Ospedale Oncologico Relazione Clinico

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Ospedale Oncologico Relazione Clinico
Ospedale Oncologico
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
Bari
Relazione
Clinico-Scientifica
2004-2005
2
ISTITUTO DI RICOVERO E CURA A CARATTERE SCIENTIFICO
OSPEDALE ONCOLOGICO - BARI
RELAZIONE CLINICO-SCIENTIFICA 2004
PROGETTI DI RICERCA 2005
Ospedale Oncologico
Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
Via Samuel F. Hahnemann, 10 –70126 BARI
Centralino:
+39 080 5555111
http:// oncologico.bari.it
Commissario Straordinario
Rosario Polizzi
Direttore Scientifico
Angelo Paradiso
Direttore Sanitario Aziendale
Angelo Domenico Colasanto
Direttore Amministrativo
Vito Sasanelli
INDICE
INTRODUZIONE
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ORGANIGRAMMA
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Attività clinico-assistenziale
Revisori dei conti
Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.)
Comitato Etico (C.E.)
Protocolli approvati dal Comitato Etico
Finanziamenti da società farmaceutiche
Pianta Organica
Direzione Scientifica
Direzione Sanitaria Aziendale
Direzione Sanitaria di Presidio
DIPARTIMENTI
Oncolologia Sperimentale
Dipartimento di Oncologia Chirurgica
Dipartimento di Oncologia Medica
Dipartimento Donna
Dipartimento di Area Critica e Quartiere Operatorio
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Incarichi ricoperti dal personale medico
Educazione Continua in Medicina
Comparazione Crediti Formativi
Capacità di formare ricercatori
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PUBBLICAZIONI 2004
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Pubblicazioni su riviste recensite S.C.I.
Pubblicazioni su riviste non recensite S.C.I.
Libri e capitoli di libri
Comunicazioni a congressi nazionali ed esteri
Andamento delle pubblicazioni 2000-2004
Andamento Impact Factor grezzo e normalizzato 2000 - 2004
LA RICERCA
Ricerca Corrente 2000-2004 - Capacità di attrarre risorse
Ricerca Finalizzata 2000-2004- Ministero della Salute, Progetti Regionali, CNR, AIRC
Finanziamento complessivo per attività sperimentali 2000-2004
Elenco progetti di Ricerca Finalizzata in corso
Elenco progetti di Ricerca Corrente 2005
LINEA 1 - CANCEROGENESI E CARATTERIZZAZIONE BIOLOGICA
Resoconto attività 2004
Programma 2005
1. Ruolo dei polimorfismi di erbB2 nella carcinogenesi del carcinoma mammario
2. Studio del pattern dei cambiamenti genomici nei tumori mammari ereditari non BRCA1- e BRCA2 associati (BRCAx)
3. Caratterizzazione immunoistochimica delle stem cells nelle forme familiari e sporadiche di carcinoma mammario
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5. Valutazione della glicoproteina 90K, PIVKA-II e Protein-C in corso di evoluzione da cirrosi epatica ad epatocarcinoma
6. Determinazione di HPV e di P16 nella cervice uterina non neoplastica: studio combinato con LBC
7. p16INK4A come marker di displasia e neoplasia cervicale. Confronto tra metodica PCR e metodica ICA
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9. Studio randomizzato, a doppio cieco, multicentrico con placebo sull'utilizzo della crema al 5% dell'imiquimod prima della terapia
ablativa per i condilomi ano-genitali esterni
10. Valutazione delle mutazioni del protooncogene RET nella diagnosi delle neoplasie maligne della tiroide
11. Ruolo del pathway NHERF1/EGFR nella progressione, motilità ed invasione neoplastica
12. Immunofenotipizzazione delle lesioni primitive e metastatiche, epatiche e polmonari, e nei versamenti neoplastici su materiale
citologico
13. Studio quantitativo e qualitativo della popolazione linfocitaria nel linfonodo sentinella nelle pazienti con carcinoma mammario
14. Correlazione tra espressione tissutale e livelli sierici del MUC-1 in pazienti con carcinoma mammario
15. Fattori predittivi di invasione stromale nel carcinoma in situ della mammella
16. Studio della laminina 5 in pazienti con carcinoma della mammella
17. Determinazione di Her/2-neu nel carcinoma lobulare invasivo
18. Profilo di espressione genica nella metastatizzazione del carcinoma del colon
19. Ruolo della Cromogranina A nei tumori neuroendocrini: studio sierologico ed immunoistochimico
20. Alterazioni della coagulazione nelle neoplasie e nelle malattie cardiovascolari
21. Caratterizzazione dei livelli di VEGF in differenti frazioni ematiche di pazienti affette da ca. mammario
22. Vascular Endothelial Grow Factor in soggetti normali di controllo, in pazienti con lesioni preneoplastiche ed in pazienti con
carcinoma del colon-retto: possibile significato biologico nella cancerogensi intestinale
23. Valutazione dei peptidi pro e anti-angiogenici in pazienti affetti da carcinoma del colon-retto
24. Vascular Endothelial Growth Factor e termoablazione mediante radiofrequenza di neoplasie epatiche e polmonari: possibili
correlazioni biologico-cliniche
25. Studio prospettico sul ruolo dei fattori pro e anti angiogenetici nell'adenocarcinoma della prostata
26. Impiego clinico delle metalloproteasi MMP-2 e MMP-9 nel follow-up di pazienti operate per carcinoma mammario
27. Espressione tissutale e sierixca dell'HER-2/neu in pazienti con carcinoma mammario: correlazione con MMP-2 e MMP-9
28. Significato prognostico del u-Pa, u-PAR, t-PA, PAI-1 e PAI-2 nel carcinoma della mammella: analisi retrospettiva
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30. Alterazioni geniche dei TK receptor EGFR ed ErbB2 nel carcinoma del colon
31. Utilità clinica del recettore solubile della transferrina nei pazienti neoplastici con anemia
32. PPARy agonisti in modelli tumorali
33. Farmaci biologici e modulazione di proteine MDR relate
34. TKIS nel modello di ca. squamoso testa-collo
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37. Ottimizzazione di schedule di somministrazione combinata di far-maci target-oriented nel modello del ca. pancreatico
38. Alterazioni di BRCA1/2 nel carcinoma mammario familiare: validazione di una nuova strategia per lo studio di SNP in BRCA
39. Correlazione di metodo PCR con Hybrid Capture test per la ricerca del HPV in campioni cervicali
40. Valutazione della concordanza diagnostica fra patologi su preparati istologici da biopsia con mammotome digitalizzati e
visualizzati con tecniche di Realtà Virtuale
41. Insuline-like Growth Factor I e II nelle neoplasie
42. Determinanti legate allo stile di vita dell'Insuline like Growth Factor I e II
43. Diabete mellito e carcinoma della mammella
44. Il Papilloma Virus Umano (HPV) nelle neoplasie della cervice uterina in correlazione all'abitudine al fumo di sigaretta
LINEA 2.- STADIAZIONE BIOLOGICA PRE E POST OPERATORIA
Resoconto attività 2004
Programma 2005
1. Valutazione del rischio oncogeno sulla mammella nella HRT
2. Studio di prevalenza del Papilloma Virus Umano (HPV) in campioni cervicali:correlazione clinica e follow-up in pazienti positive
3. Trattamento endocrino preoperatorio con Tamoxifene in pazienti con carcinoma mammario
4. La Genesteina in donne in pre e postmenopausa considerate a rischio di ca mammario: ruolo del fitoestrogeno nella riduzione di
incidenza del carcinoma mammario
5. Utilizzo dell'isterosonografia diagnostica precoce di alterazioni strutturali dell'endometrio in pazienti in trattamento con TAM per
carcinoma mammario
6. Reperaggio lesioni non palpabili mammarie tramite la tecnica della proiezione cutanea: analisi dei casi trattati chirurgicamente
presso l'U.O. di Senologia
7. Accuratezza diagnostica della microbiopsia mammaria stereotassica digitale con mammotome nelle microcalcificazioni
8. La diagnostica ecografica e citologica mediante agobiopsia ecoguidata degli adenomi paratiroidei
9. Utilizzo dei mezzi di contrasto nella diagnostica ecografica delle localizzazioni neoplastiche linfonodali laterocervicali
10. Accuratezza diagnostica della microbiopsia mammaria stereotassica digitale con mammotome nelle opacità parenchimali
11. Studio con RM nelle pazienti ad alto rischio per ca della mammella
12. Verifica di un nuovo dispositivo di marcatore del sito di biopsia mammaria (GEL MARK)
13. Indicazioni all'utilizzo della core-biopsy vs la FNA nella diagnostica preoperatoria delle lesioni mammarie maligne
14. Utilizzo del doppler associato alla ETG TV ed al dosaggio del CA125 nella diagnostica differenziale delle neoformazioni annessiali
15. I mezzi di contrasto nella diagnosi ecografica dei tumori tiroidei.
16. Efficacia diagnostica della microbiopsia mammaria sotto guida stereotassica con aghi da 8G vs 11G
17. Mammografia digitale con sistema CR vs mammografia analogica nello studio delle microcalficazioni
18. Confronto tra Diagnostica Tradizionale ed RM nello studio delle pazienti ad alto rischio per ca della mammella
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20. La sieroproteomica: un sussidio per la diagnosi precoce del ca mammario
21. Percentuale di sopravvivenza in tutti i nuovi casi di malattia diagnosticati dal mammotome
22. Liquid Based cytology in citologia agoaspirativa ecoguidata (tiroidea, epatica e polmonare)
23. Liquid Based cytology in citologia cervico vaginale
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25. Individuazione del linfonodo sentinella nella stadiazione e trattamento del ca della vulva
26. Valutazione dell'eventuale sottostadiazione della diagnosi della patologia mammaria tramite biopsia percutanea con
Mammotome
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27. Tissue Factor e angiogensi nella progressione neoplastica dei tumori del colon-retto
28. Fattori prognostico-predittivi nel carcinoma del colon-retto avanzato
29. Le tubuline nella storia naturale del carcinoma mammario
30. Fattori prognostico-predittivi nel carcinoma mammario
31. Dissezione linfonodale in pazienti con ca mammario NO: valore predittivo del linfonodo sentinella per l'IRCCS Oncologico di Bari
32. Espressione della topoisomerasi II alpha e suo significato predittivo in pazienti affetti da carcinoma epatocellulare trattati con
chemioembolizzazione mediante antraciclina
33. Ricerca delle cellule tumorali circolanti nel sangue periferico di pazienti con tumore solido e loro valore prognostico.
34. Utilità clinica del DNA circolante nel plasma di pazienti con tumore del polmone
35. Valutazione delle citochine, parametri bioumorali in pazienti affetti da MRCC trattati con chemio-immunoterapia
LINEA 3 - NUOVE TERAPIE
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Resoconto attività 2004
Programma 2005
1. Trattamento delle metastasi epatiche da carcinoma del colon-retto. Studio randomizzato di confronto tra termoablazione
mediante radiofrequenza ed exeresi chirurgica
2. La PEI quale trattamento alternativo delle lesioni nodulari tiroidee
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4. Perfusione antiblastica ipertermica per il trattamento locoregionale di sarcomi e melanomi degli arti
5. Sperimentazione clinica randomizzata in pazienti con carcinoma pancreatico avanzato: Gemcitabina per via classica venosa
versus Fluorouracile-Leucovorin-Epirubicina-Carboplatino (FLEC) somministrati per via arteriosa
6. Docetaxel e Gemcitabina versus Docetaxel e Capecitabina nel trattamento di prima linea del carcinoma mammario
metastatizzato. Studio multicentrico randomizzato di fase II
7. Associazione di Doxorubicina liposomiale /Caelix) e Gemcitabina (Gemzar) nel trattamento del carcinoma mammario avanzato.
Studio di fase II.
8. Studio di fase II di capecitabina in combinazione con vinorelbina orale nel trattamento del cancro mammario avanzato
9. Studio randomizzato di fase II di Gemcitabina + Vinorelbina versus Gemcitabina +ERSUS Mitoxantrone come chemioterapia di
prima linea nel cancro avanzato della mammella nella donna anziana
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11. Associazione di Cisplatino e Capecitabina in pazienti con carcinoma testa-collo. Studio di fase II
12. Studio di parametri bio-immunologici in pazienti affetti da carcinoma indifferenziato del rinofaringe
13. Studio clinico prospettico randomizzato di fase III con Vinflunina versus Docetaxel nel trattamento del carcinoma polmonare
NSCLC localmente avanzato o metastatico precedentemente trattato con platino
14. Studio multicentrico randomizzato di fase II per valutare attività e tollerabilità di 3 diverse combinazioni di Docetaxel e Irinotecan
come terapia di linea II nel trattamento del carcinoma polmonare NSCLC ricorrente o metastatico
15. Pemetrexed (ALIMTA) come seconda linea in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio localmente
avanzato o metastatico
16. Studio in aperto sulla sicurezza dei Alita (PREMETREXED) come farmaco singolo o in combinazione con Cisplatino o Carboplatino
in pazienti con mesotelioma maligno H3E-MC-JMFL
17. Trattamento combinato del mesotelioma plsurico in stadio T1-3 N0-2 con chemioterapia preoperatoria (cisplatino+pemetrexed)
pleuropneumonectomia +/- radioterapia
18. Trattamento del carcinoma colorettale in fase avanzataconl
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20. Xelox vs Folfox-4 nel trattamento del carcinoma colorettale avanzato non pretrattato: studio di fase II randomizzato del Gruppo
Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
21. Folfox4+Cetuximab in pazienti con carcinoma colorettale avanzato non pretrattati: studio multicentrico di fase II del Gruppo
Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
22. Xeliri vs Folfiri nel trattamento del carcinoma colorettale avanzato non pretrattato: studio di fase II randomizzato del Gruppo
Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
23. Gemcitabina versus Gemcitabina + Cisplatino nel trattamento del carcinoma pancreatico localmente avanzato in operabile
e/o metastatico. Studio policentrico di fase III
24. Trattamento del carcinoma della vescica in stadio avanzato o metastatico con una schedula costituita da Epidoxorubicina e
Gemcitabina derivata da esperienze su linee cellulari in vitro
25. Studio di Gemcitabina + Paclitaxel ogni 2 settimane in pazienti non pretrattati affetti da carcinoma a cellule transizionale (TCC)
26. Chemioterapia adiuvante dopo cistectomia radicale in pazienti con carcinoma transizionale della vescica ad elevato rischio di
recidiva. Studio nazionale multicentrico di fase III randomizzato con due combinazioni selezionate in base alla funzionalità renale:
Gemcitabina/Cisplatino vs controllo e Gemcitabina/Taxolo vs controllo.
27. Immunoterapia versus Immuno-chemioterapia in pazienti con carcinoma renale metastatico. Studio multicentrico randomizzato
di fase III
28. Studio clinico multicentrico randomizzato di fase III con chemio-immunoterapia in pazienti affetti da melanoma metastatico
29. Tubo transanale nei pazienti affetti da ca del retto trattato con terapia neoadiuvante
30. Chirurgia citoriduttiva secondaria seguita da per fusione ipertermia intraperitoneale nel trattamento del cancro ovarico
31. Attuazione di un protocollo omogeneo di tecnica chirurgica nello svuotamento linfonodale laterocervicale
32. L'accoglienza globale al paziente in chemioterapia: supporto psicologico e musicoterapica
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34. Utilizzazione di gel di silicone autoasciugante per la prevenzione delle cicatrici ipertrofiche nelle pazienti mastectomizzate e
quadrantectomizzate
35. Associazione di Ecografia ad alta risoluzione ed eco color doppler per la valutazione ed il monitoraggio del linfedema nel corso
dei trattamenti drenanti
36. Studio randomizzato di Fase III, in aperto, per valutare l'efficacia del supporto marziale endovenoso in pazienti effetti da tumore
solido primitivo (mammella, polmone, colon-retto e ginicologici) in trattamento con Darbepoetinalfa per anemia correlata ala
neoplasia e/o alla chemioterapia
37. Nutrizione artificiale nel paziente oncologico
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pazienti in trattamento chemioterapico. Studio randomizzato, placebo-controllato, in doppio-cieco, multicentrico di fase III
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39. Efficacia del trattamento di eparina a basso peso molecolare (nadroparina calcica) verso la terapia anticoagulante orale nella
prevenzione secondaria del tromboembolismo venoso in pazienti con neoplasia
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-Acetilcanitina (LAC) nel prevenire o ridurre la polineuropatia indotta da trattamento
con Tavolo in monoterapia o in associazione ad altri farmaci neurotossici e non. Studio multicentrico randomizzato in doppiocieco e controllato verso placebo
41. Valutazione dell'efficacia della genesteina (isoflavone di soia-fitoestrogeno) in donne in pre-menopausa trattate per ca
mammario con chirurgia, radioterapia e chemio-ormonoterapia, nelmigliorare i disturbi clinici-biochimici della menopausa e nel
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LINEA 4 - CURE PALLIATIVE, TERAPIA DEL DOLORE E QUALITÀ DELLA VITA
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Resoconto attività 2004
Programma 2005
1. Indagine sulla fatigue in correlazione con i livelli di emoglobina e la presenza di ansia e depressione nei pazienti oncologici
2. Formazione Gruppi Balint per gli operatori dei reparti di degenza
3. Progetto Gruppo di informazione Psico Sanitario (G.I.P.S.)
4. Valutazione dei fattori psicosociali nel trattamento antalgico del paziente anziano con dolore da cancro
5. Tecnica supportiva-espressiva nella Terapia Antalgica del paziente neoplastico
6. Valutazione della sindrome di burnout nel Quartiere Operatorio
7. Sperimentazione di un intervento di prevenzione, diagnosi e cura della sindrome da burnout pr
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Bari con la modalità della ricerca-intervento
8. Qualità della vita nei pazienti sottoposti ad intervento di proctectomia restaurativa nella U.O.Chirurgia Apparato Digerente
9. Uso dei sistemi impiantabili nel trattamento del diabete postoperatorio nei pazienti pancreasectomizzati
10. Efficacia e tollerabilità di buprenorfina transdermica (transtec) in pazienti con dolore cronico da cancro
11. La musicoterapia nella riabilitazione per le pazienti mastectomizzate
12. Programma di informazione per pazienti oncologici
13. Paralisi laringee: studio strumentale pre e post-ciclo di riabilitazione logopedia
LINEA 5 - SPERIMENTAZIONE DI NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI E
GESTIONALI IN AMBITO SANITARIO
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Resoconto attività 2004
Programma 2005
1. Revisione critica della documentazione di cura finalizzata alla stesura di una architettura informativa comune
medico/infermieristica
2. Analisi dei modelli organizzativi e gestionali del centro unificato di prenotazione
3. Introduzione di un modello per la governance degli outcome di cura
4. Correlazione fra spesa farmaceutica e tipologia di DRG nel biennio 2001-2003
5. Sperimentazione ed applicazione di un modello organizzativo di integrazione ospedale-territorio mediante sistemi informativi di
gestione dell'accesso da siti remoti, alle informazioni e ai servizi sanitari dell'Ospedale Oncologico di Bari
6. DGR, indicatori di controllo delle metodologie di budget nella gestione ospedaliera
7. Indicatori di valutazione dei flussi di FILE F
8. Modello di valutazione dell'efficienza delle procedure di sala operatoria attraverso un sistema informatizzato di raccolta dei dati
di attività operatoria
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risorse
10. Raffronto fra costi e ricavi nella Unita Operativa di Chirurgia Apparato Digerente
11. Confronti nazionali/internazionali fra i sistemi sanitari
12. Standardizzazione interdipartimentale informatica delle diagnosi infermieristiche
13. Valutazione farmaco economica degli effetti indesiderati correlati all'impianto di cateteri venosi centrali in silicone e in
poliuretano
14. Utilizzo di amido idrossi etilico 130/04 vs albumina nei pazienti sottoposti a gastrectomina totale con linfadenectomia estesa
15. Valutazione dell'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza causati da sorgenti, sia fisse che mobili, presenti in luoghi
di vita e di lavoro
16. Risparmio trasfusioni di sangue ed emoderivati
17. Anestesia endovenosa (TIVA) in radiologia interventistica: associazione Propofol e Remifentanil
18. Diagnosi istopatologica collegiale per via telematica
19. Valutazione degli effetti indesiderati correlati all'impianto di dispositivi medici a breve e a lungo termine
LINEA 6 - SPERIMENTAZIONE DI NUOVI OUTCOME DELLA RICERCA
141
143
145
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146
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164
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166
166
167
167
168
169
Resoconto attività 2004
Programma 2005
1. Impianto traslazionale per la ricerca: fund raising, scouting e consulenza per lo sviluppo di progetti di ricerca finalizzata al
trasferimento tecnologico
2. Determinanti socio-economici della disuguaglianza in oncologia: Valutazione e contenimento del ritardo diagnosticoterapeutico per il cancro della mammella nel sud Italia.
3. ABC del percorso di cura in oncologia. Formazione per pazienti e familiari
4. Programma di informazione per pazienti oncologici
5. Library consulting: realizzazione della biblioteca cartacea e on-line per il miglioramento continuo nell'erogazione del servizio
all'utenza
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7. Valutazione delle dinamiche attitudinali e psicologiche dei soggetti sottoposti a consulenza oncogenetica e studio del fenotipo
dei casi familiari ed ereditari di carcinoma mammario
8. Valutazione delle caratteristiche oncologiche nelle ricostruzioni mammarie effettuate negli anni 2001-2002 e 2003 nel nostro
istituto mediante revisione clinica ed ecografica.
9. Valutazione clinico-strumentale delle caratteristiche morfologiche ed estetiche della mammella ricostruita con protesi
10. INQAT (Italian Network Quality Assessment Tumor Biomarkers): coordinamento e sviluppo delle attività
11. Controllo di qualità per via telematica in istocitopatologia cervicovaginale
12. Banca virtuale di tessuti tumorali: allestimento e creazione di un network
13. Elaborazione delle Linee Guida in Ginecologia Oncologica
14. Messa a punto di un protocollo per la certificazione e/o l'accreditamento di strutture laboratoristiche sperimentali
15. Implementazione della qualità dell'assistenza nei laboratori di analisi degli Istituti Oncologici
16. Il controllo di gestione applicato all'area della ricerca scientifica: messa a punto di una procedura operativa sperimentale ed
applicazione di principi di contabilità economica
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migliorativi
18. Certificazione dei programmi di ricerca e del sistema di gestione nella Direzione Scientifica secondo standard internazionalmente
riconosciuti
19. Architettura informativa: flussi informativi, banche dati e linkage per il supporto delle attività di ricerca
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
177
178
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180
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187
Elenco dei progetti
187
Banca virtuale dei tessuti tumorali
188
Progetto AZALEA. Biblioteca virtuale in oncologia per pazienti, familiari e cittadini
189
Il controllo di qualità nel laboratorio oncologico: e-oncology per lo sviluppo di linee guida di appropriatezza di utilizzo clinico e di CQ dei
biomarcatori
190
Standardizzazione della tecnica di biopsia del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario
191
Organizzazione di un servizio di proteomica per la diagnosi molecolare dei tumori
192
TESEO (Telepatologia a Scannerizzazione degli Enti Oncologici Italiani): progetto per un collegamento via telematica fra dipartimenti di
Patologia degli IRCCS oncologici a scopo di consulenza diagnostica, attività didattica, controllo di qualità e riunioni di consenso
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Rete Italiani Tumori Rari
197
SOS Tumori –Numero Verde telefonico e sito Internet
199
Progetto OMERO (Oncotipo Mammario ER2 Overesprimente): studio sui carcinomi mammari HER2 positivi indiri
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percorso diagnostico-terapeutico specifico per questo tipo di tumore
200
Progetto globale per la valutazione ed il miglioramento della qualità di vita (QoL) nei pazienti oncologici a lunga aspettativa di vita
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203
Studio osservazionale sui pazienti oncologici anziani
204
GIOTTO (Gist Optimal Treatment and Therapy Outcome): studio osservazionale multicentrico sui gist in tutte le fasi di malattia
205
Carcinoma della prostata
206
ELENCO DEI RICERCATORI RESPONSABILI DI PROGETTI DI RICERCA
CORRENTE 2005 (IN ORDINE ALFABETICO)
209
INTRODUZIONE
Introduzione
I
l pregio di un consuntivo scientifico non è solo testimonianza degli obiettivi raggiunti, ma soprattutto, specie in un Istituto
Oncologico, della crescita umana che da essa ne deriva, quando per la sua realizzazione ha lavorato un gruppo
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Noi non siamo solo dei ricercatori, ma dei ricercatori che sono a contatto con i pazienti e che quindi prendono parte in
maniera forte alla loro vita ed a quella dei loro familiari per tempi, per fortuna, sempre più lunghi, certamente grazie anche
alla spinta data dalla ricerca clinica.
Anche qui ci attiveremo perché nuovi brevetti e la trasferibilità nel
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Non possiamo certo non soffrire di carenza di mezzi, anche se uno svolta epocale si è verificata proprio in questi giorni per
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alla ricerca scientifica.
Altro punto importante è il consolidamento dei rapporti con gli altri Istituti di Ricovero e Cura di Carattere Scientifico
nazionali ed esteri e mi auguro che presto anche in questo campo potremo essere più pregnanti.
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assolutamente insito in una Struttura Oncologica di Terra di Puglia.
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complessa figura deve guidare tutti coloro, credenti e non, che operano in questa struttura e tutti insieme raggiungeremo
gli obiettivi che la nostra particolare utenza si aspetta da noi.
Per la Direzione Generale
Il Commissario Straordinario
Rosario Antonio Polizzi
12
Introduzione
L
a pubblicazione del Volume delle attività Tecnico-Scientifiche rappresenta per un Istituto di Ricovero e Cura
a
Carattere Scientifico (IRCCS) un momento sempre importante perché permette di verificare i risultati ottenuti, i
programmi impostati, i trends in atto lavorando su dati ed informazioni cristallizzate.
Per il volume del 2005, detta documentazione risulta ancor più cruciale perché riguarda un periodo di cambiamenti ai
vertici istituzionali ma soprattutto un periodo di transizione logistico-organizzativa, proiettato come risulta il nostro Istituto
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miglioramento ma anche una struttura che si rinnova continuamente adeguando le proprie prestazioni sanitarie a richieste
e possibilità terapeutiche sempre nuove.
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o di alcuni degli indicatori più significativi del 2004 rispetto al 2003: aumento significativo del
numero delle pubblicazioni scientifiche prodotte su riviste internazionali; aumento significativo di personale a contratto per
lo svolgimento di attività sperimentali e di personale in formazione con borse di studio; implementazione delle attività ECM
ma soprattutto loro miglioramento qualitativo dimostrato da un più alto numero di crediti ottenuti.
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che rappresentano la reale garanzia per ulteriori sviluppi clinico-s
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Senologia e della Chirurgia Oncologica, della Oncologia Medica e della Ricerca Biologica sono ormai affiancati in maniera
stabile realtà rapidamente maturate negli ultimi anni come la genetica oncologica, la radio-interventistica, la
vaccinoterapia.
Il valore di detti sviluppi è ulteriormente esaltato dalla evidenza che sono stati ottenuti in un panorama generale di
contrazione dei fondi pubblici e privati disponibili per dette attività.
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Legge di Riordino degli IRCCS. Ricerca di fonti di cofinanziamento per svolgere le proprie attività e riferimento sempre più
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trasferibilità al sistema sanitario e produttivo nazionale. Ricerche innovative, quindi, per le quali si mette ufficialmente a
disposizione un territorio ed una utenza, quelli regionali.
Sullo sfondo, come contro-altare, Alleanza Contro il Cancro, ACC, la piattaforma collaborativa fra tutti gli IRCCS Oncologici
Italiani, fortemente voluta dal Ministero della Salute, che è chiamata a svolgere una azione di coesione, sviluppo
omogeneo, rappresentatività a livello internazionale per detto Network, attività che diventa tanto più importante quanto
più il livello tecnologico internazionale della ricerca oncologica diventa sofisticato ed il singolo Istituto si dedica a
programmi-problematiche di respiro regionale.
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dimostrate in questo anno di attività, concludo necessariamente detta breve comunicazione con il chiaro augurio e
speranza che la pubblicazione relativa al 2006 possa finalmente vederci operare nella struttura adeguata allo svolgimento
delle prestazioni sanitarie di alta qualità ed alle attività sperimentali di avanguardia che il nostro IRCCS è chiamato a
svolgere.
Il Direttore Scientifico F.F.
Angelo Paradiso
13
14
Organigramma
ORGANIGRAMMA
al 31/12/2003
Commissario
Straordinario
Direzione
Aziendale
Organi di staff
Servizio integrato
di epidemiologia
e servizi
informativi sanitari
Resp.strutt.sempl.
Area
Controllo di Gestione
Comitato Etico
Dirigente
1
Collab. Amm.v o1
1
U.R.P. e
Controllo Qualità
Assist. Sanitario1
Direzione
Aziendale
Direzione
Scientifica
Direzione
Amministrativa
Direzione Sanitaria
Aziendale
Direzione Sanitaria
di Presidio
Vice Direzione
Area
Gestione Affari Generali,
Legali e Burocratici
Uffici Amministrativi
Area
Gestione Risorse
Umane
Area
Gestione Tecnica
Patrimonio,
Informatica, Ingegneria
clinica e sicurezza
sui luoghi di lavoro
Biblioteca
Aree
Dipartimentali
Servizio di Farmacia
Direttore Farm. Str. Compl.
Coad. Amm.vo
1
1
Area
Gestione Risorse
Finanziarie
CTS
Galenica clinica, nutrizione Parenterale,
Unità di Manipolazione farmaci Antiblastici
Resp. Farmacista str. Sempl.
1
Direzione
Amministrativa
Segreteria Dir. Amm.
Collab. Amm.v o
Assist. Amm.v o
1
1
Area Gestione
Risorse Umane
Dirigente
Collab. Amm.v o esp.
Assist. Amm.v o
Area Gestione
Affari Generali, Legali
e Burocratici
Dirigente
1
Collab. Amm.v o esp. 1
Assist. Amm.v o
2
Coad. Amm.v o
2
Area Gestione
Risorse Finanziarie
Dirigente
Collab. Amm.v o esp.
Col lab. Amm.v o
Assist. Amm.v o
Area Gestione Tecnica,
Patrimonio, Informatica,
Ingegneria Clinica
e sicurezza sui luoghi di lav.
Dirigente
Col lab. Amm.v o esp.
Col lab. Amm. v o
Assist. Amm.v o
Coad. Amm.v o esp.
Coad. Amm.v o
1
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1
2
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2
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1
1
3
Ufficio Ticket
Assist. Amm.v o
OTA
2
1
Centralino e Servizi Generali
Oper-.spec. Cond. Cal d.
Oper. spec. Centr.
Op.spec. Aut.
Commesso
1
7
1
1
15
Organigramma
Attività clinico-assistenziale
2000-2004
INDICATORI DI ATTIVITÀ
2000
2001
2002
2003
2004
Posti letto funzionanti
150
150
122
122
118
Ricoveri
6.485
5.717
4.848
4.523
4.583
Giornate di degenza
35.134
30.402
25.994
26.015
23.946
Degenza media
5,7
5,32
5,36
5,75
5,22
Ricoveri in Day Hospital
-----
1298
1961
1934
2.035
Tasso di occupazione posti letto
67%
60,80%
65,27%
66,61%
63,68%
Visite ambulatoriali
38.901
40.103
45.467
44.540
46.541
Interventi Chirurgici
2.443
2.610
2.556
3.339
2.380
Esami di laboratorio
288.612
333.426
416.538
430.635
348.795
Esami istologici
20.526
21.052
26.124
5.123*
Esami citologici
5.573
7.179
9.643
9.149
Esami radiologici
42.199
37.715
21.529
23.642
31.989
Esami cardiologici
18.388
18.804
18.792
18.189
10.766
Esami endoscopici
1.531
1.498
2.485
2.185
2.102
Applicazioni di Radioterapia
55.369
54.630
23.270
23.570
13.869
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1,19
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Nel corso del 2004, a fronte di una diminuzione dei posti
letto, il numero dei ricoveri ordinari si dimostra comunque
in aumento. La degenza media e le giornate di degenza
presentano una notevole flessione, ad indicare la minore
permanenza dei pazienti nelle unità di ricovero. Tale
dato assume un valore ancora più significativo quando si
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assistenziali (ricovero diurno, ambulatorio, etc.).
I dati di attività dimostrano una tendenza strutturale alla
diminuzione dei ricoveri di tipo ordinario a favore di altre
tipologie assistenziali sia dedicate alla preparazione
dell'attività di ricovero ordinario (approfondimento
diagnostico prericovero), che successivamente per la
continuazione delle attività di cura, in linea con la
omnicomprensività dei percorsi assistenziali previsti dal
DRG. In tal senso un passo avanti significativo è stato
compiuto ponendo in essere una strategia mirata di
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traumatico e con un distacco dalla quotidianità sempre
più discreto.
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assistenziale e con il contemporaneo aumento delle
prestazioni erogate in regime di
ricovero diurno e ambulatoriale dimostra, inoltre, lo sforzo
compiuto dal personale dirigente nella ricerca di una
maggiore appropriatezza del regime assistenziale e di
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Il rapporto fra numero di interventi chirurgici e numero di
ricoveri ordinari, dopo il balzo (+30%) registrato nel 2003,
è ritornato ad assumere una tendenza di fondo consona
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delle finalità di ricerca clinica e traslazionale previste dal
decreto di riordino Dlgs. 288/03. .
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collegate con il sistema di budget ha portato ad una
riduzione del numero dei cosiddetti esami di routine,
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delle risorse diagnostiche e terapeutiche utilizzate nel
trattamento dei pazienti, conferma lo sforzo compiuto
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linea con le indicazioni regionali e nazionali, ha portato
ad una notevole riduzione delle liste di attesa.
Tale risultato è stato ottenuto grazie alla sperimentazione
di modalità previste dal D.lgs. 502/92 e dai CCNL di
16
Organigramma
settore in tema di acquisto di prestazioni aggiuntive in
regime di attività libero professionale.
È opportuno precisare che la riduzione delle applicazioni
di radioterapia è imputabile esclusivamente a
problematiche di natura tecnica collegate con il
funzionamento
e
la
manutenzione
delle
apparecchiature in convenzione. Le difficoltà riscontrate
nelcor
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sofferenza che si protrae oramai da tempo e che potrà
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funzione della nuova sede attualmente in fase di
ristrutturazione.
Nel complesso, i dati dimostrano la capacità da parte
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caratterizzati soprattutto da un progressivo aumento del
grado di complessità assistenziale e di appropriatezza dei
regimi di cura. Tutto ciò in virtù sia della progressiva
specializzazione e integrazione dei percorsi assistenziali,
che del mantenimento di elevati livelli di efficienza
organizzativa.
17
Organigramma
Revisori dei conti
(aggiornato al 2005)
Giacomo Zona
Michele De Nicotera
Achille Guglielmi
Comitato Tecnico Scientifico (C.T.S.)
Presidente
Angelo Paradiso
Componenti
Dora Casamassima
Biologo Coadiutore
Pietro Calabrese
Direttore U.O.C.
Enza Carioggia
Direttore U.O.C.
Giuseppe Colucci
Direttore Dipartimento
Angelo Domenico Colasanto
Direttore Sanitario
Giangiuseppe Console
Direttore U.O.C.
Cosi
moD’
Ami
c
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Dirigente II livello
Cosmo Gadaleta
Dirigente II livello
Francesco Giotta
Dirigente II livello
Luciano Grammatica
Direttore Dipartimento
Franco Lorusso
Capo Tecnico
Vito Lorusso
Direttore U.O.C.
Vittorio Mattioli
Direttore Dipartimento
Antonio Mazzei
Dirigente II livello
Severino Montemurro
Direttore U.O.C.
Antonio Pellecchia
Direttore Dipartimento
Stella Petroni
Biologo Collaboratore
Michele Quaranta
Direttore Dipartimento
Vito Sasanelli
Direttore Amministrativo
Francesco Schittulli
Direttore Dipartimento
Giovanni Simone
Dirigente II livello
Artur Timurian
Direttore U.O.C.
Michele Traversa
Dirigente II livello
Francesco Zito
Dirigente II livello
18
Organigramma
Comitato Etico (C.E.)
(Del. Comm. Str. n. 309 del 06/09/2005)
PRESIDENTE
Giacinto De Marco
Presidente della Corte di Appello di Bari
VICE-PRESIDENTE
Gabriella Serio
Prof. Ordinario Statistica Medica
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università degli Studi di Bari
COMPONENTI
A. Domenico Colasanto
Direttore Sanitario
IRCCS Ospedale Oncologico di Bari
Giangiuseppe Console
Dirigente di Struttura Complessa di Farmacia
IRCCS Ospedale Oncologico di Bari
Angelo Paradiso
Direttore Scientifico f.f.
IRCCS Ospedale Oncologico di Bari
Tommasi Berardi
Prof. Associato di Chirurgia Oncologica
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università degli Studi di Bari
Francesco Silvestris
Prof. Ordinario di Medicina Interna
Facoltà di Medicina e Chirurgia - Università degli Studi di Bari
Lino Larocca
Vice Presidente del Tribunale Ecclesiastico Pugliese
Massimo Castellano
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Maria Rosaria Carratù
Prof. Associato di Farmacologia
Settore Disciplinare 14 –
Facoltà di Medicina e Chirurgia –Università degli Studi di Bari
SEGRETERIA SCIENTIFICA
Patrizia Nardulli
Dirigente Farmacista
U.O. di Farmacia - IRCCS Ospedale Oncologico di Bari
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA
Alessandro Lanetti
Assistente Amministrativo
Direzione Scientifica - IRCCS Ospedale Oncologico di Bari
Finanziamenti da società farmaceutiche
Protocolli approvati dal Comitato Etico
-
2000-2004-
2001-2004 –
-
400.000
350.000
300.000
250.000
25
200.000
20
150.000
15
100.000
10
50.000
5
0
Protocolli approvati
1999-2001
2002
2003
2004
21
13
20
23
0
Finanziamento
2000
2001
2002
2003
2004
58.360
178.705
244.203
198.629
365.000
19
Organigramma
Pianta Organica
RUOLO SANITARIO

Dirigenza Area medica
Assistente Religioso (Conv.)
RUOLO TECNICO

Direttore (str. compl) con incarico

Direttore di Dipartimento
6

Direttore (str. compl.)
7

Responsabile (str. sempl)
22

Dirigente medico
40

Collaboratore
Assistente sociale

Operatore tecnico specializzato

Direttore Farmacista (str. compl.)
1

Responsabile
sempl.)
1
Farmacista
(str.
Direttore Fisico (str. compl.)
1

Dirigente Fisico
1

Responsabile Biologo (str. sempl)
2

Dirigente Biologo
8
Altro personale ruolo sanitario

Collaboratore
sanitario esperto
professionale
Collaboratore
sanitario
professionale
1
-
Infermiere
104
-
Colposcopista
1
-
Dietista
2
-
Assistente sanitario
2
-
Tecnico
sanitario
laboratorio biomedico
di
-
Tecnico
sanitario
radiologia medica
di
-
Tecnico sanitario elettronico
1
-
Fisiocinesiterapista
2
-
Operatore
categoriagenerico
21
prof.le di II
Infermiere
1
Autista
5
-
Centralinista
7
-
Conduttore
vapore
-
Operatore
specializzato
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
professionale
-
Dirigenza Ruolo sanitario

1
di
caldaie
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tecnico
addetto
Ausiliario specializzato
1
6
5
RUOLO AMMINISTRATIVO

Dirigente amministrativo(di cui 1
in aspettativa)
3

Collaboratore
amministrativo
professionale esperto
6

Collaboratore
professionale
6

Assistente amministrativo
19

Coadiutore amministrativo esperto
12

Coadiutore amministrativo
12

Commesso
1
Totale
amministrativo
337
24
14
RUOLO PROFESSIONALE

Direttore Ingegnere (Str.compl.)
1
20
Organigramma
Direzione Sanitaria Aziendale
Direzione amministrativa
CENTRO UNICO PRENOTAZIONI
SEGRETERIA
Piano 0

collaboratore amministrativo
1

personale infermieristico

assistente amministrativo
1

Piano 3

personale infermieristico
3
Coadiutore amministrativo esperto
1
AREA GESTIONE AFFARI GENERALI, LEGALI E BUROCRATICI

dirigente
1

collaboratore amministrativo esperto
1

assistente amministrativo
2

coadiutore amministrativo
2
AREA GESTIONE RISORSE UMANE

dirigente
1

collaboratore amministrativo esperto
3

assistente amministrativo
3
AREA GESTIONE TECNICA E DEL PATRIMONIO, INFORMATICA,
INGEGNERIA CLINICA E SICUREZZA SUI LUOGI DI LAVORO

dirigente
1
Gestione Tecnica e del Patrimonio, Informatca, Ingegneria
clinica e Sicurezza sui luoghi di lavoro

collaboratore amministrativo esperto
1

collaboratore amministrativo
2

assistente amministrativo
3

coadiutore amministrativo esperto
1

coadiutore amministrativo
2
Centralino e servizi generali

operaio spec. cond.caldaie
1

operaio spec.centralinista
7

operaio. spec.autista
1

commesso
1
AREA GESTIONE RISORSE FINANZIARIE

dirigente
1
3
Piano -2

ACCETTAZIONE MALATI

assistente sanitario
1

personale infermieristico
1
SERVIZIO INTEGR. DI EPIDEMIOLOGIA E SERVIZI INFORMATIVI
SANITARI

personale infermieristico
1

assistente amministrativo
1

coadiutore amministrativo
1

OTA
1
FRONT OFFICE

personale infermieristico
1

OTA
2

ausiliario
1
SERVIZIO AMBULANZE

operaio spec. autista
4
Direzione Sanitaria di Presidio
UFFICIO INFERMIERISTICO

collaboratore prof.sanit.esperto
1

personale infermieristico
2

dietiste
2
ASSISTENZA SOCIALE
Gestione risorse finanziarie

collaboratore amministrativo esperto
1

collaboratore amministrativo
1

assistente amministrativo
3

assistente sociale
1
CARTELLE CLINICHE

personale infermieristico
2
Ufficio riscossione ticket

assistente amministrativo
2

OTA
1
Direzione Scientifica
SEGRETERIA

coadiutore amministrativo
1

assistente amministrativo
1
coadiutore amministrativo
2
ARCHIVIO

DIREZIONE SCIENTIFICA

collaboratore amministrativo
1

assistente amministrativo
1
BIBLIOTECA

assistente amministrativo
1

ausiliario
1
SALA MORTUARIA

ausiliario
2

coadiutore amministrativo
1
21
22
Dipartimenti
DIPARTIMENTI
Oncolologia Sperimentale
DIRETTORE: Michele Quaranta
U.O.LABORATORIO
DI
ANALISI
CHIMICO-CLINICHE,
MICROBIOLOGIA, IIMUNOEMATOLOGIA E RADIOIMMUNOLOGIA

dirigenti medicii
2

dirigenti biologi
2

personale tecnico
9

OTA
2
S.S. Ematologia e coagulazione

responsabile bilologo
1
S.S. Immunologia e protidologia

responsabile biologo
1
U.O. LABORATORIO DI ONCOLOGIA SPERIMENTALE E CLINICA

dirigenti medicii
1

dirigenti biologi
2

personale tecnico
2
A
nche il 2004 è stato un anno abbastanza positivo
considerando le due principali attività nelle quali
tutto il personale della nostra U.O.C. è impegnato:
quella dell'assistenza e quella della ricerca.
Indicativo dei progressi ottenuti è il raggiungimento di
tutti gli obiettivi, sia assistenziali che scientifici, prefissati
per quest'anno.
In particolare gli obiettivi conseguiti nel 2004 sono i
seguenti: aumento del volume globale delle prestazioni
erogate nel 2004 pari al 2.8% rispetto al 2003, con un
incremento delle prestazioni a favore dei pazienti
ambulatoriali esterni pari al 17.3%; partecipazione, con
esito positivo, delle due Strutture Semplici Organizzative,
"Ematologia e Coagulazione" e "Radioimmunologia e
Marcatori Tumorali", agli obiettivi della struttura
complessa; applicazione dei protocolli terapeutici
approvati nel progetto di ricerca finalizzata "Modelli
gestionali interaziendali per la continuità assistenziale e la
cura a domicilio, orientati alle azioni di accoglienza del
paziente":
obiettivo
conseguito
grazie
alla
partecipazione di tutto il personale tecnico al progetto
"AMALTEA" con i seguenti protocolli:
Gestione dei pazienti in trattamento chemioterapico a
domicilio.
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178%, considerando anche gli articoli inviati ed accettati,
anche se non ancora pubblicati
Organizzazione del corso E.C.M. "Nuove tecnologie nel
Laboratorio Oncologico", tenutosi a Bari il 26 novembre
2004
Partecipazione attiva ad almeno 3 convegni,congressi
ed a vari corsi classificati E.C.M.
Elaborazione del Progetto di Ricerca Finalizzata:
"Determinanti socio-economiche della disuguaglianza in
oncologia: il ritardo diagnostico nel carcinoma
mammario nel sud-Italia", progetto finanziato da Regione
Puglia e Ministero
Avvio del processo di Certificazione del Laboratorio
Analisi con la redazione di tutta la documentazione del
Sistema di Gestione per la Qualità (Manuale della
Qualità, Procedure, Istruzioni Operative, Modulistica di
Registrazione), la pianificazione di una prima serie di
attività formative inerenti la Qualità e di verifiche ispettive
e la contattazione di alcuni Enti Certificatori
In più, poiché il nostro obiettivo principale è sempre
rivolto a soddisfare "la domanda" dell' utente sia interno
che esterno, tutto il personale si è impegnato in tale
esigenza con la semplificazione di tutte le procedure a
monte dell'attività analitica (abolizione delle liste di
prenotazione,
registrazione
delle
impegnative
direttamente presso la segreteria dell' U.O.C., consegna
dei
referti
in
giornata);
il
potenziamento
dell'organizzazione interna; l'aggiornamento tecnologico
di alcune importanti apparecchiature quali il MODULAR
ROCHE e il SAS 3 HELENA, e il Sistema Gestionale
Accettazione Pazienti; l'analisi e lo sviluppo di un software
di collegamento con i reparti per l'importazione delle
richieste interne e relativo invio referti.
Non meno rilevante è la collaborazione del nostro
laboratorio con la Lega Italiana per la Lotta contro i
Tumori per lo "screening oncologico", con l'Istituto di
Cardiochirurgia, di Clinica Medica II e di Endoscopia
dell'Università degli Studi di Bari.
L'obiettivo globale futuro è quello di consolidare i risultati
finora raggiunti, ottenendo un sempre migliore controllo
della qualità dei vari processi nei quali tutti siamo
impegnati.
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Casamassima, responsabile del settore di Immunologia,
un Laboratorio per la preparazione di Vaccini secondo
le direttive di Good Manifacturing Pratice (GMP) ai sensi
del DM 27 Aprile 1992 e successive.
Tutte le prestazioni sono sottoposte a controlli di qualità e
a valutazioni esterne interlaboratorio della qualità (VEQ)
e sono eseguibili in libera professione intramuraria.
Anche nel laboratorio sperimentale le attività svolte
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-quantitativamente
importanti. In specifico, preciso chele principali attività di
ricerca svolte nel 2004 dal settore di Biomorfologia
Funzionale riguardano lo studio,la caratterizzazione
morfologica e la valutazione prognostico-predittiva di
markers tumorali coinvolti nei meccanismi di controllo del
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trattamento con paclitaxel in pazienti con carcinoma
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riguardato la caratterizzazione biomorfologica di markers
tumorali aventi valenza prognostico-predittiva di risposta
terapeutica nei tumori del colon-retto avanzato e in
prima diagnosi e lo studio dei profili di espressione di
nuovi fattori predittivi di risposta in pazienti con metastasi
sincrone linfonodali ed epatiche.
Sono stati inoltre allestiti esperimenti per la messa a punto
della tecnica di ibridazione genomica comparata
23
Dipartimenti
(CGH), al fine di caratterizzare dal punto di vista
citogenetico i tumori mammari. La tecnica è stata
applicata su casi di carcinoma mammario familiare, nei
quali è stata esclusa la presenza di mutazioni nei geni
BRCA1 e 2 (BRCAx). Di questi casi, sono stati analizzati sia
il campione congelato sia il paraffinato. Per meglio
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ca e della
contaminazione stromale sulla sensibilità della CGH, il
DNA è stato estratto da diverse aree microdissezionate di
tessuto paraffinato utilizzando un microdissettore laser.
Le principali attività di ricerca svolte nel 2004 dal settore
di Biologia Molecolare Applicata riguardano la
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molecolari legati alla familiarità oncologica per
carcinoma mammario. In particolare, è stato
approfondito: l
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studio di BRCA1 e BRCA2 come fattori di rischio di tumori
ereditari. Lo studio sui polimorfismi di erbB2, condotto in
collaborazione con il Buck Institute di Novato, CA (Dr
Benz), ha messo in evidenza che la presenza del
polimorfismo 655Val sembra maggiormente associata
alla giovane età in pazienti con familiarità per
carcinoma mammario/ovarico e ha condotto ad un
pubblicazione [Tommasi S et al. Cancer Lett, 2004]. Tutte
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si nazionali ed
internazionali ed hanno esitato nella pubblicazione di un
supplemento degli Annals of Oncology sugli aspetti
etico-sociali e biologici dei programmi di screening
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odiun nuovo studio sulle alterazioni cromosomiche
nel carcinoma polmonare. Ampio spazio è stato dato ai
Controlli di Qualità sulle principali metodiche applicate
nel settore con la partecipazione al progetto del 6°
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Quality Assay (EQA) Programmes in Clinical Molecular
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Le principali attività di ricerca svolte nel 2004 dal settore
di Farmacologia In Vitro riguardano lo studio di farmaci
target-oriented nelle neoplasie del tratto gastroenterico.
In particolare, sono stati approfonditi le seguenti
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somministrazione combinata di due farmaci biologici, il
gefitinib e la rapamicina nel di tumore del pancreas,
mediante analisi degli effetti fenotipici e della
modulazione di targets cellulari; l
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inibitori di recettori tirosino-chinasici dopo lunghe
esposizioni ed in combinazione con chemioterapici
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implementazione e validazione dei flussi operativi e
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alle esigenze scaturite dal coinvolgimento del laboratorio
nel progetto di Banca Tessuti Interdipartimentale e
Network Banca Virtuale Nazionale. È stato creato, ed è in
corso di sperimentazione, un prototipo di software
gestionale
interfacciato
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sistema
informatico
interlaboratorio.
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gestione della qualità interno al laboratorio di Oncologia
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state svolte le attività preliminari necessarie per la
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necessari per il riconoscimento della Certificazione di
conformità del Laboratorio, da parte di un ente di
Certificazione accreditato SINCERT.
Dipartimento di Oncologia Chirurgica
DIRETTORE: Luciano Grammatica
U.O. CHIRURGIA DELL'APPARATO DIGERENTE

dirigenti medicii
5

personale infermieristico
*
S.S. Chirurgia dello scavo pelvico e riabilitazione del pavimento
pelvico

responsabile medico
1
U.O. OTORINOLARINGOIATRIA E PATOLOGIA CERVICO-FACCIALE

dirigenti medicii
3

personale infermieristico
*
S.S. Ecografia, diagnostica ed interventistica testa-collo, attività
amb. e day hospital, controllo qualitàe SDO

responsabile medico
1
* Il personale infermieristico, pari a n.21 unità di ruolo e n.6
incaricati, viene gestito dal dipartimento
I
l Dipartimento di Chirurgia Oncologica è diretto dal
dott. Luciano Grammatica.
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Complessa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia CervicoFacciale (direttore L. Grammatica) che comprende
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interventistica del distretto testa-collo (direttore G.
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Appar
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o Di
gerente (direttore S. Montemurro) che
comprende le Unità Operative semplici di Chirurgia dello
scavo pelvico (direttore C. Calandro), Chirurgia
toracoscopia e laparoscopica (direttore G. Putignano) e
Sistemi Venosi Impiantabili e terapie loco-regionali
(direttore A. Rucci).
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Digerente è quello della diagnosi e cura dei tumori del
colon-retto e della regione epato-pancreatica.
Il trattamento chirurgico codificato in questi tumori è
spesso inserito in protocolli di terapia multidisciplinare in
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presidi terapeutici, variamente combinati tra loro nella
sequenza, nei quali oltre alla chirurgia è prevista anche
la chemioterapia e la radioterapia.
Le procedure chirurgiche sempre con finalità di
radicalità oncologica, sono eseguite anche con
tecniche meno invasive per via laparoscopica, e,
laddove
possibile,
utilizzando
metodiche
intraoperatorieinnovative come quella che prevede la
perfusione ipertermica intraoperatoria che consente di
ottenere nei pazienti con diffusione della malattia
tumorale una migliore radicalità oncologica.
Il campo di interesse clinico-s
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Operativa di Otorinolaringoiatria e Chirurgia CervicoFacciale riguarda invece la diagnosi e cura dei tumori
del distretto testa-collo.
24
Dipartimenti
Negli ultimi anni particolare impulso è stato dato allo
sviluppo di quelle tecniche chirurgiche conservative
della funzione vocale nel trattamento dei tumori della
laringe e di quelle ricostruttive nelle neoplasie della
regione maxillo-facciale per la preservazione e/o il
ripristino delle funzioni orali e della capacità di
deglutizione. Ma il maggiore impegno clinico scientifico
negli ultimi anni si è indirizzato sopratutto nei riguardi della
diagnosi e cura dei tumori della tiroide che hanno
dimostrato un significativo incremento percentuale nella
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motivato il considerevole impegno profuso sopratutto
per la realizzazione di studi genetici, di valutazione
ambientale e di familiarità oncologica.
In tutte le Unità Operative del Dipartimento di Chirurgia
Oncologica è possibile effettuare ricoveri sia in regime
ordinario che a ciclo diurno.
Le
prestazioni
ambulatoriali
vengono
erogate
quotidianamente da ciascuna Unità Operativa, dal
lunedì al venerdì, previa prenotazione che è possibile
effettuare anche soltanto telefonicamente presso il
C.U.P. (centro unico ospedaliero di prenotazione).
supporto
rappresentano
un
settore
altrettanto
importante. Inoltre effettua radioterapia sia con
Acceleratori lineari sia con Cobalto.
I pazienti possono essere trattati in regime di ricovero
ordinario (reparto di degenza con 55 posti letto) o
ricovero diurno (day hospital con 10 posti letto) o in
ambulatorio.
I 5 ambulatori provvedono ai trattamenti specifici
antitumorali, ai controlli periodici di follow up e alle prime
visite per le persone che, con o senza sintomi, desiderano
effettuare un controllo clinico in senso oncologico.
Nel Dipartimento di Oncologia Medica oltre il 70% dei
trattamenti fanno parte di studi (protocolli) clinici, e
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Dipartimento Donna
DIRETTORE: Francescop Schittulli
U.O.GINECOLOGIA ONCOLOGICA
Dipartimento di Oncologia Medica
DIRETTORE: Giuseppe Colucci

dirigenti medicii
4

personale infermieristico
5
S.S. Ecografia diagnostica ed operativa

U.O. ONCOLOGIA MEDICA

dirigenti medici
5

personale infermieristico
13*
*+ n.3 infermieri incaricati
responsabile medico
U.O. SENOLOGIA CHIRURGICA E PREVENTIVA
1
dirigenti medici
4

personale infermieristico
22*
*+ n.3 infermieri incaricati
personale infermeiristico
16**
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dirigenti medici
2

personale infermieristico
2

personale tecnico
2

coad.amm.vo
1
1
l Dipartimento di Oncologia Medica provvede ad una
migliore definizione diagnostica e prognostica dei
tumori, al fine di programmare il trattamento medico
più indicato.
Le
terapie
somministrate
sono
rappresentatela
chemioterapici, ormoni, immunoterapici e anticorpi
monoclinali. La definizione artificiale e la terapia di
responsabile medico
1
responsabile medico
1
U.O. Radiodiagnostica Senologica

responsabile medico
1

dirigente medico
1

personale infermieristico
1

personale tecnico
4
U.O. Chirurgia plastica

responsabile medico
1
U.O. Riabilitazione
S.S. Trattamento del CA mammella, GOIP Dipart. Donna
I

STRUTTURE SEMPLICI DIPARTIMENTALI
U.O. RADIOTERAPIA
responsabile medico
6*
S.S. Follow-up, controllo qualità, SDO
S.S. Attività ambulatoriale e day hospital del dipartimento

dirigenti medicii


responsabile medico


U.O. ONCOLOGIA MEDICA E SPERIMENTALE

1
S.S. Chirurgia mininvasiva, day surgery ambulat
S.S. Controllo di qualità e SDO

responsabile medico

responsabile medico
1

fisioterapisti
4
*+ n.1 dirigente medico incaricato
** + n.2 infermieri incaricati
I
l Dipartimeno Donna è una forza multidisciplinare,
dedicata esclusivamente alla patologia tumorale della
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corso unitario medicochirurgico di prevenzione, anticipazione diagnostica,
terapia, riabilitazione e follow-up rivolto alla patologia
della mammella e della sfera genitale femminile,
25
Dipartimenti
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completo preventivo-diagnostico (corretta informazione,
educazione sanitaria, visita specialistica, mammografia,
ecografia, mammotome, esami cito-istologici, etc.),
terapeutico (interventistica, mini-invasiva, chirurgica,
radio-chemioterapica, ricostruttiva), riabilitativo-psicofisica con successivi periodici controlli (follow-up).
Il Dipartimento Donna si articola essenzialmente in due
Unità Operative Complesse: la Senologia e la
Ginecologia dalle quali dipendono varie UU.OO. semplici
e la stessa Linea Verde. Al
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nodelle UU.OO. semplici
vengono valutate le patologie mammarie benigne,
sospette e maligne a scopo diagnostico e/o terapeutico.
Anche a cura della radiodiagnostica senologica il followup e lo screening. I trattamenti chemioterapici e i
controlli medici in regime di day-hospital sono affidati al
GOIP di Oncologia Medica. Inoltre, è stato costituito un
GOIP per lo studio della familiarità dei tumori ereditari
femminili, oltre al GOIP di Radioterapia ed Anatomia
Patologica. Al
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attivata, in collaborazione con il Servizio di Medicina
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tecnica del linfonodo sentinella per il carcinoma della
mammella. Questa tecnica è inserita nel progetto del
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In definitiva si può certamente affermare che il
Dipartimento Donna sin dalla sua costituzione ha
adottato un iter singolare, dalla presa in carico della
paziente alla ricerca continua di nuove tecniche e di
nuovi strumenti da utilizzare per migliorare la qualità delle
prestazioni e della stessa vita (vedi musicoterapica). Ed è
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Dipartimento di Area Critica e Quartiere
Operatorio
DIRETTORE: Vittorio Mattioli
U.O. ANESTESIA E TERAPIA INTENSIVA POST-CHIRURGICA

dirigenti medicii
3

personale infermeiristico
12
S.S. Terapie del dolore e cure palliative

responsabile medico
1
U.O. CARDIOLOGIA

dirigenti medici
1

personale infermieristico
5
S.S. Ecocardiografia, ecocolordoppler ed ergometria

responsabile medico
1
STRUTTURE SEMPLICI DIPARTIMENTALI
U.O. Radiologia Interventistica

responsabile medico
1

dirigente medico
2

personale infermieristico
9*

personale tecnico
1
* + n.2 infermieri incaricati
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considerazione che i pazienti con cancro
manifestano, nella progressione della malattia, una
crescente debilitazione delle funzioni organiche
correlata alle alterazioni di funzione di tutti gli apparati e,
per tali motivi, presentano, pur nella varietà di decorso e
prognosi, fasi o situazioni di particolare acuzie che
necessitano di una diagnos
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Oncologia sono stati aperti nuovi spazi operativi e
modificati i criteri di valutazione e di applicazione dei
trattamenti avanzati nei confronti del paziente
neoplastico, fin qui troppo spesso valutato, rispetto al
paziente non neoplastico, fuori dei rigidi criteri del
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one sia alle terapie avanzate sia ai
trattamenti intensivi e rianimatori. La presenza in ambito
dipartimentale di figure professionali specialistiche ed
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Cardiologo, il Terapista del dolore, il Palliativista, il
Radiologo Interventista, ha realizzato attraverso la
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competenze e nelle procedure sulla base di un comune
background culturale, formativo ed assistenziale.
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Critica con quella degli Oncologi e dei Chirurghi
rappresenta oggi nel nostro Istituto il più avanzato
supporto assistenziale, teso alla minimizzazione dei rischi
ed alla massimizzazione dei risultati in percorsi clinicoterapeutici integrati, di sempre maggiore aggressività e
peso biologico attuati nella costante lotta per debellare
il cancro.
Il Dipartimento di Area Critica e Quartiere Operatorio è
costituito da:
U.O.C. di Anestesia, Terapia Intensiva Postchirurgica,
Terapia del Dolore e Cure Palliative diretta dal Dr. V.
Mattioli, articolato nelle Unità Operative Semplici di
Terapia Intensiva Postchirurgica, diretta dal Dr. F.
Armenise e di Terapia del Dolore e Cure Palliative, diretta
dal Dr. F. Aloè;
U.O.C. di Cardiologia, diretta dal Dr. P. Calabrese,
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Ecocardiografia, Ecocolordoppler ed Ergometria, diretta
dal Dr. S. Oliva;
U.O.S. Dipartimentale di Radiologia Interventistica, diretta
dal Dr. C. Gadaleta.
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Quartiere Operatorio (Q.O.) la cui gestione rientra nelle
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da un blocco di 2 Sale Operatorie, integrate da ambienti
dedicati alla gestione pre e post anestesia. Altra attività
operatoria viene svolta nelle Sale di Endoscopia
Digestiva, di
Angiografia e di TAC, strutture
logisticamente posizionate al di fuori del Quartiere
Operatorio.
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confermato il trend in costante aumento qualiquant
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attestato dalla numerosità delle prestazioni effettuate,
dal valore di case-mix dei casi trattati e dai protocolli di
ricerca sviluppati.
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26
Dipartimenti
a 2.380 interventi (3.51 – 1.16). Dal punto di vista
scientifico risulta assolutamente originale la definizione
ed applicazione intraoperatoria di un pattern ventilatorio
totalmente innovativo in campo umano, con una
ventilazione artificiale meccanica monopolmonare a
torace chiuso (OLV closed-chest) applicata al polmone
sano, integrata da un flusso di O2 a pressione positiva
continua di basso valore (low level CPAP) al polmone
trattato. Tale modello di ventilazione è stato realizzato nel
corso dello studio sperimentale di fase I relativo
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(RFA), realizzato in collaborazione con la Radiologia
Interventistica. I risultati preliminari di questa nuova
modalità di ventilazione in anestesia sono già stati
oggetto di comunicazioni scientifiche ed è in corso la
raccolta definitiva dei records intraoperatori per la
pubblicazione finale.
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di fase II di RFA dei tumori polmonari primitivi e secondari
(v. attività di Radiologia Interventistica).
Risultati di eccellenza sono stati raggi
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di Terapia del Dolore che ha istituito una banca dati
della casistica trattata ed ha istituito ed adottato una
speciale cartella clinica per la valutazione del dolore e
per la gestione dei trattamenti antalgici. Per il 2005 sarà
realizzata la partecipazione ad uno studio multicentrico
nazionale open label, guidat
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Milano, per la razionalizzazione dei protocolli di terapia
del dolore in Oncologia.
Di pari rilievo sono i risultati ottenuti nello studio del dolore
da cancro nel paziente anziano. Specificamente è stato
indagato, con la collaborazione della Dr.ssa R.
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nelle varie fasi di malattia. I risultati preliminari sono stati
oggetto di comunicazioni scientifiche nel corso del 2004.
La conclusione dello studio sperimentale è prevista per il
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studio di 120 pazienti.
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S. di Ecocardiografia,
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scientifica per la notevole esperienza maturata, a livello
nazionale, nella diagnosi e nella gestione delle
complicanze
cardiologiche
della
chemioterapia
(antracicline, taxani, 5-FU, Trastuzumab) con conseguenti
ridottissime percentuali di cardiomiopatie da antiblastici
nei nostri pazienti. S
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(clinici, strumentali o di laboratorio) in grado di predire
e/o svelare il più precocemente possibile le complicanze
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ivolta prima
alle Troponine (T e I), poi a nuovi marker bio-molecolari
(BNP) apparentemente in grado di individuare i soggetti
a rischio di sviluppare cardiomiopatie dilatative. I risultati
preliminari di queste ricerche sono stati oggetto di
pubblicazioni e rappresentano un riferimento di
eccellenza nel panorama oncologico internazionale.
Importante è anche il contributo fornito nella valutazione
di tossicità cardiaca dei nuovi chemioterapici
(Doxorubicina liposomiale pegilata) mediante studio
ecocardiografico
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malattia neoplastica. Ulteriori approfondimenti e
conferme dei risultati di ricerca già conseguiti nel 2004
saranno svolti nel 2005.
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ricovero ordinario, rappresenta un punto di eccellenza
nella composizione dipartimentale sia perché costituisce
un modello sperimentale di gestione, unico nel
panorama nazionale (è la prima U.O. di Radiologia
Interventistica con posti letto di ricovero ordinario) sia
perché è divenuta un centro di riferimento interventistico
per i trattamenti quali la chemioembolizzazione epatica,
la perfusione chemioterapica panepatica ipossica
(bagno di fegato), la chemioterapia epatica
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harteriosi, la
RFA dei tumori epatici e polmonari. La qualità e la
complessità dei trattamenti effettuati nel corso del 2004
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raggiunto, pari a 2.51.
In campo scientifico il gruppo di ricerca guidato dal Dr.
C. Gadaleta ha concluso e pubblicato i risultati di uno
studio sperimentale monocentrico di fase I sulla RFA delle
neoplasie polmonari. La casistica è risultata, a livello
mondiale, quella con la più elevata percentuale di
riposta completa sul sito trattato (92%). Per il 2005 sono
stati messi a punto 2 nuovi protocolli di ricerca
sperimentale
di
fase
II
sul
trattamento
con
termoablazione dei tumori polmonari primitivi NSCLC e
secondari da ca mammario e colorettale. Il disegno di
questa ricerca, preventivata in 3 anni e realizzata in
collaborazione con il Dipartimento di Oncologia Medica,
è multicentrico e prevede la partecipazione di equipes
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di un campione di almeno 50 pazienti. Risultati
significativi sia sul piano clinico che sperimentale sono
stati ottenuti anche nel trattamento dei tumori epatici
con la perfusione ipossica panepatica con Mitomicyna
C. Nello specifico è stata realizzata con successo e
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epatica, al fine di evitare la trombosi vascolare,
complicanza che determinò il fallimento dei trattamenti
avviati da Roversi. La metodica dopo la fase
sperimentale è stata tecnicamente standardizzata ed
applicata correntemente. Nel corso del 2005 lo studio
verrà ulteriormente sviluppato per ottimizzare il timing del
trattamento ed il numero di cicli per il miglior risultato. Nel
corso del 2004 il Dr. Mattioli ed il Dr. Gadaleta, già
detentori di un brevetto relativo alla realizzazione di un
Sistema di Inseguimento Robotizzato Intraoperatorio
(SIRIO) per la facilitazione del puntamento TAC durante
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o,
insieme con il gruppo ingegneristico MASMEC di Bari, alla
stesura e presentazione di un progetto di ricerca per la
costruzione del sistema SIRIO. Il progetto, approvato e
finanziato dal Ministero della Ricerca, verrà realizzato nel
corso di due anni, a partire da 2005.
Grande attenzione, infine, nel
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stata rivolta alla rilevazione dei livelli di stress tra gli
operatori, con la realizzazione di varie iniziative, tra cui
una ricerca originale mirata a svelare eventuale
sindrome di burnout. Lo studio è stato condotto
intenzionalmente nel Q.O. che rappresenta un ambiente
sicuramente molto particolare per molteplici fattori di
tipo strutturale ed organizzativo e che espone chi vi
lavora al rischio di sviluppare elevati livelli di stress o
addirittura sindrome di burnout. I risultati di questo studio
pilota sono stati oggetto di comunicazione scientifica a
cui è seguita la programmazione per il 2005 di uno studio
multicentrico nazionale a cui partecipano 12 strutture
Ospedaliere da Udine a Cosenza ed i cui dati finali
saranno disponibili entro il nuovo anno.
27
Dipartimenti
Dipartimento di Servizi e Diagnostica
DIRETTORE Antonio Pellecchia
U.O. DIAGNOSTICA PER IMMAGINI

dirigenti medicii
4

personale infermieristico
3

personale tecnico
9

coad.amm.vo
1
S.S. Radiodiagnostica mediante macchine pesanti (TAC,RMN)

responsabile medico
1
U.O. ANATOMIA, ISTOPATOLOGIA E BIOTECNOLOGIE AVANZATE

dirigenti medici
1

dirigenti biologi
4

personale tecnico
3*

assistente amm.vo
1
S.S. Istocitopatologia, GOIP Dipartimento donna

responsabile medico
1
S.S. Citodiagnostica

responsabile biologo
1
U.O. FISICA SANITARIA

dirigente fisico
2

personale tecnico
2
U.O. GASTROENTEROLOGIA, ENDOSCOPIA DIGESTIVA E LASER
TERAPIA

dirigenti medici
1

personale infermieristico
4
S.S. Laserterapia

responsabile
1
* + n.2 tecnici di lab. incaricati
I
l Dipartimento dei Servizi e di Diagnostica offre ai
pazienti ricoverati ed a quelli ambulatoriali la possibilità
di usufruire di prestazioni di alto livello in diversi ambiti,
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Istocitopatologia.
Al Dipartimento afferisce inoltre la Fisica Sanitaria, che
costituisce un riferimento tecnico scientifico per i
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campo clinico.
Le procedure diagnostiche di immagini spaziano
dal
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ecografia alle indagini radiologiche, quali la TAC e
la RMN.
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è caratterizzata anche da importanti possibilità
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tratto digestivo superiore e degli organi ad esso
adiacenti.
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istopatologia
rappresenta
il
fondamentale
completamento di molteplici accertamenti, in quanto
permette la definizione microscopica delle varie
malattie. La diagnostica citologica esfoliativa viene
correntemente utilizzata come procedura di routine nello
screening cervico-vaginale.
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utilizzate nuove metodiche come la tecnica del
linfonodo sentinella, la determinazione HPV con metodo
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metodica FISH.
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clinica e scientifica.
Ciò è stato possibile, nonostante la precarietà e
inadeguatezza quantitativa delle risorse umane e
tecnologiche, utilizzando al meglio le risorse a
disposizione.
Infatti, è stato possibile, grazie allo spirito di sacrificio
posto in essere dal personale infermieristico e tecnico,
raggiungere uno standard prestazionale di elevato
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delle diverse discipline, non omologabili tra loro.
Il modello organizzativo del Dipartimento è volto a
consentire, una risposta efficace ed efficiente nei
confronti del
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Grande importanza è stata data alla ottimizzazione e
valorizzazione delle risorse umane ed al miglioramento di
alcuni fattori come accoglienza, informazione, riduzione
dei tempi di attesa, collegamento con i medici di base,
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ospedaliera.
Notevole interesse è stato rivolto, dal personale del
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partecipazione a manifestazioni scientifiche e corsi di
aggiornamento, sono stati organizzati diversi eventi ECM,
di notevole rilievo è stata anche la partecipazione attiva
dei medici del Dipartimento in qualità di moderatori e
relatori oltre che autori di un buon numero di
pubblicazioni.
Da sottolineare la partecipazione di alcune UU.OO a
progetti regionali, nazionali ed internazionali quali: il
Progetto OMERO, TESEO, Banca dei Tessuti, Italia-Usa per
lo screening del carcinoma del colon-retto.
Considerato che con le risorse a disposizione è stato
possibile ottenere risultati molto positivi, è lecito
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tecnologicamente più avanzate oltre alla possibilità di
acquisire una nuova sede, sarà possibile raggiungere
standard
prestazionali
di
eccellenza
finalizzati
prevalentemente al servizio dei pazienti e alla ricerca.
28
Attività formative
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2004
Incarichi ricoperti dal personale medico
Gaetano
Achille
Membro
Gruppo
Operativo
Scientifico
Retinoidi (GOSR).
Membro European Retinoids Research Group
(ERRG).
Segretario Società Meridionale di Oncologia
Cervico-Cefalica (SMOCC).
Membro Unità Valutazione Appropriatezza
Ricovero (UVAR).
Ferruccio
Aloè
Responsabile U.O. di Terapia del Dolore e di
Cure Palliative.
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Member Commission for elaboration coesive
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Cancer (ISBTC).
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Oncologia Medica (AIOM).
Membro
della
Società
Italiana
di
Ultrasonologia in Medicina e Biologia (SIUMB).
Giuseppe
Colucci
Presidente del Gruppo Oncologico Italia
Meridionale (GOIM).
Presidente del Mediterranean Oncology
(MOS).
Post-President della Società Italiana Tumori
(SIT).
Componente dell'Editorial board delle riviste:
European Journal of Oncology
Palliative Care.
Editor di Continuing Education in Oncology.
Membro Collegio Italiano Oncologi Medici
(CIOM).
Professore a contratto di Oncologia Medica
nella Scuola di Specializzazione in Medicina
Interna presso l'Università di Bari.
Docente presso il Dipartimento di Discipline
Chirurgiche, Anatomiche ed Oncologiche,
Università di Palermo.
Giangiuseppe
Console
Componente farmacologo del Comitato Etico
della USL Bari 2.
Esperto del Consiglio Superiore di Sanità.
Segretario Generale del Sindacato Nazionale
Farmacisti Ospedalieri (SINAFO).
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Direttore del periodico di informazione
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Componente Segreteria Nazionale della
CONFEDIR.
Cosimo
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Membro della Forza Operativa Nazionale sul
Carcinoma Mammario (FONCAM).
Membro
della
Associazione
Chirurghi
Ospedalieri Italiani (ACOI).
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di Alleanza Contro il Cancro.
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di Senologia Chirurgica.
Mario De
Lena
Professore a contratto della Scuola di
Specializzazione in Oncologia, Università di
Bari.
International professor of Chemotherapy
(UICC).
Membro della Commissione Oncologica
Nazionale.
Referee presso il Ministero della Salute per
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Membro di EMEA; ASCO; AACR; ESMO; AIOM;
SIC.
Vice Presidente di Alleanza Contro il Cancro.
Vice Presidente South Italian Clinic Oncology
Group (S.I.C.O.G.).
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Componente dell'Editorial board di:
Tumori (Italia)
Libri Oncologici (Croazia)
Geriatric and Medical Intelligence (Italia)
Attualità in Senologia (Italia)
Revisiones en Cancer (Spagna)
Journal of Chemotherapy (Italia)
Rivista Iberoamericana de Patologia Mamaria
(Spagna)
Oncology (Basel –Swizzera)
Giuseppe
Fanizza
Coordinatore Commissione Reg. per protocolli
diagnostico-terapeutici
in
Oncologia
Ginecologica.
Docente di Oncologia Ginecologica, Scuola di
Specializzazione
in
Fisiopatologia
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Componente della Commissione Regionale
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Segretario aziendale A.N.P.O.
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Oncology (ASCO).
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Study of Lung Cancer (IASLC).
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Oncologia Medica (AIOM).
Membro del Mediterranean Oncology Society.
Membro della Società Italiana Tumori (SIT):
Componente Consiglio Direttivo Gruppo
Oncologico Italia Meridionale (GOIM).
Giulio
Gargano
Responsabile U.O. di Ecografia Diagnostica ed
Operativa (IOB).
Segretario Aziendale CUMI.
Francesco
Giotta
Revisore dei Conti del Gruppo Oncologico
Italia Meridionale (GOIM).
Membro Consiglio Direttivo Sez. Reg. S.I.T. (Soc.
Ital. Tumori).
Membro
American
Society
of Clinical
Oncology (ASCO).
Referente delegato c/o il Centro di Riferimento
Regionale per malattie apparato genitale
maschile.
Francesco
Giuliani
Componente Consiglio Direttivo Sezione
Regionale della Società Italiana Tumori (SIT).
Responsabile ambulatori Prevenzione Tumori
legato alla Diagnostica Preventiva della Lega
Italiana Lotta contro i Tumori (LILT).
Componente
Sezione
Regionale
Puglia
Gruppo Oncologico Italia Meridionale (GOIM).
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Contro il Cancro.
Luciano
Grammatica
Docente nella Scuola di Specializzazione in
Otorinolaringoiatria e Chirurgia CervicoFacciale della Università di Bari.
Rappresentante del Roll of Honour (UICC).
Membro Onorario U.I.C.C..
29
Attività formative
Presidente della Società Meridionale di
Oncologia Cervico-Cefalica (SMOCC).
Componente Consiglio Direttivo Nazionale
dell'AOOI (Associazione Otorinolaringologica
Ospedaliera Italiana).
Componente
Societas
Oto-RhinoLaringologica Latina.
Membro fondatore Assoc. Ospedal. Ital.
Centro
Meridionale
Otorinolaringoiatria
(AOCO).
Michele
Guida
Membro
fondatore
di alcune
Società
Scientifiche:
Associazione
Inter-regionale
Studio Carcinoma del Polmone (AISCAP);
Italian Melanoma Intergroup (IMI).
Segretario Regionale Associazione Italiana di
Oncologia Medica.
Segretario Nazionale della Società Scientifica
IMI (Italian Melanoma Intergroup).
Responsabile/coordinatore
di
2 progetti
finalizzati del Ministero della Salute.
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Melanoma Intergroup (IMI), della Società
Italiana di Urologia Oncologica (SIUrO),
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nternational Society of Biotherapy of
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regionale Studio Carcinoma del Polmone
(AISCAP).
Referee riviste internazionali: Journal of
Immunotherapy, Journal of Urology, World
Journal of Surgery, Journal Translational
Medicine.
Giovanni Izzi
Membro Consiglio Direttivo A.N.F.A.A.S. - Bari.
Segretario CTS, IRCCS Oncologico - Bari.
Sanitario Comando Prov.le Vigili del Fuoco di
Bari.
Membro Commissione Invalidi Civili ASL BA/4.
Vito Lorusso
Membro della American Society for Clinical
Oncology (ASCO).
Membro della European Society for Medical
Oncology (ESMO).
Presidente della Associazione Interregionale
per lo Studio e la Cura dei Tumori Polmonari
(AISCAP).
Evaristo
Maiello
Membro
American
Society
of Clinical
Oncology (ASCO).
Membro European Society of Medical
Oncology (ESMO).
Membro associazione Italiana Oncologia
Medica (AIOM).
Membro
Gruppo
Oncologico
dell'Italia
Meridionale (GOIM).
Coordinatore Regionale AIOM.
Referee presso il Ministero della Salute per
l
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nua in Medicina (ECM).
Luigi
Marinaccio
Componente Consiglio Accademia Pugliese
delle Scienze.
Docente di "Epidemiologia dei Tumori" e di
"Organizzazione e Legislazione per la Lotta
contro i Tumori" nella Scuola di Specializzazione in
Oncologia presso l'Università di Bari.
Componente Consiglio della succitata Scuola
di Specializzazione.
Collaboratore della Direzione Scientifica e
Supervisore
della
Biblioteca
dell'Istituto
Oncologico - Bari.
Componente di Commissione per gli esami di
Stato di abilitazione professionale per medicochirurgo.
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Vittorio
Mattioli
Vice Presidente Naz. Soc. Ital. di Anestesia
Analgesia Rianimazione Terapia Intensiva
(SIAARTI).
Membro del Gruppo
Meridionale (GOIM):
Oncologico
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Pietro Milella
Vice-coordinatore
Regione
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Componente
Sottocommissione
Oncologica
Nazionale per studio problematiche registro tumori.
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Esperto rilevatore PRUO –Day Hospital.
Severino
Montemurro
Presidente SIT Regione Puglia.
Tesoriere della SIT (Sezione di Bari).
Presidente Associazione ALTAIR.
Aldo Nigro
Componente
Commissione
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Componente
Gruppo
di
Studio
rischi
professionali per esposizione a chemioterapici
antiblastici (S.P.E.S.A.L.).
Stefano Oliva
Responsabile U.O. di Ecocardiografia e di
Ergometria.
Angelo
Paradiso
Vice Presidente Nazionale del Comitato
Italiano per il Controllo di Qualità del
Laboratorio in Oncologia.
Responsabile di U.O. Oncologiche in progetti
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Membro del Comitato Direttivo Nazionale della
Società Italiana di Cinetica Cellulare di Base e
Applicata (SICCAB).
Componente Comitato di redazione delle
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Membro del CTS nel consorzio Nazionale
DERMONET (fondato con la Legge 297/1997).
Membro Comitato Editoriale del Protocollo
FONCAM anni 2001-2003“L
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Membro Gruppo Receptor Biomarker Study
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Docente presso il dottorato di ricerca in
Tecnologie Cellulari e Molecolari in Fisiologia
(2003-2005).
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Coordinatore Gruppo Lavoro di ASSR per
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Cancro (2004).
Antonio
Pellecchia
Docente di Chirurgia Endoscopica, Scuola di
Specializzazione in Oncologia, Università di
Bari.
Presidente
Società
Italiana
Endoscopia
Digestiva (SIED –Puglia).
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Michele
Quaranta
Componente
Consiglio
Amministrazione
Consorzio Carso –Valenzano (BA).
Presidente Sezione Provinciale di Bari della
Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori.
Presidente Commissione Nazionale L.I.L.T Lotta
al Tabagismo.
Coordinatore Gruppo Internazionale PROnet
per la diagnosi precoce del ca. della prostata.
Componente ASSR (Agenzia Servizi Sanitari
Regionali) per le linee guida sui marcatori
tumorali.
30
Attività formative
Francesco
Schittulli
Presidente Nazionale della Lega Italiana per la
Lotta Contro i Tumori.
Componente della Commissione Oncologica
Nazionale del Ministero della Salute.
Esperto in Oncologia del Comitato Tecnico
Scientifico
Osservatorio
Epidemiologico
Regione Puglia.
Direttore della Scuola Speciale di Senologia
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Ospedalieri Italiani (ACOI).
Vice Presidente del Consorzio CARSO di Bari.
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Dipartimento di Scienze Biomediche e
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Accademico
corrispondente
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Componente Comitato Programmazione e
Coordinamento Didattico Scuola Italiana di
Senologia.
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Giovanni
Simone
Componente Comitato Nazionale di Citologia
della Società Italiana Anatomia Patologica e
Citologica (SIAPEC).
Referente Anatomo-Patologo per Progetto di
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Cancro.
Artur Timurian
Past Presidente del Gruppo Regionale
dell'Associazione
Italiana
Radioterapia
Oncologica (AIRO).
Docente di "Radiologia Diagnostica" e di
"Radioterapia Oncologica" della Scuola di
Specializzazione in Radiologia e Radioterapia
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Membr
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Research (AACR).
Membro della Società Italiana di Cancerologia
(SIC), ed European Association Cancer
Research (EACR).
Responsabile di U.O. Ministero della Salute ed
AIRC.
Vincenzo
Ventrella
Segretario del Gruppo Radiologo Regione
Puglia della S.I.R.M..
Componente
Commissione
Nazionale
Screening Diagnostici per la patologia
Mammaria (LILT).
Componente
Commissione
Osservatorio
Nazionale dello Screening Diagnostici per la
patologia Mammaria (LILT).
Docente della Scuola Italiana di Senologia.
Francesco
Alfredo Zito
Docente della Scuola Italiana di Senologia.
31
Attività formative
Educazione Continua in Medicina
Titolo
progetto/evento
formativo
anno
2004:
Tipologia
n. crediti
Destinatari
Partecipanti
Responsabile
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interesse
Il primo intervento nelle
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cliniche
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20
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Operatorio
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Salvas
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d'aiuto con i pazienti e
con i loro familiari
progetto
45
tutte le professioni
20
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1
Consulente
esterno
50
Accoglienza
e
Umanizzazione
nel
percorso
assistenziale
del paziente oncologico
progetto
21
assistente
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dietista,
fisioterapista,
infermiere,
tecnico
di
radiologia,
tecnico di lab.
42
V. Nigro
1
Assistenza
infermieristic
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27
Onde
elettromagnetiche:
aspetti fisicie biologici,
tipologia delle sorgenti,
relativa esposizione
progetto
18
tutte le profession
50
G. Simeone
2
Dei Servizi e
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Diagnostica
24
2 ° corso pratico Metodi
e
Strumenti
per
un'assistenza
infermieristica di qualità
progetto
148
infermiere
30
V. Nigro
4
Assistenza
infermieristic
a
120
Le
emergenze
chirurgia oncologica
progetto
7
infermiere
medico chirurgo
30
L. Grammatica
1
Oncologia
chirurgica
30
Il Buon Uso del sangue
evento
4
medico chirurgo
100
V. Mattioli
1
Area Critica
e Quartiere
Operatorio
7
Le
innovazioni
diagnosticoterapeutiche
e
ricostruttive
del
carcinoma
della
mammella
evento
7
medico chirurgo
50
F. Schittulli
1
Donna
7
Focus on: il carcinoma
mammario
evento
2
medico chirurgo
50
M. De Lena
1
Direzione
Scientifica
3
XI Corso di patologia
cervico cefalica
evento
13
medico chirurgo
50
L. Grammatica
1
Oncologia
chirurgica
16
Il paziente oncologico e
la
malattia
per
"immagini":lo psicologo,
il radiologo ed il giurista
a confronto
evento
5
medico chirurgo
infermiere
tecnico di rad.
100
P. Perrotti
1
Dei Servizi e
di
Diagnostica
8
Titolo progetto/evento
formativo anno 2004:
Tipologia
n. crediti
Destinatari
Partecipanti
Responsabile
n. edizioni
Area
interesse
Attività
in ore
Gastroenterologia
oncologica:nuove
strategie
diagnosticoterapeutiche
in
endoscopia digestiva
evento
3
medico chirurgo
80
A. Pellecchia
1
Dei Servizi e
di
Diagnostica
5
Nuove tecnologie nel
laboratorio oncologico
evento
3
medico chirurgo
biologo tecnico
di lab.
90
A. Paradiso
1
Oncologia
sperimentale
5
La nutrizione artificiale
nel paziente neoplastico
evento
2
medico chirurgo
farmacista
infermiere
90
G. Colucci
1
Oncologia
Medica
3
Le
terapie
antineoplastiche orali
evento
3
medico
famiglia
90
M. De Lena
1
Direzione
Scientifica
6
Il Mesotelioma
evento
4
medico chirurgo
100
V. Lorusso
1
Oncologia
Medica
8
in
di
di
di
Attività
in ore
32
Attività formative
Assicurazione
della
qualità
nella
radioterapia oncologica
evento
6
medico chirurgo
fisico
tecnico
sanitario di radi.
60
E. Carioggia
1
Fisica
Sanitaria
7
Le precancerosi del
tratto
digestivo
superiore
evento
16
medico chirurgo
30
A. Pellecchia
1
Dei Servizi e
di
Diagnostica
16
Giornata di Oncologia
Medica geriatrica
evento
2
medico
famiglia
100
M. De Lena
1
Direzione
Scientifica
3
Cancro del colon:aspetti
innovativi diagnostici e
terapeutici
evento
7
medico chirurgo
100
S. Montemurro
1
Chirurgia
apparato
digerente
9
Comfort e sicurezza
negli ambienti di lavoro
confinati
evento
5
tutte le professioni
50
G. Simeone
1
Fisica
Sanitaria
8
Lavoro
di
rete:
ripensare
l'esperienza
dei servizi nei percorsi
diagnostico-terapeutici
evento
29
tutte le professioni
40
A. Ursi
1
Direzione
Aziendale
32
Totale
n. 22
n. 430
di
n. 1345
n. 48
n. 484
33
Attività formative
Comparazione Crediti Formativi
- 2002 –2003 –2004 -
2000
1800
1600
1400
1200
1000
800
600
400
200
0
2002
2003
2004
6
26
22
Eventi/Progetti
Crediti
116
264
430
Partecipanti
380
1805
1345
Capacità di formare ricercatori
- 2000-2004 .
30
25
20
15
10
5
0
Contratti
Borse di studio
2000
2001
2002
2003
2004
Medici/Biologi
13
19
24
21
25
Tecnici
1
5
3
3
7
Area economico-giuridica
0
7
18
26
27
Medici/Biologi
10
13
17
14
17
Tecnici
1
4
3
1
3
Area economico-giuridica
9
7
0
0
0
34
Pubblicazioni
PUBBLICAZIONI 2004
Pubblicazioni su riviste recensite S.C.I.
ISI I.F. 2003
GREZZO
NORM
LAVORI PER EXTENSO
2,993
6
AZZARITI A, XU JM, PORCELLI L, PARADISO A: The schedule-dependent enhanced cytotoxic activity of 7-ethyl-10-hydroxycamptothecin (SN-38) in combination with gefitinib (IressaTM, ZD1839). Biochem Pharmacol 68 (1): 135-44, 2004.
4,733
6
BRANDI M, VICI P, LOPEZ M, VALERIO MR, GIOTTA F, GEBBIA N, SCHITTULLI F, COLUCCI G,: Novel association with
gemcitabine and docetaxel as salvage chemotherapy in metastatic breast cancer previously treated with
anthracyclines: results of a multicenter phase II study. Semin Oncol 31 (2 suppl. 5): 13-19, 2004.
3,605
6
BRUNO M, TOMMASI S, STEA B, QUARANTA M, SCHITTULLI F, MASTROPASQUA A, DISTANTE A, DI PAOLA L, PARADISO A:
Awareness of breast cancer genetics and interest in predictive genetic testing: a survey of a Southern Italian Population.
Ann Oncol 15 (suppl. 1): I48-I54, 2004.
3,605
6
CIPOLLINI G, TOMMASI S, PARADISO A, ARETINI P, BONATTI F, BRUNETTI I, BRUNO M, LOMBARDI G, SCHITTULLI F, SENSI E,
TANCREDI M, BEVILACQUA G, CALIGO MA: Genetic alterations in hereditary breast cancer. Ann Oncol 15 (suppl. 1): I7-I13,
2004.
3,894
6
COMELLA P, FRASCI G, CARNICELLI P, MASSIDDA B, BUZZI F, FILIPPELLI G, MAIORINO L, GUIDA M, PANZA N, MANCARELLA S,
CIOFFI R: Gemcitabine with either paclitaxel or vinorelbine vs paclitaxel or gemcitabine alone for elderly or unfit
advanced non-small-cell lung cancer patients. Br J Cancer 91 (3): 489-97, 2004.
3,324
6
DAIDONE MG, PARADISO A, GION M, HARBECK N, SWEEP F, SCHMITT M: Biomolecular features of clinical relevance in
breast cancer. Eur J Nucl Med Mol Imaging 31 (suppl. 1): S3-S14, 2004.
10,864
8
DE PLACIDO S, SCAMBIA G, DI VAGNO G, NAGLIERI E LOMBARDI AV, BIAMONTE R, MARINACCIO M, CARTENI G,
MANZIONE L, FEBBRARO A, DE MATTEIS A, GASPARINI G, VALERIO MR, DANESE S, PERRONE F, LAURIA R, DE LAURENTIIS M,
GREGGI S, GALLO C, PIGNATA S: Topotecan compared with no therapy after response to surgery and
carboplatin/paclitaxel in patients with ovarian cancer: multicenter Italian in trials in ovarian cancer (MITO-1) randomized
study. J Clin Oncol 22 (13): 2635-42, 2004.
1,088
2
GADALETA C, CATINO A, RANIERI G, ARMENISE F, COLUCCI G, LORUSSO V, CRAMAROSSA A, FIORENTINI G, MATTIOLI V:
Radiofrequency thermal ablation of 69 lung neoplasms. J Chemother 16 (suppl. 5): 86-89, 2004.
1,088
2
GADALETA C, COVIELLO M, CATINO A, VENNERI MT, STEA B, QUARANTA M, MATTIOLI V, RANIERI G: Serum vascular
endothelial growth factor concentrations in hepatocellular cancer patients undergoing percutaneously radiofrequency
thermal ablation. J Chemother 16 (suppl. 5): 7-10, 2004.
2,474
6
GADALETA C, MATTIOLI V, COLUCCI G, CRAMAROSSA A, LORUSSO V, CANNIELLO E, TIMURIAN A, RANIERI G, FIORENTINI G,
DE LENA M, CATINO A: Radiofrequency ablation of 40 lung neoplasms: preliminary results. Am J Roentgen 183 (2): 361-68,
2004.
3,894
6
GIANNELLI G, AZZARITI A, FRANSVEA E, PORCELLI L, ANTONACI S, PARADISO A: Laminin-5 offsets the efficacy of gefitinib
('Iressa') in hepatocellular carcinoma cells. Br J Cancer 91 (11): 1964-69, 2004.
4,375
6
GIANNELLI G, ERRIQUEZ R, FRANSVEA E, DANIELE A, TREROTOLI P, SCHITTULLI F, GRANO M, QUARANTA M, ANTONACI S:
Proteolytic imbalance is reversed after therapeutic surgery in breast cancer patients. Int J Cancer 109 (5): 782-85, 2004.
1,092
2
ITALIAN NETWORK FOR QUALITY ASSURANCE OF TUMOR BIOMARKERS (INQAT) GROUP (PARADISO A): Interobserver
reproducibility of immunohistochemical HER-2/neu evaluation in human breast cancer: the real-world experience. Int J
Biol Markers 19 (2): 147-54, 2004.
0,348
1
LORUSSO V, SILVESTRIS N, SPADA M, RANIERI G: Obiettivi della seconda linea di chemioterapia nelle pazienti affette da
carcinoma mammario metastatico. Tumori 90 (suppl. 5): S71-75, 2004.
0,348
1
MAIELLO E: Gastric cancer in young age. I Supplementi di Tumori 3 (3): S153-55, 2004.
1,092
2
MARUBINI E, VERDERIO P, CASINI RAGGI C, PAZZAGLI M, ORLANDO C; Italian Network for Quality Assessment of Tumor
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emerging from external quality control of real-time PCR. Int J Biol Markers 19 (2): 141-46, 2004.
2,964
4
MORABITO A, GATTUSO D, STANI SC, FANELLI M, FERRAU F, DE SIO L, CASTELLANA MA, LORUSSO V, PRIOLO D, VITALE S,
SARMIENTO R, LO VULLO S, MARIANI L, GASPARINI G: Safety and activity of the combination of pegylated liposomal
doxorubicin and weekly docetaxel in advanced breast cancer. Breast Cancer Res Treat 86 (3): 249-58, 2004.
1,150
2
PAPARELLA D, GALEONE A, VENNERI MT, COVIELLO M, VISICCHIO G, CAPPABIANCA G, MASELLI G, MARRAUDINO N,
QUARANTA M, DE LUCA TUPPUTI SCHINOSA L: Blood damage related to cardiopulmonary bypass: in vivo and in vitro
comparison of two different centrifugal pumps. ASAIO J 50 (5): 473-78, 2004.
0,348
1
PARADISO A, BRUNO M, CICORIA O, DIGENNARO M, LONGO S, RINALDI M, SCHITTULLI F: Analysis of the reasons for
accepting or declining partecipation in genetic research for breast cancer: a hospital-based population study. Tumori 90
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2,932
4
PARADISO A, CARDONE RA, BELLIZZI A, BAGORDA A, GUERRA L, CASAVOLA V, RESHKIN SJ: The Na+-H+ exchanger-1
induces cytoskeletal changes involving reciprocal RhoA abd Rac1 signaling, resulting in motility and invasion in MDA-MB435 cells. Breast Cancer Res 6 (6): R616-28, 2004.
3,605
6
PARADISO A, MUGGIA F: Familial breast cancer screening: ethical and social implications. Ann Oncol 15 (Suppl. 1): I5-I6,
35
Pubblicazioni
2004.
2,536
4
PARADISO A, RANIERI G, STEA B, ZITO A, ZEHBE I, TOMMASINO M, GRAMMATICA L, DE LENA M: Altered p16INK4a and Fhit
expression in carcinogenesis and progression of human oral cancer. Int J Oncol 24 (2): 249-55, 2004.
4,375
6
PARADISO A, XU JM, MANGIA A, CHIRIATTI A, SIMONE G, ZITO A, MONTEMURRO S, GIULIANI F, MAIELLO E, COLUCCI G:
Topoisomerase-I, thymidylate synthase primary tumour expression and clinical efficacy of 5-FU/CPT-11 chemotherapy in
advanced colorectal cancer patients. Int J Cancer 111 (2): 252-58, 2004.
6,511
6
PARRELLA P, POETA ML, GALLO AP, PRENCIPE M, SCINTU M, APICELLA A, ROSSIELLO R, LIGUORO G, SERIPA D, GRAVINA C,
RABITTI C, RINALDI M, NICOL T, TOMMASI S, PARADISO A, SCHITTULLI F, ALTOMARE V, FAZIO VM: Non-random distribution of
aberrant promoter methylation of cancer related genes in sporadic breast cancer. Clin Cancer Res 10 (16): 5349-54, 2004.
3,605
6
PERRONE F, MARANGOLO M, DI COSTANZO F, COLUCCI G, REPETTO L, MERLANO M, DE PLACIDO S, TORRI V, COMELLA G,
LABIANCA R, PARISI V, GALLO C: Insurance for independent cancer trials. Ann Oncol 15 (11): 1722-3, 2004.
1,092
2
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1,256
1
RANIERI G, COVIELLO M, CHIRIATTI A, STEA B, MONTEMURRO S, QUARANTA M, DITTADI R, PARADISO A: Vascular endothelial
growth factor assessment in different blood fractions of gastrointestinal cancer patients and healthy controls. Oncol Rep
11 (2): 435-39, 2004.
1,256
1
RANIERI G, COVIELLO M, PATRUNO R, VALERIO P, MARTINO D, MILELLA P, CATALANO V, SCOTTO F, DE CEGLIE A,
QUARANTA M, RIBATTI D, PELLECCHIA A: Vascular endothelial growth factor concentrations in the plasma-activated
platelets rich (P-APR) of healthy controls and colorectal cancer patients. Oncol Rep 12 (4): 817-20, 2004.
2,853
6
RHODES A, BORTHWICK D, SYKES R, AL-SAM S, PARADISO A: The use of cell line standards to reduce HER2/neu assay
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2,190
6
RIDOLFI R, ROMANINI A, CHIARION SILENI V, MICHIARA M, GUIDA M, BIASCO G, POLETTI P, AMADUCCI L, LEONI M,
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2,536
4
SI
L
VES
T
RI
SN,D’
APRI
L
EM,ANDREOL
A G,L
OCOPO N,MARI
NIL
,CRUCI
T
T
A E,DE LENA M, LORUSSO V: Rationale for the use
of gemcitabine in breast cancer (Review). Int J Oncol 24 (2): 389-98, 2004.
2,614
4
TOMMASI S, FEDELE V, LACALAMITA R, CRAPOLICCHIO A, PERLINO E, BELLIZZI A, PARADISO A: Molecular and functional
characteristics of erbB2 in normal and cancer breast cells. Cancer Lett 209 (2): 215-22, 2004.
3,323
6
VOLPI A, BACCI F, PARADISO A, SARAGONI L, SCARPI E, RICCI M, ALDI M, BIANCHI S, MURETTO P, NUZZO F, SIMONE G,
MANGIA A, SCHITTULLI F, AMADORI D: Prognostic relevance of histological grade and its components in node-negative
breast cancer patients. Mod Pathol 17 (9): 1038-44, 2004.
3,323
6
ZITO FA, MARZULLO F, D'ERRICO D, SALVATORE C, DIGIROLAMO R, LABRIOLA A, PELLECCHIA A: Quicktime virtual reality
technology in light microscopy to support medical education in pathology. Mod Pathol 17 (6): 728-31, 2004.
3,694
6
XU JM, PARADISO A, MCLEOD HL: Evaluation of epidermal growth factor receptor tyrosine kinase inhibitor combined with
chemotherapy: need for a more rational design. Eur J Cancer 40 (12): 1807-9, 2004.
100,98
153
TOTALE
Pubblicazioni su riviste non recensite S.C.I.
0,1
DE LENA M: Il cancro questo conosciuto. Puglia Salute Anno 1: 15-17, 2004.
0,1
LORUSSO V, COLUCCI G, BALDUCCI L, COVA D: Patologia neoplastica e invecchiamento: rapporto casuale o casuale?.
Geriatric Med Intell 13 (1): 1-17, 2004.
0,1
LORUSSO V, SPADA M, GIAMPAGLIA M, COVA D: Diagnosi e trattamento del tumore della mammella nella donna
anziana. Geriatric Med Intell 13 (2): 87-98, 2004.
0,1
MATTIOLI V, FIORE T: Anestesia e sedazione al di fuori della sala operatoria: problematiche anestesiologiche in sala
endoscopica. Minerva Anestesiol 70 (9 suppl. 1): 212-16, 2004.
0,1
NARDUCCI AV, GRAMMATICA L: La struttura organizzativa e le funzioni della ricerca in un IRCCS. Tuttosanità Anno XIII n. 73:
36-42, 2004.
0,1
NARDUCCI AV, GRAMMATICA L: Il modello organizzativo per la ricerca osservato in un IRCCS. Tuttosanità Anno XIII n. 73:
54-57, 2004.
0,1
RANIERI G, PATRUNO R, FIORE G, SAPONARO G, PARADISO A, GRAMMATICA L: Thymidine phosphorylase over-expression in
oral squamous carcinoma tissue as a potential target of capecitabine. Letters Drug Des & Discovery 1: 45-49, 2004.
0,1
RESTA F, TRIGGIANI V, SABBA C, LICCHELLI B, GHIYASALDIN S, LISO A, SCHITTULLI F, QUARANTA M, PARADISO A, TAFARO E,
GUASTAMACCHIA E: The impact of body mass index and type 2 diabetes on breast cancer: current therapeutic measures
of prevention. Curr Drug Targets Immune Endocr Metabol Disord 4 (4): 327-33, 2004.
0,1
SCHITTULLI F: Con una diagnosi precoce ed una tecnica chirurgica innovativa si guarisce dal cancro al seno almeno
nel
l
’
85% dei
cas
i
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i
aS
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ut
eAnno1:10-11, 2004.
0,9
TOTALE
36
Pubblicazioni
Libri e capitoli di libri
PARADI
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ut
o Oncol
ogi
codiBar
i
.Edi
z
i
one
Artigiangrafica2000 Altamura (BA), pp. 11-36, 2004.
PARADISO A: Biologia e prognosi. In: Neoplasie della mammella: terapia adiuvante. Oncoform Centro Scientifico Editore pp. 8-15, 2004.
D’
AMI
CO C,SCHI
T
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agi
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t
em:appl
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one ed i
mpl
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iniche. In
Atti VI Congresso Nazionale di Oncologia Medica. Bologna 21-24 settembre 2004, volume educazionale, pp. 3-4.
MAT
T
I
OL
IV,AL
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ANARO R,BRUNO F
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as
i
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l
’
anz
i
ano,vol
.2pp.179-89, Grafica
Ragusa 2004.
37
Pubblicazioni
Comunicazioni a congressi nazionali ed esteri
AGNELLI G, VERSO M, BERTOGLIO S, AGENO W, BAZZAN M, PARISE
P, SALVAGNI S, NAGLIERI E, SANTORO A, LAZZARO A: A doubleblind placebo-controlled randomized study on the efficacy and
safety of enoxaparin for the prevention of upper limb deep vein
thrombosis in cancer patients with central vein catheter.
Proceedings ASCO 23: 730 (abs 8021), 2004.
AMADORI D, SERRA P, TISON C, CASADEI GIUNCHI D, RAVAIOLI A,
SISMONDI P, TIENGHI A, SCHITTULLI F, PARADISO A, DE LENA M,
NANNI O: IBIS 03: adjuvant treatment of biologically aggressive
breast cancer (N-, N+1-3): controlled clinical study. Ann Oncol 15
(suppl. 2): ii25-26 (A74), 2004.
AZZARITI A, XU JM, PORCELLI L, PARADISO A: The enhanced
antitumor activity of 7-ethyl-10-hydroxy-camptothecin (SN38) or
ox
al
i
pl
at
i
n i
n combi
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t
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i
t
i
ni
b (
‘
I
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D1839) i
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schedule dependent. Tumori. I Supplementi di 3 (1): 115 (abs
O168), 2004.
BALLATORI E, RUGGERI B, ROILA F, LABIANCA R, COLUCCI G, DI
COSTANZO F, PALAZZO S, CASCINU S, SOMBRERO A, PATOIA L:
Adjuvant therapies in Italian patients with colorectal cancer. Ann
Oncol 15 (suppl. 2): ii58 (E1), 2004.
BARULLI MR, LORUSSO V, STANGALINO C, MARIANI L, CARACENI
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impairment in breast cancer patients submitted to adjuvant
chemotherapy. Ann Oncol 15 (suppl. 2): ii15-16 (A30), 2004.
BRANDIM,D’
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CO C,L
ONGO S,NOL
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CASAMASSIMA A, PICCIARIELLO M, BERARDINO R, QUARANTA M,
LORUSSO V, GUIDA M: c-creative protein: a biomarker of survival
in metastatic renal cell carcinoma treated with subcutaneous
interleukin-2-based immunotherapy. Arch Ital Urol Androl 76
(suppl. 1): pag. 23 (abs 60), 2004.
CASAMASSIMA A, RANIERI E, RICCOBON A, BATTAGLIA M,
GESUALDO L, NATALI PG, RIDOLFI R, GUIDA M: Vaccination with
autologous dendritic cells (DC) pulsed with allogenic highly
immunogenic renal carcinoma cell line lysate (RCCLL) or
autologous tumoe protein lysate in patients with metastatic renal
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FABI A, PAPALDO P, CICCARESE M, SALESI N, LORUSSO V, FERRETTI
G, DI COCCO B, CARLINI P, CECERE F, PELLICCIOTTA M, MORACE
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gemcitabine (G) combination in metastatic breast cancer (MBC)
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FANIZZA G, FALCO G, LABRIOLA A, PATRUNO R, ZITO A, VALERIO P,
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GADALETA C, CATINO A, RANIERI G, ARMENISE F, CONSOLE G,
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Fifteenth International Congress on Anti-Cancer Treatment. Paris
(FR) ) 9th –12th february 2004; pag. 293.
GADALETA C, COVIELLO M, CATINO A, MATTIOLI V, VENNERI AM,
STEA B, LARICCHIA G, CILIFRESE V, QUARANTA M, RANIERI G:
Serum vascular endothelial growth factor assessment in
hepatocellular
cancer
patients
underwent
to
locally
interventional radiology treatments. Proceeding Book Fifteenth
International Congress on Anti-Cancer Treatment. Paris (FR) 9th –
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Meridionale (prot. GOIM 2401). Atti VII Congresso Nazionale
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combinazione irinotecan (Cpt-11) + mitomicina (MMc). Studio di
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hormonotherapy
with
anastrozole/exemestane
in
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Meridionale (GOIM). Atti VII Congresso Nazionale GOIM:
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40
Pubblicazioni
Andamento delle pubblicazioni 2000-2004
Anno
Pubblicazioni per eXteNso
Libri e Capitoli di libro
Abstracts
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Totale
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Non recensite
2000
17
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Andamento Impact Factor grezzo e normalizzato 2000 - 2004
180
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Numero pubblicazioni
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Ricerca
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Ministero della Salute con appositi provvedimenti annuali, Ricerca Finalizzata, finanziata con i fondi ex art. 12 bis, e
progetti di ricerca finanziati da altri soggetti privati.
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aper le attività di ricerca di cui sopra.
Ricerca Corrente 2000-2004 - Capacità di attrarre risorse
1.600.000
1.100.000
600.000
100.000
Finanziamento
2000
2001
2002
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2004
1.065.451
1.012.256
1.062.833
1.026.499
934.000
Ricerca Finalizzata 2000-2004- Ministero della Salute, Progetti Regionali, CNR, AIRC
1.500.000
1.000.000
500.000
0
2000
2001
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2003
2004
Min salute
608.386
604.253
1.038.250
858.300
490.000
Prog. Reg.
222.076
0
147.000
160.700
25000
CNR
43.486
82.650
82.650
82.650
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AIRC
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0
40.000
50.000
140.000
ISS
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0
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142500
Finanziamento complessivo per attività sperimentali 2000-2004
(per tutte le tipologie di progetti e fonti di finanziamento)
3.000.000
2.500.000
2.000.000
1.500.000
1.000.000
500.000
0
Serie1
2000
2001
2002
2003
2004
1.997.759
1.877.864
2.614.936
2.376.778
2.253.874
43
Ricerca
Elenco progetti di Ricerca Finalizzata in corso
Finanziamenti Anno 2004
Ente finanziatore
Titolo
Responsabile
Ministero Salute
IOB Coordinatore
Progetto globale prostata
M. De Lena
Network virtuale per una Bio Banca Oncologica Nazionale
A. Paradiso
Modern chemoterapy in advanced colorectal
predictive factors end EGFR targenting drugs
cancer:
A. Paradiso
Cancerogenesis and progression of hepatocelular carcinoma
(HCC) HCV-related: preclinical and clinical models
A. Paradiso
Cassa di Risparmio Puglia
Sistema informativo per la gestione della diagnosi precoce, del
trattamento, della riabilitazione, per la second opinion e per la
ricerca scientifica relativamente ai tumori al seno e della sfera
genitale femminile
E. Colaiacomo
P. Milella
Programma Italia-Us
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F
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macogenomi
ca Oncol
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Convezione n.527/B-A7dalt
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oclinico-scientifico
allo studio del carcinoma della mammella, del colon,
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A. Paradiso
Istituto Superiore di Sanità
Titolo
Responsabile
Vaccino con cellule dendritiche pulsate con linea cellulare
tumorale o tumore autologo in pazienti con carcinoma renale
A. Casamassima
Biomarcatori tumorali (BT) ed il medico di medicina (MMG):
efficienza ed appropriatezza di utilizzo clinico
A. Paradiso
Gli IRCCS Oncologici come modello di Centro di Eccellenza:
implementazione di servizi gestionali innovativi per la ricerca
Direzione Scientifica
Progettazione ed implementazione operativa del Sistema
Bibliotecario degli Enti di Ricerca Biomedici Italiani
M. De Lena
D. Simone
Il carcinoma pancreatico: indicatori di diagnosi precoce, di
progressione e di risposta al trattamento
A. Paradiso
Diagnosi precoce e caratterizzazione biologico –molecolare di
carcinomi mammari sporadici e a predisposizione genetica
S. Tommasi
Ministero della Salute
Progetto Regionale
Significato biomolecolare e clinico del bilancio proteolitico in
pazienti con carcinoma mammario: ruolo prognostico e di
attività di malattia
F. Schittulli
AIRC
Modern chemoterapy in advanced colorectal
predictive factors end EGFR targenting drugs
A. Paradiso
AIRC
Finanziamenti Anno 2003
Ente finanziatore
Ministero Salute
IOB Coordinatore
Ministero della Salute
IOB Collaborante
cancer:
Finanziamenti Anno 2002
Ente finanziatore
Ministero Salute
IOB Coordinatore
Ministero Salute
IOB Collaborante
Titolo
Responsabile
Chemiosensibilizzazione con dosi subtossiche di chemioterapia
in associazione a immunoterapia. Studio clinico e biologico
M. Guida
Taxolo e Lonidamina in combinazione nel carcinoma epatico
non operabile. Studio di fase I-II
V. Lorusso
Alterazioni mitocondriali ed apoptosi come marcatori di
progressione tumorale e risposta ai trattamenti antineoplastici
A. Paradiso
Combinazione di terapie farmacologiche e biologiche nella
malattia colorettale a diversi stadi
A. Mangia
Inibitori della ciclossigenasi-2 (COX 2) nel trattamento dei
tumori colorettali
A. Mangia
44
Ricerca
Elenco progetti di Ricerca Corrente 2005
(suddivisi per linee di ricerca)
Linea
N
Responsabile
Titolo
1
1
Tommasi Stefania
Ruolo dei polimorfismi di erbB2 nella carcinogenesi del carcinoma mammario
1
2
Mangia Anita
Studio del pattern dei cambiamenti genomici nei tumori mammari ereditari non
BRCA1- e BRCA2-associati (BRCAx)
1
3
Zito Alfredo Francesco
Caratterizzazione immunoistochimica delle stem cells nelle forme familiari e
sporadiche di carcinoma mammario
1
4
Tommasi Stefania
Fattori genetici edepi
genet
i
ci
nel
l
’
epat
ocar
ci
nomaHCV-relato
1
5
Coviello Maria
Valutazione della glicoproteina 90K, PIVKA-II e Protein-C in corso di evoluzione da
cirrosi epatica ad epatocarcinoma
1
6
Caponio Maria Angela
Determinazione di HPV e di P16 nella cervice uterina non neoplastica: studio
combinato con LBC
1
7
Wiesel Sara
p16INK4A come marker di displasia e neoplasia cervicale. Confronto tra metodica
PCR e metodica ICA
1
8
Labriola Angela
St
udi
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mi
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ani
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endomet
r
i
o nor
mal
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iperplastico e neoplastico
1
9
Fanizza Giuseppe
Studio randomizzato, a doppio cieco, multicentrico con placebo sull'utilizzo della
crema al 5% dell'imiquimod prima della terapia ablativa per i condilomi ano-genitali
esterni
1
10
Achille Gaetano
Valutazione delle mutazioni del protooncogene RET nella diagnosi delle neoplasie
maligne della tiroide
1
11
Paradiso Angelo
Ruolo del pathway
neoplastica
1
12
Simone Gianni
Immunofenotipizzazione delle lesioni primitive e metastatiche, epatiche e polmonari
e nei versamenti neoplastici su materiale citologico
1
13
Quaranta Michele
Studio quantitativo e qualitativo della popolazione linfocitaria nel linfonodo sentinella
nelle pazienti con carcinoma mammario
1
14
Quaranta Michele
Correlazione tra espressione tissutale e livelli sierici del MUC-1 in pazienti con
carcinoma mammario
1
15
Zito Alfredo Francesco
Fattori predittivi di invasione stromale nel carcinoma in situ della mammella
1
16
Quaranta Michele
Studio della Laminina 5 in pazienti con carcinoma della mammella
1
17
Petroni Stella
Determinazione di HER/2-NEU nel carcinoma lobulare invasivo
1
18
Paradiso Angelo
Profilo di espressione genica nella metastatizzazione del carcinoma del colon
1
19
Quaranta Michele
Ruolo della cromogranina A nei tumori neuroendocrini: studio sierologico ed
immunoistochimico
1
20
Quaranta Michele
Alterazioni della coagulazione nelle neoplasie e nelle malattie cardiovascolari
1
21
Coviello Maria
Caratterizzazione dei livelli di VEGF in differenti frazioni ematiche di pazienti affette
da ca. mammario
1
22
Pellecchia Antonio
Vascular Endothelial Grow Factor in soggetti normali di controllo, in pazienti con
lesioni pre-neoplastiche ed in pazienti con carcinoma del colon-retto: possibile
significato biologico nella cancerogensi intestinale
1
23
Coviello Maria
Valutazione dei peptidi pro e anti-angiogenici in pazienti affetti da carcinoma del
colon-retto
1
24
Ranieri Girolamo
Vascular Endothelial Growth Factor e termoablazione mediante radiofrequenza di
neoplasie epatiche e polmonari: possibili correlazioni biologico-cliniche
1
25
Quaranta Michele
Studio prospettico sul ruolo dei fattori pro e anti angiogenetici nell'adenocarcinoma
della prostata
1
26
Quaranta Michele
Impiego clinico delle metalloproteasi MMP-2 e MMP-9 nel follow-up di pazienti
operate per carcinoma mammario
1
27
Quaranta Michele
Espressione tissutale e sierica dell'HER-2/neu in pazienti con carcinoma mammario:
correlazione con MMP-2 e MMP-9
1
28
Coviello Maria
Significato prognostico del u-Pa, u-PAR, t-PA, PAI-1 e PAI-2 nel carcinoma della
mammella: analisi retrospettiva.
1
29
Zito Alfredo Francesco
Carcinoma duttale infiltrante della mammella: studio quantitativo della componente
NHERF1/EGFR nella
progressione,
motilità
ed
invasione
45
Ricerca
s
t
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essione immunoistochimica per il NEU, la P53, il MI-1 ed i
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l
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1
30
Tommasi Stefania
Alterazioni geniche dei TK receptor EGFR ed ErbB2 nel carcinoma del colon
1
31
Casmassima Porzia
Utilità clinica del recettore solubile della transferrina nei pazienti neoplastici con
anemia
1
32
Azzariti Amalia
PPARy agnisti in modelli tumorali
1
33
Azzariti Amalia
Farmaci biologici e mdulazione di proteine MDR relate
1
34
Paradiso Angelo
TKIS nel modello di ca squamoso testa-collo
1
35
Azzariti Amalia
Approfondimento della risposta cellulare all'azione di farmaci TK inibitori nel modello
del colon
1
36
Azzariti Amalia
Interazione del compartimento extracellulare con l'attività di farmaci inibitori di EGFR
nel modello del ca epatico
1
37
Azzariti Amalia
Ottimizzazione di schedule di somministrazione combinata di farmaci target-oriented
nel modello del ca. pancreatico
1
38
Tommasi Stefania
Alterazioni di BRCA1/2 nel carcinoma mammario familiare: validazione di una nuova
strategia per lo studio di SNP in BRCA
1
39
Caponio Maria Angela
Correlazione di metodo PCR con Hybrid Capture test per la ricerca del HPV in
campioni cervicali.
1
40
Zito Alfredo Francesco
Valutazione della concordanza diagnostica fra patologi su preparati istologici da
biopsia con mammotome digitalizzati e visualizzati con tecniche di Realtà Virtuale
1
41
Quaranta Michele
Insuline-like Growth Factor I e II nelle neoplasie
1
42
Quaranta Michele
Determinanti legate allo stile di vita dell'Insuline like Growth Factor I e II
1
43
Quaranta Michele
Diabete mellito e carcinoma della mammella
1
44
Micelli Giuseppina
Il Papilloma Virus Umano (HPV) nelle neoplasie della cervice uterina in correlazione
all'abitudine al fumo di sigaretta
2
45
Fanizza Giuseppe/ Schittulli
Francesco
Valutazione del rischio oncogeno sulla mammella nella HRT
2
46
Fanizza Giuseppe
Studio di prevalenza del Papilloma Virus Umano
cervicali:correlazione clinica e follow-up in pazienti positive
2
47
Digiesi Gambattista
Trattamento endocrino preoperatorio con Tamoxifene in pazienti con carcinoma
mammario
2
48
Schittulli Francesco
La Genesteina in donne in pre e postmenopausa considerate a rischio di ca
mammario: ruolo del fitoestrogeno nella riduzione di incidenza del carcinoma
mammario
2
49
Gargano Giulio
Utilizzo dell'isterosonografia diagnostica precoce di alterazioni strutturali
dell'endometrio in pazienti in trattamento con Tam per carcinoma mammario
2
50
Longo Salvatore
Reperaggio lesioni non palpabili mammarie tramite la tecnica della proiezione
cutanea: analisi dei casi trattati chirurgicamente presso l'U.O. di Senologia
2
51
Ventrella Vincenzo
Accuratezza diagnostica della microbiopsia mammaria stereotassica digitale con
mammotome nelle microcalcificazioni
2
52
Achille Gaetano
La diagnostica ecografica e citologica mediante agobiopsia ecoguidata degli
adenomi paratiroidei
2
53
Achille Gaetano
Utilizzo dei mezzi di contrasto nella diagnostica ecografica delle localizzazioni
neoplastiche linfonodali laterocervicali
2
54
Ventrella Vincenzo
Accuratezza diagnostica nella microbiopsia mammaria stereotassica digitale con
mammotome nelle opacità parenchimali
2
55
Ventrella Vincenzo
Studio con RM nelle pazienti ad alto rischio per ca della mammella
2
56
Ventrella Vincenzo
Verifica di un nuovo dispositivo di marcatore del sito di biopsia mammaria (Gel Mark)
2
57
Simone Gianni
Indicazioni all'utilizzo della Core-biopsy vs la FNA nella diagnostica preoperatoria
delle lesioni mammarie maligne
2
58
Gargano Giulio
Utilizzo del doppler associato alla ETG TV ed al dosaggio del CA125 nella diagnostica
differenziale delle neoformazioni annessiali
2
59
Achille Gaetano
I mezzi di contrasto nella diagnosi ecografica dei tumori tiroidei.
2
60
Ventrella Vincenzo
Efficacia diagnostica della microbiopsia mammaria sotto guida stereotassica con
aghi da 8G vs 11G
2
61
Ventrella Vincenzo
Mammografia digitale con sistema CR vs mammografia analogica nello studio delle
microcalcificazioni
(HPV)
in
campioni
46
Ricerca
2
62
Ventrella Vincenzo
Confronto tra Diagnostica Tradizionale ed RM nello studio delle pazienti ad alto
rischio per CA della mammella
2
63
Gadaleta Cosmo
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(radiofrequenza ) di metastasi epatiche e di HCC utilizzando mezzi di contrasto
ecografici di ult
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2
64
Schittulli Francesco
La sieroproteomica: un sussidio per la diagnosi precoce del ca mammario
2
65
Schittulli Francesco
Percentuale di sopravvivenza in tutti inuovi casi di malattia diagnosticati dal
mammotome
2
66
Simone Gianni
Liquid Based cytology in citologia agoaspirativa ecoguidata (tiroidea, epatica e
polmonare)
2
67
Wiesel Sara
Liquid Based cytology in citologia cervico vaginale
2
68
Simone Gianni
Determinazione immunocitochimica su FNA diEGF
/
Recept
ornel
l
’
adenocar
ci
noma
intestinale metastatico
2
69
Fanizza Giuseppe
Individuazione del linfonodo sentinella nella stadiazione e trattamento del ca della
vulva
2
70
Cellamare Giovanni
Valutazione dell'eventuale sottostadiazione della diagnosi
mammaria tramite biopsia percutanea con Mammotome
2
71
Coviello Maria
Tissue Factor e angiogensi nella progressione neoplastica dei tumori del colon-retto
2
72
Paradiso Angelo
Fattori prognostico-predittivi nel carcinoma del colon-retto avanzato
2
73
Mangia Anita
Le tubuline nella storia naturale del carcinoma mammario
2
74
Mangia Anita
Fattori prognostico-predittivi nel carcinma mammario
2
75
Schittulli Francesco
Dissezione linfonodale in pazienti con ca mammario NO: valore predittivo del
linfonodo sentinella per l'IRCCS Oncologico di Bari
2
76
Ranieri Girolamo
Espressione della topoisomerasi II alpha e suo significato predittivo in pazienti affetti
da carcinoma epatocellulare trattati con chemioembolizzazione mediante
antraciclina
2
77
Quaranta Michele
Ricerca delle cellule tumorali circolanti nel sangue periferico di pazienti con tumore
solido e loro valore prognostico.
2
78
Quaranta Michele
Utilità clinica del DNA circolante nel plasma di pazienti con tumore del polmone
2
79
Casamassima Addolorata
Valutazione delle citochine, parametri bioumorali in pazienti affetti da MRCC trattati
con chemio-immunoterapia
3
80
Colucci Giuseppe
Trattamento delle metastasi epatiche da carcinoma del colon-retto. Studio
randomizzato di confronto tra termoablazione mediante radiofrequenza ed exeresi
chirurgica
3
81
Achille Gaetano
La PEI quale trattamento alternativo delle lesioni nodulari tiroidee
3
82
Achille Gaetano
L
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al
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i
z
z
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par
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3
83
Gadaleta Cosmo
Perfusione antiblastica ipertermica per il trattamento loco-regionale di sarcomi e
melanomi degli arti
3
84
Gadaleta Cosmo
Sperimentazione clinica randomizzata in pazienti con carcinoma pancreatico
avanzato : Gemcitabina per via classica venosa versus Fluorouracile-LeucovorinEpirubicina-Carboplatino (FLEC) somministrati per via arteriosa
3
85
Colucci Giuseppe
Docetaxel e gemcitabina versus docetaxel e capecitabina nel trattamento di prima
linea del carcinoma mammario metastatizzato. Studio multicentrico randomizzato di
fase II
3
86
Lorusso Vito
Associazione di Doxorubicina liposomiale /Caelix) e Gemcitabina (Gemzar) nel
trattamento del carcinoma mammario avanzato. Studio di fase II
3
87
Lorusso Vito
Studio di fase II di Capecitabina in combiazione con Vinorelbina orale nel
trattamento del cancro mammario avanzato
3
88
Lorusso Vito
Studio randomizzato di fase II di Gemcitabina + Vinorelbina versus Gemcitabina +
Mitoxantrone come chemioterapia di prima linea nel cancro avanzato della
mammella nella donna anziana
3
89
Lorusso Vito
Studio sull'utilizzo di ZD1839 (IRESSA) per uso compassionevole nel trattamento del
carcinoma del polmone metastatico e del carcinoma testa-collo
3
90
Latorre Agnese
Associazione di Cisplatino e Capecitabina in pazienti con carcinoma testa-collo.
Studio di fase II
3
91
Guida Michele
Studio di parametri bio-immunologici in pazienti affetti da carcinoma indifferenziato
del rinofaringe
3
92
Caporusso Luciana
Studio clinico prospettico randomizzato di fase III con Vinflunina versus Docetaxel nel
trattamento del carcinoma polmonare NSCLC localmente avanzato o metastatico
della
patologia
47
Ricerca
precedentemente trattato con platino
3
93
Latorre Agnese
Studio multicentrico randomizzato di fase II per valutare attività e tollerabilità di 3
diverse combinazioni di Docetaxel e Irinotecan come terapia di linea II nel
trattamento del carcinoma polmonare NSCLC ricorrente o metastatico
3
94
Lorusso Vito
Pemetrexed (ALIMTA) come seconda linea in pazienti affetti da carcinoma
polmonare non a piccole cellule in stadio localmente avanzato o metastatico
3
95
Lorusso Vito
Studio in aperto sulla sicurezza di Alimta (PREMETREXED) come farmaco singolo o in
combinazione con Cisplatino o Carbonplatino in pazienti con mesotelioma maligno.
H3E-MC-JMFL
3
96
Colucci Giuseppe
Trattamento combinato del mesotelioma pleurico in stadio T1-3 N0-2 con
chemioterapia pre-operatoria (cisplatino+pemetrexed) pleuropneumonectomia +/radioterapia
3
97
Colucci Giuseppe
Trattamento del carcinoma colorettale in fase avanzata con l'associazione
UFT+Irinotecan. Studio clinico di fase I-II
3
98
Galetta Domenico
Trattamento con UFT più calcio folinato nel carcinoma avanzato del colon-retto nei
pazienti anziani "frail". Studio clinico multicentrico di fase II.
3
99
Colucci Giuseppe
Xelox vs Folfox-4 nel trattamento del carcinoma colorettale avanzato non
pretrattato: studio di fase II randomizzato del Gruppo Oncologico dell'Italia
Meridionale (GOIM)
3
100
Colucci Giuseppe
Folfox4+Cetuximab in pazienti con carcinoma colorettale avanzato non pretrattati:
studio multicentrico di fase II del Gruppo Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
3
101
Colucci Giuseppe
Xeliri vs Folfiri nel trattamento del carcinoma colorettale avanzato non pretrattato:
studio di fase II randomizzato del Gruppo Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
3
102
Colucci Giuseppe
Gemcitabina vs Gemcitabina + Cisplatino nel trattamento del carcinoma
pancreatico localmente avanzato inoperabile e/o metastatico. Studio policentrico
di fase III.
3
103
Lorusso Vito
Trattamento del carcinoma della vescica in stadio avanzato o metastatico con una
schedula costituita da Epidoxorubicina e Gemcitabina derivata da esperienze su
linee cellulari in vitro
3
104
Lorusso Vito
Studio di Gemcitabina + Paclitaxel ogni 2 settimane in pazienti non pretrattati affetti
da carcinoma a cellule transizionali (TCC)
3
105
Lorusso Vito
Chemioterapia adiuvante dopo cistectomia radicale in pazienti con carcinoma
transizionale della vescica ad elevato rischio di recidiva. Studio nazionale
multicentrico di fase III randomizzato con due combinazioni selezionate in base alla
funzionalita renale: Gemcitabina/Cisplatino vs controllo e Gemcitabina/Taxolo vs
controllo
3
106
Guida Michele
Immunoterapia vs Immuno-chemioterapia in pazienti con carcinoma renale
metastatico. Studio multicentrico randomizzato di fase III
3
107
Guida Michele
Studio clinico multicentrico randomizzato di fase III con chemio-immunoterapia in
pazienti affetti da melanoma metastatico
3
108
Montemurro Severino
Tubo transanale nei pazienti affetti da ca del retto trattato con terapia
neoadiuvante
3
109
Fanizza Giuseppe
Chirurgia citoriduttiva secondaria seguita da perfusione ipertermica intraperitoneale
nel trattamento del cancro ovarico
3
110
Grammatica Luciano
Attuazione di un protocollo omogeneo di tecnica chirurgica nello svuotamento
linfonodale laterocervicale
3
111
Colucci Giuseppe
L'accoglienza globale al paziente in chemioterapia: supporto psicologico e
musicoterapia
3
112
Di Lauro Alessandra
Programmazione di un trattamento riabilitativo "sandwich" nelle neoformazioni
cordali
3
113
Tanzarella Marina
Utilizzazione di gel di silicone autoasciugante per la prevenzione delle cicatrici
ipertrofiche nelle pazienti mastectomizzate e quadrantectomizzate
3
114
Schittulli Francesco
Associazione di Ecografia ad alta risoluzione ed eco color doppler per la valutazione
ed il monitoraggio del linfedema nel corso dei trattamenti drenanti
3
115
Lorusso Vito
Studio randomizzato di Fase III, in aperto, per valutare l'efficacia del supporto
marziale endovenoso in pazienti effetti da tumore solido primitivo (mammella,
polmone, colon-retto e ginicologici) in trattamento con Darbepoetin-alfa per
anemia correlata alla neoplasia e/o alla chemioterapia
3
116
Colucci Giuseppe
Nutrizione artificiale nel paziente oncologico
3
117
Lorusso Vito
Pprevenzione del tromboembolismo venoso ed arterioso con l'Eparina a basso peso
molecolare (EBPM) "Nadroparina calcica" in pazienti in trattamento chemioterapico.
Studio randomizzato, placebo-controllato, in doppio-cieco, multicentrico di fase III
48
Ricerca
3
3
118
119
Savino Eufemia
Efficacia del trattamento di eparina a basso peso molecolare (nadroparina calcica)
verso la terapia anticoagulante orale nella prevenzione secondaria del
tromboembolismo venoso in pazienti con neoplasia
Lorusso Vito
Valutazione dell'efficacia e tollerabilità di L-Acetilcarnitina (LAC) nel prevenire o
ridurre la polineuropatia indotta da trattamento con Taxolo in monoterapia o in
associazione ad altri farmaci neurotossici e non. Studio multicentrico randomizzato in
doppio cieco e controllato verso placebo
3
120
Schittulli Francesco
Valutazione dell'efficacia della genesteina (isoflavone di soia-fitoestrogeno) in
donne in premenopausa trattate per ca mammario con chirurgia, radioterapia e
chemio-ormonoterapia, nelmigliorare i disturbi clinici-biochimici della menopausa e
nel ridurrel'incidenza delle recidive di malattia
4
121
Colucci Giuseppe
Indagine sulla fatigue in correlazione con i livelli di emoglobina e la presenza di ansia
e depressione nei pazienti oncologici
4
122
Mattioli Vittorio
Formazione Gruppi Balint per gli operatori dei reparti di degenza
4
123
Mattioli Vittorio
Progetto Gruppo di informazione Psico Sanitario (G.I.P.S.)
4
124
Mattioli Vittorio
Valutazione dei fattori psicosociali nel trattamento antalgico del paziente anziano
con dolore da cancro
4
125
Mattioli Vittorio
Tecnica supportiva-espressiva nella Terapia Antalgica del paziente neoplastico
4
126
Mattioli Vittorio
Valutazione della sindrome di burnout nel Quartiere Operatorio
4
127
Ursi Antonio
Sperimentazione di un intervento di prevenzione, diagnosi e cura della sindrome da
bur
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4
128
Montemurro Severino
Qualità della vita nei pazienti sottoposti ad intervento di proctectomia restaurativa
nella U.O. Chirurgia Apparato Digerente
4
129
Montemurro Severino
Uso dei sistemi impiantabili nel trattamento del diabete postoperatorio nei pazienti
pancreasectomizzati
4
130
Aloé Ferruccio
Efficacia e tollerabilità di buprenorfina transdermica (transtec) in pazienti con dolore
cronico da cancro
4
131
Loconte Biagio
La musicoterapia nella riabilitazione per le pazienti mastectomizzate
4
132
Di Lauro Alessandra
Paralisi laringee: studio strumentale pre e post-ciclo di riabilitazione logopedica
5
133
Milella Piero
Revisione critica della documentazione di cura finalizzata alla stesura di una
architettura informativa comune medico/infermieristica
5
134
Milella Piero
Analisi dei modelli organizzativi e gestionali del centro unificato di prenotazione
5
135
Milella Piero
Introduzione di un modello per la governance degli outcome di cura
5
136
Milella Piero
Correlazione fra spesa farmaceutica e tipologia di DRG nel biennio 2001-2003
5
137
Milella Piero
Sperimentazione ed applicazione di un modello organizzativo di integrazione
ospedale-territorio mediante sistemi informativi di gestione dell'accesso da siti remoti,
alle informazioni e ai servizi sanitari dell'Ospedale Oncologico di Bari
5
138
Milella Piero
DGR, indicatori di controllo delle metodologie di budget nella gestione ospedaliera
5
139
Nardulli Patrizia
Indicatori di valutazione dei flussi di file F
5
140
Mattioli Vittorio
Modello di valutazione dell'efficienza delle procedure di sala operatoria attraverso
un sistema informatizzato di raccolta dei dati di attivita operatoria
5
141
Grammatica Luciano
Definizione di un programma di controllo dell'attivita assistenziale ORL per il
miglioramento dei ricoveri e l'ottimizzazione delle risorse
5
142
Montemurro Severino
Raffronto fra costi e ricavi nella Unita Operativa di Chirurgia Apparato Digerente
5
143
Schittulli Francesco
Confronti nazionali/internazionali fra i sistemi sanitari
5
144
Rinaldi
Michele
Longo Marisa
5
145
Console Giangiuseppe
Valutazione farmaco economica degli effetti indesiderati correlati all'impianto di
cateteri venosi centrali in silicone e in poliuretano
5
146
Montemurro Severino
Utilizzo di amido idrossi etilico 130/04 vs albumina nei pazienti sottoposti a
gastrectomina totale con linfadenectomia estesa
5
147
Carioggia Enza
Valutazione dell'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza causati da
sorgenti, sia fisse che mobili, presenti in luoghi di vita e di lavoro
5
148
Montemurro Severino
Risparmio trasfusioni di sangue ed emoderivati
5
149
Armenise Francesco
Anestesia endovenosa (TIVA) in radiologia interventistica: associazione Propofol e
Remifentanil
5
150
Simone Gianni
Diagnosi istopatologica collegiale per via telematica
/
Standardizzazione interdipartimentale informatica delle diagnosi infermieristiche
49
Ricerca
5
151
Console Giangiuseppe
Valutazione degli effetti indesiderati correlati all'impianto di dispositivi medici a breve
e a lungo termine
6
152
Lerario Mario Antonio
Impianto traslazionale per la ricerca: fund raising, scouting e consulenza per lo
sviluppo di progetti di ricerca finalizzata al trasferimento tecnologico
6
153
Quaranta Michele
Determinanti socio-economici della disuguaglianza in oncologia: Valutazione e
contenimento del ritardo diagnostico-terapeutico per il cancro della mammella nel
sud Italia.
6
154
Colucci Giuseppe
6
155
De
Cillis
Patrizia
Montanaro Rosanna
6
156
De Lena Mario
Library consulting: realizzazione della biblioteca cartacea e on line per il
miglioramento continuo nell'erogazione del servizio all'utenza
6
157
De Lena Mario / Salomone
Giancarlo
Rielaborazione della pagina web della bibliot
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sala consultazione multimediale
6
158
Paradiso
Angelo
Bruno Michele
Valutazione delle dinamiche attitudinali e psicologiche dei soggetti sottoposti a
consulenza oncogenetica e studio del fenotipo dei casi familiari ed ereditari di
carcinoma mammario
6
159
Tanzarella Marina
Valutazione delle caratteristiche oncologiche nelle ricostruzioni mammarie effettuate
negli anni 2001-2002 e 2003 nel nostro istituto mediante revisione clinica ed
ecografica.
6
160
Tanzarella Marina
Valutazione clinico-strumentale delle caratteristiche morfologiche ed estetiche della
mammella ricostruita con protesi
6
161
Paradiso Angelo
INQAT (Italian Network Quality Assessment Tumor Biomarkers): coordinamento e
sviluppo delle attivita
6
162
Simone Gianni
Controllo di qualità per via telematica in istocitopatologia cervicovaginale
6
163
Paradiso Angelo
Banca virtuale di tessuti tumorali: allestimento e creazione di un network
6
164
Fanizza Giuseppe
Elaborazione delle Linee Guida in Ginecologia Oncologica
6
165
Paradiso Angelo
Messa a punto di un protocollo per la certificazione e/o l'accreditamento di strutture
laboratoristiche sperimentali
6
166
Quaranta Michele
Implementazione della qualita dell'assistenza nei laboratori di analisi degli Istituti
Oncologici
6
167
Volpe Stefania
Il controllo di gestione applicato all'area della ricerca scientifica: messa a punto di
una procedura operativa sperimentale ed applicazione di principi di contabilità
economica
6
168
Giuliani Daniela
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punti critici e messa a punto di interventi migliorativi
6
169
De Lena Mario
Certificazione dei programmi di ricerca e del sistema di gestione nella Direzione
Scientifica secondo standard internazionalmente riconosciuti
6
170
Lerario Mario Antonio
Architettura informativa: flussi informativi, banche dati e linkage per il supporto delle
attività di ricerca
ABC del percorso di cura in oncologia. Formazione per pazienti e familiari
/
/
Programma di informazione per pazienti oncologici
50
LINEA 1
LINEA 1 - Cancerogenesi e caratterizzazione biologica
DIRETTORE: Angelo Paradiso
Resoconto attività 2004
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studi sulla caratterizzazione bio-molecolare di forme
neoplastiche familiari, di lesioni precancerose e anche
sulle modificazioni che caratterizzano la progressione
della malattia e la sua invasione locale ed a distanza.
Per la maggior parte di queste informazioni biomolecolari, sono stati previsti anche ulteriori studi di
verifica del loro significato clinico nella fase di diagnosi,
terapia e di follow-up. Infine, nella predetta linea di
ricerca risultavano compresi anche problematiche di
tipo più prettamente tecnico-metodologico con progetti
che hanno verificato con approcci polimetodologici le
performance di differenti tecniche laboratoristiche.
Una linea di ricerca, quindi, di attività traslazionali che in
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validare clinicamente nuove informazioni bio-molecolari
provenienti dai laboratori sperimentali. Questo processo
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anche dalla formalizzazione delle attività di un Gruppo di
attività Interdipartimentale sui tumori Familiari Femminili,
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InterDipartimentale e dallo sviluppo di una serie di
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Novato-California, con il NCI di Bejing in Cina, con il
Receptor Biomarker Group del EORTC. Nel corso del
2004, ci sono stati di conseguenza anche intensi scambi
di personale con detti Istituti che hanno portato presso i
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Immunogenetics dell NIH di Bethesda-Maryland (1 mese)
ed il Buck Institute-California (oltre 12 mesi).
I Programmi in cui la Linea è articolata sono come di
seguito rappresentati:
Cancerogenesi e progressione della malattia (progetti 125)
Validazione diagnostica-prognostico-predittiva (progetti
26-37)
Messa a punto e validazioni tecniche di laboratorio
(progetti 38-41)
Area Cancerogenesi e progressione della malattia
(progetti 1-25)
La principale patologia interessata alle attività di questa
area di ricerca è stata la neoplasia della mammella con
lo studio di alterazioni epigenetiche, di geni di
suscettibilità, di fattori di invasione.
Gli studi di epigenetica hanno avuto un grande sviluppo
con analisi di casistiche significative dal punto di vista
quali-quantitativo.
In particolare lo studio del gene HER2 ha portato ad
importanti risultati.In primo luogo è stata verificata la
presenza dei polimorfismi di ErbB2 in una serie di linee
cellulari di carcinoma mammario e di colon in relazione
alle caratteristiche molecolari e funzionali del recettore
tirosino-chinasico. I risultati di questo studio sono stati
oggetto di pubblicazione (Tommasi S et al. Cancer Lett,
2004).I risultati ottenuti sono stati quindi verificati su
casistiche di pazienti. Sono entrati a far parte dello studio
620 pazienti e 169 controlli raccolti nei centri di Bari, Forlì
e del Buck Institute di Novato (CA, USA). Sono stati
investigati i polimorfismi in posizione 1170 (Ala1170Pro) e
655 (Ile655Val). Lo studio delle frequenze dei vari genotipi
ha dimostrato una non differente distribuzione tra le
frequenze dei genotipi e degli alleli tra i pazienti e i
controlli per entrambi i polimorfismi. Lo studio di relazione
tra i 2 polimorfismi e le caratteristiche clinico-patologiche
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valina in posizione 655 risulta essere significativamente
associata ad una più giovane età dei pazienti e a
istologia invasiva, mentre il polimorfismo in posizione 1170
non mostrava alcuna associazione. La relazione tra
presenza di 655Val sembra maggiormente associata alla
giovane età in pazienti con familiarità per carcinoma
mammario/ovarico. I risultati preliminari sono stati
presentati in abstracts a congressi internazionali ed è
stata inviata la pubblicazione per esteso a rivista di alto
ranking internazionale
(Tommasi et al.Congresso Nazionale SIC, 2004; Paradiso
et al. Breast Cancer Res Treat, 2004; Tommasi et al. Int J
Biol Markers, 2004).
Gli studi sui geni di suscettibilità al cancro mammario
hanno comportato lo svolgimento di una grossa mole di
lavoro sia di tipo prettamente laboratoristico che di tipo
applicativo clinico. Dal punto di vista laboratoristico sono
continuati tutti i lavori sui geni BRCA; sono entrati a far
parte di questo studio 100 pazienti facenti parte di una
casistica consecutiva di 511 pazienti con prima diagnosi
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bilateralità, ecc) e per ciascuno di essi è stata calcolata
la percentuale di rischio di essere portatore di una
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ha evidenziato la presenza di mutazioni patologiche
(5382insC e 4566delA) nel 7% dei pazienti e la presenza di
polimorfismi nel 61% pazienti. La mutazione più
frequentemente riscontrata in questa casistica pugliese è
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Tra gli otto polimorfismi più di frequente individuati, i
polimorfismi S1613G e K1183R, sono risultati essere
significativamente correlati, rispettivamente, ad un
maggiore e ad un minor rischio di essere portatore di
alterazione. Tale significativa associazione, suggerisce
che
tali
alterazioni
potrebbero
rappresentare,
rispettivamente, un fattore predisponente e protettivo
per lo sviluppo di una neoplasia. I risultati preliminari di
questo studio sono riportati nella pubblicazione di
Cipollini et al. (Cipollini et al, Ann Oncol, 2004) .Per
studiare la funzionalità del gene BRCA1 e di altri geni
importanti
nella
carcinogenesi
della
neoplasia
mammaria, è stato condotto, in collaborazione con il
laboratorio di Terapia Genica della Casa Sollievo della
Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Prof. Fazio), uno
studio sulla metilazione dei promotori di BRCA1, p16,
51
LINEA 1
ESR1, GSTP1, TRb1, RARb2, HIC1, APC, CCND2, CDH1.
Sono stati arruolati 54 pazienti affette da carcinoma
mammario sporadico e 10 soggetti con lesioni benigne. I
geni che sono risultati più frequentemente metilati sono
ESR1, HIC1, BRCA1 e p16. Inoltre, è emersa una
correlazione inversa tra lo stato di metilazione del
promotore di BRCA1 e quello di RARb2, recettore
nucleare capace di legare fattori di trascrizione. In
conclusione, è emerso che il pathway di metilazione nei
tumori sembra peculiare quando confrontato con quello
delle lesioni benigne di controllo. I risultati di questo studio
sono stati pubblicati nel corso del 2004 (Parrella et al. Clin
Cancer Res, 2004;Parrella AACR 95th ,2004; Parrella et
al.,Congresso Nazionale SIC, 2004; Parrella et al.
Congresso Nazionale SIC, 2004; Crrapolicchio et al,
Congresso Nazionale SIC, 2004).
La parte clinica di detto progetto ha proseguito I suoi
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programmi di screening molecolare.Un questionario di
venti domande è stato sottoposto a un campione di
donne con recente diagnosi di carcinoma mammario,
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sottoporsi allo studio molecolare per la ricerca di
mutazioni genetiche predisponenti al tumore della
mammella. Infine sono state chieste le motivazioni di
questa ipotetica scelta.
I risultati hanno evidenziato un livello di conoscenza
limitato su ques
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questo orientamento maggioritario sono risultate il
desiderio di aiutare la ricerca nel campo della genetica
e la volontà di conoscere il rischio dei propri figli.
Tra i fattori che sembrano influenzare la scelta di fare il
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maggiore percentuale di donne più anziane farebbero il
test) e il grado di istruzione (le donne più colte sono più
favorevoli), mentre una storia familiare di tumore della
mammella non appare determinante nella scelta.
Questi risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti
nella precedente indagine conoscitiva, rivolta a donne
non affette a neoplasia, che attendevano negli
ambulatori della Lega Tumori, già pubblicati nel
Supplemento 1 del 2004 della rivista scientifica Annals of
Oncology.
Anche se i due campioni di donne presentavano
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lo stato civile, ecc., è emersa una sostanziale uniformità
del livello di conoscenza sui test genetici e della
percentuale di donne che propenderebbero per una
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rilevare tuttavia una maggiore percentuale di donne
affette dalla neoplasia che hanno espresso una forte
indecisione e che probabilmente avrebbero la necessità
di ottenere maggiori informazioni e di prendere tempo
per decidere in maniera definitiva.
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selezionate per elevata probabilità di essere portatrici di
mutazione genetica. In questo nuovo questionario verrà
indagata la loro volontà di fare il test genetico e
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preventive considerabili nel caso di test che accerti una
mutazione genetica.
Inoltre da un punto di vista clinico, è stato costituito un
Gruppo Interdipartimentale (Centro per lo Studio dei
Tumori Ereditari), formato da specialisti in varie discipline,
che ha elaborato un modello organizzativo per la
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percorso di consulenza oncogenetica a più tappe. Alla
fine di questo percorso i soggetti visitati possono essere
inquadrati in tre gruppi. Il primo gruppo è costituito da
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eleggibili al test genetico ma considerati ugualmente ad
aumentato rischio di tumore mammario per familiarità; il
secondo gruppo è costituito a soggetti che hanno fatto il
test genetico, risultato negativo ed il terzo gruppo da
soggetti a cui è stata identificata una mutazione
genetica e quindi con un rischio molto alto di insorgenza
di carcinoma mammario.
Per ciascuno di questi gruppi sono stati discussi ed
approvati specifici protocolli di prevenzione con controlli
clinici e strumentali.
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supplemento degli Annali of Oncology sugli aspetti etici
e sociali dei programmi di screening molecolari che, con
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internazionale.
Sulla patologia mammaria, importanti risultati sono stati
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caratteristiche di invasività delle cellule tumorali. Nello
studio n. 3 sul ruolo della Laminina-5 nel processo di
invasione metastatica sono state arruolate 20 pazienti
con ca mammario non metastatizzato e 20 pazienti con
ca mammario metastatico sottoposte ad intervento di
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risultati raggiunti su un altro pathway metabolico
importante per la cellula neoplastica: il controllo e
regolazione del pH.In un lavoro originale pubblicato su
Breast Cancer Research (Paradiso et al BCR, 2004)
abbiamo dimostrato che la proteina NHE1 induce
variazioni
conformazionali nel
citoscheletro che
avvengono tramite coinvolgimento di RhoA e Rac1. Lo
studio continua con studi con FRET e Microscopia
Confocale che hanno portato alla sottoposizione di un
manoscritto a Molecular Biology of the Cell (Cardone et
al, submitted).
In un altro progetto afferente alla stessa area di attività
era previsto di verificare il significato clinico-biologico
dei livelli sierici di MUC3 ed MCA in una serie di pazienti
con ca. mammario operabile. In detto progetto è stato
arruolato un numero significativo di pazienti (oltre 100) sui
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pubblicato
su
rivista
internazionale
(Quaranta IJBM, 2004). I dati ottenuti dimostrano una
chiara relazione diretta tra espressione di Muc-3 e livelli di
espressione di PgR ed una relazione inversa con i livelli
sierici di MCA. Sono in corso ulteriori studi invitro per
interpretare il significato di dette relazioni e la verifica
clinica del ruolo che detti marcatori possono avere nella
pianificazione terapeutica e monitoraggio clinico dei
pazienti.
Il progetto n. 8 di detta linea di ricerca ha valutato le
relazioni tra patologia diabetica e neoplastica della
mammella in circa 2000 donne pugliesi con ca.
mammario e oltre 4000 soggetti sani. I dati oggetto di
52
LINEA 1
una pubblicazione su rivista internazionale dimostrano
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Body Mass Index e che, ancora più importante, diabete
di tipo 2 ed elevato BMI espongono ad un più elevato
rischio di carcinoma mammario ( Resta et al, CDTIEMD,
2004).
Relato a detto studio, risulta il progetto n. 21 che
intendeva verificare le relazioni tra livelli sierici di TGF e
proteine IGF relate. Oltre 100 pazienti sono entrate in
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significativa associazione con la presenza di neoplasia.
Infine su una casistica relata sono state anche studiate le
abitudini di vita delle pazienti che hanno portato
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sottoposti a 150 soggetti. Sono stati testati i rispettivi valori
di IGF-I e II e IGFBP/3, di colesterolo, trigliceridi ed
emoglobina glicata.
Passando a studi di carattere morfo-biologici,
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nel carcinoma in situ della mammella (Progetto 5) ha
portato alla individuazione di una casistica di oltre 50 casi
caratterizzati da diverso grado di differenziazione
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progetto (Progetto 6) che si interessava di espressione
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fibronectina per una migliore identificazione della
component
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elaborazione dei dati.
Lo studio su sottopopolazioni linfocitarie nel linfonodo
sentinella di pazienti con ca. mammario non ha avuto
ulteriori sviluppi rispetto a quanto documentato lo scorso
anno per difficoltà tecniche che sono emerse dalla
analisi dei preparati istologici ad alcuni mesi di distanza
dal loro allestimento. Dopo la valutazione dei fattori alla
base di detta inadeguatezza, lo studio verrà
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finale.
Per la immunofenotipizzazione di lesioni primitive
metastatiche epatiche e polmonari sono entrati in studio
32 campioni di FNA (26 epatici e 6 polmonari sui quali è
stata determinata con metodica ICA la presenza di CK 7
e 20). Alcuni anticorpi (Ber-4 e CEA poli) non sono tuttora
disponibili ed altri sono stai acquistati solo di recente. La
CK7 è risultata positiva in 17/26 lesioni epatiche ed in 5/6
lesioni polmonari, dimostrando particolare sensibilità nelle
metastasi epatiche positive ed il 1/6 lesioni polmonari.
Diversi casi morfologicamente accertati di metastasi da
adenocarcinoma intestinale sono risultati negativi tanto
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Due studi (n. 12 e 13), infine, riprendevano in questa
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neuroendocrina, risultano attualmente dosati i campioni
sierici di 47 pazienti (24 SCLC, 10 ca mammario, 2 ca
prostata, 6 ca colon retto e 5 tumori neuroendocrini) e 12
soggetti sani (persone di laboratorio o volontari). Finora
sono tornati alla nostra osservazione 5 pazienti (3 SCLC, 1
carcinoide e 1 ca colon) in trattamento con ocreotide,
dei quali è stato possibile seguire la risposta alla terapia. È
ancora in corso la correlazione dei livelli sierici di
Cromogranina
A
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dati
della
tecnica
immunoistochimica per pazienti di cui si dispone anche
del campione tissutale. Nello studio sulla patologia
endometriale sono entrate 40 pazienti di cui 20 con
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immunoistochimica della cromogranina A ha fatto
seguito una valutazione statistica delle differenze esistenti
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preneoplastico e neoplastico.
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fisiopatologico della infezione da HP in lesioni precancerose e cancerose dello stomaco. Con tecniche
morfologiche e molecolari abbiamo verificato in una
casistica di circa 60 pazienti che la presenza di alti livelli
di IGg per HP predice la presenza di alti livelli sierici di
VEGF mentre la presenza delle varie strains del virus non si
correla con alcuna caratteristica patologica ed in
particolare di neoangiogenesi della neoplasia. Il lavoro in
pubblicazione su rivista internazionale (Mangia et al. W J
Gastroenterology, 2005) suggerisce che solamente una
infezione long lasting può indurre effetti di tipo
neoangionetico nel tessuto gastrico.
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oltre 20 soggetti che divisi per presenza o meno di HBV
e/o HCV sono stati analizzati per quanto riguarda i
principali
ormoni
sessuali.
Lo
studio
prevede
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ulteriore e definitiva analisi.
Nella patologia neoplastica epatica è stata analizzata
anche la espressione sierica della proteina 90K, PIVKA-II,
coinvolta principalmente nei processi di difesa
immunitaria in corso di infezioni virali. Ai 70 pazienti
attualmente arruolati, nel corso del 2005 verranno
aggiunti ulteriori 30 casi necessari per ottenere una analisi
affidabile dei dati.
Nella patologia gastro-enterica, notevoli sono stati gli
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mettere a punto la tecnica analitica più opportuna per
la determinazione dei livelli di VEGF nelle differenti frazioni
di campioni di sangue (Ranieri et al, Oncol Rep, 2004) e
per la verifica del significato clinico di detta
determinazione in una casistica di oltre 60 carcinomi del
colon. Il lavoro prodotto (Ranieri et al, Oncol Rep, 2004)
suggerisce che la determinazione di VEGF nella frazione
di sangue contenente piastrine attivate con CTAD sia la
più idonea per una successiva utilizzazione di tipo clinico.
Due ulteriori interessanti progetti focalizzavano il loro
interesse sui fattori biologici in grado di modulare
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con Radiofrequenza ed Ipertermia nei pazienti con
neoplasie
epatiche
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polmonari.
Detti
studi
assolutamente originali nel proprio settore hanno preso in
considerazione sia biomarcatori circolanti che tissutali. Lo
studio che ha considerato il ruolo predittivo del VEGF
sierico è stato portato avanti arruolando 40 pazienti dei
quali 30 con carcinoma epatocellulare e 10 con
neoplasia polmonare primitiva o secondaria. Su tali
pazienti sono stati eseguiti tutti i dosaggi di VEGF
mediante tecnica ELISA previsti dal progetto di ricerca in
oggetto. I dati già elaborati riguardano la casistica di
neoplasie epatiche nella quale abbiamo dimostrato che
non ci sono significative differenze tra i livelli di VEGF pre
e post trattamento locale ( Gadaleta et al, J Chemoth,
2004; Gadaleta et al Annals of Oncol, 2004; Gadaleta et
al, Parigi February, 2004). Il progetto di ricerca si propone
di ampliare la casistica attuale sui pazienti con
epatocarcinoma e con neoplasia polmonare e pertanto
di indagare ulteriormente il ruolo dei peptici
angiogenetici nei pazienti neoplastici sottoposti a
53
LINEA 1
termoablazione mediante radiofrequenza. Si ritiene di
poter concludere il presente progetto a fine 2006.
Lo studio sul valore predittivo della Topoesomerasi II è
stato portato avanti selezionando in modo retrospettivo
una casistica di 22 pazienti affetti da carcinoma
epatocellulare, già in passato sottoposti a prelievo
bioptico di microfrustolo epatico ed in seguito trattati
mediante chemioembolizzazione epatica presso l’
U.
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Radiologia Interventistica. I 22 campioni cito-istologici
sono
stati
immunocolorati
con
tecnica
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mmagine. I dati
preliminari ottenuti saranno esposti al prossimo congresso
nazionale AIOM. Il progetto di ricerca si ritiene in corso di
completamento e potrà essere concluso nel corso del
presente anno 2005.
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elaborazione, dopo lo studio di HPV con tecniche PCR.
Inoltre si è portato avanti anche lo studio della p16 con
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combinata di HPV e di P16 ha portato a verificare la
compresenza di queste due caratteristiche in 15 casi con
displasia, dimostrando che quanto riferito in letteratura
si
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approfondimento.
Una ulteriore importante area di attività di detta linea di
ricerca riguardava studi in vitro di nuovi farmaci nelle
neoplasie gastroenteriche. Articolato in diverse sottoaree
di attività, il progetto ha raggiunto importanti risultati
riferiti in un editoriale su rivista internazionale (Xu et al,
EJC, 2004).
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somministrazione combinata di farmaci tradizionali e
biologici, abbiamo approfondito lo studio della
combinazione di due farmaci biologici, il gefitinib e la
rapamicina, inibitore di mTor, in un modello costituito da
4 linee cellulari tumorali di pancreas. Gli studi di
combinazione, hanno mostrato che la schedula
sinergica era quella nella quale il gefitinib era
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alcuni step intermedi del pathway di trasduzione del
segnale mostrano che il sinergismo riscontrato, potrebbe
essere determinato da una simultanea azione dei due
farmaci sul pathway di Akt. La verifica dei livelli di
attivazione di ulteriori marcatori nel pathway di segnale
EGFR dipendente è attualmente in corso di valutazione.
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la combinazione
di ZD6474 un inibitore specifico di VEGFR-2 con Sn-38 ed
oxaliplatino. La combinazione di ZD6474 ed SN-38
sinergica è quando il farmaco citotossico è somministrato
prima o contemporaneamente a quello biologico. Le
combinazini di ZD6474 e oxaliplatino risultano essere
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modulazione dei target specifici e di alcuni steps
intermedi del pathway di trasduzione del segnale,
spiegano il sinergismo riscontrato;
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biologica di farmaci target-oriented dopo lunghe
esposizioni, abbiamo analizzato gli effetti biologici della
esposizione prolungata di due composti gefitinib e
ZD6474 in due linee cellulari di colon. La stabilità chimica
dei due farmaci, è stata determinata mediante analisi di
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crescita cellulare in misura superiore al 70%, inibendo
efficacemente i loro target specifici e gli step cruciali
della traduzione del segnale. Di particolare interesse, è la
over espressione farmaco indotta di ABCG2, che
potrebbe costituire un utile elemento da considerare
nella pianificazione della migliore schedula di
somministrazione combinata con le camptotecine. Sono
in corso studi per approfondire ulteriormente la tematica.
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antiangiogenetica di farmaci anti-VEGFR-2, abbiamo
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à antiangiogenetica dello ZD6474 in
combinazione con SN-38 e oxaliplatino, mediante
valutazione dei livelli di rilascio del VEGF, i risultati hanno
mostrato che la combinazione dei due farmaci riduce il
rilascio epiteliale del fattore angiogenetico, risultando
quindi utile ad inibire il cross-talking paracrino tra tessuto
tumorale epiteliale ed endoteliale.
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antitumorale dei farmaci nel modello epatico in
presenza di matrici extracellulari, i risultati hanno
dimostrato che gefitinib, inibisce la crescita tumorale di
un
modello in vitro di epatocarcinoma. Inoltre gli
esperimenti di farmacosensibilità condotti in presenza di
alcune componenti della matrice extracellulare
esogene, (ln-5, fibronectina, collagene IV, fibrinogeno,
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riduce la mortalità delle cellule trattate con gefitinib del
70%, e tale effetto è dipendente dalla concentrazione
della laminina stes
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pathway della sopravvivenza cellulare Akt dipendente.
Questo risultato è confermato dai dati relativi
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I sopracitati risultati hanno permesso la stesura di alcuni
manoscritti sottoposti o pubblicati su riviste internazionali
(Giannelli et al Laminin-5 offsets the efficacy of gefitinib
('Iressa') in hepatocellular carcinoma cells. Br J Cancer.
2004 Nov 29; 91 (11): 1964-9; Azzariti et al: The scheduledependent enhanced cytotoxic activity of 7-ethyl-10hydroxy-camptothecin (SN-38) in combination with
Gefitinib (Iressa, ZD1839). Biochem Pharmacol. 2004 Jul 1;
68 (1): 135-44; Azzariti et al Effect of prolonged exposure
of HT-29 and LoVo cells to the EGFR tyrosine kinase
inhibitor gefitinib (Iressa) and the antiangiogenic agent
ZD6474 on their specific targets and their signal
transduction pathways. (Sottoposto per pubblicazione)
Nel carcinoma dello stomaco, lo studio multicentrico per
la caratterizzazione della DNA ploidia. Il nostro centro ha
contribuito con 20 casi al centro nazionale e sta
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Una serie di ulteriori progetti verifica il valore prognostico
predittivo di una serie di marcatori nella patologia
gastroenterica e mammaria. La rilevanza prognostico
predittiva dei due enzimi target Topo-I e TS è stata
valutata su una casistica consecutiva di 62 pazienti con
carcinoma del colon retto avanzato, tratati con
%FU/CPT-11 presso il nostro Istituto. Dopo aver dimostrato
che la risposta clinica e la prognosi di questi pazienti non
differiscono nei tumori con diversa espressione
immunoistochimica di TS e Topo-I (Paradiso et al,
International Journal of Cancer, 2004) abbiamo
successivamente valutato su 62 campioni tumorali,
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tecnica TUNEL. Nessuno di questi biomarcatori è capace
di predire la risposta clinica. Solo TS predice un più corto
54
LINEA 1
Tempo di Progressione (TTP) ed una più corta
sopravvivenza globale. Sugli stessi pazienti, distinti in due
sottogruppi sulla base dei pattern di espressione dei
Topo-I, TS, CES2, ABCG2, MIB1, è stata effettuata anche
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metastasi, abbiamo valutato la loro espressione nel
tumore primitivo, nel linfonodo e nella metastasi epatica
di 19 pazienti trattati con CPT11. Solo le caratteristiche di
Topo-I sono significativamente diverse nella metastasi
epatica rispetto al tumore primitivo (p=0.000; T test).
Inoltre,
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di CES2 (p=0.000 vs p=0.050).
Nella patologia della mammella, dopo aver contribuito
ad una revisione preliminare della letteratura (Daidone
et al, 2004), dopo aver proceduto su una casistica di 529
pazienti con tumori altamente proliferanti di carcinoma
operabile nodo negativi, si è proceduto a valutare
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solo con terapia locoregionale (Mod. Pathol 16 (11),
2003) abbiamo studiato su 372 pazienti nodo negativi
trattati solo con terapia locoregionale, la rilevanza
prognostica del grado istologico e dei suoi componenti:
la formazione tubulare e il polimorfismo nucleare non
sembrano
essere
associati
con
la
prognosi
(sopravvivenza
libera
da
metastasi
(DMFS)
e
sopravvivenza globale (OS), (Mod. Pathol 17, 2004). Per
quanto riguarda la malattia in fase avanzata abbiamo
investigato la possibilità di disporre di biomarcatori
predittivi di risposta ai taxani. In una serie di 72 pazienti
con carcinoma mammario avanzato, trattati con una
terapia
combinata,
paclitaxel
ed
epirubicina,
precedentemente è stato verificato il potenziale valore
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dopo il trattamento chemioterapico con paclitaxel (Abs
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Tubulina III e IV, è stata determinata anche in 63
campioni paraffinati di carcinomi mammari avanzati,
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(Germania), studio condotto in collaborazione con il Dr.
Thomsenn. Sono stati allestiti esperimenti per la messa a
punto della tecnica di ibridazione gnomica comparata
(CGH), al fine di caratterizzare dal punto di vista
citogenetico i tumori mammari. Sono stati presi in
considerazione 9 casi di carcinoma mammario operabile
dei quali sono stati analizzati sia i campioni congelati, sia i
campioni paraffinati. Il DNA di ciascun campione è stato
estratto, marcato in fluorescenza e coibridato con DNA
di un donatore normale su metafasi normale. Le
immagini, acquisite tramite un microscopio a
fluorescenza e un sistema CCD camera, sono state
elaborate con un software dedicato ed è stata valutata
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Inoltre, il ruolo clinico di alcune metalloproteasi nel
follow-up di pazienti operate per carcinoma mammario
ha portato alla selezioni di 90 pazienti. Ad ognuna di loro
è stato effettuato un prelievo sierico pre-operatorio e un
successivo prelievo dopo 6 mesi. Su tutti i campioni è
stata testata, mediante zimogr
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MMP-2 MMP-9 e del TIMP-2 al fine di valutare
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(TIMP-2), vari in maniera considerevole nei peridoi di pre
e post intervento. Il nostro studio è stato oggetto di una
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casistica di pazienti operati. Si è compilato un data-base
di tutte le pazienti arruolate per un totale di 842 casi di
ca mammario. U-PA 440pz; t-PA 441pz; PAI 1 300pz; uPA/PAI 1/ t-PA 197 pazienti. È in corso la correlazione con
i parametri citoistopatologici, grado nucleare e positività
ai recettori per Estrogeno (ES) e Progesterone (PgR).
Infine, un ultimo gruppo di lavori ha preso in
considerazione informazioni biomolecolari legate con gli
effetti collaterali dovuti a trattamenti di interesse
oncologico. Importante lo studio del recettore solubile
della transferrina in pazienti con anemia. Sino ad oggi
sono stati arruolati nello studio trentuno pazienti anemici
con neoplasia, sottoposti a trattamento chemioterapico.
Sono stati eseguiti prelievi per il dosaggio preliminare del
recettore solubile della transferrina, del ferro sierico, della
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la conta dei reticolociti. Otto di questi pazienti anemici
(con HB<11g/dl), ricoverati presso i reparti di oncologia,
sono stati sottoposti a un prelievo sierico basale per il
dosaggio degli esami sopraindicati ed hanno eseguito
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(rhuEpo) ad alte dosi. A distanza di due settimane dal
trattamento sono stati effettuati prelievi per il dosaggio
sierico del recettore solubile della transferrina e degli altri
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sono stati sottoposti dopo altre due settimane ad un
secondo prelievo. Sono stati esclusi dallo studio i soggetti
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soggetti talassemici.
Indicatori biochimici sono stati anche presi in
considerazione come marker predittivi di trombosi per
pazienti sottoposti a chirurgia, producendo una database che include al momento 60 pazienti analizzati per
livelli sierici di vari fattori di coagulazione, proteasi ecc.
In questa linea si inserisce anche il dosaggio della
troponina in pazienti sottoposti a chemioterapia con
antracicline, includendo 22 pazienti. I dati da noi ottenuti
dimostrano che la troponina non può essere considerata
altrettanto
specifica
e
sensibile
quanto
la
ecocardiografia bidimensionale. È in corso la stesura
del
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sotto forma di abstract (Calabrese et al Riunione
Nazionale GOIM, Roma Giugno 2005)
Fattori pro e angiogenetici sono stati analizzati anche in
sogetti con cancro della prostata, portando inanziatutto
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Infine un gruppo di progetti che si interessava di
effettuare
confronti
polimetodologici
per
la
determinazione laboratoristica di biomarcatori di utilizzo
clinico; lo studio di confronto tra metodo PCR ed Hybrid
Capture
per la determinazione di HPV con
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completata nel corso del 2005 (Caponio et al, SIC, 2004)
. Sono in corso di definitiva valutazione i risultati di CQ
sulla determinazione del grade cito-istologico i cui risultati
sono stati presentati al congresso Europeo di Citologia di
Atene (Simone et al, Cytopathology, 2004).
Gli ultimi progetti della linea intendono verificare la
possibilità di utilizzare tecniche di realtà virtuale per
migliorare la concordanza diagnostica tra patologi nella
valutazione di tessuti con tecniche mammotome. La
55
LINEA 1
tecnica prevede la digitalizzazione del vetrino colorato
con ematossilina-eosina attraverso la fusione di più
microfotografie consecutive. Tale scansione del
preparato viene poi processato da un software di realtà
virtuale che produce un file in formato Quick Time VR,
compatibile con sistemi MAC OS e Windows, nonché con
i principali browser per internet. Con tale procedura sono
stati già acquisiti 10 casi. Inoltre, si è proceduto alla
impostazione di un sito web dedicato ad accogliere i
vari vetrini virtuali. Il sito, ancora in fase di allestimento,
presenta alcuni esempi di vetrino virtuale ed è fruibile al
seguenti eindirizzo: www.webalice/fazito
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Gadaleta C, Coviello M, Catino A, Venneri MT, Stea B,
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Serum vascular endothelial growth factor concentrations
in
hepatocellular
cancer
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percutaneously radiofrequency therma ablation.
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vascular endothelial assessment in hepatocellular cancer
patients underwent to locally interventional radiology
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February 2004 p. 270
56
LINEA 1
Gadaleta G, Coviello M, Catino A, Gugliotta D, Venneri
MT, Cilifrese V, Laricchia G, Quaranta M, Mattioli V,
Ranieri G: Serum VEGFconcentrations in hepatocellular
cancer
patients
treated
with
parcutaneos
radiofrequency thermal ablation.
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Italain Cancer Society –Pisa, October 24-27, 2004 Vol. 4,
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Wiesel S, Paradiso A: Features of cytological grade and
prognosis in breast cancer. Cytopatology 2004 Vol. 15,
Supplement 2–35 pp. 11-12 (abs 35)
Programma 2005
L
a Linea 1 va sempre più caratterizzandosi per
dinamicità
progettuale
ed
approfondimento
scientifico/tecnologico delle tematiche in essa
incluse.
In questa Linea trovano ormai applicazione le più
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sia nello studio del processo di cancerogenesi che del
processo di invasione e metastatizzazione di varie
neoplasie.
Fra i progetti afferenti a questa Linea, ruolo
assolutamente rilevante viene svolgendo un gruppo di
studi che, prendendo spunto dalla disponibili
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con carcinoma mammario, intende approfondire
soprattutto aspetti di cancerogenesi legata a geni di
suscettibilità e al ruolo di fattori epigenetici. Ormai a
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decina di progetti sia di tipo più specificamente
biologico che di tipo applicativo comprendendo anche
innovativi protocolli terapeutici ed indagini di impatto
psico-socio-culturale. Questi ultimi progetti sono inclusi
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metilazione, studi dei polimorfismi relativi a vari oncogeni
e oncosoppressori, informazioni circa grosse alterazioni di
DNA analizzate con tecniche CGH ed in situ risultano
tutte incluse in studi che per la prima volta
comprenderanno anche analisi di linkage ed
identificazione di nuovi geni di suscettibilità per detta
patologia. Di particolare rilievo, da questo punto di vista,
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numerose istituzioni internazionali come il Buck Institute for
Ageing,
Novato
California.
La
qualità
della
programmazione scientifica in detta area di attività è
testimoniata anche dalla presenza di un progetto,
finanziato
da
soggetti
esterni,
che
prevede
specificamente la progettazione di nuovi microchips da
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principali geni di suscettibilità al carcinoma mammario
(progetto in collaborazione con il Laboratorio di
Immunogenetica (prof. F. Marincola, NIH Bethesda).
Sulla patologia mammaria, inoltre, vertono una serie di
progetti che intendono studiare i processi di invasione e
metastatizzazione in modelli sia in vitro che in vivo.
Molecole di adesione (Laminine), Proteasi (MMP) ed,
infine, i meccanismi di regolazione della omeostasi
cellulare (NHE1/NERF) saranno al centro di studi che
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più innovative quali FRET, Microscopia confocale etc.
Completano gli studi sulla patologia mammaria una serie
di studi che intendono valutare retrospettivamente ed
applicare prospetticamente il valore prognostico di
alcuni importanti biomarcatori quali le serinoproteasi;
infine, gli studi sulla patologia mammaria riguarderanno
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neoplasia anche in relazione al ruolo svolto dagli IGF.
La patologia neoplastica del colon sarà al centro
soprattutto di studi tesi ad identificare Molecular Targets
utilizzabili a scopi terapeutici. In questa prospettiva
rientrano anche studi di analisi dei profili di espressione
genica nelle varie sedi di malattia ed in tessuti tumorali di
pazienti trattati con vari farmaci quali inibitori delle
topoisomerasi e derivati del platino. Per quanto riguarda
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soprattutto il sequenziamento della porzione funzionale
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appartenenti alla famiglia dei PPAR gamma agonisti e
dei sigma antagonisti. Sempre presenti, infine, in questa
patologia studi sulle caratteristiche di neoangiogenesi e
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caratteristiche
epigenetiche
nella
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noma HCV-relato (che tanto ruolo
patogenetico svolge in Regione Puglia); inoltre, sarà
verificata in vitro la possibilità di utilizzare farmaci TKrecettori inibitori anche in questa neoplasia soprattutto
inserendolo in un contesto sperimentale in cui ne potrà
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nella patologia HPV-relata che, però, è stata
brillantemente approcciata sia dal punto di vista di
interpretazione dei meccanismi di cancerogenesi che di
validazione di varie tecniche laboratoristiche per lo
studio di HPV e di relazioni con abitudini voluttuarie quali
il fumo. Questi studi trovano, infine, eloquente
trasposizione in un studio clinico controllato multicentrico
a cui il nostro Istituto partecipa, che intende verificare
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patologie
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HPV-relate.
Infine,
fattori
molecolari e angiogenetici sono al centro di alcuni studi
riguardanti la patologia tiroidea, della testa-collo e della
prostata. Dopo la presentazione generale dei contenuti
della Linea, per la presentazione dettagliata dei singoli
programmi, risulta opportuno raccoglierli per affinità di
problematiche biologico-tecniche trattate.
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og.1109) che riguardano i già ricordati progetti sugli studi dei
polimorfismi di HER-2neu, sui pattern di cambiamenti
genomici nei tumori BRCAx, sullo studio delle stem cells
nelle forme familiari e sporadiche del carcinoma
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progetti inerenti il ruolo di HPV nella patologia
neoplastica cervicale.
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stati inclusi 9 progetti (prog.110-19). Di particolare
interesse è quello che indaga nella patologia mammaria
il ruolo di transmodulazione tra NHERF ed EGFR e che fa
esplicito riferimento ad alterazioni di tipo molecolare di
questi due geni di grande, dai dati preliminari in nostro
possesso, interesse clinico-applicativo. Alla casistica di
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adesione e di vari oncogeni nella determinazione del
processo di invasione. Altrettanto interessanti sembrano i
dati preliminari inerenti lo studio di espressione genica
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Proseguendo la tradizione che vede il nostro Istituto
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solubili
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applica, al nostro innovativo approccio terapeutico con
termoablazione sulle lesioni epatiche e polmonari, il
concetto di individuazione di fattori predittivi di risposta
anche a questo trattamento di tipo fisico.
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affrontato dagli studi nn. 26-31 e che essenzialmente
considerano da questi punti di vista Metalloproteasi,
Serinoproteasi e Recettori di tipo tirosinochinasico.
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muove i propri interessi anche verso prodotti di sintesi
farmacologica innovativi. Appartengono a questa
categoria farmaci PPAR gamma agonisti (prog. 32) e
sigma2 antagonisti (prog.339) di cui si intende investigare
meccanismi di azione, fattori predittivi di citotossicità e
caratteristiche molecolari dei targets. Gli studi nn. 34-37
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nella patologia testa collo (prog.34), del colon (prog.35),
del ca epatico (prog.36) e del ca pancreatico (prog.37).
Questi ultimi studi essenzialmente mirano ad ottimizzare le
schedule di utilizzo di detti farmaci nella pratica clinica
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abbiamo raccolto i progetti di più squisito interesse
tecnologico fra i quali spiccano soprattutto lo studio per
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concomitanti nella genesi e progressione della malattia
neoplastica della mammella e della cervice. Questi studi,
che hanno già prodotto importanti risultati su larghe
casistiche di pazienti, comprendono anche studi d
relazione fra stili di vita, biomarcatori sierici e sviluppo
della neoplasia
58
LINEA 1
1.
Ruolo dei polimorfismi di erbB2 nella carcinogenesi del carcinoma mammario
Responsabile
Tommasi Stefania
Ricercatori Associati
Paradiso A, Mangia A, Lacalamita R, Pelagio G, Crapolicchio A, Monaco A, Bruno M, Benz C (Novato CA-USA),
Eppenberger S (Switzerland), Simone G, Salvatore C, Schittulli F
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
ErbB2, SNP, susceptibility
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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cellulare. Recentemente è stata evidenziata una correlazione tra il polimorfismo (SNP) Ile655Val nella sua regione
transmembrana e rischio di cancro della mammella e questa correlazione sembra maggiore in pazienti con età
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di tale polimorfismo. Inoltre, altri 2 polimorfismi, uno della regione transmembrana Ile654Val e uno della regione
carbossi-terminale Ala1170Pro sembrano poter influenzare la funzionalità del recettore, essere legati alla sua
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Studio delle alterazioni cromosomiche nella serie dei pazienti già studiati per i polimorfismi di ErbB2.
Verifica dell'associazione tra il genotipo polimorfico di erbB2 e gli altri geni di suscettibilità al carcinoma mammario
conosciuti (es. BRCA1 e BRCA2).
Studio del linkage disequilibrium tra SNPs di erbB2 e di BRCA1 in una regione cromosomica di 10Mb che contiene i 2
geni e i loro promotori.
Studio della correlazione tra i genotipi polimorfici di erbB2 e BRCA1 e le caratteristiche clinico-patologiche delle
pazienti.
Risultati e prodotti
conseguiti
In primo luogo è stata verificata la presenza dei polimorfismi di ErbB2 in una serie di linee cellulari di carcinoma
mammario e di colon in relazione alle caratteristiche molecolari e funzionali del recettore tirosino-chinasico. I risultati
di questo studio sono stati oggetto di pubblicazione (Tommasi S et al. Cancer Lett, 2004).
I risultati ottenuti sono stati quindi verificati su casistiche di pazienti. Sono entrati a far parte dello studio 620 pazienti
e 169 controlli raccolti nei centri di Bari, Forlì e del Buck Institute di Novato (CA, USA). Sono stati investigati i
polimorfismi in posizione 1170 (Ala1170Pro) e 655 (Ile655Val). Lo studio delle frequenze dei vari genotipi ha
dimostrato una non differente distribuzione tra le frequenze dei genotipi e degli alleli tra i pazienti e i controlli per
entrambi i polimorfismi. Lo studio di relazione tra i 2 polimorfismi e le caratteristiche clinico-patologiche dei pazienti
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più giovane età dei pazienti e a istologia invasiva, mentre il polimorfismo in posizione 1170 non mostrava alcuna
associazione. La relazione tra presenza di 655Val sembra maggiormente associata alla giovane età in pazienti con
familiarità per carcinoma mammario/ovarico.
Attività previste
Pazienti con prima diagnosi di carcinoma mammario afferenti all'Istituto Oncologico e di cui è presente in banca
tessuti sangue intero congelato e un gruppo di controllo di soggetti sani, sottoposti a prelievo di sangue periferico,
sono stati caratterizzati per i polimorfismi di erbB2. Il DNA è stato estratto con kit commerciale (Promega) e i
polimorfismi sono stati studiati con Real Time PCR utilizzando la metodica TaqMan e con SNaPshot kit (Applied
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messi in relazione alla eventuale presenza dei polimorfismi studiati. Saranno inoltre valutate alterazioni di geni
chiave dei pathway metabolici, quali p53, ecc. tramite sequenziamento delle regioni hot-spot.
2.
Studio del pattern dei cambiamenti genomici nei tumori mammari ereditari non BRCA1- e BRCA2 associati
(BRCAx)
Responsabile
Mangia Anita
Ricercatori Associati
Paradiso A, Chiarappa P, Tommasi S, Crapolicchio A, Monaco A, Lacalamita R, Zito A, Schittulli F
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
BRCA1, BRCA2, BRCAX, CGH, Breast Cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
59
LINEA 1
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
I tumori ereditari al seno non BRCA1/2-associati, detti BRCAx, grazie alla loro eterogeneità rappresentano una
notevole fonte di nuove informazioni su quelli che possono essere i geni coinvolti nello sviluppo del tumore
mammario ereditario. Tali tumori comprendono un gruppo estremamente eterogeneo dal punto di vista istologico,
confermando la loro diversa origine genetica e complicando la loro analisi. Diversi geni possono essere coinvolti
nella eziologia dei tumori BRCAx, ognuno responsabile del tumore in un piccolo numero di
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Le cellule del carcinoma mammario mostrano aberrazioni cromosomiche complesse ed eterogenee, difficili da
individuare e studiare con le tecniche di citogenetica cl
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e delezioni cromosomiche in tutti i tipi di tumori, indipendentemente dalla loro attività mitotica e dalla complessità
dei cambiamenti cromosomici. Inoltre è possibile utilizzare campioni di tessuto fresco, congelato e paraffinato, con
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ad ulteriori studi di tipo molecolare.
Lo scopo della nostra ricerca sarà quello di caratterizzare dal punto di vista citogenetico i pattern dei cambiamenti
genomici in tumori mammari BRCAx tramite la tecnica di ibridazione genomica comparata (CGH), supportata da
tecnica di microdissezione per aumentare il numero di cellule tumorali nei campioni e ridurre la contaminazione di
cellule normali.
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di mutazioni in BRCA1/2. Si tratta di campioni di cui abbiamo a disposizione materiale paraffinato e/o congelato
del tumore e campioni di sangue dei pazienti. Contiamo inoltre di arruolare ulteriori pazienti con anamnesi di tipo
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Oncologico.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
3.
Lo studio sarà così articolato:
Selezione dei campioni tumorali sulla base della assenza di mutazioni nei geni BRCA1/2.
Estrazione del DNA genomico tumorale da materiale congelato e/o paraffinato utilizzando la tecnica di
microdissezione.
Ibridazione gnomica comparata (CGH).
Acquisizione delle immagini tramite microscopio a fluorescenza e CCD camera
Elaborazione delle immagini tramite software dedicato.
Elaborazione statistica dei dati ed individuazione delle aberrazioni cromosomiche caratteristiche dei tumori
mammari BRCAx
Caratterizzazione immunoistochimica delle stem cells nelle forme familiari e sporadiche di carcinoma mammario
Responsabile
Zito Alfredo Francesco
Ricercatori Associati
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Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
Immunoistochemical, Stem cells, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Dai dati della letteratura si evince che la valutazione della percentuale delle stem cells nel carcinoma mammario
potrebbe avere varie implicazioni per interpretare il porcesso cancerogenenetico della neoplasia mammaria.
Di recente individuazione e caratterizzazione, la loro presenza è stata descritta a livello luminale anche tramite studi
di tipo immunoistochimico.
La disponibilità all'interno dell'Istituto di una larga serie di tessuti tumorali già caratterizzati per alterazioni di BRCA e
familiarità, rende possibile uno studio sulla presenza qualiquantitativa di cellule staminali mammarie nei sottogruppi
di pazienti diversi per familiarità.
Infine, obiettivo dello studio è la determinazione immunoistochimica delle stem cells in una popolazione di pazienti
con follow-updi
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Attività previste
4.
Lo studio verrà condotto su 50 casi allestendo 2 sezioni in bianco sulle quali verranno condotte delle indagini di
immunoistochimica per le citocheratine 5 e 6.
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LINEA 1
Responsabile
Tommasi Stefania
Ricercatori Associati
Lacalamita R, Crapolicchio A, Parrella P (S. Giovanni Rotondo), Monaco A, Mangia A, Pelagio G, Trentadue A, Zito
A, Simone G, Montemurro S, Gadaleta C, Paradiso A
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
Methylation, polymorphisms, HCV
Altri Enti coinvolti
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Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
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stato dimostrato che la proteina virale interagisce direttamente con il DNA della cellula ospite come se fosse un
elemento regolatorio di geni chiave (es. erbB2, TGFb, c-myc, Rb, p53, ecc.). La nostra ipotesi è che HCV agisca
contemporaneamente a differenti livelli nei principali pathways metabolici sia modulando geni a livello
trascrizionale sia inducendo variazioni epigenetiche.
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pazienti affetti da epatocarcinoma con e senza infezione da HCV. Di tutti i soggetti saranno disponibili sangue
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TGFb, ecc.) sarà valutata con Real Time PCR, metodica TaqMan utilizzando geni housekeeping di riferimento. La
metilazione dei promotori degli stessi geni sarà studiata con PCR quantitativa metilazione specifica (QMSP-PCR)
utilizzando primers e probes specifici per le sequenze metilate e non metilate. I polimorfismi genici che
rappresentano un aumento del rischio di infezione da parte del virus (erB2, TGFb, osteopontina) saranno studiati
con metodica TaqMan.
Valutazione della glicoproteina 90K, PIVKA-II e Protein-C in corso di evoluzione da cirrosi epatica ad
epatocarcinoma
Responsabile
Coviello Maria
Ricercatori Associati
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
90K, PIVKA-II, Epatocarcinoma
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La glicoproteina 90k (90k/Mac-2BP), appartenente alla superfamiglia degli Scavenger Receptor Cysteine-Rich, è
coinvolta principalmente nei processi di difesa immunitaria in corso di infezioni virali e tumori. I livelli circolanti di 90k
risultano elevati in pazienti con diversi tipi di neoplasie, malattie autoimmuni, infezioni da HIV e nelle epatopatie
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cirrosi epatica. Attualmente il monitoraggio di questi pazienti, per una diagnosi precoce di HCC, viene effettuata
con ecografia e dosaggio di AFP.
Scopo di questo studio è la valutazione del possibile ruolo di 90K e PIVKA nel processo evolutivo da epatite cronica
a cirrosi fino ad HCC.
Risultati e prodotti
conseguiti
Allo scopo di aumentare la casistica sono stati arruolati n° 40 pazienti con HCC e n° 30 pazienti con metastasi
epatiche. Su tale gruppo sono stati effettuati n° 280 dosaggi di proteina C, proteina S e PIVKA-II.
Attività previste
50 pazienti epatopatici saranno sottoposti a routine ematochimica, ad accertamento dello stato virale, a visita,
ecografia ed eventuale biopsia epatica.
I pazienti verranno poi distinti in gruppi con epatite cronica, cirrosi ed HCC e monitorati con il dosaggio di AFP, 90K
e PIVKA e protein C.
61
LINEA 1
6.
Determinazione di HPV e di P16 nella cervice uterina non neoplastica: studio combinato con LBC
Responsabile
Caponio Maria Angela
Ricercatori Associati
Petroni S, Giannone G, Siciliano M, Simone G, Fanizza G
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
HPV, PCR, P16, LBC, Cervical cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
7.
Entreranno in studio 50 donne sottoposte a determinazione di HPV con tecnica PCR senza riscontro citoistologico di
lesione endocervicale. Nelle biopsie endocervicali o utilizzando LBC verrà ricercata la presenza di espressione di
P16 con metodica immunoistochimica e verificata la presenza di relazione tra questa e la presenza di HPV.
p16INK4A come marker di displasia e neoplasia cervicale. Confronto tra metodica PCR e metodica ICA
Responsabile
Wiesel Sara
Ricercatori Associati
Caponio MA, Petroni S, Giannone G, Siciliano M, Simone G
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
HPV, P16, Cervico displana
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La diagnosi citologica e istologica di displasia (CIN) mostra di non avere un alto grado di riproducibilità tra i vari
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Ridurre il numero di errori nelle diagnosi di lesioni displastiche e neoplastiche della cervice uterina. Infatti come la
overespressione della p16 indica la presenza nella cervice uterina del carcinoma o dei suoi precursori, così una
bassa espressione o assenza di questa proteina indica la presenza di lesioni reattive
Risultati e prodotti
conseguiti
Aggiornamento al 10/02/2004: Abbiamo selezionato 30 donne con HPV+ (metodica PCR) e con relativo riscontro
istologico. In 19 casi è stata confermata la presenza di una lesione preneoplastica o neoplastica della cervice
uterina. Sulla casistica verrà effettuata la determinazione di p16 con metodica PCR e con tecnica ICA.
Aggiornamento febbraio 2005: Abbiamo arruolato 50 casi così suddivisi; 15 displasie, 15 carcinomi e 20 patologie
infiammatorie (metaplasie, erosioni, flogosi papillari,ecc.).
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Sui 15 casi con displasia è stata effettuata anche la ricerca della p16.
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,che la presenza della p16 INK 4A . Tale dato peraltro è in accordo con quelli riportati dalla letteratura.
Attività previste
Entreranno in una prima fase dello studio 30 casi selezionati con lesioni preneoplastiche e neoplastiche del collo
uterino, con presenza di HPV rilevata con metodica PCR, e 20 casi di epitelio cervicale normale. Su tutti i casi sarà
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Responsabile
Labriola Angela
Ricercatori Associati
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Programma
A. Cancerogenesi
62
LINEA 1
Parole chiave
Chromogramina A, synaptophysin
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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sporadicamente negli adenocarcinomi endometrioidi. Studi datati con tecniche di impregnazione argentina
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Risultati e prodotti
conseguiti
Sono stati raccolti 10 casi di endometrio normale, 10 iperplastici (8 di iperplasia semplice e 2 di iperplasia
complessa) e 20 carcinomi sui quali è stata effettuata la determinazione immunoistchimica per la Cromogranina A.
Attività previste
Verranno studiati con tecniche immunoistochimiche per la cromogranina A 20 casi di endometrio normale, 20 casi
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9.
Studio randomizzato, a doppio cieco, multicentrico con placebo sull'utilizzo della crema al 5% dell'imiquimod
prima della terapia ablativa per i condilomi ano-genitali esterni
Responsabile
Fanizza Giuseppe
Ricercatori Associati
Falco G, Kardhashi A
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
HPV, condilomata, skin
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
I condilomi esterni ano-genitali, la MST più frequente, sono correlati con la infezione da HPV (maggiormente di tipo
6 e 11). Le terapie ablative, particolarmente la laserterapia, DTC e crioterapia, sono spesso utilizzate,
particolarmente per le lesioni estese ed interne. Il tassi di ricaduta dopo le ablazioni sembra altamente variabile (395%). L'efficacità dell'imiquimod è stato già dimostrato. Il suo utilizzo locale aumenta la sintesi di RNAm e diverse
citokine (es IFN-α,I
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-12, IL-1). Si pensa che sia la clearance virale che il basso tasso di ricaduta esercitati dalla
applicazione locale dell'imiquimod sono dovuti alla persistenza della memoria immunitaria cellulare, locale,
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15% paragonato con 65% della sola terapia ablativa.
Primario: Confrontare il tasso di ricaduta dopo 24 settimane dalla terapia ablativa in soggetti con condilomi esterni
tra il gruppo trattato con imiquimod (3 applicazioni settimanali per 4 settimane prima della ablazione) e quello con
veicolo-placebo con lo stesso schema. La ricaduta è definita come lesione accertata dall'investigatore nella zona
trattato con il farmaco. Obiettivi secondari: 1) tempo di ricorrenza in ciascun gruppo 2) Misurare la riduzione dei
condilomi dopo sola l'applicazione del farmaco 3) confrontare gli effetti cosmetici dopo 4, 12, 24 settimane dopo la
terapia ablativa nei due gruppi 4) valutare la tollerabilità dei due trattamenti 5)Valutare la percentuale delle
pazienti nelle quali la lesione scompare prima della terapia ablativa 6) valutare il numero delle lesioni nuove (fuori
dalla zona trattata) in ciascun gruppo.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
10.
Studio randomizzato, a doppio cieco, multicentrico con placebo. Primo gruppo: Imiquimod (crema 5%) 3 volte alla
settimana per 4 settimane; dopo 2 settimane terapia ablativa per curare tutte le lesioni rimanenti; Secondo gruppo:
Veicolo (crema) 3 volte alla settimana per 4 settimane; dopo 2 settimane di follow-up terapia ablativa per curare le
lesioni rimanenti. Alla prima visita, dopo un consegno informato, se la paziente si include nello studio, si procede
con la valutazione clinica e dopo 2 settimane si esegue la randomizzazione in rapporto 1:1 tra farmaco e placebo.
Il trattamento dura 4 settimane e dopo 3 settimane di followup si esegue la terapia ablativa. Le partecipanti
ritorneranno per le visite di controllo dopo 4,12 e 24 settimane. In caso di ricaduta la paziente completa lo studio,
perché è stato raggiunto l'obiettivo primario.
Valutazione delle mutazioni del protooncogene RET nella diagnosi delle neoplasie maligne della tiroide
Responsabile
Achille Gaetano
Ricercatori Associati
Simone G, Paradiso A, Giorgino F, Logoluso F (Università di Bari)
63
LINEA 1
Programma
A. Cancerogenesi
Parole chiave
Protooncogene RET, malignant neoplasm of thyroid
Altri Enti coinvolti
Università di Bari
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
I pazienti affetti da patologia tiroidea presentano caratteristiche mutazioni del proto oncogene RET, la cui
frequenza sarebbe in diretta proporzione al tipo di patologia tiroidea presentata, variando quindi da una bassa
percentuale nei processi iperplastici semplici, ad elevate percentuali nel carcinoma anaplastico.
Obiettivo della ricerca è la valutazione della possibilità di utilizzare frequenza e penetrazione delle mutazioni del
gene RET quale fattore prognostico nella pianificazione terapeutica dei pazienti affetti da patologia neoplastica
maligna tiroidea, aggiungendo il valore di tale dosaggio ai criteri già adottati nelle linee guida per l'assegnazione
dei pazienti affetti da neoplasia tiroidea alle categorie di rischio, con conseguente modulazione degli atti
terapeutici eventualmente successivi.
Risultati e prodotti
conseguiti
Il progetto ha visto individuare le casistiche cliniche ed approntare le tecniche laboratoristiche su citologico e
istologico. Si sta procedendo alla caratterizzazone immunoistochimica.
Attività previste
I campioni istologici provenienti da pezzi operatori di pazienti affetti da patologia neoplastica maligna tiroidea e i
campioni citologici di neoplasie maligne ottenuti mediante agoaspirato saranno sottoposti a ricerca e valutazione
della frequenza delle mutazioni del protooncogene RET mediante metodica immunoistochimica e/o mediante
studio biologico molecolare. I risultati verranno successivamente confrontati, mediante analisi multivariata, alle
caratteristiche anamnestiche di ciascun paziente, ai successivi trattamenti e alla storia clinica post trattamento, in
modo da poter correlare la valutazione qualiquantitativa delle mutazioni del gene RET con le variazioni dei risultati
dei trattamenti eseguiti.
11.
Ruolo del pathway NHERF1/EGFR nella progressione, motilità ed invasione neoplastica
Responsabile
Paradiso Angelo
Ricercatori Associati
Reshkin S, Bellizzi A
Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
NHERF1, EGFR, invation, migration
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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organizzati e compartimentalizzati in strutture cellulari dirette dal citoscheletro insieme con proteine "impalcatura";
queste ultime organizzano altre proteine in complessi per dare specificità di azione e di localizzazione alle cascate
di traduzione di segnale. NHE1 (Na+/H+ exchanger isoform 1) ed il suo fattore di regolazione NHERF1 sono due
candidate a questo ruolo di "proteine impalcatura", in quanto organizzano le cascade trasduzionali per
promuovere la trasformazione (FASEB J. 2000 Nov;14(14):2185-97 Na+/H+ exchanger-dependent intracellular
alkalinization is an early event in malignant transformation and plays an essential role in the development of
subsequent transformation-associated phenotypes. Reshkin SJ, Bellizzi A, Caldeira S, Albarani V, Malanchi I, Poignee
M, Alunni-Fabbroni M, Casavola V, Tommasino M) e la progressione neoplastica, la motilità (Biol Chem. 2000 Feb
25;275(8):5361-9. Phosphoinositide 3-kinase is involved in the tumor-specific activation of human breast cancer cell
Na(+)/H(+) exchange, motility, and invasion induced by serum deprivation.Reshkin SJ, Bellizzi A, Albarani V, Guerra L,
Tommasino M, Paradiso A, Casavola V) ed invasione (Breast Cancer Res. 2004;6(6):R616-28. The Na+-H+ exchanger1 induces cytoskeletal changes involving reciprocal RhoA and Rac1 signaling, resulting in motility and invasion in
MDA-MB-435 cells. Paradiso A, Cardone RA, Bellizzi A, Bagorda A, Guerra L, Tommasino M, Casavola V, Reshkin SJ),
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exchanger regulatory factor (NHERF) come un componente molecolare che stabilizza il recettore per il fattore di
crescita epidermico (EGFRs) alla superfice cellulare, riducendo quindi la regolazione negativa del recettore,
coinvolto nei processi di proliferazione, invasione (Int J Mol Med. 2003 Jul;12(1):131-4 ErbB2 and the antimetastatic
nm23/NDP kinase in regulating serum induced breast cancer invasion. Tommasi S, Fedele V, Crapolicchio A, Bellizzi
A, Paradiso A, Reshkin SJ) e metastatizzazione, ed overespresso nei carcinomi di mammella dove ha acquisito una
rilevanza prognostica e predittiva. Il significato biologico delle proteine della famiglia di NHERF e delle proteine con
domini PDZ ad essa relate come le EGFRs non è ancora ben conosciuto; inoltre la rilevanza della relazione tra
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gonucleotidi antisenso di queste proteine. Questo permetterà di costruire un modello di interazione tra NHERF1/EGFRs
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
12.
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di NHERF1 con la trasfezione di full-length NHERF1 in vettori pCDNA. Verrà determinato il dominio necessario per
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proliferazione e capacità invasiva agli inibitori di tirosinochinasi verrà valutata tramite Boyden Chamber and MTT
assey rispettivamente.
Immunofenotipizzazione delle lesioni primitive e metastatiche, epatiche e polmonari, e nei versamenti neoplastici
su materiale citologico
Responsabile
Simone Gianni
Ricercatori Associati
Caponio MA, Giannone S, Petroni S, Ranieri G, GadaletaC
Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
Immunocytochemistry, FNA, cytology
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La diagnostica differenziale tra lesioni primitive e metastatiche presenta notevoli difficoltà e richiede spesso
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one con tecnica immunoistochimica. Alcuni anticorpi hanno suscitato di recente notevole
interesse, ma sono stati utilizzati in prevalenza su materiale istologico, mentre la diagnosi di malignità viene in
genere eseguita su materiale citologico.
Valutare la sensibilità e specificìtà diagnostica su prelievi eseguiti con FNA da noduli polmonari o epatici di un certo
inquadramento diagnostico (primitivo o metastatico) e su liquidi di versamento nelle sierose pleurica e peritoneale
in pazienti affetti da neoplasia avanzata dei seguenti anticorpi: citocheratine 7 e 20, Transcription factor –1(TTF1).
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 32 campioni di FNA (26 epatici e 6 polmonari sui quali è stata determinata con metodica ICA
la presenza di CK 7 e 20. Alcuni ancticoepri (Ber-4 e CEA poli) non sono tuttora disponibili ed altri sono stati acquisiti
solo di recente. La CK7 è risultata positiva in 17/26 lesioni epatiche ed in 5/6 lesioni polmonari, dimostrando
particolare sensibilità nelle metastasi epat
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Attività previste
Entreranno in studio 30 agoaspirati epatici e 20 polmonari fissati in formalina tamponata ed inclusi in paraffina, nei
quali verrà determinata con tecnica ICA la presenza di citocheratine 7-20 e TTF1, a-fetoproteine e CEA
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13.
Studio quantitativo e qualitativo della popolazione linfocitaria nel linfonodo sentinella nelle pazienti con
carcinoma mammario
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
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B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
65
LINEA 1
Anno inizio
2003
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
II linfonodo sentinella (LS) è il primo linfonodo o gruppo di linfonodi che riceve linfa direttamente dal tumore.
Pertanto oltre ad essere il primo ad essere interessato da eventuali metastasi è anche il primo ad essere stimolato
dagli antigeni tumorali.
L'obiettivo del progetto è verificare se esiste una diversa distribuzione quantitativa e qualitativa della popolazione
linfocitaria nel LS rispetto ai linfonodi non sentinella (LNS) nelle pazienti con carcinoma mammario.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono stati testati i livelli sierici di Ca 15.3 (con metodo ELISA) e di MUC-1 nei tessuti di ca mammario e relativi
linfonodi sentinella di 30 pazienti sottoposte ad intervento di mastectomia o quadrantectomia presso l'U.O. di
Senologia del nostro Istituto. Si procederà alla valutazione dell'analisi statistica dei risultati ottenuti.
Attività previste
Nei 30 casi relativi alla fase di apprendimento della tecnica del LS, per i quali è presente sia il LS che i LNS, verranno
eseguite le seguenti indagini di immunoistochimica: CD20, I9G, catene k e lambda, CD45 RO, CD15, CD30,
CD3,CD4, CD8, CD68, CD 21, CD25,CD54, EMA a CD227 (MUC1); contestualmente verranno determinate le
concentrazione sierica del CA 15.3 (in ELISA) e la presenza di IgG e IgM circolanti anti-MUC1 e linfociti T circolanti.
14.
Correlazione tra espressione tissutale e livelli sierici del MUC-1 in pazienti con carcinoma mammario
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Un requisito essenziale per la pianificazione delle strategie terapeutiche utili per il carcinoma mammario è
l'identificazione, ad uno stadio precoce, dei pazienti ad alto rischio di ricorrenza. I marcatori tumorali sono stati
inclusi tra le diverse variabili prognostiche che sono state studiate per tentare di migliorare il processo risolutivo. Il
MUC1 (anche definito Ca 15.3) é una glicoproteina transmembrana circolante definita tramite anticorpi
monoclinali che rappresenta il maggior componente dell'epitelio duttale della ghiandola mammaria ed ha un
ruolo importante nell'adesione cellulare favorendo il distacco cellula-cellula a cellula-matrice extracellulare (ECM);
valori elevati di tale marcatore tissutali e sierici potrebbero essere, quindi, alla base della diffusione metastatica del
tumore.
Obiettivi di tale studio saranno i seguenti:
correlare i valori sierici pre-intervento con l'espressione tissutale del MUC1 in pazienti con carcinoma mammario
valutare il valore prognostico dei livelli sierici e tissutali del MUC1 al momento della diagnosi iniziale di carcinoma
mammario
effettuare un follow-up della durata di 3 anni delle pazienti arruolate per valutare quelle che restano libere da
malattia a quelle che sviluppano metastasi e per valutare se un valore alto di MUC1 pre-intervento può essere
considerato un addizionale indicatore utile per la diagnosi di carcinoma mammario.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono state arruolate 100 pazienti operate per carcinoma mammario. Ognuna di loro è stata inserita in un database
contenenti le informazioni riguardanti i parametri clinico-patologici, lo stato recettoriale, l'espressione del MUC-1 su
tessuto e i livelli sierici preoperatori del Ca 15.3 dosato in chemioluminescenza. E' in corso l'elaborazione statistica e
la stesura di un manoscritto.
Attività previste
Saranno arruolate 100 pazienti con carcinoma mammario; ad ognuna di loro sarà effettuato un prelievo sierico
immediatamente prima dell'intervento e verranno stoccati a 80°C frammenti di tessuto neoplastico proveniente da
ogni paziente sottoposta a mastectomia o quadrantectomia.Su tali campioni verrà effettuato il dosaggio sierico
del Ca 15.3 in chemioluminescenza (IMMULITE 2000) a sarà valutata la rispettiva concentrazione tissutale in
immunoistochimica. Contestualmente
sarà
compilato
un database
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raccoglierà
informazioni
epidemiologiche,cliniche,istologiche e biochimiche di tutte le pazienti.
15.
Fattori predittivi di invasione stromale nel carcinoma in situ della mammella
Responsabile
Zito Alfredo Francesco
Ricercatori Associati
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Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
CDIS, breast cancer
66
LINEA 1
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Il numero di carcinoma intraduttale DCIS è in continuo incremento, grazie allo screening e alle tecniche di biopsia
stereotassica. La percentuale di carcinomi invasivi occulti associati a DCIS soprattutto nella sua varietà
comedoni
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In questo studio ci proponiamo di studiare la membrana basale dei DCIS correlandola alla neoangiogenesi, alla
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invasività.
Risultati e prodotti
conseguiti
Dalla casistica del Laboratorio di Istopatologia sono stati selezionati 20 casi di carcinoma intraduttale di alto grado,
15 casi di carcinoma intraduttale con aspetti microinvasivi e 15 casi di carcinoma duttale infiltrante
prevalentemente in situ. Su tutti i casi si è già proceduto alla determinazione immunoistochimica per il CD34 per la
valutazione della componente angiogenetica.
Attività previste
Verranno studiati 20 casi di DCIS di tipo comedonico, 15 casi di DCIS con aspetti microinvasivi e 15 casi di CDI
prevalentemente in situ. Verranno eseguite le seguenti indagini di immunistochimica per la Laminino e il collageno
IV per lo studio della membrana basale, il CD34 per la neoangiogenesi attraverso la valutazione della densità
microvasale intratumorale e il CD20 e il CD45RO per lo studio della popolazione linfocitaria periduttale.
16.
Studio della laminina 5 in pazienti con carcinoma della mammella
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Schittulli F, Giannelli G, (Univ. Bari), Daniele A, Abbate I, Coviello M
Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Università di Bari
Anno inizio
2004
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La comparsa di metastasi rappresenta il più importante fattore prognostico sfavorevole in pazienti con carcinoma
della mammella. La laminina 5, uno dei principali costituenti della membrana basale, ha un ruolo chiave nei
processi di migrazione e metastatizzazione delle cellule tumorali quando viene proteolizzata dalla Metalloproteasi
della matrice in particolar modo dalla MMP-2 e dalla MT1-MMP.
L'obiettivo di tale studio sarà quello di valutare la concentrazione tissutale della laminina 5 in pazienti con ca
mammario più invasivo e metastatico rispetto a quelle con carcinoma mammario meno diffuso e non metastatico
allo scopo di valutare se la concentrazione della laminina varia quantitativamente nelle due forme di tumore.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono state arruolate 20 pazienti con ca mammario non metastatico e 20 pazienti con ca mammario metastatico
sottoposte ad intervento di mastectomia o quadrantectomia nell'U.O. Day Surgery del nostro Istituto; per ognuna di
loro si è ottenuto il corrispettivo campione di siero e di tessuto che sono stati immediatamente congelati a -80°C. È
stata effettuata la omogeneizzazione dei tessuti con Microdismembratore automatico utile per l'estrazione del
cytosol. Nei prossimi mesi si effettuerà l'analisi qualitativa e quantitativa della laminina 5 mediante Western blot.
Attività previste
Saranno arruolate 80 pazienti con carcinoma mammario metastatico e 80 con carcinoma non metastatico, da
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mastectomia che verrà immediatamente congelato sino al suo utilizzo. Successivamente ogni campione verrà
omogeneizzato al Microdismembratore e su ognuno verrà quantizzata, mediante elettroforesi la concentrazione
della Laminina 5. In caso non si riscontri una significativa differenza di concentrazione tra i 2 gruppi arruolati si
procederà all'analisi qualitativa della laminina analizzando la differenza tra le catene Gamma2 con PCR e infine si
valuterà il pattern elettroforetico delle catene Gamma-2 con Western Blot per evidenziare se la laminina quando
proteolizzato dalla MMP-2 e MT1-MMp, promuove la migrazione e l'invasione delle cellule.
17.
Determinazione di Her/2-neu nel carcinoma lobulare invasivo
Responsabile
Petroni Stella
Ricercatori Associati
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Amico C, Giannone G, Siciliano M, Rubini V, Simone G
Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
FISH, NEU, Breast cancer
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Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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possibilità di interagire con altri centri di Anatomia Patologica meridionali utilizzando il sistema di Telepatologia
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
18.
Entreranno nello studio minimo 50 casi di carcinoma della mammella su cui è stata fatta diagnosi di CLI. Su tutti
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metodica immunoistochimica.
Profilo di espressione genica nella metastatizzazione del carcinoma del colon
Responsabile
Paradiso Angelo
Ricercatori Associati
Tommasi S, Crapolicchio A, Monaco A, Mangia A, Pelagio G, Lacalamita R, Trentadue A, Zito F, Simone G,
Montemurro S
Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
Microarray, metastasis, colon carcinoma
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Numerosi aspetti della progressione clinica del carcinoma del colon rimangono ancora incompresi. Di grande
importanza risultano in particolare la conoscenza delle modalità di diffusione della malattia nelle sedi metastatiche
e della predizione della efficacia dei vari chemioterapici comunemente utilizzati. Recentemente le tecnologie
micro-array sono state applicate a numerosi modelli strumentali permettendo di ottenere profili di espressione di
migliaia di geni chiarendo il coinvolgimento di singoli biomarcatori o pathways cellulari in specifici processi. Il
presente progetto si prefigge di studiare il profilo di espressione dei geni coinvolti nel processo di metastatizzazione
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Inoltre, in pazienti omogeneamente trattati con farmaci citotossici (CPT- 11 or OXA based regimens), la disponibilità
di materiale patologico incluso in paraffina permetterà di studiare profili di espressione genica predittivi di risposta
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nica del farmaco rispetto alle caratteristiche non solo del tumore primitivo ma anche
delle metastasi.
Lo studio sarà condotto su pazienti operati per carcinoma colorettale. Saranno studiati profili di espressione genica
con 2 obiettivi:
1.Identificazione di geni associati alle metastasi epatiche da carcinoma del colon
2.Regolazione di geni target da parte dei farmaci maggiormente utilizzati in questa neoplasia
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
L'analisi sarà condotta su 20-30 pazienti affetti da carcinoma del colon da cui saranno ottenuti frammenti di tessuto
neoplastico primitivo, metastatico e, dove possibile, tessuto sano prelevato da regioni distali rispetto al tumore.
Itessuti saranno microdissezionati, l'RNA sarà estratto con kits commerciali e amplificato con l'utilizzo di promotori T7.
L'RNA da tessuto tumorale e quello da tessuto metastatico saranno rispettivamente marcati con i fluorocromi Cy3dCTP e Cy5-dCTP. Saranno costruiti specifici chips per microarray utilizzando geni selezionati dal database UniGene
del National Center for Biotechnology Information. L'ibridazione, la rivelazione e l'analisi dei risultati sarà condotta su
piattaforma Affimetrix. Per l'analisi dei cluster sarà utilizzato il software in dotazione alla piattaforma tecnologica e
un software disponibile on-line (menome-www5.stanford.edu/MicroArray/ SMD/restech.html). Il rapporto
dell'intensità di fluorescenza dei 2 fluorocromi indicherà l'aumento o la diminuzione dell'espressione dei singoli geni
nella metastasi rispetto al tessuto primitivo. I geni che sembreranno differentemente espressi nei 2 tessuti, saranno
studiati più dettagliatamente. L'espressione degli stessi sarà quantizzata tramite Real Time PCR utilizzando metodica
TaqMan.
Regolazione di geni target da parte dei farmaci maggiormente utilizzati in questa neoplasia: L'ibridazione, la
rivelazione e l'analisi dei risultati sarà condotta su piattaforma Affimetrix come descritto. I geni che sembreranno
differentemente espressi nei 2 tessuti, saranno studiati più dettagliatamente. L'espressione degli stessi sarà
quantizzata tramite Real Time PCR utilizzando metodica Taq-Man.
L'analisi sarà condotta su pazienti affetti da carcinoma del colon trattati con CPT-11 o Oxaliplatino i cui tessuti
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LINEA 1
neoplastico e normale prelevato in posizione distale sono inclusi in paraffina. I tessuti saranno microdissezionati e
l'RNA estratto. L'RNA da tessuto tumorale e quello da tessuto normale saranno rispettivamente marcati con i
fluorocromi Cy3-dCTP e Cy5-dCTP. Saranno costruiti specifici chips per microarray utilizzando geni che rientrano nel
pathway metabolico dei geni target dei 2 farmaci oxaliplatino e CPT-11 (geni legati al ciclo cellulare e alla risposta
apoptotica e geni di riparo del DNA).
19.
Ruolo della Cromogranina A nei tumori neuroendocrini: studio sierologico ed immunoistochimico
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
B. Invasione e metastatizzazione
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La Cromogranina A (CgA) è una proteina appartenente alla famiglia delle granine, costituita da 439 aminoacidi
(P.M. 49 KDa) e presente nei granuli cromaffini delle cellule dei tessuti neuroendocrini, dalle quali è secreta insieme
ad amine e peptidi.Sebbene non sia ben noto il meccanismo d'azione,la Cromogranina A agisce come proormone
e la sua proteolisi, tessuto#specifica, rilascia peptidi biologicamente attivi (vasostatina, cromostatina,
pancreastatina ecc.)che hanno diverse funzioni autocrine a paracrine.
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definire la componente neuroendocrina di diverse neoplasie; al contrario non ci sono dati significativi riguardanti il
ruolo della CgA come marcatore circolante. In questo ultimo caso, infatti, non ci sono molti lavori che dimostrino la
sua specificità nella differenziazione tra tumori neuroendocrini e non#neuroendocrini e la sua sensibilità
nell'individuazione dei piccoli tumori neuroendocrini.Tuttavia elevati livelli serici di CgA sono stati riscontrati in
pazienti con carcinomi neuroendocrini di diversa natura. Lo scopo del nostro progetto è quello di valutare
l'eventuale correlazione tra dosaggio serico e determinazione immunoistochimica della CgA nella diagnosi a nel
follow-up dei carcinomi neuroendocrini.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attualmente sono stati dosati i campioni sierici di 47 pazienti (24 SCLC, 10 ca mammario, 2 ca prostata, 6 ca colon
retto e 5 tumori neuroendocrini) e 12 soggetti sani (personale di laboratorio o volontari). Finora sono tornati alla
nostra osservazione 5 pazienti (3 SCLC, 1 carcinoide e 1 ca colon) in trattamento con octreotide, dei quali é stato
possibile seguire la risposta alla terapia. E' ancora in corso la correlazione dei livelli sierici di Cromogranina A con i
dati della tecnica immunoistochimica per i pazienti di cui si dispone anche del campione tissutale
Attività previste
Nei tre anni di durata del nostro progetto saranno arruolati 150 pazienti con carcinomi del polmone, della prostata,
della mammella a del colon-retto. I campioni di siero di ciascun paziente verranno utilizzati per determinare il livello
della Cromogranina A circolante, effettuando un dosaggio "a sandwich" con doppio anticorpo, in cui i campioni e
l'anticorpo anti-Cromogranina A coniugato alla perossidasi sono incubati simultaneamente in micropozzetti rivestiti
con anti-Cromogranina A.Contestualmente verrà determinata la presenza della proteina mediante tecnica
immunoistochimica su campioni di tessuto fissati in paraffina.
20.
Alterazioni della coagulazione nelle neoplasie e nelle malattie cardiovascolari
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Coviello M, Venneri MT, De Luca Tupputi Schifosa L, Paparella D, Galeone A (Univ. Bari)
Programma
C. Coagulazione, neoangiogenesi
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Università di Bari
Anno inizio
2004
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
I pazienti neoplastici hanno un'elevata incidenza di complicanze dei sistema emocoagulativo. Tale incidenza
aumenta significativamente durante gli interventi chirurgici essendo, questi, responsabili dell'attivazione del sistema
infiammatorio e coagulativo. E' stato visto, infatti, the nel cor
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l'ipotermia ed altri fattori possono danneggiare seriamente i globuli rossi, leucociti, piastrine ed altri fattori plasmatici
a cellulari.
Obiettivo della ricerca è essenzialmente quello di esaminare n. 20 pazienti con neoplasie a n. 20 pazienti senza
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LINEA 1
neoplasie, afferenti all'U.O. di Cardiochirurgia - Università di Bari, sottoposti a CABG (coronary artery bypass
grafting) con l'uso di circolazione extracorporea per la valutazione degli indici di attivazione piastrinica, di
attivazione della coagulazione a di emolisi.
Risultati e prodotti
conseguiti
La prima fase dello studio è stata conclusa con la pubblicazione del lavoro: Paparella D., Galeone A., Venneri M.T.,
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.Asaio Journal 473-8, 2004 I.F.: 1.152. Nella seconda fase dello studio sono stati arruolati altri 31 pazienti per i
quali sono stati dosati, in tempi pre intra e post intervento opportunamente stabiliti , il PF1+2, TF, tPA, PAI1 e D-Dimeri
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sono in fase di elaborazione e saranno oggetto di un ulteriore lavoro.
Attività previste
I dosaggi di TF (tissue factor), PF#4, PF1,2, P selectin, beta tromboglobulina, saranno effettuati con metodica di
immunoenzimatica (ELISA) su campioni di siero a plasma opportunamente congelati in azoto liquido a
successivamente conservati a -80 C.
21.
Caratterizzazione dei livelli di VEGF in differenti frazioni ematiche di pazienti affette da ca. mammario
Responsabile
Coviello Maria
Ricercatori Associati
Quaranta M, Ranieri G, Venneri MT, Daniele A
Programma
C. Coagulazione, neoangiogenesi
Parole chiave
Breast cancer, VEGFR-1, VEGFR-2-ER e PgR
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
L'angiogenesi tumore associata costituisce un meccanismo importante nel processo della cancerogenesi e della
progressione tumorale. Tra i fattori angiogenici che stimolano la formazione di nuovi capillari il più importante è il
Vascular Endothelial Growth Factor (VEGF). I dati della letteratura indicano che la densità vascolare della massa
tumorale è correlata al grado di metastatizzazione e sembra avere un valore prognostico anche in relazione
all'outcome della malattia.
Le pazienti arruolabili per lo studio saranno sottoposte a prelievi ematici in condizioni metodologiche
standardizzate, prima dell'intervento chirurgico al fine di determinare , con metodiche di immunoenzimatica, i livelli
di VEGF libero e totale, VEGFR-1 solubile e VEGFR-2 nelle diverse frazioni solubili.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
22.
Lo studio si propone di selezionare una casistica di 30 soggetti sani di controllo, 50 pazienti con patologia displastica
e 100 pazienti affette da carcinoma mammario, sottoposte ad intervento chirurgico presso il nostro Istituto per :1)
determinare il livello intratumorale di VEGF libero e totale e nelle diverse frazioni solubili (siero e plasma); 2) correlare
i parametri angiogenici con le caratteristiche clinicopatologiche delle pazienti al fine di valutare l'aggressività
biologica della neoplasia e il suo significato prognostico.
Vascular Endothelial Grow Factor in soggetti normali di controllo, in pazienti con lesioni preneoplastiche ed in
pazienti con carcinoma del colon-retto: possibile significato biologico nella cancerogensi intestinale
Responsabile
Pellecchia Antonio
Ricercatori Associati
Ranieri G, Coviel
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Programma
C. Coagulazione, neoangiogenesi
Parole chiave
VEGF, Colon cancer, carcinogenesis
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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dimostrato che le concentrazioni sieriche e/o plasmatiche del VEGF si correlano con una prognosi peggiore, inoltre
tali concentrazioni possono predire la risposta ai trattamenti anti-neoplastici (chemioterapia e radioterapia). Tutta
via non sono ad oggi pubblicati studi che abbiano indicato i livelli plasmatici di VEGF in rapporto ad una linea di
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LINEA 1
cancerogenesi intestinale comprendente: soggetti sani di controllo,precancerosi intestinali (retto-colite ul-ceroso
emorragica polipi intestinali, poliposi rettocolica).
Lo studio si propone di caratterizzare, sotto il profilo biologico, i livelli circolanti di VEGF nel plasma in soggetti sani di
controllo ed in pazienti affetti da lesione pre-neoplastiche del colon-retto e carcinoma del colon-retto. In
particolare sarà importante verificare se le concentrazioni plasmatiche di VEGF subiscano incrementi significativi
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importanza della frazione plasmatici (rispetto al siero) come
"reservuar" di VEGF biologicamente attivo.
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Su tali pazienti e soggetti sani volontari di controllo sono stati eseguiti tutti i dosaggi di VEGF mediante tecnica ELISA
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in extenso su Oncology Reports 12 (4): 817-820, 2004. Oltre a diverse comunicazioni a congressi edite a stampa su
supplementi di Annals of Oncology del 2004 e Tumori del 2004.
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colon-retto e da malattia infiammatoria cronica intestinale, nei quali eseguire i dosaggi bio-umorali di VEGF.
Saranno pertanto comparati i livelli bio-umorali di VEGF nei soggetti normali di controllo, nei pazienti "displastici" e
nei pazienti cancerosi. Si ritiene di poter concludere il presente progetto a fine 2006.
Lo studio è stato portato avanti arruolando 60 pazienti affetti da carcinoma del colon-retto e da 30 soggetti sani di
controllo tutti sottoposti ad indagine colonscopica diagnostica o preventiva.
Attività previste
Lo studio sarà articolato in maniera prospettica arruolando una popolazione di 40 soggetti sani sottoposti a pancolonscopia di controllo preventiva, 40 soggetti affetti da lesioni pre-neoplastiche del colon-retto e 40 pazienti con
carcinoma colon-rettale in prima diagnosi. A selezione dei soggetti sani di controllo e dei pazienti sarà effettuata
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i casi clinici da studiare saranno sottoposti dalle ore 7.00 alle ore 8.00 a prelievo di campioni di sangue per siero e
plasma. Dal plasma attraverso procedimenti di centrifugazione e di separazione verranno ottenute frazioni di
plasma basale e ricco e povero di piastrine. Nelle differenti frazioni plasmatiche i livelli di VEGF con Metodo ELISA
(kit R & D system). Lo studio prevede una durata triennale, nei primi due anni si provvederà dei pazienti alla raccolta
dei campioni ematici ed ai dosaggi ELISA, il terzo anno sarà dedicato alle relative elaborazioni di analisi di
correlazione statistica.
23.
Valutazione dei peptidi pro e anti-angiogenici in pazienti affetti da carcinoma del colon-retto
Responsabile
Coviello Maria
Ricercatori Associati
Montemurro S, Ruggirei E, Savino E, Zito A, Ranieri G
Programma
C. Coagulazione, neoangiogenesi
Parole chiave
Angiogenesis, colon carcinoma, VEGF
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
L'angiogenesi èun processo complesso e multifasico controllato da fattori pro e antiangiogenici il cui equilibrio è
fondamentale e rappresenta il risultato di un bilancio operato da peptidi che stimolano l'angiogenesi (VEGF, FGF, IL
4, IL 8 ecc..) e fattori endogeni che inibiscono (trombospondina, angiostatina, endostatina ecc.). Ampiamente
studiati sono i fattori ad attività pro an-giogenica, scarsi in letteratura le determinazioni "in vivo" dei peptidi ad
attività fisiopatologica inibente l'angiogenesi.
La ricerca si propone di valutare il profilo pro ed antiangiogenesi in pazienti con carcinoma colon-rettale. In
particolare saranno eseguiti i dosaggi di endostatina e trombospondina in un gruppo di circa 70 pazienti affetti da
carcinoma del colon-retto.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
24.
Dosaggio immunoenzimatico del VEGF nelle diverse frazioni solubili e nel plasma ricco di piastrine. Dosaggio di
endostatina e trombospondina.
Vascular Endothelial Growth Factor e termoablazione mediante radiofrequenza di neoplasie epatiche e
polmonari: possibili correlazioni biologico-cliniche
Responsabile
Ranieri Girolamo
Ricercatori Associati
Catino AM, Coviello M, Venneri MT, Cannello E, Armenise F, Quaranta M, Gadaleta C
Programma
C. Coagulazione, neoangiogenesi
Parole chiave
VEGF, Termoablation, radiofrequency
71
LINEA 1
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
48 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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peggiore, inoltre tali concentrazioni possono predire la risposta ai trattamenti anti-neoplastici (chemioterapia e
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oltre che direttamente sulle cellule tumorali.
Lo studio si propone di caratterizzare, sotto il profilo biologico, le fluttuazioni dei livelli circolanti del VEGF in differenti
frazioni ematiche (siero, plasma povero e ricco di piastrine) in pazienti affetti da lesioni neoplastiche epatiche o
polmonari, primitive o secondarie, trattate mediante termoablazione con radiofrequenza. In particolare sarà
importante verificare se le concentrazioni ematiche del VEGF determinate prima, subito dopo il trattamento ed a
distanza dallo stesso subiscano variazioni significative al fine di individuare feed-back angiogenetici innescati dalla
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predire la risposta al trattamento di termoablazione ed in senso prognostico. Infine poiché non è ancora noto con
certezza quale sia il comparto ematico più idoneo al fine della determinazione delle concentrazioni di VEGF
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Risultati e prodotti
conseguiti
Lo studio è stato portato avanti arruolando 40 pazienti dei quali 30 con carcinoma epatocellulare e 10 con
neoplasia polmonare primitiva o secondaria. Su tali pazienti sono stati eseguiti tutti i dosaggi di VEGF mediante
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pubblicazione scientifica in extenso sul Journal of Chemotherapy (16 novembre, supplemento 5, 7-10, 2004) oltre a
diverse comunicazioni a congressi edite a stampa su supplementi di Annals of Oncology del 2004 e Tumori del 2004.
Il progetto di ricerca si propone di ampliare la casistica attuale sui pazienti con epatocarcinoma e con neoplasia
polmonare e pertanto di indagare ulteriormente il ruolo dei peptici angiogenetici nei pazienti neoplastici sottoposti
a termoablazione mediante radiofrequenza. Si ritiene di poter concludere il presente progetto a fine 2006.
Attività previste
Lo studio sarà articolato in maniera prospettica arruolando i pazienti candidabili a termoablazione epatica o
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oncologica. Nel giorno che precede il trattamento termoablante i pazienti saranno sottoposti dalle ore 7.00 alle ore
8.00 a prelievo di campioni di sangue per siero e plasma. Dal plasma attraverso procedimenti di centrifugazione e
di separazione verranno ottenute frazioni di plasma ricco e povero di piastrine. I compartimenti plasmatici ricchi di
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nelle medesime. In tutti i compartimenti ematici ottenuti saranno dosati i livelli di VEGF con Metodo ELISA (kit R & D
system). Il giorno seguente il trattamento verranno ripetuti i prelievi per le determinazioni del VEGF nelle medesime
frazioni ematiche così come successivamente, nel follow-up, in concomitanza dei controllo TAC. La determinazione
dei livelli di VEGF verrà interrotta dopo la dimostrazione di progressione di malattia. Pertanto tutti i pazienti verranno
seguiti con opportuno follow-up clinico strumentale. Lo studio prevede una durata quadriennale, nei primi tre anni si
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tutti i data ottenuti (livelli di VEGF, periodo di sopravvivenza libera da malattia, periodo di sopravvivenza globale) e
alle relative elaborazioni di analisi di correlazione statistica.
25.
Studio prospettico sul ruolo dei fattori pro e anti angiogenetici nell'adenocarcinoma della prostata
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
C. Coagulazione, neoangiogenesi
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Università Bari
Anno inizio
2004
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La neoangiogenesi è una delle condizioni essenziali per creare un ambiente permissivo alla tumorigenesi. Durante
I'angiogenesi, gli enzimi della famiglia delle metalloproteinasi della matrice esterna (MMP) contribuiscono al
72
LINEA 1
rimodellamento del tessuto normale e patologico: è stato proposto un ruolo delle MMP nel rimodellamento tissutale
a nella neoangiogenesi in corso di tumorigenesi. Gli inibitori tissutali delle MMP (TIMP) formano un complesso con le
MMP bloccando la loro funzione. Vascular endothelial growth factor (VEGF) e basic fibrobiast growth factor (bFGF)
hanno un effetto sinergistico nel mediare la crescita di nuovi vasi a vengono solitamente secreti dalle stesse cellule
tumorali.
In questo studio saranno inseriti 85 pazienti sottoposti a prostatectomie radicali per cancro della prostata che
saranno seguiti in modo prospettico presso la cattedra di Urologia dell'Università di Bari.
Risultati e prodotti
conseguiti
Su tutti i campioni biologici dei pazienti facenti parte dello studio sono stati effettuati i dosaggi di VEGF (Vascular
Endothelial Growth Factor). I primi risultati sono stati oggetto di una pubblicazione dal titolo" Vascular endothelial
growth factor assessment in different blood fraction of cancer patients and healthy controls". Oncology Reports 11:
435-39, 2004 I.F.: 1,256.
Attività previste
Saranno esaminati i livelli plasmatici e tissutali di VEGF, bFGF, IL-1, MMP-1, MMP-2, MMP-3, MMP-8, MMP-9, TIMP-1,
TIMP-2 con tecniche di immunoistochimica, real time PCR, ELISA, Western Blotting.
26.
Impiego clinico delle metalloproteasi MMP-2 e MMP-9 nel follow-up di pazienti operate per carcinoma mammario
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
D. Prognosi predizione
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La sopravvivenza dei pazienti con carcinoma mammario è in relazione alla capacità invasiva e metastatica dello
stesso tumore. Un gruppo di enzimi ad attività proteolitica, noto come Metalloproteasi (MMP), ha un ruolo chiave
nel favorire la diffusione metastatica delle cellule tumorali, degrandando alcuni componenti fondamentali della
matrice extracellulare (ECM) che costituiscono la membrana basale (MB). Numerosi studi hanno messo in evidenzia
che le cellule tumorali, e/o peritumorali producono grandi quantità di MMP-2 e MMp-9 in corso di carcinoma
mammario.
Obiettivo della ricerca è quello di valutare la modificazione della concentrazione sierica della MMP-2 e MMp-9 in
pazienti con carcinoma mammario nel follow-up postoperatorio.
Tale ricerca si articolerà sui seguenti punti:
dosaggio della MMp-2 e MMp-9 sul tessuto di 50 pazienti affetti da carcinoma mammario.
Localizzazione topografica della MMp-2 e MMp-9 sul tessuto neopla-stico.
Dosaggio della MMp-2 e MMp-9 sul siero dei 50 pazienti valutati anche dal punto di vista tessutale.
Dosaggio della MMp-2 e MMp-9nel
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Risultati e prodotti
conseguiti
Sono state arruolate 90 pazienti con carcinoma mammario sottoposte a mastectomia o quadrantectomia presso il
Dipartimento Donna di questo Istituto.
Ad ognuna di loro è stato effettuato un prelievo sierico pre-operatorio e un successivo prelievo dopo 6 mesi.Su tutti i
campioni é stata testata, mediante zimografia,l'espressione della MMP-2, MMP-9 e del TIMP-2 al fine di valutare
l'equlibrio proteolitico tra MMPs e l'inibitore tissutale (TIMP-2) vari in maniera considerevole nei periodi pre e post
intervento. Il nostro studio é stato oggetto di una 2° pubblicazione dal titolo: " proteolytic imbalance is reversed after
therapeutic surgery in breast cancer patients". Int. J. Cancer 2004 May 1; 109 (5): 782-5 I.F.: 4,375.
Attività previste
La quantificazione della MMp-2 e MMp-9 su tessuto sarà eseguita tramite tecnica zimografica. I tessuti saranno
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analizzato in un SDS-PAGE contenente gelatina come substrato, le bande di gelatinolisi appariranno come aree
non colorate in un campo blu.
La immunolocalizzazione delle MMPs su tessuto sarà eseguita mediante tecnica di immunoistochimica con fosfatasi
alcalina indiretta (APAP), in cui saranno utilizzati tessuti congelati incubati con anticorpi primari monoclonali, e
successivamente con anticorpi secondari e complessi anti immunoglubulina secondaria.
La quantizzazione dei livelli di MMp-2 e MMp-9, sia nel siero che nel tessuto, sarà effettuata secondo zimografia
basandosi su una curva interna standard (come recentemente pubblicato dal nostro gruppo).
27.
Espressione tissutale e sierixca dell'HER-2/neu in pazienti con carcinoma mammario: correlazione con MMP-2 e
MMP-9
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Daniele A, Zito A, Digennaro M, Schittulli F, Di Tardo S, Labriola A, Lo Mele M
Programma
D. Prognosi predizione
Parole chiave
73
LINEA 1
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Il carcinoma della mammella è la forma di neoplasia più frequente nella donna. Sebbene un numero sempre
maggiore di casi venga diagnosticato, la mortalità é in costante diminuzione grazie alla possibilità di effettuare la
diagnosi in stadi più precoci della malattia e/o all'aumento della efficacia delle terapie. Il proto oncogene HER2/neu codifica per un recettore transmembrana avente attività tirosinchinasica. La parte esterna del recettore
p105 può venire liberata in circolo a seguito dell'azione di enzimi proteolitici e i suoi livelli sono incrementati
soprattutto nelle fasi avanzate della malattia. Tra gli enzimi proteolitici, un ruolo chiave in tale processo, lo svolgono
le Metalloproteasi, enzimi litici prodotti dalle cellule del tessuto connettivo e secreti come zimogeni nella matrice
extracellulare. E' stata dimostrata una correlazione positiva tra overespressione dell'HER-2/neu e le 2 Gelatinasi,
infatti sembra che gli effetti dell' overespressione dell'HER-2/neu sulla capacità invasiva delle cellule tumorali sia in
buona parte regolata dall'espressione delle 2 gelatinasi e dalla loro attività proteolitica.
Obiettivi di questo studio saranno i seguenti: 1) valutazione della correlazione tra espressione tissutale dell'HER-2/neu
e l'espressione tissutale delle 2 Gelatinasi (MMP-2 e MMP-9); 2) valutazione della correlazioe tra i livelli sierici di HER-2
circolante (p105) e livelli sierici di MMP2 e MMP-9; 3) valutazione della correlazione tra l'espressione di HER-2/neu e i
parametri istopatologici (T, N,M) e recettori per l'estrogeno (ER) e progesterone (PgR) delle pazienti arruolate.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
28.
Saranno arruolate 400 pazienti con carcinoma mammario sottoposte ad intervento di mastectomia e
quadrantectomia presso il nostro Istituto. Da ognuna di esse si preleverà un campione di tessuto neoplastico
(durante l'intervento) e un prelievo di siero in fase pre-operatoria; tutte le pazienti (previo consenso firmato) saranno
inserite in un database contenenti le informazioni riguardanti i dati anagrafici, la familiarità oncologica, i parametri
citoistopatologici e lo stato recettoriale. Si procederà all'analisi dell'espressione tissutale dell'HER-2/neu, MMP-2 e
MMP-9 in immunoistochimica su sezioni incluse in paraffina di circa 5µm di diametro utilizzando anticorpi
monoclonali specifici per ogni marcatore e contestualmente saranno effettuati sui corrispondenti campioni sierici, i
dosaggi relativi a p105, MMP-2 e MMP-9 con tecnica ELISA. I risultati saranno oggetto di una valutazione statistica.
Significato prognostico del u-Pa, u-PAR, t-PA, PAI-1 e PAI-2 nel carcinoma della mammella: analisi retrospettiva
Responsabile
Coviello Maria
Ricercatori Associati
Quaranta M, Schittulli F, Daniele A, Venneri MT, Longo S, Paradiso A, Mangia A, Zito A, Stea B
Programma
D. Prognosi predizione
Parole chiave
Breast cancer, metastasis, serin proteasi
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Gli attivatori tissutali del Plasminogeno u-PA et-PA sono serinproteasi capaci di attivare la cascata enzimatica che
porta alla formazione della plasmina a partire dal plasminogeno. La plasmina presenta una spiccata azione
proteolitica contro diversi componenti della membrana basale (MB) (es. Collageno IV, Laminina-1, Laminino-5 ecc)
alterando la sua integrità. Questo evento è causa di un passaggio delle cellule tumorali che liberandosi in circolo
danno luogo alla produzione di metastasi che rappresentano, purtroppo, una grave complicazione della patologia
neoplastica.
Lo scopo di tale ricerca sarà quello di valutare retrospettivamente i valori di u-PA, t-PA, u-PAR e degli inibitori PAI 1 e
PAI 2 in pazienti con carcinoma della mammella sottoposte a mastectomia o quadrantectomia presso questo
Istituto a partire dal 1992-93 e correlarli con i parametri citoistopatologici come TNM, grado nucleare e positività ai
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Risultati e prodotti
conseguiti
Si è compilato un database di tutte le pazienti arruolate per un totale di 842 casi di ca mammario. U-PA 440pz; t-PA
441pz; PAI 1 300pz; p185 325pz;u-PA/ PAI 1/ t-PA 197 pz.
Attività previste
Lo scopo di tale ricerca sarà quello di valutare retrospettivamente i valori di u-PA, t-PA, u-PAR e degli inibitori PAI 1 e
PAI 2 in pazienti con carcinoma della mammella sottoposte a mastectomia o quadrantectomia presso questo
Istituto a partire dal 1992-93 e correlarli con i parametri citoistopatologici come TNM, grado nucleare e positività ai
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29.
Carcinoma duttale infiltrante della mammella: studio quantitativo della componente stromale correlato
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Responsabile
Zito Alfredo Francesco
Ricercatori Associati
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Programma
D. Prognosi predizione
Parole chiave
CDI, Breast cancer, immunoistochemical
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La fibrosi nel carcinoma duttale infiltrante della mammella è generalmente sempre ben rappresentata fino a
costituire la quota principale nei classici carcinomi sclerosanti. Probabilmente essa svolge un ruolo importante nella
progressione tumorale. Un recente studio ha dimostrato la maggior aggressività dei carcinomi con foci fibrotici.
Valutazione prognostica della componente fibrosa attraverso uno studio correlativo con la stadiazione patologica
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Risultati e prodotti
conseguiti
Dalla casistica del Laboratorio di Istopatologia sono stati selezionati 100 casi di carcinoma duttale infiltrante della
mammella delle dimensioni inferiori a cm 2 (pT1), di cui 50 con metastasi linfonodali.
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componente stromale miofibroblastica.
Attività previste
Selezione di 100 carcinomi mammari duttali infiltranti delle dimensioni inferiori ai 2 cm (pT1) di cui 50 con metastasi ai
linfonodi ascellari.
Analisi quantitativa computerizzata della componente stromale.
Correlazione dei risultati al punto 2 con la percentuale di positività per i recettori ormonali (ER/PgR), il NEU, il MIB-1 e
la P53 determinati con metodiche immunoistochimiche, e con la stadiazione patologica.
30.
Alterazioni geniche dei TK receptor EGFR ed ErbB2 nel carcinoma del colon
Responsabile
Tommasi Stefania
Ricercatori Associati
Lacalamita R, Bellizzi A, Crapolicchio A, Monaco A, Mangia A, Pelagio G, Trentadue A, Zito A, Simone G, Paradiso A
Programma
D. Prognosi predizione
Parole chiave
Receptors, ECFR, EerbB2
Altri Enti coinvolti
AIRC
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Le mutazioni di EGFR sembrano conferire differente sensibilità ai suoi inibitori tramite variazione della posizione dei
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recettori stessi a livello di membrana.
Lo studio del pathway comprendente i recettori TK di membrana e la proteina NHERF1 permetterà di chiarire i
meccanismi di azione degli inibitori specifici delle tirosine-chinasi e di individuare i soggetti candidabili a tali terapie.
Obiettivi del presente progetto sono studiare mutazioni e polimorfismi dei recettori TK (EGFR, erbB2) nelle regioni che
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
31.
Il modello di studio in vitro sarà costituito da un pannello di linee cellulari di colon e di pancreas. Il DNA sarà estratto
dalle linee con kit commerciali ed analizzato per polimorfismi/mutazioni nella regione transmembrana e carbossiterminale di EGFR ed ErbB2. EGFR sarà studiato tramite analisi in dHPLC e successivo sequenziamento automatico,
mentre ErbB2 con metodica TaqMan. Saranno analizzati anche eventuali polimorfismi/mutazioni di NHERF1 anche in
questo caso con dHPLC e successivo sequenziamento. La presenza di eventuali mutazioni sarà studiata in relazione
alla loro localizzazione, agli eventuali cambi nelle proteine e alla loro influenza sulla eterodimerizzazione e sul
legame con NHERF1.
Utilità clinica del recettore solubile della transferrina nei pazienti neoplastici con anemia
75
LINEA 1
Responsabile
Casamassima Porzia
Ricercatori Associati
Quaranta M, Coviello M, Savino E, Giotta F, Cataldo L, Maci R
Programma
D. Prognosi predizione
Parole chiave
Recptors, transferrina, cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Il recettore della transferrina è una glicoproteina di membrana adibita al trasporto intracellulare del ferro. I recettori
sono distribuiti su tutte le superfici cellulari e per l'80-95% sono localizzati sulle cellule eritropoietiche in attiva sintesi di
emoglobina, riflettendo il bisogno di ferro di tali cellule. Il ferro nel sangue é veicolato dalla transferrina; le cellule
captano e utilizzano il ferro tramite un meccanismo di endocitosi del complesso transferrina e suo specifico
recettore di membrana. Dopo il distacco del ferro all'interno dei vacuoli a sede citoplasmatica, la transferrina e il
suo recettore ritornano sulla superficie cellulare: la transferrina é rilasciata nella circolazione, il recettore a seguito di
un processo di proteolisi é liberato nel plasma come recettore solubile della transferrina (sTFR). La concentrazione
sierica di sTFR é direttamente proporzionale alla concentrazione del recettore di membrana ed aumenta quando
c'é una intensa attività eritropoietica midollare in condizione di carenza di ferro. La concentrazione dell' sTFR é in
grado di rilevare l'esaurimento delle riserve di ferro indipendentemente dagli stati infiammatori. Questo studio si
propone di valutare: 1) la concentrazione sierica di sTFR come misura della intensa attività eritroide midollare in
condizioni di carenza di ferro attraverso un semplice prelievo di sangue; 2) come aumenta la concentrazione di
sTFR nel siero in presenza di una carenza di ferro ancora prima che la concentrazione di emoglobina diminuisca
significativamente;3) la concentrazione di sTFR in 150 pazienti neoplastici con anemia da carenza di ferro sottoposti
a terapia con eritropoietina ricombinante. In questi pazienti verrà eseguita la conta dei reticolociti e l'esame
emocromocitometrico.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attualmente sono stati arruolati 31 pazienti anemici con neoplasia, sottoposti a trattamento
chemioterapico.Contestualmente si sono eseguiti prelievi per il dosaggio preliminare del recettore solubile della
transferrina, del ferro, della transferrina e ferritina, l'esame emocromocitometrico e la conta dei reticolociti. Otto di
questi pazienti anemici (con HB < 11 g/dl), hanno effettuato un prelievo sierico basale per il dosaggio degli esami
sopraindicati e hanno eseguito una terapia con eritropoietina umana ricombinante # ad alte dosi. I pazienti i cui
livelli sierici non hanno mostrato un aumento > 25% per sTRF, > 0,5 g/dl per l'HB, e >40.000/ µl per i reticolociti, hanno
continuato la terapia e sono stati sottoposti dopo altre 2 settimane ad un secondo prelievo. Sono stati esclusi dallo
studio i soggetti che presentavano un' anemia da perdite ematiche ed i soggetti talassemici.
Attività previste
Nell'ambito di questa ricerca sarà utilizzato un test basato sulla lettura turbidimetrica nel range del visibile del
complesso sTFR e anti-sTFR. La reazione immunologica sarà favorita dalle particelli di lattice legate ad anticorpi antisTFR. Gli anticorpi anti sTFR legati alle particelle di lattice, reagiranno con l'antigene nel campione, per formare un
complesso Ag-Ab. La quantità di immunoprecipitato sarà proporzionale alla concentrazione di sTFR presenti nel
siero.
32.
PPARy agonisti in modelli tumorali
Responsabile
Azzariti Amalia
Ricercatori Associati
Porcelli L, Paradiso A, Loiodice F (Dip. Farmaco-Chimico, Univ. Bari)
Programma
E. Farmacologia preclinica
Programma
D. Prognosi predizione
Parole chiave
PPARy agonist, colon cancer, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Università di Bari
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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PTEN, inibendo così diverse funzioni cellulari come la migrazione, la sopravvivenza e la proliferazione mediata dal
pathway di traduzione del segnale di AKT/PI3K. Sulla base di queste premesse, la ricerca e lo sviluppo di nuovi
composti "lead" ideati per interagire in maniera selettiva con i recettori PPAR, costituisce un nuovo approccio
terapeutico da affiancare alla terapia chemioterapia tradizionale e alla più nuova terapia con farmaci targetoriented.
76
LINEA 1
Durante lo svolgimento di questo progetto di ricerca si svolgeranno le seguenti attività:
caratterizazzione biologico molecolare del modello di studio costituito da un pannello di linee cellulari tumorali di
colon, fegato, pancreas e mammella,
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-proliferativa, pro-differenziazione e apoptotica di nuovi composti agonisti dei recettori
PPARγ,
analisi ciclo-relata per la determinazione dei possibili meccanismi molecolari responsabili della risposta
farmacologia,
messa a punto, in sistemi in vitro, di nuove strategie terapeutiche combinatoriali soprattutto miranti ad una più
efficiente inibizione di specifici pathways cellulari cruciali per la cancerogenesi,
ottimizzazione degli schemi di trattamenti combinati con farmaci nuovi e della chemioterapia convenzionale.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
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specifici di attività, analisi citofluorimetriche, etc. Inoltre, si applicheranno tec-niche ed analisi inerenti la
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di mono o politerapia sarà effettuata con vari saggi, MTT, BrdU assay, colony formation, etc. ed i risultati saranno
analizzati con il metodo di Chou e Talalay.
Farmaci biologici e modulazione di proteine MDR relate
Responsabile
Azzariti Amalia
Ricercatori Associati
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Programma
E. Farmacologia preclinica
Parole chiave
POP, ABCG2, PB28, gefitinib, colon cancer, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Università di Bari; INT- Milano
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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concentrazione intracellulare di farmaco . Tra le varie strategie per cercare di superare la "drug resistance"
mediante un aumento della concentrazione intracellulare dif
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"multidrug resistance (MDR)" sono la glicoproteina P (PgP) MDR1; le proteine MDR associate MRP1, MRP2, MRP3,
MRP4 e MRP5; e la ABCG2. La glicoproteina P è notoriamente coinvolta nella resistenza alla doxorubicina ed ai
taxani e la ABCG2 alle camptotecine, farmaci di elezione nel trattamento delle neoplasie mammarie e del
coloretto, rispettivamente.
In questo studio focalizzeremo la nostra attenzione su due classi di composti che hanno mostrato capacità di
modulazione di queste proteine responsabili della resistenza ai farmaci: gli inibitori di recettori tirocini chinatici e gli
ago-nisti dei recettori sigma 2.
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Gli agonisti del recettore sigma2 inducono cambi della morfologia cellulare ed apoptosi. Ha raccolto notevole
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actinomicina-D ligandi ad attività agonista sigma2 sono in grado di indurre apoptosi. Partendo da questi datai
riportati in letteratura abbiamo ipotizzato una possibile attività di questa classe di composti sulle pompe di efflusso
dei farmaci ed in particolare sulla PgP. Esperimenti preliminari condotti con un composto sigma2 agonista,il PB28,
sintetizzato dal gruppo del prof. N. Colabufo del Dipartimento Farmaco-Chi
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concentrazione e tempo di esposizione dipendente (A.Azzariti et al. A cyclohexylpiperazine derivative (PB28),
displaying sigma2 agonist and sigma1 antagonist receptor activity, as a possible glycoproteinP modulator and
revertant of anthracycline resistance 2005 AACR Annual Meeting in Anaheim, California).
Durante lo svolgimento di questo progetto saranno svolte le seguenti attività:
caratterizzazione biologico molecolare dei modelli di studio pre-clinico del tumore della mammella e del colon
mediante analisi dei livelli di espressione delle proteine MDR relate e dei target di azione dei farmaci in studio,
recettori tirosino chinatici e vari steps del signal transduction pathway, livelli di espressione di recettori sigma 1 e 2
mediante esperimenti di binding, etc.
determinazione della modulazione di delle pompe di efflusso dei farmaci da parte delle molecole in studio e analisi
della modulazione dei loro target specifici in funzione del tempo di esposizione e della concentrazione;
determinazione della modulazione della concentrazione intracellulare di farmaci convenzionali ed in particolare
adriamicina e SN-38 in seguito a esposizione al PB28 ed al gefitinib;
messa a punto di nuove strategie terapeutiche mediante combinazione di questi farmaci target oriented con
farmaci convenzionali;
ottimizzazione degli schemi di trattamenti combinati partendo dai risultati ottenuti sulla possibilità di reversione della
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specifici di attività, analisi citofluorimetriche, HPLC, etc. Inoltre, si applicheranno tecniche ed analisi inerenti la
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di mono o politerapia sarà effettuata con vari saggi, MTT, BrdU assay, colony formation, etc. ed i risultati saranno
analizzati con il metodo di Chou e Talalay.
TKIS nel modello di ca. squamoso testa-collo
Responsabile
Paradiso Angelo
Ricercatori Associati
Azzariti A, Sebastian S, Porcelli L, Simone G, Tommasino M (IARC, Lione –France)
Programma
E. Farmacologia preclinica
Parole chiave
EGFR, gefitinib, P53
Altri Enti coinvolti
IARC, Lione –France
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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inibitori specifici tirosino chinatici, etc.
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anni procederemo allo studio dei TK inibitori (TKIs) sia in regime di monoterapia che in somministrazione combinata
con altri farmaci in un modello in vitro costituito da 12 linee cellulari tumorali che permetteranno una ampia
valutazione dei meccanismi coinvolti nella risposta cellulare a questa classe di farmaci.
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isoforme. Inoltre, il gruppo francese aveva iniziato la determinazione della sensibilità di questo modello cellulare al
cisplatino e alla gemcitabina e la tipizz
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EGFR, Neu ed KDR e vario grado di sensibilità al gefitinib, un inibitore TK.
Durante lo svolgimento di questo progetto saranno svolte le seguenti attività:
caratterizzazione biologico molecolare del modello in vitro per i livelli di espressione delle forme totali e fosforilate
dei recettori Tk di membrana, di vari intermedi del pathway di traduzione del segnale da EGFR, quali Akt , Erk1/2,
etc. e analisi di possibili oncogene che possono modificare la risposta ai farmaci inibitori di EGFR, come PTEN;
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analisi della capacità dei TKIs di modulare vari intermedi cellulari del pathway di traduzione del segnale ed il ciclo
cellulare per la determinazione dei possibili meccanismi molecolari responsabili della risposta farmacologia
messa a punto di nuove strategie terapeutiche combinatoriali con farmaci nuovi e della chemioterapia
convenzionale miranti ad una più efficiente inibizione di specifici pathways cellulari cruciali per la cancerogenesi
ottimizzazione degli schemi di trattamenti combinati
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
35.
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specifici di attività, analisi citofluorimetriche, etc. Inoltre, si applicheranno tecniche ed analisi inerenti la
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di mono o politerapia sarà effettuata con vari saggi, MTT, BrdU assay, colony formation, etc. ed i risultati saranno
analizzati con il metodo di Chou e Talalay.
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Responsabile
Azzariti Amalia
Ricercatori Associati
Porcelli L, Simone G, Paradiso A
Programma
E. Farmacologia preclinica
Parole chiave
EGFR, PTEN, NHERRF
Altri Enti coinvolti
78
LINEA 1
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Per il carcinoma del colon dopo i risultati clinici limitati ottenuti con i farmaci tradizionali (5-FU, CPT-11, Oxaliplatino)
notevole interesse sta destando lo studio di farmaci di nuova concezione agenti su specifici targets , quali i recettori
tirosinochinasici , come lo ZD6474 inibitore della porzione tirosino chinasica del recettore per Flk-1 (VEGFR-2) e il
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Azzariti A. et al The schedule-dependent enhanced cytotoxic activity of 7-ethyl-10-hydroxy-camptothecin (SN-38) in
combination with Gefiti-nib (Iressa#, ZD1839). Biochem Pharmacol. 2004, 68 (1): 135-44 (IF 2.36)
Azzariti A. etal
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antiangiogenic agent ZD6474: modulation of tyrosine kinase receptors and their signal transduction pathway. 2004
submitted
Azzariti A. et al. Combination of ZD6474 and 7-ethyl-10-hydroxy-camptothecin (SN-38) or oxaliplatin: in vitro study
2004 Manuscript in preparation
Porcelli L. et al Exposure of HT-29 and LoVo cells to EGFR tyrosine Kinase inhibitor gefitinib (IressaTM, ZD1839) and the
antiangiogenic agent ZD6474: modulation of tyrosine kinase receptors and their signal trasduction pathway
Proceedings AACR 95th Annual Meeting –March 27-31, 2004 Orlando (Florida) –Volume 45, march 2004- #4655
Azzariti A et al Prolonged exposure to the EGFR tyrosine Kinase inhibitor gefitinib (IRESSATM, ZD1839 and the
antiangiogenic agent ZD6474 Tumori XLVI Congresso Nazionale della Società Italiana di Cancerologia 46th Annual
Meeting of the Italain Cancer Society –Pisa, October 24-27, 2004 Vol. 4, Nr. 2 March-April 2005 –36
Durante il prossimo anno approfondiremo ulteriormente la tematica di ricerca analizzando la capacità dei TK
inibitori di agire su oncogeni coinvolti nel meccanismo di traduzione del segnale come PTEN e di modulare i
meccanismi responsabili della internalizzazione del recettore EGFR.
Durante lo svolgimento di questo progetto saranno svolte le seguenti attività:
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modulazione di questi steps ad opera dei due farmaci, gefitinib e ZD6474, in funzione della loro concentrazione e
del tempo di esposizione;
ottimizzazione delle schedule di somministrazione combinata partendo dai risultati ottenuti dalla caratterizzazione
biologica.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
36.
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specifici di attività, analisi citofluorimetriche, HPLC, etc. Inoltre, si applicheran-no tecniche ed analisi inerenti la
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di mono o politerapia sarà effettuata con vari saggi, MTT, BrdU assay, colony formation, etc. ed i risultati saranno
analizzati con il metodo di Chou e Talalay.
Interazione del compartimento extracellul
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Responsabile
Azzariti Amalia
Ricercatori Associati
Porcelli L, Simone G, Paradiso A, Giannelli G (Univ. Bari)
Programma
E. Farmacologia preclinica
Parole chiave
EGFR, signal transduction, ED6474
Altri Enti coinvolti
Università di Bari
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Nel carcinoma del fegato, i limitati risultati clinici ottenuti con i farmaci tradizionali (gemcitabina, CPT-11,
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della motilitàcel
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GASTROENTERICO", svolto negli anni precedenti, hanno mostrato la capacità del gefitinib, un inibitore di EG-FR, di
inibire la crescita cellulare in un modello in vitro di epatocarcinoma e la capacità di alcune componenti della ECM
esogene ( ln-5, fibronectina, col-lagene IV, fibrinogeno, etc.) di ridur
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.2004 Nov 29;91(11):1964-9).
Paradiso A. et al Getitinib in liver cancer: could laminin-5 expression be a good predictive factor? EJC 16th EORTC-
79
LINEA 1
NCI-AACR Symposium on Molecular Targets and Cancer Therapeutics – Geneva, Switzerland 28 September1October 2004 –Volume 2, No.8, September 2004 –401
Paradiso A et al Laminin-5 offsets gefitinib effectiveness on HCC cells Tumori XLVI Congresso Nazionale della Società
Italiana di Cancerolo-gia 46th Annual Meeting of the Italain Cancer Society –Pisa, October 24-27, 2004 Vol. 4, Nr. 2
March-April 2005 –32
Questi dati hanno messo in evidenza la necessità di estendere lo studio anche ad altri inibitori di EGFR, tra i quali un
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Durante lo svolgimento di questo progetto saranno svolte le seguenti attività:
determinazione nel modello in vitro della sensibilità allo ZD6474: modulazione di crescita cellulare, induzione di
apoptosi, modulazione di invasione migrazione ed adesione;
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
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cellulare, di biochimica, e di biologia molecolare come tecniche di immunoprecipitazione, Western blot, saggi
specifici di attività, analisi citofluorimetriche, HPLC, etc. Inoltre, si applicheranno tecniche ed analisi inerenti la
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di mono o politerapia sarà effettuata con vari saggi, MTT, BrdU assay, colony formation, etc. ed i risultati saranno
analizzati con il metodo di Chou e Talalay.
Ottimizzazione di schedule di somministrazione combinata di far-maci target-oriented nel modello del ca.
pancreatico
Responsabile
Azzariti Amalia
Ricercatori Associati
Porcelli L, Simone G, Paradiso A, Nicolin A (Univ. Milano)
Programma
E. Farmacologia preclinica
Parole chiave
Gefiinib, rapamycin, pancreas cancer
Altri Enti coinvolti
Università di Milano
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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di EGFR, e la rapamicina, un inibitore di mTor, offre la possibilità di studiare la risposta dei targets specifici quando
esposti al farmaco in monoterapia o in combinazione tra loro o con gli altri farmaci convenzionali.
La caratterizzazione del nostro modello in vitro costituito da 6 linee cellulari tumorali di pancreas è stato oggetto
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Congresso Nazionale della Società Italiana di Cancerologia 46th Annual Meeting of the Italian Cancer Society –
Pisa, October 24-27, 2004 Vol. 4, Nr. 2 March-April 2005 –33) ed ha permesso di effettuare esperimenti prelimi-nari,
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sulla combinazione dei due farmaci biologici, gefitinib e la rapamicina, nel modello di ca pancreatico che era
stato precedentemente caratterizzato mediante analisi dei targets specifici, della sensibilità ai 2 farmaci e della
modulazione del ciclo cellulare. I risultati ottenuti hanno mostrato che la schedula sinergica era quella nella quale il
gefitinib era somministrato prima della rapamicina ed il pathway coinvolto sembrerebbe essere quello di Akt.
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pancreatica.
Durante lo svolgimento di questo progetto saranno svolte le seguenti attività:
caratterizzazione biologico-molecolare del modello di studioperl
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modulazione di questi steps ad opera dei due farmaci, gefitinib e rapamicina, in funzione della loro concentrazione
e del tempo di esposizione;
ottimizzazione delle schedule di somministrazione combinata partendo dai risultati ottenuti dalla caratterizzazione
biologica;
determinazione della modulazione di EGFR e dei vari intermedi del pathway sottopostial
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due farmaci.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
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cellulare, di biochimica, e di biologia molecolare come tecniche di immunoprecipitazione, Western blot, saggi
specifici di attività, analisi citofluorimetriche, HPLC, etc. Inoltre, si applicheranno tecniche ed analisi inerenti la
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80
LINEA 1
di mono o politerapia sarà effettuata con vari saggi, MTT, BrdU assay, colony formation, etc. ed i risultati saranno
analizzati con il metodo di Chou e Talalay
38.
Alterazioni di BRCA1/2 nel carcinoma mammario familiare: validazione di una nuova strategia per lo studio di SNP
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Responsabile
Tommasi Stefania
Ricercatori Associati
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Marincola F (NIH, Bethesda-USA), Paradiso A
Programma
F. Problematiche tecniche
Parole chiave
Polimorphism, BRCA, familiarità
Altri Enti coinvolti
NIH Bethesda U.S.A.
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Il carcinoma mammario ereditario è caratterizzato da alterazioni geniche che per la maggior parte riguardano i
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maggiore rischio di sviluppare il tumore. Al momento l'unico studio sulle mutazioni legate alla popolazione
Caucasica pugliese è quello in corso nel nostro Istituto che ad oggi ha arruolato più di 700 pazienti consecutive con
prima diagnosi di carcinoma mammario. Una serie di pazienti Pugliesi con carcinoma mammario di tipo familiare
sono stati già caratterizzati nel nostro laboratorio per alterazioni di BRCA1 (Parrella et al. Clin Cancer Res 2004;
Cipollini et al Ann Oncol 2004). Obiettivo di questo progetto è lo studio molecolare delle mutazioni del gene BRCA2
e della funzionalità di entrambi i geni di suscettibilità nei pazienti ad alto rischio di mutazione e nei parenti
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molto grandi e le mutazioni possono avvenire lungo tutta la sequenza. Recentemente presso la Sezione di
Immunogenetica del NIH (Prof. F. Marincola, Bethesda, USA) è stato messo a punto un chip di oligo costruiti con una
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permetterà la costruzione di chip ad hoc per il gene BRCA1 e la validazione dello stesso nella nostra casistica.
Obiettivi del presente progetto sono:
Identificare del pathway mutazionale di BRCA2 in una coorte di pazienti afferenti all'Istituto Oncologico, così come
già avvenuto per BRCA1.
Caratterizzare funzionalmente BRCA1 in particolare in relazione alle mutazioni individuate.
Inoltre, in collaborazione con la Sezione di Immunogenetica del NIH (Prof. F. Marincola, Bethesda, USA) ci si
propone di:
costruire il chip per BRCA1;
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
39.
Studio molecolare: Previa firma del consenso informato, dal sangue intero (10ml) dei pazienti che risulteranno a
rischio di essere portatori di mutazione di BRCA1 o BRCA2, sarà estratto il DNA che sarà sottoposto a PCR con gli
opportuni primers in modo da amplificare tutti gli esoni del gene BRCA1 che saranno sequenziati automaticamente
(ABI Prism 377). Sarà inoltre messa a punto l'analisi di mutazioni per BRCA2 e il metodo di prescreening con dH-PLC
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verranno messe in relazione con le altre principali caratteristiche clinico-patologica delle pazienti. L'incidenza delle
mutazioni rilevate nella nostra casistica sarà confrontata con quella riportata in letteratura in casistiche simili (stessa
etnia) o di etnia diversa.
Correlazione di metodo PCR con Hybrid Capture test per la ricerca del HPV in campioni cervicali
Responsabile
Caponio Maria Angela
Ricercatori Associati
Wiesel S, Giannone G, Simone G, Micelli G
Programma
F. Problematiche tecniche
Parole chiave
PCR, HC II, HPV, cervical cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
81
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Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
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Risultati e prodotti
conseguiti
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In 23 casi è stato possibile correlare il nostro risultato con quello ottenuto mediante Hybrid Capture test (HC).
Di questi casi 18 casi correlavano (10 Negativi ed 8 Positivi) e 5 casi erano discordanti (4 casi Positivi con PCR sono
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Risultati preliminari del progetto
Delle 81 donne 45 avevano il pap-test correlato. Nei 40 casi valutabili (5 sono stati esclusi dallo studio perchè non
inidonei) abbiamo osservato: 33 paptest negativi e/o con alterazioni cellulari di tipo reattivo, 3 ASCUS, 2 Low -SIL e 2
High - SIL.
In 8/33 donne con Pap Test negativo è stata rilevata la presenza di HPV 16, 31 45, 56 singolarmente o in
associazione.
Uno/3 casi di ASCUS, i 2 casi con Low SIL e i 2 casi con High SIL risultavano positivi per HPV (Sottotipi 16-31-56 singoli
e/o in associazione). In un caso di High -SIL positivo per la regione L1, non è stato identificato il sottotipo specifico.
Si è verificata correlazione tra quadro citologico ( pap-test ) e presenza di HPV in 30/40 casi valutati mentre in 2 casi
di ASCUS non è stata rilevata presenza di HPV .
Sono in corso studio le correlazioni con il test HC.
Nel 2004 sono stati effettuati 102 indagini biomolecolari perl
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positive, 81 su donne.
Attività previste
Entreranno in studio le donne che avendo effettuato pap-test sono state suc-cessivamente sottoposte al prelievo
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40.
Valutazione della concordanza diagnostica fra patologi su preparati istologici da biopsia con mammotome
digitalizzati e visualizzati con tecniche di Realtà Virtuale
Responsabile
Zito Alfredo Francesco
Ricercatori Associati
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errico D, Lo Mele M, Labriola A, Paradiso A, Digirolamo R, Salvatore C, Ventrella V, Schittulli F, Pellecchia A
Programma
F. Problematiche tecniche
Parole chiave
QTVR, virtual slide, telepathology
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
La Realtà Virtuale (RV) è un fenomeno recentemente prodotto dalla tecnologia cibernetica più avanzata, che
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la macchina alla quale esso è collegato attraverso dispositivi che stimolano i sensi principali. Le principali
applicazioni in medicina di tale tecnologia riguardano soprattutto settori di interesse chirurgico, al fine di formare
ed addestrare, in tutta sicurezza, su simulatori, il personale sanitario. Le applicazioni di Realtà Virtuale in campo
istopatologico sono ancora poche e quelle esistenti sono da validare attraverso studi intra e interosservazionali.
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agnostica di preparati istologici di patologia mammaria digitalizzati e visualizzati al
computer con un sistema di Realtà Virtuale che si basa sulla tecnologia QuickTime VR (standard multimediale
sviluppato da Apple Computer inc.)
Risultati e prodotti
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mammotome, con lesioni di vario genere, ma tutte caratterizzate da una certa difficoltà diagnostica.
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Si è proceduto ad acquisire i preparati istologici, attraverso una tecnica originale da noi già pubblicata su Modern
Pathology.
La tecnica prevede la digitalizzazione del vetrino colorato con Ematossilina-Eosina attraverso la fusione di più
microfotografie consecutive.
Tale scansione del preparato viene poi processato da un software di realtà virtuale che produce un file in formato
QuickTime VR, compaibile con sistemi MAC OS e Windows, nonché con i principali Browsers per Internet.
Con tale procedura sono stati già acquisiti 10 casi.
Inoltre si è proceduto alla creazione di un sito web, dedicato ad accogliere i vari vetrini virtuali.
Il sito, ancora in allestimento, presenta alcuni esempi di vetrino virtuale ed è fruibile al seguente indirizzo:
www.webalice.it/fazito.
Attività previste
Biopsie stereotassiche (mammotome) relative a 30 casi di lesioni mammarie di vario tipo verranno digitalizzate e
acquisite come file QuickTime VR secondo una tecnica da noi già pubblicata. Un portale internet accoglierà i files
82
LINEA 1
che potranno essere scaricati sul proprio computer da coloro che aderiranno al progetto previa password. Saranno
individuate 4 categorie diagnostiche: a) lesioni benigne; b) lesioni atipiche; c) carcinomi in situ; d) carcinomi
invasivi. La diagnosi più frequentemente espressa per ogni caso, diagnosi prevalente (DP), sarà considerata quella
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istologiche convenzionali da 2 patologi con particolare esperienza in patologia mammaria.
41.
Insuline-like Growth Factor I e II nelle neoplasie
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
G. Stili di vita e cancerogenesi
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
Al fine di valutare lo studio delle associazioni tra IGF I e II a neoplasie è stato utilizzato un disegno epidemiologico
dello studio caso - controllo. I sieri di 250 soggetti arruolati nel 1992-1993, conservati nella banca biologica, sono stati
confrontati con gruppi di controllo comune per neoplasia della mammella, del colon, dei polmone a della
prostata.
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Castellana sono stati inviati a partecipare. Degli 11781 soggetti che hanno accettato di ricevere il questionario,
7433 (63.1%) lo hanno restituito in maniera utile per successive elaborazioni statistiche ed hanno accettato anche di
lasciare un campione di sangue per analisi di biomarkers dietetici e di suscettibilità collegati alla possibile
insorgenza di neoplasie. Questi 7433 soggetti (4337 f e 3096 m) hanno ciascuno almeno 10 anni di esposizione alle
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altre neoplasie, malattie cardiovascolari e neurologiche). I soggetti appartenenti alla coorte alla data
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la coorte si può considerare una coorte di anziani. La coorte verrà esaminata per gli outcomes neoplastici
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È stata fatta una indagine a cinque anni, nel 1996-97,s
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di minima, sono: tutte le neoplasie incidenti=750 (350 f e 400 m), mammella= 80 (solo donne), colon-retto= 110,
polmone= 90, prostata= 80. Gli studi realizzati sinora sugli insulin-like growth factors and insulin like growth factors
binding proteins quando mettono in evidenza differenze statisticamente significative a livello di p-value (alfa)= 0.05
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questo studio dovrebbe avere una potenza (1-beta) sufficiente almeno a livello di p-val
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Attività previste
Per lo studio delle associazioni tra insulin-like growth factors e insulin-like growth factors binding proteins, verrà usato
il disegno epidemiologico dello studio caso-controllo nested nello studio di coorte. Il siero del 1992-93 dei soggetti
con le neoplasie incidenti nel periodo 1992-2002, quindi prima dell’
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banca biologica, verrà confrontato con quello di un gruppo di controllo comune per tutte le neoplasie in studio,
con almeno un controllo per caso, per tutte le variabili biologiche in studio.
I dati verranno analizzati con la tecnica della regressione logistica multipla.
42.
Determinanti legate allo stile di vita dell'Insuline like Growth Factor I e II
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
G. Stili di vita e cancerogenesi
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
83
LINEA 1
Area di interesse
Descrizione
Il sistema degli insulin-like-growth-factor (IGF) e relative insulin-like-growth-factor-binding-proteins (IGFBP) è stato
associato a numerose neoplasie come intermedio tra fattori esterni e sviluppo della neoplasia (Giovannucci E.
Insulin-like growth factor-I and binding protein-3 and risk of cancer. Hormone Research 1999; 51 (suppl. 3): 34-41),
(Grimberg A, Cohen P. Role of insulin-like growth factors and their binding proteins in growth control and
carcinogenesis. J Cell Physiol 2000; 183: 1-9). Tuttavia i dati sul sistema tra IGF/IGFBP e le neoplasie ad esso associate
e su i determinanti esterni del sistema IGF/IGFBP (Goodman-Gruen D, Barrett-Connor E. Epidemiology of insulin-like
growth factor-I in elderly men and women. The Rancho Bernardo Study. Am J Epidemiol 1997; 145: 970-76), (Voskuil
DW, Bueno de Mesquita HB, Kaaks R, Van Noord PAH, Rinaldi S, Riboli E, Grobbee DE, Peeters PHM. Determinants of
circulating insulin-like growth factor (IGF)-I and IGF binding proteins I-3 in premenopausal women: physical activity
and anthropometry. Cancer Causes Control 2001; 12: 951-58) sono ancora scarsi. Inoltre non esistono dati in
relazione allo stile di vita mediterraneo della nostra area (dieta, attività fisica e stressori sociali) e questi indicatori di
neoplasia.
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Risultati e prodotti
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Mediante uno studio epidemiologico, sono state arruolati 150 soggetti di entrambi i sessi di età compresa tra i 30 e
69 anni. Ognuno di loro ha risposto a 2 questionari, uno riguardante le abitudini dietetiche e l'attività fisica e
l'altroriguardante la qualità della vita. Sono stati testati i rispettivi valori di IGF-I e II e IGFBPI/3, di colesterolo trigliceridi
ed Emoglobina glicata. I nostri dati sono stati oggetto di una pubblicazione dal titolo: "The impact of body mass
index and type 2 diabetes on breast cancer". Curr Drug Targets Immune Endocr Metabol Disord". 2004 Dec 4 (4):
327-33.
Attività previste
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soggetti di entrambi i sessi (150M e 150F), in età 30-69 anni.
Somministrare ai soggetti un questionario standard dietetico di frequenza semiquantitativo, un questionario per
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Prelievo di sangue per il dosaggio degli IGF I-II e IGFBP 1-3, peptide C, insulina e colesterolo, trigliceridi, colesterolo
HDL, glicemia, fruttosamina, emoglobina glicata, proteine totali con metodiche standard.
Analisi dei dati con la tecnica della regressione multipla.
43.
Diabete mellito e carcinoma della mammella
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
G. Stili di vita e cancerogenesi
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
È nota la possibile associazione tra malattia diabetica e neoplasie sottoposte al controllo ormonale anche se non si
conoscono i meccanismi che predispongono alla crescita tumorale o gli eventi patogenetici che inducono alla
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Il Trasforming Growth Factor b1 (TGF-b1) è una citochina la cui produzione è regolata da altri fattori di crescita
(IGF1) ed è variamente espressa in un certo numero di tumori epiteliali. Nella malattia diabetica è stato dimostrato
che tale citochina è prodotta in maggiore quantità; fra le sue molteplici azioni sembra che vi sia quella di inibire la
crescita cellulare ed indurre la sintesi della Extracellular Matrix protein (ECP), considerata un importante fattore nella
genesi della micro e macroangiopatia diabetica. E’ipotizzabile che nelle donne diabetiche sottoposte a
trattamento insulinico la cronica aumentata produzione di TGF-bpos
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livello plasmatico di IGFBP1, IGFBP3, P53, leptina e TGF-b1 nelle pazienti diabetiche tipo 2 con carcinoma
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follow-up a 5 anni dei due gruppi di pazienti per valutare eventuali differenze nella progressione della patologia
tumorale.
Risultati e prodotti
conseguiti
Mediante uno studio epidemiologico, sono state arruolate 1663 donne Pugliesi con carcinoma mammario e 4702
donne sane; si è effettuata una correlazione tra obesità, diabete mellito e rischio di carcinoma mammario. I nostri
dati sono stati oggetto di una pubblicazione dal titolo: "The impact of body mass index and type 2 diabetes on
breast cancer". Curr Drug Targets Immune Endocr Metabol Disord". 2004 Dec 4 (4): 327-33.
Attività previste
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84
LINEA 1
Per ogni caso saranno analizzati i seguenti parametri:
età del paziente; età di insorgenza del diabete e della neoplasia; tipo di diabete mellito e terapia; durata della
patologia (diabete e carcinoma mammario); familiarità per diabete e neoplasia; patologie associate
(ipertensione, obesità, dislipidemie, ipeuricemia) ed eventuale familiarità per le stesse.
Si procederà quindi ad una valutazione statistica dei dati raccolti relativi a circa 3.000 casi.
Sarà selezionata una serie consecutiva di almeno 300 pazienti in cui la patologia tumorale è insorta a periodi di
tempo variabile dopo la comparsa del diabete e una popolazione di controllo non affetta da malattia diabetica.
Queste pazienti saranno caratterizzate dal punto di vista del tipo e durata del trattamento antidiabete.
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di recettori cellulari tumorali per estrogeni e per progesterone.
Si procederà inoltre alla determinazione dei livelli sierici di IGFBP1, IGFBP3, IGF1 e del TGF-b1 (metodo ELISA). In un
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44.
Il Papilloma Virus Umano (HPV) nelle neoplasie della cervice uterina in correlazione all'abitudine al fumo di
sigaretta
Responsabile
Micelli Giuseppina
Ricercatori Associati
Programma
G. Stili di vita e cancerogenesi
Parole chiave
HPV, Hybrid capture II, cervical cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
E' nota, ormai da tempo, una stretta associazione tra l'infezione da HPV ed il cancro al collo dell'utero a come tale
displasia sia influenzata anche da fattori quali il fumo di sigarette. I dati della letteratura corrente suggeriscono,
infatti, che il fumo può causare un difetto immunologico locale che facilita l'infezione a la persistenza del Papilloma
Virus Umano. E' stato provato che alcuni genotipi di HPV sono associati ad un basso rischio di progressione
neoplastica (HPV 6 e 11) mentre altri ad un alto rischio oncogeno (HPV 16,18,31,33,35,56). In questo contesto è
sicuramente importante poter disporre di metodi diagnostici sensibili ed affidabili che siano in grado non solo di
rilevare la presenza del Papilloma Virus, ma anche di discriminare 1'alto ed il basso rischio oncogeno. La tecnica da
not usata per rivelare la presenza dell'HPV, anche in corso di infezioni latenti, è una recente variante della tecnica
di ibridazione molecolare cioè il sistema Hybrid Capture II.
Obiettivo della ricerca è essenzialmente quello di esaminare un cospicuo numero di pazienti che afferiranno alla
nostra U.O. di Ginecologia, le quali saranno sottoposte sia ad esame citologico che istologico. La diagnosi di
infezione da HPV sarà eseguita su campioni cervicali prendendo in considerazione sia lesioni benigne ( displasie
lievi, condilomi) che francamente neoplastiche displasia grave, ca. squamoso cervicale). Tali campioni verranno
classificati in fumatori a non fumatori per avvalorare l'ipotesi delta correlazione tra 1'infezione da HPV a uno dei
fattori epidemiologicamente correlati quali il tabagismo.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono stati processati 155 campioni di pazienti ricoverati ed ambulatoriali i cui dati sono stati inseriti nel database già
esistente. I dati sono in fase di elaborazione.
Attività previste
Le U.O. partecipanti al progetto vantano un'ottima esperienza nel cameo dello studio delle infezioni virali
sessualmente trasmesse. Il Laboratorio di Microbiologia dispone di tune le metodiche standard per portare a
compimento questo progetto a in particolare il sistema Hybrid Capture II. E' questo un test di ibridizzazione degli
aa'di nucleici che si esegue su campioni cervico-vaginale prelevati con un brush. La tecnica si basa sulfuso di
sonde ad RNA che ibridizzandosi con il DNA virale denaturato formano complessi DNA # RNA che vengono
"catturati "da anticorpi che riconoscono specificatamente questi ibridi. Il sistema di rivelazione consiste nel fuso di
un 2° anticorpo anti-ibrido, coniugato con fosfatasi alcalina, che scinde una sostanza luminescente.
85
86
LINEA 2
LINEA 2.- Stadiazione biologica pre e post operatoria
DIRETTORE: Giuseppe Fanizza
Resoconto attività 2004
C
on riferimento ai raggruppamenti suggeriti nel
razionale della Linea di Ricerca n. 2, verranno di
seguito esposte alcune valutazioni rinvenienti
dalle comunicazioni pervenute riguardo allo stato di
avanzamento dei progetti assegnati alla linea stessa.
ANTICIPAZIONE DIAGNOSTICA (Progetti 1-10)
Di questo gruppo i progetti avviati sono 6; il progetto 7
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Simone), riguardano la diagnostica strumentale per una
maggiore accuratezza della patologia mammaria. Sono
state messe a punto le metodiche previste ed è stato
avviato il reclutamento dei casi, dopo aver esaminato
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nuova metodica.
In particolare, per il progetto 1 sono state reclutate 15
pazienti con lesioni varie a cui il posizionamento del
nuovo repere sembra dare buoni risultati per il successivo
facile e rapido reperaggio ecografico. Alcuni problemi di
identificazione sembrano sorgere quando intercorre un
periodo maggiore di 30 giorni dal posizionamento al
reperaggio prechirurgico, per il rapido riassorbimento
delle pastiglie gelatinose. Si vuole verificare il dato su un
numero maggiore di pazienti.
Per il progetto 2 dal 30.3.2001 al 30.6.2004 sono state
sottoposte a prelievo microistologico 411 pazienti con
microcalcificazioni suddivise in 5 gruppi, secondo la
classificazione di Tabar (lobulari, granulari, pulverulente,
miste ed a stampo). I risultati sono in corso di
pubblicazione.
Per il progetto 3 i risultati sono in corso di pubblicazione.
Per il progetto 6 i risultati si riferiscono alla casistica 2003 e
comprendono 151 lesioni mammarie sottoposte a FNA e
281 indagate con mammotome. Essi dimostrano, sulla
base del riscontro istologico, che la sensibilità della FNA
nel carcinoma invasivo è sovrapponibile a quella del
mammotome (circa 94%) mentre nelle lesioni non
palpabili e nella diagnosi di ca in situ il mammotome
risulta più efficace. Poiché allo stato attuale nel nostro
Istituto i 2 metodi sono considerati alternativi e non
complementari, sarà verosilmente necessario ridurre il
numero di casi in studio. Considerazioni derivanti dallo
studio saranno pubblicate nel prossimo numero (gennaio
2005) di International Journal of Surgical Pathology in una
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precoce di alterazioni strutturali dell'endometrio in
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Gargano) riguardano la patologia utero-annessiale. Per
entrambi i progetti è stato avviato il reclutamento ed
effettuata una prima valutazione dei risultati.
STADIAZIONE (Progetti 11-14)
Di questo gruppo i progetti avviati sono 3. Del progetto
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diagnosi della patologia mammaria tramite biopsia
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Cellamare) non è pervenuto alcun risultato.
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linfocitaria nel linfonodo sentinella e marcatori sierici
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dott. M. Quaranta), è stato completato il reclutamento
dei casi previsti (30/30) ed effettuate le relative
determinazioni di laboratorio. In particolare, sono stati
testati i livelli sierici di Ca 15.3 (con metodo ELISA) e di
MUC-1 nei tessuti di ca mammario e relativi linfonodi
sentinella di 30 pazienti sottoposte ad intervento di
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statistica dei risultati ottenuti.
Sulla scorta dei dati pervenuti, si può affermare che per il
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one linfonodale in pazienti con ca
mammario NO: valore predittivo del linfonodo sentinella
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conclusa la fase di reclutamento (30/30) e sono da
attendere i tempi tecnici del follow up per i risultati finali.
Nello specifico, sono stati finora effettuati 30 casi di
dissezione linfonodale ascellare in pazienti con ca
mammario dopo ricerca radioguidata e con iniezioni di
colorante vitale per la ricerca del linfonodo sentinella. In
tutte le pazienti è stato eseguito il seguente programma:
rimozione linfonodo sentinella dopo ricerca radioguidata
e
contemporaneamente
dissezione
ascellare
tradizionale indipendentemente dal risultato istologico
del linfonodo sentinella al fine di valutare il valore
predittivo del
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locoregionale del cancro del retto: confronto fra
endoscopia (EUS) e Tomografia Computerizzata (TC)
(responsabile dott.ssa A. De Ceglie), sono stati studiati
con ecoendoscopia rettale e TC 20 pazienti affetti da
neoplasia del retto. Di questi 6 sono stati sottoposti già a
resezione chirurgica dopo aver effettuato radioterapia e
successiva nuova stadiazione con ecoendoscopia e TC.
Altri 4 pazienti hanno già effettuato radioterapia, sono
stati ristadiati dopo 40 giorni dal termine di essa e
attualmente sono in attesa di intervento chirurgico. Per
un paziente, avendo verificato una regressione
endoscopica ed istologica della neoplasia dopo RT, in
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87
LINEA 2
deciso di non effettuare il trattamento chirurgico. I drop
out sono stati 6. Attualmente 3 pazienti stanno
effettuando i cicli di radioterapia neoadiuvante. Si
prevede di arruolare ulteriori pazienti e di completare
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co di 7 pazienti già entro
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FOLLOW UP (Progetti 15-18)
Di questo gruppo sono stati avviati tutti i progetti. Il
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o delPAP-test nel follow-up di
pazienti oncologiche (responsabile dott.ssa S. Wiesel) è
concluso ed i risultati sono in via di pubblicazione. Per i
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casi previsti ed i risultati sono in corso di elaborazione,
eccetto che per il progetto 18 che prevede un periodo
di follow up di 5 anni.
In particolare, per il pr
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degli adenomi sessili del colon-r
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F. Scotto), si è concluso il reclutamento di 7 pazienti
portatori di adenomi sessili del colon-retto ad ampia
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stati reclutati 15 pazienti affetti da IBD a rischio per lo
sviluppo del cancro del colon-retto ed inseriti nel
programma di sorveglianza endoscopico-istologica. Per il
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tardivi (sopravvivenza e recidive) dopo linfectomia
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(responsabile dott. S. Montemurro), è stato completato
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elaborazione i dati riguardanti i risultati precoci ( morbilità
e mortalità). I risultati a distanza (sopravvivenza e
recidive) saranno valutati nel corso dei prossimi 5 anni.
CHEMIOPREVENZIONE (Progetti 19-23)
Di questo gruppo i progetti avviati sono 4. Del progetto
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(responsabile dott. G. Digiesi), non è pervenuto alcun
risultato.
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Virus Umano (HPV) in campioni cervicali: correlazione
clinica e follow-up in pazienti positive trattate con
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pazienti su 30 previste, di cui 6 già trattate o in corso di
trattamento.
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pre e post menopausa in pazienti considerate a rischio di
ca mammario: ruolo del fitoestrogeno nella riduzione di
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F. Schittulli), sono stati riportati i seguenti risultati che
appaiono in contrasto con le premesse e gli obiettivi del
progetto che era indirizzato a pazienti a rischio di tumore
e non a pazienti operate per ca mammario. Sono state,
infatti, reclutate 200 pazienti già sottoposte ad intervento
chirurgico per carcinoma mammario recettori positivi, a
100 del
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appena si avrà il consenso da parte del Comitato Etico
Scientifico alla somministrazione del solo fitoestrogeno. Lo
studio è in corso e una prima valutazione dei diversi
parametri sarà effettuata al termine del presente anno.
Lo studio è ancora in corso perché allargato a studi sulla
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Sapienza di Roma e i dati preliminari sono in corso di
elaborazione.
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oggi sono state contattate 57 pazienti di cui 21
randomizzate.
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dott. F. Scotto), sono stati arruolati 27 pazienti a cui è
stata somministrata la videocapsula.
Nel complesso si può dire che sul totale di 23 progetti si
sono ottenute risposte in 19 (83%). Per gli altri
evidentemente non è stato elaborato neanche uno
studio di fattibilità. Tra quelli del primo gruppo 2 non sono
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assimilabili ai precedenti.
Ad oggi, 4 risultano conclusi come reclutamento e studio
dei casi, i cui risultati sono in via di elaborazione per cui i
prodotti finali dovrebbero pervenire a breve.
I restanti sono in fase di arruolamento o di follow up. In
considerazione di particolari tipologie oggetto di studio,
spesso non frequenti, o per periodi di follow up
relativamente lunghi, i risultati potranno essere raccolti
nel corso dei prossimi anni.
Programma 2005
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suggerisce la ridefinizione della stessa che meglio
potrebbe essere definita come Linea 2 –
Prevenzione, diagnosi, stadiazione e prognosi delle
neoplasie.
Nel processo di sviluppo dei tumori esistono varie fasi di
progressione: la displasia, il carcinoma in situ, il tumore
invasivo.
Ogni fase di tale sviluppo presenta caratteristiche
biologiche peculiari.
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metastasi. Esistono grosse differenze nel comportamento
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stesso tipo di tumore. Alcuni tumori non vanno incontro a
metastasi quasi mai, altri metastatizzano molto
precocemente.
Ne scaturisce la necessità di una adeguata valutazione
della estensione della patologia al fine di:
fornire indicazioni per la pianificazione del trattamento
precisare la prognosi
facilitare le possibilità di scambio dei risultati delle terapie
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analizzato secondo angolazioni diverse.
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tenga conto, per ciascuno, dei singoli aspetti citati.
Complessivamente vengono presi in esame le neoplasie
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testa-collo, oltre ad alcune ricerche di laboratorio sui
tumori solidi.
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prevenzione, diagnosi, stadiazione e prognosi hanno
nella storia delle neoplasie.
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diagnostica permette anche la corretta stadiazione
indispensabili per le terapie più appropriate. Infine esiste
un insieme di parametri strumentali e di laboratorio in
grado di poter suggerire l
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avanzamento e quindi poter formulare una prognosi
adeguata.
88
LINEA 2
A riguardo della prevenzione sono stati proposti alcuni
progetti (1,3,4) che riguardano essenzialmente due
neoplasie sulle quali la prevenzione è molto efficace e
cioè mammella e cervice uterina.
Per la prima viene proposto lo studio multicentrico
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estrogeniche tradizionali, nel prevenire il cancro della
mammella.
Numerosi studi dimostrano la correlazione tra insorgenza
di neoplasie della cervice uterina ed infezione da ceppi
di HPV. Lo studio proposto (2) intende valutare gli aspetti
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rappresentare il fattore maggiormente a rischio per
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Numerosi studi vengono proposti per un affinamento
diagnostico mirato alla possibilità di stabilire una diagnosi
precisa in fasi sempre più precoci.
Tali studi interessano la mammella (6,7,10,11,12,13,
16,
17,
18,
19,
20)dove vengono pr
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della diagnostica per immagini (RNM , mammografia
digitale, ecc.) da sola o associata a metodiche più
invasive quali la biopsia. Altri (5,14)riguardano
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Per il distretto testa-collo viene preso in esame anche la
possibilità di utilizzo di mezzi di contrasto ecografici.delle
neoplasie tiroidee e paratiroidee. In questo gruppo
possono essere compresi anche i lavori (22,23) proposti
per l
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neoplasie della cervice che per quelle di tiroide, fegato
e polmone. Questa tecnica i cui vantaggi sembrano
ormai indiscussi permette una diagnostica più precisa e
riproducibile.
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stadiazione di un tumore.
La prima rappresenta un modo di vedere la diffusione
della neoplasia, la seconda si riferisce, invece, a un
tempo specifico, in genere il momento della diagnosi
iniziale.
La stadiazione, di per sé, rappresenta pertanto il
passaggio indispensabile dopo la diagnosi e prima di
ogni trattamento terapeutico.
In tal senso può dare utili informazioni sulla tipologia di
trattamento e sulle eventuali associazioni nonché sulla
tempistica degli stessi. Anche dopo uno o più cicli di
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ne
di pianificare successivi interventi terapeutici ed
eventualmente rivalutare la prognosi.
Alcuni progetti (24, 25, 26, 30) riguardano aspetti della
stadiazione di alcuni tumori ginecologici, mammella e
vulva mediante lo studio del linfonodo sentinella o
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Allo stato attuale delle conoscenze, stadiazione e
biologia del tumore rappresentano i parametri più
attendibili per la prognosi e per le scelte terapeutiche.
Sulla scorta di tali principi i lavori di impostazione
prognostica (27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35) prendono in
esami alcuni dati di laboratorio nelle neoplasie del colon
retto, mammella, polmone e tumori solidi.
Nel complesso gli studi proposti per questa linea di
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cer
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metodiche tradizionali ed innovative per una migliore
definizione del quadro clinico delle neoplasie e delle
performance terapeutiche.
I progetti presentati rappresentano in maniera articolata
il razionale della linea affrontando molteplici aspetti delle
problematiche ad esso connesse dal punto di vista
clinico, di laboratorio e strumentale. Gli argomenti
proposti, comprendendo le più frequenti neoplasie della
donna (mammella, endometrio, cervice ed ovaio) oltre
a colon-retto, tiroide e paratiroidi interessano la
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pertanto dovrebbero essere rispettati i tempi di
svolgimento e la numerosità prevista per il reclutamento.
89
LINEA 2
1.
Valutazione del rischio oncogeno sulla mammella nella HRT
Responsabile
Fanizza Giuseppe, Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
De Liso MA, Kardhashi A, Altieri R, Aloisi A
Programma
Parole chiave
Breast, HRT, risks/beneficts
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
120
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La terapia ormonale sostitutiva previene a tratta le patologie correlate alle modificazioni dell'organismo femminile,
provocate dalla carenza dg steroidi sessuali. Tuttavia un use prolungato di HRT può aumentare il rischio di sviluppare
un tumore mammario, specie con la combinazione estroprogestinica. La aggiunta di un Modulatore Selettivo di
Recettori Ormonali come il Tamoxifene può ridurre L'effetto di promozione sulla crescita cellulare mammaria
esercitata dall' HRT. Studi recenti suggeriscono the la dose di 20 mg di tamoxifene può essere ridotta a 5 mg senza
the questo determini perdita significativa dei suoi effetti biologici. Dato che l'effetto del Tamoxifene sull'endometrio è
dose-tempo-dipendente, una riduzione della dose a 5 mg/die potrebbe ridurre il rischio di carcinoma endometriale
mantenendo la sua capacità preventiva.
Verificare se il Tamoxifene a basse dosi riduca I'incidenza di ca mammario invasivo ed in situ in donne sane in
menopausa, the stanno già assumendo HRT o new users.
Risultati e prodotti
conseguiti
Ad oggi sono state contattate 57 pazienti di cui 21 randomizzate.
Attività previste
Studio di Fase III, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, con il seguente disegno: donne sane in
menopausa in HRT, da non= più di 3 anni, o in procinto di iniziarla. Alla randomizzazione, aggiunta di Tamoxifene 5
mgldie o placebo.
2.
Studio di prevalenza del Papilloma Virus Umano (HPV) in campioni cervicali:correlazione clinica e follow-up in
pazienti positive
Responsabile
Fanizza Giuseppe
Ricercatori Associati
Micelli G, Falco G, Quaranta M, Venneri MT, Carbonara MD
Programma
Parole chiave
HPV, follow up, cervical cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Le ultime due decadi hanno segnato un sostanziale progresso nella conoscenza della storia naturale del
carcinoma della cervice. L'infezione da HPV è attualmente la malattia sessualmente trasmessa più diffusa ed è
ormai riconosciuta come la causa di tale neoplasia. Le ricerche correnti si sono concentrate sul pool dei tipi di HPV
ad alto rischio, lo sviluppo di strategie di screening primarie e secondarie dove all'esame citologico venga
associato il test HPV e, come conseguenza, la realizzazione e la somministrazione di vaccini a scopo profilattico e
terapeutico. Studi recenti hanno evidenziato la presenza di HPV DNA in 99,7% dei casi di carcinoma della cervice
uterina e hanno valutato che il rischio delle forme pre-neoplastiche è direttamente correlato con il numero dei test
positivi per HPV nella storia della paziente, quindi con la infezione persistente.
Questo studio si pone come obiettivi quello di calcolare l'incidenza della infezione da HPV in pazienti appartenenti
a categorie a rischio e quello di valutare il follow-up a 6 mesi in pazienti positive.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono state reclutate 16 pazienti, di cui 6 già trattate o in trattamento con imiquimod.
Attività previste
Il test che sarà utilizzato per la diagnosi di infezione da HPV sarà "Hybrid Capture II" (unico test attualmente
approvato dall'FDA) che consente la simultanea determinazione di ceppi ad alto/medio o basso rischio oncogeno
attraverso l'ibridazione in fase liquida del DNA virale eventualmente presente nel campione con una miscela (pool)
di sonde ad RNA.
90
LINEA 2
3.
Trattamento endocrino preoperatorio con Tamoxifene in pazienti con carcinoma mammario
Responsabile
Digiesi Giambattista
Ricercatori Associati
Cellamare G, Cicoria O, Brandi M, Schittulli F
Programma
Parole chiave
Breast cancer, tamoxifen, presurgery
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
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iestrogeno più comunemente usato, in pazienti affetti da
carcinoma mammario con recettori ormonali positivi o sconosciuti può indurre risposte cliniche fino al 40% dei casi a
fronte di una buona tollerabilità e di effetti collaterali occasionali contenuti econt
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potrebbe avere un effetto citoriduttivo sulla massa neoplastica ed un effetto positivo sulla prognosi.
Valutare le modificazioni cliniche, mammografiche, biologiche e prognostiche in pazienti con carcinoma
mammario trattate con terapia endocrina preoperatoria.
Risultati e prodotti
conseguiti
Allo stato attuale sono entrate in studio 14 pazienti. Età mediana 52 anni (45-64), tutte T2.Otto pazienti hanno
completato il trattamento preoperatorio e sono state sottoposte ad intervento. Allo stato attuale il reclutamento
delle pazienti è stato completato: inoltre sono state prese in considerazione oltre 20 pazienti sempre allo stadio T1 T2
di età superiore ai 45 anni senza alcun trattamento ormonale preoperatorio. La valutazione è a 5 anni.
Attività previste
Reclutamento di 20 casi di carcinoma mammario T1-T2 tra pazienti di età superiore a 45 anni.
Valutazione clinica, mammografica, ecografica e RNM della neoplasia.
Stadiazione istobiologica della neoplasia, compreso assetto recettoriale, grading, indice di proliferazione (ki-67),
Her2-neu, tramite biopsia percutanea con Mammotome.
Stadiazione clinica tramite indici ematici (transaminasi e funzionalità epatica, piastrinemia ed indici della
coagulazione), visita ginecologica con Pap test, prelievo isteroscopico ed eco transvaginale, visita oculistica
(esclusione delle pazienti affette da glaucoma), Rx torace in due proiezioni, Scintigrafia ossea o/e Rx scheletro in
toto, eco epatica. Trattamento, previo parere positivo del Comitato Etico e consenso informato, con Tamoxifene 20
mg/die per 4 settimane.
Rivalutazione clinica e strumentale, dopo le 4 settimane di trattamento, della neoplasia e follow-up nel tempo.
4.
La Genesteina in donne in pre e postmenopausa considerate a rischio di ca mammario: ruolo del fitoestrogeno
nella riduzione di incidenza del carcinoma mammario
Responsabile
Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
Guido A, Di Giesi G, Cellamare G, Longo S
Programma
Parole chiave
Genesteina, breast cancer, pre menopausal, post menopausal
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
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)come anche
responsabile di un aumento di rischio di ca mammario quando questa somministrazione supera il tempo di 3 anni.
Viceversa, sappiamo che ci sono popolazioni di donne orientali che fanno molto uso di prodotti vegetali
contenenti isoflavoni di soia (fitoestrogeni) le quali non accusano alcun disturbo della carenza ormonale di
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Quindi, la somministrazione di genesteina (fitoestrogeno derivato dalla soia) può essere proposto quale mezzo
alternativo alla terapia ormonale sostitutiva con finalità sia di prevenzione e cura della sintomatologia provocata
dalla caduta dei livelli ormonali femminili propria della menopausa sia di eventuale riduzione di incidenza di ca
mammario ed endometriale.
Si intende valutare se la somministrazione di fitoestrogeni sia in grado di:
-ridurre o eliminare la sintomatologia clinica menopausale e di migliorare la perdita di calcio con conseguente
riduzione di incidenza delle malattie osteoarticolari;
-ridurre il rischio di ca mammario in donne con alto rischio (familiarità neoplastica, patologia preneoplastica).
91
LINEA 2
Risultati e prodotti
conseguiti
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Finora sono state reclutate circa 80 donne di cui 20 ritenute ad alto rischio di ca mammario in pre e post
menopausa, sottoposte a terapia ormonale 80 mg/die di genesteina dopo aver prodotto esami ematoclinici e
strumentali (MOC, MX, Ecografia e biopsia mammaria co ago e/o mammotome), a tempo 0 e a 2 mesi dopo
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ad alto rischio (familiarità, nulliparità, non sono stati seguiti esami genetici). Lo studio prevede un reclutamento di
100 donne trattate con genesteina.
Attività previste
Saranno considerati due gruppi di donne tra i 45 e i 55 anni. Donne ad alto rischio di ca mammario in pre e post
menopausa questo gruppo comprende a sua volta 2 sottogruppi:: a) donne sottoposte a trattamento con
genesteina alla dose di 80 mg/die per un periodo di tempo che varia dai 2 ai 5 anni; b) donne senza alcuna
terapia. Tutte le donne saranno sottoposte periodicamente a : esami ematochimici, ormonali, visita senologica e
visita ginecologica, esami strumentali (MOC, MX, Eco mammaria, ev agobiopsie di lesioni sospette mammarie,
isteroscopia con prelievo bioptico, eco ovarica, Pap test).
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5.
Utilizzo dell'isterosonografia diagnostica precoce di alterazioni strutturali dell'endometrio in pazienti in trattamento
con TAM per carcinoma mammario
Responsabile
Gargano Giulio
Ricercatori Associati
Fanizza G, Schittulli F
Programma
Parole chiave
SIS, Tamoxifen, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
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sottoposte a trattamento con TAM per patologie tumorali maligne della mammella, ha riscosso, negli ultimi anni
sempre più importanza. Indubbie sono ormai le conoscenze degli effetti collateral
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trattamento delle patologie maligne della mammella con TAM.
Tale metodica, applicabile in regime ambulatoriale senza nessun preventivo trattamento farmacologico a cui
sottoporre la paziente (analgesia locale), dà la possibilità di individuare con scarso margine di errore qualsiasi
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Risultati e prodotti
conseguiti
Sono state sottoposte ad esame isterosonografico 35 pazienti nel corso dell'anno 2004.
Attività previste
Saranno reclutate, n.80 pazienti affette da carcinoma della mammella in trattamento con TAM, per il
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6.
Reperaggio lesioni non palpabili mammarie tramite la tecnica della proiezione cutanea: analisi dei casi trattati
chirurgicamente presso l'U.O. di Senologia
Responsabile
Longo Salvatore
Ricercatori Associati
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Programma
Parole chiave
Lesioni mammarie non palpabili, proiezione cutanea
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
92
LINEA 2
Descrizione
Per lesioni non palpabili mammarie si intendono quelle lesioni non reperibili clinicamente e per le quali le metodiche
di diagnosi impiegate hanno evidenziato un sospetto senza acquisire una diagnosi di certezza citologica. Per tali
neoplasie non palpabili deve essere ovviamente programmato un adeguato trattamento chirurgico. La metodica
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proiezione cutanea su guida mammografica e/o ecografica, consistente in un disegno sulla cute della proiezione
cutanea della lesione.
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Senologia, anche analizzando il rapporto bioptico benigni/maligni.
Risultati e prodotti
conseguiti
Nel secondo anno di attività del progetto, sono state analizzate 150 pazienti.
Sono in corso le analisi statistiche dei dati e le valutazioni conclusive dell'indagine. Da dati preliminari il reperimento
mammografico od ecografico permette un adeguato trattamento chirurgico delle lesioni non palpabili quasi al
99% dei casi.
Attività previste
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con proiezione cutanea con attenzione al referto mammografico di sospetto e di indicazione alla biopsia con
reperimento, alle dimensioni del pezzo operatorio, alla congruità del pezzo operatorio in relazione a quello del
livello mammografico, alla corrispondenza tra esame istologico estemporaneo ed esame istologico definitivo, ai
tempi di Sala Operatoria di effettuazione di tale procedura bioptica, al rapporto bioptico benigni/maligni.
7.
Accuratezza diagnostica della microbiopsia mammaria stereotassica digitale con mammotome nelle
microcalcificazioni
Responsabile
Ventrella Vincenzo
Ricercatori Associati
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Programma
Parole chiave
Mammotome, microcalcification, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
La mammografia ad alta definizione nella diagnostica senologica ha permesso la rilevazione sempre più frequente
delle microcalcificazioni. Esse rappresentano mol
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Verificare il contributo diagnostico della biopsia con aspirazione forzata(VB)-Mammotome in Stereotassi Digitale
nella valutazione diagnostica delle microcalcificazioni, in alternativa alla tradizionale biopsia chirurgica.
Risultati e prodotti
conseguiti
Dal 30.3.2001 al 30.6.2004 sono state sottoposte a prelievo microistologico 411 pazienti con microcalcificazioni
suddivise in 5 gruppi, secondo la classificazione di Tabar (lobulari, granulari, pulverulente, miste ed a stampo). I
risultati sono in corso di pubblicazione.
Attività previste
Le pazienti con reperto di microcalcificazioni sospette alla mammografia e prive di riscontro clinico ed ecografico
saranno sottoposte a biopsia con Mammotome sotto guida stereotassica con l'ausilio di un tavolo prono Fisher. Le
microcalcificazioni saranno suddivise in 5 gruppi secondo la classificazione di Tabar (globulari, granulari,
pulverulente, miste ed a stampo). Il prelievo sarà effettuato con ago da 11G e con un nuovo sistema di aspirazione
forzata (Mammotome ST) che permette un'automazione dell'aspirazione e del prelievo. Dal 1.1.2002 al 20.5.2003
sono state sottoposte a prelievo microistologico 305 pazienti con microcalcificazioni suddivise in 5 gruppi, secondo
la classificazione di Tabar (lobulari, granulari, pulverulente, miste ed a stampo). La diagnosi di malignità è stata
riscontrata in 72 pazienti con reperto mammografico di microcalcificazioni. Le microcalcificazioni hanno
rappresentato la spia del 97% dei CA IN SITU e del 67% dei CA INFILTRANTI. Per quanto riguarda la morfologia, le
microcalcificazioni granulari sono state riscontrate nell#86% del ca in situ e nel 42% del ca infiltrante.
8.
La diagnostica ecografica e citologica mediante agobiopsia ecoguidata degli adenomi paratiroidei
Responsabile
Achille Gaetano
Ricercatori Associati
Grammatica L, Simone G, La Raia E (CBH Hospital, Bari)
Programma
Parole chiave
Parathyroid agobiopsy, parathyroid denomas
Altri Enti coinvolti
Casa di Cura Santa Rita (Bari)
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
93
LINEA 2
Descrizione
La patologia delle paratiroidi rappresenta spesso un challenge diagnostico, per le caratteristiche anatomiche
delle ghiandole, di dimensioni ridotte e a localizzazione non facilmente accessibile: per tali ragioni spesso si assiste
a quadri clinici definiti di iperparatiroidismo primitivo, che in realtà sarebbero sostenuti da minuti adenomi
ghiandolari non facilmente rilevabili dal consueto protocollo diagnostico, fondato essenzialmente sulla ricerca
della paratormonemia e, in casi selezionati, sull'esecuzione della scintigrafia con mezzo di contrasto selettivo per le
paratiroidi. La possibilità di adoperare strumentazioni ecografiche digitali, corredate con modulo color e
powerdoppler, potenziate dall'impiego di mezzi di contrasto ecografici ha reso più agevole tale diagnosi, che
viene ulteriormente confermata attraverso l'indagine citologica eseguita su materiale agoaspirato in ecoscopia. Su
tali campioni può essere eseguito, ad ulteriore arricchimento diagnostico, anche il monitoraggio dei livelli di
paratormone.
Stabilire un protocollo diagnostico nei pazienti portatori di iperparatiroidismo, attraverso l'impiego dell'esame
ecografico, con power e colordoppler, della successiva applicazione dei mezzi di contrasto ecografici e
dell'indagine citologica su agoaspirato eseguito in ecoscopia.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono attualmente stati inseriti 13 casi. La metodica ha dei ritardi legati alle mancate acquisizioni dei kit di
rilevazione.
Attività previste
Verranno reclutati pazienti in cui la storia clinica o il reperto ecografico facciano propendere per una patologia
paratiroidea. Verrà formulata una scheda raccolta dati in cui, oltre ai dati anamnestici e clinici, verranno inseriti i
risultati degli esami ecografici e dell'indagine citologica, correlati con i livelli di paratormonemia e con i referti delle
indagini scintigrafiche, nella prospettiva di costituire un database iconografico di riferimento. Allo stato attuale,
nonostante la rarità di tale patologia, sono stati inseriti circa 8 nuovi casi di adenomi paratiroidei; se ne prevede
l'ulteriore inserimento nel numero di circa 5 pazienti all'anno.
9.
Utilizzo dei mezzi di contrasto nella diagnostica ecografica delle localizzazioni neoplastiche linfonodali
laterocervicali
Responsabile
Achille Gaetano
Ricercatori Associati
Grammatica L
Programma
Parole chiave
Contrast enhancement in laterocervical methastasis
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La diagnostica ecografica rappresenta, per la rapidità, ripetibilità e assenza di invasività, un'importante risorsa
diagnostica nella valutazione strumentale delle patologie neoplastiche a localizzazione linfonodale nel distretto
cervico-cefalico. I relativi valori di sensibilità e di specificità, d'altro canto, non posseggono percentualmente una
pari affidabilità: sono possibili, infatti, sia falsi negativi per linfoadenopatie ancora di dimensioni ridotte o non
integralmente coinvolte in senso metastatico, sia falsi positivi (più frequentemente) per adenopatie reattive in fase
acuta. L'impiego dei mezzi di contrasto ecografici può consentire di perfezionare la diagnosi delle adenopatie
metastatiche, che iconograficamente dimostrano un sovvertimento del normale disegno vascolare, oltre ad un'
aumentata vascolarizzazione. Tale metodica piuttosto promettente necessita ancora, a tutt'oggi, di una precisa
puntualizzazione e validazione delle diverse caratteristiche iconografiche in rapporto alla malattia da
diagnosticare.
Obiettivo di tale progetto è quello di creare un database iconografico di adenopatie rilevate ecograficamente sia
in pazienti con diagnosi di neoplasia del distretto cervico-cefalico, sia in pazienti con diagnosi istologica di
negatività, sottoposti a somministrazione di mezzo di contrasto ecografico. Il confronto delle immagini, associato
ad un'analisi multivariata in cui siano rappresentati i dati anamnestici e la storia clinica consentirà di stabilire dei
criteri morfologici ecografici sui quali poter basare la diagnosi di presenza di malattia neoplastica e per ciascuno di
essi i valori di specificità e sensibilità.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono inseriti in ciascun braccio 23 pazienti. La metodica potrebbe essere implementata dopo acquisizione della
sonda ecografica dedicata.
Attività previste
Verranno reclutati due gruppi di pazienti: il primo gruppo sarà costituito da pazienti affetti da patologia
neoplastica istologicamente confermata, il secondo da pazienti portatori di adenopatie a carattere non
neoplastico. Per ciascuno di questi pazienti verrà costruita una scheda raccolta dati, includente i dati anamnestici
e la storia clinica. Verranno eseguiti gli esami ecografici linfonodali laterocervicali, con somministrazione di mezzo
di contrasto ecografico, durante i quali verranno rilevati diversi parametri, quali la velocità di afflusso, le
caratteristiche di impregnazione, la velocità di deflusso, i parametri color e powerdoppler, oltre alle consuete
valutazioni morfologiche ecografiche. I risultati verranno confrontati e successivamente analizzati facendo
riferimento, mediante un'analisi multivariata, a tutti gli altri fattori clinici ed anamnestici rilevati. Si prevede di poter
reclutare, per ciascuno dei due bracci, circa 20 pazienti all'anno.
10.
Accuratezza diagnostica della microbiopsia mammaria stereotassica digitale con mammotome nelle opacità
parenchimali
94
LINEA 2
Responsabile
Ventrella Vincenzo
Ricercatori Associati
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Gennaro M, Schittulli F
Programma
Parole chiave
Mammotome, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Il largo uso della mammografia ad alta definizione nella diagnostica senologica ha permesso la rilevazione sempre
più frequente di piccoli addensamenti parenchimali a contorni irregolarmente sfrangiati, in assenza di altri reperti
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Verificare il contributo diagnostico della biopsia con aspirazione forzata (VB)-Mammotome in Stereotassi Digitale
nella valutazione delle opacità parenchimali, in alternativa alla tradizionale biopsia chirurgica.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono state biopsizzate 228 pazienti con opacità parenchimali e sono stati accertati 45 Cr di cui 36 infiltranti(77%) e 9
in situ(5%).
Il reperto semeiologico mamografico di nodulo irregolare è stato riscontrato in 37 casi (82%), di nodulo regolare in 3
casi(7%), di distorsione architetturale in 4 casi (9%) ed asimmetria focale in 1 caso (2%).
I risultati sono in corso di pubblicazione.
Attività previste
Le pazienti con reperto di opacità stellari alla mammografia e prive di riscontro clinico ed ecografico saranno
sottoposte a biopsia con Mammotome sotto guida stereotassicaconl
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Il prelievo sarà effettuato con Ago da 11 G e con un nuovo sistema di aspirazione forzata (Mammotome ST), che
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I frustoli di tessuto prelevati varieranno da 6 a 12.
Le opacità parenchimali sono state suddivise in 4 gruppi: 1) Noduli rotondeggianti a contorni irregolari 2) Noduli a
contorni regolari, 3) Distorsioni architetturali 4) Asimmetrie focali.
La valutazione anatomo-patologica sarà sempre effettuata dallo stesso specialista che garantirà una uniformità di
lettura.
11.
Studio con RM nelle pazienti ad alto rischio per ca della mammella
Responsabile
Ventrella Vincenzo
Ricercatori Associati
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Programma
Parole chiave
Breast cancer, RM
Altri Enti coinvolti
Ospedale San Paolo, Bari
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
L'accuratezza diagnostica dell'indagine clinica associata alla mammografia ed ecografia mammaria presenta dei
limiti, maggiormente per la valutazione di alcuni carcinomi infraclinici, in parte recuperati dallo studio con RM della
mammella.
Verificare l'accuratezza diagnostica della RM nella diagnosi precoce del carcinoma mammario nelle pazienti ad
alto rischio, con accertata mutazione dei geni BrCa1 e BrCa2.
Risultati e prodotti
conseguiti
Si prevede il reclutamento di 40 pazienti per anno da sottoporre ad indagine con RM.
Attività previste
Le pazienti sottoposte a preliminare visita, ecografia e mammografia saranno successivamente sottoposte con
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inferiore ad 1 Tesla dispone di tutti i dispositivi e software necessari e di una bobina dedicata per lo studio
simultaneo delle mammelle.
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Le eventuali lesioni sospette accertate saranno successivamente valutate con un second look ecografico.
12.
Verifica di un nuovo dispositivo di marcatore del sito di biopsia mammaria (GEL MARK)
95
LINEA 2
Responsabile
Ventrella Vincenzo
Ricercatori Associati
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Digennaro M, Schittulli F
Programma
Parole chiave
Gel mark, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Preclinica
Area di interesse
Descrizione
I comuni dispositivi in uso per il reperimento del sito bioptico sono caratterizzati da alcuni inconvenienti legati in
parte alla difficoltà di visualizzare tali dispositivi intraoperatoriamente con una elevata incidenza di inadeguatezza
del prelievo bioptico. Tale inconveni
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Risultati e prodotti
conseguiti
Sono state reclutate 15 pazienti con lesioni varie a cui il posizionamento del nuovo repere sembra dare buoni
risutlati per il successivo facile e rapido reperaggio ecografico. Alcuni problemi di identificazione sembrano sorgere
quando intercorre un periodo maggiore di 30 gg, dal posizionamento al reperaggio prechirurgico, per il rapido
riassorbimento delle pastiglie gelatinose.
Si vuole verificare il dato su un numero maggiore di pazienti.
Attività previste
A 40 pazienti sottoposte a biopsia con sistema Mammotome sotto guida stereotassica sarà posizionato alla fine del
prelievo il marcatore Gel Mark nel sito della biopsia.Il sistema consiste in un applicatore sterile monouso che
contiene pastiglie di acido polilattico/acido poliglicolico nella seguente configurazione:11 pastiglie riassorbibili ,
una con filo in acciaio inox incorporata(a forma di Omega o di“
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della biopsia.
13.
Indicazioni all'utilizzo della core-biopsy vs la FNA nella diagnostica preoperatoria delle lesioni mammarie maligne
Responsabile
Simone Gianni
Ricercatori Associati
Dentamaro R, Giannone G, Digirolamo R, Ventrella V
Programma
Parole chiave
Breast cancer, corebiopsy, FNA
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
FNA e core-biopsy (mammotome), sono stati spesso considerati come metodi alternativi di diagnosi preoperatoria
senologica. In realtà la letteratura più recente evidenzia come si tratti di due metodiche con diverse indicazioni.
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la FNA resta il cardine della diagnostica delle lesioni nodulari.
Monitorare, su una casistica retrospettiva, la diagnostica senologica preoperatoria della core-biopsy
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Risultati e prodotti
conseguiti
Aggiornamento Gennaio 2005: i risultati si riferiscono alla casistica 2003 e comprendono 151 lesioni mammarie
sottoposte a FNA e 281 indagate con mammotome. Essi dimostrano, sulla base del riscontro istologico, che la
sensibilità della FNA nel carcinoma invasivo è sovrapponibile a quella del mammotome ( circa 94%) mentre nelle
lesioni non palpabili e nella diagnosi di ca. in situ il mammotome risulta più efficace. Poichè, allo stato attuale, nel
nostro Istituto i 2 metodi sono considerati alternativi e non complementari, sarà verosimilmente necessario ridurre il
numero di casi in studio.Considerazioni derivanti dallo studio saranno pubblicate nel prossimo n° (Gennaio 2005) di
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Attività previste
Entreranno in studio circa 300 casi di core-biopsy prelevati con metodica mammotome (Fisher) e un analogo
numero di esami citologici mammari prelevati per agoaspirazione con ago sottile. Sia la classificazione delle lesioni
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14.
Utilizzo del doppler associato alla ETG TV ed al dosaggio del CA125 nella diagnostica differenziale delle
neoformazioni annessiali
Responsabile
Gargano Giulio
Ricercatori Associati
Fanizza G, Selvaggio S, Zito A, Quaranta M, Abbate I
Programma
Parole chiave
CA125, ETG TV, FCD (CFM)
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
L'introduzione dei trasduttori vaginali, ad alla frequenza, ed i progressi ottenuti, negli ultimi anni, nella valutazione
ecografica della pelvi hanno consentito un più accurato studio delle masse annessiali. Gli aspetti indicativi di
malignità includono: masse ad ecostruttura complex (solido#cistica), setti spessi, propiezioni papillari superficiali ed
endocistiche, lesioni bilaterali, a free fluid peritoneale. I tumori maligni dell'ovaio sono associati ad alterazione delta
vascolariuazione peri ed intra lesionale con ampi capillari sinusoidali di neoangiogenesi, prive, però, di fibre
muscolari lisce della parete. Questa peculiare anomalia, che comporta la riduzione delle resistenze vascolari
periferiche, rende ragione della aumentata quantità a velocità del flusso, specie in fase diastolica. La
determinazione della velocità del flusso, mediante ultrasuoni é basata sull'effetto Doppler, l'introduzione del quale
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flusso in qualsiasi vaso profondo. La pulsatilità del vaso, cioé la modificazione della velocità del flusso tra sistole a
diastole, può essere quantizzata da un indice: Indice Resistenza (RI) ed Indice di Pulsati.
Riconoscimento, in fase diagnostica strumentale, delle neoformazioni annessiali sospette, sulla base delle
alterazioni di flusso vascolare determinate da fenomeni di neoangiogenesi delle masse tumorali maligne. Diagnosi
differenziale delle neoformazioni annessiali, con particolare attenzione a quelle che dimostrano alterazioni
morfologiche ecografiche e flussimetriche sospette di malignità.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attualmente sono state sottoposte ad esame ecografici 48 pazienti.
Attività previste
Tutte le pazienti inviate al nostro Istituto per neoformazioni annessiali primitive, saranno sottoposte ad esame
ecografico Transvaginale Doppler Pulsato e Color, oltre che dosaggio sierico ed immunistochimico del CA 125. Tali
risultati, saranno poi confrontati con l'esame istologico, per poter valutare con esattezza la predittività degli stessi.
Particolare attenzione verrà riservata a quelle neoformazioni i cui caratteri morfologici, ecografici, flussimetrici e
sierici, avranno dimostrato alterazioni degne di nota. Il numero dei casi di neoformazioni annessiali da arruolare non
sarà inferiore a 50 casi.
15.
I mezzi di contrasto nella diagnosi ecografica dei tumori tiroidei.
Responsabile
Achille Gaetano
Ricercatori Associati
Grammatica L, Besozzi G
Programma
Parole chiave
Contrast enhancement in thyroid malignancies
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
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Tale valutazione studierà la possibilità di categorizzare i diversi pattern contrastografici nodulari in rapporto
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Lo studio comprende la messa a punto di un algoritmo nel quale inserire il tipo di pazienti da sottoporre a tale
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indagine, il timing di somministrazione del mezzo di contrasto, le valutazioni di tipo medico legale, le correlazioni
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noduli con pattern vascolare di tipo intranodulare
noduli di pazienti con familiarità per neoplasie tiroidee maligne
I risultati verranno correlati con:
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Si prevede di inserire nello studio circa 100 pazienti/anno.
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Efficacia diagnostica della microbiopsia mammaria sotto guida stereotassica con aghi da 8G vs 11G
Responsabile
Ventrella Vincenzo
Ricercatori Associati
Dentamaro R, Zito A, D’
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Cicoria O, Digennaro M, Addante M, Schittulli F
Programma
Parole chiave
Mmmotome, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Il largo uso della biopsia microistologica nei casi sospetti o indeterminati alla mammografia ad alta definizione ha
permesso la rilevazione sempre più frequente di piccoli carcinomi ma anche di lesioni atipiche suscettibili
necessariamente di approfondimento diagnostico con biopsia chirurgica tradizionale.
Verificare il contributo diagnostico della biopsia con aghi da 8G nel ridurre il numero di biopsie chirurgiche
diagnostiche.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
17.
Saranno reclutate 50 pazienti con lesioni mammografiche sospette. Il prelievo sarà effettuato con ago da 8G e
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I frusoli di tessuto prelevati varieranno da 6 a 12.
Saranno sottoposte a prelievo tutte le pazienti con lesioni sospette mammografiche che secondo la semiologia
diagnostica mammografica vengono suddivise in: 1) noduli irregolari, 2) noduli regolari, 3) distorsioni parenchimali,
4) asimmetrie focali, 5) microcalcificazioni.
La valutazione anatomo-patologica sarà effettuata con doppia lettura.
Mammografia digitale con sistema CR vs mammografia analogica nello studio delle microcalficazioni
Responsabile
Ventrella Vincenzo
Ricercatori Associati
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Cicoria O, Digennaro M, Addante M, Schittulli F
Programma
Parole chiave
Digital mammography, MX, microcalcification
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
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state messe in commercio sistemi digitali per mammografia che grazie alla elevata risoluzione di contrasto ed al
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LINEA 2
post processing elettronico faciliterebbero la visualizzazione di tali formazioni molto spesso unico segno di
carcinomi infraclinici in fase iniziale. Migliorare la valutazione qualitativa e quantitativa delle microcalcificazioni
mammarie.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
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lettura ad alta velocità che permette di trasferire le immagini in formato digitale sulle consolle di refertazione del
medico dotate di schermi piatti di lettura a cristalli liquidi ad alta risoluzione e di software per il post-processing delle
immagini. Le pazienti sottoposte a preliminare mammografia analogica in caso di presenza di microcalcificazioni
saranno successivamente sottoposte a rilevamento delle stesse immagini con sistema digitale CR.
Si prevede il reclutamento di 150 donne.
Confronto tra Diagnostica Tradizionale ed RM nello studio delle pazienti ad alto rischio per ca della mammella
Responsabile
Ventrella Vincenzo
Ricercatori Associati
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Digennaro M, Lattarulo S, Schittulli F
Programma
Parole chiave
RM, mammography, ultrasonography, BC
Altri Enti coinvolti
Ospedale San Paolo, Bari
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
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patologia neoplastica della mammella rispetto alle possibilità diagnostiche delle metodiche strumentali
diagnostiche tradizionali (visita, ecografia e mammografia). La RM dovrebbe offrire potenzialità diagnostiche
maggiori nella rilevazione dei multipli carcinomi infraclinici.
Verificare la maggiore accuratezza della RM vs le metodiche tradizionali nel diagnosticare lesioni multicentriche e
bilaterali nelle pazienti ad alto rischio, con accertata mutazione dei geni CrBA1 e CrBA2.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
19.
Le pazienti sottoposte a preliminare visita, ecografia e mammografia saranno successivamente sottoposte con
scadenza annuale ad indagine con RM delle mammelle.
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necessari e di una bobina dedicata per lo studio simultaneo delle mammelle.
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Si prevede il reclutamento di 60 pazienti.
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Responsabile
Gadaleta Cosmo
Ricercatori Associati
Mattioli V, Ranieri G, Catino A
Programma
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La termoablazione con radiofrequenza è attualmente considerata metodica promettente ed efficace nel
trattamento dei tumori epatici sia primitivi che secondari.
La tecnica utilizza onde elettromagnetiche nella banda della radiofrequenza , le quali inducono necrosi tissutale
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rilevare in tempo reale il volume della necrosi prodotta e quello della neoplasia ancora vitale permetterebbe di
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Risultati e prodotti
conseguiti
Ad oggi sono stati reclutati ed inseriti nello studio 5 pazienti.
Attività previste
I pazienti (20 affetti da HCC e 40 affetti da metastasi epatiche da tumori colo-rettali o della mammella) verranno
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I pazienti sottoposti a questo trattamento verranno messi a confronto con i pazienti sottoposti a termoablazione
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Tutti verranno studiati con TAC spirale.
Si attende la disponibilità della strumentazione necessaria e dei nuovi mezzi di contrasto di cui si è fatta richiesta
per poter intraprendere lo studio.
20.
La sieroproteomica: un sussidio per la diagnosi precoce del ca mammario
Responsabile
Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
Ventrella V, Iandolo V, Campobasso MT, Ponzio V, Losacco L, Addante M
Programma
Parole chiave
Breast cancer, donne sane, diagnostica radiologica
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
A partire da un analisi statistica su campioni di siero di donne affette da ca mammario e donne sane, si vuole
individuare il profilo proteico probabilmente coinvolto nella determinazione della neoplasia stessa.
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routine nella prevenzione dei ca mammari in tutte le donne.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
21.
Raccolta di siero dalle pazienti del
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diagnostico di prevenzione.
Percentuale di sopravvivenza in tutti i nuovi casi di malattia diagnosticati dal mammotome
Responsabile
Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
Ventrella V, Dentamaro R, Iandolo V, Aloisi A, Ponzio V
Programma
Parole chiave
Mammotome, diagnosi precoce, breast cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
100
LINEA 2
Descrizione
I programmi di screening sul territorio hanno permesso un aumento di rilievo di pazienti con lesioni non palpabili,
che in caso di ca infraclinici, presentano, se trattati chirurgicamente, una sopravvivenza a 10 anni, superiore al
95%.
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aumento percentuale di sopravvivenza, nonché di una riduzione di patologie recidivanti.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
22.
Nel periodo di durata del progetto si intende reclutare e seguire clinicamente, per un periodo di tre anni, pazienti
sottoposte a biopsia con sistema mammotome, in cui siano state riscontrate patologie carcinomatose mammarie,
e successivamente sottoposte ad intervento chirurgico.
Si valuterà il percorso post-operatorio con esami clinici con una frequenza inizialmente trimestrale e strumentali,
con una frequenza annuale.
Liquid Based cytology in citologia agoaspirativa ecoguidata (tiroidea, epatica e polmonare)
Responsabile
Simone Gianni
Ricercatori Associati
Gadaleta C, Caponio MA, Rubini V, Petroni S, Giannone G, Siciliano M
Programma
Parole chiave
LBC, FNA, immunocytochemistry
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La Liquid Based cytology consente di ottenere preparati cellulari in monostrato in condizioni ottimali di
osservazione, in particolare con una fissazione adeguata e privi di materiale ematico. Sono ormai documentati i
vantaggi in termini di sensibilità e specificità in citologia vaginale e nei liquidi biologici mentre ancora incerti quelli
su agoaspirato.
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normalmente molto ricchi in materiale ematico e si ritiene che laLBC possa contribuire, mantenendo gli attuale
livelli di accuratezza diagnostica a: 1) ridurre i tempi di diagnosi, 2) migliorare la qualità dei preparati, 3) migliorare
le performances delle metodiche immunocitochimiche normalmente applicate.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
23.
Entreranno in studio 150 casi di lesione nodulare di origine tiroidea, epatica e/o polmonare, sottoposti a FNA sotto
guida ecografica a scopo diagnostico. Dal materiale prelevato verrà ottenuto il citoincluso sul quale verranno
effettuate le determinazioni previste in diagnostica dalle comuni linee guida.
Compatibilmente con le esigenze diagnostiche verranno allestiti preparati in LBC sia per la diagnostica che per
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Liquid Based cytology in citologia cervico vaginale
Responsabile
Wiesel Sara
Ricercatori Associati
Caponio MA, Rubini V, Petroni S, Giannone G, Siciliano M, Simone G, Falco G
Programma
Parole chiave
LBC, pap test, cervical cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La Liquid Based cytology consente di ottenere preparati cellulari in monostrato in condizioni ottimali di
osservazione, in particolare con una fissazione adeguata e privi di materiale ematico. Sono ormai documentati i
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LINEA 2
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
24.
Entreranno in studio 50 donne sottoposte a Pap test al di fuori dei programmi di screening.
Verranno eseguiti prelievi sia per Test convenzionale che per LBC e valutati in particolare alcuni parametri citologici
come: idoneità, flogosi, cellule endocervicali, alterazioni di tipo metaplastico, atrofia.
Compatibilmente con le esigenze diagnostiche, in alcuni casi verrà verificata la possibilità di determinare la
presenza di HPV su preparati da LBC.
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Responsabile
Simone Gianni
Ricercatori Associati
Gadaleta C, Caponio MA, Catino A, Giannone G, Rubini V, Petroni S, Ranieri G
Programma
Parole chiave
FNA, immunochemistry, EGR/R
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Le strategie terapeutiche nel carcinoma avanzato utilizzano con sempre maggior frequenza target molecolari
determinati con tecniche immunocitochimiche su campioni tissutali. Particolarmente studiata è la possibilità di
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ottenuti per agoaspirazione di noduli metastatici potrebbe contribuire alla programmazione terapeutica prima di
un intervento chirurgico o nei casi non operabili.
Lo studio intende caratterizzare sotto il profilo biologico la lesione metastatica da adenocarcinoma intestinale
utilizzando alcuni markers di differenziazione tumorale (CK20 e CDX2), angiogenetica (CD34) e determinare la
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
25.
Entreranno in studio 50 casi di adenocarcinoma colorrettale con metastasi epatiche o polmonari, sottoposti a FNA
sotto guida ecografia a scopo diagnostico. Dal materiale prelevato verrà ottenuto il citoincluso sul quale verranno
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AJC (Goldstein e Armin, Cancer 2001). Compatibilmente con le esigenze diagnostiche si cercherà
anche di utilizzare campioni allestiti in monostrato cellulare (Liquid Base Cytology).
Individuazione del linfonodo sentinella nella stadiazione e trattamento del ca della vulva
Responsabile
Fanizza Giuseppe
Ricercatori Associati
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Programma
Parole chiave
Vulva cancer, inguinal nodes
Altri Enti coinvolti
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Anno inizio
2003
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La chirurgia delle neoplasie ginecologiche ha subito negli ultimi anni una revisione in quanto a radicalità
nell'intento di un maggior rispetto della funzionalità e della complainence. In particolare la chirurgia della vulva
tradizionalmente demolitrice con notevoli ripercussioni funzionali, estetiche e sessuali, va orientandosi verso
trattamenti personalizzati sulla scorta della reale estensione della malattia.
In tale ottica, la precisa individuazione di un eventuale coinvolgimento linfonodale permette di associare alla
chirurgia meno invasiva una maggiore possibilità di trattamento radicale e più oculata scelta pre e post-operatoria
di eventuali trattamenti complementari (chemio e radioterapia).
Risultati e prodotti
conseguiti
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servizio di Medicina Nucleare.
Attività previste
Verranno studiate 10 pazienti con diagnosi accertata di ca della vulva da sottoporre a trattamento chirurgico.
Prima dell'intervento verrà iniettato dall'area tumorale albumina umana marcata con 99 rntc. successivamente si
102
LINEA 2
procederà a rimozione del linfonodo positivo e comparazione con eventuale interessamento degli altri linfonodi
asportati.
26.
Valutazione dell'eventuale sottostadiazione della diagnosi della patologia mammaria tramite biopsia percutanea
con Mammotome
Responsabile
Cellamare Giovanni
Ricercatori Associati
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Programma
Parole chiave
Chirurgia mammaria conservativa, biopsia per cutanea, mammotome
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La biopsia per cutanea tramite Mammotome, in uso presso il Dipartimento Donna di questo Istituto, rappresenta
una importante risorsa diagnostica per quanto riguarda la patologia mammaria subclinica. Il suo uso corrente ha
portato alla diagnosi di un elevato numero di carcinomi in situ con conseguente incremento di chirurgia
mammaria conservativa.
Valutare la corrispondenza tra diagnosi istologia di carcinoma in situ tramite biopsia per cutanea tramite
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Risultati e prodotti
conseguiti
Allo stato attuale sono stati valutati circa 100 casi di biopsia percutanea con mammotome sotto guida
mammografica con una appropriatezza istologica tra l'esame con mammotome e quello istologico definitivo sul
pezzo operato del 90% dei casi.
Attività previste
100 casi di carcinoma mammario in situ diagnosticati con metodica bioptica percutanea con mammotome
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definitiva dopo intervento chirurgico con la valutazione dei casi di sottostadiazione.
27.
Tissue Factor e angiogensi nella progressione neoplastica dei tumori del colon-retto
Responsabile
Coviello Maria
Ricercatori Associati
Montemurro S, Paradiso A, Venneri MT, Maci G, Ruggirei E, Zito A, Ranieri G, Quaranta M
Programma
Parole chiave
Colon Carcinoma, Tissue Factor, Tumorigenesis
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Il fattore tissutale è una glicoproteina transmembranaria considerata il princi-pale fattore di regolazione della
cascata coagulativa e della trombogenesi in vivo. Recentemente è stato osservato che il complesso TF-Vlla ha un
ruolo non emostatico nella traduzione del segnale intracellulare, attivando specifiche vie metaboliche coinvolte in
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angiogeniche delle cellule tumorali alterando la produzione di molecole regolatrici della crescita endoteliale,
come il VEGF.
Lo studio si propone di determinare in un gruppo di 50 pazienti affetti da carcinoma del colon-retto e 30 soggetti
sani, i livelli di TF tissutale circolante e i livelli di VEGF al finedival
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Attività previste
28.
Dosaggio immunoenzimatico del TF e del VRGF nel plasma e citosol.
Elaborazione e analisi statistica dei dati.
Fattori prognostico-predittivi nel carcinoma del colon-retto avanzato
103
LINEA 2
Responsabile
Paradiso Angelo
Ricercatori Associati
Mangia A, Chiriatti A, Tommasi S, Crapolicchio A, Monaco A, Montemurro S, Rucci A, Zito A, Simone G, Salvatore C,
Maiello E, Giuliani F, Mallamaci R, Colucci G
Programma
Parole chiave
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Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La terapia con fluorofolati,rappresenta lo standard per il trattamento del carcinoma del colon-retto in fase
avanzata.La risposta clinica a questo farmaco è stata messa in relazione con alcune caratteristiche
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fra le più investigate.Il ruolo della TS come fattore predittivo della risposta al 5FU è stato dimostrato più chiaramente
in una serie di studi clinici recenti.La quantità intratumorale di TS è un affidabile indicatore della sensibilità o
resistenza alla chemioterapia con pirimidine fluorinate.
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soprattutto a carico delle metastasi e delle forme refrattarie ad altri trattamenti (terapia di seconda linea). Il
trattamento elettivo è riservato ai carcinomi colonrettali con metastasi epatiche trattati per la prima volta e a
quelli resistenti a precedenti terapie.
In una casistica clinica di circa 100 pazienti con carcinoma del colon-retto avanzato, trattati con Oxaliplatino
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processo di riparazione del DNA ( p53, BRCA1,RAD51), di invasione (VEGF)e di proliferazione (MIB-1).
Lo studio è così articolato:
Selezione della casistica clinica di pazienti trattati con Oxaliplatino in prima e seconda linea
Aggiornamento del follow-up
Selezione dei preparati istologici inclusi in paraffina
Determinazione dei markers biologici e dei polimorfismi dei geni coinvolti nei processi di riparazione del DNA
Analisi statistica dei dati morfologici e comparazione con quelli clinico-patologici.
Risultati e prodotti
conseguiti
La rilevanza prognostico-predittiva dei due enzimi target Topo-I e TS è stata valutata su una casistica consecutiva
di 62 pazienti con carcinoma del colon retto avanzato, trattati con 5FU/CPT-11 presso il nostro Istituto. I nostri
risultati dimostrano che la risposta clinica e la prognosi di questi pazienti non differiscono nei tumori con diversa
espressione immunoistochimica di TS e Topo-I (International Journal of Cancer,2004).Successivamente su 58 dei 62
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biomarcatori è capace di predire la risposta clinica.Solo la TS predice un più corto Tempo di Progressione (TTP) ed
una più corta Sopravvivenza Globale. Sugli stessi pazienti, distinti in due sottogruppi sulla base del pattern di
espressione di Topo-I
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biomarcatori abbiano caratteristiche biologiche differenti nelle metastasi, abbiamo valutato la loro espressione nel
tumore primitivo, nel linfonodo e nella metastasi epatica di 19 pazienti trattati con CPT11. Solo le caratteristiche di
Topo -I sono significativamente diverse nella metastasi epatica rispetto al tumore primitivo (p=0.000; T test).Inoltre,
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inclusi in paraffina. Inoltre, per la ricerca dei polimorfismi dei geni coinvolti nei processi di riparazione del DNA, sarà
estratto DNA da materiale paraffinato con tecnica di microdissezione.
29.
Le tubuline nella storia naturale del carcinoma mammario
Responsabile
Mangia Anita
Ricercatori Associati
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Programma
Parole chiave
Breast carcinoma, B tubulin III e IV, paclitaxel, predictive factors
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Il carcinoma mammario avanzato è una malattia a cattiva prognosi con meno del 20% di sopravvivenza,tuttavia è
104
LINEA 2
un tumore chemiosensibile, e tra i diversiagenti che possono indurre una risposta tumorale in un vasto numero di
pazienti, le antracicline sono i referenti per la loro attività antitumorale. Anche i taxani, giocano un importante ruolo
nel trattamento del carcinoma mammario. Diversi trials clinici di chemioterapia con taxani hanno dimostrato una
migliore sopravvivenza. I taxani, sono agenti ad attività anti microtubulare, il conseguente arresto del ciclo
cellulare in fase mitotica e successi
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microtubuli.Un certo numero di alterazioni nel target cellulare del paclitaxel, b tubulina, sono stati associati con la
resistenza a questo farmaco. Solo pochi studi hanno verificato la rilevanza clinica di queste alterazioni. In una
casistica di 72 pazienti con carcinoma mammario avanzato trattati con una terapia combinata, paclitaxel ed
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apoptotica. Obi
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tubulina III-IV saranno valutate nel tumore primitivo, nelle metastasi metacrone in pazienti prima e/o dopo il
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Individuazione della casistica clinica e aggiornamento del follow-up
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Risultati e prodotti
conseguiti
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infatti nessuno dei pazienti con bassa espressione di tubulina II andava in progressione dopo trattamento con
paclitaxel (Abs meeting NCI –EORTC; Marzo 2004).
Attività previste
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etubuline III-IV sarà determinata su sezioni istologiche di inclusi in paraffina con tecnica
immunoistochimica (IIC).
30.
Fattori prognostico-predittivi nel carcinoma mammario
Responsabile
Mangia Anita
Ricercatori Associati
Programma
Parole chiave
Breast carcinoma, Her-2neu, proliferative activity
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
In questi ultimi anni,importanti progressi sono stati fatti riguardanti la conoscenza dei meccanismi molecolari nella
tumorogenesi e nella progressione del carcinoma mammario, in particolare i meccanismi di controllo del ciclo
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clinico di pazienti affetti da carcinoma mammario operabile. Particolare importanza riveste il gene HER-2/neu, che
codifica per un recettore di membrana provvisto di attività tirosinochinasica e che sembra avere un ruolo
importante nei processi di proliferazione ed invasione del ca. mammario. Infatti, i livelli di espressione di questo
oncogene sono significativamente associati alle caratteristiche di farmacosensibilità della cellula tumorale ed in
particolare alla risposta clinica del trattamento con antracicline.
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della proteina HER-2/neu e di alcune proteine cell cycle associate.
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Aggiornamento del follow-up delle pazienti nodo negative (N-), trattate con chemioterapia adiuvante (Studio
FEC/Controllo), e delle pazienti N-/N1-3linfonodi (Studio IBIS 03).
Selezione dei preparati autoradiografici delle pazienti ad alta attività proliferativa tumorale (TLI)
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HER-2/neu e della ciclica D1
Elaborazione statistica dei dati e correlazione dei markers biologici con i parametri clinico-patologici.
Risultati e prodotti
conseguiti
Su una casistica clinica di 372 pazienti con carcinoma mammario operabile nodo negativi, trattati solo con terapia
locoregionale, è stato completato lo studio sulla rilevanza prognostica del grado istologico e dei suoi tre
componenti, la formazione tubulare, il pleomorfismo nucleare e la conta mitotica.
Solo la conta mitotica emerge come indicatore prognostico, la formazione tubulare e il pleomorfismo nucleare
non sembrano essere associati con la prognosi (sopravvivenza libera da metastasi (DMFS) e sopravvivenza globale
(OS), (Mod.Pathol 17, 2004).
Sono stati allestiti esperimenti per la messa a punto della tecnica di ibridazione genomica comparata (CGH), al
fine di caratterizzare dal punto di vista citogenetico i tumori mammari. Sono stati presi in considerazione 9 casi di
carcinoma mammario operabile dei quali sono stati analizzati sia i campioni congelati che i paraffinati. Il DNA di
ciascun campione è stato estratto, marcato in fluorescenza e coibridato con DNA di un donatore normale su
metafasi normali. Le immagini, acquisite tramite un microscopio a fluorescenza e un sistema CCD camera, sono
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Attività previste
31.
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immunoistochimica (IIC) di HER-2/neu e della ciclica D1.
Dissezione linfonodale in pazienti con ca mammario NO: valore predittivo del linfonodo sentinella per l'IRCCS
Oncologico di Bari
Responsabile
Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
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Programma
Parole chiave
Linfonodo sentinella, breast cancer no
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La dissezione linfonodale ascellare di principio, anche in pazienti con linfonodi negativi, è oggi al centro di un
acceso dibattito. Da una parte utile per ottenere val
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Inoltre la dissezione linfonodale profilattica non sembra offrire vantaggi rispetto alla dis-sezione eseguita alla
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distretto linfatico ascellare che drena il flusso linfatco del letto tumorale.
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del linfonodo sentinella nei riguardi del pN.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono stati effettuati finora 30 casi di dissezione linfonodale ascellare in pazienti con ca mammario dopo ricerca
radioguidata e con iniezioni di colorante vitale per la ricerca del linfonodo sentinella. In tutte le pazienti è stato
eseguito il seguente programma: rimozione linfonodo sentinella dopo ricerca radioguidata e
contemporaneamente, dissezione ascellare tradizionale indipendentemente dal risultato istologico del linfonodo
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Attività previste
Le pazienti (30 casi) da inserire nello studio, adeguatamente informate, firmeranno un modulo di consenso e lo
studio dovrà essere approvato dal Comitato Etico. Nello studio verranno incluse pazienti di età compresa tra i 18 e i
75 anni con diagnosi di carcinoma mammario infiltrante, con nodulo unico e diametro uguale o inferiore a 3 cm e
linfonodi ascellari non sospetti (rilievo clinico ed eco-mammografico). In fase preoperatoria, il giorno prima
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Intraoperatoriamente si localizza il sN con sonda rilevatrice di raggi gamma e si procede alla sua rimozione ed al
successivo invio in Anatomia Patologica per esame istologico.
Successivamente, si procederà alla dissezione del cavo ascellare
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Infine, in una serie preliminare di N1 clinici sospetti si procederà a confrontare la specificità della tecnica del LS
rispetto alla DS.
32.
Espressione della topoisomerasi II alpha e suo significato predittivo in pazienti affetti da carcinoma epatocellulare
trattati con chemioembolizzazione mediante antraciclina
Responsabile
Ranieri Girolamo
Ricercatori Associati
Catino A, Labriola A, Zito A, Passantino L, Patrono R, Canniello E, Armenise F, Mattioli V, Gadaleta C
Programma
Parole chiave
Topoisomerase, antraciclin, cancer
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
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LINEA 2
Descrizione
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topoisomerasi II possa costituire una causa importante di resistenza ai trattamenti sistemici con antracicline. Non
sono tuttavia noti dati relativi al significato predittivo della topoisomerasi II in pazienti affetti da carcinoma
epatocellulare (HCC) trattati con adriamicina in corso di chemioembolizzazione. Con questa tecncica
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permanenza maggiore del farmaco in sede epatica e riducendo la rivascolarizzazione collaterale del tumore. La
tecnica ottiene risposte obiettive intorno al 50% e sopravvivenze che superano i 12 mesi.
Il carcinoma epatocellulare inoperabile costituisce una neoplasia gravata da una prognosi estremamente infausta
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catore predittivo di risposta alla chemioembolizzazione con
antraciclina eviterebbe la somministrazione del farmaco nei soggetti giudicati resistenti a rischio cardiologico o già
pesantemente trattati per via sistemica con adriamicina.
Risultati e prodotti
conseguiti
Lo studio è stato portato avanti selezionando in modo retrospettivo una casistica di 22 pazienti affetti da
carcinoma epatocellulare, già in passato sottoposti a prelievo bioptico di microfrustolo epatico ed in seguito
trattati mediante chemioembol
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preliminari ottenuti sono stati sottoposti per comunicazione al prossimo congresso nazionale AIOM. Il progetto di
ricerca si ritiene in corso di completamento e potrà essere concluso nel corso del presente anno solare
Attività previste
Lo studio di tipo retrospettivo prenderà in considerazione una casistica di circa 45 casi di HCC già trattati negli anni
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ogni frammento paraffinato saranno tagliate sezioni seriate spesse 6 micrometri. I vetrini così allestiti potranno
essere processati per il trattamento immunoistochimico secondo il sistema avidina-biotina a tre stadi. In breve i
vetrini saranno deparaffinati e successivamente sottosti al trattamento con forno a microonde per lo
smascheramento degli epitopi antigenici. Successivamente s
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primario ed un controllo positivo costituito da un tessuto ad espressione nota di topoisomerasi II. La lettura dei
preparati sarà eseguita a 100x, 200x e 400x at
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ottimizzazione della lettura e della riproducibilità della medesima . I livelli di espressione della Topoiusomerasi II
saranno posti in relazione con il tipo di risposta al trattamento e con la durata della risposta medesima. Infine i livelli
di espressione di Topoisomerasi II saranno posti in correlazione con la sopravvivenza globale. Lo studio sarà
articolato in due anni nel primo anno sarà selezionata la casistica, reperiti i frammenti istopatologici, eseguiti i test
immunoistochimici ed effettuate le letture dei preparati. Nel secondo anno verranno ricostruiti caso per caso i dati
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globale; infine si provvederà alle correlazioni clinico-biologiche su base statistica
33.
Ricerca delle cellule tumorali circolanti nel sangue periferico di pazienti con tumore solido e loro valore
prognostico.
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Daniele A, Divella R, Digennaro M, Paradiso A, Tommasi S, Lacalamita R, Schittulli F
Programma
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
La disseminazione occulta di cellule tumorali di pazienti con cancro operabile può causare la formazione
successiva di metastasi che spesso non si evidenziano con i comuni mezzi di indagine. Una micrometastasi è un
deposito microscopico (di spessore < a 2 mm) di cellule maligne distinte dalla lesione primaria. La sua capacità di
evadere la sorveglianza immunitaria, di invadere i canali vascolari e di sviluppare una malattia macroscopica, ha
portato a considerare il concetto di micrometastasi. In alcuni pazienti con tumori solidi le cellule tumorali circolanti
possono essere identificate nel sangue periferico. Queste cellule sono presenti non solo in pazienti con malattia
107
LINEA 2
metastatica ma anche in quelli con tumori localizzati e ciò ha indirizzato diverse ricerche nell'identificazione di
marcatori specifici e ottimizzazione di tecniche utili a dimostrare il loro significato clinico.
Scopo di questa ricerca sarà quello di esaminare: 1) il ruolo prognostico e di risposta alla terapia delle cellule
tumorali circolanti in un gruppo di pazienti con tumore allo stadio iniziale; 2) l'espressione delle citocheratine 8,18 e
19 in pazienti con carcinoma del colon mammella e della prostata; 3)l'espressione del cerbB-2 mRNA nel
carcinoma della mammella, del CEA mRNA nel carcinoma del colon e del PSA mRNA nel carcinoma prostatatico
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
34.
60 pazienti con carcinoma mammario, 60 con carcinoma del colon e 60 con carcinoma della prostata, operati
presso questo Istituto, saranno arruolati nel presente studio. Per ciascun paziente sarà effettuato un prelievo di
sangue periferico (PBMC) di circa 15-20ml in vacutainer con EDTA sia nel periodo preoperatorio che durante e
dopo il trattamento terapeutico. Si procederà alla stratificazione del sangue intero su Ficoll, alla sua
centrifugazione a 1500 rpm x 20' e infine l'anello linfomonocitario prelevato con pipetta Pasteur, sarà diluito in RPMI
5% in provettoni Falcon da 15ml e congelato a - 80°C si-no al loro utilizzo. la quantificazione dell m'RNA delle
citocheratine 8,18 e 19 e dell'erbB2, CEA e PSA mRNA sarà effettuata mediante tecnica RT-Real Time PCR
quantitativa . L'oscillazione della concentrazione di mRNA dei singoli marcatori esaminati nel tempo permetterà di
valutare la risposta al trattamento terapeutico per ciascun paziente
Utilità clinica del DNA circolante nel plasma di pazienti con tumore del polmone
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Di tutte le neoplasie, il cancro del polmone è la prima causa di morte per tumori nei soggetti con più di 65 anni,
esprimendo in tale fascia di età il 58% di tutte le neoplasie. In Europa vengono diagnosticati più di 150.000 nuovi
casi ogni anno e solo il 10% di questi presentano una lunga sopravvivenza in quanto la presenza di metastasi al
momento della diagnosi é molto frequente e rende molto spesso inefficace i trattamenti terapeutici. Studi recenti
hanno messo in evidenza l'utilizzo del DNA circolante nel sangue periferico, come marcatore prognostico per la
diagnosi di tumori in particolare al polmone. E' stato mostrato infatti, che nel sangue di pazienti affetti da tumore il
DNA circolante ha caratteristiche genetiche uguali a quelli dei tumori primitivi, quindi, la sua quantificazione
plasmatica risulta un metodo non invasivo e di facile misurazione per la diagnosi clinica di carcinoma.
L'obiettivo di questo studio sarà quello di valutare la concentrazione plasmatica del DNA circolante in pazienti con
carcinoma polmonare in fase pre-operatoria, pre e post trattamento chemioterapico.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
35.
100 pazienti con diagnosi di carcinoma polmonare saranno arruolati nel presente studio. A ciascun paziente si
preleveranno circa 10ml di sangue periferico in vacutainer contenente EDTA, nei giorni precedenti all'intervento
per quelli operabili, durante e post trattamento chemioterapico. Successivamente da ogni campione si
provvederà all'estrazione del DNA dal plasma. Per la quantificazione del DNA circolante, utilizzeremo una Real
Time PCR quantitativa sulla amplificazione del gene della telomerasi umana trascrittasi inversa (hTERT) basata sul
monitoraggio continuo attraverso un sistema ottico, dell'aumento progressivo dell'emissione della fluorescenza
durante il processo di PCR. Al fine di realizzare un range di normalità e un cut-off saranno reclutati 60 soggetti sani
volontari selezionati tra i non fumatori e i fumatori.
Valutazione delle citochine, parametri bioumorali in pazienti affetti da MRCC trattati con chemio-immunoterapia
Responsabile
Casamassima Addolorata
Ricercatori Associati
Guida M, Quaranta M, Candeloro A, La macchia P
Programma
Parole chiave
Cytochines, MRCC
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
108
LINEA 2
Area di interesse
Descrizione
La prognosi dei pazienti (pts) con carcinoma renale metastatico (MRCC) è generalmente infausta e il
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Numerosi parametri bioumorali sono stati studiati al fine di stabilire il loro reale significato prognostico-predittivo e
la loro correlazione con la risposta alle terapie impiegate e la sopravvivenza. Le citochine giocano un ruolo
cruciale nella risposta immune regolando lo sviluppo ed alcune funzioni delle cellule immunocompetenti.
Poiché solo una piccola parte dei pazienti risponde ai trattamenti disponibili, si vuole studiare una serie di
parametri di laboratorio al fine di individuare quali tra essi possono essere considerati prognostici e correlati
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IL10, IL6, IL1 #, IL8 potrebbe aiutare a comprendere i meccanismi biologici del tumore sul sistema immunitario.
Inoltre si vuole valutare la loro utilità a livello diagnostico e nel follow up di pazienti con MRCC. Si vuole studiare la
correlazione fra questi parametri immunobiologici con la risposta alla terapia e la sopravvivenza.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
Nei pazienti affetti da MRCC si vogliono determinare, al tempo zero (prima di essere sottoposti ad uno schema di
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La cifluorimetria a flusso è una tecnica che permette contemporaneamente di determinare su un singolo
campione (solo 25 µl) i diversi analiti in base alla loro grandezza e alla loro caratteristica (fluorocromo).
I valori dei pts saranno confrontati con una casistica di soggetti controllo normali (circa 100 senza patologia
neoplastica) e correlati alla risposta clinica e alla sopravvivenza
109
110
LINEA 3
LINEA 3 - Nuove terapie
DIRETTORE: Prof. Giuseppe Colucci
Resoconto attività 2004
D
ei 52 progetti inseriti
nell’
anno 2004, s
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ricercatori responsabili non hanno risposto
(progetti n° 6, 25, 39, 42), 6 progetti non sono stati
attivati per motivi tecnico-amministrativi (3, 4,5,37,38,52) 1
mai attivato per motivi clinici, 11 sono stati completati
(8,11,12,13,17,18,27, 32,34,35,36), uno è stato bocciato
dal C.E. (16) e i rimanenti 29 progetti sono tuttora in
corso.
Per quanto riguarda i progetti conclusi, essi fanno tutti
parte del 2° settore (chemioterapia). Il progetto n° 8 (Le
antracicline liposomiali nella pratica clinica quotidiana:
effetti collaterali ed efficacia. Studio osservazionale su
una coorte di pazienti trattati tra il 2001-2003) è stato
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considerazione una coorte di 108 pazienti affetti da
patologie neoplastiche di diversa origine, in particolare
carcinomi mammari ed ovarici, trattati con antracicline
liposomiali sia in mono che in polichemioterapia.
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osservazionale ha evidenziato un 26% di pazienti che
hanno manifestato il principale effetto collaterale di tale
nuova classe di antiblastici, vale a dire la eritrodisestesia
palmo-plantare, mentre la cardiotossicità è comparsa
solo in 3 pazienti, peraltro pesantemente pretrattate con
antracicline convenz
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rappresentato un effetto collaterale riscontrato in una
minoranza di pazienti.
Lo studio n° 11 [Studio clinico multicentrico di fase III di
confronto tra Taxotere, Epirubicina, e Xeloda (TEX) versus
Epirubicina e Taxotere (ET) in pazienti con carcinoma
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parte del nostro Istituto (trattandosi di uno studio
multicentrico) e i risultati preliminari sono stati inviati
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Lo studio n° 12 [Studio randomizzato di fase II del
trastuzumab (Herceptin) somministrato in associazione a
Taxolo settimanale vs Taxolo settimanale da solo nella
chemioterapia di prima linea del carcinoma mammario
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stato completato il progetto n° 13 (Studio clinico
multicentrico di fase III con chemioimmunoterapia in
pazienti affetti da carcinoma polmonare non
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Istituto di 10 pazienti sui 118 globalmente arruolati; i dati
sono in elaborazione.
Il progetto n° 17 (Irinotecan + Mitomicina C nel
trattamento di seconda linea del carcinoma gastrico in
fase avanzata) è stato accettato per pubblicazione
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arruolato globalmente 35 pazienti ottenendo un
percentuale di risposte obiettive del 34% con una risposta
completa e 15 risposte parziali, una durata mediana
della risposta di 6 mesi e una durata mediana della
sopravvivenza di 8 mesi. Il trattamento è stato
complessivamente
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tollerato,
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tossicità
ematologica
rappresentata
prevalentemente
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altri farmaci.
Lo studio n° 18 (Folfiri vs Folfiri + Celecoxib nel trattamento
del carcinoma colorettale in fase avanzata. Studio
multicentrico randomizzato di fase II), si è appena
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sono attualmente oggetto di valutazione statistica per la
pubblicazione.
Sono stati recentemente pubblicati sul Br J Cancer i
risultati relativi allo studio n° 27 (Studio clinico
multicentrico randomizzato in pazienti anziani affetti da
carcinoma polmonare non microcitoma metastatico:
confronto tra 4 bracci di trattamento a differenti dosi) al
quale il nostro Istituto ha cont
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10 pazienti.
Lo studio n° 32 (Studio dei parametri bioumorali in
pazienti affetti da MRCC trattati con chemioimmunoterapia) ha analizzato un pannello di parametri
bioumorali e clinici prima del trattamento ed in corso di
terapia in pazienti affetti da carcinoma renale
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parametri bioumorali (proteina C-reattiva e fibrinogeno)
in grado di discriminare una prognosi favorevole da una
cattiva prognosi. Lo studio è stato pubblicato sul Journal
of Urology 2005.
Il progetto n° 34 [Studio randomizzato di fase III con
cisplatino + taxolo + lonidamina (CDDP + TAX + LON) vs
cisplatino + ifosfamide + lonidamina (CDDP + IFO + LON)
nel
carcinoma ovario
stadio III-IV], ha
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Lo studio n° 35 (Associazione di Topotecan ed Ifosfamide
nel trattamento di II linea del carcinoma ovario: studio di
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pazienti. Globalmente sono state ottenute 10 risposte
obiettive (38.5%) tra cui 3 risposte complete e 7 risposte
parziali con una durata mediana delle risposte di 11 mesi
e della sopravvivenza di 21 mesi. La tossicità prevalente è
stata rappresentata dalla mielosoppressione con
neutropenia di grado III-IV in circa il 20% delle pazienti. Lo
studio è stato pubblicato sottoforma di abstract su
Annals of Oncology del 2004.
Infine il progetto n° 36 (Mitoxantrone e prednisone versus
Taxotere e prednisone nel trattamento del carcinoma
prostatico ormonorefrattario) si è concluso con
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una sostanziale equivalenza per quanto riguarda la
risposta al PSA e la risposta obiettiva nei pazienti
valutabili tra i due schemi di trattamento anche se lo
schema con il taxotere impiegato settimanale è risultato
meglio tollerato sia dal punto di vista soggettivo (analisi
dei questionari di qualità di vita) sia dal punto di vista
della tossicità ematologica e gastrointestinale.
Tutti gli studi conclusi, come si può evincere dal
resoconto, appartengono al settore 2 della linea di
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sono state riportate pubblicazioni relativamente ai
111
LINEA 3
progetti afferenti agli altri settori (trattamenti locoregionali, chirurgia, terapia di supporto-riabilitativa) e
questo dato purtroppo si ripete costantemente e in
questo senso si dovrebbe in qualche modo intervenire.
Il numero complessivo dei progetti di cui non si è avuto
risposta (4) e quelli non ancora attivati per motivi vari (7),
rappresenta ancora una percentuale enormemente
elevata (11/52 = 21%) che testimonia, da un lato una
scarsa attenzione da parte degli stessi
ricercatori
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degli uffici a ciò preposti.
Programma 2005
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a linea di ricerca n° 3, comprende proposte di
protocolli di ricerca corrente volti ad individuare
nuovi approcci terapeutici in campo medico e
valutazione di trattamenti integrati sistemici e locoregionali. Le migliori conoscenze in campo biologico e
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verso un particolare sottogruppo di pazienti al fine di
effettuare terapie mirate. Nella linea di ricerca sono
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trials internazionali, multicentrici, in alcuni casi per la
sperimentazione di nuove molecole.
La linea di ricerca comprende, articolati in 4 settori per
meglio definire i campi di applicazione dei progetti
proposti:
Settore 1: trattamenti locoregionali (1-5)
Settore 2: chemioterapia (6-28)
Settore 3: chirurgia (29-31)
Settore 4: terapia di supporto-riabilitativa (32-41 )
Settore 1: Trattamenti locoregionali
Circa il 15-25% dei pazienti affetti da carcinoma del
colon-retto presenta metastasi epatiche al momento
della diagnosi e un ulteriore 30-40% le svilupperà
successivamente. La possibilità di resezione chirurgica,
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prioritaria, è limitata al 20% circa di tali casi ed è da
considerarsi allo stato attuale indicazione prioritaria. Per
le forme non operabili la chemioterapia sistemica può
essere integrata da diverse forme di terapia locoregionale con la possibilità di incrementare la
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migliorare la sopravvivenza. Tra le terapie loco-regionali
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radiofrequenze. Il progetto n° 1 si propone di verificare
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percutanea mediante radiofrequenza in pazienti affetti
da metastasi epatiche da tumori del colon-retto
candidabili a resezione chirurgica, al fine di definire la
proponibilità di tale tecnica in alternativa alla chirurgia.
Tale progetto i realtà è parte integrante di uno studio più
articolato riguardante un percorso di trattamento
integrato delle metastasi epatiche da carcinoma del
colon nel quale per le metastasi epatiche resecabili è
previsto un random tra chemioterapia e trattamento
locoregionale con successiva possibilità sempre in questo
braccio di randomizzare tra radiofrequenza e
chemioterapia (sistemica alternata
alla terapia
intraepatica).
I progetti n°2e 3pr
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percutanee di etanolo (PEI) in ecoscopia quale
metodica alternativa mininvasiva alla chirurgia nel
trattamento delle formazioni colloido-cistiche tiroidee e
rispettivamente degli adenomi paratiroidei.
La perfusione antiblastica ipertermica con il Tumor
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sperimentazione n° 4 quale trattamento locoregionale di
pazienti affetti da melanomi e sarcomi degli arti. Al fine
di individuare nuove metodiche terapeutiche che
possano migliorare la prognosi dei pazienti con
carcinoma pancreatico avanzato inoperabile, il
progetto n° 5 valuterà il trattamento standard con
gemcitabina settimanale per via endovenosa rispetto
alla infusione per via intrarteriosa mediante catetere
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potenziato,
epirubicina e carboplatino.
Settore 2: Chemioterapia
Scopo precipuo della ricerca clinica in campo
oncologico
è
quello
di
individuare
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chemioterapici e/o nuove associazioni chemioterapiche
capaci di migliorare la percentuale di risposte obiettive
con un miglioramento del profilo di tossicità talvolta
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conoscenze a livello di alcuni parametri biologici o di
nuove formulazioni farmacologiche (terapie orali,
impiego di liposomi, ecc.). Più recentemente sono
diventati disponibili farmaci a bersaglio cosiddetto
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(anticorpi monoclinali, molecole inibitorie della attività
tirosinochinasica o dirette contro i recettori del VEGF o
del PDGF) dirette specificamente contro bersagli
biologici importanti per la sopravvivenza delle cellule
neoplastiche.
Carcinoma mammario
Nel trattamento del carcinoma mammario avanzato la
scelta dei farmaci da impiegare è in relazione ai
precedenti trattamenti adiuvanti; il progetto n° 6
prevede
in pazienti precedentemente esposte ad
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rispettivamente a gemcitabina o capecitabina quale
terapia
di
prima
linea
in
fase
metastatica.
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carcinoma mammario si è recentemente arricchito di
una nuova classe di farmaci: le antracicline liposomiali.
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liposomi con conseguente rilascio preferenziale del
farmaco nei tessuti tumorali e riduzione di alcuni effetti
collaterali tra cui principalmente la cardiotossicità. Tra le
varie combinazioni, il progetto n° 7 intende esplorare
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gemcitabina quale trattamento di prima linea in pazienti
già trattate con antracicline e a rischio di cardiotossicità.
Il progetto n° 8 rappresenta la fase II dello studio dosefinding di combinazione tra la vinorelbina orale e la
capecitabina già pubblicato su Clinical Breast Cancer,
essendo stata stabilita la MTD. Per la paziente anziana,
sempre nel carcinoma della mammella è in corso lo
studio (n° 9) randomizzato di fase II di confronto tra
gemcitabina+vinorelbina
versus
gemcitabina+mitoxantrone come chemioterapia di
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pazienti.
Tumori del distretto cervico-cefalico e del polmone
In pazienti affetti da carcinomi del distretto cervicocefalico o del polmone in progressione dopo i
trattamenti chemioterapici standard, si propone con il
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intracellulare del recettore. Lo studio n° 11 intende
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cisplatino + capecitabina sulla scorta della disponibilità
112
LINEA 3
di questa nuova fluoropirimidina orale che consente una
migliore compliance al trattamento per i pazienti in
alternativa allo schema classico Al Sarraf. Il progetto n°
12 si propone di realizzare una caratterizzazione
biologica del carcinoma indifferenziato del rinofaringe
partendo dalla considerazione che tale tumore presenta
delle caratteristiche anatomo-patologiche peculiari ed
un andamento clinico spesso aggressivo oltre che una
particolare distribuzione geografica.
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basato sullo studio in alta risoluzione dei campioni di
DNA, uno studio basale del titolo anticorpale anti-EBV e
del carico virale di EBV DNA e RNA con metodo real-time
PCR.
Nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole
cellule in progressione dopo terapie a base di cisplatino,
il docetaxel ha dimostrato un impatto favorevole sulla
sopravvivenza rispetto alla sola terapia di supporto; lo
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combinazione tra docetaxel e vinflunina in pazienti
pretrattati con cisplatino. Sempre nel setting di pazienti in
progressione dopo trattamenti a base di cisplatino è da
considerare il progetto n° 14 che intende valutare in uno
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di essere in grado di interferire a vari livelli con il
metabolismo degli acidi nucleici e nella sintesi di DNA;
utilizzato come farmaco singolo o in combinazione con il
cisplatino o il carboplatino ha prodotto risultati molto
interessanti in varie neoplasie. Gli studi n° 15 e 16
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linea nel carcinoma polmonare e quale trattamento di
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approccio combinato nel mesotelioma maligno si
inserisce il progetto n° 17 che prevede per le forme T1-3
N0-2 M0, una chemioterapia di induzione a base di
cisplatino
e
pemetrexed
e
successivamente
pleuropneumectomia con o senza radioterapia.
Tumori gastroenterici
Il progetto n°18 è uno studio clinico di fase I-II che
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individuare la dose massima tollerata e la dose
raccomandata, in pazienti affetti da carcinoma
colorettale in fase avanzata. La sostituzione del 5F
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potrebbe ridurre i costi connessi alla pianificazione di un
trattamento infusionale a base di 5-FU (ospedalizzazioni,
posizionamento di cateteri venosi centrali, gestione delle
complicanze correlate), senza comportare una riduzione
del potenziale terapeutico.
Prosegue anche lo studio n° 19 sul trattamento del
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Il settore della chemioterapia del carcinoma colorettale
è particolarmente ricco di proposte come testimoniato
dalla proposizione di ben 3 nuovi progetti (n° 20,21,22)
che prevedono combinazioni tra oxaliplatino o
irinotecan rispettivamente con la capecitabina o il
fluorouracile folinico potenziato somministrato per
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schema Folfox4 con il Cetuximab. Infatti un moderno
approccio al trattamento del carcinoma colorettale in
fase avanzata può essere rappresentato dalla
combinazione di una chemioterapia convenzionale con
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di intervenire sui recettori dei fattori di crescita della
cellula tumorale o del suo microambiente. Il cetuximab
è un anticorpo monoclonale che si lega al recettore per
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superficie delle cellule tumorali di natura epiteliale; il
blocco dei recettori per l
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potrebbe rallentare o addirittura bloccare la crescita
delle cellule tumorali e quindi la progressione di tumori
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policentrico randomizzato di fase III di confronto tra
gemcitabina e gemcitabina + cisplatino) per il
trattamento del carcinoma del pancreas avanzato in cui
sono entrati al momento 250 pazienti.
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Tre studi vengono proposti per il trattamento del
carcinoma della vescica. Un primo studio (n° 24) nasce
da osservazioni sperimentali in vitro su colture cellulari di
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gemcitabina e taxolo che in un recente studio di fase II
ha realizzato una interessante percentuale di risposte
obiettive del 40%. Infine lo studio n° 26 intende esplorare il
ruolo della chemioterapia adiuvante post-cistectomia
radicale in pazienti con carcinoma transizionale della
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gemcitabina versus la combinazione taxolo +
gemcitabina.
Il carcinoma renale metastatico ancora oggi non
dispone di un trattamento in grado di assicurare una
adeguata percentuale di risposte obiettive; pertanto
può essere giustificata la proposta di una associazione
chemioimmunoterapica. Lo studio n° 27 individua una
associazione chemioimmunoterapica costituita dalla
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28 intende valutare la sopravvivenza libera da
progressione cerebrale a 12 mesi in pazienti con
melanoma maligno trattati con temozolamide o
dacarbazina e con immunoterapia comprendente IL-2.
Settore 3: Chirurgia
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un progetto volto ad individuare tecniche chirurgiche
capaci di migliorare i risultati diagnostici e terapeutici e
quelli funzionali.
Nella chirurgia del retto ampollare inferiore negli ultimi
anni sono stati ottenuti importanti cambiamenti grazie a
trattamenti combinati chemioradioterapici pre-operatori
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propone ridefinire un protocollo unico di tecnica
chirurgica
relativamente
allo
svuotamento
laterocervicale in tutti quei casi di patologia oncologica
per i quali viene posta tale indicazione.
Settore 4: Terapia di supporto-riabilitativa
Il paziente oncologico sottoposto a trattamenti
chemioterapici vive specie nelle fasi iniziali momenti di
ansia e paura potendo sviluppare un senso di impotenza,
depressione, ineluttabilità. Il progetto n° 32 si propone,
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LINEA 3
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compliance alle cure di pazienti neoplastici ricoverati per
trattamenti chemioterapici. Tale progetto viene
riproposto alla luce del rilevante grado di soddisfazione
manifestato dai pazienti nel corso dei primi incontri. Il
trattamento
riabilitativo
nel
trattamento
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neoformazioni cordali a livello laringeo costituisce
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n° 33 propone un trattament
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per neoformazioni laringee. Nelle pazienti sottoposte a
chirurgia mammaria talvolta si possono verificare
fenomeni di ipertrofia delle cicatrici: nel progetto n° 34 è
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fine di favorire una cicatrizzazione normotrofica degli esiti
di mastectomia e quadrantectomia. Rimanendo nel
campo della chirurgia del carcinoma mammario con lo
studio n° 35 si vuole verificare la capacità
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complicanze nel paziente oncologico dovuta, oltre che
alla stessa patologia neoplastica, anche ai trattamenti
effettuati (chemioterapia, radioterapia, chirurgia).
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o studio n° 36 è quello di valutare
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una dose standard di darbepoetina nel trattamento
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(mammella, polmone, colon-retto, ginecologici). Nel
decorso della malattia neoplastica i pazienti oncologici si
presentano frequentemente malnutriti e tale situazione
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integrato di supporto nutrizionale nel paziente
oncologico sia in Ospedale che a domicilio che
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causa di morbilità e mortalità nei pazienti neoplastici e lo
studio n° 39 ha come obiettivo primario quello di valutare
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clinicamente rilevanti in pazienti neoplastici in
trattamento chemioterapico. Lo studio n° 39 invece
intende mettere a confronto un trattamento con eparina
a baso peso molecolare rispetto alla classica terapia
anticoagulante orale nella prevenzione secondaria del
tromboembolismo venoso in pazienti oncologici. Il
progetto n° 40 ha come obiettivo principale quello di
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polineuropatia indotta da trattamento con taxolo o
schemi comprendenti altri farmaci neurotossici; tale
studio randomizzato
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premenopausa trattate per carcinoma mammario con
chirurgia, chemio e radioterapia, al fine di migliorare i
disturbi clinico-biochimici legati alla menopausa oltre
che verificare un eventuale impatto positivo nel ridurre
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114
LINEA 3
1.
Trattamento delle metastasi epatiche da carcinoma del colon-retto. Studio randomizzato di confronto tra
termoablazione mediante radiofrequenza ed exeresi chirurgica
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Programma
A. Trattamenti loco-regionali
Parole chiave
Locoregional treatment liver metastatis colon rectum carcinoma
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale, Oncologia Medica, Chirurgia Apparato Digerente, Radiologia Interventistica
Descrizione
Circa il 50% dei pazienti affetti da carcinoma del colon-retto sviluppa metastasi epatiche. Considerato il netto
miglioramento della prognosi nei pazienti sottoposti a resezione epatica, si è reso più vi
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tecniche di tipo miniinvasivo che consentono di eradicare le metastasi epatiche, tra cui la termoablazione con
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dalla buona tollerabilità, che hanno reso la termoablazione con radiofrequenza metodica sempre più
frequentemente proposta nella terapia delle metastasi epatiche non rispondenti a criteri di resecabilità.Lo studio si
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epatiche colorettali candidabili a resezione chirurgica, al fine di definire la proponibilità di tale tecnica in alternativa
alla chirurgia e di conseguenza individuarne il ruolo potenziale nella terapia delle metastasi epatiche colo-rettali
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radiofrequenza, verranno confrontati determinando la percentuale di recidiva locale ed il tempo alla progressione.
Risultati e prodotti
conseguiti
Lo studio è tutt'ora in corso. Sono stati inseriti 14 pazienti.
Attività previste
I pazienti eleggibili per resezione epatica dovranno rispondere ai seguenti criteri:
Assenza di malattia extraepatica;
Metastasi epatiche in numero non superiore a 3;
Non coinvolgimento della biforcazione portale;
Possibilità di ottenere almeno un margine di 1 cm. di parenchima sano;
Possibilità di preservare un adeguato volume di parenchima epatico funzionale;
Diametro delle lesioni non superiore a 3.5 cm.
Tutti i pazienti verranno sottoposti a stadiazione con TAC spirale total body e randomizzati a ricevere uno dei due
trattamenti, previo consenso informato scritto. Saranno motivi di esclusione, per ciò che attiene specificatamente
alla termoablazione, le lesioni prossime alla convergenza biliare, le lesioni esofitiche rispetto al parenchima epatico e
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programma di linee-guida nel trattamento delle metastasi epatiche colo-rettali di questo Istituto
2.
La PEI quale trattamento alternativo delle lesioni nodulari tiroidee
Responsabile
Achille Gaetano
Ricercatori Associati
L. Grammatica, E. Cannello
Programma
A. Trattamenti loco-regionali
Parole chiave
PEI, percutaneous ethanol infection, thyroid cystic nodules, ecoscopic microsurgery
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Otorinolaringoiatria, Anestesia Rianimazione e Terapia del Dolore
Descrizione
La patologia tiroidea maggiormernte frequente è quella nodulare benigna, nell'ambito della quale una
percentuale variabile sino a circa il 10% è rappresentata dalla cisti tiroidea benigna. Le problematiche di tali
formazioni colloidali derivano dalla presenza di notevole quantità di tireoglobulina che talvolta può provocare
l'insorgenza di temporanee crisi tireotossiche. In altri casi la compressione del tessuto tiroideo da parte della
115
LINEA 3
formazione colloidale rende inesporabile ecograficamente il parenchima tiroideo, che in questi pazienti talvolta
può essere sede di noduli tiroidei solidi, la cui diagnosi viene per tale ragione ostacolata. Inoltre, sono state
descritte anche sindromi compressive delle strutture circostanti, quali le vie aeree superiori, l'esofago cervicale e le
strutture vascolari. Il trattamento di tali formazioni colloido-cistiche era in passato di tipo esclusivamente chirurgico
per via esterna.
L'avvento delle tecniche diagnostiche e terapeutiche tiroidee a cielo chiuso , quali l'agoaspirazione delle
formazioni colloidali e la succesiva iniezione percutanea di etanolo (PEI) in ecoscopia ha reso praticabile
un'alternativa miniinvasiva a tali tecniche.
Obiettivo è stabilire indicazioni, tecnica e strategia di follow up nei pazienti portatori di formazioni colloidocistiche
tiroidee, da sottoporre a PEI in regime di day surgery.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono stati inseriti 12 pazienti con una media di 2 tentativi per caso.
Attività previste
Verranno reclutati tutti i pazienti che ecograficamente presenteranno una o più formazioni colloidocistiche del
parenchima tiroideo. Le formazioni dovranno avere dimensioni minime (valutate ecograficamente) di circa 5 ml. I
pazienti verranno sottoposti a correlazione ematochimica - clinica attraverso il dosaggio degli esami di funzionalità
tiroidea e successivamente a PEI in ecoscopia. La PEI verrà ripetuta sino a portare le formazioni colloidali ad una
dimensione non eccedente il valore di 1 ml, ma non oltre i cinque tentativi.
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Responsabile
Achille Gaetano
Ricercatori Associati
L. Grammatica
Programma
A. Trattamenti loco-regionali
Parole chiave
PEI, percutaneous ethanol infection, iperparathyroidism, ecoscopic microsurgery
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Otorinolaringoiatria
Descrizione
La comparsa di adenomi od iperplasie semplici delle ghiandole paratiroidi è una complicanza frequente nei
pazienti sottoposti a trattamento dialitico per insufficienza renale; a tale iperplasia ghiandolare segue
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disendocrino rappresenta uno dei più importanti eventi peggiorativi della qualità della vita nei pazienti sottoposti a
trattamento dialitico. Il trattamento chirurgico a cielo aperto degli adenomi paratiroidei rappresenta una via
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via percorribile, maggiormente accettata dai pazienti soprattutto per la bassa invasività, e priva delle complicanze
insite in un trattamento chirurgico in anestesia generale.
Valutare la possibilità di effettuare trattamenti ablativi di adenomi paratiroidei attraver
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diagnosticata citologicamente e scintigraficamente la presenza di adenomi od iperplasie paratiroidee.
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diagnosi citologica di adenoma paratiroideo attraverso agobiopsia ecoguidata;
diagnosi scintigrafica di adenoma paratiroideo mediante scintigrafia con sestaMIBI;
valutazione della baseline dei livelli di paratormone, calcemia, calciuria;
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valutazione dei possibili effetti collaterali immediati e a distanza di tale trattamento microinvasivo;
rivalutazione ecografica dopo 1 mese;
rivalutazione ematochimica di paratormone, calcemia e calciuria dopo 1 mese;
Secondo i dati della corrente letteratura tale trattamento potrà essere ripetuto sino a sclerotizzazione
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paratiroide.
Perfusione antiblastica ipertermica per il trattamento locoregionale di sarcomi e melanomi degli arti
Responsabile
Gadaleta Cosmo
116
LINEA 3
Ricercatori Associati
A. Catino, M. Guida, G. Ranieri, V. Lorusso, V. Mattioli
Programma
A. Trattamenti loco-regionali
Parole chiave
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Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Radiologia Interventistica, Oncologia Medica, Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore
Descrizione
La perfusione antiblastica ipertermica (PAI) ha dimostrato di essere un trattamento loco-regionale efficace nei
melanomi e sarcomi localizzati agli arti; infatti, è in grado di determinare remissioni complete in oltre il 50% dei
pazienti, con risposte globali tra il 70-90%.
Recentemente, la combinazione di Tum,or Necrosis factor Alfa (TNF) alla chemioterapia con Melphalan ed alla
ipertermia, hsi è dimostrata in grado di incrementare le risposte complete fino al 70-90%.
Studi recenti hanno individuato come dose ottimale di TNF quella di 1 mg, non essendo stata individuata una
correlazione tra aumento della dose utilizzata e risposta, a fronte di una tossicità locale e sistemica più elevata.
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con TNF associato a Melphalan in perfusione ipertermica mediante pompa peristaltica nel trattamento di pazienti
affetti da melanomi e sarcomi degli arti.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
5.
I criteri di eleggibilità sono rappresentati da: malattia istologicamente accertata, localizzata agli arti con
estensione non oltre i linfonodi loco-regionali, età 18-75 anni, PS Ecog 0-2, consenso informato scritto., assenza di
severa patologia cardiovascolare, epatica o renale, pr
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Sono esclusi i casi con localizzazione immediatamente vicina al legamento inguinale o alla regione deltoidea.
Verrà utilizzata la seguente tecnica: dopo incannulamento dei vasi iliaci e ascellari, verranno apposti rilevatori di
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Mediante una pompa peristaltica, raggiunta la temperatura di 41,5°C, verrà somministrato TNF in circuito
extracorporeo alla dose stabilita; melphalan (10 mg/L o 13 mg/L in caso di arto superiore o inferiore) sarà
somministrato dopo 30 minuti mentre la circolazione extracorporea continuerà per 60 minuti.
Sperimentazione clinica randomizzata in pazienti con carcinoma pancreatico avanzato: Gemcitabina per via
classica venosa versus Fluorouracile-Leucovorin-Epirubicina-Carboplatino (FLEC) somministrati per via arteriosa
Responsabile
Gadaleta Cosmo
Ricercatori Associati
G. Colucci, G. Ranieri, A. Catino, D. Gugliotta
Programma
A. Trattamenti loco-regionali
Parole chiave
Carcinoma del pancreas, chemioterapia intraarteriosa
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Radiologia Interventistica, Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
Il carcinoma del pancreas (CAP) esocrino rappresenta attualmente la quarta causa di morte per neoplasia
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di vita. La prognosi rapidamente infausta del CAP è motivata da diverse ragioni: lo stadio avanzato della neoplasia
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forte componente desmoplastica collagenosica e la pseudo capsula fibrotica entrambe condizioni
istopatologiche caratteristiche del CAP. Su tali presupposti la somministrazione intraarteriosa di farmaci
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significativamente più elevate di farmaco a contatto con le cellule tumorali In un recente studio pilota,
randomizzato, prospettico, di fase III è stata comparata la somministrazione di Gemcitabina per via venosa verso
Fluorouracile-Leucovo-rin-Epirubicina-Carboplatino (FLEC) per via intraarteriosa con un guadagno significativo in
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Sulla scorta del razionale clinico pubblicato e della possibilà di ottenere vantaggi terapeutici con un regime
chemioterapico somministrato per via intra-ar
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20 pazienti affetti da carcinoma pancreatico avanzato e pertanto in operabili, randomizzati per ricevere FLEC o
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pilota, per quei pazienti che in progressione con gemcitabina ed ancora con una compliance accettabile sotto il
profilo clinico e bioumorale fossero motivati a ricevere una seconda linea di trattamento.
Risultati e prodotti
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Attività previste
Lo studio di tipo prospettico arruolerà circa 20 pazienti con CAP avanzato in prima diagnosi, non operabile, non
precedentemente trattato. I casi in prima diagnosi afferenti per la caratterizzazione isto-citopatologica presso
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Sperimentale dovranno essere possedere i seguenti requisiti:
diagnosi istocitopatologica di conferma per adenocarcinoma pancreatico, inoberabilità della malattia; PS
secondo Karfonski di almeno 50%; WBC> 3500 mm3; piatrine > 100.000 mm3, Hb > 10 g/dl, bilirubinemia e
transaminasi non oltre 3 volte i valori normali; creatininemia non oltre 1,5 mg/; stadiazione radiologica (Rx torace,
TAC addome-pelvi, ecografia addominale) non antecedente ai 30 giorni; GICA, ECG e crasi ematica basale;
consenso informato scritto. Criteri di esclusione dal protocollo saranno: metastasi peritoneali, precedenti
trattamenti; gravi coagulopatie; secondi tumori. I pazienti saranno randomizzati a ricevere Gemcitabina
settimanale da sola (Braccio A) 1g/m2 diluita in fisiologica e somministrata in 30 minuti per via venosa fino a
documentata progressione o FLEC (Braccio B) somministrato ogni tre settimane per mezzo di catetere agiografico
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mg/m2). I pazienti in progressione con Gemcitabina potranno passare a FLEC.
Il follow-up clinico-strumentale, prevedrà essenzialmente: valutazione clinica, ecografia addominale con GICA
mensile e TAC addome.
Il CB sarà valutato sulla scorta del guadagno di peso, della riduzione del dolore attraverso una scala visuale
analogica e attraverso la riduzione del consumo degli antidolorifici.
I dati di sopravvivenza saranno valutati a 24 mesi mediante analisi uni- e multivariata. Sarà inoltre valutata in termini
di fattibilità la seconda linea con FLEC per i pazienti in progressione con Gemcitabina.
6.
Docetaxel e Gemcitabina versus Docetaxel e Capecitabina nel trattamento di prima linea del carcinoma
mammario metastatizzato. Studio multicentrico randomizzato di fase II
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Advanced breast cancer docetaxel, gemcitabina capecitabina
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
Il docetaxel (TXT) è un agente antimicrotubuli che stimola la polimerizzazione della tubulina con conseguente
aumentata formazione dei microtubuli di cui, peraltro, inibisce la depolimerizzazione. Esso ha dimostrato in
innumerevoli studi clinici di essere particolarmente attivo nel trattamento del carcinoma mammario metastatizzato,
con risultati anche superiori a quelli riportati con le antracicline. In prima linea ha determinato il 37%-87% di risposte
obiettive, mentre in seconda linea sono state osservate risposte nel 34%-60% delle pazienti.La gemcitabina (GEM) è
un antimetabolita, analogo strutturale del nucleoside citosinico (due atomi di idrogeno sono sostituiti dal fluoro); è
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mammario pretrattato con antracicline e/o taxani; in prima linea la gemcitabina è stata associata
prevalentemente alle antracicline oppure ad antracicline e taxani con risposte che arrivano fino al 93%.
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ha prodotto risposte che oscillano tra il 36% ed il 79%, nei sei studi più significativi, nella maggior parte dei quali tutte
le pazienti erano già state trattate con una chemioterapia di prima linea contenente antracicline. La
capecitabina è una nuova fluoropirimidina orale che viene convertita a farmaco attivo attraverso tre distinti
passaggi metabolici. Essa attraversa la barriera intestinale ed a livello epatico viene convertita in due metaboliti, la
deossifluorocitidina e la deossifluorouridina, i quali a livello delle cellule tumorali, vengono convertiti in fluorouracile,
ad opera della timidina-fosforilasi. Grazie a questo meccanismo di attivazione enzimatica, la capecitabina è
trasformata in farmaco citotossico per lo più nel tessuto neoplastico, esercitando, dunque, una tossicità selettiva
sulla cellula tumorale. La capecitabina ha prodotto risposte nel 20%-35% delle pazienti pretrattate con antracicline
e/o taxani ed è risultata superiore nel confronto con taxolo, in seconda linea e CMF, in prima linea metastatica.
118
LINEA 3
Sempre in prima linea metastatica sono in corso studi in cui la capecitabina è associata al docetaxel ed
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Di particolare interesse è l'associazione capecitabina/docetaxel. Nello studio di O'Shaughnessy, in cui oltre 500
pazienti, per circa 2/3 pretrattate, sono state randomizzate a ricevere docetaxel alla dose di 100 mg 1° giorno o
docetaxel/capecitabina, rispettivamente alle dosi di 75 mg /m2 1° giorno e di 1250 mg/m2 due volte al dì, dal 1° al
14° giorno. I cicli venivano ripetuti ogni 21 giorni. L'associazione è risultata superiore sia in termini di risposte obiettive
(42% verso 30%), che di tempo alla progressione (6.1 verso 4.2 mesi). Il dato più importante, però, è senz'altro quello
della sopravvivenza, che è risultata significativamente maggiore nel braccio trattato con i due farmaci (14.5 verso
11.5 mesi). Si può, pertanto, ritenere che le combinazioni di docetaxel con gemcitabina o con capecitabina,
rappresentino due nuove associazioni di grande importanza nel trattamento del carcinoma mammario
metastatizzato sia per la loro potenziale efficacia che per la buona tollerabilità. I dati disponibili, tuttavia, non
provengono da studi disegnati in modo da consentire una appropriata valutazione dell'efficacia di ognuna delle
due combinazioni in rapporto ai criteri di selezione delle pazienti. Appare, quindi, di grande interesse uno studio
mirante a valutare i meriti relativi, in termini di efficacia e tollerabilità delle due associazioni al fine di selezionare lo
schema più promettente per un successivo studio di fase III.
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Obiettivi secondari:
valutare la tossicità del trattamento
valutare il tempo alla progressione e la sopravvivenza globale
Risultati e prodotti
conseguiti
In attesa di approvazione da parte del Comitato Etico dell'Istituto.
Attività previste
BRACCIO A:
Docetaxel 75 mg/m² in infusione e.v. di 1 ora giorno 8 dopo la gemcitabina.
Gemcitabina 1000 mg/m² in infusione e.v. di 30 minuti nei giorni 1 e 8.
BRACCIO B:
Docetaxel 75 mg/m² in infusione e.v. di 1 ora giorno 1.
Capecitabina 1250 mg/m² due volte al dì per os nei giorni 1-14.
In entrambi i bracci i cicli saranno ripetuti ogni 3 settimane.
Le pazienti in risposta (RC o RP) riceveranno 6-8 cicli di chemioterapia a discrezione dello sperimentatore; quelle
con malattia stabile (NC) riceveranno 6 cicli di chemioterapia.
La valutazione della risposta obiettiva sarà effettuata secondo i criteri RECIST (Response Evaluation Criteria In Solid
Tumors).
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percentuale di risposta minima del 50%, con 36 pazienti per braccio, ci sarà una probabilità del 90% di selezionare il
trattamento che risulterà superiore all'altro con una differenza assoluta del 15% in percentuale di risposta (75%).
Saranno pertanto necessarie 72 pazienti complessivamente. La durata della risposta, il tempo alla progressione e la
sopravvivenza delle pazienti saranno calcolate con il metodo di Kaplan-Meier.L'analisi sarà effettuata secondo i
criteri "intent to treat" su tutte le pazienti
7.
Associazione di Doxorubicina liposomiale /Caelix) e Gemcitabina (Gemzar) nel trattamento del carcinoma
mammario avanzato. Studio di fase II.
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
doxorubicina liposomiale, gemcitabina, carcinoma mammario
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
La Doxorubicina liposomiale ha dimostrato, in uno studio randomizzato, di effere equiefficace alla doxorubicina
tradizionale, ma significativamente meno tossica a livello cardiologico. Attualmente, l'indicazione di questo
farmaco + la monochemioterapia è prevista in pazienti affette da carcinoma mammario metastatico, pretrattate
con antracicline e a rischio di sviluppare una cardiopatia da farmaci. La recente indicazione per il carcinoma
mammario ottenuta dalla gemcitabina e la scarsa tossicità di quest'ultima consentono di associare i due farmaci
con un ottimo profilo di tollerabilità, peraltro già dimostrato in fase I. In questo studio verranno arruolate
esclusivamente pazienti già sottoposte a terapia con antracicline e a rischio di cardiotossicità. L'obiettivo del
progetto è di valutare la tollerabilità de regime di combinazione dei due farmaci; valutare l'attività terapeutica
dell'associazioe; valutare la durata della risposta al trattamento; valutare la sopravvivenza globale e la qualità di
vita.
119
LINEA 3
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 14 pazienti.
Attività previste
La Doxorubicina liposomiale viene somministrata alla dose di 25mg/m2 ogni 3 settimane. La gemcitabina viene
somministrata alla dse di 800 mg/m2 nei giorni 1+8 ogni 3 settimane.
8.
Studio di fase II di capecitabina in combinazione con vinorelbina orale nel trattamento del cancro mammario
avanzato
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Capecitabina, vinorelbina, cancro mammario
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
La capecitabina è un nuovo farmaco antitumorale, che viene somministrato per via orale, appartenente alla
classe delle fluoropirimidine, che viene convertito nella 5'-DFUR da una nuova deaminasi localizzata nel fegato e
nei tessuti tumorali. L'ulteriore metabolismo a 5 fluorouracile del 5'-DFUR viene effettuato nella sede del tumore ad
opera della timidina fosforilasi.
L'esposizione dunque dei tessuti sani al 5-Fluorouracile è pertanto ridotta al minimo. Risultati preliminari di studi con
Capecitabina come agente singolo del ca mammario hanno prodotto risultati promettenti. La vinorelbina è un
farmaco attivo nel carcinoma mammario sia in prima che in seconda linea ed è dotato di una tossicità moderata.
Studi in vitro ed in vivo hanno mostrato un forte sinergismo di azione tra 5-Fluorouracile e Vinorelbina. Attualmente è
disponibile la formulazione orale anche della Vinorelbina.
Obiettivo del progetto è determinare il tasso di risposta (RR) della combinazione della capecitabina con la
vinorelbina nel trattamento delle pazienti affette da cancro mammario avanzato precedentemente sottoposte a
chemioterapia con taxani più/meno antracicline. Valutare la tollerabilità di questa combinazione. Determinare il
tempo alla progressione (TTP) e la sopravvivenza globale (OS).
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 26 pazienti.
Attività previste
Questo è uno studio prospettico di fase II. Verrà utilizzato il disegno a due fasi descritto da Simon e coll. (se
vengono osservate almeno 3 risposte nei primi 16 pazienti, si aggiungerà il campione di 43 pazienti). Schema di
trattamento: vinorelbina 60 mg/mq/os giorni 1-8, Capecitabina 2000 mg/mq per os nei giorni 2-7-9-16. Lo schema
va ripetuto ogni 3 settimane.
9.
Studio randomizzato di fase II di Gemcitabina + Vinorelbina versus Gemcitabina +ERSUS Mitoxantrone come
chemioterapia di prima linea nel cancro avanzato della mammella nella donna anziana
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Gemcitabina, vinorelbina, mammella
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
La Vinorelbina ed il Mitoxantrone sono tra i farmaci singoli più efficaci a meno tossici nel trattamento del
carcinoma mammario avanzato. Per questo motivo essi vengono frequentemente utilizzati nel trattamento delle
pazienti anziane (>70 anni). La Gemcitabina è un farmaco molto promettente nel trattamento di questa neoplasia
ed anch'esso dotato di scarsa tossicità. Studi di fase I/II hanno mostrato un buon sinergismo tra gemcitabina a
120
LINEA 3
vinorelbina o mitoxantrone nel trattamento di pazienti in stadio avanzato.
Obiettivo del progetto è determinare il tasso di risposta (RR) della combinazione di gemcitabina + vinorelbina o
gemcitabina + mitoxantrone nel trattamento delle pazienti anziane con cancro avanzato della mammella non
sottoposte precedentemente a chemioterapia.
Risultati e prodotti
conseguiti
Studio aperto. Sono entrate in studio 38 pazienti.
Attività previste
Questo è uno studio prospettico, randomizzato di fase II. Verrà utilizzato il disegno a due fasi descritto da Simon a
coll. (se vengono osservate almeno 3 risposte nei primi 16 pazienti, verrà raggiunto il campione finale di 43 pazienti
per braccio). Schemi di trattamento: A) Gemcitabina 1000 mg/m2 nei giorni 1 e 8 + Vinorelbina 25 mg/m2 nei
giorni 1 e 8, ogni 3 settimane. B) Mitoxantrone 6#8* mg/m2 per via endovenosa il giorno 1 + gemcitabina 1,000
mg/m2 per via endovenosa nei giorni 1 e 8, ogni 3 settimane. Aumento della dose* se la dose minima è ben
tollerata.
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utilizzo di ZD1839 (IRESSA) per uso compassionevole nel trattamento del carcinoma del polmone
metastatico e del carcinoma testa-collo
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
ZD1839 (Iressa), carcinoma polmone, carcinoma testa-collo
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
Lo ZD1839 (IRESSA) è un farmaco in grado di interferire con i recettori per l'EGFR (epidermial growth factor receptor)
impedendo l'attivazione della tirosinchinasi presente nella porzione intracellulare del recettore. Il blocco della
transduzione del segnale determina un arresto della proliferazione cellulare.
Obiettivo è valutare la percentuale di risposta ottenibile con l'IRESSA in pazienti affetti da NSCLC o carcinoma
testacollo già in precedenza sottoposti a chemioterapia.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 86 pazienti.
Attività previste
L'IRESSA viene somministrato alla dose di 250 mg/die per os. Il farmaco viene fornito gratuitamente da AstraZeneca.
11.
Associazione di Cisplatino e Capecitabina in pazienti con carcinoma testa-collo. Studio di fase II
Responsabile
Latorre Agnese
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Cisplatino, capecitabina, carcinoma testa-collo
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
La combinazione di Cisplatino e 5-Fluorouracile (5-FU) rappresenta il tratta-mento chemioterapico di induzione
standard per i pazienti con carcinoma squamoso della testa e del collo. La Capecitabina è una fluoropirimidina
orale che è preferenzialmente attivata a livello dei tessuti tumorali dove viene esplicata la maggiore attività legata
alla timidina fosforilasi che porta alla formazione del 5-FU a partire dal suo metabolita 5'DFUR. Il Trattamento con
Capecitabina induce una concentrazione di 5FU di circa 2,9 volte più alta nei tessuti neoplastici rispetto a quelli
sani. Inoltre, la capecitabina somministrata per via orale, consente di raggiungere una maggiore concentrazione
tessutale di 5-FU rispetto alla somministrazione di quest'ultimo per via endovenosa.
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carcinoma squamoso della testa e del collo avanzato o metastatico.
Obiettivi secondari: valutare il tempo alla progressione, la durata della risposta e la sopravvivenza.
Risultati e prodotti
conseguiti
Lo studio è appena partito ed è entrato in studio n.1 paziente.
Attività previste
Il trattamento prevede la somministrazione di Cisplatino alla dose di 100 mg/ m² e.v. il 1° giorno e Capecitabina alla
dose di 2000 mg/m² per os al giorno, in due somministrazioni, per 14 giorni, ogni 21 giorni. I pazienti saranno trattati
per un massimo di 6 cicli o fino a progressione della malattia.
12.
Studio di parametri bio-immunologici in pazienti affetti da carcinoma indifferenziato del rinofaringe
Responsabile
Guida Michele
Ricercatori Associati
A. Casamassima, A. Morelli, M. Quaranta, M. Picciariello, R. Berardino, V. Lorusso, L. Grammatica
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Bio immunologia, rinofaringe, HLA (Human Leucocyte Antigen)
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica, Laboratorio di Analisi Chimico-Cliniche, Otorinolaringoiatria
Descrizione
Il carcinoma indifferenziato del rinofaringe (NPC) è una particolare entità nosologica caratterizzata da una
specifica eziologia (virus di Epstein-Barr), da peculiari caratteristiche anatomopatologiche e da un andamento
clinico spesso aggressivo. Questa neoplasia, inoltre, ha una particolare distribuzione geografica (Cina, bacino
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tumore, nuovi approcci terapeutici con vaccini tumore-specifici.
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Studio basale del titolo anticorpale anti-EBV e del carico virale mediante determinazione di EBV DNA e RNA con
metodo real-time PCR.
Studio prospettico da eseguirsi durante il trattamento nelle fasi cruciali di malattia (esordio, remissione, ripresa)
della titolazione EBV DNA e EBV RNA, del profilo immunologico e proteomico
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 4 pazienti
Attività previste
Lo studio sarà condotto in stretta collaborazione con la U.O. di Laboratorio di Analisi Chimico-cl
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di questo Istituto al fine di reclutare tutti i pts con diagnosi di NPC indifferenz
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eleggibili; allestiti i campioni di sangue, siero, plasma e PBMCs utili alle determinazioni biologiche. Presso i laboratori
di Bethesda verranno eseguite le determinazioni dei parametri considerati.
13.
Studio clinico prospettico randomizzato di fase III con Vinflunina versus Docetaxel nel trattamento del carcinoma
polmonare NSCLC localmente avanzato o metastatico precedentemente trattato con platino
Responsabile
Caporusso Luciana
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Vinflunina, docetaxel, NSCLC
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
122
LINEA 3
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
La sopravvivenza globale a 5 anni dalla diagnosi dei pazienti con carcinoma polmonare si aggira intorno al 13%.
Nell'ultimo decennio i buoni risultati ottenuti con l'associazuione di cisplatino (o del suo anologo carboplatino), con
i nuovi farmaci quali i Taxani (paclitaxel, docetaxel), i nuovi antimetaboliti (gemcitabina), o i nuovi alcaloidi della
vinca (vinorelbina), hanno aperto la strada per valutare un eventuale impatto sulla malattia e sulla sopravvivenza
da parte di un trattamento di II linea. In uno studio randomizzato è stato dimostrato un impatto favorevole sulla
sopravvivenza del docetaxel in monochemioterapia in III linea, confrontato con la migliore terapia di supporto.
Obiettivo primario: valutare, parallelamente nei due bracci, la sopravvivenza libera dalla progressione (PFS).
Obiettivo secondario: valutare la risposta alla terapia secondo i criteri RECIST, la qualità di vita, la durata della
risposta, il tempo alla ricaduta di malattia, l'overall survival, e la tollerabilità ad entrambi i farmaci.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 2 pazienti.
Attività previste
Dopo aver controllato i principali criteri di inclusione, i pazienti verranno assegnati a random a ricevere uno dei
seguenti trattamenti:
BRACCIO A: VINFLUNINA 320 mg/mq e.v., 1° giorno ogni 3 settimane
BRACCIO B: DOCETAXEL 75 mg/mq e.v., 1° giorno ogni 3 settimane
Tutti i pazienti riceveranno la terapia in studio sino a progressione di malattia. Tutti i pazienti che durante il
trattamento in studio mostreranno una risposta completa o parziale alla terapia, o stabilità di malattia
continueranno il trattamento sino alla progressione di malattia.
14.
Studio multicentrico randomizzato di fase II per valutare attività e tollerabilità di 3 diverse combinazioni di
Docetaxel e Irinotecan come terapia di linea II nel trattamento del carcinoma polmonare NSCLC ricorrente o
metastatico
Responsabile
Latorre Agnese
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Docetaxel, Irinotecan, carcinoma polmonare NSCLC
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
La sopravvivenza globale a 5 anni dalla diagnosi dei pazienti con carcinoma polmonare si aggira intorno al 13%.
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nuovi farmaci quali taxani (paclitaxel, docetaxel), i nuovi antimetaboliti (gemcitabina) o i nuovi alcaloidi della
vinca (vinorelbina) hanno aperto la strada per valutare un eventuale impatto sulla malattia e sulla sopravvivenza
anche da parte di un trattamento di II linea. In uno studio randomizzato è stato dimostrato un impatto favorevole
sulla sopravvivenza del docetaxel in monochemioterapia in II linea, confrontato con la migliore terapia di supporto.
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accordo a tre diversi schemi terapeutici come trattamento di seconda linea nel carcinoma polmonare non a
piccole cellule (NSCLC) ricorrente o metastatico.
Obiettivo secondario: Valutare, in ciascun braccio, il tempo alla progressione, la durata della risposta e la
sopravvivenza.
Risultati e prodotti
conseguiti
Allo stato attuale sono stati arruolati 6 pazienti.
Attività previste
I pazienti eleggibili verranno randomizzati ad uno dei tre gruppi di trattamento con irinotecan e docetaxel. La
randomizzazione sarà centralizzata; i pazienti verranno stratificati in accordo con la risposta ottenuta con il
trattamento di prima linea.
Braccio A: Irinotecan 160mg/mq e.v. + Docetaxel 60mg/mq e.v. ogni 3 settimane. Braccio B: Irinotecan 80mg/mq
e.v. gg 1,8, + Docetaxel 60mg/mq e.v. gg1, ogni 3 settimane.
Braccio C: Irinotecan 60mg/mq e.v. gg 1,8,15,22 + Docetaxel 30mg/mq e.v. gg 1,8,15,22, ogni 6 settimane.
I pazienti saranno trattati fino ad un massimo di 18 settimane (6 cicli per i bracci A e B, 3 cicli per il braccio C)
oppure fino a progressione di malattia, o insorgenza di eventi avversi severi, o ritiro del consenso da parte del
paziente, e saranno seguiti per almeno 12 mesi, oppure fino alla morte, se sopraggiunge prima.
15.
Pemetrexed (ALIMTA) come seconda linea in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in
stadio localmente avanzato o metastatico
123
LINEA 3
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
ALIMTA, carcinoma polmonare, chemioterapia
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
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clinica con ALIMTA anche in Italia, paese in cui il farmaco non è ancora commercializzato.
Obiettivo primario: valutare il profilo di sicurezza del farmaco ALIMTA, quale seconda linea di trattamento in
pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio localmente avanzato o metastatico.
Obiettivo secondario: valutare la percentuale di risposta in pazienti con malattia misurabile (RECIST CRITERIA).
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
16.
Pemetrexed (ALIMTA) è un antifolato che ha dimostrato attività antitumorale in pazienti in progressione dopo
iniziale risposta ad una prima linea di chemioterapia, con una buona tollerabilità e maneggevolezza. Il trattamento
precede la somministrazione di ALIMTA alla dose di 500 mg/mq ogni 3 settimane per infusione endovenosa per 10
minuti, i cicli verranno ripetuti fino a progressione di malattia, fino alla morte del paziente o per decisione dello
sperimentatore o del paziente di sospendere il trattamento. La somministrazione di ALIMTA prevede: la
somministrazione per via orale di desametasone 4 mg 2 volte al giorno (il giorno prima, il giorno stesso e il giorno
dopo la somministrazione di ALIMTA); un supplemento vitaminico a base di acido folico (da 350 a 600 mcg),
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quotidianamente fino al completamento dei cicli di chemioterapia; iniezioni di vitamina B12 (1000 mcg)
intramuscolo 1-2 settimane antecedenti al primo ciclo di terapia con ALIMTA e ogni 9 settimane fino al
completamento del trattamento con chemioterapia.
Studio in aperto sulla sicurezza dei Alita (PREMETREXED) come farmaco singolo o in combinazione con Cisplatino o
Carboplatino in pazienti con mesotelioma maligno H3E-MC-JMFL
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
ALIMTA, cisplatino, mesotelioma
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
L'Alimta è un farmaco antimetabolita che ha dimostrato di essere in grado di interferire a vari livelli con il
metabolismo degli acidi nucleici e nella sintesi del DNA. Utilizzato come farmaco singolo o in combinazione con il
Cisplatino o il Carboplatino, questo farmaco ha prodotto risultati molto interessanti in varie neoplasie, ma
soprattutto nel mesotelioma. Obiettivo del progetto è valutare la percentuale di risposta dell'Alimta utilizzato da
solo o in associazione al Cisplatino o al Carboplatino (la scelta se utilizzare la monochemioterapia o la
polichemioterapia viene effettuata dallo sperimantatore in rapporto ai pregressi trattamenti del paziente ed alle
condizioni di performance status e funzionalità renale di quest'ultimo).
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 17 pazienti.
Attività previste
Dosaggio del farmaco: Alimta 500 mg/m² i.v. ogni 3 settimane. I pazienti assumeranno Acido folico 500 mg per os
al giorno a partire da 15 giorni prima del 1° ciclo e per tutta la durata della terapia. Inoltre, ogni settimana i pazienti
assumeranno vitamina B12 5000 U im. L'Alimta viene fornito gratuitamente dalla Eli Lilly.
124
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17.
Trattamento combinato del mesotelioma plsurico in stadio T1-3 N0-2 con chemioterapia preoperatoria
(cisplatino+pemetrexed) pleuropneumonectomia +/- radioterapia
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
D. Galetta, M. Di Bisceglie, F. Giuliani, G. Vinciarelli, E. Naglieri, F. Giotta
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Mesotelioma, pre-operative chemotherapy, premetrexed
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
In Italia il numero atteso di mesoteliomi maligni della pleura è di circa 1200 casi/anno con sopravvivenza mediana
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pleuropneumonectomia associata a chemioterapia adiuvante (schema PAC o schema con Carboplatino e
taxolo) ha prodotto una sopravvivenza del 15% a 5 anni con una mediana di 51 mesi in pazienti in stadio I di
Butchart modificato. La chemioterapia adiuvante riduceva la percentuale di ripresa di malattia a distanza nei
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preoperatoria presenta potenzialmente alcuni vantaggi rispetto alla chemioterapia adiuvante: migliore
compliance, riduzione del volume tumorale a down-staging con possibilità di una più elevata percentuale di
resezioni complete.In un grosso studio randomizzato che ha reclutato 456 pazienti confrontando il regime cisplatino
(CDDP) e pemetrexed (MTA) verso il solo CDDP con supplementazione vitaminica si è evidenziato un vantaggio
con il regime di combinazione per quanto concerne le risposte obiettive, il tempo alla progressione la
sopravvivenza mediana e la qualità di vita (Vogelzang et al 2003).
Il progetto si propone la:
Valutazione della fattibilità in termini di risposta e tossicità, resecabilità e risposte patologiche e mortalità/morbilità
chirurgiche
Valutazione della sopravvivenza globale libera da malattia
Correlazione dei dati clinici, di diagnostica per immagine patologici e biologici
Valutazione della qualità di vita
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
18.
Chemioterapia preoperatoria con CDDP e MTA per 4 cicli con supplementazione vitaminica seguita da chirurgia
(laddove possibile) e successiva radioterapia post-chirurgica nei pazienti con margini e/o linfonodi interessati
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Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Advanced colorectal cancer UFT, irinotecan, phase II study
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
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somministrazione orale di UFT sono simili a quelle ottenibili con dosi equimolari di 5-FU mediante infusione
endovenosa continua per cui la terapia con UFT potrebbe rappresentare una valida alternativa alla infusione
continua di 5-FU in pazienti affetti da carcinoma colorettale in fase avanzata, anche in termini di qualità di vita
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acido folinico-fluorouracile determini un miglioramento statisticamente significativo della percentuale di risposte
125
LINEA 3
obiettive, della sopravvivenza mediana e del tempo alla progressione in pazienti con carcinoma colorettale in fase
avanzata. La sostituzione del 5-FU con l
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riduzione del potenziale terapeutico, mentre potrebbe ridurre i costi connessi alla pianificazione di un trattamento
infusionale a base di 5-FU (ospedalizzazioni, posizionamento di accessi venosi centrali, gestione delle complicanze).
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Obiettivi secondari:
valutare la tossicità della combinazione UFT-FA-CPT-11
valutare il tempo mediano alla progressione
valutare la sopravivenza mediana
Risultati e prodotti
conseguiti
Studio aperto. Inseriti 3 pazienti
Attività previste
La prima parte dello studio è disegnata per determinare la tossicità dose-limitante, la dose massima tollerata e la
dose raccomandata mediante dose-escalation alternativamente per UFT e CPT-11 mantenendo fissa la dose di
acido folinico secondo il seguente schema:
Livello di dose
CTP-11 (mg/m2)
UFT (mg/m2)
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La seconda parte è costituita da uno studio multicentrico non-randomizzato di fase II disegnato per valutare
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secondo i criteri RECIST, mentre per la tossicità verranno applicati i Common Toxicity Criteria del National Cancer
Institute Canadese
19.
Trattamento con UFT + Cal
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clinico multicentrico di fase II.
Responsabile
Galetta Domenico
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
FRAIL patients advanced colorectal cancer UFT + folinic acid, phase II study
Altri Enti coinvolti
Napoli, Campobasso
Anno inizio
2003
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
II 75% dei cancri dei colon colpisce pazienti al di sopra di 75 anni di età a questi malati di solito non sono
sufficientemente trattati con. terapie specifiche. I dati disponibili riferiti a pazienti anziani sono pochi a spesso
estrapolati da studi concepiti per popolazioni più giovani. II fluorouracile è il farmaco più frequentemente utilizzato,
sia da solo the in combinazione con altri farmaci, nella malattia avanzata anche in pazienti anziani. II trattamento
dei pazienti in età geriatrica dovrebbe utilizzare farmaci più tollerabili ma the conservino una buona attività
terapeutica comparabile con quella della infusione continua dei fluorouracile. L'UFT è una combinazione di uracile
a tegafur in una concentrazione molare di 4:1, somministrabile per os. Studi di fase III hanno di confronto tra UFT +
leucovorin a fluorouracile + leucovorin non hanno dimostrato vantaggi in termini di sopravvivenza, ma una
significativa diminuzione della tossicità ed una migliore compliance da parte dei pazienti a vantaggio dei
trattamento contenente UFT.
Lo scopo primario dello studio è quello di valutare il trattamento con UFT + acido folinico in termini di attività
antitumorale e tollerabilità (espressa in termini di qualità di vita) in pazienti anziani, "fragili" affetti da carcinoma
colorettale in fase avanzata. Obiettivi secondari sono la valutazione della sopravvivenza globale, la valutazione
del tempo alla progressione, la valutazione della tossicità
Risultati e prodotti
conseguiti
Studio aperto. Inseriti 24 pazienti
Attività previste
Si tratta di uno studio multicentrico di fase II. Saranno ammessi allo studio pazienti con carcinoma colorettale
istologicamente accertato a con lesioni misurabili alo valutabili secondo i criteri RECIST, non suscettibili di intervento
126
LINEA 3
di resezione delle metastasi elo della recidiva; età compresa tra 70 a 85 anni;condizione di fragilità alo
vulnerabilità; assenza di un precedente trattamento chemioterapico per la fase avanzata di malattia (la
chemioterapia adiuvante è consentita, purché completata almeno 6 mesi prima dell'immissione in studio). La
valutazione della attività sarà effettuata secondo i criteri RECI-ST, mentre la gradazione della tossicità avverrà
secondo i criteri della NCI Common Toxicity Criteria.
20.
Xelox vs Folfox-4 nel trattamento del carcinoma colorettale avanzato non pretrattato: studio di fase II
randomizzato del Gruppo Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
F. Giuliani, D. Galetta, F. Giotta
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Advanced colorectal cancer randomized phase II study xelox vs folfox 4
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
La combinazione tra Oxaliplatino (OHP) e Fluorouracile (FU) potenziato con acido folinico (FA) somministrati con
schedula ibrida, parte in bolo e parte in infusione (schema FOLFOX-4), rappresenta uno standard di trattamento di
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Lo studio è un randomizzato di fase II multicentrico con randomizzazione di 1:2 con un braccio di calibrazione nel
qaule i pazienti riceveranno il classico schema FOLFOX-4 (OHP: 85 mg/mq gg 1, FA: 100 mg/mq gg 1-2, FU: 400
mg/mq bolo gg 1-2, FU: 600 mg/mq infusione di 22 ore gg 1-2 ogni 2 settimane). Il braccio sperimentale (XELOX)
prevede la seguente schedala: (OHP: 130 mg/mq gg 1 + Capecitabina: 2000 mg/mq in due somministrazioni al dì
gg 1-14 ogni 3 settimane).
La risposta sarà valutata secondo i criteri Recist e la tossicità secondo i criteri NCI.
Folfox4+Cetuximab in pazienti con carcinoma colorettale avanzato non pretrattati: studio multicentrico di fase II
del Gruppo Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
E. Maiello (IRCCS S. G. Rotondo), F. Giuliani, M. Di Bisceglie
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Advanced colorectal cancer, phase II study folfox 4, cetuximab
Altri Enti coinvolti
IRCCS S. G. Rotondo
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
Oncologia Medica e Sperimentale
127
LINEA 3
coinvolte
Descrizione
La combinazione tra Oxaliplatino (OHP) e Fluorouracile (FU) potenziato con acido folinico (FA) somministrati con
schedula ibrida, parte in bolo e parte in infusione (schema FOLFOX4), rappresenta uno standard di trattamento di
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22.
Saranno inseriti in studio pazienti con diagnosi istologica di carcinoma colorettale avanzato non pretrattati, con
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I pazienti riceveranno il trattamento con Cetuximab con cadenza settimanale alla dse iniziale di 400 mg/mq in due
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Xeliri vs Folfiri nel trattamento del carcinoma colorettale avanzato non pretrattato: studio di fase II randomizzato
del Gruppo Oncologico dell'Italia Meridionale (GOIM)
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
F. Giuliani, G. Vinciarelli, E. Naglieri
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Advanced colorectal cancer, randomized phase II study, xeliri vs folfiri
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
La combinazione tra Irinotecan (Cpt-11) e Fluorouracile (FU) potenziato con acido folinico (FA) somministrati con
schedula ibrida, parte in bolo e parte in infusione (schema FOLFIRI), rappresenta uno standard di trattamento di
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carcinoma colorettale avanzato non pretrattato, avendo come braccio di calibrazione quello che utilizza lo
schema FOLFIRI.
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Attività previste
Saranno inseriti in studio pazienti con diagnosi istologica di carcinoma colorettale non pretrattati, con malattia
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Lo studio è un randomizzato di fase II multicentrico con randomizzazione di 1:2 con un braccio di calibrazione nel
quale i pazienti riceveranno il classico schema FOLFIRI (CPT-11: 180 mg/mq gg 1, FA: 100 mg/mq gg 1-2, FU: 400
mg/mq bolo 1-2, FU: 600 mg/mq infusione di 22 ore gg 1-2 ogni 2 settimane).
Il braccio sperimentale (XELIRI) prevede la somministrazione dei farmaci secondo la seguente schedala (CPT-11:
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250 mg/mq gg 1 + Capecitabina: 2000 mg/mq in due somministrazioni al dì gg 1-14 ogni 3 settimane). Le dosi
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La risposta sarà valutata secondo i criteri Recist e la tossicità secondo i criteri NCI.
23.
Gemcitabina versus Gemcitabina + Cisplatino nel trattamento del carcinoma pancreatico localmente avanzato in
operabile e/o metastatico. Studio policentrico di fase III
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Locally advanced and/or metastatic pancreatic cancer, phase III tric study gemcitabina vs gemcitabina +
cisplatin
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
II farmaco di riferimento net trattamento del carcinoma del pancreas esocrino inoperabile o metastatico è la
Gemcitabina (Gem) che ha dimostrato di poter ottenere una migliore sopravvivenza a beneficio clinico rispetto al
tradizionale fluorouracile (Fu) . Diversi studi sperimentali hanno cercato di migliorare i risultati ottenuti con la Gem
associando farmaci in grado dl potenziarne l'attività. Tra le varie combinazioni, quelle che ha determinato, in uno
studio randomizzato, un miglioramento statisticamente significativo nella percentuale di risposte obiettive, e nel
tempo stesso progressioni e' l'associazione tra Cisplatino (Cddp) a Gem che ha peraltro mostrato un beneficio
clinico sovrapponibile a quello ottenuto con l'impiego delta sola Gem. In tale studio si e' evidenziato anche un
trend favorevole sulla sopravvivenza che non ha però raggiunto la significatività statistica.
Obiettivo primario: confrontare la combinazione Cddp + Gem vs solo Gem in termini di sopravvivenza globale.
Obiettivi secondari: determinazione del clinical benefit response, effetti sulla qualità di vita, tossicità; percentuale di
risposte obiettive, tempo alle progressioni, andamento dei markers tumorali (CEA, Ca 19-9).
Risultati e prodotti
conseguiti
Lo studio è iniziato e al momento sono stati arruolati 146 pazienti.
Attività previste
Studio clinico randomizzato dt fase III. Calcolando un errors alfa bilaterale dello 0.5%, un errors beta del 20%, con
una potenza dello studio pari all'80%, assumendo una sopravvivenza basale net braccio con la Bola Gem del 18%
ad un anno a con un guadagno atteso dei 10%, sono necessari 355 events (decessi). La numerosità del campione
e' di circa 400 pazienti.
24.
Trattamento del carcinoma della vescica in stadio avanzato o metastatico con una schedula costituita da
Epidoxorubicina e Gemcitabina derivata da esperienze su linee cellulari in vitro
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
carcinoma vescica, epidoxorubicina, gemcitabina
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
Il carcinoma della vescica è una neoplasia chemiosensibile. La Gemcitabina e la Epidoxorubicina hanno mostrato
di essere attive in questa neoplasia. Inoltre, studi sperimentali in vitro (Amadori D. et al. Clinical Cancer Research, in
corso di stampa) hanno dimostrato che i due farmaci utilizzati insieme possono avere un effetto sinergico. In
particolare, è stato dimostrato su linee cellulari che la somministrazione sequenziale a distanza di un'ora della
Epidoxorubicina seguita dalla Gemcitabina è altamente citotossica e sinergica nei confronti delle cellule
neoplastiche.
Obiettivo del progetto è verificare l'efficacia dell'associazione di Epidoxorubicina e Gemcitabina somministrate in
129
LINEA 3
maniera sequenziale, come suggerito dal modello sperimentale in vitro; verificare la tollerabilità di questa
combinazione; il tempo alla progressione e la sopravvivenza globale.
Risultati e prodotti
conseguiti
Studio non ancora attivato.
Attività previste
La Epidoxorubicina verrà somministrata alla dose di 25 mg/m² nei giorni 1, 8 e 15, ogni 28 giorni. La Gemcitabina
verrà somministrata alla dose di 1000 mg/m² nei giorni 1, 8 e 15, ogni 28 giorni, esattamente un'ora dopo la
somministrazione dell'Epidoxorubicina. I pazienti non responsivi o quelli che andranno in progressione dopo una
iniziale risposta verranno trattati con la chemioterpia MCV (Methotrexate, Cisplatino e Vinblastina).
25.
Studio di Gemcitabina + Paclitaxel ogni 2 settimane in pazienti non pretrattati affetti da carcinoma a cellule
transizionale (TCC)
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Gemcitabina, paclitaxel, carcinoma a cellule transizionale
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
L'associazione di Gemcitabina e Taxolo ha mostrato in fase II di poter ottenere una percentuale di risposta
superiore al 40%. Lo scopo di questo studio è di confermare con una casistica più ampia, attraverso il
coinvolgimento di numerosi centri italiani, i risultati ottenuti con il primo studio di fase II. Obiettivo del progetto è
valutare il tasso di risposta ottenibile con Gemcitabina e Paclitaxel in pazienti non pretrattati affetti da carcinoma a
cellule transizionali in fase avanzata o metastatica. Valutare la tollerabilità della suddetta combinazione.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 15 pazienti.
Attività previste
La Gemcitabina viene somministrata alla dose di 2500 mg/m² ogni 14 giorni.
Il Taxolo viene somministrato alla dose di 150 mg/² ogni 14 giorni.
26.
Chemioterapia adiuvante dopo cistectomia radicale in pazienti con carcinoma transizionale della vescica ad
elevato rischio di recidiva. Studio nazionale multicentrico di fase III randomizzato con due combinazioni
selezionate in base alla funzionalità renale: Gemcitabina/Cisplatino vs controllo e Gemcitabina/Taxolo vs
controllo.
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Chemioterapia adiuvante, cistectomia radicale, carcinoma vescica
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
Il ca della vescica costituisce la 4° causa di morte nel sesso maschile e la 9° nel sesso femminile. In Italia nel 1994
sono stati osservati 17.840 nuovi casi di ca della vescica con 5.608 decessi. Al momento della diagnosi il 70/80% dei
pazienti presenta un ca superficiale, il 20/25% invasivo ed il 5/20% metastatico. Nei pazienti con ca muscolo
invasivo, il trattamento standard è rappresentato dalla cistectomia radicale con linfoadenectomia pelvica, ma il
50% di questi pazienti sviluppa entro 2 anni una ripresa di malattia locale o a distanza.
Studi recenti suggeriscono la possibilità di migliorare la DFS e la OS con un trattamento chemioterapico adiuvante.
Obiettivo primario: Sopravvivenza globale, sopravvivenza libera da malattia
Obiettivi secondari: Tossicità, intensità di dose, qualità di vita.
130
LINEA 3
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
27.
Lo studio si articola in due linee di trattamento diversificato per pazienti con funzionalità renale integra e pertanto
suscettibili di trattamenti con combinazioni includenti cisplatino e per pazienti con funzionalità renale
compromessa che non sono candidabili a tali trattamenti.
Schemi di trattamento:
A- Cisplatino 70mg/m² g 2 + gemcitabina 1000mg/m² gg1,8,15 ogni 28 giorni x 4 cicli vs controllo
B- Taxolo 200 mg/m2 g 1 + gemcitabina 1000 mg/m2 gg 1,8,15 ogni 28 giorni x 4 cicli vs controllo.
Immunoterapia versus Immuno-chemioterapia in pazienti con carcinoma renale metastatico. Studio multicentrico
randomizzato di fase III
Responsabile
Guida Michele
Ricercatori Associati
E. Naglieri, A. Casamassima , V. Lorusso, G. Colucci
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
Immunoterapia chemioterapia, carcinoma renale
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità
coinvolte
Operative
Oncologia Medica, Oncologia Medica e Sperimentale, Laboratorio Analisi
Descrizione
Ancora oggi non esiste uno standard terapeutico per il carcinoma renale metastatico a causa della scarsa
efficacia dei trattamenti finora impiegati. Infatti sia la chemioterapia che la immunoterapia, quando impiegati
singolarmente, sono in grado di dare risposte obiettive intorno al 10-15%.L
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prognostico di alcuni parametri bio-umorali ed immunologici (PCR, fibrinogeno, VES, albuminemia, LDH, linfociti
totali e sottopopolazioni linfocitarie).
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 41 pazienti di cui 21 arruolati presso l'Istituto Oncologico di Bari.
Attività previste
I pazienti verranno assegnati a random ai seguenti due bracci di trattamento:
Braccio A: Gemcitabina 1200 mg/m2 ; Vinorelbina 25 mg/m2; IL-2: 4,5 Mil./die sc gg
1,2,3,4 Da ripetere ogni due settimane per un totale di 12 cicli in assenza di progressione.
Braccio B : IL-2 sc alle stesse dosi e timing del braccio A.
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28.
Studio clinico multicentrico randomizzato di fase III con chemio-immunoterapia in pazienti affetti da melanoma
metastatico
Responsabile
Guida Michele
Ricercatori Associati
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
chemio-immunoterapia, melanoma
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
131
LINEA 3
Descrizione
Il melanoma maligno metastatico (MM) rimane ancora oggi una delle neoplasie a peggiore prognosi con una
sopravvivenza mediana di 6-8mes
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sopravvivenza presentano ricadute cerebrali. I trattamenti antiblastici finora utilizzati si sono dimostrati scarsamente
attivi con risposte obiettivi variabili fra il 20 e il 30%. Recentemente è stato utilizzato un nuovo chemioterapico, la
temozolomide, particolarmente interessante in quanto capace di attraversare la barriera ematoencefalica e di
esprimere, quindi, la sa efficacia anche a livello cerebrale. La somministrazione per os, inoltre, rende tale farmaco
estremamente maneggevole e con un buon profilo tossicol
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immunologici quali Interferoni o Interleukine, sembra in grado di incrementare la percentuale delle risposte e,
soprattutto, la loro durata.
Obiettivo principale: valutare se la sopravvivenza libera da progressione cerebrale a 12 mesi pazienti con
melanoma, trattati con temozolomide è significativamente più alta dei pazienti trattati con dacarbazina. Tutti i
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Risultati e prodotti
conseguiti
Studio aperto. Sono stati inseriti 16 pazienti. Lo studio è stato emendato in quanto il GM-CSF è stato ritirato dal
commercio.
Attività previste
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giorno 12 e Interleukina (IL-2) 3 MU sc due volte al giorno, dal giorno 9 al giorno 17.
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seguiti da GM-CSF 150 µg sc due volte al giorno, dal giorno 3 al giorno 12 o G-CSF 300 µg sc al giorno, dal
giorno 3 al giorno 12 e Interleukina-2 (IL-2) 3 MU sc due volte al giorno, dal giorno 9 al giorno 17.
Il trattamento sarà ripetuto ogni 28 giorni in entrambi i bracci per un massimo di 6 volte, in assenza di progressione
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Assumendo un periodo di arruolamento di 24 mesi, un periodo massimo di follow-up di 24 mesi e un tasso di perdita
del 5%, è necessario randomizzare 142 pazienti nello studio.
29.
Tubo transanale nei pazienti affetti da ca del retto trattato con terapia neoadiuvante
Responsabile
Montemurro Severino
Ricercatori Associati
C. Caliandro, E. Maselli, E. Ruggirei, V. Sciscio
Programma
C. Chirurgia
Parole chiave
Cancro rettale, tubo nocoil, terapia adiuvante
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Chirurgia Apparato Digerente
Descrizione
La chirurgia del retto ampollare inferiore per patologia neoplastica nel corso degli ultimi anni ha subito importanti
cambiamenti grazie allo sviluppo delle tecniche”
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
30.
Saranno reclutati 20 pazienti affetti da neoplasia del retto ampollare inferiore, già trattati con terapia
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Chirurgia citoriduttiva secondaria seguita da per fusione ipertermia intraperitoneale nel trattamento del cancro
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Responsabile
Fanizza Giuseppe
Ricercatori Associati
G. Colucci, M. Brandi, G. Falco, F. Raspagliesi (INT Milano)
132
LINEA 3
Programma
C. Chirurgia
Parole chiave
Ovarian cancer, intraperitoneal chemotherapy
Altri Enti coinvolti
INT Milano
Anno inizio
2003
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Ginecologia, Oncologia Medica e Sperimentale, Senologia
Descrizione
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70% dei casi la diagnosi è posta quando la malattia è già localmente avanzata (Stadio III). Il trattamento
convenzionale (debulking chirurgico con malattia residua minima e chemioterapia sistemica di I linea) garantisce
una elevata percentuale di risposte complete cliniche, radiologiche e laboratoristiche. Tuttavia in circa il 50% dei
casi si assiste a ricorrenza e/o progressione della malattia per resistenza al trattamento antiblastico primario. In casi
selezionati sono prospettabili terapie di salvataggio alternative alla chemioterapia sistemica di II linea, con
particolare riferimento al trattamento chirurgico citoriduttivo secondario (CRS) e alla instillazione peritoneale di
chemioterapici in condizione di ipertermia oltre al trattamento sistemico di II linea.
Obiettivi Primari
Valutare i vantaggi della chemioterapia intraperitoneale ipertemica nelle pazienti con cancro ovarico di III stadio
e second-look macroscopio positivo in aggiunta alla CRS seguita da chemioterapia sistemica di II linea.
Obiettivi Secondari
Valutare la sopravvivenza libera da malattia;
Valutare la morbosità, la mortalità e la tossicità della terapia e la identificazione dei fattori di rischio;
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Identificare fattori predittivi e prognostici della risposta alla chemioipertermia.
Risultati e prodotti
conseguiti
Progetto svolto per il 10% (Studio blibliografico ed impostazione del progetto). Non si è proceduto al reclutamento
dei casi clinici, in quanto non è stata ancora acquisita l'attrezzatura necessaria alla per fusione.
Attività previste
Trial clinico, prospettico, randomizzato, multicentrico. Sono previsti due bracci: n. 20 pazienti affette da ca ovarico
III stadio già sottoposte a prima chirurgia e chemioterapia di I linea (carboplatino e taxolo).
I braccio (n. 10 pazienti)
Seconda chirurgia con riduzione di tutti gli impianti neoplastici >0.5 cm, eventuale peritonectomia parziale o totale,
resezione totale o parziale di organi, anastomosi gastrointestinali e altre procedure ricostruttive.
Infusione peritoneale ipertermica a 42°Cdi Cisplatino (25 mg/m2/l di perfusato) e Mitomicina C (3.3 mg/m2/l di
perfusato) mediante pompa per circolazione extracorporea alla velocità media di 600 mL/min per 60 minuti.
Chemioterapia di seconda linea.
II braccio (n. 10 pazienti)
Come sopra senza perfusione intraperitoneale.
31.
Attuazione di un protocollo omogeneo di tecnica chirurgica nello svuotamento linfonodale laterocervicale
Responsabile
Grammatica Luciano
Ricercatori Associati
L. Fiorella (Università Bari), M. Barbara (AUSL BA4)
Programma
C. Chirurgia
Parole chiave
Svuotamento linfonodale, latero cervicale
Altri Enti coinvolti
Università degli Studi di Bari, AUSL BA/4
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Otorinolaringoiatria
Descrizione
Attualmente lo svuotamento linfonodale laterocervicale in chirurgia oncologica viene spesso eseguito nei vari
centri dedicati con tecniche differenti e ciò comporta una difficile interpretazione dei risultati terapeutici raggiunti
nei differenti centri soprattutto se con finalità scientifica. Pertanto, dopo aver analizzato l' attuale percorso tecnicochirurgico adottato nei due maggiori centri di assistenza e ricerca oncolgica regionali, si evidenzieranno le
eventuali diversità tecniche-metodologiche rilevate negli altri centri regionali.
Il progetto si propone la definizione di un unico protocollo di tecnica chirurgica da proporre a tutti i centri regionali
di chirurgia oncologica testa-collo, in modo da rendere omogenei non solo nelle indicazioni ma anche nella
tecnica i risultati raggiunti. Si prevede un arruolamento annuo di almeno 20 casi.
Risultati e prodotti
conseguiti
21 pazienti sottoposti ad almeno 3 livelli di svuotamento e con un numero maggiore o uguale ad almeno 18
linfonodi asportati.
133
LINEA 3
Attività previste
32.
Si prevede di effettuare in tutti i casi di patologia oncologica a cui viene posta l'indicazione allo svuotamento
latero-cervicale, in collaborazione chirurgica con l'Università di Bari, un'unica procedura tecnica predisponendo un
database relativo ai livelli di svuotamento, alle caratteristiche cliniche e alle osservazioni intraoperatorie.
Successivamente a questa fase verrà predisposto un filmato che verrà proposto a tutti i colleghi interessati che ne
faranno richiesta.
L'accoglienza globale al paziente in chemioterapia: supporto psicologico e musicoterapica
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
Music therapy: psycologic support for patients underwent to chemotherapy
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
Il paziente oncologico sottoposto a trattamento chemioterapici vive, soprattutto nelle fasi iniziali, particolari
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problemi collegati ai ritmi delle cure, alle relazioni con il personale sanitario, rappresenta una rottura repentina del
normale ritmo di vita che può accentuare tali paure, rispetto alle quali il paziente può sviluppare un senso di
impotenza, depressione e ineluttabilità. Per questo creare durante il periodo di ospedalizzazione momenti in cui il
paziente può sentirsi ascoltato ed accolto nelle sue paure, può favorire il suo benessere psicofisico e la compliance
alle cure. Sono obiettivi del progetto:
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somatizzate a livello corporeo, possono peggiorare i sintomi collegati al trattamento.
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co, ed approccio psicologico nella cura al paziente oncologico
in ospedale, confrontando il gruppo sperimentale oggetto di studio, al quale sarà somministrata la triade: farmaco
antiemetico + colloquio clinico + musicoterapica con un gruppo di controllo a cui sarà somministrato solo il
farmaco antiemetico.
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patrimonio espressivo della persona malata.
Risultati e prodotti
conseguiti
Studio aperto. Inseriti 50 pazienti.
Attività previste
Il progetto prevede la formazione di un gruppo sperimentale e di un gruppo di controllo
GRUPPPO SPERIMENTALE
Fasi:
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intervento di musicoterapia attiva che può essere anche ripetuto a seconda dei tempi della degenza e su richiesta
del paziente
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chemioterapia.
GRUPPO DI CONTROLLO
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Il gruppo di controllo non avrà accesso né al colloquio clinico, né alla musicoterapica, ma sarà valutato solo il
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33.
Programmazione di un trattamento riabilitativo “
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Responsabile
Di Lauro Alessandra
Ricercatori Associati
L. Grammatica, G. Achille, G. Saponaro
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
Microlaringoscopia, riabilitazione foniatrica
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
134
LINEA 3
Durata
24 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Otorinolaringoiatria
Descrizione
Il trattamento riabilitativo nel programma terapeutico delle neoformazioni cordali costituisce un'esigenza
inderogabile sia ai fini del recupero funzionale che per il controllo della malattia. Attualmente tale trattamento
segue abitualmente la procedura chirurgica, tuttavia sempre più di frequente si sta procedendo ad un
trattamento riabilitativo a "sandwich" che appare garantire risultati migliori.Si prevede di migliorare il recupero
funzionale valutato non solo su parametri clinici ma documentato da indagini strumentali, comparando il
campione arruolato con un gruppo a cui è stato effettuato il trattamento tradizionale.
Risultati e prodotti
conseguiti
N. pazienti arruolati: cinque contro altrettanti a cui è stato applicato il trattamento tradizionale. Le difficoltà
incontrate nell'attuazione di tale progetto derivano dalla mancata acquisizione del software per la spettrografia.
Attività previste
I pazienti arruolati saranno sottoposti ad esame fibro e stroboscopico e a valutazione spettrografica della voce(da
attuarsi tramite software tipo LING-WAWES da applicare all'apparecchio stroboscopico già in nostra dotazione) e
quindi ad un ciclo di circa 6 sedute logopediche preoperatorie. Quindi a distanza di circa 20 giorni dall'intervento
inizieranno il programma riabilitativo completo ripetendo le valutazioni pre-operatorie effettuate. Si prevede di
arruolare 40 pazienti.
34.
Utilizzazione di gel di silicone autoasciugante per la prevenzione delle cicatrici ipertrofiche nelle pazienti
mastectomizzate e quadrantectomizzate
Responsabile
Tanzarella Marina
Ricercatori Associati
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
Gel silicone, ferita chirurgica, prevenzione cheloide
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Senologia
Descrizione
L'esito cicatriziale di una ferita chirurgica può notevolmente differire a seconda di alcuni parametri quali: sede
delle cicatrici, tempi di guarigione ed eventuali complicanze, l'utilizzo di tecniche e materiali di sutura diversi
(intradermiche o punti staccati, fili intrecciati o monofilamento ecc). A parità di condizioni però si possono
osservare fenomeni di ipertrofia delle cicatrici a seconda delle caratteristiche proprie del paziente.Obiettivo è
valutare se l'utilizzo preventivo di gel di silicone autoasciugante determini una cicatrizzazione normotrofica degli
esiti di mastectomia e di quadrantectomia.
Risultati e prodotti
conseguiti
Allo stato attuale lo studio è stato condotto su 15 pazienti con mastectomia e ricostruzione immediata e su 6
pazienti trattate con quadrantectomia (gruppo A). Il gruppo di controllo è costituito, allo stato attuale, da 10
pazienti di cui 3 sottoposte a quadrantectomia e 7 con mastecomia radicale (gruppo B). Il gruppo A ha utilizzato a
rimozione della sutura intradermica (15° giorno post-operatorio) gel di silicone autoasciugante (2 applicazioni al dì)
per 3 mesi.
I controlli sono stati effettuati ad 1 mese dall'inizio dell'applicazione e ad 1 mese dal termine valutando parametri
quali: ipertrofia, diastasi, iperemia, alterazioni della pigmentazione, ipersensibilità soggettiva.
Attività previste
Su esiti cicatriziali di mastectomia (sia in pazienti con ricostruzione mammaria che non ricostruite) e su cicatrici da
quadrantectomia, verrà applicato 2 volte al di per 2 mesi dalla rimozione di punti di sutura gel di silicone
autoasciugante. Verranno effettuati controlli al termine del periodo di applicazione, dopo 1 mese (3° post-op.) e
dopo 1 anno.
35.
Associazione di Ecografia ad alta risoluzione ed eco color doppler per la valutazione ed il monitoraggio del
linfedema nel corso dei trattamenti drenanti
Responsabile
Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
Linfedema, trattamento linfedema, monitoraggio, riabilitazione
135
LINEA 3
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Senologia
Descrizione
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odi linfedema del tessuto sottocutaneo
e fornisce notevoli indicazioni riguardo alla anatomia del tessuto stesso, riguardo a eventuali anomalie quali
cetrosie linfatiche e a laghi linfatici, fibrosclerosi e stato interstiziale.
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o ad alta risoluzione con un modello eco-color doppler consente di ottenere, oltre ai
suddetti dati morfologici molte altre informazioni aggiuntive quali la possibilità di calcolare la direzione e la velocità
di scorrimento di un liquidi (sangue, linfa ecc) in movimento e informazioni anche quantitative sulle caratteristiche
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Obiettivo del nostro studio è quello di anticipare il trattamento terapeutico di
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ecografia ad alta risoluzione cioè con sonde ad alta frequenza (10-15 mHz) e il modulo eco color doppler
potrebbe essere una metodica efficace per la prevenzione e il monitoraggio del linfedema.
Risultati e prodotti
conseguiti
L'ecografia ad alta risoluzione associata ad eco-doppler eseguita con sonda da 10-15 mHz, cioè sonde ad alta
frequenza è una metodica rapida ed efficace per la valutazione ed il monitoraggio del linfedema nel corso dei
trattamenti drenanti. Nella nostra, sia pur scarsa esperienza, è stata dimostrata una buona correlazione tra il dato
dell'immagine e la sintomatologia clinica, tale da suggerire una più larga utilizzazione nei programmi terpaeutici di
riabilitazione.
Attività previste
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pazienti già sottoposte ad intervento chirurgico per carcinoma mammario ed operate di mastectomia radicale e
di quadrantectomia con linfodemectomia bilaterale confrontandola con un altro gruppo di donne in cui la
prevenzione del linfedema secondario è stata effettuata con altre metodiche quali la prevenzione di complicanze
precoci (linforrea, linfangiti), il controllo clinico periodico, la linfoscintigrafia, le abitudini di vita e le misure igieniche,
linfodrenaggio, la contenzione elastica e gli esercizi fisici.
36.
Studio randomizzato di Fase III, in aperto, per valutare l'efficacia del supporto marziale endovenoso in pazienti
effetti da tumore solido primitivo (mammella, polmone, colon-retto e ginicologici) in trattamento con
Darbepoetinalfa per anemia correlata ala neoplasia e/o alla chemioterapia
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
M. Guida
Programma
B. Chemioterapia
Parole chiave
supporto marziale, Darbepoetin-alfa, anemia
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
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causa spesso ritardi nella somministrazione della schedala di trattamento in conseguenza anche dello scadimento
del performance status del paziente. Da questa premessa deriva la necessità di una terapia di supporto atta a
prevenire e risolvere gli stati anemici nei pazienti neoplastici. La Darbepoetina-alfa è una molecola sintetica
prodotta in laboratorio, cost
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di chemioterapia che non presentino carenza o sovraccarico di ferro; valutare al termine delle 12 settimane di
trattamento il numero e la percentuale di pazienti che ottengono una risposta ematologia (con aumento di
emoglobina superiore o uguale a 2 g/dl rispetto al valore basale, in assenza di trasfusioni di emazia nei precedenti
28 giorni o un raggiungimento di valori di emoglobina superiori o uguali 12 g/dl. Obiettivi secondari: confrontare
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fabbisogno trasfusionale, la sicurezza e la tollerabilità della terapia marziale in associazione con Darbepoetin-alfa e
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LINEA 3
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
37.
Tutti i pazienti riceveranno Darbopoetin-alfa alla dose totale di 150mcg sottocute una volta a settimana per 12
settimane. In caso di mancata risposta dopo 4 settimane (aumento di Hb<1g/dl) la dose di Darbopoetin-alfa verrà
raddoppiata a 300 mcg sottocute a settimana fino al termine dello studio. Tale somministrazione sarà interrotta al
raggiungimento dei valori di Hb superiori a 13 g/dl e ripristinata allorché il valore scenda al di sotto di 12 g/dl. I
pazienti saranno randomizzati a ricevere complesso gluconato ferrino-sodico per via endovenosa alla dose di 125
mg una volta al
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Nutrizione artificiale nel paziente oncologico
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
Artificial nutrition for neoplastic patients
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica e Sperimentale
Descrizione
Nel decorso della malattia neoplastica i pazienti oncologici si presentano frequentemente malnutriti sia per effetto
diretto delle alterazioni ormonali indotte dal tumore sia in conseguenza del trattamento chirurgico o medico al
quale sono sottoposti. La presenza ed il grado della malnutrizione dipendono dalla sede, dal tipo e dallo stadio del
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trattamento pre-operatorio della malnutrizione, la riduzione delle complicanze e della mortalità post-chirurgiche.
Gli obiettivi sono valutare il grado di malnutrizione nel paziente oncologico, sia in quello sottoposto a terapia
medica sia in quello candidato a interventi chirurgici; indi
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Risultati e prodotti
conseguiti
Studio aperto. Inseriti 50 pazienti.
Attività previste
Criteri di selezione dei pazienti: pazienti malnutriti, pz ben nutriti ma con riduzione degli introiti di almeno il 30%, pz
con KPS > 50, pz candidati a protocolli di chemioterapia molto aggressivi per i quali si può prevedere una tossicità
gastroenterica di grado III-IV, pz candidati a chirurgia maggiore.
Valutazione della qualità della vita: i pazienti arruolati saranno sottoposti ad una valutazione della loro qualità di
vita mediante il questionario EORTC –C 30. Tale valutazione sarà successivamente ripetuta nei successivi controlli
previsti per il follow-up.
Valutazione dello stato nutrizionale: i pazienti ricoverati per la prima volta nel Dipartimento di Oncologia Medica e
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routine nutrizionale:
 Valutazione antropometrica
 peso e altezza
 plica tricipitale e bicipitale del braccio
 plica sottoscapolare
 plica sovrailiaca
 circonferenza muscolare, area muscolare e area grassa del braccio
 Calcolo della spesa energetica
 Calcolo degli introiti alimentari
Selezione dei pazienti da sottoporre a trattamento nutrizionale enterale o parenterale in ospedale ovvero a
domicilio.
Sarà valutata una prima coorte di 100 pazienti mediante analisi delle schede di valutazione nutrizionale, di cui si
allega copia.
38.
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"Nadroparina calcica" in pazienti in trattamento chemioterapico. Studio randomizzato, placebo-controllato, in
doppio-cieco, multicentrico di fase III
Responsabile
Lorusso Vito
137
LINEA 3
Ricercatori Associati
A. Misino
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
tromboembolismo venoso, eparina, chemioterapia
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
Il tromboembolismo venoso (TEV) rappresenta la seconda causa di morbilità e mortalità nei pazienti neoplastici.
Inoltre, è noto che i pazienti neoplastici rappresentano circa il 20% dei pazienti in cui viene diagnosticata una
trombosi profonda o un'embolia polmonare. L'incidenza di complicanze tromboemboliche riguardanti il distretto
arterioso in pazienti neoplastici è invece meno documentata da un punto di vista epidemiologico. Vi è una limitata
evidenza in letteratura sugli effetti di una profilassi antitrombotica in pazienti neoplastici sottoposti a chemioterapia,
rispetto a quanto disponibile nell'ambito della profilassi in pazienti postchirurgici. Le eparine a basso peso
molecolare (EBPM) sono ampiamente utilizzate nella prevenzione del TEV in pazienti neoplastici sottoposti ad
interventi chirurgici, e nel trattamento della TVP e della embolia polmonare. Inoltre, sebbene con una minore
documentazione rispetto all'ambito chirurgico, le EBPM si sono dimostrate efficaci nel ridurre il rischio di TEV in
pazienti di interesse internistico. L'obiettivo primario di questo studio è la valutazione dell'efficacia di una EBPM, la
nadroparina calcica, confrontata con placebo, nella prevenzione delle seguenti complicanze tromboemboliche
clinicamente rilevanti in pazienti neoplastici in trattamento chemioterapico: trombosi venosa profonda degli arti
superiori o inferiori; embolia polmonare; infarto acuto del miocardio; stroke ischemico; tromboembolismo delle
arterie periferiche; morte improvvisa di possibile origine tromboembolica.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono entrati in studio 6 pazienti.
Attività previste
Lo studio prevede che il trattamento sperimentale venga applicato nel singolo paziente nel corso della
chemioterapia, e comunque per un massimo di quattro mesi. Nel caso il trattamento chemioterapico durasse
meno di quattro mesi, il trattamento in studio proseguirà, dopo l'ultimo ciclo di chemioterapia, per un periodo di
tempo pari a quello degli iintervalli fra i cicli di chemioterapia precedentemente eseguiti. La dose di nadroparina
di 0,4 ml è stata selezionata, fra le diverse formulazioni disponibili, sulla base della percezione clinica e della
documentazione esistente che esprimono per essa un buon bilancio rischio/beneficio. Tale dosaggio presenta una
riconosciuta efficacia ed un buon profilo di safety quando utilizzato nella prevenzione del TEV in pazienti con
patologie di interesse internistico in fase acuta. Il numero medio dei pazienti da arruolare in ciascun centro può
essere stimato in 20-25.
39.
Efficacia del trattamento di eparina a basso peso molecolare (nadroparina calcica) verso la terapia
anticoagulante orale nella prevenzione secondaria del tromboembolismo venoso in pazienti con neoplasia
Responsabile
Savino Eufemia
Ricercatori Associati
M. Quaranta, M. Coviello, R. Marino
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
nadroparina calcica, TAO, TEV
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Descrizione
La terapia anticoagulante orale (TAO) a lungo termine rappresenta un caposaldo ben consolidato nel
trattamento del tromboembolismo venoso (TEV) nei pazienti neoplastici, anche se il suo utilizzo, in questa categoria
di pazienti, comporta una serie di problematiche sia nella gestione terapeutica che nell'aumentata incidenza di
complicanze trombotiche ed emorragiche. Le eparine a basso peso molecolare (EBPM) possono rappresentare
una valida ed efficace alternativa alla TAO. Studi limitati hanno dimostrato la superiorità di efficacia di alcune
EBPM (dalteparina sodica ed enoxaparina sodica), rispetto alla TAO, nel prevenire recidive trombotiche senza
aumentare il rischio emorragico.
Valutare l'efficacia e la sicurezza del trattamento con EBPM (nadroparina calcica) verso la TAO nella prevenzione
secondaria del TEV in pazienti con neoplasia.
Risultati e prodotti
conseguiti
138
LINEA 3
Attività previste
40.
Saranno arruolati nello studio 100 pazienti con neoplasia e TEV, randomizzati a ricevere: a) trattamento standard,
cioè nadroparina calcica nella fase iniziale, seguita da TAO; o b) trattamento con nadroparina calcica sia nella
fase iniziale che nei mesi successivi. Si valuterà, come outcome combinato, la comparsa di recidive
tromboemboliche e di emorragie maggiori e minori in entrambi i gruppi:
Dosaggio PT-INR ;
Dosaggio eparinemia (metodica coagulativa anti FXa);
Eco-doppler venoso degli arti inferiori
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da trattamento con Tavolo in monoterapia o in associazione ad altri farmaci neurotossici e non. Studio
multicentrico randomizzato in doppio-cieco e controllato verso placebo
Responsabile
Lorusso Vito
Ricercatori Associati
Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
l-acetilcarnitina, polineuropatia, taxolo
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Unità Operative
coinvolte
Oncologia Medica
Descrizione
Il taxolo è un farmaco antineoplastico estratto dalla corteccia del tasso, che ha dimostrato notevole attività
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dipendente per cui il dosaggio viene determinato sulla presenza e sulla entità degli effetti collaterali. Di questi la
neutropenia e la neuropatia periferica costituiscono le principali e più frequenti complicazioni che possono limitare
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Studi preclinici con la L-acetilcarnitina hanno messo in evidenza come questo composto abbia la capacità di
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-acetilcarnitina si ritiene che uno studio clinico nella
neuropatia periferica distale simmetrica in corso di terapia con taxolo possa chiarire il ruolo di tale composto nel
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tollerabilità di LAC verso placebo nel prevenire o ridurre la polineuropatia periferica distale simmetrica che insorge
in corso di terapia con taxolo in monochemioterapia o in associazione ad altri farmaci neurotossici e non.
Risultati e prodotti
conseguiti
Studio aperto. Sono entrati in studio 8 pazienti.
Attività previste
La popolazione in studio è costituita da pazienti a cui è stata diagnosticata una neoplasia da trattare con taxolo in
prima linea ogni 3-4 settimane. Tutti i pazienti eleggibili per lo studio saranno randomizzati a ricevere LAC o
placebo. I pazienti riceveranno 500 mg x2/die i.m. (mattino e sera) di LAC o di placebo i 4 giorni precedenti la
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fino ad almeno 10 giorni dopo la fine del trattamento con taxolo i pazienti riceveranno 2 g/die di LAC o placebo
per via orale.
41.
Valutazione dell'efficacia della genesteina (isoflavone di soia-fitoestrogeno) in donne in pre-menopausa trattate
per ca mammario con chirurgia, radioterapia e chemio-ormonoterapia, nelmigliorare i disturbi clinici-biochimici
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Responsabile
Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
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Programma
D. Terapie di supporto riabilitative
Parole chiave
Genesteina, ormonoterapia adiuvante, ca. mammario
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
139
LINEA 3
Unità Operative
coinvolte
Senologia
Descrizione
La caratteristica principale della menopausa sia naturale che chirurgica è la progressiva riduzione degli
estrogeniche determina cambiamenti fisiologici nella donna con diversi disturbi quali la sudorazione notturna, la
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disturbi cardiovascolari. Tali problemi possono insorgere anche a seguito di terapie farmacologiche come quella
che può verificarsi in donne trattate per ca mammario in età premenopausale e sottoposte a castrazione
chirurgica o farmacologia. Sappiamo che esistono delle popolazioni orientali con bassa incidenza di ca
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menopausa si presentano in una percentuale dei casi molto bassa. Queste popolazioni, quindi, non risentono delle
conseguenze del calo degli estrogeni naturali in quanto la loro alimentazione è ricca di soia e di derivati. Appare
evidente che la somministrazione di preparati a base di soia può s
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disturbi provocati dalla riduzione dei livelli ormonali femminili che si osserva nella menopausa.
Obiettivo della sperimentazione clinica è la dimostrazione della riduzione di intensità dei sintomi della menopausa
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scheletro (prevenzione di eventuali fratture patologiche e ritardo o riduzione delle recidive/ metastasi ossee), infine,
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Risultati e prodotti
conseguiti
Al dicembre 2004 sono state reclutate complessivamente 208 donne in pre-menopausa (42-54 a, media 48): di
queste quasi i due terzi sono state sottoposte ad intervento chirurgico per carcinoma della mammella
(mastectomia radicale, quadrantectomia, segmentectomia con o senza svuotamento ascellare) sia N- che N+ ma
con estrogeni/progesterone positiva. 65 donne sono sane non affette da alcuna patologia neoplastica. Il primo
gruppo di donne operate sono state divise in due bracci: il primo gruppo ha assunto terapia ormonale
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Genesteina alla dose di 150 mg al giorno per un periodo in media di 2-3 anni. Da una prima valutazione a 2 anni
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di malattia tra il gruppo di donne che hanno assunto antiestrogeno+Genesteina e quello di donne che hanno
assunto soltanto antiestrogeni. Dalla sperimentazione sono stati esclusi in partenza tutti i carcinomi T4. Invece, si è
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significative per quanto riguarda il dosaggio della minerologia ossea.
Attività previste
Saranno prese in esame le pazienti sottoposte per ca mammario a trattamento chirurgico, radioterapico,
chemioterapico ed ormonale e con RE/RPg positivi. Un gruppo di donne, che verrà confrontato con un altro di
controllo, sarà trattato con 160 mg di Genesteina (isoflavone di soia-fitoestrogeni) al giorno per un periodo che
varia dai 2 ai 5 anni. Sono state reclutate per la sperimentazione 200 donne già operate di ca mammario e
sottoposte a terapia radante e chemioterapia alle quali è stata somministrata la genesteina alla dose di 150 mg al
giorno per circa 2 anni: da una prima valutazione si può notare una riduzione degli effetti collaterali della terapia
con antiestrogeni come la ridu-zione della sintomatologia legata alla menopausa indotta. Una prima valutazione
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LINEA 4
LINEA 4 - Cure palliative, terapia del dolore e qualità della vita
DIRETTORE: Dott. Vittorio Mattioli
Resoconto attività 2004
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o di 13 progetti di ricerca suddivisi in due
Macro Aree:psicologica e medica.
MACRO AREA PSICOLOGICA
Il benessere psicologico dei pazienti è il fine ultimo che si
vuole perseguire lavorando direttamente con gli
interessati come nei seguenti progetti:
Progetto Gruppo di Informazione Psico Sanitario (G.I.P.S.)
(Responsabile: dott. V. Mattioli)
Valutazione dei fattori psicosociali nel trattamento
antalgico del paziente anziano con dolore da cancro
(Responsabile: dott. V. Mattioli)
formazione gruppi balint per gli operatori sanitari del
dipartimento di area critica-quartiere operatorio
(Responsabile: dott. V. Mattioli)
Sperimentazione di un intervento di prevenzione,
diagnosi e cura della sindrome da burnout presso
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ricerca-intervento (Responsabile: dott. A. Ursi)
Corpo femminile e cancro (Responsabile: prof. F.
Schittulli)
Il suono della vita (Responsabile: prof. F. Schittulli)
Counseling motivazionale: la malattia come risorsa
(Responsabile: prof. F. Schittulli)
MACRO AREA MEDICA
La Macro Area Medica comprende 6 progetti suddivisi in
tre sottogruppi:
B1
Anestesia
B2
Terapia del Dolore
B3
Chirurgia
B1 Anestesia:
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(BIS) in corso di tecniche di sedoanalgesia (Responsabile
dott. F. Aloè)
Chirurgia senologica in anestesia locale con sedazione:
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B2 Terapia del Dolore:
Efficacia e tollerabilità di buprenorfina transdermica
(Transtec) in pazienti con dolore cronico da cancro
(Responsabile: dott. F. Aloè)
B3 Chirurgia
Incidenza di linfedema nelle pazienti mastectomizzate
con ricostruzione mammaria immediata
(Responsabile: dott.ssa M. Tanzarella)
Qualità della vita nei pazienti neoplastici sottoposti ad
intervento di proctectomia restaurativa nella U.O. di
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Valutazione in tempo reale di adeguatezza terapeutica
dopo termoablazione (radiofrequenza) di metastasi
epatiche e di HCC utilizzando mezzi di contrasto
ecografici di ultima generazione e pulse inversion
(seconda armonica) (Responsabile: dott. C. Gadaleta)
Dei 13 progetti presentati, 4 non sono stati avviati: 3 del
prof. Schittulli per mancanza di personale qualificato
(Area Psicologica nn. 5,6,7), ed 1 del Dott. Aloè per
mancanza della strumentazione adeguata (Area
Medica, B1 Anestesia, n.1). Per questi progetti non è
ragionevolmente prevedi
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2005.
I restanti 9 progetti sono stati avviati nel corso del 2004 e
verranno ripresentati per il 2005 per il completamento dei
dati.
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rivolto allo studio ed al miglioramento della Qualità di
Vita dei Pazienti, definita come il livello di benessere,
reale e percepito, rispetto a quello ideale o desiderato
relativo ad una condizione specifica.
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Qualità di Vita degli Operatori che, soprattutto in una
struttura oncologica, necessitano di una condizione di
lavoro ottimale e di una costante sorveglianza al fine di
prevenire situazioni di stress tali da sfociare in una vera e
propria sindrome da burnout.
QUALITÀ DELLA VITA DEI PAZIENTI
Il benessere psicologico dei pazienti è il fine ultimo che si
vuole perseguire lavorando direttamente con gli
interessati come nei seguenti progetti, che riguardano
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PROGETTO GRUPPO DI INFORMAZIONE PSICO SANITARIO
(G.I.P.S.), finalizzato a controllare gli stati ansiosi generati
dal "non sapere" ciò che accadrà nel percorso malattiaterapia, o sostenuta da pregiudizi. Il gruppo coordinato
dalla psicologa del Dipartimento di Area Critica, (dott.ssa
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relativo
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relativo
alle
metodiche
anestesiologiche a cui possono essere sottoposti i
pazienti; entrambi sono in supervisione da parte del
Comitato del Dipartimento. Inoltre il progetto prevede la
verifica attraverso un questionario della soddisfazione
degli utenti relativamente al periodo di ricovero.
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distribuzione degli opuscoli informativi ai pazienti al
momento del loro ingresso in reparto e la verifica con
questionario del livello di soddisfazione relativa al periodo
di ricovero, così come già avviene per la Carta
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VALUTAZIONE
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PSICOSOCIALI
NEL
TRATTAMENTO ANTALGICO DEL PAZIENTE ANZIANO CON
DOLORE DA CANCRO
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vo di individuare se vi sia
influenza dello stato psicosociale nella sintomatologia
algica del paziente anziano affetto da cancro. Il
razionale muove dalla considerazione che al pari di
alcune caratteristiche proprie del paziente anziano, quali
le variazioni del metabolismo generale, la disuguale
risposta ai farmaci, la presenza di patologie pregresse, il
decadimento organico delle funzioni vitali, anche la
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potrebbero influenzare sensibilmente la sintomatologia
dolorosa e, conseguentemente, i piani di trattamento
antalgico.
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sulla metodologia e gli
scopi
della ricerca,
acconsentendo a partecipare allo studio. I pazienti sono
stati sottoposti a test autovalutativi (VAS, MAC, GDS,
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LINEA 4
valutazione dei fattori psicosociali e sul livello di invalidità
causato dal dolore dato dalla malattia neoplastica. I
questionari impiegati sono stati quelli atti a rilevare oltre
ai fattori psico-sociali, quali lo stato civile e la qualità di
vita (EORTC QLQ-C30, Quality of Life); gli aspetti
psicologici: le caratteristiche di personalità, la sensibilità
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grado di depressione nel paziente anziano (GDS,
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o stile di coping, adottato dal paziente nei confronti
della malattia (MAC, Mental Adjustment to Cancer
Scale); la percezione del dolore neoplastico (VAS, Visual
Analitic Scale e BPI, Brief Pain Inventory) e il livello di
invalidità da esso causato (ECOG e BPI).
La ricerca è tuttora in svolgimento ed interessa il
Dipartimento di Area Critica e Quartiere Operatorio,
(Unità Operativa di Radiologia Interventistica e
Ambulatorio di Terapia del dolore); il Dipartimento di
Oncologia Medica Sperimentale (Unità Operativa di
Oncologia Medica e Unità Operativa di Oncologia
Medica Sperimentale).
Nel corso del 2004 sono stati arruolati 40 pazienti e
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edello studio è di raggiungere per il 2005 il
numero prefissato di 80. Responsabile del progetto: Dott.
V. Mattioli.
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di migliorare la Qualità di Vita dei paz
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di potente analgesico (Buprenorfina) attraverso la via di
somministrazione transdermica (cerotto) che migliora la
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dello studio:
EFFICACIA
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TOLLERABILITÀ
DI
BUPRENORFINA
TRANSDERMICA (TRANSTEC) IN PAZIENTI CON DOLORE
CRONICO DA CANCRO
Questo progetto è stato attivato solo nella seconda
metà del 2004 a causa del ritardo nella fornitura del
farmaco in oggetto.
Al momento attuale sono stati arruolati 10 pazienti, il cui
relativo
monitoraggio
è
completato.
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elaborazione i dati di efficacia clinica del farmaco e la
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icollaterali, nel più
ampio rapporto rischio/beneficio.
Per il corrente anno si intende di arruolare circa 20
pazienti complessivi per poter ricavare i primi dati parziali.
Di massima il termine dello studio è previsto entro il 2006.
Responsabile del progetto: Dott. F. Aloè.
Nel
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2004 nelle seguenti UU.OO.:
U.O. di Senologia Chirurgica
INCIDENZA
DI
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NELLE
PAZIENTI
MASTECTOMIZZATE CON RICOSTRUZIONE MAMMARIA
IMMEDIATA
Nel corso del 2004 sono stati raccolti dati relativi a 20
pazienti con mastectomia e ricostruzione e 12 pazienti
con semplice mastectomia. Responsabile del progetto:
Dott.ssa M.S. Tanzarella.
CHIRURGIA SENOLOGICA IN ANESTESIA LOCALE CON
SEDAZIONE: ANAL
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SENOLOGIA
Allo stato attuale sono stati reclutati 200 pazienti affette
da varie patologie senologiche, dal fibroadenoma di
cisti giovanili fino al carcinoma in età avanzata con
patologie collaterali che non possono essere sottoposte
ad intervento in anestesia generale.
I primi risultati riguardanti il problema costo beneficio è di
gran lungo superiore alle attese. Le pazienti sopportano
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one che ci permette
nello stesso tempo una riduzione del costo di degenza e
nello stesso tempo una riduzione di eventuali
complicanze post intervento in anestesia generale.
La possibilità di realizzare interventi chirurgici in anestesia
locale con sedazione ha migliorato l'appropriatezza dei
ricoveri in quanto molti interventi dal ricovero ordinario
sono passati al ricovero in day-surgery. Gli interventi in
anestesia locale con sedazione nel 2003 sono stati 352 e
nel 2004 sono stati 456. Di questi interventi circa l'85%
sono stati realizzati in regime di day-surgery migliorando
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atezza dei ricoveri. Responsabile
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QUALITÀ DELLA VITA NEI PAZIENTI NEOPLASTICI
SOTTOPOSTI
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INTERVENTO
DI
PROCTECTOMIA
RESTAURATIVA NELLA U.O. DI CHIRURGI
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Questa ricerca è stata avviata per valutare la
continenza dei pazienti sottoposti a proctectomie
restaurative dopo 1-3 mes
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ne di
indagare le ricadute sulla qualità di vita nel periodo post
operatorio.
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sottoposti ad intervento di proctectomia restaurativa che
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continuerà nel corso del 2005. Responsabile del progetto:
Dott. S. Montemurro.
U.O. di Radiologia Interventistica
VALUTAZIONE IN TEMPO REALE DI ADEGUATEZZA
TERAPEUTICA
DOPO
TERMOABLAZIONE
(RADIOFREQUENZA) DI METASTASI EPATICHE E DI HCC
UTILIZZANDO MEZZI DI CONTRASTO ECOGRAFICI DI ULTIMA
GENERAZIONE
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(SECONDA
ARMONICA).
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mediante TAC e RMN con mezzo di contrasto (m.d.c.);
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trattamento, con evidente vantaggio in termini di
efficacia della procedura. Fino ad oggi sono stati inseriti
nello studio 5 pazienti, dei quali due affetti da metastasi
epatiche (rispettivamente da carcinoma del colon-retto
e da GIST), e tre affetti da epatocarcinoma.
Nel2005cont
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Responsabile del progetto: Dott. C. Gadaleta.
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Gli studi aventi come obiettivo lo studio Qualità di Vita
degli Operatori (Macro Area Psiclogica, nn. 3, 4) hanno
affrontato con metodiche differenti il problema legato
alla condizione ambientale di lavoro ed al rischio
burnout, a cui può essere esposto chi fornisce assistenza.
142
LINEA 4
FORMAZIONE GRUPPI BALINT PER GLI OPERATORI SANITARI
DEL
DIPARTIMENTO
DI
AREA CRITICA-QUARTIERE
OPERATORIO
Gli obiettivi posti alla base di questa ricerca sono stati 2:
prevenire il burnout degli operatori e migliorare la
relazione operatore-paziente, partendo dal presupposto
che migliorando la relazione miglioriamo anche il livello
di qualità della vita del paziente stesso, anche terminale;
fornire competenze psiconcologiche alle diverse figure
professionali impegnate attorno al letto del malato
oncologico. Per raggiungere questo punto bisogna
partire dalle considerazioni individuali sulla salute, sulla
malattia, sull'atteggiamento di malattia, sulla vita e sulla
morte non trascurando la percezione, estremamente
soggettiva, del dolore.
Il progetto, tuttora in fase di sviluppo, è stato condotto in
collaborazione con i medici di reparto della Radiologia
Interventistica, ed ha visto la realizzazione del "gruppo
Balint", un gruppo terapeutico guidato dalla psicologa
del Dipartimento di Area Critica, dott.ssa Montanaro.
Il gruppo, costituito dagli operatori del reparto di
Radiologia Interventistica, nel corso del 2004 si è riunito
con cadenza quindicinale, nelle ore a cavallo dei turni
mattino/pomeriggio, impiegando strategie di "roleplaying" per agevolare un contatto empatico col
paziente.
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quello di prevenire il burnout degli operatori e migliorare
la
relazione
operatore-paziente,
partendo
dal
presupposto che migliorando la relazione miglioriamo
anche il livello di qualità della vita del paziente stesso,
anche terminale.
Un altro obiettivo è stato quello di fornire competenze
psiconcologiche alle diverse figure professionali
impegnate attorno al letto del malato oncologico. Per
raggiungere questo punto è stato necessario partire
dalle considerazioni individuali sulla salute, sulla malattia,
sull'atteggiamento di malattia, sulla vita e sulla morte non
trascurando la percezione, estremamente soggettiva,
del dolore.
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anno 2005 s
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ntende continuare con questa
iniziativa ed esportarla negli altri Dipartimenti.
Responsabile del progetto: Dott. V. Mattioli.
SPERIMENTAZIONE DI UN INTERVENTO DI PREVENZIONE,
DIAGNOSI E CURA DELLA SINDROME DA BURNOUT PRESSO
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DELLA RICERCA-INTERVENTO
La fase iniziale di questa ricerca-intervento è stata
condotta secondo tre linee:
presentazione e divulgazione del progetto;
organizzazione del gruppo degli sperimentatori;
rivisitazione della letteratura con aggiornamento
bibliografico in termini di sindrome di burnout in ambito
sanitario.
Il progetto è stato illustrato ai Direttori dei Dipartimenti
con colloqui individuali, finalizzati alla presentazione della
modalità della ricerca-intervento.
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i sperimentatori è stata assicurata
mediante la loro suddivisione in sottogruppi, ognuno con
obiettivi specifici mirati ad effettuare indagini sullo stato
di salute, ad individuare interventi sperimentali di
prevenzione, monitoraggio e cura del Burnout ed alla
elaborazione di una pubblicazione finale.
Nel primo trimestre del 2005 si prevede che gli
sperimentatori provvedano alla somministrazione del MBI
(Maslach Burnout Inventory). Responsabile del progetto:
Dott. A. Ursi.
Programma 2005
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Qualità della Vita sta diventando oggetto di
crescente
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nelle
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riguardano la salute che, così come attualmente è
definita dall'OMS, non si limita alla valutazione dello stato
di assenza di malattia, ma estende il suo assioma
concettuale allo stato di benessere psicologico,
integrando quindi nella definizione aspetti fino a poco
tempo fa non valutati quali le relazioni interpersonali,
l'autostima, il senso di soddisfazione e di efficacia.
Nel percorso assistenziale teso ad assicurare la Qualità
della Vita, specie nel paziente neoplastico, tappe
decisive sono rappresentate dal:
riconoscimento e trattamento delle sindromi dolorose,
spesso così intimamente embricate al vissuto psicoaffettivo del paziente e alla sua capacità reattiva, da
sfociare in quadri di sofferenza, meglio conosciuta come
dolore totale;
cura attiva, globale e interdisciplinare dei pazienti la cui
malattia non risponde ai trattamenti specifici e di cui la
morte è diretta conseguenza;
riabilitazione e terapie di supporto che oggi
comprendono metodiche di esecuzione sempre più
numerose ed efficaci.
La Terapia del Dolore, le Cure Palliative e la Riabilitazione
Psico-Fisica rappresentano quindi tappe importanti nel
decorso clinico, spesso irreversibile, della malattia
neoplastica ed esprimono in modo chiaro ed
inequivocabile la transizione dalla cura della malattia
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termini to cure e to care.
Ma la Qualità della Vita riguarda anche i fautori del
percorso assistenziale, cioè tutti gli Operatori Sanitari. Per
loro, presupposto irrinunciabile per una prestazione
efficiente ed efficace è la possibilità di operare nella
condizione ideale di un ambiente di lavoro sereno e
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stress tali da sfociare in una vera e propria sindrome di
burnout.
Il termine burnout è diventato ormai di uso comune e
dilagante negli ambienti lavorativi dei Paesi Occidentali
a tecnologia avanzata. Spesso il posto di lavoro è un
ambiente freddo, talvolta, ostile, esigente in termini sia
economici sia psicologici. Tale sindrome ha maggiore
probabilità di svilupparsi quando si evidenzia una grave
discrepanza tra natura del lavoro e natura della persona
che svolge quel lavoro.
Nei contesti lavorativi, sempre più frequentemente, esiste
una predominanza dei valori economici su quelli umani,
con la conseguente tendenza a trasformare i lavoratori
in splendide macchine super efficienti alle quali chiedere
performances sempre più elevate. Sono queste le
premesse che hanno portato ad analizzare le dinamiche
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novo. Questi progetti sono stati suddivisi secondo il
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PSICONCOLOGIA: 7 progetti
CHIRURGIA: 2 progetti
TERAPIA DEL DOLORE: 1 progetto
RIABILITAZIONE: 2 progetti
143
LINEA 4
PSICONCOLOGIA: sono presenti 7 progetti di ricerca di
cui 4 hanno come fine comune la valutazione ed il
miglioramento della qualità di vita dei pazienti e 3 di chi li
assiste.
CHIRURGIA: sono presenti 2 progetti che riguardano
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pancreasectomia per ca del pancreas.
TERAPIA DEL DOLORE: viene presentato 1 progetto per la
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trattamento del dolore da cancro. Il disegno progettuale
è quello specifico per lo studio clinico di una nuova
specialità farmaceutica, con graduazione metodologica
degli endpoint di valutazione.
RIABILITAZIONE: sono presenti 2 progetti molto attuali e
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nelle
pazienti
mastectomizzate e della valutazione spettrografia
computerizzata per migliorare il programma riabilitativo dei
pazienti con paralisi laringea.
144
LINEA 4
1.
Indagine sulla fatigue in correlazione con i livelli di emoglobina e la presenza di ansia e depressione nei pazienti
oncologici
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Programma
A. Psiconcologia
Parole chiave
Anemia, fatigue, anxiety in neoplastic patients
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La fatigue cancro correlata è un problema molto comune nei pazienti oncologici indipendentemente dallo stadio
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proprio in questo senso che i problemi fisici e psicologici trovano la loro più stretta interrelazione. Ai pazienti inoltre
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Obiettivo di questo studio è, principalmente, indagare il livello di fatigue cancro correlata nei pazienti afferenti alla
nostra Unità Operativa, in rapporto con i livelli di emoglobina presenti e di ansia e/o depressione, per stabilire
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fatigue è un problema ampiamente diffuso nella popolazione oncologica e può essere transitorio. Questa
informazione contribuisce ad aument
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condizione sia immutabile.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
2.
Tale studio sarà condotto somministrando ai pazienti la scala FACT (Functional Assessmente of Cancer Therapy) nelle
due sottoscale fatigue e anemia, e la scala HAD (Hospital Anxiety and Depression) Sono entrambi strumenti valicati
a livello italiano e internazionale e molto diffusi in ambito oncologico, sono strumenti poco invasivi e bene accettati
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saranno comunque raccolti, insieme ai dati anagrafici, e utilizzati per condurre analisi di tipo correlazionale. I livelli di
emoglobina saranno controllati in occasione della routinaria somministrazione della chemioterapia o in occasione
delle visite di controllo. I test saranno somministrati dalla psicologa, dr.ssa F. Romito, in un ambiente a parte qualora il
paziente non possa essere solo nella stanza.
I dati saranno poi analizzati utilizzando il pacchetto statistico SPSS (Statistica Package for Social Science).
Formazione Gruppi Balint per gli operatori dei reparti di degenza
Responsabile
Mattioli Vittorio
Ricercatori Associati
Programma
A. Psiconcologia
Parole chiave
Role-playing, Psiconcologia, Relazione di aiuto
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Il "gruppo Balint" è un gruppo terapeutico guidato da un esperto e costituito da un insieme di operatori che si
riuniscono per discutere delle problematiche emergenti dal proprio lavoro attraverso la discussione di casi clinici.
Oltre ad essere d'aiuto per l'attività terapeutica in sè, ha un'azione preventiva sulla sindrome del burnout attraverso
vari fattori: l'attenzione posta sulla relazione in generale e su quella operatore-paziente in particolare; l'effetto
gratificante prodotto dal sostegno del gruppo sotto forma di consigli, rassicurazioni e altre indicazioni specifiche
per la risoluzione attiva dei casi; la preparazione all'esperienza emotiva col paziente attraverso l'apprendimento
diretto di tutte quelle informazioni verbali e non verbali che sono presenti nel rapporto operatore-paziente e infine
la discussione di tutte le problematiche specifiche del lavoro assistenziale compresi i rapporti coi colleghi, coi
superiori e con l'amministrazione.
Obiettivo di questo intervento è, principalmente, prevenire il burnout degli operatori e migliorare la relazione
145
LINEA 4
operatore-paziente, partendo dal presupposto che migliorando la relazione miglioriamo anche il livello di qualità
della vita del paziente stesso, anche terminale. Un altro obiettivo è quello di fornire competenze psiconcologiche
alle diverse figure professionali impegnate attorno al letto del malato oncologico. Per raggiungere questo punto
bisogna partire dalle considerazioni individuali sulla salute, sulla malattia, sull'atteggiamento di malattia, sulla vita e
sulla morte non trascurando la percezione, estremamente soggettiva, del dolore. Perciò il lavoro è molto profondo,
perché coinvolge in prima persona gli operatori, ma tutto questo parte dal vissuto del paziente, e da ciò che
scatena negli operatori, non dimenticando che non si tratta di una terapia di gruppo tout court.
Risultati e prodotti
conseguiti
Il progetto è tuttora in fase di sviluppo. Viene condotto in collaborazione con i medici di reparto della Radiologia
Interventistica, dott.ssa Catino, dott. Ra-nieri, dott. Gadaleta, i caposala sig.ra Bradascio e sig. Cilifrese; ha visto la
realizzazione del "gruppo Balint", un gruppo terapeutico guidato dalla psicologa del Dipartimento di Area Critica,
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Attività previste
Il "gruppo Balint" ha una cadenza quindicinale, possibilmente, nelle ore a cavallo dei turni mattino/pomeriggio. Si
utilizzano strategie di "role-playing" per agevolare un contatto empatico col paziente. Per verificare l'utilità e la
soddisfazione del personale si utilizzeranno schede di gradimento compilate dagli stessi partecipanti in modo
anonimo, favorendo così anche la discussione di temi non di facile gestione, quali la relazione con i familiari dei
pazienti, il dolore, la morte del paziente stesso.
3.
Progetto Gruppo di informazione Psico Sanitario (G.I.P.S.)
Responsabile
Mattioli Vittorio
Ricercatori Associati
Programma
A. Psiconcologia
Parole chiave
Informazione, Educazione, Percorso Terapeutico
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrittiva a fini conoscitivi
Descrizione
Il Gruppo di Informazione è uno strumento utile ai pazienti che sono in corso di trattamento o in attesa di un iter
chirurgico. Sarà costituito da pazienti ricoverati, in day hospital ed ex pazienti già trattati con le varie
tecniche(termoablazione, radiofrequenza o chirurgia ablativa). Il gruppo sarà coordinati dal personale
infermieristico, anche per facilitare il libero scambio di opinioni e domande relative all'argomento, e sarà
supervisionato dalla psicologa del reparto di Radiologia Interventistica.
L'obiettivo del Gruppo di Informazione è di tipo educativo: dare, appunto, un'informazione "corretta" (meno
distorta possibile), aiutando i pazienti a sedare l'ansia provocata dal "non sapere" (dal "non detto") con precisione
ciò che accadrà durante e dopo l'intervento. Il modo di trasmettere queste informazioni (sia verbali sia cartacee)
è un compito di tipo psicologico, e per questo motivo che sarà utile la supervisione della psicologa.
Risultati e prodotti
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Attività previste
Il progetto è in fase di realizzazione: è stato approntato un opuscolo informativo relativo alle metodiche
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relativo alle metodiche anestesiologiche a cui possono essere sottoposti i pazienti; entrambi sono in supervisione da
parte del Comitato del Dipartimento. Inoltre il progetto prevede la verifica attraverso un questionario della
soddisfazione degli utenti relativamente al periodo di ricovero.
4.
Valutazione dei fattori psicosociali nel trattamento antalgico del paziente anziano con dolore da cancro
Responsabile
Mattioli Vittorio
Ricercatori Associati
Aloè F, Canniello E, Armenise F, Montanaro R
Programma
A. Psiconcologia
Parole chiave
Dolore Totale, Anziano, Affettività, Ansia, Depressione, Fatigue
Altri Enti coinvolti
Università di Bari
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Terapeutica/Quality of life
Descrizione
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tipologia e la topografia della manifestazione algica, mentre spesso viene trascurata la valutazione del contesto
psicosociale. Pur mancando una sistematica informazione al riguardo, è possibile che nel paziente anziano tale
approccio possa rivestire un ruolo importante nel pianificare il trattamento del dolore di natura neoplastica.
Obiettivo della ricerca è individuare se vi sia influenza dello stato psicosociale nella sintomatologia algica del
paziente anziano affetto da cancro. In particolare si cercherà di accertare se i fattori psico-sociali possano influire
determinando un aumento della sindrome dolorosa. Infatti al pari di alcune caratteristiche proprie del paziente
anziano quali le variazioni del metabolismo generale, la disuguale risposta ai farmaci, la presenza di patologie
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potrebbero influenzare sensibilmente la sintomatologia dolorosa e, conseguentemente, i piani di trattamento
antalgico.
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interessando il Dipartimento di Area Critica e Quartiere Operatorio, (Unità Operativa di Radiologia Interventistica e
Ambulatorio di Terapia del dolore); il Dipartimento di Oncologia Medica Sperimentale (Unità Operativa di
Oncologia Medica e Unità Operativa di Oncologia Medica Sperimentale).
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cercano di rilevare altri fattori psicosociali, quali lo stato civile e la qualità di vita (EORTC QLQ-C30, Quality of Life);
gli aspetti psicologici: le caratteristiche diper
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o stile di coping, adottato dal paziente nei confronti della malattia (MAC, Mental Adjustment to Cancer Scale); la
percezione del dolore neoplastico (VAS, Visual Analitic Scale e BPI, Brief Pain Inventory) e il livello di invalidità da
esso causato (ECOG e BPI).
5.
Tecnica supportiva-espressiva nella Terapia Antalgica del paziente neoplastico
Responsabile
Mattioli Vittorio
Ricercatori Associati
Aloè F, Montanaro R
Programma
A. Psiconcologia
Parole chiave
Dolore Cronico, Psiconcologia, Qualità di Vita
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Terapeutica/Quality of life
Descrizione
Nel percorso assistenziale teso ad assicurare la qualità della vita, specie nel paziente neoplastico, tappe decisive
sono rappresentate dal:- riconoscimento e trattamento delle sindromi dolorose, spesso così intimamente embricate
con elementi di importante soggettività psico-affettiva connessi al vissuto del paziente e con la sua capacità
reattiva, da sfociare in quadri di sofferenza altrimenti meglio conosciuta come dolore totale; cura attiva, globale e
multidi-sciplinare dei pazienti la cui malattia non risponde ai trattamenti specifici e di cui la morte è diretta
conseguenza.La Terapia del Dolore e le Cure Palliative rappresentano quindi tappe importanti nel decorso clinico
irreversibile della malattia neoplastica ed esprimono in modo chiaro ed inequivocabile la transizione dalla cura
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Nell'ottica della multidisciplinarietà è importante il supporto psicologico ai pazienti che affluiscono all'Ambulatorio
del Dolore, o ai pazienti ricoverati in consulenza: 1) per differenziare meglio, a livello diagnostico, quanto vi è di
psicogeno e reattivo e quanto vi è di organico nella sintomatologia dolorosa portata dal paziente; 2) migliorare la
compliance con i pazienti; 3) ridurre l'uso di farmaci antalgici.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
A tutti i pazienti con dolore cronico neoplastico che affluiscono all'Ambulatorio di Terapia del Dolore o in
consulenza nei reparti verrà impostata una cartella clinica antalgica in cui, oltre ai dati strettamente clinici e
anamnestici, sarà indicata 1) la valutazione del colloquio psicologico per comprendere maggiormente il paziente,
il suo dolore e quanto questo gli provoca invalidità fisica e isolamento sociale, attraverso la tecnica supportivaespressiva; b) l'esito dell'indagine sulle funzioni vitali e cognitive, sulla Qualità della Vita; c) la valutazione dell'ansia,
della depressione, della fatigue, tipica del paziente neoplastico. Inoltre, laddove necessario, verrà impostato un
percorso psicoterapeutico integrativo alle terapie antalgiche. Il monitoraggio sarà indicato nella Cartella Clinica
Antalgica.
147
LINEA 4
6.
Valutazione della sindrome di burnout nel Quartiere Operatorio
Responsabile
Mattioli Vittorio
Ricercatori Associati
Montanaro R, De Franco R
Programma
A. Psiconcologia
Parole chiave
Sala operatoria, dinamiche relazionali, stress, burnout
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Dinamiche relazionali/Qualità di vita
Descrizione
Il termine burnout è diventato ormai di uso comune e dilagante negli ambienti lavorativi dei Paesi occidentali a
tecnologia avanzata. Spesso il posto di lavoro è un ambiente freddo, talvolta, ostile, esigente in termini sia
economici che psicologici. Originariamente il burnout è stato concettualizzato come una sindrome risultante dal
contatto continuo e ripetuto con persone che vivono una grave sofferenza o disagio, come in ambito sanitario; in
seguito si è osservato che anche in altri ambiti lavorativi esiste il rischio di burnout. Tale sindrome ha maggiore
probabilità di svilupparsi quando si evidenzia una grave discrepanza tra la natura del lavoro e la natura della
persona che svolge quel lavoro. Nei contesti lavorativi, sempre più frequentemente, esiste una predominanza dei
valori economici su quelli umani, con la conseguente tendenza a trasformare i lavoratori in splendide macchine
super efficienti alle quali chiedere performance sempre più elevate.
La ricerca deve essere condotta intenzionalmente nel Q.O. poichè rappresenta un ambiente sicuramente molto
particolare per molteplici fattori di tipo strutturale ed organizzativo e che espone chi vi lavora al rischio di sviluppare
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profili, i rapporti gerarchici, le conflittualità anche latenti tra operatori, sono alcuni dei fattori che giornalmente
connotano il Q.O., suscitando dinamiche che, non gestite, possono sfociare in quadri di burnout. A ciò va aggiunto
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
7.
Per indagare i vari aspetti della vita nel Quartiere Operatorio abbiamo pensato di costruire un apposito strumento
di valutazione, poiché quelli esistenti non prendevano in considerazione vari aspetti della vita quotidiana
lavorativa.
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Oncologico di Bari con la modalità della ricerca-intervento
Responsabile
Ursi Antonio
Ricercatori Associati
Programma
A. Psiconcologia
Parole chiave
Burnout, modalità ricerca-intervento, oncologico
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
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I due corsi ECM sul Burnout (di questi si tratta) hanno, infatti, rappresentato allo stesso tempo:
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complessiva di 100 ore, suddivise su due livelli propedeutici, il cui profilo formativo in uscita è di assoluta
caratterizzazione. Si tratta di venticinque persone in rappresentanza della quasi totalità delle figure professionali in
organico e con una buona copertura dei Dipartimenti. A formazione conclusa, le persone che hanno portato a
termine il doppio percorso si sono dichiarate fortemente interessate e seriamente disponibili a proseguire il percorso
professionalizzante partecipando ad una qualche attività applicativa delle competenze maturate che consenta
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quotidiano di gran parte degli operatori ospedalieri. A ciò si aggiunga che il successivo progetto formativo
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gli interventi integrativi e di supporto alla pratica medica.
Appare legittimo ipotizzare il raggiungimento dei seguenti risultati:
Rilancio e prosecuzione della formazione a favore di quei dipendenti che, avendo preso parte ai corsi di
formazione ECN sul Burnout ed avendo dato la propria disponibilità, hanno fattivamente preso parte alla RicercaIntervento
Definizione di un modello prototipale esportabile di prevenzione, diagnosi e cura della sindrome da Burnout in
ambito oncologico
Implementazione di un sistema specifico di prevenzione, diagnosi e cura della sindrome da Burnout, tarato sulla
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Diffusione di una pubblicazione scientifica a titolarità IRCCS Ospedale Oncologico di Bari e relativa divulgazione
nazionale dei processi attivati e dei risultati ottenuti.
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La fase iniziale di questa ricerca-intervento è stato condotta secondo tre linee:
presentazione e divulgazione del progetto;
organizzazione del gruppo degli sperimentatori;
rivsitazione della letteratura con aggiornamento bibliografico in termini di sindrome di burnout in ambito sanitario.
Il progetto è stato illustrato ai Direttori dei Dipartimenti con colloqui individuali, finalizzati alla presentazione della
modalità della ricerca-intervento.
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obiettivi specifici mirati ad effettuare indagini sullo stato di salute, ad individuare interventi sperimentali di
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referenti dei sottogruppi. Di ogni riunione un report riprende i momenti organizzativi e decisionali.
Per la somministrazione del MBI è stato necessario assicurare agli sperimentatori un periodo di formazione e
successive simulazioni di somministrazioni.
È stato elaborato il progetto di sperimentazione per la prevenzione e la cura della sindrome di burnout.
Alla rivisitazione della letteratura in termini di sindrome di burnout in ambito sanitario è stato associato uno studio
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burnout. Si tratta, concretamente, di validare alcune delle ipotesi emerse durante la formazione in aula (e
suffragate dalla letteratura in materia) e dif
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articolerebbe nelle seguenti azioni:
Indagine sullo stato di salute
La finalità di questo importante segmento del progetto è quella di acquisire dati che consentano di andare al di là
delle supposizioni e di dotarsi di una batteria di informazioni sulla base delle quali ipotizzare la conseguente
sperimentazione di interventi mirati. Le informazioni cui si fa riferimento attengono alla eziologia, ai sintomi, al
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della ricerca multicentrica che si dà più punti di osservazione e più strumenti di rilevazione. Nel nostro caso
specifico punti di osservazione e strumenti di ricerca in qualche modo tendono a sovrapporsi essendo gli uni
applicazione degli altri:
somministrazione di un test psicometrico ad hoc (MBI –Maslach Burnout Inventory nella sua versione italiana) e
conseguente stesura di un rapporto dettagliato e commentato
interviste semistrutturate
focus groups
repertorio di informazioni sulla prassi organizzativa
Interventi sperimentali di prevenzione, monitoraggio e cura
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legate alla formazione appena conclusa e sia alle informazioni che giungerebbero dalla indagine di cui sopra. Il
pacchetto di competenze a disposizione del gruppo di lavoro consente di partire subito con le procedure di
implementazione dei primi interventi. I risultati della indagine andrebbero ad integrare ed, eventualmente, a
correggere la rotta di ciò che è stato già avviato. La prima fase di questo segmento consisterebbe nella
149
LINEA 4
definizione degli interventi implementabili; tale definizione avverrebbe con le modalità della progettazione
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Scientifica. In linea di massima è possibile dire che gli interventi implementati potranno essere scelti tra quelli
elencati nella seguente batteria:
 Sportello di counseling individuale
 Gruppi di auto/mutuo aiuto
 Gruppi di discussione
 Pianificazione partecipata
 Matching bisogni/risorse
 Attività extra-lavorative
 Formazione continua ad hoc
 Pubblicazione finale
Lungi dal rappresentare, questa, il mero prodotto finale della RicercaIntervento, si costituisce, invece, quale
elemento di giuntura tra le due dimensioni del processo di ricercazione. Il lavoro di preparazione della
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 Rassegna critica della letteratura in materia di Burnout e di Burnout in Oncologia
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 Rapporto di ricerca relativo alla somministrazione del MBI ad un campione
 Rapporto di intervento relativo alla sperimentazione di interventi
 Definizione di alcune linee-guida in materia di Burnout in Ospedale Oncologico
Dato il probabile gap tra le risorse disponibili (il tempo a disposizione del personale coinvolto) e i bisogni (obiettivi e
risultati previsti), si rende necessario articolare un sistema organizzativo capace di tenere insieme tali
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curare la comunicazione interna alla équipe e quella tra équipe e contesto ospedaliero.
Coordinamento: i tre referenti dei sottogruppi formano, insieme al portavoce, il coordinamento del progetto. Il
coordinamento ha cura della esatta esecuzione dei compiti assegnati a ciascuno, del rispetto dei tempi indicati e
della pianificazione degli steps successivi.
Responsabile: l’
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delle diverse azioni, la connessione tra Ricerca-Intervento e OO, la validazione metodologica di tutte le azioni, la
validazione metodologica di tutti gli strumenti, la composizione dei sottogruppi di lavoro (e ne dà comunicazione
alla Direzione Sanitaria), la congruenza tra azioni e obiettivi, l
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8.
Qualità della vita nei pazienti sottoposti ad intervento di proctectomia restaurativa nella U.O.Chirurgia Apparato
Digerente
Responsabile
Montemurro Severino
Ricercatori Associati
Caliandro C, Maselli E, Ruggieri E, Sciscio V, Trerotoli P
Programma
B. Chirurgia
Parole chiave
Qualità della vita, ca. retto, proctectomia totale restaurativa
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Terapeutica/Quality of life
Descrizione
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indagato circa il loro impatto sulla qualità della vita del paziente nel postoperatorio.
Obiettivo principale: valutare la continenza dei pazienti sottoposti a proctectomia restaurativa dopo 1-3 mesi
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sullo stato di salute percepito dal paziente.
Risultati e prodotti
conseguiti
Dal 1/3/2004 al 31/12/2004 sono stati arruolati nello studio 28 pazienti sottoposti ad intervento di proctectomia
restaurativa che vengono regolarmente sottoposti a follow-up ambulator
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anche nel 2005.
Attività previste
Saranno reclutati tutti i pazienti, che abbiano subito una proctectomia restaurativa senza protezione stomale,
ricoverati c/o la U.O. Chirurgia Apparato Digerente dal 1/3/2004 al 31/3/2006. Lo studio è osservazionale e prevede
esclusivamente la raccolta ed elaborazione dei dati clinici che il paziente deve fornire ai curanti per il follow-up
150
LINEA 4
della patologia.Al momento delle visite ambulatoriali programmate sarà somministrato un questionario per la
valutazione dello studio di salute percepito, basato sul modello SF36, nonché un questionario specifico per la
valutazione dello stato di continenza. Tale stato sarà valutato in accordo alla scala Kirwan. Le visite di controllo, in
accordo con la consuetudine dei controlli ambulatoriali avverranno secondo il seguente schema: 1° visita dopo la
dimissione entro 15 gg. Dalla dimissione 2° visita entro 90 gg. Dalla dimissione 3° visita in concomitanza del controllo
dopo un anno dalla dimissione.
9.
Uso dei sistemi impiantabili nel trattamento del diabete postoperatorio nei pazienti pancreasectomizzati
Responsabile
Montemurro Severino
Ricercatori Associati
Caliandro C, Maselli E, Ruggieri E, Sciscio V
Programma
B. Chirurgia
Parole chiave
Diabete postoperatorio, pancreasectomia totale
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
Area di interesse
Descrizione
Una delle problematiche che si determina nei pazienti sottoposti a pancreasectomia totale è l
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
10.
A 20 pazienti sottoposti a pancreasectomia totale per carcinoma del pancreas, verrà applicato un sistema
impiantabile che, nel postoperatorio, attraverso un sensore sottocutaneo determinerà la glicemia e, in base al
valore riscontrato, somministrerà automaticamente la giusta dose di insulina.
Efficacia e tollerabilità di buprenorfina transdermica (transtec) in pazienti con dolore cronico da cancro
Responsabile
Aloè Ferruccio
Ricercatori Associati
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Programma
C. Terapia del dolore
Parole chiave
Analgesia, dolore da cancro, qualità di vita
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Terapeutica/Quality of life
Descrizione
Da pochi mesi è in commercio in Italia una nuova formulazione di Buprenorfina, in cerotti a rilascio controllato
transdermico (Transtec). Tale via di somministrazione, secondo la letteratura, dovrebbe ridurre sostanzialmente
alcuni effetti collaterali di questa molecola, che avevano reso poco maneggevole il suo utilizzo nella gestione del
dolore cronico oncologico. Ciò potrebbe permettere non solo di avere un'arma supplementare a livello
terapeutico, ma anche di identificare un suo spazio gestionale specifico e peculiare, probabilmente intermedio fra
gli oppioidi deboli e quelli forti.
Raggiungere una valutazione di efficacia e di tollerabilità del farmaco, mediante endpoint primari di efficacia
(intensità del dolore), endpoint secondari di efficacia (performance, qualità/durata sonno, consumo rescue
medication, frequenza di dolore fuori controllo, durata trattamento, drop-outs, qualità della vita), endpoint primari
di tollerabilità (effetti collaterali locali, effetti collaterali sistemici).
Risultati e prodotti
conseguiti
Questo progetto è stato attivato solo nella seconda metà del 2004 a causa del ritardo nella fornitura del farmaco
in oggetto.Al momento attuale sono stati arruolati 10 pazienti, il cui relativo monitoraggio è completato. Sono in
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pazienti complessivi per poter ricavare i primi dati parziali. Di massima si prevede, comunque, di terminare lo studio
entro il 2006.
Attività previste
I pazienti verranno selezionati secondo rigorosi criteri di ammissione e di esclusione. Riguardo ai tempi di
valutazione, saranno organizzati con 4 visite, divise in V0 (reclutamento), V1 (controllo alla seconda settimana di
terapia), V2 (controllo alla quarta settimana di terapia), V3 (controllo alla sesta settimana di terapia), V4 (controllo
151
LINEA 4
all'ottava settimana di terapia). Inoltre ci si avvarrà di un diario giornaliero gestito dal paziente e di controlli
telefonici secondo necessità. L'analisi statistica finale sarà gestita con Test del t di Student per variabili
parametriche e Test del chi quadrato per variabili non parametriche.
11.
La musicoterapia nella riabilitazione per le pazienti mastectomizzate
Responsabile
Loconte Biagio
Ricercatori Associati
Guida A, Collella R
Programma
D. Riabilitazione
Parole chiave
Music role, mastectomised patients riabilitation
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
Area di interesse
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vibrazione, compresa una tastiera.
Programma di informazione per pazienti oncologici
Responsabile
De Cillis Patrizia
Ricercatori Associati
Programma
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Negli ultimi anni studi clinici controllati su pazienti con diversi tipi di tumore ed in diverse fasi di malattia hanno
dimostrato che i programmi di informazione hanno effetti positivi sull'impatto emozionale causato dalla diagnosi,
sui livelli di ansia e depressione, sui rapporti con le figure sanitarie e sull'aderenza del paziente alle indicazioni
terapeutiche. In definitiva, forniscono un significativo contributo al miglioramento della qualità di vita. Pertanto la
Direzione Scientifica, attraverso la Biblioteca, vuole facilitare l'adeguata informazione ai pazienti ed ai loro familiari
supervisionando il materiale fornito ai Dipartimenti, alle Unità Operative di degenza, agli ambulatori dell'Istituto.
Seguendo le linee guida redatte da Girghis e Sanson-Fisher sulla base di una revisione della letteratura e delle
raccomandazioni di un "Consensus panel" di medici e malati di cancro, i compiti della bibliotecaria sono: 1)
garantire al malato la riservatezza dei dati personali e tempi adeguati di comprensione ed elaborazione
dell'informazione; 2) fornire informazioni circa la diagnosi e la prognosi in maniera semplice ed onesta, evitando
l'uso di eufemismi; 3) mettere a disposizione del paziente e della sua famiglia un adeguato materiale informativo.
La psicologa si occuperà di: 1) assicurarsi dell'avvenuta comprensione, da parte del paziente, dei contenuti
dell'informazione; 2) incoraggiare il paziente ad esprimere i propri dubbi, ansie e sensazioni; 3) avere sempre e
comunque un atteggiamento positivo e costruttivo.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
13.
Paralisi laringee: studio strumentale pre e post-ciclo di riabilitazione logopedia
152
LINEA 4
Responsabile
Di Lauro Alessandra
Ricercatori Associati
Grammatica L, Achille G
Programma
D. Riabilitazione
Parole chiave
Riabilitazione logopedica, stroboscopia
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
Area di interesse
Descrizione
Le paralisi laringee costituiscono un campo molto vasto da un punto di vista eziopatogenetico. Da tale fattore
deriva il loro trattamento specifico. Si prenderanno quindi in considerazione le paralisi dovute a causa neoplastica
(compressione sul nervo ricorrente da massa neoplastica localizzata a livello cervicale o toracico) e iatrogena
(post-tiroidectomia).
Si prevede di ottenere con il programma riabilitativo, un recupero funzionale della corda vocale controlaterale
"sana" documentandio strumentalmente il quadro clinico pre e post trattamento riabilitativo. Da un punto di vista
spettrografico si tenterà di documentare l'avvenuta riduzione dell'incontinenza glottica con la dimostrazione di:
riduzione della Frequenza Fondamentale del soggetto;
innalzamento dell'intensità;
durata fonatoria vicina a quella di una normale voce di conversazione (U.:25-35 sec. D.; 15-25 sec.)
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
Si arruoleranno 15 pazienti che saranno sottoposti ad esame fibronasolaringoscopico, stroboscopico e a
valutazione spettrografica (da attuarsi tramite software tipo LING-WAWES da appl
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stroboscopico in nostra dotazione). Tali valutazioni saranno effettuate prima e dopo il ciclo riabilitativo che
prevederà circa dieci sedute individuali.
In particolare l'esame spettrografico che costituisce una metodica elettroacustica per l'analisi della voce,
consente, tramite l'elaborazione del Sonogramma, di analizzare la voce in tre dimensioni:
Frequenza (in Hz) sull'asse delle ordinate;
Tempo (in secondi) sull'asse delle ascisse;
Intensità (in dB) scala dei grigi.
153
154
LINEA 5
LINEA 5 - Sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e gestionali in
ambito sanitario
DIRETTORE: Giangiuseppe Consol e
Resoconto attività 2004
P
er quanto concerne il progetto riguardante gli
Indicatori di valutazione dei flussi di File F, di cui è
responsabile la dr.ssa Patrizia Nardulli, si stanno
valutando, in collaborazione con la DSA, il servizio SIE/SIS,
i parametri utili per creare la griglia prevista dal progetto.
Stato di avanzamento 10%.
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nel Dipartimento Donna la cartella clinica informatizzata
che andrà ad affiancarsi alla lettera di dimissione
ospedaliera ed infermieristica al fine di costituire un
documento più esaustivo del percorso di diagnosi e
cura. Stato di avanzamento 10%.
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Dipartimento Donna che prevede un itinerario unico dal
ricovero con la neoplasia già accertata sino alla
dimissione con eventuale ricostruzione senza soluzione di
continuità. Si è agli inizi della costruzione di un modello
gestionale. Stato di avanzamento 10%.
Relativamente al progetto “Correlazione fra spesa
farmaceutica e tipologia di DRG nel biennio 2001-2003”
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DRG Oncologici e Chirurgici. In particolare si sono
calcolate le spese relative ai DRG 410 pensando di
costruire un prontuario relativo ai costi dei protocolli
relativi alle varie patologie. Si è in attesa della stesura
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Severino Montemurro è il seguente: per il progetto Utilizzo
di amido idrossi etilico 130/04 (voluvent 6%) vs albumina
nei pazienti sottoposti a gastrectomia totale con
linfadenectomia estesa sono stati arruolati 20 pazienti
rispetto ai 30 previsti, pari al 66%, suddivisi nei due gruppi
previsti dallo studio.
Il progetto intitolato Risparmio trasfusioni di sangue ed
emoderivati ha vistol
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previsti, pari cioè al 33%.
Infine, per il progetto Raffronto fra costi e ricavi nella
Unità Operativa di Chirurgia sono stati raccolti i dati
relativi alla degenza di 50 dei 100 pazienti previsti, pari al
50%, onde valutare i risultati economici conseguiti
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Relativamente al progetto intitolato, da me stesso
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procederà alla stesura finale.
Programma 2005
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sostanzialmente in due macroaree riguardanti
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rapporto costi/benefici.
Nella prima macroarea si collocano tutti i progetti
coordinati dal dr. P. Milella.
Il progetto Revisione critica della documentazione di
cura finalizzata alla stesura di un'architettura informativa
comune
medico/infermieristica,
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Sanitario nazionale riguardanti il sistema di gestione
dell'informazione, impongono una riflessione qualificata
al fine di verificare il grado di compliance del sistema
informativo aziendale rispetto agli obblighi di legge, ma
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l'architettura informativa aziendale, individuando per
ogni unità organizzativa i flussi informativi e le banche
dati, mediante l'intervista agli operatori coinvolti nel
percorso assistenziale, il workshop di formazione rivolto
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autorilevazione con questionari strutturati, il
gruppo di approfondimento finale per la convalida
dell'architettura informativa.
155
LINEA 5
Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l'interesse nei
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paziente e struttura di cura. Il secondo progetto intitolato
Analisi dei modelli organizzativi e gestionali del centro
unificato di prenotazione, ha, quale obiettivo, quello di
procedere ad un'analisi delle diverse variabili
organizzative del Centro Unificato di Prenotazione al fine
di sviluppare un modello organizzativo di riferimento
mediante strumenti di rilevazione quantitativa e
qualitativa.
Nel panorama internazionale si riscontra un crescente
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degli esiti, tale da suscitare il coinvolgimento delle
amministrazioni pubbliche e dei fondi assicurativi privati i
quali sono sempre più interessati agli outcome delle
attività di cura e sempre meno legati alle determinazioni
volumetriche delle prestazioni. Il terzo progetto
Introduzione di un modello per la governance degli
outcome di cura ha quindi come obiettivo quello di
selezionare un sistema di classificazione degli esiti e di
studiarne l'andamento con riferimento ad uno specifico
percorso diagnostico terapeutico, utilizzando un sistema
di
classificazione
fra
quelli
internazionalmente
riconosciuti.
Il quarto progetto intitolato Correlazione fra la spesa
farmaceutica e tipologia di DRG nel biennio 2001-2003,
intende utilizzare i reports statistici al fine di individuare i
dieci DRG medici e i dieci DRG chirurgici più
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rapportando la tariffa riconosciuta con il costo di
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Il progetto Sperimentazione ed applicazione di un
modello organizzativo di integrazione ospedale-territorio
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accessibilità ai servizi sanitari, integrare e far radicare
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determinazione dei rimborsi tariffari per mobilità da parte
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Il progetto DRG, indicatori di controllo delle metodologie
di budget nella gestione ospedaliera vuole costruire
reports informativi afferenti ai primi venti DRG in ordine
numerico aventi per oggetto: numero dei casi,
percentuale sul totale degenza medica, percentuale
ricoveri in un giorno, totale ricavo DRG, spesa
farmaceutica, indice di case-mix, indice comparativo di
performance, ricoveri ripetuti, indice di attrazione,
rapporto di DRG omologhi, importo medio per giornate
di degenza.
Sempre nella prima macroarea si colloca il progetto
coordinato dalla dr.ssa P. Nardulli, intitolato: Indicatori di
valutazione dei flussi di File F. Il File F nasce come
strumento di compensazione finanziaria di farmaci
somministrati in regimi di assistenza diversi dal ricovero a
soggetti a rimborso diretto da parte delle Aziende
Sanitarie Locali di appartenenza dei pazienti trattati. Con
il progetto si intende creare una griglia di indicatori
necessaria al monitoraggio dei consumi dei farmaci
afferenti al FILE F, al fine di ottimizzare gli acquisti,
programmare la logistica, adeguare la previsione di
bilancio relativo alla quota farmaci.
Il progetto del dr. V. Mattioli, intitolato Modello di
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Il dr. L. Grammatica con il progetto Definizione di un
programma di controllo dell'attività assistenziale ORL per
il miglioramento dei ricoveri e l'ottimizzazione delle risorse,
intende migliorare il percorso assistenziale attualmente in
uso in relazione a: tipo di malattia, appropiatezza ed in
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retrospettiva degli elementi di criticità e definizione dei
percorsi assistenziali migliorativi finalizzati alle risorse
assegnate.
La necessità di determinare la produttività e il risultato
della gestione di una unità operativa con criteri
aziendalistici induce a considerare il rapporto costibenefici derivanti dalla degenza dei pazienti nelle
singole unità operative. Da tale osservazione trae origine
il progetto coordinato dal dr. S. Montemurro, intitolato
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Digerente. Lo studio è infatti mirato al raffronto tra DRG e
i costi (farmaci, esami clinici e strumentali, ecc.) per
singolo paziente al fine di determinare il risultato
economico dell'attività svolta in un tempo stabilito.
Il progetto coordinato dal prof. F. Schittulli Confronti
nazionali/ internazionali fra i sistemi sanitari si propone di
esaminare alcuni aspetti del sistema sanitario italiano, sia
attraverso la valutazione degli obiettivi di politica di
assistenza sanitaria nazionale sia con la proposte di
modifiche nei criteri di gestione ed organizzazione dei
servizi, nonché nelle relazioni con il cittadino –utente.
M. Rinaldi e M. Longo con il progetto Standardizzazione
interdipartimentale
informatica
delle
diagnosi
infermieristiche, si propongono, da una parte, di
garantire agli infermieri la possibilità di accedere ad un
sistema computerizzato di informazioni sanitarie,
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Nella seconda macroarea si collocano i progetti di
seguito descritti.
Come noto, le complicanze legate alle cateterizzazioni
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cateterizzazione (trombosi ed infezioni). Le complicanze
infettive sono le più comuni, nonché causa di mortalità e
morbidità significative e di alti costi di ospedalizzazione.
Nello studio retrospettivo e prospettico già effettuato non
si sono potute valutare in modo congruo la maggior
parte delle cateterizzazioni in quanto realizzate con
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diverse. Questo ha richiesto pertanto la realizzazione di
uno studio più selettivo, coordinato dal dr. G. Console,
dal titolo Valutazione farmaco economica degli effetti
156
LINEA 5
indesiderati correlati all'impianto di cateteri venosi
centrali in silicone e in poliuretano. Tale studio permetterà
di evidenziare in modo univoco i costi diretti ed indiretti
legati a tali CVC.
Due sono i progetti coordinati dal dr. S. Montemurro
Utilizzo di amido idrossietilico 130/04 vs albumina nei
pazienti
sottoposti
a gastrectomia totale con
linfadenectomia estesa e Risparmio trasfusioni di sangue
ed emoderivati.I
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trattamenti, albumina vs amido idrossietilico, onde
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costi
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delle
complicanze
perioperatorie.
Il progetto coordinato dalla dr.ssa E. Carioggia
Valutazione dell'esposizione a campi elettromagnetici a
radiofrequenza causati da sorgenti, sia fisse che mobili,
presenti in luoghi di vita e di lavoro intende valutare la
reale esposizione ai campi elettromagnetici nei luoghi di
vita e di lavoro, mediante il confronto tra i livelli di campo
delle varie sorgenti, in relazione ai modelli teorici a
disposizione.
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radiologia interventistica tese a trattare tumori primitivi
e/o metastatici con mezzi fisici (radiofrequenze) o
farmacologici (chemioterapia locoregionale, stopflow,
bagno epatico, ecc.), ha imposto la ricerca di tecniche
e sequenze farmacologiche che consentano di
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Propofol e del Remifentanil in infusione continua. Il
progetto coordinato dal dr. F. Armenise dal titolo
Anestesia
Endovenosa
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Radiologia
interventistica: associazione Propofol e Remifentanil in
infusione continua vuole individuare il dosaggio più
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farmacologica Propofol/Remifentanil per ottenere un
efficace livello di anestesia/analgesia insieme con la
maggiore stabilità cardiocircolatoria ed un rapido
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vitali in pazienti sottoposti alle diverse tecniche di
radiologia interventistica.
157
LINEA 5
1.
Revisione critica della documentazione di cura finalizzata alla stesura di una architettura informativa comune
medico/infermieristica
Responsabile
Milella Pietro
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
Cartella clinica
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La nuova normativa in materia di tutela della privacy e le indicazioni contenute nel Piano Sanitario nazionale
riguardanti il sistema di gestione dell'informazione, impongono una riflessione qualificata al fine di verificare il grado
di compliance del sistema informativo aziendale rispetto agli obblighi di legge, ma soprattutto in relazione alle
esigenze dell'interoperabilità. Numerosi sono gli attori che si avvicendano lungo il continuum assistenziale del
paziente e numerose sono le duplicazioni e le incomprensioni generate dalla documentazione di cura. Le
organizzazioni sanitarie sono oggi sommerse di dati dei quali non è verificata l'attendibilità, in quanto manca un
architettura concettuale "comune" di riferimento.Obiettivo del progetto è quello di costruire l'architettura informativa
aziendale, individuando per ogni unità organizzativa i flussi informativi e le banche dati.
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alla lettera di dimissione ospedaliera ed infermieristica al fine di costituire un documento più esaustivo del percorso di
diagnosi e cura. Stato di avanzamento 10%.
Attività previste
La metodologia per lo sviluppo dell'architettura informativa include l'intervista agli operatori coinvolti nel percorso
assistenziale, il workshop di formazione rivolto agli stessi, l'autorilevazione con questionari strutturati, il gruppo di
approfondimento finale per la convalida dell'architettura informativa.
2.
Analisi dei modelli organizzativi e gestionali del centro unificato di prenotazione
Responsabile
Milella Pietro
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
CUP
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Negli ultimi anni e' cresciuto notevolmente l'interesse nei confronti dell'umanizzazione delle cure e per quello che
riguarda il rapporto fra paziente e struttura di cura. La carta dei servizi, l'istituzione degli Uffici per le Relazioni con il
Pubblico e l'introduzione dei Centri unificati di prenotazione, l'Attività Libero professionale Intramoenia e le attività
per solventi sono tutte iniziative in questo senso. Nonostante le numerose iniziative, il Piano Sanitario Nazionale
individua nella gestione delle liste d'attesa e nel rapporto con il paziente uno dei principali elementi di criticità della
gestione.Obiettivo del progetto e' quello di procedere ad un'analisi delle diverse variabili organizzative del Centro
Unificato di Prenotazione al fine di sviluppare un modello organizzativo di riferimento.
Risultati e prodotti
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Attività previste
La metodologia per lo sviluppo del progetto si basa essenzialmente su strumenti di rilevazione quantitativa
(questionario da somministrare a utenti, medici di medicina generale, distretti sanitari, istituzioni per l'assistenza
sociale e per la tutela dei diritti dei pazienti, strutture sanitarie per benchmark) e su tecniche di rilevazione
qualitativa (interviste di approfondimento e visite da compiere presso CUP di altre aziende omologhe).
3.
Introduzione di un modello per la governance degli outcome di cura
Responsabile
Milella Pietro
158
LINEA 5
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
Esiti
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
A partire dai primi anni novanta si sono diffusi anche in Italia sistemi di classificazione delle prestazione e dei
pazienti, soprattutto con riferimento all'attività per acuti. Carente risulta essere l'applicazione di sistemi di
classificazione per le attività ambulatoriali e per quello che riguarda gli aspetti di esito collegato alle attività di cura
svolte. Nel panorama internazionale si riscontra un crescente interesse verso l'applicazione di strumenti di
rilevazione degli esiti, tale da suscitare il coinvolgimento delle amministrazioni pubbliche e dei fondi assicurativi
privati i quali sono sempre più interessati agli outcome delle attività di cura e sempre meno legati alle
determinazioni volumetriche delle prestazioni. Obiettivo del progetto è quello di selezionare un sistema di
classificazione degli esiti e di studiarne l'andamento degli stessi con riferimento ad uno specifico percorso
diagnostico terapeutico.
Risultati e prodotti
conseguiti
Si è ritenuto opportuno utilizzare come modello il percorso integrato finalizzato a sostituire la continuità assistenziale
dal Dipartimento Donna che prevede un itinerario unico dal ricovero con la neoplasia già accertata sin alla
dimissione con eventuale ricostruzione senza soluzione di continuità. Si è agli inizi della costituzione di un modello
gestionale. Stato di avanzamento 10%.
Attività previste
Per la rilevazione dei dati verrà utilizzato un sistema di classificazione fra quelli internazionalmente riconosciuti. I dati
saranno rilevati con l'utilizzazione di un apposita modulistica sviluppata nel corso del progetto. L'analisi dei dati sarà
effettuata con il ricorso a metodolgie biostatistiche.
4.
Correlazione fra spesa farmaceutica e tipologia di DRG nel biennio 2001-2003
Responsabile
Milella Pietro
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
Controllo spesa
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2001
Durata
60 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
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sanitari, che dovranno usare adeguati sistemi di autovalutazione e autorevisione.
Costituire reports informatici, finalizzati alla correlazione tra il numero di DRG per U.O. e la tipologia dei medicinali e
dei dispositivi medici erogati alla stessa per singolo DRG.
Risultati e prodotti
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le spese relative ai DRG410 pensando di costruire un prontuario relativo ai costi dei protocolli relativi alle varie
patologie. Stato di avanzamento 90%.
Attività previste
Verranno utilizzati i reports statistici al fine di individuare i 10 DRG medici e i 10 DRG chirurgici più frequentemente
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5.
Sperimentazione ed applicazione di un modello organizzativo di integrazione ospedale-territorio mediante sistemi
informativi di gestione dell'accesso da siti remoti, alle informazioni e ai servizi sanitari dell'Ospedale Oncologico di
Bari
Responsabile
Milella Pietro
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
159
LINEA 5
Parole chiave
Rete
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2001
Durata
60 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
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aumento della domanda di prestazioni, contribuiscono a rendere critico il livello di accessibilità, anche per
garantire una migliore programmazione ed organizzazione delle attività. A ciò si aggiunge la complessità della
gestione dei rapporti con le ASL di provenienza degli assistiti ai fini del calcolo dei rimborsi tariffari.
Migliorare il livello di accessibilità ai servizi sanitari che, per quarto riguarda gli assistiti ontologici, è un elemento
critico da considerare anche ai fini della valutazione della qualità della vita.
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collaborazione delle Farmacie convenzionate a dei Medici di Base.
Migliorare a razionalizzare le procedure di determinazione dei rimborsi tariffari per mobilità da parte delle O ASL di
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dotate di software di gestione CUP e collegamento al Sistema Informativo Sanitario della Regione Puglia,
denominato SETUP (Servizio Elaborazione e Trattamento Unificato delle Prestazioni): n. 3 postazioni di lavoro presso
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Si procederà, inoltre, a somministrare un questionario di valutazione della qualità del servizio sia agli operatori
(farmacie, medici di base), sia agli assistiti. Inoltre, si procederà alla valutazione dei livelli di utilizzo del servizio e dei
risultati di riduzione dei tempi d'attesa allo sportello.
Si prevede In prenotazione dal sistema CUP/SETUP di almeno 20.000 prestazioni per ogni 12 mesi, la riduzione dei
tempi d'attesa allo sportello e uno scarto tra livello di qualità atteso e livello di qualità percepito di un 25%.
6.
DGR, indicatori di controllo delle metodologie di budget nella gestione ospedaliera
Responsabile
Milella Pietro
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
DRG, indicatori, budget
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
48 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
II nuovo sistema contabile deve basarsi su di una adeguata autonomia e responsabilità dei dirigenti che dovranno
utilizzare strumenti di autovalutazione e autorevisione messi a disposizione dal sistema informativo. Sarà necessario,
pertanto, dotare le U.O. di uno strumento di valutazione che mette in relazione i costi dello stesso con i ricavi.
I DRG's a le loro applicazioni, rappresentano validi indicatori di controllo dell'attività del reparto che, messi a
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Costruire reports informativi afferenti ai primi 20 DRG in ordine numerico aventi per oggetto:
 Numero dei casi
 Percentuale sul totale
 Degenza medica
 Percentuale ricoveri in un giorno
 Totale ricavo DRG in lire
 Spesa farmaceutica
 In una tabella a parte:
 Indice di case-mix
 Indice comparativo di performance
 Ricoveri ripetuti
 Indice di attrazione
 Rapporto di DRG omologhi
 Importo medio per giornate di degenza
Risultati e prodotti
conseguiti
Attraverso la collaborazione con l'U.O. di Farmacia e dell'UMACA si è provveduto a stilare i reports afferenti alle
principali attività di diagnosi e cura relative all'U.O. di Oncologia Medica e Sperimentale. Stato di
160
LINEA 5
avanzamento30%.
Attività previste
7.
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elencati negli obiettivi.
Costruite le tabelle annuali, si procederà a valutazioni comparative finalizzate e monitorare le attività sanitarie
oggetto di attribuzione del budget.
Indicatori di valutazione dei flussi di FILE F
Responsabile
Nardulli Patrizia
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
FILE F, evaluations indicators
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
12 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
II cambiamento della logica di assegnazione delle risorse a i contemporanei inizi volte a favorire una riduzione del
numero di ricoveri in regime ordinario a favore di forme di assistenza extra-opedaliera avevano creato difficoltà
alle strutture ospedaliere nella gestione della spesa farmaceutica. Infatti le tariffe di rimborso delle prestazioni
erogate in regime extra-ospedaliero non comprendono la spesa per i farmaci . Il File F nasce quindi come
strumento di compensazione finanziaria di farmaci somministrati in regimi di assistenza diversi dal ricovero a soggetti
a rimborso diretto da parte delle Aziende Sanitarie Locali di appartenenza dei pazienti trattati.
Creare una griglia di indicatori necessaria al monitoraggio dei consumi dei farmaci afferenti al FILE F. Al fine di
ottimizzare gli acquisti, programmare la logistica, adeguare la previsione di bilancio relativo alla quota farmaci.
Risultati e prodotti
conseguiti
Si stanno valutando, in collaborazione con la DSA, il servizio SIE/SIS, i parametri utili per creare la griglia prevista dal
progetto. Stato di avanzamento 10%.
Attività previste
Creazione di un software aggregato al programma in uso per il data entry del File F in grado di fornire la griglia di
Indicatori di valutazione dei flussi di File F.
8.
Modello di valutazione dell'efficienza delle procedure di sala operatoria attraverso un sistema informatizzato di
raccolta dei dati di attività operatoria
Responsabile
Mattioli Vittorio
Ricercatori Associati
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Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
Indicatori di processo gestionale, statistica operatoria, gestione interventi
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Le principali macro funzionalità individuate sono le seguenti:
Gestione registro operatorio: il registro operatorio rappresenta il riferimento centrale nella gestione del Servizio; il
sistema dovrà essere in grado di gestirne in modo completo la redazione e l'archiviazione di tutti i dati del Registro
Operatorio. Una corretta gestione del registro Operatorio renderà possibile una migliore pianificazione delle attività
stesse in termini di tempi, risorse materiali e umane, professionalità.
Produzione Statistiche e indicatori occupazione sale: le statistiche realizzate dal sistema saranno frutto
dell'elaborazione dei numerosi dati inseriti da tutti i soggetti che condividono il sistema. Le statistiche permettono di
interfacciare dati relativi alle attività con i tempi, personale e materiale impiegato, fornendo preziose indicazioni di
tipo consuntivo, gestionale e clinico.
Gestione della cartella anestestesiologica: il sistema dovrà gestire tutti i principali dati clinici di una cartella
anestesiologica raggruppati nelle seguenti macro categorie: a) dati della visita pre-anestesiologica; b) dati
intraoperatori; c) dati relativi al risveglio ed alla fase post-operatoria.
Gestione magazzino e consumo materiali: ogni blocco operatorio dovrà gestire un magazzino dei presidi chirurgici
e anestesiologici associando ad ogni intervento un consumo standard. La procedura gestirà i movimenti di
carico/scarico del magazzino, e per questo, sarà interfacciabile con i sistemi di gestione della farmacia (per i
farmaci) e dell'economato (per i materiali di consumo).
161
LINEA 5
Gestione dei costi per intervento: sarà possibile effettuare la rendicontazione dei consumi relativi ad un intervento
(protesi, materiali di consumo, presidi), l'impiego di risorse umane (Chirurghi, personale infermieristico, Tecnici, ecc..)
che determina il costo diretto degli interventi, costo che potrà essere ricondotto e confrontando con quello
standard del ricovero corrispondente.
Un buon processo di informatizzazione dell'attività di sala operatoria può diventare il momento di ripensamento
sulle modalità di gestione delle attività e del lavoro. La definizione dell'agenda giornaliera degli interventi e
l'assegnazione della èquipe al singolo intervento ha un impatto organizzativo non solo sulla gestione della sala
operatoria ma anche sull'organizzazione interna delle singole Unità Operative da cui provengono i membri della
èquipe.
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Infatti, eventuali tempi morti tra gli interventi rende difficoltosa la programmazione delle attività di reparto da parte
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Il sistema informatizzato di gestione delle sale operatorie dovrà costituire un importante supporto in grado di
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del software gestionale prodotto ad hoc dal gruppo ingegneristico Università Pavia CBIM.
Attività previste
La scelta delle metodologie da adottare in fase di analisi e di implementazione ricade sulle ormai note
metodologie Object Oriented. Verranno usati strumenti di analisi e di implementazione conformi agli standard UML
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allo standard ANSIO SQL.
Architettura Client Server e protocollo di trasmissione dati TCP-IP.
Architettura ClientServer-Internet based-per la quale le applicazioni e la logica risiedono sulle postazioni client
(Personal Computer in ambiente Windows 98/ME, 2000 o NT o NP) mentre la base dati OracleTM ed una serie di
servizi applicativi comuni risiedono sul server dotato di Sistema Operativo UNIX o Windows NT/2000.
Le stazioni client dialogano mediante protocollo TCP/IP con il server.
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Configurazione del sistema (Server e Client) con relativi tempi di risposta nelle funzioni di registrazione dati che non
devono essere superiori ai 2 sec.
Il sistema è configurato per rispettare tempi di risposta nelle funzioni di registrazione dei dati non superiori a 2 sec.
Profondità storica –data inizio data termine –nella gestione delle tabelle di struttura e classificazione (Es. ICD9-CM)
Le tabelle di struttura e classificazione utilizzate vengono aggiornate periodicamente, in base ai cambiamenti della
normativa, dirette aziendali, ecc.
Aiuto alla codifica, gestione dei casi tipo personalizzabili per utente
Prevista in fase di configurazione del SW e di definizione delle personalizzazioni
Rispetto e produzione dei debiti informativi nei confronti degli Enti istituzionali (es. Regione Veneto)
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Responsabile
Grammatica Luciano
Ricercatori Associati
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
DRG, percorsi assistenziali
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La gestione dell'attività assistenziale, finalizzata per tipologia di malattia, appropiatezza e in funzione dei progetti di
ricerca, necessita di opportuni strumenti di monitoraggio nella gestione in modo da valutare per tempo la tipologia
dell'attività resa, valore che oggi viene reso dall'Ente con cadenza semestrale, limitando così la possibilità
operativa di migliorare "in itinere" le prestazioni rese.Migliorare il percorso assistenziale attualmente in uso in
162
LINEA 5
rapporto ai parametri esposti in premessa al fine di ottimizzare le risorse assegnate.
Risultati e prodotti
conseguiti
Vi è stata la creazione di un programma di analisi e raccolta dei DRG prodotti e valorizzati, la simulazione di
percorsi terapeutici possibili per tipologia di malattia e quindi il trasferimento, in fase di programmazione di ricovero,
dei trattamenti a cui sarebbe conseguito un DRG55 dal regime ordinario a quello diurno. Si è effettuato inoltra
un'analisi mensile dei possibili ricsvi con monitoraggio real time dell'andamento economico della filiera produttiva
assistenziale.
Attività previste
Analisi retrospettiva degli elementi di criticità e definizione dei percorsi assistenziali migliorativi finalizzati alle risorse
assegnate.
10.
Raffronto fra costi e ricavi nella Unita Operativa di Chirurgia Apparato Digerente
Responsabile
Montemurro Severino
Ricercatori Associati
Caliandro C, Maselli E, Ruggieri E, Sciscio V, Sivo M, Cessa M, Pellegrini M
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
DRG, S.D.O.
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La necessità di determinare la produttività e il risultato della gestione di una unità operativa con criteri aziendalistici
induce a considerare il rapporto costi-benefici derivanti dalla degenza dei pazienti nelle singole unità operative. Lo
studio è mirato al raffronto tra DRG (entrate) e i costi (farmaci,esami clinici e strumentali, materiale di sala
operatoria ecc.) per singolo paziente al fine di determinare il risultato economico dell'attività svolta nell'arco di due
anni.
Risultati e prodotti
conseguiti
Studio attualmente in corso. Sono stati raccolti a tutto il 2004 i dati relativi al costo inerente la degenza di 50 pz. sui
100 previsti, pari al 50% per valutare i risultati economici conseguiti dalla U.O. Chirurgia Apparato Digerente.
Attività previste
Saranno seguite 100 pazienti e, attraverso accurata classificazione e registrazione del costo inerente la degenza,
saranno raccolti i dati necessari per valutare il risultato economico conseguito dalla Unità Operativa di Chirurgia.
11.
Confronti nazionali/internazionali fra i sistemi sanitari
Responsabile
Schittulli Francesco
Ricercatori Associati
Rinaldi M, Ponzio V, Riflesso S, Addante M, Lisco A
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
Organizzazione, confronto, gruppo operativo
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Il nostro proposito è quello di studiare i vari modelli gestionali adottati.
nell'ambito dell'organizzazione assistenziale del SSN. Il confronto con la realtà potrà suggerire dei miglioramenti che
garantiscono all'utente, che si affaccia all'Istituto, una sempre più efficace ed efficiente prestazione (es.
prenotazioni on-line, indicazioni circa i percorsi da intraprendere nella prevenzione e cura del tumore ecc...) da
parte degli operatori (personale idoneo preposto alle prenotazioni che indichi e illustri all'utente il percorso da
intraprendere, operatori sanitari-medici, infermieri, amministrativi ed ausiliari - pronti e disponibili per ogni necessità
ed urgenza dell'utente/paziente ecc...). Lo studio che ci proponiamo prevede, per il primo anno, la valutazione
delle varie realtà nazionali ed in seguito, l'estensione ad altre strutture internazionali.
L'obiettivo che ci si propone di raggiungere è quello di rendere efficace l'attuale potenziale delle risorse umane
relazionandolo alle esigenze espresse/ inespresse dell'utente/paziente. Il confronto con altre strutture a livello
nazionale ed in seguito internazionale, potrebbe consentire un salto di qualità del percorso assistenziale, attivare la
implementazione di nuove formule che consentano il miglioramento del flusso informativo fra i vari soggetti nel
processo di erogazione dei servizi sociosanitari.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
Ricerca attiva e sistematica delle possibili complementarietà tra i diversi sistemi sanitari.
163
LINEA 5
Analisi nel primo anno di sperimentazione delle diverse esperienze nazionali come spunto per la strategia
alternativa.
Implementazione di un sistema reticolare (on line) di assistenza integrata.
Attivare presso il nostro Istituto un "gruppo operativo" formato da personale sanitario e utenti, che individui le
attività problematiche e le possibili soluzioni con opportune strategie di miglioramento.
12.
Standardizzazione interdipartimentale informatica delle diagnosi infermieristiche
Responsabile
Rinaldi Michele
Ricercatori Associati
Schittulli F, Colucci G, Micella P, Pacifico C, Damian S, Mancini A, Tarantino M, Roppo N, Romito C, Barione F
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
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Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La diagnosi infermieristica si propone di identificare i problemi di salute sia attuali che potenziali della persona,
adoperando un linguaggio standardizzato, semplice e conosciuto dalle diverse categorie sanitarie, e costituisce la
base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici.
Obiettivi del progetto sono:
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Garantire agli infermieri la possibilità di sviluppare e di entrare a far parte di un sistema computerizzato di
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
13.
Elaborazione di una lista di diagnosi infermieristiche sulla base delle esperienze di lavoro condotte dal personale
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Analisi statistica dei dati rivenienti;
Programmazione di un software gestionale dedicato;
Dotazione per ciascun Dipartimento di un informatico da dedicare allo studio;
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descritto.
Valutazione farmaco economica degli effetti indesiderati correlati all'impianto di cateteri venosi centrali in silicone
e in poliuretano
Responsabile
Console Giangiuseppe
Ricercatori Associati
Nardulli P, Calabrò C
Programma
B. Linee guida applicative percorsi assistenziali
Parole chiave
Outcome research, risk assessment, CVC
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Nello studio retrospettivo e prospettico già da noi effettuato sono stati considerati esclusivamente 44 pazienti
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metodiche di inserimento diverse rispetto a quelle che ci apprestiamo ora a considerare. Questo ha richiesto
pertanto la realizzazione di questo studio che permetterà di evidenziare i costi diretti e indiretti legati a tali CVC.
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(pneumotorace, danni alle arterie e ai nervi) e quelle associate alla durata della cateterizzazione (trombosi e
infezioni): Le complicanze infettive sono le più comuni. Le infezioni associate ai cateteri (catheter-related
bllodstream infections o CRBSI) sono causa di mortalità e morbilità significative, nonché di alti costi di
ospedalizzazione.
164
LINEA 5
Le cause che favoriscono lo sviluppo di trombosi includono: fattori legati alla patologia di base, al materiale del
CVC, nonché alla posizione del CVC stesso. In particolare, alcuni fattori in grado di determinare n effetto
trombogeno sono: alterazioni dei fattori della coagulazione (come ad esempio la diminuzione dei livelli di
antitrombina III), deficienza di proteina C, manutenzione non ottimale del catetere stesso. Alcuni tumori
costituiscono di per sé un rischio per lo sviluppo di trombosi, come ad esempio i tumori del mediastino che possono
determinare anomalie del flusso venoso. Anche lo stato ipercoagulativo associato ad alcuni tumori rappresenta un
fattore predisponente alla trombosi.
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cateterizzazione. Anche la somministrazione di emulsioni lipidiche e l nutrizione parenterale possono a loro volta
favorire lo sviluppo di batteri e funghi.
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trombo e viceversa.
Da segnalare, infine, le manifestazioni trombotiche dovute alla trombocitopenia indotta da eparina che molto
spesso è utilizzata per mantenere la pervietà del catetere.
Il progetto si propone di valutare:
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la frequenza di trombosi correlate al tipo di impianto, di tumore, di trattamento effettuato attraverso il device e alla
posizione dello stesso CVC
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
I pazienti saranno arruolati fra quelli delle seguenti UU.OO.:
Chirurgia Apparato Digerente
Oncologia medica
Oncologia Medica e Sperimentale
Per ogni U.O. saranno arruolati 30 pazienti che saranno suddivisi in due bracci in base al tipo di impianto (in silicone
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da quelli che non la effettueranno.
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14.
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Utilizzo di amido idrossi etilico 130/04 vs albumina nei pazienti sottoposti a gastrectomina totale con
linfadenectomia estesa
Responsabile
Montemurro Severino
Ricercatori Associati
Chiumarulo F, Sciscio V, Ruggieri E, Rucci A, Caliandro C, Polignano FM, Maselli E
Programma
B. Linee guida applicative percorsi assistenziali
Parole chiave
Ca. gastrico, castrectomia totale, linfadenectomia estesa
165
LINEA 5
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Per il cancro gastrico i migliori risultati in termini di sopravvivenza a distanza si ottengono con interventi di
gastrectomia totale ad intento curativo associati a linfectomie estese D3-D4.L
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postoperatoria. La deplezione proteica induce edemi discrasici e compromissione clinica generale, con aumento
delle complicanze perioperatoria.
Obiettivo del presente progetto è valutare quale trattamento (Albumina vs Amido idrossi etilico 130/04) sia più
idoneo a ristabilire un giusto equilibrio osmotico tale da ridurre gli edemi sistemici e, quindi, le complicanze
perioperatoria. Si valuteranno inoltre i costi dei diversi trattamenti.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
15.
Saranno arruolati 30 pz. affetti da cancro gastrico e trattati con intento radicale di gastrectomia totale associata a
linfectomia D3-D4. I 30 pz. saranno suddivisi a random in due gruppi di 15 pz. ciascuno. Il primo gruppo A verrà
sottoposto a trattamento con Albumina Umana 25% a t
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dosaggio di 2 fl./die. Al secondo gruppo B saranno somministrati intraoperatoriamente e nei 5 giorni successivi
Amido idrossi etilico 130/04 al dosaggio di 2 fl./die. I pz. saranno valutati clinicamente e con esami di laboratorio
(dosaggio elettroliti plasmatici, albuminemia e proteine totali, glicemia,azotemia ecc.).
I pazienti saranno arruolati solo dopo approvazione del progetto da parte del Comitato Etico.
Valutazione dell'esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza causati da sorgenti, sia fisse che mobili,
presenti in luoghi di vita e di lavoro
Responsabile
Carioggia Enza
Ricercatori Associati
Programma
B. Linee guida applicative percorsi assistenziali
Parole chiave
Radiofrequenze, campi e.m.
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
L'esposizione a campi e.m. a radiofrequenza coinvolge la quasi totalità della popolazione. Pertanto alla luce delle
nuove normative in vigore e dei nuovi risultati sugli effetti sanitari di tali onde, riveste notevole importanza una
indagine che caratterizzi l'esposizione a vari tipi di sorgenti a radiofrequenza.
Valutazione della reale esposizione ai campi e.m. nei luoghi di vita e di lavoro.
Caratterizzazione del campo creato da alcune sorgenti tipiche (telefonini, forni a micro onde, apparecchi
elettromedicali, ecc.).
Confronto tra i livelli di campo delle varie sorgenti.
Risultati e prodotti
conseguiti
Si stanno elaborando i dati raccolti nelle fasi di misura e si sta procedendo all'esame statistico.
Attività previste
Rilievi sia in campo vicino che lontano dai campi e.m. confrontati con i modelli teorici a disposizione.
Confronto tra i valori di campo e.m. misurati ed i valori responsabili di effetti sanitari conosciuti.
16.
Risparmio trasfusioni di sangue ed emoderivati
Responsabile
Montemurro Severino
Ricercatori Associati
Chiumarulo F, Ruggieri E, Caliandro C, Polignano FM, Rucci A, Sciscio V
Programma
B. Linee guida applicative percorsi assistenziali
Parole chiave
Autodonazione, emodiluzione intraoperatoria
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
166
LINEA 5
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
Il risparmio del sangue ed emoderivati è un obiettivo che ogni ente ospedaliero ed ogni unità operativa chirurgica
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comporta un guadagno in termini economici e di sopravvivenza a distanza dei pazienti chirurgici.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
17.
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esclusi i pz. cardiopatici (valvulopatie, infarto recente, indici di funzionalità diminuiti con FE<50%), stato anemico
(Hgb<10, Hct>30%),o con deficit coagulativo. I suddetti pazienti verranno suddivisi in tre gruppi di 20 pazienti
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gruppo A (pz con Hgb > 14) verrà sottoposto a 2 predepositi + emodiluizione intraoperatoria (se HCT e Hgb ancora
nel range normale); il secondo gruppo B (pz. con Hgb compresa tra 13.9 e 12) verrà sottoposto a 1 predeposito
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programma B. Tutti i pazienti verranno controllati intraoperatoriamente dal punto di vista emodinamico mediante
infusione di plasma expanders (tipo Voluven 6%) e cristalloidi per mantenere una adeguata normovolemia.
Anestesia endovenosa (TIVA) in radiologia interventistica: associazione Propofol e Remifentanil
Responsabile
Armenise Francesco
Ricercatori Associati
Canniello E, Chiumarulo F, Mattioli V
Programma
B. Linee guida applicative percorsi assistenziali
Parole chiave
TIVA, sedazione analgosedazione
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
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ogico di tecniche di radiologia interventistica tese a trattare tumori primitivi e/ o
metastatici con mezzi fisici (radiofrequenze) o farmacologici (chemioterapia locoregionale, stopflow, bagno
epatico, ecc.), ha imposto la ricerca di tecniche e sequenze farmacologiche che consentano di effettuare i citati
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pazienti sottoposti alle diverse tecniche di radiologia interventistica.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono stati eseguiti alcuni casi applicati alla termoablazione polmonare. Si è in attesa di completare la casistica
programmata.
Attività previste
Un campione di 60 pazienti adulti ambosesso con patologia oncologica primitiva o secondaria da sottoporre ad
interventi con metodica radiologica interventistica, sarà sottoposto ad anestesia generale tipo TIVA. Il campione
generale verrà suddiviso con modalità random in tre gruppi di 20 unità. A ciascuno gruppo verrà assegnato un
differente profilo posologico dei due farmaci la cui somministrazione sarà effettuata per via e.v. con pompa.
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18.
Diagnosi istopatologica collegiale per via telematica
Responsabile
Simone Gianni
Ricercatori Associati
Cristiani S
Programma
A. Area Economico-Gestionale
Parole chiave
Telepatologia, microscopia virtuale
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
167
LINEA 5
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
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attività, il gruppo di Patologi referenti per Istituto ha avviato una sperimentazione sulla discussione collegiale di casi
istocitopatologici.
Verificare le potenzialità del sistema operativo Olympus BLISS in dotazione degli Istituti, sia nella scannerizzazione
dei preparati che nella loro trasmissione.
Condurre sessioni di discussione collegiale istocitopatologica.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
19.
Entreranno in studio 50 casi proposti e digitalizzati presso i Centri del TESEO. I casi verranno inviati per via telematica
al server centrale localizzato presso il CBIM di Pavia e, da quel momento, saranno visualizzabili per la diagnostica e
la discussione tra i Patologi.
Valutazione degli effetti indesiderati correlati all'impianto di dispositivi medici a breve e a lungo termine
Responsabile
Console Giangiuseppe
Ricercatori Associati
Cristiani S
Programma
B. Linee guida applicative percorsi assistenziali
Parole chiave
Outcome research, medical device, risk assessment
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
48 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
I CVC e sistemi impiantabili port –s
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notevole dispendio di risorse umane ed economiche), nonché allo sviluppo di trombi.Si tratta di uno studio
osservazionale che intende valutare le complicanze (come l frequenza di infezioni, il tipo di agente patogeno,
ecc.) in relazione al tipo di impianto (CVC, Port), ai materiali costituenti (poliuretano, Silicone) ed al tipo di
trattamento effettuato. In particolare si valuteranno i costi diretti e, quando possibile, quelli indiretti derivanti
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Risultati e prodotti
conseguiti
L'attuale stato di avanzamento è del 90%. Si stanno elaborando i dati raccolti per procedere alla stesura finale.
Attività previste
Analisi retrospettiva e prospettica dei dati estrapolati dalle cartelle cliniche dei pazienti impiantati a partire da
Gennaio 2001.
168
LINEA 6
LINEA 6 - Sperimentazione di nuovi outcome della ricerca
DIRETTORE: Prof. Mario De Lena
Resoconto attività 2004
P
rincipale obiettivo di questa linea di ricerca è quello
di applicare la metodologia scientifica per lo
sviluppo della ricerca nel rispetto dei principi di
efficacia e di efficienza della gestione.
La sperimentazione di nuovi outcome della ricerca
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considera il costante ridimensionamento dei fondi da
destinare alla ricerca e la molteplicità degli usi alternativi
possibili. Tale impostazione viene confermata anche
dalle indicazioni fornite dal D.lgs. 288/03 recante
disciplina in materia di riordino degli Istituti di Ricovero e
Cura a carattere Scientifico.
La sperimentazione di nuovi outcome mira a considerare
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strumenti per la gestione della ricerca.
I progetti inseriti in questa linea di ricerca possono essere
suddivisi in due grandi aree:
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riferimento; in questa area rientra la creazione e la
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relazioni sinergiche volte a facilitare il trasferimento dei
risultati dalla ricerca alla clinica, la definizione di
meccanismi bidirezionali per il dialogo fra ricerca e cura;
la seconda riguarda aspetti interni della gestione; in
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organizzativo per la gestione della ricerca, certificazione
della qualità, sistemi contabili e implementazione del
controllo di gestione per la governance degli outcome
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sistemi innovativi per la gestione della biblioteca, analisi
degli indicatori per la valutazione dei risultati della
ricerca.
Scendendo nel dettaglio, il primo progetto della linea è
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state svolte attività riconducibili ai seguenti ambiti:
monitoraggio dei progetti volto ad aggiornare lo stato di
avanzamento scientifico e contabile;
implementazione di un sistema centralizzato per la
gestione informatizzata dei progetti;
sperimentazione di meccanismi innovativi per la gestione
del budget da parte del ricercatore.
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biomarkers): coordinament
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Lo svolgimento del presente progetto, che ha visto
coinvolti i principali gruppi laboratoristici italiani operanti
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raggiungimento di una serie di importanti ed indiscutibili
risultati riassunti nelle relazioni scientifiche periodiche.
Ha permesso lo sviluppo di una cultura del Controllo di
Qualità (CQ) in un settore così delicato ed in rapida
evoluzione come quello dei Biomarcatori Oncologici.
Questo progresso è sinteticamente evincibile dalle
attività del sito www.INQAT.org, e dalla attivazione di una
serie di gruppi di lavoro nazionali ed interdisciplinari e
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Ha attivato una serie di CQ sul territorio nazionale
realizzando periodiche riunioni a livello nazionale che
hanno coinvolto di volta in volta le decine di laboratori
partecipanti ai singoli programmi di CQ; le varie UUOO
collaboranti al progetto hanno realizzato procedure
operative e prodotto periodici booklets sui risultati dei
vari Programmi di CQ.
PROTOCOLLI OPERATIVI CONTROLLO QUALITÀ
rapporto-analisi data base determinazione Biomarcatore
BCL-2 16-6-2003
rapporto-analisi databas
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rapporto-anal
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-01.07.2004
Ha infine pubblicato una serie di pubblicazioni
scientifiche
che
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ultimi anni.
I risultati raggiunti da questo progetto, anche in
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Italia.
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precedenti esperienze in tal senso.
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sviluppo di CQ in ambito EU. I risultati raggiunti da questo
progetto, anche in collaborazione con attività simili
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o CNR-MIUR e più in
generale su tutto il territorio nazionale, hanno permesso
di acquisire il know how necessar
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programmi di CQ in Italia. Le attività di CQ per
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e hanno perso il carattere di esperienza preliminare che
aveva accompagnato precedenti esperienze in tal
senso.
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realtà europee sicuramente propedeutiche per lo
sviluppo di CQ in ambito EU.
Ancora in tema di relazioni esterne di collegamento per
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o“Banca virtuale di tessuti tumorali:
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realizzazione di una banca dati di tessuti tumorali.
Le attività di detto progetto nel corso del 2004 hanno
avuto importanti sviluppi sia in termini di allestimento di
una banca i
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termini di coordinamento e progettazione di banche di
valenza internazionale.
Per quanto riguarda la realizzazione di una banca
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che inizialmente coinvolge i rappresentanti dei tre
laboratori, di oncologia sperimentale di istocitopatologia
e di patologia clinica. Alla survey delle facilities
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progettazione di un prototipo di software di gestione.
Sono in corso contatti con la ditta Angelantoni per lo
sviluppo di procedure operative e standard tecnologici
basilari per la organizzazione definitiva di detta banca,
che si avvarrà oltre di un coordinatore di un CTS e di un
CTpr
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no di detta attività importante quali
quantitativamente è risultato il ruolo svolto dalla banca
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nostro Istituto al progetto proteomico Italia-USA.
In detto progetto sono stati arruolati in meno di un
semestre oltre 500 casi eleggibili ad analisi proteomica
da effettuare negli Stati Uniti.
Per quanto riguarda gli aspetti internazionali nel 2004
dopo alcune riunioni di coordinamento nazionali tra i
rappresentanti dei sette IRCCS oncologici italiani, è stato
messo a punto un progetto finalizzato che, coordinato
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ricerca finalizzata dal MS 2005. Detto progetto mira
essenzialmente a creare database e POS comuni fra le
banche oncologiche attualmente attive in Italia.
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certificazione della qualità a livello internazionale al fine
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maggiormente
rispondente per la certificazione della gestione dei
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certificazione per la qualità. Particolare attenzione è
stata data alle metodologie proposte da JCAHO, EFQM
e ISO. Con riferimento alle collaborazioni internazionali,
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della certificazione verranno valutati contestualmente a
quelli degli altri Istituti Italiani ed Europei.
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Dopo la survey nazionale eseguita nel 2003 sullo stato di
avanzamento e sulle problematiche relative alla
certificazione
ed
accreditamento
di
strutture
laboratoristiche sperimentali (vedi relazioni precedente
anno) nel corso degli ultimi 12 mesi si è dato corso
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quanto a tematiche scientifiche e gestionali costituisce
sicuramente un riferimento anche per gli altri laboratori
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ed internazionali è stata individuata e cooptata
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più specifico di strutture sperimentali quale la Total
Quality Management. È stato definito il GANTT del
progetto e sono stati realizzati i primi incontri formativi per
la identificazione dei flessi e delle procedure operative
da certificare.
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di sistema (Manuale della Qualità. Procedure, Istruzioni
Operative, Modulistica di registrazione) ed è al momento
in fase di attuazione quanto programmato. È in fase di
pianificazione una serie di attività formative inerenti la
Qualità e di Verifiche Ispettive interne allo scopo di
valutare il livello di conseguimento della conformità delle
attività di Gestione della qualità alla norma ISO di
riferimento. Al tempo stesso sono stati avviati contatti con
Enti di certificazione:
DNV (Det Norske Veritas);
Certiquality;
CSQ (Qualità Systems certification).
I contatti sono finalizzati a valutare la specificità delle
esperienze degli enti di certificazione ed insieme
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sistema di gestione della qualità.
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attività di tipo assistenziale e di ricerca. Nel corso del 2004
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fine di
rendere
statisticamente significativa la lettura dei dati. Sono stati
selezionati gruppi di personale associando ai profili
professionali (dipendenti, collaborazione professionale,
borsa di studio) le attività svolte (cura, ricerca,
formazione),
differenziando
le
aree
(sanitaria,
amministrativa) e gli ambiti della ricerca (corrente,
finalizzata, sperimentazione clinica). La scelta di definire
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di rendere anonimi i questionari. Sulla base dei gruppi
risultanti è stata avviata la definizione dei questionari che
saranno somministrati ed analizzati nel corso del 2005.
Collegata al tema della qualità è anche il progetto
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o-economici della disuguaglianza in
oncologia: valutazione e contenimento del ritardo
diagnostico terapeutico per il cancro della mammella
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relative a:
analisi retrospettiva con questionario precodificato delle
cartele cliniche di 486 pazienti ricoverate per cancro
della mammella presso la U.O. di Senologia del nostro
Istituto;
arruolamento di 220 pazienti ricoverate ed operate
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biblioteca cartacea on-line per il miglioramento continuo
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riconducibili ai seguenti ambiti:
rinnovo abbonamenti periodici scientifici nazionali e
internazionali versione print e print+on-line;
acquisti di nuovi periodici versione print e print+on-line;
acquisti di monografie;
scambio interbibliotecario gratuito con altre biblioteche,
ovvero IRCCS, università e/o enti pubblici (progetto
Bibliosan);
servizio di reference più adeguato e specializzato alle
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ricerche bibliografiche su banche dati gratuite
specializzate, come ad esempio PubMed in ambito
biomedico, GioFil in ambito sanitario-farmaceutico e
Duralex in ambito amministrativo;
sistemazione adeguata del pregresso e collocazione
delle annate più recenti in un ambiente predisposto per il
deposito del materiale posseduto e per eventuali corsi e
riunioni;
170
LINEA 6
sviluppo del progetto azalea per l
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oncologica a parenti e pazienti effettuata da oncologi e
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Le tematiche inerenti la qualità, il sostegno per la ricerca,
la programmazione ed il monitoraggio dei progetti,
conduce al controllo di gestione, che viene
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messa a punto di una procedura operativa
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implica la definizione di una struttura contabile per
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collegata al progetto di ricerca finalizzata approvato dal
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anno 2004s
ono
riconducibili ai seguenti ambiti:
analisi delle procedure di contabilità analitica diffuse
presso gli IRCCS pubblici e privati;
definizione del piano aziendale dei centri di costo e di
responsabilità per la ricerca;
adozione di un sistema di contabilità analitica integrato
con il sistema della contabilità generale;
adozione di procedure informatiche per il linkage dei
dati.
Sono in corso di definizione iniziative di formazione rivolte
al personale di ricerca per la sperimentazione dei flussi
informativi rilevati dal sistema contabile e per la
definizione di indicatori per la governance della ricerca.
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predisposizione di form e con specifiche rilevazioni, i costi
di conduzione delle attività clinico sperimentali. Nel corso
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identificare gli episodi di cura per la vaccinazione con
cellule dendritiche;
identificazione e misura delle attività e delle risorse
effettivamente impiegate per la vaccinazione.
Le attività svolte hanno permesso di sviluppare una
metodologia di rilevazione dei costi che si basa sul
consumo effettivo di risorse. È in corso di definizione la
tariffa standard per la vaccinazione con cellule
dendritiche. Tale metodica, infatti, non prevede una
tariffazione secondo il criterio del costo standard
prospettico del tipo DRG. La metodologia di rilevazione e
di analisi dei costi individuata sarà oggetto di attività
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anno2005.
A completamento della linea di ricerca il progetto
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ento di
costituire un learning database delle esperienze
maturate e dei risultati raggiunti.
Nel primo anno di attività del progetto è stata avviata la
raccolta degli articoli e degli abstract con il supporto
del
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edisposizione il
modello di database relazionale per la costituzione della
base di dati per la ricerca.
Programma 2005
P
rincipale obiettivo di questa linea di ricerca è quello
di applicare il metodo scientifico per la
sperimentazione di indicatori innovativi di natura
biologica ed amministrativo contabile per la gestione
della ricerca e della cura nel rispetto dei principi di
efficacia e di efficienza della gestione.
La sperimentazione di nuovi outcome costituisce
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i considera il
costante ridimensionamento dei fondi destinati alla
ricerca ed alla cura ed in controparte la molteplicità
degli usi alternativi possibili.
Tale impostazione viene confermata sia dalle recenti
indicazioni fornite dal D.lgs 288/03, in materia di riordino
degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, sia
dalle indicazioni di cui al DPCM 28/11/2001 in materia di
Livelli Essenziali di Assistenza.
L
’
es
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comer
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migliorare il sistema di indicatori per la governance delle
attività di ricerca e di cura: la mera indicazione di
attività, infatti, non fornisce indicazioni circa i risultati
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sperimentare nuove misure in grado di orientare le
attività di ricerca e cura secondo indicatori di risultato,
considerando gli stessi nella loro accezione più ampia di
outcome.
La principale criticità connessa con il razionale della linea
n. 6 è proprio nella definizione di indicatori che guidano il
personale verso il raggiungimento di risultati che, proprio
in quanto attinenti la ricerca, rientrano fra quelle funzioni
difficilmente prevedibili e programmabili.
I risultati attesi presentano una forte connotazione
traslazionale, infatti, la definizione di sistemi di misurazione
e dei relativi indicatori si dimostra immediatamente
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della gestione, sia con riferimento agli ambiti più
strettamente clinici e di ricerca, sia con riferimento alle
procedure amministrativo contabili.
I progetti inseriti in questa linea sono articolati in due
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la creazione e la partecipazione a reti per la ricerca,
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il trasferimento dei risultati dalla ricerca alla clinica, la
definizione di meccanismi bidirezionali per il dialogo fra
ricerca e cura. La seconda area, denominata
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comprende i progetti 16-19 e riguarda aspetti interni
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certificazione della qualità, sistemi contabili e
implementazione del controllo di gestione per la
governance degli outcome della ricerca, sistemi per la
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gestione della biblioteca, analisi degli indicatori per la
valutazione dei risultati della ricerca.
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consulenza per lo sviluppo di progetti di ricerca,
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indirizzi strategici del Ministero della Salute, mira a
sperimentare il nuovo impianto traslazionale per la
ricerca delineato dal D.lgs. 288/03. Il progetto, di
duratatriennale, prevede la realizzazione di attività che
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171
LINEA 6
livello nazionale ed internazionale nonché del contesto
normativo e regolamentare;. Sulla base dei risultati così
evidenziati è possibile poi procedere alla definizione del
percorso bidirezionale per il collegamento della ricerca
secondo una logica traslazionale di collegamento al
contesto di riferimento; alla definizione delle funzioni,
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attività di supporto e valutazione dei risultati ed, infine,
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cura correlate con lo stato sociale, economico e
culturale della popolazione in cura, standardizzando
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programmazione
delle
attività
prevede
che
preliminarmente venga eseguita un'analisi retrospettiva
sulle cartelle cliniche per valutare lo stadio delle pazienti
ricoverate per cancro della mammella negli ultimi tre
anni. Il progetto utilizzerà la metodologia degli studi di
coorte su pazienti con tumori incidenti istologicamente
confermati,ricoverati ed operati in un anno. A tali
pazienti verrà condotta una intervista con un
questionario in cui saranno riportati i dati clinici per
effettuare una precisa stadiazione e le informazioni
mirate ad evidenziare lo stato socio-economico e
culturale del paziente. Il ritardo diagnostico sarà
suddiviso in tre categorie:tempo intercorso tra
l'insorgenza del primo sintomo e primo consulto medico
(patient delay); tempo tra primo consulto e ricovero in
ospedale (medical delay); tempo tra primo sintomo e
intervento chirurgico (total delay). Il ritardo nella diagnosi
sarà valutato categorizzando il periodo in quattro
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mediante regressione logistica multipla stratificata per
centro partecipante. I pazienti saranno seguiti nel corso
dell'anno successivo al ricovero per valutare tempo e
tipo di ulteriori trattamenti e ricadute.
Interessante il percorso programmato per la realizzazione
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considerazione le problematiche di comunicazione e di
asimmetria informativa che si manifestano nel percorso
di cura in oncologia. Confermando la crescente
rilevanza della comunicazione, il progetto mira a
sperimentare metodiche innovative volte a rinnovare i
meccanismi di informazione e ad integrare il continuum
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che mira a rendere disponibili strumenti informativi circa
le patologie oncologiche per i pazienti in corso di
ricovero.
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dell'Istituto
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Progetto
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patrocinato dal Ministero della Salute, che ha offerto
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predisporre un apposito spazio a pazienti, familiari e
cittadini ovvero alla comunità non scientifica al quale
rivolgersi per ottenere una informazione di qualità
accessibile e comprensibile da tutti.
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studio del fenotipo dei casi familiari ed ereditari di
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valutazione di una serie di test ontogenetici al fine di
specificare i fattori di rischio associati con le patologie
tumorali femminili e con particolare riferimento alla
mammella. In ottica traslazionale, lo studio considera sia
gli aspetti clinico laboratoristici associati con il tumore
della mammella, sia gli aspetti economici per la
valutazione costo beneficio associato in relazione a
forme di prevenzione primaria e secondaria.
La sperimentazione di nuovi outcome richiede, insieme
ad una misura dello stato dei parametri selezionati in
corrispondenza degli episodi di cura, una seconda
rilevazione a distanza di tempo al fine di verificare i
risultati raggiunti. Gli esiti, infatti, possono variare anche
sensibilmente se si considera il fluire del tempo. In
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effettuate negli anni 2001-2002 e 2003 nel nostro istituto
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sperimentazione mira ad individuare parametri di
riferimento sulla base dei quali orientare le attività clinico
gestionali collegate con la ricostruzione della mammella.
Lo studio considera insieme ad aspetti di natura clinica,
epidemiologica e gestionale, anche elementi di
valutazione economica in considerazione della prossima
adozione della versione 19 della ICD9 –CM, che vede un
affinamento dei sistemi di codifica ed una modifica nel
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Oncologico di Bari, per cui i prog. 10-15 affrontano tutti
argomenti legati a quello che ormai deve essere
considerato un criterio ispiratore di qualsiasi attività
umana, in particolare quella clinica e laboratoristica.
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si propone ora, per il 2005 di rendere il sito web
www.inqat.org ancora più dinamico e comprensivo di
tutte quelle prestazioni che possano renderlo strumento,
oltre che comunicativo, soprattutto operativo. Inoltre, si
incrementerà la sua visibilità, anche a livello
internazionale e se ne otterrà l'accreditamento. Si
stimoleranno forti collegamenti con il portale E-Oncology
del ministero della Salute, creando appositi forum di
discussione. Si cercherà di stabilire forti legami con le
Società Scientifiche nazionali, oltre che internazionali,
compresa la FONCAM, il CNR ecc, attraverso la
creazione di gruppi di discussione ad hoc. Si procederà
172
LINEA 6
alla realizzazione di singoli programmi di CQ, mirando
alla messa a punto di protocolli di IQA ed EQA.
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seguendo le orme tracciate dal progetto Teseo,
approvato da Alleanza Contro il Cancro che si propone,
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della Telepatologia, quale evoluzione naturale della
diagnostica istocitopatologica, di esaminare 50 casi
proposti e digitalizzati presso i Centri del TESEO. La finalità
ultima di tale azione è il successivo invio telematico dei
casi esaminati al server centrale localizzato presso il CBIM
di Pavia e, di conseguenza, la visualizzazione in rete a fini
diagnostici e di discussione fra esperti del settore.
Il tema delle relazioni esterne di collegamento per la
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risultati già conseguiti, il progetto si propone la
progettazione, implementazione e diffusione di una
struttura informatica per la conservazione, elaborazione
e condivisione dati; la realizzazione di apposito software
con database locali, network interconnetion, differenti
livelli di accesso multiclient; lo lo sviluppo di appositi POS
per la manipolazione e crioconservazione di materiali
biologici e la realizzazione di un prototipo di un sistema di
bio-repositories in collaborazione con una ditta esterna
specializzata per un sistema automatizzato di stoccaggio
e gestione della Banca Tessuti.
Sempre nella stessa area un nuovo prog.13 volto alla
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attività che prevede la definizione a livello nazionale,
regionale, internazionale della problematica del sistema
qualità in sanità e, in particolare, delle prestazioni
sperimentali in campo oncologico; la ricerca sistematica,
valutazione critica e sintesi del materiale disponibile
evidenziato; la formulazione di ipotesi di modello con
identificazione di zone di dubbio; la revisione esterna; la
programmazione di aggiornamenti per la diffusione e
l'mplementazione della pratica nel modello.
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di Bari, mira a far diventare il concetto di“
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integrante del tessuto connettivo su cui si costruisce la
vita quotidiana del lavoro. La seconda Macro Area
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compone di 4 progetti (16-19)
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controllo di gestione applicato all'area della ricerca
scientifica: messa a punto di una procedura operativa
sperimentale ed applicazione di principi di contabilità
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di gestione; la definizione dei punti critici ed articolazione
del calendario annuale per la programmazione ed il
controllo; il collegamento della programmazione
operativa con le linee strategiche per lo sviluppo
aziendale; la definizione del piano aziendale dei controlli
e della reportistica strutturata; la sperimentazione di un
sistema multidimensionale di indicatori del tipo balanced
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individuazione punti critici e messa a punto di interventi
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svolgimento delle loro attività, legate al tempo e ai mezzi
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ricerca. Infatti, dare adeguata soluzione a tali
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miglioramento continuo. La programmazione dello studio
prevede la predisposizione di questionari da sottoporre
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esigenze, pareri, aspetti di particolare rilevanza da
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va
con messa a punto di strumenti appositi di divulgazione
delle informazioni necessarie al superamento delle
problematiche nonché di rettifica delle procedure in
atto al fine di soddisfare le esigenze riscontrate ed, infine,
la messa a punto di appositi interventi formativi sia per il
personale sanitario che per quello amministrativo
finalizzati a realizzare.
Il tema del miglioramento continuo e del perseguimento
della qualità è al
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18“Cer
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programmi di ricerca e del sistema di gestione nella
Direzione
Scientifica
secondo
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stesse con riferimento al percorso di cura del paziente
oncologico. Il progetto si collega alle attività previste in
collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di
Puglia per la realizzazione di un architettura informativa
di collegamento fra ospedale e territorio nella cura delle
patologie oncologiche senologiche e ginecologiche.
173
LINEA 6
1.
Impianto traslazionale per la ricerca: fund raising, scouting e consulenza per lo sviluppo di progetti di ricerca
finalizzata al trasferimento tecnologico
Responsabile
Lerario Antonio Mario
Ricercatori Associati
Lanetti A, Volpe S, Giuliani D
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Fund raising, scouting, trasferimento tecnologico, consulenza organizzativa per la ricerca
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
I risultati della ricerca scientifica, molto spesso, corrono il rischio di trovare una applicazione limitatamente al
contesto della pubblicazione, in quanto la professionalità precipua del ricercatore non sempre si coniuga con le
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professionalità ben definite, non sempre presenti nel panorama regionale o nazionale.
Obiettivo del progetto è quello di sperimentare la realizzazione di unità operativa di supporto per la ricerca le cui
attività principali consistono in:
scouting di nuovi prodotti e di nuove forme di applicazione per la ricerca;
trasferimento tecnologico (supporto per la brevettazione, valutazione opportunità di spin-off, business plan, ricerca
di partner);
ricerca di nuove fonti di finanziamento;
studio delle forme per una migliore valorizzazione della ricerca in linea con il D.lgs 288/03.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
2.
La realizzazione del progetto si basa essenzialmente su attività riconducibili ai seguenti ambiti:
analisi di esperienze similari a livello nazionale ed internazionale;
analisi del contesto normativo e regolamentare;
definizione del percorso bidirezionale per il collegamento della ricerca secondo una logica traslazionale di
collegamento al contesto di riferimento;
analisi della produttività scientifica e valutazione delle possibilità applicative;
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Determinanti socio-economici della disuguaglianza in oncologia: Valutazione e contenimento del ritardo
diagnostico-terapeutico per il cancro della mammella nel sud Italia.
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
L.I.L.T.Bari, Ist.Pascale, Napoli
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Il ritardo diagnostico è la risultante di una serie di fenomeni legati alle caratteristiche del paziente,del tumore,dei
medici e del sistema sanitario nel complesso. Uno studio ha evidenziato uno stadio più avanzato alla diagnosi
associato a fattori socio-demografici ed alla residenza in zone rurali dell'Italia meridionale. Dai dati disponibili il
ritardo diagnostico appare essere un fenomeno strettamente correlato all'efficienza del sistema sanitario,difatti esso
risulta più evidente nelle popolazioni definite "medically underserved".Inoltre i dati dei Registri Tumori hanno
evidenziato come in Italia vi siano delle forti disuguaglianze territoriali,come sopravvivenza inferiori di circa il 10% per
alcuni tumori al sud rispetto al nord.Si riscontra,pertanto,un'asimmetria informativa che risulta maggiore nelle fasce
sociali meno abbienti e socialmente disagiate e che,col progredire delle conoscenze mediche e con l'uso sempre
più sofisticato di tecniche e mezzi d'informazione,tende ad aumentare. Si è visto inoltre che il ritardo è accentuato
da fenomeni legati alla cultura della popolazione,il che porta a sottovalutare o a misconoscere i primi sintomi
d'insorgenza delle neoplasie.
174
LINEA 6
Il progetto si propone di valutare i meccanismi che generano il ritardo diagnostico-terapeutico nel sud
Italia,proponendo soluzioni per migliorare la sopravvivenza e razionalizzare il percorso diagnostico-terapeutico dei
pazienti con tumore della mammella. Si valuterà l'entità del ritardo diagnostico dovuto a fenomeni socio-economici
e culturali,l'esistenza di ritardi dovuti al mancato aggiornamento dei medici generici e specialisti,la relazione del
ritardo in rapporto all'efficienza delle strutture sanitarie e all'offerta di servizi con particolare riferimento
all'articolazione delle liste di attesa. Si valuterà la praticabilità di terapie aggiornate e la quota di malati che
preferisce migrare. Il progetto favorirà,così,il miglioramento dell'efficienza del Sistema Sanitario nel meridione in
quanto i risultati, aumentando il livello delle conoscenze sia degli utenti che del personale sanitario e verificando le
procedure sanitarie, potranno permettere la messa in opera di appropriati interventi correttivi delle procedure
stesse. In rapporto ai risultati ottenuti, si potrà sviluppare un idoneo programma di formazione del personale sanitario
mirato alla diagnosi precoce e alla qualità dell'assistenza.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
3.
Preliminarmente sarà eseguita un'analisi retrospettiva sulle cartelle cliniche per valutare lo stadio delle pazienti
ricoverate per cancro della mammella negli ultimi tre anni. Il progetto utilizzerà la metodologia degli studi di coorte
su pazienti con tumori incidenti istologicamente confermati,ricoverati ed operati in un anno. A tali pazienti verà
condotta una intervista con un questionario in cui saranno riportati i dati clinici per effettuare una precisa
stadiazione e le informazioni mirate ad evidenziare lo stato socio-economico e culturale del paziente. Il ritardo
diagnostico sarà suddiviso in tre categorie:tempo intercorso tra l'insorgenza del primo sintomo e primo consulto
medico (patient delay); tempo tra primo consulto e ricovero in ospedale (medical delay); tempo tra primo sintomo
e intervento chirurgico (total delay). Il ritardo nella diagnosi sarà valutato categorizzando il periodo in quattro
intervalli di tempo. L'analisi finale dei dati sarà seguita mediante regressione logistica multipla stratificata per centro
partecipante. I pazienti saranno seguiti nel corso dell'anno successivo al ricovero per valutare tempo e tipo di
ulteriori trattamenti e ricadute.
ABC del percorso di cura in oncologia. Formazione per pazienti e familiari
Responsabile
Colucci Giuseppe
Ricercatori Associati
Romito F, Longo M, Germano R, Bari F, Verna C
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Un informazione completa ed esauriente costituisce il prerequisito ad una relazione medico-paziente efficace;
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la maggior parte dei pazienti desidera ricevere informazioni sulla natura e la diagnosi della malattia, sui trattamenti
e i loro effetti collaterali e anche sulla prognosi.
Ridurre il senso di incertezza del paziente riguardo alla malattia con informazioni chiare
Favorire un maggiore apertura del paziente nel dialogo con l'equipe curante
Ridurre i senso di isolamento dei pazienti promuovendo la condivisione dei vissuti
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dei pazienti e delle famiglia, verso un obiettivo di umanizzazione delle cure. Contribuisce a rendere i pazienti
partner più competenti nella gestione della malattia e del percorso di cure.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
4.
Sono previsti 13 incontri, della durata di circa 1 ora, a cadenza quindicinale, si svolgeranno in orario pomeridiano
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pazienti più motivati e interessati, accompagnati dai loro familiari, un percorso di approfondimento, discussione e
condivisione delle tematiche emerse, condotto secondo le modalità del gruppo di auto-aiuto.
Programma di informazione per pazienti oncologici
Responsabile
De Cillis Patrizia, Montanaro Rosanna
175
LINEA 6
Ricercatori Associati
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Negli ultimi anni studi clinici controllati su pazienti con diversi tipi di tumore ed in diverse fasi di malattia hanno
dimostrato che i programmi di informazione hanno effetti positivi sull'impatto emozionale causato dalla diagnosi,
sui livelli di ansia e depressione, sui rapporti con le figure sanitarie e sull'aderenza del paziente alle indicazioni
terapeutiche. In definitiva, forniscono un significativo contributo al miglioramento della qualità di vita. Pertanto la
Direzione Scientifica, attraverso la Biblioteca, vuole facilitare l'adeguata informazione ai pazienti ed ai loro familiari
supervisionando il materiale fornito ai Dipartimenti, alle Unità Operative di degenza, agli ambulatori dell'Istituto.
Seguendo le linee guida redatte da Girghis e Sanson-Fisher sulla base di una revisione della letteratura e delle
raccomandazioni di un "Consensus panel" di medici e malati di cancro, i compiti della bibliotecaria sono: 1)
garantire al malato la riservatezza dei dati personali e tempi adeguati di comprensione ed elaborazione
dell'informazione; 2) fornire informazioni circa la diagnosi e la prognosi in maniera semplice ed onesta, evitando
l'uso di eufemismi; 3) mettere a disposizione del paziente e della sua famiglia un adeguato materiale informativo.
La psicologa si occuperà di: 1) assicurarsi dell'avvenuta comprensione, da parte del paziente, dei contenuti
dell'informazione; 2) incoraggiare il paziente ad esprimere i propri dubbi, ansie e sensazioni; 3) avere sempre e
comunque un atteggiamento positivo e costruttivo.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
5.
La Biblioteca dell'Istituto partecipa al Progetto Azalea, patrocinato dal Ministero della Salute, e condiviso dagli altri
Istituti di Ricerca a carattere oncologico, offre la Biblioteca per i Pazienti, ovvero uno spazio riservato a malati,
familiari e cittadini ovvero alla comunità non scientifica al quale rivolgersi per ottenere una informazione di qualità
accessibile e comprensibile da tutti. Per ottenere un servizio adeguato alle richieste specifiche, è necessario un
lavoro organizzativo di scelta del materiale da fornire, di catalogazione e soggettazione dello stesso nella banca
dati Azalea e di valutazione su criteri internazionalmente riconosciuti, che necessita la collaborazione di un
bibliotecario qualificato esterno all'Istituto a supporto dell'attività del Servizio. Il progetto prevede due fasi
successive all'organizzazione dello stesso: la prima è di pubblicizzazione del Servizio. La seconda fase presume: a)
l'implementazione del Servizio; b) una maggiore disponibilità di documentazione scientifica; c) il monitoraggio e la
valutazione del Servizio reso all'utenza attraverso un'appropriata modulistica; d) rilevazione statistica dei dati forniti
dall'utente mediante apposite schede; e) valutazione statistica dei dati rilevati.
La I fase del progetto è stata già avviata con l'ideazione e la realizzazione di locandine affisse per pubblicizzare la
Biblioteca per i Pazienti a tutti coloro che affluiscono in vari luoghi dell'Istituto: sale di attesa, ambulatori, Uffici di
Prenotazioni (CUP) e Punto Informazioni, e opuscoli informativi per una maggiore spiegazione e diffusione del
servizio presso ogni Dipartimento e ambulatorio dell'Ospedale.
Library consulting: realizzazione della biblioteca cartacea e on-line per il miglioramento continuo nell'erogazione
del servizio all'utenza
Responsabile
De Lena Mario
Ricercatori Associati
Marinaccio L, Simone D, De Cillis P
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2003
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La presenza di una biblioteca in un IRCCS riveste carattere cruciale soprattutto in considerazione del ruolo
istituzionale di eccellenza che questi Istituti rivestono nel campo della ricerca biomedica. L'Istituto si è dotato,
recentemente, di un software operativo specifico per la gestione della biblioteca "Sebina 4.3", versione
multiutenza, che gestirà i dati relativi a tutto il materiale cartaceo (riviste, journals, monografie, letteratura grigia),
con due postazioni di lavoro per gli operatori e per gli utenti. E' stato approntato un monitoraggio volto a rilevare i
dati quali-quantitativi sull'utenza e sulle relative richieste.
Sono obiettivi del progetto:
acquisizione di abbonamenti in formato cartaceo a riviste scientifiche internazionali e nazionali e relativa
attivazione delle stesse riviste in formato elettronico;
acquisizione di monografie;
procedure di registrazione, bollatura, catalogazione nel nuovo software operativo "Sebina 4.3" di tutto il materiale
176
LINEA 6
posseduto;
messa in rete del catalogo dei periodici e monografie nella versione OPAC del programma Sebina sul sito web
dell'Istituto con il link specifico;
sperimentazione di indicatori finalizzati al confronto delle modalità di accesso ad una biblioteca on line rispetto a
quelli relativi ad una biblioteca tradizionale con supporti di tipo cartaceo;
maggiore disponibilità di documentazione scientifica attraverso la realizzazione di consorzi tra istituti, università e/o
biblioteche scientifiche nazionali;
realizzazione di un collegamento informatico con altre biblioteche nazionali del settore per il servizio gratuito di
document delivery;
miglioramento del servizio di reference, ovvero assistenza resa all'utenza;
accesso a banche dati biomediche, sanitarie ed amministrative per ricerche bibliografiche sempre più aggiornate
ed idonee alle esigenze dell'utenza;
utilizzo del prestito bibliotecario interno;
migliore predisposizione degli ambienti adibiti a sale di consultazione e a depositi del materiale posseduto.
Risultati e prodotti
conseguiti
Sono stati raggiunti i seguenti obiettivi:
rinnovo abbonamenti, versione cartacea, periodici scientifici e attivazione della versione elettronica degli stessi;
acquisizione di nuove riviste e monografie;
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dati specialistiche, sono stati attivati periodi "trials" con il CILEA per la consultazione di periodici elettronici e banche
dati;
scambio interbibliotecario gratuito con altre biblioteche, ovvero IRCCS, università e/o enti pubblici;
servizio di reference con ricerche bibliografiche su banche dati specializzate come ad esempio PubMed in ambito
biomedico, GioFil in ambito sanitario-farmaceutico e Duralex in ambito amministrativo;
sistemazione adeguata di ambienti sia per il deposito di materiale pregresso sia per la collocazione delle annate
più recenti.
Attività previste
Realizzazione di schede informative sulle caratteristiche dell'utenza e sue richieste.
Adesione a progetti nazionali per una condivisione razionalizzata di periodici elettronici e di banche dati
specialistiche, come il CILEA (Consorzio Intrauniversitario Lombardo per l'Elaborazione Automatica), l'OVID e
BIBLIOSAN.
Realizzazione di un catalogo dei periodici della biblioteca disponibile in Internet.
Acquisizione e collocazione di scaffalature e mobili idonei per l'allestimento della biblioteca.
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Responsabile
De Lena M, Salomone G
Ricercatori Associati
De Cillis P, Simone D
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
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laboratoristi, operatori sanitari ecc.) interna ed esterna ed un numero sempre maggiore di richieste per la ricerca e
per il reperimento di documentazione scientifica, incrementata in seguito alla nostra adesione al progetto Bibliosan
tra le biblioteche degli IRCCS italiani.
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sorse tecnologiche, oltre ad una
più confortevole ed ergonomica sala consultazione, dotata delle attrezzature idonee a garantire la fruizione.
Di conseguenza, si rende necessario perseguire una maggiore visibilità e una migliore fruizione degli stessi con
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allo stato attuale prevalentemente interna specialistica, anche a pazienti e utenti esterni in generale.
Si vogliono incrementare i servizi e le risorse offerte agli utenti della biblioteca, rendendoli disponibili in rete.
Si vuole strutturare la nuova pagina web della Biblioteca con una interfaccia amichevole e interattiva per le
seguenti funzioni:
informazioni generali (orario di apertura della biblioteca, indirizzo, contatti);
servizi erogati gratuiti;
cataloghi;
banche dati nazionali ed internazionali;
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adeguato standard di servizio presso la biblioteca, da dotare di una sala attrezzata, con:
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postazioni di consultazione ergonomiche, con tavoli dotati di barra attrezzata portacavi;
postazioni PC con collegamento intranet ed internet, server centrale e possibilità di formazione multimediale a
distanza;
stampante di rete laser a colori.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
7.
La pagina web dovrà consentire semplicità di accesso, tale da garantire la fruizione dei servizi di biblioteca anche
ad utenza non esperta. La realizzazione grafica sarà affidata al CBIM di Pavia, società responsabile della gestione
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(Ufficio Tecnico).
Valutazione delle dinamiche attitudinali e psicologiche dei soggetti sottoposti a consulenza oncogenetica e studio
del fenotipo dei casi familiari ed ereditari di carcinoma mammario
Responsabile
Paradiso Angelo, Bruno Michele
Ricercatori Associati
Schittulli F, Lo Mele M, Stea B; Zito A, Tommasi S, Digennaro M, Longo S
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Circa il 20% dei carcinomi mammari sono detti familiari perchè insorgono in famiglie con precedenti casi della
stessa neoplasia. Le donne appartenenti a queste famiglie hanno un rischio statistico di sviluppare un tumore
mammario superiore alle altre donne della stessa età. Tale rischio diventa molto più alto quando è possibile
accertare in un membro della famiglia la presenza di mutazioni genetiche nei geni BRCA1 e 2, responsabili dei casi
definiti ereditari.
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verificare il reale livello di rischio e a proporre misure di prevenzione appropriate. Grande impulso è stato dato negli
ultimi anni nel nostro Istituto alla individuazione di un percorso di counselling oncogenetico atto a mettere i soggetti
in grado di formulare decisioni informate e consapevoli sulle modalità per la valutazione e la gestione del proprio
rischio. Inoltre è fondamentale il test genetico, cioè la possibilità di individuare chi, tra i familiari, è portatore della
mutazione e chi no.
Per il prossimo futuro diventa prioritario comprendere con maggiore attenzione gli aspetti psicologici associati a
questo tipo di informazione e le modalità di gestione delle informazioni conseguenti sia a un test positivo che
negativo per i risvolti pratici, psicologici, socio-economici, per la tutela della privacy, etc. che potrebbero
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genetiche.
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nostro territorio nei confronti dei test genetici in due campioni di donne rappresentati da donne sane che si
sottopongono a controlli preventivi e da donne con recente diagnosi di carcinoma mammario.
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decisione, delle caratteristiche caratteriali e delle reazioni psicologiche attuali e delle ipotetiche misure preventive
preferibili per ridurre il rischio di comparsa della neoplasia o per consentire una diagnosi precoce dalle donne
eleggibili al test genetico per i geni BRCA1 e 2.
Sostegno nella scelta e assistenza psicologica per i soggetti sottoposti a valutazione per rischio genetico di tumore
mammario.
Ricerca di eventuali correlazioni tra fenotipo tumorale (caratteristiche istopatologiche e immunoistochimiche) e
caratteristiche di familiarità.
Ricerca di fattori di rischio o caratteristiche di presentazione clinica associati in maniera significativa con
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
I risultati di un primo studio, già pubblicati (M. Bruno, S. Tommasi, B. Stea, M. Quaranta, F. Schittulli, A. Mastropasqua,
A. Distante, L. Di Paola, A. Paradiso: Awareness of breast cancer genetics and interest in predictive genetic testing:
a survey in Southern Italian population. Annals of Oncology (2004) 15 (Suppl. 1): i48-i54) saranno messi a confronto
con quelli di un nuovo studio su circa 100 pazienti con recente diagnosi di carcinoma mammario. Le conclusioni
emergenti saranno utilizzate per la definizione di specifiche modalità di approccio alla diversa tipologia di utenza
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caratteristiche demografiche tra i due campioni esaminati. Quindi saranno verificati i livelli di conoscenza e
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analizzate le variabili (come per esempio la presenza di una storia familiare) che possano influire nella scelta
ipotetica di sottoporsi al test.
Verrà somministrato un questionario da autocompilarsi e anonimo a tutte le donne afferenti alla consulenza
genetica e poste davanti alla scelta di sottoporsi al test. Il questionario riguarderà le motivazioni implicate nella
scelta e le misure preventive (sorveglianza clinica e radiologica o farmacoprevenzione o chirurgia profilattica) di
cui intenderebbero giovarsi.
Per i soggetti con aspetti caratter
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psicologica, effettuata da psicologa specializzata su questi argomenti, che aiuti ad elaborare una scelta
consapevole e che fornisca sostegno nelle varie fasi della consulenza.
Sarà preparato un database comprendente i dati anamnestici, clinici e patologici di una casistica consecutiva di
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tumore che si associano in maniera significativa con i casi familiari o ereditari per accertata mutazione genetica.
Saranno rivisti tutti i vetrini per una nuova valutazione delle caratteristiche accessorie già verificate in sede
diagnostica, con particolare attenzione agli aspetti morfologici presenti nel parenchima mammario extratumorale.
Per i casi con mutazione accertata o per soggetti appartenenti a famiglie con elevata aggregazione di casi di
carcinoma mammario precoce, saranno considerati le modalità di presentazione e la fase di progressione
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(oltre a quello ereditario) o a fattori protettivi vari, per cui potremmo spiegare la diversa penetranza riscontrata tra
famiglie e tra i membri di una stessa famiglia.
8.
Valutazione delle caratteristiche oncologiche nelle ricostruzioni mammarie effettuate negli anni 2001-2002 e 2003
nel nostro istituto mediante revisione clinica ed ecografica.
Responsabile
Tanzarella Marina
Ricercatori Associati
Ventrella V, Dentamaro R, Massiah G, Gargano T, Schittulli F
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La ricostruzione mammaria immediata viene effettuata nel nostro Istituto con risparmio di cute (skin sparing
mastectomy), e pertanto ciò potrebbe determi
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Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
9.
Verranno prese in esame le pazienti sottoposte presso il nostro Istituto a mastectomia radicale con ricostruzione
immediata che abbiano già completato il secondo tempo ricostruttivo (inserimento di protesi definitiva).
La valutazione della situazione locale sarà effettuata mediante esame clinico ed esame ecografico e, dove fosse
necessario, esame RMN.
Valutazione clinico-strumentale delle caratteristiche morfologiche ed estetiche della mammella ricostruita con
protesi
Responsabile
Tanzarella Marina
Ricercatori Associati
Guido A, Massiah G, Cellamare G, Digennaro M, Schittulli F
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica osservazionale
Area di interesse
Descrizione
La ricostruzione mammaria immediata post mastectomia radicale, effettuata nel nostro Istituto dal 2001, prevede
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mastoplastica riduttiva, additiva o pessi.
La revisione della nostra casistica di ricostruzioni mammarie immediate degli anni 2001, 2002, 2003, sarà volta alla
valutazione di parametri morfologici ed estetici della neo mammella.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
10.
Le pazienti, operate da almeno un anno, saranno sottoposte ad esame clinico ed ecografico.
INQAT (Italian Network Quality Assessment Tumor Biomarkers): coordinamento e sviluppo delle attività
Responsabile
Paradiso Angelo
Ricercatori Associati
Mangia A, Pelagio G, Lacalamita R
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
INT Milano
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La tematica del Controllo di Qualità delle prestazioni del Laboratorio Oncologico appare delicata e problematica
a causa di azioni svolte sul territorio nazionale in maniera spesso poco coordinata, con procedure e strumenti
metodologici non standardizzati, variabili normative, oltre che, naturalmente, scientifiche, tecnologiche in continua
evoluzione. Molte sono le realtà di riferimento, da quelle delle Società Scientifiche Italiane, che da tempo si
occupano del problema, come la Sibioc, la Siapec ecc, sia le realtà internazionali come l'Ukneqas. Il presente
studio prende le mosse dai risultati di un progetto finalizzato finanziato dal Ministero della Salute nel 1998 e che ha
portato fra i suoi principali risultati, la creazione di un Network per il CQ del laboratorio oncologico, il cui sito web
dedicato www.inqat.org è l'espressione più visibile. La rete web è, infatti, lo strumento identificativo che
rappresenta in maniera migliore lo spirito dinamico del gruppo, cui fanno riferimento alcune fra le maggiori realtà
nazionali in materia, come l'INT Milano, l'IRE Roma ecc). L'obiettivo principale è realizzare una maggiore coesione
attorno al problema CQ, soprattutto a livello nazionale, attraverso la concretizzazione e maggiore sviluppo del
Network, che possa fungere da organo di riferimento e consulenza per le frammentarie realtà regionali, e che si
inserisca e si rapporti con i gruppi delle maggiori Società Scientifiche Italiane sull'argomento. Fare il punto della
situazione, dunque, sia da un punto di vista normativo che scientifico sull'argomento, è uno dei principali obiettivi,
al fine di concertare successivamente un'azione nazionale che renda possibile la realizzazione di programmi
comuni di CQ su quei biomarcatori ritenuti di valenza clinica, attraverso strumenti metodologici standardizzati,
stimolando altresì la realizzazione di CQ pilota e speriementali. In un'ottica di qualità totale, inoltre, allargare gli
interessi dei programmi di CQ in atto, anche all'EQA ed IQA. Obiettivo ultimo, la diffusione ed incentivazione di una
cultura della qualità totale in una prospettiva di continuo miglioramento.
Risultati e prodotti
conseguiti
All'indirizzo www.inqat.org è pubblicato un sito web che contiene tutte le informazioni relative al progetto, oltre che
aree di interazione con i diversi centri collaboranti.
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Si trovano inoltre sul sito le notizie relative al progetto sul controllo di qualità approvato da Alleanza Contro il
Cancro, in collegamento con il portale e-oncology.
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Attività previste
Si renderà il sito web www.inqat.org ancora più dinamico e comprensivo di tutte quelle prestazioni che possano
renderlo strumento operativo oltre che comunicativo. Si incrementerà la sua visibilità, anche a livello internazionale
e se ne otterrà l'accreditamento. Si stimoleranno forti collegamenti con il portale E-Oncology del ministero della
Salute, creando appositi forum di discussione. Si cercherà di stabilire forti legami con le Società Scientifiche
nazionali, oltre che internazionali, compresa la FONCAM, il CNR ecc, attraverso la creazione di gruppi di
discussione ad hoc. Si procederà alla realizzazione di singoli programmi di CQ, mirando alla messa a punto di
protocolli di IQA ed EQA.
11.
Controllo di qualità per via telematica in istocitopatologia cervicovaginale
Responsabile
Simone Gianni
Ricercatori Associati
Cristiani S
Programma
A. Outcomes della ricerca
180
LINEA 6
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
12 mesi
Tipologia
Clinico-epidemiologica sperimentale
Area di interesse
Descrizione
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attività, il gruppo di Patologi referenti per Istituto ha avviato una sperimentazione sulla discussione collegiale di casi
istocitopatologici.
Verificare le potenzialità del sistema operativo Olympus BLISS in dotazione degli Istituti, sia nella scannerizzazione
dei preparati che nella loro trasmissione. Condurre sessioni di discussione collegiale istocitopatologica.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
12.
Entreranno in studio 50 casi proposti e digitalizzati presso i Centri del TESEO. I casi verranno inviati per via telematica
al server centrale localizzato presso il CBIM di Pavia e, da quel momento, saranno visualizzabili per la diagnostica e
la discussione tra i Patologi.
Banca virtuale di tessuti tumorali: allestimento e creazione di un network
Responsabile
Paradiso Angelo
Ricercatori Associati
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2004
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La ricerca laboratoristica oncologica negli ultimi anni è stata soprattutto caratterizzata da un contenuto sempre
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consentire la pronta verifica delle sempre più numerose ipotesi sperimentali di potenziale valenza clinica.
Ulteriore considerazione è rappresentata dalla necessità di disporre di detto patrimonio di tessuti secondo logiche
collaborative multiistituzionali per una ulteriore facilitazione dei moderni programmi di ricerca condotti ormai
necessariamente in ambienti internazionali.
La logica risposta a questo tipo di problematiche organizzative (per la numerosità dei campioni richiesti),
scientifiche e, non ultimo, economiche, è stato a livello internazionale, quella di pensare a banche comuni di
tessuti umani completi di informazioni cliniche e conservati secondo procedure operative ottimali che li rendano
idonei per le più recenti tecnologie e per gli studi traslazionali.
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attivato fasi di strutturazione di proprie banche tessuti, mentre alcune risultano attardate nella realizzazione di
questo processo.
Lo sviluppo di dette esperienze ha inoltre messo in luce quanto importanti siano le problematiche etico-sociali
sollevate da dette iniziative, problematiche che richiedono, a livello anche normativo, proposte di valenza
nazionale e/o sovranazionale.
Obiettivi del presente programma sono:
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definire gli standard tecnologici di facilities di questo tipo;
definire gli aspetti etico-legali derivanti dalla gestione ed utilizzo delle banche;
definire i criteri di gestione ed eventualmente individuare modalità di gestione comune da parte del network degli
studi oncologici.
Tutti i predetti punti sollecitano e rinviano il problema banca tessuti alla proposta di un network interistituzionale
che, appoggiandosi e sfruttando il know-how diAl
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implementazione e validazione del prototipo di BT Interdipartimentale ideato nel 2004;
sviluppo di sistemi gestionali e tecnologici di BT, in parte in collaborazione con una ditta esterna specializzata;
confronto del nostro modello di BTI con quelli esistenti sul territorio nazionale.
In collaborazione con una ditta esterna specializzata, nei primi 3 mesi il LOSC provvederà alla:
messa a punto e descrizione dei flussi operativi
181
LINEA 6
elaborazione di una versione definitiva del nostro software gestionale interno
Inoltre, provvederà alla costituzione di vari gruppi di lavoro (etico, procedure, CTS, controllo di qualità).
Nei successivi 3 mesi, in collaborazione con una ditta esterna specializzata, perfezionerà lo sviluppo definitivo di un
prototipo di software, comprendente il sistema gestionale delle macchine e dei dati, coadiuvato dal personale
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Negli ultimi 2 mesi si procederà ad una ottimizzazione delle performance del software. Questa fase sarà condotta
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biologico, hanno fatto seguito riunioni periodiche, di cui è stato redatto regolare verbale, nei quali sono stati definiti
i seguenti punti:
un survey delle banche biologiche presenti nel nostro Istituto in relazione al tipo di materiale biologico conservato;
la filosofia della Banca Tessuti Interdipartimentale;
le procedure operative comuni;
un prototipo di software gestionale;
un ipotesi di flusso di lavoro da un punto di vista quali/quanitativo e definizione dei programmi operativi.
Tutto il materiale proveniente dai reparti chirurgici, dagli ambulatori e laboratori di raccolta dei campioni biologici
viene distinto per patologia e tipo di tessuto e crioconservato a -80°
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diagramma di flusso che mette in evidenza il percorso dei campioni biologici, secondo procedure operative
approntate da parte dei singoli laboratori partecipanti alla realizzazione della Banca Tessuti Interdipartimentale.
Attività previste
Progettazione, implementazione e diffusione di una struttura informatica per la conservazione, elaborazione e
condivisione dati.
Realizzazione di apposito software con database locali, network inter-connetion, differenti livelli di accesso
multiclient.
Sviluppo di appositi POS per la manipolazione e crioconservazione di materiali biologici.
Realizzazione di un prototipo di un sistema di bio-repositories in collaborazione con una ditta esterna specializzata
per un sistema automatizzato di stoccaggio e gestione della Banca Tessuti.
13.
Elaborazione delle Linee Guida in Ginecologia Oncologica
Responsabile
Fanizza Giuseppe
Ricercatori Associati
Kardhashi A, Renna A
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La Medicina basata sulle Evidenze si è progressivamente diffusa a livello internazionale favorita dalla crescita
esponenziale del volume e della complessità dell'informazione biomedica che ha reso sempre più difficile
l'aggiornamento professionale per il singolo medico, questo aiutato anche dallo sviluppo delle tecnologie
informatiche nel settore biomedico e l'esplosione del fenomeno Internet. La possibilità di avere linee guida
aggiornate costituisce un nuovo approccio all'assistenza sanitaria dove "le decisioni cliniche" risultano dalla
integrazione della esperienza del medico (che rimane l'unico responsabile nei confronti del paziente) e l'utilizzo
delle migliori evidenze scientifiche disponibili.
Produrre delle linee guida in Ginecologia Oncologica basate sulla migliore evidenza della letteratura aggiornata al
momento.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
La scelta degli argomenti si basa sul metodo epidemiologico (rilevanza in termini di incidenza, mortalità ecc),
quello della disponibilità delle prove (analizzando su banche dati la disponibilità di ultimi dati di efficacia di
interventi sull'argomento individuato) e i pareri degli operatori del gruppo di lavoro. I quesiti scientifici a cui dare
risposta verranno definiti in sede di gruppo di lavoro. La raccolta delle prove si baserà sulla ricerca nelle banche
dati più importanti della medicina (Medline, CancerLit) e la consultazione delle linee guida già pubblicate
sull'argomento scelto (Cochrane Collaboration, National Guideline Clearinghouse ecc). Le prove raccolte e
valutate saranno redatte dallo stesso gruppo. Le linee guida prodotte saranno qualificate con un certo grado di
Livelli di prova e di Forza di raccomandazioni. I livelli di prova si riferiscono alla probabilità che le conoscenze
derivino da studi pianificati e condotti in modo tale da produrre informazioni valide e prive di errori sistematici. La
forza delle raccomandazioni si riferisce alla probabilità che l'applicazione nella pratica di una raccomandazione
determini un miglioramento dello stato di salute della popolazione, obiettivo cui la raccomandazione è rivolta.
182
LINEA 6
14.
Messa a punto di un protocollo per la certificazione e/o l'accreditamento di strutture laboratoristiche sperimentali
Responsabile
Paradiso Angelo
Ricercatori Associati
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2001
Durata
36 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
Area di interesse
Descrizione
Nell'arco di pochi decenni lo sviluppo tecnologico e culturale ha contribuito in modo determinante al progresso
diagnostico e terapeutico. In un sistema sanitario in profonda trasformazione come quello del nostro Paese, risulta
sempre più chiara e pressante la necessità di trovare strumenti internazionalmente riconosciuti, tali da "garantire" la
qualità delle prestazioni erogate. La necessità di dotarsi e quindi di sviluppare sistemi di qualità si scontra, però, con
la forte evoluzione di alcuni settori come quello delle prestazioni sperimentali, soprattutto laboratoristiche in campo
oncologico, per le quali se per un verso l'aggiornamento costante in termini di informazioni biologiche ha permesso
l'introduzione di esami sempre nuovi e sofisticati, dall'altro si opera in assenza di iniziative ufficiali tese a verificarne
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Obiettivo del programma è stilare un protocollo per la messa a punto di criteri tesi ad ottenere l'accreditamento e
la certificazione dei laboratori sperimentali in oncologia. L'ottica è quella del TQM al fine di realizzare un Sistema
Qualità flessibile e integrabile con altri strumenti della qualità quali il problem solving, il controllo statistico della
qualità (SPC), la reingegnerizzazione dei processi, le tecniche di VRQ ecc. Per soddisfare le necessità evidenziate, si
propone un modello organizzativo ed un sistema di gestione della qualità che sia conforme alle serie ISO 9000, oltre
che ai programmi di accreditamento di eccellenza introdotti a livello internazionale.
Risultati e prodotti
conseguiti
Lo studio, durante il primo anno, si è svolto solo in fase preliminare, con il coinvolgimento di tutti gli operatori del
laboratorio, i quali, attraverso un piccolo numero di riunioni, si sono aggiornati circa i moderni strumenti della
qualità in ambito laboratoristico, analizzando in particolare le normative dell'International Standard Organization
9000 e 9001 (VISION 2000, oltre ai maggiori programmi di accreditamento a livello internazionele, primo fra tutti il
CPA.
Nel secondo anno sono state contattate delle società di consulenza per l'applicazione del processo di
certificazione.
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Attività previste
Definizione a livello nazionale, regionale, internazionale della problematica del sistema qualità in sanità e, in
particolare, delle prestazioni sperimentali in campo oncologico.
Ricerca sistematica, valutazione critica e sintesi del materiale disponibile evidenziato.
Formulazione di ipotesi di modello con identificazione di zone di dubbio.
Revisione esterna.
Programmazione di aggiornamenti per la diffusione e l'implementazione della pratica nel modello.
15.
Implementazione della qualità dell'assistenza nei laboratori di analisi degli Istituti Oncologici
Responsabile
Quaranta Michele
Ricercatori Associati
Programma
A. Outcomes della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2002
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Negli ultimi anni il concetto di qualità è passato dalla semplice qualità del prodotto, intesa come grado di
conformità agli standard, alla qualità come soddis
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individuare e disporre di strumenti di monitoraggio e di progettare e impiantare un Sistema Qualità, conforme alla
norma ISO 9001, è quindi in un certo senso obbligata in un contesto competitivo sempre più dinamico, che
richiede una maggiore trasparenza ed un maggior coinvolgimento degli utenti e degli operatori.
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risultati e di un continuo confronto fra essi, che indirizzi verso la Certificazione di Qualità ed il successivo
Accreditamento Regionale.
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Definizione di uno strumento innovativo di monitoraggio per la rivelazione delle attese, della percezione e della
soddisfazione dei pazienti/utenti attraverso cui misurare la qualità.
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Impianto di un Sistema di Qualità, opportunamente progettato e sviluppato, e conseguimento di un certificato di
conformità alla norma ISO 9001/2000 (VISION 2000)con relative diffusioni di informazioni sui risultati conseguiti.
Risultati e prodotti
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Nuova tecnica di misura (questionari, data base e risultati di elaborazioni).
Sperimentazione nuova tecnica di misura in cui il sistema di trattamento delle informazioni ottenute sia orientato
alla soluzione dei problemi del sistema e della qualità dei prodotti/servizi/processi che ne fanno parte
Nuovo modello organizzativo realizzato attraverso un piano di miglioramento.
Sistema di Gestione Qualità, ottenimento del certificato di conformità alla norma ISO 9001/2000, diffusione dei
risultati.
E' stato implementato un data-base di tutte le attività del Laboratorio a dei relativi reattivi. E' stata, inoltre, avviata
un'analisi delle attività, con particolare attenzione alla figura del paziente, volta all'individuazione dei punti critici
che presumibilmente sono oggetto di procedure, istruzioni operative ed istruzioni funzionali. II tutto ha come finalità
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preparato un questionario da sottoporre ai pazienti avente come scopo la "customer satisfaction" ed è stato
organizzato un corso accreditato ECM a cui hanno partecipato esperti del settore.
Attività previste
La nostra U.O. vanta già una buona esperienza nel settore della qualità. In particolare è dotata di personale già
formato sui requisiti normativi, di strumentazioni idonee e di protocolli diagnostici, soprattutto per la patologia
neoplastica, per operare dei processi che trasformano gli imput in outcome con lo scopo di riuscire a far diventare
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16.
Il controllo di gestione applicato all'area della ricerca scientifica: messa a punto di una procedura operativa
sperimentale ed applicazione di principi di contabilità economica
Responsabile
Volpe Stefania
Ricercatori Associati
Lanetti A, Giuliani D
Programma
B. Procedure amministrativo-contabili della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Il contemporaneo svolgimento di attività di cura, ricerca e formazione da parte del personale degli Istituti di
Ricovero e Cura a Carattere Scientifico incontra una serie di difficoltà collegate sia alla scarsità delle risorse
disponibili, sia ai possibili usi alternativi delle stesse. In tal senso, al fine di orientare la gestione e per coordinare
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Obiettivo primario del progetto è quello di studiare le relazioni esistenti fra l'organizzazione e la programmazione al
fine di implementare un meccanismo operativo per la governance della gestione negli Istituti di Ricovero e Cura a
Carattere Scientifico.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
17.
Le attività per la realizzazione del progetto sono riconducibili ai seguenti ambiti:
analisi della struttura informativa di base per il controllo di gestione;
definizione dei punti critici ed articolazione del calendario annuale per la programmazione ed il controllo;
collegamento della programmazione operativa con le linee strategiche per lo sviluppo aziendale;
definizione del piano aziendale dei controlli e della reportistica strutturata;
sperimentazione di un sistema multidimensionale di indicatori del tipo Balanced score Card;
definizione di iniziative di formazione per il coinvolgimento e la crescita culturale del personale;
valutazione dei risultati raggiunti e diffusione.
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Responsabile
Giuliani Daniela
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Ricercatori Associati
Costacurta J, Lerario AM
Programma
B. Procedure amministrativo-contabili della ricerca
Parole chiave
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
La realizzazione di un progetto di ricerca richiede necessariamente il coinvolgimento di una serie di professionalità
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dati, dalla consulenza legale alla realizzazione di percorsi informativi.
Da questa complessa interazione di professionalità differenti emergono una serie di problematiche in quanto la
tempistica e le esigenze del ricercatore non sempre sono in linea con quelle burocratiche e amministrative.
Diventa di conseguenza essenziale far sì che la Direzione Scientifica si collochi in questo contesto come un punto di
riferimento in grado non soltanto di coordinare le attività di ricerca ma anche di informare e formare i ricercatori
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ricerche. Attraverso la raccolta di tali dati si potrà ottenere un quadro significativo della situazione attuale che
evidenzi i punti critici sui quali è opportuno intervenire predisponendo e realizzando gli opportuni interventi
migliorativi.
Risultati e prodotti
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strumenti appositi di divulgazione delle informazioni necessarie al superamento delle problematiche nonché di
rettifica delle procedure in atto al fine di soddisfare le esigenze riscontrate.
Messa a punto di appositi interventi formativi sia per il personale sanitario che per quello amministrativo finalizzati a
realizzare punti di raccordo e migliore coordinamento delle attività di ricerca.
Certificazione dei programmi di ricerca e del sistema di gestione nella Direzione Scientifica secondo standard
internazionalmente riconosciuti
Responsabile
De Lena Mario
Ricercatori Associati
Lerario AM, Costacurta J, Giuliani D, Lanetti A, Volpe S
Programma
B. Procedure amministrativo-contabili della ricerca
Parole chiave
certificazione di qualità, requisiti riconoscimento IRCCS, sistema di gestione
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
36 mesi
Tipologia
Gestionale
Area di interesse
Descrizione
Ai fini della conferma e per il riconoscimento dei nuovi Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, il D.Lgs.
288/03 ha introdotto il requisito di certificazione del sistema di gestione secondo standard internazionalmente
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quello di rinnovare il sistema di gestione, ponendo in essere meccanismi adattivi per il miglioramento continuo
della qualità gestionale. La necessità di dotare le aziende sanitarie di un sistema certificato per la gestione della
qualità, nasce in risposta alla crescente complessità delle attività gestite, per cui si rende necessario procedere in
modo sistematico alla revisione ed alla semplificazione delle procedure di gestione. In modo particolare nasce
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nei confronti dei ricercatori. Tutto ciò implica la necessità di procedere sulla strada della certificazione, ponendo in
essere tutte le azioni necessarie per il rilancio della produzione scientifica con iniziative ad hoc per il sostegno nella
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allo scopo di ricostruire il quadro delle unità operative attivate, le funzioni svolte, i principali processi di gestione ed i
meccanismi di coordinamento attivati. Intento del progetto è quello di giungere alla certificazione dei progetti di
ricerca e del sistema di gestione della direzione scientifica
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
19.
Le attività che saranno svolte nel corso del progetto sono riconducibili ai seguenti ambiti:
 incontri formativi per la selezione dei processi da certificare e per la formazione del personale coinvolto
nella definizione operativa del progetto;
 definizione di un sistema di gestione documentale ad hoc (manuale, procedure, piano della qualità,
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Architettura informativa: flussi informativi, banche dati e linkage per il supporto delle attività di ricerca
Responsabile
Lerario Antonio Mario
Ricercatori Associati
Ernito G, Costacurta J, Giuliani D, Lanetti A, Volpe S
Programma
B. Procedure amministrativo-contabili della ricerca
Parole chiave
Architettura informativa, sistema di gestione dell'informazione, linkage dei dati
Altri Enti coinvolti
Anno inizio
2005
Durata
24 mesi
Tipologia
Tecnologie abilitanti
Area di interesse
Descrizione
La gestione delle informazioni sta assumendo sempre più rilevanza nelle attività di ricerca, cura e formazione,
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volte le medesime informazioni, si avverte la necessità di collegare a sistema le diverse fonti informative esistenti,
rendendo le stesse disponibili in modo ubiquitario, secondo livelli di preordinati di accesso.
Una criticità di rilievo in tal senso deriva dalla mancanza di un sistema di monitoraggio delle banche dati esistenti
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ad hoc, la cui vita finisce per essere legata alle persone ed alle esigenze che ne avevano determinato la nascita.
Tutto ciò, oltre ad implicare notevoli disagi di natura operativa, limita di fatto la possibilità di fruizione dei dati
anche per fini strettamente collegati a quelli per cui la raccolta di dati era stata posta in essere.
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una metodologia innovativa per:
rilevazione dei flussi informativi e delle banche dati attualmente esistenti;
rilevazione dei fabbisogni e dei contributi informativi associati con le attività di ricerca;
definizione di procedure operative per la normalizzazione e la condivisione dei dati;
definizione di un piano strategico di sviluppo del sistema informativo per la ricerca.
Risultati e prodotti
conseguiti
Attività previste
La metodologia prevede attività riconducibili ai seguenti ambiti:
predisposizione di schede per la rilevazione dei dati;
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presentazione dei risultati e formazione sui temi del D.lgs 196/03.
186
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
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Contro il Cancro, fin dal 2002.
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Unità Collaborante a n. 20 progetti.
Nel 2004 erano attivi gli studi riportati nel seguente elenco ed esplicitati nelle pagine successive.
Ad alcuni progetti, non si è dato caso per problemi organizzativi-gestionali vari.
Elenco dei progetti
N.
Progetto
IRCCS Proponente
Responsabile Interno
IOB
1
Banca virtuale dei tessuti tumorali
Bari - IOB
A. Paradiso
2
Progetto AZALEA biblioteca virtuale in oncologia
Aviano-CRO
M. De Lena
3
Il controllo di qualità nel laboratorio oncologico: e-oncology per lo sviluppo
di linee guida di appropriatezza di utilizzo clinico e di CQ dei biomarcatori
Bari-IOB
A. Paradiso
4
Standardizzazione della tecnica di biopsia del linfonodo sentinella nel
carcinoma mammario
Milano-IEO
F. Schittulli
5
Organizzazione di un servizio di proteomica per la diagnosi molecolare dei
tumori
Milano-IEO
Milano-INT
A. Paradiso
6
TESEO (Telepatologia a Scannerizzazione degli Enti Oncologici Italiani) Progetto per un collegamento via telematica fra dipartimenti di patologia
degli IRCCS oncologici a scopo di consulenza diagnostica, attività
didattica,controllo di qualità e riunioni di consenso
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Classificazione molecolare per migliorare la diagnosi, prognosi e cura dei
tumori epiteliali (genomica)
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S. Tommasi
11
SOS Tumori –Numero verde telefonico e sito Internet
Genova-IST
A. Colasanto
12
Progetto OMERO (Oncotipo Mammario ER2 Overesprimente): studio sui
carcinomi mammari HER2 positivi indirizzato alla impostazione di un percorso
diagnostico terapeutico specifico per questo tipo di tumore
Milano-INT
A.F. Zito
13
Progetto globale per la valutazione ed il miglioramento della QoL nei
pazienti oncologici a lunga aspettativa di vita
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Studio osservazionale sui pazienti oncologici anziani
Milano-INT
G. Galetta
16
GIOTTO (Gist Optimal Treatment and Therapy Outcome):
osservazionale multicentrico sui Gist in tutte le fasi di malattia
Milano-INT
F. Giuliani
17
Carcinoma della prostata
Milano-INT
M. Quaranta
studio
187
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Banca virtuale dei tessuti tumorali
IRCCS Proponente
INT - Milano
Referente Interno IOB
A. Paradiso
Obiettivi
Network virtuale per una Bio Banca Oncologica nazionale.
U.O. 1 Laboratorio Oncologia Sperimentale Clinica Ospedale Oncologico Bari
U.O. 2 Anatomia Patologica Napoli
U.O. 3 Determinanti biomolecolari nella prognosi e terapia dei tumori Milano
U.O. 4 Dipartimento di Patologia Genova
U.O. 5 Dipartimento di Oncologia Sperimentale, Istituto Europeo di Oncologia, Milano
U.O. 6 Servizio Anatomia Patologica IRE Roma
U.O. 7 Anatomia Patologica Aviano
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Vari fattori contribuiscono a rendere il problema della disponibilità di Bio-Banche di tessuti umani opportuni ed
urgenti.
Negli ultimi anni si è assistita ad una progressiva riduzione di linee cellulari ed animali per lo studio di problematiche
oncologiche, avendo dimostrato questi modelli chiari limiti in termini di trasferibilità e significato dei risultati
successivamente nei modelli umani. D'altra parte negli ultimi tempi si è assistito ad un notevole sviluppo delle
conoscenze in conseguenza dell'impatto delle nuove tecnologie di caratterizzazione molecolare.
Lo sviluppo in specifico di tecnologie di analisi sempre più sensibili e sofisticate ( genetica, profili, funzionalità, ecc.)
hanno richiesto la disponibilità di materiale biologico raccolto e trattato secondo tecniche standardizzate sempre
più definite ed affidabili.
Tutte queste indicazioni hanno indotto a realizzare Bio-Banche di tessuti umani di facilitare la traslazione di
informazioni biologiche alla pratica clinica, di permettere la pronta risposta a quesiti sperimentali di potenziale
valenza e di garantire la qualità e la quantità di tessuti disponibili per dette pratiche.
Lo sviluppo di detta filosofia, ha comportato la nascita di banche di tessuti anche nel settore oncologico sia in
singole nazioni che in dimensioni sovranazionali.
Fra le principali iniziative di questo genere si annoverano le esperienze spagnole (CNIO-Madrid) americane (NCI
www.cancerdiagnosis.nci.nih.gov ) e quelle europee (TUBAFROST www.tubafrost.org).
Queste banche risultano organizzate di volta in volta secondo diversi criteri quali per tipologia: tumorale (Mayo
Clinic Prostate SPORE), familiarità (Philadelphia Family Breast Cancer Registry), problematiche scientifiche (Early
Detection Research Network - EDRN), modalità di gestione privata o pubblica (governativa, accademica,
industriale).
Essenzialmente i modelli di Bio-Banche proposti sono di tre tipi:
reclutamento decentralizzato e stoccaggio con management dei dati biologici informatizzati da un unico centro;
reclutamento decentralizzato con stoccaggio centralizzato e management dei dati biologici informatizzati da un
unico centro;
reclutamento, stoccaggio e informatizzazione centralizzati.
La ricerca laboratoristica oncologica in Italia fa riferimento in maniera importante alle attività che i 7 IRCCS
oncologici vanno svolgendo. Nonostante gli sforzi di coordinamento e le nuove modalità di finanziamento
implementate dal Ministero della Sanità, le attività sperimentali risultano ancora largamente improntate agli interessi
di questo o quel ricercatore o alle disponibilità di materiali biologici idonei quali-quantitativi alla verifica delle varie
ipotesi scientifiche.
Gli esempi di banche nazionali e sovranazionali già riferiti hanno risposto anche in maniera importante a
quest'ultima problematica, fornendo l'occasione ai vari ricercatori di programmi comuni di gestione dei campioni
biologici contenuti nelle Bio-Banche.
Obiettivo principale (e eventuali obiettivi secondari del progetto)
Il recente notevole impulso nel settore della ricerca laboratoristica oncologica ha evidenziato l'urgenza e la
necessità di poter disporre di materiali biologici umani idonei
all'effettuazione di analisi laboratoristiche
estremamente sensibili e sufficienti, dal punto di vista quali-quantitativo, a consentire la pronta verifica delle sempre
più numerose ipotesi biologiche sperimentali di potenziale valenza traslazionale.
Il seguente progetto intende realizzare una Bio-Banca inter-istituzionale secondo l'idea di una banca virtuale
condotta e gestita secondo standard quali-quantitativi ottimali.
In particolare, il presente programma di ricerca mira a:
sviluppare un software gestionale della Bio-Banca comune o comunque interfacciabile coni sistemi gestionali
attualmente attivi nei 7 IRCCS Oncologici italiani;
sviluppare ed adottare in comune, procedure operative standardizzate per la manipolazione e conservazione dei
materiali biologici comuni a i 7 IRCCS partecipanti alla costituenda Bio-Banca Oncologica;
impostare percorsi e regole gestionali condivisi fra le 7 Bio-Banche degli IRCCS Oncologici.
Obiettivo secondario è lo sviluppo, all'interno dell'IRCCS Oncologico di Bari, di un sistema di biorepositories, relativo
software gestionale ed interfaccia con il sistema informatizzato dell'intero Istituto. Tale sistema sarà poi validato per
essere eventualmente adottato in ambito ACC come modello di bio-banca istituzionale da interfacciare con il
network di cui sopra.
Metodologia
Fase 1. Indagine conoscitiva.
I referenti ufficialmente individuati dei 7 IRCCS oncologici collaboreranno alla raccolta di informazioni sull'attuale
stato dei bio-repositories nei 7 Istituti. Questa fase si concluderà con la stesura di un quadro sinottico che descriverà
software, tipi di materiali biologici e tecnologie del freddo utilizzate.
Fase 2. Realizzazione di una piattaforma nazionale per la realizzazione di una bio-banca oncologica. Questa
problematica riguarderà essenzialmente 3 aree di attività:
sviluppo ingegneristico del Tumor Bank Network con progettazione, implementazione e diffusione di una struttura
informatica per la conservazione, elaborazione, e condivisione dati. Detta attività avverrà per sforzo congiunto di
rappresentanti clinici ed informatici dei 7IRCCS in collaborazione con una software house esterna. La progettazione
riguarderà l'interfacciamento delle realtà esistenti senza avere la prerogativa di omologare le tipologie delle diverse
bio-banche attualmente in uso.
188
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
realizzazione di apposito software con database locali, network interconnection, differenti livelli di accesso
multiclient. Il trasferimento delle informazioni avverrà automaticamente e in tempo reale, tramite master server.
Importante sottolineare che il software sarà conforme alla legislazione vigente sulla privacy, per quanto concerne il
trattamento dei dati personali riferiti ai campioni e alla trasmissione degli stessi.
lo sviluppo di POS per la manipolazione e crioconservazione di materiali biologici riguarderà i 7 IRCCS anche se in
maniera differenziata per 2 singoli aspetti: a) crioconservazione di materiali biologici non trattati a cui
collaboreranno tutti i rappresentanti (tempi e modalità di campionamento, conservazione,..); b) standardizzazione
procedure di estrazione di RNA, analisi quantitativa e qualitativa dell'RNA estratto, metodologie per la
retrotrascrizione di cDNA tramite fasi di amplificazione lineare e procedure di ibridizzazione di GeneChip Affymetrix.
Fase 3. Realizzazione di un prototipo di un sistema di bio-repositories. Le attività inerenti questa problematica
saranno svolte nell'IRCCS di Bari in collaborazione con l'Angelantoni SpA e metterà in relazione il gruppo di lavoro
per la bio-banca interdipartimentale dell'Istituto con ingegneri dell'Angelantoni. Alla progettazione del software
seguirà l'interfacciamento con le attrezzature del freddo dello IOB e la validazione dell'intero sistema nella pratica
clinico-laboratoristica routinaria per un trimestre.
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istituti oncologici italiani (IEO e INT Milano, Roma, Aviano, Napoli e Genova, Bari).
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realizzazione di un software per la gestione interlaboratorio delle fasi di selezione, raccolta, manipolazione e
conservazione dei materiali biologici. Dopo la definizione di procedure specifiche per la conservazione dei tessuti
(vedi allegato 1-2-3), si è provveduto ad ideare e sviluppare gli aspetti concettuali per la realizzazione del software
di gestione del sistema.
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In corso di realizzazione perché attivato da appena 1 mese.
Ruolo cruciale nel prossimo trimestre di attività rivestirà la realizzazione di un prototipo di software interlaboratorio da
testare successivamente in istituto.
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alla discussione fin qui svolta ha concordato e ideato un progetto di software (allegato 4) che sarà in grado di
colloquiare con i software già esistenti ed interfacciare con le strutture hardware degli storages.
Progetto AZALEA. Biblioteca virtuale in oncologia per pazienti, familiari e cittadini
IRCCS Proponente
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multicentrica, delle risorse informative oncologiche di carattere divulgativo, principalmente in lingua italiana,
destinate a pazienti, familiari, cittadini e operatori sanitari. In una seconda fase tale biblioteca renderà disponibili
anche i testi scientifici destinati agli specialisti realizzando una vera biblioteca virtuale in oncologia.
Il secondo obiettivo è di rendere disponibili tali risorse in modo facile attraverso opportuni servizi presso le Biblioteche
o presso le associazioni produttrici di cui si fornisce ampia visibilità.
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prodotta dal CRO di Aviano. Tale prodotto, originariamente su CD ROM è stato realizzato, in collaborazione con
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in questa prima fase sono circa 900.
La collaborazione fra i diversi partners è fondamentale per garantire aggiornamento, miglioramento e sviluppo al
progetto, sia dal punt
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in tempi di Internet, anche la confusione è crescente.
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Le risorse informative considerate sono di vario tipo e disponibili su vari formati in continua evoluzione: libretti,
opuscoli, guide, CD ROM, siti e pagine Web, videocassette, articoli. Sono prodotte da Associazioni del settore,
Organizzazioni medico-scientifiche, Ospedali italiani o da autorevoli Centri Internazionali (traduzioni adattate).
Vengono raccolte, validate qualitativamente da esperti, catalogate in modalità condivisa e secondo gli standards
internazionali di descrizione e indicizzazione dei documenti. Il software specifico che gestirà tale catalogo
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Garantirà inoltre visibilità e valorizzazione ai produttori dei diversi tipi di materiali - Associazioni del settore,
Organizzazioni medico-scientifiche, Ospedali –siano o meno presenti sul web permettendo un facile contatto con
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Permetterà inoltre un facile accesso ai documenti recensiti: se non disponibili direttamente in full text, verranno
indicate più modalità per il recupero, o presso i produttori o attraverso le Biblioteche aderenti al progetto, grazie
agli appositi servizi di informazione a pazienti e cittadini.
Scopo di tale Biblioteca digitale è quindi quello di contribuire ad una razionalizzazione del lavoro dei singoli Centri
evitando sovrabbondanti duplicazioni nella produzione del materiale e nella sua indicizzazione. Il tutto a vantaggio
di un maggior investimento degli specialisti e delle Associazioni sul terreno della produzione originale di materiale su
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recupero di tale materiale da parte degli utenti interessati.
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gap esistente rispetto ad altri paesi collegandosi a progetti già da anni operativi: CancerBacup
(http://www.cancerbacup.org.uk/);
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(http://www.cancer.gov/cancer_information/cancer_type/);
Medlineplus (http://medlineplus.gov); Capihs (http://caphis.mlanet.org/consumer/index.html) tanto per citarne
alcuni.
Tale progetto rappresenta inoltre il primo progetto di biblioteca digitale in campo biomedico con applicazione di
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suo concreto sviluppo presso il nostro Istituto.
In seguito alla partecipazione alla prima riunione tra i componenti del gruppo di lavoro dei sette IRCCS a carattere
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Per facilitare la conoscenza e la consultazione diretta della banca dati Azalea, all’
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Direzione Scientifica si è creato uno spazio riservato alla Biblioteca per i Pazienti, aperta e fruibile dal pubblico tutti i
giorni dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14.00.
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malattia aiutando gli utenti sia nelle ricerche del materiale più idoneo per ciascuna richiesta sia nel reperimento
dello stesso.
È, inoltre, possibile consultare via internet direttamente il sito ufficiale del progetto Azalea, fare ricerche su
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Il progetto è stato pubblicizzato nella nostra sede ed ha avuto una adeguata visibilità grazie ad una segnaletica
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uffici di prenotazioni e di informazioni.
Presso i vari reparti e nelle sedi ambulatoriali, sono stati distribuiti opuscoli informativi sui quali si spiegano le finalità e
gli scopi del progetto, con una serie di indicazioni su come dove e quando poter usufruire di questo particolare
servizio.
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tenutosi presso il CRO di Aviano.
Durante il convegno, ognuno dei partecipanti e degli inviati ha portato la propria esperienza e le proprie tesi su vari
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Le stesse diapositive sono state inserite su internet sul sito ufficiale di Azalea e sul sito del CRO di Aviano.
Stato di avanzamento
Unità Esterne
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Scelta del materiale documentario (articoli, libretti, deplians, siti web ecc.) da inserire nella banca dati Azalea;
Catalogazione e soggettazione dello stesso nella banca dati;
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strumento bibliografico e di informazione scientifica;
Presentazione del progetto e del servizio erogato nella Biblioteca per Pazienti a scuole medie superiori e alle
biblioteche del territorio, biomediche e non, con riunioni e attraverso i mass media.
Il controllo di qualità nel laboratorio oncologico: e-oncology per lo sviluppo di linee guida di appropriatezza di utilizzo clinico e di CQ dei
biomarcatori
IRCCS Proponente
IRCCS Oncologico Bari
Referente Interno IOB
A. Paradiso
Obiettivi
Il presente progetto comprende una serie di attività che attraversano sia trasversalmente che verticalmente la
tematica Qualità nel settore Biomarcatori. Prevede, infatti, attività di coordinamento scientifico nazionali,
implementazione e sviluppo di programmi di CQ per vari biomarcatori sia di valenza clinica sperimentale che
applicativa routinaria, collegamento con altri gruppi internazionali, messa a fuoco di problemi relativi alla
certificazione dei processi di analisi laboratoristiche, etc.
Nello specifico, il programma scientifico del progetto prevede lo svolgimento delle seguenti attività:
AREA 1: Coordinamento e gestione sito web
Coordinamento e gestione del sito http://www.inqat.org/, in collegamento con il portale e-oncology (IOB-Bari).
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In prosecuzione logica diretta con le attività del CS, il programma di ACC si propone di stimolare e supportare
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AREA 4: Incentivazione di specifici programmi di CQ
Assoluta priorità verrà data al supporto scientifico e finanziario per la realizzazione di programmi di CQ per
190
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
prestazioni laboratoristiche di routinaria applicazione clinica quali la determinazione immunoistochimica dei
recettori ormonali, delle tecniche PCR ecc (IOB-Bari), del neu sierico (IEO Milano).
In questa area di attività rientrerebbe anche il rilevante problema della standardizzazione delle procedure per tutta
la fase pre-analitica di raccolta-conservazione-classificazione dei materiali biologici (INT-Milano)
In questo ambito particolare rilievo innovativo riveste la messa a punto di un programma pilota di verifica di
riproducibilità inter-intralaboratoristica per lo studio della instabilità dei micro satelliti nel ca del colon retto (ISTGenova)
Tra i programmi previsti, anche lo sviluppo di un CQ per la determinazione della cromogranina per la diagnosi e
prognosi delle neoplasie neuroendocrine (CRO-Aviano).
AREA 7: Collaborazioni Internazionali
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INQAT-UKNEQAS, saranno confrontate le performance dei laboratori inglesi e italiani.
La prospettiva è quella di svolgere programmi sinergici nel 2004.
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Particolarmente significativi i risultati nella realizzazione del CQ per cromogranina a cui partecipano 50 laboratori
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alla determinazione del biomarcatore Cromogranina A. I referenti di tale progetto sono i seguenti: Dr. Leandro De
Appollonia (Struttura Operativa Complessa "Servizio Immunotrasfusionale", Centro di Riferimento Oncologico di
Aviano), Dr. Ruggero Dittadi ( Centro Regionale Indicatori Biochimici di Tumore), Dr. Paolo Verderio e Dr.ssa Maria
Elena Cortese (U.O. Statistica Medica e Biometria).
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valutazione della prestazione di ogni laboratorio in termini di accuratezza e precisione nella determinazione della
Cromogranina A effettuata secondo la metodica in uso e su materiale utilizzato di routine (plasma/siero). I campioni
su cui ogni laboratorio effettuerà il dosaggio della Cromogranina A, saranno 3 campioni di plasma e 3 campioni di
siero rispettivamente a bassa, media ed alta concentrazione I campioni sono stati preparati dalla U.O. Complessa
"Servizio Immunotrasfusionale" del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano e dal Centro Regionale Indicatori
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Lo studi sarà condotto in collaborazione anche con centri internazionali ed in specifico con il laboratorio del Cancer
Biology Group dello IARC di Lione (Prof. Tommasino).
Standardizzazione della tecnica di biopsia del linfonodo sentinella nel carcinoma mammario
IRCCS Proponente
IEO - Milano
Referente Interno IOB
F. Schittulli
Obiettivi
Obiettivi:
Il notevole successo della biopsia del LS sia in termini di efficacia che in termini di tollerabilità e di impatto sulla
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primo linfonodo ascellare dove resta intrappolato a causa delle dimensioni delle particelle di albumina e può essere
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successivamente.
Il progetto si articola in due fasi:
Adozione di una procedura comune nei sette Istituti Oncologici.
Diffusione della procedura ai Centri presenti sul territorio nazionale.
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Questa fase si concluderà con il perfezionamento dei dettagli organizzativi ed applicativi al fine del raggiungimento
di uno standard comune, e con la redazione di linee guida.
2. La fase successiva è volta a favorire la diffusione di questa tecnica a tutti i centri presenti sul territorio nazionale
che si occupano di chirurgia della mammella, attraverso attività formative che coinvolgano le diverse competenze
necessarie per una sua corretta applicazione (chirurgia, medicina nucleare, anatomia patologica, fisica sanitaria,
radiologia).
Questo progetto è dunque orientato a rendere disponibile la procedura della biopsia del LS ad una più vasta
popolazione di pazienti, cioè anche a tutte le donne che allo stato attuale non possono beneficiare della
conservazione dei linfonodi ascellari, pur avendone i presupposti oncologici, a causa della carenza di strutture e di
191
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
risorse utili allo scopo.
Per lo svolgimento della prima fase del progetto è necessario potenziare la strumentazione dedicata in ciascuno
degli Istituti partecipanti.
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a) Ecografo Megas ADV completo di sonda lineare, frequenza 7,5/10 MHz, kit di biopsia, 1 stampante bianco/nero,
1 stampante a colori (costo indicativo: Euro 82.500,00).
b) Sistema Neoprobe completo di unità di controllo, sonda da 14 mm., collimatore e cavi (Costo indicativo Euro
38.500,00 cad.)
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
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LS in anestesia generale = 31
LS in anestesia locale = 0
LS con E.I. estemporaneo = 0
LS con E.I. differito = 31
LS nr. medio sezioni istologiche = 65 (30108)
LS in precedente chirurgia mammaria = 0
LS in DCIS = 2
LS in lesioni mammarie non palpabili = 5
LS catena mammaria interna = 0
Nr. Dissezioni ascellari N- = 17/31
CASISTICA TOTALE (dicembre 2004)
LS eseguiti in ricovero ordinario = ca. 59
LS in anestesia generale = 57
LS in anestesia locale = 2
LS con E.I. estemporaneo = 1
LS con E.I. differito = 58
LS nr. medio sezioni istologiche = 56
LS in precedente chirurgia mammaria = 0
LS in DCIS = 3
LS in lesioni mammarie non palpabili = 10
LS catena mammaria interna = 0
Stato di avanzamento
Unità Esterne
Programmazione attività
future
Esame estemporaneo su linfonodi microscopicamente sospetti.
Introduzione della tecnica combinata nella ricerca del linfonodo sentinella, ricerca con radioisotopo e colorante
vitale.
Organizzazione di un servizio di proteomica per la diagnosi molecolare dei tumori
IRCCS Proponente
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(LCM). Lo sviluppo delle suddette procedure avver
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collaborazioni, soprattutto in un ambito più tecnologico, con centri specializzati in studi proteomici e con lo stessa
HUPO (www.hupo.org/new/hpp/plasma).
In parallelo, compieremo una analisi proteomica sistematica finalizzata alla identificazione dei componenti di
complessi proteici rilevanti, o presunti tali, per il processo di trasformazione neoplastica. A tale scopo ci
concentreremo essenzialmente su complessi di enzimi coinvolti nella regolazione della cromatina (HDAC, HMT,
DNMT).
Descrizione della ricerca
Obiettivi
Sviluppo di procedure ad alta risoluzione, processività e aut
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192
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Messa a punto di metodi di separazione proteica, di identificazione, enumerazione e comparazione di proteine
sfruttando le potenzialità offerte dalla tecnologie basate s
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Purificazione ed analisi proteomica di complessi proteici con attività enzimatiche relate alla regolazione della
cromatina (DNMT, HDAC, HMT).
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Nel 2004 si è provveduto alla raccolta di campioni idonei alla analisi proteomica in circa 400 pazienti.
Le attività hanno previsto anche ampie collaborazioni con il progetto Italia-USA di cui la raccolta ha utilizzato
supporti informatici e procedure.
Al momento non sono state sollecitate riunioni di coordinamento da parte dei responsabili nazionali, mentre sono
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Stato di avanzamento
Unità Esterne
Lo sviluppo delle suddette procedure avverrà di pari passo con l'utilizzo di nuovi strumenti informatici finalizzati al
processamento dei dati. La ricerca è diretta all'ottenimento di indicatori multipli per la diagnosi precoce della
malattia oncologica, la classificazione dei tumori umani e la valutazione dell'efficacia terapeutica. Le neoplasie
scelte come modello di studio sono quelle derivate dall'ovaio per la loro difficoltà ad essere diagnosticate
precocemente, dalla mammella e dal polmone per la frequenza con cui si presentano. Il progetto vedrà coinvolti
diversi IRCCS italiani, ma è aperto anche a stabilire collaborazioni, soprattutto in un ambito più tecnologico, con
centri specializzati.
Si mira all'identificazione di indicatori multipli quantitativi e qualitativi, utili per una diagnosi serica precoce della
malattia oncologica, e per una migliore valutazione dell'eterogeneità tumorale.
Programmazione attività
future
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con il Dipartimento di Chimica (Prof. Zambonin) per analisi di proteomica con tecnologie MS ed MS/MS per lo studio
dei profili proteomici direttamente su preparati istologici di ca mammario.
I dati provenienti dadet
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TESEO (Telepatologia a Scannerizzazione degli Enti Oncologici Italiani): progetto per un collegamento via telematica fra dipartimenti di
Patologia degli IRCCS oncologici a scopo di consulenza diagnostica, attività didattica, controllo di qualità e riunioni di consenso
IRCCS Proponente
INT - Milano
Referente Interno IOB
G. Simone
Obiettivi
SESSIONI DI CONSENSO
Tre argomenti per anno, ognuno diviso in due sessioni, per un totale di sei sessioni per anno (vedere calendario
accuso).
Sarà responsabilità di ogni sede partecipante di inviare al Coordinatore Medico che ha sede all'INT di Milano 10 casi
rappresentativi della patologia in discussione e sarà compito del Coordinatore medico selezionarne un totale di 20
a 30 casi da dividere in due gruppi da discutere in due sessioni complementari per tema. Questi casi saranno inviati
a esperti mondiali sul tema ai quali gli sarà richiesto di esprimere una diagnosi che sarà ritenuta quella "ufficiale", a
confrontare con quella dei partecipanti.
CONTROLLO DI QUALITA'
Due argomenti per anno, ognuno diviso in due sessioni, per un totale di quattro sessioni per anno.
Sarà responsabilità di ogni sede partecipante di inviare al Coordinatore Medico che ha sede all'INT di Milano 10 casi
rappresentativi della tema in discussione e sarà compito del Coordinatore medico selezionarne un totale di 20 a 30
casi da dividere in due gruppi da discutere in due sessioni complementari per tema. Questi casi saranno inviati a
esperti sul tema ai quali gli sarà richiesto di esprimere una diagnosi che sarà ritenuta quella "ufficiale".
ANNO I:
Valutazione dell'indice mitotico
Valutazione immunoistochimica del Her-2-neu nel carcinoma della mammella
ANNO II:
Valutazione immunoistochimica dei ricettori ormonali nel carcinoma della mammella
Valutazione immunoistochimica del CD117 (c-kit) nel GIST
ANNO III:
Applicazione dei criteri di adequatezza e della terminologica Bethesda in citologia cervico-vaginale
Valutazione dell'angiogenesi tumorale
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Stato di avanzamento Istituto Oncologico Bari:
Nel primo trimestre del 2004 è stata ultimata la fase di installazione, configurazione e verifica di funzionamento per il
sistema Olympus –BLISS presso ognuno dei Centri aderenti al PF TESEO di ACC; in particolare per quanto riguarda
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possibile digitalizzare alcuni vetrini di prova e trasmettere le relative immagini verso il repository centrale del CBIM di
Pavia.
Sono state quindi effettuate numerose sessioni di collegamento verso lo stesso server del CBIM per la lettura dei casi
sottoposti a scansione presso gli altri Centri
A partire da Aprile 2004, su invito del Coordinatore, è stato chiesto a ciascun Centro di provvedere alla scansione,
digitalizzazione e invio di almeno un caso citoistologico al mese fino a Dicembre 2004 e di partecipare
collegialmente, via e-mail alla discussione dei casi immessi contemporaneamente dai Centri.
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contribuito con 11 casi e 19 VD; in alcune occasioni sono stati proposti alla discussione collegiale in telepatologia
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Per tutto il periodo è stata costantemente mantenuta una collaborazione con i tecnici informatici del CBIM, allo
scopo di effettuare il debug del sistema in vista di una prossima apertura ad altri Centri, almeno per quanto riguarda
la lettura e/o la discussione dei casi.
Stato di avanzamento
Unità Esterne
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ha presieduto la prima riunione del Team la sera del 19 Gennaio u.s. . Il Coordinatore, raccogliendo il consenso
193
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
unanime del Gruppo, ha sottolineato la necessità di un collegamento con la Società Scientifica degli AnatomoPat
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Abruzzo, Toscana) e quelle sedi universitarie (Udine, Trento) che già possono vantare una lunga esperienza in
Telepatologia.
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avviare le procedure per divenire Centri attivi anche per la scansione.
Il Prof. Carbone ha annunciato una nuova fase operativa del progetto: la creazione di una infrastruttura telematica
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A tale scopo, presso il CBIM è in corso la realizzazione di un apposito software, accessibile attraverso interfaccia
web, che integra le funzioni di visualizzazione di vetrini digitali virtuali, discussione collegiale del caso, emissione e
validazione di diagnosi; in continuità con la precedente collaborazione, al nostro Centro è stato chiesto di
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Su iniziativa del nostro Centro, che ha realizzato con il proprio Referente Informatico Stefano Cristiani un Forum per la
discussione e la raccolta dei casi collegiali, verranno avviati programmi per Controllo di Qualità (CQ) per via
telematica sia a livello nazionale che regionale.
In tal senso, è stata già inviata dal sottoscritto una proposta per un programma di CQ in immunoistochimica da
realizzare tra i Centri del TESEO ed aperta ai Soci SIAPEC.
Inoltre, è prevista nel mese di Febbraio p.v. presso il nostro Istituto, una riunione con i Direttori di Anatomia Patologica
pugliesi per illustrare il sistema Olympus-Bliss (la struttura del progetto con i risultati finora conseguiti) e proporre un
programma di controllo di qualità regionale per lo screening cervico-vaginale.
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quale si potranno realizzare i seguenti obbiettivi:
autonomia rispetto al server CBIM per i programmi di CQ ;
backup locale di tutti i VD virtuali realizzati presso il nostro Istituto, in modo da garantire la possibilità di consultazione
del caso anche durante un eventuale fermo macchina presso il server CBIM;
possibilità di organizzare presso il nostro Istituto dei Corsi di Formazione in Telepatologia;
possibilità di organizzare presso il nostro Istituto delle riunioni di consenso su serie di casi resi già disponibili alla
consultazione telematica, Slide seminars e/o Corsi di Cito-Istologia on-line
Le attività del corrente anno verranno presentate nel prossimo IX Congresso Nazionale di Telepatologia organizzato
dalla SIAPEC a Bari nel prossimo Novembre, e per il quale il Comitato Organizzatore ha già richiesto la nostra
collaborazione e partecipazione.
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epidemiologici in campo oncologico (incidenza, mortalità, sopravvivenza e prevalenza) relativi ad una selezione di
tumori a livello regionale e Nazionale; (c) la revisione sintetica dei principali fattori di rischio associati ai tumori
studiati; (d) il confronto con dati prodotti in campo internazionale (EUROPREVAL, EUROCARE, e altri progetti
finalizzati allo studio delle tendenze epidemiologiche); (e) la predisposizione per il collegamento ai dati osservati
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epidemiologiche in oncologia.
Attorno al sito sarà progressivamente sviluppata e organizzata una rete informativa in campo oncologico. La rete
dei registri tumori, gli enti preposti al controllo e alla sorveglianza sanitaria in campo oncologico a livello regionale e
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ricerca la rete per il controllo e la gestione dei programmi di screening, le associazioni di utenti e, in generale, tutti
coloro che potranno fornire un contributo di critica e conoscenza saranno chiamati ad affiancare, in posizione
autonoma e riconosciuta. Un Comitato Scientifico presiederà la gestione del sito e includerà progressivamente
qualificati rappresentanti delle reti connesse.
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che si presenta dal punto di vista informatico come il nodo centrale di più reti. Il Comitato Scientifico di gestione del
sito, al quale perverranno i prodotti di ogni partecipante, avrà il ruolo di promuovere il coordinamento e la
cooperazione tra i partecipanti.
Prodotti
Il progetto si svilupperà attraverso diverse fasi e tasks operativi, distribuiti in modo coordinato tra gli IRCCS oncologici
afferenti ad Alleanza Contro il Cancro. Sono previste le seguenti fasi operative:
Fase
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Fase 1
Il coordinamento
Attivazione del sito in
forma di prototipo
Presentazione di stime di
mortalità,
incidenza,
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sopravvivenza per una
selezione dei tumori e
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Definizione
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Prodotti
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ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Fase 2
I registri tumore
Confronto
con
dati
internazionali
Collegamenti con altri
sistemi
informativi
in
ambito epidemiologico
Coordinamento con il
costruendo sito della
Rete dei Registri Tumori
Confronto tra dati locali
osservati
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regionali e nazionali.
Fase 3
I fattori di rischio
Studio della letteratura
relativa ai fattori di
rischio
associati
ai
tumori studiati.
Valutazione e sintesi
con
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attenzione
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prevalenti in Italia.
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scientifiche
che si occupano di
screening oncologici.
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Informazione
Attivazione
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sistematica
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con addetti al sistema
informativo
Organizzazione per la
presentazione periodica
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Il Sud Italia
Studio di parametri utili
alla validazione dei dati
osservati e delle stime;
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Analisi retrospettiva con questionario precodificato delle cartelle cliniche di 486 pazienti ricoverate per cancro della
mammella presso la U.O. di Senologia del nostro Istituto Oncologico.
Arruolamento di 220 pazienti ricoverate ed operate presso l' U.O. di Senologia del nostro Istituto a cui è stata
condotta un'intervista seguendo il questionario precedentemente valicato.
Stato di avanzamento
Unità Esterne
Programmazione attività
future
Per l'anno 2005 si prevede di procedere all'arruolamento delle pazienti sia per l'analisi retrospettiva che nella
conduzione delle interviste alle pazienti appena operate. Si procederà ad esaminare i risultati ottenuti per valutare i
meccanismi che generano il ritardo diagnostico per poter poi proporre soluzioni per migliorare e razionalizzare il
percorso diagnostico-terapeutico delle pazienti con carcinoma alla mammella.
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Alleanza Contro il Cancro. In particolare, START sarà veicolato attraverso E-Oncology, il portale Web di Alleanza
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Cancro, il proseguimento del suo allestimento e il suo mantenimento per il futuro.
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come servizio posto dagli IRCCS oncologici italiani a disposizione della comunità medica italiana e del Sistema
Sanitario Nazionale. Tuttavia, il programma intende mantenere la sua originale intenzione di strumento di definizione
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indipendentemente dal fatto che la sua produzione sarà incentrata in Italia. In fin dei conti, START dovrebbe essere
inteso come un servizio reso dagli IRCCS al Sistema Sanitario Nazionale, proprio in quanto si tratta di uno stato
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o attraverso un consenso europeo. In questo senso,
START non corrisponde a delle linee guida per la pratica clinica, ma si pone immediatamente prima di queste
ultime. In pratica, sulla base di START potranno essere prodotte linee guida per la pratica clinica rivolte
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In particolare, START continuerà anche ad essere aperto al contributo delle società scient
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oncologico e sarà particolarmente sensibile ad un feedback quanto possibile ampio dalla comunità europea degli
oncologi. Il target di START è costituito infatti da tutti gli oncologi clinici europei, oltre che dai medici di medicina
generale e dagli specialisti di altra disciplina. START è redatto in inglese, ma sono da prevedere traduzioni nelle varie
lingue europee, a cominciare dalla lingua italiana per un più facile utilizzo da parte della comunità medica italiana.
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Sviluppo del Progetto
Il progetto si svilupperà a partire dai contenuti di START attualmente disponibili, trasferendoli nella nuova cornice di
Alleanza Contro il Cancro, provvedendo nel contempo ad una loro revisione sistematica e alla creazione di una
nuova struttura redazionale, organizzativa e di realizzazione informatica. La produzione dei capitoli dovrà quindi
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ornamento dei capitoli in linea. Dovranno
quindi essere attivate iniziative specifiche volte alla misurazione ed allo sviluppo del consenso sui contenuti di START.
Infine, si cercherà di veicolare START anche in italiano ed eventualmente anche in altre lingue e di utilizzarlo per la
realizzazione di uno strumento informativo per i pazienti.
Prodotti
Il progetto si prefigge i seguenti prodotti finali:
struttura operativa di START;
disponibilità di START, quale attualmente esistente, nel nuovo sito Web di Alleanza Contro il Cancro;
nuovi capitoli e aggiornamento sistematico (almeno annuale) degli esistenti;
iniziative di consenso europeo e/o nazionale su singoli capitoli, o gruppi di capitoli, o argomenti controversi;
traduzione dei capitoli di START in italiano (ed eventualmente in altre lingue europee);
strumento informativo per i pazienti basato su START (START for patients).
Il progetto avrà le seguenti fasi:
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Fasi
Tempo
Prodotti
Fase 1
allestimento della nuova struttura di
START, comprensiva di Gruppo di
Coordinamento
Metodologico,
Editor, Comitato Scientifico, gruppo
redazionale, gruppo di realizzazione
informatica
Entro
15
giorni
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struttura operativa di START;
Fase 2
recepimento dei
contenuti
del
prodotto
come
attualmente
disponibile e loro trasferimento, con
aggiornamento
informatico,
nel
nuovo sito Web di Alleanza Contro il
Cancro
Entro
30
giorni
dal
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Fase 3
proseguimento della realizzazione di
nuovi capitoli e loro aggiornamento
sistematico
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nuovi
capitoli
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aggiornamento
sistematico
(almeno
annuale)
degli
esistenti
Fase 4
avvio di iniziative di consenso
europeo e/o nazionale su singoli
capitoli, o gruppi di capitoli, o
argomenti controversi
Verifica a 60 giorni
del
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iniziative di consenso europeo
e/o
nazionale
su
singoli
capitoli, o gruppi di capitoli, o
argomenti controversi
Fase 5
traduzione dei capitoli di START in
italiano (ed eventualmente in altre
linee europee);
Verifica a 60 giorni
del
l
’
i
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t
o
traduzione dei capitoli di
START
in
italiano
(ed
eventualmente in altre lingue
europee);
Fase 6
avvio della realizzazione di uno
strumento informativo per i pazienti
basato su START.
Entro
45
giorni
dal
l
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appr
ovaz
i
one
strumento informativo per i
pazienti basato su START
(START for patients).
disponibilità di START, quale
attualmente
esistente,
nel
nuovo sito Web di Alleanza
Contro il Cancro;
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START è da intendere come un servizio posto dagli IRCCS Oncologici italiani a disposizione della comunità medica
italiana e del Sistema Sanitario Nazionale.
196
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Tuttavia, proprio a causa della sua dimensione europea, START ricerca un consenso europeo ai suoi contenuti
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confrontando gli standard europei con quelli in atto nel nostro Paese. In questo senso START non corrisponde a delle
linee guida per la pratica clinica, ma si pone immediatamente prima di queste ultime. In pratica, sulla base di START
potranno essere prodotte linee guida per la pratica clinica rivolte specificamente alla comunità medica italiana. I
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oncologico e sarà particolarmente sensibile ad un feedback quanto possibile ampio dalla comunità europea degli
oncologi. Il target di START è costituito infatti da tutti gli oncologi clinici europei, oltre che dai medici di medicina
generale e dagli specialisti di altra disciplina. START è redatto in inglese, ma sono da prevedere traduzioni nelle varie
lingue europee, a cominciare dalla lingua italiana per un più facile utilizzo da parte della comunità italiana.
La nostra Unità Operativa ha contribuito alla realizzazione dei seguenti capitoli che sono già stati inseriti on line nel
sito www.strtoncologu.net:
Altre emergenze oncologiche;
Carcinoma a sede primitiva ignota;
Disordini degli istiociti;
Emergenze metaboliche;
Leucemie acute;
Melanoma;
Sarcomi;
Terapia antiemetica;
Tumore del pancreas;
Tumori cerebrali;
Tumori del tratto gastro-intestinale;
Tumori del tratto genito-urinario.
Stato di avanzamento
Unità Esterne
Programmazione attività
future
Rete Italiani Tumori Rari
IRCCS Proponente
INT - Milano
Referente Interno IOB
M. Guida
Obiettivi
Razionale
I tumori rari, come le malattie rare in genere, comportano difficoltà particolari. Le competenze cliniche sui tumori
rari non sono sempre raggiungibili con facilità dalla persona malata, in quanto i centri che ne dispongono sono
dispersi geograficamente. Inoltre, il trattamento dei tumori rari richiede spesso approcci multidisciplinari, e dunque
la dispersione geografica delle competenze risulta ancora più frequente.
Sviluppo del progetto
Il progetto si svilupperà a partire dal prototipo metodologico e organizzativo della Rete Tumori Rari, come già
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che vengono trattati secondo i criteri diagnostico-terapeutici condivisi, almeno con riferimento alle neoplasie più
rare, a proseguire ampliandone il numero. Questa registrazione si riverserà anche, in automatico, nel Registro
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aggiornamento delle linee guida interne della Rete sulle neoplasie oggetto della Rete stessa. Il numero delle
patologie seguite dalla Rete verrà peraltro ampliato progressivamente. Si avvierà inoltre la revisione di tutti gli
strumenti informatici della Rete, così da consentire una condivisione potenzialmente ottimale dei casi clinici sotto il
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software ad hoc. Verrà potenziato il coordinamento clinico-or
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Tumori di Milano, sia sul versante segretariale sia sul versante clinico. Si migliorerà progressivamente il sito Web
pubblico della Rete, così da rendere deisponibili anche servizi per i pazienti e il pubblico, sia di tipo informativo sui
tumori rari, sia a supporto del riferimento razionale dei pazienti con tumori rari presso i centri della Rete.
Fasi
Il progetto si svilupperà attraverso le seguenti fasi:
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neoplasie oggetto della Rete stessa, con progressivo ampliamento di queste ultime;
revisione e upgrade di tutti gli strumenti informatici della Rete;
miglioramento e ampliamento del sito Web pubblico della Rete, così da rendere disponibili anche servizi per i
pazienti e il pubblico.
197
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Fasi
Fase 1
Fase 2
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
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da parte dei centri già partecipanti,
con possibile adesione anche da
parte di nuovi centri;
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attraverso la Scheda Clinica attuale e
quindi con il prototipo tecnologico più
aggiornato;
Fase 3
richiesta ai centri della registrazione
nel data base della Rete di tutti i casi
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progressivamente il numero, con
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Fase 4
Proseguimento nella definizione per
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namento delle
linee guida interne della Rete sulle
neoplasie oggetto della Rete stessa,
con progressivo ampliamento di
queste ultime
Fase 5
Revisione ed upgrade di tutti
strumenti informatici della Rete
gli
Fase 6
Miglioramento ed ampliamento del
sito Web pubblico della Rete, così da
rendere disponibili anche servizi per i
pazienti e per il pubblico
Tempo
Prodotti
Entro
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giorni
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struttura operativa della Rete
Italiana Tumori Rari;
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30
giorni
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disponibilità della Rete Tumori
rari, nel portale di Alleanza
contro il cancro;
Verifica a 60 giorni
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disponibilità
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database con le nuove
funzionalità e contenente la
casistica
aggiornata
accessibile dal portale di
Alleanza contro il cancro.
Verifica a 90 giorni
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iniziative di consenso per la
definizione ed aggiornamento
delle linee guida su argomenti
controversi sulle patologie
oncologiche rare
Verifica a 60 giorni
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installazione
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nuove
funzionalità della RTR e loro
relativo utilizzo da parte dei
centri partecipanti
dal
portale di Alleanza contro il
cancro
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giorni
dal
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disponibilità di nuovi servizi
interattivi per il pubblico ed i
pazienti
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portale
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Alleanza contro il cancro
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direzioni:
Partecipazione attiva alla rete telematica nazionale per lo studio e la terapia dei tumori rari.
Studio di alcune neoplasie quali il Melanoma e il Carcinoma indifferenziato del rinofaringe, quali prototipi di tumore
raro, nei diversi aspetti (epidemiologia, diagnosi, trattamento).
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tumore raro.
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Stato di avanzamento
Unità Esterne
Programmazione attività
future
Partecipazione attiva alla rete telematica nazionale per lo studio e la terapia dei tumori rari.
Studio di alcune neoplasie quali il Melanoma e il Carcinoma indifferenziato del rinofaringe, quali prototipi di tumore
raro, nei diversi aspetti (epidemiologia, diagnosi, trattamento).
Classificazione molecolare per migliorare la diagnosi, prognosi e cura dei tumori epiteliali (Gnomica)
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basati su alterazioni di SNP; 3) effettuare una diagnostica molecolare della suscettibilità genetica al cancro (questo
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one, in vitro, di farmaci in grado di attaccare
selettivamente cellule con alterazioni in omozigosi dei geni coinvolti nella predisposizione ereditaria ai tumori rispetto
a cellule con alterazioni eterozigoti o cellule wt.; 5) effettuare una diagnostica molecolare delle Leucemie linfatiche
croniche a fenotipo B (B-LLC) (questo obiettivo è particolarmente riferito al Centro di riferimento Oncologico di
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un elevato standard di qualità e attribuire un significato biologico alle varianti identificate in un maggior numero di
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198
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
solidi (prostata, colon, mammella e polmone) mediante anche ibridazione su gene chip arrays allo scopo di
identificare sottogruppi di tumori che non possono essere distinti con le attuali tecniche convenzionali di
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cromosomiche utilizzando lo studio di alterazioni del DNA degli stessi tumori solidi tramite ibridazione del DNA
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genica globale, SNP e parametri istopatologici e costruzione di nuove classificazioni dei tumori solidi basate
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one del genotipo con il fenotipo; 4) Analizzare per sonde predefinite al fine di valutare la risposta al
trattamento utilizzando chips preparati ad hoc; 5) Effettuare una diagnosi molecolare della suscettibilità genetica al
cancro; 6) valutare lo stato mutazionale dei geni codificanti per le Ig.
Metodi
Le metodologie specifiche per arrivare ad una nuova classificazione genomica dei tumori umani, integrata alla
classificazione morfologica sono brevemente elencate qui sotto.
Banca tumori
Caratterizzazione istopatologica dei tumori su pezzi congelati
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Microdissezione tramite laser di popolazioni neoplastiche pure da sezioni in paraffina e successiva estrazione di DNA
genomico
Ibridazione di RNA su Affymetrix gene chips Hu133
Ibridazione di DNA dopo amplificazione a catena con polimerasi (PCR) su Affymetrix SNP chips (HuSNP)
Analisi informatica e generazione di alberi geneologici per la classificazione molecolare dei tumori umani
Produzione di chip con sonde predefinite identificate come bersagli di trattamenti terapeutici ed analisi dopo
ibridazione.
Identificazione di numerosi geni responsabili di forme tumorali ereditarie (APC, MSH2, MLH1, BRCA1, BRCA2, p53).
Valutazione della sensibilità in vitro a farmaci e radiazioni ionizzanti di cellule BRCA1 deficienti.
Valutazione dello stato mutazionale dei geni codificanti per le Ig per effettuare una diagnostica molecolare delle
Leucemie linfatiche croniche a fenotipo B (B-LLC).
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
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disposizione, per le analisi di caratterizzazione molecolare, una casistica consecutiva di pazienti affette da
carcinoma mammario di cui in Banca Tessuti è presente sangue intero, tessuto tumorale e normale congelati. Tutte
le pazienti sono caratterizzate dal punto di vista clinico-patologico e di familiarità. Durante il 2004, la raccolta di
tessuti si è arricchita di circa 200 pazienti con caratteristiche di familiarità. Al momento, tuttavia, non sono stata
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migliaia di geni, sottogruppi di tumori solidi con pattern molecolari (es. alterazioni di SNP) distinti e riproducibili, che
abbiano significato prognostico, è stato ampliato lo studio di polimorfismi dei geni che codificano per tirosinochinasi e dei geni di suscettibilità per il carcinoma mammario. I risultati ottenuti saranno a breve oggetto di
pubblicazione.
Inoltre, considerando un costante incremento del lavoro previsto, durante questo anno si è messa a punto a
struttura di una piattaforma high-t
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one di DNA, RNA e proteine da sangue e/o tessuto solido,
quantificazione e stoccaggio delle 3 macromolecole, analisi degli acidi nucleici previa polymerase chain reaction
(PCR). Gli acidi nucleici possono poi essere analizzati per sequenza, genotipi e SNPs.L
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un gruppo di ricerca multidisciplinare che integri genetica, biologia molecolare, bioinformatica ed epidemiologia
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Unità Esterne
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protocolli previsti per le analisi.
SOS Tumori –Numero Verde telefonico e sito Internet
IRCCS Proponente
IST - Genova
Referente Interno IOB
A. D. Colasanto
Obiettivi
La necessità di informazioni per le persone affette da cancro, per i loro familiari ed amici è un dato tanto
documentato quanto intuitivo. Tuttavia nonostante importanti cambiamenti nella cultura della relazione e
l'evoluzione di efficienti programmi di supporto esistono grosse difficoltà a soddisfare tale bisogno.
La new-technology rappresenta senz'altro una via di facile accesso, veloce, completa e disponibile al momento del
bisogno. Da questi presupposti è nato il progetto SOSTUMORI (vedi Linee Guida Organizzative in allegato) attivato
nel 1997, completato negli anni successivi, che pr
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In questi anni al servizio SOS Tumori sono pervenute oltre 4000 richieste di informazione mediante posta elettronica; il
50% dell'Utenza ha avuto modo di consultare pagine web motivata quasi esclusivamente da malattia di un
familiare o personale o per "verificare" le informazioni ricevute dal medico o da altri operatori sanitari.
Sempre nella nostra esperienza di SOS Tumori (oltre 14000 contatti telefonici) abbiamo verificato che le persone, pur
avendo acquisito tutte le informazioni possibili da tutte le fonti a loro disposizione sentono comunque il bisogno di
essere rassicurati o confermati nelle proprie conoscenze attraverso il contatto diretto con l'operatore telefonico.
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consolidato il numero delle telefonate e come queste si ripetano nei contenuti. Alcune eccezioni sono
rappresentate da eventi particolari che corr
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media o degli organi competenti: articoli dei giornali, progammi televisivi, campagne di prevenzione, attivazione di
programmi di screening o, caso unico, il periodo Di Bella.
Prospettive future
La nostra esperienza, consolidata da anni, consente di riconfermarci e valorizzarci rispetto al nuovo panorama
locale e nazionale.
199
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Alla luce della prospettiva di una collaborazione con Alleanza contro il Cancro ci sembra importante sviluppare
alcuni punti:
aggiornamento dei contenuti medici del sito
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realizzazione di un gruppo di lavoro redazionale
realizzazione di un gruppo di lavoro scientifico
Individuazione e attivazione di canali di pubblicizzazione per migliorare la visibilità e garantire oltre alla continuità
anche l'ampliamento dell'attività esistente.
Prodotti
Aggiornamento delle informazioni esistenti sul sito sempre utilizzando un linguaggio rivolto alla popolazione
generale.
Realizzazione di un progetto di val
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della qualità dei contenuti del sito e delle riposte telefoniche, sia del gradimento.
Continuità e ampliamento dell'orario di servizio.
Fasi
Tempo
Prodotti
Fase 1
Aggiornamento delle informazioni del sito
3 mesi
Aggiornamento
Fase 2 a
Indicatori sulla qualità delle telefonate
6 mesi
Controllo di qualità e
Fase 2 b
Indicatori sulla qualità del sito
3 mesi
gradimento
Fase 3
Canali di pubblicizzazione e diffusione
1 anno con
Continuità e ampliamento
verifica in itinere
dell'attività esistente
SOS Tumori: Linee Guida Organizzative
Il servizio telefonico di informazione oncologica denominato SOS Tumori, è attivo presso l'Istituto Nazionale per la
Ricerca sul Cancro di Genova e la sua conduzione è curata direttamente dal Servizio di Psicologia dello stesso
Istituto. Il servizio telefonico è realizzato grazie al finanziamento da parte del Ministero della Sanità e si avvale della
collaborazione della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Il servizio che ha valenza nazionale ed ha l'unica
sede in Genova, è accessibile tutti i giorni feriali nella fascia oraria pomeridiana; il costo delle chiamate è a carico
del servizio.
Il servizio è rivolto alla popolazione generale interessata ai diversi aspetti del problema cancro; ai pazienti colpiti da
patologie oncologiche, ed ai familiari, che intendono ricevere indicazioni sulla malattia e/o condividere l'esperienza
emotiva; a medici e operatori sanitari, che possono riferirsi a colleghi specialisti per conoscere e discutere
problematiche relative alla gestione dei pazienti oncologici.
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scientifiche sui tumori e che li aiuti ad orientarsi rispetto alle necessarie procedure mediche e ai luoghi dove poterle
effettuare.
Finalità specifica del servizio è quella di fornire informazioni relative a:
Fattori di rischio
Prevenzione
Diagnosi precoce
Procedure diagnostiche
Opzioni terapeutiche
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degli psicologi è motivata dalla necessità di porre attenzione anche alle problematiche psico/sociali dei pazienti e
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Prerogativa del servizio è quella di fornire un ascolto personalizzato e di modulare la comunicazione sulla base delle
caratteristiche di ciascun utente.
Per quanto riguarda il personale sanitario, il telefono può costituire un punto di riferimento per confrontarsi con
specialisti su quesiti specifici, od acquisire le informazioni più aggiornate sullo stato dell'arte.
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Stato di avanzamento
Unità Esterne
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percorso diagnostico-terapeutico specifico per questo tipo di tumore
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negativi per questo oncogene per quanto riguarda i fattori di rischio, la diagnosi, la prognosi e la risposta alla
terapia. Si tratta quindi di un sottogruppo molto particolare che essendo relativamente poco frequente ( solo 2025% dei carcinomi della mammella) non ha un peso rilevante nei risultati degli studi clinici. Infatti, in molti studi
retrospettivi é stato dimostrato che le conclusioni dello studio non erano valide per il sottogruppo di tumori HER2positivi.
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Stato di avanzamento Istituto Oncologico Bari:
Si è conclusa la 1° fase del progetto Omero che ha permesso la raccolta delle informazioni clinico-patologiche dai
7 IRCCS relativi a casistiche di carcinomi mammari operati negli aa 2000-2001. Il numero totale è stato di 2200 casi.
200
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Il ns. Istituto ha fornito una casistica di 152 casi completi di dati patologici, di determinazioni di cinetica cellulare
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Tutte le informazioni sono state catalogate su un foglio elettronico in formato excell (che si allega alla presente) ed
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Per la raccolta delle informazioni cliniche, per le indagini di immunoistochimica e per la stesura in formato
elettronico dei dati, mi sono avvalso del contributo di un biologo e di un tecnico bio-medico (volontario).
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febbraio 2005.
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Stato di avanzamento
Unità Esterne
Ricerche cliniche hanno evidenziati un sottogruppo di carcinomi della mammella caratterizzati dall'iperespressione
dell'oncogene HER2 che divergono dai carcinomi della mammella negativi per questo oncogene per quanto
riguarda i fattori di rischio, la diagnosi, la prognosi e la risposta alla terapia. Si tratta quindi di un sottogruppo molto
particolare che essendo relativamente poco frequente ( solo 20-25% dei carcinomi della mammella) non ha un
peso rilevante nei risultati degli studi clinici. E' quindi fondamentale verificare se le linee guide designate per il
carcinoma della mammella in generale sono valide anche per questo sottogruppo di tumore. Essendo un tumore
più aggressivo, qualsiasi condotta clinica non ottimale potrebbe infatti risultare particolarmente dannosa per la
paziente. Inoltre, é disponibile adesso un nuovo farmaco specifico per la terapia di questi tumori. La loro
identificazione precoce con tests standardizzati e controllati come qualità del risultato e la verifica della risposta alle
terapie convenzionali e biomolecolari diventano obbiettivi prioritari a livello nazionale.
Lo scopo finale di questo progetto è incrementare la guaribilità del sottogruppo di carcinomi della mammella molto
aggressivi tramite l'identificazione di un percorso diagnostico terapeutico specifico.
Programmazione attività
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futuri obiettivi del progetto, che elenco di seguito come da programma :
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Corso interattivo per determinazione di HER2.
Progetto globale per la valutazione ed il miglioramento della qualità di vita (QoL) nei pazienti oncologici a lunga aspettativa di vita
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Referente Interno IOB
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Obiettivi
I notevoli progressi nel trattamento del cancro hanno determinato un aumento delle guarigioni definitive e, quindi,
la necessità di monitorare e affrontare gli eventi avversi a lungo termine della malattia e dei trattamenti in termini
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quali la sopravvivenza e la risposta obiettiva, la valutazione della QoL per il conseguimento di una visione globale
del risultato ottenuto. Questo facilita le scelte terapeutiche e fornisce la base per la messa a punto di interventi di
miglioramento.
Tra le problematiche legate al cancro, al trattamento ed al soggetto che maggiormente deteriorano la QoL sono
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Stesura e validazione delle strategie diagnostiche multidisciplinari della funzione sessuale, della funzione riproduttiva
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Identificazione e attuazione di percorsi terapeutici multidisciplinari idonei al miglioramento della funzione sessuale e
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Individuazione di un pannello analitico per una precisa definizione biologica del fenomenodel
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più precisa indicazione prognostica e terapeutica dello stato patologico.
Costituzione di una Banca Biologica dedicata di riferimento allo studio.
Analisi statistica dei dati intendendo sia la descrizione della casistica arruolata nel progetto, l'identificazione di
gruppi con comportamenti simili, eventuale formulazione di un modello interpretativo dei dati.
Costituzione e trasferimento di linee guida a livello nazionale per la prevenzione e standardizzazione di programmi
terapeutici multidisciplinari.
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risultati ottenuti e quale modalità di diffusione delle linee guida adottate.
MOTIVAZIONI E OBIETTIVO FINALE DEL PROGRAMMA
La QoL è un concetto multidimensionale che include sintomi della malattia, effetti collaterale e qualità del
trattamento, limitazioni acute o croniche nel funzionamento fisico ed interpersonale, emotivo, della cura di sé,
lavoro, tempo libero, immagine corporea e sessualità. L
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chepersonali, dalle possibilità del supporto sociale, in particolare quello
offerto dal team di cura, e dalle variabili legate alla malattia.
La valutazione della QoL deve essere globale, includere la prospettiva del paziente ed essere sensibile ai
cambiamenti nel tempo. Non è stata ancora individuata la migliore strategia di valutazione. Tradizionalmente gli
studi sulla QoL utilizzano questionari multidimensionali, di autovalutazione, cancro e sito specifici.
La misurazione della QoL richiede una strategia di valutazione e studi prospettici per individuare il corso naturale dei
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La maggior parte degli studi longitudinali sulle problematiche della QoL dei pazienti con una lunga aspettativa di
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ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
vita sono stati condotti su donne con cancro della mammella. Più studi longitudinali sono necessari in pazienti affetti
da neoplasie del colon retto, della prostata, della vescica, del testicolo, dei linfomi e ginecologici
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multidimensionale (organica, psicologica, legata alla malattia ed ai trattamenti) delle problematiche della QoL
richiede una strategia diagnostico terapeutica che si avvale di una equipe multidisciplinare.
METODOLOGIA
FUNZIONE SESSUALE
Valutazione della sessualità
La valutazione della funzione sessuale sarà attuata secondo una strategia multidisciplinare a baseline, dopo
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Valutazione chirurgica
Stadiazione clinica e patologica dei tumori e pianificazione del trattamento medico con raccolta in una schedadati.
Identificazione dei pazienti con lunga aspettativa di vita dopo chirurgia con la raccolta di una scheda-dati postoperatoria.
Valutazione psicologica
La valutazione psicologica consiste di una intervista semistrutturata, una intervista strutturata sulle fasi del ciclo
sessuale, di strumenti psicometrici (EORTC QLQ C30, per la valutazione della qualità di vita, HADs, per la valutazione
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ansia e della depressione)
Valutazione neurofisiologica
Elettromiografia del pavimento pelvico, esame del riflesso sacrale (SR), potenziali evocati pudende somatosensoriali
(PEPs), potenziali evocati motori (MEPs), risposte somatiche (SSRs)
Valutazione ginecologica
Visita ginecologica con definizione-descrizione dei disordini sessuali e valutazione topografica della disfunzione.
Oggettivazione anatomica della disfunzione sessuale in relazione al trattamento subito (dispareunia introitale,
mediovaginale, profonda) ed identificazione di eventuali spine irritative sovrapposte (incarcerazione cicatriziale di
terminazioni nervose nervous-entrapment-syndrome)
Valutazione endocrinologica:
Rigiscan per la potentia coeundi, , bioritmo e pulsatilità, esami del liquido seminale in un gruppo selezionato di
pazienti mediante valutazione standard morfologiche e biochimiche ed analisi delle alterazioni del cromosoma y
mediante metodiche di biologia molecolare, valutazione della concentrazione plasmatica della funzionalità
ormonale in base alle indicazioni cliniche
Valutazione chirurgica
Identificazione dei pazienti con lunga aspettativa di vita dopo chirurgia dei carcinomi rettali, prostatici, della
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una scheda raccolta dati (ALLEGATI)
Interventi di miglioramento della funzione sessuale
Eliminazione di fattori di comorbidità
Interventi medici: per gli uomini trattamenti farmacologici, iniezione intracavernose di farmaci e/o protesi peniene;
per le donne trattamenti trattamenti farmacologici e loco-regionali.
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interventi di psicoterapia sessuale breve individuale e/o di coppia; interventi di formazione degli operatori coinvolti
nel progetto
FATIGUE
Selezione, Reclutamento, Valutazione basale
Si prevede un reclutamento di circa 200 pazienti annui afferenti alle Unità Operative del progetto, valutati in modo
prospettico.
Ad ogni paziente affetto da neoplasia della mammella, colon-retto, ovaio e cervice uterina, prostata, vescica,
testicolo e malattie linfoproliferative operato (proveniente dall' U.O del Dipartimento di chirurgia) o pazienti alla
prima diagnosi di malattia metastatica, che af
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oncologica, in procinto di iniziare un trattamento chemioterapico (adiuvante o una prima linea metastatica), verrà
sottoposto a:
Anamnesi, valutazione del Performance Status (secondo il World Healt Organization –WHO scale).
Valutazione basale dello stato di malattia (valutazione clinico-strumentale).
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Valutazione del distress emotivo e del funzionamento cognitivo.
Prelievo di sangue venoso per la valutazione dei parametri biologici convenzionali (Hb, Hct, globuli rossi, ferritina,
transferrina, reticolociti, sideremia, azotemia, creatininemia, calcemia, sodiemia, potassiemia, fosforemia fosfatasi
alcalina, glicemia). Valutazione dei principali emoliti plasmatici in base alle esigenze cliniche e alle variazioni
morfologiche dello striscio di sangue periferico, dosaggio della transferrina, ferritina, vitamina B12, folati ed
eritropoietina. Si valuteranno inoltri dosaggi di ACTH, cortisolo, TNF, leptina, bioritmo ACTH-cortisolo, melatonina.
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Intervista psicologica semistrutturata
Visita endocrinologica e ginecologica (per le donne affette da neoplasia ovarica/uterina e mammaria).
Valutazione in corso di trattamento (dopo4s
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Valutazione della QoL, della "fatigue", del distress emotivo e del funzionamento cognitivo.
Prelievo di sangue venoso per la valutazione dei parametri biologici (stessi del basaline eccetto il dosaggio
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Visita neurologica, neurofisiologica (stessa valutazione dei parametri basali).
OUTPUT DEL PROGRAMMA
Esempi di output: DOCUMENTI METODOLOGICI; PRODOTTI.
Esempi di eventi: CORSI DI FORMAZIONE, VISITE INTERNAZIONALI, ATTIVAZIONE DI SERVIZI/STRUTTURE.
Collaborazione circolare con centri esterni (associazione ALTEG) fonti di rilevazione per gli operatori oncologici delle
problematiche sessuali dei pazienti specie in età giovanile e fonte di informazione ai pazienti ed alle loro famigli
attraverso il confronto con le U.O. del progetto.
Corsi di formazione ed aggiornamento. Nel corso di tale programma sarà possibile organizzare entro il primo anno
del progetto seminari riguardanti le evoluzioni sulle conoscenze della qualità di vita del malato oncologico acquisite
durante lo svolgimento del progetto, inquadrabili nel programma di formazione continua ed accreditamento del
personale sanitario istituito dal Ministero della Sanità.
202
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Tali corsi saranno strutturati e definiti sulla base delle singole competenze specialistiche .
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conoscenze proprie di ogni Istituto che sulle conoscenze acquisite nel corso del progetto, al fine di ottimizzare il
raggiungimento degli obiettivi previsti e la successiva diffusione degli stessi.
Istituzione di un data base informatizzato clinico-strumentale per la centralizzazione dei dati raccolti dalle diverse
strutture partecipanti al progetto. Istituzione di una banca biologica centralizzata per il dosaggio di citochine
specifiche (leptina e TNF).
Stesura di linee guida. I risultati ottenuti alla fine dei due anni del progetto saranno rivolti principalmente ai centri
oncologici afferenti al Servizio Sanitario Nazionale, che potranno avvalersi di informazioni gestionali di tipo
oncologico, psiconcologico, chirurgico, neurologico, ginecologico, endocrinologico, biologico riguardo la funzione
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Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Il Progetto globale per la valutazione ed il miglioramento della QoL nei pazienti oncologici a lunga aspettativa di
vita ha visto come obiettivi le seguenti attività:
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Pugliese, referente per il progetto, per la metodologia da adottare nella selezione, reclutamento, valutazioni basali
e successive e follow up.
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hanno inciso sulla quantità dei dati raccolti.
Allo stato attuale, dal 6/02/2004 al 21/12/2004 questi sono i dati raccolti:
N. totale pazienti arruolati: 56 (28 donne e 28 uomini)
N. parziale pazienti per sede di patologia:
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Vescica
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Linfomi H e NH
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Tratto gastrico
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Ovaio
3
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3
Testicolo
2
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1
N. parziale di Exitus: 7
N. parziale fine ciclo terapia: 3
N. parziale continua ciclo terapia: 46
Ad ogni paziente arruolato è stata effettuata, previa sottoscrizione del consenso informato, una valutazione
baseline comprendente:
Una scheda di intervista semistrutturata anamnestica e psico-sociale;
Un esame delle condizioni mentali (processi cognitivi ed affettivi);
Test di valutazione della fatigue e della QoL ossia FACT e EORTC QLQ C30 con moduli specifici per patologia;
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Tutta la batteria appena descritta è stata nuovamente somministrata alla metà presunta del ciclo di terapia e alla
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La raccolta dei dati è stata completata, per ogni step, dalla compilazione della scheda oncologica.
Stato di avanzamento
Unità Esterne
La maggior parte degli studi sulle problematiche della qualità di vita dei pazienti con una lunga aspettativa di vita
sono stati condotti su donne con cancro della mammella. Più studi sono necessari in pazienti affetti da neoplasie
del colon retto, della prostata, della vescica, del testicolo, dei linfomi e ginecologici.
Programmazione attività
future
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attività con inserimento in studio di almeno 100 pazienti. Inoltre, verrà proseguito il follow up dei 56 pazienti già
entrati in studio.
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Obiettivi
Gli Obiettivi del programma sono riassumibili in ambito di conoscenza di:
Epidemiologia descrittiva ed etiologica del cancro tiroideo e sulla patologia tiroidea " a rischio"
accertamento della reale dimensione e distribuzione regionale dei principali indicatori di frequenza della patologia
neoplastica ed "a rischio" della tiroide , stratificati per sesso, età, area di residenza, tipo istologico, stadiazione alla
diagnosi, terapia chirurgica, radiometabolica e ormonale, sopravvivenza;
indagine su eventuali correlazioni tra territorio-rischi ambientali (es: esposizione ambientale a radiazioni ionizzanti o a
radiofrequenze specialmente in età giovanile) e determinismo della frequenza di patologia tiroidea osservata.
203
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Evidenziazione della validità delle routinarie procedure diagnostico-terapeutiche attuate per la diagnosi ed il
trattamento della patologia neoplastica ed " a rischio" della tiroide e stima dei costi effettuata attraverso l'analisi
dei dossier clinici dei casi chirurgici afferenti agli IRCCS a causa di sospetta patologia tiroidea neoplastica. Un
auspicabile coinvolgimento nella rilevazione di alcune strutture nosocomiali territoriali ubicate nelle regioni che
ospitano gli IRCCS potrebbe inoltre consentire una maggior copertura della potenziale variabilità esistente nella
diagnosi e trattamento della patologia "target".
L'indagine tenterà di evidenziare frequenza, distribuzione e tipo di:
metodiche diagnostiche (per immagini, di laboratorio, ivi comprese le più recenti tecnologie di diagnostica
molecolare, istologiche, ecc);
"primum movens" alla diagnosi (segni clinici, diagnosi occasionale ivi compresa quella autoptica, ecc);
tipologia dello specialista/struttura che indirizza/gestisce l'iter diagnostico-terapeutico (medico di base,
endocrinologo, medico nucleare,chirurgo,ecc./ ospedale-specialista pubblico e/o privato ecc)
tipologia dell'intervento chirurgico principale (tiroidectomia totale, loboistmectomia, nodulectomia ecc);
trattamenti successivi (radiometabolici e ormonali) e
follow up diagnostico-terapeutico ivi compreso la
sorveglianza delle patologie correlate e/o conseguenti alla eradicazione chirurgica della lesione tiroidea;
stima dei costi clinici sostenuti dal SSR.
Risultati attesi
I risultati attesi si possono così riassumere:
approntamento di una mappa di frequenza della distribuzione territoriale di patologia neoplastica tiroidea e di
lesioni a rischio nei territori in cui operano gli IRCCS.
analisi di una eventuale associazione tra distribuzione territoriale e possibili fattori di rischio individuali (es: condizione
lavorativa) ed ambientali (es: esposizione residenziale a radiofrequenze) con la patologia tiroidea;
analisi della prevalenza comportamentale e clinica da parte del SSR nei confronti della diagnosi e terapia dei
tumori tiroidea e delle lesioni considerate come precancerose;
analisi della frequenza , della distribuzione e della accessibilità alle metodiche diagnostiche routinarie ed avanzate
per la diagnosi delle lesioni neoplastiche ed a rischio specifiche per tipologia della struttura, specialità medica di
primo approccio e area di residenza del soggetto;
approntamento di metodologia per l' analisi dei costi diretti ed indiretti
approntamento di specifiche "linee guida" per la diagnosi , il trattamento ed il follow up delle lesioni tiroidee sia
neoplastiche che "a rischio".
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Il progetto summenzionato prende le mosse dalla necessità di ottenere un patrimonio conoscitivo su quale sia la
filiera diagnostico-terapeutico-assistenziale oggi più utilizzata per la patologia tiroidea neoplastica, indagando sulla
validità della stessa in termini di costi- benefici e sulle possibili differenze territoriali, allo scopo di ottimizzare la stessa
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termini di ottimizzazione delle risorse allo scopo di migliorare il rapporto costi/benefici.
Le attività scientifiche svolte nel 2004 attinenti al progetto descritto in oggetto sono state rappresentate da eventi
ECM aventi come argomento principale la patologia neoplastica tiroidea in tutte le sue accezioni (dalle metodiche
diagnostiche, al trattamento, ai modelli organizzativi di follow up), così come di seguito riportato:
X Corso di Patologia Neoplastica Cervico — Cef
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Stato di avanzamento
Unità Esterne
Programmazione attività
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Programmazione attività future Istituto Oncologico Bari:
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delle recidive linfonodali dei ca tiroidei.
Studio osservazionale sui pazienti oncologici anziani
IRCCS Proponente
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Referente Interno IOB
D. Galetta
Obiettivi
Nel 2000 è nata ufficialmente la SIOG ( Società Internazionale di Oncologia Geriatria) che ha avuto come
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Stati Uniti ed in Europa. Questa anno si svolgerà a Boston e il prossimo anno a Roma.
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dati clinici della malattia e il tipo di trattamento effettuato (radioterapia da sola,
dopo chirurgia e/o
chemioterapia, in associazione alla chemioterapia) è stato elaborato in questo Istituto un data base che verrà
testato da alcuni centri di radioterapia afferenti al GROG, ma che potrebbe essere messo a disposizione dei centri
italiani di radioterapia e/ o di oncologia e/o di chirurgia, tramite il mondo web, al fine di raccogliere i dati che
permettano di definire meglio linee guida di trattamento, che focal
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ormai di larghe proporzioni in tutto il mondo industrializzato, con una divulgazione anche agli organi politici perchè il
problema sia affrontato anche da un punto di vista sociale nel modo migliore.
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per tutti quei centri, almeno di radioterapia che abbiano interessa a partecipare alla raccolta dei dati.
Il data base permetterebbe anche in tempo breve di ottenere significative informazioni anche sul territorio
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raccogliere informazioni sociali (grado di istruzione, con chi vive, con chi mangia, variazioni del peso etc)
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effettuare per ciascun paziente una valutazione multidimensionale geriatrica ( PS, ADL e IADL, Vulnerabilituy Scale,
co-morbidità e assunzione farmaci per co-morbidità ;
avere informazioni dettagliate sulla sua malattia tumorale e sul suo stadio;
204
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
conoscere i dettagli della cura radioterapica effettuata (esclusiva con intento curativo, palliativa, associata a
chirurgia e/o chemioterapia);
conoscere gli effetti collaterali acuti e tardivi delle cure effettuate in particolare di quella radioterapia ( scale di
rilevamento RTOG/EORTC);
effettuare una valutazione della qualità di vita dopo le terapie;
valutare la risposta clinica e la sopravvivenza;
raccogliere il follow-up coinvolgendo il curante nel caso di anziani che non possano venire al centro;
fornire al paziente un punto di riferimento ( numero verde per informazioni);
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Fasi della ricerca
Fase 1: una prima fase già avviata riguarda validazione della scheda elettronica appositamente preparata. Vi
partecipano 4 Centri (INT, Istituto Mauriziano di Candiolo, Ospedale di Rovigo, Università di Chieti)
Tempo 4 mesi
Fase 2: preparazione di una scheda di qualità di vita dopo il trattamento
Tempo 1 mese
Fase 3: immissione in Internet della data base
Tempo 1 mese
Fase 4: raccolta dati durante i quali verranno fatte analisi ad interrim per sorvegliare la raccolta dati
Tempo 24 mesi
Fase 5: analisi finali dei dati raccolti
Tempo 5 mesi
Fase 6: pubblicazione dei dati
Tempo 3 mesI
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Attraverso un data base preparato appositamente e messo in allegato a questo documento saranno raccolte
presso questo Istituto e gli altri centri partecipanti tutte le notizie da inserire nel questionario e sarà possibile inserirle
direttamente nella scheda che sarà disponibile su Internet .Una volta analizzati i dati raccolti sarà possibile
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Stato di avanzamento
Unità Esterne
Programmazione attività
future
effettuare per ciascun paziente una valutazione multidimensionale geriatrica ( PS, ADL e IADL, Vulnerabilituy Scale,
co-morbidità e assunzione farmaci per co-morbidità ;
avere informazioni dettagliate sulla sua malattia tumorale e sul suo stadio;
raccogliere il follow-up coinvolgendo il curante nel caso di anziani che non possano venire al centro;
conoscere i dettagli della cura radioterapica effettuata (esclusiva con intento curativo, palliativa, associata a
chirurgia e/o chemioterapia);
raccogliere informazioni sociali ( grado di istruizione, con chi vive, con chi mangia, variazioni del peso etc)
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fornire al paziente un punto di riferimento ( numero verde per informazioni);
conoscere gli effetti collaterali acuti e tardivi delle cure effettuate in particolare di quella radioterapia ( scale di
rilevamento RTOG/EORTC);
effettuare una valutazione della qualità di vita dopo le terapie;
valutare la risposta clinica e la sopravvivenza;
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GIOTTO (Gist Optimal Treatment and Therapy Outcome): studio osservazionale multicentrico sui gist in tutte le fasi di malattia
IRCCS Proponente
INT –Milano
Referente Interno IOB
F. Giuliani
Obiettivi
I tumori stromali gastroenterici (GIST) sono tumori mesenchimali tipicamente a partenza dal tratto gastroenterico.
Sono tumori rari, sui quali negli ultimi tempi si è concentrato un grande interesse, soprattutto per la disponibilità di
una delle prime terapie molecolari mirate in oncologia, Imatinib mesilato.
Questo progetto è dunque inteso come un progetto globale incentrato su una malattia, i GIST, finalizzato
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Questo progetto comprende:
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Therapy Outcome);
un programma finalizzato a fornire servizi educazionali per il medico, di teleconsultazione e di collaborazione clinica
a distanza per il medico e le strutture sanitarie, di informazione per il cittadino;
una registrazione di casi potenzialmente utile dal punto di vista epidemiologico, della costituzione di banche virtuali
di materiale biologico, di ricostruzione dei percorsi assistenziali dei pazienti e della valutazione di costo/efficacia
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Istituto Oncologico Bari
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comunità scientifica, nazionale ed internazionale, le target-therapies tra le quali il trattamento dei GIST con il Glivec
(inibitore selettivo delle tirosino-chinasi) rappresenta certamente un modello.
La raccolta dei dati dalle cartelle cliniche dei pazienti affetti da tale patologia consentiranno di rispondere ad
alcuni dei quesiti tuttora aperti nel trattamento di questo gruppo di tumori.
Nel2004e’s
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dati in relazione a:
205
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
interventi chirurgici cui i pazienti sono stati sottoposti;
trattamenti medici ricevuti;
risposte ottenute con tali terapie;
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follow-up.
In questo gruppo di pazienti, tre hanno fornito il consenso informato scritto per partecipare allo studio e gli altri
undici hanno accettato, per ora solo verbalmente, in attesa di essere visitati per i controlli periodici cui sono
sottoposti, e fornire in tale occasione il consenso scritto per rendere disponibili i propri dati.
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bile per nessuno dei tre pazienti in studio inserire i dati nel sistema
computerizzato on-line come previsto dallo studio in oggetto e tanto per la impossibilità di disporre di una figura
professionale dotata di competenza in tale settore e che possa dedicarsi a tale compito.
La necessità di disporre di personale idoneo per condurre tali tipi di studi era emersa sin dalla riunione del
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Stato di avanzamento
Unità Esterne
Programmazione attività
future
Sarò possibile nel 2005 continuare lo screening di pazienti affetti da GIST; conseguire il consenso informato scritto da
parte dei pazienti che già verbalmente hanno comunicato la loro adesione a tale progetto, nonché provvedere
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co on-line previsto dal progetto, purché vi sia la
disponibilità di una persona competente anche sul piano medico per effettuare tale attività in affiancamento al
ricercatore.
Carcinoma della prostata
IRCCS Proponente
INT –Milano
Referente Interno IOB
M. Quaranta
Obiettivi
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paziente? Che possibilità di guarigione ha quel paziente affetto da quelle specifiche caratteristiche tumorali? Quale
è il rischio di effetti collaterali con le specifiche terapie attuate?
Lo sviluppo e la progressione del carcinoma prostatico dalle fasi pre-diagnostiche a quelle di guarigione/morte, può
essere descritto e car
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(H.I. Scher, Cancer 2003).
AREE DI INTERVENTO E OBIETTIVI
La progettualità si caratterizza per le seguenti aree di intervento e obiettivi principali:
Collaborazione tra IRCCS
uniformare il percorso diagnostico-terapeutico e di follow up nei pazienti affetti da cancro prostatico
promuovere/diffondere strategie e conoscenze diagnostico-terapeutiche condivise
istituire un database comune per la patologia prostatica
Ricerca traslazionale
favorire il trasferimento dei risultati della ricerca di base (genetica, immunoterapia, vaccinoterapia, farmacologia)
in trial clinici nei pazienti con carcinoma prostatico a rischio intermedio, alto e molto alto di fallimento sistemico,
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etc.) sia le loro combinazioni secondo le classi di rischio di fallimento sistemico atteso.
Ricerca clinica relazionale
Analizzare e promuovere, in relazione alle proposte terapeutiche (chirurgia/radioterapia) offerte al paziente, le
dinamiche più adeguate di decision making e concorrere quindi a ottimizzare la scelta terapeutica; valutare la
qualità di vita dei pazienti nei suoi domini generali e prostata-dedicati.
Attività formativa ed educazionale
promuovere la formazione teorico-pratica intra-istituzionale di giovani ricercatori/clinici nei settori della ricerca di
base, della ricerca clinica convenzionale e della ricerca relazionale, quale investimento essenziale per la crescita
scientifica e culturale degli operatori e quindi della progettualità stessa.
206
ALLEANZA CONTRO IL CANCRO
Stato di avanzamento
Istituto Oncologico Bari
Attivazione di un ambulatorio per visite di prevenzione e diagnosi precoce del carcinoma della prostata presso
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Dosaggio del PSA (Prostate-Specific Antigen) gratuito per i maschi di età superiore ai 50 , fascia di età a rischio, per
una settimana , in concomitanza della Settimana Nazionale di Prevenzione (20/28 marzo 2004). I risultati ottenuti da
questo screening sono stati i seguenti:
N° totale pazienti : 403
Range età: 48 –89 (M 60)
Visite urologiche: 300
Risultati dosaggio PSA
< 2.5
ng/mL=340 (84.4%)
2.5 –4.0
ng/mL=34 (8.4%)
> 4.0
ng/mL=29 (7.2%)
N° totale ecografie transrettali: 39
N° totale biopsie: 39
12 positive per ca prostata
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Unità Esterne
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dei tumori della prostata allo scopo di sensibilizzare e aumentare la consapevolezza della popolazione maschile nei
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ati tutti coloro che avranno contattato il call-center e dove
saranno sottoposti a visita urologia,prelievo per PSA,ecografia transrettale e biopsia.
207
208
ELENCO DEI RICERCATORI RESPONSABILI DI PROGETTI DI RICERCA
CORRENTE 2005 (IN ORDINE ALFABETICO)
N.
Responsabile
N. progetti
28
Latorre Agnese
90, 93
1
Achille Gaetano
10, 52, 53,59,81,82
29
Lerario Mario
Antonio
152, 170
2
Aloé Ferruccio
130
30
Loconte Biagio
131
3
Armenise
Francesco
149
31
Longo Salvatore
50
4
Azzariti Amalia
32, 33, 35, 36, 37
32
Lorusso Vito
86, 87, 88, 89, 94, 95, 103, 104, 105, 115, 117,
119
5
Caponio Maria
Angela
6, 39
33
Mangia Anita
2, 73,74
6
Caporusso
Luciana
92
34
Mattioli Vittorio
122, 123, 124,125,126,140
7
Carioggia Enza
147
35
Micelli
Giuseppina
44
8
Casamassima
Addolorata
79
36
Milella Piero
133,134,135,136,137,138
9
Casmassima
Porzia
31
37
Montemurro
Severino
108,128,129,142,146,148
10
Cellamare
Giovanni
70
38
Nardulli Patrizia
139
11
Colucci
Giuseppe
80,85,96,97,99,100,101,103,111,116,121,154
39
Paradiso Angelo
11, 18, 34,72,161,163,165
12
Console
Giangiuseppe
145, 151
40
Paradiso Angelo
/Bruno Michele
158
13
Coviello Maria
5, 21, 23, 28, 71
41
Pellecchia
Antonio
22
14
De Cillis Patrizia /
Montanaro
Rosanna
155
42
Petroni Stella
17
15
De Lena Mario
156, 169,
43
Quaranta
Michele
13,14,16,19,20,25,26,27,41,42,43,77,78,153,166
16
De Lena Mario /
Salomone
Giancarlo
157
44
Ranieri Girolamo
24
45
Ranieri Girolamo
76
17
Di Lauro
Alessandra
112, 132
46
Digiesi
Gambattista
47
Rinaldi Michele /
Longo Marisa
144
18
47
Savino Eufemia
118
19
Fanizza
Giuseppe
9, 46, 69, 109, 164
48
48, 64,65,75,114,120,143
20
Fanizza
Giuseppe/
Schittulli
Francesco
45
Schittulli
Francesco
49
Simone Gianni
12,57,66,68,150,162
50
Gadaleta
Cosmo
63, 83, 84
Tanzarella
Marina
113,159,160
21
51
Tommasi Stefania
1,4,30,38
22
Galetta
Domenico
98
52
Ursi Antonio
127
23
Gargano Giulio
49, 58
53
Giuliani Daniela
168
Ventrella
Vincenzo
51,54,55,56,60,61,62
24
54
Volpe Stefania
167
25
Grammatica
Luciano
110, 141
55
Wiesel Sara
7,67
26
Guida Michele
91, 106, 107
56
Labriola Angela
8
Zito Alfredo
Francesco
3,15,29,40
27
209
Il presente volume è stato realizzato da:
Angelo PARADISO
Stefania VOLPE
Alessandro Lanetti
Daniela GIULIANI
Daniela SIMONE
Luigi MARINACCIO
Fotocomposizione, editing e stampa:
Alessandra RENNA
Giancarlo SALOMONE