Un ticinese nel Quebec

Transcript

Un ticinese nel Quebec
IL CAFFÈ 26 febbraio 2012
54
@ www.polymtl.ca/
ville.montreal.qc.ca/
C4SOCIETÀ E CULTURA
www.quebecregion.com/
L’IN
CON
TRO
GIUSEPPE ZOIS
M
anuele Margni ha l’età di
un mattino,
ma ha già
fatto le salite
di un allenato
camminatore. In 39 anni, partendo da un paese – Medeglia –
che è geograficamente in bilico
tra Sopra e Sottoceneri, è arrivato a Montréal, dove si è stabilito e dove insegna all’École Polytechnique, l’equivalente dei
nostri Poli di Zurigo e Losanna.
E non è tutto qui, perché un
“viaggiatore” come Margni è già
stato in molte stazioni e altre sicuramente lo attendono, spinto
da una vivacità intellettuale e da
una freschezza d’energie che lo
tengono in moto continuo. “Oltre alla forza di volontà – mi
mette subito in chiaro Manuele
– debbo molto al bagaglio di formazione e di preparazione che
mi ha dato la scuola svizzera”.
Chi pensi a Medeglia e abbia in
mente Montréal ha subito idea
della traiettoria di un percorso
qualificante, che ha già conosciuto molte diramazioni in
Svizzera e nel mondo, per le
esperienze pre-canadesi e per
quelle che sta ora vivendo oltreoceano, versante Atlantico.
Cominciamo dal sapere chi è
Manuele. Elementari a Medeglia, medie a Camignolo, liceo a
Bellinzona, Politecnico a Zurigo, poi dottorato a Losanna in
ingegneria ambientale: nel tragitto tra queste due città, ha inframmezzato master, esperienze professionali e imprenditoriali per una grande compagnia
petrolifera
e
da
indipendente, un impegno nel
ramo accademico a Losanna. Il
grande balzo avviene nel 2005,
quando Margni approda da docente alla Scuola politecnica di
Montréal, l’equivalente del Poli
di Zurigo e Losanna. Questo istituto punta parecchio a sviluppare le metodologie di calcolo
dell’impronta ecologica dei prodotti. “Partecipando a congressi
internazionali – mi racconta
Manuele Margni – si incontrano
personalità di primo piano con
le quali si fanno analisi, si confrontano situazioni e strategie.
La Svizzera, con l’Olanda e i
Paesi scandinavi, è molto avanti
in questo decisivo campo dove
si coltiva la qualità del nostro
domani. Per farla breve, ho ricevuto una stimolante offerta per
Montréal, l’ho considerata e alla
fine ho detto sì”.
La vastità allenta i freni
“Montréal è una metropoli di 3,5
milioni di abitanti – riprende la
sua descrizione Manuele – e qui
il Generale Inverno picchia i pugni e si fa sentire per 4 o 6 mesi.
Dipende dalle annate, ma si arriva a precipitazioni di neve e
temperature per noi surreali”.
La scelta di orientarsi sull’insegnamento dell’ingegneria ambientale non matura per caso. “È
una questione di vivibilità. Dobbiamo renderci conto dell’assoluta urgenza di salvaguardare
l’ambiente – sottolinea Margni –
perché la natura non è infinita e
non possiamo sprecare risorse
come stiamo facendo, prima o
poi facciamo naufragio. Lo insegno agli studenti, perché questa
è la mia vita, ma io, prima che all’università, ho imparato da mio
padre e dal mio piccolo paese
immerso tra prati e boschi, a voler bene al creato. In famiglia ci
hanno abituato fin da piccoli a
separare carta, vetro, alluminio;
a non sciupare niente, tanto
meno l’acqua, a spegnere la luce,
a non bruciare più legna del necessario nella stufa. Sono
esempi che ti rimangono addosso e penso che siano stati
propedeutici alla mia vocazione”.
Gli chiedo di analogie e diffe-
‘‘
LA NATURA
La natura non è infinita.
Non possiamo
sprecare risorse come
stiamo facendo, prima
o poi naufraghiamo
‘‘
A MEDEGLIA
Se c’è qualcosa che mi
manca sono le mie
montagne. Ma se
vengo in Europa faccio
sempre tappa a casa
Un ticinese nel Quebec
Manuele
Margni
‘‘
LE BARRIERE
Qui l’integrazione
avviene più morbida,
quasi naturale; da noi
ci sono più barriere
verso gli stranieri
renze tra Svizzera (41.141 kmq) e
Canada (quasi 10 milioni di
kmq) nell’approccio all’ecologia.
“Molti canadesi hanno ancora la
sensazione che la natura sia inesauribile proprio per la vastità
del territorio. Noi, in Svizzera ed
in Europa, con la densità di popolazione che abbiamo, ci siamo
coscientizzati prima contro l’inquinamento. Persiste il primato
dell’economia, con una certa
sordità a restrizioni protezionistiche troppo onerose. Errore
che rischia di costare caro. Le
nuove generazioni accostano
l’ambiente e l’economia in un disegno di sviluppo sostenibile,
sotto l’esteso cartello di chi proclama che non ereditiamo la
terra dai nostri padri ma la prendiamo in prestito dai nostri figli”.
Decidere per il Canada, sia pure
per un posto di riconosciuto
prestigio come una cattedra al
Poli, non fu indolore. “Primo
perché – mi argomenta Manuele
Margni – ero e resto innamorato
fino al midollo di Medeglia, attaccatissimo ai genitori Marilena e Luigi, ai fratelli Matteo e
Lorenzo, alle cognate e ai nipotini, agli amici. Ero davanti a una
svolta non indifferente, anche se
la modernità ha azzerato le distanze e i voli low cost consentono prodigi”.
Manuele era anche legato sentimentalmente ad una ragazza
spagnola, di nome Arancia, conosciuta a Losanna. Due storie e
due destini da unire. Lo ha fatto
Ingegnere
il Québec.
“Mia moglie non ci pensò su
ambientale,
molto – ricorda Manuel – e, con
il senso pratico delle donne,
all’École
concluse che tra l’essere a 1500
dalla sua casa in Spagna o a 6
Polytechnique km
mila per vivere in Canada non
c’è molta differenza, questione
de Montréal
di qualche ora in volo. Fui io a
partire per primo, lei mi raginsegna
giunse dopo sei mesi ed è iniziata la nostra avventura. Nel
sensibilità
2008 è nata la nostra prima figlia,
Sofia e un anno fa, in ottobre, abe rispetto
biamo avuto Daniel. Qui ci
trovati subito molto bene,
per l’ambiente. siamo
soprattutto per le persone. La
gente è molto aperta, accoCon lui
gliente, semplice”.
s’impara come Migranti tra due oceani
Il professore di ingegneria amcalcolare
bientale venuto dal Ticino inserisce una parentesi sociologica.
l’impronta
“A Montréal – afferma Manuele
– non ho trovato barriere. Ce ne
ecologica
sono di più da noi, verso gli stranieri; qui l’integrazione avviene
dei prodotti.
più morbida, quasi naturale e
noi non conoscevamo nessuno.
Il Canada e gli Stati Uniti scelgono gli immigrati, hanno il
vantaggio di essere protetti da
due oceani, si può controllare il
flusso dell’emigrazione. Per lavorare e stabilirsi in Canada occorre rispondere a certi criteri,
l’età, determinati requisiti di
formazione… Con tali premesse, l’integrazione è facili-
tata. Il nordafricano arriva anche qui, ma non per caso: perché serve al mercato del lavoro.
Nell’Europa, in generale, abbiamo un’immigrazione clandestina che sciama un po’ dappertutto, con le situazioni e i fenomeni, anche di rigetto, che
conosciamo”.
Manuel è andato in Canada con
un contratto di due anni, ne
sono già passati 6 ed è iniziato
un altro ciclo. “L’idea forte che
ho in testa – mi anticipa – è sempre e solo quella di fare un’esperienza e di ritornare. Senza questo proposito, o speranza, sarebbe stato difficile, forse impossibile lasciare Medeglia e il
Ticino, perché questo è il mio
mondo di gravità. Il cuore mi
porta lì, la ragione mi tiene a
Montréal, perché è un’esperienza avvincente e ricca di stimoli. Siamo felicemente inseriti, ma si sa che con le ragioni
del cuore si è arrendevoli”.
Poi, un’ultima confidenza che
dà la misura dell’amore per il
paese e i propri cari: “Sono
spesso in viaggio per lavoro in
Europa e appena posso ci infilo
una tappa Medeglia. Quando arrivi al Costone e vedi questo
grappolo di case, poi il Camoghé, il Bar, il Caval Drossa, ti si
allarga il cuore. Se c’è qualcosa
che mi manca in Canada sono le
mie montagne. Qui è tutto
piatto, come la pianura padana,
le montagne sono a est”.