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Le Fresnoy Studio National presents
DE LA MUTABILITE DE TOUTE CHOSE ET DE
LA POSSIBILITE D’EN CHANGER CERTAINES
THE MUTABILITY OF ALL THINGS AND THE
POSSIBILITY OF CHANGING SOME / DELLA
MUTEVOLEZZA DI TUTTE LE COSE E DELLA
POSSIBILITA DI CAMBIARNE ALCUNE
A film by Anna Marziano
ITALIAN THEATRICAL DISTRIBUTION
DIRECTION
CAMERA
SOUND
EDITING
ANNA MARZIANO
ANNA MARZIANO
ANNA MARZIANO
ANNA MARZIANO
CAMERA SUPPORT ARMIN DIEROLF
EDITING SUPPORT JOÃO VIEIRA TORRES
MAYA DA-RIN
SOUND MIX SIMON APOSTOLOU
MUSIC CHICO BUARQUE , « RODA VIVA »
thanks to Chico Buarque
ARCHIVE MATERIAL BUSTER KEATON, « ONE WEEK »
thanks to The Douris Company
SHOT IN SUPER16MM AATON XTR ON FUJI FILM
FORMAT SHOOTING 1.66
FORMAT SCREENING 16/9
SOUND STEREO DOLBY SR
ORIGINAL VERSION ITALIAN
WITH ENGLISH AND FRENCH SUBTITLES
LENGHT: 16 MIN
FRANCE 2011
SINOSSI
Questo viaggio intorno alla mutevolezza inizia
all’Aquila, in un territorio colpito dal terremoto del
2009. Anna Marziano propone delle letture in
alcuni spazi pubblici: per la strada, in un centro
commerciale, nella piscina comunale…
Lo spazio-tempo del film diventa uno spazio
pubblico in sé, dove è possibile fare esperienza del
cambiamento, individuale e sociale: accettando le
cose che non è possibile cambiare... e
trasformando quelle che possono essere
cambiate.
SYNOPSYS
This journey into mutability takes place in the
Abruzzi (Italy), on a territory that was damaged by
the earthquake in 2009. Anna Marziano proposes
some readings in public spaces such as streets,
commercial centres and swimming-pools…
The space-time of the film becomes a sort of public
space itself where it gets possible to experience the
becoming of the individual and social body:
welcoming what we cannot change… and
changing what we can change.
NOTE DI INTENZIONE
Lo stato di transitorietà che accomuna le nostre esistenze si mostra con particolare evidenza
all’Aquila, dove il terremoto ha sconvolto i limiti delle abitazioni, dei corpi, delle relazioni.
Questi interstizi mi sono sembrati un nuovo spazio di confusione in cui fosse possibile
costruire nuove connessioni tra il corpo individuale e il corpo sociale (comunità urbana,
ambiente).
Nel film propongo delle letture in alcuni luoghi pubblici: una piscina, un centro commerciale,
un campo circondato da recenti edificazioni.
L’impulso alla base di questo film è fare esperienza del divenire, in reazione a due spinte.
Da un lato l’accettazione del cambiare ciclico e perenne delle cose, a partire dalla coscienza di
essere poco anzichè molto.
Dall’altro, la scelta di continuare a partecipare alla vita pubblica. Ovvero ad agire in uno
spazio comune, mossi dallo stupore sempre nuovo di fronte alla singolarità di ogni essere.
FILMMAKER’S STATEMENT
The transitory nature of our existence is shown with particular clarity in L'Aquila. There the
earthquake shocked the borders of houses, bodies and relationships.
These furrows seemed to me like a new area of confusion in which it was maybe possible to
create new connections through individual bodies and social bodies (urban communities,
environment).
I proposed some readings in public places: a swimming pool, a shopping centre, a field
surrounded by modern buildings.
The original impulse of this film was to experience the becoming.
On one hand it was about dealing with the acceptance of the perpetual change, which
reminds us of being something rather little than big.
On the other hand, it was about the choice of taking part to this change in public life.
In this propensity towards action, the film finds its political dimension, moved by an always
renewed wonder towards the singularity of each being.
ANNA MARZIANO
Si laurea in Scienze Politiche all’Università di Padova e si diploma in cinematografia presso il
Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Negli stessi anni partecipa a varie
produzioni in qualità di assistente operatore.
Nel 2009, grazie al sostegno della Film Commission Friuli Venezia Giulia, si trasferisce a Parigi
e studia regia documentaria presso gli Ateliers Varan con Marie-Claude Treilhou e Yves de
Peretti.
Dal 2010 al 2012, i suoi lavori godono del sostegno e della produzione del Fresnoy – Studio
National des Arts Contemporains (Francia) e vengono presentati in diversi festival
internazionali (Toronto Film Festival, Torino Film Festival, Media City Film Festival).
Vive e lavora a Padova (Italia), Roubaix (Francia) e Berlino (Germania).
After a degree in Political Sciences, she studied cinematography at Centro Sperimentale di
Cinematografia in Rome and worked in the camera department in many short and featurefilms.
She moved to France in 2009 with a Filmcommission Friuli Venezia Giulia fellowship to study
directing at Ateliers Varan in Paris, with Marie-Claude Treilhou and Yves de Peretti.
From 2010 to 2012 her works are supported by Le Fresnoy – Studio National des Arts
Contemporains (Tourcoing) and her films are screen in many international film festivals, such
as Toronto Film Festival, Torino Film Festival, Media City Film Festival.
From 2012 to 2012, her works are supported by Le Fresnoy – Studio National des Arts
Contemporarains.
She lives and works in Padova (Italy), Roubaix (France) and Berlin (Germany).
FILMOGRAFIA
FILMOGRAPHY
VARIATIONS ORDINAIRES
ORDINARY VARIATIONS
2012
FILM, PROD. PATAFILM / LE FRESNOY, HD, BN E
COLORE, 48 MIN.
DE LA MUTABILITÉ DE TOUTE CHOSE ET DE LA
POSSIBILITÉ D’EN CHANGER CERTAINES
THE MUTABILITY OF ALL THINGS AND THE
POSSIBILITY OF CHANGING SOME
2011
FILM, PROD. LE FRESNOY, 16MM, COLORE, 16 MIN.
TORONTO FILM FESTIVAL 2012, TORINO FILM
FESTIVAL 2011, LIDF LONDON INTERNATIONAL
DOCUMENTARY FESTIVAL 2012, MEDIA CITY
FESTIVAL WINDSOR 2012, FESTIVAL LES ECRANS
DOCUMENTAIRES ARCUEIL 2011, FIPA BIARRITZ
2011, 8/12 LISBOA 2011, CA’ FOSCARI SHORT FILM
FESTIVAL 2012
LA VEGLIA
THE WAKE
2010
FILM, PROD. PATAFILM, SUPER8, BN / COLORE,
2MIN.
TORINO FILM FESTIVAL 2010, ZEBRA FILM
FESTIVAL BERLIN 2010, 8 1/2 LISBON 2010
MAINSTREAM
2009
FILM, PROD. ATELIERS VARAN, HD, COLORE,
25MIN, CON DAN PERJOVSCHI.
LIDF LONDON INTERNATIONAL DOCUMENTARY
FESTIVAL 2010, LONDON; GALLERIE MICHEL
REIN PARIS 2009
CRITICHE
REVIEWS
This idea of the relationship between memory and place particularly dominated the second
half of the programme, which focused on cultural and political inferences that are inseparable
from the geography of landscape. Anna Marziano’s De la mutabilité de toute chose et de la
possibilité d’en changer certaines takes the filmmaker to Abruzzi, Italy, the site of a devastating
earthquake in 2009. Capturing the damaged structures and landscapes of the town, Marziano’s
film moves beyond documentary observation as it actively participates in a project to
rejuvenate the public sphere of the town. By having locals read passages from a variety of the
texts she brought along in her journey, Marziano unites her subjects through the creation of
this film, aligning their private experiences and having them speak again as a community. In
the question-and-answer period following the screening, Marziano lamented the loss of public
spaces that the town experienced through the earthquake; schools, community centres and
churches were destroyed, and residents had so far only focused on rebuilding their private
dwellings. Marziano attempted to propel the desire for revitalizing communal spaces to the
forefront, seeing the return to the public sphere as necessary to a return to normality for people
whose lives had been severely disrupted. Through working directly with her subjects on this
film, Marziano was able open up a dialogue about change and how we adapt. What results is a
quiet and inspiring film on the effects of uncontrollable change, and the small actions
individuals may take to reclaim their lives and overcome the scars of their recent history.
Andrea Whyte / Cinemascope online
“Sometimes Doing Something Poetic Can Become Political and Sometimes Doing Something
Political Can Become Poetic”.
Se per atto politico s’intende “la ripartizione del sensibile” attraverso cui riconfigurare il mondo,
rifondare visibile e invisibile, decostruire spazi e identità accade che, qualche volta, neanche
troppo spesso, possa fondersi/ congiungersi/ assimilarsi all’atto poetico. Ciò avviene
esclusivamente attraverso il processo creativo, nel momento in cui un gesto infinito e forse
utopico è lanciato, con tutta la consapevolezza possibile nell’universo dei segni. Un’opera reca
in sé un’attitudine di trasformazione dell’esistente e, qualche volta, solca una traccia indelebile.
Nel fare di Anna Marziano, attraverso un processo filmico che indaga soggettività e ruoli
sociali, singolarità molteplici e le sfumature che in esse si annidano, appare l’intento di
interrogarsi sulle questioni che ruotano intorno alla costruzione dell’identità contemporanea.
In un costante work in progress che rimescola forma e contenuto, la Marziano si/ci interroga
sull’essere in divenire. Non a caso la mutevolezza e la variazione, sono i termini che essa stessa
predilige persino nei titoli dei suoi lavori.
La trasformazione determina il senso dell’essere al mondo, la sua collocazione nella vita sociale
e il rapporto con l’alterità. In questo paradigma meta-identitario s’inserisce perfettamente
l’idea che ispira Variazioni ordinarie, il nuovo film dell’artista sull’identità soggettiva come
singolarmente plurale e pluralmente singolare e meglio ancora come declinazione dell’essere
singolare plurale.
Nondimeno il film De la mutabilité de toute chose et de la possibilité d’en changer certaines
(2011) indaga sul Sé incarnato alla realtà mutante. Qui, più decisamente si manifesta
l’ineluttabilità del concetto di mutamento, nella bivalenza di natura e cultura. L’indagine
scavata dalla Marziano nella condizione di precarietà in cui vivono i terremotati dell’Aquila
avvalora l’alterazione che caratterizza la fragilità sociale, culturale, economica e naturale
dell’esistente e insieme l’infinitezza dell’essere singolare, plurale.
“L’arte è da sempre cosmogonica, ma esibisce la cosmogonia per quel che essa è;
necessariamente plurale, diffranta, discreta, tocco di colore o timbro, frase o massa piegata,
lampo, odore, canto o pasto sospeso, poiché essa è la nascita di un mondo (e non la
costruzione di un sistema). E il mondo è sempre tutti i mondi che ci vogliono per fare il
mondo.”1
Teresa Macrì / Catalogo Panorama14
“Sometimes Doing Something Poetic Can Become Political and Sometimes
Doing Something Political Can Become Poetic”.
If political means «sharing the sensitive» - shaping the world, visible and invisible,
deconstructing spaces and identities... – it may happen sometimes, very seldom, that this
political act can blend/join/be assimilated with the poetic act.
This occurs exclusively through the creative process: an infinite and perhaps utopian gesture is
offered to the universe of signs, in total awareness.
Anna Marziano’s practice approaches the issues of contemporary identity and its hidden
nuances through a film process that questions subjectivity, social roles and multiple
singularities.
In a constant work in progress that shakes up form and content, Anna Marziano questions the
being and the becoming. It is no coincidence to find the words «mutability» and «variation» in
the titles of her works.
The transformation determines the meaning of being in the world, of social life and of
relationships with the Otherness. This framework of meta-identity paradigm inspires the last
film of Anna Marziano – ORDINARY VARIATIONS (2012) – a work upon subjective identity as a
singular-plural being.
The previous film – THE MUTABILITY OF ALL THINGS AND THE POSSIBILITY OF CHANGING SOME
(2011) - questions the Self embodied in the changing reality, revealing the insoluble
relationship between nature and culture. The question tackled by Anna Marziano - concerning
the precarious conditions in which people live after the L’Aquila earthquake – confirms the
social, cultural, economic and natural fragility of the existence... And at the same time, it reveals
the infinity of the singular-plural being.
«Art always has to do with cosmogony, but it exposes cosmogony for what it is: necessarily
plural, diffracted, discreet, a touch of color or tone, an agile turn of phrase or folded mass, a
radiance, a scent, a song, or a suspended movement, exactly because it is the birth of a world
(and not the construction of a system). A world is always as many worlds as it takes to make a
world».*
Teresa Macrì / Panorama14 Catalogue
Anna Marziano's intelligent, quietly moving De la mutabilité de toute chose et de la possibilité
d'en changer certaines explores our human adaptability in light of catastrophe (the earthquake
in Aquila) by way of seminal literature passages implying a transitory social body (from
Marguerite Yourcenar, Hannah Arendt, etc.).
Andréa Picard / Toronto Film Festival
Tra i film in programma il primo giorno si può già notare l’attenzione rivolta a tematiche
importanti per i ragazzi, quali l’identità e il rapporto condizionante con l’ambiente. A tal
1 Nancy J.-L., 1996, Étre singulier pluriel, Galilée, Paris (trad.it.: Nancy J.-L., 2001, Essere
singolare plurale, Einuadi, Torino, pag.23-24)
riguardo esemplificativo è De la mutabilità de toute chose et de la possibilità d’en changer
certaines di Anna Marziano, ragazza italiana che ha deciso di studiare in Francia e realizzare
un’analisi sociologica per immagini. Attraverso un’ottima fotografia dalla quale si può evincere
una sensibilità artistica matura, l’autrice affronta un viaggio tra alcuni uomini e donne che si
sono trovati, loro malgrado, a dover reagire a un cambiamento: un ragazzo costretto a
scappare dall’Afghanistan del regime talebano e poi ‘investito’ dal terremoto in Abruzzo,
anziani di paesi sradicati dalle loro case per ritrovarsi in non-luoghi quali i centri commerciali.
Per sviluppare il concetto di mutamento, la narrazione è intervallata da brani letterari, da un
Buster Keaton alle prese con un tornado e una casa che gira su se stessa perdendo il proprio
asse e da ambienti naturali specchio dell’anima dei protagonisti.
Giovanna Barreca / Radiocinema
Il senso del corto di Anna Marziano, "De la Mutabilité de Toute Chose et de la Possibilité d'en
Changer Certains" è già tutto nel titolo, letteralmente "della mutevolezza di tutte le cose e della
possibilità di cambiarne alcune".
Presentato alla 29a edizione del Torino Film Festival nella sezione "Italiana.Corti", mostra come
un evento inaspettato, nella fattispecie il terremoto avvenuto a L'Aquila nel 2009, possa
costringere la gente a dover cambiare la proprie attitudini, il proprio quotidiano, la propria vita.
Le rughe sul volto dell'anziano signore che mostra le "nuove" quattro mura che lo ospitano, no
si discostano molto da un altro tipo di "rughe", i segni che il terremoto e il tempo stanno
continuando a lasciare sulle vecchie abitazioni, ormai abbandonate.
La Marziano firma un corto doc che ha tutte le sembianze di un elogio del silenzio e della
memoria, che convince molto di più nei momenti più "classici" e meno nelle intersezioni più
sperimentali.
Antonio Capellupo / Cinemaitaliano
La regista Anna Marziano, invece, con il suo De la mutabilité de toute chose et de la possibilité
d’en changer certaines prende in esame i pensieri, le paure, le speranze, la voglia di
ricominciare dei terremotati dell’Aquila subito dopo il tragico evento del 2009. Una prova
cinematografica davvero convincente, che fa convergere le testimonianze dirette e i diversi
punti di vista allo scopo di coglierne gli elementi comuni; un viaggio tra paesaggi di macerie e
varie realtà individuali; una poesia dello sguardo che accoglie la lezione di Diritti e
Frammartino; delle vedute estatiche che contemplano il mistero della natura, in tutta la sua
bellezza e nella sua totale indifferenza per il destino umano.
Diego Baratto / Indie-eye
“Tem dias que a gente se sente/ Como quem partiu ou morreu/ A gente estancou de
repente/ Ou foi o mundo então que cresceu/ A gente quer ter voz ativa/ No nosso destino
mandar” (1).
Anna Marziano è riuscita a condensare nei versi tesi e tersi di Chico Buarque (“Roda Viva”, 1967
) il dramma infinito del terremoto abruzzese del 2009. Dopo aver messo in sequenza alternata
racconto privato e dimensione collettiva - brevi testimonianze di perdite “versus” still lives degli
spazi pubblici violentati dal sisma o del paesaggio attonito - la regista chiude il suo excursus
doloroso con una sottolineatura inattesa di alta poesia. Senza soluzione di continuità
passiamo dall’incerta banda sonora prodotta da un radiolone al viso intenso del cantautore
brasiliano. L’accento posto su questa breve oasi d’irrealtà, è un cuneo di senso in cui va a
insinuarsi il pensiero della Marziano. L’anziano terremotato, dopo aver raccontato la sua
personale tragedia, sta ascoltando un cd, quindi Chico, sospeso nell’atemporalità di un azzurro
apparentemente catodico o internettiano, non esce comunque da un televisore o da un
computer, che eccederebbero la qualità basica, primaria delle funzioni offerte da un camper o
da un tendone. La sua è una sorta di epifania (tecnologica e astratta) dell’arcangelo,
annunciatore per definizione, che rende inutile ogni fastidioso voice over e raccoglie il
commento dell’autrice. Nello stacco tra il vecchio che caracolla sul samba lento di “Roda Viva”
e il primo piano del cantautore carioca, stanno sia l’universalità irreversibile della Fine, sia la
vertigine poetica prodotta dal cinema. Grazie ad esso la regista può ricollocare un quantum di
tecnologia - quindi di rassicurante consuetudine nei confronti di una modernità data per
scontata - nel contesto apocalittico e primordiale in cui ogni cosa è rotta, spezzata e il tempo si
riavvolge, come una “roda morta”, su se stesso, rendendo antico il Presente. Il segnale-tv non
arriva più a L’Aquila o, se ciò è possibile, arriva solo sotto forma di miracolo o epifania che
eccede il grado zero della distruzione fattasi status quo immutabile. Tutto il cortometraggio,
ad ogni modo, mostra una notevole padronanza nell' uso della m.d.p., nella costruzione dell'
immagine in movimento o statica, nella capacità di alternare taglio-doc puro e sospensione
meditativa, racconto e immagine pura. Sino ad ora il nostro candidato al premio principale del
Concorso Internazionale.
(1) Ci sono giorni che ci si sente/ Come chi è partito o chi è morto / Ci si è fermati all’improvviso/
O è stato il mondo che è andato avanti/ Vogliamo dire la nostra/ Poter guidare il nostro
destino.
Gabriele Francioni / Ca’Foscari short film festival
FILMMAKER
Anna Marziano
Muskauer str.18 10997 Berlin Germany
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PRODUCTION
Le Fresnoy - Studio national
François Bonenfant
22 rue du Fresnoy
59200 Tourcoing France
+33 320283800
www.lefresnoy.net
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DISTRIBUTION
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Marcello Fagiani
Via G. Guinizelli, 96 - Palazzina 3/3
00152 Roma Italy
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PRESS AGENCY
Boudu
Graziella Travaglini
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00152 Roma Italy
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