È nato il primo servizio contro il cyberbullismo
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È nato il primo servizio contro il cyberbullismo
13-11-2015 Data Pagina Foglio Shopping online Giorni moderni Trovamoda Donne vere Milano Fashion Week Mi piace Newsletter Home Dibattiti Concorsi Abbonati 1 / 2 Donnamoderna.tv Trovamoda 469mila Entra Cerca Oroscopo Registrati Attualità Bellezza Moda Sfilate Cucina Ricette Mamme Salute Casa Fai da te Come fare Lifestyle Gossip Casting In edicola Home ‐ Attualità ‐ È nato il primo servizio contro il cyberbullismo GIORNI MODERNI È nato il primo servizio contro il cyberbullismo Si chiama #off4aday il primo servizio italiano di supporto alle vittime del cyber-bullismo creato dal Moige (Movimento italiano genitori) e da Samsung in collaborazione con la Polizia di Stato E’ ora di andare a BALLARE! di Chiara Grandin Non trovi lavoro? Fai attenzione a Facebook di Barbara Sgarzi di Silvia Calvi - 13 Novembre 2015 La domanda del giorno È sicuro curarsi con l’omeopatia? Si No Gli ultimi di Attualità Tag: bullismo informatico, giovani, internet, web Ma i nostri ragazzi sono a rischio arruolamento Is? lasciare un messaggio vocale al numero 393.300.90.90, oppure scrivere all'indirizzo e-mail [email protected]. CHI RISPONDE AI RAGAZZI «A ricevere l’appello e dare aiuto c’è un team di psicologi presenti da lunedì a sabato dalle 14 alle 20» spiega Elisabetta Scala, presidente del Moige. «Insomma, si tratta di servizio concreto per cercare di arginare un fenomeno preoccupante, che riguarda ragazzini sempre più giovani. Una recente indagine della Società Italiana di Pediatria sulle abitudini e gli stili di vita degli Ebreo accoltellato a Milano: l'antisemitismo esiste anche in Italia? L'Iran di Hassan Rouhani verso una nuova era. Ecco perché Codice abbonamento: momento del giorno o della notte può scrivere un sms o 065667 Da oggi, chi subisce molestie via web in qualsiasi 13-11-2015 Data Pagina Foglio 2 / 2 adolescenti dice che il 31% dei tredicenni (35% ragazze) Vedi tutti ha subito atti di cyber-bullismo e il 56% dice di avere amici che lo hanno subito. Ma al nostro numero, in un solo mese, si sono rivolti 1.260 ragazzi dai 10 ai 14 anni e siamo riusciti a far segnalare ben 588 cyberbulli. Insomma, il fenomeno riguarda anche i ragazzini di quinta elementare». UN LAVORO CAPILLARE NELLE SCUOLE Oltre al servizio di ascolto, il progetto Moige comprende anche un fitto calendario di incontri in 2.000 Scuole secondarie di primo e secondo grado, in collaborazione con gli esperti della Polizia Postale. «Ci siamo resi conto che i ragazzi sono disinformati» continua Elisabetta ASCOLTA LE WEB RADIO DI R101 Scala. «La gran parte di loro (e dei loro genitori) per esempio, non sa che ingiuriare qualcuno sul web, DIRETTA PARTY ROCK MADE IN ITALY LEGENDS postare video di atti di bullismo (come è accaduto al ragazzino down costretto a cantare e filmato dai compagni), mandare messaggi sotto falsa identità e così via, sono reati da Codice Penale. E in Parlamento sarà discussa una proposta di legge per inasprire ulteriormente le pene perché, come insegnano i casi di cronaca, un adolescente sotto attacco può andare nel panico e arrivare a togliersi la vita per la vergogna. È importante che anche le famiglie lo sappiano e parlino con i ragazzi della gravità di questi reati: i loro figli sembrano non rendersene minimamente conto». COSA C’È DIETRO AL PROBLEMA Ma cosa spinge dei ragazzini a prendere di mira un coetaneo fino alla violenza psicologica? «L’anonimato è già un incoraggiamento: vittima e carnefice non si guardano in faccia, la violenza si consuma nel mondo asettico e virtuale di un computer, così sembra quasi un gioco» spiega Michela Pensavalli, psicologa, psicoterapeuta e responsabile del servizio telefonico off4aday. «Poi c’è la solitudine in cui sono immersi molti ragazzini: dopo la scuola passano tantissimo tempo da soli, davanti a cellulare pc o tablet». AIUTARLI A DENUNCIARE C’è poi l’altra faccia del problema: il silenzio delle vittime. « I ragazzini, in molti casi, se vengono aggrediti da un cyberbullo, si vergognano e non ne parlano né con i genitori né con i fratelli maggiori» spiega Michela Pensavalli. «E quando, rispondendo alle loro richieste d’aiuto, chiediamo di poter parlare noi direttamente con gli adulti di casa, riceviamo un fermo rifiuto. E, allora, faccio un appello ai genitori: fate voi il primo passo, interessatevi ai contatti social dei figli, parlate di questo un ragazzo come i nostri figli. Ma con un problema in più. Problemi adolescenziali: quali sono e come superarli Tuo figlio ha dei comportamenti strani? I consigli per affrontarli Codice abbonamento: sono loro a doversi vergognare». Perché un cyberbullo è 065667 problema e fate loro capire che, se c’è un problema, non