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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 e 3, CB-NO 7 NOVARA n°3 anno 2009
N°2
Anno 2015
Periodico quadrimestrale di informazione
della Sezione CAI di Borgomanero
www.cai-borgomanero.it
EDITORIALE
SENTIERI e SEGNALETICA
Monti dell’Atlante
MAROCCO
Per il CAI i sentieri sono l’anima del turismo sostenibile ed accessibile perchè aiutano lo sviluppo economico e
culturale delle località montane, in tutte le stagioni.
I sentieri sono anche importanti per promuovere la nostra
biodiversità: l’Italia ha paesaggi culturali ed ambientali di
rara bellezza ed è ricca di produzioni enogastronomiche
di eccellenza.
È tempo di impegnarsi con decisone: le nostre montagne
sono un patrimonio fragile che necessita di costante tutela e manutenzione.
Per questi motivi il CAI, di concerto con le altre associazioni ambientaliste, ha l’obiettivo di regolamentare la frequentazione indiscriminata dei mezzi motorizzati per fini ludici sui sentieri, dell’eliski e di nuove pratiche che si
stanno lentamente affacciando, come l’elialpinismo e l’elibike. Ma soprattutto è necessario far rispettare le regole. Una delle strade, per il CAI, è la formulazione di una
nuova definizione giuridica di sentiero, unica a livello nazionale, come via che può essere percorsa solo a piedi o in
mountain bike.
Un giorno, lungo un sentiero dove stavamo “rinfrescando”
la segnaletica orizzontale, incontrammo un giovane escursionista. Vedendoci disse: “mi ero sempre chiesto che faccia avesse chi segnava i sentieri”. Rispondemmo un po’
divertiti e un po’ arroganti: quella di tutti i giorni. Quella
di tutti quegli escursionisti che “spendono un po’ del loro tempo per aiutare gli altri” a non perdersi in montagna.
Lo sapete che ogni anno la nostra Sezione è impegnata
nella manutenzione dei sentieri nel parco del Devero?
Immagino sappiate che ogni anno almeno una volta in modo ufficiale, ma altre volte in modo spontaneo, sul nostro
programma predisponiamo un’uscita per la segnaletica a
cui aderiscono pochi soci. Aspettiamo dunque anche il vostro contributo per migliorare il nostro apporto a quel territorio ed evitare che qualcuno non si perda sulle nostre
montagne.
Il Cai di Borgomanero ha organizzato dal 4 al 13 agosto un
trekking in Marocco, sulle montagne del Grande Atlante,
attraverso le storiche piste che collegavano i villaggi berberi, popolo con una cultura e una storia di oltre 3000 anni. Siamo partiti in 19 escursionisti e in un torrido pomeriggio d’estate siamo stati catapultati in una realtà caotica,
incuriositi da un modo di vivere molto diverso dal nostro.
La città di Marrakesh, città rosa del Marocco, ci ha accolto nel suo tipico mercato, il souk, con i suoi vicoli, le sue
piazzette tra cui quella famosissima con i nidi di cicogna e
le sue innumerevoli bancarelle di spezie, artigianato, pelletteria, essenze, incantatori di serpenti. Altro punto caratteristico della città è la piazza principale che si anima
dopo il tramonto e dove è tutto un accendersi di fuochi e
profumi dai chioschi che preparano la cena. Tra le tante
bancarelle una in particolare ci ha stupiti: dentiere di varie misure, pronte per essere “imboccate”. Risparmio garantito volando a Marrakesh! Carrozze trainate da cavalli
ci hanno accompagnato alla scoperta della “città nuova”
e della “medina”, la parte più antica della città, evidenziando contrasti tra la modernità e la tradizione. Lasciata la città è iniziato il nostro trekking, in compagnia di
una carovana di muli. La levataccia del giorno seguente
ci ha permesso di arrivare al passo adi oltre 3700 metri e
scendere al rifugio Toubkal, punto di partenza per la cima
omonima, la più alta del Nord Africa con i suoi 4167 metri. Partiti al mattino presto, senza particolari difficoltà abbiamo raggiunto la vetta attraversando un paesaggio arido
ma suggestivo, ben diverso dalle nostre montagne. Il giorno successivo siamo scesi a Imnil, punto di partenza e arrivo del nostro trekking. In serata siamo stati ospiti presso
la “gite d’etape”,dove la guida ci ha riservato una cordiale ospitalità, con tipica cena berbera e tanta allegria. Dopo
una lunga e caldissima notte a Marrakesh siamo ritornati alle nostre case : è stata un’esperienza fuori dai percorsi turistici, a contatto con la gente e i costumi del luogo.
il pennino
I partecipanti
TURKEY TREK
(Stralcio da un servizio sul CAI dell’Istituto Luce
dell’ 8 giugno 2015)
Il 30 maggio un manipolo di 15 escursionisti del CAI di
Borgomanero e sezioni limitrofe hanno affrontato con virile e femminile ardimento l’arduo cimento dei monti Tauri
in Turchia. Giunti alle pendici di tali esotiche alture hanno dovuto ahimè riconoscere che le promesse ebbrezze di
tali vette diventavano pressocchè inespugnabili. Non certo per manchevolezza d’animo dei nostri prodi né per inadeguatezza fisica degli stessi, che temprati dall’esperienza
e dalla fatica erano ben determinati a raggiungere l’obbiettivo. L’inclemente temperatura, la pioggia persistente,
la neve sulle cime, lo scatenarsi violento dei temporali, la
volatilità dei sentieri nonché la sopraggiunta inabilità fisica della guida indigena, vittima di una inopportuna slogatura, hanno fatto vacillare alquanto la granitica determinazione dei nostri. Dopo un’ultima notte in tenda esposti alla
furia violenta delle tempeste elettriche e sonore, il feroce
belare delle greggi, il vago sentore dei lupi, l’abbaiare non
rassicurabile dei molossi, l’inquietante presenza dei ghignanti pastori, la perseverante umidità che agguantava le
ossa dei nostri non più giovani coraggiosi, è stato concordemente deciso di rinunciare all’impresa per volgere altrove le rimanenti forze in campo.
Con strategica ritirata, condotta con ineccepibile rigore
dai validi escursionisti si è optato per la vicina regione
della Kappadocia dove i nostri hanno dimostrato eccezio-
nali doti di flessibilità e capacità d’adattamento. Rinunciando così ai romantici pasti in quota, costituiti dalle succose barrette integrative, i validi escursionisti non si sono
persi d’animo di fronte alle insidiose mollezze dei ristoranti turchi, dove la pregevole cucina locale è stata ben
metabolizzata dai nostri ardimentosi. Nello stesso modo le
eccitanti notti in tenda sono state coraggiosamente sostituite da quelle in albergo, senza manifestare mai eccessiva amarezza. Gran forza d’animo quella dimostrata da tali
valorosi, nei quali l’inflessibile spirito di corpo, che contraddistingue sempre i nostri tesserati, mai ha esposto
sentimenti di disappunto per la mancata avventura alpinistica! I piacevoli dislivelli della Kappadocia sono stati infatti affrontati con lo stesso spirito di sacrificio dei più
arcigni Tauri. La Kappadocia si è rivelata regione suggestiva, ricca di una incantevole e fiabesca morfologia fatta
da pinnacoli, abitazioni rupestri e rocce colorate e vezzeggiata all’alba dall’effervescente spettacolo di un centinaio di mongolfiere. Mai rinuncia si rivelò più azzeccata, in
quanto l’apprezzamento di tale nuovo programma è stato
unanime. La Kappadocia è regione di spettacolare fascino che ben si presta ad entusiasmanti impegni sportivi sia
ciclistici che escursionistici, crogiolo di storia, arte, cultura e natura nonché incrocio di tradizioni religiosi spesso
mal conciliatesi. I quindici hanno fatto ritorno in Italia domenica 7 giugno, comunque appagati dalle meraviglie viste e determinati a concludere sui monti locali i dislivelli inespressi.
Fiorenzo e gli altri.
IL CAI SI MUOVE
Piena estate. I mesi di giugno e luglio vedono la nostra Sezione impegnata nelle escursioni più impegnative dell’anno.
Con la giornata dedicata alla segnaletica nella splendida alpe Devero alla fine di giugno e la successiva
uscita in Valsesia con la traversata dalla bocchetta di Strienghi al colle d’Egua (grande partecipazione con oltre 60 soci) si è guardato alle uscite di luglio con grande interesse. Il primo appuntamento in
Valle Aosta con il monte Roisette (m 3334) .partenza
dalla incantata conca di Cheneil con giro ad anello,
confortata da una splendida giornata dove il Cervino ci ha…accompagnato durante tutta l’escursione.
Non succede sempre.
Complicata invece l’uscita al Corno di Cavento nel
gruppo dell’Adamello per ricordare i cento anni della 1° guerra mondiale. Sospesa per difficoltà tecniche. La lunga discesa attraverso il ghiacciaio è risultata alla prova più impegnativa del previsto, inoltre i
crepacci aperti dovuti all’isoterma (zero gradi) molto
alta hanno sconsigliato la gita.
Pronta risposta con un itinerario alternativo e collaudato in valle Aosta dove oltre una ventina di soci hanno raggiunto la Punta Pousset sopra Cogne.
Il nostro Cai è sempre pronto a risolvere con immediatezza e qualità le problematiche di una escursione annullata. In questi giorni “…le ultime tappe del
tour del Monte Bianco” dalla val Veny alla val Veny
con un giro attorno alla montagna più alta d’Europa, a conclusione di un tour iniziato tre anni fa che
per tappe a fatto il periplo del Bianco. Siamo già ad
agosto ed il Cai si muove ancora. Marocco, i monti
dell’Atlante da Marrakesh, dal 3 al 11 agosto.
In mezzo la tradizionale grigliata all’alpe Pianello (2
agosto), fare festa al rifugio, una simpatica tradizione dove hanno veramente partecipato in tanti.
E siamo alla fine del mese, l’ultimo trekking dal Sempione alla Formazza dal 20 al 23 agosto, pochi iscritti per la verità per un trek che riguarda proprio il nostro “ conosciuto”, ma non troppo, territorio. Tutto
bene, anzi benissimo, se non l’ultimo giorno dove al
risveglio al rifugio al Vannino una insistente pioggerella ci ha costretto ad una discesa anticipata. Fine agosto in val Bognanco, al Pizzo Giezza la più alta cima della zona, poi al Sempione al Laggin Bivak
con un giro ad anello sull’altipiano di Hosaas. Altri appuntamenti si susseguono ancora sino alla fine
dell’anno, seguiteci sui nostri programmi e sul sito
www.cai-borgomanero.it .
NEWS BREVI
- in sede sono in vendita le cartine scala 1:25.000
della Valle Antrona (1 cartina) e della Valle Anzasca (2
cartine ) – prossimamente sarà disponibile anche la prima della Valle Formazza sempre in scala 1:25000
NOZZE
Il nostro Socio e Consigliere Fabrizio Platini si è unito in
matrimonio con la nostra Socia Stefania Fontaneto. La cerimonia, bella e suggestiva, si è svolta nella Chiesa del Sacro Monte di Orta il 16 maggio in una radiosa giornata. Agli
sposi tanta felicità da parte della redazione de “La Traccia”.
ELEZIONI.
Cari lettori, soprattutto cari Soci, il tempo passa e quasi non ce ne accorgiamo. Alla fine di novembre saremo
chiamati, TUTTI, ad esprimere le nostre preferenze per il
rinnovo del Consiglio Direttivo. Sono già passati tre anni
dall’ultimo appuntamento e come prevede lo Statuto Sociale il Consiglio ha bisogno di rinnovi e di conferme al
fine di proseguire serenamente il proprio operato a favore di tutta la nostra Sezione. Sarà recapitata a suo tempo
la convocazione con le regole da rispettare per dare continuità al lavoro del Consiglio.
LUTTO
“I quei giorni mi sono sentita leggera di pensiero e alta
nello spirito; forse non e neppure questo, l’unica parola
valida è che mi sono sentita alpinista”
Parole di Giuseppina Cerri, una delle cento donne del
Rosa, che nel lontano 1960 unitamente ad altre donne
salì la nostra montagna più bella. Segreteria della nostra
Sezione negli anni 1957-63, sempre socia del sodalizio tanto da conquistare l’aquila d’oro dei soci 50ennali,
Giuseppina ci ha lasciato proprio in questi giorni di calura estiva. A lei il nostro ricordo per quello che ci ha dato.
Asfodeli
e Galli Cedroni
Eravamo in pochi il 15 giugno, i “meglio” erano in Turchia, in Grecia, in Sicilia, in Corsica, a Malta o a casa.
Siamo andati in Valsesia, a Scopello, a cercare gli asfodeli ove li avevo visti, tanti anni fa, salendo al monte Ventolaro. Splendidi fiori selvaggi, grandi e dalla fioritura prolungata. Dicono siano comuni, ma ricordo solo un posto
dove crescono numerosi: l’alpe Chioso Nero.
Siamo saliti a Frasso, lindo paesino su di un balcone affacciato sulla valle, poi all’alpe Chioso Nero. Gli asfodeli c’erano ancora, anche se nella fase terminale della loro lunga fioritura. Le campanelle bianche striate di nero
erano solo nella parte alta della spiga fiorale.
Qualcuno è salito all’alpe Scotto ed alla bocchetta di
Scotto incontrando asfodeli nel pieno della fioritura.
Scendendo ci siamo fermati all’alpe Pian d’Ovasco,
splendido alpeggio con vista sulla valle e le montagne di
Mera, con i prati ben curati e pieni di fiori di tutti i colori.
La grande baita dell’alpe è ben manutenuta. Il proprietario ci ha spiegato di essere riuscito ad eliminare dai suoi
prati gli asfodeli, considerati infestanti.
Saputo che arrivavamo da Borgomanero ci ha subito apostrofati, ridendo: siete degli originali, voi di Borgomanero. Alla richiesta di spiegazioni ci ha raccontato dei
tempi in cui uno o due soci del CAI di Borgomanero arrivavano spesso da lui, in questo alpeggio, in cerca del
Gallo Cedrone, ma non lo hanno mai trovato. Sulle nostre
montagne non c’è più da molto tempo il gallo cedrone, ma
forse come altri animali ritornerà, per questo, forse, dobbiamo riprendere noi la ricerca del Gallo Cedrone!
ASFODELO è il nome dato dagli antichi greci a questo
fiore. Il pallido colore dei suoi fiori associò l’asfodelo,
nella fantasia dei Greci, col regno dei morti: se ne offrivano corone a Persefone e ad altre divinità ctonie, e secondo Omero le ombre dei trapassati si aggirano nell’Ade
su prati di asfodelo (Od., XI, 539, 573). L’asfodelo era coltivato sulle tombe forse anche per la credenza che i morti se ne cibassero: infatti le radici erano
considerate dai Greci come un cibo non pregiato ma nutriente (cfr. Esiodo, Op., v. 41, che lo ricorda insieme con
la malva); gli si attribuivano altresì poteri antivenefici.
Gli asfodeli sono appartenenti alla grande famiglia botanica delle Liliacee assieme ad altri vegetali commestibili
come, per esempio, l’aglio, la cipolla, il porro e l’asparago; sono piante abbastanza frequenti nei prati, nei pascoli e nei boschi, sia in pianura che sui rilievi di tutta Italia.
Le parti erbacee più tenere e le radici tuberose di queste
specie sono mangerecce, senza controindicazioni.
Gli asfodeli amano i prati soleggiati e sono invadenti nei
terreni montuosi con rocce affioranti e nei terreni soggetti a pascolo eccessivo, perché le loro foglie al contrario di
altre piante erbacee si rigenerano in continuazione anche
se vengono mangiate dagli erbivori.
Ugo Zanetta
ATTORNO
AL MONTE BIANCO
Il tour attorno al Monte Bianco effettuato lo scorso anno
lungo il tratto Courmayeur – Chamonix presupponeva, come logico completamento, la chiusura dell’anello, con arrivo al punto di partenza.
Nei giorni 24, 25, 26 luglio un bel gruppo di partecipanti,
veterani e novizi, con la guida collaudata di Emilio e di Franco ha portato a termine l’impresa, articolata in tre tappe.
Ogni giornata è stata contrassegnata da una particolare
peculiarità, di carattere escursionistico, paesaggistico ambientale, storico - culturale, che ha compensato la fatica del cammino.
Il balzo in funivia a Bellevue (un nome, una garanzia) ci ha
liberati dalla cappa di caldo di questo luglio rovente e ci
ha introdotti in un mondo di fresche brezze, di verde riposante, di spazi sconfinati, aperti in orizzontale verso vallate, valichi, colli e in verticale verso ghiacciai, creste, denti, guglie. Il Gigante delle Alpi si è fatto ammirare in tutta
la sua magnificenza; le diverse prospettive di osservazione ne hanno messo in evidenza pinnacoli e cuspidi, pareti e dirupi, ghiacciai e morene, bivacchi e ricoveri d’alta quota … persino cordate di alpinisti in ascesa verso la
vetta. Il continuo saliscendi, caratteristica costante dell’i-
Crediti Fotografici:
pag 1 Gianni Saccardo - pag 2-3 archivio sezionale - pag
4-6 Giuseppe Iacona - pag 5 Ugo Preti.
tinerario, ci ha regalato delizie sensoriali: colori di erbe in
esuberante fioritura, musicalità di ruscelli chiacchierini e
di cascate fragorose, odore di bosco e di fumo, trasparenze
speculari di laghetti, alito di vento e carezze del sole sulla
pelle, contatti ravvicinati con gli stambecchi …
Con emozione abbiamo percorso la strada scavata nella roccia dai Romani per collegare, attraverso il Passo
Bonhomme, le regioni dell’antica Gallia con l’Italia, passando accanto al santuario di Notre Dame de la Gorge,
adibito fin dal Medioevo a luogo di ricovero e di assistenza
per i viandanti in transito. Anche noi, come loro, abbiamo
dovuto sostare presso i rifugi Nant Borrant e Chalet des
Mottes. Ci siamo ristorati con piatti tipici della tradizione
culinaria locale, abbiamo consolidato i legami di amicizia
nel gruppo e allargato la cerchia relazionale a occasionali
compagni di viaggio provenienti da vari continenti, abbiamo fruito di alcune performances artistiche, messe in atto
lì per lì da qualcuno di noi, di forte effetto sul clima della serata. Siamo tornati a casa rigenerati dal contatto con
la montagna, che esibisce le tracce della sua storia ancestrale accanto ai manufatti tecnologici dell’ultima ora, che
rassicura con la regolarità dei suoi cicli biologici e stagionali e spaventa con lo scatenarsi di eventi imprevedibili e
incontrollabili, che ostenta indistruttibile fortezza per scoprire la sua disarmante fragilità al minimo squilibrio ambientale. Una montagna da godere e da difendere.
“La Traccia”, periodico quadrimestrale della sezione di Borgomanero del Club
Alpino Italiano, C.so Mazzini, 74 - Borgomanero (NO)
Tel. 0322.834260 - email: [email protected] - www.cai-borgomanero.it
Registrazione del Tribunale di Novara nr. 382 del 6 aprile 2009
Direttore Responsabile: Gianni Cometti.
Hanno collaborato a questo numero: Gianni Fioramonti, Laura Noro.
Stampa: www.saccardotipografia.net