CREAZIONE Introduzione Le primissime parole della

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CREAZIONE Introduzione Le primissime parole della
CREAZIONE
Introduzione
Le primissime parole della Bibbia sono il fondamento di tutto ciò che segue: «Nel principio Dio creò i
cieli e la terra» (Gn 1:1). In tutta la Scrittura la creazione viene celebrata come opera della mano di Dio, che
viene lodato e adorato quale autore e sostenitore di ogni cosa: «I cieli raccontano la gloria di Dio e il
firmamento annunzia l’opera delle sue mani» (Sal 19:1).
Da questa visione del mondo sgorga una serie di dottrine collegate tra loro che rappresentano il fulcro del
messaggio avventista all’umanità: un mondo perfetto creato tanto tempo fa, nel quale non esistevano morte e
peccato; il sabato; la caduta dei nostri progenitori; la diffusione del peccato, del degrado e della morte in
tutto il creato; la venuta di Gesù Cristo, Dio incarnato, per vivere in mezzo a noi e salvarci dal male mediante
la sua morte e risurrezione; il ritorno di Cristo, nostro creatore e redentore; e il ripristino definitivo delle
condizioni precedenti la caduta.
Gli Avventisti del 7° Giorno, cristiani che prendono molto seriamente la Bibbia e cercano di vivere
secondo i suoi precetti, hanno un’alta considerazione della natura. Crediamo che anche allo stato attuale,
anche se corrotta, riveli la potenza eterna di Dio (Rm 1:20). «Ogni gemma che si schiude, ogni tenero filo
d’erba, annunciano che Dio è amore» SC, p. 9 [10].
Siamo convinti che tutta la Scrittura sia ispirata e analizzi tutti gli altri veicoli, compresa la natura, per
mezzo dei quali Dio rivela se stesso. Abbiamo un grande rispetto per la scienza, e applaudiamo
all’importanza dei dipartimenti scientifici delle nostre università e delle nostre istituzioni sanitarie. Diamo
grande valore anche all’opera degli scienziati e dei ricercatori avventisti che non lavorano per la chiesa.
Insegniamo ai nostri studenti come impiegare rigorosamente il metodo scientifico. Ma allo stesso tempo ci
rifiutiamo di restringere al solo metodo scientifico la ricerca della verità.
La questione delle origini
Il racconto biblico della creazione, almeno nel mondo cristiano, ha rappresentato per secoli la spiegazione
ai quesiti sulle origini. Nel corso del XVIII e XIX secolo le metodologie scientifiche fecero acquisire
conoscenze sempre maggiori sul funzionamento delle cose. Oggi nessuno può negare che la scienza abbia
portato un sensibile incremento alla qualità della nostra vita grazie ai progressi in agricoltura, nella
comunicazione, nell’ecologia, nell’ingegneria, nella genetica, nella salute e nell’esplorazione dello spazio.
La conoscenza della natura e quella proveniente dalla rivelazione divina sembrano essere in armonia in
molte aree dell’esistenza. I progressi della conoscenza scientifica spesso confermano e convalidano la
visione della fede. Ma per quanto riguarda le origini dell’universo, della terra, della vita e della sua storia
siamo di fronte a punti di vista contrapposti. Affermazioni fondate sullo studio della Scrittura sono spesso in
duro contrasto con quelle provenienti dalle ipotesi e dalle metodologie scientifiche utilizzate nello studio
della natura. Questa tensione ha un impatto diretto sulla vita della chiesa, sul suo messaggio e sulla sua
testimonianza.
Siamo a favore di una vita caratterizzata dalla fede e dall’apprendimento. Scorgiamo, sia nello studio
della Scrittura sia negli ordinati processi della natura, indicazioni della meravigliosa mente del Creatore. Fin
dagli inizi della sua storia la Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno ha incoraggiato lo sviluppo
dell’intelletto e della comprensione attraverso le discipline dell’adorazione, dell’istruzione e
dell’osservazione.
Nelle precedenti decadi le discussioni sulle teorie delle origini si sono sviluppate fondamentalmente in
ambito accademico; il naturalismo filosofico (dottrina metafisica che non ammette altra realtà esterna al
mondo fisico e considera tutto il divenire retto da leggi naturali) ha comunque conquistato un largo seguito in
campo educativo e rappresenta oggi il presupposto basilare di buona parte di ciò che viene insegnato nelle
scienze naturali e sociali. I membri e gli studenti avventisti si imbattono quotidianamente in questa visione
del mondo e nelle sue implicazioni.
La chiesa avventista, nei punti dottrinali fondamentali, convalida la creazione divina come descritta nel
racconto biblico del primo capitolo della Genesi: Dio è creatore di tutte le cose e ha rivelato nella Scrittura il
racconto autentico della sua attività creativa. In sei giorni il Signore fece il cielo e la terra e ogni essere
vivente sulla terra e si riposò il settimo giorno di quella prima settimana. In questo modo stabilì il sabato
come memoriale perpetuo del completamento della sua opera. Il primo uomo e la prima donna furono fatti a
immagine di Dio a coronamento della creazione, fu dato loro il dominio sul mondo e furono incaricati di
averne cura. Quando la terra fu finita era «molto buona», a proclamazione della gloria di Dio (cfr Gn 1; 2; Es
20:8-11; Sal 19:1-6; 33:6,9; 104; Eb 11:3).
Le ragioni della fede e le Conferenze scientifiche
A motivo della crescente e dilagante influenza della teoria evoluzionistica, il Comitato esecutivo della
Conferenza Generale (Consiglio annuale 2001) ha autorizzato una serie di conferenze sul tema Fede e
Scienza della durata di tre anni. Queste conferenze non sono state chiamate a modificare la posizione
consolidata della chiesa sulla creazione ma a rivedere contributi e limitazioni che sia la fede sia la scienza
sono in grado di apportare alla nostra comprensione delle origini.
Le motivazioni principali che hanno spinto alla convocazione di queste conferenze, sono:
1. Motivazioni filosofiche: nel definire il rapporto tra teologia e scienza, tra fede e ragione ci si trova di
fronte a un dilemma costante: queste due correnti di pensiero sono in accordo o in conflitto tra loro? Devono
essere considerate sfere della conoscenza interattive o autonome e non sovrapposte? L’opinione dominante
nella maggior parte delle società contemporanee interpreta la vita, la realtà fisica e il comportamento
secondo parametri marcatamente diversi da quelli della prospettiva cristiana. Come deve confrontarsi un
cristiano con queste cose?
2. Motivazioni teologiche: come deve essere interpretata la Bibbia? Fino a che punto la conoscenza
scientifica deve permeare o modellare la nostra comprensione della Scrittura e viceversa?
3. Motivazioni scientifiche: le informazioni messe a disposizione dalla natura sono fruibili a chiunque le
osservi. Che cosa dicono o indicano quei dati? Come possiamo giungere a interpretazioni e conclusioni
corrette? La scienza è uno strumento o una filosofia? Come differenziare la buona dalla cattiva scienza?
4. Nutrimento e istruzione per i membri di chiesa: come si deve porre un membro di chiesa davanti alla
varietà di interpretazioni del racconto della Genesi? Che cosa deve dire la chiesa a coloro la cui formazione
educativa produce idee contrastanti con la loro fede? Non esprimersi a proposito di queste materie significa
mandare segnali contrastanti; crea incertezza e un terreno fertile per vedute dogmatiche e arbitrarie.
5. Nascita di una fede vivente: chiarire e riaffermare una teologia delle origini su base biblica fornirà ai
membri gli strumenti utili per poter affrontare le sfide sollevate da questo argomento. Le conferenze su Fede
e Scienza non sono state programmate semplicemente per la stimolazione intellettuale dei partecipanti, ma
come opportunità di orientamento e guida pratica per i membri. La chiesa non può fingere di conservare le
proprie dottrine in un luogo sicuro, al riparo da ogni minaccia. Se così fosse in breve tempo diventerebbero
delle reliquie. Gli insegnamenti della chiesa devono calarsi e legarsi alla realtà quotidiana perché possano
essere fede vivente; in caso contrario equivarranno solo a dei dogmi senza vita.
Conferenze su Fede e Scienza
Si sono tenute due conferenze su Fede e Scienza, una a Ogden, Utah, nel 2002 e l’altra a Denver,
Colorado nel 2004, che hanno visto una massiccia partecipazione internazionale di teologi, scienziati e
dirigenti della chiesa. Inoltre, sette delle tredici Divisioni americane hanno organizzato incontri e conferenze
su scala regionale, che avevano come tema l’interazione tra fede e scienza nella spiegazione sulle origini. Il
Comitato organizzatore esprime il proprio apprezzamento a tutti i partecipanti per il contributo dato alla
stesura di questo rapporto.
L’agenda della conferenza di Ogden aveva come scopo quello di mettere al corrente gli spettatori della
gamma di possibilità secondo cui sia la teologia sia la scienza offrono risposte in merito alle origini della
terra e della vita. La conferenza più recente, quella di Denver, ha rappresentato l’atto conclusivo della serie
Ecco alcuni dei punti salienti previsti dall’agenda:
- Il ruolo sempre maggiore del sapere nella chiesa. In che modo essa conserva la natura confessionale dei
suoi insegnamenti nel momento in cui resta aperta a un ulteriore progresso nella sua comprensione della
verità?
- L’ausilio necessario, rivolto a insegnanti e dirigenti della chiesa, per poter affrontare soggetti
controversi e problematiche etiche che ne derivano .Come insegnare nelle nostre scuole la scienza in modo
da arricchire e non intaccare la fede?
- Quali considerazioni etiche emergono quando le convinzioni personali non collimano con gli
insegnamenti denominazionali? In che modo la libertà di pensiero deve tenere conto del ruolo pubblico? In
altre parole, quali sono i principi della responsabilità individuale e quale la morale del dissenso?
- Quali sono i processi e le responsabilità amministrative collegate alla variazione o alla riformulazione
delle dottrine?
Nel corso di tutte le conferenze sono state presentate e discusse pubblicazioni accademiche di teologi,
scienziati ed educatori. Le conferenze di Ogden e Denver hanno coinvolto rappresentanti provenienti da ogni
Divisione del campo mondiale. Nel corso di tre anni sono state ben oltre 200 le persone impegnate, 130 delle
quali solo a Denver.
Osservazioni generali
1. Plaudiamo alla serietà e alla dignità che hanno caratterizzato le conferenze.
2. Abbiamo notato che è prevalso un forte sentimento di dedizione e lealtà alla chiesa.
3. Abbiamo potuto vedere che, nonostante l’affacciarsi di alcuni momenti di tensione, tra i partecipanti si
è conservato un clima cordiale e che il senso di comunione ha travalicato i diversi punti di vista.
4. Siamo stati testimoni di un alto grado di convergenze sulle questioni basilari, in particolare sul ruolo
normativo della Scrittura, rafforzato dagli scritti di Ellen G. White, e sulla convinzione da parte di tutti che
Dio è il Creatore caritatevole.
5. Non abbiamo rilevato alcun supporto o patrocinio del naturalismo filosofico, secondo cui l’universo
non esiste per mano di un Creatore.
6. Siamo consapevoli che il conflitto tra la visione contemporanea del mondo e quella biblica condiziona
sia gli scienziati sia i teologi.
7. Riconosciamo che la tensione tra fede e ragione è un elemento con il quale il credente deve imparare a
convivere.
8. Consideriamo che il rifiuto delle interpretazioni scientifiche contemporanee delle origini non implichi
lo svilimento della scienza e degli scienziati.
9. Se da un lato troviamo ampie conferme a sostegno della comprensione della chiesa circa la vita sulla
terra, riconosciamo che alcuni tra noi interpretano il racconto biblico secondo modi che inducono a
conclusioni radicalmente diverse.
10. Accettiamo il presupposto che sia la teologia sia la scienza contribuiscano alla nostra comprensione
della realtà.
Conclusioni
1. Il livello di tensione relativamente alla nostra comprensione delle origini varia nel mondo. Nelle aree in
cui la scienza ha fatto i maggiori progressi sono più diffusi i dubbi tra i membri di chiesa. Quando lo
sviluppo della scienza e dell’istruzione interesserà ogni cultura, avremo un corrispondente aumento di
membri che si chiederanno come riconciliare l’insegnamento della chiesa con le teorie naturali dell’origine.
Un gran numero di studenti avventisti frequenta scuole pubbliche nelle quali l’evoluzione viene insegnata e
propagandata in classe senza il contraltare di materiale e argomenti favorevoli al racconto biblico delle
origini.
2. La riconferma della dottrina fondamentale della chiesa sulla creazione è sostenuta con decisione. Il
pensiero avventista di una creazione letterale durata sei giorni è teologicamente valido e coerente con l’intero
insegnamento della Bibbia.
3. La creazione è un pilastro fondamentale dell’intero sistema dottrinale avventista, che ha un rapporto
diretto con molte, se non tutte, dottrine fondamentali. Ogni interpretazione alternativa della storia della
creazione deve essere esaminata alla luce del suo condizionamento su tutte le altre dottrine. Diverse sessioni
delle conferenze su Scienza e Fede hanno esaminato interpretazioni alternative del primo capitolo della
Genesi, tra queste l’idea dell’evoluzione teistica. Ognuna di loro è priva di coerenza teologica con la
Scrittura e mostra aree di inconsistenza con il resto della dottrina avventista. Sono perciò possibilità
inaccettabili per sostituire la dottrina biblica della creazione sostenuta dalla chiesa.
4. È stata espressa preoccupazione riguardo l’espressione che si trova in una delle dottrine fondamentali
della chiesa e che alcuni considerano ambigua: «in sei giorni». L’impressione è che il significato attribuitole
(la creazione di sei giorni descritta in Genesi fu compiuta in una settimana letterale e storica) non sia
menzionato. Questa situazione dà adito a incertezza relativamente all’attuale credo della chiesa. Lascia
inoltre posto ad altre interpretazioni del testo; esiste il desiderio di sentire la voce della chiesa in un
contributo alla chiarezza del reale significato della dottrina fondamentale n° 6.
5. Nonostante alcuni dati scientifici possano essere interpretati secondo canoni coerenti con il concetto
biblico di creazione, abbiamo anche esaminato informazioni la cui interpretazione si scontra con il pensiero
della chiesa. Non si può congedare con leggerezza la forza di tali interpretazioni; noi rispettiamo le
affermazioni della scienza, le studiamo e speriamo in una soluzione; ciò non preclude un riesame della
Scrittura per avere la certezza che è stata compresa bene. Ma quando non è possibile un’interpretazione in
armonia con le scoperte scientifiche, non possiamo concedere alla scienza un ruolo privilegiato che gli
permetta automaticamente di determinare i risultati. Riconosciamo piuttosto che non è giustificabile
consentire a inconfutabili insegnamenti della Scrittura di rimanere ostaggio dell’attuale interpretazione
scientifica dei dati.
6. Riconosciamo l’esistenza tra noi di diverse interpretazioni teologiche a proposito di Genesi 1-11. In
virtù di ciò ci preme che coloro ai quali compete il ministero dell’educazione nel mondo avventista, svolgano
la loro funzione eticamente e con integrità, rispettando i requisiti della loro professione, gli insegnamenti
biblici e le posizioni cardine del corpo dei credenti. Dato che gli avventisti del 7° giorno ammettono che la
comprensione della verità costituisce un’esperienza in continuo sviluppo, c’è un bisogno permanente di
studio della Parola di Dio, della teologia e della scienza, per far sì che le verità da noi osservate siano fede
vivente capace di rivolgersi alle teorie e alle filosofie contemporanee.
7. Apprezziamo e appoggiamo il valore significativo di un dialogo continuo su base internazionale e
interdisciplinare tra i teologi, gli scienziati, gli educatori e gli amministratori avventisti.
Conferme
In seguito alle due conferenze internazionali, il Comitato organizzatore comunica le seguenti conferme:
1. Confermiamo il primato della Scrittura nella comprensione avventista delle origini.
2. Confermiamo la comprensione storica avventista di Genesi 1, secondo cui la vita sulla terra fu creata in
sei giorni letterali ed è di origine recente.
3. Confermiamo il racconto biblico della caduta, che ha provocato la morte e il male.
4. Confermiamo il racconto biblico di un diluvio catastrofico, un atto di giudizio da parte di Dio che colpì
l’intero pianeta, come chiave importante per capire la storia della terra.
5. Confermiamo che la limitata comprensione delle origini richiede da parte nostra umiltà e che un
ulteriore approfondimento di questi argomenti può avvicinarci a profondi e straordinari misteri.
6. Confermiamo la natura interdipendente della dottrina della creazione rispetto alle altre dottrine
avventiste.
7. Confermiamo che, nonostante la sua deturpazione, la natura testimonia del Creatore.
8. Confermiamo il sostegno agli scienziati avventisti nel loro impegno per capire l’opera del Creatore
mediante le metodologie delle loro discipline.
9. Confermiamo il sostegno ai teologi avventisti impegnati a esplorare e articolare il contenuto della
rivelazione.
10. Confermiamo il sostegno agli educatori avventisti nel loro ministero fondamentale rivolto ai bambini
e alla gioventù della chiesa.
11. Confermiamo che la missione della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno, così come è stata
identificata in Ap 14:6,7, prevede l’appello ad adorare Dio quale creatore di tutte le cose.
Raccomandazioni
Il Comitato organizzatore delle conferenze internazionali su Fede e Scienza raccomanda quanto segue:
1. Allo scopo di rispondere a quanti giudicano una mancanza di chiarezza il principio fondamentale n° 6,
la comprensione storica della Chiesa Cristiana Avventista del 7° Giorno sul racconto della Genesi sia
affermata più esplicitamente.
2. Si incoraggino i dirigenti della chiesa a ogni livello perché verifichino e valutino l’efficacia dei
programmi e dei metodi denominazionali volti a formare i giovani, anche quelli che non frequentano scuole
avventiste, secondo i canoni biblici delle origini e a renderli consapevoli delle sfide che dovranno affrontare.
3. Si garantiscono maggiori opportunità al dialogo e alla ricerca interdisciplinare tra gli studiosi avventisti
di tutto il mondo.
Conclusione
La Bibbia comincia con il racconto della creazione e termina con quello della nuova creazione. Tutto ciò
che si è perso con la caduta dei nostri progenitori viene ripristinato. Colui il quale fece ogni cosa al principio
con la Parola della sua bocca e condusse la lunga battaglia contro il male, il peccato e la morte si avvia a una
conclusione gloriosa e trionfante. È Gesù che ha abitato in mezzo a noi e che è morto al nostro posto sul
Calvario. Come gli esseri celesti cantarono per esclameranno gioia al tempo della prima creazione, così i
redenti dalla terra dichiarano: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la
potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono… Degno è l’Agnello,
che è stato immolato» (Ap 4:11; 5:12).
Rapporto 2002-2004 del Comitato organizzatore dell’International Faith & Science Conferences al Comitato esecutivo
della Conferenza Generale, 10 settembre 2004.