I CIO americani cambiano priorità dalla riduzione dei costi alla
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I CIO americani cambiano priorità dalla riduzione dei costi alla
CIO RESEARCH 8 CIO TOP OF MIND 2013 La ricerca indica che i Big Data e il cloud stimolano la competitività e la produttività; la sicurezza è considerata un fattore indispensabile I CIO americani dalla riduzione cambiano dei costi alla priorità creazione di valore Negli ultimi anni, l'attenzione delle imprese si è concentrata costantemente sulla riduzione dei costi e il consolidamento dell'IT, soprattutto negli Stati Uniti. Ma una nuova survey di oltre 1.500 CIO e altri responsabili IT pubblicata da IDG indica una tendenza emergente: una netta virata dell'IT verso la generazione di valore rispetto alla riduzione delle spese. Questo si inquadra in una transizione globale dell'IT verso l'orientamento ai servizi, promossa sempre più attivamente da CIO e altri responsabili IT. Al primo posto tra gli obiettivi principali che determineranno i più importanti investimenti tecnologici nei prossimi cinque anni, secondo il 49% degli oltre 200 dirigenti intervistati negli Stati Uniti, è il miglioramento della produttività. Il secondo obiettivo è l'accelerazione e il miglioramento dei processi decisionali, seguito dal miglioramento dei livelli di servizio e dalla protezione dei dati aziendali. La riduzione dei costi o il trasferimento da CAPEX a OPEX è all'ottavo posto con il 31%. La maggior parte dei responsabili IT sembra ora rendersi conto dell'enorme opportunità offerta da nuove modalità di utilizzo delle informazioni per creare valore e differenziazione, e sta iniziando a investire in questo senso. 2 CIO RESEARCH nnnnnnnn America Latina: La sicurezza è una preoccupazione ma non un ostacolo La sicurezza è una delle principali preoccupazioni dell'IT in Messico e Brasile, ma questo non rallenta l'adozione dell'hosting di applicazioni mission-critical in ambienti cloud, secondo la survey dei CIO di IDG, che ha intervistato 100 responsabili IT in ogni paese. In Messico, il cloud computing è critico o importante per l'89%; in Brasile, per il 93%. I dirigenti messicani prevedono che solo il 20% delle applicazioni missioncritical risiederanno in sede e non nel cloud. In Brasile, dove il 91% si preoccupa dei rischi per la sicurezza, la proporzione delle applicazioni non trasferite al cloud è leggermente maggiore (28%). La sicurezza è la preoccupazione principale anche per gli intervistati messicani, ma solo al 70%. I Big Data sono considerati un investimento importante dal 93% degli intervistati brasiliani e dall'86% di quelli messicani. CIO TOP OF MIND 2013 Prevedere il futuro con i dati Le aziende si sono rese conto di essere in possesso di dati di enorme valore: più della metà dichiara di avere intrapreso lo sviluppo di strategie e progetti Big Data per generare maggiore valore dai dati esistenti. Per un ulteriore 20%, questa è la priorità principale per i prossimi 12 mesi. Una motivazione comune emersa durante le interviste di approfondimento con alcuni dei partecipanti alla survey è il desiderio di comprendere meglio le motivazioni dei clienti. "Vogliamo sapere come e perché fidelizziamo i clienti", spiega il Vice President of IT di un'organizzazione finanziaria. "Non abbiamo una reale visibilità in questo campo al di là di quanto offerto da [il nostro sistema CRM], che non ci fornisce dettagli sufficienti a capire perché i clienti tornano da noi". Un altro afferma: "Abbiamo mappato l'ubicazione delle origini dei dati, e si trovano tutte in sistemi di vario tipo dispersi nell'intera azienda. Quindi dobbiamo estrarli da questi sistemi separati". Secondo il sondaggio, effettivamente, il 69% dei responsabili IT dichiara di essere responsabile della promozione della strategia Big Data nelle proprie organizzazioni. Questo non è sorprendente, ma metà dei partecipanti afferma che anche i responsabili del business stanno assumendo un ruolo di rilievo. Forse questo indica che, se da una parte l'IT deve giocare un ruolo centrale nella creazione della necessaria capacità di analisi dei Big Data, a livello fondamentale si tratta chiaramente di una questione di business, e i responsabili di IT e business sono sempre più in sintonia sulle principali iniziative strategiche. In alcuni casi la spinta proviene dalla pressione normativa. "Quando abbiamo cominciato a capire cosa dovevamo fornire per conformarci alle normative, abbiamo iniziato a renderci conto di poterne ricavare altri vantaggi", osserva uno dei partecipanti alle interviste di approfondimento. "Vogliamo sapere come e perché fidelizziamo i clienti". Poco più della metà degli intervistati ha già implementato strumenti di analisi dei Big Data o ne sta valutando le modalità di implementazione, mentre un ulteriore 20% prevede di acquisire queste funzionalità nei prossimi 12 mesi. Il miglioramento della qualità del processo decisionale è l'obiettivo principale per l'uso dell'analisi dei Big Data secondo il 61% degli intervistati. Segue a breve distanza (52%) l'accelerazione dei processi decisionali. La riduzione dei costi è al terzo posto, ma è citata da meno della metà dei partecipanti. I Big Data stimolano la collaborazione tra business e IT Quando tutti vogliono assumersi il merito del risultato è chiaro che ci si trova sulla strada giusta, e i Big Data sembrano essere un'area vantaggiosa per tutti, in cui business e IT vogliono apparire allineati. Come osserva un dirigente IT relativamente al primo progetto Big Data della sua organizzazione: "In realtà è nato nel reparto IT ed è stato discusso a lungo con il Senior Management, ma poi all'improvviso è diventato un'idea di questi ultimi!" Queste problematiche sono rese più complesse dal fatto che quasi metà degli intervistati ritengono che i responsabili tecnici e di business non dispongano delle competenze necessarie a formulare una strategia per i Big Data. Stiamo ignorando i Data Scientist? Nel settore IT si sente dire sempre più spesso che i Data Scientist, una nuova categoria diversa dai tradizionali analisti commerciali, sono i maggiori protagonisti dello sforzo di realizzare le potenzialità offerte dall'analisi dei Big Data. Un recente articolo della Harvard Business Review ha indicato il Data Scientist come lavoro più "sexy" del 21º secolo. Tuttavia questo non sembra ancora applicabile alla situazione negli Stati Uniti. Solo il 22% degli intervistati statunitensi impiega già questo set di competenze o prevede di impiegarlo nel prossimo futuro. Questo evidenzia una differenza chiave rispetto alla survey IT globale, in cui due terzi degli intervistati fuori dagli Stati Uniti dichiarano di considerare estremamente importante questo tipo di competenza. Nella regione Asia-Pacifico, ad esempio, il 39% afferma di avere già assunto Data Scientist e un ulteriore 42% prevede di assumerne nei prossimi 12 mesi. In realtà, un report di McKinsey & Company indica la probabilità che i talenti necessari alle organizzazioni per sfruttare i Big Data risultino insufficienti: "Entro il 2018, solo negli Stati Uniti 3 CIO RESEARCH "Dobbiamo creare set di competenze completamente nuove nel personale, perché ci sono cose di cui non abbiamo mai veramente dovuto preoccuparci prima". CIO TOP OF MIND 2013 potrebbe verificarsi un deficit di 140.000-190.000 persone dotate di competenze analitiche approfondite, oltre a 1,5 milioni di responsabili e analisti con le conoscenze necessarie a utilizzare l'analisi dei Big Data per prendere decisioni efficaci".1 Può darsi che i dirigenti statunitensi si stiano concentrando su problemi di più ampia portata. Quasi la metà ritiene che una delle sfide principali del momento sia il fatto che i responsabili tecnici e di business non dispongono delle competenze necessarie a formulare una strategia per i Big Data. Reinvenzione del personale IT I problemi di personale, in realtà, superano tutte le altre preoccupazioni nel campo delle operazioni IT su base quotidiana. Sette su dieci intervistati citano questo problema, che comprende la necessità di garantire la presenza dei livelli di personale e dei set di competenze, oltre ai problemi di formazione e produttività. La tecnologia che sta trasformando il business sta anche sconvolgendo ruoli e responsabilità tradizionali. "Dobbiamo creare set di competenze completamente nuove nel personale, perché ci sono cose di cui non abbiamo mai veramente dovuto preoccuparci prima", afferma uno dei dirigenti intervistati. Un altro spiega che la sua organizzazione è passata da un ambiente di elaborazione distribuito, in cui gli specialisti conoscevano l'applicazione e i componenti IT necessari per farla funzionare correttamente, a una scomposizione delle funzioni, in cui ad ogni componente è assegnato uno specialista. Ora, dice, "sta facendo la sua comparsa un ruolo più combinato. Queste persone non hanno le conoscenze di cui dispongono tutti i singoli domini e componenti; invece devono in qualche modo acquisire un senso consolidato di come gestire le risorse in modo collettivo in vista di questo orientamento ai servizi. Stiamo iniziando a ristrutturare parte della nostra organizzazione in questo senso". Al secondo posto tra le preoccupazioni c'è l'eterno problema della sicurezza. È interessante notare però che gli intervistati nel resto del mondo si dimostrano di parere contrario, selezionando per prima la sicurezza e lasciando i problemi di personale al secondo posto. Tuttavia il 73% degli intervistati statunitensi ritiene che il ritmo dei mutamenti dei requisiti di sicurezza IT sia troppo veloce per consentire alle organizzazioni di tenere il passo. 1 "Big Data; The Next Frontier for Innovation, competition and productivity", www.mckinsey.com/insights/mgi/research/technology_and_innovation/big_data_the_next_frontier_for_innovation Procedere con cautela: investimento nel cloud Anche se una forte maggioranza dei dirigenti IT negli Stati Uniti supporta nuovi investimenti, sembrano più cauti rispetto a quelli di altre regioni, almeno quando si tratta di applicazioni mission-critical nel cloud. Solo il 52% degli intervistati statunitensi considera il cloud o cruciale, e sta investendo in modo ingente, o importante, e sta investendo moderatamente. Le percentuali corrispondenti sono il 78% nella regione EMEA, il 91% in America Latina e il 92% nella regione Asia-Pacifico. Per i Big Data, i dati specifici sono il 60% negli Stati Uniti contro l'80% nella regione EMEA, il 91% nella regione Asia-Pacifico e il 90% in America Latina. Nel campo delle iniziative per la sicurezza IT, tuttavia, il numero dei dirigenti statunitensi le cui organizzazioni stanno investendo in modo ingente o moderato sale all'83%, a fronte del 92% o più nelle altre regioni. Quasi l'80% ritiene che il conflitto tra l'esigenza dell'IT di garantire l'agilità e la crescita del business e la necessità di proteggere la sicurezza delle informazioni sia più sensibile che mai. Cloud: Private o Public? In particolare per quanto riguarda il cloud, i dirigenti statunitensi sono meno entusiasti dell'idea di trasferire applicazioni mission-critical in questo nuovo ambiente rispetto a quelli delle altre regioni. Gli intervistati negli Stati Uniti ritengono che più della metà (55%) delle proprie applicazioni mission-critical risiederà su soluzioni in sede e non nel cloud, una percentuale leggermente maggiore rispetto alla regione EMEA (45%) e molto superiore a quelle di Asia-Pacifico (28%) e America Latina (25%). Si prevede che il 34% delle implementazioni mission-critical negli Stati Uniti risiederanno in private cloud e hybrid cloud entro i prossimi 12 mesi, con il 10% nel public cloud. Alcuni degli intervistati negli Stati Uniti dichiarano che offrono già o offriranno a breve software o infrastruttura come servizio basato su private cloud alle proprie linee di business. Le tecnologie principali considerate fondamentali per il successo sono quelle che forniscono visibilità e controllo centralizzato (73%), virtualizzazione (68%) e protezione failover (56%). 4 CIO RESEARCH nnnnnnnn La principale preoccupazione dell'IT Mantenere la sicurezza e la compliance nel cloud è la preoccupazione principale di due terzi degli intervistati. 66% CIO TOP OF MIND 2013 "Al momento quello che forniamo con il private cloud è a livello di infrastruttura", afferma un dirigente di un istituto di credito. "Si tratta di componenti di elaborazione, storage e rete, che descriviamo essenzialmente come modelli predefiniti che consentono ai clienti di scegliere un certo server con un certo processore e una certa quantità di memoria. In pratica, non sanno cosa c'è dietro a questi modelli, e non hanno interesse a saperlo". La situazione tuttavia è diversa per il public cloud, e il 65% dei dirigenti statunitensi percepisce un rischio significativo o critico nella possibilità che i dipendenti si procurino servizi di public cloud senza consultare o informare il reparto IT. Inoltre meno della metà (46%) si ritiene certa che il reparto IT venga consultato su tutte le iniziative basate sul public cloud che si svolgono nella propria organizzazione. In realtà il mantenimento della sicurezza e la conformità alle policy nel cloud rappresentano la preoccupazione principale del 66% degli intervistati. "Al momento, una delle maggiori lacune di questi repository di dati basati su cloud è la possibilità di grosse fughe di dati, intendo dati aziendali riservati", dichiara il Vice President of IT Services di una grande società di comunicazioni. "La sicurezza dei dati nel cloud continua a preoccuparci". Ciò che preoccupa molti dirigenti è la portata sia del cloud che dei Big Data, anche nel caso dell'hybrid cloud: due terzi degli intervistati dichiarano che la loro preoccupazione principale è mantenere la sicurezza e la conformità alle policy in tale ambiente. "Non è che il cloud o i Big Data rappresentino intrinsecamente un rischio maggiore, ma se si crea un cloud e si ospitano risorse per migliaia di dispositivi, quando si verifica una violazione questa può estendersi a tutte queste migliaia di elementi gestiti", dichiara uno dei partecipanti alla survey. "Lo stesso vale per i Big Data: ora che vengono compilati tutti in uno stesso luogo, se c'è una violazione non vengono divulgati solo i dati degli account dei pazienti ma anche tutto il resto, perché è tutto insieme". Le opinioni sono tuttavia molto divise sulla potenzialità del cloud di risultare più sicuro e affidabile degli ambienti fisici che sta "How to Be Ready for Big Data", www.cio.com/article/702467/How_to_Be_Ready_for_Big_Data I CIO come intermediari del valore Queste sfide non stanno però paralizzando l'IT negli Stati Uniti. Solo il 10% indica di non progettare investimenti nel cloud computing, e un numero ancora minore non prevede alcun tipo di investimento nei Big Data (7%) o nella sicurezza IT (2%). Al contrario, una chiara maggioranza degli intervistati (71%) ritiene che l'architettura cloud supererà la tradizionale architettura IT nelle aziende entro i prossimi tre anni. "L'idea è fare il più possibile con meno risorse possibili". Rischi preoccupanti 2 rimpiazzando. La percentuale maggiore (39%) pensa che questo sia possibile, mentre il 31% degli intervistati non è d'accordo e il 29% è incerto. Mentre modificano livelli di personale, ruoli e responsabilità per soddisfare le esigenze di un IT orientato ai servizi, questi dirigenti affermano di contribuire a ridurre sempre più l'apparente divario di lunga data tra le proprie organizzazioni e i gruppi di business che consumano le tecnologie. "Con tutti questi cambiamenti nei processi, abbiamo potuto affidare all'IT la responsabilità della linea di business per questo servizio e di tutto il capitale sottostante necessario per realizzarlo", afferma un responsabile IT del settore bancario. Questo può avere effetti sia positivi che negativi sul carico di lavoro. Un altro dirigente osserva che gli utenti di business "ci chiedono di più perché stanno arrivando al punto in cui non possono più fare a meno di noi. Ma sebbene a volte non vogliano ammetterlo, si stanno anche rendendo conto del valore che gli offriamo". La maggior parte dei responsabili IT intervistati ritiene che esista una vera opportunità di utilizzare le informazioni in modi nuovi per creare valore e differenziazione. Il framework di erogazione dei servizi sta alla base di questa trasformazione. È questo che consente di ottimizzare la produttività, accelerare e migliorare i processi decisionali e incrementare i livelli di servizio. Inoltre, i Big Data sono sempre più spesso considerati il punto focale. Secondo CIO Magazine, "nei prossimi tre-cinque anni vedremo allargarsi il divario tra le aziende che capiscono e sfruttano i Big Data e quelle che ne hanno sentito parlare ma non sanno cosa fare a riguardo".2 Le aziende che non accolgono questa trasformazione rischiano di rimanere indietro rispetto alla concorrenza. 5 CIO RESEARCH CIO TOP OF MIND 2013 IT in transizione in ogni continente La survey globale dei CIO e altri alti dirigenti IT condotta da IDG-EMC mostra chiaramente che il cloud computing e la virtualizzazione stanno trasformando il settore IT su scala mondiale, aumentando l'efficienza, migliorando l'agilità aziendale e rendendo il personale IT non solo più produttivo, ma più orientato all'erogazione dei servizi nei rapporti con le business unit. L'IT ha recepito il messaggio chiaro e forte: per rimanere rilevante nell'enterprise, deve essere più in sintonia con il business e più pronto a rispondere alle sue esigenze. Il sondaggio e le interviste di approfondimento evidenziano la portata della trasformazione dell'IT e dei suoi rapporti con le business unit. L'adozione del cloud computing non si limita a modificare il rapporto tra IT e business, ma crea anche un'esigenza crescente di nuovi ruoli all'interno dell'IT, concentrati su ampie responsabilità a livello funzionale invece che su specialità tecniche ristrette in un mondo di tecnologie sempre più orientate ai servizi. La survey indica anche che le aziende che investono nel cloud considerano altrettanto essenziali gli investimenti nelle funzionalità relative ai Big Data, mentre la sicurezza supera entrambi da questo punto di vista. Affermazione dell'IT-as-a-Service Questa survey globale, una delle più ampie mai condotte su questo argomento, dimostra che il catalizzatore della trasformazione è la necessità di semplificare e migliorare la convenienza economica dell'erogazione dei servizi IT. A partire dalla virtualizzazione, le organizzazioni IT stanno migliorando radicalmente la propria capacità di fornire nuovi servizi, sfruttando le tecnologie cloud per ampliare la scala e l'ambito applicativo. Inoltre le organizzazioni IT sfruttano queste funzionalità per implementare nuove modalità di analisi, in particolare per i Big Data, per ricavare un maggiore valore dalle informazioni raccolte dalle imprese. Ma allo stesso tempo i responsabili IT si preoccupano di come proteggere queste nuove risorse di informazioni. Fuori dagli Stati Uniti, la sicurezza è di gran lunga la preoccupazione maggiore, mentre negli Stati Uniti è al secondo posto dopo la difficoltà di trovare le persone giuste per i ruoli giusti. Rendendosi conto che i dati hanno valore solo nella misura in cui risultano utilizzabili dal business, le organizzazioni IT pensano e agiscono maggiormente nel contesto del business. Riconoscono che se i clienti di business non riescono a ottenere dall'IT ciò che vogliono e quando vogliono, possono facilmente rivolgersi a fornitori esterni di servizi basati su cloud, che consentono di eseguire rapidamente il provisioning e possono essere scalati e disdetti in qualsiasi momento. I Big Data prendono slancio A livello globale, i Big Data stanno prendendo slancio, con le aziende alla ricerca di modi per sfruttare le enormi quantità di dati che raccolgono per migliorare la qualità e la velocità del processo decisionale, oltre a ridurre i costi. Oltre la metà (55%) degli intervistati in tutte le regioni sta elaborando strategie e progetti per estrarre maggiore valore dai dati esistenti, e molti altri la considerano una priorità centrale per i prossimi 12 mesi. È opinione ampiamente diffusa che i Big Data imporranno e incoraggeranno la promozione dell'agilità organizzativa necessaria per agire in base a informazioni appena ottenute in tempo reale, e cambieranno il modo di condurre il business nei settori in cui lavorano gli intervistati nel giro dei prossimi cinque anni. I responsabili IT di Asia-Pacifico e America Latina si mostrano leggermente più convinti di queste opinioni, ma trovano d'accordo significative maggioranze in Europa e negli Stati Uniti. Gli stessi dirigenti in America Latina e Asia-Pacifico sono anche più propensi a pensare che l'analisi dei Big Data abbia già un impatto sui costi IT o ne possa determinare una riduzione. Nel complesso, tuttavia, la riduzione dei costi assume un ruolo di secondo piano rispetto alla potenziale creazione di valore attraverso iniziative IT. 6 CIO RESEARCH CIO TOP OF MIND 2013 IT è il cloud Il cloud oggi consente alle organizzazioni IT di rispondere all'esigenza di maggiore agilità e flessibilità, che si traduce in velocità di risposta al business. Ha consentito a IT di ridefinire il proprio ruolo, sia per quanto riguarda ciò che offre ai consumatori di informazioni che il modo in cui lo offre. trovare il giusto equilibrio tra il supporto della produttività e della crescita e la protezione dei dati aziendali dagli usi impropri. Con l'attuale accelerazione del mondo dell'IT, la maggior parte dei partecipanti sono concordi nel ritenere che il ritmo dei mutamenti dei requisiti di sicurezza sia troppo veloce per consentire alle organizzazioni di tenere il passo. Nelle quattro regioni interessate da questa survey, è opinione comune (81%) che il cloud computing stia creando nuovi ruoli, responsabilità e opportunità per la creazione di valore per l'organizzazione da parte dell'IT, e che continuerà a farlo in futuro. Inoltre, tre quarti dei responsabili IT in tutto il mondo affermano che il cloud sta stimolando rapporti di collaborazione tra le figure interessate nell'IT e nel business, e che l'architettura cloud supererà le architetture tradizionali entro i prossimi tre anni. Gestire la trasformazione Gli intervistati di ogni regione, ad eccezione degli Stati Uniti, ritengono che il cloud sia potenzialmente più sicuro e affidabile degli ambienti fisici che può sostituire. Negli Stati Uniti, solo il 39% degli intervistati esprime tale opinione, e in tutto il mondo è evidente una propensione molto maggiore a implementare applicazioni mission-critical in ambienti di private e hybrid cloud piuttosto che su public cloud. La differenza è che oggi l'obiettivo dell'IT-as-a-Service è reso possibile da un'infrastruttura orientata ai servizi che consente l'erogazione delle informazioni nel luogo, nel tempo e nel formato migliore per ottimizzarne il valore. Oggi più che mai, l'IT Transformation non è semplicemente una funzione dei progressi tecnologici, ma anche dei progressi corrispondenti nel mutamento dei ruoli, dei processi e delle competenze necessari per dominare queste nuove tecnologie. Ridefinire la sicurezza Per gestire con successo la trasformazione, le organizzazioni IT devono elaborare strategie atte a creare infrastrutture più efficienti, disponibili e agili. Per superare questa sfida, le organizzazioni IT devono promuovere lo sviluppo di nuove competenze e nuove strategie gestionali e rielaborare processi e architetture. Non sorprende riscontrare che la sicurezza rimane una preoccupazione di rilievo in tutto il mondo ed è considerata un'area importante o cruciale per gli investimenti. Nette maggioranze in ogni regione, e l'82% degli intervistati a livello mondiale, indicano che le strategie e gli investimenti nella sicurezza degli ultimi 10 anni devono essere riesaminati alla luce dell'attuale panorama delle minacce. Le sfide che l'IT deve affrontare, compresa la rapidità dei cambiamenti, sono così numerose che diventa sempre più difficile Se da una parte le nuove tecnologie determinano la trasformazione dell'IT, in molti sensi gli obiettivi sottostanti, ovvero produttività, protezione dei dati aziendali, agilità e processi decisionali più rapidi ed efficaci, rimangono in linea con le innovazioni precedenti, come il passaggio alla modalità di elaborazione client/ server e alle applicazioni web. In ultima analisi, offerte più efficaci da parte dell'IT, come un'infrastruttura di backup efficiente, applicazioni virtualizzate e team IT più produttivi, libereranno risorse che potranno essere investite in aree strategiche per la crescita del business.