il planetario - CNR Area della Ricerca di Bologna

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il planetario - CNR Area della Ricerca di Bologna
IL PLANETARIO
DEL GRUPPO ASTROFILI COLUMBIA
Spesso la passione per l’astronomia nasce in una notte di Luna nuova, tanto meglio in montagna dove il cielo
è più limpido. Una scia di luce, la Via Lattea, colpisce subito l’immaginazione, e la miriade di stelle
osservabili ad occhio nudo fanno nascere una domanda all’osservatore: “Riuscirò mai ad orientarmi in
questa immensità?”. La risposta può stare in un buon inizio, cercando di rintracciare in cielo le stelle più
luminose e poi le costellazioni guida, magari con l’aiuto dei punti cardinali.
E proprio a questo proposito viene in aiuto il Planetario che simulando il cielo stellato permette di
familiarizzare facilmente con la volta celeste…
IL PLANETARIO
E’ una macchina in grado di
simulare la posizione di oltre
3500 stelle, all’interno di una
cupola di 6,7 m. (il planetario
itinerante più grande d’Europa).
Il "cuore" del planetario, un
proiettore composto da una sfera
al cui interno è posta una fonte
luminosa. La luce fuoriesce da
fori praticati sulla sfera, nei
quali è posta una piccola lente, e
si va a proiettare sulla cupola,
per formare un insieme di punti
luminosi e riprodurre così, il
cielo stellato.
Nella parte inferiore della
macchina
sono
posizionati
piccoli proiettori orientabili per Il Planetario allestito presso l'Area della Ricerca del C.N.R. di Bologna
simulare la posizione dei
pianeti, del Sole e della Luna.
Inoltre è possibile rappresentare la Via Lattea e il cerchio dell’eclittica con l’indicazione dei mesi
di transito del Sole, i punti di Solstizio e di Equinozio, l’Equatore Celeste e il cerchio meridiano
di declinazione.
Si può osservare il cielo da 40° Sud fino al Polo Nord e la rotazione apparente della volta celeste
attraverso movimenti, comandati da un operatore attraverso una apposita consolle.
Resoconto, Porte Aperte sulla Ricerca: Universo 2000 (a cura di B. Gualandi e C. Melis)
Area della Ricerca del C.N.R., Bologna, Dicembre 2000
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Una lezione al planetario
E’ l’alba il Sole sorge ad est e con il passare
delle ore si sposta in cielo arrivando a
mezzogiorno per culminare sopra l’orizzonte
sud. Intanto continua a muoversi fino a
raggiungere l’orizzonte ovest all’ora del
tramonto. Si tratta di un movimento
apparente: non è il Sole che si muove in
cielo,
ma è la Terra che ruota sul proprio asse in 24
ore da Ovest verso Est.
Gli antichi hanno creduto per secoli che la
Terra fosse ferma al centro dell’universo e i
pianeti, il Sole, la Luna e le stelle, ruotassero
attorno ad essa (concezione geocentrica
Tolemaica). Finchè non si dimostrò corretta la
concezione di Copernico o eliocentrica
proposta alla fine del XIV secolo, con la Terra
in
rotazione attorno al Sole assieme agli altri
Un momento della visita al Planetario
pianeti.
Lentamente arriva la notte, appaiono dapprima le stelle più luminose e poi alla fine del
crepuscolo astronomico, il cielo in tutto il suo splendore con oltre 2000 stelle visibili ad occhio
nudo nel nostro emisfero.
Gli antichi hanno proiettato in cielo le proprie fantasie, creando le costellazioni: figure
immaginarie che rappresentano personaggi mitologici, animali, oggetti, ecc., raccontati in
fantastiche storie ed eterne leggende.
Iniziamo dal Grande Carro o Orsa Maggiore.
Il primo nome gli è stato dato dai nostri antenati europei, i quali vedevano in sette stelle un carro
composto da timone e rimorchio. Per gli antichi romani ognuna delle sette stelle rappresentava
un bue, quindi sette buoi in latino sette buoi "septem triones", da cui
il nome all’emisfero settentrionale.
Gli arabi nello stesso gruppo di stelle immaginavano un corteo
funebre: quattro stelle erano la bara e tre le vedove piangenti.
I greci collegando altre stelle alle sette principali vedevano una grande
orsa, che secondo la leggenda rappresentava la ninfa Callisto,
trasformata in orsa da Giove per salvarla dall’ira di Giunone.
Ora consideriamo la stella centrale del timone del Grande Carro:
Mizar, che in realtà è una stella doppia; la sua compagna si chiama
Alcor (in arabo: la prova). La coppia è visibile ad occhio nudo in
condizioni ideali, addirittura dagli antichi era utilizzata per misurare
la bontà visiva.
Adesso spostiamoci alle stelle Dubhe e Merak che formano la parte Galassia M51 (Orsa Maggiore)
posteriore del Carro e prolunghiamo la loro distanza di cinque volte,
nella direzione indicata dal timone, arrivando alla stella più luminosa dell’Orsa Minore o Piccolo
Carro : la Stella Polare.
Una stella non particolarmente luminosa, ma molto importante per la posizione che occupa in
cielo. Si tratta della stella che indica il Nord e più precisamente il Polo Nord Celeste, vale a dire
quel punto in cielo verso cui si proietta l’immaginario asse di rotazione terrestre.
Resoconto, Porte Aperte sulla Ricerca: Universo 2000 (a cura di B. Gualandi e C. Melis)
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Con il trascorrere delle ore tutte le stelle ruotano attorno al Polo Nord Celeste e quindi alla
Polare, descrivendo dei cerchi concentrici sempre più estesi, man mano che ci si allontana dalla
Stella Polare apparentemente ferma.
Utilizzando Dubhe e Merak del Grande Carro e oltrepassando la stella polare, arriviamo ad un
singolare gruppo di stelle disposte a formare una "W" o "M" secondo il periodo dell’anno in cui
la guardiamo.
Si tratta della costellazione di Cassiopea, che secondo la mitologia classica rappresenta l’antica
regina d’Etiopia seduta sul trono. Cassiopea era una regina molto vanitosa, ed un giorno osò
considerarsi la più bella delle Nereidi, le ninfe del mare. Poseidone il dio del mare, adirato per
l’affermazione, scagliò un mostro marino (rappresentato nella costellazione della Balena), a
devastare le coste dell’Etiopia.
Su consiglio dell’oracolo d’Ammone il popolo d’Etiopia decise di
placare il mostro, donandogli in pasto la figlia della regina, Andromeda
(una costellazione individuabile poco a sud-est di Cassiopea da due file
di stelle).
Andromeda fu incatenata ad uno scoglio, ma al sopraggiungere del
mostro marino, intervenne per salvarla il guerriero Perseo (una
costellazione a forma di "Y" rovesciata, posta nelle vicinanze), sul
cavallo alato Pegaso, (inviduabile come un grande quadrato, accanto ad
Andromeda). Perseo riuscì a pietrificare il mostro, sfruttando i poteri
della testa di Medusa, e sposò la bella principessa.
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Galassia M31 (Andromeda)
Il moto di rivoluzione della Terra attorno al Sole fa si che
ogni stagione abbia il proprio cielo, e in Autunno sono le
costellazioni della leggenda di Andromeda ad apparire sulla
volta celeste.
Per Natale domina la notte, sopra l’orizzonte Sud: la
costellazione di Orione, il gigante cacciatore, con la
luminosa Betelgeuse. Secondo la leggenda, Gea: la madre
di Orione, offesa dalla crudeltà di questo nell’uccidere le sue prede, gli scagliò contro uno
scorpione, che con il suo veleno lo uccise. Zeus commosso da quanto accaduto, pose in cielo
Orione e lo Scorpione a formare due distinte costellazioni. Due cani accompagnano il cacciatore
in cielo: il Cane Maggiore e il Cane Minore.
Ad indicare la testa del Cane Maggiore abbiamo Sirio la stella più luminosa di tutto il cielo,
mentre Procione indica la stella più luminosa del Cane Minore.
In primavera utilizziamo di nuovo il Grande Carro (costellazione visibile tutto l’anno dall'Italia)
per prolungarne il timone fino ad incontrare una luminosa stella rossa, Arturo, la stella più
luminosa del Bifolco (il guardiano dei buoi).
Spostiamoci ad est fino ad incontrare il Leone e la luminosa Regolo. Questa costellazione fa
parte dello zodiaco (quella fascia di cielo attraversata dal Sole, dalla Luna e dai pianeti). Ad
Ovest del Bifolco, incontriamo la piccola Corona Boreale, l’Ercole con l’ammasso di stelle:
M13, ed il Grande Triangolo Estivo che d’Estate per buona parte della notte è proprio sopra la
nostra testa, allo zenit.
Il Triangolo Estivo non è una costellazione, ma si tratta semplicemente di tre stelle luminose
(Deneb, Vega e Altair), facenti parte rispettivamente: del Cigno, della Lira e dell’Aquila.
Se osserviamo da un luogo buio e con un cielo terso, ci accorgiamo facilmente che il Cigno e
l’Aquila sono immersi in una fascia lattescente di luce; si tratta della Via Lattea, ovvero la nostra
galassia, in cui ci troviamo con la Terra e il Sistema Solare.
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Le Galassie sono isole di stelle, polveri e gas e popolano l’universo a miliardi; ad occhio nudo di
galassie ne vediamo tre: la Galassia di Andromeda e le nubi di Magellano.
Seguendo la scia della Via Lattea mentre si allarga
sempre più verso Sud, arriviamo quasi all’orizzonte:
stiamo osservando verso il centro galattico, nell’area di
cielo corrispondente al Sagittario, un’altra delle tappe
del Sole lungo lo Zodiaco.
Una curiosità sta nel fatto che gli inglesi per agevolare i
principianti, invece del centauro in quest’area del cielo
vedono una "teiera", per la singolare disposizione delle
stelle che la compongono.
Ad Est del Sagittario troviamo lo Scorpione, con la
brillante Antares.
Ora immaginiamo di recarci al Polo Nord dove la Stella
Polare è allo Zenit, cioè sopra alla nostra testa.
Qui le stelle con il passare delle ore, chiaramente,
continuano a ruotare attorno al Polo Nord Celeste, ma
sono tutte circumpolari, cioè non sorgono e non
tramontano mai.
Il nostro pianeta ha un'inclinazione dell’asse di
Nebulosa Trifida M20 (Sagittario)
rotazione di 23° e mezzo, rispetto alla perpendicolare al
piano del sistema solare. Per questo motivo le stagioni
si alternano e al Polo Nord il Sole è presente in cielo per sei mesi, mentre per altri sei è sotto
l’orizzonte.
Per concludere immaginiamo di osservare il
cielo notturno all’equatore, unica area della
terra da dove col passare delle stagioni è
possibile osservare tutte le stelle dei due
emisferi.
Volgiamo lo sguardo verso sud, e
osserviamo in primavera una costellazione
chiamata Croce del Sud, formata da cinque
stelle
luminose
che
indicano
approssimativamente, la stella polare del
Ammasso delle Plejadi (Toro)
Sud, chiamata Sigma Octantis, purtroppo
non luminosa come la stella polare.
Vicino alla Croce del Sud troviamo il Centauro, con la sua stella più luminosa chiamata Alpha
Centauri. Questa stella è multipla e una delle sue compagne, Proxima Centauri, è la stella più
vicina alla Terra dopo il Sole, dista solamente 4,3 anni luce.
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