Intervista all`arch. Guglielmo Renzi

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Intervista all`arch. Guglielmo Renzi
INTERVISTA ALL’ARCH. GUGLIELMO RENZI PROGETTISTA DELLA ROTONDA CAESAR
IN VIA CANALETTO, SPEZZANO DI FIORANO MODENESE.
Guglielmo Renzi e Barbara Fontana vivono e lavorano a Firenze. Entrambi hanno studiato alla
Facoltà di Architettura di Firenze e svolgono da anni un'attività multidisciplinare che comprende
design arte e architettura. Hanno realizzato architetture in Italia e all'estero, progetti di interior
design per alberghi, negozi e showroom e hanno partecipato a numerose mostre di arte e di
design. Hanno collaborato con importanti aziende italiane e straniere, fra le quali Driade,
Sawaya e Moroni, Up group, Il Ferrone , Blome GmbH, Bigelli Marmi, Poltrona Frau, Ceramiche
Caesar. I loro lavori sono stati pubblicati sulle maggiori riviste internazionali di design e arte e
hanno ottenuto la menzione d'onore al Tokio international lighting competition e sono stati
esposti a Documenta 8 di Kassel e alla XVII Triennale di Milano. Alla collezione permanente
del Denver Art Museum negli Stati Uniti è conservata una loro opera di design. L’Architetto
Guglielmo Renzi ha inoltre svolto attività didattica come assistente ai corsi tenuti dal Prof. Arch.
Adolfo Natalini presso la facoltà di Architettura di Firenze ed è stato inoltre Visiting Professor
all'Università dell'Arte e del Design di Halle (Die Burg Giegbichenstein) in Germania.
Il progetto di allestimento della rotonda di via Canaletto per Ceramiche Caesar prevede la
rappresentazione di una fabbrica in scala ridotta: da dove nasce quest’idea? E l’idea di
utilizzare tale iconografia come elemento di arredo urbano in una rotonda?
L’idea di rappresentare una fabbrica in scala ridotta nasce dal fatto che ci sembrava un’idea
nuova e al tempo stesso molto efficace: a nessuno sarebbe venuto in mente di farlo, così
abbiamo deciso di farlo noi, parafrasando un critico irriverente e corrosivo come Francesco
Bonami. In realtà ogni nostro lavoro è un po' il guardaroba delle nostre idee e non è sempre
facile da spiegare, anche perché si arriva ad un punto in cui le spiegazioni sono vane.
In un primo momento avevamo presentato un ventaglio di proposte iconografiche e progettuali
più ampio, ma poi alla fine, ragionando insieme alla Committenza, abbiamo deciso di adottare
questa scelta: diciamo che è stata una reciproca “empatia per il luogo“ a farci scegliere questa
strada.
Qual è stato il percorso creativo del designer? E quali le considerazioni da parte dell’azienda?
Il primo atto è stato quello di usare l'immaginazione e l'arte combinatoria per unire insieme le
“cose“ visibili e le “ cose” nascoste, con l’obiettivo di svelare nuovi aspetti e suggerire significati
diversi di un’opera come questa, il tutto con la irrinunciabile partecipazione dell'ironia. In un
secondo tempo il lavoro è diventato piu' pratico: un’attività di vera e propria progettazione
architettonica, che si è misurata continuamente con lo “spazio reale“
e le circostanze
contingenti .
Durante questo percorso abbiamo mantenuto un rapporto continuo con l'azienda soprattutto
quando sono emersi dubbi o perplessità.
In che modo l’iconografia tradizionale della fabbrica si lega nello specifico a Caesar?
Quali sono gli elementi di congiunzione fra l’azienda e il progetto?
Nella sua semplicità la proposta raccoglie quei ”minimi indizi” che però permettono facilmente di
identificare subito questo tipo di produzione e di attività: le ciminiere (ossia i landmark fumanti),
i colori e
le
forme
dei macchinari industriali,
sempre
cromaticamente
marcati e
volumetricamente particolari. Nondimeno sono stati inseriti altri elementi che identificano il
mondo delle fabbriche e che restano nascosti, ma che sforzandosi un po' è facile individuare.
L’opera può considerarsi una sorta di “soglia” di accesso al mondo Caesar? Perché?
Più che una soglia, diciamo che l'opera fa parte dell'universo Caesar. Un universo fatto da una
particolare attitudine a misurasi, come azienda di produzione ceramica, con i vari aspetti
dell’architettura e del design contemporanei, con la ricerca attenta ai dettagli e ai nuovi aspetti
costruttivi, con l'innovazione continua dei prodotti, per assecondare le richieste di una clientela
sempre più preparata. Da qui nasce l’importanza per l’azienda di costruire collaborazioni con gli
architetti, curare e sviluppare sempre nuove capacità con cui affrontare ogni nuova sfida
progettuale.
Al tempo stesso l'opera oltre a valorizzare lo spazio per cui è stata pensata vuole essere un
punto di riferimento
non solo
per gli abitanti del luogo, ma
anche
per i
viaggiatori
occasionali.
Quali sono i valori che sono stati rappresentati nell’opera e in che modo sono stati riprodotti?
Sono i valori immateriali dell' arte pubblica. L'arte pubblica oggi è diventata una delle forme
comunicative per eccellenza: essa serve ad affermare un'adesione etica e responsabile al
territorio tale da svolgere un ruolo attivo nelle dinamiche della collettività.
Promuovendo questi valori Caesar dimostra di essere in continuo “ascolto“ e di partecipare alle
richieste e agli stimoli che le vengono posti dalla comunità, impegnandosi insieme
alla
municipalità a sostenere la cultura e l'arte.
Qual è il legame fra il mondo dell’arte, l’opera e l’attività dell’azienda?
L’azienda ha dimostrato già da tempo molta attenzione all' architettura e all'arte, promuovendo
altre azioni e attività che hanno intensificato questo legame. Con la rotonda di via Canaletto
anche in questo caso, Caesar, si è messa a nostra completa disposizione (realizzando
appositamente anche dei pezzi speciali) per portare a buon fine il progetto, d'altra parte nel
sodalizio tra industria-arte-architettura sono da rintracciare le basi del successo di Caesar e dei
grandi marchi del Made in Italy.
Come è stata realizzata l’opera?
L' opera è stata realizzata interamente in acciaio e pre-assemblata in officina, in un secondo
momento è stata poi "calata" sulla rotatoria con l'aiuto di una gru. Sono stati sufficienti un paio
di giorni per il lavoro finito, compresa la collaborazione dei giardinieri.
Il
rivestimento esterno è in buona parte composto da un abito di gres porcellanato e
policarbonato alveolare, invece le parti di acciaio che rimarranno a vista, sono state dipinte con
giallo di cadmio medio, rosso e bianco. Una didascalia ingenuamente autoreferenziale è stata
posizionata nella parte superiore del cono a completamento delle parti colorate e non solo.