NOEL GALLAGHER P. 64

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NOEL GALLAGHER P. 64
MARZO 2015
NUMERO 3
STYLE.CORRIERE.IT
indiscreto
impossibili
in società
passioni
ritratto
Federica Mogherini: «Gli
Stati devono fare politica
estera. Ma le decisioni
vanno prese nella Ue»
Le gemelle Savignano,
18 anni, le più belle
debuttanti. «Uomini
âgé? Che male c’è»
Giù di testa per lo yoga.
Manager, attori, sportivi.
«Come ci ha cambiato
vita e carriera»
L’evoluzione del trench.
Un classico da movie
star. Così lo hanno
reinventato le griffe
Zhang Ziyi, celebrity
in Cina con 20 milioni
di follower. «Sogno
un film con Sorrentino»
NOEL GALLAGHER P.
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I POETI TRA ROCK E RAP
N°3 marzo 2015 – Poste Italiane SpA – Sped. in a.p. – D.L. 353/03 conv. in L. 46/04, art. 1, comma 1, DCB Milano – Il 24 febbraio con il Corriere della Sera 2 €
(Style Magazine 0,50 € + Corriere della Sera 1,50 €). Non vendibile separatamente. Nei giorni successivi a richiesta con il Corriere della Sera, Style Magazine 2 € + prezzo del quotidiano.
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IN COPERTINA
NOEL GALLAGHER
«È la scrittura che conta. Chiunque può suonare.
Ma quante sono le canzoni che restano in mente»?
Tra le ultime vere rockstar e autore di pezzi come
«Wonderwall», dopo le risse e lo scioglimento degli Oasis
vola alto, da solo. Con un nuovo disco in arrivo. Tra figli,
calcio, stile, party. «Ho avuto una vita pazzesca...»
di andrea laffranchi
foto di lawrence watson
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«Mio fratello Liam è fuori di testa, è un “barking dog”(cane che abbaia, ndr)». Noel Gallagher, 47 anni, cervello e chitarra degli Oasis,
non ci è mai andato leggero con il fratello
minore. Sono passati cinque anni e mezzo
da quella sera a Parigi in cui l’ennesima lite
nei camerini ha messo fine all’avventura
della band che ha fatto il rock di metà anni
Novanta. Erano gli anni del britpop: mentre
l’Inghilterra si rimetteva in piedi, gli Oasis
riportavano le chitarre nelle classifiche e
negli stadi. Con il loro accento nordico di
Manchester, le origini «working class», la
scrittura di stampo beatlesiano. E c’erano i
Blur, agli antipodi: londinesi, middle class e
scuole d’arte. Rivalità gonfiata dalla stampa
in stile Beatles contro Rolling Stones, milioni
di copie vendute e Tony Blair che li invita a
Downing Street. Canzoni che sono diventate
inni generazionali come Wonderwall, Don’t
look back in anger e Supersonic. E in mezzo
champagne, cocaina e le liti dei due fratelli.
Noel non sopporta gli atteggiamenti di Liam e
già nel 1996 molla la band in mezzo a un tour.
Nel 2009 l’addio definitivo. Da allora Liam
ha messo in piedi i (già disciolti) Beady Eye
e Noel si è dedicato alla sua carriera solista
sotto il nome di Noel Gallagher’s High Flying
Birds e ha in arrivo Chasing yesterday, il suo
secondo lavoro, che esce ai primi di marzo.
Disco atteso. «Return to safe», rimettere in
cassaforte, è scritto con un pennarellone nero
sul cd che a Style vien fatto ascoltare in anteprima. Il clima fra i fratelli coltelli del rock
non sembra migliorato.
Quanto ci vorrebbe? Se qualcuno ci offrisse
una somma assurda gli direi di aspettare la
fine del mio tour e forse anche l’uscita di un
altro album. E ai fan che me lo chiedono per
strada dico: «Un concerto, e poi che altro?».
Insomma, non ci penso proprio.
Chasing Yesterday, rincorrere il passato. C’è qualcosa di nostalgico? In realtà
c’è una strofa della canzone che spiega tutto.
Dico che sono stanco di inseguire il passato, è un pensiero che guarda al domani.
Certo, messo da solo ha il senso opposto. Ma quelli del mio staff continuavano
a pressarmi per un titolo. Poi l’ho deciso
all’ultimo, e appena annunciato ho pensato: «Oh no!». Ma tanto credo che non
ci possa essere un titolo peggiore per un
album di (What's the story) Morning glory?
(il capolavoro degli Oasis, del 1995; ndr).
«SESSO DROGA E ROCK
AND ROLL? HO GIÀ DATO.
HO FATTO FOLLIE SOLO
PER UNA JAGUAR DEL '67»
Siete tornati a parlarvi? No. L’ultima
volta che ho visto Liam è stato a maggio
dell’anno scorso quando il Manchester City
(squadra di calcio, ndr) ha vinto lo scudetto.
Prima dell’inizio della partita mi hanno invitato ad andare nel tunnel a salutare i ragazzi
e per scherzare ho chiesto al capitano Vincent Kompany se potevo avere la sua fascia.
Lui me l’ha regalata e l’ho indossata. Liam
l’ha vista e si è messo subito a fare domande.
Nonostante il clima di festa era nervoso.
Il cantante durante un concerto ad Atlanta,
Stati Uniti. Sopra, assieme alla moglie Sara
MacDonald, senza i loro due figli ma con Anais,
figlia di Noel con la prima moglie.
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G E TTY IMAG E S
Mi sembra di capire che non ce ne
sia per una reunion degli Oasis. Si parlava di un concerto al mitico festival
di Glastonbury. Loro non hanno abbastanza soldi. Io non ho abbastanza tempo.
E nessuno ha la volontà di farla funzionare.
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Non sarà nostalgico, Noel, ma si guarda
indietro. In The dying of the light vede alle
sue spalle «gli anni che ho speso male». Non
parlo di me. È un sentimento che molta gente
tende a provare quando arriva più o meno
alla mia età. Si guardano indietro e hanno dei
rimpianti. Io non rimpiango nulla, ho avuto
una vita pazzesca.
Che direbbe a questi suoi coetanei? Che
hanno ancora tempo per fare quello che non
hanno fatto. A meno che non fossero cose
tipo l’astronauta o il giocatore del Manchester City. Ogni giorno può essere una nuova
partenza e non è che a 40 anni la vita sia
finita come pensano in molti. Insomma, se
qualcuno ha dei rimpianti si adoperi per non
averne altri per i prossimi 40.
Un brano si chiama While the song
remains the same. È un omaggio ai Led
Zeppelin? No. La storia di quella canzone è
un’altra. L’anno scorso sono tornato a Manchester per vedere la mia squadra, il City.
Prima di andare allo stadio sono tornato nel
quartiere dove vivevo da ragazzo. Giravo
un angolo ed erano spariti dei palazzi, camminavo e trovavo strade chiuse. Tutto mi è
sembrato nuovo. Mi sarebbe piaciuto portarci
prima i miei figli (tre, ndr) e fare vedere loro
dove avevo vissuto.
Cos’è lo stile per lei? Non saprei come
definirlo e non so perché vedo delle persone
come Kate Moss o David Beckham e penso
che ce l’abbiano. Certa gente sa portare gli
abiti meglio di altra. Paul Weller, ad esempio, potrebbe indossare le stesse cose che ho
addosso oggi e fare bella figura. Anche mio
fratello Liam è così, starebbe bene anche con
un sacco addosso.
È la prima volta che non parla male
di Liam. No dai… Però è fuori di testa, è un
«barking dog». E io non sono uno che abbaia.
Torniamo al guardaroba. Non ci bado
molto. È mia moglie che ci sta attenta. Prima
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Insieme con Vincent Kompany,
capitano del Manchester City,
squadra di cui il musicista
è tifoso. Sopra, in uno scatto
realizzato a Londra.
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di uscire di casa per questa intervista mi ha
guardato e mi ha detto: «Così non stai bene».
Per me l’abbigliamento è come l’arte: non
so perché una cosa sia bella o no. La gente
della moda mi fa impazzire, passano ore a
discutere su un vestito e mi danno sui nervi
perché pensano che una sciarpa possa cambiare il mondo. E allora portate quella sciarpa
in Medio Oriente! E poi pensano che le loro
borse siano più importanti della musica.
Il rock può salvare il mondo? No, ma è
più importante di un cappello. Il mio prossimo disco è più importante di un cappello
griffato. Di sicuro.
Roberto Mancini, ex allenatore del
«suo» City, aveva gusto? Mi piacevano i suoi
capelli, le sciarpe, i vestiti. Manuel Pellegrini
(il nuovo coach, ndr) non ha lo stesso stile.
Insomma è qualcosa che hai o non hai.
Vi manca il «Mancio» adesso che è tornato all’Inter? Lo amiamo ancora: ci ha fatto
vincere lo scudetto e aveva passione. L’unica
cosa che non avrebbe dovuto fare è stato portare in squadra Balotelli, e lo dico da fan di
Mario. Litigavano troppo. Ha puntato su di
lui che è stato una delusione. Mario è come
un bambino, gli manca qualcosa nel cervello.
Gli Oasis sono stati sesso, droga e rock
and roll. In che percentuale? Il rock and
roll e la droga si sono presi la maggior parte.
Il sesso non era così tanto: c’erano le groupie
ma non sono l’uomo più attraente del mondo.
La cosa più rock and roll che ha fatto?
Tipo sfasciare la camera d’albergo? Sfasciare una camera non è cool. E richiede
troppa energia. Una follia l’ho fatta nel
1996: ho comprato una Jaguar Mark II
del 1967 che mi è costata circa 200 mila
euro. E non so guidare. Non ho nemmeno
la patente. Ma mi piaceva la macchina.
Ce l’ha ancora? Sì. Mi costa 870 euro alla
settimana per tenerla in garage. Lo sa quante
miglia ci sono sul cruscotto? Sette.
Non ha mai nascosto la sua dimestichezza con la cocaina, che ha mollato nel
1998. Serate folli? C’erano notti in cui si parlava per ore delle Piramidi. Uno diceva che
erano state costruite dagli alieni, l’altro non
ci credeva, e via di questo passo. Così sono
andato in Egitto e ho visitato il Museo Egizio
del Cairo e le Piramidi. Non ho visto geroglifici con dipinti degli alieni. Ma è roba passata.
Ha tre figli. Come si regolerà con loro
in tema di droghe? Come faccio a sapere se
si drogano? Non me lo vengono certo a dire.
Il mio progetto è di lasciarli liberi di trovare
la loro strada nella vita, ma di trattenerli se
vedo che sono vicini al limite.
La preoccupano i pericoli e le trappole su internet? Ho due figli maschi, sette
e quattro anni: fin qui è facile, perché non
sono ancora esposti a internet. Con mia figlia
15enne uno si immagina che sia più stressante. Il modo migliore per conoscere i figli
è incontrare i loro amici. E i suoi sembrano a
posto. Ha un iPhone, smanetta su Instagram,
non posso vietarle di essere una teenager. La
cosa strana è che per noi è un mondo tutto
nuovo e gli esperti sono i nostri figli.
A proposito di tecnologia. Che ne pensa
dell’operazione degli U2 che con Apple
hanno regalato il disco a 500 milioni di
utenti di iTunes? Apple ha distrutto il mondo
e il senso di avventura e di mistero nella
musica. Sono come gli hippy negli anni Sessanta che hanno annientato la cultura giovanile. Il mio amico Lars Ulrich, batterista
dei Metallica, da ragazzino era ossessionato
dal metal britannico e decise di venire in
Inghilterra per sei mesi a scoprirlo dal vivo,
perché non gli bastavano i dischi. Negli anni
«APPLE HA DISTRUTTO IL SENSO
DI AVVENTURA NELLA MUSICA.
MARIO BALOTELLI? GLI MANCA
QUALCOSA NEL CERVELLO»
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Sopra, un ritratto di Noel
Gallagher. Nella pagina a fianco
durante la registrazione del nuovo
album, in uscita il 2 marzo.
Novanta un gruppo di hippy ha deciso che
sarebbe stato fighissimo mettere la musica in
un posto e adesso tutto ti arriva sul computer.
Gli U2 sono corresponsabili di questo?
Loro sono dentro a queste cose tecnologiche. Ma non abbiamo bisogno di Apple. Ho
avuto il mio primo smartphone un anno fa.
Ora quando sono in taxi invece che guardare
fuori dal finestrino osservo lo schermo. Gli
hippy, sia quelli originali sia quelli di oggi,
sono il male. Ci vorrebbe l’equivalente dei
Sex Pistols che distruggono tutto.
Oggi i ragazzi, magari anche sua figlia,
ascoltano gli One Direction. Li sente, ma
segue anche gli Stone Roses. Se il mio singolo In the heat of the moment fosse degli One
Direction la farebbe impazzire. Ma siccome
l’ha fatta suo papà, se ne tiene a distanza.
Adesso ci sono boyband come i 5
Seconds of Summer che suonano pure. Un
passo avanti? È la scrittura che conta. Questi
non scrivono canzoni e chiunque può suonare una chitarra. Guarda anche i Beady Eye:
una grande band, gente che suona davvero,
ma finito un concerto le loro canzoni non
rimangono in mente.