SailettoParla N° 15

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SailettoParla N° 15
Sailetto Parla
Periodico trimestrale di informazione Sailettana
ANNO IV - N° 015 - Lug, Ago, Set '05 - 400 copie Direttore Responsabile: Sara Mosconi - Redazione: Gianna Baraldi, Sandro Bini, Lucia Viani
Hanno collaborato a questo numero: Alessio Alberini, Alba Baraldi, Silvio Belladelli, Silvia Bonanno, Andrea Calzolari, Morena De Bastiani,
Alberto Faroni, Giorgia Faroni, Marco Faroni, Giancarlo Ghidoni, Vittoria Marangoni, Pasquale Rimola, Vanna.
C'ERA UNA VOLTA
Cari lettori,
questo numero di "Sailetto Parla"
è dedicato principalmente al passato, alla
storia. Vi racconteremo cosa 'c'era una
volta' che oggi non c'è più e di ciò che è
rimasto solo nella mente di certe persone.
"Ma voi conoscete la storia del forte di
Motteggiana? Anzi lo sapevate che la
costruzione sotto la ferrovia, vicino al ponte
di Borgoforte, è un forte risalente alla III
guerra d'Indipendenza?"
Io, in 24 anni, ho assistito a vari
cambiamenti nel paese di Sailetto, dalla
chiusura delle scuole elementari, alla
costruzione di appartamenti in quella che
prima era la scuola materna, alla nascita
di un nuovo quartiere attorno alla mia casa,
all'apertura e chiusura di diversi negozi di
generi alimentari: Rossato, Bentivoglio,
Bini, 'prodotti tipici campani'... In questi
anni ho visto dei cambiamenti che
possiamo definire 'materiali', mentre negli
ultimi sessanta anni è avvenuta una
radicale mutazione del modo di vivere ed
anche di pensare ed agire.
L'avvento del benessere ha introdotto, in
maniera sostanziale, una nuova società
che è andata a sostituire i 'vecchi valori'
con nuovi principi. Meglio prima o adesso?
Io sono troppo giovane per fare dei
confronti tra 'ieri' ed 'oggi' ed assolutamente
non posso accusare i tempi moderni,
essendo io una loro figlia, credo però che
se i ricordi del tempo passato sono ancora
così vividi nella mente di tanta gente,
significa che sono legati a vere emozioni,
ancora forti e che non si staccheranno mai
da chi li porta dentro di sè. Negli occhi di
racconta la propria storia si accende
sempre una luce particolare, perchè sono
solo le cose che ci hanno dato più emozioni
quelle che si ricordano maggiormente.
Così non scorderemo mai neanche quelle
persone che in un modo o nell'altro sono
entrate nella nostra vita.
Per un bambino, infine, 'C'era una volta'
è sempre l'inizio di una stupenda favola
che nasce dalla sua fantasia...
Buona lettura!!
Il Direttore
PROSSIMA APERTURA:
SPACCIO PARMIGIANO REGGIANO, SALUMI, FORMAGGI TIPICI ED ALIMENTARI
in via Zaragnino 54 a Sailetto, nel piazzale del Ristorante 'Al Castello'
(Ex spaccio Bini)
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Sailetto Parla
Il forte di Motteggiana
Il forte di Motteggiana faceva parte della
cosiddetta doppia testa di ponte di Borgoforte.
Il complesso fu eretto dal Genio Militare austriaco
come opera accessoria delle difese del
Quadrilatero (formato da Mantova, Verona,
Legnago e Peschiera) nel 1860 e restò in funzione
fino al 1866, durante gli scontri della III Guerra
d’Indipendenza. La doppia testa di ponte aveva
il compito di sbarrare il passaggio del Po e
proteggere la raccolta di forze mobili pronte a
fronteggiare l’esercito italiano proveniente dalla
parte meridionale del fiume. Per questo motivo
furono costruiti ben quattro forti staccati, distanti
fra loro da 1200 a 1400 metri, capaci di
coadiuvarsi nelle battaglie. I quattro forti erano:
il forte Centrale o Magnaguti sulla riva sinistra
del Po, i forti Rocchetta e Bocca di Ganda posti
rispettivamente a sinistra e destra del forte
Centrale e il forte di Motteggiana (detto anche
Noyau) sulla riva destra del fiume.
I forti austriaci edificati nelle zone attorno a
Borgoforte svolsero la funzione militare per cui
erano stati progettati solamente per sei anni, fino
alla battaglia del 17 luglio 1866 fra esercito
austriaco e soldati italiani, che vide la sconfitta
delle forze asburgiche. Dopo questo avvenimento
tutto mutò e i quattro edifici seguirono destini
molto diversi: innanzi tutto scomparvero subito
i due forti “minori” (Rocchetta e Bocca di Ganda)
ad opera degli stessi austriaci in ritirata, che
preferirono distruggerli con cariche di esplosivo
per evitare che l’esercito italiano potesse
avvantaggiarsi mediante l’uso di tali costruzioni.
Anche il forte Centrale avrebbe subito analogo
destino, ma la leggenda vuole che un valoroso
cittadino borgofortese interrompesse la miccia
accesa, salvandolo dall’esplosione. Il forte di
Motteggiana invece fu soltanto abbandonato,
poiché era il più danneggiato dai colpi di cannone
italiani e per questo reso inutilizzabile a causa
dei numerosi squarci subiti. Pertanto, dei quattro
forti in questione, oggi ne rimangono soltanto
due: il Centrale e, in parte, il forte di Motteggiana.
Il forte Magnaguti a Borgoforte è quello meglio
conservato, mentre il Noyau è stato in gran parte
demolito.
Quest’ultimo era costituito da un edificio centrale
destinato a caserma (poteva contenere fino a
480 uomini), circondato da un terrapieno e da
un fossato disposti a semicerchio verso sud e
da un forno per la produzione del pane,
fondamentale per garantire l’autonomia delle
truppe in caso di attacco.
Il primo sostanziale intervento sul forte di
Motteggiana dopo la sconfitta austriaca, avvenne
nel 1870, quando le autorità demaniali pensarono
di utilizzare la parte più integra dell’edificio
principale come viadotto per la linea ferroviaria
Mantova – Modena costruita proprio in quegli
anni. Il forte si trovava infatti in una posizione
ottimale come approdo sulla sponda sinistra per
il costruendo ponte in ferro sul fiume Po e per
questo nel 1874 furono realizzati numerosi archi
a tutto sesto in laterizio per consentire il raccordo
fra gli elementi staccati dell’edificio. Il forte di
Motteggiana acquisì in questo modo la nuova
funzione di rampa di accesso al ponte ferroviario;
un metodo pratico ed economico per il passaggio
dei convogli, ma allo stesso tempo molto invasivo
per l’edificio che fu così deturpato dai binari.
La sorte riguardante le restanti due ali laterali
del forte fu ancor più negativa poiché il Comune
riuscì ad ottenere l’autorizzazione per demolire
le parti del fortilizio non interessate dal passaggio
della ferrovia, permettendo al contempo di dare
lavoro ai numerosi disoccupati della zona e di
recuperare un grandissimo numero di mattoni
per la costruzione di altri edifici del paese.
Il forte di Motteggiana attualmente si presenta
in buone condizioni dal punto di vista strutturale
grazie all’ampia sezione delle pareti portanti (1,30
m.) e delle volte che gli permettono di sopportare
sia l’azione degli agenti atmosferici, sia le
sollecitazioni provocate dal passaggio frequente
dei convogli lungo la linea Mantova – Modena.
Le pareti esterne evidenziano lo stato di
degrado in più punti a causa di diversi fattori: in
primo luogo i danni provocati dai colpi di cannone
durante la battaglia avvenuta nel luglio 1866 che
hanno provocato rotture evidenti soprattutto sul
lato ovest. La mancata manutenzione dovuta
all’abbandono e l’azione erosiva dell’acqua nel
corso degli anni, hanno incrementato il degrado
delle pareti esterne, provocando fessurazioni,
rotture e disgregazioni dei laterizi in più parti.
Un’altra causa di deterioramento è costituita da
gravi infiltrazioni dal tetto e dall’umidità di risalita
che colpisce sia le pareti esterne che quelle
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interne. Tale fenomeno, unito al mancato deflusso
dell’acqua piovana dalla copertura ha provocato
e provoca tuttora infiltrazioni nelle volte e nelle
pareti perimetrali che si manifestano
esternamente attraverso rigagnoli e larghe
macchie.
Questo edificio meriterebbe maggiori attenzioni
non soltanto per il ruolo attivo che svolge ancora
oggi come sostegno della linea ferroviaria,
sopportando ogni giorno il transito di numerosi
convogli sul proprio “tetto”, ma anche per la
funzione storica di prim’ordine rivestita nella
battaglia della III Guerra d’Indipendenza e per la
testimonianza ancora ben visibile di tecniche
fortificatorie ottocentesche ormai scomparse.
Tratto da “ Le fortificazioni ottocentesche di
Borgoforte – Analisi del forte di Motteggiana”,
tesi di laurea del neo-dott, Alberini arch. Alessio.
( 5 Luglio 2005. Facoltà di Architettura del
Politecnico di Milano, sede di Mantova ).
Chiunque avesse una storia particolare ed interessante
può farla pervenire
alla redazione di Sailetto Parla o a Sara Mosconi
entro il 4 Dicembre 2005
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C'era una volta Sailetto
Atavici ricordi di pensieri e fatti che la mente non riesce a cancellare
"Questa nuova rubrica vuole rievocare fatti e cose che Sailetto ha
vissuto in 60 anni.
Scavando nella mia mente cercherò di raccontare ed illustrare
aneddoti, personaggi ed avvenimenti di tutto ciò che la popolazone è
stata partecipe.
Chiedo scusa in anticipo per ciò che dimenticherò, garantendo che
se avvenisse sarà puramente per un vuoto di memoria e non per
discriminazioni".
Giancarlo Ghidoni
Quante volte cominciando un discorso ti viene
da dire: " Hai in mente una volta? La benzina
costava 130 lire, il gas 50£, il caffè all'Agip 40£
e una tosata di capelli 50£".
Quando avevo 6 anni, Sailetto contava 2000
abitanti circa e la vita di allora era più viva, sotto
tutti gli aspetti. (Diciamo che ci accontentavamo).
Avevamo tre negozi di alimentari ( Protti, Bertellini
e Bentivoglio ) con quasi tutto l'occorrente per
la casa, due macellerie ( Mosconi e Protti ), un
negozio con tutto il materiale per le sarte, intimo
ecc... ( Baraldi ) ed un forno ( Mosconi ) dove
si andava anche a far cuocere il pane 'casalin',
pagando la cottura; c'erano inoltre due osterie
( Mosconi e Canova ) e il Circolo Enal che si
trovava nella casa del compianto Solera. L'osteria
Canova si trovava nella ex-officina Mellon, mentre
di fronte, dove ora c'è l'orto di Manarini ( Maestar
), c'erano due campi-gioco per le bocce e tra la
casa di Manarini ed il fiume Zara si trovava una
balera esitiva, 'Dancing Valle chiara', costruita
da mio padre, ove alcune volte all'anno
priettavano anche dei film. La balera invernale
ed il teatro per le commedie era il Politeama,
ora abitazione di Francesco Neri. L'elenco
prosegue con i due barbieri, Lisiade, con suo
cognato e 'la Gilda', coadiuvata dal marito Walter,
che era anche sarto da uomo, mentre la sarta
era la signora Becchi Estea, a cui si deve dare
il merito di aver sfornato molte ragazze amanti
della sartoria ( Deanna e tante altre ). C'erano
poi i meccanici per biciclette Bentivoglio e
Annibale Mezzetti, che fu anche il primo a
vendere i motorini: Mosquito a rullo, NSU e
Motom; in seguito iniziò a collaborare con lui il
nipote Enea, specializzato nelle riparazioni
meccaniche e nella vendita di benzina, a sailetto
avevamo anche il distributore, inoltre faceva
servizio pubblico, con una stupenda Lancia
Aurelia. Anche allora avevamo 'la Posta', ubicata
dove ora abita la signora Battesini. Non dimentico
poi i tre calzolai: Ermete Baraldi, Danilo Incontri
e Bellintani che era anche il 'Bsadur' ( addetto
alla pesa pubblica ) e nel periodo della mietitura
andava nelle corti a burattare il grano ( pulirlo
dalla pula ). L'elettricità delle case era curata in
modo egregio da Guerrino Vernizzi che, con 'la
Clite', organizzava commedie, sia a Sailetto che
alle officine OM di Suzzara; era una persona
poliedrica, insieme a Dante Becchi ed Alessandro
Sironi. Più avanti, negli anni sessanta, iniziarono
la loro attività degli artigiani di carpenteria leggera,
i fratelli Ennio e Giuliano Catellani ed Erardo
Geretti; questi costruirono i primi spandi-concimi
a cardano sul trattore. Poi c'era il caro amico e
compianto Mario Bertazzoni, figlio dell'altrettanto
cara maestra Riche Lui, il quale macellava
bestiame per le curie di Mantova, Venezia,
Cremona e comunità limitrofe. Non posso
dimenticare Vittore Ghidoni, che si occupava di
pozzi e lattoneria, suo figlio Stenio ne proseguì
poi l'attività allargando il lavoro e sfornando i
futuri lattonieri ed idraulici di Sailetto, Mario Stori
e Renzo Gorreri. Nessuno avrà dimenticato i
fratelli Sabbadini, con i vivai e la produzione di
fiori, ortaglie e sementi e tutte le piccole imprese
edili partite dalle tre generazioni di Ghidoni Carlo,
Adelelmo e Sergio ai quali va il merito della
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costruz one de e scuo e d Sa etto, de
Monumento a Cadut , de teatro Po teama, de a
Corte Jo anda, de e cappe e de c m tero de
paese, de a decoraz on de a ch esa (con a uto
d Ireneo Gh don ), de a testa d cava o
a ngresso d Cantarana, de a pompa con ruota
sormontata da eone e ch p ù ne ha ne metta.
Vorre par are d Zara, nostro p cco o f ume,
che s seccò per a pr ma vo ta ne 1953, anno
n cu pers m o padre ( ecco perchè me o r cordo
bene ). Mor rono cent na a d qu nta d pesce
da e razze p ù svar ate, pensate c erano anche
pesc ross , o tre che a ucc , gobb , branz n ...
a pescos tà era enorme e acqua mp d ss ma.
I nostr bosch , que de a m a età, non se
sono scordat . Erano ord nat e pu t , così pure
e r ve de e strade e g arg n sempre segat e
senza ort che; sent er n campagna, po erano
prat cab s a a p ed che n b c c etta. In pr mavera
po , mughett se vat c erano ovunque. Le patate
se vat che, buon ss me ( trogu ), g asparag ,
a t e sott , uart s , fugad (tarassaco) e
radet erano e verdure che nostr vecch
raccog evano per ncrementare a d eta
g orna era assa povera, un te anche a fungh
e umache. Ne bosch c era sempre gente: ch
segava erba per con g , ch raccog eva egna,
ch a cavava soch , ch andava a pescare e
e donne n pr mavera r sc acquavano bucato
ne Po.
D nverno arr vavano pastor a svernare e per
no ragazz , veder passare e pecore, era un
gran d vert mento.
Tornando nd etro ne r cord : ne 1954 arr varono
a Sa etto pr m te ev sor , ne a m a casa era
c rca a f ne d que anno ed era un Kennedy
21". Certe sere, g ovedì e sabato, abb amo
contato p ù d vent persone n cuc na ad ass stere
a Lasc a o Raddopp a o 200 a secondo o
Te ematch ...Era quas come f òs che s faceva
ne e sta e; a cun per sdeb tars portavano a
egna.
A ora am c z a aveva a A ma usco a e, per
a cun , a uto arr vava sempre ne moment g ust ,
senza ch edere perchè n un paese p cco o s
sapeva quas tutto d tutt .
In nverno, n campagna, contad n e anche
qua che a tra fam g a che aveva
posto,
ammazzavano ma a e e a mo t b sognos (
senza offesa ) ven va offerto sangue da fr ggere
n pade a con o strutto, così per una sera a
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nel ritmo affannoso delle nostre giornate (di Gianna Baraldi)
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proposta di riflessione,
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agli uomini che vogliano
superare antichi pregiudizi e assurde contrapposizioni, per procedere
come alleati e
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non come rivali nel cammino della*¨_Et($ʄ
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insieme formano la stessa umanità.
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8 MARZO – FESTA
DELLA DONNA (?) ª|P$ú
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niente da
dire, ma lo dicono
così bene! Q%
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(Oscar Wilde)
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“Angelo è la donna
che•í¿EÝo*Y¯„Ò©¬1ÃÂñ¾Œ;\'=V$ci5•/àm±·xñt›ƒÓÑ&
si vorrebbe,
demonio quella che
si ha”
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Å5îÖ¤þK¬â‘‹Éj„ûzbû™ÜïŠL"wUwí|É2“ÚëVEÕ}
“I rapinatori
ti chiedono
la borsaˆ’€ºm¹E0~}Tè$”
o la vita. Le donne vogliono tutt’e due”
ÌÈ©"Xñƒœ§V\hÓªvöEzÊJÝém\‡ÚC<YÄèÏn|ó\òŒ/à8H¬{Ýw¸…Ú¢íåö„ÉP^Ü˓èµ/Ý¥9摒µÏ%ÍspÚöúå’hE´ë쟌hÿïÙg»ibó¶¤u›ŠŒœþ¶×Ù𞽖°fǎ¨ŽØGݖ
ð…ö±sv²ÆYÈ$V~´4E«s
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h¨~¨…qÕ
Sono solo alcune delle innumerevoli
frasi
più o ‡Ú$Áº”4rÏ5dûYƒn캸›NØÅa˜w.ÓÓK\~̇SRǑµ1˜]2÷ÌG
meno celebri,
ma tutte ãm[¥dT®Å5KœRÇ»çZí*²–‹ÀÓø²3ھЛ³ÚÈÛ¬l¦„I[oYÚÖ¹^OVÿò*_ÄÚ>Ì£ûIŠ\;F‹ÿ
ugualmente
malevole, che
sono state scritte
sulle donne, ovviamente dagli uomini. Rispecchiano
@²A$¶u[adÌ-.{ÀÝáÖÿå|þ·§¹ü·†M×K
1Æî_¢ü×.=:xån+†«É«¶£]TPSÈùÁÄæ7_‚ÌXÂgT,ÞS¾23êáŽ~|zn©ÑÖ=òÇÜ%€Âr9g{*‚(
. $.ÝýÙP(Cº
ÒØT»ú§›áŒ8ͯ“²_?¯æíc›˜ã¸hÂþŸ
zŽA~o›¨¹;Èì˸XŒÆ—ä¼ye·I§…ÌvðæÁ¨¨ZؙjÇ&yEÞ_/=G´+(12œ‹[®8äM¹ÿük§}Oæý‰²pûKn}>·}®Ø½Žu½u_—Ï:ìác{{Ý{.W&Öae³Xïû.œ+åÁÊåføjF,ÑûDoX‘bTŠÔrÂ>ða-È÷Nê:¿ÍÕ]³¥9¶|RqbÀæyV±&WÒÕ·±
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stereotipi vecchi come
il mondo,
ma duri ah€Ïâ€#,Âû²ä‚A@
morire,
tanto
è y÷n1˜¤|ƒ,†}³W·WÊ'Ι³¶yð˜pžyH9\Û5¬p³ÏÂZÚ¡lpÓ6
vero
che continuano
a riproporsi
palesemente
tuttiMÍÉDJê¨P4’
i ülg‘Ç7[»Ž½–ñ®f÷¹ôV]„ç1֋¬žE6ÜÅ<6ÖüÉvƎrÇ!-|cÈ¶W=O<—Ðáç“Û#C³+iå–S(M“°gÏ.\õ^^¯—
giorni in televisione
e nella pubblicità:
la donna angelo
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gêÿö?ì¿bíö»áZ]JúIgš*ˆ£“WC#]þ†Ëxë(’-xeÄý•ým›c[ÿò+ŒñEϵ¿
o diavolo,
perfetta
casalinga o perfida seduttrice.
eVeEÚrȑÏ%›FS¶Ãì.8‹äšÎ>s‚?ùX®>õâî¶KXݪ¿ÝÈ˳^‰©Uàp-vä³Ý
dîéD¢É¸9yÑqϓQt¿mq<[1cÝ|~§=º@Úv¹ááÎRÁùÝy;²Æ.÷#ïÑg;™\þ½]89˜²k[‹™9K¯ÕšòšO»!¡»ÉybÑxòÉt”ó5±6)
4œà1;S+¨6©èhxÒáT<Ñ0ù]è¾G/QŸøtíh{EéÚÌÉ]¦üÈ·.ËæruyJßbÌDÂÐ֞¼þk˟>y51]ۉ…p¹dë§
¾ªy¿†´È‹#¼qµÏ‘v+R•¤ÙÖýV°ÇnWÃf±±…Úñ¸¯»ÓLqŽ5顕Ò4;5ö±¾+¥–ªÝԁÙ@"T4ºz
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øŸÅ^'Ù»oÃ[6£kl]³ADݛ=#±0²!áyeÛcÚqZÙ÷ZÎn«ÔíM¥|eãJziÙ=nËû?“gm
Il lungo cammino
verso la
parità
æèÀë~Kv£¹í»[—º¹û
ò½ÆYþ‹
;¢þ-m©Éq¾Ý#Ã=Ìsæ3µáÍ»†ç_+rSÎüÖ½“j«'{‹X@o݈ü¦ýrË
¨ h²@4Ø©EæÕÚ%ñ:¾ŸËӆ^;Y¨»…péúO)–J±ì²Æd¾Æ>œmN&ÕDínî92ÞÙÓ¼€×/‹ÖZïl4𯏛¬W•ËumŸPqÜ&ö¬‰áp7ºv¢«©7ÎÍIEˆ|>ÖæàºFŸga</F1—
ù&cÖmEà½x¼Né~©m‹1bíZ·îXÛq»+uõJ²<}gµïŒ¥Øí›ý•Õ®‰:fVS᳛“®3òW¿‡;áçvµ6ù’ã¨'ˇ®Ï\º.øÝ{XMQ=$‘ᑸ£<.çÕvâÊÏLØֆjêû»±8€-—
ü§²¹ëá%kìꨫg0E8eµìz›ùf¹mm&F@‘ù»7º–¬e6§LLž/q8ëc¸Œ€sî¹Üv¢M©NՊŽù¸1O|†G!êW+æè¶D&8#¿¨v+M¾ŠÏ»6®FÃõÇRAÏCžjvüŽUòaÀì
8\Îe¤åuӒùübš
«ÜYKKLÙêGbjä•Ë×ö5|y,;[hì}£²¾Î¢ñnÏڔ‚ƒjÄúÃlÀè$;w‰Í
-La prima scuola
femminile risale˜ˆ:ª1NÙ¬á©ê¾Àù÷Ù·ÿ³´ïÿ£ÙßÿÖVgª=«6“øeÚdsaÚô~w…2#jÅCad·×±È]uwãcŸÚäÔ?Á›CÄ.kj>Óæ
al 1.628,
ad3Ý{ñÏ:ãáèèå|PÆ"2ˆžq7›ÄÞ~‹éNnÈá”ÚSWM3$e5ā¸€/Ï/¢Ÿ»îô¬U3êNþî{‰/¾¡Ý{/›õïwŸn½«m›
operaë.ܲšnl¹Þbc*šØäÿNQn/KsL,Öȸ±¸ñ]üÆEÜљÃ}Ïâß
delle suore Orsoline e Agostiniane,
autorizzate
da Papa Urbano II, per ovviare “all’ignoranza
delle ragazze
e
кîxÏä™`»P¬©
ÅOkÚXÌl7Äâ4=ýVn{ðÓB
&R9¯¿Õ}Ÿ«ÓEøòjú_½šríuc…׃¨êmnbïšó΢µ¤u=W·‡«Ó
‹/f=Rhƒtåu×.y¤Ó¸À~«æåÕM·ÚƒºçŸThæh·ÁÔݦQIâÅ}Ž>i\Ðú®ûnHš
±ŽÆZXÏ7¯e1Ë_ÐäúÚ(¬!hvm¶‰ÝU)*`t‚
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ƒnüÒÿC•36ößûPñöÎÁD͸ï
alla corruzione
dei costumi”.
0â·®k?([—¹Ž#ˆ_0º!>²7cp¿(ú«ðmÁÕ~Q#og˜uùô¸SjçSOœsޑ`/ø}CJÔôïÇÄ}Zãú•¦ÈÁŒ´èW£Ÿ‡)øbU–·‡&ߒñ\›w¹…–
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OAºÙÓÉ,&`i˜"3JKô×ç•ÓÝ¿ÐñžØ›oÂßgþ9Ú$£›fÒm
-In Inghilterra
nel 1.647 Mary
Astell propone
la fondazionehdi una Università
femminile,
poiché alle donne non è permesso frequentare le altre, esclusivo privilegio
ÂÊÿ¢¸®ÙUï%¶o>¹Ýk·^›•‘[KMUü˄~S£šáÌ[E¬}yM¨RÍZ!t!ÜÝ©¶—;‰ZQ@$vŸ¢ºstl0QØnkXeçÐÖÙRµÍ1y3ùò_«ý3›»—•rM
ÛMn†Üœ<ÜnWÓr;
æ§uEiq5×:é’ldíM•à;â‹ËÔ4ò²é¿¯#Y³+}¨CHcæÿRÜÆz,e:Jó;f¨¾²kß8~2îµ¹é–ö=ÎçmšïŽ?LÔeu;E˜
z \ˆ#ú"X£D@]h$¬Ú4é"É|Ž¯™Ó¹„aü—ÃäÏnщ¶ü1²ö»mYyäîak\¢\ex»öA²¦kF󜮽XuZs¼/šxƒÀ›_e<¹ñ—F4‘º/o,ÉË,lyÆ>zIq4–<ˆZË
hKI‡ÉI'¡ÆIC3é©æ¹ßÃzgI]Þb#ÜCê¯w‚Æ>Þ¬Š3‹ùG)9;ºëoÈÆ5n½Ã²ä±ÜÑ1øä$›Ì®uV£¨”lÅô)„ו«©{#q9sÀ4ùKòšd×H%&W8^÷e¯U~§sZy}¯y˜ø£ÉÎ.œ'[.²‘šÊÉ©äÜnݺu·oÔú8cÔåÍj\e;YóA¶+i_;7¿˜ç–¶\ñî²êµâ2AXÚgJö˜£vQ›yˆôÓ¨Yíºò»ˆŠ]¬v†æ7ûD¹HúŒÈ»Î¼´]<úömè6lu>ÆזÄ'<2†’vò[Â1Wp‰xÚÛ[Ì×n;°¹ñÍœmku횞~
6lÊ
degli
uomini. La proposta viene bocciata.
Æ&ŽV¹^î_NX³jý¿1ÕòþÌbŒ¬7wY¾NwnøÇ/p¼]ínWæVgåj‹+"•Ï³Á`8K¹d·uSNsµò²ûÍÑp"ý";-ãyb£
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-In compenso nel 1.791 SarahZÆ:*+(sLl~;rq6·È¬I©Qçü
Trimmer riesce
a fondare delle
scuole
specializzate
di
istruzione
Non
a caso
questo avviene nel periodo dello sviluppo
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Episodi
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-1.678
– Lucrezia {®¸]Tt¡p>Ëkîò?E÷ú.ªåáÃ<Z!ÀÞڍWԖ9š
Cornaro
della Repubblica
di Venezia,Y la
professoressa
universitaria.
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֓+\diventa, per incarico
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Fùprima
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U?Í@•DIE%Aeä‚æÆݍ£<¯v´è.E³¿%äêåíðÖ-ÀÊVZ'<ð€!å|9~Ëóy̝ݣŠœC]Wƒ-Ö¤v39Áþ‡¢çæ:FFÖ¢ŽwGQ0
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j,ydŽ>kÇJö¸ÞÚ®7=»EjÈ£ÝâëRŒÇ½½m’šiQî"Lþá#.o³ošé¤zo^
-1.758 – La bolognese
Anna Morandi
occupa
la cattedra
di Anatomia
all’Università
diáâ`Ù¡xš
Firenze.
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JABϪi»¨¢èÐ@\Y€@’€@
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ŠAÇ,PKn
-1.889
– Viene fondato
a Varese il primo
sindacato
femminile che difende i diritti
delle tessitrici.
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ó]{2ž~¹Ãhø[g:£„ÄÇÅÊüíÑs¹kÚ0ö§ƒë©šíÄÛÆ7̀ñ7ÿÚzJßðýc³ã|òhˆ`¨FŽp=z®z«¶©¨ŠÒn߀Fߖßô=¯É{pé»fï–vtsÛíx99ù9îÿ·¢ùùc»ãÓ¬X¢{¢át¦Äò¿¢Æšq¥Ù½vð8Ý
Ma nonAêW·‹²¹U7YãšZ
muta ãü
nel9j€?²ˆH¤€²õ@ƨ‚Ý2M(âý”ÐÔP‚ȧd¢Bܔ$
complesso
la visione arretrata dei
ruoli delle donne, tanto è vero che il diritto-ú+‡¼ÖrÏkR6»62çÞ¶«¦WL*UJÐâþK6¬Ž.¯ˆYm›o)Y¿„vßÝ
di votoͧ¸è¼–^¿
viene
concesso solo nel 1.946 e cheúsY‡x-¼Á{[ÝÕ}î<Ù/.À²¢”4R²¡"ÐB‚?’ª"PDú]*»
bisognerà aspettare fino al
²9v%|ÆX¯—vp8åŸÓ’²í½*WNê’C°›,ì[Ì[²êªþÎàßÕr|N·<)&Úírlq‰†1Ämóä“ý£³ÿÌF+¤1põw5¬vÍiÐGLxÆ÷œÙkw_K¦˜ÿ—,¶ö{
-ñ
U]ß,ó@•]
™³bT§ré~2^ЯÔפҎÐá½²ê½|]Eg,U)ç6_¡éù»£•‹/R=ʂ_üʁ*@»ª"€PX…¹…ååÉcR«áu9;b²[’ù®Ž•Ò¤ÅNêºpu
P[5€A1.976
per avere
la prima donna
ministro:
Tinaã–ß]ØÛfkPGYNágdöZîm+êáÉ2›ŽvAnselmi, al Lavoro.
(·UAd
šèÐ;üÕòP@]~ˆÐ
.„Ð;
.€ºt©¥Ò8Nîgð“þ:…åæÂ{¾Z8,m&l/›[;Šø}L—׈ë"`½ÅÚ¾^qÖ®±Ätì¹mÖGšÚ;n‹Ú¢¦/"G_
HsèîÛsÂ&}í+¤‚`òÎ,
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5( \²@
bü¾‰`Ù¡®„Eí°¸,ÂÛ¹ÆÖÓ·UòºŽŸºøôé.šÑÌd¦ÃîY„ùó!߅||ødºuÚlÏ8]ž/ôÆg/ÅÑpËÀ¶1kh¼¹íÒ8¸X–‡ñYrחm±ç÷
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Çn_¢VÞÖõYž<5§Fi¡ÑkC°ˆÎe]/%ŽhµËMûz.“Äò·„0œ…¹.}ÚWH„qÉ#Çó_loëeŸ–’cƒ‰Îý3X”ÓF{‹¿£<½÷¸‰ï®>%NõV¨c#$ó^~[pÁV'@ɝb@³yçÜ.ÍϨp]e/.14S=Éto6nOn¹k'*Æ<u/†¢ÏnZ·‘î¾_î;rü7ðå]P÷µÛ¿wÊTϛ~–[QÙqg£™Ü.Ü}BØԊ§€¶ø_`à:.ü½D‘7Ìc7ypyÇuñy¹ë¤ˆ}ë.Ûf~#Ñx²ÏnVåÝs¹«£ZîN#¶«ÛR+ÌüM=s×
Nelle società îÈÂ($5@ì€TP@‚H;H€@Y²²Mä–kq|6å}TÐæ¨Ô§…ô{š†ýÛf;^߀úÝ|žn†Ü÷fgÒv'°¸£B9sî¸ó~4Ôänâm†óâ·+âòpiÖW8[ˆÜ¡ê¼·»vyÃåÊýTÊ5jÙHÓ=W,±Êã6Îl¬‰ïo™ÆÚ
occidentali
il loro ruolo,
nonostante
ci sia ancora
tanta strada da percorrere,
èZÞ0M¢|*”,mYõ6Ùgiunto ad avere un certo riconoscimento.
Le donne non sono più costrette
ÈAgÈ"’!¨¥ù*€‚
.Š/þUýQ
gn©½¹iY»Q³´bݏ3Ž`ŸÞ‹¤¬Ø8"n)݉ŽÕÖ³~=V¯wøE†ËósIn·åèÐâ¶c¦j2?mù‡4÷ÿÅÉÇçËR»G]&î6‰sÌÉòž¹þ‹§Òñ¸ŽU36hLp8sÂ
y’ç8ð·¦|®³¯:U²E®w’KpŒšx‡[÷|XÜ·§<êô44”µÑÆÆä\؀Ðþ
N‹¥º¬5£~ö&¹¹‚.Óþ«»±ðΕäkóÎú/.r[åЃÚ[åéÕuÇX±k„—t–/š#~CAÉ
V.×®ÌpÜèqéÿŠœ•¬cÒªŒ6(@{[îÿ•8éc½}UKhª^âO–ùúeªïçÎÙðóÐT)ŸÄçd¸KòèãY
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ÞoÃ,)¶Þʎjˆkak(¢”SÎ÷6à=íÄÇ7úH6õ]?ôÛZ—dìr"ÝâcÛōq:ô+XXåWÄBb
a rimanere
ignoranti e sottomesse,
ma resta il fatto
che spesso sono
costrette
a scegliere
tra il lavoro
e la famiglia, e se vogliono continuare a lavorare, devono
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EeTSâºÕ¬é›UElÇÉY6£݂2×|Ö±ð±ä¶Ô,‘äÛUתi….ÍÊíÝÅÍ\sÁÀÓ¹±ù/O×sÓ>ªBÁnK¾µŠÃ«¬Äl½¸ç¶6¥í6?ªÖØەEHpÉ]ÌŠ‚q&1•\nÄ´Ô\¦9çÍsÊ4Ԋ‘ÓȆ'sYÒëk
{ñ†Øž¹‹ÛÓóYïӎx½¯Ša+™ÂÛäÝ0²Ùw]ùùöå1dTT9ó·.Áþ®áyþ¦—NbPfÉÜ‹¯Åc,—N·s¤µµ…Ëw~Òo8YwyæïEéïñ÷bFÞÅßp‹c3Îí>p>ÏÉÉjéí©›ÙÀAaÒÝá©!‘O—
hsœ[Ís±²,ÂÁÌ
æ i loro compiti.
impegnarsi al¯E‹+Qr3x2vVÍü¬¹«¬P¯„jo©æWLtñÝé|@h–ÁQ¶ë;oJ³Sï¤+'–·§›øÖϨ¨Žo¢šï}ŋZÖËjøkr¨WQÕÉM#›#¾ø·€‹€?eøa‘¼Ý’Ãw[,CEŽÌ©õËÕjïü*Ù®~Lm»¬w/h'<ò[‚¥L
massimo
dalla
mattina alla sera
per assolvere
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giro
d’orizzonteï’ë3¿,hß9ݹâÀ®t4šø£5²Gíz€]¬ÛèoåŒâÒúî@戎´ÂÛ|\¥¡¢™¥²BÇÔ,ØÍ
: oggi nel mondo
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-Cile:qþ(º-Q
I beni della sposa
diventano di proprietà
del marito e sono amministrati da lui.
ÄÀmß>K׏=ÇݍfÇ;ci-u¾KžYµ\óc˜/7v×Kò<7<Û§ue4ÏÚq9À硹'¢™5ªþíÞRÞ"ÝlTÞ¼
Š¡æ€ìP$
PH EA=Ì·g5lM°RؚeT8K=ñ\d›[¢ÇÓߖ¶r8ÞÃC©Z˲)VÒÝñÍî-,•*
ü7iÅÜç\:Ú7ñ_û'ÔkHnƒf¼Áçé’ÍÏË]Ž¦Ø¸ms™\³«10jxF—XžÒXš×F
uÓEÚgð͌Êú¶î¤$˜ÍÃXG7sæþKK`ÁӕÓ6žklí‡NÐ؃šÎAÚý-Î)õLs§€¸KI¶¦Ã
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¬ò[¥Sº§yˆ[Eœ“Êã]÷xïè˜ÖlR¹ä¹u»±c_Œf³EñhӚ³3HûHÒêø}´4Úÿ7M:¶PöÞÿÙ-Ú:âÂÎý”FUpt¯ÈéšÎR7<8K#da‰ç%"„ð4†ä:-㪢\³¸SC„ŽƒÌ-̬f®lçFöt+Q,*£,.Â*G
-Sudan: Una legge
stabilisce la totale
obbedienza agli ordini
del marito.
Una
donna nubile,
anche maggiorenne,
risponde a un tutore che decide a chi andrà in sposa.
Ó2^)lC#mšN™jµ¤rŠ§íN0›d}V=zUpö‰„ïƒù„šU¸„Sý㯖—
PÔ
&O(æ¹eË!¥Ê
| _!˜[ƒ.g“–!ðSj#-ZEJ¢s
%4‡O[];›0µ¦Í.iͽ«9¯,ÕðY|QðÈ󃲽ºz¬^IðGN^ÍëM¸>`Zlà?Êóä҆ÖádOaÀ\ë_ÌËócáb¶Ð–I)ø݉ٺ°»GגÝôšfO|¯žŸ…’Yï€öÕÄhTÇØ¢Ð1Èâ?
tìˆ>Pr&÷ϐr“Zԝ±¾·
9e’G0´çÍMir‰ƒ¿‡Œó-췆NUæ*©]NçÄ|ü‚ô㢼gˆ]†í{—
-Yemen: La donna
non
può uscire di casa senza
il permesso del marito, tranne
che
per
andare ad‰(Ձ+Dn
accudire i9suoi
genitori.
Il lavoro
domesticoWèz¨²TPEP
è un doverey stabilito
]f[E¨ØÃÎފ{Ej¼1’ìWÐè–i^uÕNa~^ôšßÐ.wm֌3lø„IfžY›žåtÃ_Ӛ‰Úùœ[åêTÙ§æXëý‚–Ð9å±Îßdª"s†v׫†ã*U·U°‹^¾~§£œÅÒ*Âї-l¼ÎçEZɲ÷¹7—ÅsÇÙµ
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dalla
legge.
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-Siria:
L’uomo
che uccide la moglie o la figlia per
attiªP5A’ù¨
immorali 7v#gNax:¾|qoÖ¦¤ÝÏ&G“wþÂøýMÍÖb½ˆxN|Âñw}ݤcÞàÜXMì
non è punibile. La violenza domestica
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HãÀÆê[a§Tˆê×µÞSqõZ•ödrDóŽ<%ùƒÛºûߥ姟•¨¾ýpS©‰¸‰7Í|.·‹~^ž<ª™dbýÂÎc§¢W
 2¾—õXÏnon è reato.
c&„]’¶å¶»›Ùr’ûŠ
ø%šÛì{֌¹\÷MZ+Iìæ3r
謹E5NӔ}ӓ«dw5gŠæj¤<ÖæN“jm
-Il 75%
degli analfabeti
nel mondo è donna.
X36æÛu\¤û¶Æ’’6NéÂۙË>k^o¤µÄÁ“0ü´,6ËЯO8Ï8äU¦'á…Ø¡o–M5änºçÁý¾™îwðæʆ]¤6ÕL¡¸.LÓ§LVùÙyùn½xkõãÑÔf·R¹aœÛU]ô2É°ÙáÍ°k´þ‹¯.}ÓlÅ3²&‹xã
åÛåÒVu\q29¢aݜ–h¶EtîÒ²6m%E5L’M/$á{<¤ž½×wµÊ´}Š˜‹ˆ€pцßEל«.²•ä‚×ÛMÙn_áoº#„’ñàs‹‹}îë¶k£ip|û®·l&ƸÝÌ7
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J†ÔQÔIOPß$°¹ÌxôslU“Jé]´¶¾Ò›]Q=dúog{åw¥Ýr®çÊm8)öãà}4"f”‡Iq8
In„ƒ©³štÎËYcòÛ¤ÂÖDéw™ZÎ÷G,׿¥énl哦(íxߐþg{r×Ð˦²yrïnGÇeƚѮ¶Ý|.|,®ÑSj4‰´ì<@G.!¯<eߥáÇ+å-`UlÒç=®sî„æE®omE—Øý·Å˾´(¶~Ց°‡JÐя
fondo, si può ben dire che c’è poco
da festeggiare.
wR4mtè¸ü“á¾Aͽœ-§E˜<åk$šVFnxñåsŸ—üL¯¦ÞWmxz–i=µŸÍˆ`ðtÛ¡Ì/O6^¾hiqænÞ}‰Râmí¼9ã6}hj£&8²ƒp5¸»‹ûÝqí×ôçqzª
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ÐÖ·&±Ýl3äó\°þ.‹’TÆ]ìq´»vðé%÷1?Aô\8äÓMHò<úŒî2\o^喞æè¹Ü¯¡^Sk¶ùƒ’Ū͚¾ÀûwRî4ç;YlAÞv_¢Ö¦¿),òæG›àÆ*sËb@n#“´YMŽ_ÄéKntטS,šÓJ7BÁÇ+·u6¬&Ü%yµ´²¶øX£3œÈñ—\}:,c±N'cYålWs;èËƚ֚´ÔÒdzÖàóW,’1¾ÜYö+;M8ÎÂ
mùµoDŽÁͬ±µœÏE¬¯ØÒo`°»w€^ú®Y,qž¢8.pã.8p[N÷7¹µ±°üK=<Tîd׊û˜\じ³vœ…ζX½N0YÂþ&öcJ1²™ç¡Äpeº¹þïø‚fÅM4Žt0_qÞKY‹7aKöRõq®Ê¼ßíÏcöi"‘ÎÞ{8qÁŽÖŇKۚãûÿÂý:G„+ÝqÔÕ¾HàEœ\Ö¨h9è¥ë×é‰vIl Comitato
delle
Nazioni
Unite
contro le discriminazioni, riunitosi ai
primi
di Marzo, ha diffuso un rapporto
molto critico sull’Italia. In sintesi:
î\ñw["¬ÕZ«óo¾û1}ޜìjE‹Ì<ºü¥qjÑK1htM±h<CUíâË-rzºGRž±Ù¸—?™+ît¶ö¼ù4ש”U¡•@*”
|Ð1§T;ஂº€¹@+ªrŠ‰(ˆâED@®PA
z¢¢ˆÿá
ïsrÕsɨàù×pjÝošã鸕!ht¥ÛÍíÉg,¿²éŽ6ù2É£óoGBÁz1ÉÉÂxpÔ2PӘ
G¥—>l/vÚÅj7`eš4×ãÑz0½±*XÜÙbýÅG|oÝqÈ&’Ç‘×ê²ÔV™å‡„.•·ìk_#Ýkæ®YÓ}
?©\÷WK2Dž«[ªÇ¬Ï9s]0ɝ*˜ÍuÛ:Vvg%ÂÕ^¥
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–áÈqY¬ÈåÛ⵶\Æòà½Øp3êµs,tq0çlmLytł›hOG+Cd“‹K‹—"är¯KÕv¹å‹ÝQÈ%¥ŠKZíúLrÜyV‚T/šz
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E’ vero É®[æJ՟cLɞoõ*ïHÈڔ°Ö>Ïû¶»-:|YžÕák+žkf%˜]ˆ€Ý8FŸEÚò·§kpuão
che l’occupazione
femminile
è aumentata,
ma gli impieghi sono spesso precari o part-time,
quasi
sempre a basso
salario, e i posti di potere rimangono
fuori
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ÍcÀˆûËϜøwÅ&HÈ#sãhg⾋8MyLžOlUÁ%atZòž¥c“U×ç°¿BEƒ›×¢ÇçákJª“ÑS
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Manca ancora
una divisione
equa =CÙ¼id¸In&Ë]mA²Þ=Jv#´dñÒt~ßY=qˆZ-ü¯—z76[ýÌùMW÷›¸.|ÇÙs¦ãwÝg»ü9ŽJΣ¹ªå~Ú¡}m5UE5k9É?5ÞÒoÏ5Ög¿I¥{’osª¨ji_±iè_,óÀàü°¼vrüû¾žÔèä
delle
responsabilità
domestiche e familiari. (solo
l’1% dei padri usufruisce
della legge
sulla paternità per accudire i figli).
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Rimane
altaû·‰:,IðÕXe]D;þÒW^,tÅz}ƒ8Üy9ι}¹z¯§Íż6áòݚLäWÊËmÄÐ÷9ÛP¸Õ‚ׇۆÃ%œé!këØß
la violenza
domestica,
la difficoltà di accesso ai servizi sanitari per le m’wK|yʪGHëôêº\þNƒ,u]¥ðŌº¦°/N5ÎÆ5l!âܗlr±ÊâÁ©Ùٓeêы‹6j
donne più povere
e le immigrate.
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ë¸7üû¾?[ÑÛæW\,mqÞØoÑ~{,;kº3M€Wø)Ùr]©ïžçâ¿r¹Ü<µµ*ˆÚ÷9we~“R«Å†8ÌgùŒ¾ß;v\¤ÔGI#t´î’7HÜîBL-þÒÖ`“,
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s„’ì6÷R_ºiåöÀd²o#˜ØÛ÷–×!Ýwã¸ü¥•çžü3ownßÄA}Ž“?>²]a»s"üì¾ì®&€@*D¨ÅPTP
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%„KjK‚œ†‹Ýnþڛ˜ñ8hµ#9dò5í4²¸ÓùGm襑b›ëk?æ
Il tasso delle donne
parlamentari
è }*ޛ>„͆èâ$x:_NN‰+9G³£x·’ÄéoÍ2H׊PcÀÿ)Væ¹76x«kËK˜vqî£·uúô·%Ïzÿù2wš¶*s÷¤3+ÎÃ
dell’11% alla Camera
e del 9% al
Senato:
siamo
agli ultimi posti in Europa
e al 79° nel mondo.
iᚃß#¸ø™Ÿø\²ö†â2~ã|Æ¿Œ•Ñ¹4V«3ÃNyåþìºã?Ò±SNÉ÷
Z7³z[@±ã{])UÕ<H.ka:Xs隷$SŸ‡3ȑÿËku×R¤ûŠuÕîl˜˜1dᕯ×%×6LòbþXÆûƒ´\wòé#*¦§'¸¸_“@QÒ1†ÐÞ9ÑDkœË
³†UlsfҍŬk±c辧M&Mc›¸n—ikä×Ѽ89rb•5F˂S¼¨pæ1_¦K\7
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¯ŸÉÈ܎{
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p¶Jc—á¯Ù¦{®FœÂÅɨTçY
‚ÜÓÊàý–ä£2œÜè·åŠ°ÆI
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delle donne esiste anche
nella
magistratura, nei ùqÁ‰æ'Ásæoªcué+¾™.W1œÎCUoµŠsÔZMÆ/cšV£µ†w;C·%5]æ´ÓÊݱÓ
partiti,
nei;sindacati,
è diffusa
a tutte le dimensioni WÍtþH
della vita pubblica.
Ò>°€XD´]90Ÿ6ڍíÞ¼4»¾_5§þ…YàöÚÈd»0ÈYº¶Þk©m§¨ðí^ϐºoaÁ‰³1×]®E>
|¼™7©kPۂ1YÞܵ_O¶ç]誕®‚7èÐ@±
×áíÆþYUö#²ñ@B6P/ÕrºåÈ
h#d
°ËªôNW;ƒ>¦GußcLÙ¤]¤mǚº{?gÔMÆÿ»‹©\²¦·]Ý´·ÅÂÆêz©&T%ªšsÄã‡óZífÄû7
¤Œ]¡sÍhAÙ¼7¢ÖÇL1þʛ‰·ìv?
c„qcÓFóø¯/Ñí«OVêW6åáŬ
+éZùÇ,MÜáþ5ýÝãÊa<¼ùytÛqlý±Húi˜nls²³ä¼ý_QŽxâÍs)¨‚˜[!Y¯‡:›‹¶#5œNicÖ½×æ—]>¬é#´ÙÛ"Ùfèlmoš×ÕºöŽòTÓÈF0lÍ×ç’Ï}ÈyšïÑ1áÆùŒ=—
Spiace sentire certi discorsi maschili
che
accusano le donne di scarsa
intraprendenza.
Come
si fa a cambiare{ÄÞý~;ð²"#•¢î»rÅdœbþÌ¥53–YÆÂæÀŸÉzº|1·ù1k
le cose
quando si dispone
di una parte così "-‰½ª^y7èµÝ!a
piccola di
wmƉõ”à‰…Úà.AówéuŸ?Ö°«¦|mlWÞ<µ¦3•9ºý’2›ÆíαêÐFjجÊùÀ
è"Ýºÿì_¢tºtÐ%D”Rº"7ù
.]*¨º…+¢#tÐ1oŠ¡ßýÔát
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]²ÇnÛjÓW:QÖhÖþœ×Ëê:GLrjÆúvˆø‡=.¾6\:÷=„Ü:àå’ógÓ×I‘:0ýoeÂà×q·qg„_?U;F|°â'ÁsŠªiz
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´ò:G`pÂÒuúôÝÓqw_,å’5ѸãɏnZø%q…ø†ïg
{qqn²â6dµa!¯#¦\Š÷ðô9eX¹ÈÚِ
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ºGH'·"zô^L¦ç-íKÀKmЪ|/;=Ä:ön…y…ãúWk/‡¡‡n2™Ç|¤\†“ïk•‹‡Ÿ-wGŽ+€µ±†2ÌÁmGŽwW³Jϊª¢¼‘¡Î:»™õXÝ×µnlýí1b±årü‡{,áVþÎÙ6¸²Õ
c¶XŽ¨dÂsvJæ–?ÞË&Ž†ÊâÓ¥ÕÔX"Æ$„êÃø›‘ÀF…OLÚӗ
Ridiamoci sopra
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X¿aºåtè&OÝ3Ô¬ÀšãˆaÍܓ)¸±¿E´éßh`…Í”‡8°œœÎ¤¯‡Ôt^wk´ÍÁûc}¹{æ÷Û{\Z®=ñÙޛ',sâ.Âû\4gcê¹~Ú…ې"\ÜÜó|W››‡µ©MñE
…®¥|sî_¹˜†Ùº¸k—É|þ¯³9¯–ñðۖ·rJÐçXÒá`Oaײø?¶òïÜPqƒ).“'Hó¥k¹sÝ5Š%˜Klû‚e[ü—0]±jCZà÷7.]ïÖ˟™QŸ‰ï!Îh9Zދ×Å÷KáÞ=Ë£hi"GjÑk/¡‡Sdr¸íÅÒaxf§K¯§Òu=ÞËK¯
/mÕèørßòqÏ?¨eÈ/·bº€@ÿv@$
ðãxÊäån£ºÇ¶ô—´ßîtÒë3Â
ýã~«9,r¨”î²´å~eg²´6,žðÜ-ÓæºÍí‹ßµv|…Ìû©íž.yžI2ò͎,Û°¹‘v<:\÷ÍolVؐмáÝH}ÿ6a¹ü–¸âÕêCÿÙôÍt‚¡â&ºi¾ç“ó+Óû\»vÆÕj£‡q,r½"Þí—
ýÛÅô³–2¦ÛTo˜Èä2a‹8ø¹.~vUÆÓ9Ž:Ùq«FÊÎÓs\Ö¼ÞáÚ+ÙfïÝvĬe¯È3µú®WS¥‘˜[†£µËªÎÙ¦‹7â†ÅŸ‹‘ì{—
h6(ð8€C›+N½Z.µ¨ÊVÚá,kîIÏ^óôVQ㶖ْŸ{+±1œX_î<ϪöpgeL™”ÿj{TŒÇÓK/¯:ìœt҇í:ÍdgªÜëïØíŽíûK”ßîY–ªþÿðΓoÚSÿè°÷º¿¿ü5ØïÚA#ù
“Mai fidarsi di ‚(HHA/Ø@w@
una
donna
che -1dŨ%r@h¨Jêä€(Ó@A>ïuù/S͌oÛtVh|L¶ëŽ6‰y¯%‹¤çÆç÷jEi߅©4*‡‚ÜK[ØÇ®˜™0Ðé|T¾‘ŠžW¶ëïáÍ{©ÆŸÉxúÌü5Œul
dice la sua
vera età.n!|Záxû>Íír*,®ËÆKxØyž½î¸ZҕNͦ…®ŸrÇÞ÷~Jã{YN&FÆ|Íâ¡K–ê2*
Una donna capace di quello, è capace di tutto.” (Oscar Wilde)
\Î\CáÑ}/ÙÌþ¶ql’ðèÅ
f)$ŽÌ.."oӒŸ;V=s›ˆŒn.
ý$ÐðÇp°ßÑy¹¹¾šéE³™nþ'ÉÂàëaÃÉÃUñºŽ¾å|:c‚FŽ
ÂÖ±ñœ6tMËo©\?{wù^Ôb§Š*rì-”³ZM‡à7ìµûÌöv²ª©Àsíh{“ÊݗÖ麙f˜¸ªö²úí€$¶}Ca©c¤°Þ%˜¾‹‡QÅßۂª*’é
–O»L¾+·¹µÓ„r\÷7í\gcLƒ°‹qÊý=S9öj8>׶å&ùýB²øW¨â‰Ä
uð˸Œ8~kۜq†Èì‹ÛøG東mfx¢wÅD70ŠˆÜm'nó#¸ZÊɊáíF‚Ž¤}6o»rs|ދŸZð™*Ô2ž:r‡ÈN^¶[ð<ä¦VoNFvÎöø«ŒÒíJã‘×ÍÃ'eÍ_ý›X‡fûeK
ù•?>É¥ê?µÆr§r³³\y:Œ2ø1¯Y±~ÐvvÑ`l€Æý0’5_+›,]ãÖGS‰Ž.•|í}ÛÛ¤8qätS³KÜìû+¦Q$YsË*Ô
rVdšs}´ê³¦‰¤Ý1ËC:¨Ýë7U¨©{;5ŸA͓Una donna
è ±¿QÍuÜkMY‡Œ{À^ÖÈíÞø.w/ŸÚgVP¾!},X\@‘
sincera quando
non dice bugieÆ/¼Å–]51“åVƒ£¶ŒfAÍú&üþÔ^ç˒éSÅõÖë¦Y¡€@I<'Œ²úinutili”. (Anatole
France) ¾}=y)ºÊƒªã—
ÍåÂÆÃð®ß·Ôóé›ån“dÓÇlQ4ñðÿ›¯Ïsv÷=2&ȤcÀm™~–õ½—
ôw0/’w2¥œOÃNöaæö}.½[¤Þ—š\m½“ó¹îW²s³–N杮-n&’3ЃÒü—£}ãÏ^§f¼€{Øùň’ÝÉË.¸Ž]ì¾QÁpw•®ÝÛF£AÿuòòÅÑÍÏ!›ÂÓb2'¿ö\µd;ÿæY
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“Correre dietro
alle
donne non ha mai 6`pÆáÓÓªíŽrûò›{M™°}Ž•Øž×˯õvÍë‹W-l‡r_DŽnfã0>
fatto del male a nessuno.
E’ raggiungerle che è pericoloso”.
(Fogazzaro)
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“La ¾Yu]+r1d€Xr<ԙ-ZÙu²PÔ¶[^&¼ŒÜ5ÁÙXÛªú]//eێsoy°6¬›B3k
donna, solo il diavolo sa cos’è: io non ci capisco
niente”.è‚7@]¿$’tÏT
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Aspettiamo le frasi malevole
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dell’8ia~ìîï^©:œÓJq5À¸Œ"ö¹8H<Èì™õ6őm²Æ×Ꮙ–±7ÈàÊyð튽]["©ÝÎïߔpžìoÎË9M¹¶
marzo
1.908
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`îøaf&ËÚ3es¢ùüyiÑҕÒÅ»…Ä<y˜öæ=3^~nÛ|•±ÆYŘ˜.UY³?wqÍü½VqŠÉÚ/dq6<Á¾vèsZßÀÀ{£$æ/Â¥n3ö”a;åïÕWIYæhåk¢wm±ù©@¶&{€ð‹¦ºbݐÅù¯ê½œy
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York, poco prima
di]¬M.qÍàþKëpuڒ8\ðVG3Ü֖yœ4_SI—§+=WD.Hèü@¡ä
questa data, le operaie
dell’industria tessile Cotton scioperarono
per
protestare
le terribili
condizioni
lavoro. L’8 marzo 1.908 il
‚TIE]·ÅY@:öÉg?Kôû^îÃ<.×"ëŏ[¯M:eÆÒ¥®Âýäápæ2]î\yûcÒýצdÅõ2q‹ùeÕ|Ô8f¿‹xd…^مÏsá;ç6ÁnW_2^Ù§]íb–z©%"NR2¸Ì;ºórcÃqF·cT×±î§q†b0]Ú9½º’
W+álSÍü£{µ?KèáŎ^~\íÓ{`¾?¿‰
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»ª#’!Ûâdi\Ð;*¾Š(T‚
H—ÅA0€@Ð+ª
èBº€A„»contro
颉ä€K]|wÓ>Ëçòu&äMÌ{,Áä¶\íó^o©å¦tÔÑ?C£ÀþËӏW›=ªsšÈä.ˆ¹ÅÄ9öù[Ó%Òs㗴Õ*FMS´ØÜDAÚ9‰4×,@ô^læ²ÿêÞÛð²FØ=ø‹®]•³*reÕîÕy«x©KüÌÎôI<·^~º¦8ëApü·9¯«ÁŸ?ۍÛGfìúÙÙxì#pÊGeˆŒ¾K¥ëx¦^¶v妗ðêˆÈc¬ì#7.t¯/7'^c¦;9)Ù&Ïto¹]oÍ|Îëkl‡RÈ!Ãf'aàxˇ¡êW^˯<¶Øð¾Ôþ+ЊϘNÙ7D’Þ(¿ä“›_Šj½„qâˆï¢‹<yš<Žm×+Ï¥íuöi-Ø,ýUúe¸}Õú©Ø—³¸kóY¼§k”¬+S’®œNvK}Ì݁ьVKWkôõl-xä¸ÙWhVEIproprietario bloccò
tutte le porte della fabbrica
per impedire alle operaie
di uscire.
incendio, probabilmente doloso, e le 129 operaie prigioniere all’interno
2áKµüC°7qí7ôÈIÌz;û¬Ü5éeû½du쫆9âv(¤Ïsý…
•• Scoppiò un æþžg¯û&XèI·ÁN„ŸÑNՎq{Iµ+‡·H¡+É«ã½üÃôÖ§Š¬Úí„|°
P(%É@¹*¢mÞÎwPQCŽÝ~g¬ÎÚÛp¾uËNš@›v±Âw`\rðÜE¿zÏÍo
úgqÕk5‰»
|óî½ýmäÇòÔÃJU[9.l—k\0ےñý\äóZíŠU;=í€ENû0_+sø¤çº×´¸°²qÊ÷œ#•˜Y»ÙÚé%+#oGÇü¬åmoNôµ‘ƒñÛL8u%bO*Õ¡2OX%dEþ]é°#˜ÏòYËÚØÅôVe”F\žcxÝÇÍåz°êkžZKþoR·ûœ™þ/Ô;=¬“&8µ¥œC¿?Uù><|½ù+OKeynšÛšYüˆªâ׿wpäEïâᙦôô[ãq¿Zrõ?Ý{yú‰ÛÚãÚÚª©ˆ|%£è¾NmÇMR.âï3…€\ççÚ
morirono
seguito
questa
data fu scelta come giornata di lotta internazionale
a favore
delle donne. Nel corso degli anni è andato perduto il vero
Íì̟™ÎàßÖu&Dê)iK㨌HɬÚxØ2o"MúóWÿLÚ©SNf¨s§uËHoežÿä1ª_Mc3i<&Ù«•Ò»6¯o¹-Èñ¨’F°ˆX»;n6ùkmWC0—
79ñ_ž]=Õéµ9dÖ^¦
ïñEarse dalle fiamme. In(÷pa~ïÃÂbÍ°Íw۞–¬L˜|ínAÚ곗š«ÎiÂeí»ÓRwaŽÖϪòåëJó5uÀ—Æӛϔ.?.ý¨ÒœŽ2ÈÌ.hºvyðý=D†LŠ˜È0÷šž2ºŸÕfíðEĄh·g‡7
ÍfÕÝ®ÕÉfö[ÔH¥(#˗eÇ&Ö
k÷7“U¬'¡4‘‹§E¨ˆ6V›´ZêíjÎ,ÐÖeñ:Öò”߃L*§±·/ÍÖY¾ä²3*ê˜èÃuïÙk¹f*ù‘
significato þ¨T0TT±"Ð@‰T+¨
di questa
ricorrenza,ûªÔ
che
ha assunto connotati
di tipo commerciale o di pura evasione.
0ô83ÙL¤íH±,bXÅqå:˜&ÙfLf1f{þ…s¸Šu»(G›#k^Dæi›R鸘Ì9
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S,µÕÇu;ÄՍá`.|zÚÚf.¢ù=G[¿ºL[0îÌxÍ®Ãaò_“’íÚEZɞÇÄcó·ËÒß½==Üò”
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su)
ÏkQRª"ê·Jovòïý—K
²g›ï¥c¦m×3n‹7Ïå¶eNҎ¶–ã,ûÌò
vy¾Šeɔԅ‘ïžÒÛ½ÇZŽùqÛ¢ú<|ºq±žêxƒß•Þlë·Bãïv^¯Üvâΐª…ø¾€™˜u¸òõ9ê¼|¼ÍH³CO¦‚9š1|‡
Ét
µTà´jyȎŠîÿgŽ;+–h5ZÇ2Ä!Äá‘?‘Ín_,éIÃxâyr_{¢ÃÆܳw¤†J‰„¶.§%ìÏ«˜O,v½[2:fáoõÞz…ðú®®æéŽ+p5¯"C“œÛ“ÊëÁÜèOqd¸±cÖîê%ÆÕq’šwÝsstøߪëő¦
d .·;/ãž|{|Ïjl6PžJªw¸—Á+²¹:X/^<½Ï=ŒYa¨¦ˆ²xË&qÌ8X®¾Ü®%8Å$mèÛ»Ð$¾Ö¶7ˆ6¦È¨dÔS:'8Ü7Ý°ê>nsž^Ž.Zû'‚þÒ¶vÙ,¤Úm5iɥǁç±_>WZë9_
M+9ÕÛ2
Quando Dio creò la donna era già al suo sesto giorno
di?4D@þ¨AD»¢¤Ò±ìÇÙx9xöéXˆ’¾OSç\k¶¯uò»]¶Ž—ò—ªÆy$H=fg¶´—k¥yn³*£vx6ø%ºFdzÁ<%hslavoro, facendo
pure gliYstraordinari.
ˆç|ò^ñŽ˜»ÖQ¾JFû¹qSÌsiøîd³E¬5&½Æ´Á‡cT5Ì©–,qÅ6‘ç˜ÐõÃ~kŸvÐæÙóV¶RÇGOǓÒ2¹&ö<ÿ
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Apparve
un†Jƒè€ºß?Õº
angelo e gli
chiese:
- Come mai ci metti tanto tempo con questa?
Yµ[6¦HÿkƆ2xâ²^œ=¹ªÑVTØð»\³_
è¹¼éË8Ø"á}N^söç2±ÉÔÀɌ‹ÇÿOÇnŸUÓùˆókW¥íôÎRQ\dÝyåäè>ÍÎD¨éfaGsý»¥âËåÏ+ñY^³þ·
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ù={ö”“Ù鱇m.z¯dËNJçqZ{ÝIœþGßtûke©IŠí7¼ä2YʤÁôO
E il Signore rispose:
- Hai visto il mio progetto
lei?
$$ñÈÆwÕ~3<-¯b-šîvWÉqì¿+XXÑväíUJ°Íãdsüª\~V%iBçxÛß
@µAPEu@J|PhuBº%OÍ%TIA@OÉ3ýÛû¦†ÍÔÐ
»per
; .Ý‰Ä¨=
·ô;,¹|:,ɵZ`xco¯5èÆj1]b2×¢ÞDV½½V|©YÖ˚O;–ŸïužÙM§÷lŸEÓÆ(ä÷±à¹ŸNk÷yÈÆÚԍ.K8soªó兗ˤ¯-µh½µ¬˜³…—
WÉåèrÇק¯¦_êݶij#ÞRÈ×´ô^+…ÅÝJ—9úüÕM7©0¸«ÞTê`mÕÓLJŠbù4LlùJCgD[b3]q¬U:ý‹»W|+<ÖÒØ`.ä½7;‹ËVÑÉ%Û
Â@ËL¯eŽïöi)i…1³/Š[Ùßg-Ôö”¦6Æכ2UîJç
Õx‚´SRÒE½ÙàqTː—áiÛ^G]WÑ)©¢¦§°8¤9Èóž|íØr^V´RÈÆçæ<À̬ՑZi7o½Fwú©5µÓJ³SWfŽˆ¶ùäU³k·WSÞpËÄÜí¦w±WìËúvL0ÿ.tN#«ƒ·Ž
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-èÃD˜uf'gÄÐz'MúŽye«érÁS0mk…}™”®AQ$Ð@
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üdX}WyÓÚ¹eömCöqâ§kZ©Áköv±Ü°>ÌüIƒHÁ±+û*½ÎÍû7ñ(¶pŸüÓöTÜ#ö}â¦0ÿæ³û
½À’àÜè¦üª>cÙ_T¸€mž—ä¿IúV.<µ_Ç[DÙF
\Cçðºòò媲/Pb0šIš×5œqsóo¢ù½GÞ:EژO²;n×[óp<óî¼\|ÍX廖KÈ1c`ÁØþ·”ÒQÓ´ñ9ØKNC"ësÍs˘ӵDÑ4r!¢öëð\iÀÂéÌ{î¾ÖhÍÖ?‹˜Xœ×ºhRÓǤDז³„G~>9ä®|÷/ffƒ"€/’–‰=…®Âuä³Ü&ñ‚0ÏyÜNýy*©óŽ2áÙc>lqöºXnƬp'&ê×Ñyò밋ڟð¹áŽî¸òq¿#Éx9z闧IˆŽ;>ÄX߄F\ÅÇEóù®ÿ-bÚ¤¹ŒìLfMn…x{¶è½I!sÇ»–d¬øØUï
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I dati sono stati tratti dal sito Internet HYPERLINK
"http://www.italiadonna.it"
www.italiadonna.it
e dal quotidiano
“La Repubblica”
del 3 marzo
2.005.
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(P.S. = all’uscita di questo numero del giornale
la ricorrenza
dell’8
marzo
sarà già passata,
ma resta
d’attualità il bisogno
di rapporti più collaborativi tra uomo e
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donna, soprattutto da parte dell’uomo…)
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cena non era a so ta po enta e atte o verze
cotte e cond te con p ù aceto che o o.
Non vog o par are de a guerra, anche se a 6
ann certe cose non s d ment cano e cert
aneddot p ù o meno scabros r aff orano ne a
mente d un b mbo come n un f m senza reg a.
Io a que temp non avevo tutto, ma decoro,
sotto ogn aspetto c era o per omeno a m a
fam g a cercava d mantener o, così come e
grand trad z on de Nata e, de a Pasqua; per
Santa Luc a, tutt g ann , c erano torrone, de
g och e un torrone p ù grande da dare a a m a
maestra. Un anno però non g e o d ed , ma o
fec a pezz e o rega a a quattro m e am c che
non avevano n ente; mormor o de a maestra
g unse a orecch o d m a madre, che m sgr dò
e m fece ch edere scusa a a m a nsegnante.
A questo p cco o aneddoto se ne possono
agg ungere a tr , come quando rega avo pane
b anco a ch o mang ava so o nero, oppure
ch amavo m e am c de o Zaragn no a mang are
que a frutta de m o g ard no che oro non
avevano, come c ege a b cocche, uva...
Vorre cercare d far cap re a ragazz d ogg che
e cose che non avevamo, quando c ven vano
rega ate avevano un sapore super ore d que o
che n rea tà era.
Non pensate che o s a un grande nosta g co,
ma certe cose v ssute non s scordano. M sp ace
per g ovan che non hanno gustato be o d
a ora, perchè ora non sanno apprezzare que o
che a ora neanche s sognava, anche eggendo
romanz d G u o Verne o Em o Sa gar .
Es stono due proverb , per me mo to s gn f cat v :
A va pusè an bun am ch, che sent parent ( Va e
p ù un buon am co, che cento parent ) e I bun
am ch s a cnos n d mument ad b sogn ( I buon
am c s conoscono ne moment d b sogno ).
Po s potrebbe anche usare un a tro vecch o
detto: S stava meg o, quando s stava pegg o
anche perchè ora s vuo e sempre que o che
non s poss ede, non s apprezza c ò che s ha
e a compet t v tà con ch è p ù r cco è ora p ù
accesa d pr ma.
Mo te persone s rodono e combattono per far
vedere c ò che n rea tà non sono, d ment cando
che a semp c tà è m g or modo d pors , perchè
Non è ab to che fa monaco , ma a bontà e
a re g os tà, qua unque essa s a. Per conc udere
questa parentes vorre d re che mo t s sono
anche d ment cat che b sogna Cercare d fare
sempre passo secondo a gamba, perchè è
fac e rompere
cava o de ca zon .
6
Sailetto arla
P
a rla
Vorrei ora tornare ai miei ricordi d'infanzia, più
giocosa, più scherzosa e senza invidia. Si
giocava con tutto, qualunque cosa andava bene,
ci facevamo i giocattoli con le nostre mani: il
trattore in fil di ferro, con lo sterzo che funzionava,
carri e carretti per le mucche, le bambine si
facevano le bambole con la tela e per capelli
usavano i pistilli del granoturco; si giocava 'al
pa p à e a l l a m a m m a ' , ' a l d o t t o r e ' , a
nascondino,'agli indiani' in mezzo al granoturco
oppure ognuno di noi si auto-nominava un
personaggio dei fumetti, da Pecos Bill a Tex
Willer all'Intrepido. Tra i giochi preferiti, sia
durante la ricreazione a scuola che alla domenica
in piazza, c'erano le palline di terracotta o le
sfere di metallo, che però avevano solo i Gorreri
e tutti quelli che avevano dei contatti con i
meccanici, e con queste giocavamo a Busola,
Circulin e Piciu-Spana. Venne poi anche la moda
delle figurine dei calciatori, le lanciavamo verso
un muro e vinceva chi si avvicinava di più alla
parete. D'inverno la neve copriva tutto ed i giochi
estivi erano sostituiti da 'li blisgaroli': la sera si
versava dell'acqua, così il giorno dopo scivolare
sul ghiaccio era uno spasso! Andavano più forte
i ragazzi con gli zoccoli, 'i trocui' con sotto le
borchie di ferro. Si costruivano anche delle tricee
e con i balocchi di neve erano battaglie a non
finire! Ogni tanto però andavamo in una stalla
a scaldarci. Scivolavamo poi con lo slittino sullo
Zara ghiacciato, i più veloci erano quelli dello
Zaragnino, cioè i Davoli, Gorreri, Donelli e
Lucchini.
Noi del 'clan Pozzioncella-Forte Urbano' eravamo
in sette e ci divertivamo anche andando in
'teatrino', perchè i nostri genitori erano poco
permissivi (mia madre, non parliamone...). Il
parroco, il compianto don Luigi Caramaschi,
fece molti sacrifici per cercare di accontentare
F.lli Fontanini
Mangimi e Concimi
per l' Agricoltura
Sailetto di Suzzara (MN)
i ragazzi che frequentavano l' oratorio, comprò
anche un tavolo da ping-pong ( il più bravo era
Vando Viani). Poi prese anche un bigliardino e
c'era da fare la fila per giocare. Il senso della
meccanica e dell'intraprendenza aguzzarono la
mente del solito Vando Viani, che aiutato da suo
cugino Angelo Portioli e da Spezia ne costruirono
un altro; io collaborai per le parti in legno. La
mia modesta esperienza l'appresi lentamente
dal falegname Giusto Grassi, che aveva il
laboratorio in Cantarana, e dal grande Opilio
Falavigna, che lavorava in via Zaragnino. Non
ho potuto dimenticare queste persone che per
anni hanno contribuito alla realizzazione di carri,
carretti, cariole, botti, serramenti e tanto altro
per la comunità sailettana.
Non voglio dilungarmi oltre, anche se potrei
scrivere ancora molte pagine, saltando 'di palo
in frasca', ma non vorrei rischiare di stancarvi.
Voglio solo ricordare che allora la vita era
tranquilla e non c'erano nè lo stress odierno, nè
l'invidia; la gente non moriva con l'inquinamento
e le piogge acide non deterioravano senza tregua
tutto ciò che un tempo si accarezzava anche
senza saperlo.
P.S. Ho dimenticato di dirvi che il pioppo del
crocevia Tabellano-Torricella è stato piantato 60
anni fa dal signor Antonio Giovannini, padre del
dottor Massimo Giovannini, la buca la fece
Amedeo Grandi, padre di don Alberto, ed io
tenevo stretta la pianta.
Sarei felice se qualcuno volesse collaborare con
aneddoti, per poter informare sempre più i nostri
nipoti e figli, in un modo specifico e conciso, su
fatti e avvenimenti di qualsiasi materia.
Lucia & Adele
Abbigliamento
Intimo
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Sailetto arla
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Ieri
Sailetto
Oggi
Ai primi del mese di maggio del 1933 sono iniziati i lavori di asfalto della strada Nazionale,
la Colonnata.
Le scuole elementari
Nel 1847 è stata costruita la strada che porta alla Zanetta
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Sailetto arla
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Parrocchia di San Leone Magno
e Circolo ACLI
20° GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU'- G.M.G.Dal 16 al 21 agosto 2005, nella città di Colonia,
in Germania, si è svolto l'incontro grandioso di
moltissimi giovani, provenienti da tutte le parti
del mondo.
Anche la nostra piccola parrocchia di Sailetto,
col gruppo della diocesi di Mantova, ha
partecipato, tramite tre ragazze, che ammiriamo
per il loro grande coraggio ed entusiasmo e di
cui riferiamo alcune costruttive impressioni.
conoscere, nelle difficoltà del cammino, l'umanità
di coloro che, pur non conoscendola, hanno
condiviso tutto più strettamente. Per lei questa
conoscenza è stata una forte spinta verso la
sommità di Colonia, infatti assieme alla
testimonianza silenziosa e convinta della fede,
Vittoria ha acquistato una fiducia più solida in
quello che è rapporto umano più fragile e, allo
stesso tempo, così fortificante.
- Silvia Bonanno ha capito realmente
l'esortazione che Papa Giovanni Paolo II, prima,
e Papa Benedetto XVI, poi, hanno rivolto ai
giovani: "Non abbiate paura". E' rimasta
fortemente entusiasta nel constatare che tutti i
numerosi giovani incontrati, erano a Colonia con
lo stesso scopo e la stessa meta: adorare Gesù
Cristo. Mostravano questa sicurezza, questa
unità e questa speranza nel futuro, con i loro
volti, i loro sorrisi, i loro gesti ed i loro canti gioiosi.
Attenti alle riflessioni ed alle preghiere, non
lasciavano però mancare gli scherzi, l'allegria e
la gioia nel passare qualche giornata e qualche
notte anche nelle fatiche e nel sacrificio: una
camminata di circa venti kilometri a piedi per
arrivare al campo della veglia, il poco cibo, la
scomodità e l'umidità della notte passata a
dormire sul prato...
Questi giovani non si sentivano mai soli.
Silvia è tornata con la sicurezza che ci sono
ragazzi con gli stessi ideali e gli stessi desideri
di creare un futuro migliore.
- Morena De Bastiani è andata alla XX° Giornata
Mondiale della Gioventù, oltre che con spirito di
ricerca e di fede, anche con una certa dose di
curiosità. Nei primi giorni ha fatto esperienza,
con le amiche, dell'ospitalità, veramente
sorprendente, delle famiglie tedesche. Non ha
trovato persone fredde, come di solito si presume,
ma piene di attenzioni, di gentilezza e di
disponiobilità. A Morena è rimasta impressa una
frase, che ha interpretato perfettamente i suoi
sentimenti, pronunciata dal sacerote tedesco che
accompagnava il suo gruppo:" Arriviamo come
ospiti, ma partiamo come amici".
La folla gioiosa dei moltissimi giovani provenienti
da ogni parte del mondo, in contesti sociali ed
economici diversi, ha dato un forte esempio,
mostrando la stessa forte fede in Gesù con
l'amore scambievoletra tutti. Morena ha capito
che è necessario entrare in contatto con le altre
persone, per portare a loro l' entusiasmo di vivere
in amicizia con Gesù.
Le sono molto piaciute inoltre la veglia e la
preghiera con il papa, che ha fatto riflettere sul
significato del verbo "adorare".
- Anche per Vittoria Marangoni, Colonia è stata
un'esperienza umana vitale. Ha imparato a
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Sailetto arla
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PER VIVERE INSIEME IN
MODO COSTRUTTIVO
La vita nel nostro paese non è più come negli
anni passati; allora c'erano meno distrazioni, il
lavoro era nei campi, le famiglie diventavano
numerose con i figli che si sposavano e restavano
in casa... Oggi è sorto anche il lavoro nelle
industrie e sono aumentati i tipi di scuole e con
essi il livello d'istruzione della gente. La vita è
davvero molto diversa, non ci sono più le famiglie
con genitori, nonni e zii, c'è divisione, c'è
distrazione, c'è dispersione: bisogna sempre
correre ed il tempo per stare insieme è molto
ridotto. Questo correre rende le persone più
nervose e diminuisce l'unione familiare e paesana.
E' necessario perciò che i Sailettani di oggi
riflettano, considerando che devono trovare un
modo moderno per alimentare la vita insieme.
Il desiderio di minor dispersione per gli abitanti,
per le famiglie, per i giovani e per i bambini si è
fatto evidente in questi ultimi tempi. Il paese è
anche una parrocchia, considerando l'aspetto
religioso, e proprio qui è sorto un oratorio, un
campetto sportivo...; il circolo ACLI dà poi la
possibilità alle persone di trovarsi insieme, di
organizzare giochi, incontri formativi con persone
preparate e momenti conviviali.
La riflessione che, però, è urgente e necessaria
oggi è questa: il sacerdote è il primo responsabile
della parrocchia, ma i veri responsabili sono le
persone, i laici. Tutti devono impegnarsi ad andare
d'accordo, ad essere in sintonia nelle iniziative
varie del nostro tempo moderno.
Poichè è umano che ognuno consideri più
importante il proprio modo di vedere e di proporre,
di fronte a quello degli altri, si corre il grave
pericolo di non costruire niente insieme, anzi di
distruggere quello che si è tentato di iniziare.
Nella comunità parrocchiale, le persone che
sentono il desiderio prezioso di impegnarsi,
devono curare la loro formazione umana e
cristiana, per riuscire a fare della comunità una
vera comunione. Occorre dare il primo posto
all'Amore che ci ha insegnato Gesù e che richiede
l'umiltà: bisogna comprendere il proprio carattere,
per modificare quell'impulso che ognuno ha di
credere giusto soltanto il proprio modo di vedere.
Dobbiamo usare l'intelligenza per esaminare le
varie proposte, la ragione per capirne le
conseguenze, e la volontà per scegliere ciò che
è bene, per non danneggiare niente e nessuno.
Però dobbiamo tutti ricordare che da soli non
riuciamo a rendere la volontà attiva e
determinante: c'è bisogno di un aiuto forte, che
viene dall' Alto: è l'aiuto di Gesù. Dentro ognuno
di noi c'è questa forza, che non siamo abituati a
sentire, nè a considerare: è Dio invisibile dentro
ognuno di noi. Se Lo ascoltiamo nel silenzio e
Lo seguiamo, riusciamo a fare tutto.
Nella parrocchia, quindi, i laici devono costruire
nell'amicizia, nella comprensione e nel rispetto
reciproco, con forme di condivisione, per far
emergere il dono di Dio, animando positivamente
la propria comunità, altrimenti si distrugge tutto.
Non ci devono essere gruppi discordi tra di loro.
Alba Baraldi Peroni
Sabato 9 luglio, una serata festosa, dedicata al sano divertimento di persone
di tutte le età, è stata rotta da un tragico evento: l'improvvisa morte di Lino
Ghiotti.
Persona impegnata in molte attività e disponibile verso il prossimo, ha lasciato
un grande vuoto nelle comunità di Sailetto e Motteggiana ed in tutte le persone
che lo conoscevano.
Anche noi vogliamo salutare Lino, che dall'alto veglierà sempre su sua moglie
Clara, suo figlio Simone e tutti gli altri parenti ed amici.
La Redazione
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Sailetto arla
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Dica trentatrè...
Ipertensione
arteriosa
L’ipertensione arteriosa viene definita da un
aumento dei valori pressori al di sopra dei valori
che sono comuni nella popolazione comune.
Dire quali valori devono essere definiti eccessivi
non e’ facile, dal momento che la pressione
arteriosa della popolazione presenta delle variabili
che sono in rapporto a vari fattori fra i quali
rilevanti sono l’età ,il sesso e la razza.
Prima di iniziare un trattamento antipertensivo
occorre ricercare le cause dello stato ipertensivo.
Per anni si e’ data importanza prevalentemente
alla pressione diastolica, ma recentemente e’
stata rivalutata l' importanza della pressione
sistolica come fattore principale e forte causa di
eventi cardiovascolari.
La misurazione della pressione e’ una delle
procedure più importanti e viene eseguita nella
maniera più distratta.
Gli errori più frequenti sono l’impiego di un
manicotto di misura non adeguata, misurare la
pressione senza concedere cinque minuti di
riposo e non attendere almeno trenta minuti dopo
che il pz ha fumato o bevuto un caffè.
Può variare da battito a battito,dalla mattina alla
sera,dall’inverno all’estate,dalla posizione seduta
a quella in piedi etc.
La pressione rilevata a domicilio e’ l’ 80 % di
quella riscontrata in ambulatorio. L’ipertensione
da “camice bianco” non e’ una vera ipertensione
ma va tenuta sotto controllo perché con il tempo
si può trasformare in un vero stato ipertensivo.
Classificazione dei valori della pressione arteriosa:
Categorie:
- Ottimale
- Normale
sistolica
< 120
< 130
Ipertensione di grado:
1) lieve
< 140-159
2) moderata
< 160-179
3) grave
> = 180
diastolica
< 80
< 85
< 90-99
< 100-109
> 110
Fattori che influenzano l’ipertensione:
il fumo va assolutamente scoraggiato sia per
gli effetti acuti che cronici. La pressione arteriosa
aumenta di circa 10 mmHg in 15 min. dopo 2
sigarette, il fumo aumenta negli ipertesi di 2-10
volte il rischio di stroke (ictus).La sospensione
del fumo riduce il rischio di infarto.
Non assumere più di due caffè al giorno a
distanza di 10 ore, un caffè può aumentare di 10
mmHg la pressione arteriosa per 2 ore.
Un' attività fisica isotonica, camminare, correre,
nuotare, andare in bicicletta 3-4 volte la settimana
per 30-40 min può essere di grande aiuto ed
aumenta l’efficacia della terapia medica.
In pz obesi potrà essere fondamentale una
riduzione del peso la pressione diastolica scende
di 1-2 mmHg per kg perso e migliora l’assetto
lipidico.
L’ipertensione costituisce in primo luogo un
fattore di rischio per l’insorgenza di aterosclerosi
la quale colpisce le arterie di grande e medio
calibro in particolare le coronarie. La sofferenza
arteriolare dovuta all’aumento dei valori pressori
provoca effetti dannosi a livello di vari organi o
apparati.
Cuore: l’aumento della pressione comporta un
aumento del ventricolo sinistro del cuore con
ipertrofia ventricolare e successiva dilatazione
fino a un quadro di scompenso cardiocircolatorio.
Encefalo: disturbi vascolari cerebrali si hanno
con frequenza maggiore nei pz affetti da
ipertensione arteriosa sia sotto forma di trombosi
che di emorragia.
Rene: la sofferenza renale può essere dovuta a
processi-arterio-atero ed ateriosclerotici.Tali
processi causano diminuzione del flusso ematico
renale possibile compromissione dei singoli
glomeruli.
A R R I VA I L F R E D D O , M A N O N
SCORAGGIAMOCI, FACCIAMO ATTIVITA’
FISICA E RINUNCIAMO A QUALCHE
VIZIETTO!!!!!!!
Dott. Pasquale Rimola
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Sailetto arla
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...Qua la zampa
Cari amici lettori di Sailetto Parla,
vorrei chiarire un argomento di grande attualità:
l’influenza aviare.
Il virus in questione appartiene agli Ortomixovirus ed ha un nome e cognome: H5N1.
Cosa significa questa sigla? Essa indica due glicoproteine del virus, la prima è una
emoagglutinina (in inglese Haemoagglutinine), mentre la seconda è una Neuroaminidasi.
La peculiarità di questo virus è che al suo interno ha 8 segmenti di Rna (il complementare
del Dna) che in condizioni particolari si rimescolano e danno origine ad una mutazione.
Volevo chiarire che un virus al di fuori di una cellula umana o animale NON REPLICA.
Se non replica non può mutare. Ogni anno la normale influenza che noi tutti ben
conosciamo parte dall’Asia e fa il giro del mondo, seguendo le condizioni a lei più
favorevoli: il freddo.
Perché quest’ultimo fattore la favorisce?
Perché il freddo paralizza le difese naturali delle vie respiratorie, impedendo al nostro
organismo di reagire subito, espellendolo, magari, con un bello starnuto.
Il dibattito degli ultimi giorni verte su un eventuale passaggio del virus dagli animali
all’uomo. Non essendo in presenza nè di virus in grado di fare ciò, nè di influenza
aviare in Italia, di cosa si sta parlando? Di niente. O meglio, del nulla!! Perciò stiamo
tranquilli e non preoccupiamoci di una malattia che speriamo non avvenga mai.
Inoltre il Governo ha già ordinato 35 milioni di vaccini...
Vi lascio con una domanda, chi li pagherà?
Dott. Andrea Calzolari
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Sailetto arla
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a rla
Le ricette di...
Sandro e Maria
GNOCCO FRITTO GNOCCO FRITTO P I A D I N A D E L L E
ALLA REGGIANA CON STRACCHINO COLLINE REGGIANE
ALLA REGGIANA Ingredienti:
Ingredienti:
1Kg di farina;
1 noce di burro;
1 bustina di lievito istantaneo;
1 bel pizzico di sale;
1l di latte circa.
Procedimento:
impastare il tutto con latte
tiepido, tirare una sfoglia sottile,
tagliarla a quadri e friggerli in
olio bollente o strutto.
Ingredienti:
500g di farina;
140g di stracchino;
1 cucchiaino di sale;
1 cucchiaino di bicarbonato di
sodio;
acqua gassata q.b.;
latte q.b.
Procedimento:
impastare il tutto con acqua
gassata e latte circa in egual
misura e che siano freddi di
frigorifero. Per rendere la pasta
più morbida, potete tirarla con
la macchinetta, sul n°1, farne
poi dei quadri e friggerli in
abbondante olio di semi di
girasole, ben caldo.
(Ottimo e friabile al palato)
Il gnocco fritto va servito ben
caldo ed accompagnato a
prosciutto crudo di Parma,
speck, pancetta stagionata o
gorgonzola morbido.
I vini consigliati sono: un ottimo
Lambrusco D.O.C. reggiano o
modenese oppure una Bonarda
D.O.C. piacentina.
1kg di farina;
80-100g di strutto oppure olio
di oliva;
25g di lievito di birra;
1 bustina di lievito in polvere
oppure 5g di bicarbonato di
sodio;
1 cucchiaino di zucchero;
1 bicchiere di acqua frizzante;
1 bicchiere di latte tiepido;
25g di sale.
Procedimento:
sciogliere il lievito in un poco di
latte tiepido con lo zucchero,
formare la fontana di farina ed
impastare tutti gli ingredienti.
Lavorare l'impasto bello liscio e
farlo riposare per circa un'ora,
coperto con un tovagliolo.
Dividerlo in formelle e cuocerle
su di una piastra di ghisa ben
c a l d a o i n u n a pa d e l l a
antiaderente pesante.
GHIDONI MOBILI
CONCESSIONARIO:
- GRATTAROLA
- DOIMO
- EUROMOBIL
APERTI
L'ULTIMA DOMENICA DI OGNI MESE
Via Forte Urbano, 2 - Sailetto di Suzzara (MN)
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Sailetto arla
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Pagina dello Sportivo
Da Sailetto a Villa Saviola
a………….Borgovilla.
Avete letto bene. Non cercate il nuovo
percorso sulle carte stradali della zona.
Non lo troverete! Cercate nell’attività
sportiva dei nostri ragazzi ed avrete fatto
centro!
Borgovilla Calcio Giovani è nata il
29/07/2005. I genitori di questa nuova
“creatura” sono la Polisportiva Comunale
Borgoforte e la Polisportiva Villa Saviola
che operano nel calcio dilettantistico,
amatoriale e giovanile dagli anni ’70 e che
hanno deciso di unire le loro forze e risorse
disponibili dei rispettivi settori giovanili. La
neonata società conta su una ottantina di
ragazzi dai nati del 1995 sino al 1991.
Questo numeroso gruppo di giovani atleti
consentirà di allestire 4 (quattro) squadre:
Giovanissimi ed Esordienti FIGC, Allievi e
Ragazzi Junior CSI. Saranno utilizzate le
strutture sportive nei comuni di Borgoforte
e Motteggiana (Villa Saviola). Il primo
Consiglio Direttivo è espressione di
entrambe Le Polisportive alle quali va dato
merito di aver compiuto un passo
importante per migliorare l’offerta di attività
sportiva ai giovani dei due comuni e di tutte
le frazioni limitrofe.
Alberto Scacchetti (Presidente), Marco
Coppi (VicePresidente), Silvio Belladelli
(Segretario), Giovanni Orlandi, Giovanni
Romiti, Clementino Alberti, Marco Lucchini
(Consiglieri). Un grazie a Silvio Belladelli
ed Ivan Davoli che hanno operato con
determinazione e cuore alla nascita della
nuova Società.
Siamo a Settembre e l’attività ferve ed ecco
che il BORGOVILLA presenterà anche
Pulcini e Mini Pulcini Csi bambini nati negli
anni dal 1996 al 1999. La Polisportiva Villa
Saviola però non si ferma ed ecco
presentare Mini Pulcini e Primi Calci Csi
bambini nati negli anni dal 1997 al 2000.
Buona attività sportiva a TUTTI!!!!
Per informazioni:
Belladelli Silvio – 340 9162511
Fabio Truzzi - 329 0171012
Scacchetti Alberto – 347 2845939
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Sailetto arla
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Piccoli pensieri crescono
INSALATA DI FIABE
- HANSEL E GRETEL E LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSC
C'erano una volta un ricco taglialegna e sua moglie che vivevano in una casa
davanti ad un gran bosco.
La loro vita era triste perchè non avevano bambini e ne desideravano tanto
uno. Finalmente un giorno nacque una bellissima bambina, la chiamarono
Gretel.
Diventata grande, un giorno s'incamminò nel bosco.
Ad un certo punto si accorse di essere molto lontana da casa e non aveva la più pallida idea di dove
poter andare per tornarci.
Così continuò a camminare, cercando qualcuno che la potesse aiutare.
Mentre camminava, da lontano vide una casetta e si mise a correre per raggiungerla. Arrivata là, si
accorse che la casetta era fatta di pane, focaccia e zucchero e così si mise subito a mangiarla.
Mentre stava leccando una finestra, si aprì la porta e ne uscì una ragazza che la invitò ad entrare.
Entrata, la ragazza la fece sedere e incominciò a parlare con Gretel; ad un certo punto, però, Gretel
le chiese:" Lei sa indicarmi la strada per tornare a casa mia?"
Ma la ragazza, che in verità era una fata cattiva, non la voleva far partire.
Tuttavia Gretel insistette così tanto che la fata la lasciò partire, ma non si diede per vinta e le "scagliò"
contro un incantesimo che consisteva nel pungersi con un ossicino e addormentarsi per cento anni.
Gretel riuscì a trovare la strada di casa e a tornare dai suoi genitori, ma, un giorno, mentre mangiava
una coscia di pollo, si punse con un ossicino, così cadde in un sonno profondo e con lei si addormentarono
anche i suoi genitori.
Nel frattempo arrivò la fata cattiva che chiuse la casa con un bosco di rovi e fogliame e nessuno
riusciva a passare.
Passarono cento anni finchè un ragazzo di nome Hansel, passando lì vicino, chiese ad un vecchio
come mai ci fosse quel bosco così fitto.
Ascoltato il racconto del vecchio, Hansel capì che era lui il ragazzo che doveva svegliare Gretel, così,
senza paura, si addentrò nel bosco e al suo passaggio i rovi si aprivano lasciandolo passare.
Arrivato alla casa, entrò e vide il taglialegna e sua moglie addormentati lì per terra.
Entrò nella stanza di Gretel e la vide coricata sul letto, si mise in ginocchio e la baciò.
Gretel si svegliò e con lei i suoi genitori.
Hansel e gretel si sposarono e vissero per sempre FELICI e CONTENTI.
Giorgia, 10 anni
LA SCIMMIETTA CHE NON RIUSCIVA AD ANDARE SULLA PALM
(OVVERO: LA TENACIA PREMIATA)
C'era una volta una scimmia che si annoiava, le altre scimmie la prendevano in giro.
Una sua amica voleva insegnarle ad andare sulle palme.
Il giorno che la scimmia doveva imparare ad andare sulle palme, la prima volta cascò,
la seconda cascò e la terza riuscì a salire sulla palma: era la più brava di tutte le altre!
Alberto, 6 anni.
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Sailetto arla
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Gianni,
non ho esitato nel dare una mano a Silvana nell'accudirti negli
ultimi giorni della tua esistenza.
I giorni del tuo vivere mi sono passati nella mente, il tuo carattere
così poco espansivo non mi ha permesso di venirti incontro più di
tanto, ma non posso fare a meno di pensare che hai dedicato tutti
i tuoi giorni ad una famiglia che non veniva da te, ma che amavi
così tanto da gioire nel donare te stesso per amore dei tuoi nipoti:
questa è stata la conferma che nel tuo silenzio hai avuto un cuore
grande.
Grazie da parte nostra!
A Silvana
Nei momenti di silenzio siamo spesso proiettati a riflettere: nel
dolore e nella solitudine si sfogliano le pagine della nostra
esistenza; in questo frangente, è quello che tu hai fatto, cara
Silvana.
Nel silenzio i ricordi affiorano e ci si chiede quanto vale la vita.
" H o d a t o ta n t o e n o n m i è r i m a s ta c h e s o l i t u d i n e " , h a i d e t t o ; r i c o r d a t i
che quello che tu hai fatto con amore è valso a dare pace al resto
dei tuoi giorni: e non è poco.
Continua la vita e pensa che hai ancora due figli e nipoti che
desiderano chiamare "nonna" il più a lungo possibile: la tua
presenza è un ramo che non si spezza, ma luce per il loro esistere
e solo pensando alla tua mamma puoi sapere quanto tu sia preziosa
per loro. Al loro seguito ci sono ci sono parenti e amici che ti
stimano e ti danno forza per il piacere di esistere, non dimenticare.
Anche se in questi tempi hai dubitato c'è sempre Dio vicino a te,
confida in Lui e credi che ti aiuterà a superare anche i momenti
più difficili: la vita ha le sue tappe e saperle superare significa
rinnovarsi sempre e vivere per gli altri è garantirsi un biglietto per
l'eternità!
Va n n a
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Sailetto arla
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a rla
Ciao Giordano
Ciao Giordano,
non ti diciamo addio perchè tu
sarai sempre con noi.
La tua serietà, completata da quella
timidezza educata e schiva dai soliti
pettegolezzi sugli altri era un dono
innato nel tuo cuore, nel tuo io. La serietà e dedizione anche
al tuo lavoro, saranno di esempio a chi, come te, ha dedicato
e dedicherà la vita per il prossimo.
Purtroppo non ti vedrò più alla sera e nei momenti liberi
con il tuo cane, al canale, per la solita passeggiata.
Un grande abbraccio simbolico a te e a Giuseppe, anch'egli
grande assente in questa piccola comunità.
Giancarlo Ghidoni e tutti i sailettani.
12 Settembre 2005 : Sailetto saluta Rodolfo Casella,
che dopo un periodo di malattia è tornato alla casa del
Padre. Non verrà dimenticato da chi lo ha assistito con
amore in terra e da tutti gli amici .