Il ricambio generazionale oltre la crisi
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Il ricambio generazionale oltre la crisi
IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI Paolo Feltrin Roma, 30 maggio 2013 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI 2 INDICE L’attuale contesto socio-economico 3 La staffetta generazionale per età, qualifica e settore 17 Proposte e riflessioni conclusive 25 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI 3 INDICE L’attuale contesto socio-economico 3 La staffetta generazionale per età, qualifica e settore 17 Proposte e riflessioni conclusive 25 L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’attuale contesto mostra tre fenomeni in conflitto: è un’equazione che non torna. 1. Invecchiamento attivo (allungamento della permanenza nel mercato del lavoro) IMPLICANO 2. Elevato tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni, ma anche tra i 25 e i 34 anni) 3. Crisi economica e occupazionale IMPLICA La creazione di posti di lavoro La diminuzione/perdita di posti di lavoro L’equazione invecchiamento attivo e disoccupazione giovanile trova soluzione con la crescita e la creazione di posti di lavoro, cosa che l’attuale contesto economico non consente. 4 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Nel confronto europeo l’Italia è seconda solo alla Germania per indice di vecchiaia. Note: per l’Italia dati al Censimento 2011. L’indice di vecchiaia è dato dal rapporto tra la popolazione in età anziana (65 anni e più) e la popolazione in età giovanile (meno di 15 anni). Si tratta di uno dei possibili indicatori demografici adatto a misurare il livello di invecchiamento della popolazione. Fonte: elaborazioni su dati Istat (Noi Italia, gennaio 2013). 5 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Progressivo invecchiamento della popolazione italiana: diminuisce il peso dei giovani (0-14 anni) e aumenta quello degli anziani (65 e oltre). Note: per le ricostruzioni della serie storica dati al 1°gennaio; la serie storica dal 2002 al 2010 non tiene conto dell’esito del censimento 2011. Fonte: elaborazioni su dati Istat (censimenti della popolazione e delle abitazioni e serie storiche e previsioni Demo-Istat). 6 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO … e diminuisce il peso della popolazione attiva (15-64). Nel 1981 i giovani ammontano a poco più di 12 milioni, gli anziani a circa 7,5 milioni. Nel 2011 i numeri si invertono: 8,3 milioni di giovani e 12,4 milioni di anziani. La popolazione attiva riduce il suo peso passando dal 68,8% del 1991 al 65,2% del 2011. Le previsioni per il 2021 indicano un ulteriore incremento degli anziani. Fonte: elaborazioni su dati Istat (censimenti della popolazione e delle abitazioni e serie storiche e previsioni Demo-Istat). 7 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO L’evoluzione dell’occupazione per età è in linea con quanto si può osservare per la popolazione: diminuisce il peso dei giovani (15-24) a favore di un incremento del peso degli occupati nella fascia più anziana (55-64). Note: ricostruzione serie storica per 1983, 1993 e 2003. Per il 1983 valori stimati per la classe 55-64. Fonte: elaborazioni su dati Istat (rilevazione continua sulle forze lavoro). 8 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Nell’ultimo trentennio l’invecchiamento della popolazione e la crescita della scolarizzazione dei giovani, che entrano più tardi nel mercato del lavoro, hanno creato molti spazi vuoti nelle forze di lavoro. La diminuzioni di giovani e l’aumento di anziani determina una differenza negativa tra ingressi e uscite. Contrariamente al passato, nell’attuale congiuntura la demografia aiuta. Lo sbilanciamento demografico crea posti vacanti dovuti all’uscita dei lavoratori maturi che contribuiranno a riassorbire fisiologicamente parte della disoccupazione giovanile che si è creata nella fase acuta della recessione. Note: ricostruzione serie storica per 1983, 1993 e 2003; (a) valori stimati per la classe 55-64. Fonte: elaborazioni su dati Istat (rilevazione continua sulle forze lavoro). 9 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Bassi tassi di attività nelle fasce esterne delle forze lavoro: giovani e anziani. Progressivo incremento del tasso di attività tra i 55 e i 64 anni e brusco incremento del tasso di disoccupazione giovanile. In Italia si osserva un progressivo incremento dei livelli di attività degli anziani tra i 55 e i 64. Tra il 2011 e il 2012 si passa dal 39,5% al 42,6% (3 punti percentuali), a causa anche della recente riforma Fornero che ha innalzato i requisiti per l’età di pensionamento. Fonte: elaborazioni su dati Eurostat e Istat. 10 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO A seguito della recente riforma delle pensioni e per far fronte ad eventuali difficoltà finanziarie interne alla famiglia, molti lavoratori anziani prolungano la loro permanenza nel mercato del lavoro. La diminuzione degli inattivi si traduce in un aumento degli occupati per le forze lavoro più anziane e dei disoccupati per le forze più giovani. Molti più anziani prolungano quindi la loro carriera lavorativa. Fonte: elaborazioni su dati Istat (rilevazione continua sulle forze lavoro). 11 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Tasso di occupazione 55-64 per NUTS2. Anno 2010. Tassi molto bassi in Italia senza grossi divari territoriali. La Germania mostra tassi superiori al 55%, così come i paesi scandinavi e la Gran Bretagna. Fonte: elaborazioni su dati Eurostat (Regional Yearbook 2012). 12 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Tasso di disoccupazione 15-24 per NUTS2. Anno 2010. L’Italia, soprattutto l’area meridionale, presenta tassi di disoccupazione giovanile molto elevati , al pari di tutte le regioni spagnole. La Germania al contrario evidenzia bassi tassi di disoccupazione giovanile legati anche ad un sistema di formazionelavoro molto differente. Fonte: elaborazioni su dati Eurostat (Regional Yearbook 2012). 13 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO All’inizio del 2013 l’Italia è ancora dentro una grave recessione, la seconda in sei anni. La crisi è la più profonda dal dopoguerra. Alla fine del 2013 il gap rispetto al 2007 sarà superiore all’8%. Solo dal 2014 si stima, seppur debole, un ritorno alla crescita. Nota: dati provvisori 2011-2012 e previsioni 2013-2014 Fonte: elaborazioni su dati World Bank , Istat e previsioni CSC (marzo 2013). 14 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO Il 2012 ha visto un calo dell’occupazione. Dal 2008 ad oggi i posti di lavoro persi in Italia sono stati poco più di 506 mila, mentre i disoccupati sono aumentati di un milione di unità. Nei primi mesi del 2013 i disoccupati in Italia raggiungono valori record toccando quota 3 milioni. Note: dati mensili in migliaia, destagionalizzati e provvisori. Fonte: elaborazioni su dati Istat (aprile 2013). 15 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI Il tasso di disoccupazione sfiora l’11% nel 2012, toccando i valori massimi di metà anni ‘90. Preoccupanti le condizioni per i giovani: uno su tre, tra le forze lavoro, è disoccupato, mai così dal 1977. Note: ricostruzione della serie storica Istat. Fonte: elaborazioni su dati Istat e previsioni Confindustria per 2013-2014 (dicembre 2012). L’ATTUALE CONTESTO SOCIO-ECONOMICO 16 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI 17 INDICE L’attuale contesto socio-economico 3 La staffetta generazionale per età, qualifica e settore 17 Proposte e riflessioni conclusive 25 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI LA STAFFETTA GENERAZIONALE PER ETA’, QUALIFICA E SETTORE Come risolvere l’equazione che non torna? 1. Invecchiamento attivo (allungamento della permanenza nel mercato del lavoro) IMPLICANO La creazione di posti di lavoro 2. Elevato tasso di disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni, ma anche tra i 25 e i 34 anni) 3. Crisi economica e occupazionale IMPLICA La diminuzione/perdita di posti di lavoro La soluzione dell’equazione difficilmente può essere una sola, vista la portata del problema ed il numero di variabili che interagiscono. La risoluzione comporta un insieme di azioni che agiscono contemporaneamente sulle tre “variabili” in questione. La staffetta generazionale è una delle azioni. 18 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI LA STAFFETTA GENERAZIONALE PER ETA’, QUALIFICA E SETTORE La staffetta generazionale ci si aspetta agisca uniformemente per qualifica e settore? (1) Settore pubblico Settore privato Lavoratori anziani (50+) Giovani disoccupati o inattivi (18-25) Lavoratori anziani (50+) Giovani disoccupati o inattivi (18-25) ALTA (magistratura, sanità, università, alta dirigenza) NO SI NO SI MEDIA (impiegati, professioni tecniche, prof. qualificate) SI SI SI SI BASSA (operai, prof. non qualificate) NO SI SI NO Qualifica SI INDICA CHE ACCETTA LA STAFFETTA; NO CHE NON ACCETTA LA STAFFETTA 19 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI LA STAFFETTA GENERAZIONALE PER ETA’, QUALIFICA E SETTORE La staffetta generazionale ci si aspetta agisca uniformemente per qualifica e settore? (2) Il patto generazionale rischia di non funzionare, in quanto i lavoratori anziani, soprattutto nel pubblico, hanno forti disincentivi socio-economici ad abbandonare il loro posto di lavoro. CASO 1: QUALIFICA ALTA CASO 2: QUALIFICA MEDIA Politiche di incentivo al pensionamento Politiche attive che incentivino il lavoratore anziano a svolgere una mansione di tutoraggio per il lavoratore giovane in entrata. Per i dipendenti pubblici si può pensare anche alla costituzione di una Commissione nazionale che valuti la staffetta caso per caso. Il patto generazionale funziona Politiche attive di riqualificazione e ricollocamento che incentivino il matching tra domanda e offerta. 20 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI LA STAFFETTA GENERAZIONALE PER ETA’, QUALIFICA E SETTORE La staffetta generazionale ci si aspetta agisca uniformemente per qualifica e settore? (3) Il patto generazionale rischia di non funzionare, quale è la propensione ad uscire dei lavoratori anziani pubblici, soprattutto al sud? Dall’altro i giovani accettano mansioni poco qualificate nel privato a fronte di un innalzamento della scolarità? CASO 3: QUALIFICA BASSA Politiche di ricollocamento per i lavoratori disponibili a ricoprire mansioni con bassa qualifica (ad esempio immigrati) Politiche di orientamento formazione on the job Politiche volte alla crescita della produttività (tecnologia) in modo da creare posti di lavoro per qualifiche medie Si può “adattare” la staffetta generazionale: 1. Dal lato dei lavoratori anziani introducendo degli strumenti di prepensionamento in modo da accorciare l’età di permanenza nel mercato del lavoro; 2. Dal lato dei giovani allargando l’età di accesso alla staffetta generazionale passando ad esempio da 18-29 a 18-34. 21 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI LA STAFFETTA GENERAZIONALE PER ETA’, QUALIFICA E SETTORE Lavoratori destinatari della staffetta generazionale. Dati al 2012. Requisiti principali dei destinatari della misura LAVORATORI GIOVANI 18-25 ANNI (fino a 29 anni se in possesso di laurea) LAVORATORI MATURI 50 ANNI E OLTRE Dati forze lavoro nel 2012 Disoccupati 15-25 + Inattivi 15-25 = Totale 15-25 Disoccupati 25-29 (con laurea) + Inattivi 25-29 (con laurea) = Totale 25-29 (con laurea) Totale 15-29 (a) 610.674 4.309.259 4.919.933 99.663 253.091 352.753 5.272.686 Note: (a) informazioni non disponibili dai 18 anni. L’ipotesi è da considerarsi di massima. Fonte: elaborazioni su dati e Istat. Occupati 50+ = 6.441.659 Di cui: Occupati 50+ dipendenti = 4.456.954 Occupati 50+ indipendenti = 1.984.705 22 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI LA STAFFETTA GENERAZIONALE PER ETA’, QUALIFICA E SETTORE Lavoratori 50+ per qualifica (livello 1), settore di attività e posizione. Dati al 2012. Note: classificazione delle professioni 2011. I lavoratori pubblici sono identificati dai settori: amministrazione pubblica, difesa, assicurazione sociale, istruzione e sanità. Fonte: elaborazioni su dati e Istat. 23 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI Disoccupati e inoccupati 15-29 per titolo di studio. Note: informazioni non disponibili dai 18 anni. In evidenza i giovani potenzialmente coinvolti nella staffetta. Fonte: elaborazioni su dati e Istat. LA STAFFETTA GENERAZIONALE PER ETA’, QUALIFICA E SETTORE 24 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI 25 INDICE L’attuale contesto socio-economico 3 La staffetta generazionale per età, qualifica e settore 17 Proposte e riflessioni conclusive 25 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI PROPOSTE E RIFLESSIONI CONCLUSIVE Proposte per la staffetta generazionale. 1. Monitorare l’andamento della staffetta generazionale tenendo conto dello schema presentato. Analizzare quindi l’andamento per ciascuna cella creata dall’incrocio qualifica/settore. Nel caso di media e bassa qualifica si può potenziare la staffetta: 2. trasferimento degli ammortizzatori sociali lungo la filiera produttiva prendendo in esame alcune buone pratiche aziendali: ponte generazionale tra “parenti” all’interno della stessa azienda 26 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI PROPOSTE E RIFLESSIONI CONCLUSIVE Un’ipotesi di patto generazionale: la trasferibilità degli ammortizzatori sociali lungo la filiera produttiva (1). Data la lentezza della ripresa e considerato che il numero atteso di lavoratori uscenti per motivi di età è superiore a quello degli entranti (il saldo del ricambio intergenerazionale è negativo). È auspicabile modernizzare il sistema di ammortizzatori sociali per tener conto di questa occasione. Infatti è possibile ipotizzare un sistema che, senza pesare sulle casse dello stato, coniughi politiche attive e passive in un nuovo strumento per il mercato del lavoro. La trasferibilità degli ammortizzatori sociali lungo la filiera produttiva: nelle imprese in cui vi sia la presenza di lavoratori prossimi alla pensione si potrebbe trasferire a titolo di pre-pensionamento gli ammortizzatori sociali (indennità di disoccupazione, CIG e o mobilità) spettanti a lavoratori “giovani” dipendenti in altre imprese. In questo modo si potrebbero creare le premesse finanziarie per sostituire i dipendenti maturi in posizioni non ridondanti con lavoratori giovani in eccesso. 27 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI PROPOSTE E RIFLESSIONI CONCLUSIVE Un’ipotesi di patto generazionale: la trasferibilità degli ammortizzatori sociali lungo la filiera produttiva (2). Con questo strumento si riuscirebbe a: non impattare sulle casse dello stato, in quanto nella pratica si cambierebbe l’erogazione di un ammortizzatore sociale spettante ad una persona, con un assegno di prepensionamento erogabile ad un’altra diminuzione dei costi di searching per sostituire il lavorator uscente diminuzione dei costi di training, in quanto nei limiti del possibile si sostituiranno lavoratori simili, in termini di settore e mansioni diminuzione dei costi legati alla riduzione del personale per le aziende con lavoratori in esubero, che quindi potrebbero aver incentivo a finanziare tutta l’operazione diminuzione dei costi sociali (psicologici, ma anche in termini di potenziali di spesa) legati al fatto di vivere con gli ammortizzatori sociali diminuzione del lavoro nero, della precarietà e del livellamento verso il basso delle condizioni di lavoro. 28 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI PROPOSTE E RIFLESSIONI CONCLUSIVE Ponte generazionale nelle aziende Veneto Banca La riorganizzazione ha contato a fine 2012 cinquanta uscite per accesso a pensione o fondo di solidarietà e proseguirà nel 2013 e 2014 con altre 125, prevede al tempo stesso «la stabilizzazione di altrettanti rapporti lavorativi per favorire l'occupazione giovanile», mentre Luxottica pensa a "svecchiare" la forza lavoro consentendo uscite volontarie incentivate a fronte di nuovi – giovani – ingressi. Luxottica Luxottica pensa a "svecchiare" la forza lavoro consentendo uscite volontarie incentivate a fronte di nuovi – giovani – ingressi. Aquile blu" di Trentino Sviluppo Nate sei anni fa, dall'idea innovativa di non disperdere il patrimonio di esperienza di imprenditori e manager in pensione; dal 2006 trenta di loro in 252 imprese hanno contribuito ad avviare 98 progetti di innovazione in azienda. 29 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI PROPOSTE E RIFLESSIONI CONCLUSIVE Riflessioni conclusive: il calo dell’occupazione è sicuramente il fronte sociale più pericoloso aperto dalla crisi. Nell’immediato futuro si accentuerà un problema nuovo, mai affrontato fino ad oggi: l’allungamento della speranza di vita e quindi l’equilibrio nel mercato del lavoro tra giovani e vecchi. In parallelo si pone il problema delle economie avanzate: il disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e quelle offerte dai lavoratori. Le proposte vanno nella direzione di dare una risposta alle due questioni in prospettiva di piena occupazione. L’equilibrio generazionale ha bisogno di essere perseguito costruendo meccanismi di ricambio, distribuendo gli oneri complessivi equamente tra gli attori coinvolti, favorendo l’invecchiamento attivo e la valorizzazione delle esperienze e del sapere. La staffetta generazionale ha l’opportunità di ottenere più risultati: occupazione rinnovamento rilancio riposizionamento 30 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI PROPOSTE E RIFLESSIONI CONCLUSIVE Riflessioni conclusive: l'invecchiamento è un fattore chiave. C'è un problema anche di stereotipi, che vedono un lavoratore anziano come improduttivo: le osservazioni non mostrano differenze significative, mentre sono sicuramente più rispettosi delle regole, più propensi a far proprio il punto di vista dell'organizzazione e meno ad assumere atteggiamenti controproducenti come assenteismo e denigrazione. È vero che alcune capacità cognitive si indeboliscono ma aumenta la capacità di attivare reti e coordinare altre persone, di selezionare obiettivi e priorità, di migliorare le performance tramite l'esperienza. Altrettanto comune è il pensiero che la motivazione venga meno: in realtà non c'è un ribasso, ma un cambiamento. Con l'età cresce l'orientamento a reggere lo stress, usare le competenze acquisite, aiutare gli altri, tutti dati che influenzano il clima organizzativo. Prendiamo il caso dello stabilimento della Bmw a Dingolfing: qui lavorano 4mila persone, over 50, e dal 2007 l'azienda ha adottato un modello organizzativo che punta a conciliare gli obiettivi ambiziosi di produttività con la tipologia di lavoro e le esigenze di chi non è più giovane. Un esperimento premiato dai risultati: la produzione è cresciuta del 7%. Per le aziende il patto generazionale può essere un importante investimento formativo, se il lavoratore "anziano" dedica il 20-30% del suo tempo alla formazione del lavoratore più giovane. 31 IL RICAMBIO GENERAZIONALE OLTRE LA CRISI PROPOSTE E RIFLESSIONI CONCLUSIVE Riflessioni conclusive: il patto generazionale può favorire la crescita e attenuare la crisi. Bisogna sgombrare il campo dall’illusione che il problema occupazionale possa risolversi con un patto tra generazioni. È scorretto sostenere che i giovani trovino lavoro nella misura in cui i lavoratori più anziani liberano posti andando in pensione. Le economie non sono scatole rigide che forniscono occupazione solo ad un numero fisso di persone: il totale è variabile e dipende da molti fattori, gli stessi che creano crescita e decrescita: competitività, innovazione, capitale umano, diritto del lavoro… Dove questi fattori si combinano in modo virtuoso l’occupazione aumenta per tutti. La crisi che stiamo attraversando è molto grave ed è irragionevole lasciare qualcosa di intentato. Il passaggio dal tempo pieno al part-time può diventare uno dei percorsi normali di ritiro graduale dal lavoro. Se fosse in grado di rimuovere gli ostacoli organizzativi e culturali alla cosiddetta flessibilità buona, lo schema di staffetta potrebbe svolgere una funzione positiva. La questione dell'invecchiamento attivo è centrale in questo momento non solo perché i lavoratori resteranno in azienda sempre più a lungo, e quindi bisogna pensare per loro a nuovi modelli di impiego che tengano conto dell'età avanzata, ma anche perché potranno essere una risorsa fondamentale per l'intera società anche al di fuori dei contesti aziendali. Il ponte generazionale sigla un nuovo patto tra aziende, lavoratori anziani e giovani. I primi saranno invogliati e facilitati ad assumere gli ultimi, mentre i secondi metteranno a disposizione di entrambi, competenze strategiche per la crescita delle imprese. 32 www.tolomeoricerche.it