Ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata
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Ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata
Ispirato alla vita del famoso musicista Rocco Granata, sullo sfondo della discriminazione degli immigranti italiani in Belgio negli anni’50, “Marina” racconta la lotta di un bambino alla conquista del proprio sogno: la musica PER ORGANIZZARE PROIEZIONI PER LE SCUOLE POTETE CONTATTARE L’UFFICIO SCUOLA DELL’ORISA PRODUZIONI ALL’INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA [email protected] OPPURE AL NUMERO TELEFONICO 06/39750964-96 IL FILM Girato fra Italia e Belgio, “Marina” è un film di produzione italiana e regia belga: ad essere coinvolte la “Orisa Produzioni” di Cristiano Bortone, regista e produttore di “Rosso come il cielo”, e la società belga dei famosi fratelli Dardenne “Les Films du Fleuve”. Campione d'incassi in Belgio, con ben 700.000 spettatori, la pellicola è entrata a far parte della lista dei 10 film fiamminghi più visti di tutti i tempi ed ha vinto prestigiosi premi, fra cui il David di Donatello belga. Nonostante il film racconti magistralmente una storia esemplare legata a un italiano all’estero, nonostante l'enorme successo di pubblico nel corso della presentazione avvenuta durante il Festival di Roma edizione 2013 ed i riconoscimenti successivamente conseguiti, solo in pochi in Italia hanno potuto vederlo. Nel corso delle riprese di “Marina” Stijn Coninx, uno dei maggiori registi belgi, già candidato all'Oscar nel 1993 con “Padre Daens”, ha diretto un cast d'eccezione: il famosissimo Luigi Lo Cascio, nato come attore di teatro, il cui esordio nel cinema è avvenuto nel 2000, con “I cento passi” di Marco Tullio Giordana, e la pluripremiata Donatella Finocchiaro, la quale pure si è divisa fra teatro, cinema e televisione. SINOSSI Calabria, 1948. Il piccolo e vivace Rocco Granata ha 10 anni quando il padre Salvatore, per assicurare alla famiglia un futuro migliore, parte per il Belgio e va a lavorare in una miniera di carbone. Tuttavia, dopo appena un anno, l'uomo non riesce più a stare lontano dai suoi cari e chiede loro di raggiungerlo. Nonostante all'inizio Rocco sia entusiasta di partire, una volta giunto nella minuscola e fredda Waterschei la delusione è enorme: al posto di una casa trova una grigia baracca e la gente del diffidente, luogo, parla distante una e lingua difficile. Oltre ad essere povero come prima, Rocco ora è anche un emarginato. Resosi conto del disagio del figlio, Salvatore gli consiglia di aggrapparsi a un sogno, proprio come fa lui che intende regalare alla famiglia un futuro migliore: solo in questo modo un uomo può trovare la forza di stringere i denti nei momenti più difficili. A spronare Rocco c'è la musica, la sua grande passione fin da bambino. Divenuto un bravissimo musicista, da ragazzo forma una band con la quale si esibisce nei locali, sperando anche di fare colpo sulla ragazza fiamminga che gli ha rubato il cuore. Il padre però questa sua esorta a non approva vocazione trovare un e lo lavoro “concreto”, capace di garantire quella sicurezza economica che lui stesso non ha raggiunto: Rocco realizzare insomma quello deve che Salvatore non è riuscito a fare. Il giovane inizia così a lavorare come meccanico ma di nascosto continua a suonare e dedica alla ragazza amata una canzone, “Marina”, che viene poi incisa grazie all'intervento di un discografico. Proprio quando Rocco è al culmine della gioia, la situazione precipita e il suo grande sogno sembra svanire nel nulla. Tuttavia la caparbietà e la determinazione del ragazzo stravolgono presto il corso degli eventi. Il riscatto finale avviene con il concerto al prestigioso Carnegie Hall di New York: qui Rocco trova finalmente il successo e si ricongiunge con il suo amore di sempre. NOTA D’INTENTI DEL REGISTA Ho conosciuto Rocco Granata durante le riprese di un film dove interpretava il ruolo di un prigioniero (…). La ricchezza della sua vita è difficile da catturare. La storia universale di un immigrato, il contesto storico dopo la seconda guerra mondiale, i minatori immigrati alla ricerca di un futuro migliore e un ragazzo italiano che ama la musica più di ogni altra cosa. La sua lotta per riuscire a suonare e il successo della canzone che lo ha reso famoso a livello mondiale, "Marina"... Non vedo "Marina" solo come un ritratto fedele della vita di questo interessantissimo artista. In primo luogo è piuttosto la storia universale su temi come l’integrazione, i conflitti familiari, l’amore e le passioni che danno un senso alla nostra vita. Punto centrale della storia è il rapporto d’amore e odio con suo padre. Salvatore è il classico esempio del vero uomo del sud, dalla tempra d’acciaio, attaccato in modo viscerale alla propria famiglia e alla propria terra. Rimane così legato alla sua Italia che, una volta trasferitosi in Belgio, anche dopo molti anni non imparerà mai a parlare il fiammingo, quasi fosse un tradimento nei confronti della sua identità. Ma facendo ciò non si scrollerà mai di dosso la veste d’immigrato italiano in terra straniera. (...) Le delusioni, la frustrazione di non essere all’altezza delle aspettative della famiglia, la fame, la lontananza dalla sua terra natia, lo segnano nel profondo. Sarà proprio il suo grande amore per Rocco, la paura che lui commetta i suoi stessi errori (…), a renderlo cieco di fronte al talento del figlio (...). Il contrasto tra questo padre e questo figlio è molto simile a quello che abbiamo visto in “Billy Elliot”. L’amore di un padre è così grande da diventare egoismo. Il film racconta proprio questo: la storia della lotta per la conquista della propria identità, dei propri sogni, seguendo solo le proprie passioni e il proprio cuore... Dal soleggiato sud d'Italia fino ad una grigia miniera nel freddo Belgio. È per questo che anche se l'intera storia è ambientata nel 1950, sarà una storia universale e senza tempo. SPUNTI DI RIFLESSIONE • Quella delle migrazioni è una questione sempre attuale che continua a dividere l'opinione pubblica. È bene ricordare che nel secondo dopoguerra molti furono gli italiani costretti ad emigrare all’estero alla ricerca di un futuro migliore. Appena sessant'anni siamo stati proprio noi gli immigrati di turno, “cittadini di serie B” in una terra vicina, nel cuore della stessa Europa. In virtù del multiculturalismo dei nostri giorni, è utile riflettere su come l'incontro tra culture non sia sempre e solo sinonimo di scontro e conflitto ma anche di arricchimento e crescita. ! Gli italiani di 60 anni fa e i disperati che arrivano sui barconi a Lampedusa: quali punti in comune e quali differenze? ! Preservare la propria identità culturale in terra straniera rifiutando usi, costumi e lingua del paese ospitante. Chi nel film assume questo atteggiamento e perché? ! La coesistenza di culture differenti può portare un arricchimento sotto vari aspetti: in quali momenti del film lo si può riscontrare? Sei d'accordo con questa affermazione? • Le tragedie nelle miniere in Belgio. Tra il 1946 e il 1963 molti italiani morirono per turni di lavoro massacranti e a causa di misure di sicurezza insufficienti: ! I diritti dei lavoratori: excursus storico, differenze con il passato e confronto con la nostra situazione. • Il film è ispirato dall’autobiografia del musicista italo-belga Rocco Granata, autore della hit mondiale “Marina”: ! Ricordi altri personaggi che come lui hanno fatto fortuna all’estero, diventando un esempio positivo di Italianità? L’importanza di un sogno come strumento di affermazione della propria identità, contrastando pareri e circostanze avverse: oggi, secondo te, questa strada è ancora praticabile?