CNC V5.4.2 Guida illustrata al montaggio V 0.1
Transcript
CNC V5.4.2 Guida illustrata al montaggio V 0.1
CNC V5.4.2 Guida illustrata al montaggio V 0.1 Tutto il materiale di questo documento (testi, immagini, tabelle e quant’altro) è Copyright (c) 20052006, Paolo Sancono. E’ vietata la riproduzione, anche parziale, con qualunque mezzo. L’autore ha riposto estrema cura affinché le informazioni in questa guida fossero le più accurate possibili, ma declina ogni responsabilità per danni diretti o indiretti derivanti da informazioni errate qui presenti. Lista componenti R1, R2 R3, R4 R5, R6, R7, R8, R9 R10 C1 C2, C3 C4 C5, C6, C7 D1, D2 LED1, LED2 LED3 Q1, Q2 IC1, IC2, IC3 IC4, IC5, IC6 IC7 RELAIS1, RELAIS2 CON1, CON2, CON3 X1, X2, X3 X4 X5 H1, H2, H3, H4, H5 Resistore 1kΩ ¼ W (marrone-nero-rosso-oro) Resistore 3,3kΩ ¼ W (arancio-arancio-rosso-oro) Resistore 1kΩ ¼ W (marrone-nero-rosso-oro) Resistore 270Ω ¼ W (rosso-viola-marrone-oro) Condensatore elettrolitico 220 µF 25V cilindrico verticale Condensatore poliestere 100 nF parallelepipedo Condensatore elettrolitico 22 µF 16V cilindrico verticale Condensatore poliestere 100 nF parallelepipedo Diodo Fast Recovery Led Rosso diametro 5 mm Led Verde diametro 5 mm Transistor BC547 Circuito integrato in package DIL18, tipo 1 – con segno bianco Circuito integrato in package DIL18, tipo 2 – senza segno bianco Regolatore di tensione 78M05 Relè package E3206S, bobina: 12V contatto: 230V 5A Pin-Header a 6 pin Morsetto a vite a 2 posti passo 5,08 mm Morsetto a vite a 10 posti passo 5,08 mm Connettore SUBD-25 Maschio 90° Circuito Stampato Distanziatori esagonali 10mm M3 Complimenti per l’acquisto di questo kit elettronico di qualità! Montarlo seguendo le istruzioni di questa guida sarà un divertimento che ti riempirà di soddisfazione. Saldatore Per montare la scheda, ti occorrerà un saldatore per elettronica a stilo di potenza compresa tra 15W e 40W, se del tipo senza controllo di temperatura, o di qualunque potenza, se del tipo con controllo di temperatura. Non potrai invece utilizzare un saldatore a pistola da 100W, adatto per saldare cavi a connettori o casse acustiche ma non per montare componenti elettronici su basette perché la potenza eccessiva rischia di danneggiare i componenti. Stagno Inoltre ti occorrerà stagno per elettronica, nelle leghe classiche Sn/Pb 60/40 e varianti (Sn/Pb/Ag 60/38/2 Sn/Pb/Cu 60/38/2) o le nuove leghe senza Piombo Sn/Ag 98/2 Sn/Sb 95/5 che fondono a temperatura più alta. Non potrai invece usare lo stagno che si usa per saldare i tubi, di qualità e purezza inferiore e senza gli elementi della lega che ne abbassano il punto di fusione a temperature che non danneggiano i componenti elettronici. Si consiglia un diametro del filo di 0,7 0,8 o di 1,0 mm; diametri più grossi sono eccessivi per l’elettronica. Lo stagno per elettronica presenta inoltre una o più anime di flussante, che eliminano lo strato di ossido dai reofori dei componenti e dalle piazzole sulla scheda, per tutto il tempo in cui lo stagno “fuma”: è proprio il fumo, infatti, prodotto dal disossidante, a pulire le parti per garantire una perfetta conducibilità elettrica (l’ossido prodotto in aria dal rame è infatti isolante). Se si effettua una saldatura con stagno vecchio – senza flussante attivo – che non fuma, questa può essere stabile dal punto di vista meccanico, ma di prestazioni incerte dal punto di vista elettrico, a causa dell’ossido isolante, e può essere causa di malfunzionamenti. Si hanno gli stessi problemi se non si è scaldata a sufficienza la piazzola col saldatore prima di posarvi lo stagno: lo stagno non aderisce perfettamente alla piazzola, ma ne resta quasi staccato, formando una pallina a sé anziché adagiarsi comodamente (saldature fredde, egualmente poco conduttive). Prestare quindi massima cura nell’effettuare le saldature. Altri attrezzi utili Sono molto utili anche una tronchesina a 45° per elettronica, e delle pinzette a becco lungo sottili per elettronica, per tagliare l’eccesso dei reofori e per maneggiare con più cura i componenti, aiutandosi nell’infilare i reofori nei fori. Le pinzette sono specialmente utili per montare i ponticelli. Date le generose dimensioni della scheda (10 x 15 cm) non è invece strettamente necessaria una “Terza mano”, vale a dire un supporto con due pinzette che tiene ferma la scheda mentre si salda. Non serve assolutamente, invece, la pasta salda, che può essere utile quando si dissaldano componenti da schede di recupero o si rilavorano schede vecchie, ma non serve per il montaggio di schede e componenti nuovi, per le quali è più che sufficiente il flussante presente all’interno della lega di stagno per elettronica. I circuiti stampati Nei circuiti stampati (la scheda di colore verde si chiama così), si individua il lato componenti, quello con le serigrafie bianche, dove troveranno posto i componenti, e il lato saldature, dove sono presenti le piste di rame, e le piazzole, protette da uno strato di solder mask verde, che protegge le piste e facilita la saldatura impedendo allo stagno di appiccicarsi dove non deve. I componenti hanno dei reofori che vanno infilati nei fori già effettuati sul circuito stampato. I componenti si infilano dal lato delle serigrafie, quindi si capovolge la scheda e si saldano i reofori alle piazzole. La saldatura L’operazione di saldatura consta di 3 fasi in rapida successione: 1. Si avvicina la punta del saldatore alla piazzola (prima) e al reoforo (poi), cominciando a scaldarli entrambi: la piazzola la si inizia a scaldare un attimo prima perché è più grande di dimensioni, ed è collegata alla pista di rame che disperde il calore, ed ha quindi bisogno di ricevere più calore rispetto al più piccolo e isolato reoforo. Inoltre il componente rischia di rompersi se si scalda troppo. 2. Mantenendo il saldatore in posizione, si appoggia il filo di stagno al reoforo e alla piazzola, osservando che fumi (indice che il disossidante sta pulendo piazzola e reoforo) e si adagi comodamente e uniformemente sulla piazzola preriscaldata 3. Si allontana il saldatore e immediatamente dopo, quasi contemporaneamente, anche il filo di stagno. Le 3 operazioni vanno eseguite in rapida successione, quasi fosse un’unica operazione, ma con i tempi giusti. La saldatura effettuata correttamente si presenta lucida e pulita alla vista. Una saldatura fatta male si presenta opaca, di forma irregolare, e male adagiata alla piazzola e al reoforo. Alcuni portano lo stagno sulla punta del saldatore e lo depositano poi sulla piazzola: questo è sbagliato, perché nel frattempo il disossidante smette di agire e non pulisce bene i contatti. E’ vero invece che a inizio della sessione di lavoro la punta del saldatore va pulita posandovi sopra dello stagno, in modo da utilizzarne l’anima di flussante interna. Lo stagno così impiegato va poi rimosso dalla punta con l’apposita spugnetta inumidita, e non può essere utilizzato per saldare, poiché ha esaurito l’anima di flussante. Questa operazione si può ripetere periodicamente se la punta del saldatore si è sporcata eccessivamente dopo 20-30 saldature. Al termine di una sessione di saldature si tagliano gli eccessi di reoforo con una tronchesina: è inutile tentare di tagliarli a misura prima, perché si corre il rischio di sbagliare, tagliandoli troppo corti, e risulta più difficoltoso mantenere componenti con reofori corti in posizione. Ordine di montaggio E’ conveniente montare i componenti partendo da quelli a profilo più basso, procedendo man mano con quelli a profilo più alto, così da avere compito agevole nell’inserimento dei nuovi componenti senza farsi ostacolare da quelli già presenti sulla scheda. Si consiglia, pertanto, di seguire l’ordine indicato in questa guida. Zoccolini IC I 6 zoccolini DIL18 forniti col kit Si inizierà quindi dagli zoccolini per circuiti integrati, tra i componenti a profilo più basso quelli più facili da saldare per le dimensioni generose delle piazzole. Ne vanno montati 6 sul circuito. Questi sono tutti uguali tra loro, del tipo DIL18 (Dual InLine a 18 pin). Si noti che sugli zoccolini è presente una tacca di riferimento a forma di U svuotata da un lato: questa va orientata così come è orientata la tacca di riferimento sulla serigrafia visibile sul circuito stampato. Questo riferimento servirà poi a orientare correttamente il chip che verrà inserito in un secondo momento (al termine della realizzazione di tutta la scheda) nello zoccolino. Dopo aver inserito i 6 zoccolini, tenerli con una mano e capovolgere la scheda, così che la superficie della scrivania li manterrà inseriti: gli zoccolini hanno i reofori così corti e spaziati regolarmente ed è facile che si sfilino soli capovolgendo la scheda. Se dovesse sucedere, reinserirli e riprovare con maggiore attenzione. Si consiglia di effettuare, per ciascuno zoccolino, innanzitutto due saldature alle piazzole più esterne opposte in diagonale, in modo da tenerlo fermo. Successivamente si possono effettuare le altre saldature. Resistenze I resistori, o resistenze, sono i componenti a cilindretto con 2 reofori sporgenti di colore bianco panna / marroncino, con fascette colorate. Ce ne sono 10, di 3 differenti valori, da montare sul circuito. Il valore delle resistenze viene identificato dalle fascette colorate: Le resistenze da 1kΩ (ce ne sono 7) con i colori marrone-nero-rosso-oro Le resistenze da 3,3kΩ (ce ne sono 2) con i colori arancio-arancio-rosso-oro Le resistenze da 270Ω (ce n’è 1) con i colori rosso-viola-marrone-oro Individuata la resistenza sulla serigrafia, determinare il valore corretto per quella posizione osservando la lista componenti all’inizio di questa guida. Ad esempio R1 è da 1kΩ, quindi nella posizione R1 dovrà essere montata una resistenza con le fascette marrone-nero-rosso-oro. Differenti modi di piegare i reofori di resistenze e diodi. Prima di inserire i reofori della resistenza nei relativi fori della scheda, piegarli secondo angoli opportuni e alla giusta distanza. Ad esempio in R1, R3, R7 i fori sono distanti 7mm tra loro, e i reofori andranno piegati proprio aderenti al corpo della resistenza. Per R4 la distanza tra i fori è di 10 mm, quindi i relativi reofori verranno piegati a 90° con una curvatura naturale. Per R5 e R8, la distanza tra i fori è di 12 mm, mentre per R9 è addirittura di 15mm: in questi casi sagomare opportunamente la resistenza con delle pinzette a becco lungo. Alcune resistenze (la R2, R6, R9) vanno montate in verticale, vale a dire che un reoforo va lasciato dritto, l’altro piegato in giù di 180°, in modo da sistemare la resistenza verticalmente nei due fori distanti tra loro appena 2,5 mm. Una volta infilata una resistenza, divaricare leggermente i reofori dall’altro lato in modo che, capovolgendo la scheda per effettuare le saldature, la resistenza non si sfili a causa della forza di gravità. E’ inopportuno esagerare nell’ancoraggio piegando molto i reofori, perché in tal caso diventa difficoltosa una eventuale dissaldatura del componente per la sostituzione. Non inserire tutte le resistenze, ma giusto qualcuna, 4 o 5, e poi saldarle, in modo da evitare un groviglio di reofori dall’altro lato della scheda che renda difficoltose le saldature. Saldare i reofori alle piazzole, avendo cura che anche la piazzola, e non solo il reoforo, si riscaldi adeguatamente in modo da attivare il flussante, e che lo stagno si depositi su tutta la piazzola in forma naturale. Solo successivamente tagliare l’eccesso di reoforo con una tronchesina: è sconsigliato portare i reofori a misura prima della saldatura perché il componente potrebbe sfilarsi da solo, perché non più ancorato. Dei reofori tagliati via, conservarne uno perché servirà poi per effettuare un ponticello dei due previsti sulla scheda. Gli altri eccessi di reoforo possono tranquillamente essere buttati via. Diodi I diodi hanno un aspetto simile alle resistenze: un cilindretto con due reofori, e si montano allo stesso modo. Occorre però un po’ di attenzione in più, perché mentre le resistenze sono componenti non polarizzati, e possono essere infilati in uno dei due orientamenti possibili senza conseguenze, i diodi sono invece componenti polarizzati e vanno infilati nel verso corretto. Occorre osservare la fascetta di colore contrastante presente sul corpo del diodo, e riportata sulla serigrafia: orientare il diodo così come indica la serigrafia. I diodi forniti col kit possono essere col corpo arancione semitrasparente e la fascetta nera, oppure col corpo nero e la fascetta argento/bianca. In entrambi i casi guardare la posizione della fascetta, e orientarla come indicato sulla serigrafia. Ponticelli Sulla scheda occorre effettuare due ponticelli. Uno, più corto, è tra IC1 e IC2. Per questo ponticello si può usare l’eccesso di reoforo tagliato da una resistenza, dopo averlo sagomato con due curve di 90° aiutandosi con una pinzetta. Le piazzole per i ponticelli sono molto piccoline e occorre prestare molta attenzione a che la saldatura sia perfetta e stabile dal punto di vista meccanico ed elettrico. Il secondo ponticello, parallelo al connettore per la porta parallela, è troppo lungo per essere realizzato con uno spezzone di reoforo, e va invece realizzato con uno spezzone di filo. Se nel kit è stato fornito filo rigido sguainato, utilizzarlo così come gli spezzoni di reoforo perché è del tutto simile, e non occorrono accorgimenti particolari. Se è stato fornito filo isolato, non tagliarlo a misura, sguainarne invece circa 5 mm, attorciliare i filini di rame di cui è costituito in modo che si compattino, e infilarli con cura nel piccolo foro previsto sulla scheda. Saldare quindi questa estremità del filo. Un pezzetto di nastro adesivo può aiutare a tenere il filo in posizione dall’altro lato. Il rame nudo del filo, rispetto ai reofori dei componenti, è più difficile da saldare perché ha meno “affinità” per lo stagno e richiederà del calore in più. D’altro canto non si può esagerare col calore per non fondere la protezione plastica del filo, alla quale il calore arriva per conduzione attraverso il filo, che emette cattivo odore. Con un po’ di pratica si riuscirà comunque ad eseguire una saldatura perfetta. Rimuovere l’eccesso di filo stagnato con la solita tronchesina. Se si è impiegato il nastro adesivo per fissare il filo alla basetta sul lato componenti, rimuoverlo, tagliare il ponticello abbondante di 7 mm rispetto a quanto indicato sulla serigrafia, sguainarne 7 mm, attorcigliare i filini, sagomare a 90° 2 mm prima dei filini, dove c’è ancora la copertura, attraverso una pinzetta e, aiutandosi con una pinzetta, infilare l’altro capo del ponticello nel foro previsto sulla scheda. Rimettere un pezzo di nastro adesivo per mantenere il filo in posizione ed effettuare la saldatura dell’altro capo. Connettore SUBD25 Il connettore SUBD25 a 90° maschio si inserisce perfettamente nei 25 fori relativi ai pin e nei due fori di fissaggio. Assicurarsi che entri fino in fondo prima di saldare, perché è estremamente difficoltoso spingerlo più in basso successivamente a causa dei numerosi punti di saldatura. La saldatura su queste piazzole è più difficile di quella dei circuiti integrati perché i pin del connettore allontanano più calore e le piazzole sono molto piccole. Assicurarsi che lo stagno ricopra adeguatamente tanto il pin che la piazzola, altrimenti la goccia di stagno posata alla meno peggio potrebbe non condurre bene elettricamente. Se si è insistito troppo su una saldatura che viene male, si potrebbe finire con l’avere troppo stagno “vecchio” (senza più flussante attivo) in zona. In tal caso l’eccesso di stagno va rimosso passando la punta del saldatore, pulita sulla spugnetta inumidita in modo da rimuovere ogni eccesso di stagno, vicino alla zona piena di stagno. La punta dovrebbe attirarne via molto, e si può riprovare la saldatura con stagno fresco. Condesatori poliestere I condensatori poliestere sono di forma a parallelepipedo bianco. Ne vanno montati 5 sul circuito, nelle posizioni indicate con C2 C3 C5 C6 C7. Questi sono tutti uguali fra loro: da 100nF. Non occorrono accorgimenti particolari, salvo il solito consiglio di divaricare leggermente i reofori per tenere il componente in posizione mentre lo si salda e rimuovere poi l’eccesso di reoforo con una tronchesina. Anche i condensatori poliestere sono componenti non polarizzati, come le resistenze, e possono essere orientati in uno qualsiasi dei due modi possibili. Condensatori elettrolitici (in alto, azzurri) e poliestere (in basso, bianchi) Condensatori elettrolitici I condensatori elettrolitici sono cilindri di colore nero, blu, viola o marrone, con la base superiore del cilindretto metallica con dei solchi di rottura pre-tracciati, e la base inferiore dalla quale spuntano due reofori. I condensatori elettrolitici sono componenti polarizzati, dotati di un polo positivo e negativo e vanno orientati correttamente sulla scheda. Sulla scheda è riportato un + accanto al foro nel quale va inserito il polo positivo. Sul componente, il reoforo del polo positivo è riconoscibile perché è più lungo, sul componente appena uscito di fabbrica, di quello negativo. Inoltre, sulla parete laterale del cilindro, è riportata una fascia di segni – che identifica il polo negativo. Il valore dei componenti è scritto direttamente sul corpo, sulla parete laterale. Il condensatore più grosso di dimensioni, da montare nella posizione C1, ha il valore 220µF mentre quello più piccolo, da montare nella posizione C4, ha il valore 22µF. Prestare estrema attenzione all’orientamento corretto. Notare, in particolare, che l’orientamento è uno l’opposto dell’altro per i due condensatori. Led I led sono i componenti emettitori di luce utilizzati come spie di segnalazione, montati in un contenitore plastico semi-trasparente colorato di rosso o di verde. Sul circuito andranno montati i led rossi nelle posizioni indicate con LED1 e LED2 (questi indicano l’attivazione dei relè), mentre il led verde andrà montato nella posizione indicata con LED3 (questo indica la connessione del cavo parallelo al PC, con luce debole, o l’alimentazione inserita, con luce forte). Anche il led è un componente polarizzato. Il polo positivo è quello con il reoforo più lungo, mentre dal lato del polo negativo è realizzato uno smusso sul package plastico. Sulla serigrafia non è riportato un segno +, come per i condensatori elettrolitici, ma è riportato il lato dello smusso, corrispondente al polo negativo. In base al tipo di led, i reofori potrebbero presentare un rigonfiamento che aiuta a tenere il led a 5mm dalla basetta, per una migliore visibilità, oppure il rigonfiamento potrebbe non essere presente, allora si può decidere di montare i led a contatto con la basetta o leggermente sollevati, a propria discrezione. E’ facile montare i led inclinati da un lato. Si può correggere il difetto piegando i reofori con una pinzetta, a saldatura finita, o riscaldando nuovamente le due saldature e riorientando il led. Questa seconda operazione non si può eseguire troppe volte, altrimenti lo stagno diventa “vecchio” e va ripristinato con stagno nuovo con flussante attivo. Transistor (neri, piccolini), Led rossi e verdi, Stabilizzatore di tensione Stabilizzatore di tensione IC7 è uno stabilizzatore di tensione siglato 78M05. Questo va orientato correttamente: sulla serigrafia è riportato un lato con un bordo bianco ingrossato: da quel lato verrà orientata la parte metallica del componente; dal lato opposto la parte plastica. Transistor Nelle posizioni Q1 e Q2 andranno montati i due transistor BC547, dalla tipica forma a mezzaluna. I transistor forniti hanno i reofori allineati, mentre i fori sulla scheda preevdono il foro centrale arretrato verso la parte tonda della mezzaluna. Conviene quindi allontanare verso la parte tonda della mezzaluna il reoforo centrale prima di inserire il componente nei relativi fori. Lasciare il corpo del transistor a 10mm dalla scheda, anziché cercare di spingerlo più in basso, perché il transistor è un componente che mal tollera eccessivo calore dal saldatore ed è bene che i reofori abbiano, durante la saldatura, un tratto in aria sufficiente a disperdere parte del calore loro fornito dal saldatore. Per lo stesso motivo è opportuno fare una piccola pausa tra la saldatura di un reoforo e il successivo, per dare la possibilità al componente di raffreddarsi un po’. Il reoforo centrale dei transistor piegato verso la mezzaluna con l’aiuto di una pinzetta Connettori pin-header I connettori pin-header (maschi) a 6 pin vanno montati nelle posizioni indicate con CON1 CON2 CON3 sulla scheda. I fori sono giusti giusti per i pin-header, quindi occorre prestare attenzione a spingere delicatamente il connettore, evitando che si inclini troppo da un lato, e facendolo ondeggiare continuamente, in modo che una eccessiva pressione su un unico pin non lo costringa a uscire dall’alloggiamento in plastica nera che tiene i pin uniti in striscia. Se dovesse accadere, si può risistemare il pin alla giusta profondità lavorando con una pinzetta. Dovrebbere essere chiaro, ma ricordo che il tratto più corto del pin va infilato dentro la basetta, il tratto più lungo rimane dal lato componenti e servirà a connettere i motori (c’è stato qualcuno che ha montato i pin-header capovolti, lasciando il pin corto fuori e infilando il pin lungo dentro la basetta). Connettori pin-header da saldare sulla basetta (sul lato sinistro) Connettori strip femmina da utilizzare per prolunghe del cavo motore Il connettore femmina inserito sul pin-header per mantenerlo più rigido durante la saldatura. E’ una buona idea inserire dentro i pin-header le femmine fornite nel kit per la realizzazione di cavi di prolunga: queste aiuteranno ad allontanare calore dai pin mentre li si salda, e manterranno della giusta forma l’intero connettore. Non effettuando questa operazione, può infatti accadere che il connettore si sformi durante la saldatura per l’eccessivo calore che raggiunge la parte plastica. Per lo stesso motivo, è una buona idea saldare il primo pin del primo connettore, quindi il primo pin del secondo connettore, quindi il primo pin del terzo, e poi riprendere dal secondo pin del primo e così via. Si dà così il tempo ai pin e alla plastica di ogni connettore di raffreddarsi tra una saldatura e la successiva al pin accanto. Una volta effettuate le saldature, rimuovere pure i connettori femmina che si erano inseriti nei pin-header. Una volta saldato il pin-header, rimuovere pure le femmine. In fotografia la basetta è un prototipo fotoinciso anziché il PCB industriale fornito con il kit. Morsetti a vite Sulla scheda vanno montati 3 morsetti a vite a 2 posti, e una fila di morsetti a vite a 10 posti. I morsetti a vite a due posti vanno inseriti nelle posizioni X1 X2 X3, stando attendi a far capitare il lato di inserimento fili verso il bordo esterno della scheda e non viceversa. Mentre nel posto indicato con X4 va inserita una fila di morsetti a vite a 10 posizioni. Questa va realizzata incastrando tra loro 5 morsetti a vite a 2 posizioni, oppure 2 morsetti a vite a 3 posizioni e 2 a 2 posizioni, a seconda di quali sono stati forniti con il kit. I morsetti si incastrano mediante delle scalanature: assicurarsi di infilarli fino in fondo, in modo che la base sia allineata e poggi bene sulla basetta. Durante l’uso, infatti, si eserciterà pressione con un cacciavite per serrare i fili ed è bene che il morsetto sia ben ancorato al fondo della basetta. Una fila di morsetti a vite a 10 posti realizzata incastrando tra loro 2 morsetti a vite a 3 posti e 2 morsetti a vite a 2 posti. I restanti 3 morsetti a vite a 2 posti vanno utilizzati singolarmente nel kit. Sulla serigrafia vicino al morsetto X1, morsetto di alimentazione, è già riportata la dicitura 12V e l’indicazione + e – per il polo positivo e negativo. Per evitare di commettere errori, si può riportare l’indicazione + e – anche sul corpo del morsetto a vite, con un pennarello indelebile a punta sottile, caso mai la serigrafia dovesse accidentalmente cancellarsi. Alimentando il circuito con la polarità invertita, si romperanno infatti molti componenti. Il montaggio della scheda procede: manca ormai pochissimo alla conclusione. In fotografia la basetta è un prototipo fotoinciso anziché il PCB industriale fornito con il kit. Relè I relè sono i componenti più voluminosi, e infatti si montano per ultimi. La disposizione dei piedini consente di inserirli solo nel modo corretto. Ce ne sono 2, e vanno inseriti nelle posizioni indicate con RELAIS1 e RELAIS2 sulla scheda. I due relè forniti col kit Distanziatori esagonali Per evitare di danneggiare accidentalmente il lato piste della basetta, è opportuno montare i 5 distanziatori esagonali nei 5 fori previsti. Si suggerisce di tenere il dado dal lato componenti, in modo che la basetta poggi, tramite i distanziatori, su una superficie orizzontale. Dal lato opposto al dado è prevista una filettatura M3 per fissare i distanziatori con delle viti (non fornite) al fondo o su una parete laterale della propria macchina. I 5 distanziatori esagonali da 10mm con filetto M3 e relativi dadi. Durante l’uso evitare con cura che oggetti metallici tocchino il lato piste, mettendo in corto differenti zone del circuito. Per una migliore protezione si può fissare ai distanziatori una lastra di un materiale rigido, come un’altra basetta per circuiti stampati, plastica o legno. Controllare le saldature Controllare meticolosamente tutte le saldature per omissioni, corti, saldature deboli. Può capitare infatti di aver infilato un componente ma essersi dimenticato di saldarlo, di aver messo in cortocircuito due piazzole adiacente con una goccia di stagno, di aver effettuato saldature deboli dal punto di vista meccanico o elettrico che possono portare a malfunzionamenti successivi. Prima di alimentare la scheda controllare con cura il lato piste. E controllare anche l’orientamento corretto dei componenti polarizzati, in particolare dei diodi e dei condensatori elettrolitici. I distanziatori fissati sulla scheda e le saldature perfette realizzate con stazione saldante e stagno professionali. Le proprie saldature devono avvicinarsi a queste: aspetto lucido, stagno adagiato comodamente su tutta la piazzola, giusta quantità di stagno, robustezza meccanica, forma regolare. Inserire i circuiti integrati Solo dopo aver effettuato questi controlli è possibile inserire i circuiti integrati negli appositi zoccolini. Utilizzare la tacca a U di riferimento per orientarli correttamente. Prima di esercitare pressione dall’alto verso il basso, controllare che i pin stiano entrando correttamente nello zoccolino, perché può succedere che un pin leggermente inclinato finisca per piegarsi malamente quando si tenta di infilare il chip nello zoccolino. Il pin così piegato potrebbe rompersi ad un tentativo successivo di raddrizzamento. Ci sono due tipi di circuiti integrati. Nelle posizioni IC1 IC2 IC3 vanno inseriti gli integrati di tipo 1, marchiati con una striscia bianca. Nelle posizioni IC4 IC5 e IC6 vanno invece inseriti gli integrati il cui corpo è stato lasciato integralmente nero. L’aspetto della scheda montata completa Finito! Benissimo! La tua scheda è pronta. Non ti resta che leggere il manuale d’uso per utilizzarla con soddisfazione!