Contabilità analitica - Corsi a Distanza
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Contabilità analitica - Corsi a Distanza
SCUOLA POLITECNICA IN ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE “VILFREDO PARETO” MASTER IN E-BUSINESS CLASSIFICAZIONE DEI COSTI COSTO = ESBORSO MONETARIO PER IL CONSUMO DI UNA RISORSA UTILIZZATA NEL PROCESSO DI PRODUZIONE DI UN BENE O SERVIZIO. CLASSIFICAZIONE AZIENDALE CLASSIF. ECONOMICA calcolo del costo di prodotto produzione prezzo con con perfetta imperfetta investimento informazione informazione RECUPERABILI nel breve-medio periodo SUNK* (senza esplicita remunerazione: es. rischio) PIENO ECONOMICO DIRETTI FIGURATIVI o OPPORTUNITÀ in funzione di Q (non di produzione ma di organizzazione) (indipendenti da Q) OverHeads (OH) di PERIODO VARIABILI VAR^ FISSIº FISSI OH DI PRODUZIONE (c.fissi d’impiego) LAVORO DIRETTO INDIRETTI (inclusa energia) (criteri di riparto) MATERIALI DIRETTI CONVERSIONE INDUSTRIALE o DI PRODOTTO (sovrastima il profitto) PIENO CONTABILE decisioni di NOTE: ^ Manutenzione e supervisione, consumo di energia-acqua-gas di stabilimento (non di un singolo bene). º Ammortamenti di macchinari e edifici industriali, leasing di beni capitali, assicurazioni relative e canoni di collegamento con le reti elettriche, acqua e gas. * Per fattori produttivi non convertibili in moneta senza perdite. Piercarlo Ravazzi, DSPEA - Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 TORINO (011-5647276) SCUOLA POLITECNICA IN ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE “VILFREDO PARETO” MASTER IN E-BUSINESS SISTEMI DI COSTING CLASSIFICAZIONE: SECONDO LE COMPONENTI DI COSTO INCORPORATE Minimizza le scorte per comprimere il costo del capitale circolante A MATERIALI DIRETTI (JIT costing) Trade off* A COSTI DIRETTI (direct costing) RILEVAZIONE A COSTI VARIABILI (variable costing) A COSTI INDUSTRIALI (absorption costing) A COSTI PIENI (full costing) } Alta correlazione tra le vendite e il MOL (Adozione: USA 30%; UE 50%) 7.1 } Alta correlazione tra la produzione e il MOL (Adozione: USA 70%; UE 50%) VALUTAZIONE DELLE RIMANENZE DI PRODOTTI FINITI E SEMILAVORATIº NOTE: * Dall’alto verso il basso cresce il costo della rilevazione, ma aumenta il beneficio dell’informazione: la soluzione dipente dalla forma di mercato (da imprese price taker o price maker) º Influenza la misura del profitto (aumenta dall’alto verso il basso), poiché l’art. 2426 C.C. § 9 lascia piena autonomia nella scelta del criterio contabile, escludendo solo i costi di distribuzione (i prodotti in giacenza non sono ancora distribuiti). Piercarlo Ravazzi, DSPEA - Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 TORINO (011-5647276) SCUOLA POLITECNICA IN ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE “VILFREDO PARETO” MASTER IN E-BUSINESS SISTEMI DI COSTING CLASSIFICAZIONE: IN BASE AL METODO DI PRODUZIONE SPECIFICO DELL’IMPRESA 7.2 Lavorazioni o assemblaggi di poche unità di prodotto o di piccoli lotti con basso grado di standardizzazione e con flessibilità di macchine e processi.* Metodo full costing con riparto in base al lavoro diretto (tecnologie labor-intensive). DISCRETE JOB COSTING WIP n Qe W I P= Â q i Qi CONTINUE PROCESS COSTING TIPI DI PRODUZIONI i= 1 Produzioni con grandi quantità di beni o servizi indifferenziati.º Rilevazione a quantità, meno costosa della job. BENI CONGIUNTI (MIX) 7.5 A LOTTI OPERATION COSTING OTTIMIZZATE JIT COSTING Valutazione a quantità equivalenti Qe ove qi è la % completata^ ad ogni stadio i 7.3-7.4 degli n stadi. Valore non significativo rispetto ai BY beni principali (scarti), per cui la PRODUCTS attribuzione dei costi è irrilevante. Identificati in un punto separazione (split JOINT off) e di valore comparabile (idrocarburi). attribuANALISI TECNOLOGICA PROzione DUCTS costi cong. ANALISI ECONOMICA® Alcuni processi sono comuni e altri specifici di singoli lotti (tessile). I materiali sono molto rilevanti, mentre i costi di conversione (lavoro e OH) si imputano come nel process costing. Tenta di rendere le produzioni discrete (job costing) simili a produzioni continue (process costing) sincronizzando le macchine in modo da eliminare i magazzini intermedi. NOTE: * Commesse di officina (job shop), ricerca, consulenza, edilizia, cantieristica, ... º Chimica, acciaio, gomma, carta, cemento, servizi postali. ^ Es. % tempo di lavoro trascorso (o numero di operazioni) sul totale. ® Attribuzione proporzionale alle differenze tra prezzo atteso p e costo separabile cs nel punto di split off: (cci + csi ) (1 + mi ) = pi fi cci = pi / (1 + mi ) – csi , ove cci sono i costi congiunti e mi è il mark up. Piercarlo Ravazzi, DSPEA - Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 TORINO (011-5647276) SCUOLA POLITECNICA IN ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE “VILFREDO PARETO” MASTER IN E-BUSINESS SISTEMI DI COSTING CLASSIFICAZIONE: SECONDO I VALORI TEMPORALI RILEVATI STORICI o CONSUNTIVI SISTEMI A VALORI I COSTI VENGONO RILEVATI A VALORI EX POST. PROGRAMMATI o STANDARD I COSTI DIRETTI SONO RILEVATI A VALORI EX ANTE (TIPICI O OBIETTIVO) SULLA BASE DI UN LIVELLO MEDIO DI EFFICIENZA.º NORMALIZZATI I COSTI DIRETTI SONO RILEVATI A VALORI STORICI, MA GLI OH SONO RIPARTITI A VALORI STANDARD.* NOTE: * Purché il peso degli OH non sia molto rilevante. º Vengono rivisti nel tempo per tener conto del cambiamento tecnologico e organizzativo e della variazione del prezzo dei fattori produttivi (STANDARD DI BASE = riferiti a un anno base di riferimento) Piercarlo Ravazzi, DSPEA - Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 TORINO (011-5647276) SCUOLA POLITECNICA IN ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE “VILFREDO PARETO” MASTER IN E-BUSINESS IMPUTAZIONE COSTI INDIRETTI CAUSALE PER CENTRI DI COSTO: Criterio di responsabilità mediante basi di ripartizione approssimative, non essendo nota la funzione di produzione congiunta). LAVORO DIRETTO o TEMPO MACCHINA Per ammortamento macchinari, manutenzione, supervisione, generali di energia, ... MATERIALI DIRETTI Per magazzinaggio, logistica interna, ... DI CAPACITÀ SPAZIO OCCUPATO Per manutenz. e ammortam. edifici, affitti, assicuraz., sorveglianza, illuminazione, ... impegnata dai reparti VALORE MACCHINE Per assicurazioni, manutenzioni, ... DI IMPIEGO correlate alla produzione BASI (meno accurate, ma minor costo di rilev.) PROCEDURA Valutare e incentivare i responsabili! (salari e carriera) RILEVAZIONE COSTI CdC FINALE DI PRODUZIONE (ammortam. macchinari, mdo indiretta, energia di stabilimento, ...) 7.7 N° DIPENDENTI Per costi del personale, ... KW IMPEGNATI Per illuminazione, riscaldamento, ... IMPUTAZIONE AI CdC IMPUTAZIONE AI PRODOTTI (cost pool - cost center) responsabili del consumo delle risorse Servizi ai CdP CdC INTERMEDIO AUSILIARIO (manutenz., controllo qualità, gestione scorte, ...) (cost objects) CdC SERVIZIO o SUPPORTO (trasporto, commerciali, amministrative, amm. fabbricati, ...) METODI per l’imputazione ai CdP (migliori da sx a dx) METODO DIRETTO (ignora gli scambi interni tra centri di servizio) METODO A 2 FASI (imputa a ogni servizio la quota di costi degli altri e poi ricorre al metodo diretto STEP DOWN (elimina i costi partendo dal servizio con maggiore scambio % out–in con gli altri) METODO MATRICIALE (risolve simultaneamente gli scambi interni fra i servizi con un modello lineare) Piercarlo Ravazzi, DSPEA - Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 TORINO (011-5647276) SCUOLA POLITECNICA IN ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE “VILFREDO PARETO” MASTER IN E-BUSINESS IMPUTAZIONE COSTI INDIRETTI CAUSALE PER ATTIVITÀ (ABC – ACTIVITY BASED COSTING): Non è una nuova tecnica, ma un approccio più accurato alla contabilità industriale. Basi di ripartizione inadeguate e ipotesi di linearità nell’assorbimento dei costi in un nuovo contesto di: • crescita tendenziale dei costi indiretti (imprese capital intensive); • caduta del grado d’integrazione (acquisti non sempre correlati al prodotto); • differenziazione e customizzazione (ampliamento del mix di prodotti). CRITICHE AI CENTRI DI COSTO CARATTERISTICHE RESOURCE DRIVER PROCEDURA 7.8-7.97.10 L’ABC si differenzia dal sistema precedente per l’attribuzione a MACROATTIVITÀ anziché per CdC, ma corrisponde a quest’ultimo sistema se i CdC sono progettati in sintonia con i processi-attività d’impresa. La scelta di questi ultimi dipende dal trade off tra costo e precisione delle informazioni. Parametro che determina il consumo di una risorsa per una specifica attività; serve ad attribuire i costi ai prodotti in base all’utilizzo del driver (i costi di set up non sono più ripartiti in proporzione alle quantità, in quanto sono maggiori per i prodotti a basso volume, evitando i sussidi incrociati: gli OH variano con la diversificazione e non con le quantità prodotte). RILEVAZIONE COSTI ATTIVITÀ DI PRODUZIONE (ammortam. macchinari, mdo indiretta, energia di stabilimento, ...) IMPUTAZIONE ALLE ATTIVITÀ (activity cost pool)) responsabili del consumo delle risorse Servizi ai CdP ATTIVITÀ AUSILIARIE (manutenz., controllo qualità, gestione scorte, ...) IMPUTAZIONE AI PRODOTTI (cost objects) ATTIVITÀ DI DIREZIONE E GESTIONE GENERALE (trasporto, commerciali, amministrative) Piercarlo Ravazzi, DSPEA - Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 TORINO (011-5647276) SCUOLA POLITECNICA IN ECONOMIA E ORGANIZZAZIONE “VILFREDO PARETO” MASTER IN E-BUSINESS IMPUTAZIONE COSTI INDIRETTI ECONOMICA PER MARGINI DI CONTRIBUZIONE DI PRIMO LIVELLO (differenza fra ricavi e costi diretti). CARATTERISTICHE Il metodo richiede un prezzo esogeno per ciascuno dei beni e servizi prodotti e quindi si basa sull’ipotesi di concorrenza perfetta (o di potere di mercato con perfetta informazione sulla elasticità della domanda dei singoli prodotti). In alternativa si può utilizzare un valore convenzionale ereditato dal passato. In tali casi il metodo è compatibile con l’obiettivo di massimizzazione del profitto (costo marginale = Es. rivavo marginale), disatteso invece con i metodi p.121 di imputazione causale. CRITICHE 1) In presenza di prezzi endogeni (informazione imperfetta) i costi pieni devono essere calcolati ex ante proprio allo scopo di fissare i prezzi dei prodotti, i quali ex post saranno giudicati dal mercato attraverso la consistenza della relativa domanda. 2) In presenza di prezzi esogeni, l’imputazione causale consente di decidere quali prodotti siano meno redditizi, allo scopo di abbandonarli per massimizzare il profitto, purché la sostituzione sia possibile (flessibilità degli impianti) o desiderabile (strategie di mercato); l’imputazione per margini invece comporta un livellamento della redditività dei singoli prodotti. CONCLUSIONE L’imputazione causale è utile proprio per valutare la diversa redditività dei prodotti, ma va respinta se gli OH sono veramente costi comuni ai diversi beni e servizi, assimilabili quindi ai costi fissi. In tal caso è corretta l’imputazione secondo i margini, purché non vi sia imperfetta informazione e quindi necessità di calcolare prima i costi e poi i prezzi. COMPROMESSO In presenza di prezzi esogeni, imputare gli OH specifici di produzione su base causale e poi ripartire i residui costi indiretti in proporzione ai margini di secondo livello (differenza fra margini di contribuzione di primo livello e OH di produzione). Piercarlo Ravazzi, DSPEA - Politecnico di Torino, Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 TORINO (011-5647276)