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2 Premessa: La nostra Comunità La Comunità Pastorale “Beata Vergine di Rogoredo” nasce ufficialmente l’ 01/09/2009 (Decreto Arcivescovile di Costituzione della Comunità Pastorale Prot. Gen. 2824) dall’unione di tre Parrocchie: SS. Pietro e Paolo in Alzate Brianza, S. Michele in Anzano del Parco e S. Andrea in Fabbrica Durini, di dimensioni diverse ma con una substrato demografico, culturale e di tradizione religiosa assai simile. Diversi sono stati però i cammini pastorali negli ultimi decenni, nello sforzo di attuazione del rinnovamento religioso e delle sfide della modernità. Parrocchia SS. Pietro e Paolo - Alzate Comunità cristiana di origine antica, aggregata alla pieve di Galliano (Cantù), conta circa 4.200 abitanti. La chiesa parrocchiale, posta ai margini dell’abitato, era dedicata in origine a S. Pietro, e solo in seguito aggiunse come patrono anche Paolo. Nel centro antico del paese esiste una chiesa dedicata a San Giorgio, con una cappella interamente ricoperta di affreschi del Cinquecento. Dal 1839 la Parrocchia viene eretta in Prepositura. Dagli inizi del Seicento è stata sempre supportata da uno o più coadiutori. Dal 1908 è funzionante l’Oratorio per la gioventù. Parrocchia S. Michele – Anzano Anch’essa di storica costituzione, presenta attualmente circa 1.800 abitanti. E’ dotata, oltre alla chiesa parrocchiale, di un oratorio dedicato alla Madonna Addolorata. Dal 1940 è attivo l’Oratorio intitolato a Pio XI. Parrocchia S. Andrea – Fabbrica Durini Dipendente in antico dalla parrocchia di Anzano, viene costituita ufficialmente in parrocchia nel 1906 e conta al giorno d’oggi circa 1.000 abitanti. Dal 1963 è presente l’Oratorio. 3 Maria: icona della Comunità La nostra Comunità Pastorale porta il nome della Beata Vergine di Rogoredo, con riferimento all’affresco dell’altare maggiore del Santuario di Alzate. L’affresco, di mano ignota, porta sulla sua sommità la data del 1533. Rappresenta la Madonna con in braccio il Bambino. Lo stile è quello popolare del tempo (rintracciabile, ad esempio, in un analogo dipinto presso il vicino santuario di Nostra Signore di Lourdes, in Monguzzo), ma qui espresso con particolar maestria e raffinatezza. Era stato dipinto adiacente ad un muretto diroccato che fiancheggiava la strada tra Alzate e Brenna. Questo sito era denominato popolarmente “Rogoredo”, cioè “querceto”, perché caratterizzato dalla presenza di querce (in dialetto “rogur”). Il tempo, con la polvere, l’umidità, la crescita di edere ed erbacce, oscurò l’immagine, a tal punto che difficilmente si potevano distinguere i lineamenti ed i volti rappresentati. La tradizione narra l’episodio di una pastorella muta che, sedendo nei pressi del consumato affresco, attorniata dal gregge, osservava una capretta che, appoggiando le zampe sul muricciolo, brucava le edere, scrostando i nitrati dell’intonaco. Ecco apparirle inaspettato il volto della Vergine dipinta! La piccola, in preda allo stupore, tornò in paese a gridare al miracolo. La gente cominciò a visitare il sito. Attorno all’effige, ormai visibile, sorse dapprima una cappella campestre (chiamata “il Gesiolo” o “Giesiolo”, da cui la denominazione antica dell’affresco –“Madonna del Gesiolo”-), poi l’attuale santuario (la cui prima pietra venne messa nel 1686), per poter accogliere i sempre più numerosi fedeli che accorrevano. Nel 1752 l’immagine fu interamente pulita, con molta attenzione, dal pittore piemontese Antonio Odisio, riportando alla luce l’intero manto, sistemando alcune crepature e dando qualche tocco anche al volto della Vergine. Il suddetto pittore fu sorpreso e stupito da quella sacra immagine, che pareva manifestare qualcosa “mirabile e straordinaria”. 4 La devozione alla “Madonna di Rogoredo” crebbe progressivamente in corrispondenza alle numerose grazie a lei attribuite. Sono generalmente grazie importanti legate a persone (malati, muti, storpi, indemoniati,…) o a situazioni particolari (protezione in tempi difficili,…). Quotidianamente la “Beata Vergine di Rogoredo” accoglie devoti e pellegrini. Durante la sua festa (all’8 settembre) richiama centinaia di pellegrini. Le celebrazioni dell’Eucaristia e del Sacramento della Riconciliazione toccano il cuore di tanti. La devozione, legata alle grazie ricevute, apre ai pellegrini una riflessione sulla fede. E’ una fede legata alla vita, al proprio cammino, agli avvenimenti quotidiani, alle scelte da fare. E’ la fede di chi non scarica, davanti al divino le proprie necessità, ma da chi, in dialogo con Maria ed il vangelo di Gesù, riceve con fiducia una direzione nuova. E’ la fede che sa dire “grazie” per un incontro che cambia la vita e che fa percepire che la vita stessa è un dono, una “grazia”, appunto, che cerca di essere corrisposta. E’, infine, la fede di chi, in dialogo con Maria, crea una comunità. La grazia più bella la si riconosce, oggi, nel contesto della Comunità Pastorale. I momenti della Comunità legati al Santuario che le dà il nome sono sempre vissuti con partecipazione profonda e numerosa. Lo sguardo della “Beata Vergine di Rogoredo” ci indica Gesù come Via, Verità e Vita. La nostra comunione trova qui la sua fonte… e trova l’alimento per divenire un segno, un’icona, appunto, che aiuta tutti ad “arrivare” a Gesù. Una Comunità in crescita Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi? (Mt 16,3) Da diversi anni si è cercato, nonostante le diverse realtà delle comunità parrocchiali, di costruire una pastorale d’insieme, soprattutto per il mondo giovanile: il coadiutore di Alzate, infatti, da circa 17 anni è incaricato della pastorale giovanile delle tre parrocchie (oltre a quelle di Orsenigo e Alserio). Il percorso della Comunità Pastorale, negli oltre tre anni dalla sua nascita, è stato segnato da alcune tappe significative: la costituzione di un nuovo e unico Consiglio pastorale e Consiglio per gli affari economici, il superamento delle iniziali diffidenze e resistenze ai cambiamen5 ti, il faticoso ma progressivo consolidamento di esperienze comuni nella catechesi, liturgia, servizio. Nel 2011 Don Angelo Bellati, vicario della comunità, è stato chiamato al servizio nella missione diocesana dello Zambia. Al suo posto, a collaborare con il Responsabile don Lodovico Colombo, è stato inviato dall’Arcivescovo don Marco Tagliabue, che si è subito inserito nel solco tracciato da don Angelo a servizio particolarmente della gioventù. Come ulteriore sostegno della pastorale è stato nominato residente con incarichi pastorali il sacerdote don Luciano Spinelli. E’ doveroso sottolineare la presenza nella comunità di due religiose del Cottolengo, suor Carla e suor Regina, che offrono una preziosa testimonianza di preghiera e di servizio durante le celebrazioni liturgiche e presso la casa di riposo. Ogni parrocchia ha comunque un volto con proprie caratteristiche che si cerca di tener presente e di far diventare una ricchezza condivisa comune. Questa presenza è testimoniata dalle numerose iniziative che coinvolgono ogni livello della Comunità: famiglie, bambini, adolescenti, giovani, coppie in procinto di sposarsi, adulti, persone della terza età. Purtroppo si è dovuto constatare il progressivo emergere di situazioni che sono sempre più tipiche della società attuale: famiglie in difficoltà affettiva, nuove povertà legate alla crisi del mondo del lavoro ma anche alle separazioni tra coniugi, il giorno della domenica impegnato in attività lavorative o in occasione di shopping, bambini che crescono in famiglie “irregolari”, ragazzi che vivono spesso senza occasioni di crescita, la presenza della Chiesa vista come una delle agenzie burocratiche fra le altre o solamente come organizzatrice di feste ed eventi, l’allontanamento di molti dalla pratica religiosa e dalle occasioni tradizionali di preghiera. La nostra Comunità è chiamata a confrontarsi con queste situazioni, che stimolano a cercare modi e strumenti nuovi di risposta: i cristiani sono chiamati a riconoscere i segni dei tempi, a offrire l’immagine di una Chiesa capace di accogliere, ascoltare e restituire punti fermi di Speranza, che nessun ambito umano è in grado di garantire. Il rischio da evitare è, invece, sia quello di chiudersi nella propria fede escludendo chi non vi aderisce, sia quello di immaginare una Chiesa che segua le mode del mondo. Riconoscere i segni dei tempi non significa infatti mettersi al passo dei tempi. 6 L'ispirazione In principio la parola Il tema L’ambito L'annuncio Pag. 9 Partenza da Emmaus La Missione Attirerò tutti a me La Liturgia Farsi prossimo L'impegno caritativo Parlo al tuo cuore La famiglia Il lembo del mantello La comunicazione Affidamento a Maria 7 Nuove Generazioni 10 Adolescenti e giovani 11 Adulti 13 Gruppo missionario 14 Commissione liturgica 16 Caritas 19 Commissione famiglia 21 Gli strumenti 23 26 Rendere ragione della speranza che è in voi” (cfr. 1Pt 3,15) L’obiettivo fondamentale di questo progetto pastorale per i prossimi tre anni si può sintetizzare nella frase richiamata dalla prima lettera di Pietro: è quanto mai fondamentale infatti che ogni credente approfondisca dentro di sé le motivazioni profonde della propria fede e sappia testimoniarla efficacemente nel mondo secolarizzato di oggi. Anche della nostra comunità, come sopra è stato accennato. Il tutto presuppone la prosecuzione del cammino di integrazione delle tre parrocchie intrapreso, e la progressiva maturazione e presa di coscienza del ruolo fondamentale che i laici sono chiamati a svolgere all’interno della Chiesa. Sullo sfondo, e come bussola di riferimento stanno i documenti e le indicazioni del Magistero ecclesiale, tra cui ricordiamo: 1. Concilio Vaticano II (1962 – 1965), trascorsi ormai 50 anni dalla su apertura 2. Sinodo Diocesano 47° 3. Lettere pastorali (Martini, Tettamanzi, Scola) 3. Linee pastorali della CEI per il decennio 2010-2019 “Educare alla vita buona del Vangelo”, che riprendono le scelte di Verona e mettono in risalto il rilievo dell’educare in tutte le sue forme e in tutte le sue declinazioni. La CEI ha recentemente stabilito di concentrare sull’educare le azioni del quinquennio in corso. 4 Decreto di Costituzione della Comunità pastorale 5. Anno della Fede indetto da papa Benedetto XVI per il 2013 che ha tra i suoi scopi fondamentali la riscoperta e l’approfondimento del dono della fede in tutte le sue accezioni Ci lasceremo guidare, nella stesura dei questo progetto dalla cara figura del Card. Carlo Maria Martini, che da poca ha lasciato questo mondo, ed in particolare da alcune delle sue fondamentali “lettere pastorali”, per delineare ambiti e finalità dell’azione pastorale. 8 L’ANNUNCIO “In principio la Parola” “Occorre che il primato della Parola sia vissuto. Ora esso non lo è. La nostra vita è lontana dal potersi dire nutrita e regolata dalla Parola. Ci regoliamo, anche nel bene, sulla base di alcune buone abitudini, di alcuni principi di buon senso, ci riferiamo a un contesto tradizionale di credenze religiose e di norme morali ricevute. Nei momenti migliori, sentiamo un pò di più che Dio è qualcosa per noi, che Gesù rappresenta un ideale e un aiuto. Al di là di questo però sperimentiamo di solito ben poco come la parola di Dio possa divenire il nostro vero sostegno e conforto, possa illuminarci sul "vero Dio" la cui manifestazione ci riempirebbe il cuore di gioia. Facciamo solo di rado l'esperienza di come il Gesù dei Vangeli, conosciuto attraverso l'ascolto e la meditazione delle pagine bibliche, può divenire davvero "buona notizia" per noi, adesso, per me in questo momento particolare della mia storia, può farmi vedere in prospettiva nuova ed esaltante il mio posto e compito in questa società, capovolgere l'idea meschina e triste che mi ero fatto di me stesso e del mio destino.” (In principio la Parola , 25) La parola di Dio, «lampada che brilla» (2 Pt 1,19) risuona nella Comunità cristiana, la edifica, la rinnova e ne nutre la fede. «Le Sacre scritture, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo» (Dei Verbum, 21). La Comunità pastorale mette in atto ogni sforzo perché questa Parola, proclamata nella liturgia, nella catechesi e negli altri ambiti della pastorale risuoni ancora abbondantemente nella vita dei cristiani, e perché a tutti, dentro e fuori la Chiesa, sia offerta l’opportunità di ascoltarla. 9 Annuncio alle nuove generazioni La Parrocchia di Alzate Brianza, aveva aderito alla sperimentazione diocesana nel 2006, con la formazione dei catechisti e seguendo i nuovi percorsi indicati nel testo base “Diventare cristiani in una Chiesa missionaria”. Superata la fase della sperimentazione, durante questo triennio anche i gruppi delle Parrocchie di Anzano del Parco e Fabbrica Durini si sono via via inseriti in questo nuovo cammino. Il nuovo percorso è così articolato: Tempo del Primo annuncio: accoglienza e prima evangelizzazione Tempo del Discepolato Tempo della Preparazione Prossima ai Sacramenti Tempo della Mistagogia e verso la Professione di Fede L’ispirazione dell’Iniziazione Cristiana cui facciamo riferimento si fonda su quattro elementi: 1. L’attenzione al “primo annuncio” 2. L’introduzione globale e graduale alla fede e alla vita cristiana 3. La celebrazione unitaria dei Sacramenti che evidenzia il ruolo dell’Eucaristia come punto di approdo sacramentale dell’itinerario L’introduzione del tempo della Mistagogia per aiutare a percepire che i sacramenti non sono punto di arrivo, ma sorgente della vita cristiana. L’itinerario che proponiamo ai ragazzi e alle loro famiglie non è un cammino di istruzione religiosa, ma vuole essere un accompagnamento alla vita cristiana dentro la propria comunità, articolato in tempi, temi, esperienze di ascolto, narrazioni, atteggiamenti esistenziali, attività ed esperienze di gruppo, celebrazioni, momenti proposti a tutta la famiglia (giornate insieme, uscite, ritiri, momenti di preghiera e formazione per i genitori). Obiettivi specifici: introdurre in modo sempre più chiaro l’itinerario cristiano come adesione e relazione a Cristo, mediante l’educazione a pregare con la Scrittura e il desiderio di incontrarlo nei Sacramenti senza dimenticare l’aspetto morale e il patrimonio della Tradizione curare per ogni fascia d'età, la frequenza e la partecipazione alla catechesi 10 curare la partecipazione alla S. Messa festiva da parte dei bambini e dei ragazzi impegnati nel percorso di catechesi creare le condizioni per favorire una partecipazione consapevole e vissuta alla celebrazione dei Sacramenti da parte dei ragazzi coinvolti. curare la preparazione dei catechisti con una formazione permanente coinvolgere i genitori dei ragazzi in cammino in uno specifico percorso formativo. coinvolgere la comunità cristiana attraverso iniziative e segni concreti che diano evidenza del percorso svolto dai ragazzi: celebrazioni delle diverse tappe che scandiscono il percorso di iniziazione cristiana. Annuncio ad adolescenti e giovani La Pastorale giovanile è stata coinvolta dalle dinamiche di Comunità Pastorale anche prima della creazione della stessa; alcune specifiche attività erano già fatte insieme da qualche anno, l’impatto dell’unione è stato il naturale riconoscimento di ciò che già avveniva. L’unico coadiutore Don Angelo Bellati, in pieno accordo con i Parroci e con gli educatori, aveva promosso già da alcuni anni un progetto di Pastorale Giovanile (preadolescenti, adolescenti e giovani) funzionale alla nascita in un unico gruppo adolescenti e di un unico gruppo giovani. Adolescenti e giovani hanno pertanto colto lo spirito della Comunità non come una perdita di qualcosa in riferimento alle specificità dei paesi e degli oratori, ma al contrario, come immenso accrescimento di risorse, in termini di capitale umano, relazionale, di strutture, di idee, di possibilità organizzative che non potevano più essere limitate alla singola parrocchia. Le iniziative più importanti sono l'Oratorio Feriale e le esperienze comunitarie (le vacanze) invernali ed estive, che sono state sempre partecipate con entusiasmo ed impegno da parte di un gruppo adolescenti (e giovani) determinato, motivato e con spirito collaborativo. Nei periodi scolastici il gruppo adolescenti si dimostra (anche se nu11 mericamente non come in estate) partecipe alle attività oratoriane, quali la Catechesi, curata da un buon numero di educatori, e il corso di formazione per animatori. Le difficoltà sono legate al gruppo giovani che storicamente da ormai qualche anno non è mai stato di facile consolidamento nelle nostre parrocchie prima e nella Comunità poi. Inoltre, le dinamiche adolescenziali e giovanili sono per loro natura in veloce evoluzione e costante cambiamento; lo sforzo in essere è di riuscire a proporre un cammino cristiano valido per portare adolescenti e giovani a fare un vero “salto di qualità” nella loro vita, umana, cristiana e spirituale, cercando al contempo una valutazione e una revisione periodica delle modalità pratiche da mettere in atto. Sono presenti momenti e progetti specifici per favorire la preghiera insieme, gli approfondimenti spirituali e le dinamiche di carità, nei tempi forti, ma anche nell’ordinario. A volte, questo tipo di esperienze è proposto e motivato dagli stessi ragazzi. Come Don Angelo, così Don Marco Tagliabue sta dimostrando grande passione per gli adolescenti e i giovani, ponendosi in gioco nella costruzione di dialogo, percorsi e proposte capaci di stimolare il salto di qualità. Obiettivi specifici: sostenere il più possibile i ragazzi nei momenti di demotivazione tipici dell’età mantenere un gruppo adolescenti capace di rigenerarsi tramite l’accoglienza e il coinvolgimento dei ragazzi che fanno la professione di fede creare e sostenere percorsi di crescita nella preghiera, nella spiritualità e nella carità, personali e di gruppo favorire esperienze che aiutino a maturare il passaggio dalla fruizione al servizio, dall’esigenza del gruppo a uno stile di comunità e ad una sempre più profonda spiritualità, incrementare e valorizzare un gruppo giovani capace di incidere in modo significativo nella vita dell’Oratorio e dell’intera comunità 12 Annuncio agli adulti La dimensione fondamentale dell’annuncio della Parola nel settore adulti subisce il generale e difficile clima di secolarizzazione e svalutazione della dimensione religiosa della vita. Tuttavia, pur con notevole impegno, soprattutto da parte dei sacerdoti, viene svolto con proposte diversificate: incontri di catechesi, Novena in preparazione alla Festa del Santuario, incontri formativi rivolti ai genitori, che accompagnano il cammino dell’iniziazione cristiana dei figli, utili per la nuova evangelizzazione di giovani adulti spesso ai margini della comunità, incontri dei gruppi familiari, che seguono un percorso di approfondimento del messaggio cristiano vissuto nella dimensione della famiglia; percorso di preparazione al matrimonio cristiano, momento fondamentale di avvicinamento e annuncio del messaggio evangelico per coloro che compiono una scelta di vita fondamentale, troppo spesso sminuita o rifiutata dalla mentalità corrente, gruppi di ascolto. Obiettivi specifici: promuovere percorsi formativi e di catechesi per gli adulti, per le famiglie, per gli anziani anche su tematiche specifiche promuovere momenti di ascolto e meditazione della Parola, soprattutto nei momenti forti dell'anno quali l'Avvento, la Quaresima, le giornate Eucaristiche, gli esercizi spirituali e la Novena del Santuario promuovere la partecipazione alla S. Messa feriale valorizzare e dare continuità all’esperienza di fede proposta dalle S. Missioni 13 LA MISSIONE “Partenza da Emmaus” Noi sperimentiamo da una parte il bisogno di un lavoro paziente e tenace in casa nostra, cioè a vantaggio di tutti quelli che ci seguono e sono aperti alle nostre iniziative pastorali. Ma viviamo insieme il rimorso e il desiderio di fare qualcosa anche per gli altri, per quelli che restano fuori. Qualche volta ci domandiamo con trepidazione se non sia venuto il tempo di abbandonare le novantanove pecore del gregge al sicuro nell'ovile e correre fuori a cercare quella smarrita: con la constatazione amara che sono più le pecore fuori che non quelle che, con tanta fatica, seguiamo nella pastorale ordinaria. (Partenza da Emmaus, 6) Questo significa che, mentre dobbiamo moltiplicare e perfezionare le occasioni di evangelizzazione, dobbiamo anche, però, coltivare uno stile di accoglienza e di dialogo. La comunità cristiana deve farsi carico di tutti, anche di quelli che dicono di no alla pratica esplicita della fede. Vanno create occasioni comunitarie aperte a tutti, in cui si affrontano i problemi fondamentali della vita umana e le questioni concrete della convivenza in un determinato ambiente. Va fatta evidentemente la proposta rigorosa della vita cristiana in tutta la sua completezza, ma accettando che ciascuno verifichi gradualmente a quale livello è in grado di arrivare e apprezzando ogni tentativo onesto di confrontarsi con la fede, anche se non produce i risultati sperati. (Partenza da Emmaus, 22b) La dimensione missionaria è connaturata con lo status di cristiano. Il discepolo di Gesù non tiene per sé il tesoro ricevuto ma si preoccupa di testimoniarlo agli altri. Ciò vale tanto più oggi, nella società plurale in cui i cristiani effettivi sono una minoranza. Anche nella nostra Comunità la presenza di “lontani”, non credenti o persone di altre religioni è rilevante e provoca la risposta di fede dei credenti. La buona novella del Regno deve essere annunciata a tutti coloro che non partecipano alla vita della comunità cristiana, o perché 14 l’hanno lasciata dopo l’iniziazione cristiana o la giovinezza, o perché non vi hanno mai fatto parte. Questo annuncio è compito che a tutti viene dal battesimo ricevuto; in alcuni casi esso trova una forma più definita e strutturata. Inoltre la dimensione missionaria, intesa come apertura all’annuncio del Vangelo nel mondo, è sempre stata presente nella nostra Comunità, che ha sempre supportato le vocazioni missionarie di preti e consacrate (in particolare Don Guido, suor Stella e suor Ezia) ai quali dall'anno 2011 si è aggiunto Don Angelo Bellati, missionario “fidei donum” diocesano, al momento in Zambia. In occasione della GMM la Comunità Pastorale viene aggiornata con le news che i nostri missionari ci inviano e si organizzano sottoscrizioni a premi il cui ricavato va a sostenere le loro iniziative locali. Infine con la nascita della Comunità Pastorale si è costituito un unico gruppo missionario, con finalità formative, divulgative e di testimonianza. Obiettivi specifici: la comunità cristiana incontra molte persone solo in particolari occasioni: la celebrazione di battesimi, matrimoni e funerali; la visita alle famiglie e ai luoghi di lavoro per la benedizione. Questi momenti sono spesso unici, e da cogliere come occasioni opportune (cfr. 2 Tm 4, 2) per l’annuncio della parola di Dio; la loro celebrazione richiede pertanto cura e attenzione adeguate da parte di preti e laici in esse coinvolti in particolare con l’ausilio di un gruppo di catechisti battesimali, la comunità si fa vicina alla famiglia del battezzando per mostrare la sua accoglienza al bimbo che a breve entrerà a farne parte. Diventa questa l’occasione per stabilire i primi contatti con famiglie da poco trasferitesi o non ancora partecipi nella vita della comunità attraverso il gruppo missionario, promuovere la conoscenza di realtà che necessitano di sviluppo e di giustizia sociale, la divulgazione di quanto si viene a conoscere anche attraverso il Bollettino Parrocchiale e il dialogo costante personale o epistolare con missionari che lavorano ogni giorno “sul campo” proporre ai giovani un coinvolgimento nella realtà missionaria favoriti dalla relazione instaurata con don Angelo e don Guido. 15 LA LITURGIA “Attirerò tutti a me” La celebrazione cristiana del mistero integra i riti della religiosità umana nei gesti compiuti e istituiti da Gesù, secondo quell'itinerario celebrativo che viene fissato dalla comunità cristiana; inoltre si svolge all'insegna della Parola annunciata e assimilata; lascia spazi di silenzio interiore perché possa essere continuamente rinnovata la docilità allo Spirito; prevede, infine, che, sia il cammino che va verso il mistero, sia il cammino che dal mistero ritorna alla vita quotidiana, siano compiuti insieme con i fratelli, attraverso parole, canti, gesti comunitari che favoriscano il raccoglimento della vita nel mistero e l'irraggiamento del mistero nella vita. (Attirerò tutti a me, 76) Nel corso dell’anno liturgico, la Chiesa celebra i misteri della vita di Gesù e la sua opera di salvezza. In esso posizione preminente ha la Pasqua, celebrata ogni domenica. La celebrazione dell’eucarestia, nella quale tutti si nutrono dell’unico corpo di Cristo, realizza la comunione nella Chiesa, secondo la preghiera di Gesù al Padre: «perché siano una cosa sola, come noi» (Gv 17, 11); essa è il momento centrale e fondante della comunità cristiana: celebrazione degli eventi che ci danno salvezza, ascolto della parola del Signore, centro da cui i credenti attingono forza per la vita e per l’annuncio del vangelo. La ricchezza dell’eucarestia è tale che essa si prolunga e si completa nella celebrazione dei sacramenti e nelle preghiere comuni, in particolare nella liturgia delle ore e nell’adorazione eucaristica. In questo modo «La liturgia, mentre ogni giorno edifica quelli che sono nella Chiesa, nello stesso tempo fortifica le loro energie perché possano predicare il Cristo» (Sacrosanctum Concilium, 2). Nella consapevolezza dell’importanza primaria che riveste la liturgia nella vita delle Parrocchie e di ogni singolo fedele, l’attività pastorale della neonata Comunità (sacerdoti, consacrate, Consiglio Pastorale, Commissione Liturgica, laici impegnati) si è mossa tenendo presente la necessità di compiere un cammino comune. 16 Obiettivi specifici: aiutare sempre più i credenti a capire il valore della Liturgia all’interno della vita comunitaria e della vita cristiana di ogni singolo individuo, nonché favorire la partecipazione attiva e responsabile dei fedeli alle diverse celebrazioni, attraverso la parola dei sacerdoti nelle omelie e nelle altre forme di intervento orale o scritto (catechesi, bollettino parrocchiale), la cura delle celebrazioni sotto ogni aspetto (decoro degli ambienti e delle suppellettili, presenza dei vari ministeri, proposta di gesti particolari), compreso l’utilizzo di sussidi appropriati (foglietti, libretti dei canti). E ciò non solo per l’Eucarestia festiva, ma anche, quando possibile, feriale, nella celebrazione dei sacramenti, nei funerali, nella Via Crucis) promuovere la collaborazione quale caposaldo dal quale non si può prescindere per un buon funzionamento di ogni iniziativa promossa (e non solo quelle di carattere liturgico). Tale collaborazione si manifesta soprattutto attraverso: la valorizzazione, formazione e incremento dei ministeri laicali esistenti (lettori, cantori, organisti, chierichetti/e); la diffusione in tutta la comunità dei Ministri Straordinari della Comunione Eucaristica, per il servizio ai malati o durante celebrazioni particolarmente affollate. cammino verso l’uniformità senza cancellare le specificità, superando chiusure e particolarismi. Gli strumenti per tale cammino sono molteplici e tra essi: a. la definizione di un orario delle celebrazioni eucaristiche, festive e feriali, che potesse andare incontro alle esigenze del maggior numero possibile di parrocchiani, variato in presenza di rilevate necessità b. la predisposizione di un calendario annuale delle celebrazioni che privilegi i momenti comuni. Anche la celebrazione dei sacramenti è stata guidata dalla ricerca di comunione e di disponibilità c. la rotazione dei sacerdoti nelle celebrazioni, che è servita a mostrare in modo evidente lo sforzo di creare unità d. la programmazione delle Celebrazioni più importanti dell’anno liturgico per tempo, da parte della Commissione (Triduo Pasquale, Solennità Natalizie); e. La celebrazione unitaria di alcuni momenti “forti”, da vivere 17 intensamente e con una buona partecipazione: La Novena e le Feste della Madonna di Rogoredo; l’anniversario dell’avvio ufficiale della Comunità Pastorale (4 ottobre ); la Settimana Eucaristica; gli Anniversari particolari di Matrimonio; la Santa Messa e la Processione Eucaristica nella Solennità del “Corpus Domini” (a rotazione ogni anno in una parrocchia diversa, compresa la Parrocchia di Orsenigo); l’adorazione eucaristica ogni primo giovedì del mese; la celebrazione comunitaria del sacramento della Penitenza in tre diversi momenti dell’anno (Settimana Santa, Natale, Novena del Santuario); la celebrazione in modo solenne e curato delle Feste Patronali delle singole Parrocchie o di altre ricorrenze specifiche della tradizione locale (Madonna del Viandante, Addolorata). 18 L’IMPEGNO CARITATIVO “Farsi prossimo” L'unione degli uomini con Cristo voluta dal Padre, compiuta nella Pasqua, attuata storicamente nella Chiesa. è un evento di libertà e di amore. Chiama in causa la concreta decisione dell'uomo che, affascinato dall'immenso amore di Cristo, rinuncia a vivere nell'orgoglio, nell'egoismo, nell'affermazione prepotente di sé e si dispone, invece, a celebrare l'amore di Dio, ad assecondare i desideri di Dio, a testimoniare l'amore di Dio ad ogni uomo. Ma questo significa comprendere profondamente se stessi; scoprire, interpretare, gestire la propria libertà; guardarsi attorno e darsi da fare per scoprire e condividere i bisogni concreti dei fratelli, assumersi coraggiosamente le proprie responsabilità nella società attuale. (Farsi prossimo, 11) Nella Comunità pastorale, come nella Chiesa degli apostoli, l’ascolto della Parola e la condivisione dell’Eucarestia creano la comunione: quel clima di fraternità, di servizio, di attenzione premurosa ai bisogni altrui, di apertura a tutti, che Gesù ha lasciato come comandamento nuovo (cfr. Gv 13, 34), e che da sempre chiamiamo carità. La Caritas è lo strumento pastorale di queste attenzioni: attraverso la formazione cristiana e specifica dei suoi operatori, offre un ascolto e un sostegno efficace alle persone in stato di bisogno; con la sua viva e attiva presenza nella Comunità, è un richiamo e un esempio per tutti i fedeli a vivere quel servizio ai poveri che è cifra della carità cristiana, anche favorendo il legame con la catechesi e la liturgia. Compito della Caritas, infine, è la promozione della collaborazione tra le varie realtà caritative e di volontariato presenti nella Comunità pastorale. 19 Obiettivi specifici: proseguire negli incontri di formazione per i membri della Caritas della Comunità; organizzare al meglio il servizio di aiuto alle nuove povertà garantendo riservatezza e dignità; promuovere un’attenzione costante all’iniziativa di solidarietà del Fondo Famiglia Lavoro, con interventi dove necessario; accrescere l’attenzione e predisporre interventi a favore degli anziani soli e delle persone ammalate; favorire una collaborazione in rete con le altre realtà sociali operanti sul territorio anche se non appartenenti alla comunità cristiana proseguendo una reciproca conoscenza per un migliore coordinamento delle attività 20 LA FAMIGLIA “Parlo al tuo cuore” La famiglia è un luogo altissimo della realizzazione del progetto di Dio su ciascuno. Nei rapporti quotidiani non ci sono maschere che tengano: ciascuno è chiamato ad essere vero davanti alla propria coscienza e davanti al Signore. Sforzarsi di andare incontro agli altri senza aspettare che siano essi a fare il primo passo, rispettare la dignità di coloro che vivono con noi, privilegiare il dialogo, anche nei momenti di stanchezza e di delusione, vincere la tentazione del mutismo e dell’isolamento, sono modi concreti, possibili, anche se a volte difficili, di seguire Gesù nella propria vita quotidiana. La fedeltà coniugale e il mutuo sostegno diventeranno un riflesso della fedeltà e amorevolezza di Dio. Tanto più forte sarà l’unione di ciascuno con Dio, tanto più facile sarà il vivere la carità e l’umiltà necessaria a fare della famiglia una Chiesa domestica, dove regni l’amore. La preghiera in famiglia, anche nella forma semplice e breve che precede i pasti, è un aiuto grande per vivere tutti insieme alla presenza di Dio. (Parlo al tuo cuore, 46) Un’attenzione prioritaria va alla famiglia: in particolare nella sua formazione (prima e subito dopo il matrimonio), nella preparazione al battesimo dei figli e nella loro primissima educazione alla fede; questa cura si estende anche a chi si trova in situazione di separazione. L’annuncio del vangelo è la prossimità alle persone nei passaggi importanti della vita: la nascita, gli anni della scuola e della maturazione, il matrimonio e le scelte di vita, il lavoro, la malattia, la morte e il lutto. Strumento di coordinamento della pastorale familiare della Comunità è la Commissione Famiglia, che sempre ha cercato di seguire le indicazioni e le proposte pervenute dal Servizio per la Famiglia della Diocesi, utilizzando in parte gli strumenti e i sussidi forniti. Collabora con la commissione famiglia decanale, che le permette di condividere gli obiettivi diocesani per la pastorale familiare con le altre parrocchie, i gruppi e le associazioni presenti sul territorio e con altre commissioni famigliari di decanato presenti nella zona III. 21 Obiettivi specifici: diffondere e far conoscere le proposte che si attuano in Decanato (Incontri di spiritualità, SDOP di aggiornamento coppie guida degli itinerari di preparazione al matrimonio, incontri di accompagnamento delle famiglie in difficoltà di relazione e in situazione "irregolari"….); far conoscere i servizi offerti dal Consultorio e del Centro di Aiuto alla Vita operanti nel decanato; organizzare e predisporre iniziative per le 4 giornate (Festa della Famiglia, giornata per la Vita, quella della Solidarietà e del Malato); dar vita a gruppi di spiritualità familiare, mediante la sensibilizzazione delle giovani famiglie della nostra Comunità con incontri specifici o “raggiungendo” le famiglie attraverso le iniziative oratoriane (catechesi ragazzi); aiutare le famiglie a costruire lo spazio della preghiera familiare nella vita di ogni giorno; stare accanto alle famiglie soprattutto nelle situazioni più problematiche e delicate 22 LA COMUNICAZIONE “Il lembo del mantello” Tutto quanto è creato è avvolto dal disegno salvifico divino e orientato alla gloria di Dio Padre, che alla fine sarà tutto in tutti (cf 1Cor 15, 28). Tutto ciò che esiste è stato creato in vista di Cristo e per mezzo di lui (cf Col 1, 19) ed è stato da lui assunto per essere salvato. Dappertutto, infine, opera lo Spirito, che soffia dove vuole e che di tutto può servirsi per compiere la sua opera. Ogni mezzo creato di comunicazione può quindi essere scelto e utilizzato da Dio come sua via per giungere al cuore dell'uomo. Una visione pessimistica, che in partenza giudichi negativamente gli strumenti della comunicazione, in particolare quelli di massa, si oppone a questa visione di fede, che motiva invece una speranza di fondo anche rispetto al pianeta dei mass media. (Il lembo del mantello, 4) Nel suo agire la Comunità pastorale ha a cuore che tutti siano a conoscenza del suo cammino e delle iniziative e proposte, attraverso l’utilizzo costante di strumenti di comunicazione, dai più tradizionali ai più avanzati. Il bollettino parrocchiale “Comunità in Dialogo”, nato nei lontani anni settanta nella parrocchia di Alzate; con l’allargamento della diffusione anche alla Parrocchia sant’Andrea Apostolo e alla Parrocchia san Michele Arcangelo sono entrati a far parte del gruppo distribuzione anche un collaboratore per ciascuna di esse. Qualche settimana prima della stesura di ogni numero, alcuni componenti della redazione si radunano soprattutto per stabilire il sommario degli articoli, oltre alle rubriche pastorali fisse: parola del parroco, che fa da cappello introduttivo a tutti gli articoli presenti nel numero; articolo di don Marco sulla pastorale giovanile e d’oratorio; relazione del consiglio Pastorale; il “libro della vita” (già “anagrafe”) da sempre per Alzate e dal 2010 anche per Anzano e Fabbrica, diviso per parrocchie (Battesimi, Matrimoni, Defunti). 23 Con la costituzione della Comunità Pastorale, il foglio degli avvisi settimanale è stato unificato e si è adottata la veste grafica utilizzata ad Anzano. Da quest’anno è stato modificato, introducendo un calendario settimanale liturgico e con tutti gli appuntamenti, molto sintetico e immediato, ed una parte più analitica contenente gli avvisi. Fin dalla costituzione della Comunità Pastorale è stata fatta la scelta di predisporre un unico calendario liturgico nel quale compaiono tutte le celebrazione e le intenzioni per le S.Messe. Da ottobre 2012 è attivo il sito www.comunitapastoralealzate.it, ancora in fase di allestimento: viene aggiornato settimanalmente inserendo il foglio degli avvisi, il calendario liturgico pastorale e il materiale di volta in volta allegato (locandine pellegrinaggi, volantini con i programmi per le iniziative specifiche, ecc,), Settimanalmente, agli inscritti viene inviata una newsletter contenente i collegamenti per gli avvisi in evidenza o per segnalare eventi di rilievo. Obiettivi specifici: Favorire la presenza di articolisti anche dalle altre parrocchie, dimostrando così l’utilità dello strumento e la buona collaborazione che si sta consolidando nella Comunità Pastorale;ad oggi (anche per una tradizione consolidata) i redattori e gli articolisti sono prevalentemente della parrocchia S.S. Pietro e Paolo rendere il sito della Comunità un autentico mezzo di dialogo, oltre che di informazione, specie nei confronti di coloro che hanno più dimestichezza con l’utilizzo di Internet promuovere iniziative di carattere culturale per valorizzare il ricco patrimonio storico e artistico religioso, le tradizioni belle che hanno lasciato coloro che nel corso dei secoli hanno vissuto la loro fede nelle nostre Parrocchie Valorizzare le strutture esistenti caratterizzandole in ordine alla vita comunitaria e all’evangelizzazione sul territorio. 24 Affidamento a Maria 25 “La Madonna del Sabato Santo” “Tu, o Madre della speranza, hai pazientato con pace nel Sabato santo e ci insegni a guardare con pazienza e perseveranza a ciò che viviamo in questo sabato della storia, quando molti, anche cristiani, sono tentati di non sperare più nella vita eterna e neppure nel ritorno del Signore. L’impazienza e la fretta caratteristiche della nostra cultura tecnologica ci fanno sentire pesante ogni ritardo nella manifestazione svelata del disegno divino e della vittoria del Risorto. La nostra poca fede nel leggere i segni della presenza di Dio nella storia si traduce in impazienza e fuga, proprio come accadde ai due di Emmaus che, pur messi di fronte ad alcuni segnali del Risorto, non ebbero la forza di aspettare lo sviluppo degli eventi e se ne andarono da Gerusalemme (cf Lc 24,13ss.). Noi ti preghiamo, o madre della speranza e della pazienza: chiedi al tuo Figlio che abbia misericordia di noi e ci venga a cercare sulla strada delle nostre fughe e impazienze, come ha fatto con i discepoli di Emmaus. Chiedi che ancora una volta la sua parola riscaldi il nostro cuore (cf Lc 24, 32). Intercedi per noi affinché viviamo nel tempo con la speranza dell’eternità, con la certezza che il disegno di Dio sul mondo si compirà a suo tempo e noi potremo contemplare con gioia la gloria del Risorto, gloria che già è presente, pur se in maniera velata, nel mistero della storia.” Affidiamo perciò questo nostro umile progetto a Maria, patrona della nostra Comunità, e ci rivolgiamo a Lei con la preghiera con cui abbiamo affidato la nostra comunità nel momento della sua costituzione, perché interceda per noi presso Suo Figlio e ci aiuti a portare a compimento quanto abbiamo prospettato: 26 Maria, icona vivente della Chiesa, Madre di Gesù e Madre nostra posa il tuo sguardo materno su noi che, con cuore sincero, ti invochiamo e a Te ci Affidiamo perché, con te e come te, vogliamo essere discepoli fedeli del tuo Figlio Gesù. Tu vedi e conosci, o Madre, i nostri dubbi e le nostre paure ma anche le nostre speranze ed il sincero desiderio di vivere con responsabilità, con fede e con gioia questo nuovo cammino di Chiesa, formando un’autentica Comunità Pastorale. Ti preghiamo, o nostra Patrona, benedici e sostieni i nostri Sacerdoti e intercedi per noi perché possiamo quotidianamente crescere nella fede così da poterla testimoniare ed annunciare a tutti con sempre rinnovato fervore e slancio missionario. 27 Amen 28