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BAMBINI AL CENTRO Newsletter di Amici dei Bambini RDC Luglio - Agosto 2010 Numero 04 / 2010 Carissimi Sostenitori! Ecco cosa troverete in questo numero: 1. 2. 3. 4. 5. 6. L’uomo muore e non torna piu’ (mito Bantu’) Salvato dal fuoco Da grande stregone a grande dottore Ecco come sono finito al Centro! Adozioni Internazionali: una speranza per i bambini congolesi La gioia di tornare a casa 1. L'uomo muore e non torna più Fidi Mukullu chiamò il Sole, la Luna , le Pleiadi e l'Uomo. Poi disse al Sole: "Va' a prendermi del vino di palma." Il Sole andò, spillò il vino e senza berne lo portò a Fidi Mukullu. Quest'ultimo disse:" Ne hai bevuto?" "No!" "Ora vedrò! Entra in questa fossa; se non hai mentito, potrai tornare quando vorrai." Il Sole disse: "Tornerò domani!" E il giorno dopo il sole ricomparve. Fidi Mukullu disse alla Luna: "Vai a prendermi del vino di palma." La Luna andò, spillò il vino e senza berne, lo porto a Fidi Mukullu che disse:" Ne hai bevuto?" "No!" "Ora vedrò! Entra in questa fossa; se non hai mentito, potrai tornare quando vorrai." La Luna disse: "Tornerò fra un mese!" E un mese dopo la Luna ricomparve. Fidi Mukullu disse alla Pleiadi: " Andate a prendermi del vino di palma." Le Pleiadi andarono, spillarono il vino e senza berne lo portarono a Fidi Mukullu. Quest'ultimo disse:" Ne avete bevuto?" "No!" "Ora vedrò! Entrate in questa fossa; se non avete mentito, potrete tornare quando vorrete." Le Pleiadi dissero:"Torneremo alla fine della stagione secca!" E al temine della stagione secca le Pleiadi ritornarono. Poi disse all'Uomo: "Va' a prendermi del vino di palma." L’uomo andò, spillò il vino e ne bevve un po'e poi lo portò a Fidi Mukullu. Quest'ultimo disse:" Ne hai bevuto?" "No!" "Ora vedrò! Entra in questa fossa; se non hai mentito, potrai Pagina 2 tornare quando vorrai." L'Uomo disse: " Tornerò di qui a dieci giorni!" Il Sole si alza ogni giorno, la Luna riappare ogni mese. Le Pleiadi ricompaiono ad ogni stagione piovosa. L'Uomo mentì e rubò. L'Uomo muore e non torna più. (mito dei Bantù del Congo) Francesca Pieralli Volontaria Espatriata AiBi RDC 2. Salvato dal fuoco Quando ero bambino c’erano momenti in cui la sera i nostri genitori ci riunivano, me ed i miei fratelli, per raccontarci delle storie. generalmente erano racconti fantastici di uccelli magici o streghe. Oggi il mio lavoro mi porta spesso di entrare in contatto con storie che sembrano le fiabe che ascoltavo da bambino. Sono rimasto stupefatto dalla storia di Aristote, un bambino di 10 anni che vive in un centro di accoglienza con cui lavoriamo. Aristote era molto piccolo quando i suoi genitori hanno divorziato. Sua madre si e’ risposata subito dopo portando con se il piccolo Aristote. Il nuovo marito della madre pero’ non era contento della presenza del bambino ed ha cominciato ad insinuare il dubbio che avesse dei poteri malefici. Aristote e’ stato allora affidato ad una donna della comunita’ che si credeva avesse dei poteri in grado di sconfiggere la stregoneria e guarire le anime dei bambini posseduti dal male. Quando Aristote e’ arrivato a casa della guaritrice c’erano altri 2 bambini, come lui ignari del perche’ fossero li’ e di quel che sarebbe loro successo. il giorno seguente, al levar del sole, i 3 bambini sono stati portati nella foresta, lontano dal villaggio. arrivati sul posto la guaritrice gli ha legato mani e piedi ed ha acceso un grande fuoco. i tre bambini dovevano essere sospesi sul fuoco affinche’ venissero bruciati i loro poteri maligni. Aristote era il secondo ed ha visto con i suoi occhi morire il suo compagno avvolto dalle fiamme. la morte del bambino per la guaritrice non era altro che la dimostrazione che il demonio non voleva abbandonare quel corpo e quindi se l’era portato via con se. Era il turno di Aristote. fortunatamente delle persone che avevano visto la scena da lontano sono arrivate appena in tempo per levare il bambino dal fuoco e salvargli la vita. Il fuoco aveva gia’ divorato la carne del petto e del ventre e anche oggi, dopo le cure, le cicatrici sono visibili. Pagina 3 La guaritrice e’ stata arrestata dalla polizia ma in seguito ho appreso che era stata liberata prima del processo. Aristote adesso frequenta il gruppo di mutuo aiuto e gli atelier di teatro che abbiamo attivato nel Centro in cui vive e piano piano sta tirando fuori la sua terribile storia. Insieme a lui ci sono tanti altri bambini che con l’aiuto della nostra psicologa, gli educatori del centro e l’educatore della compagnia teatrale Tam Tam stanno lavorando per superare i loro traumi. Accanto a loro ci siete anche voi che, con il vostro sostegno, rendete tutto questo possibile. André-Kalo Kalonji Muamba Assistente di Progetto AiBi RDC 3. Da grande stregone a grande dottore « sono orfano di padre e di madre, piacere di conoscerla » questa e’ stata la presentazione di Tshisuaka, un ragazzo di 15 anni, la prima volta che ci siamo visti. io ed i miei fratelli siamo stati cacciati di casa il giorno dopo la morte di nostro padre, nostra madre era morta gia’ da tempo e agli altri membri della famiglia interessava solo impossessarsi della nostra eredita’ e della nostra casa. nessuno si e’ preoccupato di noi e delle nostre sorti. io e i miei fratelli non sapevamo dove andare, all’epoca io avevo solo 7 anni. un giorno, dopo aver passato diversi mesi sulla strada, decidemmo di fare visita ad una zia materna, perche’ la vita in strada diventava ogni giorno piu’ insopportabile. arrivati dalla zia non abbiamo avuto l’accoglienza che speravamo. Non ci ha fatto entrare in casa e ci urlava contro che eravamo dei demoni che avevano mangiato i loro genitori e che non ci voleva nemmeno vedere. La zia era stata aiutata molto dai nostri genitori, quando aveva avuto difficolta’ economiche aveva abitato da noi molto tempo e nostro padre le aveva pagato tutti gli studi. Pagina 4 quella stessa persona, di fronte a noi, non ci ha lasciato nemmeno il tempo di raccontargli la nostra vita in strada, i nostri problemi, il nostro bisogno di aiuto, ci ha subito rifiutato ed ha riversato su di noi tutto il suo disprezzo. E’ stato orribile. Siamo andati via in lacrime e nessuno di noi tre riusciva nemmeno a parlare. siamo tornati al mercato di Gambela, dove avevamo vissuto fino a quel momento, e come sempre siamo andati in giro in cerca di qualche lavoretto per comprarci qualcosa da mangiare. qualche giorno piu’ tardi abbiamo deciso di lasciare il mercato per andare a chiedere aiuto ad una parrocchia di cui ci avevano parlato. Siamo stati li’ intorno per qualche giorno fino a che una signora gentile ci ha preso con lei e ci ha portato al centro Charite’ Secours, era il 2003. Io vivo ancora qui ma I miei fratelli sono in un altro centro, sono 4 anni che non ci vediamo e mi mancano molto. Quello che mi fa andare avanti e’ la possibilita’ di studiare, il mio sogno e’ di diventare un grande medico che cura i bambini, anche se non tutti i dolori dei bambini possono essere curati con le medicine. Doudou Gabriel DIUMASUMBU Assistente Sociale AiBi RDC 4. Ecco come sono finito al Centro! A Kinshasa la vita di una famiglia numerosa non e’ affatto facile e la scolarizzazione dei bambini e’ uno dei maggiori problemi in quanto tutte le spese sono a carico della famiglia. Jean, un bambino di 10 anni che vive al centro CMC, il piu’ giovane di 9 fratelli, ci ha raccontato come lui ed i suoi fratelli hanno studiato a turno seguendo l’eta’. « nostro padre e’ un impiegato statale che guadagna circa 42$ al mese, fa l’inserviente presso una scuola del quartiere. la mia famiglia vive in affitto in una casa di 3 stanze : una e’ la camera dei miei genitori, l’altra e’ delle mie 5 sorelle ed i maschi dormono nel salotto/cucina. Mia madre si e’ sempre data da fare ed ogni mattina presto andava al campo per comprare delle verdure che poi rivendeva al villaggio insieme alle mie sorelle. con il lavoro di mia madre provvedevamo a comprare il cibo mentre la scuola era a carico di mio padre. Pagina 5 per studiare mio padre privilegiava i figli piu’ grandi. essendo io il piu’ piccolo avrei dovuto aspettare che tutti gli altri avessero conseguito il loro diploma prima che arrivasse il mio turno. mi ricordo che al tempo avevo 7 anni e mentre mio padre faceva i suoi calcoli io avevo gia’ perso un anno di scuola. Un giorno mia madre disse a mio padre « gli anni passano e Jean non e’ ancora andato a scuola, ma non ti rendi conto che rischiamo di tirare su un figlio analfabeta ? » e mio padre le rispose « che vuoi che faccia ? non abbiamo i mezzi per mandare a scuola tutti i bambini insieme, facciamo quindi studiare prima i grandi che una volta diplomati si troveranno un lavoro e si occuperanno di fare studiare i piccoli » Visto che non poteva andare a scuola, mia sorella piu’ grande, andava tutti i giorni al campo con mia madre e poi la aiutava a vendere le verdure per strada per avere qualcosa da mangiare la sera. Quindi su 9 fratelli solo il piu’ grande ha potuto terminare il liceo ma non ha potuto proseguire gli studi universitari, anche se gli sarebbe piaciuto molto. Nessuna delle mie sorelle ha potuto terminare le scuole medie ed io non ho finito nemmeno le elementari. Capitava spesso che mi sospendessero da scuola per mesi quando mio padre non riusciva a pagare la retta. Io mi ritrovavo allora a girellare per la strada per giornate intere e poco a poco mi sono abituato ed ho imparato ad impiegare il tempo facendo lavoretti e vivendo di espedienti. Sapevo che secondo la strategia di mio padre I miei studi non erano in cima alla sua lista di priorita’, percio’ ho cominciato ad abituarmi alla vita di strada fino a decidere di scappare di casa perche’ mi sembrava di non avere prospettive. Ecco come l’impossibilita’ di andare a scuola mi ha portato alla vita di strada, ecco come sono finito al Centro. Christine Mahana Assistente di Progetto AiBi RDC Pagina 6 5. Adozioni internazionali : una speranza per i bambini congolesi Da quando AiBi é arrivato nel paese ci siamo fin da subito occupati delle adozioni internazionali per i bambini abbandonati che vivono negli istituti. La legge congolese é molto complessa, piena di lacune e ci siamo visti costretti a contattare tutte le istituzioni congolesi per creare una procedura chiara ed in linea con le leggi in vigore al fine di garantire il diritto all’adozione ai bambini abbandonati del Congo. Abbiamo lavorato assiduamente e siamo riusciti a condividere con le istituzioni una procedura ma il problema di scrivere in maniera ufficiale una legge applicativa sulle adozioni é rimasto. In questi ultimi mesi pertanto abbiamo lavorato assieme al Ministero della Famiglia per riuscire a trovare una soluzione per i bambini che non hanno altra possibilità di essere figli se non attraverso l’adozione internazionale. Finalmente stiamo arrivando alla svolta : in collaborazione con il Ministero della Famiglia finanzieremo una tavola rotonda dove tutte le istituzioni coinvolte nella procedura adottiva si confronteranno per creare un documento unico, chiaro e legale per poter affrontare le procedure di adozione internezionale. La tavola rotonda sulle adozioni ha un gran significato per il Congo : Innanzitutto é la prima volta che le istituzioni si incontrano per parlare di questo tema ; la cosa é veramente importante perché significa che per la prima volta lo stato congolese si sta interessando del diritto alla famiglia dei bambini abbandonati. Inoltre il fatto di mettere tutte le istituzioni allo stesso tavolo é un primo passo verso la creazione di una commissione interministeriale unica che possa vigilare sulle procedure ed evitare i casi di traffico di bambini che ancora oggi purtroppo accadono nel paese. La commissione unica é il passo più importante mosso dalle istituzioni congolesi verso l’armonizzazione del paese alle esigenze delle convenzioni internazionali in materia di adozione. La tavola rotonda avrà luogo il 20-21-22 luglio 2010 e sembra avere tutto il significato di un cambiamento importante per il paese. Verranno invitati, assieme alle istituzioni locali, tutti gli enti internazionali che si occupano di protezione del bambino come UNICEF, Save the Children , le varie ambasciate straniere e gli enti non governativi locali per avere l’occasione di poter trattare l’argomento in tutte le sue sfacettature e poter avere più osservazioni possibile per sviscerare in maniera esaustiva l’argomento. Attendiamo con ansia questa grande occasione per il Congo, un paese dove moltissimi bambini sono abbandonati in strada o negli istituti per i quali abbiamo il dovere di aiutarli a ritornare figli. Eddy Zamperlin Volontario Espatriato AiBi RDC Pagina 7 6. la gioia di tornare a casa Mi chiamo Marthe, sono psicologa e da aprile mi occupo delle mediazioni familiari che Aibi sostiene grazie ai fondi raccolti con la campagna SMS solidali del dicembre 2009 a favore dei bambini detti stregone. Sono onorata di essere stata chiamata a svolgere un lavoro cosi’ nobile e di avere la possibilita’ di aiutare le persone a ritrovarsi dopo tante difficolta’ e a riscoprire quella gioia profonda che un tempo li aveva uniti. Per molte famiglie, a causa di circostanze avverse della vita, questa gioia si era affievolita fino ad evaporare del tutto ed ognuno rimane nel proprio angolo di dolore senza piu’ energie per ritrovare la gioia perduta. E’ il caso della famiglia di Plad. Questo bambino era stato accusato di stregoneria dal padre ed era stato abbandonato, dopo numerosi esorcismi, quasi moribondo presso una chiesa. da qui e’ stato trasferito presso un centro di accoglienza dove le sue ferite sono state curate ma nessuno ha consolato la sua anima. Plam ha vissuto al centro 2 anni e nessuno della sua famiglia paterna e’ venuto a trovarlo. Dopo le inchieste sociali che abbiamo svolto siamo riusciti a rintracciare la madre di Plam la quale non era a conoscenza che il figlio fosse stato abbandonato dal padre e, appena preso coscienza della situazione e’ corsa da lui al centro. Per il piccolo Plam rivedere la madre dopo tanti anni e’ stato come un miracolo. Ho accompagnato Plam durante la sua prima visita a casa della madre ed ho trovato tutta la famiglia ad aspettarlo davanti casa : la nonna, la zia, i cuginetti… tutti l’hanno abbracciato e accolto con calore. il giorno dopo Plam mi ha detto che in quel momento ha sentito che non era piu’ uno stregone ma un figlio, un nipote ed un cugino : aveva di nuovo una famiglia. il 5 luglio 2010, dopo un periodo di affiatamento e mediazione familiare, il piccolo Plam e’ finalmente rientrato in famiglia e la sua gioia, che sembrava evaporata, ha di nuovo consistenza. Marthe Alombe Psicologa AiBi RDC Pagina 8 LA REDAZIONE DI QUESTO NUMERO: Eddy Zamperlin Volontario Espatriato Ai.Bi. RDC Francesca Pierallli Volontaria Espatriata Ai.Bi RDC La newsletter “Bambini al centro” è un servizio che abbiamo denominato SOL (Sostegno On-Line). L’idea è quella di trasmettere via e-mail la newsletter contenente notizie contenente estratti dei report settimanali redatti dai volontari espatriati e notizie sui progetti e le iniziative di Ai.Bi. RdC. Abbiamo pensato di utilizzare la posta elettronica, poiché è uno strumento che consente di raggiungere un grande numero di utenti ad un costo minimo. Se l’idea riscontrasse il Suo interesse e desiderasse aderire a questa iniziativa è necessario che comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta elettronica [email protected] , affinché possa ricevere gratuitamente e direttamente dai nostri volontari in RdC i prossimi numeri del notiziario. La newsletter è comunque disponibile anche sul sito internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo www.aibi.it, nelle pagine dedicate ai nostri progetti in RdC. Pagina 9