studio sul bacino del torrente maira e del torrente grana
Transcript
studio sul bacino del torrente maira e del torrente grana
STUDIO SUL BACINO DEL TORRENTE MAIRA E DEL TORRENTE GRANA-MELLEA ATTIVITÁ: STUDIO DI FATTIBILITÀ PER UN INCUBATOIO DI VALLE TITOLO CODICE DOCUMENTO 07 FILE 0_7_rev00.DOC Relazione tecnica TIPO DI DOCUMENTO Relazione SCALA REALIZZAZIONE BIOPROGRAMM s.c.r.l. 35124 Padova – via Tre Garofani 36/A -Tel 049 8805544 - Fax 049 8805544 31043 Fontanelle (TV) – via Aldo Moro 12/3 – Tel 0422 809171 - Fax 0422 809169 [email protected] – www.bioprogramm.it 0 31.03.2006 2 SAL I. Borroni P. Turin P. Turin REV. DATA MOTIVO REDATTO VERIFICATO APPROVATO Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l INDICE INTRODUZIONE_____________________________________________________________ 2 1 PREMESSA _____________________________________________________________ 4 1.1 I ripopolamenti ittici in provincia di Cuneo _________________________________ 4 1.2 Problematiche connesse con la produzione di materiale ittico da ripopolamento ___ 6 1.3 Le normative sanitarie che regolano e condizionano i ripopolamenti ittici_________ 9 1.4 Gli allevamenti di trote del bacino Maira/Grana-Mellea______________________ 10 1.4.1 Bacino del Maira _______________________________________________________ 10 1.4.2 Bacino del Grana ______________________________________________________ 11 2. STUDIO DI FATTIBILITÀ __________________________________________________ 13 2.1 Possibili siti per la localizzazione dell’incubatoio___________________________ 13 2.2 Punti di forza e di debolezza per ciascuna possibile localizzazione ____________ 17 2.3 Progettazione di massima delle strutture ________________________________ 18 2.4 Modelli gestionali delle possibili strutture ________________________________ 22 2.4.1 Individuazione della figura del gestore ______________________________________ 22 2.4.2 Modalità di gestione ____________________________________________________ 23 2.4.3 La produzione _________________________________________________________ 24 2.5 3. Quadro preventivo costi/benefici _______________________________________ 29 VALUTAZIONE COMPLESSIVA _____________________________________________ 30 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI ________________________________________________ 31 APPENDICE A –LOCALIZZAZIONE DELL’INCUBATOIO DI VALLE A MACRA _________A1 APPENDICE B – GRUPPO DI RICERCA ________________________________________B1 PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC I Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l INTRODUZIONE Bioprogramm s.c.r.l. è stata incaricata dalla Provincia di Cuneo – Settore tutela fauna, caccia e pesca (Deliberazione n. 6 del 14/01/2004 della Giunta Provinciale) dell’esecuzione di un lavoro di studio sul bacino del Torrente Maira e Torrente Grana-Mellea. L’iniziativa è approvata e finanziata dalla Regione Piemonte (DGR n. 54-4768 del 10/12/2001) e si inquadra nell’ambito dei programmi di intervento in campo ambientale. Detto lavoro è finalizzato al ripristino ambientale dell’ittiofauna nei torrenti Maira e Grana-Mellea a seguito degli inquinanti dell’autunno 2001. In questa relazione è contenuto lo studio di fattibilità per un’incubatoio di valle che prevede secondo capitolato i seguenti punti: • possibile localizzazioni del sito: tenendo conto di: a) reperibilità/disponibilità del sito, anche attraverso sondaggi presso gli Enti Territoriali dell'area interessata, Associazioni ed Organismi diversi, nonché tenuto conto di eventuali strutture già esistenti; b) realtà associativa piscatoria locale; c) disponibilità idrica; d) normativa edilizia e normativa di igiene e profilassi veterinaria. • Punti di forza e di debolezza per ciascuna possibile localizzazione: ovvero disponibilità idrica, custodia, vocazionalità, vincoli edilizi o sanitari con particolare riferimento agli obblighi di cui al D.P.R. 555/92; • Progettazione di massima delle strutture: si evidenzieranno, per le eventuali strutture già esistenti, gli interventi richiesti; nel caso in cui le strutture non siano disponibili si procederà ad un progetto di massima ex novo di una possibile struttura razionale e funzionale alle esigenze del bacino privilegiando quelle soluzioni che siano le più adatte alla riproduzione artificiale delle specie autoctone di rilievo alieutico rinvenute nel bacino in esame. Si valuterà in sede di progettazione di massima della possibilità o meno di prevedere la sola cattura dei riproduttori da fiume o, in alternativa, di prevedere le vasche di stoccaggio dei riproduttori da mantenere stabilmente in impianto. • modelli gestionali delle possibili strutture: si provvederà a: PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 2 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l a) individuazione della figura del gestore: Associazione/Organismo/Ente/Privato può gestire la struttura in funzione delle disponibilità manifestate, del livello di preparazione e di interesse riscontrato dagli interessati e soprattutto dalla disponibilità effettiva di personale, fisso o volontario messo a disposizione. b) individuazione delle modalità di gestione: si definiranno le competenze e i compiti del Gestore, e verrà predisposta la bozza di convenzione tra Provincia e Gestore ivi compresi i flussi economici previsti. c) produzione: saranno descritti i cicli produttivi possibili nella struttura e la produzione realizzabile anche alla luce della valutazione della effettiva disponibilità di riproduttori riscontrata nelle indagini di campo qualora sia scelta la via di produzione di sole specie autoctone. • quadro preventivo costi/benefici: verrà formulato per ognuno dei possibili siti previsti un giudizio critico sul rapporto rilevato. • valutazione complessiva: sarà di tipo economico, tecnico e gestionale per ognuno dei possibili siti ove localizzare la struttura con la formulazione di un giudizio complessivo che indirizzi l'Amministrazione committente sul sito che offre i maggiori vantaggi complessivi. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 3 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l 1 PREMESSA 1.1 I ripopolamenti ittici in provincia di Cuneo La provincia di Cuneo, seconda per estensione in Italia, possiede un reticolo idrografico tra i più estesi, complessi e differenziati, interconnesso, nella parte pianeggiante del territorio, da una capillare rete di canali irrigui. Questo sistema idrografico si estende dal tratto superiore del Po fino al Bormida. Esso può essere distinto essenzialmente in due grandi sottobacini (ad esclusione di quello del Bormida, che interessa solo marginalmente il territorio cuneese col ramo di Millesimo): il sottobacino del Po vero e proprio, comprendente i torrenti principali alto Po, Varaita, Maira e Grana-Mellea; il sottobacino del Tanaro, comprendente i torrenti principali Stura di Demonte, Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero, Corsaglia, alto e medio Tanaro, Belbo. Tuttto questo vasto territorio è prevalentemente a gestione alieutica della Provincia; vi sono però diverse aste fluviali dove il diritto di pesca demaniale è dato in concessione e altre dove vigono diritti esclusivi e usi civici. Il ripopolamento ittico dei corsi d’acqua pubblici, a carattere esclusivamente troticolo, viene compiuto da diversi decenni con: novellame prodotto direttamente nella piscicoltura provinciale di Valdieri (Valle Gesso), dal 2005 riconosciuta ufficialmente indenne a livello comunitario da SEV e NEI: a) uova embrionate in scatola Vibert (n 1.000.000/1.500.000); b) avannotti a sacco vitellino riassorbito (n 1.700.000/2.000.000); c) trotelle di cm 4/6 – 6/9 (n 500.000); d) da due anni, a livello sperimentale, circa 10.000/15.000 avannotti di trote autoctone (tra marmorata e fario di ceppo mediterraneo). trote “pronta pesca” (qualche decina di quintali) acquistate, tramite gara d’appalto, da troticolture locali (in provincia esistono diversi impianti di piscicoltura, anche importanti, specializzati nella produzione di materiale da ripopolamento). Inoltre il Servizio Pesca provinciale svolge un meritorio lavoro di recupero e successiva ridistribuzione della fauna ittica dai canali e dai corsi d’acqua in secca. I titolari di concessioni di pesca, usi civici e diritti esclusivi, a loro volta, compiono autonoma PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 4 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l attività di ripopolamento (sia con materiale adulto che, in misura minore, con novellame). Nei bacini confluenti del Maira e del Grana-Mellea, oggetto della presente indagine, l’Amministrazione Provinciale immette annualmente novellame di trota fario prodotto nell’impianto di Valdieri (circa 240.000 uova embrionate in scatole Vibert, 290.000 avannotti a sacco vitellino riassorbito, 160.000 trotelle cm 4/6 – 6/9) e trote fario adulte di taglia pescabile acquistate dal commercio (circa kg 700). Malgrado questa consistente attività la fauna ittica cuneese, salmonicola ma anche ciprinicola, è in fase di declino, come testimoniano anche dalle indagini svolte nell’abito di questo studio sui bacini del Maira e del Grana-Mellea. Le cause di questo pesante depauperamento sono da individuarsi soprattutto nel degrado degli ecosistemi fluviali, principalmente per eccesso di prelievi idrici e per sistematici interventi di disalveo, operati specialmente a partire dalla seconda metà degli anni novanta. A questi principali fattori negativi si possono aggiungere ripetuti eventi alluvionali, episodi d’inquinamento idrico acuto e la predazione da parte degli uccelli ittiofagi (amplificata nelle sue dimensioni dall’alterazione degli habitat). Danni rilevanti sono stati pure provocati, in tempi non recentissimi, dallo svaso di bacini idroelettrici (Bacino di S. Damiano Macra sul Maira e bacino di Sampeyre sul Varaita). Tra le varie cause per le quali il rendimento dei ripopolamenti non sempre appare commisurato agli sforzi profusi (non solo nel cuneese ma su scala nazionale) viene anche inclusa la scarsa rusticità e adattabilità all’ambiente naturale dei pesci utilizzati, prodotti a partire da riproduttori d’allevamento. Inoltre queste immisioni sono all’origine dell’inquinamento genetico dei popolamenti autoctoni, segnatamente trota marmorata e mediterranea. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 5 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l 1.2 Problematiche connesse con la produzione di materiale ittico da ripopolamento Fino alla fine degli anni ottanta relativamente pochi enti pubblici (Province, Enti Tutela Pesca) o associazioni di pescatori concessionarie o titolari di diritti di pesca erano dotati di propri impianti per la produzione di materiale da ripopolamento. Più frequentemente il materiale veniva invece acquistato da allevamenti industriali e immesso nei corsi d’acqua con modalità spesso improprie e sicuramente inefficaci (rilascio contemporaneo di grandi numeri di pesci, stressati da lunghi viaggi, in zone molto concentrate e di facile accesso). Con gli anni ‘90 è venuta consolidandosi la tendenza a dotarsi, da parte degli organismi pubblici o privati a vario titolo deputati alla gestione della pesca, di propri impianti ittici con finalità esclusivamente di ripopolamento. In questo senso ha avuto molta risonanza l’esperienza della Provincia di Torino (priva di proprie strutture produttive) che, con le società di pesca, ha costituito per ogni vallata i Consigli di Valle dei Pescatori, riuniti nell’Unione dei Consigli di Valle, che si sono dotati, col finanziamento e sotto il controllo provinciale (sia per la costruzione che per la gestione ordinaria) dei cosiddetti incubatoi ittici di valle. I Consigli di Valle, su delega provinciale, si fanno carico, oltre che della produzione del pesce da ripopolamento anche dell’immissione in natura dello stesso e dei recuperi in caso di asciutte. Molte altre pubbliche amministrazioni hanno invece seguito la via della gestione diretta dei propri impianti da ripopolamento, delle semine e dei recuperi. Altre zone (alta Val Sesia, Val d’Ossola) sono gestite direttamente da associazioni di pescatori già operanti in loco. La Provincia di Cuneo, dotata da decenni di una propria struttura di rilevante potenzialità, per molto tempo ne ha curato direttamente la gestione, mentre dal 2000 ha optato per una soluzione mista: l’attività produttiva nel proprio impianto è stata affidata, in convenzione e sotto il controllo dell’ente pubblico stesso, a privati, mentre la Provincia continua a gestire direttamente sia le semine che i recuperi. Dal punto di vista tecnico tre sono le possibili opzioni per la scelta della strategia da seguire nella produzione del novellame troticolo da ripopolamento (non necessariamente queste sono tra loro alternative ma possono essere, eventualmente, complementari), ciascuna con pregi e difetti: PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 6 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea 1. BIOPROGRAMM s.c.r.l Il metodo più tradizionale e agevole prevede l’acquisto di uova embrionate da ditte specializzate e le fasi che vengono svolte nell’impianto da ripopolamento consistono nella schiusa, nel riassorbimento del sacco vitellino, nello svezzamento e nell’accrescimento fino allo stadio vitale prescelto per l’immissione in acque pubbliche. In passato le uova fornite dal commercio derivavano tutte da riproduttori di ceppo atlantico, selezionati per l’allevamento e quindi adattati all’ambiente artificiale e geneticamente poco dotate di biodiversità intraspecifica. Ancora attualmente questo tipo di prodotto è il più diffuso e il materiale da esso derivato è quello normalmente utilizzato per le semine; esso è andato costituendo, nel tempo, il grosso del popolamento troticolo delle acque italiane, in parte soppiantando le popolazioni autoctone, in parte ibridandole. Recentemente alcuni allevatori hanno selezionato riproduttori di ceppo mediterraneo (di provenienza appenninica o alpino occidentale). Questo tipo di materiale, di norma venduto a prezzi molto superiori rispetto a quello atlantico, si presta a possibilità di speculazioni, in quanto la differenziazione su base morfologica del novellame di ceppo atlantico rispetto a quello mediterraneo è praticamente impossibile e accertamenti di tipo genetico (DNA mitocondriale e nucleare) risultano oltremodo onerosi. Affidarsi alla sola parola dell’allevatore può esporre a brutte sorprese. D’altro canto non è sempre vero che il novellame di ceppo atlantico d’allevamento mal si adatti agli ambienti naturali. Infatti sono numerosissimi i casi di popolazioni strutturate e autoriproduttive costituitesi nei nostri corsi d’acqua a partire da immissioni di novellame atlantico riadattatosi alla vita selvatica. Per quanto riguarda la difficoltà delle trote d’allevamento di ceppo atlantico a riprodursi naturalmente in ambiente naturale va chiarito che di norma non vengono applicate sulle trote fario, come da qualcuno asserito, tecniche di sterilizzazione (molto costose e tecnicamente impegnative) se non su specifica richiesta. Il problema principale, dal punto di vista della capacità riproduttiva, è invece quello che, per soddisfare la richiesta di mercato, i produttori di uova esercitano una selezione zootecnica volta ad ampliare al masssimo il periodo di ovodeposizione delle trote, con creazione di gruppi di riproduttori a maturità anticipata o ritardata (da ottobre a febbraio!). Questa selezione si esercita in direzione esattamente opposta a quella che si opera in natura, dove possono conseguire successo riproduttivo solo le trote che maturano sessualmente nello stesso periodo. Ecco perchè sarebbe da evitare la semina nelle stesse acque di novellame nato in periodi cronologicamente sfasati. 2. Diversi incubatoi di valle, che si prefiggono essenzialmente la produzione di limitati quantitativi di novellame di origine autoctona (soprattutto di marmorata) per il ripristino o l’ampliamento dell’areale di distribuzione di particolari popolazioni, catturano i PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 7 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l riproduttori selvatici in natura, in prossimità del periodo riproduttivo e ne ottengono l’ovodeposizione e la fecondazione, per poi rilasciarli. Questa procedura consente sicuramente di disporre di materiale assolutamente comparabile con quello naturale e adatto ad un facile inserimento in natura (appare però un controsenso, in questo caso, svezzare gli avannotti per portarli allo stadio di trotella). Non mancano però gli aspetti negativi anche in questa procedura: la genetica dei riproduttori catturati non è controllabile in quanto si opera una selezione su base solamente fenotipica; la cattura dei riproduttori è aleatoria, in quanto subordinata alle condizioni idrologiche naturali che, nel periodo riproduttivo autunnale, spesso non sono ideali per eccesso di portate idriche; i riproduttori non di rado, dopo il rilascio, vanno incontro a mortalità causate da micosi, conseguenti alle manipolazioni subite; inoltre, se si esegue il prelievo dei riproduttori su popolazioni non particolarmente consistenti, si corre il rischio di interferire con la riproduzione naturale, procurando più danni che vantaggi. 3. La terza opzione tecnicamente possibile per produrre novellame da semina consiste nel selezionare in cattività i riproduttori a partire da popolazioni autoctone o, quantomeno, selvatiche. In questo caso si procede all’allevamento degli avannotti ottenuti dai riproduttori catturati in natura fino a che questi, a loro volta, abbiano raggiunto la taglia riproduttiva. Operando in questo modo si può eseguire un controllo genetico, oltre che morfologico, del materiale prodotto. Sussistono però, anche in questo caso, aspetti negativi: per l’accrescimento e la stabulazione dei riproduttori e la loro rimonta occorrono strutture ben più importanti che non quelle occorrenti per operare come descritto al punto precedente; i pesci allevati vengono sottoposti a un processo di addomesticamento e ad una inevitabile selezione in senso zootecnico, con conseguente perdita di biodiversità (“effetto del fondatore” o collo di bottiglia genetico). In sostanza si ripete il percorso compiutosi per i ceppi di fario atlantica già in passato selezionati in cattività. Si arriverà, quindi, a creare trote “di allevamento” marmorate o fario di ceppo mediterraneo, anziché di ceppo atlantico. Come si vede la produzione di pesci da ripopolamento pone problemi estremamente più complessi di quanto non si pensi comunemente nel mondo dei pescatori e la soluzione più opportuna (mai comunque senza problematicità) non necessariamente è sempre la stessa in qualunque contesto. Non è superfluo comunque ribadire che la più efficace e corretta tutela dei popolamenti ittici naturali è quella che si esplica attraverso la conservazione degli habitat acquatici. In un ecosistema fluviale equilibrato, con una corretta gestione della pesca, il ruolo dei ripopolamenti viene considerevolmente ridimensionato. Purtroppo situazioni favorevoli di questo tipo vanno drammaticamente rarefacendosi. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 8 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l 1.3 Le normative sanitarie che regolano e condizionano i ripopolamenti ittici L’allora Ministero della Sanità, con Ordinanza 2 settembre 1996 ha previsto che le semine in acque pubbliche possano effettuarsi solo con pesci e uova embrionate provenienti da Aziende o Zone ufficialmente riconosciute indenni, con atto della CE, dalle patologie virali Setticemia Emorragica Virale e Necrosi Ematopoietica Infettiva. Il DPR 555/92, attuativo della Direttiva 91/67 CEE, aveva previsto le norme e le modalità per il controllo e l’eradicazione di queste patologie (elenco II, allegato A). Successivamente ulteriori norme applicative sono state introdotte dal DPR 263/97, attuativo della Direttiva 93/53 CEE. La normativa comunitaria non ha fissato però regole per le semine in acque pubbliche, pertanto l’ordinanza ministeriale del 96 costituisce, almeno fino ad oggi, una specificità italiana, estensiva rispetto alle norme comunitarie. Comunque diverse ordinanze ministeriali hanno ripetutamente previsto deroghe applicative, l’ultima delle quali, risalente al 29 dicembre 03, aveva fissato la scadenza ultima per l’applicazione della norma al 30 giugno 2005. Successivamente a tale scadenza il Ministero della Salute ha però emanato (provvedimento datato 21/09/05 ma pubblicata sulla G.V. il 22.11.2005) una ulteriore ma parziale proroga che consente, per 18 mesi dalla sua entrata in vigore, di seminare in acque pubbliche anche alle aziende che abbiano attivato l’iter di riconoscimento e la cui domanda abbia già superato il vaglio del Ministero stesso. Il DPR 555/92 prevede due diverse possibilità di indennità: aziende indenni in zone continentali non indenni e aziende indenni in zone indenni. L’iter procedurale per ottenere il riconoscimento è lungo, complesso e articolato e non è il caso di approfondirlo nei dettagli in questa sede. Dura ben quattro anni per le aziende presistenti e circa uno per quelle nuove. Esso prevede una serie di adempimenti burocratici e controlli veterinari, con analisi virologiche, ma anche specifici requisiti strutturali, il più importante dei quali è l’alimentazione idrica esclusivamente con acqua sorgiva o di pozzo per le aziende in zone non indenni. Per il riconoscimento di zona indenne è invece necessario, tra l’altro, che il bacino idrografico interessato presenti un ostacolo insormontabile per la fauna ittica proveniente da valle (di fatto questo requisito, nel caso di barriere artificiali, contrasta con le leggi sulla pesca che impongono la costruzione di scale di risalita per l’ittiofauna). Il riconiscimento di indennità non è definitivo ma subordinato all’effettuazione di almeno due controlli virologici annuali sempre con esito negativo e all’introduzione in azienda esclusivamente di pesci, uova embrionate o gameti provenienti esclusivamente da altra azienda indenne o da zona indenne, come da relativa attestazione dei servizi veterinari. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 9 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Si consideri dunque necessario, prima di programmare la realizzazione di un nuovo impianto di piscicoltura o di rilevarne uno già esistente, valutarne la piena compatibilità coi vincoli sanitari ora ricordati. Esiste però una nota del Ministero della Sanità del 30/05/2000 che consente di derogare a queste norme agli incubatoi ittici di valle che svolgano ”campagne ittiogeniche finalizzate alla tutela della biodiversità e quindi alla salvaguardia delle specie autoctone ed endemiche”. La deroga non è tuttavia assoluta ma può applicarsi solamente ove ricorrano le seguenti condizioni: • lo sviluppo delle uova derivanti da spremitura di pesci selvatici deve avvenire in impianti esclusivamente destinati a tale scopo; • l’immissione dei prodotti derivati dalle uova incubate deve avvenire nella stessa zona da cui sono stati prelevati i riproduttori; • nell’impianto non devono essere presenti riproduttori se non per il tempo necessario alla spremitura; • la zona da cui vengono prelevati i riproduttori deve essere la stessa in cui si trova l’incubatoio ed in essa devono defluire le acque di scarico dello stesso. Si precisa, inoltre, che dovrebbe essere data comunicazione al Ministero del compimento di tale tipo d’attività . Inoltre i servizi veterinari possono comunque svolgere attività di controllo, con prelievo di liquido ovarico e analisi virologica dello stesso, durante le fasi di spremitura. 1.4 Gli allevamenti di trote del bacino Maira/Grana-Mellea Nei due bacini confluenti allo studio sono localizzati impianti di troticoltura dalle caratteristiche alquanto differenti, sia per localizzazione, che per approvvigionamento idrico, che per tipo e quantità di produzione. In particolare si differenziano i piccoli impianti di montagna da quelli importanti di pianura. Alcune di queste troticolture sono attualmente in disuso. 1.4.1 Bacino del Maira Gli allevamenti ditrote presenti nel bacino del Maira sono: - in alta valle, a Ponte Maira, esiste un piccolo impianto con acqua di torrente che produce pesce da consumo (trote iridee) venduto al dettaglio; esso compie solamente l’ingrasso finale di qualche quintale di trote acquistate dai grossi allevamenti di pianura; PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 10 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea - BIOPROGRAMM s.c.r.l sempre in alta valle, a Maddalena di Prazzo, esiste un impianto rudimentale, costituito solo da vasche in terra, in disuso da moltissimi anni; subito a valle di questo, alimentato dalla medesima acqua sorgiva, esiste un laghetto di pesca facilitata che ha cessato l’attività nel 2004; attualmente la zona, di fatto, è una distesa acquitrinosa dove si disperde l’acqua della sorgente perenne, che sgorga proprio sotto la frazione Maddalena; - a Dronero, circa 100 metri a valle del Ponte Nuovo in sponda destra di Maira, esistono due strutture della locale società pescatori, in disuso da decenni e attualmente inutilizzabili in quanto in pessime condizioni: si tratta di un piccolo edificio incubatoio, ormai privo delle attrezzature di schiusa, in passato alimentato da acque derivate dal canale Marchisa e, una cinquantina di metri più a valle, di quattro vasche in cemento a cielo aperto che prendevano acque dal canale Presidenta; - in pianura, a Suniglia nel saviglianese, esiste una troticoltura, anch’essa in stato di abbandono da anni, in quanto è venuta meno, per l’abbassamento della falda, l’alimentazione idrica che derivava da risorgive sgorganti poco distante dal Maira, in sponda destra. 1.4.2 Bacino del Grana Gli allevamenti ditrote presenti nel bacino del Grana sono: - nella media valle, a Pradleves, esiste un laghetto di pesca sportiva, alimentato da acqua di torrente, che acquista e rivende solamente pesce da consumo (trote iridee) già adulto; - nella bassa valle, a Valgrana, esistono due piccole troticolture, una alimentata da acqua di torrente l’altra da una sorgente, che compiono l’ingrasso di poche decine di quintali di trotelle iridee, acquistate dagli allevamenti di pianura e vendute al dettaglio; a monte di queste, presso il vecchio mulino di S. Maria, lungo un canale irriguo che deriva dal Grana, esiste un piccolissimo impianto (4 vasche in cemento) in stato di abbandono da decenni; - nella pianura di Centallo esistono due grandi impianti che producono complessivamente alcune migliaia di quintali di trote, iridee e fario, e salmerini venduti a diverse pezzature e con diverse destinazioni; in particolare l’azienda Canali Cavour, alimentate con l’acqua delle ricchissime risorgive dei Sagnassi, in sponda sinistra di Grana, è la più importante troticoltura del Piemonte Occidentale e una delle più importanti d’Italia per PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 11 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l quanto riguarda la produzione di materiale da ripopolamento; l’altra azienda di rilievo (Monetto, in territorio comunale di Fossano) utilizza una parte delle acque dei Sagnassi reflue dalla Canali Cavour, acque di Grana e acque di altre risorgive minori sulla sponda destra di Grana; - poco più a valle delle precedenti, a Mellea di Fossano, esiste un impianto, alimentato con acqua di pozzo, ove viene stabulato pesce da consumo (trote iridee) in attesa della lavorazione nell’annesso importante laboratorio di eviscerazione e filettatura (lavora circa un migliaio di quintali l’anno). PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 12 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l 2. STUDIO DI FATTIBILITÀ 2.1 Possibili siti per la localizzazione dell’incubatoio Per sondare l’interesse nei confronti dell’eventuale realizzazione di un incubatoio ittico di valle nel comprensorio Maira e Grana-Mellea è stata convocata dall’Ufficio Pesca della Provincia, in data 19/10/05, una riunione a cui sono stati formalmente invitati le associazioni piscatorie, le Comunità Montanee e i Comuni territorialmente interessati. A detta convocazione hanno aderito rappresentanti delle società pescatori di Villafalletto, Busca, Caraglio, Dronero, Savigliano, il comune di Pradleves oltre a FIPS e Pescambiente. Successivamente sono stati attivati altri contatti e sopralluoghi di approfondimento con la FIPSAS provinciale e le associazioni pescatori di Caraglio e Dronero. Sulla base della conoscenza dei luoghi e degli ulteriori sopralluoghi, sentito anche il parere degli agenti di vigilanza provinciali operanti sul territorio e dei rappresentanti dei pescatori locali, si ritiene di individuare solamente due siti potenzialmente confacenti alle esigenze di un incubatoio ittico, entrambi collocati nel territorio della Valle Maira . La scelta è stata indirizzata verso acque sorgenti, in quanto è oggi tecnicamente del tutto inadeguato il ricorso ad acque superficiali per alimentare incubatoi ittici, anche a prescindere dalla normativa sanitaria vigente (problemi di grigliatura, di solidi sospesi, di costanza qualiquantitativa dell’acqua e di trasmissione di patologie); inoltre sono da escludersi acque di pozzo per gli elevatissimi costi del pompaggio ma anche dei sistemi di sicurezza ed emergenza necessari ad un impianto la cui alimentazione idrica dipenda dall’energia elettrica. Nel bacino del Grana è stata individuata solamente una piccola sorgente perenne ancora non destinata a uso potabile (attuale portata, dopo un periodo piovoso, non più di 4/5 l/s), che sgorga subito a valle della borgata Armandi (comune di Valgrana). Data la scarsa portata non si è ritenuto di prenderla in considerazione, essendo più interessanti le due sorgenti della Valle Maira. I due siti in questione, entrambi in sinistra orografica del Maira, si trovano: - SITO n. 1: a Maddalena di Prazzo (vedere capitolo dedicato alle troticolture esistenti); - SITO n. 2: circa 700 metri a valle dell’abitato di Macra (150 metri a monte del bivio per Camoglieres). PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 13 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l SITO n. 1: Maddalena di Prazzo Si tratta della sorgente che sgorga subito sotto l’abitato e che alimentava una vecchia piscicoltura e un laghetto di pesca sportiva entrambi oggi abbandonati. La disponibilità di acqua sorgiva è significativa (minimo 20 l/s in magra), con temperatura piuttosto fredda, in quanto variante tra un minimo di 4°C e un massimo di 8°C (siamo a 1100 metri di quota, in una gola stretta e ombrosa). Non esistono strutture edilizie e il terreno (agricolo) su cui sarebbe possibile localizzare l’impianto appartiene a due diverse proprietà. Attualmente il flusso idrico è mal incanalato e viene a creare una zona paludosa. Foto 2.1 – Sorgente Maddalena Foto 2.2 – Laghetto Maddalena PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 14 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l SITO n. 2: A valle di Macra Si tratta invece di due ruscelletti sgorganti circa una cinquantina di metri a monte e confluenti accanto a due edifici in stato di abbandono (diverse proprietà), situati immediatamente a destra della ex SS 22 di Valle Macra, 150 metri a monte del bivio per Camoglieres (quota metri 850, La disponibilità idrica è relativamente modesta, valutata tra 4 l/s in magra e 10 l/s attualmente (fine ottobre, dopo periodo relativamente piovoso), si ritiene comunque sufficiente per la schiusa di 140.000 uova e riassorbimento del vitellino degli avannotti schiusi; l’escursione termica dell’acqua è tra 5 e 10°C. Non esiste altra possibilità di localizzare l’incubatoio al di fuori di uno dei due edifici già esistenti, entrambi richiedenti consistenti lavori di sistemazione Foto 2.3 – Sito individuato a Macra Si riporta successivamente l’estratto catastale del comune di Macra con i mappali eventualmente interessati: Tabella 2.1 – Mappali eventualmente interessati FOGLIO MAPPALE ESTENSIONE PROPRIETARIO Conte Fiorenzo (referente principale) - Villar S. Costanzo, nato a Macra il 28.05.55 6 354 0,48 are Conte Bruno - nato a Cuneo il 19.02.1914 Conte Maria Lucia - nata a Macra il 19.02.1914 Conte Marco - nato a Macra il 23.07.1951 6 355 2,83 are Chialva Maddalena – Dronero, nata a Macra il 16.10.1932 PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 15 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Figura 2.1 - Estratto catastale del comune di Macra con evidenziati i mappali PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 16 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l 2.2 Punti di forza e di debolezza per ciascuna possibile localizzazione Passiamo ora ad esaminare i punti di forza e di debolezza di ciascuna delle due possibili localizzazioni sopra indicate. SITO n. 1: Maddalena di Prazzo Aspetti positivi: - risorsa idrica consistente; - esteso terreno semipianeggiante; - possibilità di ampie vasche esterne. Aspetti negativi: - localizzazione molto decentrata, con problemi di eccessiva distanza e marginalità rispetto all’insieme del territorio interessato; - quota altimetrica piuttosto elevata (m 1100 slm) e sito pochissimo soleggiato, con possibiltà di condizioni ambientali invernali alquanto difficili; - accessibilità stradale poco favorevole; - due diversi proprietari coinvolti (limitare l’acquisizione ad uno solo dei due appezzamenti può creare rapporti di difficile vicinato); - situazione attuale di impaludamento del sito, con necessità di interventi di risanamento (impossibile senza l’acquisizione dell’appezzamento più a monte); - costi di acquisto e sistemazione del sito sicuramente più elevati; - notevole distanza del sito dalla zona di eventuale cattura dei riproduttori di marmorata (specie di preminente interesse come successivamente meglio evidenziato); - assenza di edifici già esistenti; - ostilità degli abitanti della vicinissima frazione Maddalena alla realizzazione di una piscicoltura, già esternatasi in passato (contrasti con la proprietà dell’allevamento più a PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 17 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l monte, accusato di creare “nebbie e umidità”). SITO n. 2: A valle di Macra Aspetti positivi: - localizzazione meno decentrata, accessibilità stradale molto più agevole; - quota meno elevata (m 850 slm) e più favorevole esposizione; - esistenza di due edifici in muratura, su due piani ciascuno, di dimensioni adeguate, in cattivo stato ma recuperabili, uno dei quali utilizzabile allo scopo; - minori costi di sistemazione del sito; - localizzazione più consona dal punto di vista anche della zonazione ittica. Aspetti negativi: - disponibilità idrica inferiore; - mancanza di terreno pianeggiante a disposizione. Nessuno dei due siti si presenta come assolutamente ottimale ma, tutto sommato, quello di Macra si presta a soluzioni meno costose e più facilmente realizzabili, nonché a una gestione molto meno problematica, anche se l’impianto avrebbe potenzialità produttive molto più ridotte. Quest’ultimo aspetto, dato che si trattrebbe di realizzare soltanto un incubatoio di valle, non sembra sufficiente per privilegiare la scelta assai più impegnativa e disagevole del sito di Maddalena. 2.3 Progettazione di massima delle strutture Come già evidenziato nel capitolo relativo alle vigenti normative sanitarie, gli impianti che svolgono, in maniera obbligatoriamente esclusiva “campagne ittiogeniche finalizzate alla tutela della biodiversità e quindi alla salvaguardia delle specie autoctone ed endemiche” non possono stoccare in maniera permanente i riproduttori. Questo vincolo induce a scegliere l’opzione Macra, anche se il sito non dispone di terreno pianeggiante per la realizzazione di vasche esterne che, comunque, non servirebbero. Per lo stoccaggio temporaneo di riproduttori da spremere posssono bastare tre vasche circolari in vetroresina (una per le femmine da PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 18 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l spremere, una per i maschi da spremere e una per i pesci già spremuti da liberare), piazzate all’interno di uno dei due edifici esistenti. D’altro canto non si pone neppure a livello ipotetico l’eventualità di realizzare nelle valli Maira o Grana un impianto con finalità produttive diverse dalle suddette (l’impianto provinciale di Valdieri, con riconoscimento d’indennità da SEV e NEI, è in grado di coprire il fabbisogno di novellame non autoctono per tutta la provincia). La progettazione di massima dell’impianto di Macra riguarderebbe i seguenti aspetti: 1. Acquisto e sistemazione di uno dei due edifici esistenti (Foto 2.4), con recinzione della struttura; l’edificio prescelto come più idoneo possiede tre piani: i due inferiori dovrebbero ospitare le vasche e quello superiore il magazzino (e ricovero personale non “ufficiale”); piano superiore: attualmente è un sottotetto in un unico spazio (Foto 2.6) ma il tetto (Foto 2.5), tradizionale in lose (lastre di gneiss lamellare), è in buone condizioni, mentre un balcone esterno è da rifare; piano intermedio: la soletta superiore si presenta (Foto 2.7) in pessime condizioni, si deve abbattere una parete divisoria non portante per ottenere uno spazio unico da destinare alle vasche di schiusa, spazio utile m 6,9 x 4,5; piano inferiore, a livello strada (Foto 2.8):soffitto a volta in buone condizioni, battuto in cemento x pavimento da fare, spazio utile m 6,6 x 4,5; per tutta la casa gli infissi (sei finestre piccole e due porte) sono da rifare, salvo il portone a piano terra; non c’è linea dell’energia elettrica (non indispensabile); esiste un servizio igienico esterno da rifare, collegato con pozzo nero. Il costo stimato per le vie brevi è di circa 70.000 – 75.000 Euro. Foto 2.4 – Edificio individuato come idoneo ad ospitare l’incubatoio PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 19 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Foto 2.5 - Tetto Foto 2.6 - Piano superiore Foto 2.7 - Piano intermedio Foto 2.8 - Piano terra 2. Realizzazione di canalette e vasca di raccolta esterna (m 2,5 x 2 su basamento in cemento già esistente) delle acque confluenti dalle due sorgenti, con sistema di grigliatura orizzontale dei materiali trasportati in sospesione (i due ruscelli scorrono nel bosco per uno sviluppo complessivo di circa 150 metri); il costo presunto è stimabile in circa 8.000 – 10.000 Euro. 3. Realizzazione del sistema idraulico per la distribuzione dell’acqua dalla vasca di carico alle vasche d’allevamento su due piani distinti: al piano superiore sei vasche a truogolo per la schiusa (vedere punto seguente) e a quello inferiore un altro truogolo analogo ai precedenti più tre vasche circolari per la stabulazione dei riproduttori, il tutto alimentato con l’acqua recuperata dai truogoli del piano soprastante (il dislivello disponibile consente la riossigenazione dell’acqua in caduta attraverso colonne a corpi di riempimento); sistema di raccolta e smaltimento dell’acqua reflua finale; il costo presunto è stimabile in circa 4.000 – 6.000 Euro. 4. Dotazione di vasche (Foto 2.9 e Foto 2.10): due vasche circolari in vetroresina da m 2 di PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 20 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l diametro + una di m 1,6 per i riproduttori; sette truogoli di schiusa in vetroresina di m 3,6x 0,8 x 0,3 (capacità di schiusa 20.000 uova ciascuno) con 14 telaini per schiusa uova. Il costo presunto è stimato in circa 10.000 – 12.000 Euro. Foto 2.9 (sopra) - vasca circolare Foto 2.10 (di lato) – vasca schiusa In termini di sintesi finale il costo presunto di massima dell’operazione varia fra 92.000 e 103.000 Euro. Autorizzazioni e concessioni necessarie Si ritengono necessarie le seguenti autorizzazioni: Comune: licenza edilizia; Provincia: concessione di derivazione idrica e autorizzazione di scarico in acque pubbliche (assimilabile a scarico domestico, in quanto piscicoltura con alimentazione idrica inferiore a 50 l/s). ASL: agibilità PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 21 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Figura 2.2 – Schema del sistema idraulico e della sistemazione delle vasche (SCALA 1:100) 2.4 Modelli gestionali delle possibili strutture 2.4.1 Individuazione della figura del gestore Qui di seguito vengono fornite le informazioni relative alle associazioni di pesca che potrebbero partecipare al progetto di gestione dell’incubatoio ittico: Denominazione: FIPSAS, sezione provinciale di Cuneo Sede sociale: via Meucci n 22, Cuneo Titolare del diritto esclusivo di pesca sul Maira in comune di S. Damiano Macra PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 22 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Denominazione: Società Pesca Sportiva Dilettantistica Caragliese (onlus) Sede sociale : via Bisalta n. 8, Caraglio Presidente: Daniele Enzo Numero soci: 79 Affiliata alla F.I.P.S.A.S. Denominazione: Società Pesca Sportiva Sandamianese (onlus) Sede sociale: via Arturo Garino 8, San Damiano Macra Presidente: Garnero Mario ( tel. 0171-900033) Numero soci: 42 Affiliata alla F.I.P.S.A.S. Denominazione: Associazione Pescatori Sportivi “Dronero” Sede sociale: via Roma 9, Dronero Presidente: Ing. Bianco Alberto ( tel. 0171-905105) Numero soci: 120 Gestisce su delega del Comune di Dronero l’uso civico comunale di pesca 2.4.2 Modalità di gestione Per quanto riguarda la gestione dell’impianto di spremitura, incubazione e schiusa esiste il consenso delle associazioni pescatori di Caraglio, Dronero e S. Damiano a garantire la disponibilità di personale volontario; per quanto concerne le fasi di recupero e rilascio dei pesci queste potranno essere svolte, nella zona a diritto esclusivo di pesca e nell’uso civico, sempre da personale volontario (dotato di proprie attrezzature) delle tre associazioni e della FIPSAS, mentre nelle acque libere occerrerà anche la collaborazione del personale provinciale. Naturalmente gli addetti all’incubatoio (almeno tre persone che possano garantire, a turno, la presenza nel periodo novembre/marzo) dovranno essere formati tecnicamente con l’assistenza, per un paio di cicli, di tecnico locale competente (si segnala la disponibilità del Dott. Ivan Borroni). PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 23 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Il rapporto tra Provincia e associazioni pescatori garanti della gestione sarà regolato da una convenzione che terrà conto degli aspetti seguenti. La Provincia, che ne sarà proprietaria, si dovrebbe assumere gli oneri di acquisto, ristrutturazione e dotazione di attrezzature per la piena funzionalità della struttura e di eventuali consulenze tecniche. La gestione comporterà la presenza quotidiana in impianto (comprese festività) di almeno un addetto, per il tempo occorrente a svolgere il lavoro necessario (controllo della regolarità del rifornimento idrico, pulizia delle griglie, controllo dei riproduttori dopo la cattura, con eventuali disinfezioni, monda delle uova bianche in fase di embrionatura, controllo degli avannotti dopo la schiusa). Agli addetti, tramite le associazioni pescatori interessate, potrebbe essere riconosciuto dalla Provincia un rimborso delle spese di viaggio da casa fino all’impianto e ritorno; potrebbero essere inoltre rimborsate le spese sostenute nelle fasi di recupero e rilascio dei pesci e quelle relative al materiale di consumo (eventuali mangimi per riproduttori in stabulazione, disinfettanti, gas per lampade da illuminazione, combustibile per riscaldamento magazzino e quant’altro occorresse). Il materiale da ripopolamento prodotto potrebbe essere ridistribuito nelle seguenti proporzioni: acque libere provinciali 60% (metà per la Val Maira e metà per la Val Grana), riserva di Dronero 20%, riserva FIPSAS 20%. Il materiale verrà seminato allo stadio di avannotto a sacco vitellino riassorbito, prima della somministrazione di alimento. Nei tratti di corso d’acqua dove verrà immesso detto materiale non si dovrà eseguire nessun altro tipo d’immissione. 2.4.3 La produzione L’indagine ittiologica svolta nell’ambito di questo studio dimostra con capillari campionamenti (a conferma anche di alcuni altri dati del 2002 relativi alla stazione di Monterosso Grana sul torrente Grana, e alle stazioni di Macra e Dronero sul torrente Maira) che la situazione delle specie ittiche autoctone del bacino considerato è critica e addirittura drammatica per quel che riguarda le due specie salmonicole di preminente interesse faunistico e alieutico: la trota marmorata e, soprattutto il temolo. Lo studio ittiologico non ha consentito di rilevare, a livello fenotipico, l‘esistenza nel Maira-Grana di una popolazione chiaramente riferibile alla trota fario di ceppo mediterraneo (presente invece nel vicino bacino dello Stura), entità faunistica le cui connotazioni tassonomiche e zoogeografiche sono ancora dibattute tra gli ittiologi, tra i quali esistono in merito posizioni molto discordanti. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 24 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Una popolazione di temolo risulta di fatto attualmente assente dal Maira e dal Grana (forse possono ancora essere presenti pochi individui superstiti). Per tentare il recupero di questa specie la Provincia ha realizzato un apposito studio su tutto il territorio di competenza, le risultanze del quale (Graia, 2002) hanno documentato la scomparsa di tutte le popolazioni provinciali (un tempo ricchissime, anche nel Maira e nel Grana). Ne è conseguita la decisione di non poter svolgere per il temolo attività di piscicoltura fondate sul recupero di riproduttori selvatici e si è optato per il tentativo di ricostituire almeno una popolazione naturale autoriproduttiva, in un tratto di Stura (Demonte) non ancora interessato da pesanti prelievi idrici e/o interventi di disalveo. In questo sito vengono attualmente concentrati gli individui dispersi rinvenuti sporadicamente nei recuperi durante le annuali asciutte dei canali irrigui, dove i rari temoli superstiti sembrano cercare rifugio. In prospettiva, qualora l’esperienza sullo Stura si confermasse positiva, si potrebbe trasferire tale tipo d’intervento sul Maira (zona di Macra). Per quanto riguarda la trota marmorata la situazione, pure gravemente critica, pare più articolata. Su questa preziosa specie dovrebbero, attuarsi eventuali attività ittiogeniche di tutela nei bacini Maira e Grana-Mellea. Le indagini svolte nell’ambito di questo studio hanno rilevato, in alcune parti delle aste vocazionali di entrambi i torrenti allo studio, una presenza ancora non trascurabile di trota marmorata, presente però, in stragrande maggioranza, nella forma ibrida con la trota fario (da rilevare come le aste tra Castelletto di Busca e Vottignasco, sul Maira, e tra Valgrana e Centallo, sul Grana, “zone a temolo/marmorata”, siano in realtà sottoposte nel periodo estivo a prelievi idrici indiscriminati, che causano condizioni di totale assenza di scorrrimento idrico superficiale). In particolare i pescatori locali segnalano la risalita in periodo riproduttivo di trote marmorate, per lo più ibride ma anche fenotipicamente pure a valle della diga Paschero in Dronero e della diga di S. Damiano (Foto 2.11 e Foto 2.12). Qui tuttavia le “freghe” (Foto 2.13) sono comunque destinate ad avere scarso esito perché durante la magra invernale restano prevalentemente in secca In questo sito sarebbe auspicabile il recupero dei riproduttori di marmorata risaliti i quali, dopo spremitura, potrebbero essere rilasciati a monte degli sbarramenti. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 25 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Foto 2.11 – Diga di Dronero Foto 2.12 – Diga di San Damiano PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 26 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Foto 2.13 – Freghe a valle della diga di San Damiano La diga di Dronero si trova nell’uso civico comunale e quella di S. Damiano nella riserva FIPSAS. Analogamente si potrebbero eseguire sul Grana recuperi di marmorate, eventualmente presenti in epoca riproduttiva, sotto lo sbarramento di Valgrana (Foto 2.14 e Foto 2.15). Foto 2.14 – Sbarramento di Valgrana PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 27 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l Foto 2.15 – Scala di rimonta per pesci poco funzionale a Valgrana In questo modo è forse ipotizzabile un recupero di riproduttori marmorata (tutti i soggetti con livrea tipica e quelli con un minor grado fenotipico di inquinamento genetico da parte della fario) per una produzione di circa 100.000 uova (corrispondenti a una biomassa di femmine fattrici di 70/80 kg). Gli avannotti schiusi, a sacco vitellino riassorbito (senza assolutamente pensare a una fase di accrescimento) dovrebbero servire a ripopolare sezioni di torrente appartenenti ad aste torrentizie a libera pesca o dei diritti di pesca i cui titolari collaborino con l’attività ittiogenica dell’incubatoio (indicherei i tratti a monte degli sbarramenti di Dronero e di S. Damiano nonché il tratto libero in comune di Macra, sul Maira e quello a monte dello sbarramento di Valgrana, sul Grana). Dove venissero seminati gli avannotti di marmorata non dovrebbero però essere più seminate, in nessuna forma, trote fario. Gli avannoti di marmorata prodotti, pur inevitabilmente caratterizzati da un certo grado di introgressione genetica da parte della fario, riuscirebbero ad adattarsi in ambiente naturale sicuramente meglio degli avannotti delle fario d’allevamento, soprattutto in condizioni di criticità ambientale (piene o magre). Irrealistico sembra però ipotizzare, a partire dall’attuale situazione di degrado, il ripristino di un popolamento puro e autoriproduttivo di marmorate in tutte le aste vocazionali ancora dotate di portate idriche estive accettabili e non sottoposte a interventi di disalveo. L’eventuale, probabile, differenza tra la potenzialità dell’incubatoio (stimata in 140.000 uova in incubazione) e la quantità di uova embrionate di marmorata prodotte (presumibilmente inferiore) potrebbe essere colmata con una produzione di uova di fario selvatiche, con riproduttori recuperati in zone da definirsi, eventualmente a turnazione (da seminare allo stadio di avannotto in qualche tributario scelto ad hoc, senza ulteriori semine in loco di fario PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 28 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l d’allevamento). 2.5 Quadro preventivo costi/benefici Una valutazione del rapporto costi/benefici relativa all’eventuale realizzazione dell’incubatoio ittico nel sito di Macra risulta economicamente passiva. Infatti, a fronte di una produzione annua ipotizzabile nell’ordine di 140.000 avannotti (100.000 marmorate e ibridi, il resto fario), cui sarebbe possibile attribuire una valutazione, per quanto aleatoria, di circa 4/5.000 Euro (Euro 30/1000 avannotti la marmorata ed Euro 15/1000 avannotti la fario selvatica), occorre considerare un costo annuo di gestione almeno di 6.000 Euro, cui si deve aggiungere l’ammortamento di una spesa iniziale presunta di circa 100.000 Euro. Inoltre la gestione della struttura (logisticamente piuttosto decentrata e pertanto richiedente spostamenti con automezzi) verrebbe svolta da personale volontario, di affidabilità da verificare (comunque per qualche ciclo produttivo richiedente un supporto tecnico). Infine lo svolgimento delle attività sul campo necessarie alla cattura, trasporto e rilascio dei riproduttori dovrebbe avvenire con l’ausilio parziale (nei tratti a libera pesca) dei mezzi e del personale dell’Amministrazione Provinciale, con ulteriore onere economico e organizzativo. La società pescatori di Dronero e la FIPSAS (gestori e/o titolari di diritti di pesca) dispongono invece di proprie attrezzature per la pesca elettrica e di automezzi accessoriati per il trasporto di pesce vivo. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 29 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l 3. VALUTAZIONE COMPLESSIVA L’iniziativa di un incubatoio ittico nel sito di Macra non risulta economicamente vantaggiosa, tenuto conto delle valutazioni in precedenza esposte. Per quanto invece riguarda il vantaggio biologico, reale ma difficilmente quantificabile, di seminare in parte novellame selvatico anziché d’allevamento, occorre considerare che la difficile reperibilità nei bacini in questione di un numero sufficiente di riproduttori in grado di fornire materiale con caratteristiche rispondenti alle finalità del progetto ne rende incerto l’esito. Per il sito di Maddalena la valutazione pare anche più negativa, soprattutto per l’entità molto più importante degli investimenti iniziali e le ancor maggiori difficoltà logistiche e gestionali, tanto che non si è ritenuto di dover procedere ad un’analisi più dettagliata di questa opzione. L’unico aspetto positivo importante da segnalare è quello relativo all’aspetto didattico e di coinvolgimento delle associazioni di pescatori nella gestione diretta e in una azione di salvaguardia ittiologica che si potrebbe ottenere con la realizzazione dell’incubatoio di valle. PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 30 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI DRUMMOND SEDGWICK S., 1996 – Allevamento della Trota – revisione a cura di Badino G.. Edagricole. DUCHI A., 2001 – Progetto Macrostigma. Provincia Regionale di Ragusa – Assessorato Territorio e Ambiente – Settore Ecologia – Ufficio Caccia e Pesca. GIORDANI G., MELOTTI P., 1984 – Elementi di acquacoltura. Edagricole GRAIA, 2002 – Progetto di tutela e recupero del temolo nei corsi d’acqua della Provincia di Cuneo. Provincia di Cuneo. Ufficio tutela Fauna e Pesca. REAY P.J., 1988 – Acquacoltura – edizione italiana a cura di W. G. M.. Edagricole PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC 31 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l APPENDICE A –LOCALIZZAZIONE DELL’INCUBATOIO DI VALLE A MACRA PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC A1 Studio sul bacino del torrente Maira e del torrente Grana-Mellea BIOPROGRAMM s.c.r.l APPENDICE B – GRUPPO DI RICERCA Hanno collaborato allo svolgimento di questa attività: Dott. Biol. Paolo Turin Responsabile ricerca Dott. Ivan Borroni Stesura relazione tecnica PROVINCIA DI CUNEO – Settore tutela fauna e pesca 07_REV00.DOC B1