Schema d`intervento

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Schema d`intervento
GIULIA
No agli abusi sessuali!
Schema d’intervento
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Trasgressione dei limiti/Abuso in seno alla società
Ritorno alla vita di tutti i giorni
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no
Sospetto: l’allenatrice parla con Giulia
Il sospetto si rafforza
sì
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rimane all’erta, osserva, si documenta
Il sospetto si conferma. Giulia si confida con l’allenatrice
Sospetto
Una volta tornata a casa dal campo di allenamento, Giulia non è più la
stessa, si irrita spesso ed esplode ad ogni minima critica. Durante un
allenamento, dopo un’osservazione da parte dell’allenatrice e la battuta «Giulia pensa troppo al bell’aiuto allenatore» formulata da una compagna di squadra, la ragazza abbandona il campo in lacrime. Più tardi
l’allenatrice va da lei per discutere.
Allenatrice
resta in contatto con la vittima
no
Abuso/caso
Giulia ha 14 anni, gioca a pallavolo e durante le vacanze partecipa ad
un campo di allenamento. La ragazza s’impegna molto e trova che l’aiuto allenatore sia molto disponibile. Giulia è felice quando lui le rivolge
la propria attenzione e si complimenta con lei. Un giorno in cui si allena più a lungo del solito si ritrova da sola nelle docce. All’improvviso la
porta si apre e davanti a lei si materializza l’aiuto allenatore. Giulia si
spaventa e l’uomo prima di andarsene esclama: «scusami, ho sbagliato
porta!». Quella notte, l’aiuto allenatore si reca nella sua camera, si sdraia
sul letto accanto a lei e la tocca ovunque. Giulia è sotto choc e anche
molto delusa, ma non racconta a nessuno quanto le è accaduto.
si fa consigliare
sì
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Docenti, genitori, colleghi,
L’allenatrice ascolta attentamente per farsi un’idea generale,
esperti e altre persone contattano la società
senza porre domande suggestive
Il sospetto si conferma
Giulia racconta all’allenatrice quanto successo. È importante
che l’allenatrice:
ascolti attentamente e si annoti le parole esatte usate dalla ragazza.
Successivamente prendere appunti
non ponga domande dettagliate su quanto avrebbe fatto il sospettato.
chiede a Giulia se ha già raccontato l’accaduto a qualcuno.
L’allenatrice spiega alla ragazza di avere l’obbligo di chiedere consiglio
e le espone i passi successivi da compiere.
L’allenatrice spiega a Giulia i successivi passi da compiere
L’allenatrice si fa consigliare da persona di contatto/servizio
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di consulenza > Propone alla vittima di farsi aiutare
L’allenatrice informa la persona di contatto
Giulia è contenta che l’allenatrice cerchi aiuto. Quest’ultima chiede alla
ragazza quale sia il modo migliore per contattarla e Giulia le dà il suo
numero di cellulare.
Principio: cercare aiuto e lavorare in modo collaborativo
Chiederle il motivo del suo rifiuto
Proporle di mantenere l’anonimato
Giulia è d’accordo
L’allenatrice allora informa la persona di contatto nella società, la quale
a sua volta chiede il sostegno della federazione. Viene così decisa la
creazione di un gruppo d’intervento formato dal portavoce della federazione, dalla persona di contatto nella società e dalla presidente di
quest’ultima.
no
sì
La vittima è d’accordo
sì
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Ingaggiare o formare un gruppo di intervento
Definire le competenze
1. Priorità: alla vittima offrire l’assistenza di persone esperte
e competenti
2. Priorità: proteggere i membri della società
Chiarire il grado di coinvolgimento ed il sostegno
da parte della federazione
Verificare che il servizio di consulenza sia coinvolto
Tutto fila liscio. Il padre telefona alla persona di contatto nella società
e quest’ultima gli spiega a quale tipo di consulenza si può far capo in
questi casi. Dopodiché i genitori accompagnano Giulia all’Ufficio per
l’aiuto alle vittime.
Eventualmente designare un ufficio di mediazione
Designare un responsabile
Distribuire i compiti
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Compiti della società nei confronti dell’accusato
confronti della vittima
Comunicazione a società e opinione pubblica
Non mettere a confronto l’accusato con quanto accaduto
Designare un responsabile
Contattare Giulia
Non condurre delle indagini di propria iniziativa.
Verificare continuamente il bisogno d’informazione
Coinvolgere i genitori
Deve occuparsene la polizia
Scegliere un servizio di consulenza adatto, o eventualmente
Fare una distinzione fra ipotesi e fatti realmente accaduti
di assistenza
Garantire la tutela della personalità.
Valutazione approssimativa, eventualmente con servizio di
Discutere dell’accaduto solo con degli esperti
consulenza
nella vita della società
Designare una persona di contatto fra Giulia e la società
Garantire la tutela della personalità
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Provvedimenti del gruppo d’intervento
Provvedimenti del gruppo d’intervento
Apertura di un procedimento penale nei confronti
dell’aiuto allenatore
sì
no
nei confronti dell’accusato
Presa di posizione dell’allenatore nei confronti
Appurare esattamente la dinamica dei fatti
del procedimento
Eventualmente consigliare l’accusato
Sospensione dalle sue funzioni
Confronto con i fatti
Revoca di autorizzazioni, ad esempio licenza
Comunicazione a G+S
Presa di posizione sull’accaduto
Verifica interna e valutazione del caso da parte delle più
Evitare qualsiasi contatto con Giulia
Apertura di un procedimento penale
nei confronti dell’aiuto allenatore
Al termine del colloquio presso l’Ufficio per l’aiuto alle vittime, i genitori informano la persona di contatto nella società di aver deciso di
comunicare l’accaduto alla polizia. Viene così aperto un procedimento
penale per atti sessuali su minori nei confronti dell’aiuto allenatore.
Giulia, dal canto suo, continua a farsi seguire dall’Ufficio per l’aiuto
alle vittime.
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Assistere e sostenere Giulia nel processo di reintagrazione
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Compiti del gruppo d’intervento nei confronti
della vittima
L’allenatrice informa Gliulia non appena viene chiarito a quale servizio la
ragazza può rivolgersi (ad esempio: Ufficio per l’aiuto alle vittime) e le
comunica il nome della persona che si occuperà di contattare i suoi genitori. In un primo tempo la giovane non è sicura di voler informare i genitori ma poi si lascia convincere e propone di iniziare a parlarne con il padre,
che solitamente reagisce più tranquillamente della madre. In seguito, il
genitore potrà discutere con la persona di contatto o l’allenatrice.
Intervento
nei confronti dell’aiuto allenatore
Composizione ad hoc oppure sulla base di un preciso concetto
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La persona di contatto nella società viene informata
Compiti del gruppo d’intervento nei
no
Misure del gruppo d’intervento nei confronti
dell’aiuto allenatore durante il procedimento penale
Negli ultimi anni, l’aiuto allenatore aveva partecipato a campi sportivi
e a volte aveva pure condotto da solo delle sedute di allenamento. Sebbene in quel periodo non siano previsti campi di allenamento né impegni di sorta, il responsabile del settore giovanile viene comunque invitato a non rivolgersi a questo aiuto allenatore nel caso di un’assenza di
un allenatore. È ovvio che durante tutta la durata del procedimento
l’aiuto allenatore viene sospeso dalle sue funzioni e i suoi servigi non
verranno più richiesti dalla società. La presidente di quest’ultima lo
contatta telefonicamente e questi le conferma l’apertura di un procedimento penale nei suoi confronti ma rifiuta di esprimersi su quanto
accaduto. Da quel momento in poi comunicherà con la società solo
attraverso il suo avvocato. In linea di massima, tuttavia, accetta la misura sospensiva.
Evitare qualsiasi contatto con la vittima
alte istanze della società/federazione
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Sulla base delle direttive interne, definire gli obblighi verificabili
Comunicazione a membri della società
e metterli per iscritto. Se necessario decidere di adottare
Chi? (gruppo, juniori, genitori, società)
delle sanzioni, ad esempio
Come? (personalmente, per iscritto, seduta)
Ammonizione
Chi informa? (Allenatore, persona di contatto,
Sospensione
comitato, esperto)
Nel caso in cui non fosse accaduto nulla, procedere ad una
riabilitazione ed informare le persone e i servizi coinvolti
Espulsione
Comunicazione a opinione pubblica, stampa
Nessuna informazione
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Come rispondere alle domande della stampa
Comunicato stampa
Informazione
Il gruppo di intervento decide di informare i membri della società in
modo mirato. In un primo tempo, solo gli allenatori sono messi al corrente dell’accaduto e della sospensione dell’aiuto allenatore, in seguito
la situazione viene spiegata per lettera anche ai genitori dei giovani.
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Conclusione/valutazione
Nel corso della valutazione del processo d’intervento si osserva che è
stato possibile mettere in comunicazione Giulia con un servizio competente, nonché proteggere lei e gli altri giovani membri della società
da ulteriori abusi. L’allenatrice ha reagito in modo corretto ed esemplare, è riuscita a trattenere Giulia nel gruppo e la ragazza ha ritrovato la
voglia di giocare a pallavolo.
La valutazione ha tuttavia evidenziato che le persone che aiutano durante i campi sportivi e in varie attività svolte con i bambini non sono
informate a sufficienza sulle direttive interne.
La federazione controllerà se l’aiuto allenatore collabora anche con
altre società.
Chiusura del caso
Valutazione (cosa ha dato buoni risultati e cosa no)
Epilogo
Un anno e mezzo più tardi, l’aiuto allenatore viene condannato da un
tribunale. Sulla vicenda appare un breve articolo nel giornale.