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Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Settimanale d’informazione ANNO LV- N. 14 Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 Voci di Piazza C’ è una pagina che i cristiani dovrebbero sempre tener presente per non perdere coscienza di ciò che sono e di ciò che dovrebbero fare. Gli Atti degli Apostoli (At 2,14-39) tratteggiano il volto di una Chiesa, capeggiata da Pietro, che corre fuori dal cenacolo e, in un mercato di piazza, desta lo stupore, e anche la derisione, a dire il vero, di quelli che assistono al primo annuncio: che Gesù è risorto ed è il Messia atteso, e che quelli che sono lontani Dio li chiamerà. Questa pagina è quasi una carta costituzionale del cristianesimo, e i cristiani o fanno questo o semplicemente non sono. I vescovi italiani, guarda caso pro- jesi Lorenzo Lotto Un pubblico tanto numeroso da non riuscire ad essere interamente accolto dal Teatro Moriconi ha assistito domenica 15 aprile al Convegno Internazionale di Studi su “Lorenzo Lotto e le Marche”. Eppure era una giornata di vacanza inondata di sole e si poteva prevedere che l’evento fosse riservato quasi esclusivamente a studiosi e cultori di storia dell’arte. Molti sono invece rimasti in piedi dentro e fuori il teatro, ad attendere di poter entrare fino a tardi poiché i lavori si sono protratti ben oltre il mezzogiorno. Non tutte le prio i successori di quel gruppo di Undici che causò quel trambusto nel mercato di Gerusalemme, hanno indicato la strada, la via d’uscita dai cenacoli chiusi in cui spesso si sono trasformate le parrocchie italiane. Non è più tempo di aspettare dentro le aule del catechismo ma è ora di imboccare, il più in fretta possibile, la via più veloce in direzione del cartello EXIT, per tornare nel luogo che più appartiene al cristianesimo sin dalle sue origini, i mercati, le piazze, le “Agorà” del XXI secolo. Agorà dei Giovani Italiani è proprio il nome, dato dai Vescovi a questo primo triennio che vuole far ringiovanire la chiesa, e il processo è molto meno complicato di un lifting o di una terapia al botulino, basta che la chiesa torni ad essere quello che è stata nel suo primo giorno di vita (pentecoste) ed il gioco è fatto. In questi mesi si sono succeduti gli interventi per presentare questo processo globale di rinnovamento che vedrà la sua prima grande tappa tra 130 giorni circa nell’incontro del Papa a Loreto con i giovani italiani (1-2 settembre), anche questo su una grande piazza (Montorso) e sulle piazze mediatiche che caratterizzano il nostro tempo. Ma non mancano i segni di speranza di questa “exit strategy” ecclesiale: quasi tutte le parrocchie, tolte pochissime che si mantengono in vita attaccate al respiratore, hanno iniziato a coinvolgere le famiglie, con ottimi risultati, nel grande ge- relazioni sono state esaurite. Di grande interesse, illuminanti per contenuti sono state quelle di Augusto Gentili, di Elena Filippi, di Giuseppe Capriotti, di Vittorio Sgarbi. Nel pomeriggio un concerto vocale e strumentale di musiche di G.B. Pergolesi presentato nella Galleria degli Stucchi di Palazzo Pianetti dall’Ensamble Roma Classica ha coronato l’evento. Ne riferiremo più dettagliatamente sul prossimo numero. E’ stato intanto annunciato che gli atti del Convegno appariranno a dicembre. a.f.c. jesi Per la vita Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi domenica 22 aprile 2007 Nel primo anniversario di ordimazione episcopale del Vescovo, il 29 aprile, la Giornata della Gioventù in diocesi sto di accoglienza di cui siamo chiamati a dar prova il 29-30-31 agosto per accogliere i giovani che da tutta Italia verranno in Vallesina per prepararsi all’incontro di Loreto, e per aiutare, allo stesso tempo, le comunità parrocchiali a diventare “voci di piazza” gente che fa rumore, che desta interesse, che annuncia e non si vergogna, come Pietro, di dire “Gesù è il Signore”. Ma altre tappe a breve attendono al varco tutti noi in questa grande opera di ri-appropriazione della nostra identità. Il 25 aprile alle 15 presso lo Stadio del Conero (Ancona) si svolgerà la partita di calcio tra la Nazionale Italiana Cantanti e la Nazionale Italiana dell’Agorà, una squadra in cui giocheranno vescovi, preti, giovani laici, politici locali: un altro evento di piazza in cui la Chiesa scende in campo per la legalità (il ricavato della partita servirà per la realizzazione di un progetto nella Diocesi di Napoli). La piazza di Jesi (Piazza della Repubblica) diventerà un tutt’uno con l’Agorà dei Giovani nella sera del 29 aprile per la celebrazione diocesana della Giornata Mondiale della Gioventù. La data coincide tra l’altro con il primo anniversario di ordinazione episcopale del Vescovo Gerardo (uno che in questa Chiesa di Piazza ci crede sul serio), e in quel giorno i giovani, dei gruppi e non, tutti, dopo la Celebrazione in Cattedrale alle 19, e un piccolo snack, si incontreranno alle 21 davanti al Teatro Pergolesi per una serata di animazione, festa, musica, riflessione guidata dall’associazione Creativ e che fa eco ai temi del progetto dei Vescovi e del Messaggio del Papa ai Giovani intitolata “Verso Sidney seguendo la Croce del Sud”. Tutto perché la gente, guardando i cristiani torni a stupirsi e a domandarsi “Che cosa vuol dire tutto ciò?” (At 2,12). Don Cristiano Marasca La cittadinanza è invitata all’inaugurazione del Centro di Aiuto alla Vita (CAV) “Savino Antenori” di Jesi, che si terrà sabato, 21 aprile alle ore 16 presso la Biblioteca Diocesana Card. Petrucci a Palazzo Ripanti in via Santoni, 1. Si prevede, tra gli altri, la partecipazione dell’onorevole Carlo Casini, presidente nazionale del Movimento per la vita, che interverrà sul tema “La funzione dei CAV a trent’anni dalla legge sull’aborto”. Seguirà il taglio del nastro presso la sede del CAV in via Costa Baldassini 10 (di fianco alla chiesa di San Pietro Apostolo), dove si terrà un momento conviviale. il delicato problema del Testamento biologico Un testamento che salvaguardi la dignità della persona P resso la XII commissione del Senato giacciono da tempo ben otto proposte di legge riferite al delicato problema del testamento biologico (TB). Ma in che consiste questo testamento? Consiste nel riconoscere, per legge, la possibilità che, chi desidera, possa esprimere per iscritto quale debba essere il comportamento di chi ci assiste, medici compresi, nell’eventualità che, per motivi di età, di incidente od altro, dovessimo perdere la coscienza. Insomma, si tratta di dettare il tipo di assistenza per una morte da noi accettabile. Al momento le posizioni più rilevanti sono tre. La prima, che trova il suo massimo sostenitore in Umberto Veronesi, (che sostiene anche l’eutanasia ma che, per ora, non introduce nel TB), lascia piena libertà al soggetto di pretendere quanto desidera, a cominciare dalla non utilizzazione o dalla sospensione di ogni uso meccanico per sostenere la vita, una vita che tale non è più data la perdita di tutte le facoltà superiori che ci distinguono dall’animale (ragione, volontà, coscienza). La seconda, in diretta opposizione alla prima e che ac- cetta mal volentieri il TB (sia pure a determinate e rigide condizioni) è, per esempio, quella del card. Barragan, che in un recentissimo dibattito di carattere interreligioso promosso dal presidente della commissione senatoriale Ignazio Marino, sostiene soprattutto il valore della sofferenza e del dolore cristianamente intesi. La terza posizione, quella sostenuta dalla stragrande maggioranza del mondo cattolico, trova la sua radice nella interpretazione del concetto di dignità della persona umana che non tramonta mai, neppure quando essa perde le facoltà superiori, così come avviene nell’essere umano diversamente abilitato, del quale nessuno misura il grado del suo handicap, che infatti, per gravissimo che sia, non fa venir meno l’eccellenza della sua natura umana. Di qui la chiara presa di posizione di papa Giovanni Paolo II in occasione di un congresso internazionale (marzo 2004) proprio sul tema del trattamento di sostegno nello stato vegetativo dell’essere umano. Egli sostiene questo concetto fondamentale (ripreso in questi giorni da Giuseppe Betori, segretario della Cei e da altri): l’alimentazione e la idratazione del malato in stato vegetativo sono il mezzo naturale per la conservazione della vita, non atti medici, e pertanto vanno mantenuti anche con mezzi meccanici finchè il malato possiede le altre facoltà biologiche che lo fanno sopravvivere. Insomma: per il mondo cattolico la sospensione del cibo e dell’acqua introduce l’eutanasia passiva e quindi non va accolta. Conclusione. La posizione della Chiesa è mirabile per l’elevatezza in cui pone la grandezza e la dignità dell’uomo. E’ anche vero però che gran parte del mondo laico-laicista (vedasi le legislazioni di alcuni Stati europei e la posizione di forze politiche in Italia) si sta nettamente ribellando al mantenimento di una vita che non è più vita, ma che è considerato solo accanimento terapeutico. Quale poi sia il confine tra il rispetto della vita e l’accanimento terapeutico, è il nodo ancora da sciogliere. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Cultura e società 22 aprile 2007 “Mondo”: ricordo di un artista L’Ulisse della pittura di Giuseppe Luconi Eravamo cresciuti quasi porta a porta, nel vecchio stradone di Giù pe’ Sant’Anna, alle porte di Jesi. Io monello senza pensieri; lui, Mondo - Edmondo Giuliani - con la nonna, la vecchia Starna, che gestiva la tabaccheria della borgata. Sempre piegato sui libri, Mondo. Sempre con un libro in mano da leggere, per saperne di più, per crescere. Lo trovavi seduto sul ciglio di un marciapiedi o sull’erba del greppo a capo della Porcarella, il naso quasi appiccicato alle pagine del libro, che già allora la vista gli era in debito. Tutti gli si voleva bene. Ma c’era anche chi non lo capiva, chi lo vedeva piuttosto nei panni del bighellone che s’attacca ai libri solo per scansare il peso della fatica. Aveva imparato anche le lingue. Lo spagnolo lo aveva parlato in Argentina, dove era stato, giovanissimo, per qualche anno. Nel ’44, durante la guerra, la sua conoscenza del tedesco ci era stata preziosa quando, su invito di mio padre, era intervenuto presso il comando germanico per farci restituire la nostra casa, occupata e saccheggiata dalla Vermatch. Dopo la liberazione, il suo inglese gli aveva assegnato il titolo di interprete presso gli Alleati. Gli era riuscito anche di ottenere un posto da impiegato, al Consorzio Agrario, ma la vita dietro una scrivania non era fatta per lui. Aveva bisogno di essere libero, di sentirsi libero, padrone del suo tempo, per se stesso e per la pittura, suo primo grande eterno amore. E poiché tutto ha un prezzo, quella sua libertà gli era costata la non-libertà di chi è costretto, per sopravvivere, ad affrontare sacrifìci, privazioni, umiliazioni. “Dopo la guerra, e poi con moglie e quattro figli, non era facile campare - ricordava. - Per arrangiarmi, di mestieri ne ho fatti tanti. Ho anche fatto il commerciante, senza saperlo fare. Vendevo col furgoncino articoli di biancheria e cianfrusaglie, qua attorno, per i paesi. Ma la pittura no, quella non l’ho mai abbandonata”. Vendeva bottoni di madreperla e spagnolette di cotone, pedalini e canottiere. E svendeva i suoi quadri, talvolta recuperando sì e no le spese. “La mia paura nel tempo - diceva - è stata sempre quella di come sbarcare il lunario e questo assillo mi ha condizionato”. Condizionato, dunque, dal bisogno. Ma anche dalla incomprensione dei suoi conterranei: “Come uomo della mia città - ripeteva - dai miei concittadini mi sarei aspettato un rapporto più spontaneo e amichevole”. Poi, finalmente, nel 2000, il pubblico riconoscimento: il conferimento della cittadinanza benemerita. “Per la grande passione – si legge nella motivazione - con cui si è dedicato all’attività artistica, svolta con disinteresse e spontaneità, ottenendo importanti riconoscimenti a livello regionale e nazionale, che onorano il nome della sua città natale alla quale lo lega un profondo e reciproco legame affettivo”. Volitivo e istintivo, arguto ed estroso, indubbiamen- te generoso, ma anche difficile, per quel suo carattere ribelle, per quella sua grinta: pronto sempre alla polemica, a prendere fuoco, ma anche «a dimenticarsi di tutto e di tutti davanti al cavalletto». Sì, perché alla fine era sempre lui ad aver ragione: era la sua pittura che vinceva per lui. “Il Signore —.confidava - mi ha dato più bene che male per colmare di gioia la mia tormentata esistenza. Egli mi ha dato la possibilità di esprimermi. L’arte - concludeva - è una grande salvezza”. Ormai un po’ avanti con gli anni, aveva frequentato l’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove aveva ottenuto a pieni voti il diploma di maestro d’arte e, più che sessantenne, quello in scultura. “Non sono tornato sui banchi di scuola - precisava - perché sui banchi non c’ero mai stato. Solo che a cinquant’anni ho voluto vedere se ancora ero capace di capire, di aprirmi a cose nuove. Non sono andato all’Accademia per studiare pittura, ma per portare la mia pittura all’Accademia, per confrontarla con la cultura ufficiale. E se poi ho studiato scultura, l’ho fatto per completare la mia pittura”. Ogni tanto ci incontravamo da Favio, il barbiere poco sopra i rastelli. E per qualche tempo al centro della conversazione era l’ex tempore di pittura Giù pe’ Sant’Anna che impegnava già allora tanti ragazzi. Gli piaceva, quel concorso, perché era pulito: “Tutta la mia vita è stata un’estemporanea – disse un giorno - Mi hanno definito l’Ulisse della pittura. Ho avuto ben duecentotrenta premi, eppure ad essi non riesco a dare molta importanza, perché sono subentrati gli interessi, si sono formate clientele...”. Al Giù pe’ Sant’Anna, quando ci si ritrovava, dopo cena, con i membri del comitato per la scelta dei lavori migliori, a Mondo piaceva ragionare sui quadri, leggerli, tutti. E per ogni quadro aveva un’annotazione, una interpretazione. Non stroncò mai nessun quadro: anche nel dipinto più povero riusciva a trovare qualcosa di positivo, perché capiva i sogni che ci sono dietro ad ogni dipinto di un monello. Anche una volta uscito dal Comitato, era rimasto fedele alla borgata. “E’ qui che mi sento più protetto - diceva - insieme alla gente in mezzo alla quale sono stato ragazzo e sono sempre vissuto. Ora che sto avanzando negli anni, so con chiarezza che ho vissuto cercando di non tradire il ragazzo che ero allora, il ragazzo che c’è in ognuno di noi. Ho cercato di non crescere, poiché alla fine noi adulti non siamo nient’altro che dei ragazzi peggiorati”. Di Mondo conservo, ormai da tempo, un quadro che non appartiene al suo genere, forse unico nella sua produzione artistica: l’immagine di un clown, dalle tinte forti che rimarcano il trucco del personaggio ma che lasciano trasparire un velo di malinconia, forse la stessa che Mondo si è portata sempre dentro. Montecarotto - una tavola sconosciuta di Antonuccio L’unico jesino alla scuola del Lotto S orprendente coincidenza: il 15 aprile si è tenuto a Jesi il primo, credo, di una serie di Convegni per il 450° anniversario della nascita di Lorenzo Lotto con un programma che stampammo con la Corale Petrucciana nell’autunno scorso. Annunciavamo due incontri, uno il 20 aprile a Jesi in Biblioteca, l’altro a Montecarotto nella Collegiata. Si tratta di due conferenze - concerto che avranno come primo relatore mons. Gianni Polita, l’arciprete che con passione e solerzia ha reso possibile la cura e le pubblicazione, del primo in assoluto nella Diocesi, ma anche con pochi concorrenti nelle Marche, “Catalogo del Fondo Musicale della Insigne Chiesa Parrocchiale SS.Annunziata di Montecarotto. Il catalogo realizzato dalla dott.ssa Mariella Martelli con puntuale scientificità, oltre che rivelare la ricchezza della sensibilità musicale e artistica di Montecarotto servirà di guida per future ricerche stimolando maggiore attenzione al patrimonio culturale della nostra Diocesi. La conferenza, oltre che rispondere a molte curiosità sul formarsi di questo patrimonio, offrirà l’occasione per ascoltare per la prima volta, dopo qualche secolo, brani che accompagnavano le funzioni della Collegiata eseguiti dalla Corale Petrucciana sotto la direzione della stesso direttore Mariella Martelli. Ma per terminare con quella coincidenza con cui iniziavo, il sottoscritto, nella circostanza, presenterà una tavola della Madonna della Misericordia, recentemente restaurata dalla restauratrice Francesca Pappagallo, Con stima e amicizia Lo scorso 13 aprile è deceduto il pittore jesino Edmondo Giuliani, conosciutissimo a Jesi e nella Vallesina come “Mondo”. Aveva 92 anni, gli ultimi dei quali vissuti nella malattia. Ero legata a lui da amicizia e stima. Ogni volta che ci incontravamo, mi fermava per chiedermi una foto. Così nel 1997, in piazza Federico II, sotto le finestre di Voce della Vallesina e nel 1998 durante le fiere di San Settimio. Anna V. Vincenzoni sempre per la cura appassionata dell’Arciprete, unica tavola che conserviamo del pittore jesino Antonuccio figlio di Andrea da Jesi e di Margherita Presiutti sorella di Giuliano, a sua volta Pittore di Fano. Antonuccio è diventato famoso anche perché nel Libro delle Spese Diverse (15381556) L. Lotto ne fa menzione. Antonuccio nasce a Jesi nel 1530, frequenta la bottega dello zio Giuliano a Fano e nel 155354 è garzone con L.Lotto, il quale in data 3 dicembre 1554 annota che Antonuccio lo lascia perché “la moglie vuole figliare “. La produzione artistica di Antonuccio, che non sto ad elencare, fu abbondante ma il tempo è stato impietoso, forse perchè più bravo a far figli, ne ebbe sette, che a dipingere. Quest’unica tavola che conserviamo ritrovata sotto strati di ridipinture non fu molto apprezzata nel 1561 da Angelo di Jacopo e Corrado di Gianantonio appartenenti ai signori Quattro di Montecarotto che all’atto del pagamento volevano diminuirne il prezzo e si ricorse in tribunale.. Resta comunque l’unica delle sue opere pervenuta fino a noi, dell’unico pittore jesino alla scuola di L. Lotto. Antonccio muore nel 1573 a soli 43 anni, discendente da pittori e padre di altri che verranno, non tutti geni ma interessanti pittori e alla fine musicisti che onorarono la loro professione. AP Antonuccio di Andrea da Jesi - 1561 olio su tavola – chiesa di Santa Maria della Misericordia, oggi San Filippo, a Montecarotto. 3 Cultura 22 aprile 2007 Progetto “Jesi ipogea” Importante servizio di Lions e Banca Popolare Alle radici della nostra storia SCUSATE IL BISTICCI O (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it I CONTRO LA HYBRIS Aggiunta iniziale… anti-luciferina AMA IL FRATELLO ! E l’ Uom si fa omicida: Caìn strappa la vita al giusto Abele. TEMI IL SIGNORE ! E l’Uomo il Cielo sfida innalzando la Torre di Babele. II GUARISCA PRESTO, REVERENDO ! Bisenso infermieristico Il mio parroco caro e venerato soffre di fastidiosa malattia: occorre sottoporlo a terapia. Come dire: il curato va curato. Il 27 e 28 aprile a Jesi Storia e testimonianza “Nel cuore dello sterminio: Auschwitz tra storia e testimonianza” è il tema del seminario proposto ad alunni, insegnanti e cittadinanza nelle mattine del 27 e 28 aprile al teatro Studio “Valeria Moriconi” in piazza Federico II a Jesi. Giovanni De Luna, docente all’Università di Torino, proporrà una conversazione su “Il nazismo come biopolitica”, il 27 aprile dalle 10; un testimone della Shoah, il dottor Nedo Fiano, condurrà una riflessione su “Il coraggio di vivere dopo Auschwitz”, sabato 28 dalle ore 10. L’iniziativa è organizzata dal comune di Jesi e dal Liceo Classico “Vittorio Emanuele II”. “Non tutti sanno che il Lions Club International è la più grande organizzazione mondiale di servizi. Nei suoi quasi novant’anni di vita ha progettato e attuato una miriade di iniziative benefiche di varia natura, a livello locale e internazionale, impegnandosi in campo sociale, sanitario, culturale, ambientale. Non sono state rese note con forme eclatanti di pubblicità, perché appartiene all’etica lionistica il principio che “è più importante fare che comunicare”. Tuttavia sembra giusto considerare da vicino almeno quelle promosse a favore della comunità locale”. E’ quanto ha fatto innanzi tutto presente la dott.ssa Mara Martinovich, presidentessa del Lions Club di Jesi, nella conferenza stampa in cui il 2 aprile è stato illustrato il più importante service lionistico di quest’anno; che è particolarmente importante, perché ricorre il cinquantenario della fondazione del Club. Si tratta di un intervento di recupero archeologico, progettato dal Lions Club di Jesi e dalla Banca Popolare di Ancona, che interesserà la chiesa di S. Pietro Apostolo. “Un dono simbolico” lo ha definito la presidentessa. “Permetterà di conoscere meglio le radici della nostra storia, di definire più chiaramente la nostra identità, di qualificare la nostra cultura, il suo ruolo, il rapporto con altre culture”. L’avv. Marco Cercaci, presidente dell’Archeoclub di Jesi, ha successivamente sottolineato l’importanza di sinergie che, coagulando risorse economiche e competenze, permettono di realizzare progetti di alto profilo con effetti benefici non di breve vita per la città. Il progetto che interessa la Chiesa di S. Pietro Apostolo, da tempo meditato, è tenuto in speciale considerazione dall’Archeoclub di Jesi che ugualmente celebra nel 2007 una ricorrenza significativa: il trentacinquesimo anniversario della sua fondazione. “I tempi impongono di assolvere compiti costituzionali in ristrettezze economiche” ha ribadito il prof. Maurizio Landolfi, ispettore della Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche. “Per questo l’unica strada percorribile, ora come in futuro, per riuscire a concretizzare iniziative di grande valore sociale e civile sono valide e autorevoli sinergie”. Ha aggiunto poi: “ Jesi non è un caso isolato da un punto di vista archeologico. Le esplorazioni che si stanno effettuando ora fanno parte di un altro più ampio progetto: la possibile realizzazione di un percorso sulle tracce di “Jesi ipogea”. ni giovani archeologi. La preliminare constatazione che questa chiesa era stata la prima Pieve di Jesi e della diocesi induceva a credere che fosse molto antica. La sua fondazione risale infatti al IX° secolo, cioè ad età carolingia. Nel XIII° secolo venne ristrutturata sotto il pontificato di Bonifacio VIII°, come dimostra lo stemma posto in via Baldassini, al di sopra di quello che si presume dovesse essere in epoca medievale il portone d’ingresso. Al XIII° secolo risalgono pure alcuni affreschi; al XV° secolo appartengono altri realizzati da Marcantonio di Andrea di Bartolo. E’ di Giambattista Ricci (1620) la pala dell’altare. Nel 1720 la chiesa fu completamente distrutta da un incendio per essere ricostruita venticinque anni dopo nelle sue forme attuali. Sembra che il grande Mattia Capponi abbia contribuito a realizzare la scenografica scalinata. Nelle quattro edicole sulla facciata furono collocate statue degli apostoli scolpite dal folignate Stefano Montrocchi. Vi restarono solo dodici anni: nel 1798 i Giacobini purtroppo le distrussero. Gli scavi hanno ora portato alla luce tre diversi strati che individuano l’esistenza di tre chiese sovrapposte. Nel più antico, di epoca romana, sono visibili un mosaico a tessere bianche e resti di tegole. Nel secondo il ritrovamento di innumerevoli ossa indica l’esistenza di tombe che pure, in diversa collocazione, sono visibili nel terzo strato. Si tratta quindi di una situazione archeologica complessa. E’ da scoprire quale fosse l’orientamento della chiesa primitiva, quali le sue dimensioni; quali le fosse comuni e le tombe singole, quali i materiali di costruzione usati. Queste e molte altre indagini gli archeologi effettueranno. Non resta dunque che attendere le rivelazioni degli scavi ora in corso. S. Pietro Apostolo: la storia, le nuove scoperte Alcuni anni fa Mons. Oscar Serfilippi accolse con entusiasmo la richiesta di poter effettuare scavi nella chiesa di S. Pietro Apostolo, nella convinzione Fotoservizio: Augusta F. Cardinali che avrebbero permesso di conoscere meglio la storia del Cristianesimo Nelle foto: -1 - Lo stemma in via Bala Jesi. Da allora non vi sono state mai dassini che riporta la data, 1294, in riserve, né dalla curia né da altri, che cui sotto Bonifacio VIII° fu ristruttuostacolassero il procedimento dei la- rata la chiesa. vori di scavo, svolti sempre nel pieno -2- L’area di ritrovamento delle ossa, rispetto delle norme di legge da alcu- nel secondo strato Composizione inedita di Giancarlo Aquilanti Musiche per la Resurrezione L a novità assoluta che come ormai consuetudine ogni anno la Filarmonica Marchigiana riserva per la sua Stagione Sinfonica, è stata inserita nel concerto del 3 aprile “Musiche per la Pasqua”. Si tratta di un “Introitus”, composizione espressamente commissionata dalla FORM al M° Giancarlo Aquilanti e presentata in prima esecuzione assoluta. Era in sala l’autore, ritornato per l’occasione dalla California a Jesi dove, dichiara, ha lasciato il cuore e tanti amici, affetti, ricordi. Questa sua opera è dedicata ad uno di loro recentemente scomparso; il M° Paolo Ciarloni. E’ strutturata come una preghiera a cielo aperto piuttosto che come una composizione adatta ad una funzione liturgica la sua opera. Breve ed estatico è l’input iniziale che si apre ad una melodia popolare dipanata in crescendo. Sono riconoscibili schegge di gregoriano e contaminazioni esotiche rimandate da ritmi concitati di strumenti inconsueti. Il moto perpetuo, avvolgente, rende un tempestoso battito del cuore, si placa, di nuovo si anima. L’uso, oltre agli archi, di ottoni e percussioni, può far pensare ad una composizione ‘non sacra’. E’ ammissibile tuttavia una giustificazione: perché se Dio è in cielo e in terra, anche oltre il traffico di una metropoli può essere riconosciuto. Due composizioni sacre, ma diversissime e quasi contrapposte per carattere e stile erano affidate al soprano Paola Antonucci: il ‘Salve Regina’ di G.B. Pergolesi e il mottetto ‘Exultate, jubilate’ di W.A. Mozart. Nella prima, contemplativa composizione il rapporto tra parola e musica è evidente, raggiungendo alta drammaticità in ‘Eja ergo’ e dissolvendosi in dolcezza nell’invocazione ‘O clemens’. Una gioia prorompente esprime invece il mottetto mozartiano dove fiorettature e virtuosismi canori riproducono i gorgheggi di un uccello incantato. Nelle due interpretazioni Paola Antonucci ha avuto perciò occasione di mostrare compiutamente classe, abilità, versatilità. Infine in programma un grande nome: F.J. Haydn e la sua ‘Sinfonia funebre’. Non è qui tragico il clima. Il compositore guarda oltre la morte, al superamento del dolore espresso dal colpo d’ala robusto, eroico che chiude il finale. Ed è già Resurrezione. Ha diretto con sicurezza la Filarmonica Marchigiana il M° Giorgio Mezzanotte, non nuovo ad esperienze originali, anche difficili, come questa. Buon successo, ma qualche assenza fra il pubblico consueto, forse a causa della diaspora già in atto delle ferie pasquali. Richiamiamo quindi opportunamente al prossimo appuntamento. Sarà per venerdì 30 aprile con ‘Vive la France!’, penultimo dei concerti della Stagione. a.f.c. 4 Attualità 22 aprile 2007 nel mondo del lavoro: appunti di viaggio di Gabriele Gabrielli* Sulla “flessibilità” Lo strappo di qualità di Riccardo Ceccarelli T ra gli avvenimenti che ci hanno travolto in queste ultime settimane – le polemiche sulla liberazione del giornalista di “La Repubblica” Mastrogiacomo e sugli sgozzamenti del suo autista e poi del suo interprete, sulla legge elettorale, le continue stragi in Iraq e quelle messe in atto in Marocco e in Algeria, i congressi dei partiti – non ci ricorderemo chiaramente di una intervista andata in onda su TG1 la sera del 22 marzo. La TV italiana ha ripreso l’intervista dell’emittente “al Aqsa” di Gaza, controllata da Hamas, fatta a due bambini, Mohammed quattro anni e mezzo e la sorellina Dhoha due anni di più, figli di una palestinese Rim Al-Riyashi di 23 anni che il 4 gennaio del 2005 si fece esplodere all’altezza del valico di Karni, tra Gaza e Israele, causando, oltre la sua, la morte di cinque israeliani. I due bambini vengono sollecitati dall’intervistatore in un dialogo a dir poco agghiacciante dove viene esaltato il “martirio” della loro mamma. Eccone alcune perle. “Dov’è la mamma ora?”, “In Paradiso”, risponde Dhoha”. “Cosa ha fatto la mamma?”, “Ha commesso un martirio”. “Dunque ha ucciso degli ebrei, non è vero?...Mohamed, sai dirmi quanti ebrei ha ucciso la mamma?” “Molti” replica il fratellino. “Quanti?” incalza. “Cinque” e mostra le dita della mano sinistra aperta. Un’ultima domanda a Dhoha “Vuoi andare dalla mamma?”. “Sì” dice lei senza rendersi conto del senso della terribile risposta. Un piccolo particolare in nota. La frase “quanti ebrei ha ucciso la mamma” è diventata “quanti uomini” nella traduzione ascoltata alla TV italiana, forse per non turbare qualche sensibilità. Il tutto politicamente corretto. Corretta come gran parte della nostra informazione. Una riflessione poi. Come si può pretendere la pace tra palestinesi e israeliani quando già da piccoli li si educa all’odio? Nei libri di testo diffusi nelle scuole palestinesi, Israele è visto come il nemico da combattere, creazione dell’imperialismo occidentale, mentre al conflitto viene dato un carattere di guerra religiosa dell’Islam. Più che alla pace e alla coesistenza si educa così ad una profonda avversione. I gesti dei kamikaze, ovunque operano, sono esaltati e giustificati “religiosamente”: il Paradiso in cambio di quanti più morti si riesce a procurare. Uccidere insomma in nome di Dio. L’eclisse della ragione è anche l’eclisse di Dio o di quello che si ritiene tale, almeno nominalmente. Un quotidiano assurdo cui assistiamo, impotenti, di fronte ad un terrorismo di frange estreme di ispirazione islamica che, pur mettendo in crisi molte convinzioni, ci dovrebbe far recuperare a noi occidentali – se lo vogliamo – il vero volto del Dio della vita, quello che per noi cristiani è il Dio di Gesù Cristo, il Risorto. L’esperienza della Scuola di musica “Magnificat” di Gerusalemme portata avanti dal nostro P. Armando Pierucci, va nella direzione della pace, del dialogo e della convivenza tra diverse religioni. Una testimonianza del Risorto che collide con l’educazione all’odio che a livello istituzionale si fa in altre parti. Segni di speranza forti e generosi che rischiano di essere ignorati di fronte alla grande eco mediatica dei tagliatori di teste, cui peraltro, dopo un primo sgomento, non tardiamo a farci l’abitudine. Situazioni di odio con avallo religioso che si avvitano su se stesse senza trovare percorribili vie di uscita e motivano soluzioni che preoccupano ed aggravano la quotidiana convivenza. Solo una rottura con le dinamiche esistenti della forza e dell’odio, data unicamente dalla forza dell’amore, può recuperare la vera dignità dell’uomo come creatura e come figlio di Dio. Uno strappo di qualità che deve diventare maggioritario non solo nei sogni ma anche nei segni. L’unico che potrà evitare all’uomo di continuare ad essere lupo a suo fratello. la flessibilità allarga le prospettive e fa vedere nuove cose V iviamo in piena epoca della “flessibilità” e delle sue molteplici applicazioni e declinazioni in ogni campo della nostra vita. Nei contesti organizzativi, e in particolare in quelli di lavoro, la flessibilità ci richiede attitudini e comportamenti molto diversi dal passato anche prossimo. Perché le esigenze con uno o pochi colleghi, in un ambiendi flessibilità non finiscono mai e cre- te aperto con decine di colleghi; in un scono velocemente, giorno dopo gior- “open space” appunto, dove tutto perde no; non ce ne accorgiamo, forse, ma la di intimità; dove tutti possono sentire “flessibilità”ci sta cambiando tutti pro- ogni cosa o osservarti mentre telefoni, fondamente. E chi non cambia o non mentre lavori al pc e così via. Può esseè disponibile a cambiare non sembra re però anche la flessibilità che ci viene poter trovare spazio nella nuova realtà. richiesta per poter convivere in un amLa disponibilità infatti a modificare abi- biente di lavoro ricco di “tante divertudini, atteggiamenti e modi di fare è il sità”: di cultura, di età, di razza, di resegno più evidente attraverso cui si ma- ligione, di preferenze, di atteggiamenti. nifesta la “competenza” della flessibilità. Queste tipologie di flessibilità sono, in È un cambiamento non banale, ma ci è qualche maniera, tutte “integrative” di richiesto con forza per vivere un’epoca modelli culturali diversi e quindi amdi profonde trasformazioni dove “tutto pliano le nostre capacità di farci carico può essere diverso” da come siamo stati di situazioni diverse e più complesse. abituati a vederlo sinora. Nel concreto, Ci sono però interpretazioni della flesla “flessibilità” si può declinare in tanti sibilità di altra natura. Secondo questa modi. Può essere la flessibilità con cui diversa prospettiva vivere in modo flesci si abitua a lavorare, anziché in una sibile, anche sul lavoro, significa poter stanza condividendo il nostro spazio fare a meno di ogni legame con gli altri e quindi non rispettare, o credere che si possa “non rispettare” in nome della flessibilità, gli impegni presi o le responsabilità assunte. In nome di questa discutibile interpretazione la flessibilità diventa allora sinonimo di “scioglimento” da ogni legame e vincolo. Diventa impossibilità (o non volontà) di assumere un qualsiasi impegno di medio-lungo tempo perché ritenuto, quest’ultimo, incompatibile con la flessibilità che, in questa prospettiva, viene declinata per dirla in un altro modo come “libertà da ogni responsabilità”. La flessibilità, quella “autentica” da cui siamo partiti con queste annotazioni, rappresenta invece una importante e utile risorsa per gestire le nuove complessità anche sui luoghi di lavoro, allargare le nostre prospettive, farci vedere nuove cose e aprire inesplorate possibilità. L’”altra” flessibilità, invece, quella con cui vorremmo dare copertura alla nostra voglia di de-responsabilizzazione, può essere soltanto l’anticamera del “precariato come ideologia” e manifesto programmatico di una gestione non sostenibile. *Docente Università LUISS Guido Carli Teatro Amatoriale alla ribalta L’ultimo ‘Sberleffo’ S i è conclusa al Pergolesi, con genuino successo, la IV° Rassegna di Teatro Amatoriale in vernacolo ‘Lo Sberleffo’. Cinque commedie, cinque autori, cinque compagnie alla ribalta. L’ultima a scendere in campo è stata, il 14 e 15 aprile, “El Passì” che ha portato in scena un lavoro teatrale di Oriano Barchiesi; prevedibilmente ‘gustosa’ stando al titolo: “Chi maneggia ‘l mèle se licca i didi”. Oriano Barchiesi non è del tutto nuovo ad esperienze teatrali. Ha già scritto e rappresentato, sempre in dialetto, un suo più breve testo, ‘Tutto pe’ i guadrì’ e ne ha pronto un altro inedito: ancora in vernacolo, ma con l’inserimento di parti cantate e dedicato ai ragazzi. Lo ha definito ‘una rivisitazione della vita di S. Francesco’. E’ invece questa la sesta commedia che “El Passì” rappresenta e l’esperienza acquistata fino ad oggi dai componenti della compagnia appare evidente. Recitano con naturalezza, sicurezza, con vivacità non eccessivamente enfatizzata e di agile ritmo. E’ però una facilità conquistata con prove assidue che si sono protratte per mesi, tenuta pure sotto l’attento controllo dal regista, Claudio Corinaldesi. Anche se i riferimenti sono puramente immaginari i personaggi della commedia sono stati suggeriti da fatti di cronaca vera. Al centro della storia è il titolare di un’agenzia di viaggi, Gastò. Vanesio, furbastro, con pochi scrupoli e persino volgarotto, spera in facili guadagni architettando piccole truffe ai danni dei suoi clienti. Di lui è testardamente innamorata la segretaria, ‘Dalgisa che cerca pure, ma inutilmente, di fargli ricuperare giudizio. Altri personaggi si muovono intorno a loro: la sorella di Gastò, Amalia, una vera-finta tonta che fa ‘pendant’ con suo figlio Carletto, un ragazzotto fannullone e giocherellone del tutto refrattario allo studio. Ci sono poi Nelletta, la donna delle pulizie perpetuamente indaffarata, Mrs. Richot, una professoressa d’inglese che con buone arti cerca di sfruttare a suo vantaggio le smancerie del titolare latin lover; due sposi tardoni, Gigio e Ninetta che, prenotato in agenzia il viaggio di nozze, si troveranno oltreoceano in mezzo ad impreviste avventure. Da aggiungere Mansueto e Fiammetta, padre e figlia, che verranno costretti ai lavori agricoli forzati in un agriturismo; l’ingenua, malaccorta Ersilia che dopo aver affidato i suoi risparmi a Gastò si vedrà obbligata a fare la badante; un Vice Sindaco impettito e fin troppo zelante e Dario, ex innamorato di ‘Dalgisa, grezzo e zotico, ma con scarpe grosse e cervello fino. Sono tredici diversi personaggi – impossibile elencare i nomi di tutti gli interpreti - che condurranno ovviamente al lieto fine. Non mancherà però prima il ‘chi la fa l’aspetti’. Circondato infatti dalle rimostranze di tutti, Gastone si darà alla fuga, pren- dendo finalmente coscienza delle sue troppo pesanti marachelle. Lo salverà ’Dalgisa, naturalmente, perché è sempre vero che l’amore vince ogni ostacolo. Non si è trattato solo di una commedia divertente, con personaggi simpaticamente caratterizzati, ben recitata e ben costruita scenograficamente. Lo spettacolo è stato anche una festa per tutti, attori e spettatori. Un supplemento al merito si è aggiunto. Il ricavato era devoluto alla Croce Rossa per un’importante l’iniziativa: l’acquisto di un taxi sanitario. Vi è stato solo un attimo per non sorridere, all’annuncio che la recita era dedicata a Edmondo Giuliani, un artista, un personaggio carissimo a tutti. Augusta Franco Cardinali Una ricerca del professor Rustichelli I Prevenzione e trattamento della celiachia l prof. Franco Rustichelli del Dipartimento di Scienze Applicate ai Sistemi Complessi dell’Università Politecnica delle Marche di Ancona, sta coordinando un progetto europeo CRAFT (Co-operative research project) riguardante la ricerca di “Nuove formulazioni di chitosano per la prevenzione e il trattamento di malattie e disfunzioni del tratto digestivo (ipercolesterolemia, sovrappeso, coliti ulcerative e celiachia)” che è in fase di completamento. Il progetto è stato finanziato dalla Comunità Europea e coinvolge otto partner tra gruppi di ricerca universitari e piccole o medie imprese situate in diversi paesi della Comunità Europea. Le ricerche hanno già condotto a ottimi risultati: lo scopo del progetto consiste nella formulazione e nello sviluppo di nuovi prodotti a base di chitosano per il trattamento e la prevenzione di malattie croniche come l’ipercolesterolemia, il sovrappeso, le coliti ulcerative e la celiachia che poi saranno diffusi sul mercato Europeo ad opera delle imprese coinvolte come partner. In particolare è stata avviata la produzione di pane, biscotti e crackers contenenti chitosano il quale, diminuendo l’intolleranza al glutine, potrebbe essere di estremo interesse per la dieta delle persone affette da celiachia, una malattia che solo in Italia interessa 400 mila persone e che determina l’impossibilità di consumare cibi come il pane, la pizza, la pasta e i biscotti proprio perché contengono il glutine. Numerosi studi hanno dimostrato l’effettiva azione del chitosano nella riduzione dei livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue; studi in vitro hanno invece confermato l’azione dimagrante del chitosano. I dettagli e altre informazioni sul progetto possono essere visionati alla pagina web http://alisf1.univpm. it/chitosanperos/. 5 Cultura 22 aprile 2007 storia della tradizione teatrale musicale a jesi di Gianni Gualdoni Il sindaco Carotti guida la riscossa lirica L a gestione della stagione d’opera continua ad essere impresariale, con elargizioni di contributo comunale molto contenute: dalle 100.000 lire alla stagione del 1951 alle 350.000 del ‘53, per Otello. In quell’anno la convenzione stabilisce un’aggiunta di L. 50.000 più relativo spesato serale qualora l’impresa intenda, di sua facoltà, “allestire un’altra opera da rappresentare in una recita straordinaria”: sarà Butterfly, che vede “l’ottima esecuzione di Renata Scotto, giovanissima con un recente passato che è tutta una promessa”, scrive Il Tempo, mentre in Otello “De Santis ha riscosso applausi ripetuti a scena aperta ed entusiasmato gli ascoltatori” e “Antonio Manca Serra nella parte di Jago è stato il baritono perfetto”. Per la stagione di settembre del 1955 il contributo comunale passa a 500.000 lire –in programma La forza del destino- mentre a gennaio di quell’anno per una recita straordinaria di Rigoletto si erano accordate appena 50.000 lire, riconoscendo lo stesso sindaco Pacifico Carotti (nella foto) che l’impresario Sabbatini “da tanti anni allestisce, pur con scarsezza di mezzi finanziari, spettacoli lirici veramente degni della grande tradizione artistica del Pergolesi”. ad un certo numero di imprese riconosciute (sistema in uso ancora oggi, integrato nella famosa Legge 800 del 1967 che disciplina, da parte del Ministero, le attività musicali in Italia), che potevano così coprire ampi periodi di attività ben oltre le striminzite singole stagioni, che così venivano a rientrare nel circuito di questa o quella impresa. In tal senso la lettera è chiara ed anzi si conferma che “per il periodo agosto-ottobre sono previste recite liriche a Jesi da parte di Impresa accreditata e di non cattiva fama”: “Per i piccoli centri (intesi come tali quelli che non possono assorbire almeno le quattro recite) il criterio seguito è quello di affidare gli spettacoli ad imprese o cooperative (compagnie di giro), per le quali le due recite qua e là rientrano nel quadro generale della più vasta gestione sovvenzionata”. ANCORA SPONTINI, POI SOLO REPERTORIO… Quanto alla programmazione, piuttosto che le “celebrazioni di passaggio” di questo o quel musicista –di scarsa presa sul pubblico– più sentite e culturalmente rilevanti sono quelle di radice locale, come l’appuntamento pergolesiano del SEMPRE IN MANO AGLI IMPRESARI C’è da dire, in proposito, che dopo alcuni anni di promozione locale da parte degli Amici della Musica -ma non di produzione- un tentativo di gestione autonoma va forse individuato nella stagione del 1950. Alle quattro recite in programma (tre di Gioconda e una di Butterfly) il Governo concede sovvenzione per un totale di L. 1.400.000: lo annuncia al Sindaco un telegramma del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, tal Giulio Andreotti… Allora le domande di sovvenzione statale si indirizzavano alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Direzione Generale dello Spettacolo: il Ministero del Turismo e dello Spettacolo nascerà solo nel 1963. Il bilancio di quella stagione fu di L. 4.200.000, con un deficit a consuntivo di oltre 600.000 lire, nonostante la quota comunale di L. 500.000 e il detto contributo statale. Probabilmente proprio tale disavanzo, unitamente al mancato accoglimento a Roma della richiesta di sovvenzione per il ‘51, fanno ritornare l’attenzione comunale sull’impresa Sabbatini, viste anche le ben diverse condizioni e i modi di coinvolgimento dell’ente locale che si possono dedurre dal raffronto delle cifre indicate. Ulteriori richieste di sovvenzione saranno avanzate anche in anni successivi, sempre respinte, con vivo scorno di Carotti che nella richiesta del ‘51 ricordava come essa fosse “sempre accolta negli anni passati”. Il mistero è sciolto da una lettera di Raffaele Venticinque, della Direzione Generale dello Spettacolo, a cui il Sindaco si era rivolto amichevolmente per chiarimenti: “Il numero minimo di recite da effettuare –perché si possa essere ammessi a concorrere alle sovvenzioni statali– è di 4, non meno”, per cui Jesi (che ora ne programmava solo due) era automaticamente esclusa. Inoltre, il rapporto dello Stato stava orientandosi verso il sostegno diretto CESARI 1949 o quello spontiniano del ‘51: “Clima d’apoteosi. Il Teatro Pergolesi traboccava di passione e di folla”. “Piena riuscita di una serata di cui l’eco non cadrà. Gaspare Spontini torna a splendere nel cielo della musica italiana”, dichiara Voce Adriatica. Il 26 marzo, con grande riscontro sulla stampa, si conferì la cittadinanza onoraria al Duca Caffarelli –già proposta e concessa fin dal ‘49, a seguito del trionfo del Festival pergolesiano da lui stesso organizzato- e si celebrò nell’occasione Spontini nel centenario della scomparsa, con orazioni e con l’esecuzione di alcune sinfonie da opere (“Vestale”, “Nurmahal”, “Olimpia”) e dell’intera opera Milton in forma scenica, nel teatro di Jesi e in quello di Maiolati. Per il resto, l’insistenza sul solito grande repertorio storico non poteva non creare qualche insofferenza, pur in presenza magari di grandi nomi tra gli esecutori. “Negli scorsi anni, più volte da parte del pubblico è stato chiesto di variare il repertorio”, annota “Voce Adriatica” nel settembre 1950, che due anni dopo, riscontrando come “la famosa stagione lirica jesina in ultima analisi si riduce ad una o due opere ormai note e stranote”, sospira: “caro vecchio Teatro Pergole- AGENZIA IMMOBILIARE Associata FIAIP INTEMEDIAZIONI PER VENDITA E LOCAZIONI, VALUTAZIONI, CONSULENZE, RICERCA DI FINANZIAMENTI Via Risorgimento, 23 MOIE Tel 0731 702564 - 347 5355258 www.agenziacesari.it si: quanta passione una volta suscitavi, mentre ora la gente si accontenta di affollarti per ascoltare sì e no un paio di rappresentazioni all’anno”. “La tradizione locale non ha più mordente”, rincara la dose “Il Tempo” del 2 settembre ‘53, ravvisando la crisi non tanto nell’inattualità dello spettacolo d’opera, quanto nella necessità di rinnovare il repertorio e soprattutto di avere “una stagione lirica allestita come si conviene e non a mezzo, ragione prima questa perché il Pergolesi non richiama più la folla di un tempo”, anche per “l’esosità dei prezzi che non sono alla portata delle tasche del medioceto e degli operai, gli appassionati spettatori di massa”. Inoltre, contrariamente ad altri tempi, “i ricchi non sentono più la bellezza di partecipare a tali manifestazioni, vivono, come molti nobili aristocratici jesini, nel loro reparto stagno, avverso da tutti e da tutto”. Jesi - via Ugo La Malfa, 24 tel. e fax. : 0731.202894 - 202893 Da oltre 40 anni propone corsi permanenti, professionali e progressivi, lezioni a carattere individuale con sistema didattico esclusivo. Le iscrizioni ai corsi di hobbistica uso familiare, modellista, sarta – fashion designer sono aperte durante tutto l’anno IL SINDACO CHIAMA A RACCOLTA L’ÉLITE CULTURALE “La tradizione locale non ha più mordente”… Le motivazioni di questa vera e propria denuncia avanzate dalla stampa, sono fatte proprie dal Sindaco Carotti. All’inizio del 1955 la riapertura del Teatro dopo alcuni restauri interni profila non senza dure polemiche la proibizione della sua concessione per balli e veglioni sociali: “Il Teatro Comunale G.B. Pergolesi sempre più e meglio si avvia ad essere una cosa sacra, intoccabile, come lo può essere quello che già altre volte abbiamo definito il Museo dei ricordi di un tempo ormai lontano”, nota un po’ perplesso “Il Messaggero”. Invece, in nome del rilancio della struttura e di tutta l’attività culturale cittadina, il Sindaco scrive personalmente a circa 150 concittadini, personalità tra le più attente nel campo dell’arte e della cultura, affinché si stringano attorno a quella istituzione e ne tornino a costituire un forte nucleo propulsivo come pubblico partecipe: “Addio bella tradizione in cui il Teatro era intimamente vissuto da tutti gli strati della nostra cittadinanza, tanto appassionata al culto del bello”, segnala infatti Il Tempo; “Oggi no, gli aristocratici jesini non si vedono più, non si appassionano più a questa o a quella manifestazione artistica, così gli avvocati, i medici, i professionisti, i funzionari […] tutti si sono tappati in casa o si interessano d’altro […] mentre il popolo umile non è sordo al richiamo dell’arte, lo dimostra in ogni occasione il pubblico del loggione”. Il richiamo funziona: Rigoletto del febbraio ‘55 è un trionfo, “in una magnifica cornice di pubblico cittadino e della regione, fra lo sfolgorare delle luci di un Pergolesi restituito al decoro di grande tempio dell’arte”; “con vero piacere abbiamo notato la presenza allo spettacolo di gran parte dei cittadini che da tanto tempo non si annoveravano più tra coloro che frequentavano il massimo Teatro cittadino”. La via è tracciata: quella dell’impegno e della qualità. Coincide con l’arrivo a Jesi, nel 1956, di un nuovo impresario, Franco Casavola Danese, ben conosciuto e stimato a livello nazionale. (25.continua) [email protected] FOCARELLI OTTICA 6 Vita Ecclesiale 22 aprile 2007 Parola di Dio di don Mariano Piccotti [email protected] 22 aprile 2007 anno c - terza domenica di pasqua COMMENTO Il vangelo di domenica dall’evangelista Giovanni In quel tempo Gesù si manifestò di nuovo ai benché fossero tanti, la rete non si spezzò. discepoli sul mare di Tiberìade. E si mani- Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nesfestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, suno dei discepoli osava domandargli: “Chi Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana sei?”, poiché sapevano bene che era il Signodi Galilea, i figli di Zebedèo e altri due di- re. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo scepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con terza volta che Gesù si manifestava ai discete”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma poli, dopo essere risuscitato dai morti. Quanin quella notte non presero nulla. Quando d’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: gia era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più i discepoli non si erano accorti che era Gesù. di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di loro: “Gettate la rete dalla parte destra del- Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, la barca e troverete”. La gettarono e non po- Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: tevano più tirarla su per la gran quantità di “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. disse a Pietro: “E` il Signore!”. Simon Pie- Pietro rimase addolorato che per la terza volta tro appena udì che era il Signore, si cinse ai gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signofianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si re, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli gettò in mare. Gli altri discepoli invece ven- rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, nero con la barca, trascinando la rete piena in verità ti dico: quando eri più giovane ti di pesci: infatti non erano lontani da terra cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; se non un centinaio di metri. Appena scesi a ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, terra, videro un fuoco di brace con del pesce e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con po’ del pesce che avete preso or ora”. Allora Si- quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E mon Pietro salì nella barca e trasse a terra la detto questo aggiunse: “Seguimi”. rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E Parola del Signore. Agenda Pastorale del Vescovo Giovedì 19 aprile Mattino: Riunione del Collegio dei Consultori ore 17: Senigallia: incontro con i volontari dell’AVULSS ore 19: S. Maria del Piano: incontro con genitori e ragazzi di Cresima ore 21: Poggio San Marcello: Incontro con genitori e ragazzi di Cresima Venerdì 20 aprile ore 18:Relazione al Corso Base dell’AVULSS di Jesi Sabato 21 aprile Ore 16: Inaugurazione della Sede del CAV - Centro di Aiuto alla Vita Domenica 22 aprile ore 9.30: S. Maria del Piano: Amministrazione del Sacramento della Cresima ore 11: Castelplanio: Amministrazione del Sacramento della Cresima ore 15.30: Parr. San Giuseppe: Incontro con i genitori e padrini dei Cresimandi ore 18: Macine: incontro con i giovani Martedì 24 aprile Ore 11: Castelplanio: S. Messa in occasione della festa del Patrono ore 15-17: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento. ore 18: Castelplanio: processione in onore del Patrono Mercoledì 25 aprile ore 9.30: Castelbellino: Amministrazione del Sacramento della Cresima ore 16: Santuario di Loreto: S. Messa per i Gruppi di preghiera di P. Pio dell’Italia centrale Carissimi Annalisa, Andrea, Sofia, Gioele, Leonardo, Mariasole, David, Marco, Ilenia, Erika e Simona che oggi celebrate la Cresima. Penso a voi (come penso a quanti in questi mesi lo faranno) mentre scrivo questo commento, perché oggi Gesù parla di amore e di amicizia. Sento che oggi proprio in questo sublime sentimento si insinua il “tradimento”. Gesù si rivolge a Pietro con tre domande diverse, come a voler guarire il suo tradimento. Pietro vale quanto vale il suo cuore che ama. E Gesù vuole riscaldarlo. Che cosa vogliamo per voi ragazzi, all’inizio della vostra adolescenza piena di possibilità ma anche di insidie? Se vi è garantito e confermato il dono dello Spirito, è perché cresce in voi l’amore, lo stesso amore di e per Gesù, la stessa passione per la vita, per Dio Padre, per tutte le pecorelle da aiutare a vivere. Anche a voi il Signore, attraverso la Chiesa, vi chiede: Vuoi amare di amore grande, l’amore di e per Cristo che ha dato la vita (agape)? Forse voi, proprio come CHIESA dell’ADORAZIONE Dal lunedì al Venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali), dalle ore 16 alle 19,30 un sacerdote è a disposizione nella Chiesa dell’Adorazione per le confessioni e il colloquio spirituale. Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani. Viene di seguito indicato il sacerdote presente per ciascun giorno: Lunedì 23 aprile: Don Gianni Giuliani Martedì 24 aprile: Don Alberto Balducci Mercol. 25 aprile: Don Roberto Vigo Giovedì 26 aprile: Don Vittorio Magnanelli (con S. Messa) Venerdì 27 aprile: Don Mario Massaccio Lunedì 30 aprile: Don Marco Cecconi Oggi sposi 15 aprile: Andrea Montesi e Pamela Sopranzetti a Cupramontana (San Lorenzo); Diego Vigoni e Jessica Baldi a S. Francesco d’Assisi; 21 aprile: Nunzio Bonnici e Maria Bonnici a Montecarotto; 22 aprile: Marco Ceccacci e Erica Belardinelli a Pantiere. Al Circolo Ferrini Martedì 24 aprile alle ore 16,30 presso il teatro del Museo Diocesano in piazza Federico II, 7 il dott. Elvio Giaccaglini, primario neurologo dell’Ospedale di Jesi parlerà sul tema “I disturbi dell’equilibrio”. L’incontro, organizzato dal Circolo Contardo Ferrini, è aperto alla cittadinanza. Al termine della relazione, si potranno rivolgere domande al dottore. Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Preghiera Tu ci ami per primo, sempre Noi parliamo di te come se ci avessi amati per primo una volta sola. Invece, continuamente, di giorno in giorno, tu ci ami per primo. Quando al mattino mi sveglio ed elevo il mio spirito a te, tu sei il primo, tu mi ami per primo. Se mi alzo all’alba ed immediatamente elevo a te il mio spirito e la mia preghiera, tu mi precedi. Tu mi hai già amato per primo. È sempre così. E noi ingrati, che parliamo come se tu ci avessi amato per primo una volta sola. (Sören Kierkegaard) Processione del Venerdì Santo a Castelplanio Luogo di adorazione e di ascolto Sabato 28 aprile ore 18 Incontro di preghiera Vocazionale a San Pietro Martire Domenica 29 aprile ore 9.30: Parrocchia del S. Cuore-Coppetella: Amministrazione del Sacramento della Cresima ore 11.30: Parrocchia di San Giuseppe: Amministrazione del Sacramento della Cresima ore 18: Incontro dei Giovani della Diocesi in occasione della GMG ore 19: S. Messa in Cattedrale in occasione del primo anniversario della Ordinazione Episcopale ore 20: Continua l’attività dei Giovani in occasione della GMG Pietro rispondete; sì, voglio l’amicizia! Voglio l’amicizia con te, diceva Pietro. Allora, se siete sulla via dell’amicizia, verso l’Amore, datevi da fare perché nessuno manchi del cibo (dell’amore, dell’istruzione, del pane, delle medicine). Impegnate la vostra vita sulla via dell’amore. Pietro era abituato a fare il primo davanti a tutti. Ora il vostro primato, come ha detto e fatto lui, è nell’amicizia e nell’amore. Anche per voi la prova di amicizia sarà il vivere per gli altri. Anche a voi la chiesa chiede di prendere “servizio” a cominciare dai più piccoli e dai più deboli. Pietro aveva ricevuto – prima resistendo - la lavanda dei piedi, per diventare come il suo maestro e Signore. Nella terza domanda anche Gesù gli chiede l’esperienza di amicizia: “mi sei amico?” Che almeno tu sappia dare-avere affetto, se proprio non sei capace di amore-agape. In questo abbassamento di Gesù, c’è tutta l’esigenza di camminare con questi ragazzi, simboli della nostra società, affamata di amicizia, di autenticità, di amore. Rendere possibile l’amore ai giovani. E’ questo il cammino dell’Agorà. “Q Condividere le passioni uest’anno durante la nostra processione, riflettiamo sulla passione di chi vede svanire il lavoro” – iniziano così le parole della prima riflessione della processione del venerdì santo a Castelplanio. Tra la Passione di Cristo, i passi camminati in silenzio ed i canti, non si può non pensare alla tragedia che ha colpito Castelplanio nei giorni scorsi, rappresentata dall’incendio all’azienda Arena. Non si può dimenticare che una persona ha perso la vita, che molta gente è rimasta senza un lavoro, che in molti oggi siamo nella precarietà. “Questa è la memoria di quello che è successo duemila anni fa a Gerusalemme, ma anche il simbolo di quello che sta accadendo a tante madri e tanti figli.” – Così proseguo- no le parole delle preghiere “La Passione di Cristo rivive ancora negli uomini. C’è anche il segno del cireneo: vivo, ma con il volto coperto. In lui ci siamo tutti noi. In lui vivo, noi viventi, siamo chiamati a farci cirenei dei nostri fratelli che salgono il calvario della precarietà e della sofferenza, della paura e della morte”. La processione del venerdì santo è tradizione, ma anche un continuo ricordare, di anno in anno, la Passione di duemila anni fa e raffrontarla con passioni che ad oggi si incontrano nella nostra vita. E le passioni stanno diventando molteplici e l’essere d’aiuto e l’aiutarsi diventa quasi essenziale. Speriamo che la tradizione sia sempre di più un esempio per portare avanti le novità. Simone Sebastiano Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 email: [email protected] Internet: www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - quadrimestrale 12 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale, forniti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento o diversamente acquisiti sono contenuti in un archivio informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Tali dati saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali nonchè per conformarsi ad obblighi di legge. Vita ecclesiale 22 aprile 2007 7 Conferenza della prof. Degano al Meic di Jesi I Le sfide dell’etica l’asterisco l nome della professo- tica radicale tutti i grandi ressa Fernanda Degano, sistemi filosofici e lo stesper molti anni docente di so metodo “speculativo”, Storia e Filosofia nei Licei che partendo dalla ragione di Jesi e socia dell’Archeo- dava senso,valore e ordine club, ha richiamato la sera alla realtà umana, l’etica, del 29 marzo un folto pub- che riguarda l’azione rivolblico a Palazzo Ripanti. Ma ta al bene, oggi non trova non solo. Il tema “Dove va un quadro di riferimento, l’etica oggi? è possibile una un insieme di regole per morale senza Dio?”, delica- l’agire morale. Di qui la sfito e complesso, non pote- da alla cultura, alla filosova non suscitare interesse fia, alla ragione. e, quanto meno, curiosità Niente di nuovo sotto il di fronte alla crisi che oggi sole? La storia… della filoinveste la cultura, la filoso- sofia insegna. fia e l’etica in ogni ambito della vita sociale. L’UOMO E’ MISURA DI Presente in sala anche il TUTTE LE COSE? vescovo di Jesi, Gerardo Il pensiero va alla Grecia Rocconi, che ha fatto sen- del V secolo, quando, nel tire la sua voce durante il contesto economico-polidibattito, in sintonia con il tico delle classi imprendifilosofo. toriali emergenti, specie in Nel panorama culturale Atene, dominano la scena post-moderno molteplice i Sofisti, definiti “maestri e frammentato, senza cer- di virtù” ma di fatto maetezze, che riceve qualche stri dei giovani nell’arte lume solo dal “cono di luce” della parola, per la scaladel prodigioso sviluppo ta al potere…In linea con scientifico e tecnologico Platone (nel “Menone”) la basato sull’esperienza con Degano evidenzia con iroacquisizioni mai definitive, nia in questi “sapienti” il la Degano giudica “irre- relativismo conoscitivo ed versibile” (senza speranza? etico, l’utilitarismo etico ndr) la crisi della filosofia, – politico, il determinismo: in seguito al declino del- ”L’uomo è misura di tutte la metafisica, perché oggi le cose”, non c’è una verila ragione post-metafisica tà oggettiva, tutte le opi“non ha più potere costrut- nioni sono vere e bisogna tivo”. Sbriciolati dalla cri- cercare quella più utile per di Giacomo Galeazzi L’eloquenza della madonna La Madonna parlava pochissimo, eppure fu maestra per gli uomini «con l’eloquenza della vita e dell’esempio», spiega l’arcivescovo Angelo Comastri nel suo libro, appena pubblicato da Cantagalli, «Non dimenticare la tua mamma». Maria piuttosto ascoltava, umilmente, rinnovando ogni giorno il sì della sua obbedienza a Dio e assistendo con stupore ai prodigi che operava suo figlio Gesù, aprendosi al mistero dell’Infinito che si manifestava nel mondo. Tuttavia, da madre, avrà sempre una parola d’amore per i suoi figli. L’arcivescovo Angelo Comastri ne Riflessione del vescovo Gerardo Rocconi “Annunciare la ragione “ Ringrazio la signora Degano per quanto ci ha detto. Senza volere essere disfattista… a questo punto mi vengono alla mente le parole della Bibbia: “Verranno giorni in cui gli uomini ameranno andar dietro alle favole, a tutto ciò che solletica gli orecchi…..” ( 2 Tim 4,3 - 4 ). Questo ci fa capire come la debolezza della ragione, che oggi sembra trionfare, ad un certo momento porti ad una impossibilità di dialogo. Ritornando a quanto diceva il Papa, mi pare che, oltre che annunciare il discorso della fede ai credenti, il Papa faccia appello alla ragione. Credo che il dialogo può essere solo su questo. La stessa interpretazione della legge naturale avviene mediante la ragione. Quindi il ponte del dialogo è proprio sul discorso della ragione, dove il credente certamente é illuminato dalla fede nelle sue scelte, ha una sua visione del mondo, della vita; però, nel momento in cui si vuol porre in dialogo con i non-credenti, il terreno comune è la ragione. Ma il dialogo diventa difficile proprio per la debolezza della ragione. Oggi fa parte della nostra missione non solo annunciare Gesù Cristo, ma anche la ragione: la bellezza della creazione, la dignità della persona umana…, perché l’uomo può arrivare ad alcune verità mediante la ragione. Lo dice anche san Paolo, nella Lettera ai Romani: “…quanto di Dio è conoscibile è ad essi manifesto. Infatti fin dalla creazione del mondo ciò che di Lui è invisibile si lascia vedere alla intelligenza attraverso le opere…” ( Rm 1, 19-20). Mediante la ragione gli uomini, anche a prescindere dalla Rivelazione, sarebbero dovuti arrivare ad alcune verità. Credo che questo sia lo sforzo che noi dobbiamo fare come credenti. Non è un atteggiamento di presunzione, ma di servizio. M.C. costruire la comunità, la polis (Protagora). Oppure: tutte le opinioni sono false; nulla esiste e se esistesse sarebbe inconoscibile; se fosse conoscibile non sarebbe comunicabile. L’uomo non è autonomo, è in balìa di una “übris” (violenza), che lo spinge ad agire (Gorgia). Socrate ha indicato un Nella foto di Candolfi, Comastri mentre saluta i pellegrini marchigiani lo scorso 14 febbraio nella Basilica di San Pietro a Roma LA LIBERTA’ DELL’UOMO La ricerca filosofica del pensiero greco sull’uomo prosegue con il pensiero cristiano di Agostino di Ippona (IV secolo dopo Cristo) con l’indagine e la scoperta dell’ “interiorità”, soprattutto ne “Le Confessioni”. Il filosofo scopre “il segreto dell’azione morale” che consiste nella scelta libera del bene senza lasciarsi trascinare da pulsioni, interessi e sollecitazioni diverse…. C’è responsabilità perché c’è libertà. “Agostino difende la libertà, anche se la sente problematica - afferma la Degano - e cerca un equilibrio fra volontà individuale e progetto salvifico di Dio”. Questa consapevolezza della libertà dell’uomo e della capacità di scelta diviene patrimonio della cultura del tempo e successiva, pur nella sua problematica evoluzione storica. Non dimentichiamo che dal movimento culturale del passato, dal pensiero greco e dal pensiero cristiano e, in particolare, dall’acquisizione del concetto di libertà dell’uomo, derivano nell’Età moderna il riconoscimento della dignità della persona umana, dell’uguaglianza, l’idea di democrazia moderna e la proclamazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. (continua) Maria Crisafulli Nella foto la professoressa Fernanda Degano con il Meic il Lunedì Santo l’incontro dei gruppi ecclesiali “Per dire sì alla vita, sempre” L’ incontro di spiritualità del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Jesi (Lunedì Santo- Chiesa dell’Adorazione), dopo l’ora dedicata alla“Lectio divina”, ha raggiunto il suo momento culminante nella celebrazione dell’ Eucaristia, presieduta dal Vescovo e concelebrata da padre Corrado OfM con l’assistenza dei diaconi Giancarlo Sabbatini e Antonio Quaranta. Ogni celebrazione dell’Eucaristia ha il suo splendore, la sua forza e la sua bellezza, ma oggi vogliamo comunicare ai lettori di “Voce”il dono meraviglioso che l’assemblea ha ricevuto dalle preghiere liturgiche di alcuni fedeli, uomini e donne appartenenti a vari gruppi ecclesiali che hanno partecipato con gioia all’incontro. ¿Per il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i è convinto. Il vicario del Papa per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro narra la vita di Maria con semplicità, con devozione filiale, con l’intento di indagarne le emozioni più vere, più umane. Già il titolo del volume è un’accorata esortazione fraterna: «Non dimenticare la tua mamma!». Il libro, costituito da capitoli agili, ai quali sono intercalate preghiere alla Madonna e citazioni di vari autori, svela al lettore che tutti abbiamo una mamma celeste che ci vuole bene. Comastri esordisce con la preghiera che lui, figlio, dedicò alla madre appena morta. Ed è un invito, quello dell’arcivescovo, a volgere il pensiero a Maria, che ha ricongiunto il divino all’umano con il suo sì coraggioso. cammino: “nel dialogo e con il confronto si può scoprire una visione comune, un elemento universale che unifica la molteplicità, il concetto, fissato dalla ragione”. Discutendo su “gli universali” riguardanti l’etica e l’uomo, Socrate pone domande concrete a se stesso e ai concittadini e riconduce tutte le virtù al valore unico della “scienza” (= conoscenza, sapienza): è possibile compiere il bene, se conosciamo il bene. Col tempo emergerà nell’indagine filosofica il tema etico della libertà. diaconi, perché il Signore dia loro santità e salute, per rendere il loro apostolato sempre più fecondo di opere di bene e perché trovino in noi ascolto, attenzione e rispondenza generosa (Jole C.) ¿ Signore Padre Santo, Re eterno, amante della vita, noi ti ringraziamo per la vita che ci hai donato, per la vita dei nostri cari, per la vita in se stessa per tutte le generazioni. Ti preghiamo, Signore, quest’oggi per ognuno di noi in questo tempo, perché possiamo dire, come Maria, il nostro”sì”alla vita dal suo concepimento alla sua fine naturale. Fa’ che possiamo cogliere la vita in ogni momento, che possiamo costruire le condizioni perché ci sia la vita. Preghiamo quindi per la pace: nei nostri cuori, nelle famiglie, nel mondo intero. Signore, guarda questo tempo e salvaci! (Sandro G.) ¿ Per le famiglie cristiane perché possano essere aiutate a ritrovare l’essenzialità di questa vocazione che è amore, servizio, dialogo e accoglienza, secondo il piano di Dio. Siano sempre sollecite e aperte a tutte le necessità e verso l’altro che si avvicina, a ricordo della santa Famiglia di Nazaret.(Emanuela R.) 4) Ascolta, o Signore, la preghiera di chi ha tanto camminato e sofferto nella vita sentendo sempre viva la forza della tua presenza, rallegrandosi della tua misericordia e guardando al futuro senza mai perdere la speranza che germoglia ai piedi della tua Croce. ( Luciana Z.) ¿ Signore, in questa civiltà occidentale dove tanti hanno perso la dimensione del sacro e si trascinano in una esistenza vuota di senso, fa’ che tutti, e in particolare i giovani, possano scoprire la presenza di Dio nella loro vita, il suo messaggio d’amore e di speranza. Ti chiediamo, Cristo morto e risorto per tutta la famiglia umana, che i giovani non vivano l’incontro con il Papa a Loreto solo come un momento di festa e di aggregazione, ma come un’esperienza feconda da cui trarre linfa vitale per diventare apostoli della nuova evangelizzazione, testimoni gioiosi, esempi luminosi ed attraenti per i loro coetanei intossicati dal materialismo e dall’edonismo imperanti. (Francesca P.) ¿ Ti preghiamo, o Padre, per i nostri politici e per coloro che hanno responsabilità pubbliche, perché abbiano sempre la forza di ricercare, nell’ascolto e nel dialogo, il vero Bene comune per questo nostro tempo e collaborino umilmente ad attuarlo. (Guglielmina M.) ¿ Fa’, Signore, che coloro che tu stai chiamando al sacerdozio, al diaconato, alla vita consacrata,sappiano percepire la tua voce e vogliano ascoltarla rispondendo con un”sì” coraggioso e generoso; e fa’ che tutti noi, in qualunque stato di vita ci troviamo, possiamo accogliere la chiamata ad essere testimoni di resurrezione, annunciatori gioiosi di quella Notizia che sola può cambiare il mondo. (Adriana B.) ¿ La rottura fra Vangelo e cultura, come dice PaoloVI, è senza dubbio il dramma della nostra epoca. Ti chiediamo, o Signore, di darci un profondo senso dell’unità, affinché fra le diverse culture ci possa essere totale accoglienza nel nome della fede in Te e per mezzo dei doni del tuo Santo Spirito. Fa’ che noi cristiani siamo aperti e cordiali, pronti a fare il primo passo per accogliere tutti con bontà, rispetto e pazienza, con la forza e l’amore che vengono daTe. (Gabriel T.) ¿ “Ti cercherò, mio Dio, perché la mia anima viva. Il mio corpo vive della mia anima e la mia anima vive di Te”(S. Agostino). Gesù é risorto e da qui inizia la missione. Non si tratta solo di andare in terre lontane, sperdute sulle mappe geografiche, di cui molti non conoscono l’esistenza. Si tratta anche di annunciare il Vangelo di Gesù nella vita di sempre, fatta di lavoro, studio, famiglia, amici, impegni, divertimenti. Il messaggio che Gesù lascia alle due Marie è chiaro: “Andate a dire ai discepoli che li aspetto in Galilea, ovvero nella vita di tutti i giorni. Lì è possibile incontrare Gesù Risorto; basta conoscere i suoi insegnamenti e seguirli con la fedeltà di chi vuol bene a un amico prezioso. O Signore, ti preghiamo per tutti i tuoi missionari, sacerdoti, suore e laici, che lasciano ogni cosa per rendere testimonianza alla tua Parola e al tuo Amore. (Marta M.) 8 In diocesi 22 aprile 2007 Cupramontana – Il Vescovo e l’importanza dell’educazione “Un’avventura a lieto fine” di Paolo Marcozzi Santa Caterina da Siena (Via, da Corso Matteotti a Via S. Martino) Domenicana del terz’Ordine regolare delle cosiddette “mantellate” (Siena, 1347 – Roma, 1380). Era la 24 a figlia di Jacopo Benincasa tintore di pelli e di Lapa Piacenti. Fin dalla giovinezza dimostrò di aver ricevuto grazie prodigiose dal Cielo a cui corrispose con generosità precoce e con vita penitenziale di rigoroso ascetismo. A sei anni aveva avuto la sua prima visione; a sette fece voto di verginità e tentò di scappare di casa per andare “nel deserto con li anacoreti”. A dodici anni aveva già una bellezza straordinaria: i suoi volevano farla sposare, ma Caterina si tagliò i capelli e oppose vivace resistenza al progetto ed entrò fra le mantellate di S. Domenico in Siena. Ricca di doti eccezionali, non trascurò di intervenire presso le autorità religiose e civili per favorire il trionfo della giustizia, con eloquenza mirabile e soprattutto con espressioni di ardentissima carità. Numerosi prodigi accompagnarono la sua benefica attività fra i poveri, i prigionieri, gli ammalati e i condannati a morte. Circondatasi di una famiglia spirituale (i caterinati) formata di ecclesiastici, letterati, artisti, uomini e donne desiderosi di santificarsi, riversò sui discepoli il fuoco delle sue esperienze spirituali. Senza cultura e incapace dapprima anche di scrivere, cominciò a inviare lettere di conforto, di consigli e di esortazioni a quanti da lontano imploravano un suo intervento. Le sue lettere a dotti, a condottieri del tempo, a re e ai responsabili della vita politica italiana suscitarono immenso interesse cosicché in breve Caterina poté influire beneficamente in molte questioni tra i comuni e i partiti del tempo. Insieme però esse diedero occasioni a sospetti, per cui la giovane senese fu chiamata a Firenze nella Pentecoste del 1374 dinanzi al capitolo generale dei domenicani per subire una specie di processo dal quale uscì vittoriosa. Nel 1376, ad Avignone, convinse il pontefice a ritornare a Roma. Affranta dalla mole di lavoro incredibile a cui si sottopose senza risparmio, viaggiando da un capo all’altro dell’Italia, morì dopo aver trattato con la regina di Napoli gli affari della Santa Sede. Nel 1375 aveva ricevuto le stigmate nella chiesa di S. Cristina di Pisa. Canonizzata nel 1461, Caterina fu dichiarata da Pio IX compatrona di Roma (1866) e da Pio XII patrona principale d’Italia con S. Francesco d’Assisi (1939). L’esperienza mistica di santa Caterina si traduce in modi indimenticabili nelle sue Lettere (381, dettate ai suoi discepoli), nelle quali rivive in tutta la sua immensa forza l’ardore della sua passione religiosa e insieme la sua azione di predicazione, espresse entrambe con un’efficacia altissima d’eloquenza. La zona, che si trova intorno alla chiesa di Santa Caterina alla Valche, la caratteristica chiesetta a pianta ottagonale con tiburio, in laterizio, un tempo era meglio conosciuta come “su le valche” (v. Via Valche) o “su la Cartiera”, con riferimento alla cartiera Mancini ivi ubicata. (continua al prossimo numero) IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI E ACCESSORI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 S i è concluso il ciclo di quattro incontri di formazione e riflessione sul tema dell’educazione, organizzati dall’Associazione “Santa Caterina” di Cupramontana, che ha riscosso una grande affluenza di pubblico. Gli incontri erano cominciati il 21 ottobre scorso con l’intervento della prof.ssa Mariella Carlotti, sul rischio dell’educazione in don Luigi Giussani e sono terminati con quello del vescovo della diocesi di Jesi, mons. Gerardo Rocconi. La presenza del Vescovo è stata determinante, a conclusione di questo percorso sull’educazione, in quanto ha focalizzato il suo intervento sulla spiritualità e sull’importanza dell’educare ed educarsi. Mons. Rocconi ha spiegato come sia difficile il compito dell’educazione, sia per i genitori, sia per gli educatori e gli insegnanti, ma nonostante la strada sia stretta e faticosa, un cammino che non finisce sono importanti tre aspetti: la libertà, basata sulla verità autentica, la gioia, che riempie i nostri cuori e la nostra vita e l’amore. L’attenzione si è poi, inevitabilmente, spostata sui giovani, che sono vuoti e disperati, ma anche molto sensibili al dramma di questa nostra umanità, ormai confusa e allo sbaraglio. Il Vescovo, concludendo il suo contributo, ha invitato tutti i presenti a riflettere sulla necessità di tornare alla fonte dell’amore, della gioia e della verità, cioè a Dio. Solo l’incontro con Dio rende gioiosi e nuovi. mai, vale la pena compierlo, perché Questo messaggio deve essere più è un’avventura a lieto fine. Inoltre ha che mai accolto perché cade nel temsottolineato che nell’educare ci sono po della Pasqua, quando la fede del due prospettive, una è quella della cristiano si fa più salda e forte e nel paura, che non ci fa fare scelte defi- momento in cui il nostro Signore ci nitive e dove è presente l’insicurezza; ha dimostrato che, passando attral’altra è quella della speranza, che ci verso la sofferenza e la morte, si può permette di andare avanti e compie- rinascere a vita eterna. Fotoservizio Cristiana Simoncini re il nostro cammino. Per educare La Confartigianato festeggia i suoi 60 anni In udienza dal Papa La Confartigianato nazionale quest’anno ha deciso di modificare il consueto pranzo per la festa di San Giuseppe artigiano in un evento specialissimo: un’udienza dal Papa a Roma nella Sala Nervi. Questo cambiamento di programma cade nell’anno in cui la Confartigianato festeggia i suoi 60 anni di fondazione. Sabato 31 marzo, così, ben sette pullman sono partiti da tutta la provincia di Ancona, per un totale di più di 300 persone, alla volta del Vaticano. L’arrivo alla Sala Nervi, dove ad attendere Papa Ratzinger, c’erano circa 7000 soci della Confartigianato da tutta Italia, è avvenuto intorno alle 10.30. Durante l’attesa, nel palco d’onore, il Presidente nazionale della Confartigianato, Giorgio Guerrini e il Segretario nazionale, Cesare Fumagalli, hanno esplicitato l’attività artigianale di questi lunghi 60 anni di Confartigianato esprimendo l’enorme soddisfazione per la continua crescita di questa associazione, fondata Prevenzione e salute della sindrome metabolica “Cibo e salute”. L’iniziativa, Il 24 e 25 marzo, il Comita- patrocinata dal Ministero to Locale Croce Rossa Ita- della Salute, è stata realizliana di Jesi ha promosso la zata in collaborazione con Campagna di prevenzione la Società Italiana di Medicina Generale, Simg e la Federazione Nazionale dei Titolari di farmacie, Federfarma. Obiettivo: educare ad una corretta alimentazione ed attività fisica per evitare i rischi collegati al soprappeso e all’obesità. Il presidente Liliana Uncini ha reso noto il positivo riscontro nei cittadini che si sono sottoposti allo screening. Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com sulla genialità degli artigiani. Inoltre è stato proiettato il video sul progetto che Confartigianato porta avanti da alcuni anni in Etiopia, dove è stata realizzata una scuola per apprendere i mestieri artigiani. Il progetto è portato avanti dal presidente dell’Anap, Ezio Ceccarelli. Il Santo Padre è arrivato verso le 12 accolto dalla calorosa accoglienza di tutta la platea. Durante l’udienza il Papa ha sottolineato l’importanza che il lavoro e il l’impresa artigiana riveste in questo momento storico. Alla conclusione tutti i segretari provinciali sono saliti sul palco portando il loro saluto al Papa. La Confartigianato ha omaggiato il Santo Padre con una pregiatissima Divina Commedia completamente realizzata a mano da artigiani toscani. La giornata è proseguita, da programma, con la visita alle tombe dei papi in Vaticano. Cristiana Simoncini Foto di Giordano Giampaoletti 22 aprile 2007 9 Sport I ragazzi, prima di tutto L’Aurora Basket non è solo la Fileni Bpa. Dietro ai grandi campioni della Lega due c’è un piccolo esercito di giovani che sette giorni su sette affolla la palestra “Primo Novelli” in via del Prato. La società, presieduta da Antonio Gallucci, accoglie, solo nel settore giovanile, oltre duecentocinquanta ragazzi, tra i quali alcuni stranieri. Nelle pagine seguenti l’intervista di Giuseppe Papadia al responsabile del settore giovanile Luca Ciaboco. Scoiattoli 1998 In piedi da sinistra: Matteo Marinelli, Alberto Appolloni, Antonio Valentini, Nicolas Cantarini, Federico Cursi, Isabella Forlenza, Nicola Sbarbati, Roberta Regis (allenatore). Seduti da sinistra: Matteo Gregari, Alessio Moretti, Cristian Rossetti, Nicola Giampaoletti, Annarita Talacchia, Francesco Paradisi, Riccardo Mazzarini. Blue-cc alla funzione educativa delle famiglie, ma di ricercare le vie per una cooperazione matura tra sport e famiglia, improntata al rispetto dei ruoli specifici all’interno di un progetto educativo comune, che consenta alle famiglie di uscir fuori dalle «solitudini» e dalle «povertà» in cui sono costrette. C’è bisogno, in definitiva, di stringere un patto di cooperazione con le famiglie. D’altro canto, non si può pensare di fare educazione attraverso lo sport se la vita sportiva dei ragazzi rimane un’esperienza isolata dal contesto, un’oasi nei deserti della diseducazione o della «maleducazione», una voce isolata e sporadica, in sottofondo rispetto a quella massicciamente presente dei tanti «cattivi maestri». Da questo orizzonte emerge chiaramente la necessità che le nuove politiche familiari, di cui tanto si va parlando, comprendano anche un capitolo dedicato al tempo libero della famiglia, in tutti i suoi aspetti, disegnando una «complicità» tra famiglia e associazionismo sportivo che si nutra di corresponsabilità e capacità educativa. È quindi chiaro perché, di fronte al tema del futuro della famiglia, il Csi non può che scendere in campo e rivendicare un ruolo di primo piano. Edio Costantini Presidente nazionale Centro Sportivo Italiano Family Day 12 Maggio Roma, Piazza S.Giovanni Ore 15.00 •Un grande SÌ alla famiglia fondata sul matrimonio e aperta all’accoglienza dei figli. •NO al riconoscimento pubblico delle unioni di fatto. •SÌ a politiche audaci e durature di promozione della famiglia. •SÌ ai bisogni delle persone conviventi. ® Info: Tel. 06.6896930 www.forumfamiglie.org • e-mail: [email protected] Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese WWWBPAIT I giovani che vincono giocano in famiglia Il 12 maggio il Csi sarà largamente presente a Roma al Family Day, con rappresentative provenienti da ogni Regione. È una scelta più che naturale, e non solo perché il CSI ha sottoscritto a suo tempo il manifesto «Più Famiglia», carta dei principi sul valore della famiglia quale nucleo fondante della società. È anche e soprattutto una scelta di vita, visto che l’associazione è impegnata da tempo a ribadire la necessità di restituire vigore e dignità all’istituzione familiare, quale premessa indispensabile per ricostruire un tessuto efficiente di educazione giovanile, oggi assai sfilacciato. Non a caso l’anno sportivo 2007 si colloca per il Csi all’insegna dell’impegno specifico «Quando lo sport mette in gioco la famiglia». L’impegno del Csi è tensione educativa, sforzo mirato ad aiutare i ragazzi, attraverso lo sport, a uscire indenni dal periodo critico dell’adolescenza. L’esperienza sportiva deve servire ad accompagnare la famiglia nel suo fondamentale compito di educare i figli. Se non c’è famiglia, se questa viene abbandonata a se stessa, il compito educativo diventa proibitivo anche per lo sport, che pure costituisce una straordinaria opportunità formativa. Il problema, evidentemente, non è assegnare allo sport un ruolo del tutto sostitutivo, di supplenza Le foto dell’Aurora sono di Candolfi. 22 aprile 2007 11 Sport BASKET Settore Giovanile “La formazione e la crescita dei ragazzi, prima di tutto” Un ruolo importante in sono ai play-off, questa decisione l’ha avu- lo scorso anno la to Luca Banchi (l’ex alle- C2 è addirittura natore dell’Aurora Basket, finita quarta. Mi ndr) che viene dal settore sembra che queL’Aurora Basket non è solo la Fileni Bpa. giovanile. Con Andrea sta è una strada Dietro ai grandi campioni della Lega due Capobianco, altro tecni- da continuare. In c’è un piccolo esercito di giovani che sette co che fino a due anni fa lavorava con questa stagione giorni su sette affolla la palestra “Primo i giovani, il legame si è consolidato in in più, abbiamo Novelli”. Sono i ragazzi del vivaio aurori- maniera forte. In questi due anni inol- cercato di avere no, di cui Luca Ciaboco è il responsabi- tre, abbiamo rinunciato al campionato una linea tecnica le. Torinese di nascita ma marchigiano under 21 per far giocare alcuni ragaz- comune, che parte dal mini-basket fino d’adozione, Ciaboco ha lavorato in realtà zi nelle squadre senior e mi riferisco alle junior ed alla C2. Parliamo tutti la importanti come Fabriano ed Osimo. Lo a Cittadini, Pirani, Bianchi e lo scorso stessa lingua e cerchiamo di insegnare scorso anno è tornato a Jesi, dopo la pa- anno Grosso. Quest anno abbiamo tre la pallacanestro”. rentesi del 99/2000, per ricoprire l’incarico ragazzi dell’88 che hanno fatto la D, al- - Quali sono i veicoli principali di di vice allenatore della prima squadra ma tri dell’87 impegnati tra serie D e C2. promozione della pallacanestro a livelanche per occuparsi del settore giovanile. E’ stata una scelta importante, voluta lo giovanile? - Quali sono le priorità che ha cerca- anche dalla società e pensata allora da “Noi abbiamo la fortuna di avere una to di affrontare, come responsabile del Banchi, perché la C2 e la serie D nelle responsabile del mini-basket come Rosettore giovanile? Marche sono dei campionati molto dif- berta Regis, che è una delle migliori “Abbiamo cercato di creare un collega- ficili ma anche perché è un modo per cinque in Italia. C’è un lavoro di reclumento tecnico tra lo staff della prima concludere la formazione di un ragazzo. tamento nelle scuole che lei ha fatto nesquadra e quello del settore giovanile. Risultati alla mano, entrambe le squadre gli anni, e che è sempre stato un nostro Intervista a Luca Ciaboco, responsabile del vivaio dell’Aurora Basket: “Uno jesino in prima squadra? Ci vuole pazienza e tanto lavoro”. Tutti i numeri del vivaio jesino S ono circa 220 i ragazzi nior invece si dividono in che frequentano quest Cadetti under 16 e Juniores anno il settore giovanile del- under 18. A loro volta poi, i l’Aurora Basket. Il numero ragazzi vengono separati in però, sale a 250 unità se ven- “Regionali”, quelli che non gono considerati anche le sono passati dal mini-basket formazioni di C2 e serie D. Il ed “Eccellenza”, quelli più vivaio è diviso in due setto- dotati tecnicamente e con ri: il mini basket e gli junior. più esperienza. In tutto sono Il mini basket rappresenta circa 90 gli “junior”, che vanl’approccio dei bambini alla no dal ’93 in poi. Sono quatpallacanestro. Le classi di tordici gli istruttori, tutti età vanno dai nati nel 2000 a qualificati, che seguono ogni quelli del ’94: in totale sono giorno i ragazzi. In più ci 130 i bimbi tesserati. Gli ju- sono quattro aiuto allena- VOLLEY FEMMINILE A1 7a giornata di andata tori, che stanno prendendo il patentino per allenatore. Ogni settimana i ragazzi del settore giovanile svolgono tre o quattro allenamenti, un carico di lavoro che unito allo studio, soprattutto nelle scuole superiori, diventa spesso difficile da sostenere. Resiste solo chi ha tanta passione. Al vivaio dell’Aurora Basket, che ha la sua base a San Sebastiano, nella palestra “Primo Novelli”, ogni anno ar- CALCIO ECCELLENZA 15a giornata di ritorno Squadre Punti 1 NOVARA 48 2 MONTE SCHIAVO BANCA MARCHE JESI 43 3 BERGAMO 42 4 PESARO 39 5 PERUGIA 36 6 VICENZA 24 7 CHIERI 22 8 PADOVA 20 9 ALTAMURA 18 10 SANTERAMO 15 11 PIACENZA 12 12 FORLI’ 5 Punti 1 RECANATESE 64 2 FOSSOMBRONE 3 Giocare come una squadra fa vincere anche in azienda. Per rafforzare lo spirito di gruppo, Fileni, azienda avicunicola di Cingoli fa team building con il coach dell’Aurora Basket di Jesi Andrea Capobianco. Martedì 17 aprile l’allenatore della squadra di basket jesina Fileni-Bpa, Andrea Capobianco, ha lasciato per un giorno gli allenamenti in palestra per dedicarsi ai dipendenti Fileni, ai quali ha dimostrato, grazie alla sua esperienza, che una squadra non è solo una somma di giocatori, ma un gruppo di individui che perseguono lo stesso scopo: la vittoria. “Un’azienda è un po’ come una squadra”, dice il coach Capobianco, “la forza deve essere trovata nel gruppo, dove si esaltano le capacità di ciascuno e si neutralizzano le debolezze. Però il gruppo va creato, bisogna lavorare con le persone per creare una mentalità di squadra che sia vincente”. rivano tanti iscrizioni non solo da bambini ma anche da quindicenni, che non hanno frequentato il minibasket. Da qualche anno a questa parte anche ragazzi stranieri e del sud Italia cominciano a frequentare l’Aurora. Per loro lo sport rappresenta un modo per socializzare ed inserirsi in una nuova realtà. Spesso vengono in palestra perché trascinati dai loro compagni di scuola. CALCIO FEMMINILE 7a giornata di ritorno Squadre Punti 1 CASERTA 44 60 2 RIETI 42 PIANO SAN LAZZARO 53 3 RIMINI 42 4 MONTURANESE 47 4 PESARO 36 5 FERMIGNANESE 47 5 SORESINA 36 6 JESINA 46 6 FERRARA 34 7 CINGOLANA 46 7 PAVIA 28 8 CASTELFRETTESE 43 8 CASALE 28 9 VIGOR SENIGALLIA 42 10 URBINO 42 11 BIAGIO NAZZARO 40 12 CIVITANOVESE 39 13 MONTEGIORGESE 38 14 MONTEGRANARO 34 15 PORTO S.ELPIDIO 16 MONFERRATO 9 FABRIANO 26 10 FILENI Bpa Jesi 26 11 MONTECATINI 24 12 SASSARI 24 13 CASTELLETTO TICINO 22 32 14 REGGIO CALABRIA 20 CALDAROLA 29 15 IMOLA 18 17 FALCO ACQUALAGNA 28 16 NOVARA 14 18 26 REAL VALLESINA son Rizzitiello che ha fatto bene. In questa stagione abbiamo due ’90 stabilmente fanno allenamento con noi della prima squadra ed è un buon segnale. Ci vuole del tempo. Non è solo un lavoro tecnico ma anche un lavoro fisico perché uno può reggere tecnicamente l’allenamento ma se al primo contatto fa cinque metri, diventa difficile. Ci vuole anche pazienza e lavorare duro”. - Quali sono i progetti per il futuro? “Noi abbiamo bei numeri a livello di mini-basket. Non è pensabile però, che da Jesi a Serra San Quirico non ci sia una società che fa settore giovanile. Il passo successivo per ampliare la base è creare centri di mini-basket in questa zona. Non sono del posto ma ci possono essere delle strutture e quando hai una palestra puoi riuscire a portarci dei ragazzi. Questa è una priorità”. Giuseppe Papadia Nella prima foto Ciaboco e nell’altra con il tecnico della Fileni Bpa, Andrea Capobianco. In Fileni si gioca come una squadra BASKET LEGA DUE 14a giornata di ritorno Squadre fiore all’occhiello. Quest menti, con le imposizioni, diventa una e tutto il resto”. anno abbiamo cercato regola. Questo stesso principio lo stia- - C’è la speranza di vedere uno jedi visitare le scuole della mo utilizzando anche in prima squadra. sino cresciuto nel vivaio arancio-blu, zona, perché quella è la È un discorso che parte dal mini-basket stabilmente in prima squadra? base, poi la prima squa- e segue tutto il discorso del settore gio- “Noi l’anno scorso abbiamo avuto Neldra resta un veicolo d’at- vanile”. trazione fondamentale”. - Come è il rapporto con i ge- Quali sono i compiti nitori? degli istruttori? “Ho poco contatto con i genitori “Bisogna fare una distin- ma sono disponibile a tutto. Un zione tra il settore giova- rapporto importante deve essernile e la prima squadra. La differenza ci a livello di mini-basket perché che salta all’occhio è che la prima squa- la famiglia deve interessarsi a ciò dra è legata ai risultati, il settore giova- che fanno i loro figli. Una delle nile, per come lo interpreto io, no. È più cose su cui batto è il rendimento importante la formazione del ragazzo e scolastico. Se ritengono opporla sua crescita, che il risultato della par- tuno non mandare i loro ragazzi tita. Noi proponiamo ai nostri giovani a pallacanestro per farli concendelle situazioni tecniche e tattiche in trare di più nello studio, io sono allenamento ed in maniera autonoma e d’accordo. Io alleno quelli del ’94 creativa, devono capire cosa gli succede e sono aggiornatissimo sul loro e risolversela da soli, con il nostro sup- rendimento scolastico. In questa porto e dei suggerimenti. Lavorando fase della vita la loro priorità è la così il gioco diventa un’esperienza altri- scuola, poi viene la pallacanestro Squadre Punti 1 EDP JESINA FEMMINILE 37 2 CERVIA 37 3 GALILEO 36 4 VIRTUS ROMAGNA 35 5 LIVORNO 33 6 MONTALE 32 7 CASTELVECCHIO 26 8 GORDIGE 25 9 MOZZECANE 22 10 SPELLO 12 11 SIENA 12 12 FABRIANO 3 La squadra Under 18 regionale: in piedi da sinistra Aldo Yze, Francesco Grilli, Luca Paccusse, Nicolò Gagliardini, Andrea Barchiesi, Lorenzo Santoni, Fabrizio Perticaroli, Maurizio Rossetti (allenatore). In ginocchio da sinistra: Marco Viola, Riccardo Cerioni, Francesco Ottavini, Francesco Farinelli, Marco Paletti, Lorenzo Carotti, Gabriele Giantomassi. Mercoledì 25 al “Del Conero” Anche la Coppa del Mondo ad Ancona per Agorà La Coppa del Mondo vinta dall’Italia di Marcello Lippi in Germania sarà in vetrina allo stadio “Del Conero” di Ancona il prossimo 25 aprile in occasione di “In campo per la legalità”, la partita tra la Nazionale italiana cantanti e l’Agorà dei giovani (calcio di inizio ore 15). L’incasso sarà devoluto per sostenere l’acquisto di un Camper per la formazione di animatori di strada sulla legalità destinato alle zone più difficili della città di Napoli e della provincia. I biglietti per la partita di Ancona, organizzata dalla Pastorale giovanile e dello sport della Regione ecclesiastica marchigiana e dalle diocesi di Ancona-Osimo, Loreto, Jesi e Senigallia in collaborazione con il Centro sportivo italiano, la Regione Mar- che e il Comune di Ancona, possono essere acquistati presso il “T-BOX” del PalaRossini di Ancona, la Curia arcivescovile di Ancona e negli Informagiovani di Ancona, Senigallia, Jesi, Osimo e delle maggiori città della provincia di Ancona. Due i prezzi: cinque euro per la curva e dieci per la tribuna. La promozione della partita è partita mercoledì 4 aprile: il primo biglietto è stato venduto da Paolo Vallesi, consigliere della Nazionale italiana cantanti che da oltre 26 anni opera per promuovere e sostenere progetti di solidarietà, con una raccolta di oltre 41 milioni di euro interamente devoluti in beneficenza. Icone di origine greca, russa e rumena Immagini, quadri in argento e candele... Santina Buoncompagni Ancona, Via Matteotti, 89 - tel. e fax 071-201297 Ogni lunedì servizio cortesia: consegna a domicilio CALCIO FEMMINILE La volata finale per decidere quale sarà la squadra che salirà in serie A2 non si è aperta nel migliore dei modi per l’Edp Jesina Femminile. Domenica scorsa sul campo del Cervia è finita 2 a 1 per le padrone di casa che hanno approfittato della non brillantissima prova delle leoncelle. In apertura di gara le romagnole andavano a segno da un calcio d’angolo con Minoccheri. La reazione bianco-rossa pro- Per la tua pubblicità rivolgiti a Voce della Vallesina duceva due limpide occasioni per pareggiare, entrambe con Mastrovincenzo, che però sparava out. Nella ripresa la partita si faceva più combattuta. Prima Mastrovincenzo reclamava per un rigore non concesso dall’arbitro Iannacone di Faenza, poi al 50’ arrivava inaspettato il 2-0 del Cervia grazie ad un gran tiro da fuori di Pastore. L’Edp non ci stava e si riversava tutta nella metà campo avversaria. Mainardi e Scarponi sfioravano il 2-1, che arrivava all’89 con Mastrovincenzo, brava ad anticipare il portiere in uscita. Il forcing finale non regalava il pareggio, grazie anche al gioco duro delle romagnole. Oggi, domenica 22 aprile, le leoncelle ricevono la visita del Montale, altra formazione in corsa per la promozione in A2. Con un classifica così corta (ci sono cinque squadre in sette punti) è obbligatorio evitare altri passi falsi. L’altra capolista Cervia, sarà protagonista di un altro scontro diretto: giocherà nella tana della Virtus Romagna. 22 aprile 2007 12 Sport VOLLEY E mercoledì 25 arriva il Novara capolista Panathlon Club di Jesi Rugby femminile Ospite del Panathlon Club di Jesi la Nazionale Italiana del Rugby femminile, il 30 marzo scorso, con la presenza della responsabile del settore, Maria Cristina Tonna e due nazionali, Cecilia Ridolfi di Pesaro e Paola Ignotta di Perugina e il presidente del Rugby Pesaro, Francesco Gay. Moltissime sono state le domande poste alle ragazze dai numerosi panathleti presenti, curiosi di conoscere i motivi e gli stimoli, che hanno condotto delle giovani ad affrontare uno sport per antonomasia da uomo vero. L’inizio per tutte è stato a scuola giocando insieme ai maschi, poi verso i tredici anni, si sono avvicinate ai Clubs femminili, dove viene sviluppato un gioco più pulito, lineare e veloce di quello praticato dai colleghi maschi. Giocare nella squadra Nazionale rappresenta per loro motivo di orgo- glio e di grande stimolo anche perché le Nazionali femminili di maggior prestigio sono le stesse di quelle maschili, che partecipano alle sei Nazioni. Nella foto Maria Cristina Tonna, responsabile della federazione italiana del Rugby femminile premiata da Fabio Fittajoli, presidente del Panathlon di Jesi. Centro Sportivo italiano Campionati Provinciali CALCIO A 5 Under 11-13 Per il Girone Under 11 l’Oratorio San Gaspare del Bufalo ha la meglio per 11-1 sul CSI Champion e per 7-2 sul Fight Bulls Corridonia. Quest’ultima batte poi per 124 il CSI Champion. Nel Girone Under 13 il Cerretto d’Esi ha la meglio di gran carriera sulla Polisportiva Clementina per 9-2, battuta anche dal CSI Champion per 4-2. Quest’ultima è stata poi battuta 14-0 dal Cerreto d’Esi. Open Per il Girone Top l’Elios Generalmeccanica, terzultima in classifica con 4 punti, batte 8-6 l’ASC Casenuove, ultima con 1 solo punto. La San Pietrina ha la meglio sull’ ATi Trasporti C5 per 8-3. La A.S. Real Chiaravalle c/5, prima in classifica con 13 punti batte 4-2 la Push Pull. Nella 5° giornata di andata del Girone Over I Leoni di San Marco sono sconfitti 3-6 dall’Anspi Agugliano Junior. La Termoidraulica Mosca, prima in classifica con 12 punti ha la meglio per 8-5 sul Montecarotto. Tennis Tavolo Si è svolta la finale regionale del Gran Premio di tennis tavolo individuale CSI 2006/2007, che aprirà le porte per l’ambita finale nazionale che si terrà quest’anno a Lignano Sabbiadoro dal 22 al 25 Aprile. Nella categoria ragazzi, dopo il successo alla finale provinciale, guadagna la palma del miglior atleta regionale Davide Niccià della società A.S. TT Senigallia. Nella categoria allievi invece avvincente è stata la finalissima tra i due favoriti Anthony Sbrega, vincitore della fase provinciale, e Daniele Nicolini, entrambe di Senigallia: l’ha spuntata il secondo, dopo un estenuante 3-2 giocato fino all’ultimo punto. Per l’Under 21 maschile tutto facile per il numero uno Alessio Belenchia, forte anche della preparazione curata alla scuola della campionessa olimpica Sabrina Moretti. Per lui si tratta della quarta finale nazionale consecutiva raggiunta e l’anno scorso è riuscito a salire sul podio assoluto con la medaglia di bronzo. Auguriamo a lui e a tutti i ragazzi del comitato regionale CSI Marche un grossissimo in bocca al lupo per Lignano Sabbiadoro. Anche nei Seniores vittoria facile per Nicola Falappa della Polisportiva Clementina di Jesi, già avvezzo a successi di questo genere, che insieme a Iannaccone Angelo andrà alla finale nazionale. Infine doverosa la citazione per l’ennesimo trionfo di Faini Ivano, Veterano B, classe 1949, che con tutta la sua verve e allegria ha deliziato il pubblico presente con le sue giocate di taglio e antitop molto fastidiose per gli attaccanti veloci. p.s. A Vicenza per mantenere il secondo posto Sette vittorie consecutive hanno permesso alla Monte Schiavo Banca Marche di scalare la classifica fino al secondo posto. L’ultima perla delle jesine è arrivata domenica scorsa contro la matricola Altamura, battuta al PalaTriccoli con un netto 3-0 (parziali: 25-21, 25-12, 25-20). Sabato 7 nell’anticipo pasquale, Togut e compagne avevano espugnato il difficile campo di Padova con un sofferto 3-1 (parziali: 25-22, 25-22, 23-25, 25-23). Oggi, domenica 22 aprile, le “prilline” sono ospiti del Vicenza (ore 18), formazione in corsa per entrare nei play-off. La compagine allenata dall’allenatrice Manù Benelli, indimenticabile regista della Teodora degli undici scudetti consecutivi, nelle ultime Eccellenza settimane si è rinforzata con l’arrivo di Angeloni da Chieri e Caponi da Forlì. All’andata finì 3-0 per le jesine. Quattro le ex di turno, tutte in maglia rossoblu: Zilio, Cella, Togut ed il team manager Weersing (nella foto). Mercoledì 25 la Monte Schiavo tornerà al PalaTriccoli per la super sfida con la capolista Novara (ore 20.30). La gara sarà trasmessa in diretta da Rai Sport Satellite. In panchina siede il giovane Chiappini, che può disporre di campionesse come la cubana Aguero, i due martelli Spasojevic e Osmokrovic, oltre alle due azzurre Anzanello e Cardullo. All’andata finì 3-0 per le novaresi. La grande ex è la centrale Calloni, lo scorso anno in Piemonte. Gip Calcio Real Vallesina Delusioni a grappoli I Leoncelli in casa sprecano (2-2) col Castelfrettese. Il Real a Recanati abbassa bandiera (3-0) e va in coda, melanconicamente. Jesina Una partita che stava confermando il salto in avanti per i playoff e che invece si trasforma in zona Cesarini amarissima. Si era partiti rispondendo colpo su colpo alla intraprendente Castelfrettese e, dopo varie azioni lucidamente portate avanti dai nostri, Campanelli indovinava il corridoio giusto per il bomber Chicco, il quale non si fa pregare per segnare il suo quattordicesimo gol di quest’anno: ed è al 24’ l’1-0 inconfutabile, contro il quale gli ospiti sembrano placarsi: non vorrebbero trovarsi in balìa di una Jesina pimpante, ma alquanto restìa a chiudere il conto! Al rientro dal riposo, i nostri sembrano decisi e nel giro di pochi minuti arrivano al secondo sigillo: in ripartenza, Barucca lancia il bravo Cercaci che dal limite spara deciso in gol ed è il 2-0 al 52’. Esultanza ma anche troppa sicumera, per aver … il gatto nel sacco! Gli jesini ancora una volta abboccano e, pur dilagando in area castelfrettese, non concretizzano gonfiando la rete avversaria. Finchè, secondo le … leggi del calcio, se non approfitti subito, ci rimetti. E difatti al 74’ Principi accorcia le distanze. Ma il peggio sta per arrivare, quando ormai si gioca il recupero, l’e x Polverari colpisce velenoso: 2-2 al 91’. A Recanati, nella tana di una grande che punta alla promozione in serie D, i nostri sapevano di trovarsi di fronte a gente decisa, ma non si sono presentati in veste di … sacco d’allenamento. Con gioco anche solido e ritmi frenanti, i realisti hanno tenuto a distanza il pericolo per tutto il primo tempo. Ma poi, al ritorno in campo, i padroni di casa, spinti da Pròculo riescono a raggiungere il gol che rompe l’incantesimo: al 47’ Zonghetti ben servito dall’argentino, scaraventa in rete l’1-0. Per i nostri la dura realtà si fa vistosa, dato che Pròculo al 71’ e Avallone al 91’ segnano altre due volte, sognando il salto in serie D, non più impossibile. Per i nostri la strada è tutta in salita. Vir Promozione Il Castelplanio prosegue nella striscia di risultati positivi: vittoria corsara (2-3) a Marina, fanalino di coda. Prima categoria San Marcello batte la Falconarese (1-0). Monserra impatta (1-1) con Mondolfo. Cupramontana cede a Osimo Stazione (32). Spes in casa perde col Camerano (1-2). Seconda categoria A San Paolo l’Aesina cade (3-0). Altrettanto fa il Borgo Minonna a Filottrano (3-0). A Monsano la Cameratese impatta (0-0). Ad Agugliano l’Aurora vince (1-2). Ad Arginano il Castelbellino cade male (2-1). Jesi - Caminada de San Giuseppe BASKET Contro Ferrara si chiude la stagione regolare Alla Fileni Bpa non resta che vincere e sperare U na grande Fileni Bpa tiene accesa la speranza di raggiungere i play-off promozione. Domenica scorsa gli arancio-blu hanno espugnato il difficile campo di Montacatini, altra squadra in lotta per una poltrona nella post season, vincendo 86 a 70. Grande protagonista è stato l’americano Rush, autore di 36 punti. “La vittoria è arrivata quando abbiamo fatto salire l’intensità difensiva – ha detto in sala stampa coach Capobianco – Questo ha creato anche una maggiore coesione tra i ragazzi, permettendoci di fronteggiare le percentuali di Montecatini”. Giovedì 5 al PalaTriccoli, nell’anticipo pasquale, gli jesini avevano piegato 89 a 78 il Rieti. Oggi, domenica 22 aprile, si chiude la stagione regolare. La Fileni, ancora in corsa per un posto nei play-off ospita al PalaTriccoli il Ferrara, già sicuro del sesto posto. Agli jesini non basterà una vittoria per accedere alla se- conda fase del campionato di Lega due ma dovranno sperare in un passo falso del Fabriano, impegnato sul parquet della già retrocessa Imola. Ferrara è allenata da Valli, che l’anno scorso ha guidato alla promozione lo Scafati e basa molto del suo gioco offensivo sull’americano Marigney. All’andata finì 72 a 67 per i romagnoli. Domenica 29 scatteranno i play-off, da cui uscirà la seconda squadra promossa A. Giuseppe Papadia Anche noi abbiamo camminato con Paolo lo scorso 18 marzo (foto Ubaldi) È UNA FIRMA, MA È ANCHE MOLTO DI PIÙ. FIRMA IL MODELLO CUD PER DESTINARE L'8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA. LA TUA VOGLIA DI AIUTARE GLI ALTRI NON ANDRÀ IN PENSIONE. www.8xmille.it C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana I contribuenti che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi, possono partecipare comunque alla scelta dell’8xmille con il loro modello CUD. Sulla scheda allegata al CUD, f i r mare due volte: nella casella “Chiesa cattolica” e, sotto, nello spazio “Firma”. Chiudere solo la scheda in una busta bianca indicando sopra cognome, nome e codice f i s c a l e e l a d i c i t u r a “ S C E LTA P E R L A D E S T I N A Z I O N E D E L L’ O T T O E D E L C I N Q U E P E R M I L L E D E L L’ I R P E F ” . C o n s e g n a r e a l l a p o s t a o i n b a n c a . Sulla tua dichiarazione dei P e r u l t e r i o r i i n f o r m a z i o n i t e l e f o n a r e a l N u m e r o Ve r d e 8 0 0 . 3 4 8 . 3 4 8 . r e d d i t i o s u l m o d e l l o C U D IL CINQUE PER MILLE SI AFFIANCA ANCHE QUEST’ANNO ALL’8XMILLE. IL CONTRIBUENTE PUÒ FIRMARE PER L’8XMILLE E PER IL CINQUE PER MILLE IN QUANTO UNO NON ESCLUDE L’ALTRO, ED ENTRAMBI NON COSTANO NULLA IN PIÙ AL CONTRIBUENTE. 14 In dialogo 22 aprile 2007 AGENDA Farmacie di turno a Jesi Venerdì 20 aprile Comunale 1, sabato 21 Cerni, domenica 22 Comunale 2, lunedì 23 Grammercato, martedì 24 Coppi, mercoledì 25 Moretti, giovedì 26 Barba, venerdì 27 Martini, sabato 28 Calcatelli, domenica 29 Grazie. Farmacie di turno in Vallesina Venerdì 20 aprile Poggio San Marcello, sabato 21 Castelbellino, domenica 22 Moie (Angelico), lunedì 23 Montecarotto, martedì 24 macine, mercoledì 25 Pianello Vallesina, giovedì 26 Moie (Lucarelli), venerdì 27 Angeli, sabato 28 Poggio San Marcello, domenica 29 Castelbellino. Trigesimo 22-8-1918 29-3-2007 In memoriam 20-1-1923 25-3-2007 Jesi - Varato il Piano Regolatore E’ prevalso l’interesse per il futuro della città Sciolto il consiglio comunale, ora si apre la gara elettorale fra i quattro contendenti, due della maggioranza di centrosinistra (Belcecchi e Melappioni) e due della minoranza di centrodestra (Pennoni e Massaccesi). La “vacanza” di una settimana del nostro settimanale non ci ha permesso di sottolineare subito la delibera forse più importante delle legislatura ormai conclusasi: quella dell’approvazione della Variante Generale del Piano Regolatore. E tuttavia, anche se a distanza di tempo, non possiamo ignorarla. Merita una riflessione anche perché il Consiglio ha dimostrato, al di là degli orientamenti dei gruppi politici e di alcuni singoli consiglieri, il senso del dovere di fronte agli interessi della città. Più volte abbiamo sottolineato che, data la recente spaccatura del centrosinistra in vista delle elezioni di fine maggio, si sarebbe potuto rischiare, solo per meschini motivi elettorali, la bocciatura di cinque anni di lavoro. Così non è stato. Anche i consiglieri della maggioranza schierati contro Belcecchi, si sono orientati per l’astensione. Un fatto del quale va preso atto in positivo, seppure il loro voto contrario non avrebbero modificato il risultato finale (15 favorevoli, 10 contrari e 3 astenuti). L’opposizione ha fatto la sua parte opponendosi in va- Anniversario 25-4-1995 Armando Bartolini Italo Febo Pazienti Mancato a 88 anni di età all’affetto della moglie Maria Rocchetti, dei figli Paola, Marcello, Renata, dei nipoti e dei congiunti tutti. E’ stato nella vita privata e pubblica cristiano e cittadino esemplare. Una santa messa di suffragio sarà celebrata a San Giovanni Battista, sabato 21 aprile alle ore 18,30 Nel trigesimo della sua scomparsa, le comunità parrocchiali della Cattedrale e di San Massimiliano Kolbe si uniscono alle preghiere della moglie, dei figli e dei congiunti e ricordano Italo come padre premuroso, cristiano disponibile e cittadino esemplare, augurandosi che il suo esempio sia di incoraggiamento. 25-4-2007 Rag. Arturo Crognaletti Sampietrino, bancario della Cassa di Risparmio di Jesi, presidente di Italia Nostra. Vive sempre nel cuore delle sue care Antonella e Maria Luisa. Il suo ricordo è ancora vivo in chi lo ha conosciuto e stimato ma specialmente in noi che lo abbiamo fortemente amato. La sua famiglia ora è allietata dal sorriso e dai trilli della piccola Silvia rio modo, compresa la contestazione delle procedure, ma la maggioranza ha dimostrato unione, convinzione e alto senso di responsabilità anche da parte di chi aveva sottolineato alcune insoddisfazioni del Piano. Ma qual’è il Piano Regolatore che non lascia adito ad interrogativi? Ci sembra pertanto che ha ragione il sindaco Belcecchi quando sottolinea il duro lavoro di oltre quattro anni, la partecipazione della cittadinanza nelle diverse fasi, la possibilità “per l’amministrazione di fungere da soggetto attivo nelle future dinamiche urbanistiche, ma soprattutto, nel mercato immobiliare. Uno strumento che garantirà qualità urbana e sostenibilità ambientale, ponendo i cittadini sullo stesso livello di costruttori e proprietari di aree… Il Prg prevede circa 2400 nuovi appartamenti, compresa l’edilizia sociale, tre possibilità d’accesso all’ospedale Murri, tre nuovi assi viari e 45 nuovi ettari di area industriale ecologicamente attrezzata”. L’assessore all’urbanistica Olivi, orgoglioso per il lavoro portato a termine, ha voluto ricordare che, da una parte si sono spesi 750.000 euro per il progetto, mentre dall’altra, nello stesso periodo, sono stati incassati quattro milioni e mezzo per premiazioni di progetti ed altro attinente sempre alle nuovi idee proposte in itinere. v.m. 25 aprile Malati di niente In occasione del 62° anniversario della Liberazione, il sindaco del Comune di Jesi invita a partecipare alle manifestazioni del 25 aprile. Alle ore 9 partenza da piazza Indipendenza per la deposizione della corona al Famedio e alle 9,30 per il monumento dei Caduti di viale Cavallotti dove alle ore 10 sarà celebrata la Santa Messa. Alle ore 11,15 ci sarà le celebrazione ufficiale presso la sala del consiglio con il discorso del sindaco di Jesi e del sindaco di Castelbellino. In serata, alle ore 21,15, presso il teatro “Moriconi” sarà proiettato il film “Z l’orgia del potere” in memoria del 40° anniversario del golpe in Grecia. L’esperienza dell’Atelier du non faire e dei pazienti artisti dell’ospedale psichiatrico Maison Blanche di Parigi, sarà raccontata a Jesi. Il 20 aprile, dalle ore 11, una parte dell’Atelier verrà trasferita al Centro Sociale Politi. I francesi dell’ospedale lavoreranno creativamente assieme ai pazienti e agli operatori della Comunità Soteria, del Centro Sollievo di Jesi e agli studenti dell’Istituto D’Arte di Jesi. Alle ore 17 al Palazzo della Signoria verrà proiettato il film sull’esperienza manicomiale a Parigi e alle ore 17,30 si prosegue con il dibattito “Le radici e le ali”. 15 Agorà Giovani Dalle terre della Mafia l’olio della Consolazione Messa Crismale con il Vescovo Gerardo L a celebrazione della Messa Crismale, il più solenne dei momenti diocesani della settimana santa con la presenza di tutti i presbiteri della Diocesi, riuniti in ascolto, insieme ai laici, delle parole del Vescovo, è stata, come da tradi z ione, un momento carico di significati e di indicazioni pastorali sul modo di vivere il dono del sacerdoz io ministeriale. Rivolgendosi ai preti il Vescovo li ha invitati a “vivere con gratitudine il dono ricevuto” nelle caratteristiche che devono segnare la vocazione: la coscienza di essere stati scelti, di essere stati inviati, nella coscienza “che Gesù continua in noi la sua opera”. Prima del gesto profondo del rinnovo delle promesse sacerdotali Mons. Rocconi ha raccomandato ai preti di vivere nella SABATO 28 APRILE Ore 21.15’ Presso la Chiesa dell’Adorazione Incontro Diocesano di Preghiera per le Vocazioni “La tua vita nella sinfonia del sì” Presieduta dal vescovo DOMENICA 29 APRILE Celebrazioni Diocesane per la Giornata Mondiale della Gioventù 18.00 accoglienza dei Giovani in gioia e nell’entusiasmo il sacerdozio affermando “non ci può essere posto né per la stanchezza, né per la tristezza: ci è proibito!”.L’olio consacrato per il crisma, i catecumeni e l’unzione degli infermi, quest’anno proveniva dalla piana di Gioia Tauro dove alcune cooperative di giovani dell’associazione “Libera Terra”, nella Diocesi di Palmi, gemellata con Jesi per l’Agorà dei Giovani Italiani, commercializzano una linea di prodotti realizzati da terreni confiscati alla Mafia. Il dono veniva dall’iniziativa di don Pino De Masi, vicario generale della Diocesi di Palmi e Incaricato di Pastorale Giovanile, da anni in prima linea, nella città di Polistena e in tutto il meridione nella lotta alla corruzione per una cultura della legalità. Don Cristiano Marasca Piazza Federico II 18.30 preparazione alla celebrazione 19.00 Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo Gerardo nel primo anniversario di Ordinazione Episcopale 20.00 Snack per i Giovani 21.00 Piazza della Repubblica: serata di animazione, riflessione, musica e canto “Verso Sidney seguendo la croce del Sud” animato da Creativ. Congratulazioni... Congratulazioni a Massimo Fava che il 27 marzo si è laureato presso l’università di Giurisprudenza di Bologna discutendo la tesi: “La misura alternativa dell’affidamento in prova in casi particolari” con relatore il prof. Massimo Patarini. Al neo dottore gli auguri per un brillante futuro. 22 aprile 2007 Jesi - Parrocchia San Francesco d’Assisi Invito alle coppie di sposi P rosegue il viaggio che la parrocchia San Francesco d’Assisi di Jesi propone sulla rotta dell’amore coniugale. Eravamo salpati, a novembre, dal porto dell’amore festoso, ricordando i giorni indimenticabili delle nostre nozze. A gennaio abbiamo conosciuto, ad Avenale di Cingoli, una esperienza di giovani famiglie che, con la guida di un sacerdote, hanno intrapreso un cammino pluriennale di ascolto della Parola di Dio (l’amore illuminato). Con il cineforum di marzo abbiamo, invece, riflettuto sulle interferenze della vita di coppia (l’amore contraddetto). Vogliamo ora tentare un’immersione in profondità per analizzare la vera essenza dell’amore e le sue caratteristiche “strutturali”. Ragioneremo insieme su un testo celeberrimo di San Paolo: quell’INNO all’AMORE, contenuto nella Prima Lettera ai Corinzi (cap. 12) molto spesso proclamato in occasione delle celebrazioni dei matrimoni. Ci aiuterà nella meditazione Guido Gia- nangeli, diacono, marito e padre di famiglia. Vi invitiamo, allora, a volgere la prua verso la Parrocchia di S. Francesco d’Assisi domenica 22 aprile alle ore 16,30. per i più piccoli sarà disponibile una baby sitter Mauro e Rita Agorà: tempo di “gemellaggi” G Gli scout del Kolbe in visita alla Diocesi di Parma li scorsi 5,6,7 aprile la comunità R/S del neonato gruppo Jesi 6, Parrocchia di San Massimiliano Kolbe, si è recata in Route di Pasqua a Parma. La scelta del capoluogo emiliano per la route di Pasqua sembrerebbe una scelta insolita: in realtà la decisione è stata presa guardando all’Agorà dei Giovani, e ai quasi 300 ragazzi che da Parma si sposteranno nella Diocesi di Jesi dal 29 al 31 agosto prima di partire per Loreto. Nel corso dei tre giorni gli scout hanno incontrato alcuni ragazzi che collaborano al Servizio di Pastorale Giovanile Diocesana e don Giovanni Lommi, responsa- bile della stessa: nel corso dell’incontro nella mattina del Sabato Santo è stato lanciato ufficialmente ai ragazzi jesini l’Agorà dei Giovani e il gemellaggio con la Diocesi di Parma grazie alla testimonianza di alcuni giovani di Parma che hanno partecipato ad altri “grandi eventi” (GMG, Pellegrinaggio Europeo a Santiago di Compostela). Giorgia Barboni