive che è giunto alla
convinzione che il Tetragramma biblico si pronunciava così com’è scritto I_EH_OU_AH. È
arrivato a tale conclusione, studiando in particolare un geroglifico egiziano!
Nella seconda metà del I millennio d.C. studiosi ebrei introdussero un sistema di
vocalizzazione del testo consonantico ebraico. Quando si arrivava al nome di Dio, invece di
inserire i corrispondenti segni vocalici se ne mettevano altri per ricordare al lettore che doveva
dire ’Adhonài (Sovrano Signore) o ’Elohìm (Dio).
Il codice di Leningrado vocalizza il Tetragramma in modo da leggere Yehwàh, Yehwìh e
Yehowàh. L’edizione di Ginsburg del testo masoretico vocalizza il nome divino in modo da
leggere Yehowàh. Gli ebraicisti in genere preferiscono “Yahweh” ritenendola la pronuncia più
probabile. Fanno rilevare che la forma abbreviata del nome è Yah (Iah nella forma
italianizzata), che ricorre nel Salmo 89:8 e nell’espressione Halelu-Yàh (Lodate Iah!).
Comunque fra gli esperti non c’è affatto accordo sull’argomento, e alcuni preferiscono altre
pronunce ancora, come “Yahuwa”, “Yahuah”, “Yehuah”.
Dal momento che finora non si conosce con certezza la pronuncia esatta, Gérard GERTOUX
ragiona che non sembra che ci sia alcuna ragione per abbandonare la nota forma italiana
“Geova” a favore di qualche altra forma suggerita.
Se si facesse un cambiamento del genere, per essere coerenti si dovrebbero anche cambiare
l’ortografia e la pronuncia di moltissimi altri nomi che ricorrono nelle Scritture cominciando da
Gesù, Yehohshùa (in ebraico) o Iesoùs (in greco).
Perché nessun "critico" "critica" chi usa il nome di Gesù?
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Importanza del nome
Mi sarei aspettata dal Papa che si dichiarasse l'importanza di NON NASCONDERE IL NOME
PROPRIO DI DIO, invece devo leggerlo nel libro " STORIA DEL NOME DI DIO" dove lo scrittore
dimostra che GEOVA è il nome del Sovrano Signore dell’universo, il nome col quale EGLI
STESSO scelse di essere identificato, un Nome da NON NASCONDERE all'umanità!
Gérard GERTOUX sente un dovere salvifico nel trasmettere ciò che ha scoperto nelle sue
ricerche.
Molti odierni studiosi e traduttori della Bibbia preferiscono seguire la tradizione di eliminare
il nome proprio di Dio. Non solo sostengono che l’incertezza sulla pronuncia giustifichi questa
linea di condotta, ma affermano pure che la supremazia e l’unicità del vero Dio rendono
superfluo l’uso di un nome particolare. Un’idea del genere non ha alcun sostegno nelle
Scritture ispirate, né in quelle precristiane né nelle Scritture Greche Cristiane.
Il Tetragramma ricorre 6.828 volte nel testo ebraico stampato nella Biblia Hebraica e nella
Biblia Hebraica Stuttgartensia.
La frequenza stessa con cui il nome ricorre attesta l’importanza che esso ha per l’Autore
della Bibbia, proprio perché è il Suo nome.
Nelle Scritture è usato molto più spesso di qualsiasi titolo che gli è attribuito, come “Sovrano
Signore” o “Dio”.
Pure degna di nota è l’importanza data ai nomi stessi nelle Scritture Ebraiche e presso i
popoli semiti.
Uno studio del termine ‘nome’ nell’A.T. rivela quanto sia importante in ebraico. Il nome non
è una semplice etichetta, ma indica la vera personalità di colui al quale appartiene.
Quando uno pone il suo ‘nome’ su una cosa o su un’altra persona, questa viene a trovarsi sotto
la sua influenza e protezione”. Vista l'importanza "salvifica" del nome di Geova, il dott. Gérard
GERTOUX si chiede in una sua interessante riflessione, quale “mente diabolica” ha voluto
cancellare dalla terra "il Nome” del Vero Dio ?