Numero 69bis - caterpillar

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Numero 69bis - caterpillar
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La rubrica delle due is
(nè Isabelle nè genitivi)
www mi piaci tu tututu ,I love you… e, come al
solito, ti sei dichiarato all’amata/amato proprio
mentre aveva il telefono occupato… eh già, non
hai il coraggio di dire alla tua/tuo lei/lui ciò che
veramente provi: mi sa che ti serve una mano :)
Tranquillo, Loris e Doris sono qui per te! Benvenuto
nella rubrica rosa (che per problemi tecnici uscirà
in bianco e nero). Giusto in tempo, nel mese delle
passioni.
Che tipo di amante sei? Se non te lo sei mai chiesto,
fatti un test, il nostro, o fallo al tuo ragazzo. Bene,
penna in mano e caterpillar sotto il libro di latino,
pronti partenza… via ;)
Test
1. Il giorno di S Valentino la porti:
a) al ristorante per una cenetta a lume di candela
b) al cinema con i pop corn
c) c’ è la partita Atalanta-Brescia, che domande…
b) scusa ho capito che non possiamo più funzionare,
siamo troppo diversi (ti giri, te ne vai)
c) sei retrocessa alla serie B (sciogliendoti in
lacrime perché il Brescia ha appena segnato)
2. Quale regalo le hai comprato:
a) un anello
b) un cuscino a forma di cuore
c) Pro evolution soccer, poi sarò sempre da lei
7. Incontri i Suoi per strada:
a) corri verso di loro e chiedi la mano della figlia
con un “ho la ferma convinzione che sua figlia è il
sole e non un raggio”
b) rispettosamente saluti con un “salve”
c) dipende da quale squadra tifano: se sono
bresciani ti volti dall’altra parte, se atalantini li
inviti in curva nord
3. Quale frase accompagnerà il regalo:
a) mi vuoi sposare?
b) cucciola, ti amo
c) sicura di avere la ps3 ?!, con un dolce sorriso
4. Cosa è per te l’amore:
a) Amor è desio che vien da core (Petrarca)
b) intensa attrazione reciproca
c) quello che provo quando segna Doni
Profili
(non girate il volto, non vogliamo vedere il vostro
naso)
5. Qual è la tua ragazza ideale:
a) Capei d’ oro a l’ aura sparsi (che vi devo dire,
Petrarca m’ispira)
b) la mia
c) la bigliettaia dello stadio
6. Per lasciarla:
a) e non ci lasceremo mai… però prendiamoci una
pausa (massimo un minuto XD)
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a) maggioranza di A: Aaaa… molto molto bene,
direi troppo. Che brava ragazza devi avere, per
volerla sposare a quest’ età; ma ce l’ hai davvero
o sogni ad occhi aperti? Diciamo che sei molto
passionale e romantico. Tu sorridi all’ amore. Ma
Amore non è detto ti sorrida o almeno riesca a
sopportarti per 10 minuti: forse sei troppo mieloso
anche per lui…Consiglio: bevi acqua e sale, togli
zucchero dalla tua vita.
b) maggioranza di B: BBBBMamma bbmia…
Diciamo sei un ragazzo normale, nella media,
non ti distingui, facciamo anche banale, per non
dire ameba, cioè la tua ragazza se non è la prima
volta che uscite saprà già che farete, cosa le dirai,
insomma non sai stupire, un po’ di immaginazione
non ti farebbe male, dovresti cogliere la magia
dell’ amore e dei suoi attimi più intensi, parlando
più col cuore che con la mente. Consiglio: usa la
fantasia
c) maggioranza di C: CCGoooal, chiudi gli occhi
e rivedi Doni segnare: per te non esiste altro,
calcio calcio calcio. Sei proprio nel pallone!
La tua ragazza, per quanto tifosa di calcio, non
sopporterà tutti i replay delle varie partite: forse
dovresti venirle incontro.. Consiglio: fai un test
di astinenza e, se non superi i 5 minuti prima di
parlare di calcio o di vedere partite, beh, recati in
una clinica per cercare di smettere…
……………………………...............Loris and Doris
LETTERE
Il cuore ha le sue ragioni,
che la ragione non conosce*
Questa è la lettera di una ragazza che ci ha
scritto. Ricordate che potete farlo anche voi e che
sono invitati a farlo anche i professori.
«Credo che ci si possa innamorare non solo di
uomini, ma anche di emozioni. Sì, lo so, l’amore
per una persona è di per sè un’emozione. Ma quello
che io intendo con “innamorarsi di emozioni”
è il modo in cui noi percepiamo l’arte: quella
sensazione da quel vera e perfetta che ci coinvolge,
che ci trasmette tanta energia e ci dà forza. Non si
può vivere senz’amore per le persone, ma nemmano
senz’amore per l’arte che aiuta ad esprimere chi
con le parole non se la cava, ma vuole lo stesso
comunicare qualcosa agli altri, vuole condividere
le sue amozioni, donando così felicità.
Per me esistono quattro forme d’arte per
comunicare: la danza, il disegno, la musica e la
poesia. Ma se ci si pensa bene in fondo sono tutte
collegate dal filo invisibile dell’arte. (sono di fatto
arti, riconosciute come tali) La danza infatti è
musica, è una poesia ed un disegno, perché questa
forma di comunicazione è l’armonia di un corpo,
di gesti che aspettano solo di essere capiti e si
perfeziona con la musica, che dà il ritmo giusto
alla vita. E’ come riuscire a provare tutte insieme
centinaia di emozioni in perfetta armonia, e tutte
con un proprio senso, tutte che aspettano di essere
vissute, tutte che dicono: vivi!»
Giulia
Alla prossima, innamoratini, <3
* Pascal
Caterpillar sulla Luna...
Le lacrime e i sospiri degli amanti,
l’inutil tempo che si perde a giuoco,
e l’ozio lungo d’uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai loco,
i vani desideri sono tanti,
che la più parte ingombran di quel loco:
ciò che in somma qua giù perdesti mai,
là su salendo ritrovar potrai […]
…sol la pazzia non v’è poca né assai;
che sta qua giù, né se ne parte mai.
www.francescocampanoni.com
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Ludovico Ariosto
L’Orlando furioso XXXIV, 75, 81
Messaggeria
x Lorenzo 3^C dimentica Michela, ci sono io ad aspettarti in un letto coperto di petali! by Your
secret lover
x Mastercard palloncino all’elio, 5 euro; fare i cretini a Monza, non ha prezzo by Beltra
x tutti TROVATONA X IL CATER...CONTATTATEMI… by Il Grafico
x il Berry 4^D vedrai che macine poi! by Ale
x Paolo e Marco 4^F ciao belli mi portate una pizza stasera? ahah... by “La tipa del vostro piano”
x Fruittella 6 bellissimo... ti penso sempre... sono totalmente persa x te... anche se stai quasi con
la mia migliore amica by XD
x la 3^B cercate pure il berillio, voi che siete paini forever! by Monta
x tutta la 2° F affrontate italiano e storia con coraggio! DON’T WORRY, BE HAPPY!!! by xxxx
(hihi!)
x tutti if I am to go in my heart you grow and that’s where you belong by …
x Sgombro sul camion trasportavo armadi; ho inchiodato: sono diventati tutti comodini, capà by
Vongola Verace
x tutti cercasi corista/e per gruppo Rock Blues possibilmente con esperienza. Contattare Matteo
5F 3331064276 by The Drummer
x tutti cercasi vocalist per gruppo Pop per seconde voci e un duetto (Lista intorno alle 15 canzoni)
Contattare Tony 5F - 3467133177 by the Guitarman
x tutti cercasi tastierista per gruppo Pop con buona esperienza (Lista intorno alle 15 canzoni)
Contattare Tony 5F - 3467133177 by the Guitarman
x tutti gli economisti ottimo investimento! vecchia auto contro suocera che correva... by Il
vostro dolce babbù
x Rainman per sempre nei nostri cuori! by I tuoi scagnozzi
x babudoio! eh? by chupa
x Sissi 3^B hai le scarpe slacciate! by Luca Nervi
x Michi bar 6 il miglioreee by the denny’s 3M
x i diretti interessati se c’è qualche fan degli HIM, dei Theatres des Vampires o di gruppi goth,
batta un colpo!!! by la fumettista
x tutti sappiate che tra non molto soggiogherò l’intero orbe terracqueo grazie ai poteri divini e
miracolosi della mia barba irsuta! by Taro
x Narsete di Feiez non capisci proprio niente... a rovinare la letteratura è il tuo articolo by una
fan di Twilight evidentemente “irrecuperabile”
x Giò 3^G avevi ragione! Monkey Island è davvero il più bel gioco del mondo! by P.B.
x Zappa 1^G non rompere più il cazzo a quella di 1^B!! grazie!! by ...
x tutti ma funziona la messaggeria via internet?? by anonimo
x anonimo qui sopra sì, anche perché tu hai inviato il tuo messaggio usando la messaggeria
online… (per maggiori informazioni guardate su forum.liceomascheroni.it) by l’admin
x zio Gianki con le tue palle ci si gioca al massimo a ping pong by Miki
x Sanga 5E come hai fatto a comprare il 10 in condotta?!? by l’universo
x Taro vogliamo tanto distruggere i tuoi occhiali indistruttibili by La Redazione
x Alfo ma che foto metti su facebook?!? by una ragazza a te vicina
x chi va a sciare chi porta con sé?? ho bisogno di un passaggio intanto che non ho la patente...
non disturbo, ascolto il mio ipod in un angolo by vincenzo cali 5E
x Luca viva i geen bricks by i fan dei green bricks
x Dani è buona la mela? by il tuo vicino di banco
x Paolo Vassalli 4L 10 in condotta! Mitico! by ...
x dotto 3A w intercurra ahah…nn avevo nnt da scrivere ma volevo inviare un messaggio…ihih by..
x Vera 3D un giorno o l’altro ti ammazzo x tutte le figure di merda che mi fai fare… vedi in 5E…
by la missy pissy pussy…
x tutti se vi piace scrivere, mandateci vostri articoli, saggi e racconti by la Redazione
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Ipse dixit
imparante».
Tosetti: «Non tutte le frittate escono col
buco!»
Bernuzzi: «Se non ci fosse stato Lepanto,
oggi noi saremmo qui col turbante e voi donne
col chador… anzi voi donne sareste a casa a
badare ai fornelli e a un sacco di figli».
Mattina: «E è uguale a...»
Alunna: «Sigma fratto epsilon zero».
Mattina: «Guarda che hai scritto un teta!
Come si scrive il sigma?»
Alunno: «Scrivi SIGMA!»
Barachetti: «Ma Giulia hai usato Bellissima di
Imetec?»
De Giampaulis: «No, solo Imetec!»
Mattina: «Ci sputano tutti in faccia!»
Alunni: «Ma chi?»
Mattina: «Tutti, a cominciare da Brunetta...
ah no, quello sputa ad un’altra altezza!»
Cogi: «Riferirò tutto ai vostri genitali!»
Cogi: «Ma vai piano Beretta, che sembri morso
da un pitbull nel culo!»
Pezzotta: «Faccio l’appello, gli assenti non
dicano niente!»
Cogi: «Oggi sono nervoso perché ho le mie
cose».
Gae: «Ha visto profe? Questo disegno è tutto
centrato sulla fisica nucleare...»
De Giampaulis: «Sì... sai dove vorrei
centrartelo?»
Colombo: «Posso dirvi che siete proprio dei
pifferai?»
Cogi va da Mascaro e legge sul suo quaderno
degli appunti «Amor, che null’amato amar
[amor, ndr] perdona» e dice «Ah, Paolo e
Francesca! quel Dante! Mi sembra ovvio ciò
che è successo: Francesca era una giovane
ragazza, suo marito un brutto storpio e Paolo
un bel figo… mi sembra ovvio che lei abbia
deciso di darla a questo! E Dante se ne va in
giro a pontificare sull’amore intellettuale…»
Cogi (poco dopo, parlando della riforma
luterana): «…quindi non esistono più preti, ma
pastori che possono avere famiglia… non c’è più
quindi un don Abbondio che si accontenta della
sua perpetua, ma si può sposare… ah, come si
chiamava la perpetua di don Abbondio? Ma,
secondo voi, quel furbastro non se la faceva?
ma figuriamoci se quel mezzo prete di Manzoni
ce l’avrebbe detto…»
Colombo: «Chi è stato?»
Tutti: tacciono.
Colombo: «Siete camorristi!»
Algeri: «Ma profe, si potevano elevare
numeratore e denominatore alla quinta?»
Previtali: «Sì certo… e poi ti spari un colpo!»
Curto: «L’annichilazione è l’annullazione della
materia».
Mismetti: «Autocondizionaterete… l’ho detto
giusto?»
Meli: «Ti sento, perché sono sorda».
Previtali: «Ed ecco che abbiamo una
bella indecisione zero su zero… che cosa
facciamo?»
Jacobelli (sotto voce): «La mandiamo a
cagare…»
Previstali: «Ahah… che finezza!»
Ricupito: «Hanno eletto Obaoma!»
Ricupito: «Leopardi scrive, nel frattempo
legge, nel frattempo compone... la domanda
sorge spontanea: ma al bagno quando ci
andava?»
Trieste: «Alberto mi stai seguendo?»
Pellicioli: «Sì profe».
Trieste: «Perché?»
Sestito: «La maleducazione in questa classe è
Degiampaulis: «Eeh, giovani, aprite la finestra,
se no le minchiate di Paravisi non riescono ad
uscire!»
Claudia: «Oddio».
Degiampaulis: «Eh, vale la battuta dell’altra
volta… a scuola chiamami solo Prof…»
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Depetroni: “Si parlava la lingua d’oc...”
Bonacorsi: “...di origine controllata!”
Depetroni: “Perché Dante ha scelto come
guida Virgilio e non, ad esempio, Omero?”
Barachetti: “Pòta, era cieco e andava a
sbattere!”
Depetroni: “Questa era pessima...”
Depetroni: “Ma è la costruzione di
DIGNO!”
Bonacorsi: “Primo, io non l’ho tradotta così,
secondo, Dinho è al Milan...”
Cogi: “O sei coglione tu, o sono coglione io”.
Bertino: “Ma profe, i coglioni sono sempre
due!”
Curto: “Ti devo legnare?”
Lau: “Profe, dove ha i legnetti?”
Curto: “Valagussa, mi chiedo se quello sia il
tuo posto”.
Lau: “Eh profe, me lo chiedo anch’io...”
Rampi: “Siete in uno?”
Catta: “Raffo guarda le dite!”
Giannone: “Come diventa
vocativo?”
Mazzo: “Opossum!”
POSSUM
al
Mattina: “Domani interrogo!”
Alunna: “Profe, aprile è ancora lontano per
fare il pesce d’aprile...”
Alunno1: “Profe, davvero esiste la sesta
declinazione?”
Profe: “No, macchè!”
Alunno1 (ad Alunno2): “Vedi?”
Alunno3: “Certo, l’ha inventata mio nonno”.
Alunno2: “Quasi ci credevi, era bella però,
is-karorum-karei”.
Studente 1: “Per il progetto alternanza
scuola - lavoro andrò all’Ateneo di
Bergamo…”
Professoressa: “Sapete, no?, cosa è un
Ateneo???”
Studente 2: “Sì, ma dai… è una persona…”
S
t
u
d
e
Falli
di portarvi in visita al kilometro rosso…”
Studente
1:
“Cos’è?
un
centro
commerciale???”
Professoressa: “Ma perché siamo qui?!”
Alunno: “Profe, una persona “opulenta” è una
persona che produce tanta polenta?”
Alunno: “X è una città dell’Abruzzo. Se x è
Pescara, la proposizione è…, scusi profe, ma
dov’è Pescara?”
Vitali: “Profe, ma Vasari non muore mai? chi
è, Matusalemme?”
Sestito: “Ma no, Vasari è nato morto vivo!”
Sestito: “Guardate il volto di Adamo e
Adeva…”
n
Sestito: “Adamo ed Eva non sono stati
cacciati dal Paradiso perché avevano
mangiato la mela, ma perché avevano fatto
gli ZOZZI!”
t
Moreni: “Ravasio, avrai anche tu fra qualche
anno un conto corrente e dovrai calcolare gli
interessi…”
Ravasio: “Ma profe, avrò anche una moglie
che servirà a quello!”
o
r
U
m
Professoressa: “Sì, va beh… Avevo pensato
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Grassi: “Se prendete una foglia di insalata
rossa e la immergete nell’ammoniaca, proprio
come la cartina al tornasole, diventerà blu!”
Tenaglia: “Ma poi l’insalata si può ancora
mangiare?”
Profe: “Inventa un esempio riguardante la
trasmissione del calore”.
Buzzo: “Una vecchia… ehm… una femmina
scalda un foglio di carta con un phon…”
Profe: “Buzzetti, questo sarebbe da 4 in
condotta… un po’ di rispetto verso di me e
le tue compagne”.
Buzzo: “OK… una vecchia signora…”
Pezzo: “Partenza da là alle 21 e mezza… ehm,
cioè alle 21 e 30!!”
LA TIPICA MATTINA
DELLO STUDENTE
DOPO L’ODISSEA IN AUTOBUS...
Abito a Bergamo da cinque mesi, e la cosa che
mi ha traumatizzato di più sono gli autobus la
mattina... Non so se vi è mai capitato di imprecare contro l’ Atb. A me sì, tutti i giorni.
Suona la sveglia e ovviamente sei in ritardo. Ti
vesti in fretta e furia. E la mamma dalla cucina: “Hai fatto colazione?”. Sì, come no. Ma al
momento non ti viene niente di meglio da dire
che la pura verità. Non importa, con una scusa
dici che non hai fame e ti fiondi fuori di casa.
Vai, sei libera con la tua musica. Nessuno ti
ferma. Anche perché sei in ritardo. Meno dieci
metri dalla fermata, meno otto, meno sei, meno
quattro, meno due e... il primo autobus ti passa
davanti!!! Pazienza, aspetterò quello dopo...
Dopo dieci minuti arriva il secondo. È talmente
pieno che non riesci a salire, ma ti fai coraggio
e spingi tutti quelli che ti stanno davanti: non
puoi arrivare - ancora - in ritardo. Finalmente
sei sul maledetto mezzo e non hai idea di come
sei riuscito ad arrivare fin lì. Speri di girarti e
vedere un tipo stra-figo, invece era meglio che
non ti girassi... Beh, guardiamo a destra: niente. A sinistra: niente di niente. Sei in mezzo a
due fidanzati che ti guardano male, perchè li
hai separati, e cercano di spingerti, per riuscire a baciarsi. Non solo non c’è nessuno di
interessante. Ma hai anche rovinato la dolce
e romantica mattinata a qualcun’altro. L’uomo alla guida è talmente simpatico che lancia
occhiate acide agli studenti e urla “Andate più
in fondo!!!”. E anche tu sei costretta a spingere
tra la folla per accontentare i desideri mattutini di un autista. Ad un certo punto il mezzo
frena: tutti si ribaltano. E tu schiacci i piedi
a qualcuno, dai una gomitata alla ragazza che
cercava il suo fidanzato, per così dire, perso al
momento dell’imbarco, cadi addosso a quel cesso dietro di te e ti penti di non essere rimasta
sotto le coperte. Ancora pochi minuti e sei a
scuola, per fortuna. Ora comincia il dilemma:
“Come cazzo faccio a scendere?”. Provi a farti
strada tra la folla e percepisci telepaticamente una serie di “insulti mentali”; te ne freghi.
Si apre la porta. Quelli che vi erano appoggiati
quasi cadono fuori; tu dai qualche gomitata e
non sai come riesci ad uscire.
Finalmente a scuola... E la giornata non è ancora cominciata. Così, nell’ora di storia , ti chiedi
perchè l’ Atb non manda in circolazione altri
“mostri” a quattro ruote: risparmierebbe molte
sofferenze.
IRENE
...LA FILA ALLE MACCHINETTE
10.45 gli alunni sono in postazione nei propri
banchi. Appena suona la campanella inizia la
corsa alle macchinette!!!!!!!! Le scale si affollano
e diventano luogo di una gara che non risparmia
nessuno. Le persone che tranquillamente vagano
per i corridoi vengono travolte; un fiume di
parole poco adeguate alle mura scolastiche
escono inconsapevoli dalla bocca dei “tranquilli
studenti” travolti dalla mandria di macchidipendenti. Finalmente, all’orizzonte, la loro
“droga”.
Ho voglia di bermi qualcosa di caldo, mi
avvio alle macchiette, arrivo e… no!!!!!!!!!!!!!!!!
Come al solito sembra di essere in autostrada:
l’impazienza attanaglia tutti. Come quando
sei in banca e c’è una fila che non finisce più.
Alcuni parlottano sotto voce mezzi intontiti,
ancora addormentati da quando sono scesi
dal letto; un tipo abbastanza nervoso tiene il
tempo…1,2,3,4…ticchettando con i soldi sulla
spalliera delle scale; altri canticchiano quelle
canzoncine assurde della pubblicità che non
riesci a dimenticare, anche se sono del tutto
prive di senso; altri ancora osservano le tacche
della macchinetta che sta preparando la bevanda
con lo sguardo vuoto di coloro per cui sembra
che il tempo non passi mai. Addirittura, un tipo
gocciola di sudore, si accorge, sorride.
L’intervallo diventa un momento di tensione nel
quale tu vorresti stare tranquillo. Impossibile.
Ovviamente una soluzione c’è: immaginare di
essere nei panni della persona che hai davanti
e fantasticare sulla sua vita. Avete mai pensato
al significato della parola “storia”? Beh, questa
parola può avere un solo grande significato
che in sé racchiude miliardi di sfumature
(basta pensare a tutte le persone che vivono
su questa terra). Ebbene, ognuna di esse ha la
propria storia interessante o meno, pur sempre
unica. Non vi è mai capitato di guardare fuori
dal finestrino di un auto e di avere provato a
immaginare a che cosa una persona qualsiasi
stesse pensando in quei tre secondi in cui l’avete
osservata, e di averlo magari anche indovinato?
Questo succede perché tutte queste storie
viaggiano su uno stesso filo conduttore, tutte
hanno stesse condizioni, stessi limiti e stessi
ostacoli, ma diverse persone, diverse anime
e diverse teste, che creano la proprie storie.
Anche se adesso come adesso è difficile
crederlo, è così. Ognuno di noi nella propria vita
ha un vantaggio, una qualità non in tutti uguale.
L’importante è che tutti prima o poi nella
propria vita riescano ad usare e sfruttare quel
vantaggio per essere felici. Ecco invece che,
guardando fuori dal finestrino, osservi queste
persone che sono nella stessa situazione, ti
dimentichi della fila e sorridi… perché la vita è
bella!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
GIULIA
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LA COGESTIONE
Dall’inviato
Definizione ufficiale: termine che si riferisce alla
partecipazione attiva degli studenti nei processi
decisionali delle scuole (fonte: Wikipedia).
Definizione reale: termine che si riferisce a quel lasso
di tempo di due/tre giorni compreso tra le settimane
di recupero e le vacanze di carnevale per eliminare le
restanti ore di lezione normali (fonte: pensiero generale
degli studenti).
“Il privilegio che ci offre la Cogestione è quello di
potere, almeno per una volta, confrontarci fra studenti
e insegnanti su temi proposti sia dalla componente
studentesca, sia dal corpo docenti; inoltre, l’intervento
di esperti provenienti da realtà culturali esterne
all’istituto arricchisce ulteriormente il progetto proposto.
Alla base della Cogestione, come suggerisce il nome
stesso, rimane quindi il rapporto collaborativo tra
ragazzi e insegnanti, un rapporto fondamentale per la
buona riuscita di un progetto che ha come fine ultimo
quello di valorizzare lo studente e i suoi interessi più
eterogenei.” (dal sito internet del Liceo ginnasio Ugo
Foscolo di Pavia).
Questo il nobile principio che sta alla base della
creazione della Cogestione nelle scuole. Ma al
Mascherù è sempre stato così???
Anno scolastico 2005/2006 (io non frequentavo
ancora questa scuola, quindi le notizie mi sono state
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date dall’esimio signor Michael Papini, allora in 1^H):
D: Com’è stata la tua prima cogestione??
R: Fantastica!! Tutti gli studenti che giravano per scuola
con macchine fotografiche per il corso d’immagine,
persone che si imbucavano al corso di latino-americano
in palestra, ragazzi che facevano tornei di Quake nei
laboratori di informatica!!!
Anno scolastico 2006/2007 (annata in cui sono
arrivato io):
D: Com’è andata la mia prima cogestione?
R: Una 3 giorni no-stop di vagabondaggi per visitare
tutti i corsi (sì, anche quelli di tango e dama…), di
fughe dai rappresentanti d’istituto (che cercavano di
riportare gli studenti ai corsi di fotomontaggio quando
volevano fare murales o arrampicata), di appostamenti
per eludere la sorveglianza dei tutor(s) ed entrare nel
magico mondo colmo di ragazze del latino-americano.
Anno scolastico 2007/2008 come sopra: tre giorni
separati previsti ufficialmente - l’ultimo dei quali mai
effettuato causa scarsezza studentesca nei due
precedenti - di: sguardi furtivi gettati ai rappresentanti
d’istituto e ai tutor(s) per entrare (ancora una volta!!)
nel paese delle meraviglie (alias palestra) dove si
teneva il corso di ballo, …, …, basta così perché tutti
gli altri corsi erano un po’ pallosi e nessuno li voleva
seguire.
Eccoci all’anno 2008/2009 (l’attuale, per chi vivesse
tra le nuvole): un anno pieno di promesse incarnate
dai nuovi e promettenti rappresentanti d’istituto…, che
saranno all’altezza dell’ancestrale missione di creare
un nuovo ordine su cui stabilire il breve periodo precarnevalesco?? Lo scopriremo assieme!
Venerdì 7 febbraio ho posto una breve quanto semplice
domanda alle cinque persone di prima - quattro ragazze
e un ragazzo - della redazione del Caterpillar: cosa ne
pensi della cogestione?
Ecco le risposte:
1. “E’ una cazzata: non s’impara niente” [che ottimismo,
ndr]
2. “E’ divertente dai…” [aggiunge l’amica, rendendosi
conto che quest’articolo sarà alla portata di tutti i suoi
avversi insegnanti, ndr]
3. “Si fa solo per saltar lezione” [hai capito tutto, cara
mia…, ndr]
4. “E’ un momento per staccare la testa da qualcosa”
[da che cosa resta un mistero, ma finalmente un
pensiero non fancazzistico!!!, ndr]
5. “Giorno di cazzeggio vivente” [viva la sincerità…,
ndr]
La principale innovazione di quest’anno è costituita
dalla presenza di macrocorsi seri (grida ed ole di
entusiasmo!!) come medicina, economia e politica,
affiancati a corsi leggeri (meglio noti come scialli).
Ogni macrocorso ha dei sottogruppi, ad esempio per
medicina si hanno:
1. primo e pronto soccorso [utile per aiutare un
incidentato]
2. trapianto di organi [per prendere coscienza sul fatto
che è possibile salvare delle vite dando le proprie parti
vitali al momento del proprio decesso [corna]]
3. ginecologia [e urologia?]
4. massaggi [vabbè, ma che c’entra??? Beh, almeno
c’è una bella ragazza che ti massaggia le mani e ti
dice, con voce suadente, “rilasssssssati”… ahhhh, bei
momenti…].
Personalmente ho frequentato due corsi utili e divertenti:
quello sopracitato e quello di economia, diviso in due
parti. La prima ha trascinato gli studenti in un gioco,
in cui ogni gruppo di persone rappresenta uno Stato
- Stati Uniti d’America, Germania, India, Bangladesh e
Costa d’Avorio - e si prefigge lo scopo di guadagnare
più soldi degli altri (inutile dire che USA e Germania
possono vincere più facilmente delle altre nazioni).
La seconda invece ha coinvolto gli studenti a capo di
un progetto mirato a vendere copie di un prodotto per
giovani tramite l’utilizzo di giornali, radio (a proposito
ringraziamo Francesca di 2^L per averci fatto scoprire
l’esistenza della sconosciuta radio Manila fm 100.8) e
siti internet.
E’ giunta l’ora di un bilancio… certamente
positivo!! Perché i nuovi rappresentanti sono riusciti
nell’immane impresa di trasformare la cogestione in
un momento serio, ma con molti momenti di svago e
divertimento… TANTO DI CAPPELLO!!
Ehi, ma che corsi avranno seguito i primini del
Cater? e cosa penseranno ora? (Essendo il loro
primo anno di permanenza qui, non sanno che aria
carnascialesca tirava durante le scorse cogestioni…)
1. “Non serve a niente, giri per la scuola e ti diverti”
(moda, gastronomia)
2. “Non è molto ben organizzata, ognuno può far quello
che vuole” (ballo, gastronomia)
3. “E’ organizzata male, ma dipende dai corsi” (arte,
--)
4. “Fa schifo! E’ organizzata male!” (arte, --)
5. “E’ una cosa geniale!! Perché non la fanno tutti i
giorni??” (informatica, economia).
Delizia del genere umano
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...Vidi l’eccelso / Stato e il valor delle terrene cose, / E tutto fiori il corso umano, e vidi / Come nulla quaggiù
dispiace e dura. / Né men conobbi ancor gli studi e l’opre / Stupende, e il senno, e le virtudi, e l’alto / Saver
del secol mio. / […] Memorande sentenze! ond’io solenni / Le risa alzai...
Giacomo Leopardi, Palinodia al marchese Gino Capponi, vv. 22-28
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Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una
combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di
letture, d’immaginazioni?
Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un
inventario d’oggetti, un campionario di stili,
dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
Italo Calvino, Lezioni americane
13
Quelli che non la
Un’assemblea per dire: mai più Darwin
Alla prima ora di martedì 25 novembre si è
tenuta un’assemblea studentesca nella palestra al
pianterreno del Liceo Scientifico Mascheroni. A
quanto ricordo, non avevo mai preso parte a niente
di simile nei tre anni passati e credo che un tale
evento non si verifichi da molto tempo nel nostro
istituto.
L’assemblea è nata come momento di riflessione
sulla tragica morte di Vito Scafidi, studente
diciassettenne del Liceo Darwin di Rivoli (Torino),
a seguito del crollo del soffitto dell’aula in cui
stava trascorrendo l’intervallo, il 22 novembre. I
rappresentanti d’istituto - Filetti in particolare hanno ritenuto doveroso organizzare un incontro
che coinvolgesse tutti gli studenti, un’assemblea
in cui chiedersi come si possa, oggi più che mai,
trovare la morte a scuola mentre esercitiamo il
nostro diritto-dovere di studenti e invitare i presenti
a dire la propria opinione al riguardo. Nel corso
dell’assemblea sono emerse alcune questioni di
carattere politico, che ritengo molto interessanti e
che meritano un’approfondita analisi, ma non in
questo articolo.
Vorrei, invece, concentrarmi sul messaggio
che l’assemblea ha lanciato, ma che, a causa
anche di problemi tecnici e logistici, forse non
è ben passato: si è molto discusso sull’utilità di
quest’iniziativa, che è stata un evento straordinario,
una grande mobilitazione, una reazione che anche
il Mascheroni ha finalmente dato in risposta ai fatti
che accadono intorno a noi.
Perciò rispondo ad alcune obiezioni.
Da migliorare…
L’assemblea è stata organizzata male, senza
dubbio. L’idea è nata da Filetti, che lunedì sera
stava “leggendo il blog di Vito” ed ha trovato
doveroso, dopo essersi consultato con il militante
del Movimento studentesco di Bergamo Olmo
Ronzoni, organizzare qualcosa per riflettere
sull’accaduto. È cominciato quindi un veloce
passaparola via sms, che ovviamente non è potuto
giungere a tutti e, se giunto, ha lasciato piuttosto
perplessi. Ci si è dunque ritrovati il lunedì mattina
in mezzo ai corridoi, senza sapere dove andare,
cosa fare, a chi rivolgersi, con Filetti che urlava
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al megafono di uscire dalle classi. Sembrava in
effetti un’iniziativa un po’ rivoluzionaria: questo
può aver sviato o scoraggiato molti dal partecipare.
Poi si è trovato l’accordo con il Preside, che ha
concesso la palestra come luogo di raduno, con il
disappunto di chi voleva giocare una bella partita
di pallavolo. Di certo spiace per chi non ha potuto
svolgere l’ordinaria lezione; di certo sarebbe stato
meglio organizzare una vera e propria assemblea
d’istituto, in Aula Magna magari, con tanto di
circolare che avvisava i docenti coinvolti e spiegava
i temi dell’incontro. Ma bisogna considerare che
mercoledì e giovedì i rappresentanti d’istituto
sarebbero stati impegnati nella “Due Giorni” della
Consulta e che l’assemblea senza di loro, ossia
senza le cariche istituzionali che ci rappresentano,
avrebbe perso quel senso d’unità e d’identità
mascheroniana che ha invece avuto.
Si guardi all’intenzione e alla sostanza, non alla
forma: l’assemblea era da fare ed è stata fatta e
la prossima volta, sicuramente, s’organizzerà
meglio.
… ma utile
Non sono d’accordo con chi sostiene che
l’assemblea non è servita a niente, che era
soltanto un modo per saltare un’ora di scuola, che
sarebbe stato meglio fare una riflessione in classe
o limitarsi ad un minuto di silenzio (proposta,
quest’ultima, interessante e che può essere presa in
considerazione in altre occasioni). Ma il particolare
fatto di Rivoli ci chiamava in causa come istituto,
non come singole classi: è stato giusto confrontarci
a tale livello.
Di qui, l’invito che mi sono proposto di trasmettere
nell’assemblea stessa, ma che è meglio chiarire
disponendo di un mezzo più utile allo scopo, un
articolo. Forse alcuni studenti hanno partecipato
all’assemblea per saltare un’ora di lezione, senza
veramente credere in quello che si stava facendo:
è inevitabile e succede anche in caso di attività
extra-curricolari proposte dalla scuola. Altri erano
forse ignari di quello che era successo, ma si
sentivano attratti da quella che poteva essere una
nuova esperienza. Agli uni e agli altri studenti, e a
coloro che nell’assemblea ci credevano veramente
da tutti i punti di vista, vorrei rinnovare lo spirito
vogliono...“casta”
e il messaggio dell’assemblea, come io l’ho
interpretato, senza la pretesa di insegnare niente a
nessuno, semplicemente raccontando quel che ho
provato in tale occasione in mezzo a molte persone
e restituendo soprattutto la speranza emersa alla
fine della riunione.
L’assemblea in quanto tale non cambierà il
mondo, non impedirà ad altri soffitti di cadere,
non realizzerà tutti i nostri sogni, anche i più
nobili e giusti, con un tocco di bacchetta magica.
Ma può servire a cambiare noi stessi, a modificare
la nostra sensibilità verso le cose che ci accadono
intorno, a farci nascere la consapevolezza che
siamo noi giovani il futuro di questo mondo e che
dobbiamo prendere coscienza delle dinamiche che
si sviluppano al suo interno. Ci ricorda che non
si è mai troppo giovani per sentirsi responsabili
di ciò che accade. L’assemblea non è l’arrivo,
bensì l’inizio di un percorso che ognuno può
intraprendere.
L’auspicio è quello di sentire, grazie all’assemblea,
una nuova indignazione e un nuovo desiderio
di continuare ad informarci su tali questioni:
cambiamo noi stessi, cambiamo il nostro modo
di vedere e sentire le cose, così cambieremo la
realtà che ci circonda. Ognuno può farlo, in modo
proporzionato alla sua posizione. È chiaro che il
Ministro dell’Istruzione ha molte più possibilità
di noi di incidere sulla scuola in Italia, ma noi
possiamo trasformare, in primo luogo, la nostra di
scuola e poi, gradualmente, aprirci oltre i confini
della stessa. Alla fine credo che il contributo
che può dare Mariastella Gelmini e quello che
possiamo dare noi abbiano lo stesso valore. Solo
che lei, quantitativamente parlando, ha più potere.
Quale via percorrere? Il collettivo
Il primo passo è acquisire coscienza di quel che ci
sta attorno, ossia comprensione di ciò che accade e
del perché accade, attenta e problematica, volta alla
sensibilizzazione: in una parola, informazione. Ma
da sola la coscienza non basta: serve l’impegno,
ossia la parte concreta del metodo, la fase che
occupa fisicamente il nostro tempo, ma è anche
quella più bella, perché tutte le conoscenze apprese
vengono condivise e discusse con gli altri, per poi
sviluppare un pensiero originale.
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Un gruppo di studenti ha dunque pensato di
formare un collettivo, sogno di vecchia data, per
aiutare a intraprendere un percorso individuale nel
modo che ritiene più semplice ed efficace, ossia
collettivamente. Ma cos’è questo fantomatico
collettivo? Nulla di fazioso, anche se può evocare
organizzazioni di studenti di sinistra. Non siamo
pregiudizialmente né di destra né di sinistra,
siamo solo studenti interessati alla politica e alla
sue dinamiche; siamo forse l’espressione del
messaggio stesso dell’assemblea, cioè un gruppo
di riflessione e di lavoro, cosciente di quanto
accade e impegnato, magari nell’organizzazione
di alcune iniziative.
L’invito è rivolto a tutti/e. Può partecipare chi
non capisce un acca di politica e vuole iniziare a
capirla, chi ha voglia di dire la sua opinione e di
confrontarsi con altri, nonché i militanti di tutte
le fedi politiche. Anzi, quanto più le opinioni
sono diverse, tanto più il confronto sarà plurale
ed interessante. Unici requisiti: il rispetto e la
voglia di mettersi in gioco, anche perché uno dei
nostri obiettivi è che ognuno diventi protagonista,
nel senso buono del termine, possa offrire il suo
contributo, unico, ed esercitare il proprio dirittodovere d’arricchire la conoscenza di tutti. Con
l’atteggiamento giusto di quel ragazzo di prima
che, dopo soli due mesi di scuola, ha avuto il
coraggio di dire la sua all’assemblea, davanti a
circa seicento persone, la maggior parte delle quali
più grandi di lui. Grande cuore, direbbe qualcuno.
Se qualcuno volesse già collaborare a questo
progetto, ci contatti senza paura! Ai recapiti:
3803436469 [email protected] (Michele 4G).
Se qualcuno è indeciso, provi a partecipare le prime
volte, senza impegno. Non appena organizzeremo
una riunione ufficiale, volantineremo o troveremo
un altro modo per informare tutti gli studenti.
Le problematiche intorno a noi sono molte e
complesse; alcune ci riguardano o ci riguarderanno
direttamente. Proviamo a capirle insieme per esser
pronti ad affrontarle.
Michele Brignoli
*Quesiti liberamente tratti da Ardendo Soffici e Giuseppe Parini.
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Tremate, tremate… le streghe son tornate! Nel panorama hard rock e metal mondiale sono sottovalutate
e screditate, ma non per questo le donne si arrendono di fronte all’evidente maschilismo che le circonda!
Sono infatti sempre più numerose e, soprattutto, apprezzate le band che scelgono di avere vocalist o
componenti femminili! Ma non si può parlare di una “moda” recente…
Nel 1975 infatti nascono le Runaways, una all-female band con
la cantante Joan Jett e Lita Ford al basso. Quando la band si
scioglie, Lita (classe 1958) continua la carriera solista dopo
aver preso lezioni di canto e diventa una delle cantanti rock più
apprezzate degli anni ‘80. Negli stessi anni si formano i Warlock
con la front woman Doro Pesch (classe 1964). Ma ben presto
i membri della band prendono strade diverse e la cantante
dà vita all’omonimo gruppo, i Doro. Al contrario di Lita, che
recentemente è quasi scomparsa dalla scena musicale, Doro ha
da poco festeggiato i 25 anni della sua carriera con un mega
concerto a Dűsseldorf, a cui ha preso parte un gran numero di
ospiti come Tarja Turunen, ex Nightwish, e Klaus Meine degli
Scorpions.
In questi anni uno fra i gruppi rock più conosciuti per la bella voce e il
bell’aspetto della loro cantante è sicuramente quello degli Evanescence.
Grazie alla loro leader Amy Lee, questa gothic band si è fatta largo sulla
scena mondiale grazie al suo sound sperimentale che, combinando
elementi di più generi musicali, ha conquistato fans in tutto il mondo.
Con l’uscita di «Fallen», il loro primo album dopo due EP, ottengono
sette dischi di platino ma vengono erroneamente etichettati come
band cristiana per il pezzo Tourniquet, una cover dei Soul Embraced.
Nel 2006 pubblicando il loro secondo album, «The open door», perdono
questo appellativo a causa delle nuove canzoni, caratterizzate da testi
carichi di erotismo al limite del necrofilo e da melodie tendenti al dark.
Innegabile è il fascino esercitato dalla Lee nel video «Call me when you’re
sober», dove veste i panni di una Cappuccetto Rosso (leggermente osé)
circondata da lupi ululanti e affiancata da un giovane ‘di bella presenza’
(e bisogna ammettere che lo sguardo del suddetto era più lupesco di
quello dei lupi veri e propri).
Ma torniamo nella nostra bella patria, dove non mancano di certo band
famose. Sto parlando dei milanesi Lacuna Coil, che hanno riscosso molto successo sia all’estero sia in Italia
grazie alla loro front woman, Cristina Scabbia, dalle indiscutibili doti vocali che si adattano al lirismo gotico
del gruppo. Tralasciando la bellezza che per quattro anni di seguito le ha fatto guadagnare il titolo di “bella
del reame” della rivista inglese Terrorizer, la nostra regina del gothic metal non teme alcun confronto
con le ‘colleghe’ straniere: numerosi album di successo, singoli come «Enjoy the silence» (cover dei
Depeche Mode) o «Our truth» in testa alle hits di tutti i Paesi e collaborazioni con molti pezzi grossi della
musica. Purtroppo questa band è misconosciuta dalla maggior parte degli Italiani, i quali sembrano non
apprezzarla forse per la scelta dell’inglese come lingua “veicolare”, che però li ha resi famosi e popolari
nel resto d’Europa.
Certamente il mondo femminile non si è arreso a queste poche, ma elogiate componenti: si potrebbe
quasi dire… dietro ogni grande band c’è sempre una grande donna!!!
Miki
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In cerca di un pezzo d’autore
Così inizia una consueta storia per dementi in più puntate, strutturata come
una piéce o pezzo di sterco teatrale. Questa emanazione petale del grande
teatro racconta di Dildo, giovane e pacifico Sgorbio, la cui vita viene
turbata dall’arrivo del mago sordo Barbagianni e di una combriccola di nani
(chiamati Wafer), i quali lo trascineranno in una spettacolare avventura
alla ricerca del classico tesoro difeso dal classico drago scannamaroni…
E nel corso delle sue smeriglianti avventure Dildo troverà
Atto primo
Dildo, Barbagianni, Torni, i nani
Mentre Dildo riposa nella sua squisita casa del quartiere perbene della Landa Dei Giovani Storpi, qualcuno
bussa alla porta. Dildo apre e sull’uscio trova un mago, che riconosce come tale a causa della M scritta
a caratteri cubitali sul cappello a punta, altrimenti l’avrebbe scambiato per un enorme wurstel con un
poncho al rovescio e con un naso simile a quello di un condor andino; ma la cosa davvero strana è che,
sebbene nessuno stia battendo alla porta, si sente ancora il rumore del bussìo…
B. Mi dispiace per l’Incantesimo Bussante che ho praticato alla tua
porta, è una magia poco usata, ma molto potente, seconda
solo all’Incantesimo Assiro Che Ingrossa Lo Scroto; l’ho
adoperato perché di questi tempi sono troppo debole per menar
colpi alle porte.
D. E può bloccarlo per cortesia? Fa un casino indemoniato.
B. Grazie, ho trovato subito la via e non mi sono stancato, devi
sapere che io sono sordo da un orecchio… forse ti sei domandato
come si fa a spegnere questa magia, ma io sono in grado di
interromperla? La risposta è… ce l’ho in quel posto.
D. Va bene, ho capito… ma Lei chi accidenti è?
B.
Io sono il mago Barbagianni; oggi sono vecchio e ho
una sacca da nuoto al posto degli zebedei, ma una volta, quando
ero un famoso Eremita e Patriarca di Aquileia, ero venerato
come un dio; tra i Nippomani ero definito come il Grande,
il Magnifico, il Basileus… oggi nei paesi d’occidente sono
ricordato come il porco, il ciencioso e così via… (il mago
termina il discorso con un possente rutto che lascia Dildo tanto
allibito quanto scazzato)
D.
Io sono un gentilsgorbio che vive del suo: vuole del tè?
B. Troppo gentile. Con due cucchiaini di zucchero per
Alberto Savinio, Armida, 1952;
me, ma senza hashish (dopo aver bevuto il tè, il mago si
pagina prima, Adolfo Hohenstein, Falstaff, 1893
prepara ad esporre la ragione della sua venuta)
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D. Tutto a posto? Io…
B. Oh, sei un vero tipo tosto, ma non c’entra nessun dio: è una cosa fisiologica, devi alzare un po’ la
voce, il mio udito non è più quello di un tempo in cui avevo un udito migliore di quello di un’aquila
e la mia vista era più acuta di quella di un… beh… un animale con la vista acuta, che ne so…
un’aquila. Poi una volta ho tentato una magia meravigliosa con un Incantesimo di Amplificazione
del Suono: riuscivo a sentire gli uccellini cinguettarsi l’un l’altro su alberi lontani oltre l’orizzonte,
distinguevo il fruscio delle nuvole che si sfioravano in cielo, intuivo il frusciare delle banconote che
mi sfilava dalla tasca la prostituta dopo l’amplesso, percepivo il suono dell’arcuarsi di un arcobaleno
e il rumore dell’erba che cresce… Poi un giorno, mentre ascoltavo il fremere delle ali di una farfalla,
un boato squassò l’aria…: dietro di me un cane randagio Andaluso aveva scoreggiato con fragore
assordante, mi aveva fatto saltare un timpano! In effetti mi viene ancora da pisciarmi addosso,
immaginati cosa penserebbero le forze del male e compagnia bella… Comunque i Wafer saranno
qui tra poco. Del resto il 5B è passato 45 minuti fa da Waferlandia. Poi stileremo il contratto e
domani partiremo… (il mago si addormenta improvvisamente; il suo russare è seguito dall’arrivo
dei nani e dalla distruzione della porta di Dildo, il quale si dirige a verificare l’accaduto).
T. Loacker che bontà! Loacker che bontà! Scusa se abbiamo abbattuto la porta, ma c’era uno stronzo
che continuava a bussare senza farsi vedere, comunque io sono Torni, un nano, trallallà! Questo è mio
cugino Pirulin e dietro ci sono Sifili e Frilli (che nel frattempo stanno saltando vigorosamente sul torace
del mago dormiente) e più in là ci sono Sten, Pirlor e Wub. Ooh! Ci devi scusare, ma devi sapere che per
noi un mento spoglio è una visione rara. E fatevi la barba, dirai tu! Ma essa fa parte del nostro status,
benché noi la odiamo perché puzza, e spesso ci troviamo dentro mutande o cosce di pollo… beh, che ne
dici di offrirci qualche superalcolico?
(ne segue una grande bevuta che conduce Dildo in quello stato di ebbrezza in cui risulta difficile non solo
mettere il pollice della mano destra sul mignolo del piede sinistro, ma addirittura sembra un’impresa far
combaciare labbro inferiore e superiore).
D.
(ubriaco) I miei nuovi amici, i miei nuovi amici a cui serve il mio aiutoo..
T.
A rigor di termini si tratta di un contratto d’affari Sg. Dildo, perciò stai all’occhio e non dimenticare
che c’è di mezzo un drago, che custodisce un tesoro,
che noi dobbiamo fottergli in tranquillità. Per cui,
abbiamo pensato di arrivare sul luogo del furto e di
distrarlo con un bel canto baritonale armonnizato a
più voci, mentre tu rubi tutto l’oro, perché tu sei un
diavolo di ladrone.. Senza offesa, ma il nostro piano
per te è ok? Ricorda: l’unico problema è che il tesoro
è in mano a un drago incazzato come un tedesco,
capito?
D. (ubriaco) Ah! I draghi non mi fanno paura,
tanto sono insettivori, vero?
T.
Eee... sì, anche se non userei la parola
insettivoro per descrivere la sua dieta (dopo la
possente bevuta tutti iniziano una fumosa fumata
con tanto fumo da oscurare i fumatori stessi; ah, per
la cronaca, il mago si sveglia).
B. Ehi Torni, ma perché non diciamo al giovane
sgorbio che ci mettiamo in cerca di oro? Non sarebbe
una figata?
T.
La soddisfazione di dirti cavolate è davvero
grande, vecchio spaccapalle!
CONTINUA…
a cura di Narsete di Feiez
19
PLACEBO EFFECT
Londra, 1994. Due ragazzi che avevano frequentato
la stessa scuola privata in una piccola località
lussemburghese si incontrano casualmente dopo
anni di lontananza. Il primo, Brian Molko, è un
giovane introverso e problematico, appassionato
di teatro; l’altro, Stefan Olsdal, è un talentuoso
musicista che ha appena completato gli studi nel
suo Paese natale, la Svezia. Il caso vuole che Brian
debba esibirsi quella sera stessa in un bar come
cantante insieme ad un amico batterista, Steve
Hewitt. Dopo lo spettacolo i tre decidono di formare
un gruppo. Forse qualcuno di voi starà pensando:
“Embè? E a me che me frega?”. Ma spesso le grandi
storie cominciano così, come questa, in silenzio. Un
silenzio che, in questo caso, non durerà a lungo:
esploderà in un onda sonora inedita e travolgente
che risponde al nome di…Placebo!
Aggressività, amore, droga, sesso, insomma
trasgressione sono solo alcuni degli innumerevoli
temi sviluppati dalla band nella sua musica,
largamente influenzata anche dall’esperienza
personale del cantante, chitarrista fai-da-te e
frontman Brian Molko, sottoposto in gioventù alla
discriminazione dei classici bulletti della scuola, i
quali ritenevano i suoi atteggiamenti, per così dire,
leggermente “gai”. I suoni distorti e profondi - ora
cupi e penetranti nei pezzi d’ispirazione punk, ora
dolci e avvolgenti nelle ballate romantiche - sono
tratti inconfondibili della band, che è stata in grado,
in una carriera poco più che decennale, di evolversi
continuamente, pur non smentendo in alcun modo
la propria identità di gruppo, fino ad affermarsi con
prepotenza sulla scena rock alternativa europea.
Nel 1996 esce «Placebo», album di debutto della
band, contenente pezzi di grande energia, molto
gradito dal pubblico e cestinato dalla critica. Ma è nei
due anni seguenti che si giunge a una vera e propria
svolta: esce «Without You I’m Nothing», l’album
capolavoro che prima o poi ogni grande gruppo
arriva a creare e che riesce a cogliere le più svariate
sensazioni, rabbia, malinconia, dolcezza, ilarità
attraverso armonie impregnate di una sonorità non
più punk, non più grunge, ma - finalmente - in puro
stile Placebo.
L’affermazione definitiva avviene con «Black Market
Music» del 1999, accompagnata da un’ondata di
aspettative, droga e gossip sulla vita privata dei
componenti del gruppo. L’incredibile popolarità
raggiunta traghetta i Placebo anche in Italia, in qualità
di ospiti ospiti al Festival di Sanremo 2001: forse
qualcuno ricorderà uno scatenato Molko che lancia
la propria chitarra sugli amplificatori dell’Ariston,
dopo aver eseguito «Special K», per omaggiare gli
spettatori delle prime file - compresi nel proprio
20
ruolo, in un certo senso perbenisti e probabilmente
amanti del melodico tradizionale - che, a parere
del cantante, si stavano addormentando nelle
poltroncine durante l’esibizione. Successivamente
pubblicano altri album di studio, «Sleeping With
Ghosts» nel 2003 e «Meds» nel 2006 - lavori
caratterizzati sia da un largo uso di suoni elettronici
che da un ritorno alla cara vecchia schitarrata degli
esordi - e una raccolta di singoli, «Once More With
Feeling» del 2004.
Vale davvero la pena di lasciarci trasportare dai
Placebo in un mondo parallelo e accarezzare dalle
loro melodie magiche e surreali, di guardarci dentro
e riconoscerci nelle emozioni descritte con tanta
bravura da Molko e compagni, di lasciarci caricare
dalla forza sprigionata da questo cocktail di voce e
ritmo capace di travolgere tutto ciò che incontra,
di lasciare che le loro armonie accompagnino alcuni
dei nostri momenti più intensi. Perché, in fondo, è
proprio questo che contraddistingue una grande
band: è come una droga, crea assuefazione, ma non
uccide.
Vi proponiamo una serie di canzoni da ascoltare per
addentrarsi eventualmente nell’universo Placebo:
«Nancy Boy, You Don’t Care About Us, Every Me
and Every You, The Bitter End, This Picture, Special
Needs, Pure Morning, Special K, Twenty Years, InfraRed, Song To Say Goodbye, Johnny and Mary».
Per ulteriori info [email protected]
Dr. Raicky
con la partecipazione di Ceego e Ghisa
I fantastici 4 eletti
Ora che potEtE conoscere qualcosa in più della loro personalità, aspettiamo
commenti nella cassetta della posta del Cater…
per dirci se le interviste vi PIACCIONO!!!
ale e giulia
disegni dell’artista enrico baj
21
Nome: Bianca
Cognome: Poletti
Classe: 4G
Compleanno: 12/03/91
Contento della tua elezione? Sì, perché mi sento
orgogliosa e speranzosa nel poter soddisfare
quelli che mi hanno eletto!
Quanti voti hai preso? 144
Cosa pensi degli altri rappresentanti? [daiiiiiiiiiiiiiiiiii
a noi lo puoi direeee, ndr] File: è un ragazzo deciso
e determinato. Fra: è uno con i piedi per terra.
Ema: è un ragazzo sveglio e attivo.
Hai intenzione di mantenere le tue proposte??? Già
che ci sei ripetile così rinfreschiamo la memoria
ai nostri cari lettori! Sì, avevo pensato a più
comitati. E ci sono stati dei miglioramenti, e per
quanto riguarda il Bangladesh. Avevo anche
pensato che come rappresentanti dovremmo
avere un buon rapporto con il Preside! E la cosa
sta funzionando.
Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti?? Sì, perché ci siamo conosciuti
e siamo ben informati.
Descriviti in tre parole: eeeeeeh non sooo
Difetti: testarda.
Pregi: determinata.
Sei una persona sportiva? Pratico arrampicata e sono un’ex pallavolista!
Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa qualcosa! Sì, Lucky Strike, ma
poco.
Come vai a scuola? E non ci rispondere in moto o in macchina o a piedi o in biciiiiii.
Bene, ma non sono una secchia!
Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli?? Mi piace molto fare fotografie.
Visto che noi siamo del Cater devi confessarci almeno uno dei tuoi innumerevoli
segreti!! Non ho nessun segreto [eddai che ci crediamooooooo =D, ndr]
Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10? Sì, 8.
Come immagini il tuo futuro? Lo immagino con un lavoro che mi piace e con una
bella famiglia!
Film preferito? Arancia meccanica.
Colonna sonora della tua vita o di questo momento della tua vita? Wonderwall
Oasis, No stress.
Come mai hai deciso di candidarti? Perché mia sorella me lo ha consigliato.
Il tuo motto: “la vita è come un albero di natale... c’è sempre qualcuno che rompe
le palle”.
Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Sognatrice.
Pessimista o ottimista? Ottimista.
Prof preferito? Prof Rota di Mate, Prof Gervasoni Giorgio di Ita, Prof Gervasoni
Ugo d’Inglese.
Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare +
ore di lezione?????????????????????????
CONFESSAAAAAAAAAAAAAA Per saltare ore di lezione bisogna essere bravi a
inventare scuse e avere fantasia.
Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è
rimedio!!! Te la facciamo ora! No =)
Un commento al Cater. Lo adoro. Ma manca il tempo per leggerlo!
Un saluto ai tuoi lettori. E’ importante sentirsi profondamente appartenenti a
questa scuola, quindi rendersi attivi e partecipare ai progetti proposti!
22
Nome: Francesco
Cognome: Ravasio
Classe: 4L
Compleanno: 6-04-91
Contento della tua elezione? Sì, perché mi sono
anche impegnato a candidarmi! =)
Quanti voti hai preso? 161
Cosa
pensi
degli
altri
rappresentanti?
[daiiiiiiiiiiiiiiiiii a noi lo puoi direeee] File: un tipo
tosto! straserio! Bianca: una ragazza seria,
simpatica e che si organizza bene. Ema: un
ragazzo serio anche se di 3^.
Hai intenzione di mantenere le tue proposte???
Già che ci sei ripetile così rinfreschiamo la
memoria ai nostri cari lettori! Le proposte
devono essere integrate; rispettiamo le
cose che abbiamo detto, cioè la cogestione
e l’annuario!
Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti? Penso di sì, perché lavoriamo
bene.
Descriviti in tre parole: disponibile socievole simpatico.
Difetti: impulsivo.
Pregi: tenace.
Sei una persona sportiva?? Se briscola chiamata è diventato uno sport olimpico,
sono anche campione! =D
Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa qualcosa! No.
Come vai a scuola? e non ci rispondere in moto o in macchina o a piedi o in biciiiiii.
Bene.
Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli?? Rubare le torte della nonna.
Visto che noi siamo del cater devi confessarci almeno uno dei tuoi innumerevoli
segreti!! No comment.
Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10? Sì,10.
Come immagini il tuo futuro? Positivo: cercherò di abbattere i progetti politici
di Filetti… Spero di avere un buon lavoro!
Film preferito? Iron Man [in verità… IO SONO IRON MAN]
Colonna sonora della tua vita o di questo momento della tua vita? Up and Down
colonna sonora de I pirati dei Caraibi 3 / Madworld dei Tears for Fears
Come mai hai deciso di candidarti? Perché mi interessava occuparmi della scuola:
apprezzo questa carica come responsabilità.
Il tuo motto: “Citius, altius, fortius.”
Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Un sognatore che crede nella
realtà.
Pessimista o ottimista? Ottimista.
Prof preferito? Mi vanno bene tutti i prof tranne quelli che iniziano con PMLZRSB.
Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare +
ore di lezione?????????????????????????
CONFESSAAAAAAAAAAAAAA “Il fine giustifica i mezzi”
Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è
rimedio!!! Te la facciamo ora!! Questa domanda.
Un commento al Cater. E’ un buon giornalino, lascia spazio agli studenti, ma
dovrebbe avere una rubrica di gastronomia intitolata: “I panini del Miki!!!!!!”
Un saluto ai tuoi lettori. Vorrei salutare tutti i lettori, votati o meno. Aspetto
una partecipazione + attiva ai progetti proposti dai rappresentanti e dalla
consulta.
23
Nome: Emanuele
Cognome: Sangaletti
Classe: 3^D
Compleanno: 8/01/92
Contento della tua elezione? Sì, perché non me l’aspettavo.
Quanti voti hai preso? 67
Cosa pensi degli altri rappresentanti? [daiiiiiiiiiiiiiiiiii a noi lo puoi direeee] File: il
mio opposto, ma si lavora bene con lui. Bianca: una persona magnifica, ci vado
molto d’accordo. Fra: una gran bella persona, ci siamo trovati subito bene.
Hai intenzione di mantenere le tue proposte??? Già che ci sei ripetile così
rinfreschiamo la memoria ai nostri cari lettori! Mi sono già attivato per
proporle in consiglio [tettoia motorini e macchinette in più].
Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti?? Sì, avverranno cambiamenti…
è un’aspettativa, visti il team e le nostre idee.
Descriviti in tre parole: egocentrico determinato rispettoso.
Difetti: troppo schietto, a volte non è un bene.
Pregi: riesco a vedere il lato positivo delle cose.
Sei una persona sportiva?? Abbastanza, praticavo
pallavolo.
Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa
qualcosa! Non fumo!
Come vai a scuola? e non ci rispondere in moto o in
macchina o a piedi o in biciiiiii. In prima andavo
benissimo, ora me la cavo e tiro avanti.
Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli?? Non
credo - se non lo sai tuuuuuuuuuu!!!!!!!!!!!!, ndr - di
avere degli hobby particolari.
Visto che noi siamo del Cater devi confessarci almeno
uno dei tuoi innumerevoli segreti!! Vado nel wc accanto
all’aula c dei pc [=D] perché quelli accanto alla mia
classe fanno chiffo.
Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10? Sì,
25 =)
Come immagini il tuo futuro? Da buon medico.
Film preferito? Seta.
Colonna sonora della tua vita o di questo momento
della tua vita? Fix you Coldplay.
Come mai hai deciso di candidarti? Per mettermi alla prova e per gioco. Non
credevo veramente nella mia elezione.
Il tuo motto: “be prepared” [speriamo lo legga la Carrara!!!]
Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Sognatore.
Pessimista o ottimista? Ottimista.
Prof preferito? La Michieletto, perché è un esempio da seguire e ti fa venire voglia
di studiare!
Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare +
ore di lezione?????????????????????????
CONFESSAAAAAAAAAAAAAA Magari per saltare qualche ora di lezione: sono
fedeleeee.
Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è
rimedio!!! Te la facciamo ora!! […]
La domanda quanto te la tiri da 1 a 10?? 9.75
Un commento al Cater. E’ fantastico per la prima ora di lezione, anche per la
seconda e la terza…), ma alla quarta è già finito =’(
Un saluto ai tuoi lettori. Saluto tutti e mando un abbraccio. Vedrete che ci sarà
questa tettoia entro il 2020.
24
Nome: Andrea
Cognome: Filetti [Findus: un nome una garanzia!]
Classe: 5^H
Compleanno: 09/03/90
Contento della tua elezione? Sì, perché era dall’anno scorso che volevo
candidarmi e quest’anno sono stato pure eletto!
Quanti voti hai preso? 152
Cosa pensi degli altri rappresentanti? [daiiiiiiiiiiiiiiiiii a noi lo puoi direeee] Fra: serio,
con cui si può lavorare. Bianca: seria, però è semper fò. Ema: un brav’uomo.
Hai intenzione di mantenere le tue proposte??? Già che ci sei ripetile così
rinfreschiamo la memoria ai nostri cari lettori! Spero di poter realizzare la
maggior parte delle proposte. Ma è il consiglio d’istituto che le approva.
Dici che farete un buon lavoro come rappresentanti? Sì, perché siamo affiatati.
Descriviti in tre parole: sincero simpatico impaziente.
Difetti: impaziente.
Pregi: amichevole.
Sei una persona sportiva?? Pratico calcio.
Fumi? Se sì, cosa? Poi, quando sei ben rifornito, passa
qualcosa! Non fumo sigarette, fumo tutto il resto! [si
vede!!, ndr]
Come vai a scuola? e non ci rispondere in moto o in
macchina o a piedi o in biciiiiii. Me la cavo in tutte le
materie, tranne mate e scienze, prof VVB.
Hobby nascosti? tipo collezionare francobolli??
Colleziono magliette hard rock.
Visto che noi siamo del Cater devi confessarci almeno
uno dei tuoi innumerevoli segreti!! No comment.
Fidanzata/o? Se sì, quanto sei innamorato da 1 a 10?
Sono single in cerca.
Come immagini il tuo futuro? Sex, drug and rock an
roll, nella politica, sperando di rinnovare il sistema.
[D’altronde, sono un nostalgico].
Film preferito? La saga di Starwars.
Colonna sonora della tua vita o di questo momento
della tua vita? Should I stay or should I go de the
clash / Stairway to heaven Led Zeppelin.
Come mai hai deciso di candidarti? Perché mi piaceva
come carica.
Il tuo motto: come dissero i Beatles “siamo pià famosi di Gesù Cristo”.
Sei più un sognatore o uno con i piedi per terra? Sognatore consapevole.
Pessimista o ottimista? Ottimista.
Prof preferito? Re cogi, prof moro [so dove abita], prof trieste, prof verzieri,
prof lazza [le voglio bene, il suo serpente], prof cervo, prof previ [grazie perché
mi sopporta sempre].
Userai la tua posizione per avere + successo con le donne o gli uomini e per saltare +
ore di lezione?????????????????????????
CONFESSAAAAAAAAAAAAAA Mi sembra più che ovvio dato che sono il single del
gruppo!
Ti aspettavi dall’intervista una domanda che non ti è stata posta? a tutto c’è
rimedio!!! Te la facciamo ora!! No, non direi, a meno che non vogliate sapere il
mio codice fiscale, il luogo e la via della persona che ho ucciso! Muahah
Un commento al Cater. Non cambierete mai! Un kiss alle ragazze e un saluto ai
ragazzi: la mano ve la stringerò quando mi sarò tolto la stecca al dito! =)
Un saluto ai tuoi lettori. Ciao a tutti, ci becchiamo a scuola per i corridoi
dell’immenso Mascherù. Un saluto speciale ai miei compagni di 5^H.
25
agenda
caterumoristica
1909-2009
Anniversario
del Futurismo
Filippo Tommaso Marinetti
Gerardo Dottori
Lavori in corso
redazione
del Caterpillar
venerdì
ore 14.00 - 15.30
www.francescocampanoni.com
Festa della donna,
8 marzo 2009
Silvia Manfredini,
Paternità, 2008
26
Mai fatto una follia per amore?
Buondì gente! Tanti auguri di buon San Valentino a tutte le coppiette e buon non San
Valentino ai single!
Eccovi una domanda tosta, che magari vi farà pensare
un po’ più del solito! Molti definiscono l’amore come
follia. Ma che cos’è veramente la follia?
Sfogliando il nostro libro di filosofia abbiamo trovato
cosa ne pensa Erasmo da Rotterdam:
«Esistono infatti due ostacoli che, più di altri,
si oppongono all’acquisto della conoscenza del mondo, e sono
la VERGOGNA, che offusca l’intelligenza, e la TIMIDEZZA,
che esagera i pericoli, distogliendo così dall’azione.
Ora, c’è uno splendido modo per liberarsi dell’una
e dell’altra, possedere un granello di FOLLIA.
Pochi sono gli uomini che riescono a capire che non star sempre
a vergognarsi ed essere pronti a osare tutto producono altri
infiniti vantaggi. Ma se c’è chi crede preferibile a tutto
quella specie di prudenza che si acquista con un retto
giudizio delle cose, state a sentire, di grazia, quanto
ne sian lontani coloro che vanno raccomandando
se stessi sotto questo aspetto.
Anzitutto è noto che tutte le cose umane
hanno due facce completamente
diverse una dall’altra, talchè ciò
che a prima vista è morte, a ben
guardare più addentro si presenta
come vita.»
Vi raccontiamo in breve la fine:
agendo con prudenza le cose vengono
conosciute in maniera superficiale, ci si
ferma all’apparenza poiché si ha paura di
quello che si può trovare dopo.
Vi è mai capitato di incontrare una persona
e di affibbiarle subito un’etichetta? Conoscendola meglio spesso notate di esservi fatti
un’idea sbagliata, che non si avvicina alla sua reale personalità. Erasmo vede la vita
come una sorta di commedia, dove gli attori siamo proprio noi, che - come personaggi
di uno spettacolo - veniamo riconosciuti per un particolare, per un modo di essere che
ci viene attribuito, così facciamo ruotare tutte le nostre scelte attorno ad esso, quasi per
paura di andare contro quell’etichetta, quell’ “ideologia” che ci ha sempre accompagnati.
In questo grande teatro, ossia la vita, «gli attori fanno la loro parte, sino a che il direttore
li fa uscir di scena». Forse quest’ultimo è proprio la follia, che in un istante è in grado di
sconvolgere tutte le certezze avute fino a quel momento. Allo stesso modo l’amore può
smascherarti e far vedere chi sei realmente, riuscendo così a tirar fuori quella parte di
te, che fino ad allora è stata nascosta dalla timidezza o dalla vergogna, ma che la follia
è riuscita a svelare. Magari anche per questo, quando si è DAVVERO innamorati, si
dice che si farebbero follie per l’altra persona!! =D Dunque perché non cogliere questa
ricorrenza per testare la vostra follia?! Anche se siete già “fidanzati”?! Stupite il vostro
compagno o la vostra compagna con qualcosa di speciale: solo un consiglio, che potrebbe
esservi utile!! =)
Buon riSan Valentino a tutti! Un abbraccio,
Giulia e Alessandra
con un aiutino da parte di Riccardo
[****** Ti amoooooo!! :P]
27
Cercare l’ago in un pagliaio e trovarci
la figlia del contadino
Ora che sono riuscito ad attirare la tua attenzione
con un intrigante titolo ad effetto che non ha
alcun senso dal punto di vista concettuale,
posso parlarti di un fenomeno che ci accomuna,
per esempio, con la scoperta della radiazione
cosmica di fondo a microonde dell’universo o
con la scoperta degli effetti psichedelici dell’Lsd.
Ciò prende il nome di serendipità.
Consultare il dizionario per credere, in italiano
esiste davvero questa parola, anche se non
viene molto utilizzata nella sua forma italiana,
ma si preferisce l’uso del suo omologo inglese
serendipity.
28
EXCURSUS
Durante il ’700 lo scrittore Horace Walpole stava
tenendo un carteggio con l’amico Horace Mann,
un inglese che ai tempi risiedeva a Firenze. In
una delle lettere che gli scrisse, Walpole coniò
il termine “serendipity”, che egli riprese da
una fiaba persiana di Cristoforo Armeno: «I tre
principi di Serendippo», dall’arabo Serendib,
antico toponimo dell’attuale Sri Lanka. È
l’avventura di tre principi, che riescono a superare
gli ostacoli sul loro cammino grazie a degli indizi.
La storia descrive le scoperte dei tre principi come
intuizioni dovute sì al caso, ma anche allo spirito
vigile e alla loro capacità di osservazione. Ed è
da questo concetto che Walpole elabora l’idea di
serendipità.
Serendipità è lo scoprire una cosa non cercata
mentre se ne sta perseguendo un’altra. È
questo che ci accomuna alla scoperta dell’Lsd
o della penicillina. Quante volte è successo che,
mentre cercavi qualcosa, ne hai trovata una
completamente diversa? Quella è serendipità.
Quante volte è successo che, mentre ti arrovellavi
nel ricordare un nome, hai smesso nella speranza
che emergesse da sé dalla memoria? Ecco, anche
quella è serendipità. Solo che, nel primo caso,
l’evento in sé è qualcosa che noi subiamo in modo
passivo; nel secondo, siamo noi che ci affidiamo
attivamente a questo fenomeno.
La serendipità può essere considerata come
fenomeno ed, estendendone il significato, come
atteggiamento: viene praticata consapevolmente
più spesso di quanto non si creda. Proprio per
questo il termine non indica solo fortuna: per
cogliere l’indizio che porterà alla scoperta occorre
essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere
il valore di esperienze, sia nostre sia altrui, che
non corrispondono alle originarie aspettative. In
ambito filosofico la serendipità ha avuto una certa
influenza: si è soliti distinguere tra pensatori
sistematici, come Cartesio e Hegel, e pensatori
asistematici o serendipici, come Montaigne.
EXEMPLA
Volete qualche esempio di scoperte effettuate
grazie alla serendipità?
Cristoforo Colombo cercava le Indie, ma trovò
un altro continente;
Ivan Pavlov stava svolgendo delle ricerche
sulla salivazione dei cani, ma scoprì il riflesso
condizionato di questi animali (scoperta che poi
venne applicata in fisiologia e psichiatria);
Roy Plunkett stava sperimentando l’uso del
politetrafluoroetilene (Ptfe) come sostanza
refrigerante e notò che resisteva alle alte
temperature, non si poteva incollare ed aveva
un coefficiente di attrito bassissimo: il chimico
della Du Pont aveva inventato ciò che poi
avrebbe assunto il nome commerciale di Teflon
e che si rivelò un materiale straordinario per
l’invenzione delle pentole anti-aderenti;
Spencer Silver, ricercatore della 3M, stava
cercando un adesivo potente, ma ottenne solo
una colla debole, che però non lasciava tracce:
qualche anno dopo, nel 1974, il suo collega
Arthur Fry ne intuì l’utilità, e ideò i Post-it;
Friedrich Kekulé teorizzò la forma ad anello
della molecola del benzene bene interpretando
un suo sogno, in cui un serpente si mordeva la
coda;
Alexander Fleming, quando notò che della
muffa verde dalla sua arancia era passata nella
coltura batterica che aveva preparato, non
buttò via tutto e ricominciò, ma istintivamente
osservò cosa fosse accaduto e registrò che non
proliferavano batteri attorno alla muffa: il biologo
inglese aveva scoperto la penicillina, antibiotico
che, a distanza di ottant’anni, viene largamente
utilizzato per curare infezioni batteriche;
ultime ma non meno importanti, le scoperte
degli effetti psichedelici dell’acido lisergico
(Lsd), del ruolo del pancreas nel diabete mellito
e della dinamite da parte di Alfred Nobel.
Questi sono solo gli esempi più noti; ne esistono
moltissimi altri, ma non voglio assolutamente
sottrarre spazio prezioso alla messaggeria e
all’ipse dixit ;).
Ora tutto è più chiaro, tranne il significato
del titolo che ho scelto e che, alla luce delle
considerazioni fatte, assume un significato
diverso: è la definizione che il ricercatore
biomedico americano Julius Comroe durante
una conferenza ha dato della serendipità.
sat5
L’arte è l’espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice. Albert Einstein
29
DAVIDE vs GOLIA
Interrogazione - interrogatorio
al campione di matematica
del Liceo Mascheroni
Nome?
Davide Torlo
Età?
16
Classe?
3G
Cosa sei?
Primo classificato ai giochi di Archimede
del triennio nel Liceo Mascheroni.
Quanti erano i punti totali?
125
Quanti ne hai fatti?
111
Quante ne hai spar
ate a caso?
2, di cui 1 azzeccata (che culo!, ndr)
Quante opzioni avevi per risposta?
5 (un’enorme botta di culo, allora!,
ndr)
Qual è la probabilità con cui potevi
azzeccarle?
20% (se è riuscito a calcolarlo è davvero
bravo!, ndr)
Sparandole tutte a caso quale sarebbe
stata la probabilità di prenderle
tutte?
1/298023223876953125
In percentuale?
Approssimiamo - per eccesso - a 0.
Come
fai
a
raggiungere
questi
risultati?
Non lo so, non mi preparo in nessun
modo.
Ma lo sai che in questo momento sei
registrato? e che tutto quello che dirai
potrà essere usato contro di te dal tuo
Profe di Matematica?
No.
Quanto ti piace Golia, ops, la Matematica?
Tanto! Mi diverto a risolvere problemi
e rompicapi.
30
Che media hai?
7.4
E nelle altre materie come vai?
In quelle scientifiche bene, nelle
altre così così.
Ma allora non sei un secchione?
(sconcerto, ndr)
No! (stretta di mano, ndr)
Quanto ti piace l’informatica da 1 a
10?
Quella che si fa a scuola = 5. Il
resto = 9.
Cosa pensano i tuoi compagni della
tua vittoria o, più in generale, del
tuo profitto scolastico?
Sono contenti, mi sostengono nelle
gare.
Quindi hai una curva tutta per te,
con striscioni e ultrà?
Non proprio…
Cosa pensi del Mascheroni?
Mmm… - 6 minuti dopo - …è una bella
scuola. Ma si potrebbe cambiare
qualcosa.
Cosa cambieresti?
Boh… Farei sistemare le perdite dal
tetto nella palestra e nel laboratorio
di informatica C.
Ma lo sai che teniamo una copia per
la Presidenza? e che ne pagherai le
conseguenze?
No. Spero di non dover cambiare
scuola!
Meglio il Preside o Mourinho?
[vana riflessione o ammutolimento?,
ndr]
Cosa pensi del Caterpillar? e della
super-redazione?
È un bel giornalino, ma sarebbe bello
se uscisse qualche numero in più.
Dove sta l’accento su Wikipedia?
In teoria sulla “i” finale, in pratica
sulla “e”: Wikipèdia :)
E si dice Vichipedia o Uichipedia?
Vichipedia!
Qual è il tuo colore preferito?
Rosso.
E il tuo numero preferito?
7
Perché?
È il giorno del mio compleanno (e
noi che ci aspettavamo qualcosa di
stracomplicato…, ndr).
Che musica ascolti?
Di tutto; evito l’house (ti stimiamo
fratello!,
ndr),
preferisco
i
cantautori italiani.
Artista musicale preferito?
De Andrè (ti ristimiamo fratello!,
ndr).
Che squadra tifi?
Atalanta!
Risolvici l’equazione:
(Gervasoni Giorgio)² + log(Dante) =
CO2/intervallo.
Qual è il numero medio di petauri
ottenibili rispettando il rapporto
stechiometrico?
45 (stavolta non ci caschiamo…, ndr)
Quant’è la pressione del campione,
che dovrà portare il vessillo del
Mascheroni in giro per il mondo?
Poca: faccio del mio meglio. E chi
vivrà vedrà (trallallà!, ndr).
Hai un’occasione che non si ripeterà mai
più: fai una domanda alla redazione!
Usti… perché fate domande che non
c’entrano nulla?
L’occasione però non comprendeva la
risposta, grazie e arrivederci!
Cip & Ciop
Costantin Ciosu, senza titolo, 1975
PS: In bocca al lupo, Davide, che ci
hai anche sopportato per un intero
pomeriggio!, ndr.
31
Un buongiorno a tutti i favolosi lettori del
Caterpillar e soprattutto agli accaniti sostenitori
dell’Atalanta!
In seguito al cambio di caporedattore abbiamo
iniziato un nuovo ciclo di lavoro, colmo di interviste
a personaggi interni ed esterni al Mascherù.
In particolare in questo spazio dedicato al
calcio abbiamo deciso di piazzare una serie di
domande a un pezzo grosso che gioca nella Dea, il
centrocampista Diego De Ascentis.
Come ti trovi nella
città di Bergamo?
meglio o peggio
che a Torino,
dove hai giocato
fino alla stagione
scorsa?
«Diciamo che io e la
mia famiglia ci siamo
sempre trovati bene
ovunque siamo stati.
Per quanto riguarda
Bergamo, dato che sono di Como, non vedo grandi
differenze rispetto alla mia città: le abitudini sono
più o meno le stesse».
Che cosa hai provato dopo la grandissima
vittoria (3-1) contro l’Inter-corazzata di
Mourinho? Ci interessa il tuo parere anche
come ex-milanista…
«Vincere contro grandi squadre è sempre
entusiasmante, ma quel che conta di più non è
tanto la soddisfazione personale quanto la felicità
dei tifosi che riesce a coinvolgerti: anche dopo la
vittoria con il Napoli il tifo allo stadio era davvero
scatenato, perché la partita era particolarmente
sentita. Contro l’Inter al 90’ ho visto addirittura la
tifoseria interista partecipare alla ola avviata dagli
atalantini; il che è abbastanza eccezionale».
Cosa ne pensi dell’esclusione dallo stadio dei
gruppi ultras e dei non abbonati da parte della
dirigenza atalantina?
«A dire la verità questa cosa non la sapevo. Credo che
sia piuttosto un discorso politico… Personalmente
ammiro il calcio inglese, ma anche altri sport come
32
basket, rugby etc., ai quali è possibile assistere con
tranquillità in un’atmosfera diversa. Purtroppo in
Italia lo stadio è spesso luogo di violenza: forse
fa parte della nostra mentalità, ma spero che un
giorno ci si possa andare con i propri figli senza
paura di trovarsi in tafferugli. La gente lo merita, e
anche il calcio».
Il vivaio dell’Atalanta è uno dei migliori di
tutta Europa. Cos’è secondo te che lo rende
così competitivo da affermare, ieri come oggi,
grandi campioni?
«A 10 anni ho conosciuto Mino Favini, responsabile
del settore giovanile dell’Atalanta. Grazie a lui e alla
società i ragazzi crescono bene sotto tutti gli aspetti:
tecnico, tattico, ma anche scolastico. Con questa
politica l’Atalanta è stata e sarà in grado di sfornare
campioni che valgono milioni. Come quando ero
a Como, anche ora che sono a Bergamo, constato
che Favini ha sempre fatto un ottimo lavoro».
A tre anni dallo scandalo di calciopoli pensi
che sia effettivamente cambiato qualcosa o
che i vari errori arbitrali degli ultimi tempi
siano l’ombra lunga di un calcioscommesse
che non si è mai arrestato?
«Non ci metterei la mano sul fuoco che sia tutto
risolto: quello del calcio è un ambiente difficile.
E credo che ci sia ancora un po’ di soggezione,
un po’ di tensione quando si scende in campo, nei
confronti dei tifosi, verso l’ambiente in generale…
Gli arbitri possono sbagliare, ma ciò che mi da più
fastidio è la diversa valutazione che viene data di
fronte a episodi identici».
Dopo una domanda “mattone”, un quesito
ironico: parlando di colleghi centrocampisti,
trovi che… sia più bello Gattuso o Beckham?!?
«Mah… Conosco Gattuso di persona e posso
assicurare che non è poi così brutto. Ma
sicuramente, vedendo le foto, credo che Beckham
sia un pochino avvantaggiato!!!»
a cura di
Narsete di Feiez
Dr. Raicky
The Be(a)st of Rasphuis
Paolo
E tu cosa metti ai piedi??????????
Ti sei mai accorto che quando qualcuno ti dice ”che belle scarpe che hai!!!!!” e tu come se
non sapessi quali sono (facendo una figura del cavolo…) ti guardi i piedi e dici:” ah grazie…
:D”.
E così ho pensato di fare una classifica sulle scarpe più portate…
Questa è la scelta:
__All Star;
__Kawasaki;
Penso che il 90% delle persone abbia almeno un paio di All Star… poi ci sono certe persone
a cui piacciono a tal punto da averne 14 paia o alcune persone come la sottoscritta che ne
ha cinque, chiaramente originali e non volgari imitazioni come quelle che girano…
Esistono vari modelli: alte, medie, basse e anche a “ballerina”, quelle estive, di normale tela
o quelle invernali con il pelo.
Si può passare dalle normali a un colore fino ad arrivare a modelli sempre più strani, sempre
quasi tutte belle…
Ricordo anche che all star = converse => crea anche felpe magliette, borse stupende e
abbigliamento vario… ihih
Passando ora alle Kawasaki… avete mai pensato al perché c’è una linguetta grigia???
Perché sono state create per andare in moto: cambiando la marcia…, queste scarpe speciali
a differenza delle altre non si sporcano…, sinceramente non so quanto sia vera sta cosa..
visto che me l’aveva detto il furla, quindi …boh… diamola per buona…
Cmq anche se non le avete x questo motivo… cm la sottoscritta… non importa, xchè sono
talmente belle e comode da poter essere usate ovunque… Ecco alcuni modelli.
È una dura decisione da prendere… sinceramente non saprei quale sono le migliori..
Quindi il risultato è questo:
49% alle Kawasaki e 51% alle all star…
alla prossima… ciauuuuuuuuuuuuuuuuu
XD CLOOD =)
33
TOP 5 MANGA
DEATH NOTE
Death Note è un manga
giapponese
ideato
e
scritto da Tsugumi Ohba e
disegnato da Takeshi Obata.
E’ incentrato su un ragazzo
che decide di liberare il
mondo dal male con l’aiuto
di un quaderno dai poteri
soprannaturali: il Death
Note. Il manga è diviso in
dodici volumi prodotti da
Placet Manga, più il tredicesimo How to Read,
nel quale viene spiegato tutto ciò di cui non si
viene a conoscenza nei precedenti.
TRAMA Light Yagami è uno studente modello,
annoiato dal suo stile di vita e stanco di essere
circondato da crimini e corruzione. La sua
vita prende una svolta decisiva quando, nel
2003, trova per terra un misterioso quaderno
con la scritta “Death Note”. Le istruzioni del
Death Note asseriscono che qualsiasi persona
il cui nome venga scritto sul quaderno morirà.
Inizialmente scettico sull’autenticità del Death
Note, che ritiene uno scherzo, Light si ricrede
quando assiste alla morte di due criminali di cui
aveva scritto il nome sul quaderno. Dopo aver
incontrato il vero proprietario del Death Note,
uno shinigami (Dio della morte) di nome Ryuk,
Light cercherà di diventare il “Dio del nuovo
mondo”, mondo di cui lui stesso decide leggi e
punizioni. In breve, il grande numero di morti
inspiegabili cattura l’attenzione dell’Interpol e
di un misterioso detective conosciuto solo come
Elle. Elle scopre in breve tempo che il serial killer,
soprannominato dai media Kira (dalla pronuncia
giapponese della parola inglese Killer), si trova
in Giappone. Elle conclude anche che Kira può
uccidere solo conoscendo la faccia e il nome
delle persone che vuole eliminare. Light capisce
subito che Elle sarà il suo più grande nemico, e
da qui ha inizio una sfida fra i due per provare la
propria superiorità.
34
Death note è un manga molto interessante,ricco
di colpi di scena e battaglie psicologiche tra i
personaggi; lo consiglio a tutti…, come consiglio
di vedere l’Anime che viene trasmesso durante
l’Anime Night di Mtv (martedì alle 22.00)!
VAMPIRE KNIGHT
Vampire Knight (Vanpaia
Naito) è un manga shōjo
ideato da Matsuri Hino.
Pubblicato nel 2006 in Italia
da Planet Manga.
TRAMA Vampire Knight è
ambientato principalmente
nella Cross Academy, una
prestigiosa scuola privata con una quanto meno
insolita struttura delle classi. Gli studenti sono
infatti divisi fra la Day Class, che è composta
da normali studenti e svolgono le loro lezioni
di giorno, e la Night Class, un’élite di geni
bellissimi che in verità sono vampiri. Solo tre
persone della Day Class sono a conoscenza
di questa seconda faccia della Night Class: il
Preside e i due “Guardian”, Yuki Kurosu (Cross),
la protagonista e Zero Kiriyū. Il compito di Yuki
e Zero è di assicurare una convivenza pacifica fra
le due classi.
Consigliato a chi ama le storie d’amore e di
vampiri. Sono di recente uscite le puntate della
seconda serie, Vampire Night Guilty: chi sceglierà
Yuki? Zero o Kaname? leggete e lo scoprirete!
(abbasso gli spoileratori!)
D-GRAY MAN
CUORE DI MENTA
D-Gray-man (Dī Gurei-man)
è una serie manga creata
dalla
mangaka
Katsura
Hoshino, da cui in seguito è
stata tratta una serie animata
dal titolo omonimo, prodotta
da Tokyo Movie Shinsha.
Il manga cominciò la sua
pubblicazione sul mensile
Shōnen Jump nel luglio del
2004. La versione italiana è a
cura della Panini Comics.
Cuore di menta (Mint na bokura) è un manga per
ragazze scritto da Wataru Yoshizumi. In Italia è
stato pubblicato in 12 volumi da Planet Manga.
TRAMA In una misteriosa Europa ottocentesca
vagano sulla Terra dei misteriosi esseri, nati dalla
disperazione e dalle tenebre del cuore umano: gli
Akuma, mostri che spargono morte e distruzione.
Proprio per far fronte a questa piaga viene creata
una congrega di speciali guerrieri, gli Esorcisti.
Tra questi troviamo Allen Walker, protagonista
di questo racconto dai toni gotici. Ragazzo
innocente, ma allo stesso tempo maledetto dal
padre quando era piccolo, si ritroverà a poter
“sfruttare” la propria maledizione nel suo lavoro
di esorcista. Ancora prima di entrare a far parte
a tutti gli effetti dell’Ordine Oscuro (nome della
congrega degli Esorcisti) Allen aveva già ben
chiari i suoi obiettivi: distruggere tutti gli Akuma
e sconfiggere il Costruttore o Conte del Millennio,
colui che approfittando della tristezza nel cuore
umano corrompe gli umani con la falsa speranza
di resuscitare i cari defunti e crea gli Akuma dalle
anime dei morti richiamati dall’Aldilà. Fu allievo
del Generale Marian Cross, anch’egli esorcista
appartenente all’Ordine Oscuro.
Dopo tre anni di “tirocinio”, Cross decide
di mandare Allen al Quartier Generale, per
permettergli di fregiarsi della qualifica di
Esorcista. E, poiché trovare il Castello dell’Ordine
non è facile, gli affida un golem di nome Timcampi,
che lo aiuterà a raggiungere la meta. Una volta
giunto al Quartier Generale, Allen scopre qual è
il vero scopo degli Esorcisti: ritrovare tutti i pezzi
dell’Innocence, un oggetto dai formidabili poteri
che contrasta la Dark Matter usata dal Conte del
Millennio per creare gli Akuma.
Belli i disegni, spesso ricchi di particolari. E molto
affascinante la figura della famiglia Noah…
insomma, in questo manga non si sa se tenere per
il bene o per il male!
TRAMA La storia gira attorno a due gemelli
Noel (maschio) e Maria (femmina). I due fratelli
sono molto legati e assuolutamente identici
tanto che è impossibil distingurli (se non fosse
per i capelli). Un giorno Noel e suo padre
fanno un viaggio alle Hawaii, Maria decide di
restare a casa per partecipare ai tornei estivi di
pallacanestro, Al suo ritorno Noel non trova più
la sorella che, senza dirgli niente si è trasferita
in un altro istituto scolastico dove hanno anche
i dormitori. Al solo pensiero di non vedere più
Maria Noel va in panico, soprattutto dopo aver
saputo il motivo del suo trasferimento: una cotta
per un ragazzo più grande! Noel fa la scelta
più assurda, decide di trasferirsi anche lui per
riporatre a casa la sua amata sorellina; peccato
che i posti nel dormitorio maschile siano finiti
e che Noel decida di frequentare la scuola come
una ragazza! Una parrucca
e il gioco è fatto Noel si
trasforma in una ragazza. La
sua scelta esagerata lo porta
ad affrontare situazione
imbrazzanti, come essere
baciato da un suo amico!
Intanto Maria si dichiara al
suo amato ma scopre che lui
è già fidanzato, decide però
di aspettarlo finché non li
lascieranno. Subito dopo Maria conosce il fratello
minore di Hirobe (il ragazzo che le piace), il quale
le chiede di fidanzarsi: lei, non conoscendolo,
accetta. Ora che Maria ha perso interesse per
Hirobe suggerisce a Noel di tornare alla vecchia
scuola. Ma Noel si rifuta, pensando di perdere
il suo buon amico Sasa e la ragazza di cui si è
innamorato, la sua conquilina di stanza Miyu.
Come se non bastasse un ragazzo si è innamorato di
Noel (credendola una ragazza): Chris, considerato
da molte ragazze il più bello della scuola. Egli fa di
tutto per conquistare Noel, fino a quando lei gli
dice apertamente che non gli piaccioni i maschi,
ma le femmine. Sconvolto Crish pensa che Noel
sia omosessuale. Poi s’insinua in lui il dubbio che
Noel sia proprio una maschio. E se ne convince
quando Noel cambia voce. Quindi Chris punta gli
occhi su Miyu, lasciando Noel nella gelosia.
35
Un simpaticissimo manga! nonché economico…
(il che conta davvero), molto adatto alle ragazze,
ma non per questo vietato ai ragazzi, che anzi,
leggendolo, potrebbero farsi un bel po’ di risate.
In alto a sinistra,
Cuore di Menta
Sopra e a fianco,
Princess Princess
PRINCESS PRINCESS
Princess Princess (Purinsesu Purinsesu) è il
titolo di un manga scritto e illustrato dall’autrice
giapponese Mikiyo Tsuda e tratta delle vite
di tre studenti e della scuola particolare che
frequentano.
Princess Princess si evolve sulle vite di tre
ragazzi che sono stati scelti,per il loro aspetto,per
vestirsi da donne nel loro istituto totalmente
maschile,che è il migliore di tutta la zona.il
protagonista, Toru Kouno,si è appena trasferito
in questa scuola,dopo aver vissuto con lo zio per
36
un po’ di tempo.Lui è uno dei ragazzi scelti per
fare le Hime (principesse),essendo questa una
tradizione dell’istituto per rompere la monotonia
di un luogo interamente popolato da maschi.
All’inizio della storia ci sono già due principesse
Yuujiro Shihodani e Mikoto Yutaka,ovvero
la principessa dell’ovest e quella dell’est.
Toru,inizialmente dubbioso sul fatto di
accettare o meno scoprirà presto che il lavoro
di “principessa” puo’ essere più divertente di
quanto si fosse aspettato.
AKIKO
Racconto d’appendicite
Il crepuscolo
Correvo lungo le strade della città, mentre i lembi della giacca seguivano le pieghe del vento. Le
indicazioni fornitemi da Icar puntavano dritte al di
fuori della città, verso i monti al di là dei campi della periferia. La fatica della lunga corsa non era un
problema: nel corso degli allenamenti che mi ero
autoimposto avevo affrontato ben peggio. Rapidamente mi trovai ad affrontare i leggeri pendii incespicanti dei monti.
Giunsi di fronte ad un complesso di torrioni d’avorio: la sede ufficiale dei Cacciatori luce. Le guardie
mi osservavano avvicinarmi incuriosite e allarmate.
I Cacciatori ombra solitamente non osavano avvicinarsi alle grandi fortezze fisse dei Cacciatori luce
a causa delle enorme sorveglianza che era posizionata intorno e della palese inimicizia che c’era fra
i due ordini. Ma io non ero comune: io rinnegavo
l’associazione dell’ombra e il fatto che fossi lì, da
solo, lo dimostrava. I due mi si avvicinarono e mi
chiesero se avessi documenti identificativi. Io risi e
mostrai la pelle dell’avambraccio destro dove ,rosso, si distingueva dalla carnagione chiara il segno
impresso a fuoco ai rinnegati dell’ordine oscuro. I
due si guardarono meravigliati per poi spostarsi e
lasciarmi passare.
Camminavo lungo i corridoi luminosi e perlacei
della struttura, mentre i suoi ospiti mi squadravano
da capo a piedi. Giunto in una sorta di reception
la donna dietro il banco mi guardò come chiunque
altro avrebbe guardato una cane randagio: con un
misto di indifferenza e di noncurante superiorità.
“Desidera?”
Risposi: “Cerco informazioni su una cacciatrice
luce…”
“Mi dispiace ma le informazioni sui nostri agenti
sono altamente riservate; credo lei possa comprendere che è nostro dovere tutelare…”
“Si che posso... Ma io ho bisogno di sapere. E ho
bisogno di parlarle…”
“Non sono autorizzata a trasmettere certi dati. E’ il
protocollo…”
Decisamente seccato, cominciai a passo pesante ad
allontanarmi, quando, ormai all’ ennesimo corridoio di avorio,un gruppetto di tre giovani Cacciatori
Premessa
Il discorso è lo stesso dell’altra volta… è solo una prova…
non prendetelo come un capolavoro ma divertitevi a leggerlo… E se volete darmi consigli… mandatemi messaggi al
cater o cercatemi durante l’intervallo (o anche non… sono
in 5A... XP)
luce mi si avvicinò; sembravano allo stesso tempo
tesi e stranamente accomodanti.
“Siamo addetti all’organizzazione dei dati… Potremmo essere a conoscenza delle informazioni che
cerca… Ci segua”
Li osservai un po’ stranito: come era possibile ci
fosse corruzione in una organizzazione così importante e trasparente da essere diventata un simbolo
di giustizia nell’ intero mondo Oscuro? Li seguii
ugualmente; mi servivano le informazioni, al diavolo il “protocollo”. Uscimmo dal complesso e ci dirigemmo nel bosco. Dopo alcuni minuti di cammino
spedito ci trovammo di fronte ad una radura polverosa. A quel punto, guardandosi intorno, mi dissero: “ Ora apriremo l’entrata al laboratorio… Stai
indietro” A quel punto i tre si disposero ai vertici di
un immaginario triangolo equilatero e iniziarono a
cantilenare. Un cerchio luminoso comparve in terra
e con un rimbombo una porta si spalancò nel suo
centro esatto . Mi avvicinai con cautela e guardai la
buia entrata.
“Si può scendere tranquilli?”
“Ovvio… Anzi, se vuoi, ti facciamo strada…”
Scendemmo lungo una scalinata a chiocciola e giungemmo in un ampio spazio circolare in pietra, con
il pavimento ricoperto di tappeti, l’arredamento costituito da oggetti necessari allo studio scientifico,
ma anche da minacciosi strumenti di tortura posti a
guardia di un’ oscura prigione . Strano, pensai, che
abbiano questi strumenti… Portai istintivamente
le mani alle impugnature delle armi nascoste sotto
la giacca. Mentre guardavo le gabbie mi accorsi di
due paia di occhi rossi sangue, intensi come mai ne
avevo visti, immersi in un viso che sembrava essere
stato orgoglioso e ribelle, ma che ora trasmetteva
37
Arnold Bocklin, L’isola dei morti, 1880 (immagine con inversione di colore)
tristezza, anche a causa del suo aspetto trascurato.
Mi persi nei suoi occhi e lei nei miei, poi, come se
nulla fosse accaduto, lei distolse lo sguardo e ringhiò sommessamente, mostrando i suoi lunghi canini. Mi voltai verso gli altri tre e sentii sbattere la
porta di entrata che fu poi serrata rumorosamente.
“Cosa volete? Perché mi avete bloccato qui? Non
dovevate darmi informazioni?”
Il più alto dei tre disse: “Tanto non ti serviranno più
informazioni su quella rinnegata! Da qua non uscirai mai! Tu non te lo ricorderai… I cacciatori ombra
non ricordano bene la vita precedente… Ma quando ancora eri uomo,hai ucciso un’innocente, uno
che poi è diventato, per tua sfortuna, un cacciatore
luce…”
“Non dire idiozie! Vita precedente?! Che vuoi saperne tu? Non hai alcun diritto…”
“Oh sì che ne ho! Quell’innocente ero io! Voglio
vendetta per la mia vita negata! Anche se tu non ti
ricordi niente sei sporco e colpevole!”
Durante il discorso, di cui avevo già intuito il fine,
non avevo perso di vista gli altri due cacciatori, che
si erano accinti ad armarsi e impugnavano ora una
lancia bipunta per il loro compagno:stringevo le
mie spade ormai certo dell’ imminente scontro.
Dalla gabbia sentii un ringhio profondo e una violenta scossa.
Estrassi rapidamente le due spade, richiamando le
ombre da dentro, proiettai parte delle stesse ombre
38
nella guardia dell’arma, emanando così le lame
nere. Le catene che collegavano le impugnature
ciondolarono.
Mentre quello più basso mi attaccava, spazzando il
terreno con un’enorme spada, quello con cui avevo parlato mi calò contro la sua lancia. Agilmente
saltai, schivando lo spadone e andai a bloccare con
una delle due spade la lancia che si abbatteva su di
me, mentre con l’altra mano lanciai la spada verso
il terzo nemico. Il lancio era fiacco, e lui si scostò
con facilità. Ma il mio obbiettivo era un altro: la
spada colpì la serratura della gabbia e spalancandola, liberai la vampira. Come un povero animale
maltrattato appena può, attacca il padrone crudele,
così la notturna si avventò sul cacciatore luce che si
era scostato dalla traiettoria del lancio.
Decisi che avrebbe potuto farcela da sola: in fondo sebbene fosse fisicamente distrutta, era infuriata
con il suo avversario e sembrava avere una preparazione al combattimento molto più avanzata.
Diedi uno strattone alla catena che mi collegava alla
spada più lontana e , ancora in volo, ruotai su me
stesso colpendo con la lama, usata precedentemente
per parare la lancia, il volto dello spadaccino che
cominciò a zampillare sangue come una fontana. Il
lanciere riprovò nuovamente a colpirmi, credendosi
avvantaggiato perché volto verso la mia schiena, ma
con una rapida torsione del braccio, portai la catena
attorno all’asta della lancia e tirai. Senti una leggera
resistenza e poi un sonoro schiocco. Lasciai il mio
avversario a inorridirsi per la sua arma rotta e mi
concentrai nuovamente su quello che avevo sfregiato: con la spada già sporca di sangue, portai avanti
un affondo che lo colse impreparato e gli perforò il
ventre. Cadde a terra gorgogliando e mentre cadeva
scorsi alle sue spalle il cacciatore luce, che avevo
“lasciato” alla vampira urlare di terrore e cadere a
terra, schiacciato dal peso della sua avversaria, che
voracemente gli azzannava il collo.
“Non avresti dovuto farlo, cane rognoso!”
Udendo queste parole mi voltai di scatto e vidi che
il cacciatore che aveva parlato con me, il lanciere,
si era allontanato qualche metro e, arrotolate la maniche della veste, fissava un tatuaggio che aveva sul
braccio, con molti simboli arcani e mistici.
“Disintegrerò te e quella succiasangue, con un colpo solo!”
Stranamente il fatto che volesse distruggermi non
mi importava quanto il fatto che volesse uccidere la
vampira; evidentemente provavo un innaturale senso di protezione verso quella creatura malridotta.
“Non lo farai…”
René Magritte, Il castello stregato, 1950
“Invece credo proprio di sì… Evoco gli spiriti di…”
Le ultime parole che stava pronunciando gli si spensero in gola nell’osservare il suo braccio, quello con
i tatuaggi. Gli si spensero in gola nell’osservare il
suo braccio staccato dal corpo, stretto nella mia
mano destra. Con un ghigno crudele gli dissi: “Io ti
avevo avvisato che non l’avresti fatto…”
Mentre lui urlava di dolore, gettai a terra l’arto reciso e con un colpo secco a livello del cuore spensi la
sua, ormai debole, scintilla vitale.
Rinfoderai le spade, dopo averle pulite dal sangue
in un tappeto, e mi voltai verso la vampira: aveva
finito il suo banchetto (il cadavere del terzo cacciatore sembrava letteralmente svuotato) e ora era in
piedi e guardava alternamente me e i suoi vestiti
stracciati. La osservai e le lanciai la mia giacca
“Metti questa: è lunga abbastanza per non mostrare
i tuoi vestiti mal ridotti. Tornati in città vedremo di
coprirti…”
Prese la giacca e la indosso in silenzio. Poi mi guardò di sottecchi e sibilò: “Chi sei? Perché mi hai salvato? Cosa vuoi? E soprattutto, perché credi che ti
voglia seguire?”
Sorpreso dal fatto che non mi ringraziasse, risi.
“Beh… Io sonoVirgil, un Cacciatore Ombra… Rinnegato sostengono alcuni… Non ho idea del perché
ti abbia salvato in realtà… Ne so cosa voglio da te…
Vedremo poi… E perché mi dovresti seguire?... Ti
ho dato la mia giacca… La rivorrei indietro sai… E
questo accadrà solo quando avrai vestiti decenti…”
risi ancora un attimo e poi ripresi…
“Ti ho detto il mio nome… Il tuo qual è figlia della
notte?”
Guardandomi stralunata disse: “Il mio nome… Lilith, questo è il mio nome… Ma forse il nome non
avrei dovuto dirtelo. Un nome è fonte di potere…”
“In tal caso… Tu hai il mio… Adesso saliamo che
qua non posso chiamare la mia fonte…”
Frugai sul cadavere del “lanciere” e trovai ciò che
cercavo: le chiavi della porta.
Mentre salivamo le scale mi accorsi che mi osservava incuriosita ma non ci feci caso: non era la prima.
Usciti all’aria aperta mi accorsi che era il crepuscolo. Mi voltai verso la vampira e cominciai:
“La luce del…” ma lei prontamente rispose:
“…Del sole? Credi davvero a questa leggenda?…
L’unica cosa che il sole ci fa è schiarirci la pelle…”
Rise fra se e uscì anche lei nella radura mentre la
porta svaniva alle sue spalle. La osservai e stupefatto mi sembrò di osservare una perfetta statua in
marmo: la sua bellezza era considerevole, non c’era
niente da discutere. Mi ripresi ed estrassi dalla tasca il cellulare, composi un numero e lo accostai
all’orecchio.
“Pronto Ich… Perché non mi hai mai accennato al
fatto che esistessero altri rinnegati?”
“…”
“… Oh… Sì hai ragione è palese che non sia l’unico… Dove dici che trovo le informazioni che cerco?... Ok, tappa in città e mi ci dirigo subito…”
Chiusi la comunicazione, riposi l’apparecchio al
suo posto e mi voltai verso Lilith:
“Dai… Vediamo se in città hanno qualcosa che si
addica ad una vampira…”
Wild
con la cortese collaborazione di Ale
(thanks per tutto)
39
Amici del Cater, fans dei Guns N’ Roses, è giunto il momento che più o meno tutti
aspettavamo da anni: l’uscita di Chinese Democracy dei Guns N’ Roses, o di ciò che
ne resta. La band, decimata dalla dittarura del cantante Axl Rose, unico membro
superstite della line up originale, ha fatto il suo ritorno vendendo per ora solo
1 mln di copie circa dopo 3 mesi dall’uscita. La produzione del disco è costata
circa 13 mln di dollari e ha coinvolto una lista interminabile di musicisti (circa 256),
tra membri della band e collaboratori. Tuttavia durante questi anni Axl Rose non
è stato in studio con il solo scopo di realizzare Chinese Democracy: ha scritto materiale per altri due album che
saranno pubblicati nel 2010 e 2012 (ma di questo passo, secondo i miei calcoli, vedranno la luce nel 2025).
L’album comincia con la title track - Chinese Democracy - che si apre con riff tagliente e distorto che sfocia nell’urlo
di Rose , impetuoso e ancora virile, che sembra dire “eccomi, sono tornato”. L’elemento più rilevante del brano è
sicuramente il testo, che risulta molto interessante in alcuni punti: «If they were missionaries / Real time visionaries
/ Sittin’ in a Chinese stew / To view my disinfatuation» «And if you beat them enough they’ll die / Its like a walk in
the park from a cell». La seconda traccia, Shackler’s Revenge, piuttosto rabbiosa e intensa, risente dell’influenza
di Buckethead. Better è uno dei pezzi migliori dell’album in cui l’espressività di Axl non sembra troppo peggiorata
col tempo. Ottimi anche gli scambi di battute durante l’assolo tra Robin Finck e Buckethead. Questa parte iniziale
dell’album risulta la migliore perché è legata allo stile del passato.
Con Street of Dreams e una intro alla Elton John iniziano i nuovi Guns N’ Roses caratterizzati da canzoni in cui
un piano alla Axl Rose è più importante di una chitarra alla Slash per creare la melodia. In If The World anche i
sintetizzatori cominciano a diventare una presenza ingombrante. There Was A Time, unica e molto coinvolgente, è
un pezzo puramente rock, senza nessuna influenza moderna; potrebbe tranquillamente essere uscito da una session
di registrazioni di Use Your Illusion, ultimo album di materiale originale pubblicato nel 1991. Segue Catcher In The
Rye, brano con qualche veduta pop. Il messaggio di Scraped è uno solo: faccio quello che voglio come e quando
mi pare. E la pluriposticipata uscita di Chinese Democracy dimostra che Axl ancora una volta, fregandosene delle
critiche, ha fatto ciò che voleva. I Guns N’ Roses con Riad N’ the Bedouins ci vogliono dire che a loro non interessano
le guerre mediorientali: “I don’t give a fuck ‘bout them cause I am crazy”. La decima traccia è Sorry, dal ritmo troppo
lento e melenso, a cui partecipa anche l’ex frontman degli Skid Row Sebastian Bach. I.R.S. appare interminabile,
perchè i continui rallentamenti rendono difficile l’ascolto. Madagascar invece rimanda vagamente ai vecchi tempi
di Civil War con l’interludio in cui sentiamo un discorso di Martin Luther King e alcuni dialoghi tratti dal film Mississipi
Burning (ah, dimenticavo! il suono che si sente in sottofondo sarebbe l’assolo di chitarra). This I Love, scritta e
suonata da Rose, è la canzone “al piano” di Chinese Democracy. Prostitute, pezzo molto leggero e orecchiabile,
chiude questo progetto lungo 14 anni.
Il New York Times ha definito l’album come “il Titanic degli album rock” intendendo la nave e non il film, mentre
Rolling Stone l’ha premiato con 4 stelline su cinque. A mio avviso merita un 6 ½. Perché se sentissi una di queste
canzoni alla radio non mi verrebbe voglia di spegnere e perché è un prodotto nettamente superiore alla media di
ciò che propone MTV. Però la sufficienza è stretta, perché dopo aver trascorso 71 minuti ad ascoltare un egocentrico
malato d’orgoglio che raglia accompagnato dal suo gruppo di tirapiedi, ho capito chi erano i veri Guns N’ Roses.
Questo album dimostra che 6 chitarristi non sono stati degni, come prevedibile, di rimpiazzarne due. Come i Led
Zeppelin non valgono nulla senza Jimmy Page o gli AC/DC senza Angus Young, così i Guns N’ Roses senza Slash e
Izzy. Se Mr.Axl avesse voluto preservare la dignità dei Guns, avrebbe iniziato una carriera da solista, invece di sfruttare
un nome che ormai non ha più significato, e magari avrebbe venduto anche più copie; ma quando mai Axl Rose e
la dignità sono state la stessa cosa? Tanto più che egli non ha partecipato alla promozione del suo disco: il frontman
dei Guns è sparito nel nulla per oltre due mesi, proprio nel periodo in cui il disco era appena uscito. Tra i fan c’è
agitazione: cosa sta combinando Axl? Secondo alcune indiscrezioni la sua sparizione non avrebbe nulla a che fare
con un’avversione a promuovere il disco. Al contrario nei blog si vocifera che l’eccentrico cantante stia lavorando
alla reunion della band con la sua formazione originale: Steven “popcorn” Adler, Izzy Stradlin, Duff “king of beers”
McKagan e Slash. Dobbiamo crederci? Non credo proprio. E chi ha letto la fantastica biografia di Slash, che consiglio
a tutti, sa bene il perché.
Scommetto che a molti Chinese Democracy piacerà. Quindi leggete la recensione, ma non fidatevi troppo di ciò che
scrivo forse più per rabbia che per altro, ascoltate il disco e giudicate voi stessi!!!
MTN
40
Dritti al cuore del Corriere
Morra: «I giornali sono più veloci anche di internet, ma meno interessanti
per i giovani che hanno meno strumenti per capire e cambiare il mondo»
Il giornalismo spesso e volentieri è
stato contestato da nessuno, grazie all’onestà nel
autoreferenziale: parla di sè e fa notizia. Non è
riportare le parole altrui».
questo il caso, in quanto il Caterpillar non è un
Quando, come e perché ha scelto di diventare
giornale tout court, ma una delle testate di lungo
giornalista?
corso della multiforme e peculiare tradizione
«Ho scelto questo mestiere quasi per caso e
delle riviste studentesche: approccio informale,
con l’aiuto della fortuna - ricorda Morra - Avevo
taglio umoristico, quindi anche autoironico,
diciannove anni ed ero uno studente di Lettere alla
licenze di stile e linguaggio, fine di divertire facoltà di Storia della Statale di Milano, quando
anche informando e commentando - autori e
conobbi il direttore di un piccolo giornale senza
lettori di uno stesso target.
giornalisti. Così mi ritrovai a fare il corrispondente
Per definire quest’intervista ad Antonio Morra,
dalla mia città, Sesto San Giovanni, e poco dopo
caporedattore del Corriere della Sera e già docente
passai all’Avvenire, dove si era liberato un posto
universitario di Teoria e tecnica del giornalismo,
come corrispondente.
si potrebbe in certo modo scomodare un termine
Iniziavano gli anni ’70, i cosiddetti anni di
come metagiornalismo: la bimestrale rivista
piombo. E il clima già cominciava ad essere
studentesca si apre al quotidiano
pesante. I terroristi cercavano
e chiama il Corriere.
di finanziarsi con rapine; la
Alfin per entro il fumo
Alle ore 14 dello scorso venerdì
politica era impreparata a questi
De’ sigari onorato, al romorio
6 febbraio, in sala mensa
crescenti crimini senza ancora
De’ crepitanti pasticcini, al grido
tra briciole e chiacchiere di
una precisa fisionomia; la
Militar, di gelati e di bevande
Ordinator, fra le percosse tazze
sottofondo, due studentesse
gente nutriva per questi attivisti
E
i
branditi
cucchiai,
viva
rifulse
e un giornalista intavolano
un’apparente simpatia, assurda
Agli occhi miei la giornaliera luce
un’intervista…
per noi che conosciamo i fatti
Delle gazzette.
Ma
come
si
affronta
che seguirono. Nel complesso,
un’intervista?
la protesta era ritenuta un po’
Giacomo Leopardi,
«Un’intervista deve dirigersi Palinodia al marchese Gino Capponi, eccessiva, ma sottovalutata».
vv. 13-20
verso un obiettivo, avere un
«Il mio compito - precisa Morra
tema preciso - spiega Morra
- m’imponeva di cercare notizie
- E’ fondamentale focalizzare
presso le fonti ufficiali: per la
l’argomento da trattare, poi messo in evidenza
cronaca nera, i Carabinieri, la Polizia, i Vigili
nel titolo: le peggiori interviste sono quelle che
Urbani e del Fuoco, per la cronaca bianca, il
parlano dell’ “universo mondo”, cioè di tutto
Comune e i sindacati, in quanto Sesto era sede
e di niente contemporaneamente. E non ci si
di molte aziende. Ogni mattina s’iniziava a
dovrebbe tanto impuntarsi sulle esatte parole
telefonare, per poi sviluppare e approfondire
dell’intervistato, ma sul senso generale del
i fatti del giorno. L’indagine era diretta, sul
discorso, esponendo correttamente il pensiero di
campo, e dinamica: allora che cominciavano a
colui che parla.
verificarsi i primi attentati dei gruppi terroristici
“Mettere in piazza” una persona intervistandola
di estrema sinistra, la tendenza generale era
è un’esperienza in qualche modo traumatica per
quella di depistare le indagini per non allarmare
lei. E’ importante andarci piano, anche perché la
la popolazione.
correttezza premia: in 36 anni non ho mai usato
Ricordo l’episodio di un vigilantes ferito da
un registratore per le interviste e non sono mai
membri di questi gruppi di estrema sinistra:
41
secondo la versione ufficiale, una vendetta per
motivi passionali. Ma mia madre, che lavorava
nell’azienda in cui la guardia prestava servizio,
mi disse che erano apparse rivendicazioni del
gesto su muri interni all’edificio. Quindi scoprii
la verità e feci uno scoop».
Ed è approdato al Corriere?
«Nel ’76 divenni corrispondente per Il Giornale
da Monza, territorio complesso con un tribunale
e la sede di Confindustria, e cominciai a seguire
anche la cronaca giudiziaria.
Allora conobbi Indro Montanelli, con cui mi
trovai molto in sintonia e progettai la creazione
di pagine di cronaca provinciale.
Poi divenni cronista per il Corriere da Monza
negli anni tra il ’78 e l’85, quando i criminali
calabresi dovevano soggiornare in Brianza e si
verificarono numerosi sequestri di industriali e
imprenditori della zona».
«Dal giornalismo d’indagine passai in redazione,
dove sono tutt’ora: - conclude Morra - prima
lavorai alla cronaca nera sulle pagine della
Lombardia, poi alle cronache italiane, dove svolsi
un ruolo nell’organizzazione del lavoro, insieme
a molti giornalisti di talento come Stella e Merlo,
e seguii ad esempio la vicenda di Mani Pulite e la
lotta alla mafia».
Com’è organizzato un giornale come il
Corriere? «Come una piramide, molto gerarchizzata: in
cima il direttore, sotto il quale i tre vicedirettori
seguiti dai capiredattori centrali con i propri staff.
Ogni settore ha un capo con un vice e i propri
giornalisti».
Com’è cambiato il giornalismo dagli anni ’70?
«In quarant’anni - constata Morra - è divenuto
soprattutto più veloce. E la varietà attuale dei
mezzi d’informazione fa sì che la gente si rechi
dall’edicolante non per conoscere le notizie, già
apprese da internet e tele o radiogiornali, bensì
per approfondirle.
La globalizzazione rende il mondo connesso
in ogni sua parte, quindi molto più complicato.
Per esempio, la borsa di Tokio è la prima che
comincia a lavorare, quando in Italia sono le
due del mattino, mentre Wall Street è l’ultima
a chiudere, alle cinque del pomeriggio: il ciclo
economico mondiale è continuo e complesso.
Il ruolo del giornalista è quello di semplificare la
realtà, fornendo anche interpretazioni.
Il giornale ha proprio questo vantaggio: il tempo
limitato del Tg permette solo di riportare la
notizia senza approfondirla, l’articolo lascia lo
spazio necessario per esprimere una posizione
con onestà e correttezza, un pensiero che possa
aiutare il lettore a crearsi un personale punto di
vista».
Quindi i giornali non sono imparziali?
«Nell’informazione l’importante non è
l’imparzialità, ma l’onestà e la correttezza che il
lettore deve pretendere e che il giornalista deve
offrire: ogni informazione va verificata e ogni
opinione è solo un aiuto al lettore per farsi una
propria idea. D’altra parte sarebbe impossibile
dire bugie: la fonte è confrontabile con altre di
ogni tipo.
E ciò è un vantaggio rispetto al passato, quando
la presenza di pochi mezzi d’informazione, come
Antonio Morra
al simulatore della
Ferrari
all’autodromo
di Monza
42
un solo canale tv, permetteva un più
parziale controllo dell’informazione».
Con quali criteri vengono scelte le
notizie?
«Per il clamore che suscitano e soprattutto
per l’interesse da parte della gente: fanno
notizia i fatti che condizionano la vita
delle persone, dagli incentivi anticrisi,
all’elezione di Obama.
Mentre i criteri sono gli stessi per
qualsiasi testata, il modo in cui le notizie
vengono trattate varia: un giornale di
partito seguirà una linea volta a difendere
e promuovere le proprie idee presso un
lettore che, comprando un certo tipo di
giornale, si aspetta un certo tipo d’informazione.
Il giornalista non informa per convincere della
propria opinione, anche se è inevitabilmente
influenzato delle sue esperienza di vita».
La trasparenza del giornalista è limitata dalla
costante eventualità di querele?
«Un giornalista deve verificare fino alla certezza
le proprie fonti d’informazione: solo se ha in
mano elementi che ritiene sicuri può liberamente,
senza paura, esprimersi. Altrimenti, la querela
sarebbe più che giustificata».
Perché i giovani hanno poco interesse per la
lettura dei quotidiani?
«In genere i giornali sono fatti da persone non
più giovani, quindi con interessi diversi rispetto
a questa categoria: è difficile che i temi trattati
siano d’interesse per tutti.
Inoltre il giornale è un mezzo d’informazione
apparentemente lento, serve del tempo per
leggerlo.
Quest’idea corrisponde al pensiero comune, ma
non alla realtà: il quotidiano è più veloce rispetto
ad altri mezzi, in quanto l’impaginazione,
la titolazione e la forma grafica forniscono
rapidamente un’idea d’insieme, mentre per
esempio l’informazione su internet comporta
perdere molto più tempo nella ricerca che nella
raccolta di notizie.
Infine il giornale permette un immediato confronto
tra idee diverse: vantaggio che non si nota perché
non si è abituati a confrontare i media».
«In passato, - prosegue Morra - essendoci meno
strumenti d’informazione, anche i giovani
compravano i giornali, come io prendevo Il Giorno.
Era un modo di “disturbare il manovratore”: si
sentiva per così dire l’esigenza di aprire la società,
che negli anni ’70 era più semplice da analizzare
(anche attraverso gli strumenti del marxismo) e
più chiusa, e di entrare nel dibattito politico, visto
come mezzo per modificarla.
Oggi invece i giovani, come tutti, dispongono
di pochi strumenti per analizzare una società
complessa come l’attuale e hanno meno
motivazioni per provare a cambiare la realtà:
senza poter capire bene il contesto in cui si
vive, vengono meno i motivi per documentarsi,
approfondire, discutere.
E la gente non si appassiona più alle grandi cause.
Se un libro come La casta. Così i politici italiani
sono diventati intoccabili (libro-inchiesta dei
giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo del
Corriere della Sera edito da Rizzoli nel 2007, ndr)
fosse uscito negli anni ’70, il Parlamento sarebbe
stato ribaltato. Mentre oggi cos’è successo?»
Qual è il suo libro preferito?
«La Variante di Lűneburg di Paolo Maurensig,
un libro davvero eccezionale che ho letto qualche
tempo fa. Ambientato durante e dopo la Seconda
Guerra Mondiale, racconta di un gerarca nazista
che gioca a scacchi con un detenuto ebreo di un
campo di concentramento e che reincontra il suo
sfidante a guerra finita.
I due giocano una nuova partita a scacchi, senza
che il tedesco conosca la vera identità dell’ebreo:
quando egli capisce dalle mosse del gioco chi ha
di fronte, non riesce a resistere al rimorso e si
suicida».
Ma come? i libri preferiti dai giornalisti
trattano di giornalismo!
«Oh no! Al di fuori del lavoro i miei interessi
non si limitano al giornalismo…».
Giulia e Roby
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Un po’ di storia…
Fender è una casa
di strumenti musicali
fondata nel 1946 da Leo
Fender ed è uno dei
più famosi brand nel
mondo dei costruttori di
chitarre, bassi elettrici
ed amplificatori.
Tra gli anni Quaranta e
Cinquanta Leo Fender
fu tra i primi a progettare
e costruire le chitarre
“Solid Body”, cioè senza
cassa acustica: il primo
modello fu battezzato
Esquire, da cui poi fu
generata la Telecaster.
Le più grandi sedi di
produzione dei prodotti
di questa serie avvengono
in California, in Messico e in Giappone,
Cina e Corea. Negli ultimi due stabilimenti
vengono prodotti gli strumenti a marchio
Squier, per così dire le Fender dei poveri,
che in effetti costituiscono il mercato
“Low-Badget” della compagnia.
Nel corso degli anni la Fender ha
continuato a produrre i suoi modelli di
spicco in tutto il mondo: le chitarre Fender
sono le più popolari fra i migliori chitarristi
di tutto il globo, da Syd Barrett con la sua
Black Telecaster a Hendrix (Woodstock
Olympic White), Santana, Gilmour (Mary
Kay), Clapton (Blakie), Knopfler (Red) con
la mitica Stratocaster.
Fender si distingue da Gibson
Un fattore che ha favorito la popolarità
del marchio Fender è stata appunto la
produzione di pezzi che andavano contro
la tradizione costruttiva degli inizi: la
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ricerca era infatti volta
a conferire agli strumenti
una qualità migliore,
mediante l’uso di alcuni
espedienti,
come
la
doppia bobina per i pickup (i cosiddetti HumBuckers) ed il manico
incollato al body.
La
Gibson
ha
effettivamente
mantenuto una politica
volta a garantire questo
tipo di qualità; invece
la Fender ha scelto di
costruire dei pezzi di
minor qualità, quindi
con la bobina singola per
i pick-up e con il manico
avvitato al body.
Per quanto riguarda il
suono dello strumento si
ottiene un diverso impatto sul sustain e
sulla tipologia di suono.
Il marchio Fender negli anni
Nel 1965 Leo Fender vendette la società
alla Columbia Broadcasting System
(CBS), principalmente per sviluppare
l’impianto industriale e potenziare il
mercato musicale, grazie alle dimensioni
economiche di Cbs. La reazione fu
negativa, poiché si riteneva che la Cbs
fosse interessata al profitto piuttosto
che alla qualità dei prodotti.
Infine Leo Fender vendette la società
ai suoi dipendenti, per poi fondare la
Music Man (si ricorda Steve Morse,
che ne possiede una completamente
personalizzata da lui) e per ultima la
George & Leo (G&L).
Oggi la Fender produce ancora gli stessi
modelli.
Ma come essere sicuri che la qualità sia la
stessa? Ad esempio io, da buon chitarrista,
posseggo una Fender Stratocaster 1989.
Di recente ho provato Un’Highway
del 2005, cioè un modello che ricalca
le fattezze della Stratocaster 1952 sia
nelle meccaniche sia, teoricamente, nei
materiali che la compongono: nel manico
si riconosce facilmente l’Acero, così
come nella tastiera, su cui la mano può
scorrere in modo superbo… Anche se
devo ammettere che i tasti non mi hanno
convinto appieno, visto che sul modello
Fender ’52 i tasti dovrebbero essere un
poco più spessi.
Il dubbio più grande sorge sul Body,
che dovrebbe essere in frassino o al
massimo ontano, ma, confrontato con
quello della Stratocaster ’89, sembra
più leggero: l’effetto purtroppo è di
svuotare leggermente il suono. Quindi
l’esito finale non mi è sembrato di qualità
Fender (teniamo conto che l’ampli è un
modello Marshall pre-valvolare di altissima
qualità), prima di attivare il Di Marzio con
interruttore, che è stato messo al posto
dell’Hum-bucker.
Un problema personalmente riscontrato
riguarda le “Made in Mexico”: questi
modelli hanno pur sempre il manico in
si sarebbe ricevuta anche solo vent’anni
fa. Quindi un consiglio spassionato per
i lettori del Caterpillar: chi di voi è alla
ricerca di una chitarra come si deve
farebbe meglio a puntare sul “vintage”,
anche se questo vuol dire fare riferimento
ad un budget molto più alto (una vintage
del ’60 può costare più di € 4000).
Se avete opinioni al riguardo, non esitate
a scrivere alla redazione del Caterpillar.
Guitarman
acero come le “original”, ma hanno il body
in pioppo e tre single-coil come pickup, vale a dire gli stessi che si usano per
costruire le Squier, che come è risaputo
hanno qualità molto inferiore ai pezzi
Fender.
Ne ho dedotto che l’acquisto di una
Fender oggi non ti dà la stessa garanzia che
È classico ciò che tende a relegare l’attualità al rango di
rumore di fondo, ma nello stesso tempo di questo rumore
di fondo non può fare a meno.
Italo Calvino,
Perchè leggere i classici,
1981
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Saggio tratto dal periodico studentesco «N.C. non classificato», numero 13, febbraio 1993
Dopo Aristotele, per parecchio tempo non ci furono
grandi filosofi, ma solo tanti copiatori dei precedenti.
Come Aristarco, Aristogitone, Aristogatto, Arieccolo,
Telemaco, Telefono e Telegrafo, importanti per le
applicazioni scientifiche delle loro scoperte; Termosifone
di Tubo, che sosteneva che il caldo fosse il principio di
tutte le cose, Arachide di Burro, Iride di Ciglio, Apolide
di Dove, Anice di Succo, Antifone di Salmo.
Poi vennero gli Scettici. Il fondatore della scuola era
Pirrone e sosteneva che non si può dir nulla di nulla. Ancor
oggi gli studiosi si domandano come potesse dirlo, dal
momento che non si poteva dire nulla di nulla. Il concetto
di Pirrone, comunque, è sopravvissuto ai secoli, e tuttora
è spesso citato durante i maxiprocessi. Allievo di Pirrone
fu Missile di Ustica, che capì alla perfezione la massima
del maestro. Coerente con la sua filosofia, Pirrone, che
non era certo di niente e dubitava di tutto, un giorno stava
spiegando tutto questo a un suo discepolo, quando questi
cadde in una pozza di fango profondissima. Pirrone,
come se nulla fosse successo continuò a spiegare le sue
teorie camminando innanzi, dove però un’altra pozza lo
attendeva. Da allora i suoi discepoli si domandarono se
Pirrone fosse scettico o semplicemente miope. Insieme
agli Scettici, cominciarono a farsi un seguito anche gli
Stoici e gli Epicurei. Gli uni dicevano che non bisognava
attaccarsi ai piaceri della vita, come mangiare e bere,
gli altri il contrario (secondo la vulgata medioevale del
pensiero epicureo, ndr). Molti Stoici morirono di fame,
molti Epicurei d’indigestione.
Dopo il crollo dell’Impero Romano, si dovette aspettare
parecchio, fino al periodo medioevale, prima di trovare
altri filosofi. Dopo il grande insegnamento di S. Agostino,
Dottore della Chiesa, ci fu Severino Boezio. Egli scrisse
il «De Consolatione Philosophiae», dove narra come la
sua unica consolazione, mentre era in prigione perché
sospetto al re Teodorico, fosse la filosofia, che gli apparve
addirittura in cella e lo liberò da tutte le sue sofferenze.
Il suo maggiore discepolo attuale è Renato Vallanzasca,
vera e proprio esperto della liberazione. Comunque,
tutta la filosofia medioevale voleva dimostrare che basta
sapere far funzionare il cervello e ci si accorge che Dio
esiste. Ecco spiegato perché il politico Claudio Martelli
si è dichiarato ateo. In questo periodo S. Tommaso
d’Aquino fondò la filosofia Scolastica, il cui patrono era
S. Apollinare in Classe.
Poi, per i filosofi, furono tempi duri. Giordano Bruno
fu bruciato vivo; Tommaso Campanella si fece ventisette
anni di prigione e ne uscì fingendosi pazzo: sulle prime,
le autorità non gli credettero, poi lessero i suoi trattati
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filosofici e, impietositi, lo scarcerarono subito. Ma il più
grande filosofo e scienziato di quei tempi fu Galileo Galilei.
Egli si divertiva a lanciare pesi di diverse dimensioni dalla
torre di Pisa, mentre un folto pubblico osservava sotto di
lui. Così teorizzò che la forza di gravità fa venire il mal di
testa. Un giorno si sporse troppo dalla torre e cadde anche
lui, fu ricoverato all’ospedale come malato grave. Teorizzò
allora la caduta dei gravi, con la felice formula: quando
uno cade dal primo piano è poco grave, quando cade dal
terzo è grave, quando cade dal sesto e più è un peso morto.
Ripresosi, Galileo studiò a lungo il funzionamento del
pendolo: stava in casa sua e per ore e ore fissava il pendolo
che si muoveva avanti e indietro… Scoprì così l’ipnosi.
Dopo molti anni di studi sul pendolo, Galileo morì cieco.
Ma la filosofia aveva già trovato un nuovo campione:
Cartesio. Egli fondò tutta la sua filosofia su un unico
principio - «Penso, dunque sono» - che sarà definitivamente
smentito ai nostri giorni, con la venuta al mondo della
ballerina Lorella Cuccarini.
Un altro grande francese di quel periodo fu Pascal. Egli
cercò d’indagare la sua interiorità, scavando nel profondo
di se stesso, descrivendo la sua ricchezza e complessità
interiori. Ne ricavò pagine e pagine di scritti filosofici: i
suoi «Pensieri» raccolti in diversi volumi. Analogamente,
al giorno d’oggi, Marina Lante della Rovere Ripa di
Meana ha raccolto in un libro tutti i ricordi del suo passato,
la gente che ha conosciuto, gli uomini che ha amato: il
libro s’intitola Pagine gialle. Contemporaneo di Pascal
fu Benedetto Spinoza, filosofo acuto e pungente (lo dice
il nome), che sosteneva che esiste una sola sostanza, che
essa è eterna e non cambia mai, anche se ha molti attributi.
I critici odierni hanno identificato la sostanza spinoziana
con Giulio Andreotti, in quanto, oltre a non cambiare mai,
riceve spesso i più disparati attributi.
Mike Diegoli
Ho sempre desiderato di fondare un bel museo filosofico dove
vorrei raccogliere o riprodurre in buoni fac-simili la caverna
di Platone, la cella di Socrate, il giardino di Epicuro, la botte di
Diogene, la tartaruga di Zenone, l’asino di Buridano, la testa
parlante di Bacone, le catene di Campanella, il torracchione
di Montaigne, il bischetto di Boehme, la stufa di Descartes, gli
occhiali di Spinoza, il rogo di Bruno, una bottiglia d’acqua di
catrame di Berkeley, i pantaloni di Kierkegaard, la pistola di
Weininger, la rosa di Ardigò, il cane impagliato di Shopenhauer
e altre reliquie e cianfrusaglie della stessa specie.
Sono sicuro che riuscirebbe – se visitato e meditato da veri saggi
– assai meno noioso e insieme più istruttivo di molti trattati e
sistemi di filosofia.
Giovanni Papini, Mostra personale, Morcelliana, 1941
Borgognografia
(ossia: L’ode al Tacchinaggio)
Alessandro Borgogno (nato il 32 di ottembre dell’85 a Severoskopskaja*) è
figlio di Filippo, re di Macedonia e di Maria di Borgogna, duchessa di Cassata,
e grandissima coltivatrice di Marijuana.
La vita di Borgogno prende presto una brutta piega quando il padre, dopo aver
vinto la medaglia d’oro nel Lancio del Tronco alle Olimpiadi autunnali di
Bassano del Grappa (con conseguente squalifica per doping), viene “sniffato
vivo” dalla madre, la quale patisce un’atroce fine per overdose, lasciando il
figlio unenne orfano.
In seguito Alessandro, che sarebbe dovuto divenire un noto ghiottone con il
nome di Magno, viene raccattato da Battista Panseri, famoso barbone/santone
italiota, che lo fa sbarcare clandestinamente in Italia.
Qui il giovin Alessandro viene addestrato dal suo nuovo Guru ad un numero
molteplice di pratiche autolesioniste, come il tifo per l’Inter di Cùper della
stagione 2001/02, ed il successivo vagabondaggio nel tentativo di annunciare
la buona novella della Vittoria dell’Internazionale Football Club in grandi
città come Bottanuco, Roccacannuccia e Vergate sul Membro.
Dopo queste mirabolanti vicende il Nostro viene infine abbandonato da Panseri,
il quale lo fa rinchiudere nel Carcere di Massima Sicurezza (conosciuto anche
come Liceo Scientifico Statale L. Mascheroni). Qui può vivere finalmente la
spensierata esistenza che tanto aveva vagheggiato; ciò nondimeno, in seguito
alla sua partecipazione al colossale progetto mascheroniano denominato Großes Projekt für die Verbesserung der
menschlichen Linie zu seiner Herrschaft über die Land und zu Wasser (o più semplicemente Caterpillar) è costretto
ad imbattersi nuovamente nel santone Panseri, che detiene il 50,1% delle azioni del Caterpillar stesso (che tanto per
la cronaca equivalgono a circa 5 euro canadesi).
Al Caterpillar il nostro eroe scrive e firma titanici articoli che
resteranno nella storia del giornalismo italiano (basti citare Come
conquistare l’Inghilterra in tre piccoli passi e la recensione del
film Il Gods of Metal raccontato dalla Pimpa); accanto ad essi
sforna anche articoli di poco conto (ad esempio Intervista con
Giulio Andreotti riguardo ai suoi (presunti) rapporti con la mafia
fino al 1980). La sua fama si amplifica maggiormente grazie alla
sua destrezza nei fotomontaggi (celebre quello in cui Berlusconi
sembra raggiungere l’altezza di 2,16 metri); in poco tempo
diviene abbastanza popolare da riuscire a farsi la ragazza.
Tutto sembra andare per il meglio, finché proprio la sua bella
decide che è ora di finirla con tutta sta fama e decide di venderlo
come schiavo alla migliore offerente. Viene quindi comprato da
due sbarbine un anno più grandi di lui (una delle quali è mia
sorella, e me ne rammarico), che trattano il povero Borgo con lo
stesso rispetto che si dà ad uno zerbino.
Ciònonostante il nostro eroe riesce a liberarsi dal suo giogo
mandando affanbrodo rispettivamente la ragazza, le sbarbine ed il Santone, da cui rileva la totalità della azioni della
Caterpillar & Co. trasformando la sua nuova azienda giornalistica in un vero e proprio Tempio del Cazzeggio.
Si sa però che le cose belle non son fatte per durare, ed infatti il buon vecchio Ale ha deciso di lasciare per il momento
il Cater e sfidare la sorte laureandosi (nel tentativo di rimpinguare le schiere dei disoccupati italioti) in ingegneria
idraulica fognaria applicata…
*In italiano Un-Posto-a-Caso.
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a cura di Narsete di Feiez
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