Sole, bancario prestato al teatro

Transcript

Sole, bancario prestato al teatro
www.ilroma.net
L’INTERVISTA
Notte
& Giorno
VENERDÌ
20 settembre 2013
15
Alla guida della Compagnia Stabile del Circolo Canottieri Napoli ha portato in scena con grande successo
lo spettacolo dal titolo “Stasera varietà”, in voga negli anni ‘50 al Salone Margherita e difficile da realizzare
Sole, bancario prestato al teatro
«Da giovane ero afflitto dalla balbuzie e pensai che dovevo imparare a parlare in pubblico»
di Mimmo Sica
P
eppe Sole, un bancario prestato al teatro, ha chiuso la
“stagione teatrale 2013”
della Compagnia Stabile del Circolo Canottieri Napoli con “Stasera varietà”. Uno spettacolo in
voga negli anni ’50 al Salone
Margherita e molto difficile da
realizzare.
«É proprio così perché i protagonisti devono essere personaggi nel vero senso della
parola, devono, cioé, avere una
fisicità particolare. All’epoca
gli attori erano di seconda fascia e gli spettatori, appartenenti prevalentemente a ceti
bassi, li beffeggiavano in continuo. In questo modo nel salone
della galleria Umberto I, ad
ogni rappresentazione, nasceva
uno spettacolo nello spettacolo.
Ho preso quel repertorio e l’ho
montato adattandolo alle caratteristiche recitative e canore
dei consoci- attori che ho ritenuto più idonei per le parti da
interpretare. Il ruolo fondamentale é quello del presentatore, sciocco e brillante allo
stesso tempo. L’ho interpretato
io. In sala c’era il disturbatore,
interpretato da Antonio Caruso, attore professionista e
unico estraneo al circolo. É un
personaggio che ho inventato
per identificare in lui il pubblico di allora. In sequenza si
sono esibiti personaggi un po’
assurdi. Ho ripescato Pavarotti
(Sergio Sepe), la cantante che si
finge russa mentre é napoletana
Katina Koccilova (Lucia Andolfo), il cantante che veniva
sempre
beffeggiato
(Lello
Pucci), il comico macchietta,
che non riusciva a fare ridere il
pubblico che lo beccava sempre
(Aristotele Oebli). C’é stato il
balletto trio Tomaz che ha interpretato canzoni degli anni 30
(Francesca Leonardis, Martina
Vinciguerra, Giustina Andreozzi), la macchietta che giocava
sul doppio senso, interpretata
da me, il famoso sketch “la Cavalla”, pezzo forte di Rosalia e
Beniamino Maggio (Rosaria
Vinciguerra, Sergio Sepe, Antonio Caruso, Ilaria Leonardis),
la scenetta della madre, interpretata all’epoca da Dolores
Palumbo, che spiega alla figlia
come fare la soubrette Lillì
Cangì (Tea Caputo e Ilaria Leonardis), i Gagà, cioé i nullafacenti di piazza dei Martiri
(Sergio Sepe e Francesco Ammirati), lo sketch la Chiesa, ricavato fedelmente da una
poesia di Trilussa,“L’uccello”,
che ho sceneggiato (Antonio De
Pasquale, Pasquale Litterio,
Giustina Andreozzi, Francesca
Leonardis) , il balletto delle hawaiane (Francesca Leonardis,
Martina Vinciguerra Giustina
Andreozzi). Ho voluto, poi, fare
rivivere attori che non ci sono
più e cioé Vanda Osiris, Macario, Nino Taranto, Renato Rascel, Walter Chiari, Aldo
Fabrizzi, Totò, Anna Magnani e
Ugo Tognazzi. Lo spettacolo é
terminato con la canzone “Un
bacio a mezzanotte” (Pasquale
Litterio, Rosaria Vinciguerra,
Ilaria Leonardis) e la tradiziolale passerella degli attori».
Un passo indietro. Come nasce
Sole attore, regista, coreografo,
sceneggiatore?
«Da giovane ero afflitto dalla
balbuzie e pensai che per risolvere il mio problema dovevo
imparare a parlare in pubblico.
Decisi, quindi, di mettere su,
nella parrocchia dove abitavo,
una piccola compagnia. Avevo
venti anni e centrai due obiettivi, quello di sanare il mio disordine della parola e quello di
inventarmi un hobby che
giorno dopo giorno mi affascinava sempre di più. Nel tempo
ho lavorarato anche con attori
professionisti come Antonio
Casagrande, Biazio Izzo, Patrizio Rispo, Mario Brancaccio e
tanti altri».
Il suo debutto?
«Al teatro Elicantropo, con il
mio amico regista Carlo Cerciello facendo la maschera di
Pulcinella. Questo personaggio
é il più difficile da interpretare e
io ci riuscii abbastanza bene.
Carlo, allora, mi disse che dovevo continuare perché avevo
un’ottima gestualità».
Quale é il genere che predilige?
«Il repertorio classico napoletano cioé Viviani, Di Giacomo,
Eduardo e Peppino che, a mio
avviso, sono i capiscuola del
teatro italiano cui si sono ispirati molti autori».
Perché non ha fatto l’attore
professionista?
«Innanzitutto perché non ho
mai pensato di essere all’altezza. Quando, poi, ho avuto
l’opportunità di farlo, mi sono
reso conto che dovevo scegliere:
continuare a fare il mio lavoro
di bancario oppure dedicarmi
esclusivamente al teatro. Nessuna compagnia avrebbe mai
accettato un attore part time.
Decisi per il posto al Banco di
Napoli, spinto anche dal consiglio di Gino Maringola, un attore eduardiano, che mi disse:
“sei bravo, ma non ti permettere
mai di lasciare il posto di lavoro”. Aveva perfettamente ragione e non mi sono mai
pentito di avere fatto quella
scelta».
Riusciva a conciliare lavoro e
teatro?
«Certamente si. Ho creato nel
Banco una compagnia composta esclusivamente da colleghi.
Come per tutte le compagnie
amatoriali, facevamo le prove
negli orari più assurdi e abbiamo portato in scena in 28
anni altrettanti spettacoli, uno
ogni anno. Il Banco ci teneva
molto a queste rappresentazioni e abbiamo recitato nei
teatri più imprtanti: Augusteo,
Politeama, San Ferdinando,
Diana, Sannazaro. Abbiamo
fatto di tutto, dai classici napoletani al varietà, solo mimica,
musical e via dicendo. Sono
fortemente critico con me stesso
e dico che solo sei o sette spettacoli sono riusciti veramente
bene, gli altri si sono mantenuti
su un buon livello, ma niente di
più. All’interno di questo percorso mi sono accorto, poi, che
nei villaggi turistici le mie performance comiche, fatte inizialmente per divertire gli amici,
avevano successo. Agli inizi
degli anni 90, quindi, ho iniziato il cabaret e riuscivo a fare
circa 80 spettacoli all’anno».
Come é iniziata la sua esperienza alla Canottieri?
Musica e gastronomia
Pesce in festa
a Positano
N
Peppe Sole e la sua compagnia teatrale
«Ho conosciuto il circolo Canottieri Napoli perché alcuni
consiglieri mi proposero di fare
cabaret in occasione di alcune
feste sociali. Il sodalizio mi
piacque e chiesi di diventare
socio. La mia domanda di ammissione fu accettata e il compianto
presidente
Curzio
Buonaiuto mi chiese di dargli
una mano. Naturalmente accettai. É stata una esperienza
molto bella non solo come attore, ma anche come regista
sceneggiatore, coreografo. Ricordo che quando diramai il
primo invito ai soci, chiedendo
loro se volessero partecipare all’attività teatrale, raccolsi 35
adesioni. Abbiamo debuttato il
14 settembre 2010 con “La festa
di Piedigrotta”. Il successo ottenuto ci motivò e decidemmo di
continuare con nuove esperienze sollecitati e esortati
anche dal nuovo presidente
Eduardo Sabbatino. Dopo il
musical, abbiamo fatto “La
cantata dei pastori”, uno spettacolo difficilissimo realizzato,
oltretutto, non in un teatro, ma
in un salone. Abbiamo, poi,
messo in scena i migliori autori
e poeti napoletani, prendendo
spunto da Di Giacomo, con la
partecipazione di Massimo Masiello, che é un cantante professionista, quindi Eduardo De
Filippo e Viviani. Abbiamo
fatto uno spettacolo sulla tradizione napoletana mettendo in
risalto la nascita della pizza,
uno spettacolo su palazzo reale
e così via fino a “Stasera varietà”. Altri soci si sono cimentati, con impegno e bravura,
come attori nei vari spettacoli
perché la compagnia é sempre
stata aperta a tutti».
I programmi per il futuro?
«C’é un progetto con il presidente Sabatino. Se va in porto
continuerò, altrimenti la mia
esperienza termina qui».
ell’ambito della XXII
edizione della “Festa
del Pesce”, che si terrà
a Positano sabato 28, a fare
da magica cornice all’evento
sarà anche quest’anno la
spiaggia del Fornillo; la
manifestazione unica in costa
d’Amalfi nel suo genere
prevederà dalle ore 18.30 Molo spiaggia
grande “’A
sangria e
l’allegria” e
“Partene e
bastimiente”.
Servizio
navetta gratis
per la
spiaggia di
Fornillo,
dalle ore 19
“Frienne e magnanne” la
distribuzione sugli
stabilimenti balneari di piatti
a base di pesce preparati da
vari ristoranti di Positano;
gran finale con il gruppo di
musica popolare positanese
“I Tammore” con Paolo
Marrone, leader dei
“Tammore” da sempre tra i
principali fautori della
manifestazione che
coinvolgeranno i partecipanti
in un vortice di allegria e
divertimento.
Gastronomia Proseguono le iscrizioni per accedere allo show ideato da Ciro Ramaglia
“Mister Chef”, un concorso di successo
P
roseguono a ritmo serrato le
iscrizioni, con centinaia di
mail pervenute, per il concorso di cucina “Mister Chef”,
ideato da Ciro Ramaglia (nella
foto con il suo vice Andrea Santoro), già conduttore su Retequattro con Emanuela Folliero
del “Festival di Napoli” e su Tele
A del “Ciro Ramaglia Show”, ed
ora chef resident del ristorante
“Scilla e Cariddi” di Pozzuoli, il
locale di via Caldaie 17, gestito
da Viktoria Grechok insieme alla
sorella Aryna Paula e dallo chef
“ritrovato” Ciro Ramaglia.
«Dopo 8 anni di assoluto silenzio
- dichiara Ramaglia - vissuto al
buio che mi imposi, oggi ritrovo
la luce, la mia». Di qui la volontà
di Ciro Ramaglia di andare oltre
la sua professione di presentatore
e scoprire se la sua passione culinaria potesse dargli buoni risultati. La novità proposta, anche attraverso il sito www.ramagliamisterchef.it, è un
programma televisivo, il talk show di cucina “Mister Chef”, una sfida tra “non cuochi”. La trasmissione non verterà sull’ospitare prioritariamente
personaggi ed argomenti ma sarà aperto alla cucina
nel senso pratico, scimmiottando il “Masterchef”
principe degli ascolti televisivi. L’iscrizione alle
gare, con 40 partecipanti previsti, sarà gratuita e riservata a coloro che hanno compiuto il 18° anno
d’età e sarà possibile realizzarla attraverso la mail
[email protected]. I quaranta concorrenti si sfideranno 2 per ogni puntata, e nel tempo consentito
di un’ora, dovranno preparare un antipasto, un
primo e un secondo che saranno sottoposti al giudizio di 4 giurati di varie categorie sociali. Il premio finale è di 5mila euro.
Alla presentazione del progetto è stata di ottimo
impatto la presentazione dei piatti che Ramaglia,
unitamente alle titolari della struttura, ha voluto
proporre a personaggi intervenuti all’evento come
l’ex pugile Patrizio Oliva, la cantante e attrice Anna
Capasso, lo showman Enzo Calabrese e l’imprenditore Giacomo Confalone di “Ok Distribuzioni”.
Ma il locale è gettonatissima meta di vip come l’ex
calciatore Franco Gallina e gli artisti D’Angelo e
Biondi, intervenuti a cene con i fans. Pietanze curate nell’aspetto visivo con una buona presentazione, buoni sentori, qualcuno più di altri anche di
buon gusto, elaborati da Ciro Ramaglia coadiuvato
dal secondo chef che la struttura vanta, Andrea
Santoro, allievo del maestro Sal De Riso. Insomma, quello di Pozzuoli è un locale sicuramente
da visitare.
Giuseppe De Girolamo