H2OG - Comune di Dolo

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H2OG - Comune di Dolo
Autore: Alvise Ossena
Scuola Primaria – Venezia
H2OG
Quella sera la taverna “El Toro” contrariamente al solito, brulicava di persone, come se
qualche importante avvenimento fosse avvenuto o stesse per succedere.
Era una vecchia osteria, poco illuminata, con un lungo bancone di legno divorato dai tarli,
vecchie botti e bottiglie di vino ovunque, le pareti erano di mattoni rossi , non c’ erano quadri, ma
solo delle targhe con scritto: “Vietati canti e suoni”, “Qui non si viene per ridere, ma per bere” e
“Acqua solo per uso esterno”.
Seduti ad un tavolo c’erano il sindaco, lo sceriffo, l’ avvocato, il prete e il medico.
Tutti parlavano a voce alta e dicevano preoccupati:
“Cosa sta succedendo a Scortes City ?”
“Non capisco, non lo capisco proprio!”
“Le strade sono pulite”
“Gli autobus non arrivano mai in ritardo”
“Nessuno prende più la multa”
“I bambini fanno tutti i compiti e non prendono più note”
“Nessuno è più depresso”
“Tutti pagano le tasse”
“La gente è talmente buona che non viene più a confessarsi”
“I cani non fanno più la cacca per strada anzi, la fanno, prendono un fazzoletto e la vanno a buttare
nei cestini”
“I ladri entrano nelle case e lucidano l’argenteria”
“Gli automobilisti si fermano e aiutano le vecchiette ad attraversare la strada”
“Gli adolescenti non scrivono sui muri, ma li ridipingono”
“Tutti sono gentili ed educati, nessuno litiga più … Signori, siamo rovinati! Se continua così
resteremo disoccupati !!!”
“Anch’ io non faccio più affari, qui non viene più nessuno a bere vino per dimenticare!”
disse una voce stridula che si avvicinava al tavolo delle “autorità”.
Era Giustino, l’oste, un vecchietto basso e magrolino, pelato e senza denti, che tutti, per
prendere in giro, chiamavano “ El Toro”.
“La situazione è disperata, qui a Scortes City non c’è nessuno che possa risolvere questo
mistero” - disse l’ avvocato.
“Ci vuole un detective di un’altra città, so che c’è un certo Sherlock Tont a Citrullonia” rispose il medico.
Il giorno dopo le “autorità” decisero di andare da questo famoso detective.
Sherlock Tont in realtà si chiamava Mario Spaghetti, era uno studente iscritto all’università da
dieci anni, ma ripeteva lo stesso esame dal primo anno: veniva sempre bocciato. Un giorno al
mercatino aveva trovato dei vestiti come quelli del famoso detective e da allora si vestiva sempre
così.
Tutti lo prendevano in giro dicendogli : “Ma guardatelo, chi si crede di essere ? Sherlock
Tont ?!”. Così Mario ebbe un lampo di genio. Attaccò un cartello sul suo garage con una scritta
“Sherlock Tont investigazioni”, ma nessuno fino a quel giorno gli aveva affidato un caso.
Quando le “autorità” entrarono nel suo garage e gli spiegarono che avevano bisogno di lui e
che gli avrebbero dato un sacco di soldi, Sherlock Tont pensò che fosse uno scherzo e cominciò a
salutare con la mano di qua e di là chiedendo: “Bene bene e dov’ è la telecamera ?”.
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Alla fine lo convinsero che era una cosa vera, accettò il denaro e il giorno dopo arrivò a
Scortes City e cominciò a fare domande alla gente.
La prima persona che Sherlock Tont cominciò ad interrogare era una signora che faceva il
bucato. Questa, dopo aver bevuto un bicchiere d’acqua, gli rispose gentilmente con tono garbato,
gli chiese pure se voleva farsi lavare la camicia!! Pazzesco!! Sherlock Tont andò in giro per i
negozi, tutti gli rispondevano gentilmente mentre sorseggiavano un bicchiere d’acqua; gli
regalarono persino degli oggetti ricordo della città.
La conclusione di Sherlock Tont era: “Qui tutto è perfetto, nessuno litiga, tutti sono dei
gentleman, mangiano sano e bevono tutti acqua pura …” “Acqua pura...Acqua pura???”
All’improvviso gli parve tutto più chiaro: “Ho capito !! C’ è qualcosa nell’ acqua!!!”
Le “autorità”, che erano gli unici ad essere scontenti ed arrabbiati a Scortes City, non la
bevevano: il prete beveva solo camomilla, il medico solo tisane e medicine, l’avvocato solo spritz,
lo sceriffo caffè, il sindaco solo frappé e Giustino … secondo voi cosa beveva ?
Era ormai notte quando Sherlock Tont arrivò all’acquedotto, non c’era nessuno a parte un
vecchietto con la barba bianca alto e magro, vestito con una tunica chiara che stava buttando nella
cisterna una strana polverina fluorescente di colore viola, Sherlock Tont gli gridò: “Fermo!
Vecchio pazzo, stai avvelenando l’acqua!!” Il vecchio si girò e ribatté: “Sì, sono vecchio, ma non
sono pazzo, il mio nome è Gentilino e sono un mago. Volevo solo vedere Scortes City felice e dopo
tanti anni, ho scoperto la formula della gentilezza e ho inventato l’ H2OG (acqua + gentilezza),
stava filando tutto liscio, ma tu mi hai scoperto e hai rovinato tutto”.
Detto questo il mago sparì in una nuvola di fumo.
Sherlock Tont voleva capire meglio ciò che gli aveva detto Gentilino; lo cercò e ricercò,
bussò a tutte le porte della città, ma niente. Al tramonto del giorno dopo trovò la casa del mago,
suonò il campanello molte volte finché una vicina di casa di Gentilino gli disse che il mago si era
trasferito.
Passarono i giorni e tutto tornò alla “normalità”: le strade erano di nuovo sporche, tutti
litigavano e tornarono ad essere infelici.
Gli unici felici erano le “autorità” perché ricominciarono gli affari e Sherlock Tont perché,
facendo finta di aver risolto il caso, diventò il detective più famoso dello stato.
E vissero, quasi tutti, infelici e scontenti.
La mia storia finisce qui, ma vi do un consiglio, se non siete un’autorità, quando tornate a
casa provate a bere un bicchiere d’acqua, forse Gentilino è passato per la vostra città, io lo faccio
sempre.
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