CATALOGO adolescenza-dispersione scolastica-nativi digitali
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CATALOGO adolescenza-dispersione scolastica-nativi digitali
RASSEGNA BIBLIOGRAFICA Adolescenza/Educazione Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Nativi digitali Identità/Resilienza 1 2 Adolescenza/Educazione Fragile e spavaldo Ritratto dell’adolescente di oggi Gustavo Pietropolli Charmet Editori Laterza, 2012 Numero pagine: 125 Il ritratto dell’adolescente di oggi proposto in questo libro e sfrondato di molti luoghi comuni sull’adolescenza è frutto di ricerche e colloqui effettuati in luoghi e per motivi più svariati e si rivolge a quanti – genitori, docenti, educatori, psicologi, assistenti sociali – hanno a cuore il futuro dei ragazzi e quindi la possibilità di riformulare il progetto educativo nei loro confronti. L’ambiguo impasto di fragilità e spavalderia che emerge da questo nuovo identikit e che caratterizza una parte molto consistente degli attuali adolescenti, presenta caratteristiche di sostanziale novità rispetto alle generazioni precedenti: la fragilità nasce dal divario tra aspettative di riconoscimento – per la loro bellezza non solo fisica ma psichica, sociale, espressiva – e trattamento reale da parte degli adulti; la spavalderia invece è tutta interiore, è un’operazione mentale che si basa sul culto della propria persona e che ha l’esito di sminuire l’importanza delle persone e delle istituzioni che agli occhi degli adolescenti di oggi hanno perso il fascino, la credibilità e, soprattutto, il potere simbolico (in primis la scuola, vissuta come un semplice erogatore di un servizio). Informazioni su autore: Pietropolli Charmet, clinico e divulgatore nonché uno dei massimi studiosi italiani dell’adolescenza, è psichiatra di formazione psicoanalitica; è stato docente di psicologia dinamica, è presidente dell’Istituto Minotauro e del Centro aiuto al bambino maltrattato di Milano Altri soggetti: identità; resilienza; ruolo degli educatori; ruolo delle emozioni; ruolo della relazionalità 3 Adolescenza/Educazione Conversazioni sull’educazione Zygmunt Bauman Riccardo Mazzeo (a cura di) Edizioni Erickson, 2012 Numero pagine: 146 Questo libro-intervista riflette sulla situazione delle ragazze e dei ragazzi di oggi e sul ruolo dell’educazione e degli educatori del nostro tempo, in uno scenario dove è stata smarrita una chiara visione del futuro, dove i progetti a lungo temine sono diventati difficili e le norme tradizionali meno autorevoli, dove flussi sempre più cospicui di persone migranti hanno creato comunità variegate in cui culture differenti si trovano a vivere fianco a fianco, e dove molti giovani tendono a proteggersi ritirandosi (nella rete e nelle relazioni virtuali o nell’abuso di alcol o droghe) o a ribellarsi lanciandosi in forme di comportamento più violento (come le guerre tra bande o i saccheggi perpetrati da chi si vede escluso dai templi del consumo). Informazioni su autore: Bauman è professore emerito di sociologia nelle università di Leeds e Varsavia ed è considerato il più influente teorico sociale della nostra contemporaneità Altri soggetti: ruolo degli educatori; disagio dei giovani 4 Adolescenza/Educazione L'epoca delle passioni tristi Miguel Benasayag e Gerard Schmit Feltrinelli, 2004 Numero pagine: 129 "Finalmente un libro veramente serio sul disagio dei giovani, che ha preso avvio il giorno in cui il futuro non è più apparso come una promessa ma come una minaccia": sono parole di Umberto Galimberti e riassumono perfettamente l'intento degli autori e il contenuto di questo volume. Gli autori sono due psichiatri che operano nel campo dell'infanzia e dell'adolescenza e che, preoccupati dalle crescenti richieste di aiuto, si sono interrogati sulla reale entità e sulle cause del diffondersi, apparentemente massiccio, delle patologie psichiche tra i giovani, scoprendo così l'esistenza di un malessere diffuso in tutte le fasce sociali. Viviamo in un'epoca dominata da quelle che Spinoza chiamava "le passioni tristi": un senso pervasivo di impotenza e di incertezza che ci porta a rinchiuderci in noi stessi e a vivere il mondo come una minaccia alla quale bisogna rispondere "armando" i figli. Ma i problemi dei giovani non sono altro che il segno più visibile della crisi della cultura moderna, cultura fondata sulla promessa del futuro come redenzione laica. Si continua a educarli come se questa crisi non esistesse, ma la fede nel progresso è stata ormai sostituita da un futuro cupo e dalla brutalità che confonde la libertà con l'utilitarismo e con il dominio (di sé, del proprio ambiente, degli altri). Per uscire da questo vicolo cieco occorre riscoprire la gioia del fare disinteressato, dell'utilità dell'inutile, del piacere di coltivare i propri talenti a prescindere dai fini. E' ovviamente un invito rivolto a tutti, ma per quanti sono chiamati a rispondere al disagio giovanile assume un preciso valore terapeutico. Informazioni su autori: Benasayag è filosofo e psicoanalista, nonché autore di moltissime opere; Schmit è professore di psichiatria infantile e dell'adolescenza Altri soggetti: disagio dei giovani; strutturazione dell’identità; ruolo della creatività; ruolo delle emozioni; ruolo del contesto sociale; ruolo degli educatori; ruolo degli psicoterapeuti 5 Adolescenza/Educazione Educare il cuore Strategie per una comunità che si prende cura delle nuove generazioni Mario Polito Edizioni la Meridiana, 2012 Numero pagine: 168 Questo libro, attraverso un’articolata proposta metodologica arricchita di una vasta gamma di suggerimenti operativi, lancia una sfida provocatoria rivolta alle famiglie, come luogo di crescita emotiva comunitaria, e alla scuola, come comunità di apprendimento, rovesciando il luogo comune secondo il quale la scuola non si deve interessare ai “bisogni del cuore”, alle dinamiche emozionali. L’autore parte da una domanda (qual è il costo di un’insufficiente intelligenza emotiva, di un’autostima ferita, di un’identità personale frantumata, di un’incomprensione reciproca?), formula la risposta, scontata (l’aumento esponenziale dell’intolleranza, dell’odio, della crudeltà, della violenza) per poi affermare, e dimostrare, che un’educazione autentica non può trascurare le dinamiche emozionali, la consapevolezza di sé, l’empatia, la solidarietà, e che una scuola dove si apprende un mucchio di cognizioni sulla scienza e sulla letteratura senza sapere nulla delle proprie emozioni e senza imparare a leggere le emozioni degli altri non serve né al singolo individuo né all’umanità (“non dall’ignoranza sul teorema di Pitagora e sulla legge fondamentale della chimica nascono le guerre ma dalla mancanza di sensibilità, giustizia, relazioni positive”). Informazioni su autore: Polito è psicologo, pedagogista e formatore dei docenti delle scuole primarie e secondarie Altri soggetti: strutturazione dell’identità; ruolo delle emozioni; ruolo della relazionalità; ruolo del contesto scolastico; ruolo del contesto sociale 6 Adolescenza/Educazione Intelligenza emotiva Che cos’è e perché può renderci felici Daniel Goleman Biblioteca Universale Rizzoli, 2011 Numero pagine: 483 Il termine “intelligenza emotiva” usato da Goleman si riferisce alla “capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli degli altri, di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni, tanto interiormente quanto nelle relazioni sociali”. Quelle dell’intelligenza emotiva sono abilità complementari ma differenti dalle competenze legate all’intelligenza di tipo cognitivo rilevabili dal Q.I., e tuttavia governano anche quei settori della vita che reclamano l’impiego dell’intelligenza astratta. L’autore analizza questa complessa miscela in cui hanno un ruolo predominante fattori come l’autocontrollo e l’empatia e ci mostra come questa capacità possa essere sviluppata e perfezionata. E trasmessa, ovvero insegnata ai bambini per i quali l’acquisizione di un “alfabeto emozionale”, vale a dire delle capacità interpersonali, è fondamentale. Informazioni su autore: Goleman ha insegnato psicologia ad Harvard, attualmente è collaboratore scientifico del “New York Times” Altri soggetti: ruolo delle emozioni; ruolo della relazionalità; ruolo degli educatori 7 Adolescenza/Educazione Educare è narrare Le teorie, la pratica, la cura Duccio Demetrio Elisabetta Biffi Micaela Castiglioni Emanuela Mancino Mimesis Edizioni, 2012 Numero pagine: Il libro parte dal presupposto che “narrare” ed “educare” non sono soltanto parole dall'evidente senso pedagogico ma esperienze – e quindi scelte, attitudini, gesti, orientamenti – che compaiono insieme tanto nella vita associata, in ogni situazione interpersonale, pubblica e privata che sia, quanto nelle attività scolastiche, nei servizi educativi, di cura e terapeutici. Si presentano con continuità pressoché quotidiana: ogni giorno possiamo educare narrando e ognuno di noi esiste anche in quanto narrazione offerta o negata e sottratta agli altri. Quindi, se alleate, l’educazione e la narrazione offrono potenzialità enormi, sanno ricostruire e rendere comprensibili il tessuto e le trame di ogni storia umana, per quanto complessa e spesso complicata, e sanno orientare nell’intreccio di molteplici storie, dipanare il groviglio di idee, memorie, progetti, sentimenti. “Educare è narrare” è dunque un saggio originale, corale, scritto da studiosi che da anni sperimentano il ruolo di “educatore narratore”, o quello di “narratore educatore”, e insieme propongono l’incontro dei saperi della tradizione narrativa con le pratiche educative. Informazioni su autori: Demetrio, professore di filosofia dell’educazione e di teorie e pratiche della narrazione, è fondatore del Gruppo di ricerca in metodologie autobiografiche e della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari; Biffi è dottore di ricerca in scienze umane e i suoi studi hanno come oggetto l’approccio autobiografico come risorsa per l’intervento educativo; Castiglioni è ricercatrice e docente di pedagogia generale e di educazione permanente; Mancino insegna filosofia dell’educazione e svolge attività di ricerca sulle trame educative e sui temi di filosofia e pedagogia della narrazione Altri soggetti: ruolo del contesto scolastico; ruolo dell’esperienza; ruolo della comunicazione/espressione; ruolo degli educatori 8 Adolescenza/Educazione Educatori di storie L’intervento educativo fra narrazione, storia di vita e autobiografia Elisabetta Biffi (a cura di) FrancoAngeli, 2010 Numero pagine: 191 L’intervento educativo avviene in una rete costruita da storie differenti: quelle degli operatori, degli utenti, dei servizi, delle famiglie, e così via; e sono proprio queste storie, a parere degli autori del libro, a rivelarsi oggetto privilegiato della progettazione pedagogica sul territorio. Il testo è rivolto perciò a educatori, insegnanti, operatori dell’area socioeducativa con l’obiettivo di indagare i significati sottesi al ruolo di tutte quelle storie che dirigono l’agire quotidiano, a volte anche inconsapevolmente. I contributi raccolti nel libro, tutti attenti sia al panorama teorico di riferimento (che vede la centralità della narrazione) sia ai concreti spunti metodologici (che privilegiano l’approccio autobiografico), documentano e analizzano le potenzialità della metodologia autobiografica in diversi ambiti del lavoro educativo. Informazioni su autrice/curatrice: Biffi è dottore di ricerca in scienze umane, i suoi studi hanno come oggetto l’approccio autobiografico come risorsa per l’intervento educativo Coautori del volume: Andrea Marchesi; Francesca Oggionni; Sara Amalia Rossetti Altri soggetti: narrazione come strategia educativa; metodologia autobiografica 9 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Motivazione allo studio e dispersione scolastica Come realizzare interventi efficaci nella scuola Mauro Cozzolino (a cura di) Franco Angeli, 2014 Numero pagine: 237 In questo volume le problematiche della dispersione scolastica vengono inquadrate dal punto di vista sia teorico che applicativo, partendo da una lettura complessa e circolare del fenomeno in cui assumono particolare importanza variabili contestuali, culturali, aspetti motivazionali ed emotivo/relazionali. Il volume mette dunque a disposizione del docente modelli epistemologici con cui valutare la complessità delle variabili in gioco e costruire percorsi strategici per superare le situazioni di stallo professionale, e al contempo offre una metodologia operativa da seguire nella messa in atto di interventi tesi a prevenire o perlomeno arginare aspetti di insuccesso scolastico di cui la dispersione è soltanto la punta dell'iceberg. Il testo è suddiviso in due parti: una teorico-descrittiva, in cui il fenomeno della dispersione è presentato nella sua rilevanza nazionale ed internazionale e trattato all'interno della cornice della psicologia culturale e del costruzionismo sociale; e una pratico-applicativa, in cui sono fornite schede operative che consentono al lettore di conoscere differenti metodologie pensate per supportare chi si trova ad affrontare quotidianamente problematiche legate alla dispersione scolastica, con l’esigenza di promuovere il senso di appartenenza alla scuola e la motivazione allo studio. Tra i modelli d’intervento illustrati dal libro, segnaliamo il progetto europeo MOST (Motivation to Study) creato da un team di esperti europei, una sorta di kit didattico per insegnanti e psicologi basato su empatia e ascolto, meno preoccupato dei programmi e più attento alle esigenze profonde degli allievi, nella convinzione che una didattica sintonizzata con i loro bisogni esistenziali sia più completa ed efficace. Informazioni su autore/curatore: Cozzolino, psicologo, psicoterapeuta e docente di psicologia generale, elabora e coordina a livello internazionale progetti scientifici e di formazione (tra i quali il progetto “Most”, di cui è stato responsabile scientifico e coordinatore) Coautori del volume: Margherita Baione, Elisabetta Barone, Giovanna Celia, Mayka Cirera, Pierluigi Diotaiuti, Pilar Escotorin, Gennaro Galdo, Franco Gramegna Tota, Stefania Mancone, Manuela Pennisi, Robert Roche, Giulia Savarese, Zuzana Simonova, Elke Sumper Altri soggetti: attività orientative; ruolo delle emozioni; ruolo della relazionalità; ruolo del contesto scolastico e sociale; ruolo degli educatori 10 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Dispersione scolastica e disagio sociale Criticità del contesto educativo e buone prassi preventive Roberta Fadda Eros Mangiaracina (a cura di) Carocci editore, 2011 Numero pagine: 125 Con l’obiettivo di contribuire ad una maggiore conoscenza del fenomeno della dispersione scolastica e al contempo di ridurre la distanza tra ricerca scientifica e prassi educative (distanza che troppo spesso caratterizza la realtà formativa italiana), i curatori del volume miscelano le riflessioni teoriche e ricerche scientifiche alle testimonianze di buone prassi educative in realtà scolastiche ad alto rischio di dispersione (spaziando dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria superiore). L’idea del volume è nata da una ricerca sui fattori di rischio e di protezione inerenti all’abbandono scolastico e correlati al disagio sociale, ricerca promossa e finanziata da un istituto sardo in cui la dispersione scolastica ha raggiunto livelli drammatici balzando ai vertici della classifica regionale. Informazioni su autori/curatori: Fadda è psicologa e psicoterapeuta, nonché docente di psicologia dell’educazione e ricercatrice in psicologia dello sviluppo (il fulcro della sua ricerca è lo sviluppo tipico e atipico e i fattori di rischio e di protezione del successo scolastico); Mangiaracina è pedagogista, docente e ricercatrice in pedagogia sperimentale (il fulcro della sua ricerca riguarda le molteplici dimensioni dei contesti educativi e le metodologie didattiche di tipo inclusivo) Coautori del volume: Marco Pitzalis; Claudio D’Alessandro; Caterina Fiorilli; Bruna Spano; Rita Leo; Paola Lai; Simona Melis; Maria Luisa Pedditzi; Isa Marras; Patrizia Piras; Annarosa Corda; Barbara Adalgisa Pinna; Luisa Garau; Rita Sedda Altri soggetti: abbandono scolastico/fattori di rischio; abbandono scolastico/fattori di protezione 11 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Dispersione scolastica e politiche per il successo formativo Dalla ricerca sugli early school leaver alle proposte di innovazione Maddalena Colombo Edizioni Erickson, 2010 Numero pagine: 221 Il volume s’inserisce nel dibattito su come monitorare la dispersione scolastica (in questo caso l’indagine offre la chiave interpretativa della sociologia dell’educazione) e, soprattutto, sul contributo che le scienze politiche e sociali possono dare nel fronteggiare la dispersione e le sue molte facce. Il volume si divide in tre parti. Nella prima si offre una ricostruzione dello scenario sociologico – nazionale ed internazionale – in cui si collocano sia il tema della dispersione scolastica sia, viceversa, quello di successo formativo. Nell’affrontare il tema dell’abbandono scolastico nel contesto italiano, l’autrice riporta alcuni esempi di indagini empiriche al riguardo e mostra come la situazione italiana sia ancora lontana dagli obiettivi definiti a Lisbona con la strategia “Europa 2020” (: fornire le basi del modello sociale europeo, cioè creare le premesse al “welfare to work” sviluppando e valorizzando il capitale umano e le capacità personali), lontana dal target del 10% massimo di “early school leaver”, cioè di ragazzi che non raggiungono il diploma di istruzione superiore e di qualificazione professionale prima di entrare nel mondo del lavoro. Nella seconda parte del volume, mediante un’indagine sul campo e un approccio qualitativo nell’analisi dei risultati, l’autrice approfondisce le cause dell’abbandono scolastico, considerate indispensabili per l’elaborazione e l’attuazione di politiche sociali tese a prevenire il fenomeno. La Colombo individua tre tipi di cause: le cause dirette, connesse alla biografia dell’individuo, alla scelta sbagliata della scuola e ai vissuti negativi nel contesto formativo; le cause nascoste, ovvero l’attrazione dei giovani per le offerte lavorative di bassa qualificazione; e le cause remote, legate allo svantaggio economico e socio familiare. Nella terza parte l’attenzione si sposta dall’analisi delle cause alle strategie di “policy”, agli interventi preventivi e correttivi del fenomeno e quindi si concentra sull’innovazione delle politiche locali (le uniche in grado, a parere della Colombo, di far leva sulle cause reali dell’abbandono) e sul coinvolgimento nel progetto di prevenzione degli “attori terminali” (la famiglia, le imprese e la scuola stessa). 12 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Nel libro vengono presentati anche i risultati di un’indagine empirica condotta nella provincia di Brescia sui fattori che maggiormente incidono sull’abbandono scolastico. Informazioni su autrice: Colombo insegna la sociologia dell’educazione, la sociologia delle politiche formative e la sociologia dei processi culturali Altri soggetti: progetto “Europa 2020”; cause dell’abbandono scolastico; strategie preventive e correttive 13 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Il cattivo studente Disadattamento, insuccessi e abbandono scolastico Fabio Bonadiman Armando editore, 2007 Numero pagine: 96 La logica del consumo e la logica performativa – con il loro sovraccarico degli stimoli, la rincorsa della gratificazione immediata, l’impoverimento immaginativo e l’operosità coatta – hanno impregnato anche la dimensione scolastica (dominata anch’essa dall’ansia di prestazione e del relativo riconoscimento) e l’universo genitoriale che, a fronte del valore sociale del successo, tollera con difficoltà i problemi scolastici dei figli. Qual è dunque il posto dell’insuccesso nella cultura del successo? E in che cosa consiste l’abbandono scolastico? Le indagini sulla dispersione scolastica, per quanto preziose per le implicazioni sociali ed economiche, considerano solo l’atto di lasciare la scuola. In realtà è un processo multidimensionale, sottolinea l’autore, di cui l’abbandono della scuola non è che la punta di un iceberg. Inoltre, non solo il ritiro è l’abbandono: lo è anche la frequenza irregolare, il marinare la scuola, i comportamenti a rischio, lo scarso rendimento (inferiore alle reali capacità), la demotivazione, la perdita del senso di appartenenza e di condivisione degli interessi, dei valori e degli obiettivi negli studenti fisicamente presenti sui banchi di scuola. L’intero lavoro di Bonadiman è teso a mostrare questa complessità, le sfaccettature e la relazionalità che entrano in gioco nel processo di disadattamento che porta all’insuccesso scolastico, e la molteplicità dei suoi protagonisti: lo studente, l’adolescenza, il professore, il gruppo classe, il corpo insegnante, l’istituzione scolastica, la famiglia, le nuove marginalità. La tesi di fondo del libro è che accanto ai compiti scolastici l’adolescente deve affrontare “altri” compiti, compiti ben più gravosi: quelli della vita, riassumibili nel termine “costruzione della propria identità”. E la scuola di oggi, conclude Bonadiman, rifugiata in “un cognitivismo senza cuore”, non è in grado di farsi carico dell’impegno emotivo che questo tipo di rapporto educativo richiede – il disadattamento scolastico non è che l’espressione più visibile di questa lacuna. Informazioni su autore: Bonadiman è psichiatra, psicoterapeuta e criminologo; da molti anni si occupa di adolescenti realizzando iniziative di formazione e di sensibilizzazione dirette a genitori e insegnanti Altri soggetti: cultura del successo/insuccesso scolastico; abbandono scolastico multidimensionale; ruolo delle emozioni, ruolo degli educatori 14 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Mal di scuola Un mondo in crisi visto dall’interno Marco Imarisio BUR-RCS Libri, 2007 Numero pagine: 191 Il testo raccoglie storie dei docenti (delle scuole di ogni ordine e grado) di diverse città e regioni italiane, tracciando attraverso i loro occhi e le loro testimonianze un quadro molto critico del sistema scolastico e dell’Italia. Studenti sempre più difficili da capire e da coinvolgere, obblighi ministeriali spesso poco comprensibili, genitori a volte ostili, che disconoscono l’autorità degli insegnanti, non accettano che i figli possano subire delle sconfitte e riducono la partecipazione alla vita scolastica a mera ingerenza e contestazione (dimostrando così che non sempre il disagio è frutto del degrado). Gli insegnanti, identificati come artefici e assieme vittime di questa perdita del prestigio istituzionale che dovrebbe contraddistinguere ogni scuola, presentano e raccontano un universo complesso – dalle situazioni estreme ad una quotidianità fatta di lezioni e di affetti – e un approccio altrettanto variegato: talvolta stanco e rassegnato, talvolta furibondo, talvolta appassionato e intriso di una grande professionalità e dedizione. Ogni storia è intervallata dal riassunto dei verbali degli ispettori del ministero, raccolti in tutta Italia; ed anche da questi documenti emerge l’enorme importanza del mestiere di insegnare, che va oltre la scuola stessa perché, come scrive l’autore nella sua introduzione al volume, “la scuola anticipa quel che saremo, parla di qualcosa che deve ancora succedere: la scuola è il canarino della miniera”. Informazioni su autore: Imarisio è inviato del Corriere della Sera Altri soggetti: ruolo degli insegnanti; testimonianze 15 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Una dispersione al plurale Storie di vita di giovani che abbandonano la scuola nella tarda modernità Elisabetta Perone FrancoAngeli, 2006 Numero pagine: 174 Nell’analisi dei fenomeni di dispersione scolastica il ricorso ad un unico sostantivo – dispersione, per l’appunto – appare insufficiente a designare quell’insieme dei fenomeni che nell’ambito dei processi educativi possono condurre all’uscita precoce dal sistema formativo, all’abbandono del percorso necessario al conseguimento di un titolo di studio: ed ecco dunque “una dispersione al plurale” menzionata nel titolo del volume. Dall’universo indistinto dei “dispersi”, l’autrice fa emergere figure di giovani molto concrete tracciandone profili individuali (migranti, periferici, delusi, predestinati) e descrivendone disagi e quindi bisogni, sempre al plurale, bisogni complessi ed estremamente diversificati ma con cui nella lotta alla dispersione scolastica occorre fare i conti se si vuole davvero mettere in campo strumenti di intervento efficaci. Della dispersione scolastica l’autrice analizza tutte le dimensioni, da quella psicologica a quella pedagogica, a quella sociologica. E, dopo aver ripercorso le teorie della dispersione, da quelle classiche a quelle recenti, mette in evidenza la coesistenza di vecchie e nuove forme di dispersione: accanto alle cause tradizionali del fenomeno, identificabili nella scarsa dotazione di capitale culturale delle famiglie, nelle inefficienze della scuola o nelle sue carenze strutturali, prendono corpo nuove motivazioni che connettono il disagio degli studenti ad una più generale difficoltà a portare a compimento il processo di strutturazione dell’identità nel quadro di profonda “incertezza” che caratterizza la tarda modernità (estendendo così il rischio dispersione da specifiche categorie all’intero universo dei giovani in formazione). Infine, attraverso le sue interviste narrative, la Perone si immerge nelle vite di quelle ragazze e quei ragazzi “dispersi” per analizzarne poi i problemi, i disagi, le difficoltà, ma anche per registrarne le aspirazioni, le risorse, i sogni, offrendo così al lettore una maggiore comprensione delle dinamiche individuali di “disaffezione” alla scuola. In appendice al volume, l’autrice illustra il suo approccio biografico-narrativo alla ricerca e ne riporta, sinteticamente, le principali regole procedurali, dalla tecnica di raccolta dell’intervista narrativa alla ricostruzione ermeneutica delle storie di vita. Informazioni su autrice: Perone è ricercatrice e docente di sociologia Altri soggetti: forme e cause della dispersione scolastica; aspetti psicologici, sociali e pedagogici dell’abbandono scolastico; strutturazione dell’identità; testimonianze 16 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Non uno di meno Riorientare per promuovere il successo scolastico Cristina Bonacini Brunetta Partisotti Flavia Rossi (a cura di) FrancoAngeli, 2003 Numero pagine: 131 Ispirato ad un commovente film del 1999 (diretto dal regista Zhang Yimou) che racconta lo spaccato scolastico e sociale della Cina rurale, il titolo del volume rappresenta anche una scommessa educativa e oggi potrebbe essere assunto a motto della lotta alla dispersione scolastica. Il volume documenta un'esperienza pluriennale condotta nel territorio di Reggio Emilia da un gruppo di docenti di scuola superiore e incentrata sulle attività orientative e sul recupero degli studenti attraverso lo strumento della “passerella”, un cambio ragionato della scuola nel corso degli studi per prevenire il fallimento e l’abbandono scolastico. Individuare infatti per ogni soggetto in formazione una strada sulla base di vocazioni, potenzialità e attitudini è paradossalmente stato possibile a partire dall'analisi di difficoltà, lacune e carenze. I molti soggetti coinvolti in questa scommessa (studenti, docenti, genitori, istituzioni ed enti) non solo hanno condiviso un'attività di servizio realizzata e gestita attraverso buone prassi, ma anche nuove modalità di osservazione e attenzione ai punti di forza che presentano tutti gli studenti, anche quelli che risultano "deboli": valorizzare tali punti di forza ha consentito di recuperarne molti per l’appunto attraverso la procedura della "passerella". Informazioni su autrici/curatrici: Bonacini, docente di materie letterarie, ha coordinato il gruppo di riorientamento; Partisotti insegna materie letterarie, con una lunga esperienza nell'ambito della sperimentazione didattica; Rossi, docente di materie letterarie e linguaggi non verbali e multimediali, è esperta in educazione all'immagine e con l'immagine Altri soggetti: attività orientativa/esperienza reggiana 17 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Katia Provantini Scuola media Cosa occorre sapere per non farsi travolgere Manuale per la sopravvivenza Arnoldo Mondadori Editore, 2014 Numero pagine: 156 Katia Provantini, psicologa esperta di problematiche scolastiche e dell'apprendimento, in questo libro racconta le trasformazioni e le difficoltà che spesso i preadolescenti, ragazzi dai 10 ai 13 anni, si trovano ad affrontare nel periodo della scuola media: dalle tappe del percorso di crescita adolescenziale alle caratteristiche del nuovo contesto scolastico, senza tralasciare il problema del bullismo, i compiti a casa, i pregi e i difetti delle nuove tecnologie e dei social network, sino alla fatidica scelta della scuola superiore. L'ingresso nella prima media è un momento emozionante, desiderato e insieme temuto, che segna la fine dell'infanzia: chi varca la soglia della nuova scuola non è più un bambino o non lo rimarrà a lungo. Sono tantissime le novità che parlano di crescita: nuovi professori, materie mai studiate prima, diari da "grandi", compagni più "vecchi", testimoni dei cambiamenti che si profilano all'orizzonte. E’ un misto di trepidazione ansiosa e di nostalgia, di eccitazione e di paura. Soprattutto la paura di non farcela, perché anche i bambini sanno che è giunto il momento di lasciarsi alle spalle alcuni aspetti rassicuranti dell'infanzia e che trasformarsi in adolescenti adeguati e poi in adulti sereni richiederà impegno, coraggio e una certa dose di fortuna. Il testo vuole aiutare i genitori (spesso spiazzati da questa nuova fase di crescita), ma anche gli insegnanti, a capire le "turbolenze" dei preadolescenti, per poter affrontare insieme a loro con maggiore serenità quella meravigliosa avventura che è la formazione di una personalità adulta. Informazioni su autrice: Provantini, psicologa, esperta in problematiche evolutive con particolare riferimento alle difficoltà scolastiche e dell’apprendimento, svolge attività di consulenza con adolescenti e genitori e attività di formazione e supervisione a docenti e psicologi; in collaborazione con enti locali coordina progetti di rete per la prevenzione del disagio e della dispersione scolastica Altri soggetti: preadolescenza; sviluppo cognitivo; psicologia educativa; scuola primaria; ruolo degli educatori; rapporto genitori-scuola; internet-fruizione ed effetti in adolescenza 18 Dispersione scolastica/Motivazioni allo studio Dalla meraviglia al sapere Lineamenti e itinerari di didattica generale Beniamino Brocca Anicia editore, 2012 Numero pagine: 263 Scrive Edgar Morin, nel secondo capitolo del libro “La testa ben fatta. Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero”: “La prima finalità dell’insegnamento è stata formulata da Montaigne: è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena. Cosa significhi una testa ben piena è chiaro: una testa nella quale il sapere è accumulato, ammucchiato, e non dispone di un principio di soluzione e di organizzazione che dia un senso. Una testa ben fatta significa che invece di accumulare il sapere è molto più importante disporre allo stesso tempo di un’attitudine a porre e a trattare i problemi e di principi organizzatori che permettono di collegare i saperi e di dare loro senso.” Il brano è un invito a riflettere sull’attuale stato dei saperti e sulle sfide che caratterizzano la nostra epoca: sfide che occorre affrontare attraverso la riorganizzazione dei saperi e una riforma dell’insegnamento/apprendimento e dell’educazione che sviluppino il pensiero complesso. E proprio al (desiderio di) pensiero complesso è dedicato questo volume che affronta i temi didattici relativi all'educazione, all'apprendimento, all'insegnamento, al dialogo, al curricolo, ai saperi, alla creatività e alla valutazione sostenendo una tesi suggestiva e molto credibile: che all’origine disinteressata del sapere c’è sempre un aristotelico sentimento di stupore, di meraviglia, che fa scattare il desiderio di conoscere, di approfondire, di capire (desiderio spesso così intenso da diventare una necessità). Informazioni su autore: Brocca è docente di pedagogia e didattica generale Altri soggetti: sviluppo cognitivo; insegnamento/apprendimento; educazione al pensiero complesso; ruolo delle emozioni; ruolo degli educatori 19 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Imparare a pensare Funzione riflessiva e relazioni in adolescenza Elena Buday Prefazione di Gherardo Amadei Franco Angeli, 2010 Numero pagine: 127 Perché a volte i ragazzi appaiono incapaci di pensare, di spiegare i propri comportamenti e di sostenere un dialogo con l’adulto? E perché quei loro comportamenti sono così ostinati, accaniti, irragionevoli? Perché rischiano continuamente di danneggiare se stessi? E ancora: perché si appoggiano in maniera così eccessiva alle relazioni virtuali? Questo libro cerca di offrire possibili risposte a queste ed altre domande cruciali che si presentano a chi lavora con gli adolescenti. Tali risposte/ipotesi si basano sull’analisi e sulla ricombinazione delle opere di alcuni noti autori della letteratura psicoanalitica (Fonagy, Winnicott, Stern, Vygotskij, Bruner, Mitchell, Senise, Pietropolli Charmet…) e sulla nuova cultura psicodinamica emersa dall’ibridazione di diversi campi del sapere (come la psicoanalisi relazionale, la neurobiologia, le neuroscienze cognitive, il modello della mindfulness, inteso come la piena consapevolezza dell’esperienza soggettiva del momento presente, e la funzione riflessiva legata alla mentalizzazione e all’intelligenza emotiva). Una particolare attenzione viene riservata ai processi di costruzione dell’identità e al collegamento tra il tema dell’identità personale e quello della solitudine e, ancora, tra la solitudine e la capacità di simbolizzazione, di elaborazione e rappresentazione della propria condizione esistenziale. Dunque, il testo si occupa fondamentalmente dello sviluppo della capacità di pensare, intesa come capacità – acquisita progressivamente – di integrare consapevolmente i vissuti emotivi dentro un’autorappresentazione dotata di significato soggettivo. L’autrice mostra come tale sviluppo, che è substrato fondamentale per la costruzione del sé, avvenga nel contesto di relazioni affettive significative: affinché i vissuti possano diventare pensieri del soggetto è necessaria – almeno in una prima fase – la presenza di un altro che li vede e li rispecchia, dando loro un senso. 20 Dispersione scolastica/Motivazione allo studio Quindi, nel volume viene presentato un modello di intervento (educativo e terapeutico) che individua nella relazione (nell’ascolto e nel rispecchiamento) il fattore centrale e spiega attraverso quali meccanismi l’intreccio relazionale si dimostri in grado di produrre un cambiamento. La descrizione delle visioni teoriche viene arricchita dall’illustrazione di alcuni interventi clinici volti a sostenere la pensabilità del sé e della propria soggettività e dalla presentazione di test tematici quali strumenti di sostegno al pensiero. Informazioni su autrice: Buday, psicologa, psicoterapeuta, esperta in psicologia scolastica e ricercatrice, è docente presso la scuola di formazione in psicoterapia dell'adolescente Arpad-Minotauro, svolge attività clinica con bambini, adolescenti e genitori e attività formativa con gli insegnanti Altri soggetti: strutturazione dell’identità; sviluppo cognitivo; ruolo degli educatori; ruolo della relazionalità; ruolo delle emozioni 21 Nativi digitali Generazione tech Crescere con i nuovi media Caterina Cangià Giunti Universale Scuola, 2014 Numero pagine: 143 Che cosa si intende per “generazione tech”? Come si può crescere in famiglia e lavorare nella scuola multiculturale con le nuove tecnologie? In che modo e fino a che punto l'immersione nel mondo digitale sta trasformando la vita e la mente dei ragazzi, i cosiddetti “nativi digitali”, il loro modo di crescere e di apprendere? L’autrice di questo volume, senza offrire ricette preconfezionate e ponendosi in maniera simpatetica nei confronti delle nuove tecnologie, ne delinea con equilibrio i rischi e i vantaggi, quindi propone riflessioni, spunti e suggerimenti per il loro uso (ad esempio nell'insegnamento delle lingue o in presenza di difficoltà o disturbi di apprendimento) e invita a cogliere il potenziale didattico che le tecnologie mettono oggi a disposizione (come l'integrazione di più linguaggi e codici comunicativi, la possibilità di una rapida consultazione di documenti testuali, audio e video, in percorsi personalizzati di esplorazione e di ricerca in un contesto fortemente interattivo). Il volume si rivolge agli insegnanti, ai genitori e a chiunque si misuri giorno dopo giorno con le trasformazioni in atto mentre svolge un compito o un ruolo educativo. Informazioni su autrice: Cangià è docente di didattica delle lingue moderne all'Università LUMSA di Roma; pioniera della produzione multimediale in Italia, ha diretto per 18 edizioni il Festival del Teatro Didattico in Lingua Straniera e ha fondato "La Bottega d'Europa" per promuovere l'insegnamento delle lingue con il teatro e con il computer Altri soggetti: internet/aspetti socio-culturali; internet/fruizione ed effetti in adolescenza; mutamento dei codici comunicativi/potenziale didattico delle nuove tecnologie; ruolo del contesto scolastico; ruolo degli educatori 22 Nativi digitali La mente aumentata Dai nativi digitali alla saggezza digitale Marc Prensky Edizioni Centro Studi Erickson, 2013 Numero pagine: 262 Prensky, scrittore esperto di tecnologie a uso educativo e pioniere negli studi sulla Net Generation, nel 2001 coniò la definizione “digital natives” per contraddistinguere i giovani nati in epoca digitale dai “digital immigrants”, cioè gli adulti (con molta meno familiarità nei confronti dei supporti elettronici). Oggi non è raro cogliere appelli allarmati di chi invoca una minore invasione della tecnologia a favore di un’interazione diretta, nel timore che un ricorso eccessivo all’intelligenza artificiale condizioni negativamente la nostra capacità di pensare e di relazionarci agli altri. Prensky non la pensa così. In questo saggio, controverso e discusso, interpreta i cambiamenti che la rivoluzione digitale ha portato al nostro modo di vivere e cerca di dimostrare che un uso intelligente della tecnologia potenzia la mente e le sue abilità, piuttosto che inibirle. Attraverso decine di esempi, illustra come una combinazione ragionata delle capacità del pensiero (come l’assunzione di decisioni o il ragionamento complesso), con le possibilità concesse dalla tecnologia (come l’archiviazione ed elaborazione di grandi quantità di dati), porti indubbi benefici al funzionamento cognitivo. La saggezza digitale, l’interconnessione tra umano e tecnologico, a parere di questo autore consente all’homo sapiens di cogliere meglio le sfide del XXI secolo e di affrontare con efficacia le prossime fasi dell’evoluzione cognitiva. Informazioni su autore: Prensky, ideatore della fortunata metafora dei “nativi e immigrati digitali”, è considerato uno dei maggiori esperti mondiali nel rapporto tra tecnologia e apprendimento Altri soggetti: internet/fruizione ed effetti in adolescenza; sviluppo cognitivo; ruolo della relazionalità 23 Nativi digitali Nativi digitali Paolo Ferri Bruno Mondadori, 2011 Numero pagine: 211 La definizione “nativi digitali” è stata coniata nel 2001, dallo scrittore Mark Prensky, per indicare la generazione di nati (negli Stati Uniti) dopo il 1985, anno di diffusione di massa del pc a interfaccia grafica e dei primi sistemi operativi Windows. In Italia, secondo Ferri, si parla di “nativi digitali” dalla fine degli anni Novanta, quando i computer e internet sono entrati prepotentemente nella vita di tutti. I bambini nati da questi anni in poi hanno perciò vissuto fin dalla nascita in simbiosi con le nuove tecnologie, che a partire dal semplice computer si sono via via moltiplicate: ipad, ebook, smartphone, tablet sempre connessi a internet… La familiarità dei bambini con una tale varietà di “schermi interattivi” ha plasmato il loro modo di apprendere, di conoscere e di comunicare, afferma l’autore: le protesi tecnologiche che utilizzano sin dall'infanzia diventano parte integrante della loro identità individuale e sociale. Internet, lo strumento di comunicazione principe tra i “nativi” grazie al quale possono tenersi in continua connessione e condividere informazioni con il gruppo dei pari e il successo dei social network confermano pienamente l’uso dominante delle nuove tecnologie come “estensione della sfera sociale”. Sulla base di tutto questo, il libro propone una mappa delle metodologie didattiche e comunicative che questa nuova generazione richiede, a scuola come nella vita di tutti giorni, e caldeggia una radicale trasformazione e riprogettazione dell’intero sistema scolastico necessarie per colmare il divario tra i nuovi stili di apprendimento dei giovani e le strategie di insegnamento ancora molto tradizionali e improntati al puro trasferimento di conoscenze. Non c’è dubbio che i media digitali e la comunicazione interattiva rientrino tra i fenomeni più eclatanti del mutamento sociale e dell'industria culturale del nuovo millennio, ma l’ipotesi dei “nativi digitali” (cioè di una generazione di giovani che, influenzati dagli strumenti digitali, studiano e socializzano in modi del tutto diversi da quelli delle generazioni precedenti e sviluppano una specifica “intelligenza digitale”) trova fortissime opposizioni, spesso è tacciata di “pseudoscienza” ed è stata anche smentita da diversi studi empirici in base ai quali nessuna verifica seria ha mai trovato conferma di quest’idea di una radicale diversità. 24 Nativi digitali Informazioni su autore: Ferri insegna teoria e tecniche dei nuovi media e tecnologie didattiche all’università di Milano-Bicocca, dove dirige il LISP (Laboratorio informatico di Sperimentazione Pedagogica) e l'Osservatorio Nuovi Media NuMediaBios Altri soggetti: internet/aspetti socio-culturali; internet/fruizione ed effetti in adolescenza; scuola/mutamento dei codici comunicativi; nuove tecnologie e apprendimento; strutturazione dell’identità 25 Nativi digitali Net Generation Come la generazione digitale sta cambiando il mondo Don Tapscott Franco Angeli, 2011 Numero pagine: 316 Il libro offre un quadro articolato e complesso della cosiddetta "Net Generation" ed è il risultato di un lavoro di esplorazione nel corso del quale l’autore ha intervistato più di 11.000 giovani, elaborando poi un'impressionante quantità di dati e confrontandoli con le tesi di diversi studiosi (psicologi, pedagogisti, economisti, sociologi e politologi) che hanno analizzato il fenomeno da diverse prospettive. Invece di un gruppo di screenager viziati, incapaci di concentrarsi e del tutto privi di abilità sociali, dal saggio emerge una comunità di menti brillanti e talentuose in grado di sviluppare modi innovativi di pensare, interagire, lavorare e socializzare e quindi di modificare ogni ambito della società (dalla vita familiare a quella scolastica, dal luogo di lavoro agli spazi privati, dal mondo economico a quello politico e al concetto stesso di democrazia). Oltre a dare suggerimenti e risposte ad alcuni interrogativi che più allarmano le generazioni precedenti di fronte alla “Net Generation” (: come educare i propri figli nell’era digitale, come coinvolgere i giovani talenti nel mondo del lavoro, ecc.), Tapscott invita a sfatare i luoghi comuni legati a questo fenomeno e immaginare invece quale straordinario impatto potrà avere sulla società in termini benefici (ad esempio, coinvolgendo i giovani in progetti di sviluppo e in campagne umanitarie). Informazioni su autore: Tapscott insegna all’università di Toronto ed è presidente di Genera Innovation Network Altri soggetti: educazione e nuove tecnologie; internet/aspetti socio-culturali; internet/fruizione ed effetti in adolescenza; cause dei mutamenti sociali 26 Nativi digitali Nati con la rete La prima generazione cresciuta su internet Istruzioni per l’uso John Palfrey Urs Gasser con la prefazione di Luca Sofri Bur Rizzoli, 2009 Numero pagine: 488 Gli autori illustrano e analizzano la dimensione dei “nativi digitali”, per i quali la tecnologia con le sue mille declinazioni non rappresenta solo una risorsa ma una diversa percezione e visione del mondo, ma il testo è rivolto a chi non è nato con la Rete (ai “tardivi”, ai “coloni”, agli “ibridi”) proponendosi come guida utile per una corretta interpretazione dei comportamenti, dei rischi e delle potenzialità che caratterizzano il mondo di internet, per orientarsi nel caos che regna in questo fenomeno in perenne mutamento, per evitare facili demonizzazioni o stereotipi sulla dipendenza e sull’azzeramento della capacità di misurarsi con la complessità, e infine per immaginare il mondo che sarà (tra i vari Facebook e MySpace, YouTube e Wikipedia): un territorio globalizzato dove l’ambiguità tra reale e virtuale diventa ragione di equivoci e timori, dubbi e opportunità di dialogo tra padri e figli. Infatti, il testo affronta anche il tema del “divario digitale” tra generazioni e analizza le insidie di Internet, in termini di privacy e sicurezza. Secondo Palfrey dobbiamo scegliere: andare avanti e imparare a utilizzare la tecnologia e i nuovi media responsabilmente, ammettendo il loro crescente ruolo nelle nostre vite, o arrenderci alla paura e limitare la crescita e la creatività che la tecnologia può alimentare. Informazioni su autori: Palfrey è professore di legge ad Harvard; Gasser invece insegna diritto delle tecnologie informatiche all’università di St.Gallen Altri soggetti: adolescenti/comportamento sociale; internet/fruizione ed effetti in adolescenza; strutturazione dell’identità tra reale e virtuale 27 Nativi digitali Identità alla deriva Vuoto di sé e vuoto di relazione nel tempo del "tutti connessi" Maria Luisa Verlato Edizioni la Meridiana, 2011 Numero pagine: 128 La possibilità di socializzare moltiplicata con l’uso degli sms, dei social network e di altri strumenti tecnologici che possono facilitare l’incontro e lo scambio sta modificando le relazioni dei ragazzi; ma questa facilità della socializzazione non ha diminuito il loro senso di solitudine, anzi: alle sofferenze di un tempo (come la paura dell’esclusione o del conflitto, di essere criticati e giudicati) si aggiungono nuove forme di disagio legate alla svalutazione dei legami, più difficili da costruire nonostante la possibilità di essere raggiungibili ovunque e sempre connessi (o, per meglio dire: più difficili proprio perché i giovani vivono in uno stato di “connessione”, anziché in “relazione”). Il volume raccoglie spaccati di vite raccontate dal punto di vista di una terapista, che punta il dito contro i tratti alienanti di una società sempre più orientata alla relazionalità virtuale (e quindi svuotata, autoreferenziale, priva di empatia) e all’utilitarismo spoglio di codici etici e valoriali (dove “la vita ha smesso di essere una scala da salire un gradino dopo l’altro ed è diventata un’arena piatta e senza confini”) e delinea un “agire preventivo”, a parere della Verlato imprescindibile e orientato a far conoscere (a quanti lavorano in contesti educativi, scolastici, sanitari, sociali e politici) le caratteristiche degli stili relazionali sicuri e, con l’obiettivo di ridurne l’incidenza, le modalità relazionali patologiche. L’autrice dedica molta attenzione anche all’illustrazione del lavoro terapeutico, focalizzato su un processo di “alfabetizzazione delle emozioni” e sullo sforzo di colmare il “vuoto delle coscienze”. Alle numerose valutazioni – volte alla comprensione e alla cura delle nuove forme di disagio di queste giovanili “identità alla deriva” – il testo affianca anche (come il messaggio messo in bottiglia e lanciato nell’oceano, scrive l’autrice) moltissime domande rimaste inevase e simili ai dubbi e agli interrogativi che si pongono genitori, insegnanti, educatori. E’ un invito alla riflessione, all’approfondimento, alla partecipazione e all’assunzione di responsabilità. Informazioni su autrice: Verlato è psicologa e psicoterapeuta rogersiana, nonché docente di psicologia clinica, psicopatologia dello sviluppo e psicoterapia dei disturbi di personalità, impegnata in progetti rivolti a bambini, adolescenti e vittime di abusi e traumi Altri soggetti: mutamenti sociali; internet/fruizione ed effetti in adolescenza; strutturazione dell’identità tra reale e virtuale; ruolo delle emozioni; ruolo della relazionalità; ruolo dell’etica; ruolo degli educatori; testimonianze 28 Identità/Resilienza Identità in relazione Le sfide odierne dell’essere adulto Camillo Regalia Elena Marta (a cura di) McGraw-Hill, 2011 Numero pagine: 164+20 di bibliografia Oggi è diventato quasi scontato affermare che l’identità non possa essere considerata una struttura monolitica: si discute di un’identità inevitabilmente plurale. Ed è altrettanto evidente che la complessità del costrutto richiede una precisazione della prospettiva e del punto di vista a partire dal quale un discorso sull’identità intende muoversi. Questo volume nasce dal dibattito tra alcuni docenti di area psicologica circa il significato dell’identità adulta nello scenario sociale e culturale attuale: un’identità che si struttura e si alimenta all’interno delle relazioni interpersonali e sociali e che è definita da concetti quali generatività, responsabilità e cura. Identità in relazione evidenzia i principali quadri teorici di riferimento che fanno da cornice al dibattito sull’identità adulta e analizza sfide e opportunità che si possono presentare per l’identità dei soggetti in diversi ambiti di vita quotidiana: nel rapporto di coppia, in ambito lavorativo, nell’incontro con gli altri. Il testo si rivolge ai professionisti, psicologi ed educatori, che spesso incontrano persone per le quali le problematiche identitarie sono centrali, agli studenti dei corsi di laurea in psicologia e scienze dell’educazione come approfondimento di una tematica cruciale per l’esistenza umana e ai docenti interessati ai temi dell’identità in una prospettiva psicosociale. Informazione su autori/curatori: Regalia e Marta insegnano psicologia sociale all’università cattolica di Milano Coautori del volume: Caterina Arcidiacono; Carlo Galimberti; Caterina Gozzoli; Raffaella Iafrate; Cesare Kaneklin; Claudia Manzi; Daniela Marzana; Maura Pozzi; Eugenia Scabini Altri soggetti: identità “plurale”; ruolo della relazionalità; ruolo del contesto socio-culturale; ruolo degli educatori 29 Identità/Resilienza Arte di ascoltare e mondi possibili Come si esce dalle cornici di cui siamo parte Marianella Sclavi Bruno Mondatori, 2011 Numero pagine: 351 L’arte di ascoltare è un’abilità che pratichiamo intuitivamente, in misura maggiore o minore, tutti i giorni; con questo libro Sclavi si propone di rivelarne i meccanismi e quindi di offrire ai lettori la possibilità di acquisirli e metterli in atto in modo consapevole. I temi principali sviluppati dall’autrice, e connessi tra di loro in modo circolare, sono tre: l’ascolto attivo, l’autoconsapevolezza emozionale e la gestione creativa dei conflitti. Alla fine di ogni capitolo, in forma di un promemoria operativo, l’autrice ripropone le sue “sette regole dell’arte di ascoltare”. La “cornice” del sottotitolo indica il sistema culturale di cui siamo parte; da quello “semplice”, dove le stesse cose hanno lo stesso significato e le stesse premesse implicite, per cui ciò che diamo per scontato aiuta la comunicazione, al sistema complesso dove le stesse cose hanno significati differenti e diverse premesse implicite e ciò che diamo per scontato impedisce la comunicazione. Dunque: l’ascolto attivo è sostanzialmente una comunicazione tra “cornici diverse”, vale a dire una mediazione (che, con il diversificarsi della nostra società, è diventata una competenza basilare anche all’interno di una stessa cultura). Informazioni su autrice: Sclavi insegna etnografia urbana e antropologia culturale e svolge corsi di “arte di ascoltare e gestione creativa dei conflitti” (ispirandosi a Greogory Bateson e al suo approccio alla complessità) Altri soggetti: ruolo delle emozioni; ruolo della relazionalità; ruolo del contesto culturale; ruolo della comunicazione verbale 30 Identità/Resilienza Di tutti i colori Educare all’identità e all’intercultura nella scuola multietnica e dell’autonomia Ezio Compagnoni Verter Pregreffi Edizioni la Meridiana, 2001 Numero pagine: 115 Il libro è un contributo alla ricerca, posta in atto sul piano istituzionale e culturale, di una nuova pedagogia in grado di rispondere, sia operativamente che sul piano dei significati educativi, alle sfide e alle trasformazioni socioculturali innescate dai movimenti migratori e dalla globalizzazione tecnologica e mass mediale. La prima parte del volume offre una riflessione sul tema della formazione delle identità necessarie per vivere in una società multiculturale pacifica, solidale e attenta ai diritti umani, dove il proprio quadro valoriale di riferimento non impedisce l’accettazione della diversità e della complessità senza pregiudizi e nel rispetto dei diritti di tutti. La scuola, affermano gli autori, non può sottrarsi a questo processo, deve elaborare nuovi modelli didattici in grado di riconoscere le appartenenze culturali e di favorire il confronto tra culture diverse. La seconda parte del volume è dedicata a ciò che comunemente viene definito “extrascuola”, il territorio con il suo tessuto sociale, le sue trame culturali e le sue opportunità formative, vale a dire il terreno su cui l’educazione alla tolleranza e all’integrazione misura la sua efficacia. In questa parte gli autori intrecciano l’approccio teorico – illustrazione dei sistemi educativi che integrano scuola ed extrascuola e delle infrastrutture in grado di sostenere le esigenze del cambiamento – con un percorso concreto in atto all’epoca di pubblicazione del volume in alcuni comuni della provincia reggiana (Correggio, Campagnola, Fabbrico, Rio Saliceto, Rolo e S. Martino in Rio). Informazioni su autori: Compagnoni (scomparso nel 2012), pedagogista, ha realizzato le prime sperimentazioni italiane di pedagogia interculturale in Emilia Romagna, Umbria, Lombardia e a Bolzano; Pregreffi è psicologo dello sviluppo e dell’educazione e si occupa di disturbi dell’apprendimento nell’età evolutiva Altri soggetti: strutturazione dell’identità; mutamenti sociali; identità etnica; ruolo degli educatori; ruolo del contesto scolastico e del contesto sociale 31 Identità/Resilienza Psicologia dell’identità etnica Sé e appartenenze culturali Tiziana Mancini Carocci Editore, 2009 Numero pagine: 274 Il volume offre un approfondimento dei processi e dei fattori che entrano in gioco quando le appartenenze etnico-culturali diventano aspetti importanti della propria identità. Considerando l’identità culturale come l’esito di una “negoziazione” di significati e valori, l’autrice ne propone una lettura dinamica e multidimensionale illustrando e analizzando i più importanti contributi che la psicologia sociale ha prodotto nell’ambito dello studio delle dimensioni etnico-culturali dell’identità. Informazioni su autrice: Mancini è ricercatrice di psicologia sociale all’università di Parma Altri soggetti: identità etnica; identità culturale 32 Identità/Resilienza Altri corpi Antropologia ed etnopsicologia della migrazione Simona Taliani Francesco Vacchiano Edizioni Unicopli, 2006 Numero pagine: 336 Il volume esplora le problematiche legate al rapporto tra migranti e servizi e offre una serie di riflessioni sui concetti utili a individuare possibili strategie di intervento. Si rivolge dunque a medici, psicologi, antropologi, educatori ed assistenti sociali. L’ambito di studio privilegiato è la comunicazione, che nella prassi dei servizi sociali e nell’incontro psicologico e clinico con i migranti fa emergere l’inadeguatezza delle teorie classiche e relative chiavi interpretative, nonché l’eredità di pregiudizi e razzismi impliciti che stigmatizzano comportamenti e modelli esplicativi differenti. Quindi, partendo da un ripensamento radicale delle nozioni di identità/appartenenza/etnicità e con l’obiettivo di tracciare i contorni di una “etnopsicologia fra i confini”, le riflessioni dei due autori indagano questo incontro assieme difficile ed affascinante tra culture, biografie, saperi e vincoli istituzionali. Informazioni su autori: Taliani è antropologa e psicologa e insegna a Torino l’antropologia culturale e l’etnopsichiatria della migrazione; Vacchiano è psicologo e psicoterapeuta familiare Altri soggetti: identità etnica; ruolo degli operatori sociali e degli educatori; ruolo della comunicazione verbale 33 Identità/Resilienza L’identità umana Il metodo Edgar Morin Raffaello Cortina Editore, 2002 Numero pagine: 291 “L’identità umana” è la sintesi di tutti i temi delle opere precedenti di Morin, pensate e scritte in polemica con le divisioni tra discipline, il frazionamento dell’essere umano e le conseguenti concezioni riduttive. Piuttosto che giustapporre le conoscenze disperse nelle scienze e nelle discipline umanistiche, Morin le collega e le articola per presentare la complessità umana in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni: l’umano e l’inumano, la razionalità e l’affettività, il determinismo e la libertà, la ragione e il mito, il ripiegamento dell’uomo su di sé e la sua apertura verso gli altri. Inoltre, l’autore sviscera “il destino” dell’identità umana, che si sta giocando tra la crisi planetaria in corso, miscelando i segni del rischio costante di degenerare che l’umanità corre agli indizi e alla speranza di una possibile rigenerazione. Informazioni su autore: Morin, pensatore poliedrico, una delle figure più prestigiose della cultura contemporanea, sostenitore della necessità di un nuovo sapere polidisciplinare, ha fatto del tema della complessità il cardine dei suoi studi, in una lunga ricerca nell’ambito del mondo scientifico, dell’antropologia e della sociologia Altri soggetti: identità umana; ruolo della relazionalità 34 Identità/Resilienza La ricerca del significato Per una psicologia culturale Jerome Bruner Bollati Boringhieri, 2012 Numero pagine: 154 In questo libro Bruner, deciso avversario dell’attuale frantumazione del campo della psicologia in più discipline specialistiche, propone una “psicologia culturale” di cui l’elemento essenziale è la circolarità del pensiero narrativo contrapposto al pensiero “scientifico”. Con una serie di argomentazioni e con un grande calore umano, l’autore propone l’idea che oggi lo psicologo debba avventurarsi al di là degli obiettivi tradizionali della scienza, alla ricerca non delle cause ma dei significati dei nostri pensieri, giacché il vero obiettivo della psicologia – da cui si è allontanata attraverso il cognitivismo – è lo studio di come l’uomo interpreta il suo mondo, i suoi simili e se stesso. Tale studio, afferma Bruner, richiede anzitutto capacità intuitive e quindi non può essere costretto nei limiti angusti del pensiero scientifico tradizionale: il ridurre i vissuti e comportamenti a una base fisiologica, fermarsi ai risultati delle neuroscienze, a parere di Bruner produce una banalizzazione che ci impedisce di comprendere i significati dell’esperienza umana nella sua complessità e continuità. Informazioni su autori: Bruner, psicologo di fama internazionale, insegna alla Harvard University Altri soggetti: psicologia applicata; identità culturale; ruolo dell’esperienza umana; ruolo delle neuroscienze 35 Identità/Resilienza Homo videns Giovanni Sartori Editori Laterza, 2011 Numero pagine: 166 "Un saggio polemico ed estremamente intelligente, che rivendica la complessità della parola a fronte della videobanalità, della conoscenza a fronte della mera informazione", scrive Fernando Savater di questo libro. La tesi dell’autore ruota sostanzialmente attorno a un punto: il rapporto che intercorre tra la società di oggi e la sua interazione con la televisione. A causa della televisione, afferma Sartori, per la prima volta nella storia dell’umanità l'immagine predomina e prevale sulla parola, andando a mutare completamente la comunicazione e i meccanismi di comprensione tra gli uomini: il predominio dell'immagine sulla parola mina il cosiddetto pensiero astratto e l'attività simbolica propria dell'essere umano, producendo un impoverimento concettuale e quindi culturale. L'opera si divide in quattro sezioni, i cui titoli riassumono l’argomento principale della riflessione: il primato dell'immagine, l'opinione telediretta, i rischi per la democrazia e l’appendice (che è un piccolo aggiornamento rafforzativo delle precedenti teorie). Ricevere informazioni, sostiene Sartori, non significa ancora afferrarne il significato; ossia, chi si informa non per forza possiede la adeguata capacità conoscitiva e di intendimento. Si crea così una forte dicotomia: il nuovo individuo dalla mente semplificata deve rapportarsi ad un mondo che di contro sta diventando sempre più complesso. E, inoltre, l’assuefazione allo schermo unita ad altri fattori storico-antropologici sta contribuendo alla perdita del senso di comunità e di socialità. Non v’è dubbio che la televisione informi, ma informazione non è ancora conoscenza: la TV, più precisamente, sotto-informa perché riduce tutto alla sintesi più estrema, e disinforma, perché – a causa di una miscellanea di ragioni utilitaristiche, politiche e ideologiche – distorce il messaggio trasmesso. Ma esiste anche un problema strutturale: la "morbosa e asfissiante esigenza del mostrare", che influenza pesantemente la scelta delle notizie. Quelle "maggiormente telegeniche" e quindi maggiormente funzionali alle esigenze di audience e di spettacolarizzazione trovano maggiore spazio, creando ulteriore pochezza informativa. 36 Identità/Resilienza In sunto, secondo Sartori l'avvento della televisione ha provocato una mutazione epocale: il passaggio da “Homo Sapiens” a “Homo Videns”. Ed è un passaggio che non segna un'evoluzione ma, piuttosto, un'involuzione: l'Homo Videns è regressione, atrofizzazione intellettuale e incapacità di crearsi un'opinione propria, di possedere una reale e oggettiva coscienza critica del mondo e della realtà a cui appartiene. Informazioni su autore: Sartori, professore, saggista ed editorialista del “Corriere della Sera”, è tra i più autorevoli commentatori dell’attualità politica italiana e internazionale Altri soggetti: identità/aspetti sociali; televisione/fruizione ed effetti; dicotomia immagine/parola; dicotomia informazione/significato; perdita del pensiero astratto e simbolico; ruolo della coscienza critica; ruolo del contesto sociale 37 Identità/Resilienza Identità senza confini Soggettività di genere e identità sessuale tra natura e cultura Emanuela Abbatecola Luisa Stagi Roberto Todella (a cura di) FrancoAngeli, 2008 Numero pagine: 126 Il libro nasce da una riflessione a più voci sul rapporto tra genere e identità, e quindi tra natura e cultura, tra differenze biologiche e i loro significati culturali che plasmano aspettative, desideri, scelte, percorsi di vita, e coinvolgono anche la dimensione del corpo e dell’erotismo. Partendo dal presupposto che quest’ultimo è da intendersi come esperienza e non come entità data, gli autori del volume esplorano nuove opportunità e nuovi conflitti legati alla complessità dell’identità, e dell’identità sessuale in particolare, e alla conseguente irrisolta tensione tra tradizione e cambiamento. L’approccio al tema è interdisciplinare e l’identità viene osservata da differenti angolature (biologica, psicologica e sociologica). Informazioni su autori/curatori: Abbatecola è ricercatrice presso l’università di Genova, dove insegna sociologia del lavoro e sociologia della vita economica; Stagi, sempre all’università di Genova, insegna sociologia e metodologia della ricerca sociale; Todella è psicoterapeuta e presidente del Centro interdisciplinare per ricerca in sessuologia di Genova Coautori del volume: Jole Baldaro Verde; Valeria Pastore Altri soggetti: identità sessuale; identità biologica; identità culturale 38 Identità/Resilienza Il libro di Tommi Manuale educativo e didattico su scuola e omogenitorialità Giuliana Beppato e Maria Tina Scarano Il Dito e la Luna, 2010 Numero pagine: 119 Il libro si propone come strumento di riflessione operativa su scuola e omogenitorialità. La scuola è il primo luogo di incontro istituzionale che si confronta con questa nuova realtà di bambini nati e/o cresciuti in famiglie con uno o più genitori omosessuali; il testo descrive questo incontro partendo dall’esperienza dei protagonisti – bambini, genitori e insegnani – che raccontano quei momenti non previsti che provocano criticità, imbarazzi stereotipati e mancanza di proposte didattiche adeguate alle realtà presenti in classe. Dal momento che il fenomeno delle famiglie omogenitoriali in Italia è in crescita esponenziale, le autrici tentano di riempire queste lacune informative e operative fornendo una conoscenza dei contesti di crescita di questi bambini e le indicazioni su come facilitare la comunicazione tra scuola e famiglia e su come favorire l’inserimento dei bambini in classe e proporre una didattica che tenga conto della pluralità delle situazioni familiari da cui i bambini provengono. Informazioni su autrici: Beppato è psicologa e psicoterapeuta; Scarano, laureata in servizio sociale, lavora nelle Aree Minori e Accoglienza del Comune di Torino Altri soggetti: famiglie omogenitoriali; integrazione scolastica 39 Identità/Resilienza Eccetera Giocare con le storie per viverle, capirle, cambiarle insieme Nuove proposte di scrittura creativa e animazione alla lettura Beniamino Sidoti Edizioni la Meridiana, 2013 Numero pagine: 221 La narrazione e il gioco sono strumenti potenti per mettere le cose in prospettiva, per conoscersi, per confrontarsi, per scoprire differenze e affinità. Questo libro li collega l’una al’altro: raccoglie giochi da fare con le storie. Quindi illustra diverse tecniche di coinvolgimento delle persone, tecniche che possono essere semplici strumenti di divertimento oppure diventare modi per affrontare questioni complesse, anche didatticamente, per inventare storie e poesie, per promuovere lettura e scrittura. Questi giochi, e le storie che crea, non girano tanto intorno alla performance individuale quanto al risultato collettivo: si mette qualcosa al centro e si pensa ad alta voce, si lavora tutti insieme. In nessun gioco il risultato è scontato, prestabilito: emerge dal gruppo. Non sono giochi “educativi” in senso stretto – non c’è qualcuno che insegna. E non sono nemmeno “giochi letterari” nel senso tradizionale della poesia giocosa, cioè sfide di bravura o di virtuosismo. Il metodo che sta dietro a questi giochi si collega a un’intuizione di fondo, che rimette insieme lettura e scrittura, creazione e fruizione di una storia. Perché l’autore è convinto che ascoltare o leggere una storia significa anche viverla, abitarla come un “racconto in atto” (così si diventa contemporaneamente autori e lettori e il gioco diventa la zona di mezzo). E, abitando la narrazione, poi succede che si legga meglio, che si scriva meglio, ma non perché s’impari a usare strumenti specifici, quanto perché si continua a stare dentro le storie, si acquisisce una sorta di diritto di cittadinanza nella dimensione narrativa e questo ci fa andare avanti meglio, oltre, più consapevoli ma anche più leggeri. Informazioni su autore: Sidoti si occupa di giochi e di letture, scrittura creativa e animazione come giornalista, formatore, consulente e organizzatore Altri soggetti: tecniche di promozione della lettura e della scrittura; ruolo del gioco; ruolo della creatività; ruolo della comunicazione verbale 40 Identità/Resilienza Scritture erranti L’autobiografia come viaggio del sé nel mondo Duccio Demetrio Andrea Ciantar Edup, 2003 Numero pagine: 126 In forma di intervista – fatta da Andrea Ciantar a Duccio Demetrio – il testo esplora l’esperienza della scrittura di sé nelle sue varie sfaccettature e nei suoi paradossi (la scrittura autobiografica e la scrittura autoanalitica sono discese nell’interiorità ma al contempo anche incontri con il mondo, con gli altri; cristallizzano il fluire della vita ma al contempo lo rimettono in moto sollecitando la dimensione dinamica e trasformativa). L’erranza del titolo indica dunque un viaggio di ricerca e di conoscenza, di sé e del mondo, che nella prospettiva offertaci da Demetrio rappresenta un’occasione autoformativa e un conseguente miglioramento - inteso come ampliamento dell’orizzonte esistenziale - sia individuale che sociale (l’intervista approfondisce anche questo passaggio dall’attenzione verso la propria storia alle storie degli altri e al sentirsi parte integrante di una più ampia comunità umana). Informazioni su autori: Demetrio insegna filosofia dell’educazione e teorie e pratiche autobiografiche all’università di Milano; Ciantar è sociologo ed esperto in metodologie autobiografiche e in autoanalisi non clinica attraverso la scrittura Altri soggetti: identità individuale psichica; identità sociale; ruolo della relazionalità; ruolo della memoria; approccio autobiografico 41 Identità/Resilienza Più forti delle avversità Individui e organizzazioni resilienti Anna Oliverio Ferraris Alberto Oliverio Bollati Boringhieri, 2014 Numero pagine: 154 Il settore di ricerca che oggi si pone sempre di più al centro degli studi psicologici, quello sulla resilienza, è stato a lungo ignorato dalla psicologia clinica, disciplina da sempre concentrata sugli effetti dissestanti di lutti, maltrattamenti, stress prolungati, malattie, carenze affettive, che ha così trascurato il fatto che al dissesto psichico indotto da esperienze dolorose si può reagire attivando e potenziando i fattori di protezione, di compenso e di recupero di cui ciascun individuo in qualche misura dispone. Negli ultimi anni la nozione di resilienza ha aperto una nuova frontiera di ricerca anche in psicologia clinica e questo volume, “un saggio che insegna come il coraggio ognuno se lo possa dare” (con buona pace del manzoniano Don Abbondio), lo dimostra, divulgando la conoscenza dei fattori protettivi che possono promuovere la resilienza dei singoli individui, della collettività e delle imprese. Il saggio della coppia Oliverio si propone di mettere in evidenza la complessità del concetto “resilienza” e la pluralità di contesti in cui essa può rivelarsi funzionale ed essenziale per la sopravvivenza e il superamento di eventi negativi, ansiogeni o traumatici che possono colpire la nostra esistenza, stravolgerla e comportare una serie di cambiamenti (di natura emotiva, fisica, affettiva, economica…): infatti, non solo il singolo individuo, ma anche i gruppi o la collettività (come la famiglia, la scuola, le organizzazioni lavorative, la rete sociale) possono risultare resilienti. Anna Oliverio Ferraris e Alberto Oliverio indagano – la prima con gli strumenti della psicodinamica, il secondo con quelli delle neuroscienze – da un lato le tipologie di resilienza che possono soccorrere nelle diverse stagioni della vita, dalla primissima infanzia alla terza età, dall’altro lato per l’appunto gli ambiti in cui intervengono i comportamenti resilienti. Approfondiscono le dinamiche che presiedono ai processi di resilienza, i fattori di compenso che collaborano al loro sviluppo (dal gioco nei primi anni di vita all’amicizia in età adulta) e i rapporti tra comportamenti resilienti e funzioni cerebrali. Nel modo di affrontare le avversità intervengono componenti genetiche, disposizioni temperamentali e relazioni precoci con figure di attaccamento, ma altrettanto decisive si rivelano un’attitudine proattiva e un’atmosfera responsiva e supportante da parte della collettività. Sia spontanea o assistita, riguardi singoli, gruppi o intere aziende, secondo i due autori la resilienza non si riduce mai a pura reazione di difesa: è, innanzi tutto, una strategia di reinvenzione orientata al futuro. 42 Identità/Resilienza Il libro risulta di facile lettura, nonostante la complessità degli argomenti trattatati, e il nitore scientifico è corredato di riferimenti a testi letterari, testimonianze e pellicole cinematografiche. Informazioni su autori: Anna Ferraris è psicologa e psicoterapeuta; Alberto Oliverio è neuroscienziato (tra l’altro, ha diretto l’Istituto di Psicobiologia e Psicofarmacologia del CNR) Altri soggetti: psicologia applicata; resilienza/tipologie e dinamiche; resilienza/lettura psicodinamica; resilienza/lettura neuroscientifica; ruolo della relazionalità; ruolo del contesto sociale; testimonianze 43 Identità/Resilienza Ricordati di rinascere Come superare i momenti di crisi e trasformarli in svolte di vita Nicola Ghezzani FrancoAngeli, 2014 Numero pagine: 156 Il testo è dedicato ai “momenti di passaggio”, ovvero ai momenti di svolta esistenziale, accompagnati da crisi psicologiche più o meno profonde. Vi sono “crisi strutturali” legate ai grandi passaggi evolutivi (dall’infanzia all’adolescenza, dall’adolescenza alla maturità e dalla maturità alla vecchiaia) e vi sono “crisi congiunturali” dovute a eventi inattesi, a circostanze fortuite sia di tipo privato (come un lutto o una malattia) sia di tipo sociale (come una guerra o una crisi finanziaria mondiale) – in ogni caso si tratta di un grande mutamento che provoca uno squilibrio psichico e fa traballare l’intero assetto del nostro “mondo vissuto”. “Ogni crisi è una perdita che cela al suo interno un possibile guadagno, un ventaglio di nuove opportunità”, scrive l’autore nelle prime pagine di questo volume che si offre come una specie di “mappa di orientamento” – o quantomeno una forte testimonianza, una toccante confessione autobiografica (intercalata da storie esemplari di figure come H. Hesse e C.G. Jung) – che indica come da quelle perdite si possa uscire fondamentalmente indenni, o addirittura più vicini al proprio destino, alla propria personalità e vocazione, senza restare prigionieri dell’angoscia o della depressione, del precedente equilibrio diventato squilibrio e quindi non più adatto alla nuova fase esistenziale. Il libro si rivolge a tutti: psicologi e psicoterapeuti, appassionati di psicologia e lettori comuni interessati alle patologie che vi sono descritte e al percorso maturativo personale. Informazioni su autore: Ghezzani, psicoterapeuta e scrittore, studioso dei disturbi d'ansia, delle relazioni affettive e delle vocazioni personali, ha formulato i principi della psicologia dialettica, nuovo modello teorico che studia la psiche a partire dal quadro storico-sociale Altri soggetti: adolescenza; sviluppo della personalità/aspetti psicologici 44 Identità/Resilienza Affrontare la vita Che cos’è la resilienza e come svilupparla Anna Putton Michela Fortugno Carocci Editore, 2012 Numero pagine: 127 Nel loro studio della resilienza, che è la capacità di superare le difficoltà e uscirne rinforzati, le autrici di questo volume fanno dei distinguo tra gli occidentali e chi abita in altre parti del mondo, dove deve sopravvivere alle condizioni estreme come l’indigenza, la fame o gli orrori delle guerre. Per gli occidentali invece, sottolineano la Putton e la Fortugno, la resilienza è legata alla capacità di superare le difficoltà ordinarie della vita (come quelle che si possono incontrare in adolescenza, nella genitorialità, nel lavoro, nella vita di coppia) oppure alla forza di reagire ai problemi non ordinari, come ad esempio una malattia grave, un trauma, un lutto. Per queste autrici la resilienza come concetto e come processo è simile all’empowerment e al coping, costrutti cari alla psicologia di comunità per la quale la resilienza, pur avendo aspetti che riguardano l’unicità e la specificità di ogni individuo, è soprattutto un impegno educativo e sociale in quanto può sviluppare quei fattori protettivi (relativi all’individuo, alla famiglia, alla scuola, alla comunità) che permettono a tutti, anche a chi è partito da una situazione di svantaggio, di "risalire la china" e avere una vita soddisfacente. La resilienza può cioè diventare nucleo di progetti-intervento nel campo della prevenzione primaria e secondaria e nella promozione della salute. Accanto ai modelli teorici (individuati nella psicologia umanistica, nella psicologia positiva e nella psicologia di comunità), il libro offre proposte operative (in forma di spunti di riflessione), illustra l’approccio europeo e poi quello statunitense alla resilienza, analizza il legame della resilienza con la salutogenesi e, infine, affronta tematiche dei gruppi di formazione e di sostegno. I destinatari di questo libro sono psicologi, insegnanti, educatori e genitori. Informazioni su autrici: Putton è psicologa e psicoterapeuta; Fortugno è psicologa Altri soggetti: resilienza/approccio europeo e statunitense; traumi psicologici; fattori di protezione/salutogenesi; adolescenza; genitorialità; ruolo del contesto sociale; sostegno alla famiglia; ruolo degli educatori; proposte operative 45 Identità/Resilienza Resisto dunque sono Chi sono i campioni della resistenza psicologica e come fanno a convivere con lo stress Pietro Trabucchi Casa Editrice Corbaccio, 2012 Numero pagine: 200 L’individuo resiliente ha una serie di caratteristiche psicologiche inconfondibili, sostiene l’autore di questo libro: è un ottimista e tende a “leggere” gli eventi negativi come momentanei e circoscritti; è fortemente motivato a raggiungere gli obiettivi che si è prefissato; è incline a interpretare i cambiamenti come una sfida e come un’opportunità piuttosto che come una minaccia; di fronte a sconfitte e frustrazioni tende a non perdere la speranza. Tuttavia, chiunque, quali che siano le sue caratteristiche psicologiche, può diventare “resiliente”: la resilienza, sostiene Trabucchi, si può costruire e allenare. Partendo dal presupposto che la norma negli esseri umani è la resilienza e non la fragilità e dalla convinzione che per l’appunto la resilienza può essere potenziata, Trabucchi indica un ambito che può promuoverla in modo strutturale: il mondo dello sport. Che può essere utilizzato come metafora della vita, ma anche come disciplina da cui mutare metodologie ed esperienze per affrontare con successo le situazioni stressanti e per perseguire obiettivi prefissi fronteggiando in maniera efficace le relative difficoltà. Informazioni su autore: Trabucchi è uno psicologo che si occupa, da sempre, di resistenza fisica (nelle prestazioni sportive) e di resilienza psicologica Altri soggetti: psicologia applicata; ruolo delle emozioni; metodologie di potenziamento della resilienza 46 Identità/Resilienza Perseverare è umano Come aumentare la motivazione e la resilienza negli individui e nelle organizzazioni Pietro Trabucchi Casa Editrice Corbaccio, 2012 Numero pagine: 188 “Al contrario di ciò che recita il proverbio, perseverare non è diabolico: è umano. Diabolico è rinunciare a impegnarsi, rimanere immobili, aspettare che la motivazione arrivi dall’esterno, non sfruttare a fondo le risorse di cui gli esseri umani sono dotati”. Partendo da questa premessa, esplicitata già nel titolo del libro, l’autore cerca di chiarire il concetto di motivazione (e di forza di volontà) e presenta la resilienza come la capacità di far durare la motivazione nonostante gli ostacoli e le difficoltà. E si può essere resilienti, afferma Trabucchi, non soltanto nel campo delle sfide individuali, ma anche in presenza di dinamiche di gruppo. I team ad alte prestazioni, quelli capaci di lavorare e raggiungere gli obiettivi sotto stress, hanno indubbiamente bisogno di una buona dose di resilienza al loro interno. Come aveva già fatto precedentemente, anche in questo libro Trabucchi usa lo sport come metafora della vita e come modello cui ispirarsi per individuare una metodologia, basata su strumenti pratici e concettuali, tesa a migliorare la resilienza nei gruppi. Ed è un modello che si può replicare in altri ambiti: nella scuola, nel mondo del lavoro, nella vita di tutti i giorni. Informazioni su autore: Trabucchi è uno psicologo che si occupa, da sempre, di resistenza fisica (nelle prestazioni sportive) e di resilienza psicologica Altri soggetti: psicologia applicata; resilienza individuale e di gruppo; ruolo del contesto scolastico e lavorativo 47 Identità/Resilienza La resilienza La capacità di superare i momenti critici e le avversità della vita Domenico Di Lauro Xenia Edizioni, 2012 Numero pagine: 126 Nella sua prefazione al libro, l’autore paragona la resilienza alla risalita controcorrente dei salmoni; anticamente si specificava l’atto di questa risalita con il verbo latino “resalio”, che resta la radice etimologica del termine resilienza. La resilienza, dunque, sarebbe prima di tutto un andare “controcorrente” – sviluppare un atteggiamento resistente e contrapposto per fronteggiare le avversità, piccole o grandi che siano, senza arrendersi alle difficoltà e senza soccombere allo stress – e questo piccolo manuale cerca di spiegare, in maniera accessibile a tutti, come apprenderla, come imparare ad essere resilienti. O forse sarebbe meglio dire come utilizzarla, la resilienza, visto che l’autore è convinto che la possediamo tutti in maniera del tutto naturale, innata. Informazioni su autore: Di Lauro, epistemologo, lavora nel campo della consulenza strategica e formazione comportamentale, sia per le organizzazioni (nazionali e multinazionali) che per le singole persone (con una particolare attenzione all’accrescimento cognitivo della persona) Altri soggetti: identità individuale; psicologia applicata; metodologie di applicazione della resilienza 48 Identità/Resilienza La forza della vulnerabilità Utilizzare la resilienza per superare le avversità Consuelo C. Casula FrancoAngeli, 2011 Numero pagine: 175 Se la forza della resilienza individuale o sociale consiste nella capacità di rialzarsi dopo una caduta o di risollevarsi dopo una catastrofe e saper cogliere le nuove opportunità che la vita offre, la forza della vulnerabilità sta alla base della resilienza, a parere di questa autrice, ed è la capacità di scoprire energie, talenti, determinazione, creatività, risorse che non si pensava di possedere. La forza della vulnerabilità è di chi diventa più potente e più saggio dopo essere stato ferito, umiliato, deprivato, massacrato, di chi “usa” le avversità per scoprire un nuovo senso della vita e valori esistenziali che non avrebbe potuto scoprire altrimenti. Pensato e strutturato come un percorso/guida per aiutare i lettori a risvegliare la naturale resilienza che ciascuno possiede rinforzando “i muscoli della mente, della vista, del cuore, dell’anima e della volontà”, il testo miscela casi clinici e testimonianze, vale a dire esempi di resilienza e relative riflessioni, e arricchisce entrambi con metafore, citazioni letterarie, brevi riassunti di film e poesie. Dopo i primi due capitoli dedicati all’approccio terapeutico centrato sulla resilienza, i successivi cinque capitoli esplorano aspetti identitari: dall’identità corporea a quella sociale, dall’identità professionale a quella valoriale, fino all’identità “segreta” (che mette in discussione il valore della “trasparenza a tutti i costi”). Informazioni su autore: Casula è psicoterapeuta e formatrice, in Italia e all’estero, su temi che riguardano l’evoluzione personale e professionale; è inoltre didatta della Scuola italiana di ipnosi e psicoterapia ericksoniana Altri soggetti: identità individuale, sociale, professionale e valoriale; resilienza individuale e sociale; metodologie di potenziamento della resilienza; ruolo dell’etica; psicologia applicata; testimonianze 49 Identità/Resilienza Resilienza e creatività Teorie e tecniche nei contesti di vulnerabilità Cristina Castelli (a cura di) FrancoAngeli, 2011 Numero pagine: 234 Il libro è nato dall’esperienza di educatori e psicologi in contesti di vulnerabilità e di emergenza, dove è importante stimolare un processo di ripresa attraverso attività espressivo-simboliche e creative, e ha l’intento di offrire agli operatori strumenti e competenze psicologiche e/o pedagogiche per l’intervento in età evolutiva. Sono tre gli ambiti d’indirizzo dai quali il lavoro trae orientamento: - in primo luogo quello che si sviluppa attorno al concetto di resilienza; - un secondo indirizzo si riallaccia alla creatività come trama costitutiva di tutti i processi che portano l’individuo a superare il trauma e a farne occasione di crescita e di esperienza di sé; - il terzo riferimento si rifà alla teoria di Winnicott sull’importanza del senso di continuità nell’esistenza senza il quale soprattutto i bambini perderebbero vitalità e difese. Il volume affronta anche tematiche relative alla fascia di età adulta ed anziana e propone in proposito ulteriori tecniche di intervento che permettono di superare il disagio e incentivano la positività, l’espressione, la comunicazione e l’integrazione sociale. Informazioni su autrice/curatrice: Castelli insegna psicologia del ciclo di vita all’università cattolica di Milano Coautori del volume: Alessandro Antonietti; Diego Boerchi; Daniela Cecchetto; Francesco De Ambrogi; Francesco Farina; Francesca Giordano; Ester Giuntini; Marco Locatelli; Maria Rosaria Mancinelli; Erika Pini; Paola Pizzingrilli; Francesca Podda; Marta Rivolta; Davide Scotti; Daniela Siri Altri soggetti: resilienza in età evolutiva; traumi infantili; ruolo della creatività; ruolo della relazionalità; ruolo degli educatori 50 Identità/Resilienza Il vantaggio della resilienza Come uscire più forti dalle difficoltà della vita Al Sielbert Edizioni Amrita, 2008 Numero pagine: 246 Per spiegare i princìpi della resilienza – che secondo Sielbert non possono mai essere generalizzati, giacché ciascuno di noi sviluppa la propria versione della resilienza attraverso un processo soggettivo orientato a un determinato fine – l’autore mette in discussione le teorie psicologiche riduzioniste del “seme” o della “causa-radice” di un sano sviluppo psicologico e chiama in soccorso il chimico russo Ilja Prigozin, premio Nobel per aver dimostrato con le sue ricerche che determinati fenomeni chimici non rispettano le leggi universali e riduzionistiche di Newton. Se l’energia immessa in un sistema semplice e chiuso supera la quantità che esso è in grado di reggere e assorbire, dicono le teorie di Prigozin, la struttura di quel sistema diventa disorganizzata e fluttua in modo caotico, raggiungendo quello che lo scienziato chiama “punto di biforcazione”: qui il sistema si disintegrerà o si riorganizzerà in un altro sistema più complesso, in grado di assorbire, trattare e dissipare livelli di energia più alti. Le scoperte di Prigozin sono perfettamente congruenti con i processi resilienti, afferma Sielbert: quando le pressioni esterne superano il livello che le nostre vecchie abitudini e modalità di adattamento alle situazioni sono in grado di gestire, siamo spinti verso un analogo “punto di biforcazione”, cioè un momento della nostra vita a partire dal quale non saremo mai più come prima. Ma è proprio in questo senso che anche un evento avverso può non essere negativo: se l’individuo riesce a evitare di esserne sopraffatto al di là delle sue possibilità di ripresa e a mettere in campo la resilienza, ad attivare le sue capacità interiori prima inutilizzate, alla fine uscirà da quell’esperienza diverso, migliore, più forte, più complesso, più saggio, ma anche più vitale e più curioso. E può diventare un “individuo proteiforme” (il termine lo ha coniato lo psichiatra statunitense R. J. Lifton), un individuo che bandisce automatismi e va alla ricerca di una forma di sé ricca di autenticità e significato e nel farlo miscela costantemente l’adattamento dinamico e gli sforzi di rendere le cose stabili e coerenti. Dunque, in questo libro Siebert ci presenta il suo metodo per diventare individui resilienti, a qualsiasi età: un metodo che si basa principalmente sul rinforzo dell'autostima, della fiducia in se stessi e della propria immagine. Informazioni su autore: Sielbert, psicologo clinico, è una delle massime autorità internazionali nel campo della psicologia della resilienza Altri soggetti: resilienza soggettiva; processi resilienti; identità “metamorfica” 51 Identità/Resilienza Di pari passo Percorso educativo contro la violenza di genere Nadia Muscialini Settenove edizioni, 2013 Numero pagine: 164 Il libro raccoglie l’esperienza del percorso educativo contro la violenza di genere ideato dal centro antiviolenza Soccorso Rosa di Milano, sostenuto dall’organizzazione umanitaria internazionale Terre des hommes e realizzato nelle scuole medie milanesi. E’ rivolto dunque alle scuole medie inferiori (ma risulta utilissimo anche per i genitori nel contesto di educazione familiare) perché l’immaginario dei ragazzi risulta influenzato dagli stereotipi di genere già a partire dai 10/11 anni. Tuttavia, a quell’età non è ancora radicato; il testo quindi propone un percorso volto a decostruire questo immaginario e al contempo strutturare relazioni di rispetto e collaborazione tra il genere femminile e quello maschile attraverso l’educazione all’affettività, la gestione dei conflitti e l’abbattimento degli stereotipi. Il percorso comprende schede teoriche, attività pratiche e giochi di ruolo e i suoi principali contenuti ruotano attorno ai concetti dei diritti umani e delle varie forme di violenza, al riconoscimento e alla gestione delle proprie emozioni, all’analisi dell’immagine della donna nei media, al cyberbullismo e al microbullismo, alla relazionalità e alla tutela di sé e delle proprie potenzialità, alla codifica del linguaggio verbale e non verbale e alla libertà e al rispetto dell’orientamento sessuale. Informazioni su autrice: Muscialini, psicologa, è responsabile del centro antiviolenza Soccorso Rosa di Milano Altri soggetti: adolescenza; stereotipi di genere; violenza sulle donne; diritti umani; ruolo degli educatori; ruolo dei media 52 53 Il Centro di Documentazione F.A.T.A. nasce con l’intento di sostenere e promuovere la cultura e i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza fornendo agli educatori, insegnanti ed operatori sociali, libri e materiali di approfondimento. Come raggiungerci Provincia di Reggio Emilia Servizio Programmazione scolastica, educativa ed interventi per la sicurezza sociale corso Garibaldi, 59 – piano terra 42121 Reggio Emilia Orari di apertura (su appuntamento): da lunedì a venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00 giovedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00 Come contattarci tel. 0522 444827 e-mail: [email protected] sito per consultare la bibliografia e la filmografia del Centro: www. provincia.re.it\minori e famiglie 54