Educazione e Cura della Prima Infanzia
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Educazione e Cura della Prima Infanzia
Educazione e Cura della Prima Infanzia Primo capitolo da Education Today: The OECD Perspective, 2009 Originariamente pubblicato in inglese dall’OECD con il titolo: Chapter 1. Early Childhood Education and Care, in Education Today: The OECD Perspective © 2009 OECD Tutti i diritti riservati. © 2009 Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara per questa edizione in lingua italiana pubblicata secondo gli accordi con l’OECD, Parigi. La qualità della traduzione italiana e la coerenza con il testo originale è responsabilità dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara. © 2009 Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara per questa edizione in lingua italiana pubblicata secondo gli accordi con l’OECD, Parigi. La qualità della traduzione italiana e la coerenza con il testo originale è responsabilità dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara. Capitolo 1 Educazione e Cura della Prima Infanzia L’educazione e la cura della prima infanzia sono diventate una priorità crescente in molti paesi. Sono genitori sempre più esigenti a porla, segnando una fase in cui l’importanza dell’educazione e dei servizi ad essa preposti è sempre più riconosciuta rispetto ad una serie di obiettivi sociali, economici ed educativi. Allo stesso tempo, è un settore caratterizzato da una certa complessità per la diversità dei suoi attori e partner e dalla significativa mancanza di investimenti in molti paesi. Un importante studio dell’OCSE nell’ambito della prima infanzia pubblicato nel 2006 – “Starting Strong II: Early Childhood Education and Care” – costituisce il seguito di un rapporto precedente, pubblicato nel 2001. Gli orientamenti politici in esso contenuti sono ampiamente orientati a superare lo stato di sottosviluppo che caratterizza tuttora molti paesi. 1.1. Risultati chiave e conclusioni Nella maggior parte dei paesi – ma non in tutti – l’educazione inizia per lo più prima dei 5 anni: nel complesso, circa i due terzi (69.4%) dei bambini di 3 e 4 anni di età dei paesi membri dell’OCSE accede all’educazione prescolare. Le percentuali di iscrizione ai servizi educativi per la prima infanzia variano da più del 90 % di Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Italia, Nuova Zelanda, Spagna e Regno Unito a meno del 25% di Irlanda, Corea e Turchia. Education at a Glance: OECD Indicators, 2008, Capitolo C. Figura 1.1. La maggior parte dei bambini entra nel sistema educativo prima dei 5 anni (2006) La percentuale considera la fascia di età dai 3 ai 4 anni di età La voce OECD AVERAGE in neretto indica la media OCSE 1 In alcuni paesi (Belgio, Francia, Italia e Spagna), c’è un numero significativo di bambini d’età inferiore a 3 anni nel sistema educativo; questo spiega le percentuali al di sopra del 100%. Fonte: OECD (2008), Education at a Glance: OECD Indicators – Edizione del 2008, OECD Publishing, Paris. © 2009 Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara per questa edizione in lingua italiana pubblicata secondo gli accordi con l’OECD, Parigi. La qualità della traduzione italiana e la coerenza con il testo originale è responsabilità dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara. La richiesta di servizi educativi per bambini di età inferiore a 3 anni supera di gran lunga l’offerta, tranne nei paesi nordici: Danimarca e Svezia presentano i più alti tassi di iscrizione di bambini sotto i tre anni di età ai servizi educativi per la prima infanzia sovvenzionati pubblicamente. Esclusi questi due paesi e la Finlandia, i rapporti dell’OCSE mostrano che la richiesta di servizi educativi per la prima infanzia è significativamente superiore ai posti disponibili, anche nei paesi che prevedono lunghi congedi parentali. Nei paesi in cui le sovvenzioni pubbliche limitano tale possibilità, la maggior parte dei genitori che lavorano devono cercare soluzioni nel mercato privato, in cui le possibilità economiche influenzano in modo significativo l’accessibilità a servizi di qualità, oppure affidarsi a soluzioni informali con familiari, amici e vicini. I servizi sovvenzionati pubblicamente per i bambini di questa età assumono forme diverse: contesti educativi a carattere familiare, centri con un’organizzazione che richiama i nidi d’infanzia e servizi integrati. Starting Strong II: Early Childhood Education and Care, 2006, Capitolo 4. I servizi educativi 0-6 a finanziamento pubblico tendono ad essere più sviluppati nei paesi OCSE europei che in quelli extra-europei: In Europa, il concetto di accesso universale ai servizi educativi per la fascia 3-6 è generalmente accettato. La maggior parte dei paesi europei fornisce ai bambini almeno due anni di educazione gratuita e sovvenzionata pubblicamente, prima dell’inserimento nella scuola primaria. Ad eccezione di Irlanda e Paesi Bassi, tale accesso è generalmente sancito dalla legge come diritto per i bambini a partire dai 3 anni e in qualche paese anche prima. In Europa, i programmi educativi per la prima infanzia sono spesso gratuiti e annessi alle scuole. Nei paesi OCSE extra-europei, il sistema dei servizi educativi pubblici per la prima infanzia è generalmente accessibile dai 5 anni di età, anche se in Australia, Corea e alcuni stati americani molti bambini vengono iscritti già a partire dai 4 anni. Starting Strong II: Early Childhood Education and Care, 2006, Capitolo 4. Due aspetti caratterizzano i paesi dell’OCSE per quanto riguarda l’educazione della prima infanzia – la preparazione alla scuola primaria e la pedagogia sociale: I paesi OCSE affrontano il collegamento tra servizi educativi 0-6 e scuola primaria in modi diversi – approcci diversi hanno l’obiettivo comune di migliorare il collegamento tra questi due settori. In linea di massima, ci sono due diversi approcci tra i paesi aderenti all’OCSE. La Francia e i paesi anglofoni tendono a vedere la questione dal punto di vista della scuola primaria: l’educazione per la prima infanzia dovrebbe essere funzionale agli obiettivi dell’istruzione pubblica e fornire ai bambini competenze adeguate al passaggio al grado scolastico successivo. Al contrario, i paesi con una tradizione di pedagogia sociale (i paesi dell’Europa del Nord e Centrale) vedono le scuole dell’infanzia come un istituto specifico rivolto per lo più a sostenere le famiglie e i bisogni generali di apprendimento dei bambini. Starting Strong II: Early Childhood Education and Care, 2006, Capitolo 3. Una conseguenza positiva del decentramento è stata l’integrazione, a livello locale, dei servizi per l’educazione e la cura della prima infanzia, che ha condotto ad una migliore distribuzione delle risorse per i bambini… In tal modo, questi nuovi servizi tendono ad essere vincolati ai tradizionali confini di competenza in misura minore di come lo sarebbero se strettamente dipendenti dai dipartimenti ministeriali. Molte autorità locali in Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Regno Unito, Svezia, Stati Uniti e Ungheria hanno considerato con maggiore attenzione i servizi all’infanzia e le competenze in esse acquisite per fornire una migliore pianificazione e coerenza dei servizi per l’infanzia e le famiglie. Alcune autorità locali hanno integrato lo sviluppo amministrativo e politico in modo trasversale rispetto alle fasce di età e ai settori: in Danimarca, Italia, Norvegia, Svezia e Regno Unito, ad esempio, un numero crescente di autorità locali ha riorganizzato sotto un solo dipartimento amministrativo e governo politico le responsabilità relativamente ai servizi educativi e di cura per la prima infanzia e alla scuola (coinvolgendo anche, in alcuni casi, altri servizi per l’infanzia). © 2009 Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara per questa edizione in lingua italiana pubblicata secondo gli accordi con l’OECD, Parigi. La qualità della traduzione italiana e la coerenza con il testo originale è responsabilità dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara. Tabella 1.1. Forme principiali di finanziamento ai servizi educativi e di cura per la prima infanzia (0-6) in alcuni paesi Australia Belgio Canada Corea Danimarca Finlandia Francia Germania Irlanda Italia Finanziamenti pubblici ai servizi Sussidi ai genitori Limitati alle scuole dell’infanzia pubbliche Forma di sovvenzione principale Forma principale Prevalentemente destinati alle scuole dell’infanzia pubbliche e ai servizi di comunità (Province e Territori, a vario livello, usano anche sovvenzioni complementari in supporto agli altri servizi). Principale forma di sovvenzione in Quebec Limitati alle scuole dell’infanzia pubbliche e a programmi pubblici mirati in centri per l’infanzia Forma di sovvenzione principale Forma di sovvenzione principale Forma di sovvenzione principale Misti. Frequenti i finanziamenti di supporto ai servizi comunitari Forma di sovvenzione principale Limitati ai social nurseries e all’educazione pubblica per la prima infanzia Forma di sovvenzione principale Misti nei servizi di cura per l’infanzia Contributi versati dal datore di lavoro Sì, tasse Sì, imposta richiesta dal datore di lavoro No Forma principale di sostegno del governo ma con alti contributi parentali In alcuni casi No Misti Misti per i servizi educativi e di cura per la prima infanzia al di fuori dell’école maternelle Misti nei servizi di cura per l’infanzia Limitati, prevalentemente contributi parentali No No Sì, imposta richiesta dal datore di lavoro No Sì, imposta richiesta dal datore di lavoro Sì, tasse Sì, tasse a quasi il 30% dei costi Norvegia Paesi Bassi Forma di sovvenzione principale Misti Forma di sovvenzione principale nella Forma principale nella cura per l’infanzia fascia pre-primaria e per programmi ma con alti contributi parentali mirati Portogallo Forma di sovvenzione principale Sì Regno unito Limitati all’educazione pubblica per la Forma principale nei servizi di cura per prima infanzia, ai social nurseries e a l’infanzia ma prevalentemente contributi programmi mirati parentali Svezia Forma di sovvenzione principale No Stati Uniti Limitati alle scuole dell’infanzia Forma principale ma prevalentemente pubbliche e a programmi mirati, incluso il contributi parentali programma per famiglie a basso reddito Head Start Ungheria Forma di sovvenzione principale nei No servizi di cura per l’infanzia e nelle scuole dell’infanzia pubbliche Fonte: OECD, background reports for OECD programme on early childhood education and care No No Sì Sì, tasse No Sì, tasse No … ma il decentramento di poteri e responsabilità può anche ampliare differenze rispetto ad accesso e qualità tra stati, regioni e distretti: Questo è quanto è accaduto in Svezia e che risulta ancora più evidente in paesi federali come Australia, Canada, Germania e Stati Uniti, dove è stato difficile realizzare politiche nazionali unificate. A meno che non vengano messi in atto forti meccanismi di uniformazione, nelle aree urbane povere il ridotto gettito fiscale può mettere in difficoltà le amministrazioni decentrate nell’occuparsi della prima infanzia. Il decentramento e le politiche ben orientate in alcuni paesi (ad esempio Canada e Ungheria) hanno condotto alla creazione di aree rurali indipendenti troppo piccole o troppo povere per sostenere, senza una forte assistenza statale, servizi educativi e di cura per la prima infanzia di qualità. Anche in situazioni in cui i finanziamenti sono disponibili (come in Australia), un coordinamento efficace può essere ostacolato da un’alta dispersione abitativa, da una separazione dei luoghi deputati all’educazione prescolastica e da un approccio all’infanzia orientato al mercato. Starting Strong II: Early Childhood Education and Care, 2006, Capitolo 2. Bambini con disabilità e con difficoltà comportamentali e di apprendimento ricevono meno sostegno in età prescolare che scolare: La percentuale media dei bambini che, a livello prescolastico, ricevono risorse economiche supplementari era dell’ 1,1 % nel 2003 – percentuale significativamente inferiore rispetto ai © 2009 Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara per questa edizione in lingua italiana pubblicata secondo gli accordi con l’OECD, Parigi. La qualità della traduzione italiana e la coerenza con il testo originale è responsabilità dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara. bambini che frequentano la scuola obbligatoria (3,6%), anche se questi esempi riguardano servizi educativi pubblici 0-6 per bambini disabili di paesi come gli Stati Uniti. La percentuale media di bambini che nella fascia prescolastica ricevono risorse supplementari per difficoltà di apprendimento e comportamentali scende allo 0,3 % per i paesi di cui sono stati raccolti dati nel 2003, anche qui con eccezioni degne di nota, come il 9.6% dell’Inghilterra e l’11,5 % del Cile. Molti paesi presentano una percentuale trascurabile di bambini che ricevono risorse supplementari a causa di svantaggio sociale ad eccezion fatta, in questo caso, per la Comunità Francese del Belgio e il Messico, con il 12,9% e il 16% rispettivamente. Students with Disabilities, Learning Difficulties and Disadvantages: Policies, Statistics and Indicators, 2007, Capitolo 4. 1.2. Orientamenti politici Le politiche relative all’educazione e alla cura della prima infanzia, nelle loro diverse forme, hanno bisogno di essere integrate in un sistema che consenta l’accesso universale ai servizi e una forte e paritaria partnership con il resto del sistema educativo. La recente indagine dell’OCSE su questo settore propone dieci aree politiche da prendere in considerazione: ● Mettere il benessere, lo sviluppo precoce e l’apprendimento al centro degli approcci per la prima infanzia, nel rispetto del bambino e delle naturali strategie di apprendimento: L’educazione e la cura della prima infanzia, invece di essere un complemento alle politiche del mercato del lavoro con carenti programmi di sviluppo o una povera “Cenerentola” dei servizi educativi, devono mettere al centro il benessere e l’apprendimento del bambino. ● Ambire a sistemi educativi che sostengano l’apprendimento generale, la partecipazione e la democrazia: I punti forti di un approccio democratico devono essere l’estensione del coinvolgimento dei soggetti che si occupano di infanzia e dei genitori nell’educazione dei loro bambini. Imparare ad essere, imparare a fare, imparare ad apprendere e imparare a vivere sono gli elementi critici da promuovere in ogni bambino. ● Garantire autonomia, fondi e sostegno ai servizi per la prima infanzia: All’interno dei parametri relativi agli obiettivi generali e alle linee guide del sistema, educatori e servizi dovrebbero avere l’autonomia di pianificare e di scegliere i programmi per i bambini di cui si prendono cura; le politiche dovrebbero fornire i mezzi per esercitare autonomia e approcci partecipativi. ● Sviluppare linee guida generali e programmi standard con gli stakeholder per tutti i servizi educativi e di cura per la prima infanzia: Cornici orientative – specialmente quando sono state sviluppate insieme agli stakeholder – aiutano a promuovere una migliore qualità nei servizi per la prima infanzia, a guidare e a sostenere lo staff professionale e a facilitare la comunicazione tra operatori e famiglie. ● Destinare fondi pubblici in base al raggiungimento di obiettivi pedagogici di qualità: La maggior parte dei paesi ha bisogno di raddoppiare l’investimento annuale per bambino per garantire il rispetto del rapporto numerico bambini/insegnante e per garantire al personale qualificato una certa parità con la scuola primaria; gli investimenti dovrebbero essere finalizzati ad obiettivi pedagogici di qualità e non semplicemente alla creazione di posti. ● Migliorare le condizioni di lavoro e la formazione professionale del personale dei servizi educativi e di cura per la prima infanzia: Le indagini dell’OCSE hanno rilevato un numero di debolezze che meritano attenzione: bassa occupazione e bassi livelli di retribuzione, particolarmente per quanto riguarda i servizi di cura per l’infanzia; mancanza di certificazione nella pedagogia specializzata per la prima infanzia; eccessiva femminilizzazione del personale; mancanza di diversità e di rappresentatività sociale all’interno del personale. © 2009 Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara per questa edizione in lingua italiana pubblicata secondo gli accordi con l’OECD, Parigi. La qualità della traduzione italiana e la coerenza con il testo originale è responsabilità dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara. ● Creare le strutture di governo necessarie alla responsabilità di sistema e alla tutela della qualità: Ciò include alcuni elementi quali unità politiche con forte esperienza, raccolta di dati e monitoraggio delle capacità, un’agenzia di valutazione, e una consulenza pedagogica o personale ispettivo. ● Partecipare al contesto sociale dello sviluppo della prima infanzia: Servizi organizzati dovrebbero lavorare verso una visione generale ma realistica che i protagonisti possano condividere, dovrebbero sostenere i genitori nell’allevare i figli, facilitare il lavoro delle donne e favorire l’inclusione sociale per le famiglie migranti e con basso reddito. ● Incoraggiare il coinvolgimento delle famiglie e delle comunità nei servizi per la prima infanzia: Quando genitori e operatori condividono informazioni e approcci significativi alla socializzazione, alle routine quotidiane, allo sviluppo infantile e all’apprendimento, la continuità dell’esperienza dei bambini nei servizi educativi e di cura per l’infanzia viene accresciuta notevolmente; tali esperienze sono importanti in quanto offrono spazi di condivisione. ● Ridurre la povertà infantile e l’esclusione attraverso politiche fiscali, sociali e lavorative ed aumentare le risorse grazie a programmi per bambini che hanno diritto a modalità di apprendimento diverse: La ricerca indica che programmi per bambini con diverse disabilità e svantaggi, combinati con maggiori fondi ed investimenti in servizi di qualità, sono più efficaci rispetto a programmi che servono a separare e stigmatizzare. Starting Strong II: Early Childhood Education and Care, 2006, Capitolo 10. Traduzione a cura di Caterina Benincasa © 2009 Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara per questa edizione in lingua italiana pubblicata secondo gli accordi con l’OECD, Parigi. La qualità della traduzione italiana e la coerenza con il testo originale è responsabilità dell’Istituzione dei Servizi Educativi, Scolastici e per le Famiglie del Comune di Ferrara.