L`aggiornamento di un metodo antico per mandare

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L`aggiornamento di un metodo antico per mandare
L'aggiornamento di un metodo antico per mandare messaggi cifrati utilizzando immagini e file audio
"ritoccati" e pubblicati online
Steganografia, la scienza più amata dai terroristi
di RICCARDO STAGLIANO'
ROMA - Occhio non vede, terrorista comunica. Si chiama "steganografia" la scienza più amata dai
Bin Laden di tutto il mondo e, come già indica l'etimologia (dal greco "stèganos", nascosto, e
"grafèin", scrivere), nella sua versione tecnologica consente di nascondere all'interno di file digitali,
immagini o suoni che siano, ogni tipo di messaggio segreto. Invisibili a occhio (od orecchio) nudo
ma decodificabili senza troppi problemi a chi sa dove andarli a cercare.
Si tratta di una tecnica millenaria, che a Sparta ed Atene usava tavolette di legno incise e poi
ricoperte di cera: a prima vista sembrava non ci fosse scritto niente ma poi, una volta rimossa la
copertura, il messaggio veniva alla luce. Dopo essere stata utilizzata anche durante la seconda
guerra mondiale oggi - come rivela il New York Times in un lungo servizio - conosce una fortuna
perlomeno sospetta. "Negli ultimi due anni il numero di programmi per la steganografia disponibili
su Internet - dà l'allarme Neil F. Johnson, un esperto che insegna alla George Mason University - è
raddoppiato, arrivando a 140 e oltre".
E se questo dato non bastasse, inquieta di più il boom di scaricamenti che hanno conosciuto:
"Facendo un rapido censimento tra i produttori di queste applicazioni - racconta Chet Hosmer,
presidente della newyorkese WetStone - pare che i download abbiano superato un milione di
unità". In molti possono anche aver voluto questi programmi solo per fare degli scherzi o per
comunicare in maniera cifrata con l'amata, ma la crescita assieme alla recente recrudescenza del
terrorismo internazionale mettono comunque sull'avviso.
E non si tratta solo di supposizioni. C'è la pista di Jamal Beghal, il leader del commando che stava
preparando un attentato all'ambasciata americana di Parigi, che suggerisce indizi inquietanti:
l'uomo, addestrato in Afghanistan dove aveva incontrato un luogotenente di Bin Laden, aveva
istruito il suo gruppo affinché tutte le comunicazioni interne fossero fatte attraverso immagini
"ritoccate" pubblicate sulla Rete.
Perché proprio in questo consiste la tecnica moderna: si prende un'immagine (o un file audio) e si
"tolgono" alcuni pixel (le unità grafiche minime che la compongono)
riempendo quel "buco" con dei dati (lettere di testo) che
comporranno il messaggio che si vuol far passare. Dal momento
che certe immagini sono composte da milioni di pixel, la
sostituzione di alcuni soltanto di essi non sarà apprezzabile a
occhio nudo. E per leggere il messaggio servirà uno dei tanti
programmi reperibili online.
Molti sono i siti che consentono di pubblicare immagini sul web in
maniera anonima, tra cui la maggior parte di quelli pornografici e
quello di aste eBay. "Stiamo cominciando ad ottenere risultati - dice
Hosmer, a proposito della ricerca, per conto dell'Aeronautica
militare americana, di file manipolati - lo 0,6 per cento dei milioni di
immagini online passate in rassegna risultava contenente messaggi nascosti". Sulla cui natura gli
esperti non si dilungano. Quello che dicono, però, è che è particolarmente difficile risalire al
messaggio quando questo è incapsulato in file jpg (i più diffusi in rete) dal momento che la
compressione usata per alleggerirli rende più complicato capire se ci sono state distorsioni di altro
tipo.
Il metodo migliore per individuare messaggi nascosti in questo tipo di documenti è quello inventato
da tal Niels Provos, studente di informatica all'università del Michigan, che ha a lungo riflettuto se
fosse il caso di rendere noto in Rete le specifiche da lui utilizzate: "Quando ho iniziato la mia
ricerca, due anni fa, il contesto era completamente diverso". Oggi spiegare al mondo come si fa a
scoprire i messaggi significa anche offrire a chi li mette dettagli preziosi su come diventare più
invisibili. Un ragionamento ripetuto e fatto proprio dalla maggior parte degli esperti: "Credo che sia
folle dire in giro su cosa stiamo lavorando, in che modo e se stiamo trovando qualcosa" ha
dichiarato l'accademico Johnson, "sarebbe come dare una mano al nemico".
(30 ottobre 2001)
L'aggiornamento di un metodo antico per mandare messaggi cifrati
utilizzando immagini e file audio "ritoccati" e pubblicati online
Steganografia, la scienza
più amata dai terroristi
di RICCARDO STAGLIANO'
ROMA - Occhio non vede, terrorista comunica. Si
chiama "steganografia" la scienza più amata dai
Bin Laden di tutto il mondo e, come già indica
l'etimologia (dal greco "stèganos", nascosto, e
"grafèin", scrivere), nella sua versione tecnologica
consente di nascondere all'interno di file digitali,
immagini o suoni che siano, ogni tipo di
messaggio segreto. Invisibili a occhio (od
orecchio) nudo ma decodificabili senza troppi problemi a chi sa dove andarli a
cercare.
Si tratta di una tecnica millenaria, che a Sparta ed Atene usava tavolette di legno
incise e poi ricoperte di cera: a prima vista sembrava non ci fosse scritto niente ma
poi, una volta rimossa la copertura, il messaggio veniva alla luce. Dopo essere stata
utilizzata anche durante la seconda guerra mondiale oggi - come rivela il New York
Times in un lungo servizio - conosce una fortuna perlomeno sospetta. "Negli ultimi
due anni il numero di programmi per la steganografia disponibili su Internet - dà
l'allarme Neil F. Johnson, un esperto che insegna alla George Mason University - è
raddoppiato, arrivando a 140 e oltre".
E se questo dato non bastasse, inquieta di più il boom di scaricamenti che hanno
conosciuto: "Facendo un rapido censimento tra i produttori di queste applicazioni racconta Chet Hosmer, presidente della newyorkese WetStone - pare che i
download abbiano superato un milione di unità". In molti possono anche aver
voluto questi programmi solo per fare degli scherzi o per comunicare in maniera
cifrata con l'amata, ma la crescita assieme alla recente recrudescenza del
terrorismo internazionale mettono comunque sull'avviso.
E non si tratta solo di supposizioni. C'è la pista di Jamal Beghal, il leader del
commando che stava preparando un attentato all'ambasciata americana di Parigi,
che suggerisce indizi inquietanti: l'uomo, addestrato in Afghanistan dove aveva
incontrato un luogotenente di Bin Laden, aveva istruito il suo gruppo affinché tutte
le comunicazioni interne fossero fatte attraverso immagini "ritoccate" pubblicate
sulla Rete.
Perché proprio in questo consiste la tecnica moderna: si prende un'immagine (o un
file audio) e si "tolgono" alcuni pixel (le unità grafiche minime che la compongono)
riempendo quel "buco" con dei dati (lettere di
testo) che comporranno il messaggio che si vuol
far passare. Dal momento che certe immagini
sono composte da milioni di pixel, la sostituzione
di alcuni soltanto di essi non sarà apprezzabile a
occhio nudo. E per leggere il messaggio servirà
uno dei tanti programmi reperibili online.
Molti sono i siti che consentono di pubblicare
immagini sul web in maniera anonima, tra cui la
maggior parte di quelli pornografici e quello di
aste eBay. "Stiamo cominciando ad ottenere
risultati - dice Hosmer, a proposito della ricerca, per conto dell'Aeronautica militare
americana, di file manipolati - lo 0,6 per cento dei milioni di immagini online
passate in rassegna risultava contenente messaggi nascosti". Sulla cui natura gli
esperti non si dilungano. Quello che dicono, però, è che è particolarmente difficile
risalire al messaggio quando questo è incapsulato in file jpg (i più diffusi in rete) dal
momento che la compressione usata per alleggerirli rende più complicato capire se
ci sono state distorsioni di altro tipo.
Il metodo migliore per individuare messaggi nascosti in questo tipo di documenti è
quello inventato da tal Niels Provos, studente di informatica all'università del
Michigan, che ha a lungo riflettuto se fosse il caso di rendere noto in Rete le
specifiche da lui utilizzate: "Quando ho iniziato la mia ricerca, due anni fa, il
contesto era completamente diverso". Oggi spiegare al mondo come si fa a
scoprire i messaggi significa anche offrire a chi li mette dettagli preziosi su come
diventare più invisibili. Un ragionamento ripetuto e fatto proprio dalla maggior
parte degli esperti: "Credo che sia folle dire in giro su cosa stiamo lavorando, in che
modo e se stiamo trovando qualcosa" ha dichiarato l'accademico Johnson,
"sarebbe come dare una mano al nemico".
(30 ottobre 2001)