i ricchi ei poveri - Consumatori
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i ricchi ei poveri - Consumatori
Tariffa R.O.C.: “Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Bologna” coop estense edizione modena novembre numero 9 - 2006 consumatori il mensile dei soci coop i ricchi e i poveri I redditi degli italiani tra evasione e diseguaglianze 6 COOP ESTENSE Foggia, via libera. Tolti i sigilli, il centro commerciale ritorna alla normalità coop estense Le iniziative riservate ai soci Coop Estense nel 2006 Negozio Soci che hanno usufruito delle offerte Valore dello sconto (in euro) G ennaio: sconto 50% abb. esterno, sportivo e calzature Iper 16.462 614.500 G ennaio: sconto 50% abb. uomo, donna, bambino Super 2.104 53.828 G ennaio: guanciale in lattice e copriguanciale Super 4.500 64.310 F ebbraio: sconto 35% pentolame antiaderente Coop Super 5.872 43.475 Febbraio: biciclette Super 1.274 48.649 S conto 40% intimo donna/uomo - marzo Super 7.093 61.915 A prile: polo Solidal Coop Tutti 4.922 31.112 A prile: affettatrice Super 240 12.150 M aggio: prosciutto di Parma Tutti 23.793 1.017.755 M aggio: macchina per sottovuoto Super 850 29.531 G iugno: accappatoio Super 2886 75340 G iugno: lettore mp3 Tutti 457 22.222 Luglio: birra Dreher Tutti 6.807 34.937 Luglio: sconto 40% abbigliamento esterno e calzature Iper 6.550 92.333 Luglio: grigliata mista di suino Tutti 5.411 39.858 Luglio: pesche gialle Tutti 8.744 17.038 Luglio: confezione salumi Tutti 3.479 20.712 Agosto: sconto 15% zaini, astucci, bustine Tutti 10.345 43.795 Agosto/settembre: pomodori conserva Tutti 4.252 28.542 Settembre: sconto 15% articoli per la scuola Tutti 30.409 91.220 Settembre: sconto 30% uva Italia Tutti 20.852 39.785 Settembre: mobile stiro Tutti 140 8.724 Settembre: materassi e reti Tutti 1.450 106.768 Ottobre: jeans Carrera Tutti 8.755 591.726 Ottobre: calze e collant Tutti 8.403 33.537 Ottobre: petto di pollo e fesa di tacchino Tutti 21.515 125.792 Negozio Soci che hanno usufruito delle offerte Valore dello sconto (in euro) Giugno: sconto 25% su un prodotto non alimentare Tutti 49.162 2.189.954 G iugno: sconto 10% su tutto l’assortimento Tutti 100.475 989.727 A gosto: sconto 10% su tutto l’assortimento Tutti 97.058 1.052.198 O ttobre: sconto 25% su un prodotto non alimentare Tutti 62.450 2.926.489 Le iniziative 2006 per i soci Coop Gli sconti non finiscono mai Il risparmio dei soci in Emilia dall’inizio dell’anno 2006 è stato di euro 10.576.038 (pari a lire 20.478.065.098) 6 Foggia, via libera consumatori Si è chiusa con la più completa delle assoluzioni la vicenda giudiziaria che aveva bloccato l’espansione del centro commerciale. Tutti i fatti e i commenti Mensile della Cooperazione di Consumatori 40127 Bologna, Viale Aldo Moro,16 Tel. 051.6316911 | Telefax 051.6316908 [email protected] Reg.Trib. Bologna 3/8/82 n. 5005 Iscrizione Roc 29/8/01 n. 1040 Copia singola euro 0,31 Abbonamento annuo euro 3,10 Direttore responsabile Dario Guidi Redazione Piero Giovanolla (vicedirettore) Daniela Dalpozzo, Silvia Fabbri, Paolo Mandini, Alberto Martignone, Paola Minoliti, Andrea Pertegato, Mauro Poletti, Gianfranco Sansalone, Anna Somenzi, Claudio Strano. 16 Ok salute, “crescono” i corner Cento prodotti farmaceutici in più e nuove linee di parafamaco nei punti “Coop salute” di Coop Estense 22 L’Italia diseguale Il 95% degli italiani dichiara un reddito sotto i 40 mila euro, il 10% delle famiglie possiede oltre il 40% della ricchezza Progetto grafico Ferro comunicazione & design Impaginazione e grafica Ilde Ianigro Responsabile della pubblicità Gabriella Zerbini Stampa Coptip (Modena) Coop Editrice Consumatori Consiglio di amministrazione: Paolo Cattabiani (presidente) Enrico Migliavacca (vicepresidente) Francesco Berardini, Giuseppe Bolognesi, Claudio Cucchiarati, Walter Dondi, Claudio Toso, Luciano Landi, Paolo Mandini, Daniele Moltrasio Consegnato alle poste a partire dal 11/11/2006 Il numero di ottobre è stato stampato in 2.263.454 copie Associato a: ANES, Associazione nazionale editoria specializzata sommario in primo piano 6 Foggia, via libera consumare informati vivere bene fatti 32 Coop, per l’ambiente 48 “Lettori” in cattedra di Davide Grittani salute, 16 Ok “crescono” i corner di Claudio Strano 18 Progettinrete, le scelte dei soci di Claudio Strano casa 36 La col cervello di Silvia Fabbri Ogm 40 Ildi rischio Aldo Bassoni 50 Bambini d’inverno di Giuseppe Ortolano Drava 52 La su due ruote di I. Baraldi e W. Garagnani 22 L’Italia diseguale di Dario Guidi prodotto Coop? 46 IlApprovato dai soci 56 Lettere a Consumatori di Anna Somenzi www.consumatori.e-coop.it IL REGOLAMENTO DELLA RACCOLTA PUNTI E’ DISPONIBILE PRESSO TUTTI I PUNTI VENDITA COOP 2 RICARICARD PER UN VALORE DI 40 € CON 1800 PUNTI DA NOVEMBRE PER I SOCI COOP con 1800 punti 2 ricaricard premiate per un valore complessivo di 40 €. PER CIASCUNA RICARICARD: 8 € DI TELEFONATE VERSO TUTTI, 2 € DI COSTO RICARICA E IN PIù 10 €* DI TELEFONATE GRATIS VERSO TELEFONINI TIM E RETE FISSA. *da utilizzare entro 12 mesi dall’attivazione il punto di... di Mario Zucchelli consumatori presidente Coop Estense “IL FATTO NON SUSSISTE” Ancora una volta, un Tribunale pugliese, in questo caso di Foggia, ha riconosciuto la estraneità di Coop Estense, e di amministratori e funzionari pubblici alle accuse mosse in prima istanza dalla Magistratura Inquirente di quella città. Assoluzione con formula piena perché “il fatto non sussiste” dice la sentenza che chiude “un caso” inesistente che ha trovato però ampio spazio nei mass media e ha procurato “agli imputati”, com’è facile immaginare, tensioni, notti insonni, preoccupazioni di varia natura. Per Coop Estense e per gli operatori del centro commerciale, il danno si è presentato sotto forma di sequestro degli spazi previsti per l’ampliamento della galleria e dell’iper rimasti chiusi e impraticabili per due anni. Voglio qui ringraziare tutti coloro che da questa vicenda sono stati a vario titolo “toccati” o hanno dovuto interessarsene. Dal vicepresidente di Coop Estense Tino Cesari, agli avvocati Massimo Vellani, Giuseppe Frigo, Franco Ventarola, Nino Matassa e Corrado Marzullo che hanno sostenuto in dibattimento le buone ragioni della cooperativa. A loro, e a tutti i consulenti e gli esperti di tecnica urbanistica assolutamente preziosi, va un grazie sentito anche perché sin dall’inizio ci hanno trasmesso, dall’alto della loro competenza giuridica e della loro grande professionalità, fiducia e convinzione che tutto si sarebbe risolto per il meglio. Ma non posso certo trascurare che se “tutto è bene ciò che finisce bene”, lo dobbiamo anche al sostegno che ci hanno dato le autorità amministrative, come il presidente della Amministrazione Provinciale Carmine Stallone e il sindaco di Foggia, Orazio Ciliberti, assieme ai rappresentanti di tutte le forze politiche, sindacali e associative. A partire dalla grande manifestazione contro il sequestro essi hanno con noi condiviso i vari passaggi di questa incredibile disavventura che, non va dimenticato, all’orizzonte ipotizzava persino “la confisca” del centro commerciale e dello ipermercato. Quel giorno hanno sfilato con noi per le vie della città in un memorabile corteo composto dai dipendenti del centro commerciale, dalle loro famiglie, da tanti soci, dai rappresentanti di tutte le forze politiche e delle organizzazioni sindacali, locali e nazionali. Era un grande abbraccio, con cui rivendicare una rapida conclusione dell’iter giudiziario ed esprimere solidarietà e stima per ciò che la cooperazione di consumo ha fatto in Puglia dove ha investito e creato occupazione; offerto, con le sue moderne strutture, servizi e convenienza ai consumatori, nonché occasioni di crescita e nuove opportunità a tanti produttori. Siamo grati alla società foggiana che non ci ha mai fatto novembre 2006 mancare solidarietà e sostegno. Così come lo siamo al sindaco della precedente Amministrazione, l’onorevole Paolo Agostinacchio, con il quale avviammo il progetto di ampliamento in un clima di dialogo e di confronto sempre corretto e trasparente avendo a cuore, entrambi, l’obiettivo di far crescere e sviluppare anche nel comparto commerciale, importanti opportunità per la comunità foggiana. Foggia è l’ennesimo capitolo di una “via Crucis” costellata di imprevisti e imprevedibili ostacoli che in Puglia ci hanno durissimamente impegnato e anche amareggiato. La nostra presenza a Foggia, Lecce, Bari, Andria, Barletta, Taranto ha sempre trovato ostacoli di vario tipo e natura. Confesso che in qualche momento le convinzioni e le motivazioni che hanno portato Coop Estense in Puglia sono state messe a dura prova. Non è facile programmare, investire, volersi rendere socialmente utili tra ostilità, qualche pregiudizio, numerose difficoltà, cavilli interpretativi che hanno comportato chiusure, rinvii, ricorsi, istruttorie e una frequentazione sconcertante per le nostre coscienze, di tante aule di tribunale. Mai le accuse (e come potevano?) hanno riguardato termini pesanti (e infamanti) come potrebbero essere “corruzione” o “concussione” o altro ancora. Siamo sempre incappati in diversità d’interpretazioni di norme urbanistiche o di qualche norma o procedura di carattere amministrativo. Anche nel caso di Foggia è stata confermata una realtà per noi scontata: che il nostro rapporto con la politica e le istituzioni, da chiunque dirette, è sempre stato, in ormai 16 anni di presenza in Puglia, lineare, trasparente, corretto. Quando la politica o le istituzioni sono state da noi interessate per le competenze proprie, tutto si è svolto alla luce del sole e nel pieno rispetto delle deliberazioni e delle norme decise dai pubblici poteri. Ci ha sorretto in questo difficile cammino, la nostra certezza di aver sempre ben operato e quindi la forza e la serenità che deriva dal vecchio detto popolare “male non fare, paura non avere”. La fiducia nella Magistratura c’è sempre stata, come la consapevolezza che essa avrebbe prima o poi sancito la correttezza nostra e dei nostri interlocutori. Il verdetto di Foggia ci spinge ad andare avanti, ancora più avanti, nel cammino intrapreso tanti anni fa in Puglia. Intendiamo consolidare ed estendere una presenza e una leadership che poggia sulla forza e sui bisogni di 200 mila soci che vogliono e sanno di poter essere un importante soggetto sociale ed economico per contribuire al rilancio e allo sviluppo della regione. in primo piano consumatori Dissequestrato il centro commerciale Mongolfiera, assolti con formula piena tutti gli imputati. Così si è chiusa una pagina nera durata 5 anni e che ha visto Foggia scendere in piazza contro il “blocco” dell’immobile. I commenti dei protagonisti di questa vicenda FOGGIA, Si è conclusa con la più completa delle assoluzioni la vicenda giudiziaria che aveva bloccato l’espansione del centro commerciale di Foggia, tenendolo sotto sequestro per due anni. Coop Estense ancora una volta ne esce a testa alta Fotoservizio di Vincenzo Maizzi, per gentile concessione novembre 2006 di Davide Grittani L’ ipercoop di Foggia cammina nella legge. Anzi, lo ha sempre fatto. Lo ha ribadito la prima sezione penale del Tribunale di Foggia, che lo scorso 6 ottobre ha assolto tutti gli imputati del cosiddetto processo “Mongolfiera 2” (tra cui anche il vicepresidente di Coop Estense Tino Cesari e l’ex sindaco di Foggia Paolo Agostinacchio) con la formula più ampia prevista dalla legge: “per non aver commesso il fatto”. Né falso ideologico né abuso d’ufficio né lottizzazione abusiva. La magistratura ha accertato la piena legittimità degli atti amministrativi prodotti per migliorare il centro commerciale del capoluogo dauno. Il Tribunale, inoltre, ha ordinato “l’immediata e completa restituzione degli spazi sottoposti a sequestro” da circa due anni. “Se si legge con attenzione tra le righe di questa sentenza – commenta Orazio Ciliberti, sindaco di Foggia – si intravede la voglia di Coop Estense di rilanciare il cammino intrapreso con utenti e istituzioni, si intravede la voglia dell’azienda di portare a compimento un progetto sano che punta unicamente allo sviluppo del territorio”. Una vicenda cominciata nel 2001 e terminata solo pochi giorni fa, una pagina nera nel cui inchiostro sono 6 finite diverse aspettative e prospettive sociali, diverse aziende che attendevano l’espansione del centro per insediarvi una attività (ma nel frattempo sono andate fallite), diverse discutibili considerazioni sulla legalità di un’azienda come Coop Estense che alla base del suo operato ha sempre posto il rispetto della legge e dei suoi utenti. Una vicenda culminata nel 2004, quando la magistratura impose la chiusura del centro per alcuni giorni sequestrandone la parte interessata dall’ampliamento e imboccando la via del processo (che poi avrebbe portato all’assoluzione). Una vicenda che, a sentenza pronunciata, ha paradossalmente ribadito a Coop Estense la qualità del proprio lavoro, perché mentre nelle aule giudiziarie si dibatteva su un reato fantasma, nelle strade della Capitanata crescevano, anziché diminuire, la stima e la considerazione dei foggiani nei confronti della “loro” ipercoop. “Perché, in particolar modo a Foggia, l’ipercoop ha valicato i confini del centro commerciale - prosegue il sindaco – assumendo le sembianze del punto di riferimento, del valore aggiunto sempre e comunque a disposizione dei cittadini. Da magistrato non posso ignorare che il ruolo della magistratura dev’essere svolto fino in fondo, ma da cittadino e da foggiano ritengo si sia chiusa consumatori in primo piano VIA LIBERA nel migliore dei modi una vicenda sociale ed economica che ha tenuto inutilmente in ansia molta gente. Ma non solo i dipendenti, anche gli utenti e i frequentatori di uno dei centri che hanno catalizzato l’attenzione dei cittadini foggiani degli ultimi anni”. Il sindaco Ciliberti prese parte, in prima fila accanto al presidente di Coop Estense Mario Zucchelli, al corteo che sfilò per le vie di Foggia l’1 ottobre 2004: un corteo che, oltre ai dipendenti ipercoop di Puglia, chiamò a raccolta anche fornitori, aziende del comparto ma soprattutto soci e consumatori dei centri foggiani. Una mobilitazione da settemila persone. “Fu la manifestazione pubblica che fece rendere conto, forse anche alla magistratura, che andava data una risposta immediata alle domande dei lavoratori e dei consumatori – ricorda Ciliberti – perché col destino dei progetti ma soprattutto con quello delle persone non si scherza. Difatti il mio pensiero, ad assoluzione avvenuta e a vicenda chiusa, va a quelle piccole aziende che aspettavano di insediare la loro attività nel nuovo centro… ma che nel frattempo hanno subìto fallimento perché non ce l’hanno fatta a sopportare i costi e i tempi della giustizia”. E quando il sindaco puntualizza che l’ipercoop è divenucontinua a pagina 8 > novembre 2006 Il sindaco di Foggia Orazio Ciliberti: “Ora c’è solo la voglia di rilanciare il cammino intrapreso con utenti e istituzioni Il presidente della Provincia di Foggia Carmine Stallone, il sindaco Orazio Ciliberti e il presidente di Coop Estense Mario Zucchelli alla manifestazione di due anni fa 7 in primo piano consumatori to un punto di riferimento sociale, si riferisce anche al fatto che la grande distribuzione in provincia di Foggia è nettamente inferiore al 40%: una presenza complice ma non invasiva, una risorsa piuttosto che un problema. “Per questo abbiamo accolto questa sentenza con grande sollievo – argomenta Carmine Stallone, presidente dell’amministrazione provinciale di Foggia – perché crediamo fortemente che l’ipercoop rappresenti un punto a favore della cittadinanza, non uno scomodo problema col quale fare i conti di volta in volta. Cosa penso del rinnovo e dell’ampliamento? Che quando vedo molti foggiani arrivare dai comuni limitrofi per fare la spesa… mi viene da pensare che non esistono più distanze e barriere di alcun tipo. Che non è vero che la grande distribu- zione uccide il commercio al dettaglio, ma al contrario lo potenzia e lo rende qualitativamente più appetibile e migliore”. Come del resto dimostrano i dati in possesso alla Camera di commercio di Foggia, dove dall’arrivo dell’ipercoop a Foggia (1997) è stato registrato un costante incremento di società e attività commerciali tra capoluogo e resto della provincia. Come e quando cambierà adesso l’ipercoop? Entro Natale potrebbe occupare i locali che erano stati sottoposti a sequestro, ampliare i propri spazi di vendita e migliorare la qualità e la quantità dell’offerta. “Sarebbe un bel regalo per la cittadinanza – ritiene Stallone – perché porrebbe fine a una vicenda durata anche troppo, al termine della quale ci ha rimesso soltanto il popolo dei I consumatori finalmente hanno potuto attraversare, il 1° novembre, l’ala nuova della galleria commerciale. Nella foto in alto, l’ingresso dell’ipercoop visto dall’interno novembre 2006 8 consumatori cui sono state sottratte una serie di opportunità. Per fortuna, però, adesso tutto è finito. Per fortuna adesso c’è solo da pensare al futuro, allo sviluppo organico di una centrale sociale che ha movimentato e differenziato la vita della città e della provincia”. L’ampliamento dell’ipercoop prevede la destinazione di una palazzina uffici proprio al Comune di Foggia, con un’ampia area che l’amministrazione sta pensando di destinare a dei parcheggi. “È talmente integrato lo sviluppo e l’ampliamento di questo centro all’interno del tessuto sociale cittadino, che l’amministrazione entrerà in possesso di una palazzina uffici e della sede di una circoscrizione – spiega il sindaco – a conferma del fatto che le cose sono state fatte con saggezza e oculatezza, nel rispetto della legge ma soprattutto nella più consapevole considerazione dei cittadini”. Mentre scriviamo il Suap (Sportello unico attività produttive) del Comune di Foggia ha già rilasciato parere favorevole all’agibilità. La galleria commerciale ha aperto regolarmente il 1° novembre ed entro Natale è prevista l’inaugurazione completa di entrambe le strutture. Piena soddisfazione per la conclusione della vicenda è stata espressa anche dai sindacati di categoria e da Camera di commercio e Confcommercio, rispettivamente presiedute da Luigi Lepri e da Matteo Biancofiore, che hanno ribadito come “il cammino della giustizia resti un processo a tutela dei cittadini… ma il rispetto dei sacrifici dei commercianti e degli utenti vada tenuto quantomeno nella stessa considerazione”. Infine un pensiero ai lavoratori, che dopo aver trascorso pesanti mesi di incertezza adesso rivedono l’orizzonte della programmazione e della serenità. A loro si aggiungeranno altri colleghi, quelli che Coop Estense assumerà in seguito all’ampliamento dei suoi locali. “È a loro che dedico questa sentenza – ha chiosato l’ex sindaco della città Paolo Agostinacchio, che la vicenda giudiziaria aveva accusato a vario titolo e poi assolto pienamente – la dedico a chi andrà a lavorare nel nuovo centro, perché tutta la nostra sofferenza almeno sia servita a costruire il futuro di qualche ragazzo”. nnn in primo piano Ritardi e incertezze Foggia è solo l’ultimo esempio Sul “caso” Puglia a colloquio con due degli avvocati difensori Avvocato Vellani, si è concluso bene il processo che coinvolgeva l’ipercoop e il centro commerciale di Foggia. Un processo che, L’avvocato vista la sentenMassimo Vellani za, non avrebbe neanche mai dovuto cominciare. È così? “Forse è sbagliato affermare che non doveva mai iniziare. Doveva, invece, fermarsi prima, senza il rinvio a giudizio, quantomeno per l’abuso in atti d’ufficio. Ma parlare solo di Foggia potrebbe essere limitativo. C’è un aspetto che dobbiamo considerare: chi opera in Puglia, una regione attiva e dinamica in tanti campi, affronta comunque una realtà assai diversa da quella emiliana e le difformità si evidenziano immediatamente nel campo della normativa urbanistica e della pianificazione territoriale. Ritengo che non sia stato facile, all’inizio, per i dirigenti Coop introdursi in questa realtà. Questo aspetto ha riguardato anche la mia attività professionale e mi sono chiesto per molto tempo, ma forse ragionavo troppo ‘in modenese’, come fossero possibili certe cose. Mi spiego meglio. Nel giugno 1998, a Bari, venne sequestrato l’ipermercato di Santa Caterina, due mesi prima l’inaugurazione, in quanto si riteneva che fosse stato costruito in violazione di un vincolo paesaggistico. Tale vincolo che, comunque, il Comune di Bari aveva escluso, consisteva nella presenza di un canale arido, dove da decenni non scorreva un filo d’acqua, costruito a monte della discarica comunale e con inserito, al proprio interno, uno svincolo autostradale. A Foggia, il problema centrale consisteva nella non partecipazione della Regione Puglia alla Conferenza dei Servizi indetta dal Comune di Foggia per discutere l’intervento Coop. Malgrado l’assenza, però, successivamente la Regione, in termini precisi, aveva approvato l’intervento e Coop aveva atteso due anni prima di iniziare a costruire, se non dopo aver richiesto e ottenuto tale parere. Da un punto di vista della sostanza delle cose, quale atto illecito così grave era mai stato posto in essere, sia a Bari che a Foggia, tale da bloccare interventi di questa portata e di forte impatto occupazionale?” È quello che ci chiediamo anche noi... “La Procura della Repubblica di Foggia, ma direi tutte le Procure pugliesi, hanno, giustamente, un’attenzione particolare per le problematiche che riguardano il territorio. Nel sud d’Italia più che altrove, si vedono ancora, come lascito del passato, vere e proprie ferite inferte al territorio e questo ha fatto nascere sospetti e una certa qual sfiducia nelle Pubbliche Amministrazioni. Il dato oggettivo è che, in Puglia, vi era una pianifica- zione urbanistica vecchia, superata. Solo negli ultimi anni ha conosciuto modifiche e adeguamenti. Soprattutto a metà e verso la fine degli anni ’90, essa ha mostrato tutti i suoi limiti. E infatti quasi tutti i problemi nascono in quel periodo. Restando a Foggia, quando si inizia a progettare il centro commerciale e l’ipercoop, iamo in presenza di un piano regolatore vecchissimo, addirittura degli anni ’60. Se qualcuno va a cercare in quel piano un’area in cui possa insediarsi un ipermercato non la trova; non c’è perché nessuno ci pensava, allora. Per costruire, occorre attivare tutta una serie di procedure e modificare delle destinazioni di aree. Procedure previste dalla legge, ma che sono lunghissime e rischierebbero di affossare ogni progetto o volontà di sviluppo. Prescindono dai tempi e dalle esigenze di chi investe. Nessun imprenditore avvia una attività, investendo di suo, sapendo che prima di 8/10 anni non potrebbe entrare in funzione. Nel caso del centro commerciale di Foggia è stata L’articolo continua a pagina 10 > La testa del corteo che il 1° ottobre 2004 sfilò contro il sequestro di Mongolfiera novembre 2006 9 in primo piano consumatori attivata una procedura attuativa della legge Bassanini che prevede espressamente che, laddove venga presentato un progetto di natura produttiva o commerciale di forte impatto occupazionale, si possano applicare delle procedure semplificate rispetto a quelle ‘normali’ di variante. Una legge importante soprattutto per realtà, come quelle del sud, dove l’occupazione rappresenta un dramma sociale di grande rilevanza. Spetta poi alla Pubblica Amministrazione indicare e seguire con attenzione l’iter procedurale che, se non rispettato, crea ovviamente dei problemi”. Le accuse sono però sempre molto “pesanti”, non crede? “Ma quasi sempre a Coop Estense viene contestato il reato di lottizzazione abusiva che è uno dei più complessi e difficili in campo penale. Si tenga conto che esso prevede addirittura la confisca dell’immobile. La singolarità e la pericolosità di questa imputazione sta nel fatto che la buona fede di chi costruisce non esclude la confisca e/o demolizione dell’immobile, qualora venga accertata la lottizzazione abusiva; termine che, nella sostanza, sta ad indicare una trasformazione urbanistica del territorio. Coop Estense ha sem- pre dimostrato la propria totale estraneità a ipotesi collusive con la Pubblica Amministrazione e la correttezza assoluta nel rispettare le condizioni che i poteri pubblici avevano stabilito. Ma ciò non sarebbe stato sufficiente qualora il Tribunale di Foggia avesse accertato l’attuazione di una trasformazione del territorio, sulla base di un giudizio successivo di illegittimità degli atti amministrativi che quell’intervento avevano consentito. A Foggia gli avvocati non hanno avuto grosse difficoltà nel dimostrare la correttezza e l’onestà dei dirigenti di Coop Estense; il maggior impegno è stato profuso “Dissipata ogni possibile ombra” Avvocato Frigo, si aspettava questo esito del procedimento? “Ero, fin dall’inizio, convinto della limpidezza e della correttezza dell’iniziativa di Coop e dei suoi amministratori e operatori, che con lungimiranza imprenditoriale ed entusiasmo avevamo progettato e Il prof. avvocato cercato di attuare un programma di Giuseppe Frigo sviluppo nelle regione pugliese, nel cui ambito si poneva in particolare quello di Foggia. Ero convinto che questo programma era stato perseguito in perfetta buona fede nel rispetto sostanziale delle pur complesse e talora farraginose e contraddittorie normative sia statali che regionali e soprattutto senza alcun pregiudizio per gli interessi pubblici, cui, anzi, la sua realizzazione avrebbe potuto corrispondere e ha in effetti corrisposto. Ne era sicura prova, in primo luogo, il consenso che aveva ottenuto dalle diverse maggioranze e opposizioni succedutesi nell’amministrazione della città. Non mi nascondevo, tuttavia, che una visione un poco arcaica, esasperatamente formalistica e forse anche qual- che pregiudizio per la novità e la modernità del progetto potevano essere all’origine di una iniziativa giudiziaria che aveva, a mio avviso del tutto ingiustamente, gettato un’ombra, da un lato sul progetto stesso e, dall’altro, sui pubblici amministratori che lo avevano assecondato; un’ombra, che si doveva dissipare e che il sereno giudizio del Tribunale ha del tutto dissipato, pienamente recependo la ricostruzione e la valutazione dei fatti e delle prove che noi difensori abbiamo proposto e rappresentato con tutto l’impegno possibile. Dunque, sì, me l’aspettavo questo esito assolutamente liberatorio, perché confidavo in tale giudizio sereno e imparziale. E sono ben lieto di avere collaborato all’accoglimento delle nostre ragioni con l’amico e collega avvocato Vellani, la cui impareggiabile professionalità e dedizione lo fanno a buon diritto il primo e principale difensore della Coop”. Qual è stato secondo lei l’elemento decisivo? “Finché non saranno depositate le motivazioni della sentenza (ciò avverrà entro la prima metà di gennaio, a causa del numero delle posizioni da considerare e anche della complessità dei problemi, specialmente di diritto, risolti e dei quali dovrà essere dato conto nelle stesse motivazioni) non è oggi possibile individuare con certezza se ci sia stato un elemento ‘decisivo’, quale esso sia e quanto sia emerso durante la lunga fase dibattimentale di raccolta della prove. Posso azzardare una previsione, alla luce dell’esperienza per casi simili: verosimilmente non uno solo, ma più elementi coordinati tra loro sono risultati decisivi; penso ai contributi di natura tecnica dati dai nostri valorosissimi consulenti, esperti nelle questioni urbanistiche, ma penso anche all’emergere – attraverso le prove testimoniali – dei dati storici sui comportamenti di assoluta linearità e buona fede tenuti sia dalla parte privata (gli uomini di Coop), sia dalla parte pubblica (gli amministratori e i funzionari comunali)”. Qual è stato, avvocato, il momento di maggiore difficoltà? “Qui non ho dubbi: è stato quello del giudizio intermedio davanti alla Corte di Cassazione contro il provvedimento novembre 2006 10 in primo piano per dimostrare che anche tutti gli atti amministrativi erano legittimi”. Una situazione un po’ kafkiana, non trova? “Vista da fuori può dare questa sensazione. Poi le cose hanno sempre una loro logica. Anche l’esito finale c’è l’ha. Si è arrivati alla sentenza positiva perché i giudici hanno colto, come detto, la correttezza degli amministratori e funzionari pubblici, non certo in ‘combutta’ con Coop Estense che su questa vicenda, lo voglio sottolineare, ha saputo mantenere una serenità e un equilibrio encomiabili, pur di fronte a un provvedimento pesante come era il sequestro. Mai una parola o un gesto sopra le righe. Nessuno ha mai pensato a ‘complotti’ o altro. È sempre stata espressa fiducia piena nell’operato dei magistrati, compresi quelli della Procura. Poi il resto è spettato agli avvocati e a un gruppo valentissimo di urbanisti che hanno dimostrato come si forma un Prg, quali i metodi e le prassi ormai consolidate che rendevano legittimi ed efficaci gli atti compiuti”. “Il fatto non sussiste”, un bel riconoscimento. “Certamente una grande soddisfazione. Prima di tutto per coloro del tribunale cosiddetto ‘della libertà’, che, ben prima dell’inizio del processo, aveva respinto il nostro reclamo contro il sequestro dell’intera struttura edificata, disposto dal giudice per le indagini preliminari in attesa del processo. Già allora eravamo ben convinti del fondamento forte delle nostre ragioni e avevamo cercato di ottenere un ‘segnale’ che aiutasse a non infliggere in attesa del processo a Coop troppo gravi pregiudizi con il perdurante blocco all’uso dell’immobile. Ma sapevamo che era un passaggio difficilissimo, quasi impossibile. E infatti la Corte di Cassazione non accolse il nostro ricorso, rimandandoci al processo – come noi diciamo – ‘di merito’. E, nonostante tutto, aprì una piccola luce: ‘Voi avrete forse ragione, ma non possiamo darvela noi, qui, ora’ scrissero in sostanza i Supremi Giudici, applicando un orientamento restrittivo nell’interpretazione della legge. Anche questo messaggio, venuto nel momento di maggiore difficoltà, quando Coop fu costretta a tenere chiusa Mongolfiera, fu per noi di aiuto, nel momento in cui lo portammo poi davanti al tribunale nel processo”. Lei è bresciano e, tra l’altro, è stato fino a poco tempo fa presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane. Che idea ha avuto di Coop Estense e di questo processo? “Credo che la mia idea su Coop Estense, nettamente di apprezzamento nella gestione della sua attività e dei suoi progetti, già risulti da quanto detto sin qui. Ma a me piace andare a verificare ‘sul campo’ le mie opinioni e l’ho fatto anche questa volta, andando a visitare in incognito Mongolfiera dopo l’esito del processo, pochi giorni or sono, essendo tornato a Foggia per partecipare ad un convegno giuridico. E quella mia opinione è stata ampiamente confermata. Voglio solo aggiungere che, del resto, nel lungo cammino del processo, l’atteggiamento tenuto dagli amministratori di Coop è stato di esemplare rispetto per l’attività della Magistratura e soprattutto di grande fiducia nella possibilità di un epilogo favorevole della vicenda. Nella mia ormai quasi cinquantennale attività forense non molte volte ho potuto riscontrare simili comportamenti da miei assistiti. Quanto al mio pensiero sul processo, sarei tentato di dire che ‘tutto è bene ciò che finisce bene’, ma forse novembre 2006 11 che sono stati rinviati a giudizio e che hanno subito in prima persona questa difficile situazione. Come è stato sostenuto da un lungimirante e autorevole uomo politico, in Italia non è sufficiente avere ragione, ma devi trovare qualcuno che te la dia. Credo, comunque, che la massima valga ovunque. Mi auguro che l’esperienza di Foggia sia il segno di un vero e proprio cambiamento e che la correttezza dei dirigenti della cooperativa diventi un punto fermo, anche in quelle vertenze, seppur meno difficoltose, ancora pendenti in Puglia, per l’esito delle quali sono ancora più ottimista”. sarebbe troppo qualunquistico. Voglio dire, piuttosto, che i giudici, in special modo quelli che componevano il collegio del tribunale, hanno sempre manifestato e tenuto grande attenzione verso le attività difensive, senza mai costringerle o ridurle. In altre parole, non solo è stato un buon processo, perché è finito bene, ma anche perché è stato condotto bene, dai giudici e dalle parti. Dice l’avvocato Vellani, suo codifensore, che lei è come un rullo compressore, il cui principio è ‘non bisogna fare prigionieri’. Cosa ha da replicare in proposito? “Potrei dire di Vellani la stessa cosa, forse anche per questo abbiamo sempre concordato con facilità le scelte difensive. Quando poi si è certi di avere ragione e la posta in gioco è alta e la causa da difendere è altamente meritevole, quel principio diventa una linea guida. Tuttavia, nel lungo cammino verso l’epilogo del processo, ogni scelta non deve essere mai fine a se stessa, ma funzionale al risultato che si intende perseguire. Vincere una battaglia procedurale o, peggio, anche solo ostinarsi su essa e magari indebolire le opportunità della vittoria finale è molto disdicevole. In altre parole, bisogna prima fissare ciò che si vuole o si accetta di ottenere e poi fare tutto per ottenerlo, ovviamente nell’ambito dei poteri e delle facoltà che ci sono concesse dalla legge”. il servizio continua a pagina 12 > in primo piano consumatori Tino Cesari “Noi, corretti fino in fondo” Da imputato “eccellente” a protagonista di una assoluzione eccellente, cioè con formula piena. Non c’era proprio niente che non andava, ha sentenziato la Magistratura foggiana. A Tino Cesari, vicepresidente di Coop Estense, chiediamo allora subito un primo commento e come ha vissuto questi giorni in attesa della sentenza. “Sono molto sollevato e contento, ovviamente. Vicende come queste per persone come me abituate al lavoro e all’etica del lavoro pesano eccome, anche perché niente dell’attività che avevamo svolto faceva pensare a tutto ciò. Tutti gli atti compiuti nell’iter burocratico del centro commerciale di Foggia erano legittimi e perciò leciti. Non nego che in me, e anche nei miei familiari, qualche momento di scoramento c’è stato ma il presidente di Coop Estense, tutto il Consiglio di amministrazione, tutti i colleghi mi sono stati molto vicini in questi mesi. Questa stima e questo affetto dimostratimi a più riprese sono stati di grande conforto e mi hanno aiutato a superare i momenti difficili”. Ogni centro commerciale Coop in Puglia ha conosciuto, o conosce, qualche “disavventura”. Come mai? “Me lo chiedo anch’io. Se la storia di Coop Estense si limitasse alle ‘disavventure’ giudiziarie pugliesi, come le chiama lei, il suo gruppo dirigente dovrebbe essere composto da tanti dottor Jekyll e mister Hyde. È mai possibile, si chiederanno molti soci, che un gruppo dirigente che ha dato vita a Modena e a Ferrara a uno straordinario sviluppo della cooperativa, costruendo, innovando, accrescendosi enormemente e senza problemi, perché ha sempre agito nel massimo della correttezza e trasparenza, in Puglia invece cambi pelle e divenga un’altra cosa? Gli uomini sono gli stessi. I valori e i principi anche. E infatti siamo stati regolarmente assolti”. novembre 2006 Con una battuta direi che uscite, intendo lei e Coop Estense, più temprati da questa ennesima ‘prova’. “Per me , laureato in giurisprudenza, le accuse di atti illeciti o di comportamenti non corretti pesano in modo particolare, almeno sino a quando qualcuno non sentenzia che non è vero niente. Un atto normale come quello di aprire un giornale ti dà una tensione fortissima, preoccupato come sei di ‘trovarti in cronaca’, descritto con i tratti dell’accusa e non per quello che sei veramente”. Quali sono stati i momeni più duri? “Per la cooperativa, a parte i danni subiti, e per me stesso i momenti più difficili sono stati due: quando a pochi giorni dall’apertura fu sequestrato il cantiere e, naturalmente, questi giorni finali di trepida attesa. Il durissimo provvedimento di sequestro fu, se così si può dire, fortunatamente ‘mitigato” dalla straordinaria manifestazione di unità e di solidarietà che si tenne a Foggia. Credo che raramente di fronte a un fatto di carattere giudiziario un’intera città sia scesa in piazza affiancando le nostre buone ragioni e testimoniando la nostra correttezza. Il Presidente della Provincia, il Sindaco, tutti i gruppi consiliari del Comune, tutte le forze politiche, i sindacati nazionali e locali, i commercianti, le forze economiche, i nostri dipendenti, le loro famiglie, tanti cittadini insomma sono scesi in piazza e hanno manifestato serenamente il loro dissenso su un atto giudiziario, come il sequestro, che ritenevano sproporzionato e quindi ingiusto anche perché rischiava di pregiudicare l’uso del resto del centro commerciale. Quella manifestazione ci rincuorò e rimarrà nella storia di Coop Estense come uno dei momenti più belli e significativi per un’impresa cooperativa che ha visto attestato da migliaia di cittadini il suo ruolo e la sua socialità. Il secondo momento difficile ha coinciso con l’attesa della sentenza. Le nostre buone ragioni, la qualità e la professionalità dei nostri legali, la fiducia nella magistratura 12 Il vicepresidente di Coop Estense potevano essere elementi determinanti per prevedere quello che poi sarebbe accaduto: l’assoluzione. Ma la tensione, sino a quel momento, non ti abbandona mai”. Ora cosa succederà al centro commerciale di Foggia riconosciuto ‘legittimo’ e mondato da ombre o accuse? “Riprendiamo il nostro lavoro. Il centro ha riaperto, si stanno allestendo gli spazi dell’ipermercato che passerà, per la soddisfazione dei soci e dei consumatori foggiani, da 6.000 a 10 mila metri quadrati, verranno allestiti nuovi negozi in galleria che renderanno ancora più bello e attraente l’intero complesso. Coop Estense incentiverà occasioni e opportunità per i soci, e darà loro maggiore convenienza sempre nell’ottica cooperativa di offrire il meglio al minor prezzo. Poi, elemento che per Foggia è tutt’altro che trascurabile, vi saranno con l’ampliamento occasioni di maggiore occupazione e di veicolazione commerciale dei prodotti locali. Il centro commerciale di Foggia è ora attrezzato ad affrontare le sfide dei prossimi anni, ponendosi all’avanguardia per innovazione e scelte strategiche. Ancora una volta Coop cresce e crea sviluppo investendo i propri utili, che è cosa ben distinta dai profitti, in barba a chi, magari con annunci a pagamento, declama all’Italia che Coop si sviluppa solo ‘localmente’ e perché ‘gode di protezioni politiche’. Siamo leader in Puglia dove in pochi anni si è costituita una cooperazione ‘tutta pugliese’. Bari, dove abbiamo due ipercoop, è stata riconosciuta come la città più conveniente del Mezzogiorno e tutto ciò trova conferma nell’apprezzamento dei consumatori pugliesi che, infatti, ci premiamo con la loro presenza e con una base sociale non certo politicamente catalogabile, composta da oltre 200 mila persone”. Le Mura e Borgogioioso Coop Estense: “Voci insensate non vendiamo né oggi né domani” Coop Estense smentisce con un perentorio comunicato stampa una serie di voci che si sono diffuse nonostante siano del tutto destituite di fondamento. “Da un po’ di tempo a questa parte si infittiscono ‘le voci’che vorrebbero Coop Estense interessata alla vendita di proprie strutture commerciali per far posto ad un noto marchio di mobili e arredo casa. Dopo le illazioni diffuse a Ferrara in merito ad una ipotetica vendita dell’ipercoop Le Mura, illazioni seccamente smentite dal Consiglio di Amministrazione di Coop Estense, ora è il turno dell’iper di Carpi Borgogioioso. Sconcerta quello che prima poteva sembrare un semplice episodio di disinformazione e che ora assume, con il suo ripetersi, le sembianze di un ‘disegno’ volto a turbare l’attività di Coop Estense, creando una prospettiva irrealistica attraverso la quale far passare l’idea di un distacco dalla base dei soci e dalle sue esigenze di servizio. Anche in questo caso vale la risposta data dal Cda della cooperativa per le Mura: Coop Estense non è interessata a vendere, né oggi né domani alcuna struttura. È anzi impegnata ad accrescere il suo radicamento territoriale come richiesto da tantissimi soci che vogliono usufruire della convenienza e della qualità della loro cooperativa. Il nuovo Piano Poliennale 2007-2010 che verrà discusso a breve nelle assemblee dei soci confermerà che sviluppo della presenza e una profonda ed estesa riqualificazione dei negozi sia a Modena che a Ferrara saranno le linee di lavoro e di impegno per i prossimi anni”. L’iperccop di Carpi e, a sinistra, quello di Ferrara FILO DIRETTO, LA TUA VOCE NUMERO VERDE 800.850.000 Da sempre Coop ha instaurato con i propri consumatori un rapporto basato sulla completa fiducia, chiarezza e collaborazione. A conferma di ciò uno degli strumenti più apprezzati è Filo Diretto, il servizio che dà voce ai vostri suggerimenti, alle vostre esigenze e, perché no, ai vostri reclami. Per comunicarli potete compilare le schede di Filo Diretto disponibili nei negozi. Oppure, se preferite, telefonare al numero verde 800.850.000. Il servizio telefonico, unico per Emilia e Puglia, è attivo dal lunedì al sabato dalle 9 alle 19. COSUMATORI FIDICOOP 2-11-2006 18:37 Pagina 1 SONO ANNI CHE TI FACCIAMO RISPARMIARE. È IL MOMENTO DI FARTI GUADAGNARE. SE SEI GIÀ UN SOCIO COOP, NIENTE TI CONVIENE PIÙ CHE DIVENTARE SOCIO PRESTATORE. DEDICATO AI SOCI COOP Il Prestito Sociale è una forma di risparmio sicura e vantaggiosa. Se sei socio da almeno tre mesi, puoi depositare presso gli appositi uffici, i tuoi risparmi sui quali la cooperativa ti riconoscerà un tasso d’interesse conveniente per scaglioni di deposito: • Per l’importo da O a 2.5OO€ 1,25% lordo (1,O9375% netto) • Per l’importo da 2.5OO,O1 a 15.OOO€ 1,6O% lordo (1,4O% netto) • Per l’importo oltre 15.OOO€ 2,6O% lordo (2,275% netto) Limite massimo di deposito 3O.OOO€ Tutte le operazioni sono completamente gratuite e non avrai nessuna spesa, né per commissioni né per l’imposta di bollo. Potrai chiedere anche la Coopcard, la carta a banda magnetica completamente gratuita che ti consente di pagare la spesa fatta alla Coop con un unico addebito a fine mese. Se diventerai Socio Prestatore con un versamento, minimo di almeno 1OO € tra il 13 novembre ed il 28 febbraio 2OO7 riceverai un buono acquisto da1O €. Se richiederai la Coopcard riceverai un altro buono acquisto da 1O €. Potrai ricevere un ulteriore buono acquisto da 1O € se chiederai anche la Unicard, la carta di credito multifunzione del circuito internazionale VISA. Per ulteriori informazioni o per aprire il tuo conto rivolgiti al Punto Soci Prestatori. in primo piano consumatori OK SALUTE così “crescono” i corner di A disposizione nei punti “Coop salute” 100 prodotti farmaceutici in più (per un totale di 310) e nuove linee di parafarmaco per rispondere ai bisogni più vari: dai trattamenti per i capelli, al latte per bambini con specifici problemi, ai medicinali per diabetici o per chi soffre di allergie. Così le vendite nei primi due mesi di Claudio Strano A umenta l’offerta di medicinali di pari passo con la presenza, all’interno dei punti vendita (quasi sempre vicino all’ingresso), degli ormai noti corner “Coop Salute” di Coop Estense, le cui aperture si succedono secondo il calendario apparso nello scorso numero della nostra rivista (entro l’anno ci sarà uno spazio in tutti gli ipercoop e in 5 supermercati). L’introduzione entro la fine del mese di 100 nuovi farmaci Sop (senza obbligo di ricetta medica) e Otc (da novembre 2006 banco), va ad arricchire l’offerta sugli scaffali portandola a 310 diverse tipologie. Senza dubbio una buona notizia per i tanti consumatori che – come dimostrano i dati pubblicati qui a fianco – hanno pensato di risparmiare acquistando nella farmacia della Coop. Risparmi mediamente compresi tra il 20 e il 30% ma che in taluni casi, per rispondere alle politiche di prezzo delle farmacie private e quando i prezzi di costo lo consentivano, sono saliti anche al 35% a garanzia della massima convenienza: la riprova, se ce ne fosse bisogno, del circolo virtuoso (per noi 16 consumatori) che s’innesca ogniqualvolta un leader di mercato come Coop abbassa i prezzi avviando una “spirale” della convenienza. Accanto a nuove scatole di analgesici, antinfiammatori e altre categorie di medicinali in arrivo nei magazzini di iper e supermercati, i farmacisti che presidiano gli ormai noti corner di color turchese (59 gli assunti finora da Coop Estense, 50 a tempo pieno e 9 part time, a fronte di 880 domande ricevute, 298 in Emilia e 582 in Puglia) hanno cominciato a distribuire il parafarmaco. Si tratta di nuove linee di prodotti, non di sem- in primo piano Coop Estense plici “riallocazioni” degli stessi da un reparto all’altro del punto vendita, che vanno a comporre quel vasto e variegato “pianeta salute & benessere” di cui gli italiani si mostrano sempre più innamorati. Anche in questo caso – fanno sapere in Coop Estense – la scelta è di far “passare” il prodotto dalle mani dei farmacisti. Ciò non è prescritto tassativamente dalla circolare del ministro della Salute Livia Turco, datata 3 ottobre, che traccia i “paletti” per l’attuazione della liberalizzazione dei farmaci e che prevede l’obbligo della presenza (si parla di “assistenza attiva”) del La “fotografia” Com’è andata nei primi due mesi (settembre e ottobre in cifre *) Medicinali Parafarmacia Totale Vendite 521.417 167.478 688.895 Scontrini 68.697 11.849 80.546 7,59 14,13 - Spesa media * Dati riassuntivi espressi in euro farmacista, non della consegna diretta da parte sua dei medicinali. Tuttavia la politica di Coop Estense, testimoniata dalla campagna informativa in corso incentrata sul corretto uso dei farmaci, “sposa” un’idea di servizio al consumatore di alto contenuto professionale e dunque richiede ai farmacisti di essere parte attiva (e propositiva) di questo processo, trattando nello stesso modo farmaco e parafarmaco. Curiosando tra le diverse categorie di quest’ultimo segmento di mercato – finora trattato soltanto parzialmente nella rete Coop – troviamo integratori alimentari, latti artificiali per bambini con determinate carenze, shampoo e lozioni a scopo curativo, prodotti di cosmesi e altri ancora dedicati a patologie particolari come il diabete, la celiachia o le allergie. Allo studio c’è la possibilità di allargare notevolnovembre 2006 17 mente i confini della parafarmacia che già adesso “produce” uno scontrino medio di valore doppio rispetto a quello dei farmaci. L’estensione si avrebbe includendo, nell’arco di un breve periodo di tempo, due grandi famiglie come quelle dei prodotti omeopatici e veterinari. L’importante – si affretta a precisare la circolare ministeriale – è che il farmaco non sia ovviamente confuso con le scatolette per Fido: o, più seriamente, che ciascuno abbia un proprio spazio riconoscibile. Ma la presenza attiva dei farmacisti, come detto, scongiura anche questo pericolo. Dalla Puglia all’Emilia, si succedono le aperture dei punti “Coop salute”. Nelle foto, i corner di Grandemilia a Modena (sopra) e di Bari Japigia (qui a fianco). Nell’altra foto, in primo piano l’area del parafarmaco nell’ipercoop Borgogioioso di Carpi in primo piano consumatori PROGETTi Modena e Modena sud: Con i progetti scelti da questi due Distretti sociali di Coop Estense, si conclude la nostra panoramica sul concorso che ha coinvolto oltre 700 associazioni del territorio sul tema della integrazione e del disagio giovanile Modena I soci del Comitato direttivo del Distretto di Modena hanno dovuto fare una scelta tra gli interessanti progetti pervenuti, e l’hanno fatta pensando proprio alla città e ai suoi bisogni: “Con il sole e con la luna: insieme nel parco XXII aprile”. Un progetto per i giorni e le serate nelle zone del Parco XXII aprile, per stare insieme e mettere insieme i colori diversi del giorno e della notte, per vivere il parco come luogo di integrazione, confronto, crescita, svago e divertimento. Consapevoli del difficile contesto che caratterizza questa zona della città, i soci del comitato hanno deciso di sostenere l’impegno delle associazioni che da anni operano con difficoltà proprio in quel contesto e proporre a tutti i soci modenesi l’opportunità di con- novembre 2006 tribuire a sostenere un progetto che risponde a bisogni e emergenze concrete della loro città. Il progetto è promosso dall’associazione Alchemia, in collaborazione con il Ceis, il Cesav, la Lega Marocchina Associazioni Emilia Romagna, l’Arfa (Associazione residenti francofoni d’Africa), l’Associazione culturale del Marocco di Modena. Una ricchissima rete di associazioni che da anni opera in un quadro problematico, portando avanti iniziative e attività mirate a favorire l’integrazione tra residenti italiani e stranieri. Questa zona della città, infatti, dagli anni ’60 in poi ha vissuto molteplici ondate migratorie e il contesto eterogeneo di origini e culture rende spesso difficile sviluppare il senso di appartenenza verso il territorio in cui si vive, verso una “co- 18 munità”. Inoltre l’intera area di riferimento è da tempo interessata a fenomeni perniciosi, in particolare attività illegali di spaccio, ponendo serie problematiche di sicurezza pubblica. Il progetto presentato ha come obiettivo quello di realizzare attività mirate all’integrazione, attraverso l’educazione a una cittadinanza attiva, responsabile e partecipativa, che riescano a consolidare legami aggregativi e di fiducia sociale, diminuendo il disagio e aumentando la percezione di sicurezza, facendo in modo che i cittadini, stranieri o italiani, si sentano parte della comunità. Il Parco XXII Aprile diventerà quindi il luogo dell’incontro, rivitalizzato da laboratori di musiche e danze rivolte agli adolescenti, incontri multietinici per conoscere il Marocco e l’Africa attraverso le immagini, il cibo, le tradizioni, ma anche per approfondire le problematiche dell’integrazione, con incontri a tema (dai ricongiungimenti familiari, alle problematiche di integrazione). In questo progetto saranno numerose le proposte per vivere il Parco, diminuendo il senso di abbandono, specie nella stagione invernale, e in primavera portando anche i bambini e i ragazzi delle scuole del quartiere e le loro famiglie a far Festa nel parco, per vivere il parco come spazio di gioco e di incontro tra generazioni, come simbolo di integrazione positiva di culture diverse. Il contributo in primo piano nRETE tra gioco e convivenza al progetto da parte dei soci di Coop Estense sarà un contributo alla città, a un luogo simbolico che da emergenza deve diventare occasione di crescita e di incontro. Modena sud Gli 11 progetti presentati al Distretto sociale Modena Sud, proponevano diversi percorsi di integrazione – con la musica come elemento di aggregazione giovanile – o attività ludico-ricreative fra adolescenti, o ancora momenti di incontro tra gruppi aventi come finalità lo scambio e la sensibilizzazione interculturale. Dopo un’attenta valutazione operata su proposte di rilevante interesse per il territorio, la scelta del Distretto Modena Sud ha premiato il progetto “Per gioco… ma per davvero”, proposto dall’associazione “Momo 2003” – in rete con l’associazione del Parco Braida – che si occupa della realizzazione di interventi di prevenzione del disagio giovanile a Sassuolo, in collaborazione con l’associazione “La comune del Parco Braida”, che invece si occupa di realizzare attività volte alla riqualificazione dell’omonimo quartiere e dell’incremento della sicurezza. Il progetto prevede una serie di attività all’interno di uno spazio giocoludoteca collocato proprio all’interno del Quartiere Braida di Sassuolo; è in questo ambito che, a partire dall’autunno 2006 fino a settembre 2007, si realizzeranno momenti di aggregazione e condivisione di esperienze, in un luogo accogliente e stimolante per i bambini e, al tempo stesso, occasione di scambio, incontro e riflessione tra genitori ed educatori della ludoteca. Verranno realizzate attività di laboratorio novembre 2006 divise per fasce di età: un pomeriggio alla settimana dedicato a laboratori per bambini della fascia 6-10 anni, un pomeriggio per i bambini della fascia 11-14, mentre il sabato e la domenica dedicati ad attività di gioco per tutti, nell’intento di stimolare e incentivare la costituzione di gruppi di conoscenza attraverso l’approccio del gioco socializzante. Le associazioni che partecipano al progetto saranno il principale volano per individuare i destinatari delle attività e per questo metteranno in azione sia attività di volantinaggio che di passaparola, sia di contatto con le scuole di Sassuolo. Il progetto è piaciuto per la sua capacità di sviluppare la socializzazione e offrire momenti di crescita per i bambini e le loro famiglie che, in una realtà multietnica e complessa come quella di Sassuolo, diventano punti di riferimento stabili in grado di promuovere il senso di appartenenza al quartiere e la rivalutazione dell’immagine di una zona spesso etichettata in maniera negativa. L’auspicio delle associazioni coinvolte, e quello del 19 Distretto sociale Modena Sud, è di ottenere risultati concreti di rinnovamento, di incremento della frequentazione costruttiva giovanile, e di miglioramento dell’integrazione e dell’avvicinamento culturale tra le famiglie che condividono gli spazi di una città e di un quartiere, ma che all’interno dello stesso contrappongono mondi e culture che difficilmente si incontrano per un interesse collettivo. in primo piano consumatori Un lavoro pulito e a prezzi “giusti”. La nuova convenzione siglata da Coop Estense assicura ai soci una tinteggiatura “a regola d’arte” delle pareti domestiche Due mani di bianco e una di trasparenza di Marco Ungaro P rima o poi capita a tutti di dover dare una mano di bianco, anzi due per ringiovanire le pareti di casa e mantenere nel tempo il valore oltre che la “godibilità” dell’immobile. Capita anche che il conto, a fine lavori, sia salato, molto salato. E allora il buon umore, almeno per un po’, svanisce. Per offire ai suoi soci un’occasione di risparmio anche... dentro casa, Coop Estense ha stipulato una convenzione che assicura un’imbiancatura di interni di abitazione “seria” e ad un prezzo conveniente che viene riservato, appunto, ai soci coop. Ad erogare il servizio è una società a chiamata S.G.I., che tra i suoi soci promotori annovera la cooperativa di abitazione Unicapi, Cna e Asppi (Associazione piccoli proprietari immobiliari) e che si propone come garante della serietà e trasparenza dei prezzi praticati dalle imprese che essa stessa coordina. La nuova società punta infatti sulla qualità e su prezzi “giusti” con l’obiettivo di evitare quei casi clamorosi di disservizi al limite della truffa, soprattutto in tema di piccoli interventi, che spesso trovano riscontro nelle cronache. La tinteggiatura in oggetto avviene mediante classica idropittura a due mani (la cosiddetta tempera stesa, con un ripasso per assicurare una perfetta copertura delle imper- fezioni) in tinte chiare e previa preparazione delle pareti. Un lavoro dunque eseguito a regola d’arte da operatori professionalmente esperti, che include la protezione del pavimento e del mobilio e garantisce la consegna dei vani imbiancati nello stato originario. I prezzi concordati sono contenuti (vedi box sotto) e comprendono il costo delle materie prime di sicura qualità. La convenzione vale per Modena e provincia e i lavori in ogni caso verranno realizzati non oltre 30/40 giorni dalla data della richiesta. Solo in provincia di Modena, il patrimonio immobiliare potenzialmente interessato è di 107 mila edifici ad uso abitativo. nnn Prezzi e procedure Un servizio di qualità, attivo da gennaio 2007 PREZZ0 PER I SOCI COOP: 2 euro per mq al netto di IVA (pagamento a fine lavori direttamente alla impresa esecutrice) PROCEDURE • richiesta telefonica del socio di Coop Estense a S.G.I. (tel. 059.335533) con precisazione del numero di vani da imbiancare e ubicazione dell’alloggio; • indicazione di nome e cognome, indirizzo e recapito telefonico; • comunicazione da parte di S. G.I. delle condizioni di costo e di esecuzione; • verifica della effettiva condinovembre 2006 zione di socio Coop Estense del richiedente (n° carta socio); • individuazione da parte di S. G.I. della impresa esecutrice convenzionata da attivare; • contatto col socio per la fornitura del numero telefonico della ditta al fine di poter concordare la data del sopralluogo e quella di esecuzione dei lavori; • nel mese successivo alla avvenuta esecuzione dei lavori il socio viene contattato da S.G.I per verificare il gradimento sui lavori fatti e concordare un eventuale sopralluogo del tec- 21 nico di S.G.I. in caso di contestazioni; • per eventuale mobilio voluminoso e particolarmente pesante da spostare sarà concordato un supplemento di costo con l’impresa esecutrice; • la superficie da imbiancare per la piena applicazione del prezzo convenzionato deve essere di almeno 100 mq (una cucina 3x3 senza piastrelle è pari a circa 45 mq); • forniture extra (quali materiale lavabile, cornici, stucchi, colori intensi, ecc.) sono da concordarsi a parte. in primo piano consumatori Il 95% degli italiani dichiara un reddito al di sotto dei 40 mila euro e solo l’1,5% dei contribuenti sta sopra i 75 mila. Il 10% delle famiglie più ricche possiede oltre il 40% della ricchezza. Andiamo ad analizzare come è distribuita la “torta” nel nostro paese L’Italia disegu di Dario Guidi S iamo un paese più ricco di quanto dichiari al fisco o siamo un paese più povero di quanto pensi e che quindi vive al di sopra delle proprie possibilità? Siamo un paese con forti disuguaglianze sociali e che si sta davvero impoverendo oppure un paese che si lamenta ma è poi pronto a correre a comprare l’ultimo sofisticato apparecchio elettronico? Il dibattito che ha accompagnato in queste settimane la presentazione della legge Finanziaria ha fatto emergere dati e cifre che toccano molti nervi sensibili degli italiani. Senza entrare nel dettaglio della Finanziaria stessa (il cui iter, al momento in cui scriviamo, è appena iniziato e appare suscettibile di significativi cambiamenti in diversi punti), certo è che l’intenzione del governo di rimodulare le aliquote Irpef (ovvero quanto paghiamo di tasse) a vantaggio dei ceti più poveri, ha messo al centro dell’attenzione la “fotografia” dell’Italia in base a Fasce di reddito % contribuenti quanto dichiara al fisco. Nel tentativo di stabilire sino a che soglia si è poveri e dove invece cominciano i ricchi. E qui la sorpresa, per molti, è stata di scoprire che il 95% degli italiani (i contribuenti sono in tutto oltre 40 milioni) dichiara un reddito inferiore ai 40 mila euro l’anno. Tra questi un 41% dei contribuenti dichiara meno di 10 mila euro, un reddito con cui davvero è difficile campare. Guardando in alto invece, oltre i 75 mila euro arriva appena l’1,5% delle dichiarazioni al fisco. Andando ancor più su, in cima alla piramide c’è uno 0,14% (cioè un elité di 55 mila individui) che dichiara più di 200 mila euro (neanche 400 milioni delle vecchie lire). Dunque, per la rigida legge delle statistiche, qualcuno potrebbe dire che oltre i 40 mila euro c’è il 5% dei ricchi italiani. Semplificazione brutale che non risponde in toto al vero, visto che un reddito da 40 mila euro significa uno stipendio Redditi dichiarati classi di reddito lordo annuo in euro 0,67% oltre 100.000 0,92% da 69.720 a 100.000 3,42% da 40.000 a 69.720 3,81% da 30.990 a 40.000 6,46% da 25.000 a 30.990 Dipendenti 105.190 € da 25.000 a 30.990 33,64% da 10.330 a 20.000 25,76% da 4.000 a 10.330 15,11% da 0 a 4.000 novembre 2006 22 Magistrati 70.747 ¤ Diplomatici e prefetti 38.396 ¤ Medici ospedalieri 31.102 ¤ 26.035 ¤ 10,21% dati 2004 24.950 ¤ Dipen Poliziotti Insegnanti di scuola media Impiegati comunali 24.308 ¤ Impiegati metalmeccanici 20.345 ¤ operai metalmeccanici in primo piano “Ricchezza privata e povertà pubblica” ale Luciano Gallino docente di sociologia Università di Torino Dipendenti intorno ai 2000 euro al mese: sicuramente buono, ma non è certo da nababbi. Se dunque occorre andare oltre il rigore delle medie matematiche e le facili etichettature, c’è però anche da riconoscere che, di qualsiasi governo si parli, per ragionare di riforma delle aliquote, non si può che partire dall’imponibile realmente dichiarato. E gli italiani, per il 95% stanno sotto ai 40 mila euro. Le disuguaglianze sociali Prima di entrare nel merito di una analisi più dettagliata e di tirare in ballo l’enorme questione dell’evasione, che ovviamente pesa tantissimo nell’allontanare la realtà da quanto c’è nelle dichiarazioni al fisco, c’è però una fondamentale dato da mettere in campo. E cioè che l’Italia, come spiega in un articolo su “il Mulino” Massimo Baldini, docente di Scienza delle finanze all’Università di Modena, “è da anni continua a pagina 24 > Professionisti e autonomi dati 2004 428.497 ¤ Notai 103.830 ¤ Farmacisti 63.861 ¤ Dottori commercialisti 49.450 ¤ 42.825 ¤ Avvocati Dentisti Professionisti 20.101 ¤ Titolari ristoranti e pizzerie 15.852 ¤ Titolari bar 11.482 ¤ Taxisti novembre 2006 23 Pesano evasione e rendite finanziarie. L’equità può essere una leva per promuovere lo sviluppo A Luciano Gallino, uno dei più importanti sociologi italiani, autore di libri di grande interesse, chiediamo che fotografia si ricava dalle dichiarazioni dei redditi degli italiani. Esce la fotografia di un paese che è privatamente molto ricco e pubblicamente molto povero. Sia chiaro in Italia esistono i poveri ed esistono tante famiglie che hanno redditi con cui si fatica a vivere, ma il dato eclatante, che si è accentuato negli ultimi anni, è che esiste un 20% di famiglie che ha accumulato redditi privati che sono ai livelli più alti sul piano europeo. Redditi conseguiti magari con l’evasione e l’elusione fiscale. Ma questa accumulazione di ricchezza privata lascia povero il versante pubblico. Ricordiamoci che in Italia il 50% delle scuole non ha le strutture a norma, abbiamo le peggiori ferrovie d’Europa e l’elenco potrebbe continuare. In altri paesi si sono usati i soldi pubblici per fare queste cose. Il tema della disuguaglianza dunque esiste? Certo, in Italia ci sono evidenti disuguaglianze. Che sono l’effetto di cause che si cumulano. Da un lato, negli ultimi anni, c’è stato un grande sviluppo della ricchezza finanziaria, coi grandi stipendi ai manager, le stock option. Tutte cose che sono andate a chi aveva accesso al mercato azionario. E questo ha aumentato i divari. Il secondo elemento che ha prodotto diseguaglianza è quello dell’evasione/elusione fiscale. Ma l’equità può essere una leva di sviluppo economico? Ormai da anni, perfino organismi come la Banca Mondiale e le Nazioni Unite indicano nella riduzione delle disuguaglianze e, quindi nell’equità, un fattore di sviluppo. Perché vuol dire che anche i figli dei più poveri avranno maggiori possibilità di andare a scuola e quindi di avere un futuro migliore. Io aggiungerei che se anche non fosse fattore di sviluppo l’equità sarebbe comunque un valore etico e di giustizia sociale da perseguire. La leva fiscale può contribuire a un processo di riequilibrio? Occorre premettere che l’idea che tenacemente rispunta nel dibattito italiano, e cioè che pagare le tasse sia qualcosa di sbagliato, fa parte dell’incultura civile di questo paese. Si può discutere sui livelli di tassazione, ma le regole occorre rispettarle. Del resto se una strada è ben illuminata e non ci sono delinquenti in giro o se a una scuola non cade il tetto è perché le tasse sono state pagate. Detto questo, il fisco può essere una leva di redistribuzione importante, come avviene nei paesi scandinavi. Ma, ripeto, occorre che le tasse si paghino, altrimenti si finisce col colpire sempre e solo una parte. in primo piano consumatori sionisti) e piccoli imprenditori, ma anche da grandi imprese, dal doppio lavoro dei dipendenti e dal lavoro di “giovani” pensionati”. Del resto, sempre in queste settimane, hanno fatto decisamente discutere i dati sulle dichiarazioni dei redditi di diverse categorie, da cui risulta che gioiellieri, baristi, venditori di auto dichiarano mediamente meno di un metalmeccanico. Ma anche i 42.825 euro dichiarati mediamente dai dentisti nel 2004 o i 20.101 euro dei gestori di ristoranti e pizzerie non “passano inosservati”. uno dei paesi europei a più elevato livello di diseguaglianza”. Lo strumento usato dai tecnici per calcolare il livello di disuguaglianza è l’indice Gini, che per l’Italia è di 10 punti superiore rispetto ai paesi scandinavi e di 5 rispetto a Francia e Germania. Per capire cosa significa disuguaglianza, basta guardare l’interessante libro scritto da due ricercatori della Banca d’Italia (“La ricchezza degli italiani” di Luigi Cannari e Giovanni D’Alessio), dove emerge che il 10% delle famiglie più ricche possiede il 27% dei redditi complessivi (e oltre il 40% della ricchezza), mentre il 10% delle famiglie più povere percepisce il 2,6% del reddito totale (e lo 0,3% della ricchezza). Sempre Cannari e D’Alessio evidenziano come, in base alle classifiche sui miliardari pubblicate nel 2002 dalla rivista “Forbes”, le 12-13 famiglie italiane più ricche possiedessero patrimoni per circa 35 miliardi di dollari, cifra che equivale alla ricchezza prodotta dai 3,5 milioni delle famiglie più povere. Fuori da facili demagogie, se da un lato c’è da dire che questi squilibri sono non lontani da quelli di altri paesi occidentali, Usa in testa, c’è anche da aggiungere che, sapere che 12 famiglie possiedono la ricchezza pari ad altre 3 milioni e mezzo di famiglie, fa riflettere un bel po’. Del resto i dati sull’andamento dei consumi di cui tante volte ci siamo occupati su queste pagine in questi anni, sono una evidente conferma delle difficoltà di molte famiglie ad arrivare a fine mese. Anche l’Istat ha appena presentato i dati sul 2005 che novembre 2006 confermano come l’11,1% delle famiglie, cioè 2 milioni e 585 mila nuclei pari a 7 milioni e mezzo di individui, siano in condizioni di povertà (cioè hanno una spesa mensile inferiore alla metà di quella media nazionale). Fisco non ti conosco Chiarito che, pur in un paese sviluppato e progredito le disuguaglianze ci sono eccome, un altro bel capitolo riguarda il capire chi è povero davvero e chi lo è solo per il fisco. E qui emerge l’altro grande tema dell’evasione fiscale, piaga storica e più che mai radicata nel nostro paese, specie dopo anni di condoni a raffica. Sempre nel libro di Cannari e D’Alessio si trova una stima dell’evasione che è intorno al 10% tra i lavoratori dipendenti, mentre tra gli autonomi e le imprese siamo al 55%. Altre stime proposte da due economiste come Silvia Giannini e Maria Cecilia Guerra, parlano di una evasione che oscilla tra il 27 e 48% del Pil, al punto da definire l’evasione “una delle industrie trainanti del nostro sistema economico negli ultimi dieci anni”. Non c’è qui lo spazio per approfondire l’atteggiamento culturale ed etico degli italiani rispetto all’evasione e quali strumenti sia opportuno adottare per combattere il fenomeno. Resta il fatto che l’evasione c’è e, come dicono le cifre è presente soprattutto nel campo del lavoro autonomo, anche se come ha precisato lo stesso viceministro (con delega alle questioni fiscali), Vincenzo Visco, “l’evasione non arriva solo dal popolo dei lavoratori autonomi (artigiani, commercianti, profes- 24 Le diversità territoriali Per non cadere in giudizi affrettati, occorre poi evidenziare un altro aspetto chiave. Che è quello delle differenze territoriali e segnatamente tra nord e sud. Secondo uno studio, guardando non alle medie nazionali, ma stando dentro ai singoli territori, il tasso di povertà sale al nord e scende al sud. Questo perché il costo della vita è del tutto diverso e campare con 1000 euro al mese in alcune città del nord è assai più difficile che non nel meridione. Così anche le dichiarazioni dei redditi di una medesima categoria, evidenziano differenze incredibili tra regione e regione. D’altro canto è pure vero che dal 1995 ad oggi è aumentato il divario nella suddivisione della ricchezza tra nord e sud, a tutto vantaggio del primo (lo scarto nel reddito equivalente è aumentato di 14 punti). Il ceto medio non esiste? Altro tema in discussione è quello sul ceto medio, se sia cioè quello che sta soffrendo di più questa fase. Per Massimo Baldini, le famiglie della classe media, anche se in complesso non risultano in assoluto impoverite, “sono leggermente più vicine ai poveri e decisamente più lontane dai ricchi rispetto a 10 anni fa”. Dato che conferma come la percezione di povertà sia anche legata a ciò che fanno gli altri soggetti con cui quotidianamente ci confrontiamo nella società. E se ci pare che viaggino più spediti di noi, allora il morale si abbassa. C’è poi anche da dire che è la nozione stessa di ceto medio a vacillare sotto i colpi della realtà. L’avanzare dell’economia low-cost, riduce distanze e modifica comportamenti e termini di paragone. Inoltre, guardando ai dati italiani, l’analisi di Massimo Baldini fa emergere una sorpresa. Guardando dentro al supposto ceto medio, si cibo e cultura di Massimo Montanari docente di Storia medievale e di Storia dell’alimentazione, Università di Bologna consumatori scopre come nell’ultimo decennio, le cose siano andate del tutto diversamente per le famiglie di lavoratori dipendenti rispetto agli autonomi. “Per impiegati e insegnanti - spiega Baldini - dal 1995 al 2004, il reddito reale è cresciuto del 3%, cioè meno dello 0,5% all’anno. Del tutto diverso il caso dei lavoratori autonomi, per i quali invece il reddito disponibile reale è cresciuto del 4% all’anno. Dunque, mentre nel 1995 il reddito medio della famiglia di un impiegato o di un insegnante era praticamente uguale a quello di una famiglia di lavoratori autonomi, nel 2004 esso è sceso a solo il 77% di quest’ultimo”. Dunque il peggioramento c’è ed è netto. Autonomi a chi? In questa serie di dati e di cifre che raccontano la fisionomia della società italiana, c’è infine da fare un’ulteriore raccomandazione. Ed è quella del non generalizzare rispetto ai lavoratori autonomi, non solo per quanto riguarda il tema evasione (perché sicuramente tanti onesti ci sono), ma anche rispetto a chi autonomo lo è, ma per forza e non per scelta. Alludiamo, semplificando, ai tanti giovani che, sballottati tra i “famigerati” contratti co.co.co, le partite Iva e altro, vorrebbero tanto approdare al lavoro dipendente, o almeno ricevere forme di tutela (previdenziale e assistenziale) più solide, ma non ne hanno la possibilità. E questo pesa nella difficoltà di questi giovani a costruire progetti di vita futura, come il mettere su famiglia o far figli. Non a caso i dati della Banca d’Italia evidenziano come a essersi impoveriti, tra il 1989 e il 2004, siano proprio i più giovani (cioè quelli sotto ai 30 anni), mentre i redditi degli anziani, nel raffronto, hanno retto meglio. Ciò non cancella il fatto che la pensione media mensile sia intorno agli 800 euro, ma semplicemente propone un raffronto tra due segmenti di popolazione nell’arco degli anni. Dopo tante cifre e dati c’è la conferma che il problema delle disuguaglianze nel nostro paese non è una invenzione. E che, come nota Luciano Gallino nell’intervista nelle pagine precedenti, i paesi che hanno meno disuguaglianze rispetto all’Italia alla fine sono anche quelli che producono e innovano di più. L’equità, oltre che per il suo valore etico e di giustizia sociale, è sicuramente una leva dello sviluppo. novembre 2006 LE MILLE MINESTRE Il Baccanale di Imola è dedicato quest’anno (4-19 novembre) al tema delle “minestre”: parola quasi magica, che possiede una straordinaria ampiezza di significati e copre una gran varietà di preparazioni gastronomiche. Una “minestra” non è qualcosa che si possa esattamente individuare e catalogare, nei suoi ingredienti o nelle sue forme. “Minestra” è semplicemente una vivanda liquida, più o meno densa, che si serve col mestolo e si porta alla bocca col cucchiaio. Sono questi gesti (e questi strumenti di cucina e di tavola) a definire l’identità di una “minestra”. Ma potremmo dire che la minestra in sé è un gesto: il gesto di distribuire, “ministrare” (da questa parola latina deriva il nostro “minestra”). Il gesto di offrire e condividere il cibo. Accostarsi al tema delle “minestre” significa anzitutto pensare a un gesto, e con esso alla dimensione conviviale con cui gli uomini, da sempre, amano condire il loro cibo quotidiano. Tale dimensione in questo caso è particolarmente evidente, perché la “minestra” – a differenza delle carni – si distribuisce ma non si suddivide. Del pollo puoi avere il petto, le cosce, l’ala: ogni pezzo è diverso dall’altro e può assumere, al di là dei gusti personali, importanti valori simbolici: il pezzo “migliore” andrà agli ospiti di maggiore riguardo. Con le “minestre” ciò è impossibile, 25 perché l’omogeneità della vivanda consente di distribuire di più o di meno, ma non “pezzi migliori”. La minestra è un cibo virtualmente democratico, e anche per questo – non solo per il fatto di qualificarsi come cibo “povero” – è stato il simbolo per eccellenza dei pranzi popolari e ugualitari: la minestra che nel Medioevo si distribuiva ai monaci o ai pellegrini aveva anche il compito di segnalare l’assenza di gerarchie fra di loro; un significato diverso, politico e non religioso, ma improntato anch’esso all’idea dell’uguaglianza, fu la “soupe populaire” (zuppa popolare) introdotta dalla rivoluzione francese – esiste ancora a Parigi l’istituzione che la distribuisce. È questa la magia della minestra. Da un lato essa è capace di rappresentare le diversità culturali: ogni paese ha la sua, ogni popolo riconosce le sue (anche il Baccanale imolese sarà ricco di confronti fra realtà culturali diverse, a sottolineare il carattere “aperto” di questo tipo di vivanda, adattabile e modificabile praticamente all’infinito). Ma al tempo stesso la minestra è un’idea di grande coerenza e di significato fortemente unitario, rappresentando la solidarietà degli uomini che si riuniscono attorno al desco per celebrare il rito collettivo della sopravvivenza, nel calore (spirituale e materiale) di un cibo che li affratella. consumare informati ambiente di Silvia Fabbri L’ Italia ha 65mila mq di pannelli solari fotovoltaici, contro i 750mila della Germania. Per paradosso, i comuni che hanno investito di più nella produzione energia solare, non sono quelli più a sud, più soleggiati cioè, ma Bolzano (con 5mila metri quadri di pannelli) seguito da Trento (4300). Le biomasse (derivanti dalla parte umida dei rifiuti urbani e industriali, come trucioli, segature, residui vegetali) potrebbero coprire fino al 40% del bilancio energetico mondiale; ma in Italia arriviamo sì e no al 2,5%. Tutto questo per dire che l’approvvigionamento energetico è uno dei grandi problemi ambientali del nostro paese. Perché continuare a usare petrolio e a consumare elettricità, che solo in minima parte viene prodotta attraverso le cosiddette fonti rinnovabili (come vento e sole), non solo è assai costoso per le nostre tasche e quelle del bilancio nazionale (le nostre bollette, dal ’92 od oggi, ci sono costate circa 30 miliardi di euro, di cui solo 6 sono andati all’energia pulita), ma quel che è peggio aumenta l’inquinamento delle nostre città, dei nostri fiumi dei nostri mari. Fa alzare la febbre delle nostre città, surriscaldandole, tanto che si avviano a passare estati che nel giro di qualche decennio potranno aumentare di 3-5 gradi. Infine, il nostro dissennato comportamento collettivo e individuale distrugge definitivamente risorse che ci rendono colpevoli nei confronti di chi verrà dopo di noi. Dopo l’indagine presentata sul numero scorso della nostra rivista (che presentava l’opinione di un campione di 1505 soci Coop) torniamo dunque a parlare di amnovembre 2006 26 biente, per capire come stimolare, dopo le opinioni, i fatti ed i comportamenti concreti e virtuosi. La parola alle associazioni ambientaliste “Sì – conferma Rossella Muroni, della segreteria nazionale di Legambiente – anche per noi il tema dell’energia è tra i più urgenti. Per le sue caratteristiche ambientali e climatiche l’Italia potrebbe essere davvero un importante punto di riferimento per l’energia solare fotovoltaica ed eolica. Ma in verità non si è mai investito seriamente in continua a pagina 28 > consumare informati consumatori cambiare rotta Aria inquinata dal traffico cittadino e dalle grandi industrie. Irrisori investimenti sulle fonti di energia rinnovabile. “Ma reagire si può e si deve, a partire da un modello di sviluppo alternativo a quello attuale”. La parola alle associazioni da Legambiente a Greenpeace Comportamenti virtuosi Dall’elettricità all’acqua, dagli elettrodomestici all’auto Ecco cosa fare per evitare gli sprechi e risparmiare Fare del bene a noi e all’ambiente è possibile. L’elettricità è uno dei fronti più concretamente aggredibili: spegnere la luce nelle stanze vuote e utilizzare lampadine a basso consumo può farci risparmiare circa 120 euro all’anno. Totalmente inutile è anche tenere accese le lucine rosse dello stand-by degli apparecchi elettronici: se tutti le spegnessero il consumo elettrico nazionale si ridurrebbe sensibilmente. Basti pensare che in Italia sarebbe possibile ridurre del 46% la domanda di energia elettrica adottando semplici misure di contenimento dei consumi domestici e adottando le tecnologie più efficienti sul mercato, cioè di classe A (dove la A sta per consumi più bassi, la G per quelli più alti). Per intenderci: una lavatrice di classe A consuma il 40% in meno; la lavoastoviglie riduce i consumi di funzionamento del 39%; un frigorifero o un congelatore arriva a una differenza, addirittura, del 65%. novembre 2006 Una volta fatto l’acquisto giusto, ci sono poi metodi di utilizzo imprescindibili. Per risparmiare elettricità • Usiamo le basse temperature, sia per la lavastoviglie che per la lavatrice. Andare oltre i 60 gradi, è inutile, anche perché ormai quasi tutti i detersivi in commercio funzionano benissimo anche a freddo • Cerchiamo di far funzionare i nostri elettrodomestici di sera o di notte, e a pieno carico. • Per quanto riguarda frigoriferi e congelatore, sbriniamoli frequentemente, evitiamo di tenerli aperti a lungo e non inseriamo al loro interno cibi caldi. • Nell’aspirapolvere puliamo spesso il filtro e teniamo sotto controllo il sacchetto: troppo pieno può “soffocare” il motore. Per risparmiare acqua Per quanto riguarda la preziosissima 27 acqua, preferiamo la doccia al bagno. Cerchiamo di realizzare piccoli ricicli: per innaffiare i vasi, ad esempio, usiamo l’acqua in cui abbiamo lavato frutta e verdura. Mentre ci laviamo i denti non teniamo il rubinetto aperto. Usiamo il regolatore di flusso dello scarico del water (fa risparmiare almeno 26mila litri l’anno). Il dispositivo di riduzione di flusso, che mescola acqua e aria, può dimezzare i consumi. Auto, rifiuti e acquisti Cerchiamo di utilizzare l’auto il meno possibile (a tutto vantaggio anche della nostra salute), e cerchiamo di differenziare i rifiuti. Più li dividiamo, più ricicliamo. Più ricicliamo e meno consumiamo. Infine, preferiamo merci prodotte o imballate con materiali riciclati. Compriamo prodotti biologici, quando possibile, e del mercato equosolidale. Anche l’etica fa bene all’ambiente. consumare informati consumatori questi ambiti. Anche perché, diciamoci la verità, in Italia l’ambiente in generale non gode di buona salute, anche perché non è mai stato la priorità di nessun governo. Certo, oggi guardiamo con grande fiducia all’esecutivo di Prodi. C’è un gran lavoro da fare: l’ambiente deve diventare trasversale a tutte le decisioni, un elemento di qualità delle scelte politiche del paese. Dobbiamo creare un modello alternativo al bieco sfruttamento che ha sempre contraddistinto l’Italia, e dobbiamo anche capire, una volta per tutte, che il nostro paese ha caratteristiche ambientali uniche. Valorizzarle non è solo un dovere, ma l’occasione per creare opportunità di lavoro e di crescita economica”. Il problema dell’approvvigionamento energetico è tra i più urgenti anche per Greenpeace che su questo tema ha incentrato una delle sue campagne, a livello italiano e non solo: “Occorre davvero una rivoluzione culturale energetica – spiega Giuseppe Onufrio di Greenpeace – che riduca la nostra dipendenza dall’estero, riduca le emissioni di gas serra e possa diventare un volano per l’economia e l’innovazione tecnologica. Va avviata al più presto una strategia credibile di sviluppo delle fonti rinnovabili”. E noi, cosa possiamo fare? Fin qui sembrerebbe che non sia affar nostro, che – in fondo - la questione della tutela ambientale passi per decisioni su cui poco o nulla possiamo influire. Insomma, l’ambiente è una preoccupazione assai pressante per tutti – come denuncia l’indagine condotta tra i soci Coop che abbiamo presentato nel numero scorso – più dell’oridine pubblico e delle guerre. Più della situazione economica e del rischio disoccupazione. Ma solo il 48,3% riesce a tradurre questa preoccupazione in azioni concrete e anche all’interno di questo gruppo si sconta una sorta di paralisi sul fronte delle scelte quotidiane. Per lo più (il 34,5%) si limita infatti a fare la raccolta differenziata dei rifiuti; poi c’è un 22,8% che dichiara di aver usato meno l’auto e un 20% che risparmia acqua. Il sondaggio Le associazioni ambientaliste? Secondo i soci c’è da fidarsi Associazioni ambientaliste promosse dai soci Coop, secondo i quali sono la fonte più attendibile sul fronte dell’ambiente. Certo, si meritano un voto poco più che sufficiente (ovvero di 6,87 in una scala da 1 a 10), ma sono praticamente alla pari (6,86) con centri di ricerca e universitari. Buono il dato di Coop che è terza con un “gradimento” di 6,61. Il 55,7% del campione sostiene che le associazioni sono obiettive nel rappresentare la realtà, ma il 22,8% ritiene siano un po’ troppo pessimiste. “In effetti – spiega Giuseppe Onufrio di Greenpeace – la modalità con cui ci muoviamo è quella della drammatizzazione, perciò nella lettura che i Soci Coop fanno di noi un fondo di verità c’è. Però non è che esageriamo. E del resto se non siamo noi a parlare di disastri, allora chi?”. In effetti novembre 2006 28 sono di forte impatto, le azioni di Greenpeace, e alcune occupano prepotentemente la ribalta… “Diciamo che noi crediamo, più che nel pessimismo, nell’ottimismo dell’azione”, conclude Onufrio. Che la comunicazione debba passare attraverso il concetto dell’allarme, lo sostiene anche Legambiente: “Anche se, – spiega Rossella Muroni – è un allarme che deve essere ‘dosato’ per avvicinare le persone ai problemi, non per provocare un distacco emotivo. Noi poi cerchiamo anche di sfuggire alle eccessive semplificazioni, alle banalizzazioni del messaggio. Altrimenti si corre il rischio di fornire degli alibi per il disimpegno. Insomma, se passa il messaggio che l’effetto serra è un disatro irreversibile, allora perché darsi da fare?” consumare informati la vignetta di ellekappa Dalla indagine commissionata da Coop tra i suoi soci emerge che l’ambiente è diventato il tema che preoccupa di più. Prima di guerre, conflitti e ordine pubblico 22,8 % 56,7 % Rispecchiano adeguatamente la realtà ed i problemi Sostengono solo chi non vuole opere utili davanti casa 21,5 % Peccano di eccessivo pessimismo Quale opinione ha sulle posizioni espresse da gruppi e movimenti ambientalisti? “Da una parte – commenta l’esponente di Greenpeace – è chiaramente percepito che i luoghi delle decisioni politiche sono lontanissimi da noi. Basti pensare alla vicenda Ogm e alla difficoltà di controllare la catena degli alimenti. Poi c‘è il tema anche della mancanza di alternative a uno stile di vita e di consumi che è quello dominante. Insomma, la consapevolezza delle persone – e dei soci Coop in particolare - è già molto alta. Bisognerebbe tuttavia offrire alle persone strumenti in più, rendendo disponibili opportunità differenti tra loro”. In sostanza, abbiamo davvero la possibilità di non usare l’auto (che sarebbe uno dei comportamenti più “virtuosi” da praticare)? Ci vengono offerte alternative credibili? “È vero che se si parla solo di effetto serra – spiega Rossella Muroni - sembra quasi impossibile fare qualcosa. Invece non è così: i cittadini hanno un potere molto forte, che è anzitutto il potere di essere consumatori. Poi sono elettori – e votare un partito o un altro non è una cosa neutra, rispetto ai temi dell’ambiente – e infine possono anche partecipare a manifestazioni, campagne, mobilitazioni. Insomma, il modo per far pesare le nostre convinzioni c’è”. Sì, ma cosa fare di concreto, giorno per giorno? “Scegliere – prosegue Rossella Muroni - di acquistare i prodotti equosolidali e biologici; per quanto riguarda gli elettrodomestici, spostarsi decisamente su quelli a basso consumo. È un enorme rispermio in termini energetici e anche per le nostre tasche: dobbiamo considerare che se spendiamo qualcosa in più, poi ammortizziamo la spesa nel giro di poco”. “Come Greenpeace – argomenta Onufrio – crediamo molto nelle mobilitazioni pubblicontinua a pagina 31 > novembre 2006 29 un pianeta da difendere di Mario Tozzi primo ricercatore Cnr - Igag e conduttore televisivo consumatori che. Ma siamo anche convinti che la scelta di cosa comprare valga più di una manifestazione. Perciò occorre investire sull’informazione, perché i cittadini conoscano le alternative possibili, e promuovere le etichette che consentono di rendere chiara la variabile ambientale”. Ovvero, che permettano al cittadino di capire se è meglio, in una prospettiva ecologica, comprare una marca o l’altra: un prodotto biologico o di lotta integrata, l’aglio di casa o nostra o quello cinese, il frigo che costa meno ma ha una bassa classe di efficienza o quello più costoso che però, alla lunga, ci farà risparmiare. Ristrutturazioni in corso? Sia che si tratti di un’unica abitazione indipendente che nel caso di un condominio, è utile informarsi presso la propria Regione su quali incentivi sono previsti per l’installazione di impianti solari termici per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua e anche per pannelli solari fotovoltaici per la produzione di elettricità. Fare a meno dell’auto si può E poi c’è il problema dell’auto, percepito dai soci Coop come uno dei più gravi: per il 34,8% l’inquinamento dell’aria è tema tra i più urgenti, ma anche il problema più difficilmente affrontabile. Il 52% del campione pensa che le targhe alterne siano poco utili, anche se c’è un 24,6% che crede nella funzione educativa del provvedimento che almeno ci costringe a sperimentare altri mezzi di trasporto. “Bisogna dare il via a nuove politiche più coraggiose, anche impopolari se occorre – dice Muroni – perché le nostre città sono inquinatissime, al collasso. A forza di parlare di diritto alla mobilità non ci muoviamo più. Un diritto che va esercitato con mezzi collettivi”. Insomma è un altro ambito in cui provare a passare dalle parole ai fatti: organizzandosi coi colleghi di lavoro, per far girare meno auto, o facendo i turni tra mamme e papà che caricano non solo il proprio bambino ma anche gli amichetti. “Chiediamoci come è possibile – conclude Rossella Muroni – che in ogni macchina ci sia solo una persona, anche in città medio-piccole. Sono convinta che sia possibile fare meglio di così a partire dai comportamenti quotidiani”. nnn novembre 2006 Ipocrisie ambientali L’ordine pubblico, la criminalità e certamente il rischio di guerre alle porte, oppure i servizi sociali, sono tutti aspetti che preoccupano i lettori di questo mensile, ma – incredibile a dirsi - il primo problema è diventato ora quello ambientale. Non solo: quasi la metà dei lettori dice di avere cambiato i propri comportamenti di vita proprio a causa di questa preoccupazione. Chi ha cominciato a raccogliere i rifiuti in modo differenziato, chi riduce il consumo d’acqua, chi - addirittura! - usa meno l’autovettura. Sono senza parole, pensavo di trovarmi di fronte il Paese dei blocchi stradali contro i rifiuti, degli inquinatori mai puniti, dei palazzinari e dei costruttori abusivi, dei fanatici delle SUV e della caccia nei parchi naturali. E, invece, mi trovo di fronte cittadini esemplari che si preoccupano e si danno da fare per migliorare l’ambiente. Mi dispiace ma non ci credo. E i numeri dello sfascio ambientale e dell’arretratezza culturale dell’Italia stanno lì a dimostrarlo. L’Italia è ancora il regno della cementificazione del territorio che procede al ritmo forsennato di 150.000 ettari all’anno, è il regno delle costruzioni abusive (250.000 soltanto fra il primo e il secondo condono edilizio, 1985-1995), del dissesto idrogeologico causato dall’apertura di nuove strade, della compromissione del patrimonio naturalistico a causa dell’espansione urbana, della caccia e di un malinteso senso del turismo di massa. Il sondaggio dice che in molti hanno abbandonato l’auto privata. Ma dove? Quando? L’Italia è prima in Europa per numero di autovetture circolanti: ci sono 2 auto ogni 3 abitanti per un totale di quasi 35 milioni di automezzi; nel continente la media è di 43 auto ogni 100 abitanti, da noi sono oltre 53. Inoltre gli italiani percorrono su ruota più km che qualsiasi altro europeo, visto che siamo passati dai quasi 2.500 km all’anno del 1960 ai circa 15.000 di oggi, cosa che conferma come più strade producano sempre e comunque un traffico maggiore. In Italia l’81% della mobilità è soddisfatto dall’auto privata e il 76% delle merci viaggia su camion, con un incremento spaventoso dalle 37.000 tonnellate per kilometro del 1960 alle oltre 200.000 di oggi. Tutto questo nonostante un cavallo vapore terrestre trasporti circa 150 kg su gomma (uno ferroviario 500) e uno marino fino a 4.000: lo svantaggio energetico di trasportare, per esempio, una tonnellata di arance da Palermo a Genova via terra dovrebbe essere talmente evidente da scatenare una corsa al cabotaggio di cui però non si registra alcuna traccia. Però, l’Italia importa via mare il 70% delle sue merci: così altri usano i nostri corridoi marini, mentre noi ci guardiamo bene dal farlo. Costruire più strade per alleviare il traffico è come allentare la cintura per curare l’obesità. Ma noi siamo il Paese delle strade: 308.000 km di strada ufficiali, cioè 1 km lineare per ogni kmq di territorio, cosa che si traduce nel traffico spaventoso che ben sappiamo. Infine ce ne stiamo nelle nostre case in canottiera d’inverno e col maglioncino di filo in estate, creando un clima artificiale che spreca e inquina. Ma di quale Italia stiamo parlando? 31 consumatori consumare informati Alcune immagini del centro commerciale “I Malatesta” a Rimini, dove sono stati adottati diversi accorgimenti per ridurre i consumi energetici coop, fatti per di Dario Guidi L ’attenzione alla convenienza, alla qualità, ai prodotti del mercato equo e solidale, a quelli biologici. Sono tutti titoli di prima pagina nel quotidiano lavoro di Coop rivolto ai propri soci e ai consumatori. Ma l’ambiente, la lotta all’inquinamento, l’impegno a consumare meno energia, a ridurre rifiuti e imballaggi a che punto sono nell’agenda Coop delle cose da fare? Tranquilli, sono anche questi in prima pagina, ed anzi l’intenzione è quella di investirci ancor di più. Dopo l’indagine presentata nello scorso numero di Consumatori, in cui abbiamo proposto l’opinione di 1505 soci proprio sulle tematiche ambientali, era doveroso tornare sull’argomento in maniera ampia. E oltre al parere delle associazioni ambientaliste (ospitato nel servizio nelle pagine precedenti), era altrettanto doveroso documentare le attività e l’impegno Coop su un versante che tanto sta a cuore ai suoi soci e preoccupa l’intera opinione pubblica. “Sull’ambiente il mondo Coop lavora da anni e con importanti risultati – spiega il responsabile nazionale delle politiche sociali Loris Ferini – Ma abbiamo deciso che, per valorizzare quanto facciamo, ed anche per fare un ulteriore salto di qualità nel nostro lavoro, era necessario un più forte coordinamento anche perchè occorre far lavorare insieme competenze diverse, a livello nazionale e nelle singole cooperative. Così è nato il gruppo ambiente nazionale che promuoverà gli interventi su tre fronti: il primo è quello dei punti vendita, della loro progettazione e realizzazione, per contenere e ridurre l’impatto ambientale e i consumi energetici. Secondo fronte è quello che riguarda le merci, la filiera ed i processi produttivi. Qui c’è tutto quanto fa in particolare Coop Italia per le produzioni biologiche, senza l’uso di pesticidi e Ogm, ma anche l’impegno a ridurre imballaggi e per aumentare l’uso di materiali riciclati. Il terzo fronte è quello di stimolare modelli di consumo consapevole, di promuovere educazione e campagne di sensibilizzazione. Cito da ultimo l’accordo col Ministero per l’ambiente sul Car sharing. E proprio col Ministero stiamo definendo un accordo quadro per costruire progetti insieme e impegnarci a sperimentare soluzioni innovative. Per il 2007 promuoveremo iniziative di rilievo, che vedranno coinvolta anche la nostra rete di vendita come luogo di promozione di sensibilizzazione e conoscenza”. Meno imballaggi, più materiali riciclati Se questo è il quadro generale, vediamo più nel dettaglio cosa Coop ha fatto e sta facendo sui fronti indicati da Ferini. Cominciamo da quello degli imballaggi e dei materiali riciclati. “Qui i risultati sono già importanti - spiega il direttore qualità di Coop Italia Maurizio Zucchi -. Dal 2000 al 2005 sono quasi 6500 le tonnellate di materiali risparmiati”. Si va dall’eliminazione dell’involucro in prodotti come la maionese in tubo e il dentifricio, all’introduzione delle ricariche per ammorbidenti, detergenti per la persona e prodotti per la pulizia di vetri e altre superfici. Poi c’è l’impegno che va avanti da anni per l’uso di plastica riciclata per detersivi vari, candeggine e ammorbidenti e l’uso della cellulosa riciclata per i contenitori di uova biologiche e di biancheria da casa”. Ma c’è dell’altro, sul versante delle cose già fatte. Coop, anche qui con una scelta impegnativa e d’avanguardia, già da oltre un anno ha introdotto le sportine degradabili, in un materiale plastico che si decompone nel giro di 18 mesi (mentre per il normale polietilene servono decine di anni). E considerato che nella rete Coop nel 2005 sono stati distribuiti 380 milioni di sportine (per circa 4500 tonnellate di prodotto), le cifre parlano da sole. “Altra novità - aggiunge Zucchi - è quella relativa all’introduzione di prodotti in Pla: piatti e bicchieri del tutto simili alla plastica, ma in realtà fatti con un materiale derivante dalla fermentazione dello zucchero a sua volta derivato dal mais e non dal petrolio. Dunque si tratta di prodotti al 100% biodegradabili. Ora il Pla viene usato anche in sacchetti dell’ortofrutta Coop di quarta gamma (quella già lavata e tagliata). Inoltre stiamo gradualmente estendendone l’utilizzo anche continua a pagina 35 > novembre 2006 32 consumare informati l’ambiente 6500 tonnellate risparmiate in 5 anni tra materiali riciclati e minori imballaggi, energia prodotta con fonti rinnovabili e nuovi standard per far sì che i centri commerciali consumino meno elettricità e metano. Ecco cosa fa Coop per l’ecologia Greenlight A Rimini Illuminare risparmiando L’iper a “impatto zero” Dal 2001 al 2005 effettuazione di 135 interventi (88 su punti vendita nuovi e 47 di ristrutturazione di punti vendita già esistenti) destinati ad installare tecnologie di illuminazione più efficienti da un punto di vista energetico e migliorative della qualità dell’illuminazione stessa, con un bilancio del periodo che ha portato al risparmio di 20.481 megawattora (MWh). Sta in queste significative cifre la spiegazione del riconoscimento che Coop ha ricevuto nell’ambito di un progetto promosso dalla Commissione europea come “Green Light partner award” 2006 cui Coop partecipa atraverso Inres e 10 cooperative. Gli interventi sulle tecnologie di illuminazione condotti in questi 5 anni hanno riguardato l’installazione di lampade ad alta efficienza, fluorescenti e ceramiche a ioduri, l’installazione di reattori elettronici e di sistemi di controllo automatico di accensione e spegnimento delle luci ed hanno riguardato una superficie di vendita di circa 444 mila metri quadrati in negozi delle 10 cooperatuive aderenti al programma. A completare il panorama delle novità ambientali offerte dal centro commerciale “I Malatesta” di Rimini (oltre a quelle citate nell’articolo principale) ci sono anche diversi altri elementi. Per migliorare l’isolamento termico (non far surriscaldare d’estate e non disperdere d’inverno), una porzione dell’edificio è coperto da un tappeto erboso di circa 4 mila metri quadrati. I posti auto dei parcheggi sono invece ombreggiati ed è stata realizzata una vasca da 700 metri cubi per recuperare acqua piovana da riutilizzare, con una riduzione dei consumi di 3 milioni di metri cubi all’anno. Altri accorgimenti riguardano la logistica (per ridurre gli spostamenti per il trasporto delle merci) e la raccolta differenziata dei rifiuti (circa 400 mila chili in un anno). Il tutto contribuisce al progetto di un iper a “impatto zero” sul piano delle emissioni di ossido di carbonio (CO2). Come spiegato nell’articolo, ai minori consumi, si unisce la scelta “politica” di Coop Adriatica, concordata col Comune di Rimini, di acquistare titoli di credito energetico secondo quanto previsto dagli accordi di Kyoto. novembre 2006 33 PROMOZIONE MUTUI Mutuo Casa 0,80 * cogli la promozione Metti un mutuo nel carrello. Rivolgiti al personale del Punto Soci Prestatori oppure al Promotore Finanziario Simgest * Esempio: per mutuo a tasso variabile con rimborso in 20 anni Euribor 1 mese media 10/06 - spread 0,80 per 150.000 - ISC 4.1097 La richiesta di mutuo è soggetta a valutazione ed approvazione da parte dell’istituto erogante. oppure chiama da lunedì a venerdì 8,30-13,30/14,30-16,30 SERVIZIO PROPOSTO DA Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali si farà riferimento ai fogli informativi disponibili presso tutti i promotori di Simgest. Messaggio pubblicitario con finalità promozionale. Per le condizioni contrattuali si farà riferimento ai fogli informativi disponibili presso tutti i promotori di Simgest consumare informati consumatori per il confezionamento di prodotti di gastronomia, latticini e salumi nei punti vendita. Così, dalle 170 tonnellate di Pla usate nel corso del 2005, la previsione per il 2006 è di arrivare a circa 250”. Per completare il quadro su questo versante sono poi da citare anche tutti i prodotti a marchio eco-label proposti da Coop: dai detersivi ai tovaglioli, alla carta igienica in carta riciclata al 100%. Ci sono poi i prodotti FSC, cioè con cellulosa non proveniente da distruzione di foreste vergini (anche qui fazzoletti, carta casa, tovaglioli ecc) ed anche le lampade a risparmio energetico (meno 80% di energia consumata a parità di illuminazione rispetto alle normali lampade ad incandescenza) e le pile ricaricabili. Inoltre vanno ricordate le storiche attività sull’agricoltura ecocompatibile: le produzioni biologiche (oltre 300 prodotti), le produzioni di ortofrutta a lotta integrata, l’impegno a garantire l’assenza di ogm. Punti vendita pensati per risparmiare energia Ma l’altro grande capitolo dell’impegno Coop è relativo ai punti vendita, alla struttura dei grandi centri commerciali che ospitano ogni giorno decine di migliaia di persone e che dunque consumano grandi quantità di energia. Anche qui il mondo Coop ha operato una svolta, tesa a rendere sistematiche una serie di innovazioni mirate a ridurre i consumi e a dare maggiore efficienza a queste strutture, sempre in un ottica di equilibrio e compatibilità dei costi. “Una nostra attenzione su questi temi c’è già da diversi anni – spiega Fortunato Della Guerra, direttore di Inres (Istituto nazionale consulenza progettazione ingegneria), la società del sistema Coop che si occupa proprio della progettazione dei punti vendita – Ma, nel 2005, con l’inaugurazione del centro commerciale “I Malatesta” di Coop Adriatica a Rimini abbiamo realizzato una sorta di modello che ora è per molte cose il parametro di riferimento per tutti gli interventi futuri. A Rimini, grazie a uno stretto lavoro col Comune, è infatti nato un centro commerciale a emissione zero per quanto riguarda l’anidride carbonica”. Elencare tutte le misure e gli accorgimenti presenti sarebbe davvero lungo e non semplice. Sul fronte del riscaldamento (con l’uso di metano) e del condizionamento si va dall’uso delle caldaie a condensazione, al recupero del calore contenuto nell’aria espulsa o di quella novembre 2006 prodotta dagli impianti di refrigerazione, a sonde che misurano la qualità dell’aria e riducono o intensificano il ricambio in funzione delle effettive necessità. Quanto al consumo di energia elettrica ci sono diversi sistema di recupero dell’aria espulsa e di ottimizzazione dell’accensione degli impianti in base alle condizioni ambientali effettive. A migliorare i consumi, ma soprattutto a indicare una volontà per il futuro, a Rimini ci sono anche un generatore eolico (cioè che produce energia col vento) e un impianto fotovoltaico, che insieme producono 63.542 kilowattora all’anno. Il complesso di questi interventi consente un abbattimento del 28,43%, quindi quasi un terzo, sui consumi per condizionamento e riscaldamento di un normale ipermercato, pari a 132 tonnellate di CO2 in un anno, ovvero l’equivalente di 56 tonnellate di petrolio. A ciò si aggiunge anche l’intervento sui sistemi di illuminazione su cui Coop è impegnata da anni ed ha ottenuto un riconoscimento europeo (vedi la scheda apposita). Ovviamente tutto ciò non basta ad azzerare le emissioni del centro commerciale. Per garantire di raggiungere l’emissioni zero subentra un passaggio “politico” da parte di Coop Adriatica che acquisterà ”titoli di emissione” ed energia da fonte rinnovabile secondo il meccanismo virtuoso introdotto col protocollo di Kyoto. “Tutte le principali misure di ottimizzazione e risparmio applicate a Rimini – spiega Della Guerra – vengono ora introdotte in tutta la nostra nuova rete. Cioè diventano lo standard progettuale di riferimento” taici. Col decreto del luglio 2005 si è attivato il Conto energia, per cui il valore dell’energia prodotta da questo tipo di impianti viene incentivato economicamente per una durata di 20 anni. Tra le migliaia di richieste presentate a livello nazionale, quattro di quelle Coop sono già state ammesse. Si tratta degli impianti del citato iper di Rimini, quella del centro distribuzione e sede di Coop Centro Italia, quello per la sede Inres a Sesto Fiorentino e di un altro centro distribuzione e sede di Unicoop Tirreno. Per altri sei progetti (2 iper di Coop Adriatica, 2 di Coop Estense e 2 di Unicooop Firenze) è stata presentata domanda e si è in attesa dell’esito. A completare il quadro, davvero ampio, delle attività Coop verso l’ambiente c’è infine anche l’adesione ai progetti europei di Greenbuilding per la diffsione della cultura della costruzione e gestione di edifici con modalità e tecniche che consentano di ridurre i consumi di energia. Ma su questo torneremo in futuro… C’è anche il fotovoltaico Un altro capitolo di intervento ormai avviato è quello degli impianti fotovol- Sopra una confezione di piatti in Pla, il materiale ricavato dal mais. Sotto i contenitori per ammorbidenti Coop realizzati in plastica riciclata 35 consumare informati consumatori La casa col Con la domotica, ovvero l’automazione domestica, è possibile dotare gli alloggi di tecnologie che consentono a persone con handicap fisici o cognitivi di mantenere l’autosufficienza più a lungo. “Ma sono dispositivi che migliorano la vita di tutti” I mmaginate una casa intelligente. Che ci avvisa se dimentichiamo il gas aperto. Che regola l’apertura delle tapparelle sulla quantità di luce che c’è all’esterno, che “sente” temperatura e tassi di umidità per accendere o spegnere l’impianto di climatizzazione. Che al nostro passaggio fa accendere le luci. Che capisce se i suoi abitanti stanno male e, nel caso, chiama un medico. Fantascienza? Nient’affatto. È la domotica, altrimenti detta automazione domestica. Che trasforma le quattro mura di casa nostra in una sorta di organismo sensibile ai nostri problemi e alle nostre esigenze, in grado di reagire alla nostra presenza in modo interattivo. Questa nuova modalità di progettazione abitativa si propone come ricerca e proposta di soluzioni ai problemi delle persone con ridotte capacità motorie. Ma da lì in avanti, ne ha fatta di strada. “Oggi la domotica – spiega Pietro Andreotti, ingegnere e presidente dell’Icie, istituto cooperativo per l’innovazione – è per tutti. Dotare la nostra casa, ad esempio, di un impianto elettrico dotato di una centralina elettronica, ci permetterà un domani – in caso di necessità – di sviluppare delle funzioni che ci consentiranno di affrontare più serenamente situazioni di difficoltà. O anche solo di controllare la sicurezza del nostro appartamento”. Insomma di proteggerlo dai ladri o dagli incendi avvisando non solo noi, che magari siamo lontani da casa, ma anche forze dell’ordine o vigili del fuoco. “Bisognerebbe – spiega ancora Andreotti – considerare queste dotazioni alla stregua di molte altre che diamo per scontate”. Già, perché quello che davvero sorprende è quello che può fare la domotica per gli anziani e i disabili, ovvero renderli più autonomi. Cioè più liberi. Qualche esempio? A Mantova, per conto del Comune, l’Icie ha contribuito alla realizzazione di 28 alloggi destinati alle persone anziane autosufficienti. “Si tratta di case – spiega Andreotti – progettate per forme di disabilità più cognitive che motorie. Capaci di avvisare con allarmi qualora ci si dimentichi del gas, dell’acqua o anche della porta del frigo aperti”. “E quando parliamo di allarme – continua Andreotti – parliamo di sistemi di telesoccorso collegati in remoto con chi può soccorrere l’anziano”. Ogni accensione/spegnimento è regolata da un unico telecomando e ciascun alloggio possiede i percorsi di illuminazione notturna, con un videocitofono e, all’aperto, con sostegni che aiutano l’anziano a passeggiare sorreggendosi. Lo stesso concetto del collegamento remoto consente L’alloggio realizzato all’ospedale di Sondalo per favorire il recupero dell’autonomia dei disabili novembre 2006 36 consumare informati cervello altri tipi di applicazione, che ci aiutano a comprendere quanto la domotica può essere una soluzione a problemi quotidiani, non necessariamente legati all’età o a una disabilità. Con un impianto elettrico collegato a una centralina con cui possiamo metterci in contatto o via telefono (anche cellulare) o via internet, possiamo – stando fuori casa – avviare elettrodomestici, riprogrammare tempi e temperatura dell’impianto di climatizzazione, o chiudere le finestre in caso di pioggia. L’allarme che “vede” L’anziano – o comunque la persona con disabilità cognitive – può essere monitorato anche attraverso un segnalatore (sempre in modalità di telesoccorso) che si allarma quando nel corso della notte, dopo un etermi- nato periodo tempo, non torna a coricarsi. Oppure – nel caso di terapie salva-vita – grazie a un dispenser di farmaci che, regolato sugli orari della terapia, ne segnala la mancata assunzione. Ma quanto costa rendere domotica la propria casa? “Ovviamente – spiega Andreotti - dipende molto dai problemi a cui si intende dare soluzione. Però diciamo che un dispositivo per la rilevazione di fumo, gas e acqua costa intorno ai 540 euro; il sistema di gestione degli elettrodomestici non costa più di 350. Per gli apparecchi illuminanti di sicurezza si potranno spendere 80 euro”. Un’ipotesi di spesa formulata dall’Icie per un bilocale domotizzato (cioè dotato di accensione/spegnimento luci con telecomando a raggi infrarossi; pulsante con funzione di spegni-tutto collocato continua a pagina 38 > novembre 2006 37 consumatori rubricag consumare informati Il bagno con i dispositivi per facilitare i movimenti. Nell’immagine in alto, la cucina domotica all’uscita dell’abitazione; un rilevatore a soffitto che accende automaticamente le luci in caso di presenze indesiderate e per la regolazione automatica della temperatura) costa intorno ai 2.450 euro. Se poi a questa dotazione si aggiunge il sistema antiintrusione, la rilevazione acqua gas e fumo con relativo avvisatore acustico, spenderemo altri 2500 euro circa. Tende e tapparelle motorizzate e collegate a un anemometro per la loro chiusura automatica in caso di necessità (pioggia, forte vento, eccetera), ci costeranno non più di 770 euro. Tutte queste soluzioni, ovviamente, diventano assolutamente necessarie e vitali nel caso delle persone con disabilità motorie permanenti. “Specie quando si tratta di persone giovani”, spiega l’ingegnere. Persone che hanno un’aspettativa di vita lunga e che non si rassegnano (e chi ci riuscirebbe?) a una perdita totale della propria autonomia. La domotica in questi casi salva davvero la vita. Non solo per tutti i sistemi di allarme che segnalano difficoltà o cadute, consentendo un incontinua a pagina 39 > Anche i calcolatori “vedono” I computer possono riconoscere un corpo e un volto Così fanno scattare il telesoccorso in caso di caduta Il futuro è già qui. E si chiama visione artificiale. Si tratta di un dispositivo collegato a un computer che non solo è in grado di rilevare un fenomeno “misurabile” come la presenza di fumo, ma anche riconoscere la caduta di una persona, o il suo svenimento. Un calcolatore, cioè, in grado di vedere. “In verità – Rita Cucchiara, docente del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione dell’Università di Modena Reggio Emilia – è da circa 25 anni che cerchiamo di poter replicare al calcolatore i processi più raffinati della visione umana. Tra questi, quello del riconoscimento di un corpo e di un volto”. Le applicazione della visione artificiale sono molteplici, a partire dal monitoraggio di persone – come raccontiamo nel servizio principale - che altrimenti avrebbero bisogno di assistenza continua. “Anche perché la telecamera – spiega la professoressa Cucchiara - turba. È fastidioso per tutti sapere di essere visti senza poter vedere, a nostra volta, chi ci guarda. E poi mettendo un occhio umano dietro una camera sponovembre marzo 2006 2004 stiamo solo il problema, non lo risolviamo, perché l’allarme – in caso di caduta o svenimento della persona tenuta sotto controllo scatta solo se c’è qualcuno che vede quel che accade”. La medesima questione si pone nel caso di un’ulteriore applicazione della visione artificiale, cioè in quella da ambiente esterno, per finalità legate al tema della sicurezza urbana. “È inutile - spiega la professoressa Cucchiara – disseminare la città di telecamere, se poi non c’è nessuno a guardarle, dall’altra parte”. Anche in questo caso si tratta di “insegnare” al calcolatore a riconoscere i comportamenti e a reagire a quelli anomali. “Le applicazioni, possono riguardare ad esempio i sottopassaggi pedonali. Attraverso la visione artificiale, anche in questo caso, possiamo rilevare un corpo che si ferma troppo a lungo, o che cade”. Ma una delle più interessanti applicazioni della visione artificiale è stata condotta a Reggio Emilia, con fondi della Regione Emilia-Romagna. Il progetto, in collabora- 38 zione col Comune di Reggio, è stato battezzato Laica (Laboratorio di Ambient Intelligence per una Città Amica): “Come Imagelab, la struttura che dirigo all’interno del Dipartimento di ingegneria informatica, abbiamo installato alcuni prototipi di videocamere al Parco del Popolo per inviare ai cittadini le immagini del parco. Lo scopo è quello di informarli in tempo reale sulla situazione del parco, sia dal punto di vista della sicurezza, mostrando se ad esempio è abbastanza frequentato, o sulle condizioni del terreno, se invece si vuole fare sport all’aperto. Abbiamo risolto il problema della tutela della privacy attraverso una modalità di visione artificiale che riconosce l’area dell’immagine di un corpo relativa a un volto e lo oscura”. Insomma, il calcolatore riesce a capire che cos’è un viso, a selezionarlo e a cancellarlo. Incredibile, ma vero. Per accertarsene basta andare sul sito www.imagelab.ing.unimo.it che contiene una serie di video che mostrano appunto la capacità del calcolatore di “riconoscere” i volti. consumare informati consumatori tervento immediato, ma anche perché, con la domotica, il disabile può fare da solo. Può cucinare, può lavarsi, può alzarsi o andare a dormire. L’alloggio che rende autonomi Un esempio concreto? L’Icie ha realizzato – in stretta collaborazione con l’azienda sanitaria locale e col finanziamento della Comunità europea – un appartamento “di transizione”, interno all’ospedale di Sondalo che consente alla persona divenuta disabile di mettersi alla prova, prima delle dimissioni, in un ambiente accessibile e tecnologicamente avanzato e di conoscere e sperimentare tutte le possibili soluzioni da trasferire presso la propria casa per incrementare la propria autonomia. “Si tratta – spiega il presidente dell’Icie – di un appartamento completamente domotizzato, che dimostra concretamente il concetto di soluzione integrata dei problemi posti da una disabilità di tipo motorio. Con questa casa dimostriamo alla persona che è possibile, con la tecnologia, risolvere i suoi problemi”. Ma cosa c’è in questa casa? Anzitutto un telecomando unico, che si può comandare anche con la voce e che regola accesione e spegnimento delle luci, delle porte (compresa quella di ingresso), delle imposte, della tv e dello stereo. Lo stesso telecomando vocale a raggi infrarossi regola anche l’impianto di climatizzazione. Una centralina elettronica collegata a un computer tiene monitorato il paziente: sia attraverso un sensore da polso – che trasmette 24 ore su 24 i dati relativi a pressione sanguigna, battito cardiaco e temperatura corporea – che tramite segnalatori che rilevano cadute o svenimenti del paziente. Inoltre, sempre per consentire al paziente la massima autonomia possibile, in cucina i mobili sono strutturati a misura di carrozzina. I pensili si muovono in verticale lungo bina- L’assenza mobili nella parte inferiore della cucina ne consente l’utilizzo anche ai disabili ri che consentono al disabile di avere a portata di mano pentole e stoviglie. Anche la camera da letto è automatizzata: il letto si muove (in verticale e orizzontale) e ruota per consentire alla persona di trasferirsi dalla carrozzina a letto. Dal letto al bagno scorre poi una sorta di teleferica (ricorda un po’ uno skylift), cui è agganciata una imbragatura che trasporta il paziente in bagno. nnn In casa nostra La domotica in casa nostra: dal termostato al telecomando Domotica: una parola che indica tutte le forme di automazione domestica, da quelle più semplici a quelle più complesse. Le più semplici, magari, le abbiamo già in casa senza saperlo: un tradizionale impianto antifurto, ad esempio, è una delle più banali applicazioni della domotica. Oppure il termostato collegato all’impianto di riscaldamento, che registra la temperatura e si accende quando si abbassa troppo. Ma anche il telecomando per aprire il cancello a distanza, o il videocitofono… Insomma, la domotica sembra qualcosa di futuribile, ma in realtà ci accompagna già nella vita di tutti i giorni. Altra cosa sono invece le applicazioni più avanzate e già ampiamente sperimentate e praticate, come tutti gli ausili per le disabilità motorie. Dalle centraline elettroniche per il controllo di tutti gli impianti di casa (da quello elettrico a novembre 2006 39 quello termico, fino agli elettrodomestici), ai rilevatori che fanno chiudere le imposte di casa quando scende la notte, o piove o si alza troppo vento. Così come le chiavi di casa a riconoscimento vocale, una specie di “apriti sesamo” contemporaneo. Altrettanto praticati e disponibili sul mercato sono tutti gli ausili per le disabilità cognitive, come gli allarmi che segnalano se il gas è rimasto acceso o la porta del frigo aperta. Con i sistemi che riconoscono i comportamenti anormali e reagiscono avvisando un operatore di telesoccorso entriamo invece nell’ambito più recente e avanzato, ma altrettanto disponibile e non solo a livello di prototipi. Questo è il campo della visione artificiale, cioè di un calcolatore che, a partire dall’immagine di una videocamera, riesce a interpretarla. E reagisce se la persona monitorata cade a terra. consumare informati di Aldo Bassoni T Il rischio utto è incominciato con il flavr savr, un pomodoro geneticamente modificato per arrivare sulle tavole dei consumatori rosso e sodo come il giorno in cui è stato raccolto tanto tempo prima, in un’altra parte del mondo. Per ottenere questo risultato bastò che gli scienziati della Calgene inserissero nel suo dna un gene che ne ritardava l’invecchiamento. Il pomodoro poteva viaggiare per giorni e giorni senza deteriorarsi. Peccato che quando arrivava faceva schifo e puzzava. La Calgene spese 200 milioni di dollari per migliorarlo, ma finì in crisi e fu assorbita dalla Monsanto che abbandonò il progetto. Da allora sono passati anni e i nuovi padroni delle biotecnologie applicate alle piante si sono dedicati ad altre più sicure e redditizie colture come il mais, la soia, il cotone e la colza. Di recente ci hanno provato anche con il riso, questa volta per creare una varietà ricca di vitamina A, il famoso gold rice che avrebbe dovuto risolvere i problemi nutrizionali delle popolazioni sottoalimentate dell’Asia e dell’Africa. Purtroppo è venuto fuori che di vitamina A ce n’era proprio poca e che una specie di riso rosso naturale coltivato sull’Himalaya ne contiene addirittura di più. E intanto si va avanti col mais, la soia e la colza. Come? Come capita. “Siamo in Iraq per spargervi i semi della democrazia in modo che possano germogliare e propagarsi in tutta la regione”. Quando George W. Bush pronunciò questa frase nessuno pensava che i semi ai quali alludeva fossero quelli della Monsanto. Poi, uno dei primi atti dell’allora governatore Paul Bremmer fu proprio quello di mettere fuorilegge le antiche pratiche dei contadini iraqeni, abituati da millenni ad utilizzare le proprie sementi, ed obbligarli ad acquistare quelle della Monsanto, della Syngenta, della Bayer e della Dow Chemical, le maggiori multinazionale degli ogm che creano e vendono sementi brevettate in mezzo mondo. Mentre storicamente la costituzione iraqena proibiva la proprietà privata di risorse continua a pagina 42 > Cos’è un Ogm La normativa in Italia Un Ogm è un organismo nel quale, tramite operazioni di ingegneria genetica, si riescono a innestare pezzi di dna di un altro organismo, per creare esseri non presenti in natura e non ottenibili tramite incroci. Nel caso delle piante, come mais e soia, l’innesto di un gene di batterio può creare una specie resistente a un diserbante o all’attacco di un insetto o, ancora, al freddo. Il nuovo organismo, inoltre, è di “proprietà” della ditta che l’ha creato. È il caso, ad esempio, della soia Roundup Ready della statunitense Monsanto, geneticamente modificata per resistere a un erbicida, anch’esso prodotto dalla multinazionale, che quindi fa affari vendendo sia le sementi che l’erbicida (Monsanto ha un giro di 2,6 miliardi di dollari nel 2000). novembre 2006 40 La coltivazione di Ogm non è consentita in Italia. Si è in attesa della adozione di strumenti normativi regionali idonei a garantire la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e transgeniche ed alla individuazione di soluzioni adeguate tra regioni confinanti per la gestione della coesistenza nelle aree contigue. Circa le soglie di tolleranza rimane in vigore il decreto ministeriale 27 novembre 2003 che prevede l’assenza di organismi geneticamente modificati nelle sementi. Il mancato rispetto del divieto di coltivare Ogm comporta sanzioni in base al decreto legislativo 212 del 2001, che prevede pene che vanno dall’arresto da 6 mesi a 3 anni o dell’ammenda fino a 100 milioni di lire. consumare informati consumatori Grandi interessi economici spingono per l’introduzione di coltivazioni transgeniche. Senza che però si sia ancora data risposta a tanti dubbi e contro il volere dei consumatori. Ma c’è chi, come Coop, garantisce i propri prodotti a marchio, che sono tutti Ogm-free ogm “Dalla ricerca dati nuovi, ma gli enti di controllo li ignorano” Buiatti: “L’Autorità europea si basa su indagini superate” Sembra calata una cappa di piombo sugli ogm. Se ne parla solo in casi eccezionali, come se l’argomento fosse ormai passato di moda. Spesso accade proprio questo nella vorticosa fabbrica degli scandali mediatici: tanto rumore e poi il silenzio. A meno che non ci sia niente di nuovo da dire. Lo abbiamo chiesto al professor Marcello Buiatti, ordinario di genetica presso l’Università di Firenze. «Le novità ci sono, eccome – esordisce Buiatti – solo che se ne parla poco, tranne che nei convegni tra esperti e ricercatori». Sono passati 25 anni da quando è iniziata l’epopea degli organismi geneticamente modificati e il mondo scientifico non ha mai smesso di lavorare. Ma con quali risultati? «Il dato che continua ad emergere costantemente è la assoluta imprevedibilità di un gene immesso artificialmente nella pianta», assicura Buiatti citando il caso della Monsanto che ha dovuto fare un nuovo brevetto perché il gene previsto mancava di un pezzo e poteva provocare gravi conseguenze innanzitutto alla pianta stessa. Quindi oggi è possibile capire con più precisione cosa succede quando si introduce un gene in una pianta di mais o di soia o di colza? «Succedono tante cose che qui è complicato spiegare, ma studi recenti hanno dimostrato che il metabolismo della pianta modificata tende a sua volta a cambiare e questo pone interrogativi nuovi ai quali la scienza deve dare una risposta prima di sdoganare gli ogm. Succede anche, per esempio, che intervengano mutamenti significativi nella flora batterica del terreno che in pratica subisce un’alterazione». C’è da supporre che le istituzioni pubbliche e gli organismi di controllo comunitari siano attenti nel valutare questi dati. «E si suppone, male. Il grosso problema è che in Europa gli istituti di controllo, quelli che danno le autorizzazioni alle imprese, non tengono affatto conto di questi dati frutto delle nuove tecniche di ricerca». A chi si riferisce in particolare? «Per esempio l’Aes, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che ha sede a Parma, basa le sue valutazioni su tecniche di indagine vecchie e ormai superate senza prendere minimamente in considerazione i risultati che emergono dalle nuove analisi della pianta dopo l’inserimento del gene. Il fatto curioso è che anche le multinazionali biotech sono in possesso di questi dati, ma siccome nessuno glieli chiede, li tengono per sé». Insomma, la scienza non è ancora in grado di pronunciare una parola definitiva? «Oggi le tecniche sviluppate nel campo della biologia molecolare consentono continua a pagina 42 > novembre 2006 41 consumare informati consumatori di vedere molto meglio che cosa succede nell’intimo di un organismo geneticamente modificato. Pensi che perfino la terapia genica di cui tanto si parla per curare certe malattie dell’uomo, presenta dei rischi tuttora imprevedibili. Intendiamoci, la terapia in molti casi funziona perché in pratica la scienza ci permette oggi di sostituire un gene “guasto” con uno sano. Il fatto è che non si sa esattamente dove va a finire il gene “nuovo”, e in alcuni casi tale incognita ha provocato l’insorgere di tumori nei pazienti. Ora, sulle piante questo tipo di ricerca non è ancora stata fatta». Questo non significa che siano pericolose. «Infatti. Ma neanche che non lo siano. Per ora l’unico pericolo reale, quasi ovvio, è l’uso smodato degli erbicidi sia come quantità che come tempi di trattamento a cui vengono sottoposte queste coltivazioni». Cioè? «Un mais geneticamente modificato sviluppa una maggiore resistenza agli erbicidi, quindi, per aumentarne la resa, può venire trattato addirittura fino a poco tempo prima della raccolta con la conseguenza che le sostanze chimiche non fanno in tempo a disperdersi e così arrivano più facilmente nel piatto del consumatore. E noi sappiamo che i pesticidi non fanno tanto bene alla salute». Lei ha sempre dichiarato che le biotecnologie non portano nessun vantaggio per i consumatori. È sempre di questo avviso? «Ne sono più che mai convinto. Specialmente i consumatori italiani che non hanno certo bisogno di “migliorare” la già ricca e qualitativamente alta produzione agroalimentare». E i coltivatori? «Dipende. Gli agricoltori americani sono sovvenzionati dallo stato se usano sementi ogm. I contadini poveri dei paesi sottosviluppati invece si suicidano, come accade in India, perché rovinati dalle coltivazioni ibride a causa delle quali molte varietà vegetali locali sono già scomparse. Ma questo è un altro discorso». Allora dove sono tutti i vantaggi delle piante transgeniche? «I vantaggi “teorici” sono due: maggiore produttività e minori costi. Solo che, dati alla mano, biologiche, la nuova legge sui brevetti ha introdotto un sistema di diritti monopolistici ai quali nessuno può sfuggire. Così, in base al decreto entrato in vigore nel 2005, i contadini dell’Iraq non possono più mettere da parte una quota del raccolto per la semina dell’anno successivo ma devono per forza comprarlo da potenti corporazioni economiche che li hanno espropriati di uno dei loro più antichi diritti. Gene ribelle Quello che è stato facile imporre ad un paese occupato militarmente passa per vie più pacifiche ma non meno traumatiche in altre contrade del mondo, soprattutto nelle regioni più povere e affamate, dove le stesse potenti multinazionali stanno spingendo i contadini all’utilizzo di sementi tutelate dal copyright. Negli ultimi dodici anni parecchi Stati del Sud del mondo hanno adottato leggi sui brevetti delle sementi tramite accordi bilaterali. Mais, riso, cotone, tabacco sono alcuni dei business più redditizi della ormai florida industria delle biotecnologie. Ed è questa una delle ragioni che complica la vita a chi vorrebbe qualche garanzia in più prima di introdurre nel proprio organismo sostanze risultate dalla manipolazione genetica di piante e animali. L’ascesa del transgenico sembra irresistibile. Spinta da enormi interessi e dalla convinzione (o illusione) che il futuro del cibo, il benessere dell’umanità, la vittoria sulla fame non possa che passare dallo sviluppo delle biotecnologie. Timori salutistici e preoccupazioni economiche, si intrecciano in un groviglio di problematiche di cui ormai novembre 2006 42 l’incremento di produttività per il mais gm è stato valutato nell’ordine dell’1 per cento». Un po’ poco per giustificare tutti gli investimenti che sono stati fatti in questo settore. «Ha detto bene… che sono stati fatti, perché le imprese non investono più in nuovi prodotti agricoli ma tendono ormai a concentrare i loro sforzi sulle due o tre colture principali. In compenso però fanno un’altra cosa che a me personalmente, come scienziato, preoccupa molto». Cosa? «Stanno provando a ricavare i farmaci dalle piante geneticamente modificate...» …Il che non è certo una novità. «Il problema è che queste piante negli Stati Uniti sono già in produzione e, senza bisogno di alcuna autorizzazione, vengono coltivate in pieno campo con gravi rischi di contaminazione delle colture tradizionali dalle conseguenze imprevedibili». si parla da anni. E mentre si parla gli ogm avanzano. Lo fanno in tutti i modi. Soppiantando le colture tradizionali dove è possibile, inquinando le specie “naturali” in assenza di precauzioni e regole precise, invadendo i mercati di mezzo mondo esposti al condizionamento economico e tecnologico delle potenti industrie, scorrazzando illegalmente in Europa come nel caso del riso ogm free ma che ogm free non era, sbarcato a Rotterdam e Livorno, poi scoperto e sequestrato prima che si aggiungesse a chissà quante altre partite di riso transgenico venduto sui banchi dei supermercati. «Ma non nei nostri supermercati e nei nostri prodotti a marchio – assicura Claudio Mazzini della direzione qualità di Coop Italia – dai quali abbiamo bandito ormai da anni la presenza di ogm e derivati. Inoltre lo abbiamo scritto anche sull’etichetta che cosa mangiano gli animali che forniscono la nostra carne». È il cosiddetto principio di precauzione a cui fa da contrappunto la libertà di scelta del consumatore. «Può anche darsi che un giorno si dimostri che gli ogm facciano diventare alti e biondi – aggiunge Mazzini – ciò non toglie che qualcuno possa decidere di rimanere piccolo e bruno». Intanto le sperimentazioni proseguono anche nelle nostre regioni. «Noi non siamo contrari alla sperimentazione degli ogm nel nostro Paese se impiegati a favore del progresso tecnologico e scientifico ed opportunamente normati – dice Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori –. Attualmente, infatti, le biotecnologie vengono utilizzate, non solo nel comparto alimentare, ma anche in quello farmaceutico ed industriale senza che ancora si conoscano consumare informati bene i rischi derivanti da un’eventuale contaminazione. Inoltre, soprattutto se parliamo di alimentazione, siamo perché sia rispettato il divieto di introduzione nel nostro Paese di ogm non autorizzati dalla Comunità Europea, fintanto che la ricerca scientifica non abbia dato risposte certe riguardo i rischi nel lungo periodo per la salute umana dal loro impiego». Ma sono proprio i risultati sul lungo termine che mancano. Per esempio quelli realitivi alle allergie. «Cosa non facile da ottenere – osserva Marcello Buiatti, ordinario di genetica presso l’Università di Firenze – perché non è possibile isolare gruppi umani completamente omogenei come stile alimentare». Quindi non resta che procedere con estrema cautela. «Regole, controlli, informazione al consumatore e tutela della biodiversità, sono questi gli aspetti da approfondire», osserva Mazzini. È dal 1998 che Coop ha chiesto garanzie ai suoi fornitori in merito al non utilizzo di materie prime derivanti da manipolazioni genetiche e nei prodotti a marchio Coop non sono utilizzati né mais né soia derivati o provenienti da piante geneticamente modificate. Una linea, quella di Coop, condivisa in pieno dai suoi soci che a stragrande maggioranza si dichiarano favorevoli al “principio di precauzione”. Principio adottato dal nostro governo che vieta di fatto la coltivazione di ogm fino alla adozione degli strumenti normativi regionali in grado di garantire la coesistenza tra colture convenzionali, biologiche e transgeniche. D’altra parte sono in molti a pensare che mettere a rischio la nostra ricchezza di prodotti tipici e le nostre migliori tradizioni agro-alimentari per qualche pannocchia di granturco in più sarebbe un suicidio economico oltre che un rischio per la salute e l’ambiente. Scelta di campo Intanto ogni settimana saltano fuori nuove “contaminazioni” da ogm. Il mese scorso è toccato a un riso trasngenico di provenienza cinese trovato dagli attivisti di GreenPeace in alcuni prodotti alimentari venduti in Francia, Germania e Gran Bretagna. Si tratta di un riso modificato per resistere agli insetti grazie a una proteina che in laboratorio ha prodotto gravi reazioni allergiche nei topi. Anche questa contaminazione è cominciata da una sperimentazione quando il riso non aveva ancora superato i test per la coltivazione commerciale proprio a causa delle preoccupazioni sulla sua sicurezza. Una volta che gli ogm illegali sono entrati nella filiera alimentare rimuoverli comporta molto lavoro e molti costi. E purtroppo questo rischio è drammaticamente reale. L’attività realizzata nel 2005 dal centro sperimentale sugli ogm della Regione Toscana, lo ha confermato in pieno. Sono stati coltivati tre campi di mais transgenico a San Piero a Grado (Pisa), Alberese (Grosseto) e Cesa (Arezzo). In tutti e tre i casi è stato confermato quanto già emerso da precedenti sperimentazioni: “la possibilità di inquinamento da parte di una varietà marcatrice posta al centro di un appezzamento di mais nei confronti di una varietà commerciale”, si legge nel rapporto scientifico pubblicato recentemente dall’Agenzia per lo sviluppo e l’innovazione continua a pagina 45 > novembre 2006 43 alfabeto alimentare di Eugenio Del Toma presidente onorario dell’Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica consumatori del settore agricolo-forestale. Ed è un fatto che, nella lotta per la sopravvivenza che esiste anche nel regno vegetale, le specie più forti hanno il sopravvento sulle più deboli, con buona pace della biodiversità. «Stabilire il raggio di praticabilità di una coltura transgenica è fondamentale – dice Marcello Buiatti, – ma fare le cosiddette “regole sulla coesistenza” non è facile poiché la maggior parte delle aziende non superano i due ettari». Anche secondo Claudio Mazzini, sono ancora molti i dubbi sulla possibilità di una reale coesistenza tra coltivazioni tradizionali e ogm nella particolare situazione agronomica italiana. Per questo le norme sulla coesistenza, di fatto, ancora non ci sono. In una agricoltura come la nostra fatta in prevalenza da piccole aziende le contaminazioni sono facilissime… Insomma, c’è ancora molto da fare e da studiare. «Non basta mettere una rete fra un campo e l’altro per evitare che le colture gm inquinino quelle tradizionali o addirittura quelle biologiche», precisa Mazzini. Dunque, se gli ogm non possono né ipotecare né pregiudicare il futuro della nostra agricoltura, si pone il problema dei controlli su tutto il fronte. E in Italia i controlli ci sono, ma non bastano. «È necessario, innanzitutto, rendere l’etichettatura di origine obbligatoria su tutti i prodotti alimentari – dice Trefiletti –. Inoltre, è importante che venga istituita l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare in raccordo con quella europea con sede a Parma che, ad oggi, non è ancora operativa.» L’agenzia dovrebbe essere un ente indipendente, in grado di dare pareri scientifici in caso di emergenze, quali quelle derivanti dall’impiego di ogm nelle diverse filiere alimentari. «Solo così, – precisa Trefiletti – si riuscirebbero a coordinare i controlli su tutto il territorio nazionale e ad avere anche i tempi necessari per intervenire in caso di pandemia». Per ora comunque la guardia continua ad essere alta. Ed è meglio non abbassarla. Almeno fino a quando non sarà dimostrato che gli ogm migliorino la qualità della nostra alimentazione senza danneggiare la salute e senza distruggere l’equilibrio di quell’enorme patrimonio biologico su cui, in ultima analisi, si è retta la vita della terra e dei suoi abitanti per milioni di anni. novembre 2006 RISO O PASTA? Il problema dei diabetici Pasta o riso si contendono le preferenze degli italiani in base a consuetudini locali, anche se la pasta è consumata più del riso ed in alcune zone è sinonimo di primo piatto se non di piatto unico. Tuttavia, accade spesso che i diabetici o gli obesi, ma non solo loro, chiedano al medico quale scelta sia preferibile, facendo riferimento anche al diverso “indice glicemico” dei due prodotti. L’indice glicemico non è altro che la diversa risposta insulinica provocata dalla digestione di cibi ricchi di carboidrati, pur se ingeriti nelle proporzioni necessarie per rendere equivalente il totale di carboidrati assunti con ciascun alimento. Un tempo il medico si limitava a raccomandare ai diabetici soltanto il rispetto delle equivalenze ricavate dalle tabelle di composizione degli alimenti. Ad esempio, si permetteva lo scambio di 100 grammi di pasta o di riso con circa 120 g di pane, oppure con 140-150 g di legumi o con 400 g di patate. Tutto vero in laboratorio! Nelle quantità citate si ingerirebbe una quantità di carboidrati più o meno simile (circa 75-80 grammi) ed è altrettanto vero che dopo la digestione, qualunque sia stata la fonte alimentare, entra nel sangue un’analoga quantità di glucosio. Bisogna precisare, però, che gli studi più recenti (confermati dagli stessi diabetici da quando dispongono dei “reflettometri” per verificare l’aumento della glicemia dopo i pasti), hanno dimostrato che il riso o il pane innalzano la glicemia più della pasta o dei legumi, pur nel 45 rispetto delle equivalenze di cui si è detto. La spiegazione sta nel fatto che il tipo di amido e una serie di fattori tecnologici (ma soprattutto la qualità e la quantità delle fibre vegetali) rendono più rapido o più lento il lavoro dell’esercito di enzimi intestinali addetti alla demolizione dell’amido. Il risultato finale è che il glucosio, derivato dal riso, dal pane o dalle patate, arriverà come una grande ondata nel sangue costringendo il pancreas a produrre quantità esagerate di insulina: ormone essenziale per l’utilizzazione e lo stivaggio del glucosio. Se ipotizziamo uguale a 100 l’indice glicemico del pane bianco, si è visto che per le patate l’indice è 118, per il riso 81, per la pasta 64, per i legumi da 37 a 49. Quindi, non solo ai diabetici ma anche ai tanti obesi che producono quantità eccessive di insulina, sono consigliabili gli alimenti a più basso indice glicemico. Tuttavia, si tratta di suggerimenti utili e non di condanne perché raramente mangiamo un solo alimento. Inoltre, nel corso di un pasto ricco di verdure, o comunque di fibre, l’assorbimento viene rallentato anche per i cibi a più alto indice glicemico. Ecco, dunque, un altro valido motivo per accompagnare i pasti con le verdure o per non dimenticare i legumi e il classico minestrone; viceversa sarà meglio che i ragazzi mangino le patate come contorno e non in forma abituale di spuntini ipercalorici. consumare informati Il prodotto coop? consumatori Approvato dai soci Sono centinaia i soci delle cooperative che passano al vaglio le prestazioni dei prodotti a marchio Coop. Un investimento da oltre un milione di euro per circa 200 test all’anno di Anna Somenzi S e il prodotto Coop deve essere il preferito, allora cosa c’è di meglio che farlo provare, assaggiare, giudicare e quindi sostanzialmente scegliere dai soci stessi. Approvato dai soci è di fatti il nome del test con cui Coop sottopone alla prova una media di 200 prodotti a marchio, confrontandoli con i leader di ogni mercato. Sicurezza e garanzie di genuinità, che sono i prerequisiti in casa Coop, la bontà, la migliore risposta alla prestazione, la qualità percepita al consumo sono tutte verificate da questi test. Test a tutti gli effetti preparati e studiati perché diano dati attendibili, con un programma per il quale si spendono oltre un milione di euro all’anno. Due sono i parametri fondamentali il primo è un giudizio complessivo di gradevolezza, il secondo è la preferenza. Ogni volta sono coinvolte 400 persone, a ogni test partecipano 4 cooperative in 4 zone d’Italia. Ogni cooperativa quindi intervista 100 soci, scelti in modo da essere rappresentativi dell’insieme dei soci Coop: 75% donne e 25% uomini, novembre 2006 40% fra i 25 e i 40 anni, 60% fra i 41 e i 70. Ogni test deve avere un campione a sé stante, nessun socio può partecipare a più prove consecutive. Devono essere consumatori abituali del prodotto in osservazione, nel caso di consumatori occasionali o se il prodotto non piacesse, i giudizi sarebbero casuali o inattendibili. La valutazione è personale e individuale. I criteri e i metodi utilizzati per preparare, seguire e poi decodificare i dati sono statisticamente validi. Ogni prodotto nuovo prima di essere messo sugli scaffali passa attraverso Approvato dai soci e ogni due anni circa vengono rivisti almeno quelli più importanti. Fino a oggi i test fatti sono stati 1.000, i prodotti approvati l’85%. Quelli che non superano la prova vengono riformulati seguendo l’orientamento ottenuto, poi risottoposti a verifica. Nulla di improvvisato, quindi, e tantomeno di sola e pura immagine. Bensì una ulteriore verifica da parte di chi, cioè il consumatore finale, libero da responsabilità assaggia e giudica la bontà del prodotto perché sia quello preferito. Spiccano alcuni punteggi molto lu- 46 singhieri, seppur tutti siano messi a confronto con il migliore competitore sul mercato. Il panettone classico Coop senza canditi per esempio è stato preferito dall’85% degli assaggiatori, ed era a confronto con quanto di meglio ci sia a disposizione. Sono andati molto bene tutti i panettoni, i pandori, le colombe, che viaggiano con punteggi dal 63% di preferenze in su. Un altro prodotto che ha ottenuto un gratificante 68 su cento è il caffè arabica 100% . Il punteggio minimo per essere Approvato da soci è del 55% di preferenze (57% se gli assaggiatori sono solo 150 invece che 400), il giudizio complessivo deve superare 3,8 in una scala da 1 a 5 (da non mi piace per niente a mi piace molto) rispetto al competitore. Qualcuno non ce la fa al primo assaggio, tra questi per esempio il sugo di pomodoro e basilico ha avuto bisogno di una rivisitazione per poi essere ritestato e ottenere, quindi, l’approvazione, così anche le crepes al prosciutto cotto e formaggio, il provolone piccante e qualche altro, cioè il 15% di tutti i prodotti verificati. n n n consumare informati Fiorfiore in cucina Il meglio della tradizione culinaria a portata di mano: fior fiore Coop la linea di specialità di grande qualità, gustosi prodotti di pregio. Alla fine di novembre a questi prodotti sono dedicate iniziative in tutti gli ipercoop e nei principali supermercati, iniziative che mettono in risalto tutte le confezioni caratterizzate dal colore viola. Chi acquista un prodotto fior fiore riceve il ricettario Piaceri e sapori per quattro stagioni: una proposta di menu stagionali con ricette di grande effetto. Gli ingredienti vanno dal salmone pescato in Alaska alla pasta di semola trafilata in bronzo, dalla cassata preparata secondo la tradizione siciliana alla tenera carne di scottona, dal profumato riso Basmati al preparato di pesca e maracuja di solo frutta e niente zucchero aggiunto, dalle noci di Sorrento alle olive Taggiasche... Per ogni ricetta Ricetta ingredienti per 4 persone 320 g di candele di semola fior fiore 500 g di zucca mantovana 150 g di noci di Sorrento fior fiore 150 g di crescenza fior fiore latte 25 g di burro 2 porri foglie di timo sale e pepe olio extravergine Toscano Igp fior fiore novembre 2006 47 sono consigliati anche gli abbinamenti dei vini. Per esempio se volete accompagnare le gallette di riso giallo e porcini, preparate con Long&Wild, quello con riso selvaggio nero e saporito, funghi porcini sottolio, preparate con parmigiano reggiano e olio fiorfiore Toscano Igp (indicazione geografica protetta), dal sapore fruttato; sono consigliati due vini un rosso, un Teroldego oppure un bianco, un Langhe Favorita tutti doc. Fra le golosità che si trovano nella linea Fior fiore i cantucci di mandorle e pinoli preparati secondo l’uso toscano più antico. Dal Piemonte i tartufi di cioccolato: praline in due gusti, nocciola e cioccolato fondente ricoperto da polvere di cacao e cioccolato bianco con copertura di zucchero a velo. I cuneesi con morbida crema al rhum in un guscio di cioccolato fondente. C’è di che lasciarsi tentare. preparazione Pulire la zucca e tagliarla a tocchetti. Sbucciare e affettare il porro, farlo appassire in 4 cucchiai di olio e aggiungere la zucca. Rosolare a fuoco vivace per 3/4 minuti, abbassare la fiamma, cospargere di timo, salare e pepare, proseguire la cottura, coprendo, per 15 minuti. Frullare la crescenza con 3 cucchiai di latte. Versare la crema in un pentolino, aggiungere il burro e riscaldare a bagnomaria. Lessare la pasta al dente e saltarla rapidamente in padella a fuoco medio, con la zucca, la crema di crescenza e i gherigli di noce sminuzzati. Pepare generosamente e servire accompagnando con un Lambrusco mantovano doc o un Merlot del Collio. vivere bene “LETTORI” Si preannuncia un altro Natale d’alta quota per i lettori di file audio e video. Vediamo cosa c’è di nuovo nell’universo degli Mp3 e nel microcosmo dei Dvd/Divx portatili di Claudio Strano È lassù in cima, tra i regali più ambiti anche del prossimo Natale. Carico di verve giovanile e di gigabyte di memoria, il lettore Mp3 continua a scalare le vendite (solo in Coop la crescita annuale è del 300%) ampliando la sua fama di stregone capace di ridurre la musica “allo stato digitale” e mettercela in tasca. Ma non solo: anche foto, video, giochi, testi (alcuni modelli). E veri e propri film (altri modelli, con almeno 2,5 pollici di schermo) che ora si possono scaricare anche da Internet. È quest’ultima, l’iTv della Apple, l’ennesima “rivoluzione” annunciata attesa ora all’esame del mercato. Steve Jobs garantisce che con una scatola senza cavi collegabile all’iPod si possano scaricare (in novembre 2006 48 circa mezz’ora) interi film dal sito della Apple pagandoli tra i 10 e e 13 dollari, e che il futuro avrà questo volto. Rimanendo al presente, bisogna riconoscere che i lettori Mp3 sono già “il” futuro della musica. “Un fenomeno che durerà e si svilupperà nel tempo”, confermano gli esperti di Coop Italia di ritorno dall’Ifa di Berlino, la più importante fiera dell’elettronica di consumo d’Europa. I lettori di ultima generazione – meglio sarebbe chiamarli Pmp, Portable media player, cioè “riproduttori multimediali portatili” – sono sempre più capaci e polivalenti, ma anche affidabili e potenti. Sono aumentati infatti gli indici di robustezza e resistenza ai colpi (i crash test equiparano la tipologia con memoria flash, sempre più diffusa, a quella con hard-disk incorporato) ed è aumentata la capacità d’immagazzinamento dei brani. La memoria, però, si paga ed è perciò da consumatori intelligenti adattare a se stessi l’acquisto. Qualche esempio. Se si ascolta musica mentre si fa jogging, sarà sufficiente un lettore da 1 Gb che “tiene” 16 ore di canzoni. Ma se si ha intenzione di archiviare filmati che occupano fino a 700 Mb ciascuno, la fame di memoria aumenterà in misura esponenziale, fino agli 80 Gb dell’iPod più capiente. Un’enormità. La media dei consumi si colloca, più modestamente, tra i 2 e gli 8 Gb dell’Apple nano ridisegnato (il più venduto in assoluto; la casa di Cupertino, da sola, detiene il 50% del mercato, seguita a distanza dalla Packard Bell). Ma vediamo vivere bene consumatori IN CATTEDRA Portatili Dvd e Divx, quando i film viaggiano con noi Sembrano figli di un dio minore, relegati come spesso sono in qualche vetrinetta lontana dalle luci abbaglianti dei televisori al plasma o Lcd. Ma è vero l’esatto contrario. Sono molto ricercati i lettori Dvd/Divx portatili, hanno la più alta penetrazione di mercato tra i lettori di film, superiore a quella dei modelli tradizionali o dei recorder che non hanno attecchito come ci si attendeva perché la gente ha poca voglia (e fegato) di registrare dalla Tv. Ottimi per un regalo, i lettori portatili hanno dalla loro una grande versatilità che, grazie ai collegamenti al Tv, li rende alla bisogna “stanziali” o “da viaggio“. È quest’ultima la loro primaria vocazione. Consentono alla famiglia che si sposta, ma anche a categorie professionali come tassisti o rappresentanti, di vedere film nei formati Dvd/Divx e in altri, quando è previsto: Xvid in testa. Leggono video musicali, foto in jpeg e dati su Cd (ma anche file musicali) senza costringere a visioni minimaliste su schermi piccini o a noiose perdite di tempo per trasferire le scene sui lettori Mp3. Due i principali requisiti di un buon acquisto: dimensioni contenute e durata della batteria. Sul primo punto l’offerta (non molto varia, a dire il vero: le marche producono un modello o poco più) è di player attorno al chilo, con la diagonale dello schermo tra i 7 e i 10 pol- lici. Più delicato è il discorso sull’autonomia. Le batterie al litio partono ormai da una base di 2 ore di durata, ma per assicurarsi la visione di tutti i film in commercio senza perdersi il finale (anche in treno, anche in vacanza quando non è possibile attaccarsi all’accendisigari per ricaricare), si finisce per approdare sui modelli di punta che garantiscono fino a 4 ore di durata. Da tenere presente – nonostante la difficoltà di appurarli senza scendere in tecnicismi – parametri di rilievo come il grado di risposta dello schermo Lcd ai movimenti rapidi (per esempio di un’automobile in marcia) e la resa per quanto concerne gli angoli di visione, angoli che cambiano molto quando gli spettatori sono più d’uno. Sull’auto i lettori vanno “appesi” ai sedili dentro l’apposita borsetta oppure, se dispongono di uno schermo ruotabile a 180 gradi, si fissano al sedile anteriore a beneficio di chi sta seduto dietro. I modelli più evoluti integrano anche la Tv analogica e digitale. C’è dunque un problema di concorrenza con le mini Tv? No, quelle sono per davvero figlie di un dio minore, almeno a giudicare dai risultati commerciali. Sterili come un banale reality show... cos’è utile sapere prima di comprare. La durata delle batterie, la dimensione e il peso del lettore sono i tre principali elementi su cui si confronta oggi il mercato. Un quarto elemento è la velocità di trasferimento dei dati: da un computer, per esempio, o da un cellulare, se si dispone del migliore modello ci vogliono 20 secondi per trasferire 100 Mbyte (circa 25 canzoni, considerato che 1 Mb equivale a un minuto di ascolto e ad una foto ad alta qualità), contro i 2 minuti richiesti da un lettore di qualità scadente. Quanto all’autonomia delle batterie, è molto migliorata e negli apparecchi più recenti raggiunge le 20 ore per i file audio e le 6,5 per i video. La tendenza attuale è di ridurre la cassa allargando il più possibile il display, mentre sul peso la “cura dimagrante” ha portato ad oggettini da 15 grammi leggeri come la musica che contengono. Oltre a tutto ciò, noi consigliamo di prestare attenzione ad un altro aspetto: la fruibilità dei comandi (ghiera, cursori, ecc.) che devono facilitare, e non complicare, la ricerca dei file che in taluni casi non compaiono semplicemente perché il display non c’è. Inoltre la “discoteca virtuale” si arricchirà più velocemente se il lettore avrà una connessione Line in che consente di trasformare in Mp3, senza altre conversioni, i brani contenuti nei Cd audio. Da sfatare è invece la convinzione che la qualità del sonoro dipenda dalla scelta. A fare la differenza sono piuttosto le cuffie e quelle in dotazione, in gene- re insufficienti, vanno sostituite. Per finire una pillola di saggezza. Nel proliferare di integrazioni e convergenze tra beni dell’elettronica di consumo, è bene conservare un po’ di diffidenza. Non tutti i “salti” riescono, come dimostrano i telefonini o le fotocamere che “sanno fare” i lettori Mp3 ma con risultati, almeno oggi, deludenti. A Natale vedremo anche un nuovo lettore Mp3 (della Lg), presentato a Berlino, dotato di un’antennina che “sa prendere” la Tv digitale terrestre. Sarà un altro salto nullo, o da podio? novembre 2006 49 Le mani sul portafoglio • Lettore Mp3: larghissima la forbice tra i 40 e i 400 euro. Con 40 euro si mettono le mani su 1 Gb di memoria “di primo prezzo”, con 150 euro su 2 Gb della marca più modaiola, per 8 Gb servono 250 euro, per 30 290 e per 80 400 euro. Di seguito una tabellina pro memoria che ci pare utile. Memoria Capacità 256 Mb 4ore di ascolto(250 foto in archivio) 2 Gb 32ore “ (2.000 foto “ ) 30 Gb 480ore “ (30.000 foto “ ) • Lettore Dvd/Divx portatile: a partire dai 120 euro, che diventano 170-180 per i modelli con la Tv integrata. I prezzi sono soggetti alle variazioni del mercato e non tengono conto di offerte e promozioni consumatori vivere bene Bambini d’inverno Luoghi e musei da scoprire di Giuseppe Ortolano A nche in inverno si possono vincere pigrizia e freddo per proporre ai bambini qualcosa di divertente ed insolito. Se parchi, aree verdi e giochi all’aperto sono chiusi si possono visitare alcuni piacevoli musei con spazi e servizi a misura di piccoli visitatori. zoomarine.it, tel. 06-91534001), il nuovo parco acquatico nato a Torvaianica, nei pressi di Roma. La struttura è giovane ma, sulla scia di analoghe esperienze all’estero, promette approfondimenti sulla vita degli animali, divertimento, spettacoli e particolare attenzione ai visitatori più piccoli. Animali veri e fantastici Orsi, pantere, tigri, giaguari, ocelot (un felino dell’America Centrale) e persino un misterioso Leopardo Nebuloso sono approdati a Bassano del Grappa, a due passi dal celebre Ponte degli Alpini. Animali meravigliosi e rari affidati al Museo Civico della cittadina veneta dal Corpo Forestale dello Stato, che li ha sequestrati ai trafficanti di animali esotici. Fino alla prossima estate si ammirano al Palazzo Bonaguro di Bassano del Grappa (Vicenza), tel. 0424-522235. La colorata mostra “Le immagini della Fantasia” affascina i bambini con 300 opere di artisti di tutto il mondo che propongono un viaggio fantastico attraverso le fiabe, le leggende, gli animali ed i racconti africani, narrati con le parole dell’arte e della pittura. Per visitarla si deve raggiungere il Municipio di Sarmede (Treviso), tel. 0438-959582, http://sarmedemostra.it Ha cento anni ma non li dimostra. È poco conosciuto anche dai milanesi ma l’Acquario Civico di Milano (www.acquariocivico.mi.it, tel. 02-88465750), nei pressi del Castello Sforzesco, regala incontri ravvicinati con pesci d’acqua dolce e salata e stagni, oltre a giochi e laboratori per bambini. Per terminare la giornata si può visitare il Museo Civico di Storia Naturale ai Giardini di Palestro (tel. 02-88463280), gironzolando tra dinosauri, animali imbalsamati, ricostruzioni di ecosistemi e minerali. Delfini, foche e leoni marini, ma anche pappagalli e uccelli tropicali sono gli ospiti di Zoomarine (www. Giocare con la scienza Si chiama Immaginario Scientifico (www.immaginarioscientifico.it , tel. 040-224424) ed è il museo della scienza interattivo e multimediale di Trieste dove si gioca con astronomia, biologia, energia, matematica, chimica e fisica. Spettacoli al planetario, mostre tematiche e laboratori didattici durante il fine settimana. Alla Città dei Bambini e dei Ragazzi di Genova (www. cittadeibambini.net, tel. 010-2475702) ci si trasforma in piccoli scienziati scoprendo i segreti della vita delle formiche, i misteri della fisica, e il fascino della biologia. Tutto si può toccare, usare, provare e inventare, basta liberare la propria fantasia. Nei fine settimana itinerari e iniziative tematiche per la famiglia e nuovissimo spazio-sentierone per bimbi dai 24 ai 36 mesi. Explora (www.mdbr.it, tel. 06-3613776) è il Museo dei Bambini di Roma, che si propone come una piccola città a misura di bambino, dove giocare tra supermercati, creare la propria trasmissione televisiva o capire come funziona un impianto fotovoltaico. Fino alla fine di febbraio ospita una mostra sui suoni da ascoltare con gli occhi e guardare con le orecchie. Il Parco Tematico dell’Aviazione di Rimini (www.museoaviazione.net, tel. 0541-756696) occupa un’intera collina, dove sono esposti una quarantina di aeroplani degli ultimi 50 anni. I piccoli visitatori possono salire sull’aereo che fu di Clark Gable oppure ripercorrere la storia dell’aviazione moderna, con modellini di velivoli di tutte le epoche, foto, documenti e divise. n n n novembre 2006 50 vivere bene Anche con la brutta stagione ci sono tante cose da vedere e scoperte da fare insieme ai nostri figli: tra scienza, animali e altro ancora... Un mondo di giocattoli Altri viaggi: tempo di tartufi Dove c’è un bambino c’è un giocattolo. E per fare conoscere ai ragazzi di oggi i balocchi di tutti i tempi sono nati in Italia numerosi musei dedicati al giocattolo ed ai burattini. Il Museo del Giocattolo e del Bambino ha oggi due sedi: una a Milano (via Pitteri 56, tel. 02-26411585) e l’altra a Santo Stefano Lodigiano (via Trento e Trieste 2, tel. 037765244). Espone circa 2000 balocchi originali che guidano i bambini in un affascinante viaggio alla scoperta dell’evoluzione del gioco nel tempo, alla luce degli eventi sociali e culturali e delle innovazioni scientifiche e tecnologiche. Il Museo del Giocattolo di Bagheria (www. museodelgiocattolo.org, tel.091-943801), nei pressi di Palermo, ospita circa 600 tra bambole, automi, giocattoli contadini siciliani, cavalli a dondolo, auto a pedali, tricicli e giochi meccanici. Anche il Museo Civico di Canneto sull’Oglio (piazza Gramsci, tel. 0376-70671) in provincia di Mantova, espone tante bambole oltre a giocattoli in latta e in legno, costruzioni, strumenti musicali, carretti e calessi, automobiline e camion, mobili e accessori per il gioco della bambola, fucili e navi. Il Castello dei Burattini di Parma (www.comune.parma.it/castellodeiburattini, tel. 0521239810) mette in mostra centinaia di marionette e burattini, accompagnando i piccoli visitatori alla scoperta del mondo magico e fantastico creato dai burattinai. Novembre è il mese del tartufo e delle feste dedicate al prezioso fungo sotterraneo. San Miniato (tel 0571- 42745), in provincia di Pisa, celebra (l’11-12, il 18-19 e il 25-26 novembre) il Tartufo Bianco, tra tutti il più raro e prezioso. La XXXVI edizione della Mostra Mercato è una vivace kermesse dove assaggiare ed acquistare non solo tartufi ma anche olio, rari salumi ed altre specialità della zona. Le Donne del Vino sono chiamate a San Giovanni d’Asso (tel. 0577- 280551), in provincia di Siena, per aprire l’edizione 2006 della Mostra del Tartufo Bianco (11-26 novembre). Le rappresentanti toscane dell’associazione curano un defilée d’assaggio delle rispettive etichette, abbinandole a sua maestà il tartufo bianco mentre ristoratori e contadini presentano il meglio della loro produzione. Anche la Valtopina (tel. 0742-361955), in provincia di Perugia, apre (il 18-19 e il 25-26 novembre) la sua Mostra Mercato, dove poter far scorta del saporito tartufo della vallata e di altri prodotti pregiati, come il farro, le lenticchie e i funghi porcini. La Fiera del Tartufo di Acqualagna (tel. 0721-797491), in provincia di Pesaro Urbino, dura fino al 13 novembre ed accompagna le degustazioni eno-gastronomiche con concerti, mostre di pittura, sport ed artigianato. La celebre Fiera del Tartufo Bianco di Alba (www.fieradeltartufo.org, tel. 0173-35833 ) chiude il 5 novembre ma, fino all’11 novembre, apre quella di Murisengo (www. fieradeltartufo.com, tel. 0141-993773 ), in provincia di Alessandria, con esposizione di tartufi, stand enogastronomici, pasto tipico del “trifulau”, mercato ambulante e assegnazione del premio “Trifola d’Or” al miglior tartufo bianco. novembre 2006 51 vivere bene consumatori LA DRAVA SU In Austria una ciclabile tra le più frequentate attraversa la Carinzia zigzagando lungo il fiume. L’abbiamo provata, mescolandoci tra cicloturisti veri e improvvisati. Un viaggio nella grande varietà e bellezza del paesaggio di Ivana Baraldi e William Garagnani T ra le molte piste ciclabili dell’Austria, quella che attraversa la Carinzia è forse la più facile per percorribilità e una delle più varie nel paesaggio. “Facile” è comunque termine relativo a molte variabili, perché è vero che la pista, seguendo la corsa della Drava verso il Danubio, è in discesa, ma c’è la complicazione delle curve, dei tratti ripidi, dell’eccesso di folla, della scivolosità dopo le piogge. Così, se Bruno Trentin qui è caduto recentemente con effetti rovinosi, è d’altra parte vero che la pista è frequentata da una gran quantità di ciclisti, fino ad una punta di 4.000 al giorno. Il cicloturismo è una delle principali attrazioni di San Candido, incoraggiato da un’organizzazione da grande giostra: molti ciclisti improvvisati, noleggiata una mountain bike, partono da questa località dell’alta val Pusteria, che tocca quasi i 1.200 metri di altitudine, seguono il fiume e, varcato in 8 Km il confine con l’Austria, scendono – ora dol- Ponte ciclabile sulla Drava, sullo sfondo le Alpi Carniche cemente, ora a rotta di collo – per circa 40 Km fino ai 600 metri sul livello del mare di Lienz. Qui, caricate le bici su un apposito vagone che ne contiene alcune centinaia, salgono sul treno e tornano al luogo di partenza. Se le bici fossero animali, soffrirebbero ammassate a quel modo; ma anche la loro natura meccanica ha i suoi problemi: può capitare che più d’una esca dall’ammasso col cambio rotto. Qualcuno con sussiego potrebbe dire che a Viaggiando... a occhi chiusi Da San Candido, in 6 Km si raggiunge Prato a Drava, col suo aguzzo campanile rosso, a 1 Km dal confine austriaco. Tra Sillian e Lienz si vedono le ultime propaggini delle Dolomiti e poco dopo finisce il Tirolo Orientale; inizia poi la Carinzia, dove la pista non è asfaltata, se non nei centri abitati, ma uno sterrato ben battuto. Da Feistritz a Lind c’è il percorso più faticoso, perché la pista segue solo a tratti il fiume, poi più volte si inerpica sulle colline accanto. Spittal, primo centro che arriva ai 16.000 abitanti, imita con un palazzo il Rinascimento italiano, ma colpisce soprattutto con gli alberi e i fiori del suo giardino. Villach è la più abitata località del percorso, con un centro vivace e colorato, dominato dalla chiesa di San Jakob, con una bella raccolta di pietre tombali. È notevole il parco fluviale della città, che per 2-3 Km si snoda lungo la Drava con grandi alberi, prati, strutture di gioco. Dopo Rosegg la pista segue il fiume evitando i paesi, così che solo nella piccola Glainach è possibile trovare ristoro sotto gli ippocastani secolari di una gasthaus. La pista arriva in piano fino al lago sottostante Volkermarkt, a cui si sale molto faticosamente (menovembre 2006 52 glio seguire la carrozzabile negli ultimi 2-3 Km, piuttosto che la ciclabile troppo erta). La segnaletica (una targhetta verde con su scritto R1) è molto accurata fino a Lienz, poi ha qualche omissione, man mano che si procede. Un aiuto per ciclisti imprevidenti si trova nelle aree di sosta, dove un pannello offre, assicurati a catenelle, una pompa e alcuni attrezzi (vedi foto sotto). Solo una volta abbiamo visto la catenella pendere malinconicamente senza pompa! Ciclisti per un giorno sul tratto S. Candido Lienz vivere bene DUE RUOTE Pupazzo di fieno in un tratto rurale della pista Lienz finisce la giostra e comincia, per i veri cicloturisti, la pista che passando per Spittal, Villach e Volkermarkt, porta fino al confine con la Slovenia. Come distinguere i ciclisti occasionali da quelli di consolidata esperienza nel turismo a due ruote? In genere i primi viaggiano leggeri, magari con uno zainetto sulla schiena, mentre gli altri hanno sulla ruota posteriore le loro brave borse, che contengono l’occorrente per un viaggio di alcuni giorni. Nei quasi 300 Km del “Drauradweg”, l’itinerario ciclabile della Drava in territorio austriaco, non c’è modo d’annoiarsi, grazie alla grande varietà del paesaggio. La vista passa dalle crode dolomitiche, con le tipiche pareti nette e spigoli vivi, ai rilievi ora rocciosi ora ricoperti di boschi delle Alpi Carniche, dai prati ondulati dedicati al pascolo, alle rive orlate di frassini, salici e ontani del fiume che, a causa di frequenti dighe, diventa presto imponente, fino ad allargarsi alle dimensioni di lago, dopo la grande ansa di Rosegg e soprattutto ai piedi di Volkermarkt. I segni lasciati dall’uomo hanno una marcata impronta locale, che è quella della tipologia tirolese: le case nascono di pietra alla base, poi crescono col legno al primo piano, nella copertura e nell’immancabile balcone, con le rituali cascate colorate di gerani. Accanto, i cumuli di legna da ardere riescono ad essere belli, tanta è la perizia con cui sono accatastati. Non stupisce, con tanta abbondanza di legname, che quasi ogni paesino abbia la sua sede dei vigili del fuoco, identificata da un dipinto murale raffigurante un gigantesco St. Florian che versa acqua sulle fiamme delle case. Ma non è tutto idillio tirolese, perché basta arrivare alle prime case di Spittal per capire come tutte le periferie moderne siano omologate, con l’unica eccezione degli spioventi più accentuati nei tetti. Quando si deve lasciare la pista del fiume per tratti di percorso lungo la carrozzabile, si scopre che la strada, attorno alla quale sono cresciuti i paesi, spesso è stata trasformata anche novembre 2006 53 in lunga, rettangolare piazza e centro di vita: succede così nei centri piccoli come Sachsenburg, o più grandi come Villach e Volkermarckt. Capita spesso di vedere dei castelli, o solo i ruderi che ne sono rimasti. Il complesso più grande e ben conservato si nota, alto sul fiume, appena passata Sillian, un altro sovrasta da uno sperone la piccola Oberdrauburg; praticamente, però, non c’è roccia che separi la Drava da un suo affluente, che non porti, con un torrione o un muro, il segno di un potere dominante dall’alto. A volte, a poche centinaia di metri dal fiume, il percorso passa tra i prati dove, specie negli incroci, non è difficile trovare un solo, grande albero, con una panchina e, accanto, un’edicola religiosa in legno: punti di silenzio dov’è piacevole riposare. Venendo da un paese demograficamente vecchio come l’Italia, non si può non notare la quantità dei bambini con giovani madri, insieme all’attenzione dedicata all’infanzia: quando si attraversano i centri abitati, è varia e frequente la segnaletica che invita ad andare piano e con riguardo per i bimbi. All’ingresso del piccolo paese di Dellach im Drautal ci ha colpito una scuola materna che, con la forma a imbarcazione, fronteggiata da una grande figura umana scolpita nel legno, meritava il suo nome di “Arca di Noè”. Nei punti in cui la valle si allarga, i terreni diventano coltivabili, ma senza una grande varietà: distese di mais e prati per il pascolo e il fieno, poi, vicino alle case, meli e meli… Una volta abbiamo trovato una cassetta di mele minuscole, accompagnate da un cartello che, sotto la scritta “gratis”, portava la caricatura di un ciclista sudato e con la lingua fuori: abbiamo approfittato, grati della gentilezza. È naturale, quindi, che il dolce locale sia lo strudel, che ha nella mela il suo ingrediente principale. Ne abbiamo assaggiato di tanti tipi, servito sempre caldo e con un ciuffo di panna accanto: quasi un effetto-doping per riprendere a pedalare! Raccolta punti Coop presso le Stazioni di Servizio •Punti Agip fai da te 1 Punto Agip ogni litro di carburante (massimo 100 punti al giorno, solo autovetture e motocicli). Per ottenere punti Agip con la modalità FAI DA TE, ritira la card di raccolta punti Agip presso una delle oltre 3.000 Stazioni di Servizio che aderiscono all’iniziativa. I punti Agip raccolti li potrai trasformare in punti Coop e trasferirli sulla tua Carta SocioCoop in qualsiasi momento, presentando al gestore la tua Carta SocioCoop: ogni 4 punti Agip riceverai 5 Punti Coop. RACCOGLI ANCORA I PUNTI AGIP FAI DA TE La raccolta punti Agip FAI DA TE prosegue ed è valida fino all’8 gennaio 2007. I punti raccolti nel periodo 9 giugno 2006 - 30 settembre 2006 verranno sommati a quelli accumulati nel periodo 1 ottobre 2006 - 8 gennaio 2007 e potranno essere convertiti in Punti Coop entro il 14 gennaio 2007. Se dal 9 giugno 2006 all’8 gennaio 2007 raccogli sulla card Agip almeno 1.000 punti, al momento della trasformazione riceverai 400 Punti Coop in OMAGGIO! • I punti accreditati ad ogni rifornimento devono essere registrati su un’unica card. • I punti presenti su più card non possono essere cumulati. • Sulla stessa card possono essere registrati al massimo 100 punti al giorno, fino al limite massimo di 2.000 punti, raggiunto il quale la card dovrà necessariamente essere scaricata. • Non possono essere accreditati su un’unica Carta SociCoop più di 5.000 punti Coop da conversione di punti Agip. Per informazioni: Call Center - numero verde 800.101.290 vivere bene consumatori Un territorio multimediale Tra i musei innovativi e di qualità che celebrano il territorio, quello di Ostellato si fa apprezzare per suoni, colori e immagini, ma anche per l’accessibilità che garantisce ai non vedenti di Tiziano Argazzi L ’espressione “museo del territorio” da sempre identifica una struttura che ha un’attenzione privilegiata per la storia locale, vocata in particolare alla riscoperta dell’identità culturale di una comunità. Questo e tanto altro è il Museo del Territorio di Ostellato, una struttura innovativa e di qualità, che ha sede in un vecchio fienile di Corte Valle – nel comune di Ostellato, a pochi chilometri dal Mezzano – trasformato in museo multimediale, dove viene illustrata l’evoluzione dell’uomo, nel contesto universale e specifico del Delta. E sono proprio i suoni, i colori e le immagini della tecnica multimediale, che catturano il visitatore e lo immergono nella storia e nell’archeo- logia. L’allestimento, concepito ad hoc, sviluppa al piano terra il tema dell’evoluzione della terra e dell’uomo e al primo piano la storia e la trasformazione del territorio del Delta. Una sezione di eccellenza è riservata al periodo etrusco e in particolare a Spina, a cui si è cercato di dare una “scenografia” che ne evochi la vita quotidiana. Planimetrie, foto, video e testi raccolti nelle quattro postazioni interattive offrono al visitatore un ulteriore strumento di approfondimento. I laboratori sperimentali di tecnologia litica e archeozoologia, unitamente ai giochi interattivi della sezione al piano terra, rispondono con moderni criteri alle esigenze didattiche del pubblico più giovane e in particolare delle scolaresche. Nell’estate del prossimo anno, il museo ospiterà la mostra, per ipovedenti e non vedenti, sulla storia naturale, culturale e archeologica dell’Europa. L’iniziativa, che rientra nel progetto comunitario “To touch or not to touch”, si pone l’obiettivo di rendere accessibile la cultura ai non vedenti attraverso strumenti didattici che consentano di far “vedere l’arte”, di mettere in rete il know-how dei diversi partner, di costruire strumenti per una facile accessibilità dei cittadini alla conoscenza della storia dell’uomo e infine di costituire una rete progettuale europea di lungo periodo. Il museo rimane aperto, da marzo a novembre, dal giovedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Da dicembre a febbraio solo il sabato dalle 10 alle 17. Infotel. 0533.681368. nnn no”. Camminata nel bosco per osservare, raccogliere e trasformare “pezzetti” di natura. Iniziativa per adulti e bambini dai 5 anni in su. Ritrovo presso la biblioteca comunale alle 15,30. Infotel 0535.29724. Fiorano Modenese (Mo). 25 novembre e 16 dicembre. Mercatino di scambio. Dalle 14 alle 17 presso le ex scuole elementari. Infotel 0536.833111. Berra (Fe). 7 ed 8 dicembre. “I oss dal maial”. La sagra, giunta alla quarta edizione, abbina gastronomia e cultura. Nello stand gastronomico sarà tra l’altro possibile degustare il famoso bollito di maiale. Infotel 348.0517784. San Possidonio (Mo). 8 dicembre. Ritorna “La Pcarìa e i Sapori di una volta”. La manifestazione si svolge in piazza Andreoli. Infotel 0535.417911. Ferrara. 10 dicembre. Mercatino dei prodotti biologici. Dalle 9 alle 19,30, in piazza Trento Trieste, esposizione di prodotti naturali biologici, ecologici, erbe aromatiche, spezie, prodotti del sottobosco, confetture, prodotti di apicoltura, per la cura del corpo e per la casa. Sagre & fiere Modena. Dal 24 al 26 novembre. “La Buona Tavola”. Salone enogastronomico dei tesori della cucina tipica. La manifestazione si svolge presso Modena Fiere. Infotel 059.643664. Ostellato (Fe). Tutti i fine settimana di novembre. “Zucca in tavola”. Molte le iniziative in programma. Inoltre i cuochi dei dieci ristoranti di Ostellato e dintorni che aderiscono all’iniziativa, eseguono infinite varianti culinarie a base di zucca. Infotel 0533.681359. San Prospero (Mo). 25 novembre. “Passeggiata d’autunnovembre 2006 55 la posta consumatori Mozzarelle di bufala e ormoni: facciamo chiarezza Ho letto dell’ennesimo scandalo legato alle mozzarelle di bufala prodotte in Campania da animali dopati con l’uso di ormoni. Volevo capire meglio cosa è successo e quali precauzioni adotta Coop su questo tipo di prodotti? Gianna Silvani - Bologna Risponde Coop Italia: La somatotropina (o ormone della crescita GH), è un ormone naturale secreto dalla ghiandola ipofisi ed ha la funzione di stimolare lo sviluppo dell’organismo. È presente in tutti i mammiferi incluso l’uomo ed ha la caratteristica di essere specie specifico, cioè l’ormone umano è efficace per l’uomo, quello bovino per i bovini ecc. Le biotecnologie hanno permesso di produrre industrialmente questo ormone in larghe quantità e studi zootecnici hanno dimostrato che se tale ormone viene somministrato alle vacche in lattazione induce un incremento della produzione fino al 20%. Sulla base di queste osservazioni alcune industrie farmaceutiche hanno sviluppato prodotti ed hanno effettuato ulteriori studi di efficacia e tollerabilità e sicurezza. Tale documentazione è stata esaminata dai vari comitati scientifici internazionali e dalle autorità sanitarie dei vari paesi, ma i pareri del mondo scientifico non sono concordi. Al momento l’uso in allevamento del GH è consentito in molti paesi inclusi gli Stati Uniti, mentre fin dal 1990 la UE ha invece sancito il divieto di uso di ormoni per incrementare le produzioni animali, per preoccupazioni sui potenziali rischi per la salute umana e animale. In particolare per quanto riguarda la salute animale, è provato che la somministrazione di ormone GH provoca I cacciatori replicano a Mario Tozzi Egregio direttore, sono un socio Coop di lunga data. E ci sono rimasto davvero male nel leggere, sullo scorso numero, l’intervento frettoloso e pregiudiziale del vostro collaboratore Mario Tozzi a proposito della caccia. Anche voi prendete l’onda di certe trasmissioni tv, cacciatrici di audience con pseudonotizie anticaccia un tanto al chilo? Sia chiaro: le opinioni diverse sono sempre legittime. I processi sommari no. Tozzi, nella sua requisitoria, si è dimenticato ad esempio di scrivere che la caccia è prevista negli ordinamenti civili in tutto il mondo. In Francia ci sono più cacciatori che in Italia. Siamo in Europa o da un’altra parte? E la storia dei novembre 2006 56 un aumento del numero di mastiti (infezioni delle mammelle) e affezioni podali (cioè agli arti). Questo porta ad un incremento dell’uso di antibiotici che poi passano nel latte e che possono provocare reazioni allergiche nei consumatori ed un aumento della resistenza agli antibiotici da parte dei microrganismi. La somatotropina si può ritrovare in tracce nei tessuti e nel latte, ma ciò non costituisce preoccupazione per la salute pubblica in quanto l’ormone umano della crescita è diverso e quindi non attivo nel nostro organismo. Inoltre la somatotropina nel latte bovino viene inattivata dalla pastorizzazione, non è rilevabile nel formaggio e comunque priva di attività ormonale. Non sono al momento disponibili evidenze che colleghino direttamente casi di cancro con assunzione di latte e derivati provenienti da animali trattati con ormone GH. Il caso scoperto in Campania, se da un lato ci conferma che permangono ancora sacche di illegalità (per fortuna limitate e circoscritte) e che non si può abbassare la guardia, dall’altra parte ci tranquillizza sull’efficacia del sistema dei controlli. Pur non avendo tra le filiere a marchio Coop quella della mozzarella di bufala, abbiamo richiesto controlli mirati a tutti i fornitori di questa tipologia di prodotto e stiamo approfondendo la tematica col mondo scientifico per individuare ulteriori modalità di intervento per aumentare le garanzie. Del resto Coop ha lanciato ormai 20 anni fa la guerra agli ormoni ed all’abuso dei farmaci negli allevamenti ed ogni anno effettua migliaia di analisi ed ispezioni che si vanno a sommare agli interventi degli organi pubblici di controllo, al fine di dare un contributo concreto alla lotta contro queste pratiche criminali. 110 milioni di animali abbattuti da dove è stata tirata fuori? Quale è la fonte? Scommettiamo che si tratta di una delle solite “sparate” dei protezionisti? Quando si scrive bisognerebbe sempre dichiarare la fonte: anzi, più fonti ci sono meglio è, se si vuol fare buona informazione. E poi è davvero spiacevole l’equazione che Tozzi cerca di fare (in modo surrettizio, come direbbero gli avvocati) tra cacciatori e bracconieri. È come dire che i tifosi di calcio e gli ultrà violenti sono la stessa cosa, che i politici sono tutti ladri, che le cooperative fanno affari perché non pagano le tasse: questo è qualunquismo di grana grossa. Ci sarebbero poi molte altre contestazioni da fare (...) ma mi fermo qui. Anche i lettori hanno diritto di replica soprattutto in un periodico del movimento cooperativo. O no? Con franchezza romagnola Luciano Antonioli - Cesena la posta Come avevamo messo nel conto, in redazione sono arrivate decine di lettere a proposito delle posizioni contrarie alla caccia espresse da Mario Tozzi nella sua rubrica pubblicata sul numero scorso di Consumatori. Per la verità la maggior parte sono di consenso, ma numerose esprimono anche critiche più o meno dure. Tra queste lettere di critica, per offrire un doveroso spazio anche a queste voci, abbiamo deciso di pubblicare ampi stralci della lettera che trovate qui a lato. Una sola precisazione sul dato dei 110 milioni di animali abbattuti: Mario Tozzi (che è un apprezzato e autorevole collaboratore della nostra rivista, le cui opinioni, come quelle degli altri commentatori che ospitiamo, non sono comunque espressione di una posizione ufficiale di Coop sui diversi argomenti) ha citato una stima che ha come fonti il Ministero dell’Ambiente e il Wwf. Sul sito del Wwf (www.wwf.it) sono anzi presenti stime anche maggiori di questo dato. Ricordiamo che i cacciatori in Italia sono tra i 700 e gli 800.000 e che la stagione venatoria va indicativamente da settembre a fine gennaio. Prestito da soci e Finanziaria Ho letto sui giornali notizie circa il fatto che la Finanziaria potrebbe modificare la tassazione del prestito da soci Coop. È vero? Angela Biserni - Senigallia Le notizie che attualmente stanno circolando su alcuni organi di stampa riguardo ad un presunto > maggior prelievo fiscale sul prestito sociale nelle cooperative contenuto nella Legge Finanziaria sono del tutto premature. La legge Finanziaria attualmente all’esame del Governo e delle parti sociali non contiene nessuna norma specifica riguardante l’argomento. La tassazione delle rendite finanziarie è oggetto di un disegno di legge delega, il cui decreto delegato è ancora tutto da scrivere. Se anche l’ipotesi di una tassazione unica al 20% per tutte le rendite finanziarie è stata esplicitata da esponenti del governo stesso, solo quando ci sarà il testo di un provvedimento che davvero riguardi anche il prestito sociale sarà possibile esprimere valutazioni. Coop e l’Aspirina Sul numero di settembre della rivista “Consumatori” è apparso un articolo nel quale si riferisce di un progetto di produzione e commercializzazione di una “aspirina a marchio Coop”. Nell’interesse di Bayer Ad e di Bayer spa richiamiamo la vostra attenzione sul fatto che la parola “Aspirina” è un marchio registrato di titolarità della Bayer e non un nome che può essere utilizzato per indicare prodotti di altre imprese. Avvocato Giuseppe Sena Prendiamo senz’altro atto della precisazione che ci viene dai legali della Bayer. Nel contempo confermiamo l’intenzione di Coop, nella piena e rigorosa ottemperanza della normativa esistente ed a tutela della salute dei cittadini, di arrivare a realizzare un prodotto a marchio, contenente l’acido acetilsalicilico come principio attivo, equivalente ai farmaci analoghi oggi presenti in commercio con diverse marche. Ovviamente l’impegno di Coop, come dimostra l’esperienza degli spazi Coop salute sin qui aperti, è anche quello di riuscire a proporre prezzi estremamente convenienti, a tutto vantaggio del portafoglio dei consumatori italiani. Consumatori sin qui spesso penalizzati se si fa un raffronto, su uno stesso farmaco, tra prezzo italiano e quello praticato in altri paesi europei. LA REDAZIONE DI CONSUMATORI ADERISCE ALLA PROTESTA DEI GIORNALISTI L’indirizzo per scrivere a questa rubrica è redazione consumatori Viale Aldo Moro, 16 40127 Bologna fax 051 6316908 oppure [email protected] novembre 2006 57 La redazione di Consumatori esprime piena condivisione delle motivazioni della lotta dei giornalisti italiani per ottenere il rinnovo di un contratto di lavoro scaduto ormai da quasi due anni e, secondo quanto indicato dalla Federazione nazionale della stampa (Fnsi) per le testate mensili, aderisce e sostiene la protesta effettuando una sottoscrizione al Fondo di solidarietà sindacale della Fnsi stessa. Il privilegio di essere socio. Concessionaria Argenta • Molinella • Migliarino Scopri ogni giorno il privilegio di essere socio Coop ai soli Soci Coop Estense RENAULT NEW CLIO PACK 3 PORTE 1.2 16V 65CV Listino € 11.760,00 Ai Soci Coop Estense sconto 12% € 10.350,00 (LIRE 20.040.395) Per le altre versioni Clio sconto 10% RENAULT MODUS PACK NEW COLLECTION 1.2 16V 75CV tra le dotazioni di serie anche: climatizzatore, airbag, ABS con assistenza alla frenata d’emergenza, servosterzo elettrico ad assistenza variabile, alzacristalli elettrici, antiavviamento elettronico codificato, chiave con telecomando a radiofrequenza integrato, computer di bordo, fari a doppia ottica, paraurti in tinta con la carrozzeria, volante regolabile in altezza. Listino € 12.810,00 Ai Soci Coop Estense sconto 15% € 10.900,00 (LIRE 21.105.343) Per le altre versioni Modus sconto 13% • • • • • Inoltre valutiamo il vostro veicolo usato alla quotazione di “Quattro Ruote”. I prezzi si intendono IPT esclusa e optional a pagamento. Possibilità di bollo gratuito fino a 3 anni come previsto da Decreto Legge 262 del 03/10/2006. Lo sconto sarà applicato ai Soci Coop Estense che presenteranno la tessera Socio Coop alla Concessionaria. Possibilità di finanziamento senza anticipo fino a 72 mesi. OFFERTA VALIDA: Dal 1 novembre al 31 dicembre 2006 SOLO presso la concessionaria Autopiù: Argenta (FE) - via Nazionale Ponente, 53B - Tel. 0532 804957 Molinella (BO) - via Imperiale, 14A - Tel. 051 881828 Migliarino (FE) - via Lidi Ferraresi, 2A - Tel. 335 7583595 I prezzi possono subire variazioni nel caso di aumenti di listino di casa madre, eventuali errori tipografici e modifiche alle leggi fiscali. Le fotografie delle vetture sono solo indicative. tra le dotazioni di serie anche: climatizzatore, airbag, ABS con assistenza alla frenata d’emergenza, servosterzo elettrico ad assistenza variabile, alzacristalli elettrici, antiavviamento elettronico codificato, chiusura centralizzata con telecomando, computer di bordo, fari a doppia ottica, volante regolabile in altezza. coop estense Convenzioni Danza Ater danza (balletto moderno) La convenzione prevede uno sconto ai soci Coop sugli spettacoli dell’Ater (Associazione Teatrale Emilia-Romagna), sconto che però varia da teatro a teatro. Ricco e articolato il cartellone della nuova stagione di Aterdanza, estesa da ottobre 2006 a maggio 2007, con un calendario in equilibrio tra grandi compagnie straniere e storici ensemble nazionali, nuovi nomi internazionali e giovani emergenti italiani. Aterdanza schiera alcuni degli ensemble più interessanti della danza moderna europea e statunitense. Dai belgi Les Ballets C. de la B. agli statunitensi Elisa Monte Dance e Pilobolus Dance Theatre. Dal gruppo polacco Ocelot al flamenco di Eva Yerbabuena. Il balletto moderno nazionale è rappresentato dai reggiani Aterballetto, dall’Ensemble di Micha van Hoecke, dal Balletto Teatro di Torino, dalla compagnia Teatro Nuovo di Torino. E poi ancora il teatro-danza con Virgilio Sieni, Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, Giorgio Rossi, Enzo Cosimi, la compagnia Naturalis Labor, Monica Casadei e Simona Bucci. Per informazioni più dettagliate sulla programmazione dei vari teatri della regione e sugli sconti praticati, rimandiamo al sito web ater.regione.emilia-romagna.it Teatro dialettale Comune di Crevalcore Comune di Sant’Agata Bolognese Stagione del Teatro comunale: - Sabato 10 febbraio ore 21: Compagnia Filodrammatica Mirabellese presenta “Lassa pur che l’mond al diga” - Sabato 17 febbraio ore 21: Artemisia Teater presenta “Piov, neiva, tempesta a cà d’Alvise l’è seimpar festa”, due atti con la partecipazione di Antonio Guidetti e della Compagnia Artemisia Teater - Sabato 24 febbraio ore 21: Compagnia Bologna Classica presenta “Pisuneint” - Venerdì 16 Marzo 2007: Compagnia Bruno Lanzarini presenta “Un bon omen” - Venerdì 23 Marzo 2007: Compagnia “Il Teatro del Reno” presenta “La profezia dal megg bastacsia” - Venerdì 30 Marzo 2007: Compagnia “La Maschera” presenta “Mariunetti sensa fil” Biglietti: intero € 10 ridotto soci coop € 7,50 ridotto per età € 8,50 (minori di 26 e maggiori di 65) Info: Comune di Crevalcore, Istituzione dei servizi Culturali Paolo Borsellino, via Persicetana 226, 40014 Crevalcore (Bo). Tel. 051.6803581; fax 051.6803580. E-mail: prosa @comune.crevalcore.bo.it Sito web: www.comune.crevalcore.bo.it Info: www.teatrobibiena.it tel. 051.6818942 (servizio cultura biglietteria) Biglietti: intero € 10 ridotto soci coop € 7,50 ridotto per età € 8,50 (minori di 26 e maggiori di 65) I biglietti per tutti gli spettacoli sono in vendita dal 2 novembre tramite: la biglietteria del Teatro – ufficio cultura – aperta dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12,30; acquistando on-line su sito web www.vivaticket.it; rivolgendosi ai 300 punti vendita in Italia con diritto di prevendita pari a € 2; prenotandosi al call center 899.666.805 (servizio a pagamento) dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 20 e il sabato dalle 8 alle 15 Scuole di lingue Istituto di lingue In Language - Oxford di Carpi Sconto del 33% a tutti i soci Coop Estense e componenti del nucleo familiare, dietro presentazione della carta SocioCoop e/o CartaFamiglia, per corsi di lingue della durata di 50 ore, gruppi di 6/8 persone, frequenza settimanale (1 giugno 2004 59 o 2 volte a scelta), lezioni da 90 minuti ciascuna. Orari diurni-serali con possibilità anche al sabato. Costo del corso (suddiviso in 3 moduli di 17 ore ciascuno) praticato esclusivamente ai soci Coop Estense, € 133 anziché € 200 senza tassa d’iscrizione. Possibilità esami d’inglese con rilascio di regolare diploma riconosciuto dal Ministero e dall’Ue. Info: tel. 059.641771 - 644789, via Lenin 1 41012 Carpi Comunicazione ministeriale effettuata. Il regolamento è a disposizione nei punti vendita Coop Estense. La tua spesa dà buoni frutti: sconto del1O% su tutto l’assortimento. Sconto valido dal 4 al 9 dicembre* Ogni Socio ha diritto ad un solo sconto. Lo sconto è su tutto l'assortimento (esclusi giornali, riviste e tessere telefoniche a marchio Vodafone). Si applica anche ai prodotti già in promozione ed ai prodotti in offerta Soci. Fino ad un massimo di spesa di 2.OOO euro. * Lo sconto sarà valido anche le domeniche 3 e 10 dicembre negli ipercoop e supermercati aperti. Lo sconto sarà applicato ai soci che dal 1 ottobre al 30 novembre avranno accumulato 5OO euro di spesa o fatto almeno 12 spese. Gli sconti non finiscono mai. PIÙ VALORE AL SOCIO COOP. Comunicazione ministeriale effettuata. Il regolamento è a disposizione nei punti vendita Coop Estense. Ricordati che dal 4 al 9 dicembre* c’è lo sconto 1O% su tutto l’assortimento. * Lo sconto sarà valido anche le domeniche 3 e 10 dicembre negli ipercoop e supermercati aperti. Lo sconto sarà applicato ai soci che dal 1 ottobre al 30 novembre avranno accumulato 5OO euro di spesa o fatto almeno 12 spese in giorni diversi. UN’OPPORTUNITÀ IN PIÙ: fino all’ultimo giorno dello sconto, potrai trasferire presso il Punto d’ascolto valori di spesa e numero di scontrini da una carta Socio ad un’altra. Gli sconti non finiscono mai. PIÙ VALORE AL SOCIO COOP. più valore ACQUISTANDO QUESTI PRO Dal 20 NOVEMBRE al 3• DICEMBRE 6 PUNTI 10 PUNTI SPINACI FOGLIA BELLA IL SOLE DI OROGEL 300 g 20 DADO CUBÌTO KNORR PUNTI classico/vegetale conf. x 16 cubetti un prodotto a scelta LATTE FRESCO PARZIALMENTE SCREMATO PIACERE PUNTI LEGGERO GRANAROLO 6 200 g - conf. x 4 fette OLIO DI SEMI DI MAIS MAYA 1 litro ASSORBENTI CAREFRÉE conf. 52 pezzi +10 in omaggio (**) 20 PUNTI 1 litro 10 2 RICAMBI SPAZZOLA ABITI ADESIVA PELUCHE CSC 10 un prodotto a scelta in plastica 20 PUNTI PUNTI SPAZZOLA ABITI ADESIVA PELUCHE CSC Coop Estense PUNTI SHAMPOO, BALSAMO, MASCHERA FRUCTIS GARNIER 20 MOLLETTE GIGANTI COLORATE CSC 10 PUNTI SPAZZOLONE LAVAPAVIMENTI ARTURO CSC 10 PUNTI scopri tutti i vantaggi riservati ai soci coop (•) Nei punti vendita aperti la domenica SALSA BUITONI ai 4 formaggi/ai funghi - 200 g un prodotto a scelta COTECHINO A FETTE MONTORSI (**) Offerta speciale direttamente dal fornitore 12 PUNTI 20 PUNTI al socio coop DOTTI RICEVERAI PUNTI OMAGGIO! Dal 4 al 17• DICEMBRE 20 PUNTI 20 PUNTI 40 PUNTI TONNO ALL’OLIO DI OLIVA ALCO 80 g - conf. x 3 TONNO AL NATURALE PALMERA 160 g - conf. x 2 peso sgocc. 224 g OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA THUYA PRALINE FERRERO ROCHER da agricoltura biologica - 750 ml 375 g conf. x 30 praline 18 PUNTI 10 CREMA NIVEA PUNTI 150 ml 12 PUNTI LINEA NIVEA FOR MEN deodorante, crema viso, schiuma da barba, balsamo protettivo, gel detergente un prodotto a scelta Dal 18 al 31• DICEMBRE 200 g un prodotto a scelta LATTE FRESCO ALTA QUALITÀ GRANAROLO 1 litro 10 PUNTI 50 PUNTI 20 PUNTI 200 g 6 PUNTI PEPE NERO IN GRANI CANNAMELA CON TAPPOMACINA OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA IL CASOLARE FARCHIONI 1 litro Dal 3 aprile 2006 al 25 febbraio 2007 Comunicazione ministeriale effettuata. Il regolamento è a disposizione nei punti vendita Coop. INSALATA DI MARE SOLUZIONI COOP OLIO DI SEMI DI MAIS DIETETICO CUORE 1 litro 10 PUNTI ACETO BALSAMICO DI MODENA FINI 250 ml 18 PUNTI N SUPERMEEI R TUTTI I CATI MA TEDÌ 1 PUNTR O PIÙ OGNI EUIN DI SPESARO (•) Nei punti vendita aperti la domenica 10 PUNTI INSALATA RUSSA INSALATA CAPRICCIOSA SOLUZIONI COOP Scopri ogni giorno il privilegio di essere socio Coop Dedicato a te è il segno che indica tutte le iniziative rivolte ai soci Coop, ma anche a coloro che vogliono diventarlo: essere socio Coop è semplice, basta versare una quota di 26,00 Euro una volta per tutta la vita. Avrai da subito sconti su singoli prodotti, reparti o sull’intero assortimento. Confezione Auguri CONFEZIONE NATALIZIA COMPOSTA DA: Prezzo normale di vendita € 12,80 la confezione Ai Soci Coop Estense € 9,50 la confezione (LIRE 18.395) OFFERTA VALIDA: Dal 30 novembre al 13 dicembre nei supermercati e ipermercati Coop Estense di Modena e provincia, Ferrara e provincia. Per usufruire delle offerte riservate ai Soci, utilizza sempre le carte magnetiche Coop Estense: sicure, comode, veloci. Ad eventuale esaurimento scorte. Le fotografie dei prodotti sono solo indicative. I prezzi possono subire variazioni nel caso di eventuali errori tipografici e modifiche alle leggi fiscali. 1 Panettone o Pandoro Bauli da 750 g 1 Bottiglia di spumante Gancia Brut da 750 ml 1 Torrone tenero alla nocciola Sebaste da 200 g 1 Confezione di cioccolatini gianduja Attibassi alla nocciola da 200 g 1 Confezione di caffè Le Origini Perù Segafredo da 250 g