[cremona - 6] la provincia/spazio

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[cremona - 6] la provincia/spazio
6
LUNEDÌ
30 SETTEMBRE 2013
SPAZIO APERTO
Crotti persona meravigliosa
e altruista: lasciatelo in pace
Egregio direttore,
anche io come la signora
che ha scritto ieri, voglio
far sentire la mia voce per
quanto riguarda il signor
Romolo Crotti, persona
La parola
meravigliosa e altruista
che tutti o quasi
conosciamo. Anni fa si era
già parlato di un possibile
trasloco del signor Crotti,
poi tutto è tornato
silenzioso, credo che
questo signore arrivato a
questa età con tutto quello
che ha già passato e con
tutto l’aiuto che ha
riservato e sta riservando
(è stato in Comune dal
sindaco Perri per il suo
aiuto ai cremonesi), debba
essere lasciato in pace: che
vadano a costruire da un
altra parte le loro case o
condomini, lasciate in pace
Romolo, una volta per tutte, altrimenti
mobiliteremo Cremona per aiutarlo.
Questo è poco ma è sicuro.
Daniela Mezzadri
(Cremona)
Grave l’aggressione al Violino
Il Kavarna la condanni
Gentile direttore,
l’atto compiuto al ristorante Violino si
commenta da solo in tutta la sua gravità
e trivialità. Esprimiamo massima
solidarietà al ristoratore vittima della
pesante aggressione. Ci auguriamo che
gli autori del reato vengano
rapidamente individuati. Visti i sospetti
che circolano sul Kavarna, sarebbe
opportuna una condanna del gesto da
parte dei ragazzi del centro sociale. Le
affermazioni della Lega in merito alla
sinistra che difende i disvalori dei
facinorosi? Gratuite e offensive. E sui
temi del rispetto della legalità e dello
stile non credo che la Lega possa dare
lezioni a nessuno, men che meno al Pd.
Roberto Poli
(consigliere comunale Pd, Cremona)
Sul 730 di Saccomanni
è calato il silenzio
Caro direttore,
la dichiarazione dei redditi del ministro
dell’Economia può fare da esempio
perfetto di grossa ingiustizia fiscale. A
parte le case a Roma, tra Parioli, ect. su
cui non pagherà l’Imu, il tecnico
percepisce 50mila euro netti al mese.
Reddito, questo, prodotto dal cumulo
tra pensione pubblica d’oro, indennità
da ministro e reddito da lavoro
dipendente. Dopo avere avviato
l’operazione verità sui conti italiani, il
ministro Saccomanni potrebbe
estenderla anche ai suoi conti personali
(...), sul suo 730 è calato il silenzio.
Saccomanni è entrato in Banca d’Italia
nel 1967 e dopo una parentesi alla
Banca Europea di Sviluppo, la Bers, dal
2003 al 2006, è stato direttore generale
di via Nazionale, con contratto a tempo
determinato, fino alla nomina a
ministro nell’aprile 2013. Se il ministro
volesse trovare i soldi per risanare il
bilancio senza aumentare l’Iva, e
rispettando il principio di equità,
trasparenza, dovrebbe guardare meglio
la sua dichiarazione dei redditi. Per il
2012 ha dichiarato 748.270.
Andrea Delindati
(Cremona)
Senza lavoro, oggi ho casa
ma a fine mese chissà
Egregio direttore,
mi chiamo Giuseppe e vi scrivo
sperando mi possiate pubblicare. Ho
bussato a mille porte senza essere
ascoltato da nessuno, sono di Soresina e
ho 46 anni. In passato ho avuto
problemi, ora sono cambiato ma sembra
che nessuno voglia credermi. Sono un
padre single con una figlia di 11 anni
con gravi problemi di salute che vive
con i miei anziani genitori
pensionati perché non so
come fare a mantenerla. A
fine mese devo lasciare la
casa in cui abito causa
sfratto.
ho una automobile ne
ai lettori Non
un pc col quale potervi
scrivere e a malapena
posso permettermi una
raccomandata. Mi chiedo
se proprio nessuno possa
darmi un lavoro anche
part-time in modo da poter
«andare avanti» senza
pesare sui miei genitori
che già faticano a far
crescere mia figlia. Come
ho detto a fine mese devo
lasciare casa quindi la
ricevuta dovrà essere
spedita ai miei genitori.
Oggi ho un indirizzo, a fine
mese chissà.
G.C.Z.
(Soresina)
E’ un attentato alla famiglia
eliminare ‘mamma e papà’
Egregio direttore,
in alcuni Comuni d’Italia, vedi Venezia
e Bologna, si sta tentando di eliminare
le parole mamma e papà dal
vocabolario italiano, sostituendole con
genitore, per un falso obiettivo di non
discriminare i gay. Tengo a precisare
che siamo tutti figli di Dio, amati allo
stesso modo, ho amici carissimi che sono
gay e ne ho profonda stima. Eliminare
però la parole mamma e papà è un
attentato alla famiglia, nemmeno tanto
subdolo. Se togliamo la parola papà e
mamma, i bambini a chi e come si
rivolgeranno? Ma se non ci sono più
papà e mamma, i bambini non sono più
nostro figlio e nostra figlia. E nemmeno
ci possono essere i nonni. E possono
essere chiamati genitori le persone che
non hanno generato? (...) Dopo il
divorzio e l’aborto ora si punta alla
distruzione della famiglia, poi
arriveremo all’eutanasia obbligatoria
per legge. Nemmeno in Russia, al tempo
di Stalin si era arrivati a tanto. E la
ministra Cécile Kyenge vuole estendere
questa orrenda idea a tutta l’Italia. Caro
Letta, è vero che hai mille problemi, ma
prima di nominare i ministri, non è
meglio che li faccia visitare da padre
Amorth e li sottoponga a un esorcismo?
Rocco Rossetti
(PA.C.E, Partito cristiano europeo)
Euro benefico per l’Italia:
Draghi come fa i suoi conti?
Egregio signor direttore,
preciso subito che di economia me ne
intendo poco, però avrei una domanda
per il signor Mario Draghi (che ha
indicato l’Italia come il Paese che ha
L’INTERVENTO
Egregio direttore,
secondo molti analisti l’Italia è destinata
nei prossimi anni a diventare il Giappone
d’Europa: e non è un bel destino. Dalla crisi
del 2008 il Pil è sceso dell’8%, oltre un milione di lavoratori hanno perso il lavoro e i salari si sono contratti tragicamente in termini reali. Ciò che più sorprende è quello che non è
accaduto: nonostante questi dati, i cittadini
non si sono riversati in piazza a chiedere riforme. Imbavagliati e succubi di una classe
politica, più interessata a se stessa, gli italiani non hanno nemmeno tentato, come invece
accaduto in Grecia, Spagna e Irlanda, di far
sentire la propria voce forte e chiara. La spiegazione può essere trovata osservando ciò
che negli ultimi 20 anni è accaduto in Giappone. Questo periodo è stato caratterizzato,
per i nipponici, da una stagnazione economica con politici che ben si sono guardati di sviluppare riforme coraggiose e con i cittadini
che hanno omesso di chiederlo. Questo per
motivi sostanzialmente demografici: in Giap-
La Provincia
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IL CASO
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Uomini che uccidono donne
Non è un raptus, non è follia
Gentile direttore,
uomini che uccidono donne. Ogni
giorno leggiamo sui quotidiani, ascoltiamo notizie in tv, se ne parla al bar, davanti a scuola, sul lavoro. Storie di violenza, violenza contro le donne. Una violenza che ci riguarda, riguarda le nostre
città, le nostre strade, le nostre case. Siamo addolorate, per ogni donna che vive
una vita priva di libertà, per ogni donna
che subisce prepotenze e aggressioni psicologiche, morali, fisiche. Siamo addolorate, ogni volta che sui quotidiani leggiamo parole che ripropongono i dettagli
morbosi della uccisione di una donna:
umiliazione e violenza che continuano
oltre la morte. Siamo addolorate, quando per giustificare la violenza si parla di
raptus, si parla di gelosia, si parla di follia: non è un raptus, non è amore, non è
follia. Anche riguardo l’ultimo caso di
cronaca, avvenuto a pochi chilometri
dalla nostra città, alcuni giornalisti parlano di raptus e di impulso incontrollabile, riportano la versione dell’avvocato difensore a cercare giustificazioni e attenuanti. Si parla di difficili condizioni
economiche e sociali, trascurando il fatto che la violenza contro le donne riguarda tutte le classi sociali, e la tragedia si
annida dove la relazione tra uomo e donna si basa sul possesso e sulla violenza.
Queste parole ci feriscono. Noi chiediamo a tutti, uomini e donne, di combattere l’inerzia con la quale, tacendo, si diventa complici. Chiediamo ai mezzi di
comunicazione di accettare il confronto
tratto più beneficio dall’entrata
dell’euro): ma i conti dove cavolo li ha
fatti?
[email protected]
Nasciamo tutti gay o etero
così come Dio ci ha creati
Gentile direttore,
vorrei replicare al signor Giuliano
Galassi. Non c’è nessuna ideologia gay,
ma una fede cristiana deviata da
pregiudizi razzisti e omofobi di cui lei è
un divulgatore. Nasciamo tutti gay ed
etero come Dio ci ha creati, e milioni di
persone sono lesbiche, gay,
transessuali, e bisessuali. Fatevene una
ragione. L’omofobia non è un’opinione,
ma un’epidemia devastante che
colpisce soprattutto le gerarchie
cattoliche (...). Gettate fango ogni
giorno contro il Vangelo che accoglie
I necrofori alla casa di Cinzia Agnoletti
sui linguaggi con cui si parla della violenza contro le donne: le parole contano, le
parole hanno un peso, le parole costruiscono giorno per giorno il senso e i significati dei nostri ruoli e delle nostre opinioni. Anche alla stampa, alle giornaliste e ai giornalisti, chiediamo di non essere più complici.
Rete Donne
Se Non Ora Quando?
(Cremona)
N
on considero un’aggravante
il fatto che a essere vittima di
un delitto sia una donna per il
semplice fatto che quando una
persona ne uccide un’altra è in
assoluto il crimine più esecrabile.
Per definizione, omicidio è l’atto
di soppressione di una vita ad
tutti, e invece di curare la patologia che
si chiama omofobia interiorizzata,
organizzate convegni come a Casale
Monferrato e Verona proponendo
terapie riparative e castranti per adulti
e ragazzi credenti, che vogliono far
crescere con maturità quel piccolo gay
dell’omoaffettività che vi è in tutti gli
esseri umani.
Luciano Bartoli
([email protected])
Ai compagni: non c’è solo
la ‘Corazzata Potemkin’
Caro direttore,
il compagno Angelo Rosa da Viadana,
ipersensibile al dolore a senso unico,
folgorato dalle mie affermazioni, su
umanità, correttezza e bonton dei cow
boys, novelli cavalieri senza paura
dell’antica Roma in possesso di censo
opera di un altro essere umano.
Non mi piace, quindi, il termine
femminicidio che voi avete usato
come titolo della vostra lettera
spedita per posta elettronica. In
quanto componente fisicamente
più debole della coppia, la donna
viene spesso sopraffatta, ma ogni
caso fa storia a sè. Comunque, un
conto è trovarsi di fronte a forme
di violenza, gravissime e da
punire con la massima fermezza,
e un altro davanti a un omicidio.
Parlare di raptus non significa
dare delle giustificazioni ma,
semplicemente, raccontare i fatti.
Come da dizionario, un raptus è
un improvviso impulso di forte
intensità che può portare a uno
stato ansioso e/o alla
momentanea perdita della
capacità di intendere e di volere.
Senza voler entrare nel merito del
lavoro degli specialisti, nel caso
del delitto di Castelvetro, per
esempio, l’ipotesi è realistica se —
come ci hanno detto amici e vicini
di casa della coppia in questione
— Cinzia Agnoletti e Giampietro
Gilberti sembravano una coppia
tranquilla, brave persone che mai
litigavano né alzavano la voce. E
anche la vittima non aveva mai
parlato male del suo compagno in
pubblico, da quanto ci è stato
riferito. Tutto questo, lo ribadisco
per non essere frainteso, per
amore di verità e non certo per
anticipare sentenze.
per appartenere alla casta, tenta
maldestro di giustificare le epiche gesta
dei ‘liberatori’, scesi in Europa per
addomesticare i pierini nazi-fascisti.
Pedestre e monotono ripete la solita,
stantia litania propagandista
antifascista infilandosi in un cul de sac.
Magnanimo prende atto delle bombe
atomiche. Senza condannarle.
Paradigma fisso nelle controversie
senza sbocchi, prive di elementi validi.
Lasciano il tempo che trovano. Per
l’avvocato del diavolo esistono solo le
shoah dei vincitori, giorni della
memoria che non conoscono tregua.
Quelle dei vinti, figli di madri nubili e
tanti padri, indegne non sono pertinenti
(...) Direttore, potrebbe avvisare la
controparte che oltre alla ‘Corazzata
Potemkin’ ci sono altre pellicole da
vedere?
Luciano Pedrini
(Cremona)
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ORMAI SIAMO COME IL GIAPPONE: VA AL VOTO
SOLTANTOCHIHAINTERESSI DADIFENDERE
pone il 40% della popolazione ha oltre 54 anni con un’età media di 45,8. Similarmente oggi in Italia il 33% dei cittadini ha almeno 55
anni e l’età media è di 44,2. Come in Giappone il risparmio è nelle mani dei più anziani.
In Piemonte i cittadini con almeno 450.000
euro di patrimonio hanno una età media di
66 anni. In aggiunta i pensionati oggi sono
18,6 milioni (anche se purtroppo 11 milioni
vivono con meno di 1000 euro al mese) e solo
12 milioni di persone lavorano a tempo determinato o indeterminato. Se si osserva attentamente, in Italia c’è una crisi generazionale
derivante anche e soprattutto da un sistema
fiscale che premia il risparmio a discapito
del lavoro, premia la rendita a discapito della produzione, premia chi ha patrimoni immobilizzati in titoli di Stato e immobili piut-
tosto che in aziende e attività che creano posti di lavoro. Un’imposta del 12,5% sui titoli
di Stato non è compatibile con il 55% di imposizione fiscale a carico del rischio di impresa;
le imposte sugli affitti, per esempio, raggiungono il 15% mentre i lavoratori pagano come
minimo il 23% come aliquota minima. In
questo senso, in Italia — come fu in Giappone —, i nostri politici evitano di attivare riforme sostanziali perché l’elettorato medio è
rappresentato proprio da quel ceto che non
vuole modifiche dello status quo (o lo vuole
solo a parole). Secondo un’indagine Emg solo il 60% dei cittadini tra i 18-34 anni è propenso a votare mentre questo livello sale al
72% tra gli over 55. I pensionati hanno poi la
più alta propensione al voto (73%) mentre
studenti e disoccupati sono i meno interessa-
ti al voto. Non è sorprendente quindi che coloro i quali vedono i propri interessi maggiormente rappresentati siano più propensi a votare: i giovani ed i lavoratori precari diverranno progressivamente sempre più alienati
e ai margini del processo democratico con i
leader politici intenti a mantenere il più possibile il consenso di un gruppo di elettori
(l’Imu tolta sugli immobili di lusso ne è
l’esempio più evidente). Occorre quindi che
si alzi forte la voce dei giovani, delle categorie meno favorite affinché questa classe politica inetta e fallimentare venga sostituita da
chi vuole effettivamente un’Italia competitiva e premiante per chi investe, che favorisca
chi produce lavoro e chi rischia del proprio e
smetterla di favorire chi vive di rendita (di
qualsiasi tipo), una rendita peraltro improduttiva e destinata progressivamente a impoverire le generazioni future. Proprio come è
stato il Giappone degli ultimi 20 anni.
Stefano Bottaioli
(consulente finanziario, Cremona)