Ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata

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Ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata
Ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata, sullo
sfondo della discriminazione degli immigranti italiani in Belgio
negli anni’50, “Marina” racconta la lotta di un bambino alla
conquista del proprio sogno: la musica
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IL FILM
Girato fra Italia e Belgio, “Marina” è un film di produzione italiana e regia belga: ad essere
coinvolte la “Orisa Produzioni” di Cristiano Bortone, regista e produttore di “Rosso come
il cielo”, e la società belga dei famosi fratelli Dardenne “Les Films du Fleuve”.
Campione d'incassi in Belgio, con ben 700.000 spettatori, la pellicola è entrata a far parte
della lista dei 10 film fiamminghi più visti di tutti i tempi ed ha vinto prestigiosi premi, fra cui
il David di Donatello belga. Nonostante il film racconti magistralmente una storia
esemplare legata a un italiano all’estero, nonostante l'enorme successo di pubblico nel
corso della presentazione avvenuta durante il Festival di Roma edizione 2013 ed i
riconoscimenti successivamente conseguiti, solo in pochi in Italia hanno potuto vederlo.
Nel corso delle riprese di “Marina” Stijn Coninx, uno dei maggiori registi belgi, già
candidato all'Oscar nel 1993 con “Padre Daens”, ha diretto un cast d'eccezione: il
famosissimo Luigi Lo Cascio, nato come attore di teatro, il cui esordio nel cinema è
avvenuto nel 2000, con “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, e la pluripremiata
Donatella Finocchiaro, la quale pure si è divisa fra teatro, cinema e televisione.
SINOSSI
Calabria, 1948. Il piccolo e vivace
Rocco
Granata
ha
10
anni
quando il padre Salvatore, per
assicurare alla famiglia un futuro
migliore, parte per il Belgio e va a
lavorare
in
una
miniera
di
carbone.
Tuttavia, dopo appena
un anno, l'uomo non riesce più a
stare lontano dai suoi cari e
chiede loro di raggiungerlo.
Nonostante all'inizio Rocco sia
entusiasta di partire, una volta
giunto nella minuscola e fredda
Waterschei
la
delusione
è
enorme: al posto di una casa
trova
una grigia baracca e la
gente
del
diffidente,
luogo,
parla
distante
una
e
lingua
difficile. Oltre ad essere povero
come prima, Rocco ora è anche
un emarginato.
Resosi conto del disagio del figlio, Salvatore gli consiglia di aggrapparsi a un sogno,
proprio come fa lui che intende regalare alla famiglia un futuro migliore: solo in questo
modo un uomo può trovare la forza di stringere i denti nei momenti più difficili.
A spronare Rocco c'è la musica,
la sua grande passione fin da
bambino.
Divenuto
un
bravissimo musicista, da ragazzo
forma una band con la quale si
esibisce
nei
locali,
sperando
anche di fare colpo sulla ragazza
fiamminga che gli ha rubato il
cuore.
Il
padre
però
questa
sua
esorta
a
non
approva
vocazione
trovare
un
e
lo
lavoro
“concreto”, capace di garantire
quella sicurezza economica che
lui stesso non ha raggiunto:
Rocco
realizzare
insomma
quello
deve
che
Salvatore non è riuscito a
fare.
Il giovane inizia così a lavorare come meccanico ma di nascosto continua a suonare e
dedica alla ragazza amata una canzone, “Marina”, che viene poi incisa grazie
all'intervento di un discografico.
Proprio quando Rocco è al culmine della gioia, la situazione precipita e il suo grande
sogno sembra svanire nel nulla. Tuttavia la caparbietà e la determinazione del ragazzo
stravolgono presto il corso degli eventi. Il riscatto finale avviene con il concerto al
prestigioso Carnegie Hall di New York: qui Rocco trova finalmente il successo e si
ricongiunge con il suo amore di sempre.
NOTA D’INTENTI DEL REGISTA
Ho conosciuto Rocco Granata durante le
riprese di un film dove interpretava il ruolo di
un prigioniero (…). La ricchezza della sua vita
è difficile da catturare. La storia universale di
un immigrato, il contesto storico dopo la
seconda guerra mondiale, i minatori immigrati
alla ricerca di un futuro migliore e un ragazzo
italiano che ama la musica più di ogni altra
cosa. La sua lotta per riuscire a suonare e il
successo della canzone che lo ha reso
famoso a livello mondiale, "Marina"...
Non vedo "Marina" solo come un ritratto
fedele della vita di questo interessantissimo
artista. In primo luogo è piuttosto la storia
universale su temi come l’integrazione, i
conflitti familiari, l’amore e le passioni che
danno un senso alla nostra vita.
Punto centrale della storia è il rapporto d’amore e odio con suo padre. Salvatore è il
classico esempio del vero uomo del sud, dalla tempra d’acciaio, attaccato in modo
viscerale alla propria famiglia e alla propria terra. Rimane così legato alla sua Italia che,
una volta trasferitosi in Belgio, anche dopo molti anni non imparerà mai a parlare il
fiammingo, quasi fosse un tradimento nei confronti della sua identità. Ma facendo ciò non
si scrollerà mai di dosso la veste d’immigrato italiano in terra straniera.
(...)
Le
delusioni,
la
frustrazione di non essere
all’altezza
delle
aspettative della famiglia,
la fame, la lontananza
dalla sua terra natia, lo
segnano
nel
profondo.
Sarà proprio il suo grande
amore
per
Rocco,
la
paura che lui commetta i
suoi stessi errori (…), a renderlo cieco di fronte al talento del figlio (...). Il contrasto tra
questo padre e questo figlio è molto simile a quello che abbiamo visto in “Billy Elliot”.
L’amore di un padre è così grande da diventare egoismo.
Il film racconta proprio questo: la storia della lotta per la conquista della propria
identità, dei propri sogni, seguendo solo le proprie passioni e il proprio cuore... Dal
soleggiato sud d'Italia fino ad una grigia miniera nel freddo Belgio. È per questo che anche
se l'intera storia è ambientata nel 1950, sarà una storia universale e senza tempo.
SPUNTI DI RIFLESSIONE
•
Quella delle migrazioni è una questione sempre attuale che continua a dividere
l'opinione pubblica. È bene ricordare che nel secondo dopoguerra molti furono gli italiani
costretti ad emigrare all’estero alla ricerca di un futuro migliore. Appena sessant'anni
siamo stati proprio noi gli immigrati di turno, “cittadini di serie B” in una terra vicina, nel
cuore della stessa Europa. In virtù del multiculturalismo dei nostri giorni, è utile riflettere su
come l'incontro tra culture non sia sempre e solo sinonimo di scontro e conflitto ma anche
di arricchimento e crescita.
!
Gli italiani di 60 anni fa e i disperati che arrivano sui barconi a Lampedusa: quali
punti in comune e quali differenze?
!
Preservare la propria identità culturale in terra straniera rifiutando usi, costumi e
lingua del paese ospitante. Chi nel film assume questo atteggiamento e perché?
!
La coesistenza di culture differenti può portare un arricchimento sotto vari aspetti:
in quali momenti del film lo si può riscontrare? Sei d'accordo con questa
affermazione?
• Le tragedie nelle miniere in Belgio. Tra il 1946 e il 1963 molti italiani morirono per
turni di lavoro massacranti e a causa di misure di sicurezza insufficienti:
!
I diritti dei lavoratori: excursus storico, differenze con il passato e confronto con la
nostra situazione.
•
Il film è ispirato dall’autobiografia del musicista italo-belga Rocco Granata, autore della
hit mondiale “Marina”:
!
Ricordi altri personaggi che come lui hanno fatto fortuna all’estero, diventando un
esempio positivo di Italianità? L’importanza di un sogno come strumento di
affermazione della propria identità, contrastando pareri e circostanze avverse: oggi,
secondo te, questa strada è ancora praticabile?