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OSPEDALI/OTORINOLARINGOIATRIA UN PALLONCINO IN TEFLON PER CURARE LA SINUSITE CRONICA Da poco in uso una metodica che, sulla falsariga dell’angioplasitca, consente interventi di elevata precisione e sicurezza Naso chiuso. Difficoltà a respirare e a percepire gli odori. Tendenza a russare di notte. Sono sintomi che tutti abbiamo sperimentato durante un raffreddore, del tutto passeggeri anche se fastidiosi. Ma se contraddistinguono una rinosinusite cronica questi segnali vanno valutati con attenzione dallo specialista, perché non sono episodici (come nel caso dell’infreddatura) ma persistono nel tempo con conseguenze negative per la salute. “La rinosinusite cronica – spiega Mario Russolo, direttore della Clinica otorinolaringoiatrica degli ospedali triestini – dipende essenzialmente da cause batteriche che, in concomitanza di alterazioni anatomiche, a lungo andare determinano un difetto di ventilazione e drenaggio dei seni paranasali coinvolti”. In pratica, i seni paranasali non possono più essere areati e il muco non riesce più a defluire. Per le forme croniche che non rispondono alle terapie mediche l’unica scelta è l’intervento chirurgico, sempre molto delicato per l’estrema ristrettezza dell’area in cui si deve intervenire. A rendere più efficace questa procedura da poco è entrata in uso alla Clinica otorinolaringoiatrica, per la prima volta nella nostra regione, un nuovo metodo che già è stato utilizzato per otto pazienti con buoni risultati. Denominata Balloon sinuplasty la tecnica, in uso già da qualche anno negli Stati uniti e in Australia, consente di intervenire con grande precisione e sicurezza sul seno frontale con un meccanismo analogo a quello in uso negli interventi di angioplastica al cuore. “Nell’ambito della metodica chirurgica endoscopica utilizzata finora un passaggio delicato e rischioso per il paziente e tecnicamente difficile per il chirurgo è rappresentato dall’approccio al seno frontale”, spiega Giancarlo Tirelli che insieme al professor Russolo sta impiegando il sistema. “La stretta contiguità anatomica del seno frontale con l’occhio e il cervello fanno sì – continua – che durante la procedura operatoria possano essere lesi provocando complicanze potenzialmente molto gravi per il paziente”. Sulla falsa riga di quanto accade negli interventi di angioplastica, dove un palloncino gonfiato nell’arteria ostruita per fenomeni di arterosclerosi riesce a sciogliere il blocco garantendo la sua ricanalizzazione della stessa, la Balloon sinuplasty ricanalizza il dotto osseo nasofrontale che è stato ristretto dalla sinusite. A questo scopo i medici utilizzano un palloncino in teflon. Lo posizionano, con tecniche endoscopiche e in anestesia generale, all’imbocco del seno frontale. Poi lo gonfiano a 8 - 10 atmosfere, pressione molto elevata se si considera che quella dei pneumatici di un’autovettura oscilla tra 1,8 e 2,2 atmosfere, provocando così attraverso delle microfratture controllate dell’osso frontale una dilatazione della regione di accesso al seno frontale stesso. Si ristabiliscono così la ventilazione e il drenaggio del seno guarendo la sinusite cronica e consentendo al paziente di ricominciare a respirare in libertà. Si tratta in ogni caso, sottolineano i medici, di una procedura specifica che va riservata, a seguito di una diagnosi accurata, alle persone che soffrono di sinusite in forma cronica e con manifestazioni che possono compromettere una buona qualità di vita. Non si deve infatti dimenticare che si tratta in ogni caso di un intervento chirurgico che avviene in anestesia generale e che prevede un ricovero in ospedale di circa 48 ore.