Creazione e diversione di commercio. Teoria di Viner

Transcript

Creazione e diversione di commercio. Teoria di Viner
Corso di Politica Economica Europea
S. Papa
[email protected]
Capitolo 5:
Forme di integrazione
commerciali, teoria di Viner e
istituzioni internazionali
Facoltà di Economia
Università di Roma Sapienza
Forme di integrazioni commerciali
1.
Associazione di commercio preferenziale: Gruppo di paesi
(nazioni preferite), in base ad un accordo di riduzione dei dazi e
altre restrizioni alle importazioni ai membri dell’associazione,
conservando la possibilità di imporre i dazi ed altre restrizioni ai
non membri (ASEAN ‘69);
2.
Area di Libero Scambio: Accordi di libero commercio tra i paesi
proponenti (es. EFTA, NAFTA, MERCOSUR, FTAA)
contemplano l’eliminazione dei dazi o le altre misure restrittive
(non la sola riduzione), fermo restando la libertà di ogni membro
all’area di imporre a paesi la propria tariffa commerciale nei
confronti dei paesi esterni all’accordo.
Forme di integrazioni commerciali
3.
Unione Doganale: è un’area di libero scambio (2) con l’accordo
di attuare una politica commerciale comune verso i paesi terzi non
aderenti (es. CEE).
4.
Mercato Comune: è un’unione doganale (3) con accordi relativi
alla libera circolazione fattori produttivi (L, K, capacità
imprenditoriali ed eliminazione delle barriere tecniche al
commercio).
Forme di integrazioni economiche
------------------------Integrazione economica---------------------5.
6.
•
Unione Economica: è un mercato comune (4) con l’accordo di
attuare una politica economica comune, in relazione a diverse
politiche economiche (agricola, regionale, trasporti, industriali,
concorrenza, energetico ambientali, ecc.)
Unione Economica Monetaria: è un’unione economica (5) ed
anche la politica monetaria è in comune.
Possibili sviluppi: Unione Politica e Fiscale....!!
Analisi dell’unione doganale
• L'integrazione
europea
ha
coinvolto una sequenza di
liberalizzazioni preferenziali.
• Nell'esempio, entrambi Home e
Partner eliminano le rispettive
TARIFFE, mentre hanno una
tariffa comunesul paese 3.
• Necessità di affrontare il
mercato di 3 nazioni (Home,
Partner, RoW).
Good 1
Good 2
Home
Good 1
Good 2
Good 3
Good 3
RoW
Partner
Analisi dell’unione doganale
• FTA vs. Unione Doganale (UD).
– Data la simmetria delle 3 nazioni, la zona di libero scambio (FTA)
tra Home e Partner è automaticamente un'unione doganale (UD).
– Home-Partner (UD) ha tariffa esterna comune (CET) pari a T, nel
mondo reale, le cose sono più complicate.
– L'analisi è semplicemente una questione di ricombinare risultati dal
caso preferenziale unilaterale.
– Nel mercato del bene 1, l'analisi è identica.
– Nel mercato per il bene 2, Home interpreta il ruolo di partner.
– Nel mercato per il bene 2, Partner svolge ruolo di Home.
Benefici netti di una unione doganale
• Nel mercato dei beni 1
(Importazioni di Home):
euros
euros
Cambiamento Home = A +
B-C1-C2. Per l’aumento di
prezzo del partner (C1+ C2).
Α
XS
• Nel mercato dei beni 2
P’
(esportazioni di Home):
D2
Cambiamento Home = + D1
P”
+ D2.
C2 C1
D1
MD
P’-T
• Se: D1 = C1.
Β
• Impatto netto di Home = A +
P”-T
B - C2 + D2.
• L'impatto di Partner è
identico (è simmetrico ad
Home), mentre RoW perde il
doppio dell’area E sia per il
Exports
imports
P’
P”
R” XP’ M’
X
X
X
bene 1 verso Home, sia per il
♥ Βαλδωιν & Ωψπλοσζ 2006. Τηε Εχονοµιχσ οφ Ευροπεαν Ιντεγρατιον, 2
bene 2 verso il partner.
Εδιτιον
νδ
Teoria delle unioni doganali di Viner
• Creazione di commercio: In conseguenza all’eliminazione dei dazi
tra i paesi che partecipano all’unione doganale, un bene che prima
veniva prodotto in autarchia, diventa oggetto di scambio e viene
prodotto dal paese membro più efficiente in termini di costi di
produzione (migliore allocazione delle risorse).
• Diversione di commercio: In conseguenza all’eliminazione dei dazi
tra i paesi che partecipano all’unione doganale, per un paese
membro è più conveniente importare un bene da un altro paese
membro, anziché da un paese non membro che lo produce in
maniera più efficiente tra tutti, ma questo non è più competitivo a
causa del mantenimento delle barriere doganali (peggioramento
dell’allocazione delle risorse).
Né creazione né diversione di
commercio
Costo: Bene
B
Paese 2
Paese 1
Paese 3
Costo puro
pre unione
14
11
15
Costo+dazio
(Pre unione)
18,2
11
19,5
Costo+dazio
(Post unione)
14
11
15
Diversione o creazione?
Costo: Bene
A
Paese 2
(exp. a 1)
Paese 1
Paese 3
(exp. a 1)
Costo puro
pre unione
20
27
18
Costo+dazio
(Pre unione)
26
27
21,6
Costo+dazio
(Post unione)
20
27
21,6
Diversione o creazione?
Costo: Bene
C
Paese 2
(exp. a 1)
Paese 1
Paese 3
(exp. a 1)
Costo puro
pre unione
8
10
9
Costo+dazio
(Pre Unione)
10,4
10
11,7
Costo+dazio
(Post Unione)
8
10
11,7
Diversione o creazione?
Costo: Bene
C
Paese 2
(exp. a 1)
Paese 1
Paese 3
(exp. a 1)
Costo puro
pre unione
8
7
9
Costo+dazio
(Pre Unione)
10,4
7
11,7
Costo+dazio
(Post Unione)
8
7
11,7
Diversione o creazione?
Costo: Bene
A
Paese 2
(exp. a 1)
Paese 1
Paese 3
(exp. a 1)
Costo puro
pre unione
11
12
10
Costo+dazio
(Pre unione)
14,3
12
13
Costo+dazio
(Post unione)
11
12
13
Creazione di commercio
Costo: Bene
C
Paese 2
(exp. a 1)
Paese 1
Paese 3
(exp. a 1)
Costo puro
pre unione
12 →
15
13
Costo+dazio
(Pre Unione)
15,6
15
16,9
Costo+dazio
(Post Unione)
12 →
15
16,9
Diversione di commercio
Costo: Bene
A
Paese 2
(exp. a 1)
Paese 1
Paese 3
(exp. a 1)
Costo puro
pre unione
12
14
← 10
Costo+dazio
(Pre unione)
15,6
14
← 13
Costo+dazio
(Post unione)
12 →
14
13
Con riduzione della tariffa dal 30% al 10%
eliminazione della diversione di commercio
Costo: Bene
A
Paese 2
(exp. a 1)
Paese 1
Paese 3
(exp. a 1)
Costo puro
pre unione
12
14
← 10
Costo+dazio
30%
(Pre unione)
Costo+dazio
30%
(Post unione)
Costo+dazio
10%
(Post unione)
15,6
14
← 13
12 →
14
13
13.2
14
←11
Effetti dell’Unione dal lato del consumo
• Con la creazione e diversione di commercio non si hanno solo effetti
dal lato della produzione, ma anche dal lato del consumo.
• Creazione di commercio (↑ della rendita del consumatore) perché i
consumatori sostituiscono i beni prodotti internamente ad un prezzo
maggiore (pre unione, con tariffa non discriminaria) con i beni
prodotti (perfettamente sostituti) dai paesi membri a prezzi minori
(tariffa discriminatoria).
• Diversione di commercio (↓ della rendita del consumatore) perché i
consumatori sostituiscono i beni prodotti da altri paesi esterni
all’unione a prezzi minori (ma non più competitivi per via della
tariffa doganale comune) con i beni prodotti dai paesi membri a
prezzi maggiori. Tariffa discriminatoria.
Indicazioni sui benefici dell’unione doganale:
1. Tanto maggiore è il grado di concorrenzialità dei paesi membri e più i
beni sono sostituibili.
2. Tanto più grande è il livello dei dazi pre unione, maggiori sono i
guadagni complessivi derivanti dalla loro rimozione.
3. Tanto minore è il livello dei dazi verso i paesi terzi, minore è la
diversione di commercio.
4. Tanto più grande è l’unione doganale tanto più c’è creazione di
commercio e meno diversione di commercio che cesserebbe di
esistere se si ha libero scambio o, al limite, un unico sistema di
commercio internazionale senza protezionismo (tutto il mondo, un
unico sistema).
5. Aumento della concorrenza attraverso l’eliminazione dei dazi.
6. Negoziazione della tariffa comune, anziché isolatamente.
Not just tariffs …
Barriere non tariffarie
• Divieto dei sussidi che alterano la struttura del commercio,
aiuti di Stato che alternano la libera concorrenza. Questi
sussidi possono essere usati anche come dumping, ma è
vietato;
• Armonizzazione delle leggi dei paesi membri e delle imposte
(tassazione sul reddito) che posso essere distorsive nei
confronti del commercio all’interno dell’UE;
Concorrenza e antitrust dell’UE
• Divieto di comportamenti anticoncorrenziali come l’abuso di
posizione dominante;
• Liberalizzazione dei beni e servizi, del lavoro, dei capitali
fisici e finanziari.
Istituzioni
• Dopo la seconda guerra mondiale, l’International Trade
Organization era una istituzione finalizzata ad assicurare la
cooperazione nel campo delle politiche commerciali, ma non fu mai
realizzata.
• Al suo posto, attraverso un accordo fra i vari paesi sottoscritto a
Ginevra nel (‘47), operò il GATT che avrebbe dovuto essere
provvisorio, ma che è durato fino al 1995, diventando WTO.
• La politica del GATT/WTO è quella di implementare lo scambio
non discriminatorio.
• Nel dopoguerra, il GATT (poi WTO) mise al bando i dazi e i
contingenti, introducendo la clausola della nazione più favorita
che assicura ai firmatari di un trattato commerciale l’estensione
automatica delle eventuali facilitazioni (anche successive) agli altri
paesi. Eccezioni: EFTA e UE.
• La tariffa estera comune nella UE non può essere superiore alla
tariffa più elevata prima dell’UE.
Neoprotezionismo
• Il neo protezionismo si sviluppa con gli strumenti non tariffari
(sussidi) che si vengono a ridurre nel tempo nel settore dei servizi e
manifatturiero, mentre rimangono tuttora elevati nel settore agricolo.
• I dazi e contingenti sono strumenti trasparenti e necessitano di
misure legislative per essere usati anche nei momenti di problemi
strutturali della Bilancia dei Pagamenti.
• Sussidi, le VER (volontarie riduzioni delle esportazioni) o le VIE
(volontarie espanzioni delle importazioni) necessitano di essere
amministrate con regole e vincoli, quindi è più facile ottenerle per i
gruppi di pressione.
GATT
• Il GATT aveva il compito di accrescere il benessere sociale dei paesi
aderenti attraverso:
1. L’eliminazione delle discriminazioni commerciali poste in essere da
un paese, ad esempio attraverso accordi tariffari preferenziali con un
altro paese estero.
2. Per il conseguimento di questo obiettivo si è fatto particolare
affidamento sulla clausola della nazione più favorita (CNF), che
assicura ai firmatari di un trattato commerciale l’estensione
automatica delle eventuali facilitazioni (anche successive) agli altri
paesi. Eccezioni: EFTA e UE.
GATT
3. La progressiva riduzione dei dazi, ottenuta principalmente con otto
successive sessioni di negoziati multilaterali, tra i più quali il
Kennedy Round, il Tokyo Round, l’Uruguay Round e il Doha
Round.
4. L’eliminazione delle restrizioni quantitative, quali i contingenti
(quote) e la riduzione o regolamentazione di altre misure
suscettibili di essere utilizzate per finalità protezionistiche (VER),
peraltro con la previsione di eccezioni e clausole di salvaguardia
(come riconoscimento dello status particolare dei PVS).
• L’attenzione del GATT si era spostata nel tempo dalla riduzione
delle barriere tariffarie a quella delle barriere non tariffarie.
Critiche non esiste un vero e proprio meccanismo di coordinamento e
reputazione (punizioni o sanzioni).
Uruguay Round
• I principali risultati conseguiti dai negoziati multilaterali:
1. La riduzione dei dazi sui prodotti manifatturieri del 40%
(settoriali);
2. La proibizione di altre barriere protettive (VER);
3. L’inclusione di nuove materie d’interesse per la cooperazione
multilaterale: l’agricoltura, ridotti i dazi (36%) e sussidi
all’esportazione; tessile, l’accordo Multifibre (VER) fu eliminato,
cancellando la barriera imposta dai paesi industriali all’esportazione
dei PVS di manufatti e abbigliamento; i servizi, applicazione della
CNF; la proprietà intellettuale, standard internazionale di
protezione dei diritti di proprietà intellettuale, relativa alla tutela dei
brevetti; la normativa interna dei vari paesi sulla concorrenza;
l’ambiente, misure anti eco dumping.
WTO
4. L’introduzione di nuove regole per ridurre barriere non tariffarie
e disciplinare in modo più efficace le situazioni di conflitto (misure
anti-dumping, attraverso dazi temporanei di massimo 5 anni).
• L’WTO ha un carattere istituzionale più accentuato di quello del
GATT presentando, a differenza di questo, una sua struttura stabile e
prevedendo la risoluzione quasi automatica dei conflitti fra i vari
membri in materia di commercio, affidata ad un suo organo: il
Dispute Settlement Body.
• Sono previste, fra l’altro, procedure di conciliazione o di arbitrato e
la possibilità di imporre sanzioni commerciali nei confronti del paese
condannato che non si adegui alla decisione stessa (misure antidumping, attraverso dazi compensativi temporanei, al massimo 5
anni).
WTO
• Ha promosso accordi per la completa liberalizzazione degli scambi e
la riduzione delle barriere nella farmaceutica e nei prodotti che
utilizzano tecnologie informatiche, nelle telecomunicazioni di base,
nei servizi finanziari dei settori bancario, assicurativo, delle
operazioni in titoli e dell’informazione finanziaria.
• Il WTO si è occupato dal ‘95 delle questioni emerse in relazione al
fenomeno del social dumping che ha generato preoccupazioni nei
paesi avanzati, determinando pressioni per l’introduzione di una
“clausola sociale” che imponga labour standard, ossia requisiti
minimi di tutela del lavoro e che consenta ad un paese di imporre
restrizioni alle importazioni dai paesi che non soddisfino tali
requisiti minimi (come forma di protezionismo dei PS contro PVS).
TTIP
1. Il Partenariato transatlantico per il commercio e gli
investimenti
(Transatlantic
Trade
and
Investment
Partnership, TTIP), definito Zona di libero scambio
transatlantica (Transatlantic Free Trade Area, TAFTA), è
un accordo commerciale di libero scambio in corso di negoziato
dal 2013 tra l'UE e gli USA.
• The importance of the agreement lies in its economic impact. Taken
together, American and European economies account for 60% of
global GDP and 33% of global trade; every year they exchange
goods, services and investments for about 1 trillion of dollars.
Tariff barriers between US and EU are already low, since both
are members of the World Trade Organization (WTO).
• For this reason negotiations are focused on non-tariff barriers,
namely differences in technical regulations, standards applied to
products, health rules.
• In fact, 80% of the expected effects would come from this area.
TTIP
2. Se il progetto andrà in porto, sarà creata la più grande area di libero
scambio esistente, poiché UE e USA rappresentano più della metà
del PIL mondiale e 1/3 del commercio globale.
• L’obiettivo proposto è quello di integrare i due mercati, riducendo
i dazi doganali e rimuovendo in una vasta gamma di settori
le barriere non tariffarie, ossia le differenze in regolamenti
tecnici, norme e procedure di omologazione, standard applicati ai
prodotti, regole sanitarie e fitosanitarie.
• Ciò renderebbe possibile la libera circolazione delle merci,
faciliterebbe il flusso degli investimenti e l'accesso ai rispettivi
mercati dei servizi e degli appalti pubblici.
TTIP
3. L'accordo potrebbe essere esteso ad altri paesi con cui le due
controparti hanno già in vigore accordi di libero scambio, in
particolare i paesi membri della North American Free Trade
Agreement (NAFTA) e dell'Associazione europea di libero
scambio (EFTA).
4. La commissione europea ha pubblicato sul suo sito una panoramica
in cui si illustrano i contenuti salienti del TTIP.
http://ec.europa.eu/trade/policy/in-focus/ttip/index_it.htm
5. Stiglitz sostiene che l'accordo comporterà una riduzione delle
garanzie e una mancanza di tutela dei diritti dei consumatori.
6. I proponenti sostengono che l'accordo aumenterà la crescita
economica per i paesi partecipanti, mentre i critici sostengono che
questo aumenterà il potere delle multinazionali e renderà più
difficile ai governi il controllo dei mercati per massimizzare il
benessere collettivo. Uno studio della Tufts University mette
addirittura in discussione gli impatti positivi del trattato,
focalizzando sull'effetto di disarticolazione del mercato interno
europeo, di depressione della domanda interna e del PIL europeo.
TTIP
7. Il governo statunitense considera il TTIP come un accordo che
accompagna un altro trattato proposto, conosciuto come TransPacific Partnership.
8. Tra le critiche più importanti quelle che riguardano il mondo del
farmaco e dell'alimentare, essendo essi già da tempo oggetto di
ampi e diffusi fenomeni di disease mongering, che potrebbero
aumentare con la deregolamentazione che il TTIP produrrà.
• La mercificazione o commercializzazione della malattia indica
l'utilizzo di particolari strategie di marketing, finalizzate
all'introduzione di un protocollo terapeutico o nuove procedure
diagnostico/terapeutiche o di un farmaco già pronto o prossimo
all'immissione in commercio, al fine di aumentare le patologie
trattabili e di espandere il mercato di chi produce, vende o
distribuisce medicinali.
9. La bozza del trattato conterrebbe limitazioni sulle leggi che i
governi partecipanti potrebbero adottare per regolamentare
diversi settori economici, in particolare banche, assicurazioni,
telecomunicazioni e servizi postali.
TTIP
10. Secondo la stessa Commissione Europea tra i contenuti del trattato
di partnership commerciale ci sarà l'introduzione di un arbitrato
internazionale (Investor-state dispute settlement, ISDS) che
permetterà alle multinazionali di intentare cause per perdite di
profitto contro i governi dei paesi europei, qualora questi
portassero avanti legislazioni che potenzialmente possano mettere
in discussione le aspettative di profitto delle stesse imprese. Come
è capitato con il caso Vattenfal - Governo tedesco sulla chiusura
delle centrali nucleari o il caso "Veolia contro Governo egiziano"
sull'aumento del salario minimo dei lavoratori, quindi a favore dei
diritti sociali.
11. Qualsiasi soggetto economico privato, se espropriato dei suoi
attuali investimenti, avrebbe diritto a compensazioni a valore di
mercato, aumentate di interesse composto. Sarà ammessa la libera
circolazione dei lavoratori in tutte le nazioni firmatarie, ed è stato
proposta l'ammissibilità, per i soggetti economici privati, di
muovere azioni legali contro i governi in presenza di violazione
dei diritti.
OGM e settore agricolo
12. Molte delle preoccupazioni che riguardano le implicazioni
dall’Accordo, sulla questione degli organismi geneticamente
modificati (OGM) in particolare, interessano l’obiezione che gli
Usa imporranno in sede negoziale l’abolizione dell’attuale
normativa europea in questo settore.
• The most active business sectors:
1. The agribusiness and food sector had the highest number of
meetings (113) with the Commission between January 2012 and
February 2014. These data can be explained with the relevance of
the interests at stake and the players involved. Among them there
are some of the most powerful multinationals (Nestlé, Mondelez)
and lobby groups at EU level (FoodDrinkEurope, Spirits Europe
and FEFAC); The two main measures they’re pushing for are: a)
policies and standards based on “sound science” and b) mutual
recognition and harmonization of standards in food and agriculture.
OGM e settore agricolo
•
By releasing such statements, lobbies mean to dispute the scientific
approach on food safety adopted by the European Union so far.
What they contest is the use of the precautionary principle: while
“the US system focuses only on the end product, which can only be
regulated or banned when there is a scientific consensus on its
danger or toxicity. Europe’s precautionary principle enables
intervention without waiting for the end of the scientific debate.
• The second procedure food lobbies are aiming to influence is
connected to mutual recognition and harmonization of standards in
food and agriculture. Industry sees “non-tariff measures as
excessive administrative burdens, that create unnecessary costs,
which directly impact on the competitiveness of EU agri-food
exporters and negatively influence the potential of bilateral trade”.
• The same approach is used on the delicate genetically modified
(OGM) food issue.
Other business sectors TTIP
2. in this special ranking, multiple business sectors follow. They
comprise some of the strongest European and American lobby
groups: BusinessEurope, the Transatlantic Business Council, the
US Chamber of Commerce;
3. there are telecommunication and IT corporations (IBM, Nokia,
Google) and IT lobbies, like Digital Europe, that represents the
interests of Apple, Blackberry, Microsoft;
4. automobiles sector is represented by some of the most famous car
brands (Ford, BMW) and ACEA, Europe’s van, car, truck and bus
manufacturers’ lobby;
5. chemicals is another strong sector active in the TTIP talks through
big chemical industry groups like CEFIC (representing BASF and
Bayer) and its US counterpart, The American Chemistry Council
(ACC), representing the same multinationals;
6. last but not least, there is also a representation of the audiovisual
and media world with the International Confederation of Music
Publishers (Sony, Universal, Warner) and the Motion Picture
Association of America (lobbying for the same firms).