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Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Settimanale d’informazione
ANNO LV- N. 14
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
Voci di Piazza
C’
è una pagina che i cristiani dovrebbero sempre tener presente per non perdere coscienza di ciò che sono e di ciò che dovrebbero fare. Gli
Atti degli Apostoli (At 2,14-39) tratteggiano il volto
di una Chiesa, capeggiata da Pietro, che corre fuori
dal cenacolo e, in un mercato di piazza, desta lo stupore, e anche la derisione, a dire il vero, di quelli che
assistono al primo annuncio: che Gesù è risorto ed è
il Messia atteso, e che quelli che sono lontani Dio li
chiamerà.
Questa pagina è quasi una carta costituzionale del
cristianesimo, e i cristiani o fanno questo o semplicemente non sono. I vescovi italiani, guarda caso pro-
 jesi
Lorenzo Lotto
Un pubblico tanto numeroso da non riuscire ad
essere interamente accolto dal Teatro Moriconi
ha assistito domenica 15
aprile al Convegno Internazionale di Studi su “Lorenzo Lotto e le Marche”.
Eppure era una giornata
di vacanza inondata di
sole e si poteva prevedere
che l’evento fosse riservato quasi esclusivamente a
studiosi e cultori di storia
dell’arte. Molti sono invece rimasti in piedi dentro
e fuori il teatro, ad attendere di poter entrare fino
a tardi poiché i lavori si
sono protratti ben oltre il
mezzogiorno. Non tutte le
prio i successori di quel gruppo
di Undici che causò quel trambusto nel mercato di Gerusalemme,
hanno indicato la strada, la via
d’uscita dai cenacoli chiusi in cui
spesso si sono trasformate le parrocchie italiane. Non è più tempo
di aspettare dentro le aule del catechismo ma è ora di imboccare,
il più in fretta possibile, la via più
veloce in direzione del cartello
EXIT, per tornare nel luogo che
più appartiene al cristianesimo sin
dalle sue origini, i mercati, le piazze, le “Agorà” del XXI secolo.
Agorà dei Giovani Italiani è proprio il nome, dato dai Vescovi a
questo primo triennio che vuole
far ringiovanire la chiesa, e il processo è molto meno complicato di
un lifting o di una terapia al botulino, basta che la chiesa torni ad
essere quello che è stata nel suo primo giorno di vita
(pentecoste) ed il gioco è fatto.
In questi mesi si sono succeduti gli interventi per presentare questo processo globale di rinnovamento che
vedrà la sua prima grande tappa tra 130 giorni circa
nell’incontro del Papa a Loreto con i giovani italiani
(1-2 settembre), anche questo su una grande piazza
(Montorso) e sulle piazze mediatiche che caratterizzano il nostro tempo. Ma non mancano i segni di
speranza di questa “exit strategy” ecclesiale: quasi tutte le parrocchie, tolte pochissime che si mantengono
in vita attaccate al respiratore, hanno iniziato a coinvolgere le famiglie, con ottimi risultati, nel grande ge-
relazioni sono state esaurite. Di grande interesse,
illuminanti per contenuti
sono state quelle di Augusto Gentili, di Elena Filippi, di Giuseppe Capriotti,
di Vittorio Sgarbi. Nel
pomeriggio un concerto
vocale e strumentale di
musiche di G.B. Pergolesi
presentato nella Galleria
degli Stucchi di Palazzo
Pianetti
dall’Ensamble
Roma Classica ha coronato l’evento. Ne riferiremo
più dettagliatamente sul
prossimo numero. E’ stato
intanto annunciato che gli
atti del Convegno appariranno a dicembre.
a.f.c.
 jesi
Per la vita
Impôt repriséTassa riscossa Ufficio di Jesi
domenica 22 aprile 2007
Nel primo anniversario
di ordimazione
episcopale del Vescovo, il
29 aprile, la Giornata
della Gioventù in diocesi
sto di accoglienza di cui siamo chiamati a dar prova il
29-30-31 agosto per accogliere i giovani che da tutta
Italia verranno in Vallesina per prepararsi all’incontro
di Loreto, e per aiutare, allo stesso tempo, le comunità parrocchiali a diventare “voci di piazza” gente che
fa rumore, che desta interesse, che annuncia e non si
vergogna, come Pietro, di dire “Gesù è il Signore”.
Ma altre tappe a breve attendono al varco tutti noi
in questa grande opera di ri-appropriazione della nostra identità. Il 25 aprile alle 15 presso lo Stadio del
Conero (Ancona) si svolgerà la partita di calcio tra
la Nazionale Italiana Cantanti e la Nazionale Italiana
dell’Agorà, una squadra in cui giocheranno vescovi,
preti, giovani laici, politici locali: un altro evento di
piazza in cui la Chiesa scende in campo per la legalità (il ricavato della partita servirà per la realizzazione
di un progetto nella Diocesi di Napoli).
La piazza di Jesi (Piazza della Repubblica) diventerà
un tutt’uno con l’Agorà dei Giovani nella sera del 29
aprile per la celebrazione diocesana della Giornata
Mondiale della Gioventù. La data coincide tra l’altro
con il primo anniversario di ordinazione episcopale
del Vescovo Gerardo (uno che in questa Chiesa di
Piazza ci crede sul serio), e in quel giorno i giovani,
dei gruppi e non, tutti, dopo la Celebrazione in Cattedrale alle 19, e un piccolo snack, si incontreranno
alle 21 davanti al Teatro Pergolesi per una serata di
animazione, festa, musica, riflessione guidata dall’associazione Creativ e che fa eco ai temi del progetto
dei Vescovi e del Messaggio del Papa ai Giovani intitolata “Verso Sidney seguendo la Croce del Sud”.
Tutto perché la gente, guardando i cristiani torni
a stupirsi e a domandarsi “Che cosa vuol dire tutto
ciò?” (At 2,12).
Don Cristiano Marasca
La cittadinanza è invitata all’inaugurazione del
Centro di Aiuto alla Vita
(CAV) “Savino Antenori” di
Jesi, che si terrà sabato,
21 aprile alle ore 16 presso la Biblioteca Diocesana
Card. Petrucci a Palazzo
Ripanti in via Santoni, 1.
Si prevede, tra gli altri,
la partecipazione dell’onorevole Carlo Casini,
presidente nazionale del
Movimento per la vita,
che interverrà sul tema
“La funzione dei CAV a
trent’anni dalla legge
sull’aborto”. Seguirà il taglio del nastro presso la sede del
CAV in via Costa Baldassini 10 (di fianco alla
chiesa di San Pietro Apostolo), dove si terrà un
momento conviviale.
il delicato problema del Testamento biologico
Un testamento che salvaguardi la dignità della persona
P
resso la XII commissione del Senato giacciono da
tempo ben otto proposte di legge riferite al delicato problema del testamento biologico (TB). Ma in che
consiste questo testamento? Consiste nel riconoscere,
per legge, la possibilità che, chi desidera, possa esprimere per iscritto quale debba essere il comportamento
di chi ci assiste, medici compresi, nell’eventualità che,
per motivi di età, di incidente od altro, dovessimo perdere la coscienza. Insomma, si tratta di dettare il tipo
di assistenza per una morte da noi accettabile.
Al momento le posizioni più rilevanti sono tre. La prima, che trova il suo massimo sostenitore in Umberto
Veronesi, (che sostiene anche l’eutanasia ma che, per
ora, non introduce nel TB), lascia piena libertà al soggetto di pretendere quanto desidera, a cominciare dalla
non utilizzazione o dalla sospensione di ogni uso meccanico per sostenere la vita, una vita che tale non è più
data la perdita di tutte le facoltà superiori che ci distinguono dall’animale (ragione, volontà, coscienza).
La seconda, in diretta opposizione alla prima e che ac-
cetta mal volentieri il TB (sia pure a determinate e rigide condizioni) è, per esempio, quella del card. Barragan, che in un recentissimo dibattito di carattere interreligioso promosso dal presidente della commissione
senatoriale Ignazio Marino, sostiene soprattutto il valore della sofferenza e del dolore cristianamente intesi.
La terza posizione, quella sostenuta dalla stragrande
maggioranza del mondo cattolico, trova la sua radice
nella interpretazione del concetto di dignità della persona umana che non tramonta mai, neppure quando
essa perde le facoltà superiori, così come avviene nell’essere umano diversamente abilitato, del quale nessuno misura il grado del suo handicap, che infatti, per
gravissimo che sia, non fa venir meno l’eccellenza della
sua natura umana. Di qui la chiara presa di posizione
di papa Giovanni Paolo II in occasione di un congresso internazionale (marzo 2004) proprio sul tema del
trattamento di sostegno nello stato vegetativo dell’essere
umano. Egli sostiene questo concetto fondamentale (ripreso in questi giorni da Giuseppe Betori, segretario
della Cei e da altri): l’alimentazione e la idratazione del
malato in stato vegetativo sono il mezzo naturale per
la conservazione della vita, non atti medici, e pertanto
vanno mantenuti anche con mezzi meccanici finchè il
malato possiede le altre facoltà biologiche che lo fanno sopravvivere. Insomma: per il mondo cattolico la
sospensione del cibo e dell’acqua introduce l’eutanasia
passiva e quindi non va accolta.
Conclusione. La posizione della Chiesa è mirabile per
l’elevatezza in cui pone la grandezza e la dignità dell’uomo. E’ anche vero però che gran parte del mondo
laico-laicista (vedasi le legislazioni di alcuni Stati europei e la posizione di forze politiche in Italia) si sta
nettamente ribellando al mantenimento di una vita che
non è più vita, ma che è considerato solo accanimento
terapeutico. Quale poi sia il confine tra il rispetto della vita e l’accanimento terapeutico, è il nodo ancora da
sciogliere.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Cultura e società
22 aprile 2007
“Mondo”: ricordo di un artista
L’Ulisse della pittura
di Giuseppe Luconi
Eravamo cresciuti quasi porta a porta,
nel vecchio stradone di Giù pe’ Sant’Anna,
alle porte di Jesi. Io monello senza pensieri; lui, Mondo - Edmondo Giuliani - con la
nonna, la vecchia Starna,
che gestiva la tabaccheria della borgata. Sempre
piegato sui libri, Mondo.
Sempre con un libro in
mano da leggere, per saperne di più, per crescere.
Lo trovavi seduto sul
ciglio di un marciapiedi
o sull’erba del greppo a
capo della Porcarella, il
naso quasi appiccicato
alle pagine del libro, che
già allora la vista gli era
in debito. Tutti gli si voleva bene. Ma c’era anche chi non lo capiva, chi
lo vedeva piuttosto nei
panni del bighellone che s’attacca ai libri
solo per scansare il peso della fatica.
Aveva imparato anche le lingue. Lo spagnolo lo aveva parlato in Argentina, dove
era stato, giovanissimo, per qualche anno.
Nel ’44, durante la guerra, la sua conoscenza del tedesco ci era stata preziosa quando, su invito di mio padre, era intervenuto
presso il comando germanico per farci restituire la nostra casa, occupata e saccheggiata dalla Vermatch. Dopo la liberazione,
il suo inglese gli aveva assegnato il titolo di
interprete presso gli Alleati.
Gli era riuscito anche di ottenere un
posto da impiegato, al Consorzio Agrario,
ma la vita dietro una scrivania non era fatta
per lui. Aveva bisogno di essere libero, di
sentirsi libero, padrone del suo tempo, per
se stesso e per la pittura, suo primo grande
eterno amore. E poiché tutto ha un prezzo,
quella sua libertà gli era costata la non-libertà di chi è costretto, per sopravvivere, ad
affrontare sacrifìci, privazioni, umiliazioni.
“Dopo la guerra, e poi con moglie e
quattro figli, non era facile campare - ricordava. - Per arrangiarmi, di mestieri ne ho
fatti tanti. Ho anche fatto il commerciante,
senza saperlo fare. Vendevo col furgoncino
articoli di biancheria e cianfrusaglie, qua
attorno, per i paesi. Ma la pittura no, quella
non l’ho mai abbandonata”.
Vendeva bottoni di madreperla e spagnolette di cotone, pedalini e
canottiere. E svendeva i
suoi quadri, talvolta recuperando sì e no le spese.
“La mia paura nel tempo
- diceva - è stata sempre
quella di come sbarcare
il lunario e questo assillo mi ha condizionato”.
Condizionato, dunque,
dal bisogno. Ma anche
dalla incomprensione dei
suoi conterranei: “Come
uomo della mia città - ripeteva - dai miei concittadini mi sarei aspettato
un rapporto più spontaneo e amichevole”.
Poi, finalmente, nel
2000, il pubblico riconoscimento: il conferimento della cittadinanza benemerita. “Per la grande passione – si legge nella motivazione - con cui
si è dedicato all’attività artistica, svolta con
disinteresse e spontaneità, ottenendo importanti riconoscimenti a livello regionale
e nazionale, che onorano il nome della sua
città natale alla quale lo lega un profondo
e reciproco legame affettivo”. Volitivo e
istintivo, arguto ed estroso, indubbiamen-
te generoso, ma anche difficile, per quel
suo carattere ribelle, per quella sua grinta:
pronto sempre alla polemica, a prendere
fuoco, ma anche «a dimenticarsi di tutto
e di tutti davanti al cavalletto». Sì, perché alla fine
era sempre lui ad aver
ragione: era la sua pittura che vinceva per lui. “Il
Signore —.confidava - mi
ha dato più bene che male
per colmare di gioia la
mia tormentata esistenza.
Egli mi ha dato la possibilità di esprimermi. L’arte
- concludeva - è una grande salvezza”.
Ormai un po’ avanti
con gli anni, aveva frequentato l’Accademia di
Belle Arti di Macerata,
dove aveva ottenuto a pieni voti il diploma di maestro d’arte e, più che sessantenne, quello in
scultura.
“Non sono tornato sui banchi di scuola - precisava - perché sui banchi non c’ero
mai stato. Solo che a cinquant’anni ho voluto vedere se ancora ero capace di capire,
di aprirmi a cose nuove. Non sono andato all’Accademia per studiare pittura, ma
per portare la mia pittura all’Accademia,
per confrontarla con la cultura ufficiale. E
se poi ho studiato scultura, l’ho fatto per
completare la mia pittura”.
Ogni tanto ci incontravamo da Favio, il
barbiere poco sopra i rastelli. E per qualche tempo al centro della conversazione
era l’ex tempore di pittura Giù pe’ Sant’Anna
che impegnava già allora tanti ragazzi. Gli
piaceva, quel concorso, perché era pulito:
“Tutta la mia vita è stata un’estemporanea –
disse un giorno - Mi hanno definito l’Ulisse
della pittura. Ho avuto ben duecentotrenta
premi, eppure ad essi non riesco a dare
molta importanza, perché sono subentrati
gli interessi, si sono formate clientele...”.
Al Giù pe’ Sant’Anna, quando ci si ritrovava, dopo cena, con i membri del comitato per la scelta dei lavori migliori, a Mondo
piaceva ragionare sui quadri, leggerli, tutti.
E per ogni quadro aveva un’annotazione, una interpretazione. Non stroncò mai
nessun quadro: anche nel dipinto più povero riusciva a trovare qualcosa di positivo,
perché capiva i sogni che
ci sono dietro ad ogni dipinto di un monello.
Anche una volta
uscito dal Comitato, era
rimasto fedele alla borgata. “E’ qui che mi sento più protetto - diceva
- insieme alla gente in
mezzo alla quale sono
stato ragazzo e sono
sempre vissuto. Ora che
sto avanzando negli anni,
so con chiarezza che ho
vissuto cercando di non
tradire il ragazzo che
ero allora, il ragazzo che
c’è in ognuno di noi. Ho
cercato di non crescere,
poiché alla fine noi adulti non siamo nient’altro che dei ragazzi
peggiorati”.
Di Mondo conservo, ormai da tempo,
un quadro che non appartiene al suo genere, forse unico nella sua produzione artistica: l’immagine di un clown, dalle tinte
forti che rimarcano il trucco del personaggio ma che lasciano trasparire un velo di
malinconia, forse la stessa che Mondo si è
portata sempre dentro.
Montecarotto - una tavola sconosciuta di Antonuccio
L’unico jesino alla scuola del Lotto
S
orprendente coincidenza: il 15 aprile si è tenuto a Jesi il primo, credo,
di una serie di Convegni per il 450°
anniversario della
nascita di Lorenzo
Lotto con un programma che stampammo con la Corale Petrucciana
nell’autunno scorso. Annunciavamo
due incontri, uno
il 20 aprile a Jesi in
Biblioteca, l’altro a
Montecarotto nella Collegiata.
Si tratta di due
conferenze - concerto che avranno
come primo relatore mons. Gianni
Polita, l’arciprete
che con passione
e solerzia ha reso
possibile la cura e
le pubblicazione,
del primo in assoluto nella Diocesi,
ma anche con pochi concorrenti nelle
Marche, “Catalogo del Fondo Musicale della Insigne Chiesa Parrocchiale
SS.Annunziata di Montecarotto.
Il catalogo realizzato dalla dott.ssa
Mariella Martelli con puntuale scientificità, oltre che rivelare la ricchezza
della sensibilità musicale e artistica di
Montecarotto servirà di guida per future ricerche stimolando maggiore attenzione al patrimonio culturale della
nostra Diocesi.
La conferenza, oltre che rispondere
a molte curiosità sul formarsi di questo patrimonio, offrirà l’occasione per
ascoltare per la prima volta, dopo
qualche secolo, brani che accompagnavano le funzioni della Collegiata
eseguiti dalla Corale Petrucciana sotto
la direzione della stesso direttore Mariella Martelli.
Ma per terminare con quella coincidenza con cui iniziavo, il sottoscritto, nella circostanza, presenterà una
tavola della Madonna della Misericordia, recentemente restaurata dalla
restauratrice Francesca Pappagallo,
Con stima
e amicizia
Lo scorso 13 aprile è
deceduto il pittore jesino Edmondo Giuliani,
conosciutissimo a Jesi
e nella Vallesina come
“Mondo”. Aveva 92 anni,
gli ultimi dei quali vissuti nella malattia. Ero
legata a lui da amicizia
e stima. Ogni volta che
ci incontravamo, mi fermava per chiedermi una
foto. Così nel 1997, in
piazza Federico II, sotto
le finestre di Voce della Vallesina e nel 1998
durante le fiere di San
Settimio.
Anna V. Vincenzoni
sempre per la cura appassionata dell’Arciprete, unica tavola che conserviamo del pittore jesino Antonuccio
figlio di Andrea da
Jesi e di Margherita Presiutti sorella
di Giuliano, a sua
volta Pittore di
Fano.
Antonuccio è diventato
famoso
anche perché nel
Libro delle Spese Diverse (15381556) L. Lotto ne
fa menzione.
Antonuccio nasce
a Jesi nel 1530, frequenta la bottega
dello zio Giuliano
a Fano e nel 155354 è garzone con
L.Lotto, il quale
in data 3 dicembre
1554 annota che
Antonuccio lo lascia perché “la moglie vuole figliare “.
La produzione artistica di Antonuccio,
che non sto ad elencare, fu abbondante ma il tempo è stato impietoso, forse perchè più bravo a far figli, ne ebbe
sette, che a dipingere.
Quest’unica tavola che conserviamo
ritrovata sotto strati di ridipinture non
fu molto apprezzata nel 1561 da Angelo di Jacopo e Corrado di Gianantonio appartenenti ai signori Quattro
di Montecarotto che all’atto del pagamento volevano diminuirne il prezzo
e si ricorse in tribunale..
Resta comunque l’unica delle sue opere pervenuta fino a noi, dell’unico pittore jesino alla scuola di L. Lotto. Antonccio muore nel 1573 a soli 43 anni,
discendente da pittori e padre di altri
che verranno, non tutti geni ma interessanti pittori e alla fine musicisti
che onorarono la loro professione.
AP
Antonuccio di Andrea da Jesi - 1561 olio su tavola – chiesa di Santa Maria
della Misericordia, oggi San Filippo, a
Montecarotto.
3
Cultura
22 aprile 2007
Progetto “Jesi ipogea” Importante servizio di Lions e Banca Popolare
Alle radici della nostra storia
SCUSATE IL BISTICCI O
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
I
CONTRO LA HYBRIS
Aggiunta iniziale… anti-luciferina
AMA IL FRATELLO ! E l’ Uom si fa
omicida:
Caìn strappa la vita al giusto Abele.
TEMI IL SIGNORE ! E l’Uomo il Cielo sfida
innalzando la Torre di Babele.
II
GUARISCA PRESTO, REVERENDO !
Bisenso infermieristico
Il mio parroco caro e venerato
soffre di fastidiosa malattia:
occorre sottoporlo a terapia.
Come dire: il curato va curato.
Il 27 e 28 aprile a Jesi
Storia e
testimonianza
“Nel cuore dello sterminio: Auschwitz tra storia
e testimonianza” è il tema
del seminario proposto ad
alunni, insegnanti e cittadinanza nelle mattine del 27
e 28 aprile al teatro Studio
“Valeria Moriconi” in piazza
Federico II a Jesi. Giovanni
De Luna, docente all’Università di Torino, proporrà una
conversazione su “Il nazismo
come biopolitica”, il 27 aprile
dalle 10; un testimone della
Shoah, il dottor Nedo Fiano,
condurrà una riflessione su
“Il coraggio di vivere dopo
Auschwitz”, sabato 28 dalle
ore 10. L’iniziativa è organizzata dal comune di Jesi e
dal Liceo Classico “Vittorio
Emanuele II”.
“Non tutti sanno che il Lions Club
International è la più grande organizzazione mondiale di servizi. Nei
suoi quasi novant’anni di vita ha
progettato e attuato una miriade
di iniziative benefiche di varia natura, a livello locale e internazionale, impegnandosi in campo sociale,
sanitario, culturale, ambientale.
Non sono state rese note con forme eclatanti di pubblicità, perché
appartiene all’etica lionistica il
principio che “è più importante fare
che comunicare”. Tuttavia sembra
giusto considerare da vicino almeno quelle promosse a favore della
comunità locale”.
E’ quanto ha fatto innanzi tutto
presente la dott.ssa Mara Martinovich, presidentessa del Lions Club
di Jesi, nella conferenza stampa in
cui il 2 aprile è stato illustrato il
più importante service lionistico
di quest’anno; che è particolarmente importante, perché ricorre il
cinquantenario della fondazione del
Club. Si tratta di un intervento di recupero archeologico,
progettato dal Lions Club di
Jesi e dalla Banca Popolare
di Ancona, che interesserà la
chiesa di S. Pietro Apostolo.
“Un dono simbolico” lo ha definito la presidentessa. “Permetterà di conoscere meglio
le radici della nostra storia,
di definire più chiaramente la
nostra identità, di qualificare
la nostra cultura, il suo ruolo,
il rapporto con altre culture”.
L’avv. Marco Cercaci, presidente dell’Archeoclub di Jesi,
ha successivamente sottolineato l’importanza di sinergie che, coagulando risorse
economiche e competenze, permettono di realizzare progetti di alto profilo
con effetti benefici non di breve vita
per la città. Il progetto che interessa la Chiesa di S. Pietro Apostolo, da
tempo meditato, è tenuto in speciale
considerazione dall’Archeoclub di Jesi
che ugualmente celebra nel 2007 una
ricorrenza significativa: il trentacinquesimo anniversario della sua fondazione.
“I tempi impongono di assolvere
compiti costituzionali in ristrettezze economiche” ha ribadito il prof.
Maurizio Landolfi, ispettore della Soprintendenza per i Beni Archeologici
delle Marche. “Per questo l’unica strada percorribile, ora come in futuro,
per riuscire a concretizzare iniziative
di grande valore sociale e civile sono
valide e autorevoli sinergie”. Ha aggiunto poi: “ Jesi non è un caso isolato
da un punto di vista archeologico. Le
esplorazioni che si stanno effettuando
ora fanno parte di un altro più ampio
progetto: la possibile realizzazione di
un percorso sulle tracce di “Jesi ipogea”.
ni giovani archeologi.
La preliminare constatazione che
questa chiesa era stata la prima Pieve di Jesi e della diocesi induceva a
credere che fosse molto antica. La
sua fondazione risale infatti al IX°
secolo, cioè ad età carolingia. Nel
XIII° secolo venne ristrutturata sotto il pontificato di Bonifacio VIII°,
come dimostra lo stemma posto in
via Baldassini, al di sopra di quello
che si presume dovesse essere in
epoca medievale il portone d’ingresso. Al XIII° secolo risalgono
pure alcuni affreschi; al XV° secolo appartengono altri realizzati da
Marcantonio di Andrea di Bartolo.
E’ di Giambattista Ricci (1620) la
pala dell’altare.
Nel 1720 la chiesa fu completamente distrutta da un incendio per essere ricostruita venticinque anni dopo
nelle sue forme attuali. Sembra che
il grande Mattia Capponi abbia contribuito a realizzare la scenografica
scalinata. Nelle quattro edicole sulla facciata furono collocate
statue degli apostoli scolpite
dal folignate Stefano Montrocchi. Vi restarono solo
dodici anni: nel 1798 i Giacobini purtroppo le distrussero.
Gli scavi hanno ora portato
alla luce tre diversi strati che
individuano l’esistenza di
tre chiese sovrapposte. Nel
più antico, di epoca romana,
sono visibili un mosaico a
tessere bianche e resti di tegole. Nel secondo il ritrovamento di innumerevoli ossa
indica l’esistenza di tombe
che pure, in diversa collocazione, sono visibili nel terzo
strato.
Si tratta quindi di una situazione archeologica complessa. E’ da scoprire
quale fosse l’orientamento della chiesa primitiva, quali le sue dimensioni;
quali le fosse comuni e le tombe singole, quali i materiali di costruzione
usati. Queste e molte altre indagini gli
archeologi effettueranno. Non resta
dunque che attendere le rivelazioni
degli scavi ora in corso.
S. Pietro Apostolo: la storia, le nuove
scoperte
Alcuni anni fa Mons. Oscar Serfilippi
accolse con entusiasmo la richiesta di
poter effettuare scavi nella chiesa di
S. Pietro Apostolo, nella convinzione
Fotoservizio: Augusta F. Cardinali
che avrebbero permesso di conoscere meglio la storia del Cristianesimo Nelle foto: -1 - Lo stemma in via Bala Jesi. Da allora non vi sono state mai dassini che riporta la data, 1294, in
riserve, né dalla curia né da altri, che cui sotto Bonifacio VIII° fu ristruttuostacolassero il procedimento dei la- rata la chiesa.
vori di scavo, svolti sempre nel pieno -2- L’area di ritrovamento delle ossa,
rispetto delle norme di legge da alcu- nel secondo strato
Composizione inedita di Giancarlo Aquilanti
Musiche per la Resurrezione
L
a novità assoluta che come ormai consuetudine
ogni anno la Filarmonica Marchigiana riserva per
la sua Stagione Sinfonica, è stata inserita nel concerto del 3 aprile “Musiche per la Pasqua”. Si tratta di un
“Introitus”, composizione espressamente commissionata dalla FORM al M° Giancarlo Aquilanti e presentata in prima esecuzione assoluta.
Era in sala l’autore, ritornato per l’occasione dalla
California a Jesi dove, dichiara, ha lasciato il cuore
e tanti amici, affetti, ricordi. Questa sua opera è dedicata ad uno di loro recentemente scomparso; il M°
Paolo Ciarloni.
E’ strutturata come una preghiera a cielo aperto
piuttosto che come una composizione adatta ad una
funzione liturgica la sua opera. Breve ed estatico è
l’input iniziale che si apre ad una melodia popolare
dipanata in crescendo. Sono riconoscibili schegge di
gregoriano e contaminazioni esotiche rimandate da
ritmi concitati di strumenti inconsueti. Il moto perpetuo, avvolgente, rende un tempestoso battito del
cuore, si placa, di nuovo si anima. L’uso, oltre agli
archi, di ottoni e percussioni, può far pensare ad una
composizione ‘non sacra’. E’ ammissibile tuttavia
una giustificazione: perché se Dio è in cielo e in terra, anche oltre il traffico di una metropoli può essere
riconosciuto.
Due composizioni sacre, ma diversissime e quasi
contrapposte per carattere e stile erano affidate al
soprano Paola Antonucci: il ‘Salve Regina’ di G.B.
Pergolesi e il mottetto ‘Exultate, jubilate’ di W.A.
Mozart. Nella prima, contemplativa composizione
il rapporto tra parola e musica è evidente, raggiungendo alta drammaticità in ‘Eja ergo’ e dissolvendosi
in dolcezza nell’invocazione ‘O clemens’. Una gioia
prorompente esprime invece il mottetto mozartiano
dove fiorettature e virtuosismi canori riproducono i
gorgheggi di un uccello incantato. Nelle due interpretazioni Paola Antonucci ha avuto perciò occasione di mostrare compiutamente classe, abilità, versatilità.
Infine in programma un grande nome: F.J. Haydn e
la sua ‘Sinfonia funebre’. Non è qui tragico il clima. Il
compositore guarda oltre la morte, al superamento
del dolore espresso dal colpo d’ala robusto, eroico
che chiude il finale. Ed è già Resurrezione.
Ha diretto con sicurezza la Filarmonica Marchigiana
il M° Giorgio Mezzanotte, non nuovo ad esperienze
originali, anche difficili, come questa. Buon successo,
ma qualche assenza fra il pubblico consueto, forse a
causa della diaspora già in atto delle ferie pasquali.
Richiamiamo quindi opportunamente al prossimo
appuntamento. Sarà per venerdì 30 aprile con ‘Vive
la France!’, penultimo dei concerti della Stagione.
a.f.c.
4
Attualità
22 aprile 2007
nel mondo del lavoro: appunti di viaggio
di Gabriele Gabrielli*
Sulla “flessibilità”
Lo strappo di qualità
di Riccardo Ceccarelli
T
ra gli avvenimenti che ci hanno travolto in queste ultime settimane – le
polemiche sulla liberazione del giornalista di “La Repubblica” Mastrogiacomo
e sugli sgozzamenti del suo autista e poi
del suo interprete, sulla legge elettorale,
le continue stragi in Iraq e quelle messe
in atto in Marocco e in Algeria, i congressi dei partiti – non ci ricorderemo
chiaramente di una intervista andata in
onda su TG1 la sera del 22 marzo. La TV
italiana ha ripreso l’intervista dell’emittente “al Aqsa” di Gaza, controllata da
Hamas, fatta a due bambini, Mohammed quattro anni e mezzo e la sorellina
Dhoha due anni di più, figli di una palestinese Rim Al-Riyashi di 23 anni che
il 4 gennaio del 2005 si fece esplodere
all’altezza del valico di Karni, tra Gaza e
Israele, causando, oltre la sua, la morte
di cinque israeliani. I due bambini vengono sollecitati dall’intervistatore in un
dialogo a dir poco agghiacciante dove
viene esaltato il “martirio” della loro
mamma. Eccone alcune perle. “Dov’è la
mamma ora?”, “In Paradiso”, risponde
Dhoha”. “Cosa ha fatto la mamma?”, “Ha
commesso un martirio”. “Dunque ha
ucciso degli ebrei, non è vero?...Mohamed, sai dirmi quanti ebrei ha ucciso
la mamma?” “Molti” replica il fratellino.
“Quanti?” incalza. “Cinque” e mostra le
dita della mano sinistra aperta. Un’ultima domanda a Dhoha “Vuoi andare dalla mamma?”. “Sì” dice lei senza rendersi
conto del senso della terribile risposta.
Un piccolo particolare in nota. La frase
“quanti ebrei ha ucciso la mamma” è diventata “quanti uomini” nella traduzione ascoltata alla TV italiana, forse per
non turbare qualche sensibilità. Il tutto
politicamente corretto. Corretta come
gran parte della nostra informazione.
Una riflessione poi. Come si può pretendere la pace tra palestinesi e israeliani
quando già da piccoli li si educa all’odio?
Nei libri di testo diffusi nelle scuole palestinesi, Israele è visto come il nemico
da combattere, creazione dell’imperialismo occidentale, mentre al conflitto viene dato un carattere di guerra religiosa
dell’Islam. Più che alla pace e alla coesistenza si educa così ad una profonda
avversione. I gesti dei kamikaze, ovunque operano, sono esaltati e giustificati
“religiosamente”: il Paradiso in cambio
di quanti più morti si riesce a procurare. Uccidere insomma in nome di Dio.
L’eclisse della ragione è anche l’eclisse di
Dio o di quello che si ritiene tale, almeno nominalmente. Un quotidiano assurdo cui assistiamo, impotenti, di fronte
ad un terrorismo di frange estreme di
ispirazione islamica che, pur mettendo
in crisi molte convinzioni, ci dovrebbe
far recuperare a noi occidentali – se lo
vogliamo – il vero volto del Dio della
vita, quello che per noi cristiani è il Dio
di Gesù Cristo, il Risorto. L’esperienza
della Scuola di musica “Magnificat” di
Gerusalemme portata avanti dal nostro
P. Armando Pierucci, va nella direzione
della pace, del dialogo e della convivenza
tra diverse religioni. Una testimonianza
del Risorto che collide con l’educazione
all’odio che a livello istituzionale si fa in
altre parti. Segni di speranza forti e generosi che rischiano di essere ignorati
di fronte alla grande eco mediatica dei
tagliatori di teste, cui peraltro, dopo un
primo sgomento, non tardiamo a farci
l’abitudine. Situazioni di odio con avallo
religioso che si avvitano su se stesse senza trovare percorribili vie di uscita e motivano soluzioni che preoccupano ed aggravano la quotidiana convivenza. Solo
una rottura con le dinamiche esistenti
della forza e dell’odio, data unicamente
dalla forza dell’amore, può recuperare la
vera dignità dell’uomo come creatura e
come figlio di Dio. Uno strappo di qualità che deve diventare maggioritario non
solo nei sogni ma anche nei segni. L’unico che potrà evitare all’uomo di continuare ad essere lupo a suo fratello.
la flessibilità allarga le
prospettive e fa vedere
nuove cose
V
iviamo in piena epoca della “flessibilità” e delle sue molteplici applicazioni e declinazioni in ogni campo
della nostra vita. Nei contesti organizzativi, e in particolare in quelli di lavoro, la flessibilità ci richiede attitudini e
comportamenti molto diversi dal passato anche prossimo. Perché le esigenze con uno o pochi colleghi, in un ambiendi flessibilità non finiscono mai e cre- te aperto con decine di colleghi; in un
scono velocemente, giorno dopo gior- “open space” appunto, dove tutto perde
no; non ce ne accorgiamo, forse, ma la di intimità; dove tutti possono sentire
“flessibilità”ci sta cambiando tutti pro- ogni cosa o osservarti mentre telefoni,
fondamente. E chi non cambia o non mentre lavori al pc e così via. Può esseè disponibile a cambiare non sembra re però anche la flessibilità che ci viene
poter trovare spazio nella nuova realtà. richiesta per poter convivere in un amLa disponibilità infatti a modificare abi- biente di lavoro ricco di “tante divertudini, atteggiamenti e modi di fare è il sità”: di cultura, di età, di razza, di resegno più evidente attraverso cui si ma- ligione, di preferenze, di atteggiamenti.
nifesta la “competenza” della flessibilità. Queste tipologie di flessibilità sono, in
È un cambiamento non banale, ma ci è qualche maniera, tutte “integrative” di
richiesto con forza per vivere un’epoca modelli culturali diversi e quindi amdi profonde trasformazioni dove “tutto pliano le nostre capacità di farci carico
può essere diverso” da come siamo stati di situazioni diverse e più complesse.
abituati a vederlo sinora. Nel concreto, Ci sono però interpretazioni della flesla “flessibilità” si può declinare in tanti sibilità di altra natura. Secondo questa
modi. Può essere la flessibilità con cui diversa prospettiva vivere in modo flesci si abitua a lavorare, anziché in una sibile, anche sul lavoro, significa poter
stanza condividendo il nostro spazio fare a meno di ogni legame con gli altri
e quindi non rispettare, o credere che
si possa “non rispettare” in nome della flessibilità, gli impegni presi o le responsabilità assunte. In nome di questa
discutibile interpretazione la flessibilità
diventa allora sinonimo di “scioglimento” da ogni legame e vincolo. Diventa
impossibilità (o non volontà) di assumere un qualsiasi impegno di medio-lungo
tempo perché ritenuto, quest’ultimo,
incompatibile con la flessibilità che, in
questa prospettiva, viene declinata per
dirla in un altro modo come “libertà da
ogni responsabilità”.
La flessibilità, quella “autentica” da cui
siamo partiti con queste annotazioni,
rappresenta invece una importante e
utile risorsa per gestire le nuove complessità anche sui luoghi di lavoro, allargare le nostre prospettive, farci vedere
nuove cose e aprire inesplorate possibilità.
L’”altra” flessibilità, invece, quella con
cui vorremmo dare copertura alla nostra voglia di de-responsabilizzazione,
può essere soltanto l’anticamera del
“precariato come ideologia” e manifesto
programmatico di una gestione non sostenibile.
*Docente Università LUISS Guido Carli
Teatro Amatoriale alla ribalta
L’ultimo ‘Sberleffo’
S
i è conclusa al Pergolesi,
con genuino successo, la IV°
Rassegna di Teatro Amatoriale in vernacolo ‘Lo Sberleffo’.
Cinque commedie, cinque
autori, cinque compagnie alla
ribalta. L’ultima a scendere in
campo è stata, il 14 e 15 aprile, “El Passì” che ha portato
in scena un lavoro teatrale di
Oriano Barchiesi; prevedibilmente ‘gustosa’ stando al titolo: “Chi maneggia ‘l mèle se
licca i didi”.
Oriano Barchiesi non è del
tutto nuovo ad esperienze teatrali. Ha già scritto e rappresentato, sempre in dialetto, un
suo più breve testo, ‘Tutto pe’ i
guadrì’ e ne ha pronto un altro
inedito: ancora in vernacolo,
ma con l’inserimento di parti
cantate e dedicato ai ragazzi.
Lo ha definito ‘una rivisitazione della vita di S. Francesco’. E’
invece questa la sesta commedia che “El Passì” rappresenta
e l’esperienza acquistata fino
ad oggi dai componenti della
compagnia appare evidente.
Recitano con naturalezza, sicurezza, con vivacità non eccessivamente enfatizzata e di
agile ritmo. E’ però una facilità
conquistata con prove assidue
che si sono protratte per mesi,
tenuta pure sotto l’attento
controllo dal regista, Claudio
Corinaldesi.
Anche se i riferimenti sono
puramente immaginari i
personaggi della commedia
sono stati suggeriti da fatti di
cronaca vera. Al centro della
storia è il titolare di un’agenzia di viaggi, Gastò. Vanesio,
furbastro, con pochi scrupoli
e persino volgarotto, spera in
facili guadagni architettando
piccole truffe ai danni dei suoi
clienti. Di lui è testardamente innamorata la segretaria,
‘Dalgisa che cerca pure, ma
inutilmente, di fargli ricuperare giudizio. Altri personaggi
si muovono intorno a loro: la
sorella di Gastò, Amalia, una
vera-finta tonta che fa ‘pendant’ con suo figlio Carletto,
un ragazzotto fannullone e
giocherellone del tutto refrattario allo studio. Ci sono poi
Nelletta, la donna delle pulizie
perpetuamente
indaffarata,
Mrs. Richot, una professoressa d’inglese che con buone arti
cerca di sfruttare a suo vantaggio le smancerie del titolare
latin lover; due sposi tardoni,
Gigio e Ninetta che, prenotato
in agenzia il viaggio di nozze,
si troveranno oltreoceano in
mezzo ad impreviste avventure. Da aggiungere Mansueto e
Fiammetta, padre e figlia, che
verranno costretti ai lavori
agricoli forzati in un agriturismo; l’ingenua, malaccorta
Ersilia che dopo aver affidato i
suoi risparmi a Gastò si vedrà
obbligata a fare la badante; un
Vice Sindaco impettito e fin
troppo zelante e Dario, ex innamorato di ‘Dalgisa, grezzo e
zotico, ma con scarpe grosse
e cervello fino. Sono tredici
diversi personaggi – impossibile elencare i nomi di tutti gli
interpreti - che condurranno
ovviamente al lieto fine. Non
mancherà però prima il ‘chi la
fa l’aspetti’. Circondato infatti
dalle rimostranze di tutti, Gastone si darà alla fuga, pren-
dendo finalmente coscienza
delle sue troppo pesanti marachelle. Lo salverà ’Dalgisa, naturalmente, perché è sempre
vero che l’amore vince ogni
ostacolo.
Non si è trattato solo di una
commedia divertente, con personaggi simpaticamente caratterizzati, ben recitata e ben costruita scenograficamente. Lo
spettacolo è stato anche una
festa per tutti, attori e spettatori. Un supplemento al merito si è aggiunto. Il ricavato era
devoluto alla Croce Rossa per
un’importante l’iniziativa: l’acquisto di un taxi sanitario. Vi
è stato solo un attimo per non
sorridere, all’annuncio che la
recita era dedicata a Edmondo
Giuliani, un artista, un personaggio carissimo a tutti.
Augusta Franco Cardinali
Una ricerca del professor Rustichelli
I
Prevenzione e trattamento della celiachia
l prof. Franco Rustichelli del Dipartimento
di Scienze Applicate ai
Sistemi Complessi dell’Università
Politecnica
delle Marche di Ancona,
sta coordinando un progetto europeo CRAFT
(Co-operative
research
project) riguardante la
ricerca di “Nuove formulazioni di chitosano per
la prevenzione e il trattamento di malattie e disfunzioni del tratto digestivo (ipercolesterolemia,
sovrappeso, coliti ulcerative e celiachia)” che è in
fase di completamento.
Il progetto è stato finanziato dalla Comunità Europea e coinvolge otto
partner tra gruppi di ricerca universitari e piccole o medie imprese situate
in diversi paesi della Comunità Europea.
Le ricerche hanno già
condotto a ottimi risultati: lo scopo del progetto
consiste nella formulazione e nello sviluppo di
nuovi prodotti a base di
chitosano per il trattamento e la prevenzione
di malattie croniche come
l’ipercolesterolemia, il sovrappeso, le coliti ulcerative e la celiachia che poi
saranno diffusi sul mercato Europeo ad opera delle
imprese coinvolte come
partner. In particolare è
stata avviata la produzione di pane, biscotti e crackers contenenti chitosano il quale, diminuendo
l’intolleranza al glutine,
potrebbe essere di estremo interesse per la dieta
delle persone affette da
celiachia, una malattia
che solo in Italia interessa 400 mila persone e che
determina l’impossibilità
di consumare cibi come
il pane, la pizza, la pasta
e i biscotti proprio perché
contengono il glutine.
Numerosi studi hanno dimostrato l’effettiva azione
del chitosano nella riduzione dei livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue; studi in vitro hanno
invece confermato l’azione
dimagrante del chitosano.
I dettagli e altre informazioni sul progetto possono
essere visionati alla pagina
web http://alisf1.univpm.
it/chitosanperos/.
5
Cultura
22 aprile 2007
storia della tradizione teatrale musicale a jesi
di Gianni Gualdoni
Il sindaco Carotti
guida la riscossa lirica
L
a gestione della stagione d’opera
continua ad essere impresariale,
con elargizioni di contributo comunale molto contenute: dalle 100.000 lire
alla stagione del 1951 alle 350.000 del
‘53, per Otello. In quell’anno la convenzione stabilisce un’aggiunta di L. 50.000
più relativo spesato serale qualora l’impresa intenda, di sua facoltà, “allestire
un’altra opera da rappresentare in una
recita straordinaria”: sarà Butterfly,
che vede “l’ottima esecuzione di Renata Scotto, giovanissima con un recente
passato che è tutta una promessa”, scrive Il Tempo, mentre in Otello “De Santis ha riscosso applausi ripetuti a scena
aperta ed entusiasmato gli ascoltatori”
e “Antonio Manca Serra nella parte di
Jago è stato il baritono perfetto”. Per la
stagione di settembre del 1955 il contributo comunale passa a 500.000 lire –in
programma La forza del destino- mentre
a gennaio di quell’anno per una recita
straordinaria di Rigoletto si erano accordate appena 50.000 lire, riconoscendo
lo stesso sindaco Pacifico Carotti (nella foto) che l’impresario Sabbatini “da
tanti anni allestisce, pur con scarsezza
di mezzi finanziari, spettacoli lirici veramente degni della grande tradizione
artistica del Pergolesi”.
ad un certo numero di imprese riconosciute (sistema in uso ancora oggi, integrato nella famosa Legge 800 del 1967
che disciplina, da parte del Ministero, le
attività musicali in Italia), che potevano
così coprire ampi periodi di attività ben
oltre le striminzite singole stagioni, che
così venivano a rientrare nel circuito di
questa o quella impresa. In tal senso
la lettera è chiara ed anzi si conferma
che “per il periodo agosto-ottobre sono
previste recite liriche a Jesi da parte di
Impresa accreditata e di non cattiva
fama”: “Per i piccoli centri (intesi come
tali quelli che non possono assorbire
almeno le quattro recite) il criterio seguito è quello di affidare gli spettacoli
ad imprese o cooperative (compagnie di
giro), per le quali le due recite qua e là
rientrano nel quadro generale della più
vasta gestione sovvenzionata”.
ANCORA SPONTINI,
POI SOLO REPERTORIO…
Quanto alla programmazione, piuttosto che le “celebrazioni di passaggio” di
questo o quel musicista –di scarsa presa
sul pubblico– più sentite e culturalmente rilevanti sono quelle di radice locale,
come l’appuntamento pergolesiano del
SEMPRE IN MANO
AGLI IMPRESARI
C’è da dire, in proposito, che dopo alcuni anni di promozione locale da parte degli Amici della Musica -ma non di
produzione- un tentativo di gestione
autonoma va forse individuato nella
stagione del 1950. Alle quattro recite
in programma (tre di Gioconda e una
di Butterfly) il Governo concede sovvenzione per un totale di L. 1.400.000:
lo annuncia al Sindaco un telegramma
del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, tal Giulio Andreotti… Allora le domande di sovvenzione
statale si indirizzavano alla Presidenza
del Consiglio dei Ministri - Direzione Generale dello Spettacolo: il Ministero del
Turismo e dello Spettacolo nascerà solo
nel 1963. Il bilancio di quella stagione
fu di L. 4.200.000, con un deficit a consuntivo di oltre 600.000 lire, nonostante la quota comunale di L. 500.000 e il
detto contributo statale. Probabilmente
proprio tale disavanzo, unitamente al
mancato accoglimento a Roma della
richiesta di sovvenzione per il ‘51, fanno ritornare l’attenzione comunale sull’impresa Sabbatini, viste anche le ben
diverse condizioni e i modi di coinvolgimento dell’ente locale che si possono
dedurre dal raffronto delle cifre indicate. Ulteriori richieste di sovvenzione saranno avanzate anche in anni successivi,
sempre respinte, con vivo scorno di Carotti che nella richiesta del ‘51 ricordava
come essa fosse “sempre accolta negli
anni passati”. Il mistero è sciolto da una
lettera di Raffaele Venticinque, della
Direzione Generale dello Spettacolo, a
cui il Sindaco si era rivolto amichevolmente per chiarimenti: “Il numero minimo di recite da effettuare –perché si
possa essere ammessi a concorrere alle
sovvenzioni statali– è di 4, non meno”,
per cui Jesi (che ora ne programmava
solo due) era automaticamente esclusa. Inoltre, il rapporto dello Stato stava
orientandosi verso il sostegno diretto
CESARI
1949 o quello spontiniano del ‘51: “Clima d’apoteosi. Il Teatro Pergolesi traboccava di passione e di folla”. “Piena
riuscita di una serata di cui l’eco non
cadrà. Gaspare Spontini torna a splendere nel cielo della musica italiana”, dichiara Voce Adriatica. Il 26 marzo, con
grande riscontro sulla stampa, si conferì
la cittadinanza onoraria al Duca Caffarelli –già proposta e concessa fin dal ‘49,
a seguito del trionfo del Festival pergolesiano da lui stesso organizzato- e si
celebrò nell’occasione Spontini nel centenario della scomparsa, con orazioni e
con l’esecuzione di alcune sinfonie da
opere (“Vestale”, “Nurmahal”, “Olimpia”) e dell’intera opera Milton in forma
scenica, nel teatro di Jesi e in quello di
Maiolati.
Per il resto, l’insistenza sul solito grande
repertorio storico non poteva non creare qualche insofferenza, pur in presenza
magari di grandi nomi tra gli esecutori.
“Negli scorsi anni, più volte da parte del
pubblico è stato chiesto di variare il repertorio”, annota “Voce Adriatica” nel
settembre 1950, che due anni dopo, riscontrando come “la famosa stagione lirica jesina in ultima analisi si riduce ad
una o due opere ormai note e stranote”,
sospira: “caro vecchio Teatro Pergole-
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si: quanta passione una volta suscitavi,
mentre ora la gente si accontenta di affollarti per ascoltare sì e no un paio di
rappresentazioni all’anno”. “La tradizione locale non ha più mordente”, rincara
la dose “Il Tempo” del 2 settembre ‘53,
ravvisando la crisi non tanto nell’inattualità dello spettacolo d’opera, quanto
nella necessità di rinnovare il repertorio
e soprattutto di avere “una stagione lirica allestita come si conviene e non a
mezzo, ragione prima questa perché il
Pergolesi non richiama più la folla di un
tempo”, anche per “l’esosità dei prezzi
che non sono alla portata delle tasche
del medioceto e degli operai, gli appassionati spettatori di massa”. Inoltre,
contrariamente ad altri tempi, “i ricchi
non sentono più la bellezza di partecipare a tali manifestazioni, vivono, come
molti nobili aristocratici jesini, nel loro
reparto stagno, avverso da tutti e da
tutto”.
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IL SINDACO CHIAMA A
RACCOLTA L’ÉLITE CULTURALE
“La tradizione locale non ha più mordente”… Le motivazioni di questa vera e
propria denuncia avanzate dalla stampa,
sono fatte proprie dal Sindaco Carotti.
All’inizio del 1955 la riapertura del Teatro dopo alcuni restauri interni profila
non senza dure polemiche la proibizione
della sua concessione per balli e veglioni
sociali: “Il Teatro Comunale G.B. Pergolesi sempre più e meglio si avvia ad essere
una cosa sacra, intoccabile, come lo può
essere quello che già altre volte abbiamo
definito il Museo dei ricordi di un tempo
ormai lontano”, nota un po’ perplesso “Il
Messaggero”.
Invece, in nome del rilancio della struttura e di tutta l’attività culturale cittadina, il Sindaco scrive personalmente a
circa 150 concittadini, personalità tra le
più attente nel campo dell’arte e della
cultura, affinché si stringano attorno a
quella istituzione e ne tornino a costituire un forte nucleo propulsivo come pubblico partecipe: “Addio bella tradizione
in cui il Teatro era intimamente vissuto
da tutti gli strati della nostra cittadinanza, tanto appassionata al culto del bello”,
segnala infatti Il Tempo; “Oggi no, gli aristocratici jesini non si vedono più, non
si appassionano più a questa o a quella
manifestazione artistica, così gli avvocati, i medici, i professionisti, i funzionari
[…] tutti si sono tappati in casa o si interessano d’altro […] mentre il popolo
umile non è sordo al richiamo dell’arte,
lo dimostra in ogni occasione il pubblico
del loggione”.
Il richiamo funziona: Rigoletto del febbraio ‘55 è un trionfo, “in una magnifica cornice di pubblico cittadino e della
regione, fra lo sfolgorare delle luci di un
Pergolesi restituito al decoro di grande
tempio dell’arte”; “con vero piacere abbiamo notato la presenza allo spettacolo
di gran parte dei cittadini che da tanto
tempo non si annoveravano più tra coloro che frequentavano il massimo Teatro
cittadino”.
La via è tracciata: quella dell’impegno e
della qualità. Coincide con l’arrivo a Jesi,
nel 1956, di un nuovo impresario, Franco Casavola Danese, ben conosciuto e
stimato a livello nazionale.
(25.continua)
[email protected]
FOCARELLI
OTTICA
6
Vita Ecclesiale
22 aprile 2007
Parola di Dio
di don Mariano Piccotti
[email protected]
22 aprile 2007 anno c - terza domenica di pasqua
COMMENTO
Il vangelo di domenica dall’evangelista Giovanni
In quel tempo Gesù si manifestò di nuovo ai benché fossero tanti, la rete non si spezzò.
discepoli sul mare di Tiberìade. E si mani- Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nesfestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, suno dei discepoli osava domandargli: “Chi
Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana sei?”, poiché sapevano bene che era il Signodi Galilea, i figli di Zebedèo e altri due di- re. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo
scepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la
pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con terza volta che Gesù si manifestava ai discete”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma poli, dopo essere risuscitato dai morti. Quanin quella notte non presero nulla. Quando d’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro:
gia era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più
i discepoli non si erano accorti che era Gesù. di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu
Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i
mangiare?”. Gli risposero: “No”. Allora disse miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di
loro: “Gettate la rete dalla parte destra del- Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo,
la barca e troverete”. La gettarono e non po- Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse:
tevano più tirarla su per la gran quantità di “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza
pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”.
disse a Pietro: “E` il Signore!”. Simon Pie- Pietro rimase addolorato che per la terza volta
tro appena udì che era il Signore, si cinse ai gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signofianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si re, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli
gettò in mare. Gli altri discepoli invece ven- rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità,
nero con la barca, trascinando la rete piena in verità ti dico: quando eri più giovane ti
di pesci: infatti non erano lontani da terra cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi;
se non un centinaio di metri. Appena scesi a ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani,
terra, videro un fuoco di brace con del pesce e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove
sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con
po’ del pesce che avete preso or ora”. Allora Si- quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E
mon Pietro salì nella barca e trasse a terra la detto questo aggiunse: “Seguimi”.
rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E Parola del Signore.
Agenda
Pastorale
del Vescovo
Giovedì 19 aprile
Mattino: Riunione del Collegio dei
Consultori
ore 17: Senigallia: incontro con i volontari
dell’AVULSS
ore 19: S. Maria del Piano: incontro con genitori e
ragazzi di Cresima
ore 21: Poggio San Marcello: Incontro con genitori
e ragazzi di Cresima
Venerdì 20 aprile
ore 18:Relazione al Corso Base dell’AVULSS di Jesi
Sabato 21 aprile
Ore 16: Inaugurazione della Sede del CAV - Centro
di Aiuto alla Vita
Domenica 22 aprile
ore 9.30: S. Maria del Piano: Amministrazione del
Sacramento della Cresima
ore 11: Castelplanio: Amministrazione del
Sacramento della Cresima
ore 15.30: Parr. San Giuseppe: Incontro con i
genitori e padrini dei Cresimandi
ore 18: Macine: incontro con i giovani
Martedì 24 aprile
Ore 11: Castelplanio: S. Messa in occasione della
festa del Patrono
ore 15-17: il Vescovo riceve nella cappella di
San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento.
ore 18: Castelplanio: processione in onore del
Patrono
Mercoledì 25 aprile
ore 9.30: Castelbellino: Amministrazione del
Sacramento della Cresima
ore 16: Santuario di Loreto: S. Messa per i Gruppi
di preghiera di P. Pio dell’Italia centrale
Carissimi
Annalisa,
Andrea,
Sofia, Gioele,
Leonardo,
Mariasole,
David, Marco,
Ilenia, Erika
e Simona che
oggi celebrate
la Cresima.
Penso a voi
(come penso
a quanti in questi mesi lo
faranno) mentre scrivo questo
commento, perché oggi Gesù
parla di amore e di amicizia.
Sento che oggi proprio in questo
sublime sentimento si insinua
il “tradimento”. Gesù si rivolge
a Pietro con tre domande
diverse, come a voler guarire
il suo tradimento. Pietro vale
quanto vale il suo cuore che
ama. E Gesù vuole riscaldarlo.
Che cosa vogliamo per voi
ragazzi, all’inizio della vostra
adolescenza piena di possibilità
ma anche di insidie? Se vi è
garantito e confermato il dono
dello Spirito, è perché cresce in
voi l’amore, lo stesso amore di e
per Gesù, la stessa passione per
la vita, per Dio Padre, per tutte
le pecorelle da aiutare a vivere.
Anche a voi il Signore, attraverso
la Chiesa, vi chiede: Vuoi amare
di amore grande, l’amore di e
per Cristo che ha dato la vita
(agape)? Forse voi, proprio come
CHIESA dell’ADORAZIONE
Dal lunedì al Venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali),
dalle ore 16 alle 19,30 un sacerdote è a disposizione nella
Chiesa dell’Adorazione per le confessioni e il colloquio
spirituale.
Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo
particolare una opportunità data ai giovani. Viene di seguito
indicato il sacerdote presente per ciascun giorno:
Lunedì 23 aprile: Don Gianni Giuliani
Martedì 24 aprile: Don Alberto Balducci
Mercol. 25 aprile: Don Roberto Vigo
Giovedì 26 aprile: Don Vittorio Magnanelli
(con S. Messa)
Venerdì 27 aprile: Don Mario Massaccio
Lunedì 30 aprile: Don Marco Cecconi
Oggi sposi
15 aprile: Andrea Montesi e Pamela Sopranzetti a
Cupramontana (San Lorenzo); Diego Vigoni e Jessica Baldi
a S. Francesco d’Assisi; 21 aprile: Nunzio Bonnici e Maria
Bonnici a Montecarotto; 22 aprile: Marco Ceccacci
e Erica Belardinelli a Pantiere.
Al Circolo Ferrini
Martedì 24 aprile alle ore 16,30 presso il teatro del Museo Diocesano in piazza Federico II, 7 il dott. Elvio Giaccaglini, primario neurologo dell’Ospedale di Jesi parlerà sul tema “I disturbi
dell’equilibrio”. L’incontro, organizzato dal Circolo Contardo
Ferrini, è aperto alla cittadinanza. Al termine della relazione, si
potranno rivolgere domande al dottore.
Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953
Preghiera
Tu ci ami per
primo, sempre
Noi parliamo di te
come se ci avessi
amati per primo
una volta sola.
Invece,
continuamente,
di giorno in giorno,
tu ci ami per primo.
Quando al mattino
mi sveglio
ed elevo il mio spirito
a te,
tu sei il primo,
tu mi ami per primo.
Se mi alzo all’alba
ed immediatamente
elevo a te
il mio spirito e la mia
preghiera,
tu mi precedi.
Tu mi hai già amato
per primo.
È sempre così.
E noi ingrati,
che parliamo come se
tu ci avessi amato per
primo
una volta sola.
(Sören Kierkegaard)
Processione del Venerdì Santo
a Castelplanio
Luogo di adorazione e di ascolto
Sabato 28 aprile
ore 18 Incontro di preghiera Vocazionale a San
Pietro Martire
Domenica 29 aprile
ore 9.30: Parrocchia del S. Cuore-Coppetella:
Amministrazione del Sacramento della Cresima
ore 11.30: Parrocchia di San Giuseppe:
Amministrazione del Sacramento della Cresima
ore 18: Incontro dei Giovani della Diocesi in
occasione della GMG
ore 19: S. Messa in Cattedrale in occasione del
primo anniversario della Ordinazione Episcopale
ore 20: Continua l’attività dei Giovani in occasione
della GMG
Pietro rispondete;
sì, voglio l’amicizia!
Voglio l’amicizia con
te, diceva Pietro.
Allora, se siete sulla
via dell’amicizia,
verso l’Amore, datevi
da fare perché
nessuno manchi
del cibo (dell’amore,
dell’istruzione, del
pane, delle medicine).
Impegnate la
vostra vita sulla via
dell’amore. Pietro era abituato
a fare il primo davanti a tutti.
Ora il vostro primato, come ha
detto e fatto lui, è nell’amicizia
e nell’amore. Anche per voi la
prova di amicizia sarà il vivere
per gli altri. Anche a voi la chiesa
chiede di prendere “servizio” a
cominciare dai più piccoli e dai
più deboli. Pietro aveva ricevuto
– prima resistendo - la lavanda
dei piedi, per diventare come il
suo maestro e Signore.
Nella terza domanda anche
Gesù gli chiede l’esperienza di
amicizia: “mi sei amico?” Che
almeno tu sappia dare-avere
affetto, se proprio non sei capace
di amore-agape.
In questo abbassamento di Gesù,
c’è tutta l’esigenza di camminare
con questi ragazzi, simboli
della nostra società, affamata
di amicizia, di autenticità, di
amore. Rendere possibile
l’amore ai giovani. E’ questo il
cammino dell’Agorà.
“Q
Condividere
le passioni
uest’anno durante la nostra processione,
riflettiamo
sulla passione di chi
vede svanire il lavoro”
– iniziano così le parole
della prima riflessione
della processione del
venerdì santo a Castelplanio.
Tra la Passione di Cristo, i passi camminati
in silenzio ed i canti,
non si può non pensare alla tragedia che ha
colpito
Castelplanio
nei giorni scorsi, rappresentata dall’incendio all’azienda Arena.
Non si può dimenticare che una persona
ha perso la vita, che
molta gente è rimasta
senza un lavoro, che in
molti oggi siamo nella
precarietà. “Questa è
la memoria di quello
che è successo duemila
anni fa a Gerusalemme,
ma anche il simbolo di
quello che sta accadendo a tante madri e tanti
figli.” – Così proseguo-
no le parole delle preghiere “La Passione di
Cristo rivive ancora negli uomini. C’è anche il
segno del cireneo: vivo,
ma con il volto coperto.
In lui ci siamo tutti noi.
In lui vivo, noi viventi,
siamo chiamati a farci
cirenei dei nostri fratelli che salgono il calvario della precarietà e
della sofferenza, della
paura e della morte”.
La processione del venerdì santo è tradizione, ma anche un continuo ricordare, di anno
in anno, la Passione di
duemila anni fa e raffrontarla con passioni
che ad oggi si incontrano nella nostra vita.
E le passioni stanno
diventando molteplici
e l’essere d’aiuto e l’aiutarsi diventa quasi essenziale.
Speriamo che la tradizione sia sempre di più
un esempio per portare
avanti le novità.
Simone Sebastiano
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Vita ecclesiale
22 aprile 2007
7
Conferenza della prof. Degano al Meic di Jesi
I
Le sfide dell’etica
l’asterisco
l nome della professo- tica radicale tutti i grandi
ressa Fernanda Degano, sistemi filosofici e lo stesper molti anni docente di so metodo “speculativo”,
Storia e Filosofia nei Licei che partendo dalla ragione
di Jesi e socia dell’Archeo- dava senso,valore e ordine
club, ha richiamato la sera alla realtà umana, l’etica,
del 29 marzo un folto pub- che riguarda l’azione rivolblico a Palazzo Ripanti. Ma ta al bene, oggi non trova
non solo. Il tema “Dove va un quadro di riferimento,
l’etica oggi? è possibile una un insieme di regole per
morale senza Dio?”, delica- l’agire morale. Di qui la sfito e complesso, non pote- da alla cultura, alla filosova non suscitare interesse fia, alla ragione.
e, quanto meno, curiosità Niente di nuovo sotto il
di fronte alla crisi che oggi sole? La storia… della filoinveste la cultura, la filoso- sofia insegna.
fia e l’etica in ogni ambito
della vita sociale.
L’UOMO E’ MISURA DI
Presente in sala anche il TUTTE LE COSE?
vescovo di Jesi, Gerardo Il pensiero va alla Grecia
Rocconi, che ha fatto sen- del V secolo, quando, nel
tire la sua voce durante il contesto economico-polidibattito, in sintonia con il tico delle classi imprendifilosofo.
toriali emergenti, specie in
Nel panorama culturale Atene, dominano la scena
post-moderno molteplice i Sofisti, definiti “maestri
e frammentato, senza cer- di virtù” ma di fatto maetezze, che riceve qualche stri dei giovani nell’arte
lume solo dal “cono di luce” della parola, per la scaladel prodigioso sviluppo ta al potere…In linea con
scientifico e tecnologico Platone (nel “Menone”) la
basato sull’esperienza con Degano evidenzia con iroacquisizioni mai definitive, nia in questi “sapienti” il
la Degano giudica “irre- relativismo conoscitivo ed
versibile” (senza speranza? etico, l’utilitarismo etico
ndr) la crisi della filosofia, – politico, il determinismo:
in seguito al declino del- ”L’uomo è misura di tutte
la metafisica, perché oggi le cose”, non c’è una verila ragione post-metafisica tà oggettiva, tutte le opi“non ha più potere costrut- nioni sono vere e bisogna
tivo”. Sbriciolati dalla cri- cercare quella più utile per
di Giacomo Galeazzi
L’eloquenza della madonna
La Madonna parlava pochissimo, eppure
fu maestra per gli uomini «con l’eloquenza
della vita e dell’esempio», spiega l’arcivescovo Angelo Comastri nel suo libro, appena
pubblicato da Cantagalli, «Non dimenticare la tua mamma». Maria piuttosto ascoltava, umilmente, rinnovando ogni giorno il sì
della sua obbedienza a Dio e assistendo con
stupore ai prodigi che operava suo figlio
Gesù, aprendosi al mistero dell’Infinito che
si manifestava nel mondo. Tuttavia, da madre, avrà sempre una parola d’amore per i
suoi figli. L’arcivescovo Angelo Comastri ne
Riflessione del vescovo Gerardo Rocconi
“Annunciare la ragione “
Ringrazio la signora Degano per quanto ci ha detto.
Senza volere essere disfattista… a questo punto mi
vengono alla mente le parole della Bibbia: “Verranno
giorni in cui gli uomini ameranno andar dietro alle
favole, a tutto ciò che solletica gli orecchi…..” ( 2 Tim
4,3 - 4 ).
Questo ci fa capire come la debolezza della ragione, che oggi sembra trionfare, ad un certo momento
porti ad una impossibilità di dialogo.
Ritornando a quanto diceva il Papa, mi pare che, oltre che annunciare il discorso della fede ai credenti,
il Papa faccia appello alla ragione. Credo che il dialogo può essere solo su questo. La stessa interpretazione della legge naturale avviene mediante la ragione. Quindi il ponte del dialogo è proprio sul discorso
della ragione, dove il credente certamente é illuminato dalla fede nelle sue scelte, ha una sua visione del
mondo, della vita; però, nel momento in cui si vuol
porre in dialogo con i non-credenti, il terreno comune è la ragione. Ma il dialogo diventa difficile proprio
per la debolezza della ragione.
Oggi fa parte della nostra missione non solo annunciare Gesù Cristo, ma anche la ragione: la bellezza
della creazione, la dignità della persona umana…,
perché l’uomo può arrivare ad alcune verità mediante la ragione. Lo dice anche san Paolo, nella Lettera ai Romani: “…quanto di Dio è conoscibile è ad essi
manifesto. Infatti fin dalla creazione del mondo ciò che
di Lui è invisibile si lascia vedere alla intelligenza attraverso le opere…” ( Rm 1, 19-20). Mediante la ragione
gli uomini, anche a prescindere dalla Rivelazione, sarebbero dovuti arrivare ad alcune verità.
Credo che questo sia lo sforzo che noi dobbiamo fare
come credenti. Non è un atteggiamento di presunzione, ma di servizio.
M.C.
costruire la comunità, la
polis (Protagora). Oppure: tutte le opinioni sono
false; nulla esiste e se esistesse sarebbe inconoscibile; se fosse conoscibile
non sarebbe comunicabile.
L’uomo non è autonomo, è
in balìa di una “übris” (violenza), che lo spinge ad
agire (Gorgia).
Socrate ha indicato un
Nella foto di Candolfi, Comastri mentre
saluta i pellegrini marchigiani lo scorso 14
febbraio nella Basilica di San Pietro a Roma
LA LIBERTA’
DELL’UOMO
La ricerca filosofica del
pensiero greco sull’uomo
prosegue con il pensiero
cristiano di Agostino di
Ippona (IV secolo dopo
Cristo) con l’indagine e la
scoperta dell’ “interiorità”,
soprattutto ne “Le Confessioni”. Il filosofo scopre “il segreto dell’azione
morale” che consiste nella
scelta libera del bene senza lasciarsi trascinare da
pulsioni, interessi e sollecitazioni diverse…. C’è
responsabilità perché c’è
libertà. “Agostino difende
la libertà, anche se la sente
problematica - afferma la
Degano - e cerca un equilibrio fra volontà individuale e progetto salvifico
di Dio”. Questa consapevolezza della libertà dell’uomo e della capacità di scelta diviene patrimonio della
cultura del tempo e successiva, pur nella sua problematica evoluzione storica. Non dimentichiamo
che dal movimento culturale del passato, dal pensiero greco e dal pensiero
cristiano e, in particolare,
dall’acquisizione del concetto di libertà dell’uomo,
derivano nell’Età moderna
il riconoscimento della dignità della persona umana,
dell’uguaglianza, l’idea di
democrazia moderna e la
proclamazione dei diritti
dell’uomo e del cittadino.
(continua)
Maria Crisafulli
Nella foto la professoressa Fernanda Degano
con il Meic il Lunedì Santo l’incontro dei gruppi ecclesiali
“Per dire sì alla vita, sempre”
L’
incontro di spiritualità del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale di Jesi (Lunedì Santo- Chiesa
dell’Adorazione), dopo l’ora dedicata
alla“Lectio divina”, ha raggiunto il suo
momento culminante nella celebrazione dell’ Eucaristia, presieduta dal Vescovo e concelebrata da padre Corrado
OfM con l’assistenza dei diaconi Giancarlo Sabbatini e Antonio Quaranta.
Ogni celebrazione dell’Eucaristia ha il
suo splendore, la sua forza e la sua bellezza, ma oggi vogliamo comunicare
ai lettori di “Voce”il dono meraviglioso
che l’assemblea ha ricevuto dalle preghiere liturgiche di alcuni fedeli, uomini e donne appartenenti a vari gruppi
ecclesiali che hanno partecipato con
gioia all’incontro.
¿Per il Papa, i vescovi, i sacerdoti, i
è convinto. Il vicario del Papa per la Città
del Vaticano e presidente della Fabbrica di
San Pietro narra la vita di Maria con semplicità, con devozione filiale, con l’intento di indagarne le emozioni più vere, più
umane. Già il titolo del volume è un’accorata esortazione fraterna: «Non dimenticare la tua mamma!». Il libro, costituito
da capitoli agili, ai quali sono intercalate
preghiere alla Madonna e citazioni di vari
autori, svela al lettore che tutti abbiamo
una mamma celeste che ci vuole bene. Comastri esordisce con la preghiera che lui,
figlio, dedicò alla madre appena morta. Ed
è un invito, quello dell’arcivescovo, a volgere il pensiero a Maria, che ha ricongiunto il
divino all’umano con il suo sì coraggioso. cammino: “nel dialogo e
con il confronto si può scoprire una visione comune,
un elemento universale
che unifica la molteplicità, il concetto, fissato dalla ragione”. Discutendo su
“gli universali” riguardanti
l’etica e l’uomo, Socrate
pone domande concrete a
se stesso e ai concittadini
e riconduce tutte le virtù al
valore unico della “scienza”
(= conoscenza, sapienza): è
possibile compiere il bene,
se conosciamo il bene. Col
tempo emergerà nell’indagine filosofica il tema etico
della libertà.
diaconi, perché il Signore dia loro
santità e salute, per rendere il loro
apostolato sempre più fecondo di
opere di bene e perché trovino in
noi ascolto, attenzione e rispondenza generosa (Jole C.)
¿ Signore Padre Santo, Re eterno,
amante della vita, noi ti ringraziamo
per la vita che ci hai donato, per la
vita dei nostri cari, per la vita in se
stessa per tutte le generazioni. Ti
preghiamo, Signore, quest’oggi per
ognuno di noi in questo tempo, perché possiamo dire, come Maria, il
nostro”sì”alla vita dal suo concepimento alla sua fine naturale. Fa’ che
possiamo cogliere la vita in ogni
momento, che possiamo costruire le
condizioni perché ci sia la vita. Preghiamo quindi per la pace: nei nostri
cuori, nelle famiglie, nel mondo intero. Signore, guarda questo tempo e
salvaci! (Sandro G.)
¿ Per le famiglie cristiane perché
possano essere aiutate a ritrovare
l’essenzialità di questa vocazione che
è amore, servizio, dialogo e accoglienza, secondo il piano di Dio. Siano sempre sollecite e aperte a tutte
le necessità e verso l’altro che si avvicina, a ricordo della santa Famiglia
di Nazaret.(Emanuela R.)
4) Ascolta, o Signore, la preghiera
di chi ha tanto camminato e sofferto nella vita sentendo sempre viva la
forza della tua presenza, rallegrandosi della tua misericordia e guardando al futuro senza mai perdere la
speranza che germoglia ai piedi della
tua Croce. ( Luciana Z.)
¿ Signore, in questa civiltà occidentale dove tanti hanno perso la
dimensione del sacro e si trascinano in una esistenza vuota di senso,
fa’ che tutti, e in particolare i giovani, possano scoprire la presenza di
Dio nella loro vita, il suo messaggio
d’amore e di speranza. Ti chiediamo,
Cristo morto e risorto per tutta la famiglia umana, che i giovani non vivano l’incontro con il Papa a Loreto
solo come un momento di festa e di
aggregazione, ma come un’esperienza feconda da cui trarre linfa vitale
per diventare apostoli della nuova
evangelizzazione, testimoni gioiosi,
esempi luminosi ed attraenti per i
loro coetanei intossicati dal materialismo e dall’edonismo imperanti.
(Francesca P.)
¿ Ti preghiamo, o Padre, per i nostri politici e per coloro che hanno
responsabilità pubbliche, perché
abbiano sempre la forza di ricercare, nell’ascolto e nel dialogo, il vero
Bene comune per questo nostro
tempo e collaborino umilmente ad
attuarlo. (Guglielmina M.)
¿ Fa’, Signore, che coloro che tu stai
chiamando al sacerdozio, al diaconato, alla vita consacrata,sappiano
percepire la tua voce e vogliano
ascoltarla rispondendo con un”sì”
coraggioso e generoso; e fa’ che tutti noi, in qualunque stato di vita ci
troviamo, possiamo accogliere la
chiamata ad essere testimoni di resurrezione, annunciatori gioiosi di
quella Notizia che sola può cambiare il mondo. (Adriana B.)
¿ La rottura fra Vangelo e cultura,
come dice PaoloVI, è senza dubbio
il dramma della nostra epoca. Ti
chiediamo, o Signore, di darci un
profondo senso dell’unità, affinché
fra le diverse culture ci possa essere totale accoglienza nel nome della
fede in Te e per mezzo dei doni del
tuo Santo Spirito. Fa’ che noi cristiani siamo aperti e cordiali, pronti
a fare il primo passo per accogliere
tutti con bontà, rispetto e pazienza,
con la forza e l’amore che vengono
daTe. (Gabriel T.)
¿ “Ti cercherò, mio Dio, perché la
mia anima viva. Il mio corpo vive
della mia anima e la mia anima vive
di Te”(S. Agostino). Gesù é risorto
e da qui inizia la missione. Non si
tratta solo di andare in terre lontane, sperdute sulle mappe geografiche, di cui molti non conoscono
l’esistenza. Si tratta anche di annunciare il Vangelo di Gesù nella vita di
sempre, fatta di lavoro, studio, famiglia, amici, impegni, divertimenti. Il messaggio che Gesù lascia alle
due Marie è chiaro: “Andate a dire
ai discepoli che li aspetto in Galilea,
ovvero nella vita di tutti i giorni. Lì
è possibile incontrare Gesù Risorto;
basta conoscere i suoi insegnamenti
e seguirli con la fedeltà di chi vuol
bene a un amico prezioso. O Signore, ti preghiamo per tutti i tuoi missionari, sacerdoti, suore e laici, che
lasciano ogni cosa per rendere testimonianza alla tua Parola e al tuo
Amore.
(Marta M.)
8
In diocesi
22 aprile 2007
Cupramontana – Il Vescovo e l’importanza dell’educazione
“Un’avventura a lieto fine”
di
Paolo
Marcozzi
Santa Caterina da Siena (Via, da Corso Matteotti a
Via S. Martino) Domenicana del terz’Ordine regolare
delle cosiddette “mantellate” (Siena, 1347 – Roma,
1380). Era la 24 a figlia di Jacopo Benincasa tintore
di pelli e di Lapa Piacenti. Fin dalla giovinezza dimostrò di aver ricevuto grazie prodigiose dal Cielo
a cui corrispose con generosità precoce e con vita
penitenziale di rigoroso ascetismo. A sei anni aveva
avuto la sua prima visione; a sette fece voto di verginità e tentò di scappare di casa per andare “nel deserto con li anacoreti”. A dodici anni aveva già una
bellezza straordinaria: i suoi volevano farla sposare,
ma Caterina si tagliò i capelli e oppose vivace resistenza al progetto ed entrò fra le mantellate di S.
Domenico in Siena. Ricca di doti eccezionali, non
trascurò di intervenire presso le autorità religiose e civili per favorire il trionfo della giustizia, con
eloquenza mirabile e soprattutto con espressioni di
ardentissima carità. Numerosi prodigi accompagnarono la sua benefica attività fra i poveri, i prigionieri,
gli ammalati e i condannati a morte. Circondatasi
di una famiglia spirituale (i caterinati) formata di
ecclesiastici, letterati, artisti, uomini e donne desiderosi di santificarsi, riversò sui discepoli il fuoco
delle sue esperienze spirituali. Senza cultura e incapace dapprima anche di scrivere, cominciò a inviare lettere di conforto, di consigli e di esortazioni
a quanti da lontano imploravano un suo intervento.
Le sue lettere a dotti, a condottieri del tempo, a re
e ai responsabili della vita politica italiana suscitarono immenso interesse cosicché in breve Caterina
poté influire beneficamente in molte questioni tra i
comuni e i partiti del tempo. Insieme però esse diedero occasioni a sospetti, per cui la giovane senese
fu chiamata a Firenze nella Pentecoste del 1374 dinanzi al capitolo generale dei domenicani per subire
una specie di processo dal quale uscì vittoriosa. Nel
1376, ad Avignone, convinse il pontefice a ritornare a
Roma. Affranta dalla mole di lavoro incredibile a cui
si sottopose senza risparmio, viaggiando da un capo
all’altro dell’Italia, morì dopo aver trattato con la regina di Napoli gli affari della Santa Sede. Nel 1375
aveva ricevuto le stigmate nella chiesa di S. Cristina
di Pisa. Canonizzata nel 1461, Caterina fu dichiarata
da Pio IX compatrona di Roma (1866) e da Pio XII
patrona principale d’Italia con S. Francesco d’Assisi
(1939). L’esperienza mistica di santa Caterina si traduce in modi indimenticabili nelle sue Lettere (381,
dettate ai suoi discepoli), nelle quali rivive in tutta la
sua immensa forza l’ardore della sua passione religiosa e insieme la sua azione di predicazione, espresse
entrambe con un’efficacia altissima d’eloquenza.
La zona, che si trova intorno alla chiesa di Santa Caterina alla Valche, la caratteristica chiesetta a pianta ottagonale con tiburio, in laterizio, un tempo era meglio conosciuta come “su le valche” (v. Via Valche) o “su la Cartiera”, con riferimento alla cartiera Mancini ivi ubicata.
(continua al prossimo numero)
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S
i è concluso il ciclo di
quattro incontri di formazione e riflessione sul
tema dell’educazione, organizzati dall’Associazione
“Santa Caterina” di Cupramontana, che ha riscosso
una grande affluenza di
pubblico. Gli incontri erano cominciati il 21 ottobre
scorso con l’intervento della prof.ssa Mariella Carlotti,
sul rischio dell’educazione in don Luigi Giussani e
sono terminati con quello
del vescovo della diocesi di
Jesi, mons. Gerardo Rocconi. La presenza del Vescovo è stata determinante, a
conclusione di questo percorso sull’educazione, in quanto ha
focalizzato il suo intervento sulla spiritualità e sull’importanza dell’educare ed educarsi. Mons. Rocconi ha
spiegato come sia difficile il compito
dell’educazione, sia per i genitori, sia
per gli educatori e gli insegnanti, ma
nonostante la strada sia stretta e faticosa, un cammino che non finisce
sono importanti tre aspetti: la libertà, basata sulla
verità autentica, la gioia,
che riempie i nostri cuori
e la nostra vita e l’amore.
L’attenzione si è poi, inevitabilmente, spostata sui
giovani, che sono vuoti e
disperati, ma anche molto
sensibili al dramma di questa nostra umanità, ormai
confusa e allo sbaraglio. Il
Vescovo, concludendo il
suo contributo, ha invitato
tutti i presenti a riflettere
sulla necessità di tornare
alla fonte dell’amore, della gioia e della verità, cioè
a Dio. Solo l’incontro con
Dio rende gioiosi e nuovi.
mai, vale la pena compierlo, perché Questo messaggio deve essere più
è un’avventura a lieto fine. Inoltre ha che mai accolto perché cade nel temsottolineato che nell’educare ci sono po della Pasqua, quando la fede del
due prospettive, una è quella della cristiano si fa più salda e forte e nel
paura, che non ci fa fare scelte defi- momento in cui il nostro Signore ci
nitive e dove è presente l’insicurezza; ha dimostrato che, passando attral’altra è quella della speranza, che ci verso la sofferenza e la morte, si può
permette di andare avanti e compie- rinascere a vita eterna.
Fotoservizio Cristiana Simoncini
re il nostro cammino. Per educare
La Confartigianato festeggia i suoi 60 anni
In udienza dal Papa
La Confartigianato nazionale quest’anno ha deciso di
modificare il consueto pranzo per la festa di San Giuseppe artigiano in
un evento specialissimo: un’udienza dal
Papa a Roma nella
Sala Nervi. Questo
cambiamento
di programma cade
nell’anno in cui la
Confartigianato festeggia i suoi 60 anni
di fondazione. Sabato 31 marzo, così,
ben sette pullman
sono partiti da tutta
la provincia di Ancona, per un totale
di più di 300 persone, alla volta del Vaticano. L’arrivo alla
Sala Nervi, dove ad
attendere Papa Ratzinger, c’erano circa 7000 soci della Confartigianato
da tutta Italia, è avvenuto intorno alle 10.30. Durante l’attesa, nel palco d’onore, il Presidente nazionale
della Confartigianato, Giorgio Guerrini e il Segretario nazionale, Cesare Fumagalli, hanno esplicitato
l’attività artigianale di questi lunghi 60 anni di Confartigianato esprimendo l’enorme soddisfazione per
la continua crescita di questa associazione, fondata
Prevenzione e salute
della sindrome metabolica
“Cibo e salute”. L’iniziativa,
Il 24 e 25 marzo, il Comita- patrocinata dal Ministero
to Locale Croce Rossa Ita- della Salute, è stata realizliana di Jesi ha promosso la zata in collaborazione con
Campagna di prevenzione la Società Italiana di Medicina Generale, Simg e la
Federazione Nazionale dei
Titolari di farmacie, Federfarma. Obiettivo: educare
ad una corretta alimentazione ed attività fisica per
evitare i rischi collegati al
soprappeso e all’obesità. Il
presidente Liliana Uncini
ha reso noto il positivo riscontro nei cittadini che si
sono sottoposti allo screening.
Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 - Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149
www.fazibattaglia.com
sulla genialità degli artigiani. Inoltre è stato proiettato il video sul progetto che Confartigianato porta
avanti da alcuni anni
in Etiopia, dove è stata
realizzata una scuola
per apprendere i mestieri artigiani. Il progetto è portato avanti
dal presidente dell’Anap, Ezio Ceccarelli.
Il Santo Padre è arrivato verso le 12 accolto
dalla calorosa accoglienza di tutta la platea. Durante l’udienza
il Papa ha sottolineato
l’importanza che il lavoro e il l’impresa artigiana riveste in questo momento storico.
Alla conclusione tutti
i segretari provinciali sono saliti sul palco
portando il loro saluto al Papa. La Confartigianato
ha omaggiato il Santo Padre con una pregiatissima
Divina Commedia completamente realizzata a mano
da artigiani toscani. La giornata è proseguita, da programma, con la visita alle tombe dei papi in Vaticano.
Cristiana Simoncini
Foto di Giordano Giampaoletti
22 aprile 2007
9
Sport
I ragazzi, prima di tutto
L’Aurora Basket non è
solo la Fileni Bpa. Dietro
ai grandi campioni della
Lega due c’è un piccolo
esercito di giovani che sette
giorni su sette affolla la
palestra “Primo Novelli” in
via del Prato. La società,
presieduta da Antonio
Gallucci, accoglie, solo
nel settore giovanile, oltre
duecentocinquanta ragazzi,
tra i quali alcuni stranieri.
Nelle pagine seguenti
l’intervista di Giuseppe
Papadia al responsabile
del settore giovanile Luca
Ciaboco.
Scoiattoli 1998
In piedi da sinistra: Matteo Marinelli, Alberto Appolloni, Antonio Valentini, Nicolas
Cantarini, Federico Cursi, Isabella Forlenza, Nicola Sbarbati, Roberta Regis
(allenatore). Seduti da sinistra: Matteo Gregari, Alessio Moretti, Cristian Rossetti,
Nicola Giampaoletti, Annarita Talacchia, Francesco Paradisi, Riccardo Mazzarini.
Blue-cc
alla funzione educativa delle
famiglie, ma di ricercare le
vie per una cooperazione matura tra sport e famiglia, improntata al rispetto dei ruoli
specifici all’interno di un
progetto educativo comune,
che consenta alle famiglie
di uscir fuori dalle «solitudini» e dalle «povertà» in cui
sono costrette. C’è bisogno,
in definitiva, di stringere un
patto di cooperazione con le
famiglie. D’altro canto, non
si può pensare di fare educazione attraverso lo sport
se la vita sportiva dei ragazzi
rimane un’esperienza isolata
dal contesto, un’oasi nei deserti della diseducazione o
della «maleducazione», una
voce isolata e sporadica, in
sottofondo rispetto a quella massicciamente presente
dei tanti «cattivi maestri».
Da questo orizzonte emerge
chiaramente la necessità che
le nuove politiche familiari,
di cui tanto si va parlando,
comprendano anche un capitolo dedicato al tempo libero della famiglia, in tutti i
suoi aspetti, disegnando una
«complicità» tra famiglia e
associazionismo sportivo che
si nutra di corresponsabilità
e capacità educativa. È quindi chiaro perché, di fronte al
tema del futuro della famiglia, il Csi non può che scendere in campo e rivendicare
un ruolo di primo piano.
Edio Costantini
Presidente nazionale
Centro Sportivo Italiano
Family Day
12 Maggio
Roma, Piazza S.Giovanni
Ore 15.00
•Un grande SÌ alla famiglia fondata sul matrimonio
e aperta all’accoglienza dei figli.
•NO al riconoscimento pubblico delle unioni di fatto.
•SÌ a politiche audaci e durature di promozione della famiglia.
•SÌ ai bisogni delle persone conviventi.
®
Info: Tel. 06.6896930
www.forumfamiglie.org • e-mail: [email protected]
Ciò che è bene per la famiglia è bene per il Paese
WWWBPAIT
I giovani
che
vincono
giocano
in
famiglia
Il 12 maggio il Csi sarà largamente presente a Roma al
Family Day, con rappresentative provenienti da ogni
Regione. È una scelta più che
naturale, e non solo perché
il CSI ha sottoscritto a suo
tempo il manifesto «Più Famiglia», carta dei principi sul
valore della famiglia quale
nucleo fondante della società. È anche e soprattutto una
scelta di vita, visto che l’associazione è impegnata da
tempo a ribadire la necessità
di restituire vigore e dignità
all’istituzione familiare, quale premessa indispensabile
per ricostruire un tessuto
efficiente di educazione giovanile, oggi assai sfilacciato.
Non a caso l’anno sportivo
2007 si colloca per il Csi all’insegna dell’impegno specifico «Quando lo sport mette
in gioco la famiglia». L’impegno del Csi è tensione educativa, sforzo mirato ad aiutare
i ragazzi, attraverso lo sport,
a uscire indenni dal periodo critico dell’adolescenza.
L’esperienza sportiva deve
servire ad accompagnare la
famiglia nel suo fondamentale compito di educare i figli.
Se non c’è famiglia, se questa viene abbandonata a se
stessa, il compito educativo
diventa proibitivo anche per
lo sport, che pure costituisce
una straordinaria opportunità formativa. Il problema,
evidentemente, non è assegnare allo sport un ruolo del
tutto sostitutivo, di supplenza
Le foto dell’Aurora sono di Candolfi.
22 aprile 2007
11
Sport
BASKET Settore Giovanile
“La formazione e la crescita dei ragazzi, prima di tutto”
Un ruolo importante in sono ai play-off,
questa decisione l’ha avu- lo scorso anno la
to Luca Banchi (l’ex alle- C2 è addirittura
natore dell’Aurora Basket, finita quarta. Mi
ndr) che viene dal settore sembra che queL’Aurora Basket non è solo la Fileni Bpa.
giovanile. Con Andrea sta è una strada
Dietro ai grandi campioni della Lega due
Capobianco, altro tecni- da continuare. In
c’è un piccolo esercito di giovani che sette co che fino a due anni fa lavorava con questa stagione
giorni su sette affolla la palestra “Primo i giovani, il legame si è consolidato in in più, abbiamo
Novelli”. Sono i ragazzi del vivaio aurori- maniera forte. In questi due anni inol- cercato di avere
no, di cui Luca Ciaboco è il responsabi- tre, abbiamo rinunciato al campionato una linea tecnica
le. Torinese di nascita ma marchigiano under 21 per far giocare alcuni ragaz- comune, che parte dal mini-basket fino
d’adozione, Ciaboco ha lavorato in realtà zi nelle squadre senior e mi riferisco alle junior ed alla C2. Parliamo tutti la
importanti come Fabriano ed Osimo. Lo a Cittadini, Pirani, Bianchi e lo scorso stessa lingua e cerchiamo di insegnare
scorso anno è tornato a Jesi, dopo la pa- anno Grosso. Quest anno abbiamo tre la pallacanestro”.
rentesi del 99/2000, per ricoprire l’incarico ragazzi dell’88 che hanno fatto la D, al- - Quali sono i veicoli principali di
di vice allenatore della prima squadra ma tri dell’87 impegnati tra serie D e C2. promozione della pallacanestro a livelanche per occuparsi del settore giovanile.
E’ stata una scelta importante, voluta lo giovanile?
- Quali sono le priorità che ha cerca- anche dalla società e pensata allora da “Noi abbiamo la fortuna di avere una
to di affrontare, come responsabile del Banchi, perché la C2 e la serie D nelle responsabile del mini-basket come Rosettore giovanile?
Marche sono dei campionati molto dif- berta Regis, che è una delle migliori
“Abbiamo cercato di creare un collega- ficili ma anche perché è un modo per cinque in Italia. C’è un lavoro di reclumento tecnico tra lo staff della prima concludere la formazione di un ragazzo. tamento nelle scuole che lei ha fatto nesquadra e quello del settore giovanile. Risultati alla mano, entrambe le squadre gli anni, e che è sempre stato un nostro
Intervista a Luca Ciaboco, responsabile
del vivaio dell’Aurora Basket: “Uno jesino
in prima squadra? Ci vuole pazienza e
tanto lavoro”.
Tutti i numeri del vivaio jesino
S
ono circa 220 i ragazzi nior invece si dividono in
che frequentano quest Cadetti under 16 e Juniores
anno il settore giovanile del- under 18. A loro volta poi, i
l’Aurora Basket. Il numero ragazzi vengono separati in
però, sale a 250 unità se ven- “Regionali”, quelli che non
gono considerati anche le sono passati dal mini-basket
formazioni di C2 e serie D. Il ed “Eccellenza”, quelli più
vivaio è diviso in due setto- dotati tecnicamente e con
ri: il mini basket e gli junior. più esperienza. In tutto sono
Il mini basket rappresenta circa 90 gli “junior”, che vanl’approccio dei bambini alla no dal ’93 in poi. Sono quatpallacanestro. Le classi di tordici gli istruttori, tutti
età vanno dai nati nel 2000 a qualificati, che seguono ogni
quelli del ’94: in totale sono giorno i ragazzi. In più ci
130 i bimbi tesserati. Gli ju- sono quattro aiuto allena-
VOLLEY FEMMINILE A1
7a giornata di andata
tori, che stanno prendendo
il patentino per allenatore.
Ogni settimana i ragazzi del
settore giovanile svolgono
tre o quattro allenamenti,
un carico di lavoro che unito
allo studio, soprattutto nelle scuole superiori, diventa
spesso difficile da sostenere. Resiste solo chi ha tanta
passione.
Al vivaio dell’Aurora Basket,
che ha la sua base a San Sebastiano, nella palestra “Primo Novelli”, ogni anno ar-
CALCIO ECCELLENZA
15a giornata di ritorno
Squadre
Punti
1
NOVARA
48
2
MONTE SCHIAVO
BANCA MARCHE
JESI
43
3
BERGAMO
42
4
PESARO
39
5
PERUGIA
36
6
VICENZA
24
7
CHIERI
22
8
PADOVA
20
9
ALTAMURA
18
10
SANTERAMO
15
11
PIACENZA
12
12
FORLI’
5
Punti
1
RECANATESE
64
2
FOSSOMBRONE
3
Giocare come una squadra fa vincere anche in azienda. Per rafforzare lo spirito di gruppo, Fileni, azienda
avicunicola di Cingoli fa team building con il coach
dell’Aurora Basket di Jesi Andrea Capobianco.
Martedì 17 aprile l’allenatore della squadra di basket
jesina Fileni-Bpa, Andrea Capobianco, ha lasciato per
un giorno gli allenamenti in palestra per dedicarsi
ai dipendenti Fileni, ai quali ha dimostrato, grazie
alla sua esperienza, che una squadra non è solo una
somma di giocatori, ma un gruppo di individui che
perseguono lo stesso scopo: la vittoria.
“Un’azienda è un po’ come una squadra”, dice il
coach Capobianco, “la forza deve essere trovata nel
gruppo, dove si esaltano le capacità di ciascuno e si
neutralizzano le debolezze. Però il gruppo va creato,
bisogna lavorare con le persone per creare una mentalità di squadra che sia vincente”.
rivano tanti iscrizioni non
solo da bambini ma anche
da quindicenni, che non
hanno frequentato il minibasket. Da qualche anno a
questa parte anche ragazzi stranieri e del sud Italia
cominciano a frequentare
l’Aurora. Per loro lo sport
rappresenta un modo per
socializzare ed inserirsi in
una nuova realtà. Spesso
vengono in palestra perché
trascinati dai loro compagni di scuola.
CALCIO FEMMINILE
7a giornata di ritorno
Squadre
Punti
1
CASERTA
44
60
2
RIETI
42
PIANO SAN
LAZZARO
53
3
RIMINI
42
4
MONTURANESE
47
4
PESARO
36
5
FERMIGNANESE
47
5
SORESINA
36
6
JESINA
46
6
FERRARA
34
7
CINGOLANA
46
7
PAVIA
28
8
CASTELFRETTESE
43
8
CASALE
28
9
VIGOR SENIGALLIA
42
10
URBINO
42
11
BIAGIO NAZZARO
40
12
CIVITANOVESE
39
13
MONTEGIORGESE
38
14
MONTEGRANARO
34
15
PORTO S.ELPIDIO
16
MONFERRATO
9
FABRIANO
26
10
FILENI Bpa Jesi
26
11
MONTECATINI
24
12
SASSARI
24
13
CASTELLETTO
TICINO
22
32
14
REGGIO CALABRIA
20
CALDAROLA
29
15
IMOLA
18
17 FALCO ACQUALAGNA
28
16
NOVARA
14
18
26
REAL VALLESINA
son Rizzitiello che ha fatto bene. In
questa stagione abbiamo due ’90 stabilmente fanno allenamento con noi della
prima squadra ed è un buon segnale. Ci
vuole del tempo. Non è solo un lavoro
tecnico ma anche un lavoro fisico perché uno può reggere tecnicamente l’allenamento ma se al primo contatto fa
cinque metri, diventa difficile. Ci vuole
anche pazienza e lavorare duro”.
- Quali sono i progetti per il futuro?
“Noi abbiamo bei numeri a livello
di mini-basket. Non è pensabile
però, che da Jesi a Serra San Quirico non ci sia una società che fa
settore giovanile. Il passo successivo per ampliare la base è creare
centri di mini-basket in questa
zona. Non sono del posto ma ci
possono essere delle strutture
e quando hai una palestra puoi
riuscire a portarci dei ragazzi.
Questa è una priorità”.
Giuseppe Papadia
Nella prima foto Ciaboco e nell’altra con il tecnico della Fileni
Bpa, Andrea Capobianco.
In Fileni si gioca come una squadra
BASKET LEGA DUE
14a giornata di ritorno
Squadre
fiore all’occhiello. Quest menti, con le imposizioni, diventa una e tutto il resto”.
anno abbiamo cercato regola. Questo stesso principio lo stia- - C’è la speranza di vedere uno jedi visitare le scuole della mo utilizzando anche in prima squadra. sino cresciuto nel vivaio arancio-blu,
zona, perché quella è la È un discorso che parte dal mini-basket stabilmente in prima squadra?
base, poi la prima squa- e segue tutto il discorso del settore gio- “Noi l’anno scorso abbiamo avuto Neldra resta un veicolo d’at- vanile”.
trazione fondamentale”.
- Come è il rapporto con i ge- Quali sono i compiti nitori?
degli istruttori?
“Ho poco contatto con i genitori
“Bisogna fare una distin- ma sono disponibile a tutto. Un
zione tra il settore giova- rapporto importante deve essernile e la prima squadra. La differenza ci a livello di mini-basket perché
che salta all’occhio è che la prima squa- la famiglia deve interessarsi a ciò
dra è legata ai risultati, il settore giova- che fanno i loro figli. Una delle
nile, per come lo interpreto io, no. È più cose su cui batto è il rendimento
importante la formazione del ragazzo e scolastico. Se ritengono opporla sua crescita, che il risultato della par- tuno non mandare i loro ragazzi
tita. Noi proponiamo ai nostri giovani a pallacanestro per farli concendelle situazioni tecniche e tattiche in trare di più nello studio, io sono
allenamento ed in maniera autonoma e d’accordo. Io alleno quelli del ’94
creativa, devono capire cosa gli succede e sono aggiornatissimo sul loro
e risolversela da soli, con il nostro sup- rendimento scolastico. In questa
porto e dei suggerimenti. Lavorando fase della vita la loro priorità è la
così il gioco diventa un’esperienza altri- scuola, poi viene la pallacanestro
Squadre
Punti
1
EDP JESINA
FEMMINILE
37
2
CERVIA
37
3
GALILEO
36
4
VIRTUS ROMAGNA
35
5
LIVORNO
33
6
MONTALE
32
7
CASTELVECCHIO
26
8
GORDIGE
25
9
MOZZECANE
22
10
SPELLO
12
11
SIENA
12
12
FABRIANO
3
La squadra Under 18 regionale: in piedi da sinistra Aldo Yze, Francesco Grilli, Luca Paccusse, Nicolò
Gagliardini, Andrea Barchiesi, Lorenzo Santoni, Fabrizio Perticaroli, Maurizio Rossetti (allenatore). In
ginocchio da sinistra: Marco Viola, Riccardo Cerioni, Francesco Ottavini, Francesco Farinelli, Marco
Paletti, Lorenzo Carotti, Gabriele Giantomassi.
Mercoledì 25 al “Del Conero”
Anche la Coppa del Mondo
ad Ancona per Agorà
La Coppa del
Mondo vinta dall’Italia di Marcello
Lippi in Germania
sarà in vetrina allo
stadio “Del Conero” di Ancona il
prossimo 25 aprile in occasione di
“In campo per la
legalità”, la partita
tra la Nazionale
italiana cantanti e
l’Agorà dei giovani
(calcio di inizio ore
15). L’incasso sarà
devoluto per sostenere l’acquisto
di un Camper per
la formazione di
animatori di strada
sulla legalità destinato alle zone più
difficili della città
di Napoli e della
provincia. I biglietti per la partita di
Ancona, organizzata dalla Pastorale giovanile e dello sport
della Regione ecclesiastica marchigiana
e dalle diocesi di Ancona-Osimo, Loreto,
Jesi e Senigallia in collaborazione con il
Centro sportivo italiano, la Regione Mar-
che e il Comune
di Ancona, possono essere acquistati presso
il “T-BOX” del
PalaRossini di
Ancona, la Curia arcivescovile
di Ancona e negli Informagiovani di Ancona,
Senigallia, Jesi,
Osimo e delle
maggiori città
della provincia
di Ancona. Due
i prezzi: cinque
euro per la curva e dieci per la
tribuna.
La promozione
della partita è
partita mercoledì 4 aprile: il
primo biglietto
è stato venduto
da Paolo Vallesi,
consigliere della
Nazionale italiana cantanti che da oltre 26
anni opera per promuovere e sostenere
progetti di solidarietà, con una raccolta di
oltre 41 milioni di euro interamente devoluti in beneficenza.
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CALCIO FEMMINILE
La volata finale per decidere quale sarà la squadra
che salirà in serie A2 non
si è aperta nel migliore
dei modi per l’Edp Jesina Femminile. Domenica scorsa sul campo del
Cervia è finita 2 a 1 per le
padrone di casa che hanno approfittato della non
brillantissima prova delle
leoncelle.
In apertura di gara le romagnole andavano a segno da un calcio d’angolo
con Minoccheri. La reazione bianco-rossa pro-
Per la tua pubblicità
rivolgiti a
Voce della Vallesina
duceva due limpide occasioni per pareggiare,
entrambe con Mastrovincenzo, che però sparava
out. Nella ripresa la partita si faceva più combattuta. Prima Mastrovincenzo
reclamava per un rigore
non concesso dall’arbitro
Iannacone di Faenza, poi
al 50’ arrivava inaspettato il 2-0 del Cervia grazie
ad un gran tiro da fuori di
Pastore. L’Edp non ci stava e si riversava tutta nella metà campo avversaria.
Mainardi e Scarponi sfioravano il 2-1, che arrivava
all’89 con Mastrovincenzo,
brava ad anticipare il portiere in uscita. Il forcing finale non regalava il pareggio, grazie anche al gioco
duro delle romagnole.
Oggi, domenica 22 aprile, le leoncelle ricevono
la visita del Montale, altra
formazione in corsa per la
promozione in A2. Con
un classifica così corta (ci
sono cinque squadre in
sette punti) è obbligatorio evitare altri passi falsi.
L’altra capolista Cervia,
sarà protagonista di un
altro scontro diretto: giocherà nella tana della Virtus Romagna.
22 aprile 2007
12
Sport
VOLLEY E mercoledì 25 arriva il Novara capolista
Panathlon Club di Jesi
Rugby femminile
Ospite del Panathlon
Club di Jesi la
Nazionale
Italiana
del Rugby femminile, il 30 marzo scorso,
con la presenza della
responsabile del settore, Maria Cristina
Tonna e due nazionali, Cecilia Ridolfi
di Pesaro e Paola
Ignotta di Perugina e
il presidente del Rugby
Pesaro, Francesco Gay.
Moltissime sono state
le domande poste alle
ragazze dai numerosi panathleti presenti,
curiosi di conoscere i
motivi e gli stimoli, che hanno condotto
delle giovani ad affrontare uno sport per
antonomasia da uomo vero. L’inizio per
tutte è stato a scuola giocando insieme ai
maschi, poi verso i tredici anni, si sono
avvicinate ai Clubs femminili, dove viene sviluppato un gioco più pulito, lineare
e veloce di quello praticato dai colleghi
maschi. Giocare nella squadra Nazionale
rappresenta per loro motivo di orgo-
glio e di grande stimolo anche perché le
Nazionali femminili di maggior prestigio
sono le stesse di quelle maschili, che partecipano alle sei Nazioni.
Nella foto Maria Cristina Tonna, responsabile della federazione italiana
del Rugby femminile premiata da Fabio
Fittajoli, presidente del Panathlon di
Jesi.
Centro Sportivo italiano
Campionati Provinciali
CALCIO A 5
Under 11-13
Per il Girone Under 11 l’Oratorio San Gaspare del Bufalo ha la meglio per 11-1 sul
CSI Champion e per 7-2 sul Fight Bulls
Corridonia. Quest’ultima batte poi per 124 il CSI Champion.
Nel Girone Under 13 il Cerretto d’Esi ha
la meglio di gran carriera sulla Polisportiva Clementina per 9-2, battuta anche
dal CSI Champion per 4-2.
Quest’ultima è stata poi battuta 14-0 dal
Cerreto d’Esi.
Open
Per il Girone Top l’Elios Generalmeccanica, terzultima in classifica con 4 punti,
batte 8-6 l’ASC Casenuove, ultima con 1
solo punto. La San Pietrina ha la meglio
sull’ ATi Trasporti C5 per 8-3. La A.S.
Real Chiaravalle c/5, prima in classifica
con 13 punti batte 4-2 la Push Pull.
Nella 5° giornata di andata del Girone
Over I Leoni di San Marco sono sconfitti 3-6 dall’Anspi Agugliano Junior. La
Termoidraulica Mosca, prima in classifica con 12 punti ha la meglio per 8-5 sul
Montecarotto.
Tennis Tavolo
Si è svolta la finale regionale del Gran
Premio di tennis tavolo individuale CSI
2006/2007, che aprirà le porte per l’ambita finale nazionale che si terrà quest’anno a Lignano Sabbiadoro dal 22 al
25 Aprile.
Nella categoria ragazzi, dopo il successo
alla finale provinciale, guadagna la palma
del miglior atleta regionale Davide Niccià della società A.S. TT Senigallia.
Nella categoria allievi invece avvincente è stata la finalissima tra i due favoriti
Anthony Sbrega, vincitore della fase provinciale, e Daniele Nicolini, entrambe di
Senigallia: l’ha spuntata il secondo, dopo
un estenuante 3-2 giocato fino all’ultimo
punto.
Per l’Under 21 maschile tutto facile per il
numero uno Alessio Belenchia, forte anche della preparazione curata alla scuola
della campionessa olimpica Sabrina Moretti. Per lui si tratta della quarta finale
nazionale consecutiva raggiunta e l’anno
scorso è riuscito a salire sul podio assoluto con la medaglia di bronzo. Auguriamo a lui e a tutti i ragazzi del comitato
regionale CSI Marche un grossissimo in
bocca al lupo per Lignano Sabbiadoro.
Anche nei Seniores vittoria facile per
Nicola Falappa della Polisportiva Clementina di Jesi, già avvezzo a successi di
questo genere, che insieme a Iannaccone
Angelo andrà alla finale nazionale. Infine doverosa la citazione per l’ennesimo
trionfo di Faini Ivano, Veterano B, classe
1949, che con tutta la sua verve e allegria
ha deliziato il pubblico presente con le
sue giocate di taglio e antitop molto fastidiose per gli attaccanti veloci.
p.s.
A Vicenza per mantenere il secondo posto
Sette vittorie consecutive
hanno permesso alla Monte Schiavo Banca Marche
di scalare la classifica fino
al secondo posto. L’ultima
perla delle jesine è arrivata
domenica scorsa contro la
matricola Altamura, battuta
al PalaTriccoli con un netto
3-0 (parziali: 25-21, 25-12,
25-20).
Sabato 7 nell’anticipo pasquale, Togut e compagne
avevano espugnato il difficile campo di Padova con un
sofferto 3-1 (parziali: 25-22, 25-22, 23-25,
25-23).
Oggi, domenica 22 aprile, le “prilline” sono
ospiti del Vicenza (ore 18), formazione in
corsa per entrare nei play-off. La compagine allenata dall’allenatrice Manù Benelli,
indimenticabile regista della Teodora degli
undici scudetti consecutivi, nelle ultime
Eccellenza
settimane si è rinforzata
con l’arrivo di Angeloni da
Chieri e Caponi da Forlì.
All’andata finì 3-0 per le jesine. Quattro le ex di turno,
tutte in maglia rossoblu: Zilio, Cella, Togut ed il team
manager Weersing (nella
foto).
Mercoledì 25 la Monte
Schiavo tornerà al PalaTriccoli per la super sfida con la
capolista Novara (ore 20.30).
La gara sarà trasmessa in
diretta da Rai Sport Satellite. In panchina siede il giovane Chiappini,
che può disporre di campionesse come la
cubana Aguero, i due martelli Spasojevic e
Osmokrovic, oltre alle due azzurre Anzanello e Cardullo. All’andata finì 3-0 per le
novaresi. La grande ex è la centrale Calloni,
lo scorso anno in Piemonte.
Gip
Calcio
Real Vallesina
Delusioni a grappoli
I Leoncelli in casa sprecano (2-2) col Castelfrettese. Il Real a Recanati abbassa bandiera
(3-0) e va in coda, melanconicamente.
Jesina
Una partita che stava confermando il salto
in avanti per i playoff e che invece si trasforma in zona Cesarini amarissima.
Si era partiti rispondendo colpo su colpo
alla intraprendente Castelfrettese e, dopo
varie azioni lucidamente portate avanti dai
nostri, Campanelli indovinava il corridoio
giusto per il bomber Chicco, il quale non si
fa pregare per segnare il suo quattordicesimo gol di quest’anno: ed è al 24’ l’1-0 inconfutabile, contro il quale gli ospiti sembrano
placarsi: non vorrebbero trovarsi in balìa di
una Jesina pimpante, ma alquanto restìa a
chiudere il conto!
Al rientro dal riposo, i nostri sembrano decisi e nel giro di pochi minuti arrivano al secondo sigillo: in ripartenza, Barucca lancia
il bravo Cercaci che dal limite spara deciso
in gol ed è il 2-0 al 52’. Esultanza ma anche
troppa sicumera, per aver … il gatto nel sacco! Gli jesini ancora una volta abboccano
e, pur dilagando in area castelfrettese, non
concretizzano gonfiando la rete avversaria.
Finchè, secondo le … leggi del calcio, se non
approfitti subito, ci rimetti. E difatti al 74’
Principi accorcia le distanze. Ma il peggio
sta per arrivare, quando ormai si gioca il
recupero, l’e x Polverari colpisce velenoso: 2-2
al 91’.
A Recanati, nella tana di una grande che
punta alla promozione in serie D, i nostri
sapevano di trovarsi di fronte a gente decisa,
ma non si sono presentati in veste di … sacco
d’allenamento. Con gioco anche solido e ritmi
frenanti, i realisti hanno tenuto a distanza il
pericolo per tutto il primo tempo. Ma poi, al
ritorno in campo, i padroni di casa, spinti da
Pròculo riescono a raggiungere il gol che rompe l’incantesimo: al 47’ Zonghetti ben servito
dall’argentino, scaraventa in rete l’1-0. Per
i nostri la dura realtà si fa vistosa, dato che
Pròculo al 71’ e Avallone al 91’ segnano altre
due volte, sognando il salto in serie D, non più
impossibile. Per i nostri la strada è tutta in
salita.
Vir
Promozione
Il Castelplanio prosegue nella striscia di risultati positivi: vittoria corsara (2-3) a Marina, fanalino di coda.
Prima categoria
San Marcello batte la Falconarese (1-0).
Monserra impatta (1-1) con Mondolfo.
Cupramontana cede a Osimo Stazione (32). Spes in casa perde col Camerano (1-2).
Seconda categoria
A San Paolo l’Aesina cade (3-0). Altrettanto fa il Borgo Minonna a Filottrano (3-0). A
Monsano la Cameratese impatta (0-0). Ad
Agugliano l’Aurora vince (1-2). Ad Arginano il Castelbellino cade male (2-1).
Jesi - Caminada de San Giuseppe
BASKET Contro Ferrara si chiude la stagione regolare
Alla Fileni Bpa non resta che vincere e sperare
U
na grande Fileni Bpa tiene accesa la speranza di
raggiungere i play-off promozione. Domenica scorsa
gli arancio-blu hanno espugnato il difficile campo di
Montacatini, altra squadra
in lotta per una poltrona
nella post season, vincendo
86 a 70. Grande protagonista è stato l’americano Rush,
autore di 36 punti. “La vittoria è arrivata quando abbiamo fatto salire l’intensità
difensiva – ha detto in sala
stampa coach Capobianco
– Questo ha creato anche
una maggiore coesione tra
i ragazzi, permettendoci di
fronteggiare le percentuali
di Montecatini”. Giovedì 5
al PalaTriccoli, nell’anticipo
pasquale, gli jesini avevano
piegato 89 a 78 il Rieti.
Oggi, domenica 22 aprile, si
chiude la stagione regolare.
La Fileni, ancora in corsa per
un posto nei play-off ospita
al PalaTriccoli il Ferrara, già
sicuro del sesto posto. Agli
jesini non basterà una vittoria per accedere alla se-
conda fase del campionato
di Lega due ma dovranno
sperare in un passo falso
del Fabriano, impegnato sul
parquet della già retrocessa
Imola. Ferrara è allenata da
Valli, che l’anno scorso ha
guidato alla promozione lo
Scafati e basa molto del suo
gioco offensivo sull’americano Marigney. All’andata
finì 72 a 67 per i romagnoli.
Domenica 29 scatteranno i
play-off, da cui uscirà la seconda squadra promossa A.
Giuseppe Papadia
Anche noi abbiamo camminato con Paolo lo scorso 18 marzo
(foto Ubaldi)
È UNA FIRMA, MA È ANCHE MOLTO DI PIÙ.
FIRMA IL MODELLO CUD PER DESTINARE
L'8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA.
LA TUA VOGLIA DI AIUTARE GLI ALTRI
NON ANDRÀ IN PENSIONE.
www.8xmille.it
C.E.I. Conferenza Episcopale Italiana
I contribuenti che non sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi, possono partecipare
comunque alla scelta dell’8xmille con il loro modello CUD. Sulla scheda allegata al CUD,
f i r mare due volte: nella casella “Chiesa cattolica” e, sotto, nello spazio “Firma”. Chiudere solo
la scheda in una busta bianca indicando sopra cognome, nome e codice
f i s c a l e e l a d i c i t u r a “ S C E LTA P E R L A D E S T I N A Z I O N E D E L L’ O T T O E D E L
C I N Q U E P E R M I L L E D E L L’ I R P E F ” . C o n s e g n a r e a l l a p o s t a o i n b a n c a .
Sulla tua dichiarazione dei
P e r u l t e r i o r i i n f o r m a z i o n i t e l e f o n a r e a l N u m e r o Ve r d e 8 0 0 . 3 4 8 . 3 4 8 . r e d d i t i o s u l m o d e l l o C U D
IL CINQUE PER MILLE SI AFFIANCA ANCHE QUEST’ANNO ALL’8XMILLE. IL CONTRIBUENTE PUÒ FIRMARE PER L’8XMILLE E PER
IL CINQUE PER MILLE IN QUANTO UNO NON ESCLUDE L’ALTRO, ED ENTRAMBI NON COSTANO NULLA IN PIÙ AL CONTRIBUENTE.
14
In dialogo
22 aprile 2007
AGENDA
Farmacie di turno a Jesi
Venerdì 20 aprile Comunale 1, sabato 21
Cerni, domenica 22 Comunale 2, lunedì 23
Grammercato, martedì 24 Coppi, mercoledì
25 Moretti, giovedì 26 Barba, venerdì 27
Martini, sabato 28 Calcatelli, domenica 29
Grazie.
Farmacie di turno in Vallesina
Venerdì 20 aprile Poggio San Marcello,
sabato 21 Castelbellino, domenica 22 Moie
(Angelico), lunedì 23 Montecarotto, martedì
24 macine, mercoledì 25 Pianello Vallesina,
giovedì 26 Moie (Lucarelli), venerdì 27
Angeli, sabato 28 Poggio San Marcello,
domenica 29 Castelbellino.
Trigesimo
22-8-1918 29-3-2007
In memoriam
20-1-1923 25-3-2007
Jesi - Varato il Piano Regolatore
E’ prevalso l’interesse per il futuro della città
Sciolto il consiglio comunale, ora si apre la gara elettorale fra i quattro contendenti, due della maggioranza di centrosinistra (Belcecchi e Melappioni) e due
della minoranza di centrodestra (Pennoni e Massaccesi).
La “vacanza” di una settimana del nostro settimanale
non ci ha permesso di sottolineare subito la delibera
forse più importante delle legislatura ormai conclusasi: quella dell’approvazione della Variante Generale
del Piano Regolatore. E tuttavia, anche se a distanza di
tempo, non possiamo ignorarla. Merita una riflessione anche perché il Consiglio ha dimostrato, al di là degli orientamenti dei gruppi politici e di alcuni singoli
consiglieri, il senso del dovere di fronte agli interessi
della città. Più volte abbiamo sottolineato che, data la
recente spaccatura del centrosinistra in vista delle elezioni di fine maggio, si sarebbe potuto rischiare, solo
per meschini motivi elettorali, la bocciatura di cinque
anni di lavoro. Così non è stato. Anche i consiglieri
della maggioranza schierati contro Belcecchi, si sono
orientati per l’astensione. Un fatto del quale va preso atto in positivo, seppure il loro voto contrario non
avrebbero modificato il risultato finale (15 favorevoli,
10 contrari e 3 astenuti).
L’opposizione ha fatto la sua parte opponendosi in va-
Anniversario
25-4-1995
Armando Bartolini
Italo Febo Pazienti
Mancato a 88 anni
di età all’affetto della
moglie Maria Rocchetti, dei figli Paola,
Marcello, Renata, dei
nipoti e dei congiunti tutti. E’ stato nella
vita privata e pubblica
cristiano e cittadino
esemplare. Una santa messa di suffragio
sarà celebrata a San
Giovanni Battista, sabato 21 aprile alle ore
18,30
Nel trigesimo della
sua scomparsa, le comunità
parrocchiali della Cattedrale e
di San Massimiliano
Kolbe si uniscono alle
preghiere della moglie,
dei figli e dei congiunti e ricordano Italo
come padre premuroso, cristiano disponibile e cittadino esemplare,
augurandosi
che il suo esempio sia
di incoraggiamento.
25-4-2007
Rag. Arturo
Crognaletti
Sampietrino, bancario della Cassa
di Risparmio di
Jesi, presidente di
Italia Nostra.
Vive sempre nel
cuore delle sue
care
Antonella
e Maria Luisa. Il suo ricordo è ancora
vivo in chi lo ha conosciuto e stimato
ma specialmente in noi che lo abbiamo
fortemente amato.
La sua famiglia ora è allietata dal sorriso
e dai trilli della piccola Silvia
rio modo, compresa la contestazione delle procedure,
ma la maggioranza ha dimostrato unione, convinzione e alto senso di responsabilità anche da parte di chi
aveva sottolineato alcune insoddisfazioni del Piano.
Ma qual’è il Piano Regolatore che non lascia adito ad
interrogativi? Ci sembra pertanto che ha ragione il
sindaco Belcecchi quando sottolinea il duro lavoro di
oltre quattro anni, la partecipazione della cittadinanza
nelle diverse fasi, la possibilità “per l’amministrazione
di fungere da soggetto attivo nelle future dinamiche
urbanistiche, ma soprattutto, nel mercato immobiliare. Uno strumento che garantirà qualità urbana e sostenibilità ambientale, ponendo i cittadini sullo stesso
livello di costruttori e proprietari di aree… Il Prg prevede circa 2400 nuovi appartamenti, compresa l’edilizia sociale, tre possibilità d’accesso all’ospedale Murri,
tre nuovi assi viari e 45 nuovi ettari di area industriale
ecologicamente attrezzata”.
L’assessore all’urbanistica Olivi, orgoglioso per il lavoro portato a termine, ha voluto ricordare che, da una
parte si sono spesi 750.000 euro per il progetto, mentre dall’altra, nello stesso periodo, sono stati incassati
quattro milioni e mezzo per premiazioni di progetti
ed altro attinente sempre alle nuovi idee proposte in
itinere.
v.m.
25 aprile
Malati di niente
In occasione del 62° anniversario della Liberazione, il sindaco
del Comune di Jesi invita a partecipare alle manifestazioni del
25 aprile. Alle ore 9 partenza da
piazza Indipendenza per la deposizione della corona al Famedio e alle 9,30 per il monumento dei Caduti di viale Cavallotti
dove alle ore 10 sarà celebrata
la Santa Messa. Alle ore 11,15
ci sarà le celebrazione ufficiale
presso la sala del consiglio con
il discorso del sindaco di Jesi e
del sindaco di Castelbellino.
In serata, alle ore 21,15, presso
il teatro “Moriconi” sarà proiettato il film “Z l’orgia del potere”
in memoria del 40° anniversario del golpe in Grecia.
L’esperienza dell’Atelier du
non faire e dei pazienti artisti dell’ospedale psichiatrico
Maison Blanche di Parigi,
sarà raccontata a Jesi. Il 20
aprile, dalle ore 11, una parte
dell’Atelier verrà trasferita al
Centro Sociale Politi. I francesi dell’ospedale lavoreranno creativamente assieme
ai pazienti e agli operatori
della Comunità Soteria, del
Centro Sollievo di Jesi e agli
studenti dell’Istituto D’Arte
di Jesi. Alle ore 17 al Palazzo
della Signoria verrà proiettato il film sull’esperienza
manicomiale a Parigi e alle
ore 17,30 si prosegue con il
dibattito “Le radici e le ali”.
15
Agorà Giovani
Dalle terre della Mafia l’olio della Consolazione
Messa Crismale con il Vescovo Gerardo
L
a celebrazione della Messa Crismale,
il più solenne dei momenti diocesani della settimana santa con la presenza
di tutti i presbiteri della Diocesi, riuniti
in ascolto, insieme ai laici, delle parole
del Vescovo, è stata,
come
da
tradi z ione,
un momento carico di
significati e
di indicazioni pastorali
sul
modo
di vivere il
dono
del
sacerdoz io
ministeriale.
Rivolgendosi ai preti il
Vescovo li ha
invitati a “vivere con gratitudine il dono ricevuto” nelle caratteristiche che devono segnare la vocazione: la coscienza di essere stati scelti, di
essere stati inviati, nella coscienza “che
Gesù continua in noi la sua opera”. Prima del gesto profondo del rinnovo delle promesse sacerdotali Mons. Rocconi
ha raccomandato ai preti di vivere nella
SABATO 28 APRILE
Ore 21.15’
Presso la Chiesa dell’Adorazione
Incontro Diocesano di Preghiera
per le Vocazioni
“La tua vita nella sinfonia del sì”
Presieduta dal vescovo
DOMENICA 29 APRILE
Celebrazioni Diocesane per la
Giornata Mondiale della Gioventù
18.00 accoglienza dei Giovani in
gioia e nell’entusiasmo il sacerdozio affermando “non ci può essere posto né
per la stanchezza, né per la tristezza: ci è
proibito!”.L’olio consacrato per il crisma,
i catecumeni e l’unzione degli infermi, quest’anno proveniva
dalla piana di
Gioia Tauro
dove alcune
cooperative di
giovani
dell’associazione
“Libera Terra”,
nella Diocesi
di Palmi, gemellata
con
Jesi per l’Agorà
dei
Giovani
Italiani, commercializzano
una linea di
prodotti realizzati da terreni confiscati alla Mafia. Il dono veniva
dall’iniziativa di don Pino De Masi, vicario generale della Diocesi di Palmi e Incaricato di Pastorale Giovanile, da anni
in prima linea, nella città di Polistena e
in tutto il meridione nella lotta alla corruzione per una cultura della legalità.
Don Cristiano Marasca
Piazza Federico II
18.30 preparazione alla celebrazione
19.00 Celebrazione Eucaristica
presieduta dal Vescovo Gerardo
nel primo anniversario di
Ordinazione Episcopale
20.00 Snack per i Giovani
21.00 Piazza della Repubblica: serata di animazione, riflessione,
musica e canto “Verso Sidney seguendo la croce del Sud” animato
da Creativ.
Congratulazioni...
Congratulazioni a Massimo Fava
che il 27 marzo si è laureato presso
l’università di Giurisprudenza di
Bologna discutendo la tesi: “La
misura alternativa dell’affidamento
in prova in casi particolari” con
relatore il prof. Massimo Patarini.
Al neo dottore gli auguri per un
brillante futuro.
22 aprile 2007
Jesi - Parrocchia San Francesco d’Assisi
Invito alle coppie di sposi
P
rosegue il viaggio
che la parrocchia San
Francesco d’Assisi di Jesi
propone sulla rotta dell’amore coniugale. Eravamo salpati, a novembre,
dal porto dell’amore festoso, ricordando i giorni indimenticabili delle nostre
nozze. A gennaio abbiamo
conosciuto, ad Avenale di
Cingoli, una esperienza di
giovani famiglie che, con
la guida di un sacerdote, hanno intrapreso un
cammino pluriennale di
ascolto della Parola di Dio
(l’amore illuminato). Con
il cineforum di marzo abbiamo, invece, riflettuto
sulle interferenze della vita
di coppia (l’amore contraddetto). Vogliamo ora
tentare un’immersione in
profondità per analizzare
la vera essenza dell’amore e le sue caratteristiche
“strutturali”.
Ragioneremo insieme su
un testo celeberrimo di
San Paolo: quell’INNO all’AMORE, contenuto nella
Prima Lettera ai Corinzi (cap. 12) molto spesso
proclamato in occasione
delle celebrazioni dei matrimoni. Ci aiuterà nella
meditazione Guido Gia-
nangeli, diacono, marito e
padre di famiglia. Vi invitiamo, allora, a volgere la
prua verso la Parrocchia di
S. Francesco d’Assisi domenica 22 aprile alle ore
16,30. per i più piccoli sarà
disponibile una baby sitter
Mauro e Rita
Agorà: tempo di “gemellaggi”
G
Gli scout del Kolbe
in visita alla Diocesi di Parma
li scorsi 5,6,7 aprile la
comunità R/S del neonato gruppo Jesi 6, Parrocchia di San Massimiliano
Kolbe, si è recata in Route
di Pasqua a Parma.
La scelta del capoluogo
emiliano per la route di Pasqua sembrerebbe una scelta
insolita: in realtà
la decisione è stata presa guardando
all’Agorà dei Giovani, e ai quasi 300
ragazzi che da Parma si sposteranno
nella Diocesi di Jesi
dal 29 al 31 agosto
prima di partire per
Loreto. Nel corso
dei tre giorni gli
scout hanno incontrato alcuni ragazzi
che collaborano al
Servizio di Pastorale Giovanile Diocesana e don Giovanni
Lommi, responsa-
bile della stessa: nel corso
dell’incontro nella mattina
del Sabato Santo è stato
lanciato ufficialmente ai
ragazzi jesini l’Agorà dei
Giovani e il gemellaggio
con la Diocesi di Parma
grazie alla testimonianza
di alcuni giovani di Parma
che hanno partecipato ad
altri “grandi eventi” (GMG,
Pellegrinaggio Europeo a
Santiago di Compostela).
Giorgia Barboni