Pess Farm: un veloce progresso allargato
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Pess Farm: un veloce progresso allargato
PROTAGONISTI NELLA SELEZIONE Pess Farm: un veloce progresso allargato L’allevamento della Società Semplice Pessine a Sommariva del Bosco, Cuneo di Marie Vida I n agricoltura una famiglia allargata è sempre una risorsa, se vi regnano concordia, rispetto reciproco ed armonia. Alla Cascina Pessine ci sono tre famiglie allargate che avevano ognuna la sua stalla ed i propri terreni e hanno poi deciso di unire forze e risorse per creare un’azienda ed un allevamento più grande. Nel progetto hanno coinvolto padri, madri, fratelli, figli, cugini e anche amici e hanno creato la società Pessine. Nella metà degli anni ottanta, i fondatori, Giovanni e Maurizio Arlorio, Piero Bonino, Simone e Mario Panero e Tersilla Rabbia, costruirono una sede aziendale con stalle, sala di mungitura 8+8 a spina di pesce, silos ciclatori e portici per lavorare insieme. La sede fu posta a fianco della cascina Pessine, dove erano stati affittuari e di cui, in precedenza, avevano acquisito la proprietà. “Tutti dovevamo ammodernare le nostre stalle legate con le Piemontesi e passare alla mungitura delle Frisone – racconta Giovanni Arlorio – Una volta acquistata la terra, per la necessità di produrre più reddito e la difficoltà a trovare manodopera, abbiamo deciso di metterci insieme tutti e lavorare meglio. Siamo partiti nel 1979, acquistando 160 manze gravide di Frisona. Strada facendo qualcuno è uscito e altri si sono aggiunti, ma abbiamo visto altre società che si sono sciolte, e noi continuiamo in armonia.” Alla compagine originaria si sono aggiunti i figli di Giovanni, Francesco e Alberto, figlio di Mario, Silvio, figlio di Simone e Davide Olivero, che è entrato nella società prima da dipendente e poi da socio. I compiti sono divisi tra tutti, spiega Francesco: “Nella stalla siamo occupati io e mio padre, Alberto, Davide e ci occupiamo anche della preparazione delle mostre. In campagna lavorano Piero Bonino, Simone, Silvio e Mario Panero, che curano anche la manutenzione.” 10 BIANCONERO . MAGGIO 2013 Da sinistra Alberto, Silvio e Simone Panero, Francesco Arlorio e Piero Bonino, accosciati Giovanni Arlorio e Davide Olivero. Nella foto manca Mario Panero Nel tempo, l’allevamento ha fatto passi da gigante. Abbiamo conosciuto la Pess Farm per la sua Garter Fortina E93, Lifetime superiore a 97.000 kg in 4 lattazioni e GM, ma Pess Farm vuol anche dire 146 vacche indicizzate Rank 99 con una media PFT di 1030, una presenza costante al vertice del rank negli ultimi 3 anni, nel 2012 quarta stalla italiana per kg latte e diciassettesima per kg proteine nella classifica Migliori Allevamenti 2-3 mungiture insieme, con una produzione media di 13.860 kg di latte, 3,53% di grasso e 3,21% di proteine. E anche per la genomica può dire la sua: 23 soggetti tipizzati di cui un terzo superiori a 2000 per GPFT e con Tipo più di 2.1 (al top c’è Pess Farm Eudon Spagnola con 3,38). Alla lista si aggiungono anche i successi in mostra, un altro settore nel quale l’azienda ama competere e dove ha ottenuto risultati apprezzabili, come, per nominare il più recente, la Menzione d’Onore delle Vacche Giovani alla Nazionale 2012 di Pess Farm Goldwyn Palù, che ha anche partecipato al Confronto europeo di Friburgo. Insomma, una bella realtà aziendale che rappresenta significativamente i conseguimenti eccellenti della genetica italiana, ma anche un’azienda che ha voglia di continuare a crescere e sperimentare nuove strade, come dimostra il passaggio alla mungitura robotizzata, a breve operativo. Chiediamo a Giovanni Arlorio, mente e memoria storica della stalla e a suo figlio Francesco, componente della Sezione Frisona di Cuneo, quali siano stati gli obiettivi e il percorso di selezione che hanno seguito nel tempo. Giovanni e Francesco Arlorio: Quando abbiamo iniziato era latte, solo latte e la qualità è subentrata dopo. I primi anni conferivano ad un caseificio di Grana Padano, poi abbiamo prodotto latte Alta Qualità dalla metà degli Anni ’80, fino al 2000, quando siamo passati ad un caseificio che produce prodotti freschi, del quale siamo ancora conferenti, che ci paga un premio sulle caseine. A Cuneo non c’era molta esperienza sulla vacca da latte, venivamo dalla Pess Farm Mtoto Eva Pess Farm Bolton Nemety ET Pess Farm Goldwyn Nerz ET Pess Farm Goldwyn Nevil ET cultura delle piemontesi. Un aneddoto che si racconta in famiglia è che, quando i lombardi che venivano a visitare la nostra stalla, dicevano che non davamo a sufficienza da mangiare alle vacche… negli anni ottanta fummo tra i primi ad introdurre l’unifeed con il carro miscelatore orizzontale, un modello che continuiamo ad usare anche adesso. ■ Quando siete passati alla terza mungitura, quali sono state le vostre motivazioni? Abbiamo iniziato un anno e mezzo fa, perché sono subentrati Silvio e Alberto e l’aumento della forza lavorativa ci ha consentito di sostenere questo impegno notevole. Il ragionamento che ci ha portato a decidere per la terza mungitura è stato il guadagno, in termini di aumento di produzione, del 13% su 2-3 kg di sostanza secca in più. Il guadagno è anche nella sanità della mammella, con una guarigione più veloce, in caso di mastiti e il vantaggio di una maggiore presenza di persone in stalla durante la notte. Siamo riusciti ad organizzarci in turni non troppo pesanti per le mungiture e tutti abbiamo una giornata di riposo, che aiuta a staccare e fa bene, anche se magari succede che la si usi per andare a vedere altre vacche… ■ Due postazioni di robot pronte da inaugurare, perché siete arrivati questa scelta? Avremmo dovuto costruire una nuova sala di mungitura, e, a parità di costi, abbiamo pensato ai robot. Ci siamo documentati, visto diverse stalle, ci sembra di avere fatto Pess Farm Goldwyn Palù una buona scelta, con un sistema dove le vacche sono libere di farsi mungere quando vogliono, notte o giorno, senza passaggi obbligati. Inizieremo tra poco, ma non credo che faremo fatica a far adattare le nostre vacche: stiamo molto in stalla e gli animali sono abituati alla presenza umana, tanto che ci riconoscono e, a volte, riusciamo a fecondare anche senza autocatturanti. Manterremo ugualmente in funzione la vecchia sala di mungitura per le vacche post parto e quelle avanti di lattazione. Faremo delle prove, con le manze, per trovare il modo migliore BIANCONERO . MAGGIO 2013 11 A sinistra: le campionesse della stalla: Fortina di quinto parto, Nertz, sorella di Nevil, e Palù, Menzione d’Onore Vacche Giovani a Cremona 2012. Il portico sulla sinistra è stato recuperato da una struttura che conteneva quattro alambicchi per la distillazione di menta piperita, un’attività collaterale svolta negli anni sessanta dai conduttori della cascina Pessina per conto del proprietario del terreno, commerciante della materia prima. Principali produzioni erano latte e carne dalle tradizionali vacche Piemontesi. Sommariva Bosco è poco distante da Bra, nota per la rassegna dei formaggi e come patria dello slow food, il movimento che celebra il mangiare “lento”, dando attenzione e cura alla qualità del prodotto. A destra: Le stalle e tutte le strutture aziendali sono state costruite dalla società Pessine. L’azienda lavora 85 ettari di terreno irriguo - che nella misura locale sono 240 giornate piemontesi; una “giornà” corrisponde a 3810 m², ossia circa l’altezza del Monviso – 3841 metri - la montagna che nelle giornate limpide fa da sfondo alla stalla della Pessine”. La campagna è coltivata da Piero Bonino, Simone, Silvio e Mario Panero a mais, per trinciato e granella, prati stabili con loietto e erba medica per farle adattare. Dovremo abituarci anche noi a non vedere più le vacche in mungitura e quindi a conoscerle tutte, ma a leggere tutti i dati che fornisce il robot ed imparare ad interpretarli. ■ Le mostre sono un’attività che svolgete da molto tempo? Alle mostre ci siamo avvicinati nel 1990, per un motivo, perché le ritenevamo indispensabili per migliorarci. Misurarsi e confrontarsi con gli altri aiuta a capire il proprio livello e dà lo stimolo a lavorare meglio. Dopo 4-5 anni però ci fermammo, per il grosso carico di lavoro che comportava, finché nel 1999, per un meeting qui in azienda con la ditta che ci forniva il mangime, presentammo e preparammo due categorie di animali, che ci hanno fatto tornare la voglia di riprendere l’attività. Abbiamo ricominciato dalle mostre locali, dalla provinciale di Fossano, alla regionale di Saluzzo. Le prime volte ci sembrava impossibile riuscire a vincere, arrivavamo sempre secondi o terzi e non riuscivamo a capire che cosa non funzionasse.. ■ Quando è scattata la molla? Ha un nome: Pess Farm Garter Fortina. È una vacca uscita un po’ per caso, perché Garter non è un toro da mostra. Già sua madre, Pess Farm Mtoto Eva MB88, aveva fatto bene in concorso, ma era uscita di secondo parto. Fortina è stata la vacca che ci ha fatto finalmente vincere. La nostra notorietà è cominciata nel 2010 al Confronto europeo a Cremona con Pess Farm Nevil, che avevamo in comproprietà con Beltramino. Con l’esplosione della famiglia ci sono arrivate richieste di Centri e di allevatori. Eva era una vacca di media struttura con una mammella pazzesca e moltissima produzione, che ha trasmesso a sua figlia ed alle sue nipoti Goldwyn che producono moltissimo, nonostante il toro non sia noto per questo. 12 genomico, Moloc, un figlio di Colombiano, figlio di Nevil, Campionessa al Confronto europeo 2010. ■ Come vi regolate per la scelta dei tori? Abbiamo usato il Programma Accoppiamento Anafi e adesso il WebPac molto comodo, specie con le uscite mensili dei tori e per tenere sotto controllo la consanguineità. Sulle manze usiamo esclusivamente seme sessato. Oggi pensiamo che si parli troppo di dati di fitness dei tori, quello che conta è soprattutto la gestione, la pulizia delle cuccette, la routine di mungitura etc. Probabilmente c’è anche del vero, ma usare solo i tori alti per questi caratteri e sperare che vada tutto per il verso giusto non crediamo che funzioni. Noi cerchiamo di fare tutto il possibile per migliorare l’ambiente e la mungitura e crediamo che i robot ci aiuteranno ulteriormente. ■ Come è il vostro mercato di vendita e di acquisto di genetica? La vendita della genetica è solo collaterale alla produzione del latte. Il fatto di essere presenti nelle mostre ci ritorna economicamente nelle vendite e le vendite ripagano la passione. Ci ha fatto piacere rivendere a Giorgio Rossetti una vitella, dopo che da lui avevamo acquistato le prime manze della nostra stalla, e ora le sta dando una visibilità enorme. Abbiamo sempre mantenuto un discreto mercato di tori per la monta naturale negli allevamenti della zona o della regione e manze gravide, ultimamente stiamo vendendo anche qualche embrione. Per quanto riguarda l’acquisto di genetica, probabilmente introdurremo qualche nuova famiglia, ma finora dagli embrioni comprati abbiamo avuto poco riscontro, è più veloce, ad esempio, comprare gli animali in Asta, si va subito sul concreto. ■ Alla genomica come vi siete avvicinati? ■ Qual è la formula della vostra società per continuare a vivere d’accordo? Quando arrivano richieste di tutti è inevitabile indirizzarsi alla genomica. I dati che sono usciti non ci hanno sorpreso, ce lo aspettavamo. Su queste vacche alte per genomica cominceremo un programma di ET, più che su altre linee, ma abbiamo in programma di testarne altre in futuro. Con la famiglia di Fortina abbiamo dato i primi torelli ai Centri. C’è adesso in distribuzione come toro Ci confrontiamo sempre sulle scelte, qui nella stalla, tutti insieme. Facciamo una tavola rotonda e decidiamo, ma l’ultima parola ce l’ha chi è responsabile del settore di cui si discute. Qualche volta si deve essere capaci di sopportare dei bocconi amari, ma questo avviene in tutte le famiglie, dove c’è rispetto e condivisione. La cosa importante è mantenersi uniti e i buoni risultati arrivano. BIANCONERO . MAGGIO 2013