Conferenza D`Aronco
Transcript
Conferenza D`Aronco
L’Associazione Udinese Amici dei Musei e dell’Arte, in collaborazione con i Civici Musei di Udine, invita soci e simpatizzanti alla conferenza della prof.ssa Maria Amalia D’Aronco sul tema: «L'erbario di Udine, ms. Joppi 1161, e la tradizione degli erbari tardo-antichi». L’incontro si terrà mercoledì 19 febbraio alle ore 15.30, nella Sala conferenze di Casa Cavazzini – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Udine, in via Cavour. Luza terza Cavolo mazor Il manoscritto 1161 conservato nella Biblioteca Civica “Vincenzo Joppi” di Udine è un erbario illustrato redatto in lingua volgare, realizzato nella metà del secolo XV. Fa parte di un gruppo di erbari manoscritti e illustrati che circolano nell’Italia centro-settentrionale, destinati a speziali e medici, ma anche libri di ‘primo soccorso’ nelle case. Il manoscritto contiene una silloge di 404 capitoli corredati ciascuno da un’illustrazione botanica. Il capitolo è composto dalla raffigurazione della pianta, dal fitonimo, dalle liste sinonimiche e dal testo vero e proprio, che generalmente è breve. Le prescrizioni sono molto sintetiche e vengono ricordate soprattutto le malattie per le quali la pianta andrebbe utilizzata. Sono contenuti che appartengono ad una conoscenza condivisa fra medici, apotecari e speziali dell’epoca, e speziale si dichiara infatti l’“autore” del prontuario. Questi erbari in volgare si pongono ancora all’interno della grande tradizione degli erbari illustrati tardo antichi, come si intende illustrare attraverso la comparazione delle immagini, da quelle più antiche del famoso Dioscoride alfabetico del codice Juliana Anicia (Costantinopoli 512 d.C.) a quelle degli erbari trecenteschi. Il codice Joppi 1161 assieme agli altri codici dello stesso periodo rappresentano anche la fine della tradizione medievale: alla fine del XV secolo la stampa renderà disponibile ad un pubblico assai più ampio non solo le opere altomedievali, quali l’erbario dello pseudo Apuleio nel 1473, ma addirittura il De materia medica di Dioscoride la cui editio princeps in greco apparve per i tipi di Aldo Manuzio a Venezia nel 1499. La pubblicazione del de materia medica tradotto in latino ai primi del Cinquecento cambierà per sempre la tradizione delle farmacopee medico-botaniche: alla metà del secolo uscirà infine l’edizione in italiano di Pietro Andrea Mattioli, Pedaci Dioscoridis de materia medica libri sex interprete Petro Andrea Matthiolo cum eiusdem commentariis, Venetiis, in officina Erasmiana apud Valgrisum, 1565, illustrata da Giorgio Liberale con incisioni di Wolfgang Meierpeck. Con questo volume la storia dell’illustrazione botanica cambia in modo definitivo: non più copiatura di manoscritto in manoscritto, ma copia direttamente dalla natura come inizia a fare Leonardo Fuchs, De historia stirpium commentarii insignes, maximis impensis et vigiliis elaborati, adiectis earundem vivis plusquam quingentis imaginibus, (Basilea, in officina isingriniana, 1542. Maria Amalia D’Aronco è nata a Udine e si è laureata in lingue e letterature straniere all’Università Bocconi di Milano. È stata professore ordinario di Filologia germanica nell’Università di Udine dove ha anche coperto numerose cariche accademiche (tra le altre, è stata prorettore). Il suo campo di ricerca riguarda la letteratura e la lingua inglese negli stadi più antichi (anglosassone) e medievali considerati, in particolare, nella loro relazione con la lingua latina e le opere tardo antiche. Ha studiato la traduzione in inglese antico della Regola benedettina (sec. X) con particolare riguardo al lessico relativo alla vita monastica. Ha pubblicato numerosi studi sulle elegie anglosassoni, tra cui Wulf and Eadwacer, il Physiologus, e Beowulf, con interpretazioni originali. A partire dal 1987 ha iniziato a lavorare sulla traduzione in inglese antico (fine X sec.) dei più diffusi erbari latini tardo antichi, il cosiddetto erbario dello Pseudo Apuleio e due trattati pseudo-dioscoridei, il de herbis femininis e le curae herbarum. Dopo gli studi sulla formazione del lessico botanico inglese antico, ha esaminato la traduzione alla luce della tradizione latina di questi trattati. È un’esperta nella storia delle conoscenze medicobotaniche dell’Inghilterra anglosassone tra VIII e XII secolo. Come tale ha avuto l’incarico di curare, quale primo editore, l’edizione in facsimile del ms. Londra, British Library, Cotton Vitellius C iii che contiene la traduzione anglosassone degli erbari latini su menzionati, corredata da uno splendido apparato iconografico (The Old English Illustrated Pharmacopoeia. British Library Cotton Vitellius C iii, ed. M.A. D’Aronco and L. M. Cameron, Early English Manuscripts in Fac-simile 27, Copenhagen, Rosenkilde and Bagger, 1998). Ha indagato, inoltre, sull’uso delle fonti latine nelle compilazione mediche anglosassoni, estendendo le sue indagini ai rapporti tra i monasteri inglesi e quelli del Continente, in particolare con Montecassino. Attualmente sta lavorando sulla recensione medio inglese del glossario medico-botanico salernitano, Alphita.