Trenitalia investe 570 milioni

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Trenitalia investe 570 milioni
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Venerdì 15 Maggio 2015
MF SHIPPING & LOGISTICA
N Alha Group è stata fra i tre finalisti del prestigioso
premio World Air Cargo Awards 2015 assegnato a Monaco lo scorso 6 maggio. Per il gruppo italiano attivo nel
business dell’handling aeroportuale e dei trasporti terrestre
si è trattato di un importante segnale di riconoscimento
internazionale se si considera che gli altri due finalisti
erano Asia Airfreight Terminal e Swissport. Alha Group è
una realtà aziendale fondata in Italia da Giampaolo Ceruti
nel 1962 che genera ogni anno circa 35 milioni di euro
di fatturato ed in grado di movimentare oltre 330 mila
tonnellate di merci.
NONSOLOMARE
NASCE AFRICA LOGISTICS
N La società di trasporti
e spedizioni Logimar ha
annunciato la nascita di
Africa Logistics Network,
una nuova comunità globale di spedizionieri con
focus sul continente nero.
L’ad Alessandro Saponaro
ha spiegato che scommettono sull’Africa «perché il
miliardo di persone che la
abitano ha iniziato a crescere, spesso con tassi a
due cifre, con l’affermazione di una nuova classe
media e professionalità
sempre più diffuse, nonostante i persistenti (a volte
enormi) problemi economici, sociali e politici».
Scopo di Africa Logistics
Network sarà in particolare quello di generare contatti tra vari operatori, in
particolare piccoli e medi
agenti, al fine di organizzare e gestire trasporti doorto-door in tutto il mondo.
«Le poche multinazionali
del settore ci sono già, loro non hanno bisogno di
noi e tendono a fare loro il
mercato. Quello di cui c’è
quindi bisogno è una rete
che selezioni e in qualche
modo certifichi la qualità
delle piccole e medie case
di spedizione», aggiunge
ancora Saponaro.
GNV. LINEA SÈTE-MELILLA
N Dal prossimo 5 giugno la compagnia di navigazione Grandi Navi
Veloci (GNV) opererà la
linea Sète-Melilla rispettivamente fra il sud della Francia e il Marocco.
La società ha specificato
che il collegamento andrà
a sostituire la linea SèteNador provvisoriamente
sospesa per motivi contingenti.
Il top management di Alha Group
LE RISORSE SARANNO DESTINATE AL RINNOVO DEL PARCO ROTABILE CARGO
Trenitalia investe 570 mln
La business unit di FSI dedicata al trasporto merci ha un piano di rilancio che
prevede una riorganizzazione delle attività sotto la sub-holding FS Logistica
Pagine a cura
di Nicola Capuzzo
Ferrotramviaria accelera gli investimenti nel cargo
F
errotramviaria preme l’acceleratore sul bu- cederemo con un ulteriore step d’investimento
er il Gruppo Ferrovie delsiness cargo e si prepara a nuovi importanti in linea con una strategia a lungo termine che
lo Stato Italiane (FSI) il
investimenti. A darne notizia a MF Shipping traguarda 1 milione di treni/kilometro e una flot2015 sarà un nuovo anno
& Logistica è stato Emanuele Maria Pasqui- ta di 6 locomotori». Nel 2014 Ferrotramviaria
zero per il trasporto merci.
ni, dirigente e titolare dell’impresa ferroviaria ha prodotto circa 350.000 treni/kilometro geneL’azienda guidata dall’amminibarese: «Abbiamo da poco ordinato quello che rando un volume d’affari prossimo a 4 milioni
stratore delegato Michele Elia, in
sarà il nostro terzo locomotore di proprietà, una di euro grazie a due collegamenti ferroviaria
questi giorni sta infatti presentanmacchina Bombardier Traxx 483 del valore di principali fra Bari e Melzo (operato per Five
do alle rappresentanze sindacali
3,3 milioni di euro che ci verrà consegnata nel- Logistics con frequenza quadrisettimanale) e
quello che sarà il nuovo piano di
la primavera del 2016. Una volta che avremo fra Brindisi e Segrate (per il Gruppo Bonatesta
rilancio del gruppo nel business
saturato anche questa capacità aggiuntiva pro- con frequenza settimanale).
della logistica. Secondo quanto
reso pubblico da Uil Trasporti,
aventi origine o destinazione nel- di nuovi locomotori e carri feril piano prevede «sinergie inter- mobiliare di FS Logistica».
ne al gruppo, la costituzione di I provvedimenti citati sono il le regioni del Sud. Per gli altri 60 roviari). In questo modo la socieuna Newco e investimenti per cosiddetto «servizio universale» milioni di euro si sta discutendo tà potrà farsi trovare pronta alle
570 milioni di euro nel prossi- cargo, vale a dire le risorse finan- circa la possibilità di erogarli agli nuove sfide del mercato e sarà
mo triennio, con l’obiettivo di ziarie destinate agli obblighi di operatori sotto forma di incenti- in grado di competere alla pari
passare dall’attuale situazione servizio pubblico nel settore del vi, un qualcosa di simile a quello con la concorrenza crescente
di bilancio in rosso a uno scena- trasporto merci su ferro per la che era lo strumento del Ferrobo- delle imprese ferroviarie private
rio che prevede utili di esercizio continuità territoriale con il Sud nus introdotto alcuni anni fa per che in Italia detengono oggi una
quota di mercato pari al 30%.
e un incremento, dal 2018, del Italia e le isole che l’ultima leg- stimolare il trasporto su ferro.
Più nel dettaglio, secondo Nel business cargo, dei comtrasporto merci su
quanto risulta a MF Ship- plessivi 43 milioni di treni-km
ferro».
ping & Logistica, il piano offerti nel nostro paese dalle imNel 2014 i risultati
di rilancio dell’impresa prese ferroviarie presenti, poco
d’esercizio della caferroviaria pubblica nel meno di 30 milioni fanno infatti
pogruppo FSI (ricavi
business merci passerà capo a Trenitalia. Il gruppo FSI,
8,4 miliardi di euro,
attraverso una più ampia all’interno del più ampio procesebitda 2,1 miliardi e
riorganizzazione delle at- so di razionalizzazione dei costi,
utile netto 303 mitività del gruppo dove Tre- chiede però alla forza lavoro (in
lioni) e di Trenitalia
nitalia Cargo sarà una del- particolare ai macchinisti dei
(utile di 59,5 milioUn treno di Trenitalia Cargo
le sette società che faranno treni) un incremento della proni, in diminuzione
capo alla holding dei tra- duttività del 15% anche se i detdel 67,2% rispetto al
2012) hanno risentito di svalu- ge di Stabilità ha ridotto da 140 sporti FS Logistica. L’orizzonte tagli di questa richiesta saranno
tazioni per 275 milioni di euro, a 100 milioni e, soprattutto, da temporale per il primo step del oggetto di prossimi incontri con
che, si legge in una nota di FSI, quest’anno non verranno più as- piano è triennale e il raggiungi- i sindacati.
sono «prevalentemente dovute al segnati in esclusiva a Trenitalia. mento del break even di questa Il disegno a lungo termine della
fatto che, nel corso dell’esercizio Di questi 100 milioni una parte business unit è fissato per il 2017 business unit guidata dal respon2014, alcuni provvedimenti nor- (pare 40 milioni) sarà destinata a grazie a un incremento atteso dei sabile Mario Castaldo è quella
mativi e regolatori hanno signifi- RFI, in quanto gestore della rete, servizi ferroviari di circa il 7% di concentrarsi sui collegamenti
cativamente modificato il quadro che dovrà a sua volta distribuire all’anno per i prossimi esercizi. economicamente più remuneratiin cui opera il gruppo, determi- alle imprese ferroviarie per la Non solo: il gruppo FSI è pronto vi fra i maggiori poli produttivi, i
nando forti riduzioni del valore. compensazione degli oneri di ad aprire il portafogli mettendo porti e i retroporti che sorgono sui
Ciò vale soprattutto per gli asset traghettamento verso le isole e sul piatto 573 milioni di euro di principali corridoi infrastrutturali
riferiti alla Business Unit Cargo per i canoni di utilizzo dell’in- nuovi investimenti per il rinno- europei individuati dalle reti Tendi Trenitalia e al patrimonio im- frastruttura dovuto per i traffici vo del parco rotabile (acquisto T. (riproduzione riservata)
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Venerdì 15 Maggio 2015
MF SHIPPING & LOGISTICA
IL BILANCIO 2014 SI É CHIUSO CON 333 MILIONI DI FATTURATO E 37,7 MILIONI DI EBITDA
Rina cresce e fa nuovo shopping
Il gruppo, guidato da Ugo Salerno e controllato da Vei Capital e Intesa Sanpaolo, nei primi
mesi di quest’anno ha già acquisito l’italiana Sambenelli Consulting e la statunitense QIC
N
el 2014 il Gruppo Rina ha chiuso con un
bilancio consolidato
che ha fatto registrare
ricavi pari a 333 milioni di
euro (+13% rispetto al 2013)
e un ebitda rettificato che si
attesta intorno ai 37,7 milioni di euro (+1,3%), mentre
l’organico è salito a 2.750
persone. L’amministratore
delegato Ugo Salerno a MF
Shipping & Logistica ha parlato di «obiettivo di internazionalizzazione centrato» e
pone gli obiettivi 2015 a «un
volume d’affari in crescita
ulteriore sopra i 360 milioni
di euro e un ebitda compreso
fra i 40 e i 50 milioni (fatte
salve eventuali acquisizioni
di grande rilevanza)».
L’ingresso nella compagine
azionaria di Vei Capital (Palladio Finanziaria) e di Intesa
Sanpaolo avvenuto l’anno
scorso con un impegno iniziale di 25 milioni (che potrà
crescere fino a 100 milioni
nei prossimi anni) è propedeutica infatti a un piano di
acquisizioni strategiche in
tutto il mondo.
Sfumata recentemente l’opportunità di rilevare un’importante realtà norvegese
(sarebbe stato un affare da
circa 175 milioni di euro), il
Rina nelle ultime settimane
ha messo a segno due importanti acquisizioni.
Salerno spiega infatti che «anche il 2015 si è aperto in linea
con i budget prefissati e sarà
un altro esercizio all’insegna
delle nuove acquisizioni. Recentemente abbiamo rilevato
la società milanese Sambenelli Consulting (staff di 15
persone e 3 milioni di euro di
fatturato) che fornisce servizi professionali di alto livello
per grandi lavori d’ingegneria
nei settori della geotecnica di
grandi opere, infrastrutture
stradali e ferroviarie, e impianti idroelettrici».
Inoltre, ha continuato Salerno, «siamo riusciti a entrare
nel mercato degli Stati Uniti
e del Centro America grazie
all’acquisto del 100% di QIC,
società di riferimento per
ispezioni, test e certificazioni
Piano Delrio per sbloccare 2 mld
I greci di Attica bocciano i porti italiani
ntro poche settimane la riforma della portualità sarà
porti italiani sono troppo cari, ci sono troppi monopo«E
«I
pronta». Ad annunciarlo mercoledì alla Camera è stato
li». Il Ceo di Attica Group, Spiros Paschalis, esprime a
il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio,
MF Shipping & Logistica un duro giudizio sulla portualità
precisando che «la portualità italiana ha bisogno di un piano
di riordino che porti a superare il gap con i porti del Nord
Europa». Il ministro ha anche aggiunto che «questa revisione
toccherà anche la governance dei porti, troppo complessa per
rendere gli scali a servizio delle filiere logistico-industriali del
Paese e del Sud Europa. C’è un tema di ammodernamento delle
banchine e di realizzazione dei dragaggi, ma anche la realizzazione dello sportello doganale unico e dello sportello amministrativo unico. Stiamo lavorando per affrontare il problema
dei colli di bottiglia logistici, che non consentono trasporti
efficaci. Abbiamo un piano di investimenti, e dentro questo
piano il tema del contenimento dei costi e della governance
verrà certamente affrontato». Fonti del ministero spiegano a
MF Shipping & Logistica che i tecnici stanno lavorando a tre
differenti opzioni e che questo Piano dei porti e della logistica
dovrà essere urgentemente sottoposto a Bruxelles per sbloccare
i 2 miliardi di euro di finanziamenti previsti dal Pon 2014-2020.
L’impresa per i tecnici al lavoro è quella di accorpare e far
convivere all’interno di un unico documento diversi progetti
comunitari, nazionali e regionali. Probabile una suddivisione
dell’Italia in 8 0 9 distretti logistici mentre sembrano escluse
ipotetiche chiusure o accorpamenti di Autorità portuali e liberalizzazioni dei servizi portuali. (riproduzione riservata)
nel settore oil&gas».
Il valore di quest’ultima operazione si attesta fra i 15 e i 20
milioni di euro (a seconda dei
risultati futuri dell’azienda
nei prossimi 5 anni) e QIC,
che conta oltre 60 dipendenti e ha un fatturato circa 12
milioni di dollari nel 2014,
manterrà il proprio marchio
e opererà come una società
del Gruppo Rina.
A livello internazionale il
Rina guarda sempre con attenzione ad aree promettenti
come gli Stati Uniti, l’India e
la Cina. «Negli Usa miriamo
a un presidio più radicato per
la certificazione, le ispezioni
e l’ingegneria», ha spiegato
ancora Salerno, aggiungendo: «In Cina abbiamo un
piano di scouting dedicato
per espandere le attività di
certificazione di sistema e
di prodotto mentre in India
vogliamo creare un hub di
ingegneria dal quale servire
tutti i mercati asiatici».
Nel 2014 il gruppo genovese aveva portato a termine
altre quattro acquisizioni:
l’italiana Centro Sviluppo
Materiali, Lab 21 in Tunisia,
della società di certificazione
brasiliana Bracert e la cana-
Ugo Salerno
dese Hayas Stuart che svolge attività di sorveglianza nel
navale.
Grazie all’ingresso di queste
nuove competenze il Rina
italiana, con cui la compagnia di navigazione da lui guidata
lavora da circa 20 anni (in particolare Venezia e Ancona).
Paschalis ha proseguito dicendo: «Non c’è competizione fra
i porti, manca un coordinamento. Basta vedere anche alla
fiera Transport Logistic di Monaco come si sono presentati tutti sparsi: Trieste da una parte, i porti liguri dall’altra, poi c’è lo stand degli italiani accorpati». L’attacco del
numero uno di Attica contro l’Italia è trasversale e chiama in causa indistintamente le Autorità Portuali, i servizi
tecnico-nautici e la pianificazione nazionale. Attica è uno
dei maggiori gruppi armatoriali stranieri (rappresentato in
Italia dall’Agenzia Marittima F.lli Morandi & C.) che da
20 anni opera linee dirette fra la Grecia e i porti di Ancona,
Bari e Venezia attraverso i marchi Superfast Ferries e Blue
Star Ferries, ma proprio per le ragioni di cui sopra e in attesa di una maggiore stabilità economica del mercato greco,
«il gruppo non ha in previsione di avviare nuovi progetti
in Adriatico». Per contro l’attenzione di Attica pare però
rivolta ad altre regioni. «Stiamo guardando con interesse
Nord Europa, Centro America, ma anche il resto del Mediterraneo. Ci siamo fatti avanti per la privatizzazione della
compagnia francese SNCM ma è stato tutto rimandato a
settembre». (riproduzione riservata)
oggi è il primo hub di ingegneria nonché la prima società di certificazione a livello
nazionale, e il secondo
centro di ricerca privato
a livello europeo per numero di progetti finanziati nel VII Programma
Quadro (per un totale di
138 progetti).
Esaminando i numeri del
gruppo nel 2014, si nota
che il settore dell’energia
si è distinto in maniera
significativa registrando una crescita del 23%
grazie al consolidamento
della neo acquisita Centro Sviluppo Materiali
(che ha però richiesto
una profonda riorganizzazione interna), ma
anche il business navale
è lievitato (del 5%) grazie a Rina Services, la
società del gruppo cui
fanno capo le attività di
classificazione navale e
certificazione.
Quest’area di business ha
chiuso il 2014 portando la
flotta in classe Rina a 5.166
unità (pari a complessivi 34
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milioni di Gross Tonnage) e
presentando un portafoglio
ordini di nuove costruzioni
pari a 680 navi (4,6 milioni
di GT). Numeri in crescita
nonostante il quadro economico non semplice anche per
i settori business assurance e
trasporti e infrastrutture che
hanno fatto registrare un progresso rispettivamente del
3,5% e del 20%.
In quest’ultimo ramo d’attività sono stati particolarmente
importanti i contratti acquisiti in Turkmenistan (contratto
da 10.3 milioni di dollari per
la realizzazione di un porto e
delle relative infrastrutture nel
Mar Caspio) e in Egitto (un incarico di consulenza strategica
da 1,7 milioni di dollari per lo
sviluppo del Master Plan e il
relativo Action Plan per il nuovo Golden Triangle).
Infine, un altro importante
contratto in Egitto (da 15
milioni di euro) vede il gruppo Rina in pole position per
l’aggiudicazione, ma la gara
risulta essere attualmente in
stand-by. (riproduzione riservata)
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Venerdì 15 Maggio 2015
MF SHIPPING & LOGISTICA
FATTURATO IN CALO MA MARGINI IN CRESCITA. NONOSTANTE IL CARBONE AI MINIMI DI 10 ANNI
La Coeclerici resiste alla crisi
Torna in auge un progetto di aggregazione e acquisizioni con un partner indonesiano. Obiettivo
è arrivare a una flotta di 10 mezzi in vista di una prima quotazione a Giacarta e poi a Singapore
I
l Gruppo Coeclerici ha
chiuso un altro bilancio in
positivo, nonostante i numeri siano appesantiti dal
mercato del carbone (ai minimi degli ultimi 10 anni) e da
alcuni fattori che non hanno
confermato le positive aspettative. Il 2014 di Coeclerici spa
si è chiuso con un fatturato di
588,6 milioni di euro (dai 651
milioni del 2013), un ebitda di
30,4 milioni (30,1), un risultato netto di 5,3 milioni (9,08) e
un utile di gruppo di 4,1 milioni (7,3). A pesare sui conti
sono stati la miniera in Russia,
il mercato venezuelano
e la società rilevata negli anni scorsi in Germania; bene invece il
trading e la logistica.
Clerici ha spiegato a
MF Shipping & Logistica: «Entro luglio
porteremo a termine il
processo di riorganizzazione avviato l’anno scorso, secondo il
quale tutte le attività
di trading faranno capo alla società svizzera
Coeclerici Compagnie,
che ha sede a Lugano e
al cui vertice è stato nominato
mio figlio Urbano nel ruolo di
Deputy Chairman e co-ceo.
Coeclerici Logistica rimane a
Milano dove resterà anche il
centro direzionale del gruppo.
La scelta di puntare su Lugano
è dettata dal fatto che la Svizzera è diventata uno dei principali centri europei per il trading
di materie prime e continuare
a svolgere queste funzioni dal
capoluogo lombardo iniziava
a essere penalizzante». La riorganizzazione del gruppo ha
portato anche alla chiusura
delle due società del gruppo
in Asia e negli Stati Uniti che
consolidavano il business realizzato nelle rispettive regioni.
Nonostante Coeclerici continui
a mantenere uffici in Australia,
Cina, India, Indonesia e Stati
Uniti, tutte le attività faranno
capo direttamente a Milano e
a Lugano.
Sul versante shipping, inoltre,
Clerici da poche settimane è
tornato ufficialmente nel mercato del dry bulk con la consegna della prima nave della
joint venture dACC Maritime
Paolo Clerici
messa in piedi nel 2013 con il
Gruppo d’Amico. «La dACC
Tirreno porta il nome della prima nave che mio nonno aveva
acquistato nel 1911» racconta
precisando però che di fatto il
suo gruppo non è mai uscito
del tutto dall’armamento perché «nel frattempo abbiamo
sempre avuto la flotta di transhipper (terminal galleggianti
per il trasbordo del carbone,
ndr) e ogni anno dalla nostra
miniera in Russia partono circa 70 navi per il trasporto del-
la materia prima estratta». In
totale dACC Maritime ha ordinato in Giappone 4 navi per
un investimento complessivo
inferiore ai 120 milioni di dollari ma i due soci sono pronti
in futuro a cogliere eventuali
nuove opportunità.
Qualche cessione, invece, è
stata portata a termine nel business della logistica portuale
perché i transhipper di proprietà di Coeclerici sono scesi da
11 a 7. Sono rimasti i 2 che
operano in Mozambico per il
colosso minerario brasiliano
Vale e i 5 che operano in Indonesia. Su questo filone
Clerici si mostra prudente anche se ci sono in cantiere progetti
ambiziosi: «In questo
mestiere è cresciuta la
concorrenza e non vediamo enormi potenzialità di crescita nel
breve termine quindi
preferiamo consolidare il mercato e non
a caso abbiamo tirato
nuovamente fuori dal
cassetto un progetto di aggregazione e
acquisizioni con un
partner indonesiano per arrivare a stretto giro a una flotta di 10 mezzi in vista di una
prima quotazione alla borsa
di Giacarta e, dopo successive
ulteriori acquisizioni, lo sbarco al listino di Singapore». Le
negoziazioni su questo fronte
vanno avanti spedite e, se tutto
andrà per il verso sperato, sono
già previsti investimenti da almeno 50 milioni di dollari nel
breve termine.
L’altro maggiore programma
d’investimento riguarderà la
Anche Daewoo sul dossier STX France
are proprio che Fincantieri dovrà vedersela con un concorP
rente coreano nella corsa per aggiudicarsi il cantiere navale
STF France di Saint Nazaire. Dall’Asia rimbalza la notizia che i
sudcoreani di Daewoo Shipbuilding & Marine Engineering siano
usciti allo scoperto circa il loro interessamento verso il cantiere
francese, facendosi anche forti del fatto che la Korea Development
Bank (KDB), che controlla il 31,5% del capitale di Daewoo, è
attualmente azionista al 45% di STX Europe, che a sua volta controlla il 66% di STX France. Immediate sono emerse le congetture
su quanto possa esser reale l’interesse di Daewoo a entrare nella
navalmeccanica europea (in particolare nel business delle navi da
crociera) e quanto invece si tratti di un’azione di disturbo per alzare
il prezzo, visto la scarsità di pretendenti. Un portavoce della KDB
al giornale Korea Times ha dichiarato che «in qualità di principali
azionisti sia di Daewoo sia di STX, non abbiamo alcun interesse
a fare pressioni affinché la prima società acquisisca le seconda.
Abbiamo semplicemente suggerito di valutare le possibili sinergie
di un’eventuale take-over, ma sarà Daewoo a prendere una decisione, che noi rispetteremo in qualunque caso». L’esperienze della
cantieristica asiatica nelle navi passeggeri sono state storicamente
fallimentari come dimostrano anche le perdite da oltre un miliardo
di dollari e i ritardi nei tempi di consegna che i giapponesi di Mitsubishi Heavy Industries hanno accumulato per le prime due navi
di Aida Cruise (gruppo Costa Crociere) in costruzione.
miniera di proprietà in Russia
che attualmente ha una capacità produttiva annuale di 1,2
milioni di tonnellate e, grazie a
nuove licenze di sfruttamento
ottenute su aree limitrofe, entro 10 anni vedrà Coeclerici
investire circa 100 milioni di
dollari per portare la capacità
produttiva ad almeno 2,5 milioni di tonnellate. Ripresa del
mercato permettendo, però,
perché Clerici in conclusione
dice: «Come per lo shipping,
anche per il carbone tutto si
basa su domanda e offerta di
material prima. In questo momento c’è eccesso di offerta
e molte miniere sono in difficoltà. Per vedere la ripresa
è necessaria una pulizia del
mercato; devono chiudere un
po’ di miniere. Non vediamo
niente di buono per il 2015 e
poco per il 2016 ma dal 2017
torneremo ad avere aspettative
migliori».
Non a caso il gruppo sta iniziando a guardare eventuali
opportunità di diversificazione
negli Stati Uniti (vendita ceneri, distribuzione gas e smaltimento carbone delle vecchie
centrali elettriche da smantellare) e in Egitto (Coeclerici è
stata chiamata per diventare
partner di una cordata che acquisterà e investirà in strutture
portuali e logistiche per la movimentazione del carbone).
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