NEWS CASA E CITTA` 6 - 2011 a cura del Dipartimento

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NEWS CASA E CITTA` 6 - 2011 a cura del Dipartimento
NEWS CASA E CITTA'
6 - 2011
a cura del Dipartimento Ambiente e Territorio
Area Politiche della casa e degli insediamenti urbani
e-mail: [email protected]
In questo numero ■ Milleproroghe: provvedimenti su temi della casa
e dl territorio ■ Mutui per giovani coppie ■ Cittalia. spazi pubblici, la
partecipazione al servizio della qualità della vita
Provvedimenti nel milleproroghe relativi ai temi abitativi e del territorio
IlIl maxiemendamento al decreto Milleproroghe approvato dal Senato con il voto di fiducia passa ora
all’esame della Camera dei Deputati per essere approvato entro il 27 febbraio. Tra le diverse disposizioni
contenute, alcune riguardano il settore della casa e del territorio. Il provvedimento in generale si caratterizza
come un insieme di norme, senza una struttura organica e senza senza un progetto per affrontare la
grave crisi che sta colpendo il Paese, rilanciare i consumi, innescare le leve dello sviluppo, favorire
l'occupazione: è un provvedimento che aumenta le tasse e ne introduce di nuove, promuove ulteriori
condoni, rinvii, favorisce e premia soprattutto chi non rispetta le regole.
Di seguito alcuni dei provvedimenti principali contenuti nel testo relativi ai temi abitativi e del territorio.
Case fantasma. Il termine per la denuncia slitta al 30 aprile 2011: ai ritardatari arriverà una rendita
presunta, «notificata» con affissione all’albo pretorio (e non con notifica per posta). Per i ricorsi ci sono 60
giorni. La nuova rendita produrrà effetti dal 1 gennaio 2007, con tutti gli arretrati di imposte e sanzioni, salva
la possibilità dei contribuenti di dimostrare una diversa decorrenza (per esempio la costruzione dell’immobile
in una data più recente). Va ricordato che le case fantasma sono abusive: il Comune dovrebbe poi
intervenire, applicando le sanzioni e, nei casi più gravi, ordinando la demolizione. Questo il grande
nodo irrisolto dell'operazione e spiega anche perché siano ancora molte le case da censire. È
auspicabile che uno dei risultati finali, e non certo il meno importante, sia la mappatura delle
costruzioni abusive nel nostro paese (Italia Oggi).
Demolizioni. Per tutto il 2011 sono sospese le demolizioni disposte a seguito di sentenza penale nella
regione Campania, purché si tratti di immobili esclusivamente adibiti ad abitazione principale da parte di
persone che non abbiano altre soluzioni abitative. Le demolizioni non vengono sospese se il comune o la
Protezione civile abbiano riscontrato pericoli per la pubblica incolumità. Questo provvedimento è uno
schiaffo alla lotta contro l'abusivismo che, come Sarno e Ischia insegnano, mina la sicurezza del
territorio e mette a rischio la vita delle persone. Bloccare le ruspe per legge quando per anni si è
permesso di tutto è il segnale peggiore che si possa dare ai cittadini onesti e l'ennesimo favore alle
betoniere dei clan. In una regione come la Campania, dove un terzo delle case degli ultimi dieci anni è
abusivo, questa situazione ha già provocato decine di morti e dove il business del cemento illegale è
saldamente nelle mani della camorra, norme così hanno un effetto devastante (Legambiente).
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Oneri di urbanizzazione. Anche per il 2011 e il 2012 i comuni possono utilizzare fino al 75% delle
entrate da permessi da costruire per il finanziamento delle spese ordinarie correnti. La nuova formulazione
lascia “scoperto” solo il 2013, ultimo anno considerato dai bilanci triennali che vanno redatti entro il 31
marzo.Nella riduzione dei trasferimenti di fondi ai Comuni il cemento fresco rappresenta, attraverso
l'introito degli oneri di urbanizzazione, l’unica linfa vitale per le tasse degli enti locali Fino a qualche
anno fa i Comuni usavano gli oneri di urbanizzazione soprattutto per pagare le opere pubbliche.
Sempre più ora dovranno usare gli oneri di urbanizzazione per le spese correnti, quelle che
garantiscono l’indispensabile funzionamento.E questo rischia di rappresentare un incentivo perenne
alla cementificazione (CGIL)
Alluvioni. Per far fronte allo stato di emergenza sono stanziati 100 milioni di euro per ciascuno degli anni
2011 e 2012: 45 alla Liguria, 30 al Veneto, 20 alla Campania e 5 ai comuni della provincia di Messina colpiti
dall’alluvione del 2 ottobre 2009. Questi fondi provengono dal miliardo di euro stanziato dal ministero
dell’Ambiente per interventi di prevenzione del rischio idrogeologico, cifra già intaccata a maggio per
altrettanti 100 milioni sempre per fare fronte alle emergenze. L’ulteriore taglio di risorse mette a
rischio il piano nazionale di interventi definito, per la prima volta quest’anno, dal ministero
dell’Ambiente con tutte le Regioni e già siglato con appositi accordi di programma, tramite i quali le
Regioni si sono impegnate per un altro miliardo. E' giusto risarcire i territori colpiti, ma è un errore
farlo sottrarrendo denaro alla prevenzione, impedendo di realizzare la grande opera di mitigazione del
rischio idrogeologico necessaria all’Italia (Legambiente).
Calamità naturali. I presidenti delle regioni colpite da calamità naturali, se non hanno disponibilità in
bilancio per affrontare l’emergenza, possono deliberare l’aumento di aliquota delle addizionali o dei tributi
propri, in deroga al blocco nonché, se non basta, l’aliquota dell’accisa sulla benzina. La possibilità di
imporre una tassa regionale sulle calamità naturali è frutto di un malinteso federalismo. I cittadini
colpiti da terremoti, alluvioni, catastrofi varie subiranno, oltre al danno materiale, anche la beffa di
dover pagare risarcimenti e ricostruzioni. Salta ogni principio di solidarietà nazionale (PD).
Sfratti. Prorogato di un anno il blocco degli sfratti per le categorie disagiate, fino al 31 dicembre
2011.Per beneficiare della proroga gli inquilini devono trovarsi nei comuni ad alta tensione abitativa, con un
reddito inferiore a 27mila euro, e devono avere nel proprio nucleo familiare persone ultra65enni, malati
terminali o portatori di handicap o figli fiscalmente a carico. La proroga della sospensione degli sfratti per
finita locazione, limitatamente ad alcune categorie sociali e fino al 31 dicembre 2011, non affronta il
dramma delle decine di migliaia di famiglie con uno sfratto per morosità causato dalla
disoccupazione, dalla cassa integrazione e dagli affitti insopportabili, in una fase in cui peggiora la
condizione abitativa del Paese e la crisi sta ulteriormente aggravando la già difficile condizione
abitativa delle famiglie (CGIL-SUNIA).
Dagli ultimi aggiornamenti diffusi dal Ministero dell'Interno: nel 2009: 61.484 sfratti emessi, con un
aumento del 17,6% rispetto al 2008, ed il valore più alto degli ultimi 13 anni, 51.576 per morosità (l’84%). Il
52,3% nei soli capoluoghi di provincia ed il 45,3% nei grandi centri urbani.
Questi i principali risultati di un'indagine condotta dalla CGIL e dal SUNIA su un
campione di famiglie che si sono rivolte presso le sedi del sindacato:
SUNIA
le famiglie sottoposte a sfratto sono per la maggior parte italiane ma aumentano
quelle di migranti; in genere sono famiglie a basso reddito, ma cominciano a
essere rilevanti anche quelle con redditi medi che nel corso del contratto hanno
perso il posto di lavoro o hanno visto diminuire le proprie entrate: lavoratori in
cassa integrazione, pensionati:
aumentano i giovani, con età inferiore 35 anni (dal 4% al 20% del totale),
lavoratori precari (dipendenti a tempo determinato, assunti con collaborazioni
coordinate e continuative a progetto e prestatori d’opera occasionali) o che hanno
perso nel corso dell’ultimo biennio il posto di lavoro,
aumentano le famiglie di migranti (dal 22% al 26%), con nuclei
composti in media da tre o più persone,
aumentano i nuclei composti da anziani (dal 27% al 35% del totale) dei
quali due terzi composti da una persona che vive sola.
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Mutui per giovani coppie
Arriva il mutuo agevolato per le giovani coppie per l'acquisto della prima casa promosso dal ministero
della Gioventù e rivolta alle nuove generazioni. Entro il mese il ministro Giorgio Meloni firmerà con l'Abi un
protocollo d'intesa al quale seguiranno accordi con le singole banche per favorire l'acquisto della prima casa
da parte di giovani coppie: il Governo garantirà la metà della quota capitale purchè non superi i 75 mila euro
(importo massimo del mutuo 200mila euro); la misura dovrebbe interessare 10mila giovani coppie con figli o
senza, ma anche nuclei monogenitoriali con a carico dei minori. Il regolamento con la disciplina del Fondo
per l'accesso al credito è contenuto in un decreto del dicembre scorso, che entrerà in vigore il 18 febbraio.
Nel nostro Paese continua ad essere incentivata la casa in
Requisiti per usufruire dell'agevolazione:
proprietà, ma nulla che rilanci il mercato dell'affitto, che a
l'età di entrambi i componenti della coppia deve
prezzi compatibili può rappresentare una scelta per le
essere inferiore ai 35 anni; il reddito
famiglie, legata anche a fattori di flessibilità lavorativa e
complessivo rilevato dall'Isee non deve
mobilità territoriale, in un Paese in cui la scelta di decine di
superare i 35 mila euro e non più del 50% del
migliaia di famiglie di comprare un’abitazione, spesso
reddito complessivo imponibile ai fini Irpef deve
dettata dall’alto livello dei canoni, ha comportato spesso il
derivare da un contratto di lavoro dipendente a
ricorso a finanziamenti, di durata sempre più lunga e di
tempo indeterminato; la coppia non deve essere
importi sempre crescenti, a volte al limite della sopportabilità
proprietaria di altre case, salvo quelle di cui il
economica. L’indebitamento per acquisto o ristrutturazione di
mutuatario abbia acquistato la proprietà per
immobili in Italia ha interessato, nel 2008, il 12,6% dei nuclei
successione a causa di morte, anche in
familiari, circa 3 milioni di famiglie; l'incidenza media sul
comunione con un altro successore, e che
reddito è risultata pari al 17,1% con punte del 38% per le
siano in uso a titolo gratuito a genitori e fratelli;
famiglie con redditi inferiori a 15mila euro (Banca d’Italia l'immobile da acquistare per essere adibito ad
Supplemento al Bollettino statistico su “I bilanci delle famiglie italiane
nell’anno 2008). Si stima che una famiglia su quattro tra
quelle che per abbandonare l'affitto acquisteranno
un’abitazione, chiedendo un finanziamento bancario,
sarà a rischio povertà, a causa dell’alto livello di incidenza
della rata sul reddito disponibile (Caritas italiana e Fondazione
culturale responsabilità etica, Osservatorio del costo sul credito. Anno 2009).
abitazione principale non deve rientrare nelle
categorie catastali delle abitazioni signorili, delle
ville e dei castelli; deve avere una superficie
inferiore a 90 mq e nel concedere la garanzia
viene data priorità ai casi in cui l'immobile si
trovi in aree con forte densità abitativa
Per rilanciare una politica abitativa è necessario aumentare in modo consistente e strutturale l’offerta di
alloggi a canoni sostenibili dalla domanda sia rilanciando l’edilizia sociale, con interventi di edilizia
sovvenzionata e forme di social housing, con risorse pubbliche integrate a risorse private, attraverso un
Piano Casa che possa rispondere a differenti esigenze sociali (giovani, anziani, migranti, studenti, nuclei
unifamiliari), con finanziamenti adeguati e pluriennali, consistente quantitativamente, a canoni compatibili; sia
agendo sul mercato privato attraverso politiche fiscali che incentivino i proprietari di case a immettere sul
mercato gli immobili, e riformando il regime delle locazioni per riequilibrare le dinamiche del mercato.
Spazi pubblici, la partecipazione al servizio della qualità della vita
La realizzazione di spazi pubblici vivibili passa attraverso nuove forme di urbanistica che si alimentano dei
principi di partecipazione e sostenibilità per mettere le esigenze del cittadino al centro di innovativi modelli di
sviluppo locale. Le esperienze realizzate in Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna suggeriscono
l’affermarsi di modalità di governance diverse rispetto al passato per attenuare gli effetti della zonizzazione
che nei decenni precedenti hanno favorito l’emergere di situazioni di disagio diffuso e, in particolare, lo
svuotamento dei centri urbani in favore di periferie dormitorio.
Il cambio di paradigma mette l’accento sulla qualità della vita e sulle nuove necessità di fruizione degli spazi
pubblici da parte dei cittadini, attivando processi di sviluppo capaci di rendere più dinamiche, competitive ed
accoglienti sia le aree urbane che le zone ad esse circostanti. Oltre che coinvolgendo nella progettazione
degli interventi i livelli superiori di governo, tali cambiamenti sono stati possibili grazie ad un coinvolgimento
dal basso, che ha favorito una condivisione con gli abitanti degli interventi sin dalla fase di progettazione
anche attivando procedure di ascolto quartiere per quartiere.
Il nuovo ruolo del settore pubblico a Parigi ed in Francia All’avanguardia nei processi di sviluppo
partecipato, la Francia ha sperimentato inediti sistemi di collaborazione fra pubblico e privato per la gestione
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degli spazi urbani e l’integrazione di elementi decisivi per la realizzazione di villes durables, sostenibili sul
piano ambientale, economico e sociale. La costituzione di partenariati pubblico-privati per gestire la
riqualificazione di zone urbane degradate è lo strumento principe di una vera e propria politique de la ville
varata su scala nazionale ma saldamente ancorata alle esigenze emerse a Parigi e nelle altre grandi città
che, sul piano storico ed economico, non possiedono le caratteristiche di centralità della capitale. Le società
di economia mista (Sem) hanno coniugato le necessità di profitto dell’investitore privato con quelle
pubbliche, ben più stringenti, di rivitalizzazione anche sul piano sociale delle zone interessate.
Garantire la mixitè sociale offrendo al contempo nuove opportunità di fruizione degli spazi pubblici ai
residenti dei quartieri difficili è l’esigenza che più strettamente si coniuga a quella del contenimento del costo
dei servizi pubblici forniti dall’ente locale in collaborazione con il settore privato. Parigi è l’esempio più chiaro
del successo di questo approccio. Delle oltre mille Sem esistenti in tutto l’Exagone, diciannove sono
concentrati nella capitale che nel XVIII arrondissement ha, ad esempio, favorito la riqualificazione di un exterreno ferroviario nel quartiere della Chapelle per trasformarlo in un centro polifunzionale, con campi
sportivi, biblioteca, ostelli e spazi riservati alle attività economiche. La partecipazione dei residenti nella fase
di progettazione è un elemento qualificante di questo e altri significativi progetti di sviluppo, come quello che
riguarda la Rive Gauche della Senna, che ha visto un’evoluzione del progetto iniziale grazie all’interazione
fra architetti, stakeholders economici ed associazioni del territorio.
L’urbanismo diventa così l’esito di un processo di relazione e coinvolgimento che fa emergere una visione di
sintesi ben lontana, per esiti ed impatti sulla vita dei cittadini, da quella proveniente da decisioni calate
dall’alto. Lione, Montpellier, Bordeaux e Marsiglia sono solo alcune delle città che oggi raccolgono i frutti di
questi processi partecipativi che hanno contribuito a cambiare il volto dei loro spazi pubblici e a favorire un
maggiore equilibrio tra servizi ed esigenze diverse che però segnano in egual modo la risultante dei modi di
vivere un territorio (dall’estensione delle reti di trasporto pubblico alla capillarità della presenza comunale,
con uffici di prossimità capaci di riorientare dal basso le politiche locali col contributo dei cittadini).
Madrid, tra partecipazione e pianificazione strategica. La capitale spagnola ha invece istituzionalizzato la
partecipazione dei cittadini, mettendo tale principio al centro di tutti gli interventi di sviluppo locale. Lo
strumento dei Planes Especiales de Inversion ha favorito il recupero dei quartieri più svantaggiati attraverso
un ambizioso programma di interventi negoziati nell’ambito di un processo di coinvolgimento che prende
piede dalle strutture appositamente realizzate dall’Ayuntamiento per favorire il confronto fra le esigenze dei
diversi attori sociali. Attraverso uno studio delle priorità di ogni distretto, realizzato anche con una
consultazione diretta dei residenti, l’amministrazione ha potuto programmare interventi in zone come Latina,
Usera, San Bias, Villaverde partendo dai bisogni quotidiani di chi abita nelle varie zone.
La riqualificazione di strutture scolastiche alla Latina, la realizzazione di alloggi sociali a prezzo calmierato
per le giovani coppie a Tetuàn, il recupero di parchi e spazi verdi a Villaverde sono solo alcuni degli interventi
realizzati con una metodologia partecipata sin dalla fase di programmazione che ha inciso profondamente
sulla vivibilità di quartieri centrali e soprattutto periferici.
Il laboratorio sostenibile di Londra. Il passaggio da sistemi di pianificazione dall’alto verso processi di
inclusione e partecipazione dal basso per la riduzione dello sprawl urbano e la “normalizzazione” delle
periferie è particolarmente visibile nell’esperienza londinese che ha fatto da apripista a numerose esperienze
di sviluppo locale realizzate in numerose città della Gran Bretagna (da Liverpool a Glasgow).
La capitale britannica ha riprogrammato il proprio sviluppo a partire dalla definizione di precise guidelines per
la rigenerazione degli spazi pubblici, che coniugano aspetti tecnici e modalità di coinvolgimento di operatori e
soggetti privati. L’azione di recupero dei boroughs difficili è stata realizzata attraverso nuove modalità di
intervento, tavoli di concertazione pubblici e privati che hanno favorito la partecipazione diretta di imprese,
associazioni, residenti e comunità immigrate.
In particolare, Dagenham (176mila abitanti) è diventato un interessante e originale incubatore di innovazione
e partecipazione con la realizzazione di un parco tecnologico e di una serie di insediamenti edilizi ecosostenibili. Coniugare qualità della vita e sviluppo urbano è l’obiettivo trasversale di numerose iniziative
realizzate dall’amministrazione in vista dei Giochi Olimpici del 2012, che creeranno occasione di rilancio
economico e coesione sociale per i cinque quartieri periferici (Newham, Tower Hamlets, Waltham Forest,
Hackney, Greenwich) interessati dalle grande infrastrutture in fase di realizzazione. L’azione di
coinvolgimento dei cittadini da parte delle amministrazioni distrettuali proseguirà anche dopo la fine dei
Giochi, che con le infrastrutture appositamente costruite comporteranno un notevole miglioramento delle
condizioni di vita con riferimento alla situazione abitativa, dell’ambiente e della mobilità urbana. Come già
accaduto a Barcellona, la realizzazione di un grande evento costituisce uno stimolo decisivo per attivare
processi inediti e rivitalizzare zone in declino con effetti positivi per l’intero contesto urbano.
Dipartimento Ambiente e Territorio – Area Casa e Insediamenti urbani
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